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6 Al Commissario Prefettizio del Comune di Arzano

All’Ufficio di Piano Elaborazione PUC OGGETTO : OSSERVAZIONI AL PRELIMINARE DEL PUCFacendo seguito all’incontro tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Arzano in data 19 settembre2016, l’Associazione Culturale “Agrippinus” e la locale sezione del “Sindacato Pensionati Italiani (SPI)”presentano all’Ufficio di Piano le seguenti osservazioni al Piano preliminare del PUC

PREMESSA

All’alba degli anni sessanta del secolo scorso Arzano era un paesino di poco più di 15000 abitanti e la suaeconomia si basava prevalentemente sull’agricoltura.Da quegli anni in poi Arzano ha conosciuto uno sviluppo prodigioso, tanto da diventare uno dei centriindustriali più importanti d’Italia: era infatti soprannominata la Brianza del Sud per le tante ed importantiaziende che si erano insediate sul suo territorio. Al tramonto del XX secolo, però, molte di quelle aziendehanno chiuso i battenti o si sono trasferite altrove, determinando, di fatto, una profonda crisioccupazionale ed una grave difficoltà economica per molte famiglie.Questa crisi del settore secondario – settore che aveva annientato quello primario - ha prodotto pesantieffetti sull’andamento demografico; infatti, mentre agli inizi degli anni novanta la popolazione era quasitriplicata rispetto a trent’anni prima, con il fenomeno della delocalizzazione e della chiusura di tanteaziende - tra cui molte di rilievo internazionale – essa si è ridotta a poco più di 34000 abitanti, nel 2015.Le cause sono da ricercarsi sicuramente nella crisi economica ed occupazionale che ha attanagliato tuttal’Italia, ed il Sud in particolare, ma anche, e soprattutto, nell’insipienza – per usare un eufemismo - dellaclasse politica che ha gestito il Comune in quest’ultimo quarto di secolo.La conseguenza è che i giovani lasciano a frotte questa realtà per trasferirsi in altre parte d’Italia,d’Europa e del mondo alla ricerca di un futuro che qui viene loro negato.Ma purtroppo il problema non è solo il lavoro! Arzano sta morendo per tutta una serie di problemi maieffrontati e mai risolti. Come se non bastasse, con l’abolizione delle Province e l’istituzione delle CittàMetropolitane, il territorio del Comune di Arzano viene sempre più individuato, nella letteratura tecnica enei provvedimenti degli enti sovralocali, come “Area a nord di Napoli”, se non, addirittura, come“Appendice” della Città Metropolitana.Questo nuovo contesto territoriale, unito al fallimento della politica locale - veniamo da due scioglimentidel Consiglio Comunale - sono forieri di un processo di progressiva perdita di identità della comunità, e ilrischio che Arzano possa ancor più sprofondare nel degrado diventa drammaticamente reale.Certamente il P.U.C., da solo, non può risolvere tutti i problemi, ma può certamente rappresentare unmomento in cui la comunità locale può ritrovarsi e gettare le basi per uno sviluppo territoriale in chiavepiù moderna e sostenibile.È in questa prospettiva, quindi, che l’Associazione Culturale “Agrippinus” e la locale sezione del“Sindacato Pensionati Italiani” hanno deciso di partecipare all’elaborazione del Piano, formulando leloro proposte e presentando le loro osservazioni, in questa che si chiama “fase di compartecipazione”,prevista dall’iter legislativo per l’approvazione del PUC. La speranza è che questo Piano, a cui stannolavorando con competenza e professionalità i tecnici dell’Ufficio di Piano, possa essere il primo passoimportante verso la rinascita civile, sociale e culturale di questa città.

1 ) RIORGANIZZAZIONE SOCIO-AMMINISTRATIVA DELLA CITTA’Per realizzare una più efficace gestione amministrativa e per favorire una cementazione dei rapporti tra icittadini, sarebbe opportuno particellare il territorio, suddividendolo in quartieri. In verità, da sempre ilterritorio di Arzano si è idealmente identificato in cinque frazioni: Arzaniello, Casapiscopo, Sopra iCensi, Piazza Nuova e Lavenaro (via Pecchia).Dunque questo concetto di suddivisione potrebbe oggi essere ripreso, oltre che per richiami alla nostratradizione, anche per le mutate condizioni abitative, che impongono modelli gestionali in grado dimonitorare i comportamenti dei cittadini, per avvicinare gli stessi all’amministrazione politica, nonchéper produrre processi di positiva emulazione. La suddivisione della città in 4/5 zone, può dar modo,infatti, di monitorare lo sversamento dei rifiuti, il decoro urbano, il grado di scolarizzazione, ecc. La qualcosa permetterebbe di assegnare premi (o penalità) e sconti (o aggravi) sui Tributi comunali sia per lefamiglie che per gli esercenti commerciali.Il 5 (o il 4) è un numero che sembra presentarsi in tante analisi del nostro territorio; infatti le parrocchiesono 5 e gli istituti comprensivi sono 4 (anche se sarebbe stato meglio se ne fossero stati istituiti 5, inconsiderazione dell’espansione della zona a nord-ovest della città); 4 sono, infine, le porte da cui siaccedeva all’antico abitato di Arzano.

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2) INTERVENTI DI BONIFICA DEL SOTTOSUOLO Tra le più gravi emergenze che assillano il nostro territorio, ci sono senz’altro

a) il dissesto del sottosuolo, più simile ad una gruviera per il gran numero di cavità che sono staterilevate (è da sperare che in questo computo siano compresi anche i pozzi neri di molti fabbricati -specialmente quelli abusivi - ancor privi delle opere di urbanizzazione, che stanno inquinandosicuramente la falda acquifera)

b) la fatiscenza della rete idrica e fognaria.Va, pertanto, effettuato uno screening puntuale e severo in modo da scongiurare altri crolli o smottamenti,specie nel centro storico e nelle strade immediatamente adiacenti ad esso, e dare avvio ad un’opera dirisanamento.

3) INTERVENTI PER LA DIFESA DEL SUOLO A causa della devastazione del territorio ed alla cementazione selvaggia che è stata consentita fin daglianni del 2° dopoguerra, non è più possibile interpretare il problema del consumo di suolo in termini di“limitazione”, ma è diventato obbligatorio parlare di consumo zero del suolo. È tempo, allora, di istituire “norme di tutela” e “norme del governo” del territorio. Uno dei primi provvedimenti potrebbe essere quello di eseguire un censimento degli stabili vuoti,fatiscenti o sfitti dislocati sulla superficie comunale, per comprendere appieno lo stato di salute o degradodel territorio ed eventualmente studiare strumenti per la valorizzazione dell’esistente.

3) TUTELA DELL’AMBIENTEUno degli obiettivi primari per una migliore vivibilità è quello di liberare spazi a favore delle aree verdi.Per quanto riguarda le poche aree di verde rimaste - a causa delle cementificazioni selvagge prodotte neidecenni scorsi - si auspica una loro rigorosa e totale salvaguardia, oltre che un’attenta sistemazione.Un altro provvedimento da adottare dovrebbe essere quello di impedire l’insediamento di industriepericolose nel territorio ed attivarsi tenacemente per il controllo della qualità ambientale e l’adeguamento anorma degli impianti attualmente esistenti che lavorano materiali potenzialmente tossici e/o inquinanti.Inoltre, si dovrebbero monitorare i siti industriali dismessi, al fine di accertarsi dell’assenza, sui suoli e suitetti degli edifici, di amianto o di altri materiali nocivi alla salute.Infine, bisogna eliminare qualsiasi fonte di inquinamento presente sul territorio che minacci la salute deicittadini. A tal proposito si segnalano i seguenti rischi:

a) Rischio elettromagnetico

Secondo un rapporto dell’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Napoli, il territorio Arzanese ècaratterizzato da un Indicatore di Pressione (Rapporto tra numero di impianti e superficie territoriale) paria 425,53 contro i 133,28 dell’intera provincia di Napoli.Nella medesima relazione, dato l’elevato indice di criticità, si manifesta la necessità di effettuareun’azione di monitoraggio sull’intero territorio al fine di proteggere la popolazione dall’esposizione diradiazioni elettromagnetiche.Non si è a conoscenza se tale indicazione abbia avuto seguito; nel frattempo la CommissioneStraordinaria ha provveduto ad emanare il Regolamento sui criteri da seguire per la localizzazione dellestazioni radio base per la telefonia mobile individuando i criteri (Capo II, art.3) da seguire per lalocalizzazione di detti impianti.A tal proposito si ritiene che sia questa l’occasione per l’elaborazione del previsto “Piano diLocalizzazione”.

b) Rischio inquinamento della falda freaticaSi ritiene utile, se non indispensabile, uno studio sul rischio inquinamento idrogeologico del nostroterritorio.Rileviamo, dalla relazione preliminare del PUC, che il sottosuolo arzanese è caratterizzato da un grannumero di cavità che, unito alla fatiscenza della rete idrica e fognaria, è causa di frequenti dissesti stradalie cedimenti di fabbricati.A questo si aggiunge il fatto che, specie nelle zone ove più intenso si è sviluppato il fenomeno dell’ediliziaspontanea, mancano del tutto le opere di urbanizzazione primaria e si è sopperito, da parte dei proprietaridei fabbricati, con la creazione di pozzi neri o fogne inadeguate, col rischio concreto di inquinamento dellafalda freatica. L’Enea - sez. Ambiente, nel progetto Regi Lagni, ha effettuato un’indagine a campione sulrischio inquinamento, ma niente dice, in maniera puntuale, del nostro territorio. A questo punto risultaurgente porre rimedio a tale increscioso problema nei modi e nei termini più consoni ad un paese civile.

3) RIORDINO ABITATIVOLe unità abitative di ogni città non sono di tipo, struttura o dimensioni omogenee, inoltre ad Arzano gliedifici non hanno, nel tempo, rispettato per niente un piano razionale di fabbricazione, sicché la città si èsviluppata in modo del tutto disordinato. La cementificazione e l’edificazione che hanno caratterizzato gli

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ultimi 50 anni hanno stravolto completamente il nostro territorio. Questo perché il Comune non ha quasimai agito nell’interesse effettivo della collettività amministrata, ma ha favorito gli interessi dei singoli,concedendo il massimo possibile di “permessi di costruire”. Oggi il costruito prevale ampiamente sul noncostruito e sono stati di gran lunga superati tutti i limiti per assicurare la “sostenibilità” ambientale dinuove costruzioni.A questo punto bisogna fare in modo che, laddove si rilevi una necessità di maggiore spazio in un territoriointasato o di riordino di strade, si effettuino opportuni espropri di terreni, possibilmente concordati conprivati, nonché abbattimenti di edifici disabitati e cadenti, in modo da recuperare e bonificare suoli edestinarli a verde attrezzato, al fine di raggiungere un più equilibrato sviluppo urbano e consentireun’agibilità a bambini ed anziani.Bisognerebbe, poi, prevedere un piano che elimini, in tutta la città, le barriere architettoniche.

Si segnalano, inoltre, alcune problematiche che vanno urgentemente affrontate e risolte:

- Piccole aree non edificate (lotti interclusi)Premesso che, secondo quanto riportato nella sentenza del TAR Campania , IV sezione, n°1819, e ancoradalla sentenza del Consiglio di Stato n° 3699, un’area è identificabile quale “lotto intercluso” quando

a) Sia l’unica a non essere ancora edificata;

b) Si trovi in una zona integralmente interessata da costruzioni;

c) Sia dotata di tutte le opere di urbanizzazione (primarie e secondarie), previste daglistrumenti urbanistici;

d) Sia valorizzata da un progetto edilizio del tutto conforme al PRG o al P.U.C.,si auspica una precisa individuazione di tali lotti (valutando la congruità del grado di urbanizzazione) alfine di fornire un valido canovaccio alle future amministrazioni su tale delicata problematica e dareindicazioni certe ai legittimi proprietari.Va da sé che il calcolo di tali aree è importante anche al fine della valutazione del fabbisogno abitativo.La risoluzione di un tale problema porterebbe ad eliminare situazioni di degrado, ad aumentare i margini diefficienza abitativa ed a riordinare in modo razionale i fabbricati.

- Recupero e riqualificazione del centro storico

Per quanto riguarda gli edifici del centro storico, non bisogna procedere all’abbattimento ed allaricostruzione di fabbricati basandosi esclusivamente sulla loro maggiore o minore vetustà o fatiscenza,ma obbedendo ad un piano di risanamento che miri alla sua riqualificazione, oltre che ad unarivalutazione storica e ad una crescita culturale collettiva. La qual cosa deve avvenire sì, con lapartecipazione dei residenti, ma non, assolutamente, con la loro totale condivisione.La proposta è quella di procedere ad un’opera di potatura e di ossigenazione.Per potatura deve intendersi l’abbattimento di alcuni edifici previa acquisizione al patrimonio comunaledegli stessi. La qual cosa potrebbe avvenire attribuendo bonus e/o di forme di incentivazione anche confondi europei/statali/regionali per la riqualificazione del centro storico con un’attenta analisi dei fabbricati,nell’ottica di una completa rigenerazione specialmente in quelli con corte interna o comunque esigenti direstauro da mettere in connessione con il resto della città.A proposito delle “case a corte”, così il nostro G. Maglione , nel suo “Città di Arzano: origini e sviluppo”si esprime: “L’abitazione della casa a corte rappresenta la tipica struttura dell’habitat del nostroCasale…. Se in buona parte questa struttura è rimasta relegata nel centro storico dal fenomeno dellosviluppo edilizio e dell’urbanizzazione, essa resta tuttavia l’elemento tipico di una cultura e di unatradizione che fa parte della storia del nostro Casale. Un intervento irrazionale e indiscriminato, in nomedi una ricostruzione moderna, potrebbe rischiare di cancellare definitivamente l’humus originario dellastoria e della cultura del nostro Casale”.La proposta, è inutile dirlo, è di recuperare, come dice il nostro, queste tipiche strutture abitative; inoltreprevedere la sua trasformazione in “borgo”, dove potrebbero trovare spazio un centro sociale per anziani,botteghe artigianali, punti di ristoro e di intrattenimento.A proposito, invece, della “connessione con il resto della città”, si auspica un’opera di ossigenazione. Sipropone, cioè di istituire piazzette e isole di verde attrezzato e di prolungare alcune sue strade versol’esterno (in direzione di via Napoli e di via L. Rocco).Infine, per una questione di equità e giustizia sociale, si dovrebbe provvedere ad estendere a tuttaquest’area la condotta di gas (metano) di città.

- Recupero aree e suoli comunaliPer quanto riguarda le aree ed i suoli comunali, bisogna individuare (tramite visure al Catasto o all’UTC oalla Conservatoria dei Registi immobiliari), indebite appropriazioni, da parte di privati cittadini, di suolopubblico e riportarlo alla fruizione di tutta la cittadinanza

- Recupero del patrimonio edilizio comunaleSi ritiene opportuno recuperare e sfruttare al meglio gli edifici di proprietà comunale non utilizzati eabbandonati, per fini sociali e culturali. Inoltre riattare o, se è il caso, abbattere, gli edifici pericolanti.

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- Recupero e rivalutazione del patrimonio culturale, artistico e storico di ArzanoGli edifici di interesse storico-culturale vanno valorizzati e tutelati, in quanto raccontano tanto delle nostreradici. A tal fine si potrebbero acquisire al patrimonio comunale le Chiese di S. Maria la Bruna e di S.Maria della Squillace, nonché acquisire in comodato d’uso la Cappella dell’Immacolata e restaurarla -come prevedeva un antico progetto - per adattarla a sede di convegni, congressi, mostre e - perché no? – asede per le adunanze del Consiglio Comunale.Per quanto riguarda l’edificio all’interno del quale insiste il pozzo dove Vincenzo Tiberio fece la suasensazionale scoperta, va valutata la possibilità che il sito venga reso pubblico ai fini di un suo impiegocome polo museale (potrebbe essere inserito negli itinerari turistico – scientifici), oppure come sezionedell’Istituto d’Igiene (materia oggetto degli studi di V. Tiberio) dell’Università di Napoli.

4) RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE INERENTI L’AREA ASIL’area ASI comprende un porzione consistente del territorio di Arzano.Fin dagli anni 60 sono proliferate le industrie, portando sì, ricchezza e lavoro alla popolazione locale, maanche disagi, dovuti all’inquinamento acustico ed ambientale. Negli anni successivi la città si è estesa, perla fame di abitazioni, fino a toccare i confini di tanti insediamenti industriali mentre è mutata lacondizione di sviluppo industriale.Oggi, con la crisi del settore industriale e la chiusura di molti opifici, si impone una riflessione el’apertura di un confronto, se non altro conoscitivo, su come il Consorzio che gestisce l’area ASI diArzano intenda proseguire la sua missione e qual è la tipologia delle industrie da incentivare, non solo aifini occupazionali, ma anche per arginare il loro impatto negativo sull’ambiente, visto il forte aumento dimortalità per tumori nella zona nord-orientale. Infine bisognerebbe verificare, con i responsabili delConsorzio dell’ASI, la possibilità di riacquisire al territorio comunale dei suoli degli opifici dismessi chea suo tempo furono concessi dal Comune di Arzano.

5) RECUPERO DEGLI EX OPIFICI NEL TERRITORIO URBANOBisognerebbe prevedere cambi di destinazione delle aree ex opifici industriali presenti nella cinturaurbana. Gli stessi potrebbero essere ammodernati secondo logiche attuali e, in parte, essere destinati aspazi di interesse pubblico a seconda del contesto geografico in cui insistono.

6) VIABILITA’ E TRASPORTITra i principi che bisogna tenere presente per l’elaborazione di un qualsiasi progetto che intendamigliorare la mobilità sia interna che esterna al nostro territorio, caratterizzato da una elevata densitàveicolare (Arzano possiede forse il parco macchine più consistente d’Italia, in rapporto al numero degliabitanti), si segnalano i seguenti:

1) Il territorio è dei cittadini e al servizio dei cittadini

2) Occorre regolamentare il territorio in modo che garantisca la sicurezza;

3) Si deve, ad ogni costo, disincentivare l’utilizzo delle autovetture

4) Bisogna proporre valide alternative all’utilizzo dell’autoSarebbe opportuno prevedere spazi pubblici di relazione come piazze, aree pedonali e ZTL in alcuni puntidella città al fine di renderne piacevole l’utilizzo da parte dei cittadini.Acquisire finalmente al patrimonio comunale alcune strade definite dai residenti “private” e chiusearbitrariamente al transito (malgrado siano state dotate di opere di urbanizzazione!).Dotare, invece, delle opere di urbanizzazione alcune strade che ne sono prive ed istituire i marciapiedidove mancano.Migliorare le condizioni di mobilità generale. A tal proposito si condivide pienamente il progetto diistituire una linea tramviaria veloce diretta verso Napoli e un collegamento ferroviario, o con bus-navettadel tipo a basso impatto ambientale (elettrica, a metano), con le stazioni ferroviarie viciniori.Prevedere una graduale eliminazione di stalli su strada e l’istituzione di parcheggi a pagamento alternati aquelli liberi nelle zone periferiche della città.Istituire un bus-navetta (max 20 posti) circolare, non solo per favorire spostamenti in città dei cittadinicon ridotta capacità motoria, ma anche, e specialmente, per disincentivare l’uso dell’auto.Stimolare, invece, la mobilità pedonale e prevedere, in alcune strade che lo consentono, l’installazione dipiste ciclabili.Approntare moderni strumenti di sicurezza per l’attraversamento pedonale, con particolare attenzionenelle aree scolastiche, attraverso idonee protezioni o dossi.

Nel ringraziare le SS. LL. per l’attenzione che vorranno prestare alle suddette osservazioni, si auspica unafavorevole valutazione e - perché no? - un parziale o totale accoglimento delle stesse.Al contempo ci si rende disponibili per eventuali altri incontri per precisazioni o approfondimenti delleproblematiche esposte.Distinti saluti

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Per l’Associazione Culturale “Agrippinus”……………………………………………………………. Per la sezione di Arzano del “Sindacato Pensionati Italiani”……………………………………………