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APRILE 2012 _N. 0 _ANNO 0 Direttore Responsabile FABIO CAROSI - [email protected] ph. +39 348 7167286 Redazione VERONICA CASTELLANO - [email protected] ph. +39 331 1986569 Grafica e Impaginazione ANTONELLA MARTELLUCCI - [email protected] ph. +39 331 1986570 Ufficio Stampa VERONICA CASTELLANO - uffi[email protected] ph. +39 331 1986569 Promozione e Pubblicità CARLA STOCCHI - [email protected] ph. +39 346 4953856 Redazione STUDIO EVENTO comunicazioni creative Via Cavallini, 8 Rieti ph. +39 0746 210665 fax +39 0746 211101 [email protected] Online e Anteprima www.studioevento.it www.facebook.com/sevuoicambia comunicazioni creative D I O S T U E E N O T V SE APRILE 2012_N.0_ANNO 0 8 marzo: il racconto dell’incendio ha una funzione evocativa. La storia è tutt’altro Green economy e green marketing: il futuro futuribile. La rincorsa al pianeta sano e salubre tra proposte e proteste. Arte e creatività al servizio dell’emozione. Passione e professione Se mag - APRILE 2012 N. 0 EVENTI raccontati da chi gli EVENTI li organizza per professione

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mensile di comunicazione legato agli eventi e alla cultura della città di Riet

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APRILE 2012 _N. 0 _ANNO 0

Direttore ResponsabileFABIO CAROSI - [email protected]. +39 348 7167286

Redazione VERONICA CASTELLANO - [email protected]. +39 331 1986569

Grafica e Impaginazione ANTONELLA MARTELLUCCI [email protected]. +39 331 1986570

Ufficio Stampa VERONICA CASTELLANO - [email protected]. +39 331 1986569

Promozione e Pubblicità CARLA STOCCHI - [email protected]. +39 346 4953856

RedazioneSTUDIO EVENTO comunicazioni creativeVia Cavallini, 8 Rieti

ph. +39 0746 210665fax +39 0746 211101

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Online e Anteprimawww.studioevento.itwww.facebook.com/sevuoicambia

c o m u n i c a z i o n i c r e a t i v e

D I OS T UEE N OTVSE

APRILE 2012_N.0_ANNO 0

8 marzo: il racconto dell’incendio ha una funzione evocativa. La storia è tutt’altro Green economy e

green marketing: il futuro futuribile. La rincorsa al pianeta sano e salubre tra proposte e proteste.

Arte e creatività al servizio dell’emozione.Passione e professione

Se mag - APRILE 2012

N. 0 EVENTI raccontati da chi gli EVENTI li organizza per professione

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Il termine comunicazione nel suo significato originale vuol dire “mettere in comune” ossia condividere con gli altri pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti, creare con essi una relazione e quindi uno scambio. Da qui la fon-damentale differenza fra informazione e comunicazione: la prima è acquisizione di conoscenze riferite in modo autonomo anche inconsapevole, la seconda esige la presenza di un’intenzione.La Studio Evento è una agenzia di comunicazione e quindi, per quanto lapalis-siano possa sembrare, comunica. Dico possa sembrare perché in realtà - nei fatti - così scontato non è. Oggi da una agenzia di comunicazione la gente si aspetta che organizzi eventi, realizzi brochure, depliant, audiovisivi, siti internet. Mi serve un logo, un bel biglietto da visita, fate anche ufficio stampa? Stampate manifesti? Si facciamo tutto questo e anche altro ma principalmente facciamo comunicazione. Questo è il nostro mestiere. Diamo vita a idee, trasformiamo i concetti in forma o le forme in pensieri. Il problema non è - ad esempio - realizzare un evento, un marchio, un video o un sito web, ma farlo in modo che risponda alle reali necessità comunicative, che sappia esprimere dei valori, che sappia trasmettere un messaggio chiaro e definito, che sappia, in sostanza, generare interazione fra proponente e ricevente.Se in una foresta cade un albero, genera un suono. La domanda è: quel suono esiste se non c’è nessuno ad ascoltarlo? La nostra risposta è semplicemente no! Ecco dunque il perché di questo magazine: far ascoltare quel suono e contribuire a generarne altri.Partecipare agli eventi e comunicarli è il nostro modo di contribuire a generare cultura, per questo motivo abbiamo deciso di viaggiare insieme agli accadimenti e trasformare in magazine la nostra agenda di approfondimenti. Le iniziative, i luoghi di interesse, le strutture, le associazioni, gli eventi, sono elementi legati alla produzione della cultura e come tali noi li comunichiamo. L’impegno è legato all’approfondimento e all’articolazione delle tematiche, agli aspetti grafici che richiamano e sviluppano i contenuti e le situazioni. Alcuni eventi contengono un potenziale di cultura che non deve limitarsi all’accadimento in sé ma ha il diritto di svolgersi nel richiamo che genera un movimento intellettuale, un’idea creativa, uno stimolo alla riflessione. Testo, immagini e grafica raccontano ed evocano, soddisfano il piacere visivo, creano un percorso immaginario, introdu-cono, seguono e articolano il pensiero.La nostra intenzione è quella, dunque, di promuovere il patrimonio culturale della città di Rieti attraverso la valorizzazione e l’approfondimento degli eventi. Ogni riferimento abbraccia e coinvolge persone, luoghi, fatti e tematiche. Il carattere atemporale che conferiamo a ciò che scriviamo, tramite l’approfondi-

EDI-TO-RIALE

di Fabio Carosi

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IN-DI-CE

6. PROTESTE CREATIVE

10. EMOZIONI DIMEZZATE il potere suadente della musica

12. “DOVE LE PAROLE FINISCONO, INIZIA LA MUSICA” C. J. Heine

16. IL MESTIERE DELL’ARTE

20. STORIA DELL’8 MARZO: dalla lotta all’evocazione

28. NELLA MIA ORA DI LIBERTÀ

31. BETTO IL CASSONETTO

mento e lo sviluppo delle tematiche, consente di usufruire del patrimonio culturale degli eventi e di dilatarne le possibilità di arricchimento. Il magazine diventa così un’agenda dell’accaduto, un portfolio di contenuti, una mappa di possibilità.Ogni mese racconteremo alcuni degli eventi della città, coloro che li hanno promossi, i luoghi in cui si sono svolti, i personaggi che hanno partecipato, comunicandoli attraverso la ramificazione dei contenuti e l’ideazione della grafica. Non possiamo e non dobbiamo permetterci di sottovalutare il peso e il potere delle parole ma dobbiamo, al tempo stesso, avere il coraggio di mettere le nostre risorse al servizio di tutti. Questo vuole essere il SE mag: un contenitore di idee e di progetti aperto a chiunque voglia sposarne la linea ispiratrice.In questo numero zero troverete ciò che nel trascorso mese di marzo abbiamo deciso di seguire, raccontare e valorizzare. Nel farlo è successo qualcosa di più: molti dei soggetti che si sono trovati - per nostra scelta - a essere coinvolti in questo nostro progetto, hanno inconsciamente e indirettamente interagito fra loro. Alcuni hanno condiviso idee, altri cercheranno di realizzare insieme progetti che non sapevano di avere in comune. Ci dispiace solo di non aver potuto raccontare tutto ma ci auguriamo di poterlo fare in futuro, grazie a coloro che vorrannopartecipare, che vorranno contribuire a portare in città il loro apporto. La strada è lunga, inizia oggi con un numero zero in formato elettronico che si impegnerà a raggiungere un numero il più elevato possibile di persone. E così continuerà, finché - siamo convinti presto - avrà la forza di uscire in formato cartaceo. Di forza dovrà averne molta perché non dovrà costare un centesimo. Non può costare un centesimo perché perderebbe in un attimo del suo significato: la cultura è un bene troppo prezioso per avere un prezzo.

Buona lettura,

Se mag, un contenitore di idee e di progetti aperto a chiunque voglia sposarne la linea ispiratrice

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34. LA COMUNICAZIONE ECOSOSTENIBILE: cambiamento in verde

38. GREEN FUTURE

42. LE MONTAGNE DELLA CONDIVISIONE

46. COMUNICAZIONE ED EVENTI: la promo-commercializzazione turistica

48. I LUOGHI DELL’INCANTO

54. LA NUOVA SOCIETÀ, QUELLA INTEGRATA

IN-DI-CE

BUONALE

TT

URA

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PROTESTE CREATIVE

di Veronica Castellano

Le immagini dei dipinti del Calcagnadoro scorrono sullo schermo del pc, per fortuna la sala è buia così si vedono meglio. Ma non come dovrebbero. La sala buia in cui siamo è la n. 9 del Museo Civico di Rieti (Sezione Storico-Artistica), quella che ospita i preziosi dipinti del pittore ottocentesco. Per oggi dobbiamo accontentarci di vederli al pc, il museo è in protesta (creativa). Il volto della vergine dello stra-ordinario dipinto di Luca di Tommè (1350) “Madonna col bambino e Santi” è coperto di carta così, spiega la guida, non potete ammirare l’influenza bizantina che si riscontra nel dipinto. Tra un corridoio e l’altro mi porgono un paio di occhiali, una lente è oscurata da un pezzetto di carta rossa. Mentre cerco di capire cosa c’è in una teca coperta da un velo arancione, il Dott. Palmiro Innocenzi legge alcuni passi del “Il visconte dimezzato” (Italo Calvino). La sala del museo dedicata ai laboratori per ragazzi è al buio, peccato, i disegni dei piccoli artisti si intuiscono interessanti. Vicino a noi passeggia Marina Gallotta, insegnante della scuola per l’infanzia, e ci dice: “Se riducono drasticamente i fondi al Museo Civico addio ai laboratori con i bambini”. Chiediamo: “Che

genere di laboratori?”. E qui Marina si illumina: “Da due anni siamo iscritti ai laboratori didattico-museali cui partecipano i bambini di cinque anni. Seguono percorsi studiati appositamente per stimolare e sviluppare curiosità e inventiva. Osservano le opere guidati dagli operatori del museo, si concentrano sui visi, sui vestiti, sui colori. Poi creano, disegnano, assemblano insieme materiali. Prendono confidenza con l’arte”. La Giunta Regionale ha ridotto della metà i fondi destinati ai Musei, agli Archivi Storici e alle Biblioteche della Regione Lazio. Così, oggi 04 marzo 2012, partecipiamo alla seconda giornata della “Festa dei Mezzi Musei del Lazio”: percorsi dimezzati, comunicazioni a metà, sale buie, opere semi-coperte, stanze parzialmente accessibili. L’idea di questa manifestazione è del Dott. Guido Accascina, direttore del Museo Modern Automata di Montopoli, e della Dott.ssa Monica De Simone, direttrice del Museo Civico di Rieti. Alla fine di gennaio hanno presentato il progetto al Coordi-namento dei Musei del Lazio, dopo un incontro tra direttori dei musei e associazioni culturali, che ha aderito con grandissimo entusiasmo. “Loro dimezzano i fondi, noi raddoppiamo l’impegno” ci racconta la De Simone che, con gioia, ci dedica del tempo per un’intervista: “Questa iniziativa è partita dal territorio reatino dove l’attenzione alla cultura è molto alta. Abbiamo voluto comunicare il SISTEMA come organismo e non come semplice contenitore di opere d’arte. La cultura, quindi anche l’arte, è un

PROTESTE CREATIVE

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investimento di lunga durata che forma il cittadino, che lo accompagna nella sua crescita culturale. Desideriamo essere un punto di riferimento culturale per il territorio”. Sorride: “Almeno ci proviamo”. Ci racconta le iniziative che animano il Museo Civico, una più interessante dell’altra. Ci colpisce in modo particolare la NOTTE AL MUSEO dove i bambini di età compresa tra gli otto e i quattordici anni vivono un’esperienza di familiarizzazione con l’arte: entrano alle ore 20.00 e svolgono attività fino alle ore 01.00, dormono al museo e, quando si svegliano, fanno co-lazione tra le opere d’arte, infine rielaborano questa esperienza con loro creazioni artistiche. La Dott.ssa De Simone ci tiene a sottolineare che questa protesta non è “contro” qualcosa ma una richiesta di risposte, l’espressione di una volontà di condividere e affrontare insieme le problemati-che legate all’aspetto culturale toccato dalla crisi di questo tempo. Con questa protesta creativa e i suoi percorsi dimezzati si è voluto far riflettere sul patrimonio storico-artistico e archeologico del nostro territorio e sulla situazione in cui versano i beni culturali nella nostra regione. Inoltre i cittadini sono stati sensibilizzati alle problematiche e messi a conoscenza non solo di quanto accadrà plausibil-mente alla fruizione dei beni artistici e culturali ma soprattutto di quanto sia profondo il bisogno di co-noscenza e scoperta. La fruizione dimezzata dell’arte e delle sue potenzialità espressive e comunicative è stata esperienza diretta del rapporto che ciascuno ha con l’arte. Torneremo per la metà che ci è stata sottratta.Entrando al Museo Civico sulla porta leggiamo: “Di tutto conosciamo il prezzo, di niente conosciamo il valore” (F. Nietzsche), uscendo ce lo lasciamo alle spalle.

www.regione.lazio.it/musei/rieti/www.comune.rieti.it/Cultura_eventi/museo/default.htmwww.modernautomatamuseum.comwww.mezzimusei.it

PROTESTE CREATIVE

DI TUTTO CONOSCIAMO IL PREZZO, DI NIENTE CONOSCIAMO IL VALORE F. Nietzsche

SEmag

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EMOZIONI DIMEZZATEil potere suadente della musica

di Veronica Castellano

Risveglia, suscita, amplifica, commemora, rievoca, stordisce, devia, anestetizza, ricorda. Le parole sono mie o le sta suonando lei? Al pianoforte Alessandra Celletti, concerto solista per la Festa dei Mezzi Mu-sei del Lazio (protesta creativa per il dimezzamento dei fondi destinati ai Musei, agli Archivi Storici e alle Biblioteche della Regione Lazio ad opera della Giunta Regionale) presso Palazzo Vecchiarelli, Rieti.Capita, a volte, che qualcuno seduto in platea duran-te una rappresentazione artistica inizi a chiacchie-rare con il vicino. Disturba la fruizione dell’arte ma oltremodo lo scorrere delle emozioni, il ripercorrere sentimenti vissuti, i sogni, i vuoti, i desideri. A disturbare l’esecuzione della Celletti non è nessuno dei presenti ma lei stessa: interrompe a metà i suoi brani lasciandoci in un silenzio devastante. Lei smette di suonare, io smetto di scrivere.Ascolto e penso agli artisti. L’arte muove da una esigenza espressiva dell’artista. L’arte, senza la possibilità di fruizione, perde il suo valore sociale, la sua portata educativa, il suo impatto emotivo, la sua missione: comunicare emozioni e generare sensazioni. Se bruciassero metà dei pianoforti

esistenti al mondo, quanta creatività rimarrebbe inespressa, quante emozioni non vissute, quanto dolore non goduto, quanta gioia non commossa. L’arte la amiamo e la viviamo per l’ingordigia di noi, per l’amore di noi stessi. Essa va oltre la sua bellezza estetica e sensoriale e ci spinge dentro di noi, in quella interiorità che esaltiamo con lei. Con le composizioni della Celletti accordiamo sentimenti e pensieri, la sua musica sembra conoscere e contene-re ogni turbamento.Alessandra Celletti non ci concede una esecu-zione completa nemmeno per il bis. Leggiamo nel programma dell’evento la sua dichiarazione: “Aderisco convintamente a una protesta politica fatta finalmente con poesia e creatività: l’iniziativa dei Mezzi Musei. È un modo surreale e forte di bat-tersi per richiamare l’attenzione sulle conseguenze dolorose provocate dalla miope scelta di dimezzare i fondi destinati ai Musei, agli Archivi Storici e alle Biblioteche della Regione Lazio. Quindi mi siederò al pianoforte e suonerò le mie composizioni solo per metà [...]”.“Ci ha regalato questa dolorosa esperienza” com-menta la Direttrice del Museo Civico di Rieti,

Dott.ssa Monica De Simone, con entusiasmo, rabbia e commozione. L’Assessore alla Cultura del Comune di Rieti, Prof. Gianfranco Formichetti, presente in sala, ci dice: “L’impegno del Comune nel promuovere la cultura e le strutture che la ospitano è tanto. L’af-fluenza massiccia alla manifestazione dei Mezzi Mu-sei conferma quanto i cittadini siano amanti dell’arte e frequentatori dei luoghi a essa legati. Non posso condividere la scelta della Regione Lazio”.Inattaccabile la forma di protesta, indecente il vuoto che lascia il silenzio. L’impossibilità espressiva dell’arte, ben rappresentata in questa forma di protesta creativa, ci spinge a vivere un’interruzione delle nostre emozioni. È profanata l’alchimia del desiderio. Capiamo provando.

www.mezzimusei.itwww.alessandracelletti.com

EMOZIONI DIMEZZATEil potere suadente della musica

“Disturba la fruizione dell’arte ma oltremodo lo scorrere delle emozio-ni, il ripercorrere sentimenti vissuti, i sogni, i vuoti, i desideri”

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L’atmo-sfera intensa e leg-

gera ha accolto tutti in un abbraccio discreto ma profondo.

Dopo sei mesi riprende a Rieti MUSICA IN OSPEDALE, il progetto con cui l’Associazione Culturale Musikologiamo porta la musica in ospedale, al reparto di Radiote-

rapia Oncologica del San Camillo de Lellis. Antonio Sacco, presidente

di Musikologiamo, ci racconta il perché di questo progetto: “Spesso il malato perde il contatto con la realtà, la sua vita

diventa disagio e depressio-ne, perde alcune di quelle capacità che gli

permettono il fluire del tempo e delle circostanze. La musica in ospedale è un modo per mantenere un contatto con la vita quotidiana. Rivivia-

mo le persone nel contatto con la musica”. Il 03 marzo 2012 sono ripresi i concerti in ospedale, dopo mesi di interruzione dovuti ai lavori in corso per approntare un nuovo

macchinario per l’esame TAC (un ringraziamento particolare va all’Avv. Innocenzo de Sanctis, Presidente della Fondazione Varrone, che, attraverso la fondazione, ha contribuito in maniera importante all’acquisto del

nuovo macchinario). L’appuntamento con il MUSÌ TRIO, composto da Sandro Sacco (flauto), Ovidio Ovidi (clarinetto) e Paolo Paniconi (pianoforte), è al reparto di Radioterapia Oncologica. Scendiamo le scale, percorriamo corridoi, un sentiero che porta da un’altra parte, in un’altra vita, quella sotterranea e nascosta, dolce e delicata, di

chi vive con pacato sentimento l’altra faccia della medaglia. Ci accoglie un piccolo teatro allestito nella hall del reparto. Si chiacchiera, si ride, ci si incontra, prima e dopo il concerto. Un intervento del Dott. Prof. Mario Santarelli, primario del reparto, mette subito le cose in chiaro: “Siamo in una fase di crisi del sistema e della società ma non bisogna far calare l’attenzione verso i pazienti. MUSICA IN OSPEDLE riprende i suoi appuntamenti con cadenza mensile”. Il Maestro Paniconi in sottofondo suona Lucio Dalla. Inizia il concerto. Da Offenbach a Faurè, da Rossini a Rota, da Morricone a Shostakovich, per finire con Libertango di Piazzolla.La musica ha da sempre un ruolo profondamente importante nell’evoluzione dell’uomo, in tutte le fasi che

“DOVE LE PAROLE FINISCONO, INIZIA LA MUSICA” Christian Johann Heinrich Heine

di Veronica Castellano

“Spesso il malato perde il contatto con la realtà, la sua vita diventa disagio e depressione, perde alcune di quelle capacità che gli permetto-no il fluire del tempo e delle circo-stanze. La musica in ospedale è un modo per mantenere un contatto con la vita quotidiana. Riviviamo le persone nel contatto con la musi-ca”

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“DOVE LE PAROLE FINISCONO, INIZIA LA MUSICA”C.J.H. Henie

“Dove fiorisce il rosmarino c’è una fontana scura dove cammina il mio destino c’è un filo di paura qual’è la direzione nessuno me lo imparò qual’è il mio vero nome ancora non lo so

Quando la luna perde la lana e il passero la strada quando ogni angelo è alla catena e ogni cane abbaia prendi la tua tristezza in mano e soffiala nel fiume vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume”

CANTO DEL SERVO PASTORE ‐ Fabrizio De Andrè www.musicainospedale.itwww.musikologiamo.it

accompagnano la sua vita, nel tempo quotidiano e in quello extra-ordinario. Musikologiamo lo sa bene e lo mette in pratica. Molteplici sono i progetti che hanno preso corpo in questi anni, nonostante le difficoltà e lo scetticismo che incontrarono all’inizio dell’avventura nel 2004 quando, al primo concerto in ospedale, in platea c’erano tre persone. Tutt’altra storia oggi. Sala piena. Nel tempo, grazie ai contributi economici di associazioni, sponsor e privati, l’Associazione Musikologiamo ha dotato l’ospedale di strumenti musicali, amplificatori e materiale affinché il reparto sia indipendente nel gestire con i pazienti, degenti e non, attività legate alla musica. Nell’attesa di una visita o di un esame perché non cimentarsi in un po’ di musica dal vivo. Questo progetto sta prendendo corpo in una collaborazione tra il reparto di Radiote-rapia Oncologica e Musikologiamo per consentire ai pazienti di suonare o imparare a suonare nei tempi di attesa ospedaliera. La musica può intervenire fa-vorevolmente per creare nuovi momenti di sollievo, aggregazione, sostegno, per rivisitare un concetto di vita che necessariamente assume un’altra forma. Il silenzio e l’apatia che spesso avvolgono i pazienti nel tempo della malattia tendono all’isolamento della persona mentre invece sono indispensabili la condivisione e la comprensione. Per aiutare ad affrontare un momento difficile caratterizzato da una trasformazione emotiva ricca di contraddizioni MUSICA IN OSPEDALE apporta il suo contributo.

SEmag“DOVE LE PAROLE FINISCONO, INIZIA LA MUSICA”C.J.H. Henie

Prossimi appuntamenti ad aprile, non solo il concerto in ospedale ma anche un momento di incontro e confronto, nella settimana della cultura (14 – 22 aprile 2012), con un convegno sui RISVEGLI CON LA MUSICA.

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Impara l’arte e mettila

da parte. Non all’Officina dell’Arte e dei Mestieri di Rie-

ti, realizzata dall’Associazione Mu-sikologiamo di Rieti in collaborazione

con Aesop Studio di Fara Sabina. Qui l’arte è il primo passo per crearsi un mestiere, per imparare come realizzare concretamente i sogni. Ha inaugurato

oggi questo luogo di aggregazione, sperimentazione, conoscenza. L’Officina è il frutto del lavoro e dell’impegno di chi ne ha progettato aspetti culturali, artisti e pratici vincendo

il bando promosso dalla Regione Lazio nell’ambito dell’iniziativa “Sviluppo di una rete regionale di Officine dell’Arte”. Il progetto è promosso dalla Presidenza del Consiglio

dei Ministri – Dipartimento della Gioventù, dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, dalla Provincia di Rieti e dal Comune di Rieti. L’Officina è aperta ai giovani

e non, che desiderano scoprire l’arte mettendoci le mani: musica, danza, pittura, scultura e cinema sono le macro discipline attorno a cui stanno prendendo corpo i progetti. Il Comune di Rieti ha messo a disposizione i locali dell’ex Centro Giovanile in Viale Maraini, 75 in cui sono state adibite quattro sale dotate di strumentazioni per le attività: batterie elettroniche e acustiche, chitarre, tastiere, mixer, microfoni, impianti di registrazione, com-puter e telecamere professionali. Due ampie terrazze e un enorme giardino attendono l’estate per le attività culturali all’aperto. Lo scopo principale

di questo progetto è offrire ai giovani un luogo di aggregazione in nome dell’arte quale possibilità di futuro non solo per coltivare le

passioni ma anche per trasformarle in un mestiere. Docenti pro-fessionisti tengono corsi, seminari e laboratori nei vari ambiti

artistici e seguono i ragazzi nella realizzazione pratica delle loro doti artistiche.

Poco dopo le 11.00 del 12 marzo 2012 la Dott.ssa Gabriella Sentinelli, Assessore

Regionale all’Istruzione e alle

Politiche Giovanili, e il Dott. Francesco Tancredi, Assessore Provinciale alle Politiche Giovanili, hanno tagliato il nastro e scoperto la targa dell’Offici-na dell’Arte e dei Mestieri di Rieti. Entrambi gli Assessori, durante la conferenza, tenutasi nella sala “Broadway”, la più grande dell’Officina, hanno sottolineato più volte quanto sia importante che questo progetto conduca i giovani verso l’apprendi-mento pratico di un mestiere, partendo proprio dalle quattro ragazze che qui hanno trovato occupazione. Caterina Battistelli, Tiziana Guadagnoli, Roberta Lucandri e Silvia Santilli esprimono il loro entusia-smo e coinvolgimento in questo progetto che le vede protagoniste su più fronti: dalla gestione logistica degli spazi ai contatti con l’esterno, dalla cura dei lo-cali al supporto ai ragazzi che frequentano l’Officina. La Battistelli, psicologa, ribadisce l’importanza di questo progetto: “è un bene della collettività, uno spazio costruttivo che diventa occasione ed esempio per i ragazzi”.Quello che si temeva potesse essere un tasto do-lente per le attività, il centro anziani al pian terreno dell’edificio, si è invece dimostrato occasione di confronto e collaborazione. Il Sig. Benito, rappre-sentante del Centro Anziani del Comune di Rieti, si è detto estremamente felice della presenza dei giovani e si è dimostrato disponibile a offrire la sala da ballo per accogliere le rappresentazioni artistiche prodotte dai ragazzi. Il suo augurio è che per i giovani ci sia modo di esprimersi e lavorare con

IL MESTIERE DELL’ARTE

IL MESTIERE DELL’ARTE

di Veronica Castellano

“La condivisione delle idee e delle doti personali crea professionalità e quindi mestieri. L’Officina dà l’input e i ragazzi ci mettono il sogno”

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eti in questo progetto. L’Officina, dice Antonio, “deve essere un contenitore di idee sostenuto dalle stesse idee”. Di collaborazione parla anche l’Assessore Tancredi riferendosi ai media locali coinvolti e alla programmazione da fare sul territorio, a prescindere dal colore politico. In una breve intervista ci dice: “La condivisione delle idee e delle doti personali crea professionalità e quindi mestieri. L’Officina dà l’input e i ragazzi ci mettono il sogno”.Nel pomeriggio torniamo all’Officina, l’inaugura-zione continua tutto il giorno con le porte aperte agli iscritti e a chi desidera curiosare tra le sale e le attrezzature. Tra i presenti il Maestro Luciano Torani, uno dei più prestigiosi tecnici del suono del panorama italiano contemporaneo. Ha collaborato

l’arte affinché questa possa diventare parte concreta del loro futuro. Un grande incoraggiamento anche dal Dott. Fabio Carosi, direttore creativo della Studio Evento, ideatore dei due video di presentazione dell’Officina: “Per essere artisti non bisogna essere folli né spettacolari ma normali. Se si è giovani e si sta insieme è già una forma d’arte. Pensare di diventare Jimy Hendrix è quello che fa diventare l’arte un mestiere”. L’intervento di Antonio Sacco, presidente di Musikologiamo, ribadisce l’importanza dell’occupazione data alle quattro ragazze dipenden-ti dell’Officina, della felicità e della responsabilità che questo rappresenta per lui. Sottolinea la rete di relazioni che l’Officina ha già all’attivo con molteplici Associazioni e la volontà di coinvolgere la città di Ri-

Giorgia. C’è anche Stefano Pozzovivo, storica voce di

IL MESTIERE DELL’ARTE IL MESTIERE DELL’ARTE

www.officinadellarterieti.itwww.aesopstudio.comwww.musikologiamo.it

SEmag

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di Veronica Castellano

Il racconto ha la forza emotiva della rievocazione. Per questo ancora oggi si festeggia l’8 marzo richia-mandosi a un fantomatico incendio in cui persero la vita alcune operaie in protesta rinchiuse in fabbrica dal proprietario che voleva impedir loro di scendere in strada a manifestare. Questo episodio, accaduto probabilmente nei primi del ‘900, non trova una collocazione storica reale. Le versioni sono molte-plici ma di nessuna si trova dimostrazione concreta. Ciononostante è ancora oggi vivo il riferimento all’incendio per rievocare il sacrificio delle donne e festeggiarlo nella giornata dell’8 marzo. Il bisogno di una narrazione evocativa per questa giornata ha attraversato tutto il ‘900 resistendo ancora oggi.La verità storica dell’8 marzo come Giornata internazionale delle donne invece esiste ed è ricca di accadimenti, valori, simboli che si articolano lungo un percorso iniziato nel 1907 a Copenhagen. Lo leggiamo nelle pagine del libro “Otto marzo. La Giornata internazionale delle donne in Italia” di Alessandra Gissi, Edizioni Viella (2010) e lo abbiamo ascoltato il 10 marzo 2012 presso la Sala Conferenze di Palazzo Dosi di Rieti dove si è svolto un incontro dedicato alle radici storiche della Festa della donna, organizzato dal Comitato Elettorale di Simone Petrangeli, candidato sindaco del centrosinistra per la città di Rieti. Oltre ad Alessandra Gissi, Storica dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e Simone Petrangeli, erano presenti la Presidentes-sa della Società Italiana delle Storiche Dott.ssa Rosanna De Longis, la Prof.ssa Elisabetta Celestini e l’attrice Tosca.

La narrazione, sottolinea la Prof.ssa Celestini, è il modo migliore per raccontare perché trasforma la storia nell’esperienza di chi ascolta, in grado di sol-lecitare altre esperienze. È necessario quindi andare oltre. Gli storici, i sociologi e gli antropologi hanno trascurato le origini della Giornata contribuendo così al diffondersi di una identità fatua dell’8 marzo. La Gissi nel suo testo ripercorre le tappe storiche, i presupposti, i temi, le relazioni e i valori legati a questa giornata fornendo il quadro degli accadimenti e delle spinte propulsive che portano ancora oggi a festeggiare. L’autrice confessa di aver rivalutato l’8 marzo dopo gli studi e gli approfondimenti fatti per la stesura di questo testo. Ammettiamo anche noi di avere oggi una visuale diversa di questa ricorrenza. Abbiamo letto il libro.

L’8 marzo, divenuto solo nel secondo dopoguerra un appuntamento fisso per le donne italiane, affonda le sue radici nella prima Conferenza internazionale delle donne socialiste tenutasi a Copenhagen nel 1907, dove Clara Zetkin invitava le donne proletarie di tutto il mondo a unirsi. Nel 1910 la stessa Zetkin, in occasione della seconda Conferenza internaziona-le delle donne socialiste, in cui si riuniscono donne provenienti da 17 paesi, propone di istituire una manifestazione annuale relativa alle tematiche fem-minili, con particolare attenzione alla rivendicazione suffragista. L’obiettivo principale e più immediato era quello di ottenere il diritto di voto. Perplesse furono le reazioni. In Italia nei festeggiamenti del Primo maggio 1911 compaiono i primi interventi pub-

STORIA DELL’8 MARZO:DALLA LOTTA ALL’EVOCAZIONE

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“AVANTI CON IL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE''“UGUALE LAVORO, UGUALE SALARIO”“VOGLIAMO IL PANE E LE ROSE”“LA PIAZZA É DONNA”“LE MIMOSE? NO GRAZIE, PREFERIAMO IL FUTURO”

blici delle donne. Il 2 marzo del 1913 “La difesa delle lavoratrici” annunciò una manifestazione internazio-nale femminile prevista per quel giorno in Germania, Austria, Olanda, Svizzera, America e Russia, mani-festazione di grande rilevanza politica per saldare i rapporti fra le militanti socialiste di varie nazioni e per sottolineare la demarcazione fra il movimento socialista e il femminismo borghese. Il 1914 è l’anno del primo vero 8 marzo dove in Germania si vuole, da una parte, rendere onore alla Comune parigina della primavera del 1871 e, dall’altra, dimostrare che il partito socialista è in favore del suffragio femminile. La scelta della data dell’8 marzo coincide con la giornata inaugurale della “Settimana rossa” della propaganda e del reclutamento del partito. Il manifesto disegnato per l’occasione è rimasto uno dei più famosi: al centro campeggia una donna scal-za, non giovanissima (simbolo della consapevolezza degli sforzi fatti sino a quel momento), con il volto imperioso, che sventola una bandiera emblema del credo comune. Il forte contrasto cromatico dato dal bianco, rosso, giallo e nero è in linea con la durezza quasi violenta dello slogan “Avanti con il diritto di voto alle donne!”. L’8 marzo 1917 a Pietrogrado manifestano coraggiosamente le operaie chiedendo il pane per i propri figli e il ritorno a casa dei mariti dalle trincee. Nello stesso anno le donne socialiste di Ginevra accostano al diritto di voto lo slogan: “Uguale lavoro, uguale salario!”. Nell’Italia dei primissimi del ‘900 ancora non si assiste ad alcuna manifestazione ma vanno consolidandosi lentamen-

te le principali organizzazioni di categoria femminili. La posizione politica del nostro paese in quegli anni era poco chiara, anche il partito socialista che voleva affrontare la questione femminile non dava segni di presa di posizione definitiva.Un anno importante è il 1921 quando la scissione del Partito socialista e la nascita del Partito comu-nista mettono in risalto le questioni interne legate alla Giornata: il Psi viene accusato di aver ignorato le celebrazioni e le donne socialiste rispondono di non averlo voluto festeggiare per non legare la cam-pagna suffragista al movimento delle femministe borghesi. Le donne socialiste rivendicano l’8 marzo legandolo indiscutibilmente alla necessità di una rivoluzione socialista universale. Nel marzo dello stesso 1921 le donne comuniste cercano di conferire enorme rilievo alla prima celebrazione della Giornata internazionale delle donne, non senza una vena polemica nei confronti del Psi. Nel 1922 l’8 marzo assume contorni completamente differenti e viene inglobato nella lotta contro il fascismo. La festa è troppo giovane per ancorare alla data una ricorrenza e sfidare il regime per onorarla. Il regime fascista non trascura di dedicare alle donne una ricorrenza: la Giornata della madre e del fanciullo, al di là della quale però rimane vivo ma silenzioso l’8 marzo della lotta politica e sociale. Il 1945 è l’anno in cui ripren-dono i festeggiamenti per l’8 marzo dove, a Roma, nell’aula magna del Liceo Visconti, prendono corpo i temi della lotta per la cacciata dei tedeschi, contro la fame, il freddo e la miseria, per ottenere un futuro

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STORIA DELL’8 MARZO:DALLA LOTTA ALL’EVOCAZIONE

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all’insegna della libertà e del progresso. Le donne di tutte le associazioni, di diversi fronti politici e stampi religiosi si uniscono all’insegna degli interessi comuni. Secondo le possibilità si festeggia in tutta Italia dove le donne dell’Udi (Unione donne italiane) ottengono faticosamente il permesso di avere libero il pomeriggio dell’8 marzo. È stata proprio l’Udi a conferire alla Giornata il suo senso politico, la sua organizzazione e la sua forza di propulsione, raggiun-gendo 400.000 iscritte dopo un solo anno di vita.Per le donne uno dei problemi profondi di questo tempo è la rielaborazione dell’esperienza del conflit-to e della Resistenza, il blocco insuperabile dovuto a prigionia, torture e stupri prende il volto del pudore, avallato da un contesto poco disposto all’ascolto e alla condivisione. La svolta decisiva arriverà solo negli anni ’70 quando la pubblicazione del libro “Le donne di Ravensbrück” di Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Bruzzone porta allo scoperto i temi della deportazione femminile e della forza delle donne nel resistere e rinascere.L’8 marzo 1946 le donne escono timidamente dall’accanimento della guerra, in una tappa di passaggio tra il prima e il dopo, componendo e distribuendo versi poetici insieme a un rametto di mimosa, pianta stagionale ed economica. Si festeggiano la fine della guerra, la fine del fascismo, il riaffermarsi della democrazia, il desiderio di emancipazione e di elevamento culturale e sociale della donna e il diritto al voto ottenuto nel 1945. Nel 1946 la Giornata internazionale delle donne riceve finalmente l’attenzione della stampa quotidiana. L’8 marzo 1947 si festeggia all’insegna delle 21 donne elette alla Costituente, rappresentanza femminile che, con trasversalità, cerca di coniugare diverse culture politiche e sociali.Nel tempo la giornata conquista spazio e attenzione, connotandosi come momento di lotta e di festa

all’insegna della dimostrazione concreta delle capa-cità organizzative delle donne, delle loro attitudini imprenditoriali, di sensibilità artistica e di estese capacità relazionali. Rivendicazioni e impegno si orientano verso il diritto delle donne al lavoro con la difesa dell’occupazione femminile e la parità salariale.Nei primi anni ’50 il riferimento alla Rivoluzione russa come base della Giornata è ingombrante così si comincia a fare richiami e riferimenti a episodi verosimili legati a un movimento operaio degli Stati Uniti per poi ancorarsi definitivamente al mito delle operaie carbonizzate in una fabbrica. In questi anni il cuore della Festa della donna è la pace, relegando in secondo piano i temi dell’emancipazione. Nono-stante ciò molte delle manifestazioni di quel tempo hanno carattere eversivo contando arresti, morti, e feriti perché affrontate e gestite come movimenti di antagonismo politico e insubordinazione. Il benes-sere economico che cambia il volto dell’Italia tra il 1958 e il 1963 vede le donne protagoniste di questo nuovo tempo. Anna Magnani, Gina Lollobrigida, So-fia Loren e Virna Lisi sono le protagoniste, l’8 marzo, di una serie di copertine della rivista “Noi Donne” che, nella seconda metà degli anni ’50, diviene un vero e proprio rotocalco. Accanto ai temi consumi-stici che caratterizzavano la Giornata si affianca un importante risultato per le donne: nel 1960 vengono eliminate le differenze retributive tra uomini e don-ne. Negli anni ’60 sono centrali i temi dei diritti al lavoro, della qualità di vita e della maternità per le lavoratrici. Nella Giornata internazionale delle donne negli anni ’70 ai temi del lavoro si affiancano quelli delle politiche sociali in un distanziamento dai partiti e dalle organizzazioni di massa per la conquista di un’autonomia sia collettiva che individuale. In questi anni viene messo profondamente in discussione il rapporto tra i sessi e il femminismo contribuisce a

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trasformare la coscienza e la vita delle donne. Lo slogan del tempo era: “Vogliamo il pane e le rose”. Nel 1972 per la prima volta le femministe scendono in piazza per celebrare la Giornata internazionale delle donne riunendosi a Campo de’ Fiori dove, sedu-te per terra, cercano di trascorrere un pomeriggio di confronto e condivisione. Con il volantino di quei giorni si vuole comunicare a tutte le donne, siano esse operaie, impiegate, insegnanti, disoccupate, casalinghe, con il riferimento al denominatore comune dell’assoggettamento della condizione femminile al predominio maschile. Appare anche Jane Fonda inseguita dai fotografi. Nelle cronache giornalistiche di quel giorno si legge che alcune delle donne presenti abbiano aggredito gli agenti di polizia mentre secondo “Paese Sera” sono stati gli agenti ad aggredire le manifestanti. La reazione sociale e mediatica a una così radicale presa di posizione delle donne in merito ai temi di liberazione sessuale, separatismo, autocoscienza e autodeter-minazione, è stata dura e di assoluta chiusura. L’8 marzo del 1974 è caratterizzato dal referendum per la legge sul divorzio. Il 1975 è l’Anno internazionale delle donne: le Nazioni Unite celebrano per la prima volta l’8 marzo come Giornata internazionale delle donne. L’8 marzo 1975 predomina il tema della salute delle operaie con riferimento ai disturbi nervosi, alle conseguenze psicosomatiche e alle malattie psichiche dovute a una mancanza di tutela della fragilità emotiva delle donne. L’ 8 marzo 1976 si svolge a Roma una manifestazione studentesca al

femminile che il giornale “L’Espresso” incornicia con un titolo che denota un nuovo scenario: “La piazza è donna”; nello stesso anno le confederazioni sinda-cali indicono a Milano un’ora di sciopero generale per l’occupazione femminile. Nel 1977 viene varata la legge 903 sulla parità in materia di lavoro in cui si passa dal concetto di tutela per la donna al principio del diritto di parità nel campo del lavoro. Sempre nel ‘77 l’Assemblea generale dell’Onu adotta la risolu-zione 32/142 che invita gli Stati membri, nel rispetto delle loro tradizioni storiche e nazionali, a indire una “Giornata delle Nazioni Unite dei diritti delle donne e della pace internazionale”, occasione in cui molte nazioni scelsero l’8 marzo.Gli anni ’80 si aprono con l’entrata del femminismo cattolico nelle celebrazioni dell’8 marzo, caratteriz-zato da una folla mai presente prima alle manifesta-zioni e agli incontri. I temi femminili si accostano a quelli universali della guerra e del disarmo. L’8 mar-zo 1983 migliaia di donne manifestano davanti alla base Nato di Comiso con lo slogan: “Le mimose? No grazie, preferiamo il futuro”. L’estensione della comunicazione politica si apriva in quegli anni al circuito internazionale, dando luogo a una coesione mai raggiunta prima. Negli anni successivi i temi furono quelli dell’ecofemminismo, della transcul-turalità e della critica alla globalizzazione fino ad arrivare agli anni ’90, dove ha predominato il tema delle pari opportunità.Nell’ultimo decennio l’8 marzo ha perso la forza propulsiva, disgregandosi nel divario generazionale,

nelle difficoltà di comprensione e comunicazione su più piani: credenziali educative, competenze, specializzazioni e occupazione femminile. Un nuovo impulso verrà probabilmente dalle giovani genera-zioni di donne che si interrogano su come difendersi, sia a livello collettivo che individuale, da una nuova ondata di discriminazione.

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www.unionedonne.altervista.orgwww.viella.it/libro/15www.noidonne.org

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NELLA MIA ORADI LIBERTÀ

di Veronica Castellano

NELLA MIA ORA DI LIBERTÀ

Cosa hanno in comune un detenuto e Leopardi, un detenuto e una rock star, un detenuto e un poeta, un politico e Picasso? Di Leopardi si dice avesse un animo turbato e per questo le sue poesie dense di fiorente tormento, di una rock star dalla vita sbandata che da essa tragga l’energia rock di testi e sound, della droga dei poeti che fosse la necessaria alterazione da cui potesse nascere il senso altro e maledetto della vita, della droga dei politici che sia quasi onesta, dal taglio che Picasso inflisse al suo orecchio si dedusse che fosse psicopatico, condizione necessaria per essere un artista straor-dinariamente creativo. E Pomponio Zella che è tutte queste cose insieme e molto di più? Si dice che è un detenuto.“Guardia...aria...guardia!”Il Teatro dei Condomini in Rieti è carcere per una notte. Prigionieri emotivi dei PRESI PER CASO, gruppo teatrale composto per 11/14 da ex detenuti del carcere di Rebibbia, abbiamo vissuto in cella con Pomponio Zella un po’ più di un’ora. “NELLA MIA ORA DI LIBERTÁ” con Giampiero Pellegrini, testi e monologhi di Salvatore Ferraro, e con M.

Nasini, M.A. Rotondi, S. Ferraro, G. Petrella agli strumenti. Come fai a non diventare un delinquente se ti chiami Pomponio? Cominci da piccolo: risse con i compagni di classe, impietosi con il tuo nome, poi passi al furto delle merendine per vendicarti e da lì il gioco è fatto. Un attore e quattro musicisti narrano, rievocano, riflettono nel tempo dell’ora d’aria del mattino. Tra una lacrima e un sorriso, come si dice a Roma, si dipana il vissuto di un detenuto che ride, soffre, pensa, cela a se stesso la drammaticità della sua condizione per poi rivelarla e nuovamente risollevarla. Lo spettacolo usa il campo neutro del teatro per una critica agrodolce al sistema giuridico e penitenziario. Si comincia subito con una rifles-sione “pertinente” e irriverente: un detenuto costa allo Stato circa 150,00 euro al giorno: “se me ne davano pure la metà, da ‘mo che avevo smesso de andà a rubbà”. Da questa battuta, attraverso tutto lo spettacolo, Pomponio alterna le sue riflessioni ai suoi sentimenti fino, in conclusione, a considerare la libertà dei liberi: tutte le persone libere che sono libere e non riescono a godersi un’ora libera. La tentazione di svelare battute e contenuti è fortissima tanto è denso il testo di considerazioni intelligenti ed emozioni profonde. Il ritmo drammaturgico non perde un colpo. Le musiche accompagnano le parole e i gesti di Pellegrini, guidano tra le pareti sempre più strette della cella, nel rapporto tra il detenuto e la moglie, nel tempo immobile del carcere, nella solitudine e nello svago. Ironia e amarezza, scherno e affabulazione, sproloquio e poesia, cabaret e

“Tra una lacrima e un sorriso, come si dice a Roma, si dipana il vissuto di un detenuto che ride, soffre, pen-sa, cela a se stesso la drammaticità della sua condizione per poi rivelar-la e nuovamente risollevarla”

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drammaturgia, luce e buio, immobilità e movimento, corpo vivo e corpo morto, silenzio e frastuono, apatia ed emozioni, musica e monologo. Contraddizioni dell’esistenza. Ogni assente è presente nell’inter-pretazione di Pellegrini e nella bravura di Ferrero, autore dello spettacolo: la moglie di Pomponio, la figlia, il padre, la madre, il giudice, le guardie, “ u cumpare”, i compagni di prigione. Però la vita in carcere tutto sommato non è male, se non fosse per l’inganno iniziale: nel Codice Penale c’è scritto che la reclusione è solo una limitazione della libertà personale. I PRESI PER CASO fanno, tutti insieme, 54 anni di carcere e un’ora di spettacolo che moltiplica, sottrae e divide le loro esperienze per 100 vite vissu-te e 100 non vissute. Muove al riso più che al pianto questo carcere leggero sul palco del Teatro dei Condomini, allenta la tensione, ammorbidisce i temi, risalta l’ironia, incuriosisce il pensiero e, con il ritmo giusto, accompagna, incalza e sottolinea parole e sentimenti. Di gioia e di amarezza si ride.

NELLA MIA ORA DI LIBERTÀ SEmag

www.presipercaso.it

BETTO ILCASSONETTO

di Veronica CastellanoCassonetti di parole o parole di cassonetti? Il nuovo libro per bambini di Stefano Mariantoni, BETTO IL CASSONETTO, salta fuori da un contenitore pieno di parole abbandonate. Così l’autore e l’illustratrice del testo, Lucia Ricciardi, raccontano la storia del volume dedicato alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Una platea di piccoli e grandi uditori ascolta la storia di Betto, un cassonetto stanco dei rifiuti che non vogliono più convivere tutti insieme. Per Tristina la lattina, Marta la carta, Fantastica la bottiglia di plastica e Pietro il barattolo di vetro, la conviven-za dentro un unico cassonetto è diventata ormai un’ingiustizia così decidono di ribellarsi di fronte a una scuola elementare. La piccola Silvia, protago-nista del libro, sarà la portavoce del desiderio dei

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materiali riciclabili di essere riutilizzati per vivere nuove avventure. Naturalmente stampato su carta riciclata, il testo è affascinante e istruttivo per grandi e piccini. Divertente e incalzante la storia, splendidi i disegni, utilissima la spiegazione delle più diffuse simbo-logie dedicate alla raccolta differenziata, BETTO IL CASSONETTO ha incuriosito la platea della Libreria Moderna Dionisi Petrini di Rieti, via Garibaldi 272, dove si è tenuta, domenica 19 febbraio 2012, la presentazione del libro. I disegni originali, in mostra sugli scaffali, sono stati realizzati dalla Ricciardi su materiali alternativi ai tradizionali fogli di carta: pezzi di legno, scatoloni e retro di poster sono stati il supporto per le illustrazioni. Mantengono la loro originalità anche nel libro dove lo sfondo delle parole e dei disegni richiama la carta spiegazzata, il cartone e il materiale da imballaggio. “La veste grafica del racconto è coerente con la storia narrata e con il messaggio che essa contiene” ci racconta Mariantoni in una piccola intervista, “questo libro ha una storia particolare, nasce da un riciclo di parole che dopo tanto tempo sono risaltate fuori, proprio come i rifiuti gettati nella pancia di Betto, desiderosi di vivere la loro vita”.

Mariantoni, insegnante e giornalista, dedica questo libro a “LA LOKOMOTIVA” ONLUS che dal 2004 è impegnata nel sostegno dei progetti idrici in Africa; la Ricciardi, grafica e illustratrice, lo dedica a Sara e Sofia per le quali è un diritto credere ancora in un domani con un cielo azzurro. BETTO IL CASSONETTO è un volume in cui si intrecciano tante realtà e tanti progetti. Vincitore del Primo Premio alla VII edizione del Concorso letterario Nazionale “Onda d’Arte” – Ceriola (Savona), è stato distribuito in alcune scuole elementari del Lazio dove ha riscontrato grande entusiasmo tra gli alunni, già sensibili al tema della raccolta differenziata. A Rieti è stato trasformato in un musical da piccoli artisti della scuola dell’infanzia e primaria, l’incasso dell’evento, tenutosi lo scorso giugno al PalaSojourner, è stato devoluto all’ALCLI, OLTRECONFINE e UNICEF. Una parte, invece, dei ricavati delle vendite del libro sostiene i progetti di LEGAMBIENTE. Un’occasione a portata di bambino per la scoperta del colorato mondo dei rifiuti, per la sensibilizzazione all’utilizzo sapiente degli oggetti e al rispetto dell’ambiente, è divenuta rete di sostegno sociale e solidale. Un format educativo straordinario.La presentazione del libro apre la mostra collettiva di tre illustratrici le cui opere rimarranno esposte,

sempre presso la Libreria Moderna Dionisi Petrini, fino al 17 marzo 2012. La mostra NARRAMI UNA STORIA, curata da Barbara Pavan, offre un itinerario fantastico e fantasioso tra gli scaffali della libreria, cornice dei dipinti dedicati al mondo dei bambini di Ilaria Novelli, Enrica Pizzicori e Lucia Ricciardi.Ilaria Novelli, stilista, costumista e performer, che con i suoi acrilici su tela fa vivere le monelle, bam-bine e ragazzine che connotano e caratterizzano le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo. Enrica Pizzicori, illustratrice, produttrice di spettacoli teatrali per grandi e piccini e fondatrice del Festival del Libro di Carrara, che con la sua tecnica mista su tela si ispira alle fiabe e ai racconti, creando opere che armonizzano narrazione e immagini. Lucia Ricciardi, grafica e illustratrice, espone dipinti di tematiche ecologiste su materiali riciclati, un connubio affascinante e divertente che valorizza le sue opere e il libro da lei illustrato “BETTO IL CASSONETTO”.

BETTO IL CASSONETTO SEmag BETTO IL CASSONETTO

www.ilarianovelli.comwww.enricapizzicori.it

“Divertente e incalzante la storia, splendidi i disegni, utilissima la spie-gazione delle più diffuse simbologie dedicate alla raccolta differenziata”

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LA COMUNICAZIONE ECOSOSTENIBILE: cambiamento in verde

di Veronica Castellano

LA COMUNICAZIONE ECOSOSTENIBILEcambiamento in verde

“La nostra terra non ci è stata regalata dai nostri padri ma data in prestito dai nostri figli”. Questo antico proverbio indiano incarna bene il concetto di “ecosostenibile”, tipologia di sviluppo amante e rispettosa del pianeta di oggi e di domani. Merco-ledì 29 febbraio 2012 abbiamo partecipato al III° Seminario informativo sulla sostenibilità ambientale e le buone pratiche per la Pubblica Amministrazione dal titolo “LA SCELTA di CONSUMARE e PRODURRE SOSTENIBILE”, organizzato dall’Assessorato all’Am-biente e Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio presso la sede Incubatore BIC Lazio di Rieti.L’incontro è stato promosso nell’ambito del progetto LIFE PROMISE volto a promuovere la produzione e il consumo sostenibile per ridurre gli impatti ambien-

tali di prodotti di largo consumo (uso domestico e agroalimentare). Cuore pulsante del progetto è la campagna di comunicazione per sensibilizzare, informare e indirizzare i diversi attori del mercato: consumatori, Pubblica Amministrazione, distributori, produttori.Uno degli aspetti toccati durante il seminario dall’economista ambientale Dott. Silvano Falocco è stato il GREEN MARKETING. Nato in America verso la fine degli anni ’90 con l’obiettivo di modificare e comunicare l’orientamento all’ecosostenibilità di aziende, prodotti e processi produttivi, il Green Marketing ha avuto sviluppi estremamente positivi ma anche risvolti nebulosi: ha incentivato lo sviluppo di modalità produttive rispettose dell’ambiente e

“Cuore pulsante del progetto è la campagna di comunicazione per sensibilizzare, informare e indirizzare i diversi attori del mercato”

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PROGETTO LIFE PROMISELe attività sono coordinate dalla Regione Liguria, capofila di progetto, con il supporto tecnico-opera-tivo della Regione Lazio, l’agenzia regionale ERVET Emilia-Romagna Valorizzazione Economica del Territorio, l’Associazione Nazionale delle Coopera-tive di Consumatori e Confindustria Liguria, partner di progetto. Contributo finanziario LIFE+ dell’Unione Europea.Per maggiori informazioni www.lifepromise.it

BIC Lazio - Incubatore di RietiResponsabile Dott.ssa Titta Vadalà.Bic Lazio presente a Rieti dal 2005 con un Incubatore d’imprese per sostenere il sistema imprenditoriale con interventi finalizzati all’innovazione tecnologica e quindi alle crescita economica delle imprese locali.www.biclazio.it/rieti.bic

del consumatore (utilizzo di materiali riciclati per gli imballi, diminuzione di immissione di gas nocivi durante i processi produttivi e distributivi, attenzione e rispetto della natura nel reperimento delle materie prime, utilizzo di tecniche di coltivazione integrata, produzione di cibi più sani e biologici) ma ha anche innescato un meccanismo mistificatorio con il quale molte aziende diffondono messaggi in difesa dell’ecosistema per pulire la propria immagine. È nato così il GREEN WASHING, letteralmente “lavare con il verde”. Alcune aziende si sono appropriate di identità ecosostenibili e solidali ben poco in linea con l’effettivo impatto ambientale negativo che pro-ducono. Le informazioni oggi diffuse e la crescente cultura che i consumatori hanno acquisito relativa-mente al proprio benessere e a quello del pianeta stanno però pian piano riducendo e indebolendo il green washing. A oggi, come ha evidenziato la Dott.ssa Maura Mazzei (Regione Lazio – Direzione Regio-nale Ambiente), i consumatori sono estremamente consapevoli dell’importanza dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistano e sono sempre alla ricerca di informazioni approfondite e certificazioni riconosciute.Il progetto LIFE PROMISE, in linea con la Strategia Europea per lo sviluppo sostenibile (2006) che ha posto particolare enfasi al tema della Produzione e Consumo Sostenibili (PCS) e con il Piano di Azione Europeo su produzione e consumo sostenibili e politica industriale sostenibile (COM 2008/397) che ha individuato una serie di strumenti necessari

all’incremento della produzione e dell’uso di prodotti verdi, sta dando enorme impulso al cambiamento .Il seminario di oggi, definito dal Dott. Aldo Palombo (Regione Lazio – Direzione Regionale Ambiente) un “incontro concreto”, ha messo in evidenza la grande portata dello sviluppo dei sistemi di produzione e consumo ecosostenibili in termini di valore aggiunto, sia per le aziende che per i consumatori, ma ha anche evidenziato le problematicità per gli impren-ditori del territorio di entrare in possesso delle certificazioni verdi e sviluppare processi produttivi ecosostenibili. Grazie alla grande disponibilità dei professionisti coinvolti nel progetto LIFE PROMISE, una tavola rotonda verrà organizzata dalla Dott.ssa Titta Vadalà, coordinatrice dell’Incubatore BIC Lazio, per offrire approfondimenti e soluzioni agli imprenditori che ne hanno necessità.LIFE PROMISE ha messo in atto un piano di comu-nicazione, dialogo e confronto a tutto tondo che prende avvio e si sviluppa intorno ai protagonisti del consumo, generando un cambiamento lento ma profondissimo.

LA COMUNICAZIONE ECOSOSTENIBILEcambiamento in verde

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GREEN FUTURE

di Veronica Castellano Ambiente, salute, green economy, III^ Rivoluzio-ne Industriale, raccolta differenziata dei rifiuti, biomasse. Questi alcuni dei temi più importanti degli ultimi tempi, con iniziative volte alla diffusione di informazioni, alla concretizzazione di iniziative per la sensibilizzare di cittadini, enti e industrie. Che cosa ne sarà del nostro pianeta? Quello che più ci colpisce delle tante riflessioni fatte nella giornata del 6 marzo 2012 a Rieti nei due appuntamenti sulle tematiche ambientali è quella del Dott. Angelo Consoli, Direttore Circolo Europeo per la Terza Rivo-luzione Industriale e Direttore dell’ufficio di Bruxelles di Jeremy Rifkin: “Il problema non è salvare il pianeta ma l’essere umano. Il pianeta ci sopravvivrà comunque”. L’intervento è nell’ambito del convegno: “Il futuro nel presente. Economia ver-de per un nuovo sviluppo del territorio” promosso dal Comitato Elettorale del candidato sindaco del cen-trosinistra per la città di Rieti, Simone Petrangeli. I concetti espressi da Consoli sono chiari: “L’economia è in ginocchio perché va contro gli interessi della popolazione. La scelta entropica di produrre energia fossile e fissile di duecento anni fa ci ha progressi-vamente fatto perdere di vista il ruolo dell’energia nell’economia. La III^ Rivoluzione Industriale prevede un ritorno al modello solare tramite l’utilizzo delle tecnologie moderne. È importante ricominciare dall’uomo e formare professionisti dell’energia che oggi ancora non esistono”. Petrangeli ribadisce la necessità per la politica di tenere i piedi a terra ma

di proiettarsi nel futuro attraverso una incentiva-zione dell’economia locale coniugando le ragioni del lavoro con quelle dell’ambiente. Bisogna far crescere la coscienza di luogo, prosegue, valorizzan-do il paesaggio urbano e locale quale vera risorsa del territorio reatino. Il futuro è nell’economia verde. Il problema, però, non è solo legato alla politica locale quanto alle politiche governative degli ultimi tempi. Il Dott. Paolo Mutti, Amministratore Delegato di Solsonica, azienda leader nella realizzazione di impianti fotovoltaici con sede a Cittaducale (RI), attacca le politiche governative e chiede l’intervento dei politici locali per l’incentivazione immediata di un piano energetico nazionale, senza il quale è impossibile progettare. Urgono scelte razionali per il

paese e per il territorio non solo per la salvaguardia dell’ambiente ma anche per la tutela di tutti coloro che sono impiegati in questo settore: 260 famiglie dipendono dal futuro di Solsonica.Sempre il 6 marzo 2012, presso l’Auditorium Varrone, si è svolto il convegno “Bosco, paesaggio, energia. Problemi e prospettive” promosso dalla Fondazione Varrone, dall’Università degli Studi della Tuscia e dal Comitato Difesa del Territorio, volto a informare e far riflettere sulle prospettive ambien-tali e salutari legate all’utilizzo/sfruttamento degli alberi. Il Dott. Prof. Silvano Landi (Università degli Studi della Tuscia), moderatore del convegno, apre i lavori ringraziando da parte degli alberi e dei boschi, spesso trascurati, ricordando l’importanza che da sempre rivestono nella storia dell’uomo. Gli alberi forniscono un materiale antico che rappresenta il futuro: il legno. Il convegno è stato fortemente voluto per far luce sulle funzioni che il bosco svolge, soprattutto nel quadro dello sfruttamento energe-tico. Chiarifica subito questo concetto il Prefetto di Rieti Dott.ssa Chiara Marolla: “Il bosco va utilizzato e non sfruttato negativamente”. L’Assessore alle Politiche Ambientali della Provincia di Rieti, Michele Beccarini, traccia un quadro chiaro di quelle che sono le intenzioni della Provincia per la salvaguardia dei boschi, attraverso il potenziamento dell’ufficio che rilascia i permessi per il taglio degli alberi e la supervisione costante e approfondita delle dinami-che attraverso la collaborazione già in atto con il

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Corpo Forestale dello Stato di Rieti. Beccarini alza la soglia dell’attenzione sulle biomasse che, al nucleo industriale di Cittaducale, svolgono attività inquinan-ti. Molte aziende italiane hanno espresso il loro interesse per i capannoni vuoti presenti al nucleo industriale per riconvertirli in smaltitori di biomasse. Risorse rinnovabili e inesauribili, le biomasse sono le sostanze organiche di origine vegetale o animale (scarti di attività agricole, allevamento o industria del legno) riutilizzate in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica, che permettono di ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Le biomasse, afferma il Dott. Prof. Giovanni Damiani (Università degli Studi della Tuscia), possono e devono essere utilizzate ma local-mente e su scala di filiera corta, se non cortissima. Queste infatti possono avere ricadute pesanti sia sull’ambiente che sulla salute umana. Il Dott. Prof. Mario Santarelli, primario del reparto di Radiotera-pia Oncologica dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Rieti e membro del Comitato “Difesa Del Territorio – DdT”, fa luce sugli agenti macro e micro inquinanti legati alla combustione del legno. Uno dei problemi maggiori, prosegue Santarelli, è legato alla sottosti-ma del rischio con un conseguente abbassamento del livello di prevenzione e protezione. La presenza di altri impianti nel territorio va pianificata e valutata con grande attenzione da parte della Provincia di Rieti, non trascurando gli aspetti legati alla qualità dell’aria, dell’ambiente e della salute.Il rispetto dell’ambiente e delle risorse boschive è

al centro del dibattito con punte di orgoglio legate ai boschi del nostro territorio che godono di ottima salute, come la foresta vetusta del Terminillo che vanta faggi di oltre 450 anni. Il Dott. Prof. Gianlu-ca Piovesan (Università degli Studi della Tuscia) auspica una pianificazione ecologica del territorio tramite un Piano Forestale Regionale in grado di capire le criticità e sviluppare interventi mirati alla salvaguardia dei boschi del Lazio. Il problema della desertificazione, ricorda il Dott. Prof. Bartolomeo Schirone (Università degli Studi della Tuscia), è molto più rapido di quanto si immagini: c’è necessità di un piano forestale che sia prima culturale e poi tecnico.Le iniziative di sensibilizzazione ambientale e tutela della salute, rivolte soprattutto ai giovani, sono mol-teplici nel nostro territorio. Nell’ambito del progetto “Boschi e foreste” di Coop Centro Italia, la sezione soci di Rieti, in collaborazione con Legambiente, promuove una giornata ecologica, prevista per sabato 17 marzo 2012, presso l’istituto comprensivo Giovanni Pascoli, dal titolo “Pianta Puliamo” durante la quale alunni, genitori, soci e dipendenti di Coop Centro Italia pianteranno alberi da frutto nel cortile della scuola. Ai ragazzi verrà poi chiesto di realizzare un elaborato, reale o di fantasia, che abbia un albero come protagonista.Una buona notizia arriva dal Consiglio Regionale del Lazio che ha approvato la legge per la tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari del Lazio tesa

alla valorizzazione della cultura enogastronomica regionale e alla trasparenza della tracciabilità azien-dale e di filiera. La priorità per l’acquisizione del marchio l’avranno i progetti finalizzati ad attestare l’assenza di OGM.Stili di vita più salutari sono promossi dal Progetto Martina che, attraverso l’iniziativa dei Lions di Rieti, ha portato in tre istituti scolastici reatini (il Cian-carelli, l’Elena Principessa di Napoli e il Rosatelli) alcuni specialisti che hanno illustrato le principali criticità legate a stili di vita malsani. Il progetto, pa-trocinato dal Ministero della Salute e dal Ministero della Pubblica Istruzione, ha una durata biennale per aver modo e tempo di capire se i ragazzi abbiano recepito le informazioni trasmesse e successivamen-te inserite nel loro comportamento quotidiano.

GREEN FUTUREGREEN FUTURE SEmag

“L’economia è in ginocchio perché va contro gli interessi della po-polazione. La scelta entropica di produrre energia fossile e fissile di duecento anni fa ci ha progressiva-mente fatto perdere di vista il ruolo dell’energia nell’economia. La III^ Rivoluzione Industriale pre-vede un ritorno al modello solare tramite l’utilizzo delle tecnologie moderne. È importante ricominciare dall’uomo e formare professionisti dell’energia che oggi ancora non esistono”

www.metticideltuo.ithttp://download.repubblica.it/pdf/2007/terza_rivolu-zione_industriale.pdfwww.solsonica.com/it/www.fondazionevarrone.it/navigator.phpwww.unitus.it/ www.difesaterritorio.altervista.org/?doing_wp_cron=1331648174 www.centroitalia.e‐coop.it/portalWeb/portale/index.jspwww.legambiente.it/www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/ www.progettomartina.it/lionismo/origini/origini.htmlwww.lcrietihost.tws.it/core.asp

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“Ha per artigli i ramponi sotto le scarpe d’alta quota, ha in mano le piccozze per mordere i pendii ghiaccia-ti, le decine di gradi sottozero [...] Gioca pulito col mondo Nives Meroi la tigre, sopra i grattacieli di madre natura” Erri De Luca la descrive così, è Nives Meroi (Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 2005). Alpinista tra le poche donne al mondo ad aver scalato 11 delle 14 vette di quota 8.000 metri, insieme al compagno di vita e di cordata Romano Benet. Magri, visi di natura, timidi come la montagna ti educa a essere, capelli corti, pratici, movimenti delicati. Gli guardi il corpo e non puoi non pensare a quanta montagna hanno percorso.

La III^ edizione di “Montagne nel cuore. Percorsi di cultura in montagna”, organizzata dal CAI di Rieti in collaborazione con Trentofilmfestival e la Cineteca Centrale del Club Alpino Italiano, è dedicata alle donne e alle coppie alpiniste: “L’altra metà del cielo. Donne e coppie alpiniste” è il titolo dell’edizione di quest’anno. La Sala dei Cordari (Rieti) si riempie velocemente, è sabato 17 marzo 2012, ospiti di oggi Nives Meroi e Romano Benet, coppia di alpinisti che scala insieme da più di 20 anni. Filmati, immagini, parole e sussurri per raccontare il loro modo di vive-re la montagna e il loro modo di affrontare la vita.Le donne alpiniste conferiscono alla scalata e al rapporto con la montagna maggiore sentimento, introspezione e riflessione, racconta Ines Millesimi, ideatrice e curatrice di “Montagne nel cuore”.

di Veronica Castellano

LE MONTAGNE DELLA CONDIVISIONE

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Saluta Erri De Luca, seduto in platea, venuto a omaggiare Nives e Romano, amici e compagni di scalata. Lo scrittore napoletano dice di Nives e Romano che per loro non è adatto il termine “conquista” perché desiderano e accettano di essere ospiti della montagna. Come confermerà più tardi Nives: “Vogliamo salire in punta di piedi, dare un’occhiata e togliere subito il disturbo”. Cinque proiezioni di cinque scalate e i racconti scritti e letti da Nives riempiono il tempo di sole, vento, pendii, luoghi sconosciuti, fatiche difficili da immaginare, ri-flessioni, sentimenti, traguardi di vita e di alpinismo. Nives e Romano amano raccontare di vita attraverso le storie che narrano. Il titolo della proiezione “Io sono le montagne che non ho scalato” è voluto da Nives per narrare in poche parole quegli opposti e contrari che nella vita giocano un ruolo dentro e fuori di noi. Parla della montagna e della vita, l’alta quota è una metafora e nello stesso tempo uno spaccato di vissuto. I due rovesci della medaglia, dice Nives, solo insieme la compongono. Coraggio e paura, solitudine e condivisione, forza e fragilità. Il rapporto che loro vivono con la montagna è un incontro diretto, fisico, senza sconti. Nell’osservare molti altri alpinisti che si fanno scaricare dall’elicot-tero a quote già elevate, che si intrattengono con tv al plasma nelle tende, agevolati da portatori, cuochi, bombole d’ossigeno, si domanda qual è il limite tra ciò che si vuole e la volgarità dell’ingordigia.Nei cinque filmati osserviamo Nives e Romano, le montagne, ci sono il loro amore e la loro fatica,

l’amicizia, la passione e il rispetto. La possibilità di essere oltre i loro passi, al di là dei loro racconti, la ascoltiamo nei pensieri di Nives. Il terzo filmato ha un protagonista violento, il vento. La faccia inverna-le di Makalu (Himalaya) estingue le loro forze, chiusi nelle tende ascoltano il vento e provano a urlare più di lui, tentano di zittirlo. Si sentono degli intrusi, c’è posto solo per vento e freddo. “Il vento è una persona. Gli parlo, racconto, penso che vuole pure un po’ ascoltare. Comincio a bisbi-gliare qualcosa, una preghiera, un filo di canzone, e pare che stia a sentire, che si fermi un poco. Oppure grida più forte in risposta, per raccontare lui. La sua furia è la voglia di essere ascoltato. Il vento in alta quota è il padrone del tempo”.Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Arnoldo Monda-dori Editore S.p.A., 2005. Nell’ultimo filmato emerge più che mai il tema degli opposti introdotto da Nives all’inizio dell’incontro. Sono sulla parete sud del Kangchenjunga (Himala-ya), è la primavera del 2009, Romano sale troppo lentamente, è chiaro che sta male. Sono a un passo dal dodicesimo 8.000. Romano vuole tentare di arrivare fino a quota 7.700 per poi lasciar prose-guire Nives fino alla vetta. No, dice lei, scendiamo insieme. La dodicesima vetta, l’unica eventualmente raggiunta senza di lui, non la vuole. Nei due anni e mezzo di malattia, dice Romano, ho cancellato la mia vita. Ora comincia a rivivere e confida nel riusci-

re a emozionarsi come prima. A ottobre saliranno il Mera Peak (Himalaya), quota 6.476.Non mancano momenti di amari sorrisi quando Nives racconta di essersi rotta un piede ad alta quota, la vediamo nel filmato sulle spalle di Romano e dell’amico Luca Vuerich, nella discesa del costone. Le sue lacrime nella tenda solitaria, l’elicottero dei russi, il terrore di precipitare con il velivolo in balia del vento. Nel secondo filmato sono ospiti di un villaggio, Nives racconta: “Non c’è spiegazione più luminosa di uno sguardo [...] è con la pelle che si decifra la scrittura del mondo”. Sono tanti i fram-menti che portiamo con noi alla fine dell’incontro, sono momenti raccontati da immagini e pensieri che si rispecchiano nel messaggio che questa edizione di “Montagne nel cuore” vuole diffondere. Ci tiene a sottolinearlo Fabio Desideri, Presidente della Sezione del CAI di Rieti: “Il CAI è anche cultura di montagna”. Chiediamo a Ines Millesimi qual è il desiderio desiderato di questa edizione, con un bel sorriso ci risponde: “Vedere volti nuovi che si avvicinano agli eventi culturali”.

www.cai.it/www.cairieti.it/cairieti/www.nivesmeroi.it/www.librimondadori.it/web/mondadori/scheda-libro?isbn=978880454735&autoreUUID=39810d21-9eaa-11dc-9517-454a8637094f

LE MONTAGNE DELLA CONDIVISIONELE MONTAGNE DELLA CONDIVISIONE SEmag

Prossimi appuntamenti con “Montagne nel cuore”: SICURI IN MONTAGNA – Esperienza e musica sui monti. Domenica 5 agosto 2012 presso il Rifugio Sebastiani (Terminillo); IN-CONTRO CON DACIA MARAINI: FOSCO MARAINI (1912 – 2004) a 100 anni dalla nascita. Sabato 6 ottobre 2012 presso Palazzo Dosi (Rieti); III CONGRESSO NAZIONALE DI MONTAGNATERAPIA. Dal 22 al 24 novembre 2012 presso l’Auditorium Varrone (Rieti).

“Coraggio e paura, solitudine e con-divisione, forza e fragilità. Il rapporto che loro vivono con la montagna è un incontro diretto, fisico, senza sconti. ”

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COMUNICAZIONE ED EVENTI: LA PROMO-COMMERCIALIZZAZIONE TURISTICA

di Veronica Castellano

“Ci diamo troppo per scontati, nel bene e nel male, nel senso positivo e in quello negativo”. Così inizia il suo intervento la Dott.ssa Flavia Maria Coccia (Direzione Operativa Isnart di Roma) nell’ambito dell’incontro “Centro Italia e turismo: cosa cambia. Identità del territorio e nuovi prodotti turistici nelle regioni del Centro Italia” (Gubbio – Palazzo Pretorio – 09 marzo 2012). L’Associazione Interregionale del-le Camere di Commercio del Centro Italia – Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria – ha pro-mosso questo incontro con gli enti, le associazioni di categoria e gli operatori di settore per presentare il quadro turistico del Centro Italia con lo scopo di aumentare la consapevolezza sulle opportunità e sulle prospettive di sviluppo economico che offrono queste regioni, ottenibile tramite nuove forme di promozione turistica del territorio e di sostegno al tessuto imprenditoriale.La Dott.ssa Coccia illustra le fasi di analisi e i risultati ottenuti dallo studio Isnart (Istituto Nazionale ricerche turistiche del Sistema camerale) sulle opportunità di sviluppo turistico nelle aree del centro Italia. La sintesi dello studio, disponibile

nella cartella stampa dell’incontro, è di altissimo interesse sia per le dinamiche di rilevamento intra-prese, sia per i risultati ottenuti. Tredici province (tra cui quella di Rieti) e 729 comuni dispongono oggi, grazie a questo studio, di linee guida e spunti di riflessione approfonditi sulle nuove tendenze del turismo e sui punti di forza e di criticità del territorio preso in esame. L’analisi da cui l’Isnart è partito si è sviluppata su più livelli: mappatura dell’offerta, verifica della fruibilità dell’offerta, analisi delle poli-tiche di promozione e commercializzazione, verifica dell’immagine e della notorietà delle destinazioni e dei prodotti, analisi dei mercati turistici attuali e identificazione dei mercati di sbocco, analisi delle possibilità di nuove imprese e professioni collegate al turismo, analisi delle linee di finanziamento previste dalla programmazione attuale (2007 – 2013) a livello europeo. Attraverso l’approfondimento di questi livelli sono stati rilevati i punti di forza e di criticità delle regioni considerate, individuando un nuovo modello di lettura del territorio.Uno degli aspetti più importanti emersi è quello legato alla comunicazione come vera grande

leva della promozione del territorio. Nelle parole dell’Assessore al Turismo e alla Cultura dell’Umbria, Dott. Fabrizio Felice Bracco, questo concetto emerge chiaramente: “È necessario superare la promozione turistica tradizionale in favore di quella integrata”.Tra i punti critici nella comunicazione c’è soprattutto quello connesso alla promo-commercializzazione del territorio e delle sue risorse e potenzialità. Viene sottolineata la bassa diversificazione dei canali in cui sono presenti le proposte, la bassa influenza delle agenzie di viaggi e tour operator, i pochi contatti con gli operatori online e un uso di Internet limitato alla visibilità e non esteso alla promo-commercializzazione. È necessario creare un’offerta, commercializzarla e promuoverla.La questione legata alla qualità della comunica-zione e alla sua capillarità abbraccia tutti i punti di forza del territorio: storia, arte, cultura; personaggi dell’arte del passato e di quella contemporanea; importanti vie di pellegrinaggio e itinerari religiosi; la terra, i suoi prodotti e i metodi di coltivazione; l’artigianato; il patrimonio naturalistico (6 Parchi Na-zionali, 9 Oasi protette gestite dal WWF); il sistema di accoglienza caratterizzato da un’impronta “tipica” e legata al territorio. La comunicazione rappresenta la vera leva per il cambiamento nella promozione del territorio e del turismo.I fattori che vanno maggiormente potenziati attraverso la comunicazione sono quelli emersi dall’analisi del punto di vista dei turisti: il livello di notorietà di cui la destinazione gode e l’immaginario

che essa evoca nelle persone. La comunicazione deve attingere dagli elementi legati all’immaginario per poter suscitare emozioni, stimoli e interesse. Quello che oggi manca, alla base di queste dinami-che, è la correlazione diretta tra i valori positivi che compongono l’immaginario e l’identità di specifici luoghi. Il rendere profondamente legati questi due aspetti è una sfida importante per le province del Centro Italia.Un ruolo fondamentale in questa ottica lo giocano gli eventi, sia come momenti di animazione sia come fattori di attrattiva, poiché contribuiscono in maniera importante ad accrescere la notorietà dei luoghi. Il punto di forza che deve caratterizzare gli eventi è proprio quello di connotare e comunicare l’identità locale offrendo la possibilità di scoprire la qualità dei prodotti del territorio (enogastronomici e artigianali), ricchi di storia e non ridotti a souvenir turistici. L’evento può e deve divenire un’occasione di soggiorno.Il Made in Italy, dice il Dott. Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, è il terzo brand più cono-sciuto al mondo per la qualità dei prodotti, è giunto il momento che venga legato anche alla qualità dei territori.

COMUNICAZIONE ED EVENTI:la promo-commercializzazione turistica

www.camcom.gov.it/ www.camercomrieti.it/ www.unioncamere.gov.it/ www.isnart.it/ www.apt.rieti.it/

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I LUOGHI DELL’INCANTO

di Veronica Castellano

I LUOGHI DELL’INCANTO

Lo stupore per la meraviglia delle ville di campa-gna dell’aristocrazia reatina ci coglie nella prima domenica di primavera. Parchi, giardini, terrazze, sale da ballo, affreschi, balconate e colonne di Villa Rosati Colarieti e Villa Vecchiarelli a Rieti sono aperti al pubblico in occasione della XX Giornata FAI di Primavera.Il viale che ci conduce a Villa Rosati Colarieti attraversa un bosco di querce, lecci e castagni che ci accoglie con i colori frastornanti della stagione. È un incanto. La guida del FAI si ferma dopo pochi passi dal cancello, alla nostra destra compare un piccolo anfiteatro dove una volta l’anno si teneva la mostra mercato del bestiame con i compratori disposti sugli spalti. Oggi adibito a campo da tennis, lo spazio rive-la senza fatica le sue potenzialità di suggestiva loca-tion per eventi. Circondato da vegetazione, immerso in un parco che fa perdere le coordinate spazio-temporali, ci trattiene per un tempo di contempla-zione. Riprendiamo il viale guidati da un obelisco che ci indica la direzione. Il viale di accesso alla villa ci fa sorridere, siamo in imbarazzo, vorremmo fermarci per godere di tutto. L’interno della struttura non è visitabile, ci è dato di osservare la facciata ristrutturata in stile neoclassico negli anni ’20 del 1900. L’altra facciata della villa rivela maggiormente i dettagli di residenza di campagna costruita a metà del 1800. Osserviamo l’imponenza della costruzione da un giardino all’italiana curatissimo, con una pic-cola fontana al centro e una balconata che affaccia sulla valle reatina e sul monte Terminillo. Ci viene

È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza.

Marcel Proust

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voglia di tirare fuori un libro e sostare. Riprendiamo il percorso e ci inoltriamo in una costruzione distac-cata: il salone da ballo. Ristrutturato recentemente seguendo vecchie fotografie ritrovate, lo spazio è stato sapientemente ricostruito da artigiani reatini che hanno tenuto fede alla vecchia impostazione. Le balconate sospese sono per gli orchestrali, le colonne per chi riposa dopo il ballo, l’affaccio per i sognatori. L’acustica, ci dice la guida, è ottima. Sentiamo la mancanza di un violinista. Poco distante dalla sala da ballo, su una piccola altura, la cappella di famiglia, una volta tomba che tutt’oggi contiene un ossario sotterraneo.Per raggiungere Villa Vecchiarelli, poco distante, attraversiamo un prato e percorriamo via Tavola d’Argento, nome che richiama gli antichi sacrifici che

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Villa Rosati Colarieti

Villa VECCHIARELLI

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proprio in questo luogo i primitivi facevano alla luna. Da qui la si vede sorgere e tramontare. Scendiamo per un terrazzamento con antichi alberi da frutto oggi introvabili. La villa, risalente al 1800, è stata ri-strutturata rispettando i materiali originari. L’aspetto è quello di una fortezza, domina il paesaggio senza disturbare la vegetazione circostante, di cui sembra il frutto. Visitiamo il salone e i salottini laterali, scendiamo nel giardino all’italiana dove a maggio fioriscono le azalee. La terrazza antistante consente il respiro ampio sull’affaccio e contemporaneamente l’immersione totale nella vegetazione. Una duplice possibilità degna di fiaba. Uno dei lati della villa ospita una piscina costruita su un terrazzamento, ci appoggiamo alla balaustra godendoci un immagina-rio aperitivo estivo al tramonto.Entrambe le ville, di proprietà privata, hanno ospitato in questo primo week-end primaverile 1200 visitatori. La suggestione dei parchi, la meraviglia delle costruzioni, le continue possibilità di sviluppo futuribile di questi luoghi immerge nel desiderio di poterli rivivere ancora.

I LUOGHI DELL’INCANTO I LUOGHI DELL’INCANTO

Eletti sono coloro per i quali le cose belle non hanno altro significato che di pura bellezza.

Oscar Wilde

www.fondoambiente.it/ www.giornatafai.it/ www.fondoambiente.it/rieti.asp

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Profughi, sbarchi, centri di accoglienza, integrazione, rifugiati politici, immigrati. Questi sono termini che quotidianamente connotano una parte sempre più importante della nostra società. Sono tematiche legate alla cronaca, alla socialità, allo sviluppo del paese, al senso umano della convivenza e a un rinnovato significato di nazione e società. Quello che una volta era un fenomeno relegato alla cronaca e a una politica di settore, oggi è divenuto un campo di interesse che si articola in tutti gli ambiti sociali, politici ed economici che toccano da vicino ciascun cittadino.Ci troviamo spessissimo a partecipare a eventi che hanno come filo conduttore l’integrazione, in occasione dei quali sono enormi gli sforzi di fornire le informazioni necessarie a conoscere il fenomeno per poterlo capire profondamente e, di conseguenza, affrontarlo con gli strumenti adeguati e soprattutto con consapevolezza e costruttività.La presentazione del libro “Rifugiati. Vent’anni di storia del diritto d’asilo in Italia” a cura di Christo-pher Hein, nell’ambito del convegno “Rifugiati o mi-granti?” promosso dalla Caritas Diocesana di Rieti, dagli operatori di Rieti del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e dal Comune di Rieti (Settore Politiche Sociali), presso l’Auditorium Varrone di Rieti (15 marzo 2012), è una delle occasioni offerte per approfondire le cono-scenze e articolare le riflessioni sull’integrazione.La Dott.ssa Valeria Carlini, Responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati), affronta la tematica partendo da due punti fondamentali della questione: la conoscenza, doverosa per i cittadini, delle differenze che esisto-no tra tutti coloro che approdano nel nostro paese e la consapevolezza umana e sociale che ciò di cui stiamo parlando è esattamente ciò che viviamo tutti i giorni e che saremo sempre più portati ad

affrontare. La comunicazione mediatica ha un ruolo fondamentale, sottolinea la Carlini, per rendere con-sapevoli i cittadini, per educarli, per restituire a que-sto paese un’immagine di sé positiva, costruttiva, impegnata, umana e solidale. Queste realtà esistono ma il giornalismo si dedica prevalentemente ai fatti di cronaca nera, contribuendo in maniera pesante a un appiattimento culturale e a un allarmismo che non favoriscono la promozione di atteggiamenti volti alla comprensione, alla conoscenza e all’integra-zione. La stampa in questo modo sta perdendo l’occasione di creare una coscienza e di precorrere i tempi di una società che si andrà comunque a costituire in maniera naturale. L’Italia di cui i media dovrebbero parlare, prosegue la Carlini, è quella di episodi come questo: l’anno scorso a Lampedusa sono sbarcate 6.000 persone contemporaneamente, le donne del paese hanno cucinato il cous-cous per tutti e un signore ha messo a disposizione il bagno di casa propria affinché alcuni potessero lavarsi. E pensare che nel 2008 è stata istituita per i giornalisti la Carta di Roma, Protocollo deontolo-gico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti redatto da FNSI (Federazione

Nazionale Stampa Italiana) e dal Consiglio Nazione dell’Ordine dei Giornalisti, al fine di disciplinare l’attività giornalistica in materia di migrazione. Tra i punti salienti: obbligo di utilizzo di una terminologia giuridicamente appropriata; evitare la diffusione di informazioni imprecise o distorte; tutelare i soggetti che scelgono di parlare con i giornalisti; interpellare, quando possibile, esperti e organizzazioni del settore per contestualizzare in maniera chiara e completa le informazioni.Nel nostro considerare tutto il calderone di stranieri come immigrati clandestini perdiamo di vista le dif-ferenze, che non vanno abbattute ma sottolineate e valorizzate, siamo portati ad affrontare la questione come un problema da risolvere e non come una possibilità da sviluppare. Impensabile chiudere gli occhi e irrigidirsi, la società multietnica esiste già. Quello che manca è la profonda coscienza di quanto sta accadendo.Mettere da parte buonismo e paternalismo significa aderire con consapevolezza a una vera e propria mutazione sociale. È indispensabile non fermarsi ad attività solidali ma favorire l’integrazione strutturale

di Veronica Castellano

CONVENZIONE DI GINEVRA (fonte definizione http://www.unhcr.it/news/dir/13/convenzione-di-ginevra.html)Nel 1951 a Ginevra una conferenza speciale dell’ONU approvò la Convenzione relativa allo Status dei Rifugiati. La Conven-zione stabilisce coloro che possono essere considerati rifu-giati e le forme di protezione legale, altra assistenza e diritti sociali che il rifugiato dovrebbe ricevere dagli Stati aderenti al documento. Al contempo, la Convenzione definisce anche gli obblighi del rifugiato nei confronti dei governi ospitanti e alcune categorie di persone, ad esempio i criminali di guerra, che non possono accedere allo status di rifugiati.Fino al 1990 in Italia vi erano però delle limitazioni geografi-che, venivano ospitati come rifugiati solo coloro che erano di provenienza europea. Con la Legge Martelli (Legge n. 39 del 28 febbraio 1990) vengono ridefinite le regole per l’immigra-zione e lo status di rifugiato, ampliando per l’Italia l’accesso da tutti i paese del mondo.

CIR-CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI (fonte http://www.cir/onlus.org/attivita.htm)Ente morale onlus nata nel 1990 che ha lo scopo di offrire assistenza a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. Il CIR persegue i propri obiettivi tramite attività di assistenza diretta alle persone, attraverso azioni di sensibilizzazione e informazione tese a promuovere tra gli italiani una migliore comprensione della condizione del rifugiato, dando vita a iniziative sociali e culturali a favore degli esuli giunti nel nostro paese. Attività: assistenza alla persona, informazione e sensibilizzazione, formazione, promozione del diritto di asilo, networking.

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che rende gli stranieri autonomi, non semplicemente assistiti.Tra gli invitati c’è Edwin, rifugiato Nigeriano che vive a Rieti dal 2007. Tramite il progetto SPRAR ha ottenuto un alloggio, ha imparato l’Italiano, ha pian piano superato la paura, ha studiato, ha acquisito un mestiere, oggi lavora ed è autonomo, questa è casa sua, si sente libero e felice.Di integrazione si discute quotidianamente, si ten-tano vie politiche e sociali. La necessità di rendere la società pronta e consapevole è impellente per gli italiani quanto per gli stranieri. Domenica 18 marzo 2012 partecipiamo a un incontro promosso dal Comitato Elettorale del candidato sindaco del centrosinistra per la città di Rieti, Simone Petran-geli. C’è un laboratorio per i bambini dove i piccoli disegnano, creano su carta alberi dei linguaggi. Si sta insieme per conoscersi. Incontriamo Maha Melhem, artigiana libanese che vive in Italia da due anni. L’arte, ci dice, è di tutto il mondo, è una lingua che comunica e integra il vissuto dell’artista con le emozioni del fruitore. Partecipiamo a un dibattito che ci smuove i sentimenti ma che evidenzia quanto

la strada sia ancora lunga.Il 21 marzo, Giornata mondiale contro il razzismo promossa dalle Nazioni Unite, vede formarsi, nel 2012 a Rieti, una catena umana di solidarietà partita da piazza Vittorio Emanuele II che, passando per via Roma, è arrivata al Ponte Romano. Il giorno dopo, giovedì 22 marzo 2012, presso l’Auditorium Varrone, la Caritas Diocesana di Rieti e l’Osservatorio Dioce-sano delle Povertà e delle Risorse, hanno presentato i risultati del Rapporto 2010/2011 sulle povertà e le risorse del territorio della Diocesi di Rieti. Da dodici anni vengono raccolti ed elaborati dati per individua-re le azioni necessarie per animare e sensibilizzare il territorio. L’ultimo biennio rivela un progressivo e costante impoverimento della popolazione nazionale e non, e un aumento esponenziale delle nazionalità di provenienza degli indigenti. Nel 1999 gli assistiti della Caritas erano 329, nel 2011 sono stati 846; nel 2003 erano presenti 29 nazionalità, nel 2011 ben 41. Il servizio dell’Osservatorio della Caritas, scrive il Vescovo di Rieti S. E. Mons. Delio Lucarelli, nella prefazione del rapporto, ci aiuta a prendere coscienza della realtà locale, in cui confluiscono le

problematiche economiche, politiche e sociali del nostro paese e di quelli esteri, e ci ricorda quanto risultino insufficienti le attività e le risposte oggi possibili. Don Benedetto Falcetti (Direttore Caritas Diocesana di Rieti), in considerazione di ciò, caldeg-gia nuove sinergie con le associazioni per trovare risposte adeguate al fenomeno. In questo incontro si evince quanto sia cambiato negli ultimi anni il fenomeno della povertà, come sottolinea il Dott. Massimo Spadoni, ricercatore CNR e volontario della Caritas, oggi non esiste più la povertà bensì i poveri. Si è passati da un problema nazionale a un fenomeno sociale. È necessario rimettere in gioco le conoscenze, acquisirne di nuove, riprogettare, ridefinire, includere.Per parlare di integrazione oggi non è più possibile fare riferimento a un problema che “viene da fuori”, che ha caratteristiche individuabili in un tipo di cultura o di provenienza. Oggi parlare di integrazione equivale a discutere della costruzione del paese, della comprensione e diffusione di un nuovo volto eterogeneo seppur unitario. Non è possibile prescin-dere dalla conoscenza e dall’apertura verso la nuova struttura umana, sociale, politica ed economica che sta andando costituendosi ormai da anni. Integrata è l’aggettivo da attribuire alla società odierna, che lo si voglia o no.

LA NUOVA SOCIETÀ, QUELLA INTEGRATASEmag

www.comune.rieti.it/www.cir-onlus.org/www.caritasitaliana.it/ www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/

CLANDESTINI: stranieri presenti sul territorio privi di regolare permesso di soggiorno, per lo Stato ufficialmente non esistono. Sono anche coloro che, in fuga da guerre e persecuzioni, giungono senza documenti o con documenti falsi.

EXTRACOMUNITARI: persone non in possesso della cittadinanza di uno dei 15 Paesi che attualmente compongono l’Unione Europea. Sono extracomu-nitari anche gli Svizzeri e gli Statunitensi.

MIGRANTI: termine generico che indica chi sceglie di lasciare il proprio Paese per stabilirsi, temporaneamente o permanentemente, in un altro Stato. Tale decisione ha carattere volontario, anche se spesso dipende dalla necessità di trovare in un altro paese un lavoro e migliori condizioni per vivere o sopravvivere.

PROFUGHI: Termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di eventi esterni (guerre, invasioni, rivolte, catastrofi naturali).

REGOLARI/IRREGOLARI: gli immigrati regolari sono coloro che risiedono in uno Stato con un permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità compe-tente. Gli irregolari sono gli immigrati con permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato; sono anche coloro che, entrati ad esempio per motivi di studio, svolgono di fatto altre attività.

RIFUGIATI: coloro che sono costretti a lasciare il proprio paese a causa di persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le opinioni politiche (Convenzione di Ginevra, 1951). A differenza del migrante, egli non ha scelta: non può tornare nel proprio paese d’origine se non a scapito della propria sicurezza e incolumità. Dal punto di vista giuridico-amministrativo, un rifugiato è una persona cui è riconosciuto lo status di rifugiato.

RICHIEDENTI ASILO: coloro che fuggono dal proprio paese e inoltrano, in un altro Stato, una domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiati. La domanda viene esaminata dalle autorità competenti di quel paese (in Italia, la Commissione Centrale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato) e fino al momento della decisione in merito alla domanda, essi sono richiedenti asilo.

PROGETTO SPRAR-SISTEMA DI PROTEZIONE PER RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATIProgetto nazionale promosso dal Ministero dell’Interno per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati. Tramite questo progetto gli individui vengono seguiti per sei mesi con percorsi di accoglienza e orientamento mirati all’apprendimento della lingua italiana e all’acquisizio-ne di un mestiere al fine di renderli autonomi e pienamente integrati. Il progetto SPRAR per il Comune di Rieti è gestito dalla Caritas Diocesana di Rieti.

“RIFUGIATI. Vent’anni di storia del diritto d’asilo in Italia”, Donzelli Editore, 2010 A cura di Christopher HeinFondatore e direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir)

Per comprendere quanto sta accadendo oggi in Italia, e più in generale nell’Unione europea, e quali sono le possibili risposte politiche alla questione rifugiati, non si può non risalire ai primi anni novanta, quando viene emanata la prima legge in materia, la legge Martelli, e nasce il Consiglio italiano per i rifugiati. Prima di allora il nostro non era un paese d’asilo. Accanto a una cronistoria degli arrivi e dell’ac-coglienza dei principali gruppi di rifugiati in Italia (albanesi, somali, bosniaci, kosovari, curdi, eritrei, iracheni e afghani), fatta attraverso le testimonianze dei protagonisti, il volume ripercorre le più importanti iniziative promosse da parte dei governi e della società civile in risposta a situazioni e casi di emergenza.

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INCUBATORE BIC LAZIO RIETIIII° Seminario Informativo sulla sostenibilità ambien-tale e le buone pratiche per la Pubblica Amministra-zione dal titolo “La scelta di consumare e produrre sostenibile”.29 febbraio 2012

TEATRO DEI CONDOMINI - RIETISpettacolo teatrale “Nella mia ora di libertà”. 02 marzo 2012

OSPEDALE SAN CAMILLO DE LELLIS_REPARTO DI RADIO-TERAPIA ONCOLOGICA - RIETIMusica in ospedale03 marzo 2012

MUSEO CIVICO. SEZIONE STORICO-ARTISTICA - RIETIFesta dei mezzi musei del Lazio04 marzo 2012

PALAZZO VECCHIARELLI - RIETIConcerto per pianoforte di Alessandra Celletti in occasione della Festa dei mezzi musei del Lazio04 marzo 2012

AUDITORIUM VARRONE - RIETIConvegno “Bosco, paesaggio, energia. Problemi e prospettive” 06 marzo 2012

PALAZZO SANIZI - RIETIConvegno “Il futuro nel presente. Economia verde per un nuovo sviluppo del territorio” 06 marzo 2012

PALAZZO PRETORIO - GUBBIOConvegno “Centro Italia e turismo: cosa cambia. Identità del territorio e nuovi prodotti turistici nelle regioni del Centro Italia”09 marzo 2012

PALAZZO DOSI - RIETIPresentazione del libro “8 marzo, una giornata particolare” di Alessandra Gissi10 marzo 2012

OFFICINA DELL’ARTE E DEI MESTIERI - RIETIInaugurazione Officina dell’arte e dei mestieri 12 marzo 2012

AUDITORIUM VARRONE - RIETIConvegno “Rifugiati o migranti?” 15 marzo 2012

SALA DEI CORDARI - RIETIMontagne nel cuore. Incontro con Nives Meroi e Romano Benet 17 marzo 2012

PIAZZA OBERDAN - RIETILaboratori per bambini e tavola rotonda “La città dell’integrazione” 18 marzo 2012

LIBRERIA MODERNA DIONISI PETRINI - RIETIPresentazione del libro “Betto il Cassonetto” di Stefano Mariantoni. 19 marzo 2012

AUDITORIUM VARRONEPresentazione dei risultati dell’Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse – Rapporto 2010/201122 marzo 2012

VILLA ROSATI COLARIETI - RIETIVisita della villa in occasione della XX Giornata FAI di Primavera 25 marzo 2012

VILLA VECCHIARELLI - RIETIVisita della villa in occasione della XX Giornata FAI di Primavera 25 marzo 2012

CRO-NOLO-GIA E LUO-GHI DEGLI EVENTI

FOTO E IL-LU-STRA-ZIONI

COPERTINAJane Fonda alla manifestazione femminista dell’8 mar-zo 1972, Roma, Campo de’ Fiori_Fotografia di Daniela Colombo_ tratta dal libro Alessandra Gissi, “Otto mar-zo, La Giornata internazionale delle donne”, Viella, 2010

FOTOSTORIA DELL’8 MARZO: DALLA LOTTA ALL’EVOCAZIONEManifesto dell’Udi per l’8 marzo 1976_disegnato da Antonietta RaphaelManifesto di K. M. Stadler per la Giornata della donna, Germania 8 marzo 1914 Clara Zetkin_http://it.wikipedia.org/wiki/Clara_ZetkinJane Fonda alla manifestazione femminista dell’8 mar-zo 1972, Roma, Campo de’ Fiori_Fotografia di Daniela ColomboLe foto e i manifesti, sopra citati, sono tratti dal libro: Alessandra Gissi, “Otto marzo, La Giornata internazio-nale delle donne”, Viella, 2010copertine vintage ‘Noi Donne’_www.noidonne.org

NELLA MIA ORA DI LIBERTÀGiampiero Pellegrini__Pagina Facebook Presi per caso

BETTO IL CASSONETTOIllustrazioni di Lucia Ricciardi__Betto e il cassonetto_Stefano Mariantoni

LA COMUNICAZIONE ECOSOSTENIBILE: cambiamento in verdeCampagna WWF_Desertification Destroy 6000 Species Every Day_http://adsoftheworld.comCampagna Diesel_Global Warming Readyhttp://theinspirationroom.com

LE MONTAGNE DELLA CONDIVISIONENives Meroi_archivio fotografico_www.nivesmeroi.itScalata_http://ilteatrodisisifo.altervista.org

I LUOGHI DELL’INCANTOFoto e edit STUDIO EVENTO

ILLUSTRAZIONIdi Antonella Martellucci

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Centri di Servizio per il Volontariato del lazio CESV-SPESCASA DEL VOLONTARIATO DI RIETIPiazzale Mercatanti, 5 - 02100 Rieti

tel. +39 0746 273242fax. +39 0746 488131

[email protected]

www.volontariato.lazio.it

finché esisteranno cuori e menti diversi, i pensieri continueranno a tingersi dei colori del mondo

Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio CESV-SPES

CASA DEL VOLONTARIATO DI RIETI

Piazzale Mercatanti, 5 02100 Rieti

tel. +39 0746 273242fax +39 0746 [email protected]

1-13 Aprile 2012Cristina Adinolfi Axt

Mon coeur, ton coeur - installazione a cura di Barbara Pavan

orari mar-sab | 17.00 - 19.30

Studio7 Arte Contemporaneavia Pennina, 19 | Rieti

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PROGRAMMA

Sabato 14 Aprile alle 16.30: Inaugurazione della settimana mo-stra fotografica “People and Living” di Eleonora Furlani

Domenica 15 Aprile ore 17.30: Incontro “MANAGEMENT DELLO SPETTACOLO TEATRALE” con Roberto Quarta

Lunedì 16 Aprile alle 17: “MUSIC AS A WHOLE” con Maurizio Furlani

Alle ore 21.00: Auditorium Varrone : Concerto “La musica per flauto e pianoforte dal Romanticismo ai giorni nostri“ – Musì Duo flauto e pianoforte con Sandro Sacco e Paolo Paniconi

Martedì 17 Aprile alle 17.30: “La cura dell’arte” con il Centro Demian che presenterà il nuovo progetto “Endorfine”

Alle ore 21.00: Auditorium Varrone : Concerto “VIAGGIO MUSI-CALE” – Musì Trio flauto, pianoforte e clarinetto Sandro Sacco, Paolo Paniconi e Ovidio Ovidi

Mercoledì 18 Aprile alle 17.30: presentazione libro “Non sape-vamo cosa fare…e abbiamo fatto questo” di Alessio Emanuele Federico , Damiano Petrongari , Daniele Carfagna

Alle ore 21.00: Auditorium Varrone: PICCOLI E “GRANDI” PIANISTI AD ESALTARE LA GIORNATA DELLA CULTURA – Concerto pianistico degli allievi dei M° Podaliri Vulpiani Eleonora e M° Eleuteri Federica

Giovedì 19 Aprile alle 18 Incontro sul tema “Creatività lo spazio del piacere”con Francesca Pastore con esposizione di alcune sue opere pittoriche e scultoree

Venerdì 20 Aprile ore 17:00 “PARLA CON ME” “L’importanza di una buona comunicazione verbale come contributo alla circola-zione delle idee e della crescita” con Stefano Pozzovivo

Alle ore 21.30 Lezione - dimostrazione intorno allo spet-tacolo Konvivir Storie di donne, di mogli che amano, tradiscono,subiscono, tartassano, proteggono. ATTRICE: Anna Melchiorri REGIA: Gustavo Riondet

Sabato 21 Aprile alle 17.00 “La grafologia: dallo scarabocchio alla lettera anonima” con Marina Sarti

Alle ore 21.00 Cattedrale di Rieti Cripta: “Musì Duo” musica Sacra e Contemporanea.Sandro Sacco/Flauto Traverso-Ovidio Ovidi/Clarinetto dal titolo “Fiati per Due”

Domenica 22 Aprile alle 16.30 “Il Farfallo innamorato” laborato-rio per bambini dai 4 anni, condotto da Tiziana Guadagnoli

Per info e dettagli: [email protected] +39 0746 251233

In occasione della settimana della cultura sarà presente l’Associazione Provinciale Cuochi Rieti - presso i locali dell’Officina dell’Arte - con interventi culturali basati sul gusto e sulla percezione dei sapori

Associazione Provinciale Cuochi RietiVia Sandro Pertini, 21 /RietiAngelo Fabri +39 333 [email protected]

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APRILE 2012 _N. 0 _ANNO 0

Direttore ResponsabileFABIO CAROSI - [email protected]. +39

Redazione VERONICA CASTELLANO - [email protected]. +39

Grafica e Impaginazione ANTONELLA MARTELLUCCI [email protected]. +39

Ufficio Stampa VERONICA CASTELLANO - [email protected]. +39

Promozione e Pubblicità CARLA STOCCHI - [email protected].

RedazioneSTUDIO EVENTO comunicazioni creativeVia Cavallini, 8 Rieti

ph.fax

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Online e Anteprimawww.studioevento.itwww.facebook.com/sevuoicambia

c o m u n i c a z i o n i c r e a t i v e

D I OS T UEE N OTVSE

APRILE 2012_N.0_ANNO 0

8 marzo: il racconto dell’incendio ha una funzione evocativa. La storia è tutt’altro

Green economy e green marketing: il futuro futuribile. La rincorsa al pianeta sano e salubre tra proposte e proteste.

Arte e creatività al servizio dell’emozione.Passione e professione

RACCONT∞ X COMUNIC∞

STUDIO EVENTO [email protected]

Via Cavallini, 8 | RIETI

Tel. +39 0746 210665Fax +39 0746 211101Mobile +39 346 4953856

Se mag - APRILE 2012

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