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225Rivista economica del Mezzogiorno / a. XIX, 2005, n. 1

Turismo e Fondi strutturali in una regione a ritardodi sviluppo: alcune evidenze empiriche

di Francesco Aiello e Valeria Pupo*

1. Introduzione

Le attività economiche legate al turismo hanno registrato nel-l’ultimo ventennio elevati tassi di crescita. A metà degli anni ’90,il World Travel and Tourism Council (1996) stimava che più del10% della forza lavoro mondiale fosse legata direttamente o indi-rettamente al turismo e che il settore contribuisse per più del10% alla determinazione del PIL mondiale. Anche in Italia ilcontributo del settore alla formazione del reddito nazionale e alsostegno dell’occupazione è importante: nel 2001, il valore ag-giunto attivato direttamente e indirettamente dai consumi turisticiè di 67.107 milioni di euro, pari al 5,7% del valore aggiunto na-zionale, mentre l’occupazione turistica diretta e indiretta è pari al9,4% del totale nazionale. In termini assoluti, il comparto turisti-co occupa complessivamente 2.236.000 unità di lavoro (Mercury,2002).

In tale contesto di crescita sostenuta dell’economia turistica, èutile interrogarsi sul ruolo che questo settore può svolgere in re-gioni a ritardo di sviluppo e sulle ragioni che giustificano l’inter-vento pubblico.

L’importanza del turismo come fonte di crescita di aree arre-trate dipende dal fatto che fa uso intensivo del lavoro, i serviziche offre sono facilmente differenziabili e presenta basse barriereall’entrata. Queste caratteristiche facilitano la creazione di un si-

Sebbene l’articolo sia frutto del lavoro comune degli autori, la stesura dei parr. 2, 4.4 e 5è da attribuire a Francesco Aiello, mentre quella dei parr. 1, 3, 4.1, 4.2 e 4.3 a Valeria Pupo.L’articolo è stato realizzato nell’ambito del Progetto di ricerca «Secondo rapporto di ricercasulla valutazione degli effetti occupazionali del programma Operativo della Calabria» finan-ziato dalla Regione Calabria e coordinato da Francesco Aiello (www.ecostat.unical.it/POR).

* Università della Calabria, Dipartimento di Economia e Statistica.

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stema imprenditoriale di piccole imprese familiari, che stimola inloco l’offerta di servizi complementari. La Calabria è un’area a ri-tardo di sviluppo con bassi livelli di competitività, alta disoccupa-zione (pari al 23,4% della media italiana) e basso reddito pro ca-pite (64,3%) (SVIMEZ, 2004). Al contempo, dispone di ampiadotazione di risorse naturali ed artistiche che rendono il turismouno dei settori in cui la regione gode di un vantaggio comparato.

Tuttavia, tale vantaggio è solo potenziale, poiché l’offerta di ser-vizi turistici contribuisce ancora poco alla composizione del PILregionale. Tale evidenza giustifica la necessità di interventi pubbliciche, essendo rivolti ad attività produttive a mercato nazionale o in-ternazionale, evitano lo spiazzamento che si osserva quando si so-stengono attività a mercato locale (Aquino et al., 2003).

Diverse sono state le politiche pubbliche attivate per stimolareil settore e, in questo ambito, un ruolo importante esercitano ifondi comunitari. Infatti, nei tre cicli di programmazione finoraattuati la crescita del settore turistico è stato considerato uno deiprincipali obiettivi della strategia di sviluppo della regione Cala-bria1.

L’obiettivo di questo articolo è quello di verificare empirica-mente l’impatto di un intervento a sostegno del settore turistico inCalabria. Si tratta della Misura 3.1 del Programma Operativo Plu-rifondo 1994-1999 (Regione Calabria, 1995a) che è finalizzata allaqualificazione dell’offerta ricettiva2. La scelta è dipesa da due ra-gione. Innanzi tutto, si tratta di una politica conclusa e, quindi, èpossibile valutarne l’impatto complessivo. Inoltre, è la Misura piùimportante all’interno di un quadro di intervento che considera losviluppo del settore turistico uno degli obiettivi principali3.

La valutazione dell’efficacia della Misura 3.1 è basata sulla rea-

1 Aiuti agli investimenti sono pervenuti anche dalle politiche d’incentivazione attivatea livello nazionale, direttamente o indirettamente rivolte al settore turistico. L’esempio piùimportante è la legge n. 488/92 – Agevolazioni alle attività del settore turistico-alberghieronelle aree depresse del Paese – che, solo nel periodo 1999-2002, ha agevolato 2.380 do-mande al Sud (il 77,8% del totale) per un ammontare di agevolazioni pari a 1.347,1 milio-ni di euro (l’88,9% del totale) (SVIMEZ, 2003). Per un’analisi più generale sul ruolo deifondi comunitari si rimanda a Pupo (2003).

2 Tale Misura rientra nel sottoprogramma 3 – «Turismo» che, oltre alla Misura 3.1,comprende altre misure che identificano gli obiettivi specifici del sottoprogramma (Misura3.2 Infrastrutture produttive; Misura 3.3 Termalismo; Misura 3.4 Beni culturali; Misura 3.5Infrastrutture ricreative e sportive; Misura 3.6 Interventi a sostegno della promozione ecommercializzazione dell’offerta turistica; Misura 3.7 Servizi a sostegno).

3 Al settore turistico è destinato il 30% dell’intera dotazione finanziaria del POP Ca-labria 94-99. Le risorse disponibili per la Misura 3.1 sono circa 227 milioni di euro, equi-valenti al 58% dei fondi dedicati al turismo.

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lizzazione di un’indagine diretta attraverso la somministrazione diun questionario semi-strutturato ad un campione di 265 imprese.Il campione è composto da 119 imprese beneficiarie dei contribu-ti previsti dalla Misura 3.1 e da 146 imprese non finanziate daquesta Misura.

Il lavoro è strutturato come segue. Il par. 2 descrive il campio-ne utilizzato. Il par. 3 propone una valutazione preliminare dellaMisura attraverso l’analisi degli obiettivi e della sua attuazione fi-nanziaria. I paragrafi successivi considerano i risultati relativi al-l’efficacia dell’intervento, proponendo due diversi approcci. Il pri-mo, di tipo qualitativo, si basa sull’opinione dei beneficiari e sul-l’analisi dell’impatto diretto della Misura (par. 4). Il secondo, è unapproccio quali-quantitativo che utilizza i risultati dell’indaginediretta per valutare gli effetti della Misura sull’occupazione e sullepresenze turistiche (par. 5). Seguono alcune considerazioni con-clusive (par. 6).

2. Descrizione del campione

La valutazione dell’efficacia della Misura 3.1 si basa sui risulta-ti dell’indagine diretta che, nel periodo febbraio-maggio 2004, hainteressato 265 imprese del settore turistico-ricettivo calabrese.L’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di unquestionario semi-strutturato finalizzato a raccogliere un insiemedi informazioni quali-quantitative sulle caratteristiche strutturalidelle imprese, sulla tipologia degli investimenti effettuati nel perio-do di riferimento (1994-2003), sulle fonti di finanziamento degliinvestimenti e sul giudizio dei beneficiari in merito all’efficaciadella Misura 3.14.

Il campione delle imprese intervistate è composto da 119 strut-ture ricettive beneficiarie della Misura 3.15 e da 146 imprese non

4 Il questionario è suddiviso in quattro sezioni. La prima sezione considera aspetti dicarattere generale relativi alla forma giuridica dell’impresa, all’anno di costituzione, alla ti-pologia ricettiva e al fatturato. La seconda indaga sull’efficacia delle politiche a sostegnodel settore turistico calabrese, nonché sul ruolo degli investimenti privati nel settore. Laterza sezione focalizza l’attenzione sulle forze di lavoro. L’ultima sezione del questionarioanalizza le caratteristiche del mercato turistico calabrese.

5 L’elenco del gruppo di imprese finanziate dalla Regione Calabria è stato fornito dalNVVIP della Regione Calabria. Tale elenco include 214 progetti rendicontati e interessa198 strutture ricettive. Di queste, le interviste realizzate sono 119. Le mancate intervistesono da attribuire alla non disponibilità ad essere intervistati e alla cessazione temporaneao definitiva dell’attività.

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finanziate da questa Misura. Questo ultimo gruppo di impresefunge da gruppo di controllo6.

Da un punto di vista metodologico, l’utilizzo di un gruppo dicontrollo riduce il problema delle «variabili omesse», poiché è ra-gionevole supporre che entrambi i gruppi siano ugualmente espo-sti all’influenza di un insieme comune di variabili esogene (con-giuntura economica, assetto politico-istituzionale, ecc.). Un secon-do aspetto da considerare è quello relativo all’auto-selezione delgruppo dei beneficiari, poiché si tratta di un campione che non èestratto casualmente da una popolazione, ma è un sottoinsiemedelle imprese che hanno concorso per l’attribuzione del contribu-to. Se da un lato, quindi, è verosimile pensare che i risultati azien-dali di questo gruppo di imprese possano dipendere dalle lorospecifiche caratteristiche, dall’altro lato bisogna evidenziare che idue gruppi di imprese hanno caratteristiche simili, per esempio,in termini di dimensione, di localizzazione e di mercati di sbocco.Inoltre, l’analisi dei dati relativi al solo insieme di imprese finan-ziate e l’auto-valutazione dei beneficiari sull’efficacia della politicarappresentano dei tentativi per limitare ulteriormente il problemadell’auto-selezione del campione.

La verifica della tipologia delle strutture ricettive indica che ilcampione è prevalentemente costituito da esercizi alberghieri, chesono pari all’89,9% delle imprese finanziate e al 65,1% delle nonfinanziate. Si tratta, in entrambi i gruppi, di alberghi a 3 stelle o a4 stelle, mentre poco significativa è la presenza di alberghi di ca-tegoria più bassa. Nel campione delle imprese non finanziate èpiù diffusa la presenza di alberghi a 5 stelle, pari al 15,8% del to-tale. Gli esercizi extra-alberghieri inclusi nell’indagine diretta sonoper lo più camping, villaggi turistici ed aziende agrituristiche.

La distribuzione delle imprese per localizzazione geograficamostra che l’area più rappresentata è quella costiera, con un’uni-forme distribuzione delle strutture ricettive tra il litorale tirrenicoe quello ionico, mentre meno frequente (13% del totale) è la pre-senza di imprese localizzate nell’entroterra calabrese.

6 La popolazione di riferimento delle imprese turistiche non finanziate con la Misura3.1 è composta dalle 1.384 unità produttive estratte dagli archivi di InfoCamere compren-denti le imprese attive e regolarmente iscritte alla Camera di Commercio. Le imprese sonostate classificate in base al tipo di attività svolta (alberghiera, non alberghiera) e alla loca-lizzazione geografica (entroterra, litorale ionico, litorale tirrenico). In tal modo, la popola-zione è stata partizionata in sei strati, da cui, dopo aver imposto la stessa frazione di cam-pionamento per strato, sono state estratte casualmente le imprese oggetto dell’indagine di-retta.

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Il campione di imprese intervistate conferma il dato nazionalesecondo cui il settore turistico è caratterizzato dalla presenza diimprese di piccole dimensioni economiche. Infatti, la quota di im-prese con un numero di addetti inferiore a 20 unità è pari al67,3% nel caso delle imprese finanziate e all’80,1% nel gruppodelle imprese non finanziate. Queste percentuali aumentanoall’85,8% e al 92,5% quando si considera la consistenza delle im-prese con un numero di addetti inferiore a 50 unità lavorative.Anche i dati del fatturato suggeriscono che le imprese intervistatesono molto piccole. Infatti, il volume di affari del 2003 di tre im-prese su quattro è inferiore a 200 mila euro e, nello stesso anno, ilfatturato di quattro imprese su dieci è inferiore a 50 mila euro.

La dimensione delle strutture ricettive calabresi si riflette nellaforma giuridica d’impresa e nelle relazioni delle imprese con ilmercato del lavoro. La quota di imprese organizzate sotto formadi ditte individuali è pari al 37,8% delle imprese finanziate, e al52,7% delle imprese non finanziate. Quando la forma giuridica èquella societaria, le società di persone sono quelle più frequenti(34,5% nel gruppo delle finanziate e 24,7% nel gruppo delle nonfinanziate), mentre le società di capitali sono il 27,7% del campio-ne delle finanziate e il 22,6% nel caso delle non finanziate7.

Le relazioni delle imprese con il mercato del lavoro risentonodella predominante presenza di ditte individuali. In primo luogo,si osserva che la forma di conduzione familiare è quella più ricor-rente, poiché il 17,1% delle aziende del campione è «a completagestione familiare», mentre per il 31,2% delle strutture ricettivepiù della metà della forza lavoro è costituita dal titolare e dai suoifamiliari. Inoltre, la cultura del «fai da te» è presente anche e so-prattutto nelle modalità di reperimento del personale: per il53,5% dei casi l’imprenditore-conduttore dell’impresa seleziona ilpersonale da assumere dopo averlo contattato in base alle proprieconoscenze personali; il 37,1% affianca al precedente canale la ri-cerca tramite scuole alberghiere, mentre residuale è la presenza diimprese che si avvalgono di agenzie esterne specializzate nella se-lezione del personale (9,4%).

Dall’analisi del livello di istruzione degli occupati si registrauna maggior presenza di addetti in possesso del diploma di scuola

7 Le imprese di dimensioni medio-grandi (oltre 1,5 milioni di euro di fatturato nel2003) sono quelle in cui è maggiormente più ricorrente la forma giuridica delle società dicapitale: l’86% delle grandi imprese si costituiscono sotto forma di società per azioni o disocietà a responsabilità limitata.

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media superiore e del diploma di scuola media inferiore, mentremarginale è la presenza sia di addetti con laurea, sia di quelli conlicenza elementare. Accanto al grado di scolarizzazione degli oc-cupati è interessante considerare i fabbisogni formativi delle im-prese, le quali se, da una parte, domandano più professionalità,dall’altra, investono relativamente poco in capitale umano: solonel 13,6% delle strutture intervistate i lavoratori hanno partecipa-to, nell’ultimo anno, a corsi di formazione interni o presso altreaziende. Per quanto riguarda le dinamiche occupazionali, dall’in-dagine emerge che esiste un’alta mobilità: circa il 70% degli occu-pati cambia posizione lavorativa all’interno dello stesso settore. Ilrisultato è in linea con quanto osservato in altri paesi ed è, in par-te, giustificato dal fatto che gli addetti sono giovani ed alla primaesperienza lavorativa. Infine, il 77% degli occupati è residentenella regione, l’8,4% proviene dalle altre regioni italiane, mentreresiduale è l’apporto di lavoratori stranieri8.

3. Una valutazione preliminare della politica

3.1. Obiettivi della Misura

L’analisi degli obiettivi della Misura utilizza come base infor-mativa la documentazione ufficiale, ossia il Programma Operativo,che contiene la strategia di sviluppo del settore, e i bandi di garapubblicati per potere accedere al contributo pubblico, che con-tengono le modalità di attuazione di tale strategia.

Il policy maker (Regione Calabria, 1995b) ha identificato qualidestinatari della Misura gli enti pubblici, gli enti privati, le asso-ciazioni e gli imprenditori che esercitano attività di interesse turi-stico. I progetti ammessi a contributo hanno interessato due tipo-logie di intervento:

a) opere di costruzione, ampliamento, ristrutturazione, trasfor-mazione, ammodernamento, arredamento e rinnovo dell’arreda-mento di strutture ricettive (escluso esercizi di affittacamere, case,appartamenti per vacanza), aziende termali, impianti congressuali,

8 Questo ultimo risultato può essere interpretato facendo riferimento sia all’elevatotasso di disoccupazione regionale che rende la Calabria meno attraente per la forza lavoroproveniente da altri paesi, sia ad errori di rilevazione della forza lavoro a causa dell’elevatapresenza del lavoro sommerso che caratterizza il settore dei servizi in generale e, ancora dipiù, quello turistico.

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impianti nautici o atti a favorire il turismo nautico, impianti spor-tivi e ricreativi complementari alle strutture turistiche.

b) opere di adattamento, ristrutturazione, arredamento o rin-novo di arredamento di edifici pubblici e privati da utilizzarecome ostelli per la gioventù ed alberghi riservati al turismo scola-stico e sociale; aziende della ristorazione, sale da ballo e discote-che; strutture rivolte all’utilizzo del tempo libero.

La copertura delle spese doveva essere pari al 45% della spesariconosciuta ammissibile, mentre il restante 55% era a carico deiprivati. I contributi erano cumulabili con altro aiuto pubblico el’erogazione poteva avvenire sia in corso d’opera (in proporzionealle opere eseguite) sia ad intervento completamente realizzato.

I risultati attesi della Misura 3.1 riguardavano l’aumento di cir-ca 7.000 posti letto che avrebbe dovuto comportare a regime unincremento occupazionale di circa 700 unità di mano d’opera;l’aumento dei livelli occupazionali sia nella fase di realizzazionedell’intervento sia a regime, con un incremento di occupazionequalificata nel settore Turismo di 200 unità; l’aumento della pro-duzione e commercializzazione dei prodotti complementari al tu-rismo; il prolungamento della stagione turistica (Regione Calabria,1995a).

I bandi per la presentazione delle domande di contributo sonostati due, il primo relativo alle annualità 1994-1995 (Regione Cala-bria, 1995b) e il secondo relativo al periodo 1997-1998 (RegioneCalabria, 1996c)9.

Se si considerano le prime due annualità di finanziamento(1994 e 1995), il bando prevedeva che la maggior parte (65%) delcontributo fosse rivolto alla realizzazione di opere in favore dellestrutture ricettive e la parte residua fosse distribuita, per il 30%,tra le altre tipologie di intervento indicate al precedente punto a)e, per il 5%, alle opere previste nel precedente punto b)10.

9 Relativamente ai bandi è utile analizzarne il grado di pubblicizzazione, poiché i datidell’indagine diretta mostrano difficoltà di accesso alle informazioni da parte degli operato-ri del settore. Limitando l’analisi alle sole imprese finanziate, il bando è risultato per il30,95% degli operatori non adeguatamente diffuso, per il 41,67% sufficientemente pubbli-cizzato, mentre per meno di un terzo del campione (27,38%) la divulgazione è apparsa po-sitiva. Il parere degli imprenditori non finanziati è, evidentemente, più critico (per il 9,1%il bando è stato diffuso in modo sistematico, per il 45,45% la pubblicizzazione è statascarsa e per il restante 45,45% è stata sufficiente).

10 Le spese ammissibili riguardavano sia le spese generali e tecniche relative alla pro-gettazione e direzione lavori (nella misura massima del 10% delle spese ammissibili), sia ilcosto delle opere, impianti, arredamento e attrezzature. Era prevista, altresì, una spesamassima ammissibile in relazione alle tipologie di intervento previste, alla categoria dellastruttura ricettiva e a seconda se il progetto prevede l’aumento di posti letto.

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Relativamente ai criteri per la formazione delle graduatorie diaccesso al contributo pubblico, il bando (Regione Calabria, 1995b)utilizzava criteri di ammissibilità e criteri di priorità per definire ilpunteggio da attribuire a ciascuna tipologia di intervento.

Tra i criteri di priorità11 quello con maggior punteggio riguar-dava l’immediata realizzabilità del progetto (cantierabilità, dispo-nibilità del progetto esecutivo, fattibilità urbanistica). Ciò fa pen-sare che il policy maker fosse più interessato ad esigenze ammini-strative legate a necessità di rendicontazione e non alla politica disviluppo, poiché non si è finanziata un’idea progettuale, bensì unprogetto per il quale si era già nella fase, se pur preliminare, direalizzazione. Questa interpretazione sembra suggerire che la rea-lizzazione dell’intervento non fosse legata al successo della selezio-ne e induce a interrogarsi sul grado di «sostituibilità» di questicontributi pubblici.

Un altro criterio di priorità utilizzato riguarda la distribuzioneterritoriale degli interventi, poiché sono stati premiati i progettirealizzati in comuni ricadenti negli ambiti turistici12 (cfr. nota 11).L’idea guida di tale scelta era quella di concentrare gli investi-menti nelle località tradizionalmente vocate al turismo, secondoun modello di sviluppo regionale basato sulla valorizzazione deipoli di eccellenza. Coerentemente con tale strategia, gli interventi

11 Se si limita l’analisi alle sole strutture ricettive, che avrebbero dovuto rappresentareil 65% del finanziamento previsto, i criteri di priorità sono stati i seguenti: realizzazionedei progetti in comuni ricadenti negli ambiti turistici (a tale criterio potevano essere attri-buiti punti 1,5); realizzazione di nuove strutture ricettive con i requisiti per l’attribuzionedi classifica superiore alle tre stelle (punti 1); cantierabilità (da 3 a 4 punti), ossia che sitrattasse di iniziative per la cui realizzazione il competente Comune avesse già rilasciato laconcessione edilizia o l’autorizzazione all’esecuzione delle opere e che le imprese dispones-sero di tutti i pareri previsti dalla legge. Inoltre, si considerava la capacità economica delproponente (fino a punti 1), ossia la disponibilità economica a coprire le spese non sovven-zionate; la disponibilità del progetto esecutivo (punti 1,5) e il possesso di documenti relati-vi alla fattibilità urbanistica (fino a 2,5 punti). Un altro criterio utilizzato riguardava la qua-lità della proposta che veniva valutata tenendo conto dell’analisi economica finanziaria delprogetto, del metodo e della valutazione della ricaduta occupazionale; delle interrelazionicon l’ambiente locale; della presenza di accordi pubblico/privato per perseguire finalità co-muni (fino a punti 2). Infine, veniva considerata la collocazione funzionale dell’intervento,ossia si cercava di verificare la collocazione di una nuova struttura ricettiva in una rete dipiù progetti aventi la stessa natura presentati dallo stesso proponente (fino a 1,5 punti).

12 Con delibera n. 5421 del 31 ottobre 1994 la Giunta regionale ha stabilito di con-centrare gli investimenti turistici del programma 3 e, quindi, anche della Misura 3.1 negliambiti turistici di seguito definiti: Riviera dei Cedri; Area golfo di S. Eufemia – Riviera de-gli Oleandri; Area della penisola di Tropea – Costa degli Dei; Area della Costa Viola; Areadella locride e del golfo di Gerace; Area del golfo di Squillace; Area di Capo Rizzuto; Areadi Punta Alice; Area della sibaritide; Area della montagna calabrese; Aree termali; Com-prensori urbani.

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si sono localizzati, per lo più, lungo la linea di distribuzione delpatrimonio ricettivo preesistente. Sarebbe, però, interessante valu-tare l’effetto che questa scelta ha avuto sulle zone interne. Infatti,la distribuzione territoriale degli interventi potrebbe far desumereche siano rimaste inalterate le condizioni di sottodotazione infra-strutturale del settore nelle zone dell’entroterra. Inoltre, occorre-rebbe valutare in che misura questa scelta incide sul problemadell’elevata stagionalità che caratterizza il settore turistico regiona-le13, poiché incentivare installazioni in aree già dotate di infra-strutture ricettive non implica un maggiore afflusso di clientela inbassa stagione, ma, al contrario, può assecondare un tipo di do-manda orientata alla vacanza estiva balneare determinando, pro-babilmente, un maggiore afflusso in alta stagione con tutti i pro-blemi che ne derivano in termini di impatto sul territorio.

Infine, l’idea di fare convergere gli investimenti in aree tradi-zionalmente turistiche, insieme a quella di incentivare strutturecon classifica superiore a tre stelle (cfr. nota 11), sembrano orien-tare l’offerta verso forme di turismo tradizionale e trascurare do-mande alternative di turismo, rappresentate dal turismo giovanile,naturalistico, sostenibile, eno-gastronomico, religioso.

3.2. Attuazione finanziaria

La priorità strategica del turismo, più volte indicata nel Pro-gramma Operativo della Calabria, ha subìto un ridimensionamen-to nella fase di attuazione del Programma. Infatti, le numerose ri-programmazioni hanno spostato risorse finanziarie verso progettiimmediatamente cantierabili e verso misure ad alta capacità dispesa14. Queste variazioni evidenziano alcune lacune nell’attività diprogrammazione della Regione Calabria e pongono alcuni interro-gativi sugli effetti che un programma in continua «evoluzione»può esercitare in termini di raggiungimento degli obiettivi fissati.

13 Se si considerano l’insieme delle regioni italiane, la concentrazione delle presenzenei quattro mesi centrali risulta massima per la Sardegna e la Calabria che raggiungono, ri-spettivamente, nel 2000 l’83,6% e 82% del totale (Mercury, 2002).

14 Il POP Calabria ha subìto nove adeguamenti (Regione Calabria, 2003), determinan-do una crescita degli investimenti in infrastrutture di trasporto, dove gli enti pubblici localinon hanno difficoltà di progettazione e di spesa, e degli aiuti alle imprese artigiane e indu-striali, dove la domanda di finanziamenti è altissima e le procedure sono ben note. Varia-zioni importanti si verificano anche a livello di singole misure. Su un totale di 32 misure, 7subiscono variazioni di risorse rispetto alla dotazione iniziale fra il 25% ed il 50%, 9 fra il51% ed il 100% e 2 superiori al 100% (Wolleb, 2002).

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Relativamente al sottoprogramma 3, si nota che le misure chehanno ridotto le risorse in seguito alla riprogrammazione sono la3.1, 3.2, 3.3 e 3.7 che hanno avuto un decremento, rispettivamen-te, del 14,64%, 50,75%, 75% e 100% (Tab. 1).

Prima di analizzare l’attuazione finanziaria della Misura in esa-me, è interessante considerare il profilo temporale del processo diattuazione (Tab. 2), poiché l’efficienza delle procedure, da unlato, può influenzare l’efficacia della politica stessa e, dall’altro,può fornire utili indicazioni sulla presenza di vincoli finanziari perle imprese. Infatti, è verosimile pensare che i piani di investimen-to delle imprese, che di per sé sono attività ad esito incerto, pos-sano essere condizionati dalla lunghezza delle procedure di sele-zione dei beneficiari e, conseguentemente, dall’incertezza del mo-mento previsto di effettiva erogazione dei fondi da parte della Re-gione. Questo aspetto può diventare problematico qualora non siapossibile o sia eccessivamente costoso finanziare gli investimentiin attesa del contributo pubblico.

Pur non considerando il ritardo nell’avvio del ProgrammaOperativo15 e dei bandi, si può notare che esiste una notevolelunghezza delle procedure di attuazione degli interventi. Se siconsidera il tempo intercorso tra la pubblicazione del bando e ladefinitiva approvazione della graduatoria dei beneficiari, si rilevacome il tempo per la selezione delle iniziative finanziabili sia dicirca 10 mesi per le annualità 1994-1995 e di circa 16 mesi per leannualità 1997-1998. Tale tempistica, peggiora se si introducono itempi di effettiva erogazione del contributo pubblico.

L’attuazione finanziaria del sottoprogramma 3 può essere evi-denziata attraverso l’analisi di alcuni indicatori relativi alla capacitàdi impegno (impegni rispetto alle risorse disponibili), di spesa (pa-gamenti rispetto alle risorse disponibili) e di utilizzo (pagamenti ri-spetto agli impegni) delle risorse destinate al Turismo (Tab. 3).

15 L’Unione europea ha approvato, con decisione CEE n. 94/3767, il ProgrammaOperativo Plurifondo (POP) della Regione Calabria in data 16/12/1994. Le decisioni co-munitarie sono intervenute, quindi, un anno dopo la data di avvio presunta del Program-ma (1° gennaio 1994) e solo nel marzo 1995 il Consiglio Regionale ha deliberato l’approva-zione del Programma Operativo Plurifondo 1994-1999. La deliberazione è stata, però, rati-ficata solo 5 mesi dopo, l’1 agosto 1995, a causa delle elezioni amministrative che non han-no consentito, per l’interruzione dei lavori del Consiglio, di porre in essere tutte le proce-dure (Regione Calabria, 1995a). Successivamente, a partire dal dicembre 1996, il Program-ma è stato più volte variato (nove adeguamenti), modificando la distribuzione delle risorsefra sottoprogrammi e fra misure e vi è stata anche una marginale diminuzione del costo to-tale del programma. L’allocazione finale delle risorse è quella stabilita dalla Decisione C(2000) 1262 del 30 maggio 2000 che ha ratificato le decisioni del Comitato di Sorveglianzadel 29-30 novembre 1999.

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Come si può notare, il sottoprogramma ha registrato un over-booking di impegni su tutte le misure, una capacità di spesa quasipari a quella programmata e una bassa capacità di utilizzo delle ri-sorse disponibili. All’interno del sottoprogramma 3, la Misura 3.1 èl’unica ad avere avuto un livello di pagamenti non in linea con gli

TAB. 2. Profilo temporale delle procedure di attuazione della Misura 3.1

Periodi Contenuti Fonte

Dicembre 1994 Approvazione del POP da parte dell’Ue Decisione CEE n. 94/3767Agosto 1995 Approvazione del POP da parte del Consiglio regionale Regione Calabria, 1995aOttobre 1995 Primo Bando annualità 1994-1995 Regione Calabria, 1995bLuglio 1996 Graduatoria provvisoria annualità 1994-1995 Regione Calabria, 1996aAgosto 1996 Graduatoria definitiva annualità 1994-1995 Regione Calabria, 1996b

Secondo bando annualità 1997-1998 Regione Calabria, 1996cLuglio 1997 Graduatoria provvisoria annualità 1997-1998 Regione Calabria, 1997Gennaio 1998 Graduatoria definitiva annualità 1997-1998 Regione Calabria, 1998aMarzo 1998 Modifiche graduatorie Regione Calabria, 1998bDicembre 1998 Modifiche graduatorie Regione Calabria, 1998d

TAB. 1. POP Calabria 1994-1999 – Piano finanziario originario e riprogrammatoa (valori inMeuro)

Sottoprogrammi e Misure Piano finanziario (spese ammissibili) Differenza tra (2) e (1)

Originario (1) Riprogrammato (2) Valori assoluti Valori %

1 Comunicazioni 94,960 154,102 59,142 62,282 PMI e artigianato 223,325 243,152 19,827 8,883 Turismo 492,442 392,292 –100,150 –20,343.1 Aiuti investimenti turistici 266,667 227,664 –39,003 –14,633.2 Infrastrutture produttive 97,775 48,159 –49,616 –50,753.3 Termalismo 20,000 4,945 –15,055 –75,283.4 Beni culturali 34,000 33,521 –0,479 –1,413.5 Infrastrutture ricettive

e sportive 30,000 32,057 2,057 6,863.6 Valorizzazione

«prodotto Calabria» 30,000 45,946 15,946 53,153.7 Servizi di sostegno 14,000 0,000 –14,000 –100,004 Infrastrutture supporto

attività economiche 240,159 225,948 –14,211 –5,925 Valorizzazione risorse umane 247,966 224,573 –23,393 –9,436 Assistenza tecnica 9,120 4,607 –4,513 –49,49

Totale 1.307,972 1.244,674 –63,298 –4,84

a La riprogrammazione si riferisce alla Dec. C(2000) 1262 (Commissione Europea,2000).

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Calabria (1995a, 2003).

236

obiettivi fissati in fase di riprogrammazione. Oltre alla minore ca-pacità di spesa, la Misura 3.1 ha anche la più bassa capacità di im-pegno (insieme alla Misura 3.6 e 3.2), mentre presenta una capacitàdi utilizzo delle risorse in linea con la media del sottoprogramma16.Più in dettaglio, se si considera il piano finanziario originario, il co-sto programmato della Misura è pari a 266.667 milioni di euro(Tab. 1), che diventano 227.664 milioni di euro con la riprogram-mazione del POP. Gli Impegni assunti sono pari a 269.172 milionidi euro, mentre i pagamenti sostenuti al 31/12/2001 sono 219.704milioni di euro. Lo stato di realizzazione della Misura è, quindi,solo del 96,5%, mentre la capacità effettiva di utilizzo è pariall’81,6%. Probabilmente tale risultato, in parte, è dipeso dal fattoche il POP ha avuto avvio soltanto nel terzo quadrimestre del1995, determinando di fatto un ritardo «alla partenza» e, in parte,dalla lentezza delle procedure di attuazione (Tab. 2).

Altri aspetti d’interesse emergono dall’analisi temporale dellaspesa della Misura 3.1 e dal confronto tra questa e i dati relativial piano finanziario programmato17 (Tab. 4). Infatti, se si conside-

TAB. 3. Attuazione finanziaria del sottoprogramma 3 (al 31 dicembre 2001) (Valori in Meuro)

Misure Spese Impegni Pagamenti Capacità di Capacità di Capacità diprogrammate (I) (P) impegno (%) spesa (%) utilizzo (%)

(SP)a (I/SP) (P/SP) (P/I)

3.1 Aiuti agli investimenti turistici 227.664 269.172 219.705 118,2 96,5 81,63.2 Infrastrutture produttive 48.159 58.336 52.351 121,1 108,7 89,73.3 Termalismo 4.945 9.688 5.479 195,9 110,8 56,63.4 Beni culturali 33.521 53.303 40.848 159,0 121,9 76,63.5 Infrastrutture ricreative e sportive 32.057 46.643 38.787 145,5 121,0 83,23.6 Valorizzazione «prodotto Calabria» 45.946 46.838 46.575 101,9 101,4 99,43 Turismo 392.292 483.980 403.745 123,4 102,9 83,4

a Le spese programmate si riferiscono al piano riprogrammato in seguito alla Dec C(2000) 1262 (Commissione Europea, 2000).

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Calabria, 2002.

16 Si consideri, inoltre, che la bassa capacità di spesa è in realtà sottovalutata, poichési deve tener conto della riprogrammazione che ha ridotto le risorse per questa Misura e,anche se in misura minore, del ricorso ai cosiddetti progetti «sponda» che hanno artificial-mente aumentato la capacità di spesa e dell’uso del metodo dell’overbooking. Ciò ha sicu-ramente inciso negativamente sull’efficacia della Misura, solo in parte mitigata dall’adozio-ne di graduatorie «a scorrimento» che ha consentito l’attenuazione di alcuni inconvenientidelle procedure concorsuali.

17 Il piano finanziario programmato si riferisce a quello originario previsto nel POP(Regione Calabria, 1995a).

237

ra la fase di programmazione, si nota come la maggior parte dellaspesa dovesse essere concentrata negli anni 1995-1996, sicché afine 1996 essa avrebbe dovuto raggiungere circa il 67% della spe-sa totale. Al contrario, se si considera la fase attuativa, si nota chesolo nell’agosto 1996 è stata pubblicata la graduatoria definitivarelativa al primo bando (Tab. 2). Ciò ha fatto sì che la spesa effet-tivamente realizzata, a fine 1996, non raggiungesse il 5% dellaspesa totale e nel 1999 fosse meno del 40%, mentre la maggiorparte dei pagamenti (47,37%) sono stati realizzati solo nel 2001che doveva essere l’ultimo anno utile18.

Come si è già avuto modo di osservare, il rispetto dei tempinell’erogazione dei fondi assume un ruolo importante per un’effi-cace realizzazione dell’intervento, poiché in presenza di ritardi sipone il problema di verificarne l’impatto sui piani di investimentodelle imprese. In tali circostanze, infatti, l’impresa deve essere ingrado di anticipare l’intera somma dell’investimento programma-to, in condizioni di incertezza sulla ammissibilità delle spese e suitempi dei rimborsi.

Inoltre, il dato sui ritardi suggerisce alcune considerazioni sulla

TAB. 4. Profilo temporale della spesa della Misura 3.1, al 31 dicembre 2001 (valori in Meuro)

Anni Spesa programmataa Spesa realizzata

Valori % % Valori % %assoluti cumulata assoluti cumulata

1994 35,555 13,33 13,33 3,071 1,42 1,421995 71,111 26,67 40,00 0,926 0,43 1,851996 71,111 26,67 66,67 6,028 2,78 4,631997 26,667 10,00 76,67 32,775 15,14 19,771998 26,667 10,00 86,67 20,614 9,52 29,291999 35,556 13,33 100,00 17,715 8,18 37,472000 – – – 32,837 15,17 52,632001 – – – 102,565 47,37 100,00

Totale 266,667 100 216,531 100

a La spesa programmata si riferisce al piano finanziario originario previsto nel POP.

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Calabria (1995a, 2003).

18 In realtà, il 2001 non è stato l’ultimo anno di rendicontazione delle spese relativealla Misura in esame, poiché al 31/12/2001 vi erano imprese a cui non erano stati erogatiancora i finanziamenti. Questa informazione si ricava sia dalla documentazione ufficiale(Regione Calabria, 2003a), sia dai dati dell’indagine diretta.

238

presenza di vincoli finanziari e, fornisce utili indicazioni sul gradodi sostituibilità delle politiche a sostegno del settore. Infatti, qua-lora si osservi che, in attesa del contributo regionale, i progettisiano stati comunque realizzati e gli imprenditori non siano statisoggetti al vincolo di ottenere finanziamenti, allora il contributofinanziario della 3.1 potrebbe non essere integrativo.

Se si considerano i risultati dell’indagine diretta, emerge che inattesa del contributo pubblico le forme di finanziamento utilizzatesono state per il 52% delle imprese fondi propri, per il 36,51% ilcredito bancario a tasso di mercato, per il 9,52% il credito banca-rio a tasso agevolato, mentre il restante 1,58% del campione hadichiarato di essere ricorso ad altre forme di finanziamento.

Il dato sull’utilizzo dei fondi propri e il fatto che nessuna im-presa ha rinunciato a realizzare l’investimento, sembrerebbe sug-gerire che le imprese non abbiano avuto rilevanti difficoltà a repe-rire alternative forme di finanziamento in attesa dell’erogazionedel contributo della Misura 3.1, nonostante il rischio di vederconsiderato non ammissibile, in sede di collaudo del progetto,l’investimento realizzato. Evidentemente, tale rischio è stato per-cepito minimo e, comunque, non tale da impedire di realizzare gliinvestimenti in attesa del contributo, oppure si tratta di un insie-me di investimenti che sarebbero stati realizzati anche in assenzadi aiuti pubblici19.

4. Gli effetti della Misura 3.1: un’analisi descrittiva

4.1. Un quadro d’insieme

Uno strumento utilizzato per formulare una valutazione sull’ef-ficacia della Misura a sostegno del settore turistico, oltre che con-siderare l’entità e la tipologia degli interventi realizzati, è quello dichiedere agli intervistati la loro opinione sull’impatto della Misu-ra. Prima di affrontare questo tema, in via preliminare, agli inter-vistati è stato chiesto un giudizio sulla gestione della Misura e suivincoli e opportunità del settore.

Relativamente al primo aspetto, circa metà dei destinatari delsostegno esprimono un giudizio negativo, il 40% esprime una va-

19 Un’interpretazione in direzione opposta deriva dal possibile utilizzo della condizio-ne di essere in attesa del contributo per ottenere finanziamento presso istituti di credito,altrimenti non ottenibile.

239

lutazione positiva, mentre il restante 10% si colloca tra le due po-sizioni estreme. I punti di debolezza della Misura sono individuatinelle difficoltà burocratiche e nei ritardi nell’erogazione dei con-tributi che, a parere dei beneficiari, hanno aumentato l’onerositàdell’investimento a causa della necessità di dover eccedere al mer-cato del credito20.

I beneficiari della Misura pongono in evidenza tre aspetti permigliorare l’attuazione di politiche a sostegno del settore. Innanzitutto, richiedono più chiarezza e trasparenza nell’iter proceduraleed una maggiore assistenza e consulenza da parte dell’ente eroga-tore del contributo. Inoltre, ritengono opportuna la predisposizio-ne di convenzioni tra la Regione e gli istituti finanziari per la con-cessione di credito a tassi agevolati, in attesa dell’erogazione deicontributi. Infine, l’opinione ricorrente tra gli intervistati è la ne-cessità di prevedere interventi integrati di sostegno al settore, incui, accanto a politiche di qualificazione del settore, si consideri-no strumenti di politica fiscale, quali la fiscalizzazione degli onerisociali e la detassazione degli utili reinvestiti.

Riguardo alle percezioni degli operatori sui vincoli e opportuni-tà del settore, agli intervistati è stato chiesto di esprimere un pareresui principali fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo dellapropria impresa e, più in generale, del settore turistico in Calabria.

A livello di impresa, i fattori di crescita più rilevanti sono iden-tificati nell’aumento della domanda di servizi turistici e nella di-sponibilità di capitali privati. Nella scala di priorità, è indicata diseguito la disponibilità ad accedere a contributi pubblici. Seguonoil miglioramento della distribuzione di vendita, l’innovazione21, la

20 Dall’analisi emerge che gli imprenditori hanno riscontrato molte difficoltà burocra-tiche nel formulare la domanda di richiesta di contributo. Un numero elevato di operatoriammessi al finanziamento (52,87%) ha giudicato, infatti, particolarmente problematicoportare avanti la richiesta, il 27,59% l’ha considerata di media difficoltà e solo il 19,54%le ha attribuito un basso livello di impegno. Gli operatori esclusi dal finanziamento hannoaffermato che la burocrazia ha rappresentato un grave ostacolo per poter beneficiare dellaMisura 3.1. Infatti, i motivi della non ammissione ai contributi sono stati principalmenteerrori formali nella compilazione della domanda o errori nella elaborazione del progetto.Solo il 27,27% del campione ritiene, invece, l’iter burocratico nella norma. Gli intervistaticonsiderano difficili anche i rapporti con l’ente erogatore dei finanziamenti dal momentoche il 46,51% dei beneficiari li ha ritenuti altamente complicati, il 25,58% mediamentedifficoltosi ed il 27,91% non ha riscontrato alcun problema.

21 L’utilizzo delle nuove tecnologie, quali il booking-on-line, rappresenta per il 62,18%del campione finanziato e per il 62,33% di quello non finanziato un fattore cruciale peressere competitivi. Rimane, tuttavia, alta la percentuale di chi vi attribuisce poca importan-za (rispettivamente il 27,73% per le finanziate e il 21,23% per le non finanziate). Infatti,nella valutazione comparata, le imprese non finanziate collocano al quarto posto della scaladi importanza la variabile innovazione, quelle finanziate la inseriscono al quinto posto.

240

riduzione della criminalità e, a distanza, il livello di concorrenzanel settore. Interessanti sono i risultati relativi al ruolo della distri-buzione di vendita del prodotto vacanza, poiché essa costituireb-be per il 70,59% degli imprenditori finanziati e per il 58,90% deinon finanziati, un importante fattore di crescita. Questi dati, insie-me a quelli sul ruolo della domanda, sembrerebbero indicare cheil ricorso al sistema di intermediazione è una leva importante perdestagionalizzare i flussi turistici. Tuttavia, essi sono in contrastocon lo scarso utilizzo dell’intermediazione rilevata da questa inda-gine diretta (cfr. par. 4.4). Inoltre, sebbene gli imprenditori riten-gano importante la riduzione della criminalità organizzata, asse-gnano ad essa un peso relativamente inferiore agli altri fattori cita-ti. Infatti, nella valutazione comparata, le imprese collocano al pe-nultimo posto della scala di importanza la variabile criminalità.Infine, la concorrenza tra le strutture ricettive non sembra essereun ostacolo per la crescita della propria azienda, anzi, rappresen-terebbe un incentivo per garantire una maggiore qualità dei servi-zi erogati.

A livello di settore, quello che emerge è che i fattori chiave perlo sviluppo del turismo in Calabria sono un’efficiente rete di tra-sporti (per il 19,63% degli intervistati), la formazione professiona-le degli addetti (11,45%), la promozione dell’immagine della Ca-labria (10,84%) e l’efficienza nella pubblica amministrazione(10,43%)22.

4.2. La valutazione dei beneficiari

Questo paragrafo è dedicato all’esame dell’efficacia della Misu-ra dal punto di vista dei beneficiari, ai quali è stato chiesto diesprimere un parere che include non solo la Misura 3.1, ma anchealtri interventi relativi al settore finanziati da altri contributi pub-blici e capitali privati.

Le domande sono state poste assumendo che l’intervento abbiainfluito positivamente su alcune variabili di interesse, quali la qua-

22 Agli intervistati è stato chiesto di esprimere quattro preferenze in un elenco checomprende, oltre ai già citati fattori di sviluppo del settore (Rete di trasporto, Formazioneaddetti, Immagine Calabria, Efficienza delle PPAA), ulteriori fattori, che sono di seguitoelencati in ordine dell’importanza che gli intervistati vi hanno attribuito: Tutela dell’am-biente, Attività promozionali, Offerta di eventi turistici, Migliori strutture ricettive, Accessoal credito, Sicurezza/ordine pubblico, Fiere, Altro (lingue e professionalità), Abbattimentobarriere architettoniche.

241

lità e la dotazione delle camere, l’offerta dei servizi, il numero diaddetti, le presenze turistiche e la tipologia di clientela. L’idea èdi ottenere un ordinamento dei possibili impatti23, poiché è pro-babile che le imprese siano incentivate a sovrastimare gli effettidell’intervento, ritenendo che un apprezzamento dell’impatto de-gli incentivi sulle decisioni di espansione dell’impresa possa favo-rire la continuazione del programma di aiuti.

Più del 50% delle imprese intervistate valuta altamente positi-vo l’impatto della Misura 3.1 quando si considera l’aumento dellaqualità e della dotazione dei posti letto, segue l’aumento dei servi-zi offerti e, poi, l’aumento delle presenze turistiche. Se si tieneconto di chi considera «medio» l’effetto dell’intervento, si ottieneche circa l’80% degli intervistati esprime un giudizio molto positi-vo sugli effetti della Misura 3.1. Più uniforme è, invece, la distri-buzione dei giudizi sulla capacità della Misura di incrementare laconsistenza degli occupati nelle strutture ricettive: gli intervistatiattribuiscono ai tre livelli di valutazione (basso, medio, alto) un30% di importanza relativa24. Infine, a parere delle imprese inter-vistate, la Misura 3.1 ha generato effetti meno marcati sulla tipo-logia della clientela: in questo caso, poco meno del 50% degli in-tervistati considera basso, sebbene positivo, l’impatto dei fondicomunitari (Tab. 5).

TAB. 5. L’opinione delle imprese sull’impatto della Misura 3.1. (valori espressi in percentuale)

Aumento Aumento Aumento Aumento Variazionedella qualità dei servizi del delle dellae dotazione offerti personale presenze tipologia

dei posti impiegato turistiche di clientiletto

Alto 58,11 57,33 34,72 52,78 23,19Medio 21,62 28,00 34,72 27,78 28,99Basso 20,27 14,67 30,56 19,44 47,83Totale 100 100 100 100 100

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta.

23 La scala con cui sono graduate le auto-valutazioni degli intervistati è di tipo qualita-tivo («alto, medio, basso»).

24 La limitata importanza attribuita dagli intervistati all’impatto sull’occupazione dellaMisura 3.1 può dipendere dal fatto che l’incremento occupazionale non rientra tra gli obietti-vi diretti della politica, che, al contrario, è specificamente orientata alla riqualificazione del-l’offerta ricettiva. Inoltre, bisogna considerare il fatto che si tende a sottostimare la reale oc-cupazione che, in questo settore, risente molto della presenza di lavoro sommerso.

242

Accanto al giudizio sull’efficacia della Misura 3.1, è utile com-pletare l’analisi considerando gli effetti che gli intervistati attribui-scono agli interventi finanziati da contributi pubblici diversi dallaMisura 3.1 e da capitali privati. Ciò non solo per avere un quadrod’insieme degli interventi che hanno interessato il settore, ma an-che perché dalla comparazione tra i diversi interventi è possibileottenere indicazioni sull’efficacia della Misura in esame.

Per quanto riguarda l’impatto di forme di finanziamento pub-blico diverse dalla Misura 3.1, le imprese beneficiarie della 3.1,dichiarano che esse hanno contribuito ad aumentare le presenzeturistiche e l’occupazione, mentre hanno inciso poco sulla tipolo-gia della clientela. Per le imprese non beneficiarie della Misura3.1, i contributi pubblici hanno permesso, soprattutto, di incre-mentare le presenze turistiche, mentre hanno avuto scarso effettosui livelli occupazionali e sulla tipologia di clientela (Tab. 6).

Per meno della metà delle imprese turistiche calabresi, inter-venti finanziati con fondi privati hanno contribuito ad incremen-tare il numero di presenze turistiche, mentre per una quota larga-mente maggioritaria degli intervistati tali investimenti non hanno

TAB. 6. L’opinione delle imprese sull’efficacia dei contributi pubblici diversi dalla Misura 3.1

Imprese finanziate Imprese non finanziate

Aumento Variazione Aumento Aumento Variazione Aumentopresenze della tipologia del delle della tipologia del

di clientela personale presenze di clientela personale

Sì 68,96 44,83 62,06 71,87 15,62 34,37No 31,04 55,17 37,94 28,13 84,38 65,63

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta.

TAB. 7. L’opinione delle imprese sull’efficacia dei fondi privati

Imprese finanziate Imprese non finanziate

Aumento Variazione Aumento Aumento Variazione Aumentodelle della tipologia del delle della tipologia del

presenze di clientela personale presenze di clientela personale

Sì 45,38 21,85 31,09 45,89 21,23 28,77No 54,62 78,15 68,91 54,11 78,77 71,23

Fonte: Nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta.

243

contribuito a cambiare la tipologia di clientela, né hanno stimola-to l’occupazione25 (Tab. 7).

4.3. Efficacia della Misura: gli interventi realizzati

Questo paragrafo considera l’entità e la tipologia di investi-menti effettuati per qualificare l’offerta turistica regionale e pro-pone una comparazione degli interventi in relazione alle diversefonti di finanziamento utilizzate (Misura 3.1, fondi pubblici diver-si dalla 3.1 e capitali privati).

Relativamente agli investimenti realizzati con i contributi dellaMisura 3.1, le imprese incluse nel campione hanno realizzato 158interventi, pari in media a circa 1,33 progetti per impresa. Gli in-terventi hanno riguardato la costruzione di 21 nuove strutture ri-cettive, 30 strutture sono state ampliate, 6 hanno trasformato lapropria impresa, 56 l’hanno ammodernata e 45 hanno arredato lastruttura o rinnovato l’arredo. La trasformazione di categoria hainteressato un quarto delle imprese intervistate (Tab. 8). Inoltre,41 imprese hanno realizzato più di un intervento, e tra queste, il68,29% ha fatto 2 interventi, il 26,83% ne ha portato a termine 3e il 2,44% ne ha attuato 4 o 5.

Se si considera l’utilizzo di fondi privati, si osserva che, nel pe-riodo 1994-2003, ben il 70,59% delle imprese beneficiarie deifondi della 3.1 ha dichiarato di aver realizzato investimenti non fi-nanziati con contributi pubblici, un’impresa su cinque ha dichia-rato il contrario, mentre circa il 9,2% non ha fornito alcuna ri-sposta. Se si limita l’analisi agli investimenti diretti a qualificarel’offerta ricettiva, emerge che la Misura 3.1 sembra aver indivi-duato i punti di debolezza del settore, poiché gli investimenti fi-nanziati con capitale privato hanno riguardato la stessa tipologiadi interventi. Si tratta di un processo di ammodernamento dellestrutture e dell’arredo, di investimenti relativi all’ampliamento del-

25 È ragionevole pensare che il giudizio relativamente poco positivo espresso dalle im-prese sull’impatto degli investimenti finanziati con fondi privati dipenda da due motivi. Inprimo luogo, gli intervistati dovendo giudicare l’efficacia di una politica di sostegno al set-tore possono essere indotti ad esprimere un giudizio coerente con gli obiettivi della politi-ca stessa; così facendo, implicitamente, attribuiscono una relativa minore importanza all’ef-ficacia dei fondi privati. In secondo luogo, è possibile che gli investimenti privati sianoorientati a conseguire obiettivi diversi da quelli indicati. Un altro elemento che sarebbe uti-le considerare è l’ammontare degli investimenti realizzati, poiché si potrebbe attribuire aduna ridotta disponibilità di fondi privati il limitato effetto sulle variabili obiettivo conside-rate in questo lavoro.

244

le realizzazioni e nuove costruzioni. In considerazione di ciò, sideduce che in questi anni si è proceduto a qualificare l’offerta tu-ristica calabrese e, pertanto, si dovrebbe valutare l’opportunità diformulare nuove politiche orientate ancora alla riqualificazione delsettore. Politiche di questo tipo sono auspicabili solo dopo avervalutato se l’attuale capacità ricettiva della regione soddisfa quali-tativamente e quantitativamente la domanda di servizi turistici.

L’analisi evidenzia, inoltre, che molte imprese hanno fatto ri-chiesta di contributi pubblici differenti dalla Misura 3.1. In parti-colare, la domanda per altre sovvenzioni pubbliche ha riguardatoil 49,58% del campione già beneficiario dei finanziamenti legatialla Misura 3.1 e tali richieste sono state finanziate attraverso lalegge 488, il POR Calabria 2000-2006 e i Patti territoriali26. Poi-ché tali contributi sono stati utilizzati, soprattutto, per qualificarel’offerta ricettiva, sarebbe utile considerare in sede di programma-zione regionale il grado di complementarietà delle politiche a so-stegno del settore turistico.

4.4. Alcuni risultati sulle relazioni di mercato delle imprese turisti-che calabresi

A completamento dell’analisi del sistema turistico regionale,l’indagine diretta ha focalizzato l’attenzione sulla natura delle rela-

26 In particolare, il 42,42% delle imprese hanno ottenuto finanziamenti attraverso la488/92 (settore turistico-alberghiero), il 24,4% hanno utilizzato i fondi previsti dal POR2000-2006, il 16,67% i patti territoriali.

TAB. 8. Numero e tipologia di interventi finalizzati alla qualificazione dell’offerta ricettiva

Misura 3.1 Fondi privati

Tipologia di Valori Valori % Valori Valori%intervento assoluti assoluti

Ammodernamento 56 35,44 40 35,09Rinnovo arredo 45 28,48 31 27,19Trasformazione 6 3,80 12 10,53Ampliamento 30 18,99 18 15,79Nuove strutture 21 13,29 13 11,40

Totale 158 100 114 100

Fonte: Nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta.

245

zioni di mercato delle imprese turistiche calabresi. Si tratta di unaverifica indiretta del conseguimento di uno degli obiettivi dellepolitiche a sostengo del turismo, che è la destagionalizzazione deiflussi turistici. Infatti, è verosimile pensare che i tour operator, in-serendo il prodotto «Calabria» nei circuiti internazionali dei mo-vimenti turistici, svincolino il settore dalla stagionalità tipica delladomanda turistica regionale.

I risultati conseguiti dall’indagine diretta mostrano, tuttavia,che in Calabria la vendita diretta rappresenta ancora il principalecanale di vendita dei servizi turistici. Infatti, ben il 96,2% delleimprese utilizza la vendita diretta e il 24,9% usa esclusivamentequesto canale27. La presenza dei tour operator sul territorio regio-nale, seppur in crescita negli ultimi anni e con forti differenze trale diverse zone della Calabria, è ancora molto limitata: il 43,4%degli intervistati ricorre all’intermediazione per la distribuzione evendita del servizio turistico e, di questo, solo l’11% vi attribuisceun peso, rispetto alle altre modalità di vendita, superiore al50%28.

Ulteriori elementi di analisi del mercato turistico calabreseemergono dalla verifica della tipologia dei contratti stipulati tra leimprese turistiche calabresi e gli intermediari. I tour operators uti-lizzano, in generale, il vuoto per pieno per le destinazioni turisti-che classiche e, a causa della maggiore rischiosità, l’allotment perle aree turistiche emergenti. L’indagine indica che, in Calabria, ilvuoto per pieno ha, in media, un minore utilizzo rispetto all’allot-ment29. Si tratta di un risultato che riflette i segnali di mercato

27 Risultati simili si ottengono per le agenzie di viaggio, poiché solo il 40% delle im-prese ricorre all’intermediazione degli agenti di viaggio e, tra queste, solo il 5,6% attribui-sce un peso superiore al 50% rispetto agli altri canali di vendita.

28 Tra le imprese che affermano di non ricorrere ai tour operators, 56 sostengono dinon avvertirne la necessità, 24 preferiscono il contatto diretto con la clientela, 15 ritengonoche lo sconto richiesto dagli intermediari sia eccessivo, 18 hanno dubbi sui reali vantaggiderivanti dall’intermediazione e 41 affermano che siano altri i motivi che giustificano il nonutilizzo di intermediari (per esempio, la quasi totalità degli intervistati spiega che le mode-ste dimensioni della struttura ricettiva limitano l’interesse da parte degli stessi tour opera-tors e agenti di viaggio). Al contrario, l’80% delle imprese che operano con i tour operatorsattribuisce all’aumento della reputazione il principale vantaggio derivante dalle relazionicon gli intermediari. Significativa è anche l’importanza relativa assegnata dalle imprese allariduzione del rischio di invenduto, mentre più articolato è il giudizio sul ruolo dell’inter-mediazione in termini di aumento del margine di profitto.

29 Se si considera il rapporto con le agenzie di viaggio, la tipologia di contratto piùutilizzata è il contratto con provvigione che interessa il 48,6% degli intervistati. Il 19% del-le imprese preferisce l’allotment, il 3,8% la chiamata diretta, il 3,8% accordi promozionalie l’1,9% il vuoto per pieno. Il rimanente 20% del campione utilizza l’intermediazione del-le agenzie di viaggio, definendo di volta in volta specifiche condizioni contrattuali.

246

sulla rischiosità della destinazione Calabria, che è osservato anchequando si considerano aggregazioni geografiche sub-regionali30.Questi risultati confermano la forte differenziazione territorialedel turismo calabrese, con aree in cui sono presenti modelli orga-nizzativi dell’offerta turistica caratterizzati da un elevato grado dimodernità, ed altre ad alta potenzialità, ma soggette ai vincoli tipi-ci di aree a ritardo di sviluppo.

Inoltre, il basso grado di outsourcing dei servizi complementaria quelli di pernottamento e di ristorazione indica che le impreseturistiche calabresi continuano ad essere entità produttive chiuse,con limitata capacità di relazionarsi con operatori esterni: solo il27% delle imprese ricorre all’esterno per i servizi di animazione,il 14% per il servizio di trasporto, il 7,5% per il marketing el’1,8% per il catering.

L’analisi del mercato turistico calabrese interessa anche la veri-fica della tipologia di clientela che domanda servizi turistici. Aconferma dell’elevato grado di stagionalità, i dati suggeriscono cheil segmento di clienti più importante è rappresentato dalle fami-glie in vacanza, seguito dalle coppie. Gruppi turistici e il turistasingolo hanno un peso inferiore, mentre, per quanto riguarda ilsegmento affari emerge che sono poche le imprese (circa il 4%del totale delle imprese intervistate) che attribuiscono a questanicchia di mercato un peso rilevante. Infine, è trascurabile il seg-mento del turismo culturale.

Il principale mercato di riferimento delle imprese censite èquello nazionale che assorbe il 67% della domanda, con prevalen-za dei turisti provenienti da regioni del Centro d’Italia. I flussi tu-ristici intra-regionali rappresentano il 20% della clientela presentenelle strutture ricettive della regione, mentre l’Europa assorbe il14% dell’offerta turistica calabrese e solo l’1,2% dei clienti pro-viene da paesi extraeuropei.

5. L’impatto della Misura 3.1 sull’occupazione e sulle presenze turi-stiche

Questo paragrafo si pone come obiettivo di verificare se è au-mentata l’occupazione e la domanda di servizi turistici delle im-

30 Le aree a turismo più consolidato (Tropea-Costa degli Dei, Riviera dei Cedri, Rivie-ra degli Oleandri) sono quelle in cui risulta più frequente la sottoscrizione di contratti vuo-ti per pieno, mentre in altre aree ad alto potenziale di crescita (Costa Viola, Isola CapoRizzuto, Golfo di Squillace) si utilizza l’allotment con diritto d’opzione.

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prese beneficiarie della Misura 3.1. La verifica dell’impatto occu-pazionale della Misura 3.1 è stata realizzata stimando una regres-sione multipla in cui la variazione dell’occupazione delle strutturericettive è posta in relazione con l’appartenenza all’insieme delleimprese beneficiarie dei finanziamenti della Misura 3.1 e con ungruppo di variabili di controllo. Il campione considerato è com-posto da 119 imprese beneficiarie dei contributi della Misura 3.1.e da 146 imprese che non hanno goduto delle risorse previste daquesta politica. L’equazione cross-section stimata è la seguente:�Occui = �0 + �kXik + �k + 1F3.1i + ei, in cui �Occui indica la varia-zione dell’occupazione tra il 1994 e il 2003, Xik è una matrice a kdimensioni di variabili di controllo, F3.1i è una variabile dicotomi-ca pari a uno se l’i-esima impresa ha beneficiato dei fondi dellaMisura 3.1 ed a zero in caso contrario, ei è un errore stocastico,i = 1, ..., 256 è l’indice d’impresa. Considerato l’obiettivo specificodell’analisi, il parametro di maggiore interesse è quello associatoalla variabile F3.1i, poiché la sua stima indica l’impatto della poli-tica sulla variazione dell’occupazione al netto del ruolo esercitatodalle altre variabili strutturali incluse nella matrice Xik. Data la co-struzione della variabile F3.1i ci si attende che il parametro �k + 1assuma un valore positivo. Le variabili di controllo incluse nellaspecificazione finale del modello sono le seguenti31:

– livello di occupazione nel 1994 (OCC94), come proxy delladimensione dell’impresa;

– appartenenza dell’impresa alla categoria delle strutture alber-ghiere o ad altre strutture ricettive (DALB). Si tratta di una variabi-le dicotomica che assume il valore uno quando l’impresa è un al-bergo e zero in caso contrario;

– utilizzo dell’intermediazione dei tour operators (DTOUR). Sitratta di una variabile dicotomica che assume il valore uno quan-do l’impresa acquista i servizi forniti dai tour operators e zero incaso contrario.

Le stime sono state effettuate con il metodo GLS ed i risultatisono riportati nella Tab. 9. Accanto alla stima dei singoli parame-tri, si riporta il valore della statistica t-Student corretta con il me-todo di White e il valore del coefficiente di determinazione.

31 Oltre alle variabili indicate nella Tab. 9, in una fase preliminare di analisi delle infor-mazioni dell’indagine diretta si è proceduto a considerare altri regressori, potenzialmente, ingrado di spiegare la variazione dell’occupazione delle strutture ricettive calabresi, quali, peresempio, la localizzazione geografica e l’utilizzo di contributi pubblici diversi da quelli rego-lamentati dalla Misura 3.1. I risultati ottenuti dimostrano che queste variabili non risultanoessere statisticamente significative ai fini dell’analisi condotta in questo lavoro.

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Interessanti sono i risultati relativi alle variabili di controllo.Dalle stime ottenute emerge che la variazione dell’occupazione èstata relativamente maggiore nelle imprese di grandi dimensioni,così come indica il valore positivo e statisticamente significativodella variabile OCC94. In altri termini, ciò significa che nel perio-do in esame si è assistito mediamente ad un irrobustimento delleimprese turistiche calabresi che, ad inizio periodo, erano di di-mensione maggiore. Inoltre, il segno negativo e statisticamente si-gnificativo della variabile DALB suggerisce che, durante il periodoosservato, l’incremento di occupazione è stato maggiore, ceterisparibus, nel caso delle strutture ricettive diverse dagli alberghi(camping, agriturismo, villaggi residence, ecc.). Infine, il ricorso aiservizi di intermediazione dei tour operators si è tradotto in un in-cremento dell’occupazione più elevato rispetto a quello delle im-prese che hanno utilizzato altri canali di vendita dei propri servizituristici.

Per quanto riguarda il ruolo che i fondi comunitari erogati inapplicazione della Misura 3.1 hanno esercitato sull’occupazioneturistica, si ricava che essi hanno avuto un impatto positivo. Ov-vero, a parità di altre condizioni, un’impresa turistica appartenen-te al gruppo dei beneficiari della Misura 3.1 ha registrato, in me-dia, un incremento della propria occupazione maggiore di circa 4addetti rispetto a quello delle altre imprese32.

TAB. 9. Relazione tra variazione dell’occupazione e aiuti finanziari della Misura 3.1. Stimeeconometriche GLS

Coefficienti

B Errore std. t Sig.

Costante 3,21 1,21 2,65 0,12F31 4,936 1,695 2,912 0,004DALB –2,986 1,730 –1,726 0,088DTOUR 2,258 0,975 2,316 0,019OCC94 1,32 0,64 2,041 0,044R2 = 0.41N = 265

32 Questo risultato enfatizza il ruolo positivo che la Misura 3.1 ha esercitato sulle im-prese beneficiarie, ma non permette di effettuare una valutazione complessiva dell’impattooccupazionale dell’intervento. Infatti, questo tipo di analisi non tiene conto dell’occupazio-ne indiretta generata dall’attivazione della politica ed ignora la presenza di possibili feno-meni di spiazzamento sul mercato del lavoro a svantaggio delle imprese con non hanno ot-tenuto i contributi della Misura 3.1.

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L’altro aspetto considerato riguarda la verifica dell’impatto del-la Misura 3.1 sulle presenze turistiche delle imprese beneficiarie.Nel questionario è stato chiesto alle imprese di dichiarare se, inseguito agli investimenti realizzati con i fondi della Misura 3.1, sisia registrato un aumento della domanda turistica, misurata in ter-mini di presenze turistiche. La metodologia utilizzata è la stima diuna regressione logistica, la cui variabile dipendente è una variabi-le binaria con valore pari a uno se l’impresa ha dichiarato di averosservato, tra il 1994 e il 2003, un incremento nella propria strut-tura di presenze turistiche e zero in caso contrario. La variabiledicotomica F31 (Tab. 10) è una delle variabili esplicative inseritenell’analisi. Gli altri regressori sono i seguenti:

– una variabile dicotomica (DFONDI) pari a uno se l’impresa hautilizzato altri fondi in attesa dell’erogazione del contributo regio-nale e pari a zero in caso contrario;

– una variabile dicotomica (DCAT) pari a uno se l’impresa du-rante il periodo in esame è passata ad una categoria superiore ri-spetto alla categoria di inizio periodo e pari a zero in caso contra-rio;

– il numero di addetti con istruzione medio-alta (SCOL);– livello di occupazione nel 1994 (OCC94) come proxy della

dimensione dell’impresa.Di seguito si riportano le stime dei parametri della regressione

logistica, gli errori standard, la statistica di Wald, il p-value e ilvalore esponenziale dei parametri stimati33.

Di particolare rilevanza è la stima del coefficiente associato allavariabile F31, poiché il relativo parametro è positivo e significati-vamente diverso da zero (con un p-value pari a 0,01). Il valore sti-

TAB. 10. Relazione tra variazione delle presenze turistiche e aiuti finanziari della Misura3.1. Stime econometriche (regressione logistica)

B E.S. Wald Signif. Exp (B)

F31 2,229 0,875 6,489 0,010 9,29DFONDI –1,657 0,544 9,277 0,012 0,19DCAT 0,765 0,559 1,872 0,038 2,129SCOL 0,0258 0,075 11,83 0,025 1,026OCC94 1,452 0,984 2,177 0,019 4,27

33 Il modello si adatta bene ai dati. Infatti, l’ipotesi che tutti i coefficienti siano nulli èrigettata, poiché la statistica G2, pari a –2ln del rapporto tra le verosimiglianze del modellocon la sola costante e con tutte le variabili esplicative, ricade nella regione di rifiuto.

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mato di questo coefficiente è pari a 2,23 ed indica che la probabi-lità di osservare un aumento di presenze turistiche grazie alla Mi-sura 3.1 è di circa 9 volte superiore rispetto al caso in cui non sipercepisca tale contributo34.

6. Conclusioni e implicazioni di policy

Questo articolo presenta i risultati relativi alla valutazione diuna Misura a sostegno del settore turistico della Calabria. L’inter-vento esaminato, la Misura 3.1 del POP Calabria 1994-1999, as-sorbe una rilevante quota dei fondi comunitari ed è finalizzato ariqualificare il sistema turistico-ricettivo regionale.

I dati presentati in questo lavoro indicano che, nel periodo inesame (1994-2003), si è avuta una sostanziale riqualificazione del-l’offerta ricettiva. Questo risultato si riscontra sia nelle auto-valu-tazioni degli intervistati, sia nell’analisi dell’impatto diretto dellaMisura calcolato in termini di interventi realizzati. L’implicazionedi questa evidenza è che il vincolo di offerta relativo alla disponi-bilità di strutture ricettive non è più un freno allo sviluppo delsettore turistico calabrese. Al contrario, gli indici di utilizzazionelorda e netta suggeriscono che, per lunghi periodi dell’anno, inCalabria si ha una significativa sottoutilizzazione degli spazi adibi-ti alla fornitura di servizi turistici.

La riqualificazione dell’offerta ricettiva, tuttavia, è strumentalerispetto al conseguimento degli obiettivi finali dell’intervento,quali la riduzione della stagionalità, l’aumento dell’occupazione edelle presenze turistiche. Se si considerano i risultati dell’analisi, sinota che questi obiettivi sono solo parzialmente conseguiti. Infatti,il settore ha ancora una forte connotazione stagionale legata al tu-rismo balneare, il mercato del lavoro presenta molte frizioni dallato della domanda e dell’offerta, l’occupazione non è qualificata

34 A tale risultato si giunge considerando l’odds ratio delle regressioni logistiche, cheindica la probabilità di successo di un evento rispetto a quella di insuccesso. Nel nostrocaso, la probabilità che la variabile esplicativa F31 assuma valore 1 è nove volte maggioredella probabilità che F31 sia pari a zero. In modo analogo si commenta la stima degli altriparametri. Ad esempio, l’incidenza di un aumento nella domanda turistica si verifica 2.129volte in più dalle aziende che dichiarano un passaggio ad una categoria superiore rispettoa quelle che, malgrado gli investimenti, restano classificate con lo stesso numero di stelle.L’analisi logistica fornisce evidenze anche sul ruolo della dimensione aziendale, misurata intermini di livelli occupazionali. In tale caso, la probabilità che le imprese più grandi regi-strino aumenti delle presenze turistiche è circa 4 volte superiore rispetto alla probabilitàosservabile per le altre imprese.

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ed è soggetta ad un forte turnover, le imprese che operano nelsettore hanno una dimensione economica ridotta, mostrano unascarsa capacità innovativa e non hanno durature relazioni di mer-cato. Inoltre, a livello settoriale, si osserva un sistema ricettivopoco differenziato e geograficamente concentrato in poche aree.

Questi risultati permettono di osservare che, se in passato ilvincolo alla crescita del settore era legato all’insufficiente dotazio-ne di strutture ricettive, oggi i vincoli sono da ricercare nella scar-sa capacità delle strutture di attrarre turisti in periodi diversi daquelli estivi. La scelta di attuare politiche pubbliche a sostegnodelle imprese dipende dalle difficoltà dei privati di rimuovere au-tonomamente il vincolo della stagionalità.

L’indagine evidenzia tre principali ambiti di intervento del-l’azione pubblica legati alla formazione degli addetti, alle nuovetecnologie e alla creazione di istituzioni intermedie capaci di offri-re servizi comuni per aumentare la competitività del settore.

Infatti, la diversificazione dell’offerta di servizi turistici, indi-spensabile per ridurre la stagionalità, può essere perseguita solo inpresenza di capitale umano qualificato, in grado di rispondere allerichieste di un settore che domanda sempre di più servizi specificied individualizzati. Importante è anche il ruolo che le nuove tec-nologie possono svolgere per aumentare l’efficienza e la competi-tività. L’utilizzo della rete, infatti, limita gli svantaggi legati alla ri-dotta dimensione economica, consentendo alle imprese di aumen-tare la visibilità, sviluppare nuovi canali di vendita dei prodottituristici e creare circuiti tra operatori per condividere conoscenzeed esperienze.

Riguardo a quest’ultimo aspetto, l’indagine evidenzia l’assenzadi relazioni durature tra imprese che impediscono la ricerca dinuove forme di organizzazione della produzione. I rapporti coo-perativi, se esistono, sono occasionali, marginali ed informali.L’accentuazione della cultura del fai da te deriva da comporta-menti imprenditoriali che oscurano la percezione dei vantaggi del-l’essere parte di una rete di imprese al cui interno spontaneamen-te si producono, per il sistema, economie positive, quali, peresempio, quelle derivanti dall’azione collettiva di promozione del-lo stesso prodotto turistico con specifiche connotazioni territoriali,oppure quelle relative all’adozione delle pratiche ottimali e all’of-ferta di servizi congiunti.

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