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Diapositiva 1
Definizione, cartografia ed analisi della attitudine dei popolamenti forestali a svolgere la funzione protettiva”
R. Berretti, F. De Ferrari, A. Dotta, J.C. Haudemand,F. Meloni, R. Motta, P. G. Terzuolo
“Le foreste di protezione diretta”
Questo contributo è frutto della collaborazione tra cinque enti:
Regione Piemonte, Regione Autonoma Valle d'Aosta, Consorzio Forestale Alta Valle Susa,
Università di Torino e Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente (IPLA)
Diapositiva 2
“Le foreste di protezione nella storia”
Le “bandite” forestali
Le opere di difesa
Rimboschimenti
Il ruolo protettivo svolto dai popolamenti forestali nei confronti di elementi di rischio quali
caduta massi o valanghe è riconosciuto si dall’antichità come testimoniato dai toponimi
dati a questi boschi (bosco della salvaguardia) e dall’istituzione delle bandite forestali. Le
bandite forestali sono porzioni di bosco poste a monte di centri abitati all’interno dei quali,
in passato, ogni attività era vietata (tagli e pascolo). Talvolta il verificarsi di eventi
particolarmente catastrofici ha indotto oltre che alla salvaguardi della foresta di protezione
presente anche alla costruzione di opere di difesa passiva come ad esempio cunei o
deviatori in pietra come quelli presenti a monte di alcuni paesi in Piemonte e Valle d’Aosta
o ad opere di rimboschimento.
Diapositiva 3
“Definizione”
- Foreste con funzione di protezione generica o indiretta
“conservazione del suolo dall’erosione diffusa o incanalata”
presenza di un popolamento forestale
- Foreste con funzione di protezione diretta
- pericolo naturale (caduta massi, valanghe, lave torrentizie)
- popolamento forestalepotenzialmente capace di impedire il verificarsi del pericolo o mitigarne gli effetti
- presenza dell’uomo (insediamenti, vie di comunicazione etc.)
presenza di un popolamento forestale con determinate caratteristichein funzione del pericolo naturale presente
Tutti i boschi assolvono ad una funzione di protezione nei confronti dei fenomeni erosivi e
quindi sono foreste con funzione di protezione generica. In queste foreste la sola presenza
del popolamento è sufficiente a garantire che la funzione protettiva sia svolta. Affinché una
foresta assolva ad una funzione di protezione diretta è necessario che siano presenti
contemporaneamente tre elementi fondamentali: il pericolo naturale, il popolamento
forestale e la presenza dell’uomo con i suoi insediamenti. In questo caso quindi non è
solo necessario che il popolamento sia presente ma che questo presenti determinate
caratteristiche in termini di densità, stratificazione e tessitura. Si richiede quindi che il
popolamento presente rientri all’interno di determinati parametri individuati da valori
minimali (esigenze minime) ed ideali (esigenze ideali).
Diapositiva 4
“Il progetto INTERREG IIIA”
“Gestion durabledes foréts de montagne à fonction de protection”
Italia (Regione Autonoma Valle d ’Aosta e Regione Piemonte)
Francia (ONF, Cemagref, CRPF, ENGREF)
Svizzera (SFF Valais, SFF Vaud, SFF Fribourg, CEFOR LYSS, CSM).
-rinforzare i legami e gli scambi
-la formazione congiunta tra i selvicoltori dell’arco alpino
-incremento delle conoscenzedelle dinamiche dei popolamenti di montagna
-diffusione informazioni e documenti tecnici per la selvicoltura nei boschi di montagna con funzione di protezione
-sensibilizzare i proprietari, gli amministratori e le scuole
obbiettivi principali
L’importanza delle foreste di protezione diretta e della loro gestione forestale è aumentata
notevolmente negli ultimi anni sull’arco alpino anche in funzione della forte antropizzazione
di alcuni territori e dell’abbandono dell’attività selvicolturale in altri. Il progetto Interreg
nasce sulla base di questi presupposti ed ha interessato 3 stati, Italia, Francia e Svizzera.
Capofila del progetto è stata l’ONF francese.
Gli obbiettivi principali che il progetto si è posto sono stati quindi:
-rinforzare i legami e gli scambi
-la formazione
- incremento delle conoscenze delle dinamiche dei popolamenti di montagna
-diffusione informazioni e documenti tecnici
- sensibilizzare
L’ONF capofila del progetto
Diapositiva 5
- Metodologia per la realizzazione di una cartografia delle foreste di protezione
- Manuale : “Selvicoltura nelle foreste di protezione”
- Casi di studio ed itinerari didattici
- La scheda di valutazione del ruolo protettivo
“Il progetto INTERREG IIIA”
Sintetizzando, i prodotti finali del Progetto sono stati quindi:
- la stesura di un manuale tecnico pratico intitolato “selvicoltura nelle foreste di protezione”
- uno strumento tecnico di supporto all’analisi del popolamento forestale ed alle scelte
selvicolturale ossia la “scheda di valutazione del ruolo protettivo”
- uno strumento cartografico di supporto all’individuazione delle foreste di protezione
diretta ed alla pianificazione forestale ossia la “carta delle foreste di protezione diretta”
- una rete di aree di studio permanenti in foreste di protezione per il monitoraggio della
dinamica in questi popolamenti e degli interventi selvicolturali attuati oltre ad una serie di
sentieri didattici relativi alle foreste di protezione diretta allestiti al loro interno
Diapositiva 6
“Il manuale”
- Conoscenze di base
cosa sono le Foreste di protezione?
quando nascono le Foreste di protezione?
qual è il patrimonio forestale regionale?
- Indicazioni operative
come valutare il ruolo protettivo di una foresta?
come intervenire in una foresta di protezione?
quali ricerche sono state svolte a livello di foreste di protezione?
A chi è rivolto?
tecnici forestali
proprietari forestali e amministratori
altri gestori territoriali e ambientali
A cosa serve?
aumentare consapevolezza funzione di protezione
strumento e supporto decisionale per tecnici
Il manuale si prefigge lo scopo di essere prima di tutto uno strumento tecnico pratico
rivolto principalmente ai tecnici forestali, proprietari forestali e amministrativi ma anche agli
altri gestori del territorio che si trovano ad operare in questi popolamenti.
L’obbiettivo principale è quello di incrementare in chi lo utilizza la consapevolezza del
ruolo di funzione di protezione diretta assolta da alcuni popolamenti e di divenire uno
strumento tecnico di supporto alle scelte gestionali nelle foreste di protezione diretta.
Il manuale è articolato principalmente in due parti:
- Una prima parte fornisce le conoscenze di base relative alle foreste di protezione
illustrando i diversi pericoli presi in considerazione (valanghe, caduta massi e lave
torrentizie) ed in relazione a questi analizzare le esigenze di stabilità richieste al
popolamento. Vengono inoltre fornite informazioni relative all’importanza storica delle
foreste di protezione ed alla legislazione relativa nonché la situazione del patrimonio
forestale delle foreste piemontesi e valdostane.
- L’ultima parte rappresenta la parte più tecnico-applicativa del manuale che si pone come
obbiettivi quello di dare al lettore gli strumenti necessari alla valutazione del ruolo
protettivo svolto effettivamente da una foresta di protezione analizzata ed una serie di
informazioni inerenti gli interventi selvicolturali proponibili e le norme da seguire durante
tali interventi.
Diapositiva 7
“La scheda di valutazione del ruolo protettivo”
Analisi popolamento forestale
Esigenze di stabilit à (minimali ed ideali)
- composizione- densità- struttura- elementi di stabilità- rinnovazione
Percorso per la definizione delle scelte selvicolturali
sperimentazione sui pericoli
esperienza maturata
Le indicazioni operative prima elencate si concretizzano nella scheda di valutazione del
ruolo protettivo della foresta. La scheda è un adattamento della scheda svizzera del 1996
con integrazioni in funzione delle condizioni stazionali e delle conoscenze relative alle Alpi
occidentali italiane.
La scheda è articolata in modo tale da condurre chi la utilizza ad effettuare una analisi del
popolamento nel suo stato attuale analizzando nel dettaglio 5 elementi fondamentali della
stabilità: composizione, densità, struttura, elementi di stabilità e rinnovazione. Lo stato
attuale viene quindi confrontato con le esigenze minimali ed ideali illustrate nel manuale.
Tali esigenze nascono sia dall’esperienza acquisita nel tempo sia in seguito ad una
sperimentazione condotta in foreste di protezione da parte dei diversi partner del progetto.
L’analisi degli elementi della stabilità con la tendenza evolutiva in termini di dinamica
naturale (libera evoluzione) consentono all’utilizzatore della scheda di proporre gli
interventi più adeguati e di porsi gli obbiettivi raggiunti riscontrabili nel breve periodo.
L’urgenza o meno dell’intervento, la sua giustificazione o meno in termini economici e la
data della futura valutazione sono invece gli elementi della scheda che permettono di
poter pianificare nel tempo la gestione selvicolturale nelle foreste di protezione.
Diapositiva 8
“La carta delle foreste di protezione diretta”
Individuare le foreste di protezione diretta
Realizzare uno strumento di pianificazione selvicolturale (larga scala)
Creare una metodologia semiautomatica aggiornabile
obbiettivi
Sistemi GIS:
Software di disegno tecnico:
ArcMapArcMap 8.38.3
ArcViewArcView 3.23.2
TerraNovaTerraNova4.14.1
AutocadAutocad 20042004
Altro strumento di supporto alla gestione forestale delle foreste di protezione diretta è la
carta delle foreste di protezione diretta. Tale carta è già stata prodotta per la regione Valle
d’Aosta mentre è in fase di elaborazione per la regione Piemonte. La metodologia alla
base della produzione di tale carta si poneva gli obbiettivi di individuare in modo oggettivo
le foreste di protezione diretta, di creare una metodologia semiautomatica aggiornabile
sulla base sulla base dei cambiamenti di uso del suolo (es nuove zone di urbanizzazione o
nuova viabilità). L’elaborazione delle carte è avvenuta utilizzando principalmente strumenti
GIS e software di disegno tecnico.
Diapositiva 9
“La carta delle foreste di protezione diretta”
- CTR vettoriale
tematismi: - curve di livello
- limiti amministrativi regionali
- idrografia principale
- superfici boscate
- edifici , fabbricati
- viabilità stradale e ferroviaria
- infrastrutture turistico-sportive
- impianti sciistici , funivie
- DTM (modello digitale del terreno) maglia 10 metri
- Ortofotocarta (volo IT-2000)
La cartografia è stata prodotta a partire da una serie di cartografie vettoriali, da un modello
digitale del terreno e dalle ortofoto del volo IT-2000. Tutti questi elementi cartografici sono
stati elaborati ed incrociati in ambiente GIS per produrre le tre cartografie base necessarie
alla definizione delle foreste di protezione ossia la carta delle pendenze, quelle della
copertura forestale e quelle degli elementi da proteggere.
Diapositiva 10
Classi di pendenza
“La carta delle foreste di protezione diretta”
>50%
>40% <50%
< 40%
Copertura forestale Beni da proteggere
Questo è un esempio di quello che si è ottenuto per la regione Valle d’Aosta seguendo il
protocollo di elaborazione definito durante il progetto Interregg.
Diapositiva 11
Foreste di protezione diretta
Copertura forestale
Idrografia principale
Elementi da proteggere
“La carta delle foreste di protezione diretta”
Questa è la cartografia ottenuta per la regione valle d’Asta. La superficie forestale
interessa il 27% del territorio regionale ed il 49% di questa superficie risulta essere foresta
di protezione diretta nei confronti di insediamenti permanenti (3° livello)
Diapositiva 12
“I casi di studio”
Rete aree di saggio permanenti in
Piemonte: 6
Valle d’Aosta: 3
Proprietà pubblica
Categorie forestali
Corsi di formazione internazionali per tecnici forestali sulla selvicoltura nelle foreste di protezione
Realizzazione e monitoraggio efficacia interventi sperimentali
Le informazioni e le esperienze scambiate nei 3 anni del progetto e quelle acquisite nel
tempo nel territorio italiano sono state applicate sul territorio piemontese e valdostano
all’interno di una rete di aree di saggio permanenti.
Le aree sono state insediate in boschi di protezione di proprietà pubblica selezionate sulla
base delle categorie forestali più rappresentate nelle due regioni. All’interno di queste
aree di studio sono stati effettuati una serie di corsi di formazione sia internazionali che
regionali rivolti ai tecnici del settore sia dell’amministrazione pubblica sia i liberi
professionisti. Queste aree inoltre rappresentano un elemento di monitoraggio nel tempo
sia degli interventi effettuati sia dell’evoluzione libera quando si è deciso di non intervenire
immediatamente.
Diapositiva 13
“I casi di studio”
Nella aree della rete dei “casi di studio” il rilievo della componente forestale è stata
condotta con un elevato grado di dettaglio con l’obbiettivo di fornire esempi concreti e di
riferimento a coloro che si troveranno ad utilizzare il manuale come strumento tecnico per
le decisioni da prendere. Il manuale riporta quindi tutte le informazioni acquisite per la
compilazione della scheda di stabilità, le considerazioni fatte e le scelte effettuate alla fine
di tali considerazioni.
Diapositiva 14
“Conclusioni”
Nuovi strumenti della gestione forestale
Carta delle foreste di protezione diretta e manuale: Regione Valle d’Aosta
Scheda di valutazione del ruolo protettivo: Regione Piemonte
Misura I7 del piano di sviluppo rurale della regione (2000-2006)
“mantenimento e miglioramento della stabilità ecologica delle foreste, mantenimento di fasce tagliafuoco”
Strumenti tecnici per la redazione dei piani di assestamento 2008
Concludendo quindi il progetto Interreg ha permesso di produrre due nuovi strumenti di
supporto alla selvicoltura nelle foreste di protezione diretta:
- La carta già prodotta per la regione Valle d’Aosta è stata attualmente introdotta come
strumento tecnico nella realizzazione dei piani di assestamento del 2008 così come le
indicazioni riportate nel manuale di selvicoltura
- La scheda di stabilità è stata adottata e compilata da tutti gli enti o i liberi professionisti
che hanno usufruito dei finanziamenti della misura I7 della regione Piemonte nell’ambito
del “mantenimento e miglioramento della stabilità ecologica delle foreste, mantenimento di
fasce tagliafuoco”
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