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LA DOMENICA DEL VILLAGGIO ANNO 2007
Blog la SIRINGA di Giovanni Ruscitti www.gruscitti.wordpress.com
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INDICE PAG
01. La politica: partire prima di tutto dalla cultura 03
02. Le strane idee sulla programmazione 05
03. Sempre sulla pelle della città 07
04. Modi diversi di agire 09
05. Promozione con i fatti, senza chiacchiere 11
06. Pensare a Palazzo Emiciclo 13
07. Sulmona, patria delle zucche e di Nasone 15
08. Segnali interessanti 17
09. Adda fini' a nuttata 19
10. Dopo i congressi dei partiti cosa resta? Poco 21
11. Addio 2007. Speriamo di non incontrarti più 24
La domenica del villaggio anno 2007
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LA POLITICA: PARTIRE PRIMA DI TUTTO DALLA CULTURA
SULMONA (4 febbraio 07)
a città sta ricordando in questi giorni, attraverso una serie di iniziative e
testimonianze, le vicende di 'Jamme mò', la rivolta borghese del 2-3
febbraio del 1957 quando la popolazione scese in piazza per
protestare contro l'ennesima spoliazione, quella del Distretto Militare trasferito
a L'Aquila, consumata ai danni di una città agonizzante. Erano anni difficili.
La piaga della disoccupazione e dell'emigrazione facevano di questa nobile
e antica città un luogo dove era difficile costruire una speranza per un
divenire migliore. Coloro che godevano del privilegio di poter lavorare in
qualche ente o azienda pubblica dovevano considrearsi dei miracolati. Il
polo ferroviario di Sulmona rappresentava la piu' grande azienda della zona
e il sogno di molti andava in questa direzione. Anche nei paesi del
circondario la situazione non era migliore. La Montecatini che garantiva
lavoro, a Pratola, attraverso la polveriera a tanta gente (diverse centinaia di
persone) aveva smantellato al propria attività senza che il territorio potesse
essere compesato nel tempo con nuove opportunità. E' chiaro che quando
scoppio' la rivolta di Sulmona la città era ormai stremata delle sue forze e la
disperazione della gente rappresentava un segnale forte al Parlamento e alle
istituzioni democratiche. Quello che accadde poi con i processi lunghi e
lorgoranti fiaccarono ulteriormente le forze, e le tasche, di tanti sulmonesi è
abbastanza conosciuto. Ma 'Jamme mò' rappresenta nella storia di questa
città il punto piu' alto dell'orgoglio civico e dell'unità della sua gente. Negli
ultimi cinquant'anni la città ha vissuto stagioni alterne. Alcune fortunate
come quella della ricostruzione e della profonda trasformazione sociale
strettamente legata al ruolo svolto nel governo della città e del Paese della
Demcorazia Cristiana prima e di demcristiani, socialisti e partiti laici poi negli
anni del cosidetto centrismo e di centrosinistra. A Sulmona arrivarono
Ospedale nuovo, autostrade, industrie, Uffici e Strutture pubbliche e quindi
occupazione e sviluppo. Nacque il Consorzio Industriale considerato una
delle aree 'piu' appetibili' del mezzogiorno. Ma la città vantava anche di una
classe politica e amministrativa di grande prestigio,animata da orgolio e
passione per la propria città.che sapeva difenderne adeguatamente il
L
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ruolo ed i diritti fondamentali. Chi non ricorda, ad esempio,la battaglia che
gli amministratori locali sostennero nei confronti dei ministri Gaspari e Natali
per spostare a Sulmona l'insediamento Fiat? Chi non ricorda la battaglia per
la localizzazione del casello autostradale? E chi puo' dimenticare la vicenda
del Vescovo di Sulmona che di notte si reco' presso il Comitato provinciale
della DC per imporre la candidatura di un sulmonese illustre, il prof Giuseppe
Bolino,nella lista per le prime elezioni regionali che molti ambienti aquilani
non volevano? Dopo 50 anni dai quei moti cosa è cambiato a Sulmona?
Certamente è cambiata, in meglio, la condizione sociale non c'è che dire. Mi
pare però che tutti possano condividere che la classe politica e
amministrativa sia scaduta paurosamente,mentre la condizione generale sul
fronte dell'occupazione resta drammatica. La della qualità dei nostri
rappresnetanti nella poltiica e nelle istituzioni è un dato allarmante. Lo
abbiamo ripetuto piu' volte in questi mesi. Pochi hanno memoria storica di
quelle giornate di 'Jamme mò’ e quindi pochi riescono a coniugare
tradizione con innovazione. Anche la gestione di questa ricorrenza di 50 anni
da 'Jamme mo' riflette la condizione fantasiosa ,poca per la verità, di cui si
alimenta la nostra classe politica. Nessuno ha pensato ad un Consiglio
comunale straordinario, ad un'incontro con i comuni del circodnario per
rafforzare l'unione territoriaale. Nessuno ha pensato a trasferire il significato di
quelle giornate nei palazzi della politica che conta ( Regione e Governo)
per rivendicare il diritto di un territorio alla sopravvivenza. Ci è parso di capire
che il tutto sia destinato a restare all'interno della cinta muraria.Qui' la
riflessione investe tutti i partiti dell'una e dell'altra coalizione, in maggioranza e
all'opposizone. Da diversi anni, per esempio, il settore cultura di questa città è
nelle mani di un partito, i Ds. Mai come in questi anni la politica culturale di
questa città ha volato tanto basso. Non sarebbe male se al Comune, oltre a
pensare al Prg e ai divesri strumenti urbanistici, si cominciasse a pensare un
po' di piu' ai fenomeni della cultura. Perchè, piaccia o no, tutta la politica
parte proprio da qui.O no ? Buona domenica a tutti
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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LE STRANE IDEE SULLA PROGRAMMAZIONE
SULMONA (17 febbraio 07)
na nuova settimana, che si aggiunge a tante altre inutili, è stata
quella che appena ci siamo lasciati alle spalle. La città, in agonia,
non ha potuto registrare nulla di nuovo sul piano delle risposte alle
tante attese della gente e dei lavoratori in decine di vertenze, piccole e
grandi che affliggono il nostro territorio. Il sindaco corre affannandosi da
una parte all’altra a parlare e a ripetere a L’Aqula come a Roma delle
emergenze che affliggono questo territorio. Perfinno l’Assessore regionale al
lavoro Gabbiani ha dovuto riconoscere nelle ultime ore in qualche intervista
televisiva che il centro Abruzzo è il ventre molle della situazione economica
abruzzese con punte di disocuppazione che raggiungono il 28% mentre
quella femminile è ancora piu’ alta. Del Turco rassicura tutti con qualche
telefonata al sindaco. E poi? Ancora niente. Un mese fa analizzando i toni
trionfalistici di Presidente di Regione e di Provincia sui risultati di un vertice che
c’era stato in Regione per le vicende occupazionali della Valle Peligna
esprimemmo su queste colonne non poche perplessità e quei toni
rassicuranti che procuravano visibilità, ma certo non lavoro, non ci
piacevano. E passato ormai un mese e purtroppo temiamo ancora che le
nostre considerazioni non potranno essere smentite troppo presto. Ma intanto
è arrivato un massiccio finanziamento, oltre 30 milioni di euro, per velocizzare
la ferrovia Pescara-Roma. Lo credereste? Gli interventi saranno utilizzati per la
tratta Avezzano-Lunghezza e parte per migliorare l’accesso allo scalo di
Pescara. Manca qualsiasi riferimento al centro Abruzzo e allo scalo ferroviario
di Sulmona nodo vitale per il sistema ferroviario regionale. Nessun
amministratore locale ha aperto bocca ed ha fiatato tradendo perfino la
sensibilità istituzionale che compete all’ultimo consigliere comunale di
rappresentare gli interessi della propria città. Non ha fiatato nemmeno il
Presidente della Comunità Montana, né quello dlela provincia né tutti coloro
che dovrebbero tutelare gli interessi del territorio. Hanno taciuto perfino gli
organi di stampa e anche ‘telecomune’ con il noto mezzobusto riccioluto
che tutte le sere ci racconta le cose di comodo del Palazzo. L’unico ad
alzare la voce con un pizzico diorgoglio e di competenza è stato Damiano
U
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Verrocchi attuale segretario della Cgil locale. Il resto solo silenzio. E mentre
Avezzano punta ad accorciare le distanze ferroviarie con Roma anche
l’Aquila si attrezza e rilancia l’idea di un collegamento veloce con la
Capitale e ricerca dal Governo i giusti finanziamenti. Progetto vecchio e
ambizionoso ma che come e quello di Avezzano ha una strategia precisa.
Entrambe le città puntano a gravitare sulla capitale centro internazionale di
interessi e attività pluridimensionali. A Sulmona invece qualche bontempone
i pochi spiccioli assegnati per determinare nuovo sviluppo ed occupazione
pensa di poterli su una metropolitana leggera per l’aeroporto di Pescara.
Ci vuole proprio faccia tosta o si pensa che la nostra gente ha l’anello al
naso ? Anche l’Aquila ha la stessa condizione, fos’anche piu’ invidiabile, di
Sulmona e la stessa vicinanza con l’adriatico. La Valvibrata è li’ dietro
l’angolo. Eppure se loro scelgono di avvicinarsi sempre piu’ a Roma qualche
ragione appetibile ci sarà pure. Invece da noi qualche Assessore pensa
all’Università della bistecca e la politica non c’è. A proposito. Che fine ha
fatto il congresso della Margherita? Da due anni tanti iscritti sognavano un
partito nuovo,moderno, democratico capace di cogliere il senso del
cambiamento con un gruppo dirigente in grado di rappresentare le ansie
di rinnovamento. Che delusione. Una guerra di bande ne ha fatto
un’aggregazione di confusione e interessi diversi che non hanno nulla a che
fare con la politica. Molti si sono allontanati altri,a quanto si sostiene in giro,lo
faranno presto.Un progetto fallito prima ancora di iniziare. Ma anche in
questo la città ha perso. Buona domenica a tutti.
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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SEMPRE SULLA PELLE DELLA CITTÀ
SULMONA (25 febbraio 07)
i ha meravigliato molto in queste ultime ore il dibattito che ha
animato la vigilia del congresso della Margherita cittadina e
soprattutto mi ha meravigliato l’attenzione che si è voluta
riservare ad una vicenda locale soprattutto da parte di autorevoli
personaggi della politica provinciale e regionale. Sulmona è tornata ad
essere un crocevia obbligato della politica abruzzese. E questo per chi
conosce la storia del territorio puo’ e deve rappresentare qualcosa. Perché
la città da sempre è stato un riferimento importante per la buona politica
abruzzese e quando in casa della DC lo scontro era duro tra nataliani e
gaspariani i sulmonesi si stringevano attorno a figure di grande levatura e
prestigio come Natalino Di Giannantonio e Giuseppe Bolino. Con la loro
autonomia costruirono una linea di sopravvivenza e di prospettiva in un
partito che aveva una dimensione assai diversa da quella politicuccia
che esprimono i protagonisti di oggi. Anche il Psi seppe muoversi in questa
logica e realizzo’ attorno ad un altro sulmonese,Domenico Susi, un progetto
politico interessante per molti anni. E che dire dei liberali e repubblicani che
riservavano uno spazio significativo agli uomini di Sulmona? Questo
congresso della Margherita che resterà forse l’ultimo della storia, domani, a
urna chiuse, forse avrà fatto piu’ male che bene alla sua gente e soprattutto
alla città. Vorremmo sbagliarci ma abbiamo proprio questa sensazione ed il
rischio reale e’ che presto qualcuno si organizza o nel centro destra o con
movimenti civici e riconsegni la città nelle mani di altra gente per tanti
anni. Perchè? Da tempo sosteniamo che la Margherita in questa città
appare come un gigante di argilla: molti voti, tante tessere epoche idee. E
siccome all’interno di questo schieramento non è emersa ancora una
personalità di spicco capace di coordinare tutta la politica dei cattolico
democratici del centro sinistra e capace di esprimere una politica per
Sulmona ed il centro Abruzzo allora il rischio che questa nutrita schiera di
iscritti,che in termini congressuali puo’ fare gola a chiunque, rischia di
divenire strumento inconscio per operazioni anti-Sulmona. Ieri dovevano
essere in città il Consigliere regionale Antonio Verini, il sindaco di Pescara
M
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D’Alfonso, il Presidente della Provincia di Chieti Coletti a sostenere la
candidatura di uno dei due aspiranti alla Presidenza della sezione locale.
Peccato che questi stessi personaggi, che assolvono ad incarichi politici e
istituzionali robusti, non siano stati cosi’ tempestivi a raggiungere Sulmona nei
momenti piu’ seri quando la città , in agonia, perdeva posti di lavoro. La
città che vanta nobili e antichi tradizioni non ha ancora una cultura civica
in difesa del proprio campanile. Per anni ha eletto un deputato che non ha
mai visto,alle regionali contribuisce ad eleggere un rappresentante
aquilano con il voto determinante di una pattuglia di sulmonesi, poi le
elezioni alla Camera e la provincia dell’Aquila rinuncia al proprio
rappresentante eletto anche con i voti della gente di questo territorio per un
gioco maldestro con i pescaresi. E se molti giovani, e meno, si prestano a
queste operazioni significa che loro la storia della propria città non la
conoscono e soprattutto non vogliono bene a Sulmona. Loro non sanno che
è in atto in Abruzzo una lotta feroce, senza risparmi di colpi, per conquistare
la segretaria regionale della Margherita e ogni iniziativa è buona per
reclutare genere in giro. Ma qui’ è in gioco il futuro della città e della sua
classe dirigente. I giornali di ieri riportavano una notizia emblematica. A
Pettorano sul Gizio, a pochi chilometri da Sulmona, molti iscritti al circolo della
Margherita hanno rifiutato di partecipare al congresso perché, la signora
Giammarco (ex Presidente taske force in quota centro destra)oggi lavora
per gli aquilani e non per i sulmonesi della Margherita.Che dire? E’
malinconico perché fra qualche giorno passata la festa e finiti gli auguri per i
risultati ognuno tornerà nel proprio ridotto quotidiano.E la gente con i propri
problemi sarà sempre piu’ sola ad invocare aiuto. Buona domenica a tutti
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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MODI DIVERSI DI AGIRE PER SULMONA
SULMONA (18 febbraio 07)
omenica prossima, probabilmente, la città vivrà un appuntamento
politico di indubbio interesse con il Congresso cittadino del partito
della Margherita. Un’occasione ghiotta per conoscere lo stato di
salute di una formazione che negli ultimi hanno ha difettato soprattutto di
democrazia interna. L’ultimo congresso si celebrò, qualche anno addietro,
prima delle amministrative di Palazzo San Francesco, e ne scaturi’ un gruppo
dirigente costruito a tavolino attraverso un’operazione che fu un mix di
mediazione e di equilibrismo politico che in questo periodo ha brillato per
litigiosità e assenza. Le varie anime del partito spesso sono entrate in rotta di
collisione ed hanno finito per annientarsi reciprocamente. Una convivenza
difficile fra culture e esperienze diverse quella consumata da ex socialisti
ed ex democristiani assai bravi nelle pratiche spartitorie di posti e strapuntini
in enti ed organismi anche di scarso significato ma veramente incapaci di
esprimere una politica per città prima di ogni cosa e poi per il territorio. Per
la verità non sono stati aiutati, soprattutto i piu’ giovani, in questo sforzo di
costruzione della nuova casa. Vicende politiche ( elezioni regionali, politiche)
e amministrative ( consiglio comunale) hanno sempre consigliato di rinviare
a domani quello che invece bisognava fare per l’oggi. E proprio per non
intralciare questo cammino e per cercare di cogliere un risultato politico
preciso che il partito ( si fa per dire) è stato adattato nelle varie occasioni ai
bisogni di questo o quel tale manovratore. Il risultato è quello che abbiamo
sotto gli occhi. I DL a Sulmona avranno pure qualche migliaio di tessere,
qualche migliaio di voti ma non hanno una politica tanto da non contare
nulla né a L’Aquila ( o Pescara) né in città. Perchè con i voti non sono riusciti
a conquistare uno spazio nelle istituzioni e in città l’Amministrazione comunale
è ridotta all’osso. Sopravvive per l’energia del sindaco e niente più. Basti
pensare cos’è stato il Consiglio comunale fino a qualche mese
addietro.Luogo di litigi e di divisioni, di crisi e di rimpasti ( tre Presidenti di
Consiglio e quattro cambi di Assessori in poco piu’ di due anni). E poi c’è una
coalizione di centro sinistra che fa acqua da tutte le parti. Divisioni tra i
socialisti, scissioni nella Margherita (con un consigliere che comodamente
D
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sta parcheggiato nel gruppo misto), l’Udeur sta in maggioranza ma di fatto
opera nel gruppo misto, i Ds con un assessore, archietetto, che un giorno si
e l’altro pure viene tenuto sotto osservazione dal Consigliere Pagane,
architetto pure lui; con un ‘Assessore alla cultura di cui nessuno si accorge
e in una città che ha fatto della cultura una sua strategia vincente
questo e’ paradossale; di un altro consigliere che propone in una città
affamata di posti di lavoro la istituzione della Università della bistecca. E poi
tutti quei medici che trascorrono piu’ tempo nelle sedi dei partiti, o per i
corridoi del comune anziché nelle corsie degli ospedali a svolgere opera
piu’ meritoria ,completano l’opera. Ma questo congresso che arriva dopo
due anni di attese sarà il solo della Margherita nella storia di questa città. Il
prossimo si svolgerà sotto l’egida del nuovo PD. E arriva nel momento piu’
disgraziato per quello che sta attraversando in queste settimane la città e
quello che sta vivendo la Margherita a livello provinciale e regionale.
Venerdi’ sera stavo a cena con mio padre e alcuni parenti venuti da Roma
in un locale alla periferia di Sulmona. Poco distante da noi sedevano un
gruppetto ristretto di esponenti politici di Sulmona ( ex socialisti ed ex
democristiani) che stavano delineando un accordo sull’organigramma dei
Dl da presentare al congresso di domenica. Cose normali si potrebbe
osservare ma fatte in malo modo con la vecchia logica spartitoria. E mentre
parlavano,talvolta anche a voce alta ( soprattutto di quel matrimonio per il
PD che non si deve fare) e consumavano questo rito di bassa cucina, in un
tavolo piu’ vicino quattro signori parlavano del futuro della Campari nel
nostro territorio. Non c’erano con loro personaggi politici locali. Uno dei
quattro signori doveva essere qualche esponente della Cisl nazionale che
riferiva evidentemente agli altri sullo stato di una trattativa segreta per
venire incontro ai bisogni di questo territorio. Mi è parso di cogliere dai loro
discorsi che qualche segnale incoraggiante sembra delinearsi e forse a
giorni potrebbe venir fuori e che sarà annunciato in maniera congiunta,forse,
da Cisl e qualche autorevole rappresentante di una grande Istituzione che
comunque non dev’essere la Regione. Due fotografie di realtà diverse che si
muovono questa città impegnate a lavoriare con obiettivi diversi: le
chiacchiere e la concretezza. Buona domenica a tutti.
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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PROMOZIONE CON I FATTI, SENZA CHIACCHIERE SULMONA (14 marzo 07)
l prossimo 23 marzo ci sarà lo sciopero generale a Sulmona contro il lavoro
che non c’è e quel poco che c’era se ne sta andando. C’è in tutti una
forte consapevolezza della drammaticità della situazione complessiva che
questo territorio del centro Abruzzo sta attraversando. Assente la Regione, la
Provincia e il Governo centrale (tutto della stessa matrice di sinistra) le poche
disperate speranze sonoaggrappate all’attività dell’Amministrazione
comunale che resta il riferimento istituzionale piu’ attivo. Per la verità va dato
atto al sindaco La Civita di uno straordinario impegno nel portare avanti la
baracca. A proposito tutti quei falsi amici della città che si son visti in giro
durante i giorni del congresso della Margherita dove sono finiti? Per Sulmona
quello dello sciopero generale rappresenta la soluzione ultima per richiamare
l’attenzione attorno alle vicende di casa nostra ma significa anche la
certificazione di politiche fallite e promesse non mantenute. Immaginiamo
quindi questa straordinaria giornata di mobilitazione che dovrà spingere le
forze politiche e di governo ad affrontare il ‘caso Sulmona’ e che porteranno
per le strade del centro storico e nelle piazze cittadine migliaia di persone.
Nove anni addietro, giugno 1998, Sulmona visse un’analoga esperienza con
uno sciopero generale regionale in difesa di ‘ quel ventre molle
dell’economia abruzzese’ (quanto sono distratti taluni personaggi della
politica locale!). E in quella occasione fece molto rumore la sonora tirata
d’orecchie del Segretario Generale della Uil, Larizza che rimproverò, nel
corso di un comizio a Piazza XX settembre, agli amministratori regionali di
centro sinistra del tempo la scarsa attenzione verso le emergenze
occupazionali della Valle Peligna. Anzi li impegno’ ad attivarsi subito nei
confronti del Governo per trovare le giuste soluzioni. Sono passati nove anni
e i sulmonesi stanno ancora attendendo uno straccio di risposta ai problemi
di ieri, che sono anche di oggi, appesantiti e forse resi piu’ drammatici dal
tempo. La nostra impressione e che ancora oggi ci si continua a muovere in
maniera confusa. Noi insistiamo su un concetto: prima di parlare dell’effimero
a Sulmona ci vuole dello straordinario ovvero una serie di interventi mirati
che solo Regione e Governo possono individuare e lo debbono far presto. Si
I
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tratta di trovare misure urgenti per fronteggiare situazioni particolari. Credo
che in passato analoghe soluzioni siano state trovate (o avviate) per Salerno
e alcune zone di Taranto. La città ha in questa vicenda un’allealto
straordinario: il sindacato che a livello regionale e nazionale ha idee piu’
chiare dei politici. Ricordate quando qualche settimana addietro
attraverso queste colonne raccontavamo la storia di alcuni dirigenti della
Cisl che parlavano,in un ristorante, di uno sbocco per la vertenza Campari?
Crediamo avessero ragione. Negli ultimi giorni ne abbiamo avuto la riprova e
se la soluzione dovesse essere annunciata da qualche autorevole politico è
forse bene ricordare,amici lettori,che lo sbocco troverà il suo approdo grazie
al lavoro silenzioso delle OO.SS. Altro fatto curioso che ci ha colpito in questi
giorni è stata la scampagnata che molte persone hanno fatto alla borsa del
turismo (Bit) di Milano a spese di Pantalone. La Regione addirittura ha
portato tanti giornalisti e operatori televisivi. Per fare cosa? Per portare le
esperienze dei propri territori e vendere a Milano le immagini delle nostre città
e delle nostre province? Macchè A Milano sono andati a riprendere
immagini e soprattutto tante dichiarazioni dei partecipanti (assessori
regionali,provinciali,comunali, amministrori di enti e organismi diversi e quasi
tutti della stessa parte politica) e le hanno riportato in Abruzzo.Una strana
forma di promozione che viene fatta a noi stessi Ma tanto che importa
L’imperativo d’obbligo è: apparire, apparire sempre.E a Milano non poteva
mancare anche l’Assessore alla Cultura e al turismo del Comune di Sulmona.
Speriamo si sia convinta che non è la Bit o qualsiasi altra fiera che puo’
aiutare a vendere l’immagine della nostra città. Ci vuole intuito e fantasia.
Ma qui’ il discorso sarebbe lungo.Un giorno forse lo riprenderemo. Un solo
consiglio. Fra un mese saremo nel pieno delle festività pasquali. Le due
manifestazioni, quella del venerdì santo e quella della domenica, sono
insieme alla Giostra cavalleresca il piatto forte per il turismo locale. Non
sappiamo a cosa stia pensando la giovane Assessora per l’edzione 2007. Ci
pensi però e soprattutto chieda aiuto in fretta alla Provincia e Regione. A
Sulmona la promozione si fa con i fatti e non con le chiacchiere. Buona
domenica a tutti
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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PENSARE A PALAZZO EMICICLO
SULMONA (21 marzo 07)
i chiediamo, spesso, perché questa città,e questo territorio,
debbano continuare ad essere martoriati non solo da una
condizione sociale ed economica allarmante ma anche da una
classe politica di basso profilo, senza orgoglio e quindi inadatta ad
interpretare i reali bisogni della propria comunità. Cosi’ ci è capitato di
riflettere in questi giorni su quello che accade intorno a noi. Il prossimo 23
marzo c’è a Sulmona uno sciopero generale. Occasione straordinaria di
grande significato che richiamerà l’attenzione delle forze politiche, sociali,
economiche sulla condizione in cui versa questa zona.Un’occasione
eccezionale che va preparata e gestita con grande senso di partecipazione
se si vuole che approdi a qualche risultato. Uno sciopero generale non si
organizza ogni mese o ogni anno. L’ultima volta a Sulmona, e fu una
manifestazione gigantesca, avvenne nel giugno del 1998. Migliaia di persone
raggiunsero la città da ogni angolo d’Abruzzo a sottolineare la delicatezza
della situazione. Da allora sono passati nove anni e la condizione non è
affatto migliorata. Anzi. Si capisce quindi che l’occasione che si ha a
disposizione è da utilizzare al meglio attraverso uno sforzo di partecipazione
massiccio per mandare messaggi precisi a Regione e Governo. Eppure c’è
stato nei giorni scorsi chi ha pensato di spostare la manifestazione dello
sciopero ad altra data per consentire a qualche amministratore comunale
di partecipare ad una gita d’oltralpe a sottoscrivere un protocollo per la
giostra cavalleresca con una città tedesca. Roba da matti direbbe un noto
personaggio televisivo che si divertiva a raccontare vicende boccaccesche.
Intanto il vento della secessione è tornato a soffiare forte in Alto Sangro. Sono
molti i comuni che ormai stanchi di aspettare una politica per questi territori
pensano di avvicinarsi alla provincia di Isernia. La Regione sono anni oramai
che non si accorge di queste zone che sopravvivono grazie alla loro
capacità imprenditoriale e al loro potenziale turistico-ambientale. La
provincia tanti anni fa aveva ricosconosciuto l’Alto Sanrgo il quarto polo del
territorio provinciale. Una sorta di scatolone vuoto che bisognava riempirlo.
L’intuizione fu dell’allora Presidente Susi per arrestare l’inquietudine della
C
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gente di queste zone che rivendicavano gli stessi diritti di oggi. Il tempo è
passato e i problemi sono rimasti gli stessi. E allora la gente intende
determinare il proprio sviluppo in maniera autonoma, perché oggi la legge lo
consente, eintende mandare all’altro paese una classe politica
chiacchierona e inconcludente che si alimenta di autocelebrazioni e
narcisismi vari. Dice il Presidente di Anci Abruzzo, Antonio Centi, forse è
necessario prevedere le condizioni perché in occasione del varo della nuova
legge elettorale l’Alto Sangro possa eleggere un proprio rappresentante in
Consiglio regionale. E’un’osservazione giusta perché mai nella storia del
regionalismo abruzzese questo obiettivo è stato possibile. Si lavori dunque in
questa direzione. Ma il problema riguarda anche la nostra città che se
permanessero le condizioni di oggi non avrebbe mai piu’ la possibilità di
eleggere un Consigliere regionale. Molti sottovalutano questoaspetto perché
non si rendono conto che restare fuori dai circuiti decisionali di Palazzo
dell’Emiciclo significa stare fuori da tutto. Noi staremo sempre a fare scioperi,
l’Alto Sangro a minacciare di correre verso il Molise mentre la Marsica e
l’aquilano raccoglieranno investimenti, sviluppo e occupazione. Ecco perché
quando vediamo quei giovani, o quelle signore, attivarsi nelle pratiche
politiche e lavorare, con fatti e atteggiamenti, che tradiscono gli interessi
della propria zona e favorire realtà diverse il pensiero corre a quelle
migliaia di lavoratori che sfileranno rumorosamente il prossimo 23 marzo
per le strade di Sulmona. Loro si che lottano,e sperano,di mantenere un
posto di lavoro per credere in un domani migliore nonostante questi piccoli
personaggi ,ovvero figurini, della politica locale. Buona domenica a tutti
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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SULMONA, PATRIA DELLE ZUCCHE E DI NASONE
SULMONA (29 aprile 07)
utto secondo copione. Il sindaco della città Franco La Civita ha ritirato
l'ultimo gionro utile, quasi allo scadere,le dimissioni che aveva
presentato una ventina di giorni prima ed è tornato in sella. Ha fatto
bene. Lo diciamo con estremo realismo e anche con sincera obiettiività.
Come qualcuno ha ripetuto in piu' occasioni la città non meritava uno
spettacolo come quello offerto in queste settimane ma anche perchè
l'alternativa, a quella a cui si sarebbe andati incontro ,non appariva certo
migliore. Molti errori, tante pacchiante e un forte dilettantismo politico hanno
accompagnato tutta questa vicenda della crisi che si è consumata tra
veleni, rancori, personalismi esasperati, mania di protagonismo smodato di
prime donne della politica locale ma anche di mezze figurini che, sia detto
con la stessa franchezza delle altre cose, non possono amministrare
nemmeno un condomio. Sarebbe interessante riascoltare alcune interviste e
dichiarazioni rilasciate dalle stesse persone, alla stessa emittente,allo stesso
cronista nel corso di questi venti giorni per capire come il circo della
politica cittadina sia ormai impazzito ed è senza controllo. Basti riflettere alla
coda di polemiche che si stanno trascinando anche in queste ultime ore a
crisi virtualmente chiusa. Lo spettacolo offerto alla gente, attraverso l'occhio
della solita telecamera anche durante riunioni informali, è stato davvero
straordinario. Clamorosa gaffe del sindaco sulla telefonata in diretta
televisiva all'Assessore regionale Ginoble (forse era meglio farla in
privato),ma anche l'aver scelto un canale privilegiato per comunicare
sorridente ai sulmonesi la decisione di aver ritirato le dimissioni con il solito
intervistatore . Poi la polemica sollevata dalle minoranze sulla vicenda di un
Ufficio stampa 'fantasma' (?) del sindaco.Cos'è questa struttura? Sapevamo
della presenza di un City manager a Palazzo San Francesco ma non di
giornalisti in quota all'organico del Comune. Misteri della politica
cittadina.Torniamo invece allo sbocco della crisi. Domani è convocato un
Consiglio comunale per l'approvazione del bilancio entro i termini di legge.Il
documento sarà varato e la pressione fiscale ammorbidita. Il gruppo misto
ha vinto su alcuni punti e pareggiato su altri. Per ora. Se il rimpasto si
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realizzerà secondo alcune indiscrezioni che circolano avra' vinto su tutto il
fronte Ad essere sconfita sara' stata invece la politica. Ma se questa è stata
la trovata geniale per accontentare le opposizoni perchè un uomo esperto
come il sindaco non ci ha pensato prima? Perchè si è voluto questo
passaggio traumatico? Siccome in politica non si inventa niente ci viene da
pensare che per rafforzare la sua maggioranza e mettere un po' di ordine
all'interno del suo stesso partito si dovesse approfittare del voto negativo in
Consiglio e fare una tirata di orecchie a tutti. Poi si poteva pensare a
rimodulare la Giunta municipale che il sindaco, da galantuomo non ha
voluto toccare, ma che per esigenze politiche richieste dai partiti
probabilmente dovrà rivedere.Nei giorni della crisi abbiamo rivisto alcuni
arnesi della vecchia politica agitarsi attorno a questo o quel partito. Forse
l'esperienza di questa gente potrebbe aver aiutato a trovare la soluzione
maturata anche se in città circolano pettegolezzi che ne vedrebbe un
immniente reimpiego in ruoli rilvenati in nome di quella politica di ' alto
profilo'. E allora tutto bene quello che finosce bene. La Civita che è caduto
per la seconda volta in tre anni sotto il peso della croce del Comune. Si è
rialzato per la seconda volta ed ha ripreso a camminare. Gli auguriamo un
buon lavoro per questa città che ne ha davvero bisogno. E lui, come primo
atto, è andato a bussare alle porte di Del Turco. Il Presidente finora per
Sulmona di impegni, a parole, per questo territorio ne ha presi molti
(occupazione,ferrovie,investimenti, riequlibrio territoriale e istituzionale ecc.)
ma di fatti non ne abbiamo ancora visto tracce. La nostra gentenegli ultimi
tempi spesso è stata costretta ad alzare la voce e a recarsi a L'Aquila.Lo
stesso discorso vale per quei partiti maggiori (Ds-DL e Sdi) che a Sulmona
hanno raccolto troppo e dedicato poco.Molti ci dicono che adesso le cose
cambieranno,in meglio si spera. Chissà perchà ci è venuta in mente la
favola di Pinocchio che a forza di dire bugie gli si allungava il naso.Poi ci
siamo ricordati che questa nostra città è la patria delle zucche (cococce) e
di Publio Ovidio...' nasone'. Buona domenica a tutti.
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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SEGNALI INTERESSANTI
SULMONA( 27 maggio 07)
l Consiglio comunale di Sulmona nella tarda serata di venerdi' ha
approvato il bilancio. Un passaggio decisivo per la vita dell'ente che
chiude una fase di incertezza dal punto di vista amministrativo. Resta
aperto ovviamente tutto il discorso politico legato alle vicende interne ai
partiti e soprattutto,per quanto riguarda la maggioranza,alla coalizione di
centro sinistra. Il sindaco La Civita puo' tirare, giustamente, ora un sospiro di
sollievo e guardare avanti con maggiore ottimismo e fiducia. Si possono
tranquillzzare anche quei consiglieri comunali che vivacchiano alla giornata
e vanno per cosi' dire 'a rimorchio'. Per il momento non c'è rischio di sfascio
dell'Amministrazione comunmale e quindi nessun pericolo di tornare a casa.
Ma la politica è fatta anche di queste cose.C'è chi tira il carro e chi ( sono
moltissimi) viaggiano comodamente in sella senza preoccuparsi di nulla. Da
che mondo è mondo è sempre accaduto questo con la sola differenza che
ora i viaggiatori a sbafo sono molti mentre 'gli asini' che tirano sono
pochbi. Pazienza. Siamo convinti che ora il sindaco che pure ha portato
in porto buona parte del suo programma potrà dedicarsi un po' di piu' alla
questione politica. Ha il dovere di farlo e presto. Nello scacchiere della
politica provinciale e regionale Sulmona conta poco o nulla.Per molto
tempo siamo stati convinti che questa condizione potesse tornare utile ai
manovratori del carro proprio per non essere disturbati nella definiziaone
dei programmi amministrativi.Oggi invece non è piu' possibile,nè
conveniente. Un'amministrazione comunale senza l'apporto della politica e
della funzione dei partiti è molto piu' povera . Il sindaco ' capostazione di
Alanno' non è immaginabile,nè giusto.Una città come Sulmona ha bisogno
di tanta gente per costruire una squadra competitiva. Il discorso vale per
la Margherita,partito di riferimento del sindaco, ma vale anche per lo Sdi
impegnato da mesi ad affermare una candidatura sulmonese alla guida del
partito a livello provinciale. E importate che le forze politiche della città
recuperino spazi fuori. Bene farebbero anche le altre formazioni della
maggioranza e dell'opposizione a fare la stessa cosa.Lotta al colonialismo
dev'essere d'ora in poi la parola d'ordine. Nella giornata di venerdì, costretto
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a casa da una forma influenzale, ho potuto seguire da vicino attraverso la
televisione due eventi di particolare interesse che si sono svolti a L'Aquila e a
Montesilvano con la presenza del Presidente del Senato Marini e del nuovo
leader della Cisl Bonanni. Due abruzzesi che quasi in contemporanea hanno
raggiunto traguardi prestigiosi all'interno delle Istituzioni del Paese e del
Sindacato. Da piu' parti ho sentito ripetere, a ragione, che da qualche
settimana l'Abruzzo conta a Roma due riferimenti forti. E' un segnale
incoraggiante. E' vero e speriamo che presto si possa toccar con mano
anche gli effetti di questa grande opportunità. Marini, ad esempio, ha
parlatodella necessità di definire le grandi infrastrutture per assicurare
l'ulteriore sviluppo a questa regione. E fra gli obiettivi ha parlato della
necessità di potenziare la linea ferriviaria Pescara - Roma sulla quale si puo'
costruire 'il nuovo sviluppo di questa regione'. La città ed il territorio si
devono inserire in questo discorso.Lo devono fare presto. La strategia dei
prossimi anni passerà inevitabilmente sulla ferrovia. A Palazzo San Francesco
occorre attrezzarsi e presto. Capire questa tendenza e soprattutto sapersi
muovere. In tempo utile. Basta con i chiacchiericci e logorarsi su polmeiche
sterili. Si pensi a lavorare seriamente per questa città ed il territorio.E noi
vogliamo stare in prima fila. Buona domenica a tutti.
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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ADDA FINI' A NUTTATA
SULMONA ( 9 settembre ‘07)
a politica sulmonese è in fibrillazione.In una città normale questo
sarebbe un segnale interessante,di vivacità culturale e di passione.Ma
dalle nostre parti di normale c'è rimasto ben poco e si capisce la
preoccupazione di quella parte sana della società civile che appare
avvilita, quasi rassegnata , di fronte alla condizione in cui versa questa
antica e nobile città.Il bollettino della crisi economica e occupazionale
nell'area dell'agglomerato industriale segna ancora cattivo
tempo.Centinaia di lavoratori sono disperatamente aggrappati a quella
speranza sottile che li vede lottare ogni giorno per difendere il posto di
lavoro. Quando tutto va bene la buona notizia è legata alla proroga di
qualche ammortizzatore sociale. Quello che maggiormente offende i
sulmonesi che è quella forma di indifferenza di quanti praticano la politica
cittadina e' l'assenza totale nel dibattito (.. si fa per dire) dei problemi che
riguardano la città. E' vero che questo bipolarismo malato è causa della
profonda agonia ma questo non puo' giustificare tutto il resto.In casa del
centrosinistra silenzio assoluto su quello che sarà il futuro partito
democratico. C'è un errore di metodo che secondo noi a Sulmona non
regge e che i Ds fingono di ignorare e che in casa dei Dl accettando in
silenzio.Non si costruisce nulla imponendo dall'alto questa o quella scelta e
poi chiamando i cittadini a ratificare.Manca il confronto di culture politiche
su come si intende superare,ad esempio,proprio a Sulmona la concezione
del modello di sviluppo che da sempre ha diviso comunisti e demcristiani.Chi
non ricorda agli inzii degli anni settanta quando la demcorazia cristiana
dell'epoca guido' lo sviluppo di questo territorio puntando alla costituzione
del consorzio industriale che significo' l'arrivo della Fiat ( con migliaia di posti
di lavoro) dell'Ace,della costruzione del casello autostradale, ma anche di
una rete di servizi sociali e di infrastrutture primarie., lo sviluppo dell'edilizia
economica e popolare.Allora il Pci stava all'opposizione non solo a Palazzo
San Francecso.La città contava con i suoi uomini migliori in Regione,nel
parlamento e trovava attenzione anche nelle stanze di palazzo Chigi. E il
confronto politico,duro,serrato,anche cavalleresco e leale( non sempre!!) era
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motivo di orgloglio di una generazione di uomini politici lungimiranti. Oggi gli
eredi di quelle due grandi formazioni, Ds e Dl, stanno lavorando per costruire
un nuovo soggetto politico che secondonoi è molto distante dai bisogni della
nostra città che è in ginocchio non solo sul piano economico e
occupazionale ma anche emarginata sul piano politico.Non serve sognare
attorno ad una cosa che la nostra gente non sente,perchè estraniata.Una
formazione che nasce e non affronta i problemi e le emergenze di una città
in grandi difficoltà ,che si prepara alle nuove elezioni amministrative come
puo' pensare di guidarne i processi di cambiamento? Nè puo' bastare
quello sparuto gruppo dirigente di entrameb le formazioni che si beccano,
un gionro si e l'altro pure, su una festa o una ricreazione e poi il giorno dopo
ognuno smentisce l'altro. Suvvia la città merita ben altro. La sfida a parere
nostro deve svilupparsi sui problemi reali indicando anche soluzioni e
prospettive.Non è possibile che un centro sinistra che governa la Provincia, la
Regione ed il Governo dopo sette mesi non riesce ancora a far riunire il
tavolo romano sulla vertenza Valle Peligna. Per la gente che sta lottando
ogni giorno appare un'eternità. E che dire sull'altro versante dove l'unico
elemento che fa discutere sembra essere il posto da occupare al Co.ge.sa(
il Consorzio dei riofiuti) dove An aveva fatto, legittimamente una
indicazione, e qualcun altro spalleggiato da qualche esponente della casa
delle libertà ha imposto una divesra soluzione? Che idea si devono fare i
sulmonesi quando la sera facendo zapping sulle emittenti locali nei servizi di
politica cittadina compaiono sempre i volti sorrdienti dei medici, di questa o
quella formazione, che trascorrono piu' tempo nelle segreterie di partito che
nelle corsie di Ospedale. Il buon Toto' incoraggiava ad avere fiducia
quando sosteneva ' Add' fini a nuttata'. Aveva ragione, anche se da noi è
già stata troppo lunga. Buona domenica a tutti.
Asterix
La domenica del villaggio anno 2007
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DOPO I CONGRESSI DEI PARTITI COSA RESTA? POCO
SULMONA(21 ottobre 07)
a vicenda delle primarie del Pd è ormai passata e nella nostra città
non ha lasciato niente di buono. O meglio la vicenda ha messo a
nudo quello che noi sospettevamo da tempo. Sulmona da questa
occasione ha raccolto solo promesse, qualche lacerazione in piu' ma
anche la convinzione che alle prossime elezioni amministrative di primavera
la partita sarà piu' complessa del previsto e certamente non potrà aiutare a
costruire quella politica di svolta che la gente si aspetta. Ma andiamo per
ordine e vediamo di fare chiarezza su qualcosa. Mercoledi' a Roma c'è
stato, dopo mesi di attese, l'incontro ( oppure quello che i nostri 'fenomeni
'della politica locale chiamano tavolo tecnico) al Ministero dello sviluppo
economico per affrontare la 'vertenza Valle Peligna Alto Sangro'. Per
convocare questa riunione ci son voluti ben cinque mesi, sollecitazioni,
pressioni da parte dell'opinione pubblica. Perchè tanto tempo per studiare
una strategia che spingesse il governo nazionale e regionale a ricercare le
risorse utili per questo territorio? Perchè, ci siamo chiesti spesso, tanti enti (
consorzio industriale, Comunità montana, Provincia dell'Aquila,
Regione,governo nazionale ( con in testa Bersani) guidati da esponenti
politici (Ds) o di area centro sinistra impiegano tanto tempo per ascoltare
le ragioni della gente di questo territorio che ha dovuto alzare la voce il
23 marzo scorso con uno sciopero generale e il mese successivo ha spinto il
Consiglio regionale a tenere una seduta straordinaria dell'Assemblea
abruzzese? Forse ,abbiamo pensato, chissà quale soluzione staranno
pensando. Poi nel corso dell'estate ( mese di agosto) quando la protesta
cominciava a montare arriva una dichiarazione della Provincia dell'Aquila
che annuncia che agli inizi di settembre ci sarebbe stato l'incontro romano
del tavolo tecnico ( ci son voluti altri due mesi).Poi quando arriva a Sulmona
la Commissione regionale attività produttive da piu' parti i soliti bontemponi
della politica locale hanno temuto che questa iniziativa potesse sovrapporsi
ad altri tavoli e l'hanno un po' snobbata. Ebbene, amici lettori, per non
tirarla troppo per le lunghe vi siete chiesti cosa è venuto fuori dall'incontro
romano dove tutti gli enti interessati hanno cercato di partecipare? Niente
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se non la promessa che presto gli uffici del Ministero guarderanno le carte
arrrivate da Sulmona, poi faranno le eventuali osservazioni e le rispediranno
dalle nostre parti poi si deciderà ( crisi di governo permettendo) Ora questa
nostra ricostruzione,concetto piu' concetto meno, non si discosta di molto
dalla realtà anche perchè le cicaline che parlano sempre e di tutto
attraverso proclami e promesse del ' faremo, vedremo..', questa volta non
hanno fiatato. Nessuno ha fatto note per i gionrali, nessuno si è fatto
intervistare. La strategia di chi vive con la politica dell'apparire questa volta
prevedeva la consegna del silenzio per tutti. Solo dalla Cisl ci è parso di
raccogliere qualche lamentela ma niente più. Intanto i lavoratori che
lottano aspettano fuori dai cancelli o per strada ben sapendo tutti che i
bisogni di questa gente con coincidono con i tempi della politica. Ma
quale politica ? Non certamente quella che prima dal centro destra e poi
dal centro sinistra hanno spinto la città verso il precipizio privando una
comunità di antiche tradizioni e culture politiche della propria
rappresentanza democratica,ovvero del Consiglio comunale. Ma neanche
quella politica che è venuta fuori da due recenti congressi quello del Pd
dov'è riemersa gente che ha vissuto le diverse stagioni della politica locale
ed oggi, oltre ad essere impegnata nelle Istituzioni sogna di trovare spazi
anche nel partito. Oppure quello di FI che ha tenuto un congresso pieno
di anmalie ( per gli altri) che non trova riscontri nella storia cittadina
perchè riservato a pochi intimi e contro l'unico parlamentare locale per di
piu' una donna. Oggi il partito è affidato all'ex Asessore comunale Angelucci
che sulla vicenda dell'incontro romano del tavolo tecnico non ha emesso
ancora un vaggito. Se questa è l'offerta della proposta politica che sale
dalla città che crede ancora nella funzione dei partiti allora c'è davvero da
stare allegri. Spesso si dice che l'antipolitica nasce là dove non c'è presenza
di capacità progettuale e di credibilità delle persone. Sere addietro
facendo zapping sul mio televisore ho assitito ad alcune riflessioni che alcuni
esponenti politici locali facevano in un salotto televisivo. Lo credereste? Al di
là di banalità scontate nessuna proposta utile per la città in materia di
occupazione, di servizi,di cultura è venuta fuori. Nessuno ha detto ai
sulmonesi come intendono mobilitare i propri consiglieri regionali e
parlamentari per farli lavorare attorno a qualche proposta per la città. Per la
La domenica del villaggio anno 2007
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verità non sono stati nemmeno aiutati o stimolati dai due conduttori che
hanno portato fuori pista gli ospiti. Ma anche questo meriterebbe una
riflessione a parte. Buona domenica a tutti.
Asterix
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ADDIO 2007. SPERIAMO DI NON INCONTRARTI PIÙ
SULMONA (30 dicembre 07)
Poche ore ancora e poi anche il 2007 sara' consegnato all'albo dei ricordi. Un
anno, quello che sta per andarsene, che per città va ricordato come quello
piu' nero degli ultimi tempi.Una crisi politica pesantissima determinata dalla
scelleratezza di pochi a danno di una intera comunità che è andata ad
affiancarsi ad una crisi economica drammatica con decine di vertenze
aperte e con la perdita di posti di lavoro che non si contano più. La città ha
perso negli ultimi dodici mesi peso politico e prestigio nello scacchiere della
politica regionale e nazionale; non conta amici nei palazzi della politica e
delle istituzioni e nemmeno la vicenda della nascita del PD ha contribuito,
finora, ad invertire una tendenza che non fa sperare nulla di buono.
Qualche mezza figura di politico che di tanto in tanto scimmietta dinanzi
alle telecamere alimentandosi di un narcisismo smodato è la
rappresentazione di una condizione generale che sfugge alle regole e al
controllo democratico. Perfino i servizi si sono indeboliti in questo anno: da
quelli sanitari ai trasporti. Ora arriveranno anche nuove tasse imposte
anche dai Commissari prefettizi.La città oggi, rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente, rischia di restare isolata perfino da Roma o
addirittura dall'Aquila e Pescara. I prezzi aumentano e le corse o si riducono
o peggiorano.Il grido di rabbia che spesso si leva da queste parti viene
soffocato dall'indifferenza di una classe politica regionale mediocre e
inconcludente.Ricordate lo sciopero generale della Valle Peligna? Ricordate
la seduta straordinaria del Consiglio regionale o la visita a Sulmona della
Commissione regionale delle attività produttive? Ed i vari tavoli romani o
abruzzesi da Del Turco a Bersani? Ebbene non c'è stato uno straccio di
decisione. E questo perchè a Sulmona non conta niente nessuno.Non c'è la
politica vera che sa lavorare per la nostra comunità e ,magari, alzare la
voce e battere i pugni sui tavoli decisionali. Insomma un anno cosi' difficile
non lo ricordevamo da tempo. E non hanno aiutato a fare meglio
nemmeno le preghiere di Mons Spina nuovo Vescovo della Diocesi arrivato a
sostituire Mons Di Falco. Ma all'alba del 2008 è lecito sperare in una svolta
capace di garantire, a questa nobile e antica città, di riprendere il
La domenica del villaggio anno 2007
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cammino della speranza? Noi ci crediamo fortemente e in questo senso
siamo impegnati a fianco di quella parte sana della società sulmonese a
lavorare in questa direzione. Credo che stia maturando la convinzione in tutti
che occorre restituire alla politica, quella buona, il ruolo indispensabile che
le appartiene. Qualsiasi sia la collocazione è necessario che si ristabiliscano
le regole della correttezza che deve vedere le diverse formazioni in campo
lavorare con spirito di servizio per la propria comunità. Chi sogna di fare
carriera e fortuna con la politica deve comprendere che a Sulmona ora non
c'è spazio per i furbetti del villaggio. La gente deve partecipare a questo
processo di rinnovamento, non tanto anagrafico (non sempre chi è nuovo è
buono) quanto culturale e di metodo; deve poter accantotanare le passioni
e gli interessi di parte e puntare piu' a quello generale.A Palazzo San
Francesco negli ultimi anni, per giochini e ripicche tra bande oposte, sono
andati uomini piccoli piccoli che in una città normale non potrebbero fare
gli amministratori nemmeno del proprio condominio. Perfino alcuni
professionisti, tanto bravi nella politica dello sfascio, sono stati premiati con il
trofeo ' scimmietta muta'. Il discorso ovviamente vale per entrambi gli
schieramenti perchè negli ultimi otto anni, con dueesperienze
diametralmente opposte, con amministrazioni a guida Cdl e centro sinistra, i
risultati sono stati analoghi. Sul piano della responsabilità politica non si salva
nessuno. Sere addietro ascoltavo le riflessioni di un noto personaggio
sulmonese dagli schermi di una tv che lamentava l'assenza di iniziative da
parte dei commissari per il problema della neve, dei parcheggi, delle
tassazioni. Insomma la solita pizza di un brontolone che faceva,
legittimamente, il gioco della sua parte politica. Eppure questo personaggio
è stato quello che negli ultimi dieci -quindici anni ha vissuto tutte le
esperienze che la stagione della politica gli ha offerto e non ci pare che si
sia distinto per venire incontro ai bisogni della gente.La nostra impressione è
che se non scatta in questa occasione una forma di solidarietà civica tra
sulmonesi forse non imboccheremo la strada giusta. Guardate cosa è
successo dentro il Pd abruzzese e aquilano dove il ' caso Sulmona' non ha
trovato lo spazio e la considerazione adeguata. Questo territorio è poco
rappresentato all'interno degli organismi di partito. Molti sostengono perchè
non ha rappresentanti nelle istituzioni (comune, provincia regione,
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parlamento). Inizalmente mi sono indispettito per tanti amici che meritavano
qualche riconoscimento,poi mi sono convinto che forse le nuove regole
prevedono prima la conquista della Istituzione,in questo caso il Comune,e poi
la rappresentanza nel Partito. Un metodo che non mi piace, pero' se questa
è la regola allora vale la pena attrezzarsi. O no? Buon anno a tutti.
Asterix
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