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Corso di Laurea in Infermieristica
Diritto del Lavoro
Università degli studi di Roma
“ Tor vergata”
Centro di Formazione e di Studi
Sanitari “Padre Luigi Monti”
Dott.ssa Daniela Ramaglioni
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 2
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
TFR
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 3
TRATTAMENTO DI FINE RAPPOROTFR
Il TFR è la somma che spetta al lav dipendente al termine del lavoro in un’azienda
Conosciuta in passato come “Liquidazione” è una prestazione a cui è tenuto il datore di lavoro.
Viene erogato in tutti i casi di cessazione: licenziamento, dimissioni, raggiunti limiti d’età
Art 2120 cod civ
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Che cos’è la riforma ?Che cos’è la riforma ?
Il sistema pensionistico italiano dall’inizio degli anni 90 è stato oggetto di un articolato processo di riforma volto a sostenere la spesa pensionistica per garantire la sostenibilità finanziaria
Il sistema pensionistico italiano dall’inizio degli anni 90 è stato oggetto di un articolato processo di riforma volto a sostenere la spesa pensionistica per garantire la sostenibilità finanziaria
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 5
Importante evoluzione nella storia della previdenza italiana
Importante evoluzione nella storia della previdenza italiana
La riforma è incentrata sullo sviluppo di un sistema pensionistico basato su due pilastri
La riforma è incentrata sullo sviluppo di un sistema pensionistico basato su due pilastri
Previdenza obbligatoria (erogata da Inps, Inpdap, Casse professionali) che assicura la pensione di base
Previdenza obbligatoria (erogata da Inps, Inpdap, Casse professionali) che assicura la pensione di base
Previdenza complementare finalizzata a erogare una pensione aggiuntiva a quella di base
Previdenza complementare finalizzata a erogare una pensione aggiuntiva a quella di base
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 6
IL DIZIONARIO DEI TERMINI
Forma che prevede l’iscrizione obbligatoria presso un ente previdenziale. Ogni lav dipendente è soggetto mensilmente ad 1 trattenuta a titolo contributivo. Questa somma insieme ad un’altra a carico del datore di lavoro, viene versata all’ente di riferimento (INPS..) al fine di costituire il primo pilastro previdenziale
Forma che prevede l’iscrizione obbligatoria presso un ente previdenziale. Ogni lav dipendente è soggetto mensilmente ad 1 trattenuta a titolo contributivo. Questa somma insieme ad un’altra a carico del datore di lavoro, viene versata all’ente di riferimento (INPS..) al fine di costituire il primo pilastro previdenziale
Previdenza obbligatoria
I contributi vengono ripartiti secondo questo criterio: due terzi a carico dell’azienda e un terzo a carico del lavoratore
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Previdenza complementarePrevidenza complementare
Forma di previdenza ad adesione volontaria istituita per garantire agli iscritti un trattamento previdenziale aggiuntivo a quello pubblico attuate mediante i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti e le forme pensionistiche individuali di tipo assicurativo.
In Italia è facoltativa, in altri paesi europei, come Francia e Spagna è obbligatorio
Forma di previdenza ad adesione volontaria istituita per garantire agli iscritti un trattamento previdenziale aggiuntivo a quello pubblico attuate mediante i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti e le forme pensionistiche individuali di tipo assicurativo.
In Italia è facoltativa, in altri paesi europei, come Francia e Spagna è obbligatorio
I dipendenti del settore privato, gli autonomi e i professionisti possono versare dei contributi, con onere totalmente a loro carico, per raggiungere i requisiti contributivi minimi per aver diritto alla pensione
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Perché la riforma parla di pensione complementarePerché la riforma parla di pensione complementare
Le persone entrate nel mondo del lavoro dopo il 1 gennaio 1996,(riforma Dini) o quelle che a quella data avevano pochi anni di servizio, avranno una pensione inferiore a quelle pagate nel passato.
Le persone entrate nel mondo del lavoro dopo il 1 gennaio 1996,(riforma Dini) o quelle che a quella data avevano pochi anni di servizio, avranno una pensione inferiore a quelle pagate nel passato.
Per garantire a tutti i lavoratori un adeguato tenore di vita, anche dopo il pensionamento, la riforma ha previsto la possibilità di aderire alle forme pensionistiche complementari.
Per garantire a tutti i lavoratori un adeguato tenore di vita, anche dopo il pensionamento, la riforma ha previsto la possibilità di aderire alle forme pensionistiche complementari.
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Consigli per le nuove leveConsigli per le nuove leve
I lavoratori che hanno davanti un lungo periodo prima di maturare la pensione ( 20/30 anni) sono i primi destinatari della riforma 252/05 (riforma Maroni) sul TFR.
Si ipotizza che le generazioni future ( quelli che hanno 20/30 anni di contributi davanti) avranno 1 pensione pari al 30% dell’ultima retribuzione.L’adesione alla previdenza complementare, pur non essendo obbligatoria, è un’interessante opportunità per garantire ai pensionati di domani un reddito di importo adeguato.
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Lavoratori interessati (D.lgs 252/05)
Lavoratori dipendenti settore privato e pubblico
Lavoratori assunti con tipologie legge Biagi
Lavoratori autonomi
I liberi professionisti
I soci lavoratori di cooperative
Casalinghe, soggetti che non sono titolari di pensione diretta
(1 gennaio 2007)
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Forme pensionistiche complementari
L’obiettivo di costruire una pensione che integri quella di base viene realizzato attraverso la raccolta dei contributi ed il loro investimento.
A partire dal primo versamento effettuato, il fondo pensione definisce per ogni lav iscritto, una posizione individuale che viene alimentata dai successivi contributi versati e dai rendimenti che maturano attraverso la gestione finanziaria di tali contributi.
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Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)
Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)
Vigila e controlla le forme pensionistiche complementari. Sottoposta alta vigilanza Min Lav. Gode di ampia autonomia operativa nelle svolgimento suoi compiti.
Opera a tutela degli iscritti alle forme di previdenza complementare, con lo scopo di perseguire la trasparenzatrasparenza, la correttezza correttezza dei comportamenti e la sana gestionesana gestione delle forme pensionistiche complementari.
Vigila attraverso verifica e analisi dei documenti che le forme pensionistiche sono tenute a trasmettere alla Commissione.
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La COVIP garantisce:
Il funzionamento del fondo
La politica d’investimento delle risorse
L’ammontare delle posizioni individuali
Le spese per la gestione amministrativa
I diritti che possono essere esercitati dagli aderenti: trasferimento, riscatto, anticipazioni e prestazioni
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Forme pensionistiche complementariForme pensionistiche complementari
Sono forme pensionistiche complementari
I fondi pensione negoziali (chiusi)
I fondi pensione aperti
I fondi individuali pensionistici I fondi pensione preesistenti al
1992
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Fondi pensione chiusi o negozialiFondi pensione chiusi o negoziali
Nascono da contratti o accordi collettivi anche aziendali. Soggetti interessati: appartenenti ad 1 determinata impresa o gruppo di imprese o ad 1 determinato territorio (regione..).
Attività del fondo: raccolta adesioni e contributi, individuazione della politica d’investimento che viene affidata a soggetti esterni specializzati in gestione finanziaria (banche, assicurazioni, società gestione risparmio..)
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Fondi pensione apertiFondi pensione aperti
Sono istituiti direttamente da banche, assicurazioni, società gestione risparmio. La gestione finanziaria è svolta generalmente dalla stessa società che ha istituito il fondo.
L’interesse degli aderenti è tutelato dall’organismo di sorveglianza (COVIP).
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Piani individuali pensionisticiPiani individuali pensionistici
Sono forme pensionistiche individuali realizzati attraverso la sottoscrizione di contratti assicurazione sulla vita con finalità previdenziale.
Le regole che disciplinano il rapporto con l’iscritto, sono contenute nella polizza assicurativa redatta in base alle direttive della COVIP.
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Fondi pensione preesistentiFondi pensione preesistenti
Sono forme pensionistiche complementari già istituite alla data 15 novembre 1992. con il decreto 62/2007 sono state emanate norme di adeguamento dei fondi preesistenti alla nuova disciplina. (D. lgs. 252/2005).
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Le forme pensionistiche complementari si distinguono in collettive e individuali
Collettive
L’adesione viene contrattata a livello collettivo: lavoratori appartenenti ad una determinata azienda, gruppo di aziende, comparto o settore produttivo
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Le forme collettive sono attuate mediante:
Fondi pensioni effettuati attraverso accordo collettivo aziendale
Fondi promossi o istituiti dalle Regioni
Fondi aperti che ricevono adesioni collettive
Fondi istituiti dalle casse prof privatizzate
Fondi preesistenti
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Le forme individuali
Sono attuate mediante adesione individuale a fondi pensione aperti o mediante piani pensionistici individuali.
Sono attuate mediante adesione individuale a fondi pensione aperti o mediante piani pensionistici individuali.
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Dove e come sono investite le risorse
Le risorse di un Fondo Pensione sono investite nei investite nei mercati finanziari italiani, europei e mondialimercati finanziari italiani, europei e mondiali in diversi strumenti finanziari (azioni, obbligazioniazioni, obbligazioni)
Le attività finanziarie (azioni, obbligazioni) in cui è investito il capitale sono decise dagli organi del fondo e sono investite nei mercati finanziari dai soggetti autorizzati (banche, assicurazioni)
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Quando si ha diritto alla pensione complementare
Dal 1 gennaio 2007, si ha diritto alla pensione complementare, dopo aver maturato i requisiti d’accesso alla pensione obbligatoria, con almeno 5 anni d’iscrizione ad una forma di previdenza complementare
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Scatta l’ora della scelta
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TFR
Si determina accantonando per ciascun anno di lavoro 1 quota pari al 6,91% della retribuzione lorda
Si determina accantonando per ciascun anno di lavoro 1 quota pari al 6,91% della retribuzione lorda
Gli importi sono rivalutati al 31/12 di ogni anno al tasso di 1,75% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT
Gli importi sono rivalutati al 31/12 di ogni anno al tasso di 1,75% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT
Novità importante riforma: il TFR può essere utilizzato come fonte di finanziamento delle forme pensionistiche complementari.
Quando viene liquidato, il TFR è tassato con aliquota IRPEF del lavoratore dell’anno di riscossione.
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Scelta sulla destinazione del TFR
Dai 1 gennaio 2007 ciascun lav dipendente, può scegliere di destinare il proprio TFR maturando (cioè futuro) alle forme pensionistiche complementari oppure di mantenerlo presso il datore di lavoro.
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 27
30 giugno 2007: lav dipendenti settore privato hanno deciso se lasciare la liquidazione in azienda o dirottarla in 1 delle forma di previdenza complementare. Neo assunti: 6 mesi data impiego
Che fare del TFR?Che fare del TFR?
Silenzio assenso
Nel caso i lavoratori non abbiano fatto alcuna scelta il TFR verrà destinato al fondo pensione previsto dal contratto collettivo nazionale, territoriale o aziendale.
Assenza : fondo pensione complementare costituito dall’INPS.
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 28
Obiettivo
Incentivare gli italiani a costruirsi 1 pensione integrativa da affiancare a quella obbligatoria assolutamente insufficiente per le generazioni
future
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SENZA SCEGLIERE(SILENZIO ASSENSO)
Fondo categoria nella gestione più prudente.
FONDINPS ( fondo pensione gestito INPS) (se non esiste fondo categoria)
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In caso di scelta esplicita(decidendo di destinare il TFR alla
previdenza integrativa
AZIENDA:si rivaluta dell’1,5%+ 75%inflazione
- 50 dipendenti rimane datore lavoro
+50 dipendenti trasferito Fondinps
Fondo di categoria: scegliendo la gestione tra prudente, bilanciata, aggressiva
Banche o assicurazioni: scegliendo tra fondi pensione aperti o piani individuali
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TFR in azienda
Chi vuole lasciare il TFR in azienda deve compilare l’apposito modulo consegnato dal datore di lavoro. Sceglie così l’opzione che consente di mantenere la liquidazione maturanda presso il proprio datore di lavoro.
Questa opzione permette di mantenere il capitale accantonato sotto forma di liquidazione. La scelta è reversibile. Non si può tornare indietro nel caso contrario.
Il TFR lasciato in azienda rende tra il 2 e il 3% all’annoIl TFR lasciato in azienda rende tra il 2 e il 3% all’anno
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Secondo pilastro: istruzioni per l’uso
Chi sceglie i fondi pensione ha più opzioni davanti:
Forma di previdenza complementare collettivaForma di previdenza complementare collettiva
Forma di previdenza complementare individualeForma di previdenza complementare individuale
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Variabili che possono influenzare la scelta
I rendimenti
La gestione (azionario, obbligazionario)
26% contro 6,2%
I costi (incidenza commissioni). 1,65% capitale versato in 10 anni. 1,35 per 30 anni
Ultimi anni: fondi aperti rivalutati 19,5%; fondi negoziali:17,2%
Sole 24 ore
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Il consiglio dell’esperto
Pochi anni per andare in pensione: evitare di esporsi rischi tipici dei mercati azionari. ( obbligazioni)
Per i giovani: si può confidare nei rendimenti di una gestione bilanciata o aggressiva. Sulla lunga distanza le azioni offrono performance superiori a quelle dei titoli di stato.
Bolle speculative: in media 1 ogni 72 anni.
TFR in azienda: rivalutazione 2/3%; fondi:anche oltre il 6% annuo
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 35
Il contributo del datore di lavoro
Le fonti che contribuiscono, nel corso della fase di accumulo, al finanziamento della previdenza complementare dei lav subordinati sono:
Trattamento di fine rapporto
Contributi a carico del lavoratore
Contributi a carico del datore lavoro
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Sono escluse dal contributo datoriale le forme ad adesione individuale.
Beneficiano di questo contributo le forme di previdenza integrativa ad adesione collettiva (fondi negoziali scaturenti da accodo collettivo di lavoro)
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Le anticipazioni
È possibile ottenere prima del pensionamento un’anticipazione per spese sanitarie?
Si, fino al 75% dell’ammontare maturato, per se stesso coniuge e figli
Per acquisto prima casa, ristrutturazione?
Si, decorsi 8 anni dall’iscrizione forme pensionistiche complementari: 75%
Motivi diversi: 8 anni, 30%
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 38
Polizze : la terza viaPolizze : la terza via
Le polizze individuali pensionistiche (pip): sono assicurazioni sulla vita che hanno finalità esclusivamente previdenziali, soggetti alla stessa disciplina dei fondi pensione.
Possono accedere tutti: lav già iscritti ai fondi pensione o non iscritti. Essendo piani ad adesione individuale non ci sarà il contributo obbligatorio del datore di lavoro ( come accade per i fondi chiusi o aperti ad adesione collettiva).
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 39
DIPENDENTI STATALI
Almeno per il momento non sono stati contemplati dalla riforma
Non sono stati chiamati a compiere nessuna scelta
Da poco è stato istituito un nuovo fondo complementare rivolto a dipendenti di:
Regioni, autonomie locali
Dipendenti del SSN
Dott.ssa Daniela Ramaglioni 40
I NUMERI DELLA PARTITA
11 MLN DIPENDENTI
19 MLR € TFR TOTALE
4520 €TFR MEDIO PER
IMPRESA
4.205.862IMPRESE4.181.703
-50 Lav24.159+ 50 lav
Sole 24 ore