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Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
Parigi, 1909 – Ashford (Kent, Inghilterra), 1943
- Di origine ebrea
- Al liceo il suo preside la
chiama «imperativo
categorico in gonnella»
per il suo carattere
intransigente sul piano
etico.
- 1930 Si laurea all’ École
Normale con una tesi su
scienza e percezione in
Déscartes.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
Dicembre 1930
È a capo del movimento di disoccupati di Le Puy.
Scrive articoli su giornali sindacali ed analizza
l’asservimento dell’uomo alle macchine. Attacca il
Partito Comunista Francese, accusato di tradire gli
interessi degli operai. È criticata dai genitori di alcune
sue alunne. Divide il suo stipendio con i poveri. Lascia
l’insegnamento.
1934-1935
Lavora come operaia alla Renault – alle presse e alla
fresa – e conosce l’abbrutimento della vita operaia.
Scrive «Riflessioni sulle cause della libertà e
dell’oppressione sociale», che sarà pubblicato
postumo.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
- 1935
In Portogallo, assieme ai suoi genitori, assiste alla
festa del patrono in un povero villaggio di pescatori.
Contempla estasiata le donne che in processione
cantano inni antichi. Ha «all’improvviso la certezza che
il cristianesimo è per eccellenza la religione degli
schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io
con loro».
- 1936
Breve partecipazione alla guerra civile spagnola. A
causa di un incidente è costretta a tornare in Francia.
Qui si professa pacifista, ritenendo preferibile alla
guerra l’accettazione della politica egemone della
Germania sull’Europa.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
- 1937
Periodo di viaggi: Firenze, Assisi, Roma.
Ad Assisi ha la prima esperienza religiosa intensa.
Scrive al padre Perrin che una forza superiore l’ha
costretta ad inginocchiarsi nella meravigliosa cappella
romanica del XII secolo di Santa Maria degli Angeli.
- 1938
Trascorre la Pasqua nell’abbazia benedettina di
Solesmes in Francia. Soffre di forti mal di testa. Trova
sollievo nei canti religiosi. Scrive: «Durante questi uffici
il pensiero della passione di Cristo è entrato in me una
volta per tutte».
Legge intensamente i classici: Ovidio, Giovenale,
Plauto, Terenzio, l’Iliade, Eschilo, Sofocle.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
- 1939-40
Riflette sul tema della violenza.
Scrive:
«L’Iliade, o il poema della forza»
«Alcune riflessioni sull’origine dell’hitlerismo» (lungo
articolo di giornale)
1) L’hitlerismo è basato sul principio della forza e del
prestigio, che risale all’Impero romano;
2) Sul principio del nazionalismo, professato da
imperatori romani, Luigi XIV, Napoleone, Hitler, i
quali affermano la forza dello Stato sui singoli.
Occorre, secondo Weil, ridimensionare l’autorità
degli Stati a vantaggio dei singoli individui.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
- 1941-42
A causa delle persecuzioni si reca a Marsiglia. Scrive
12 Quaderni fitti di riflessioni. Sono pubblicati postumi
dal fratello André, grosso matematico, e della sua più
cara amica, Simone Pétrement. Nel 1943 scrive
“Manifesto per la soppressione dei partiti politici”,
pubblicato postumo nel 1950. Dice: «I partiti sono
organismi costituiti in maniera tale da uccidere il senso
della verità e della giustizia… Il fine primo e, in ultima
analisi, l’unico fine di qualunque partito politico è la sua
propria crescita, e questo senza alcun limite… Ogni
partito è totalitario in nuce… La soppressione dei
partiti costituirebbe un bene quasi allo stato puro».
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
Il pensiero
Si sente cristiana e cattolica, ma resterà sempre sulla
«soglia» della Chiesa. Ritiene che tutte le tradizioni
religiose siano espressioni differenti della stessa verità.
Tutte le contemplazioni mistiche (indiana, greca,
cinese, cristiana) si equivalgono.
Il cristianesimo delle origini, però, è corrotto dal culto
della forza e della supremazia. «I partiti totalitari si
sono formati per effetto di un meccanismo analogo
all’uso della formula «anathema sit» (mito della forza
dalle radici remotissime).
Il mondo è una realtà «inabitabile». L’uomo aspira ad
una trascendenza che gli è preclusa.
La miseria dell’uomo dipende dalla lontananza da Dio.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
Il pensieroNella «Lettera a un religioso» (cioè a padre Couturier),
Simone Weil sostiene tre tesi:
1) Tutte le religioni sostengono che Dio è buono.
Ognuno deve vivere la propria fede come se
fosse l’unica, senza pretendere di imporla agli
altri.
2) Il cristianesimo è stato bloccato nel suo sviluppo
dalla pretesa della Chiesa di avere il monopolio
della salvezza. La vera fede consiste nel credere
che solo Gesù è il Cristo, e non tutto ciò che la
Chiesa insegna.
3) La Chiesa non deve interferire con le indagini
filosofiche e scientifiche. Si viene in contatto con i
misteri della fede solo con l’amore
soprannaturale.
Simone Weil non sarà mai battezzata. Morirà di tisi,
contratta nel periodo del lavoro operaio e per le privazioni
cui si sottoponeva volontariamente.
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
Il pensiero
Nel 1951 esce «La condizione operaia». Nello stesso
anno esce «Le origini del totalitarismo» di Hannah
Arendt.
In filosofia Simone Weil è esponente della corrente
filosofica del personalismo, divise in cattolica e laica.
Tale corrente pone al centro la persona ed il suo valore
assoluto, in alternativa all’individualismo ed ai
totalitarismi. Ne «La persona e il sacro», pubblicato nel
1957 dalle Edizioni Gallimard di Parigi, Simone Weil
scrive: «Il lavoro fisico, esattamente nella stessa misura
dell’arte e della scienza, seppure in maniera diversa,
implica un certo contatto con la realtà, con la verità, con
la bellezza di questo universo e con la saggezza eterna
che ne costituisce l’ordinamento.
Per questo motivo svilire il lavoro è un sacrilegio,
esattamente nello stesso senso in cui è un sacrilegio
calpestare un’ostia».
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
L’attenzione
I testimoni affermano che Weil fissasse il suo
interlocutore in maniera tale da prestargli una vera
attenzione, tema sul quale lei stessa ritornerà dal
punto di vista filosofico:
Frasi di Simone Weil
«L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità».
«L’umiltà è soprattutto una qualità dell'attenzione»
«La capacità di prestare attenzione a uno sventurato è cosa rarissima,
difficilissima; è quasi un miracolo, è un miracolo. Quasi tutti coloro che
credono di avere questa capacità, non l'hanno. Il calore, lo slancio del
sentimento, la pietà non bastano».
«Il disprezzo è l'opposto dell'attenzione».
«L'attenzione assolutamente pura è preghiera».
Simone Weil
Prof.ssa Lucia Gangale
L’attenzione
Frasi di Simone Weil
«Il fine di un partito politico è cosa vaga e irreale. Se fosse reale,
esigerebbe un enorme sforzo d'attenzione, in quanto una concezione del
bene pubblico non è cosa facile da elaborare».
«Molto spesso l’attenzione viene confusa con una sorta di sforzo
muscolare. Quando si dice agli allievi: “Ora state attenti”, li si vede
corrugare le sopracciglia, trattenere il respiro, contrarre i muscoli. Se
qualche istante dopo si domanda loro a che cosa siano stati attenti, non
sono in grado di rispondere. Non hanno fatto attenzione ad alcunché.
Non hanno fatto attenzione. Hanno solo contratto i muscoli».
“L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. Apochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono. Findalla mia infanzia non desidero altro che averne ricevuto, prima dimorire, la piena rivelazione” (Simone Weil, Lettera a Joe Bousquetnel 1942, un anno prima di morire).