A-Grillmeier-Christ-in-Christian-Tradition-Vol-1-From-the-Apostolic-Age-to-Chalcedon-451-1975-pdf.pdf...

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overbeck - credo
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la dichiarazione fortemente trinitaria e l'affermazione della eguaglianza e della sussistenza delle persone divine era allo stesso tempo superamento del subordinazionismo di Origene e rifiuto della soluzione sabelliana.
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il credo però dice che lo Spirito ha l'uparksis dal Padre - ma questo non significa niente visto che Origene pure riconosceva sussistenza separata allo Spirito. se teniamo conto che solo verso la fine del credo si dice dell'uguaglianza di gloria basileia e onore e si considera che erano stati gli anni 80 del quarto secolo a sollevare il problema dello Spirito Santo, si vede forse che il dubbio che questo passaggio non sia originale è forte. per di più proprio su questo punto si vede riconosciuta la dottrina sullo Spirito che Basilio aveva lanciato negli anni 70. mi pare corretto quindi assumere un forte atteggiamento di scetticismo sull'originalità di questo punto. la parte restante del Credo apparirà precisamente in linea con Origene, come ha dimostrato Caspari.
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forse questa è la mia tesi. Basilio non aveva a mente una formula battesimale perché l'insegnamento di Gregorio non ne prevedeva specificamente uno. Io credo piuttosto che i primi tre capitoli del credo siano una sintesi dell'insegnamento di Gregorio operata da Gregorio Nisseno e l'episcopato di Neocaesarea secondo delle linee precise. Il credo evita di fare l'errore madornale di dichiarare l'homoousios di Nicea, che avrebbe stupito tutto l'episcopato orientale, ma evita anche di parlare di hypostasis e di numero di esse. purtuttavia si ammette che Figlio e Spirito hanno uparxis da Dio e questo chiaramente, ma forse non troppo, metteva a tacere il rischio di rotture col partito marcelliano che aveva sempre contintuato a pensare che ypostasis coincide con ousia e che non si potesse parlare di più ipostasi. in tutto ciò si conferma l'impressione che quanto ci viene detto dai Cappadoci circa l'attacamento di Neocaesarea allla tradizione passata sia vero.
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per marcello invece eranecessario che vi fosse solo una sostanza della divinità e che il logos non fosse che una dunamis di Dio senza differenze nella loro sostanza. per ario il logos (potenza e sapienza) di Dio è fuori dal Padre mentre per Marcello è dentro
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apparizione per mezzo del figlio come elemento più subordinazionista del credo
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minimizza l'assenza di riferimenti allo Sp.S. in Ario - per di più sarebbe possibile che la Talia contenesse dei versi sullo Sp.
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utili raffronti testuali circa l'articolo sulla trinità - in particolare è interessante il frammento 13 Bardy
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