Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010
Pesaro-Urbino
Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione
Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume
Francesca Pascucci La signora delle chiocciole
SilviaCecchiIl volto elegante della Legge
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Anno V - N. 4 - DICEMBRE 2010/GENNAIO-FEBBRAIO 2011
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Professionisti... in economia Il mestiere dell’innovazione
Lorenzo Bavaj Tocco di classe
Candelara Il paese delle candele
RaulZini
Il mio lavoro, la mia passione
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Con in sottotraccia, inevitabilmen-te, l’atmosfera delle feste di fine anno ma già proiettati alle prime settimane del nuovo, “Pesaro-Urbi-no IN Magazine” si apre all’insegna delle medicina e della chirurgia d’avanguardia, che il pesarese Raul Zini, professore ai vertici dell’or-topedia italiana e non solo, come gli artisti di un tempo va portando di clinica in clinica per le contra-de nazionali e straniere. A fare da nobile contorno a questa “eletta centralità” c’è una bella corona di
professionisti giovani e meno gio-vani che operano, anch’essi ad alto livello, in altri settori vitali della società (ingegneria, architettura, economia, giurisprudenza, ecc.) di-stribuendo sapere e impegno sulle cose che fanno.Dall’economia alla cultura, il passo su “IN Magazine” non è poi così lungo: anche perché sempre di protagonisti della vita pesarese si parla. Davanti alla tastiera del suo pianoforte, abbiamo incontrato il Maestro Lorenzo Bavaj, concer-
tista e per decenni “alter ego” ar-monico del grande Josè Carreras. Le luci delle festività ci piombano addosso con Candelara, borgo or-mai celebre, non solo in provincia, per la manifestazione dedicata alle Candele, un evento iniziato qua-si per gioco e diventato una spe-cie di “cult”. Ma noi v’invitiamo a riscoprirlo anche in questi mesi invernali. Immancabile in queste settimane, per decine di migliaia di italiani, è il presepe (ne siamo an-dati a visitare quattro davvero origi-nali), così come i cappelletti, primo piatto “obbligatorio” in periodo di feste, e l’indiscutibile brodetto fa-nese, il più saporito dell’anno e na-turalmente anche del mondo.Dopo tanti bagordi, saggiamen-te torniamo alla sanità col dottor Marco Andreani, che opera in una grande struttura nazionale, proiet-tata verso molti paesi del mondo. E, in chiusura, un piccolo trio che potrebbe sembrare eterogeneo ma che è invece un “legato” che esprime bene il nostro territorio: l’enigmista Leone Pantaleoni, che “scava” nelle parole, il Centro di studi vitruviani di Fano, che “sca-va” nell’architettura nostrana del passato, infine “Pasqualon”, il mas-simo poeta dialettale locale, che per anni ha “scavato” con amore e profonda ironia nella vita del ceto popolare pesarese. Appuntamento al 2011!
Innovazioni e Tradizioni
di Franco Bertini e Andrea MasottiTa
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AlessiaGiacobinoUna donna di stile
Viaggio nel fashion Piccola grande moda
Consorzio di viale Ceccarini 20 anni sfavillanti
Pamela Sabato Elicotteri (in) rosa
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Anno X - N. 6 - DICEMBRE/GENNAIO 2011
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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010
Pesaro-Urbino
Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione
Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume
Francesca Pascucci La signora delle chiocciole
SilviaCecchiIl volto elegante della Legge
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Anno V - N. 4 - DICEMBRE 2010/GENNAIO-FEBBRAIO 2011
Pesaro-Urbino
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Professionisti... in economia Il mestiere dell’innovazione
Lorenzo Bavaj Tocco di classe
Candelara Il paese delle candele
RaulZini
Il mio lavoro, la mia passione
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Anno XIII - N. 6 - DICEMBRE 2010
Il nostro impegno nelVolontariato
Germano Pestelli e Gaetano Foggetti
I Nasi Rossi del dottor Jumba Una risata ci guarirà
Tradizioni di Natale Atmosfere magiche
Feste golose I segreti di un cesto perfetto
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Anno VII - N. 4/5 - dIcembre 2010
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Gaetano Foggetti e Germano Pestelli Per gli altri
Tradizioni di Natale Atmosfere magiche
Feste golose I segreti di un cesto perfetto
I Nasi Rossi deldottor JumbaUna risata ci guarirà
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Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 6 - 2010
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AlbertoBeltrani
Sarti e Italia, che spettacoli!
Lucia Vasini Anima creativa
Roberto Pagnani Dialoghi dinamici
Gianna Giani Il filo del passato
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LuciaVasini
Anima creativa
Alberto Beltrani Un gran bel film
Roberto Pagnani Dialoghi dinamici
Gianna Giani Il filo del passato
Anno IX - N. 6 - DICEMBRE 2010/GENNAIO 2011
Ravenna w w w. i n m a g a z i n e . i t®
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Editoriale
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Sommario
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36 Curare| Marco Andreani
38 Elaborare| Leone Pantaleoni
40 Gustare| I cappelletti
42 Assaporare| Festival del brodetto
44 Consultare| La nuova Guida ai ristoranti
46 Giocare| 52 domeniche di golf
48 Ricordare| Pasqualon
50 Fondare| Centro studi vitruviani
3 Editoriale
6 Annotare| Brevi IN
14 Essere| Raul Zini
20 Sviluppare| Professionisti… in economia
24 Suonare| Lorenzo Bavaj
28 Festeggiare| I pesaresi e le decorazioni
32 Camminare| Candelara
Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044
Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanellivia Genga, 8 cell. 335.5262743
Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)
Direttore Responsabile:Andrea Masotti.
Redazione centrale: Andrea Biondi, Francesca Renzi.
Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.
Impaginazione: Sabrina Montefiori.
Controllo produzione: Isabella Fazioli.
Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.
Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli, Beatrice Terenzi, Maria Rita Tonti, Riccardo Paolo Uguccioni.
Fotografi: Laura De Paoli,Leonardo Mattioli, Ilaria Milandri, Luca Toni.
Chiuso per la stampa il 22/12/2010
Intus Labor. Immagini e installazioni
Pesaro - È aperta fino al 16 gennaio (10-12 e 17,30-19,30), presso il Centro arti visive Pescheria la mostra Intus Labor. Immagini e installazioni dalla
Biblioteca e dai Musei Oliveriani di Pesaro. Fotografie, installazioni
e laboratori concepiti per “dare il senso” delle ricchezze custodite a
palazzo Almerici. Attraverso una narrazione per immagini la mostra
illustra il labirinto oliveriano fatto di librerie e scaffali colmi di volumi, documenti e pergamene con sigilli;
busti, maschere funerarie, lapidi, capitelli, frammenti di statue e tanti
altri reperti; spazi pervasi da una luce carica di atmosfera: la consistenza
della carta, le calligrafie, i caratteri a stampa, la composizione grafica, le illustrazioni, gli appunti a margine, le
ossidazioni, le rilegature. (S.C.)
Incanto e delizia ai Musei Civici
Pesaro - “Incanto e delizia. Selvaggina e dispense nelle collezioni
dei Musei civici di Pesaro” è il titolo della mostra a tema inaugurata
il 23 ottobre in una sala al primo piano di Palazzo Toschi Mosca: le
opere esposte, datate dal XVII al XIX secolo, sono perlopiù sconosciute
perché conservate finora nei depositi o in altre sedi della città e sono
presentate in quattro sezioni: Fiori e frutta, Selvaggina, Dispense e cucina,
Miniature e arti applicate. Curata da Laura Bartolucci e promossa dall’Assessorato comunale alla
Cultura, la mostra è aperta fino al 30 aprile 2011. Orari: martedì, venerdì,
sabato 10-13, 15.30-19; mercoledì, giovedì, domenica 10-13. Ingresso
4 euro, gratuito fino a 14 anni e ogni terza domenica del mese. (B.A.)
Il “salotto” del Tartufo
Acqualagna - Fiore all’occhiello del-la 45° edizione della Fiera è stato il raffinatissimo “Salotto da Gustare”. Prelibati piatti eseguiti dai migliori chef locali, degustazione guidata ai prodotti tipici del territorio col con-sorzio Terre di Rossini e Raffaello e Paolo Cesaretti di Cooperlat, la sco-perta dei migliori vini marchigiani. Il Salotto ha ospitato Bruno Pizzul, Gioacchino Bonsignore e Marcello
Masi e il “gastronauta” Davide Paoli-ni. Affollatissimo “ La Moda in Tavola “, appuntamento clou che ha visto sfi-darsi a colpi di mestole e padelle volti televisivi (Juliana Moreira, Elke Pal-maers, Jeanene Fox, Rosaria Aprea) e i maggiori nomi della moda italiana, Giuseppe Santoni, Daniele Fiesoli, Bruno Bordese, e Massimo Berloni dell’azienda di moda Dondup, pa-tron dell’appuntamento. (S.C.)
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Metodo TMP da Auraspa
Pesaro - Auraspa & Maya Club è di-ventato Centro Recapito Locale del “TMP”, metodo scientifico che con-sente di garantire all’utente risultati sorprendenti in tema di benessere ge-nerale e rimodellamento del corpo ed estetico. Bastano piccole ciocche di capelli dalla nuca per esaminare, attraverso il Mineralogramma TMP, 36 mine-rali dell’organismo, per scoprire la propria identità biochimica. Con l’E-steticogramma TMP, s’identificano in proiezione futura, gli inestetismi
che si svilupperebbero se il soggetto non interviene, attraverso una cor-retta nutrizione e trattamenti estetici mirati.Il Dietogramma TMP, infine, distin-gue gli elementi sedativi” e “stimo-lanti” il metabolismo del soggetto, guidandolo verso due tipi di dieta: nutrizionale e alimentare.
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Annotare | Brevi IN
Le novità al Cruiser Hotel
Pesaro - Inaugurato il Tormentina, con numerosa parte-cipazione di un pubblico di intenditori dello stile. Dalla giornata di apertura il Ristorantino è sempre al completo e, nel dopo cena, l’afflusso supera le aspettative. Il locale offre serate “no stress”a partire dalla cena con musica live: la collaborazione con Giacomo Paianini del Makako si è rivelata un successo. L’intento era creare un nuovo locale offrendo spazi armonici pensati per creare accessibilità, modernità e promuovere interazione e piacere allo stato puro. Il Tormentina, all’interno dell’Hotel Cruiser, gui-dato da Davide Bassetti insieme a Giacomo Paianini col suo collaudato staff, mette a disposizione della clientela ambienti esclusivi, in un’armonia di luci che fa risaltare stile, volumi, spazi e design. www.cruiser.it (S.C.)
Pesaro - Banca Marche e Consorzio PattiChiari hanno lanciato PattiChiari con l’economia, pacchetto didattico ri-servato ai ragazzi degli ultimi due anni delle superiori delle Marche, con cui si introducono le nozioni basilari dell’economia. I ragazzi potranno anche partecipare al concorso Sviluppa la tua idea imprenditoriale, pensato per offrire agli studenti un’occasione per mettere in pratica le nozioni acquisite. Il progetto si svilupperà a partire dal prossimo anno. Entro il 15 gennaio gli insegnanti inte-ressati all’iniziativa possono iscrivere le proprie classi sul portale www.economiascuola.it o contattare la segreteria operativa del Consorzio PattiChiari (tel. 06.6767859). Da febbraio si svolgono le lezioni in classe tenute dagli insegnanti. Ad aprile si svolgeranno gli incontri in aula con alcuni dirigenti di Banca Marche. Gli insegnanti po-tranno far partecipare le proprie classi a “Sviluppa la tua idea imprenditoriale”, concorso che offre la possibilità di presentare un progetto imprenditoriale di utilità sociale.
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Liceo Musicale, nuova sezione
Pesaro - Una nuova sezione tutta dedicata alla musica, è stata da
poco inaugurata al Liceo Scientifico “G. Marconi”. L’istituzione nella
città di Rossini del “Liceo musicale e coreutico - sezione musicale” è
stata fortemente voluta da enti locali e istituzioni musicali. Gli studenti
pesaresi hanno anche la possibilità di scegliere un percorso liceale
innovativo, in cui l’insegnamento della musica è parte rilevante del
percorso di studio. (S.C.)
Marelife, passione per il mare
Pesaro - Nel cuore dell’Adriatico opera MareLift. L’azienda sta
diventando punto di riferimento, perché sinonimo di cura del
prodotto in ogni suo dettaglio, professionalità, servizio e assistenza.
Marelift fornisce supporto per la progettazione di nuovi modelli;
interventi di ristrutturazione, manutenzione e gestione delle
pratiche amministrative. “In un settore complesso come quello
nautico, competenza e professionalità sono indispensabili per garantire
servizio efficiente, elevato standard qualitativo e assistenza adeguata ad ogni singola esigenza. Ma senza uno spirito dinamico non si ottiene alcun traguardo”, spiega Giovanna Rivetti.
www.marelift.it. (S.C.)
Pittura “ibrida” da Gabellini
Pesaro - Resta aperta fino al 15 gen-naio, la personale di Mauro Drudi dal titolo “Hybrid”. L’idea è nata da un colloquio occasionale fra Juri Gabellini e il pittore, entrambi ex
tennisti. Gabellini gli annuncia la presentazione di due modelli ibridi Porsche e Drudi decide di elabora-re artisticamente il concetto. Drudi, 47enne presidente di Melodica, as-sociazione non a scopo di lucro che organizza concerti jazz, è figlio della pittrice Jana Cavallari Drudi. Talen-to precoce, ha ripreso a dipingere dallo scorso agosto. Ora il ri-esordio, grazie alla collaborazione con Gabel-lini, Hyperboled di Montecolombo per l’illuminazione e Mattei & Co. di Cattolica per l’allestimento.
To be a Star…
Pesaro - Come diventare una star, come essere fotomodelli per una sera davanti all’obiettivo del fotografo? Questo il senso della serata promos-sa da Hermès presso Ratti, lo scorso 2 dicembre. Mille modi d’indossare, collezionare e annodare un carré Hermès con centinaia di clienti, che si sono avvicendati in questo gioco pre-natalizio... per divertirsi e piani-ficare regali.
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2011: gli impegni di Confartigianato
Pesaro - “Il 2011 sarà l’anno della lotta alla burocrazia, che Confarti-gianato vuol fare arretrare attraverso iniziative concrete.” Questa l’afferma-zione di Giuseppe Cinalli, segretario generale Confartigianato Imprese Pesaro e Urbino. La prima azione è “una Pec per tutti”, cioè dare gratu-itamente agli associati un indirizzo di posta certificata che garantisce valore legale alle comunicazioni via
e-mail. Un’altra azione è stata avviata già nel 2010 con l’Artigiancassa point negli uffici dell’Associazione. Dopo la sperimentazione, il 2011 è l’anno del dispiegamento di questo strumento. Una terza iniziativa sarà la costituzione dell’Agenzia per le imprese, fortemente voluta da Con-fartigianato, che aprirà uno sportello a Pesaro per sbrigare le pratiche am-ministrative.
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Sabbatini riconfermato presidente
Pesaro - L’avvocato Gianfranco Sabbatini guiderà la Fondazione Cassa di Risparmio anche per il quinquennio 2010 - 2015. Il Consiglio generale lo ha confermato presidente il 27 novembre scorso per acclamazione, accogliendo l’invito del vicepresidente Leonardo Luchetti. Prima della votazione lo stesso Luchetti aveva illustrato ai componenti del Consiglio un bilancio dell’attività dell’ultimo mandato, mettendo in rilievo l’aumento del patrimonio della Fondazione e il mantenimento delle risorse destinate alla comunità e al territorio nonostante la crisi economica. Un convinto applauso ha accolto l’avvocato Sabbatini al suo ritorno di fronte al Consiglio generale. Continuità, ma anche rinnovamento, la strategia del suo prossimo quinquennio. (S.C.)
Titanium, Ferrari dei mari
Fano - La nautica prova a uscire da un lungo periodo di crisi. Il Consorzio Tecnologico dell’Adriatico, promosso da CNA di Pesaro e Urbino che comprende 16 imprese della cantieristica, ha messo in campo una serie di progetti innovativi. Il primo risultato è il Titanium 40, imbarcazione all’avanguardia per design e tecnologia. Il progetto, al quale si sta già affiancando il Titanium 60, ha già vinto il Millenium Yacht Design Award. Una sorta di “Ferrari dei mari” in grado di rispettare l’ambiente sfruttando al massimo le tecnologie per ottimizzare consumi e prestazioni, interamente realizzato a Fano.
Il Principe di Riz alla Pergola
Firenze - Ha debuttato il 7 dicembre al Teatro della Pergola l’OperaMu-sical Il Principe della Gioventù, pro-getto innovativo e originale di teatro contemporaneo internazionale, che il maestro pesarese Riz Ortolani ha liberamente tratto dall’episodio stori-co noto come La Congiura dei Pazzi. Firenze è la città ideale per questo esordio. La tragica congiura si con-sumò nel 1478, in pieno Rinascimen-to, proprio nella città governata dai fratelli Lorenzo, il futuro Magnifico, e Giuliano de’ Medici. I motivi ispira-tori dell’OperaMusical e le note del maestro Ortolani rendono attuale la Firenze medicea con le eterne pas-sioni e i tumulti di amore, potere,
odio. Un lavoro di grande potenzia-lità teatrale reso emozionante dalla forza delle musiche che il regista e coreografo Giuliano Peparini - tra più talentuosi e innovativi della sua generazione - dirige con creativa sen-sibilità e grande maestria. Il libretto è del compositore pesarese con il drammaturgo Ugo Chiti; liri-che di Lorenzo Raggi; coreografie di Veronica Peparini, creazione luci e video proiezioni di Gilles Papain; illustrazioni video proiezioni di Lau-rent Gapaillard e Marie Jumelin; i co-stumi disegnati da Frédéric Olivier sono stati realizzati, con maestria e perfezione, dall’Atelier Nicolao di Ve-nezia. (S.C.)
Ph. Luca Toni
Tavullia - Ha inaugurato il 23 settem-bre scorso il primo design outlet del vetro curvato. Oltre 2.000 mq a pochi passi dalla sede di Fiam, dove acquistare con sconti significativi gli esclusivi ele-menti d’arredo dei marchi Fiam e Liv’it by Fiam. Unendo design e
accessibilità, Fiam conferma la sua attenzione alle tendenze del lifestyle, per offrire a tutti gli appassionati del brand il valore di una lunga tradizio-ne, la qualità artigianale e l’innova-zione tecnologica che da sempre rap-presentano la cultura del vetro made in Fiam. www.fiamitalia.it
Fiam, ecco l’ Outlet
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I Lions per il verde urbano
Pesaro - Il Lions Club Pesaro Host, guidato da Ettore Franca, ha dedicato un incontro a “Gestione e
tutela del verde alberato urbano”, per la tutela dell’ambiente contro uno
sfrenato abbattimento d’alberi sani per esigenze comunali, edilizie e di viabilità. Oratori della serata sono
stati la dott.ssa Franca Gambini, esperta del verde ornamentale, paesaggistico e ambientale e il dott. Vittorio Vagnini, dirigente responsabile di Aspes, società che gestisce il verde pubblico
comunale. Durante l’incontro sono emersi interessanti attenzioni verso
determinanti scelte preliminari, basate su criteri biologici, tecnici,
economici, estetici e storici dei quali si dovrebbe sempre tenere conto ogni volta che si attuano progetti
di ristrutturazioni cittadini. La città deve cercare di contrastare
l’inquinamento sempre più diffuso, e fra i presidi utili figurano, senz’altro,
gli alberi. Si devono conoscere le caratteristiche d’ogni pianta, le
interazioni che si manifestano, sia fra queste, sia fra loro e l’ambiente, in
maniera d’avvalersi costantemente dell’albero inteso come entità
dinamica in equilibrio, giusto al posto giusto. Merita ricordare che
il 21 aprile è la giornata “Festa dell’albero”, celebrata anche in alcuni
paesi del nostro entroterra, con lo scopo precipuo di lanciare stimoli e messaggi educativi ai cittadini e,
soprattutto, ai giovani studenti. (S.C.)
Comunicare impresa e Territorio
Cattolica - Stumenti per la comuni-cazione integrata e per la valorizza-zione d’impresa e territorio. Diego Olivieri è a capo dell’omonimo stu-dio di Cattolica, in cui si fondono strategie performanti e genio creati-vo e si avviano anche interessanti op-portunità grazie una rete di contatti e numerose attività di RP, lavorando anche sulla pianificazione della co-municazione, sull’organizzazione di eventi e azioni di follow up. Avere una “visione” di progetto, capire come parlare al target, creare “ponti” per mezzo di links a idee e informazioni interessanti: queste le linee guida di Olivieri. “Brandizzare”, dunque, con-tribuendo alla qualità vera di prodot-to e messaggio. La passione del suo team per la valorizzazione del terri-torio tra Marche e Romagna è una
vera e propria mission. Non a caso la nascita del progetto SlowSparkling (www.slowsparklingfestival.it), che ha già ottenuto il Patrocinio di due re-gioni, due province, 14 comuni, due camere di commercio e il consenso d’importanti figure della cultura e dell’imprenditoria. www.olivieri.it
Ph. Leonardo Mattioli
Chocolat da Annuario
Tavullia - È festa nella sede e negli stabilimenti di IFI. Per la seconda vol-ta in quattro anni, l’azienda pesarese ha scritto il proprio nome all’annua-rio ADI Design Index. Lo fa, dopo
Tonda, con Chocolat, vetrina per pralineria/pasticceria disegnata per IFI dall’architetto Raffaella Morosini: uno scrigno di vetro e luce pensato per i maestri cioccolatieri; una teca di design e tecnologia nata per coin-volgere tutti i sensi ed esaltare la pas-sione dei maestri della golosità. Pro-gettata, creata e prodotta a Tavullia, come ogni prodotto made in IFI. In questi 4 anni di relazioni con l’ADI, il gruppo Industrieifi ha dimostrato tutta la sua vocazione al design anche nel settore dei complementi d’arredo, attraverso il marchio Metalmobil. Lo testimoniano gli archivi delle sezioni regionali dell’ADI di Marche, Abruz-zo, Molise ed Emilia Romagna, che annoverano, tra le principali, crea-zioni come le sedute Scoop, Ibis, Bull, Col e Pupa. www.ifi.it
10 | IN Magazine
Brendhouse210x290 orizz 21-12-2010 12:50 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K
Assisi - Premiato nella città umbra, nel prestigioso Palazzo Frumentario, l’Hotel Alexander di Gabicce Mare. In occasione della Borsa dei Siti Une-sco gli è stato assegnato l’importan-te riconoscimento Premio Turismo Responsabile Italiano: un’iniziativa de L’Agenzia di Viaggi, in collabora-zione con il W.T.E., il Salone Mondia-le del Turismo nelle Città e nei siti Unesco. L’Alexander è un Eco Hotel che propone vacanze nel rispetto di tutto ciò che è natura. Recentemen-te anche Legambiente Turismo ha segnalato la struttura tra le venti migliori per la mobilità sostenibile.
Tra le proposte di successo, l’alber-go propone ogni anno il tour dei borghi e castelli in trekking bike. www.alexanderhotel.it (S.C.)
Il settimo grado di DTao
Milano - DTao, al secolo Dario Milana, artista milanese dell’astrattismo, ha percorso una nuova tappa del
suo iter artistico, il “Settimo grado”, con l’omonima performance del 26 novembre scorso all’interno
del progetto “Step the Art Fair” di Mimmo di Marzio, attraverso una
spinta verticale su una parete, reale e al contempo spirituale, installata
presso il Museo Nazionale della spettatori e organizzatori, tra i quali
la pesarese Camilla Buzzi, che ne ha seguito organizzazione e promozione
attraverso l’ufficio stampa Columbus/BB di Milano, e Nicoletta
Castellaneta, direttrice organizzativa dell’evento. L’arte di DTao scolpisce
la materia industriale e fa emergere il contrasto pieno-vuoto,
rielaborando contemporaneamente più piani percettivi e non trascurando l’ambizione di ogni artista: il continuo
confronto interattivo col pubblico. DTao ha concretizzato questo
desiderio permettendo agli spettatori di scalare la parete dopo una sua
prima performance. Ha cercato di sensibilizzare e soprattutto di
concedere l’opportunità di rielaborare personalmente un oggetto artistico,
esplorandolo attraverso le catene verticali appese alle pareti:
congiunzione tra opera e spettatore e tra materia e spirito. (S.C.)
Dondup e i “Mods”
Fossombrone - Cosa vuol dire essere un “Mod” nel 2011? Vita e atteggia-mento moderni e voglia di vestirsi bene, di qualità. È soprattutto, uno stile personale e unico. I “mods” ca-ratterizzano la collezione uomo au-tunno - inverno 2011/’12 Dondup: pantaloni con gamba a sigaretta, piede de poulle, flanella, contrastati da cotoni robusti, armaturati, tinti e lavati. Denim nero asciutto. Ca-miceria a fantasia, pois, fiori e vichy invecchiati così da sembrare tessuti antichi. Maglie in seta cachemire. Cu-ratissimi gli accessori, con sciarpe e cinture grintose e sofisticate, scarpe lavate in pelle e crosta. La collezio-ne si caratterizza così per un’estetica raffinata, classica e moderna, spo-sata a elementi fortemente tecnici. Le vestibilità sono asciutte, precise. Nylon leggerissimo da sembrare seta, rinforzato da una membrana termica che tiene caldo quando la tempera-tura scende. Tessuti impermeabili 100% cotone, capi che si trasformano
in base alle esigenze di chi li indossa. Colori protagonisti, il blu royal e l’a-rancio sole nippon (colori del simbolo della RAF, l’Aeronautica Inglese). La-vaggi e trattamenti unici e autentici, caratterizzano come sempre la colle-zione Dondup. www.dondup.com
Premio Turismo Responsabile all’ Alexander
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Grandi numeri per l’Avis
Pesaro - “Circa duecento giovani si sono avvicinati all’Avis pesarese e hanno deciso nell’ultimo anno di donare sangue al Centro Trasfusionale locale - racconta il dottor Vittorio Gemmellaro, presidente della sezione comunale. Un segnale nuovo: c’è un ricambio generazionale dei donatori e questo è importante perché aumentano le riserve a disposizione del San Salvatore e c’è un futuro per le donazioni.” Anche Francesca Mari, giocatrice della Scavolini Volley e testimonial Avis supporta il progetto “giovani”. Con la partecipazione al Titanus Festival, manifestazione canora non stop con l’attivazione de “la settimana del donatore” l’Avis di Pesaro è entrata nel guinness dei primati come maggior numero di donazioni in una settimana. (S.C.)
Evagarden al Concerto di Natale
Malta - Lo scorso 4 dicembre è stato registrato il concerto, presso Mediterranean Conference Centre della Valletta in onda su Rai2 la sera della Vigilia. Evagarden era presente con Sergio Valente, che ha seguito lo style delle acconciature, mentre lo staff di truccatori che ha curato il make up è stato Beautycare, distributore a Malta della linea Evagarden by Paolo Guatelli. Alla serata, in rappresentanza dell’azienda pesarese, Francesco Bizzocchi, sales manager Evagarden. www.evagarden.com
Una sera al Moto Club
Pesaro - Organizzato dal Moto Club T. Benelli e dal Registro Storico Be-nelli, “Metti una sera al Moto Club”, il talk show nel salone delle Officine ha proposto i retroscena di una inten-sa stagione di gare. Erano presenti Alex Baldolini e Simone Giorgi. Un intenso ricordo, la presentazione del libro Motogiro d’Italia 1953 di Giorgia Pionava, nipote del bolognese Rober-to, alfiere assieme al pesarese Paolo Campanelli della squadra negli anni ’50. I fratelli Lazzarini hanno raccon-tato la loro intensa vita in moto. Poi è stato il momento del programma di celebrazioni per il centenario Benelli (1911-2011). La serata è stata condotta dal direttore di “Moto Italia”, Massi-
mo Fiorentino con il direttore sporti-vo del club pesarese Alfredo Bassani e del vice presidente del Registro Sto-rico Benelli Paolo Marchinelli. (S.C.)
Pesaro - Lo show room ha ospitato a novembre e dicembre una vetrina itinerante di Kinnasand, azienda tes-sile internazionale che da oltre 200 anni tramanda la tradizione del de-sign scandinavo, proponendo tessuti di alta qualità, per tendaggi e tappez-zeria, e tappeti fatti a mano. Nessuna stanza è uguale all altra, così come le persone che le abitano. Da questo principio nasce la filosofia Kinnasand per trasformare le idee in tessuti e
tappeti di alta qualità, personalizzan-do dimensioni e colori. Lucentezza e fantasie, materia e varietà, forma ed essenza, e un’elevata qualità estetica, formano il carattere delle collezioni. In occasione dell’unificazione dei mercati europei, l’azienda intende partecipare in maniera più efficace al mercato italiano, distribuendo di-rettamente i prodotti e offrendo un servizio migliore in termini di veloci-tà, flessibilità e comunicazione. (S.C.)
Modus e Kinnasand
Ph. Laura de Paoli
IN Magazine | 13
Grande passione per il proprio mestiere e professionalità ai massimi livelli. Qualità che hanno portato il chirurgo ortopedico pesarese Raul Zini ai vertici nazionali di questo campo della medicina.
Se uno non lo conoscesse e leg-gesse di lui che è l’attualepresi-dentedell’AssociazioneitalianadiArtroscopia che raggruppa fior di chirurghi ortopedici, la prima cosa a venirgli in mente sarebbe quella di trovarsi di fronte a uno di quei classici pezzi da novanta pra-ticamente inavvicinabili nella loro torre d’avorio e la cui luminosa carriera lunga chilometri di titoli accademici e diplomi specialistici è istituzionalizzata e canonizzata in una carica di alto livello, circon-data da un alone di ossequioso e deferente rispetto. Insomma, più o meno l’immagine di una specie di “barone”, magari anche figlio di “baroni”, ultimo rampollo di una “baronia” che affonda radici storiche e salde in un lungo humus medico e clinico. Lui sarebbe il professor RaulZini, chirurgo or-topedico, pesarese, addirittura il primo pesarese arrivato a ricoprire la carica sopra detta. Per quanto
riguarda la “baronia” o qualche eventuale quarto di nobiltà con bisturi rampante sarà meglio ri-passare fra una cinquantina d’an-ni, perché per adesso tutto quello che c’è comincia e finisce con lui: suo padre impiegato e funziona-rio pubblico per tutta la vita, sua madre insegnante di applicazioni tecniche. “Origini umili”, com-menta sorridendo senza retorica né falsa umiltà. Dunque tradizioni familiari in campo medico meno che zero, se non fosse per una spe-cie di “dagherrotipo” appeso a una parete del suo studio che sembra raccontare una storia ben diversa. E un famoso professor Raul Zini in redingote e cravatta Lavalliére mentre assiste un illustre pazien-te, niente meno che l’eroe dei due mondi “Peppino” Garibaldi con gamba fasciata dopo la ferita d’Aspromonte. L’expertise parla ov-viamente di un falso clamoroso, opera affettuosa di sua sorella, ma
comunque la dice lunga sull’ap-proccio “antiaccademico” del pro-fessor Raul (e non Raoul forse pro-prio perché troppo pretenzioso) nei confronti della sua professione e della sua carriera. Che già a que-sto punto è qualcosa su cui c’è ben poco da scherzare: dal2007èchi-rurgoortopedicodelgruppoVillaMariaedirettorescientificoditutteleortopediedelgruppo,18sparseintuttaItalia.Il professor Zini ope-ra in artroscopia col suo gruppo di professionisti e predispone proto-colli operatori e postoperatori. Lo racconta come se dicesse che ogni mattina si alza e va a lavorare, sen-za aggiungere, per esempio, che a farsi operare da lui arriva gen-te anche da molto lontano. Solo se messo alle strette, per esempio, si ricorda di quella volta che il fa-moso scrittore Gianrico Carofiglio arrivò in ambulatorio in incognito e con zaino in spalla per farsi ope-rare all’anca. E sempre con lo stes-
testo Franco Bertini - foto Laura De Paoli
Il mio lavoro, la mia Passione
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Essere | Raul Zini
IN Magazine | 15
so leggero sorriso, come se stesse parlando di un’altra persona, dice di essere stato il primo ad operare un’anca in artroscopia. E siccome la prima anca artroscopica non si scorda mai, ecco che ancora ades-so gli interventi all’anca sono il suo attuale grande amore. “Mipiacelachirurgiaincontinuaevoluzione - afferma - l’ho appresa dal mio pri-mo primario, Carlo Cormio”. Ed evidentemente quella dell’anca è una chirurgia di questo tipo, il cui futuro, aggiunge, “sarà nel passag-gio biologico della protesica.” Lo state ad ascoltare e pensate con una punta d’invidia alla vita fan-tastica, anche da un punto di vista sociale e mondano, di un profes-sionista del genere. E fantastica in effetti lo è, ma non nel senso che intendiamo di solito. Ecco una sua giornata tipo di lavoro: una quindicina di interventi, chiuso in sala operatoria dalle 8 alle 18,30. Però, ecco, una sua giornata tipo di riposo: ambulatorio a Pesaro, o Bologna, o ricerca scientifica. A questo punto pensi: meno male che ci sono i fine settimana. Infatti: convegni in contemporanea sparsi, specie da presidente dell’Associa-zione, specializzazione continua in ogni parte del mondo: “A febbraio vado a San Diego...”. Naturalmente senza dimenticare le pubblicazio-ni: proprio a novembre, in un con-
gresso romano, è stata presentata la versione inglese del suo Artrosco-pia dell’anca con presentazione di J. W. Thomas Byrd, chirurgo ortope-dico della Nashville Sports Medicine Foundation. Continui ad ascoltarlo e pensi va bene, non c’è tradizione medica in famiglia ma lui avrà al-meno avuto una vocazione totale, precoce e prorompente per l’orto-pedia, una specie di bambino fis-sato per le ossa da sistemare come Mozart per le sinfonie. Manco per niente: “Ho deciso di fare l’orto-pedico quando a 25 anni mi sonofratturatounpolsocomecapitanodellasquadradibasketdell’univer-sità.”Fino ad allora era un norma-le studente di chirurgia generale alla Cattolica di Roma, dove si è laureato nel 1976 e specializzato nel ’79. Poi l’attività volontaria al Reparto Ortopedia dell’Ospedale “S. Croce” di Fano (è lì che c’era il primario Cormio) e su, tutta la trafila, nel 1997 primario orto-pedico a Fano, nel ’99 primario al “San Salvatore” di Pesaro e nel 2007 il volo verso altri lidi. Fisico di buona stazza, viene comunque da chiedersi quanta resistenza gli ci voglia per stare tante ore in sala operatoria con l’assoluta necessi-tà di essere fermo, lucido e saldo. Niente di più facile, perché, dice, “la resistenza fisica la trovo au-tocaricandomifacendoquelloche
A fianco, Raul Zini nel suo ambulatorio pesarese e, sotto, a Roma durante il congresso nel quale, a novembre, è stata presentata la traduzione in inglese del suo libro Artoscopia dell’anca.
16 | IN Magazine
menti, strumenti e progetti per l'immagine e la comunicazione integrata
delle imprese, delle attività e del territorio
ADIMEMBER
Cattolica, via G. Garibaldi, 55/B tel.0541 961580 [email protected] www.olivieri.it
Dal mare all'entroterra, valorizziamo eccellenze,
qualita’ e identita’...
...a cavallo tra 2 province e 2 regioni.
si ringrazia Horses Riviera Resort per la gentile disponibilità
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faccio.” Perché quello che fa gli piace e quindi non si annoia. Una pila umana, insomma. E adesso, finalmente, un tuffo nella privacy più segreta. Domanda: ‘Professor Zini, lei che fa quando si riposa?’. La risposta è degna del miglior sil-logismo aristotelico: “Mi dedico ai miei hobby e siccome il mio hob-by è lo sport, mi riposo operando gli sportivi.” E a questo punto, in mezzo a un’austera parete del suo studio piena di manuali specialisti-ci, apre uno sportello e improvvisa-mente sembra di essere entrati nel miglior negozio di abbigliamento sportivo della città. Tira fuori de-cine, diconsi decine, di maglie e magliette di piccoli e grandi atleti di ogni sport, dal basket al calcio, al volley e avanti così… tutta gente che in tanti anni ha scelto di farsi
operare da lui. E conviene non fare nomi per non rischiare di lasciar-ne fuori altrettanti di assoluto li-vello internazionale. Perchéquellodello sport è un mondo parallelodell’attivitàprofessionalediZini.È stato e in qualche caso è anco-ra consulente di squadre di basket come Pesaro, Jesi, Montegranaro, Rimini, Senigallia, di squadre di calcio come la Vis Pesaro, l’Alma Fano, l’Ascoli; oggi segue le ragaz-ze del volley pesarese e si potrebbe andare avanti fino a notte, solo fer-mandosi al circoscritto territorio pesarese e regionale. Per la verità il professore qualche piccolo vezzo rilassante ce l’ha, ma è roba che condivide con almeno altre cen-tinaia di pesaresi. Per esempio, quando è a casa, non è raro veder-lo camminare tranquillamente per
i viali del lungomare senza tuttavia avere mai l’aria di uno che è lì per “allenarsi”. Così come pedala con perfetto aplomb sulla sua bella bici per il centro. Ha un’aria natural-mente elegante, retaggio per que-sto verso del padre Dario, e dà sem-pre l’aria di una calma incredibile rispetto alla vorticosità accelerata dei suoi impegni e spostamenti. “Ho cominciato a giocare a golf”, dice con riferimento a uno sport in cui il tempo si “perde” per con-to suo. “Ma ho smesso col basket”, aggiunge, con riferimento a uno sport dove invece il tempo è vitale fino all’ultimo decimo di secondo. Poco male, vuol dire che questa attenzione all’attimo la riserverà tutta per i suoi interventi in artro-scopia dove si lavora al limite del micro, di tempo e di spazio. IN
Sotto, il chirurgo ortopedico mostra le divise di due dei tanti sportivi che ha curato. A fianco, durante un intervento in artroscopia.
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Specializzarsi, differenziare le competenze con una costante formazione. Una necessità per le imprese, una difference per alcuni professionisti pesaresi che, nell’ambito della loro attività, operano per migliorare i processi quotidiani del proprio lavoro e delle aziende con cui collaborano.
testo Silvia Sinibaldi e Simonetta Campanelli - foto Luca Toni
Il mestiere dell’ Innovare
Nulla, come questi anni di crisi, ha reso globale l’esigenza di innovare, ricercare, specializzarsi, differen-ziare le competenze per approfon-dirle. Un processo già avviato, ma noi partiamo proprio dai profes-sionisti“classici”: medico, avvo-cato, architetto, commercialista e ingegnere. Nei loro biglietti da vi-sita non potrà sfuggire la presenza di un aggettivo che caratterizza, e all’apparenza stravolge, il concetto stesso della loro professione.RobertoBracci, ad esempio, è un medico: camice bianco ma anche tanta informatica, perché si occu-pa anche di economia del rispar-mio.Cosac’entralasalutecoldenaroelaparsimonia?“Sono tre parole ormai diventate
tutt’uno in qualsiasi campo dell’a-gire umano, sempre più condi-zionato dal dato economico. L’o-biettivo vero oggi è ottimizzare le risorse, garantendo i bisogni del paziente.Quantosonoimportantinellasuaattività ricerca, aggiornamento einnovazione?“I dati scientifici variano continua-mente, e capillare è ormai la loro diffusione attraverso gli strumenti mediatici. Filtrare queste informa-zioni, spesso generiche, alla luce della professionalità, e proporle correttamente, significa assolvere a un compito educativo che è la base del rapporto medico-paziente. Di-sperdere risorse significa sottrar-le a qualcuno che ne ha bisogno. La condivisione di questo assunto
dovrebbe costituire il terreno co-mune di cittadini e operatori della sanità.”Consiglierebbelasuaattivitàaungiovane?“Credo che nessun altra professio-ne coniughi il patrimonio umano con quello professionale in modo così evidente.”Se economia e risparmio sono pa-role chiave della nostra epoca, il commercialista ClaudioSanchioni, è il professionista capace di spie-gare come. “Questa professione si è progressivamente evoluta nelle funzioni, con un costante amplia-mento delle competenze e delle forme di consulenza. Con la libe-ralizzazione dei mercati, la concor-renza internazionale e la forte glo-balizzazione dell’economia hanno
IN Magazine | 21
Sviluppare | Professionisti… in economia
conferito forme nuove ai rapporti economici e alle relazioni azienda-li. Il dottore commercialista svolge una consulenza vasta e integrata.”Quantosonoimportantiperlatuaattivitàricercaeaggiornamento?“Sono aspetti fondamentali, dif-ficilmente percepiti dall’esterno, e soprattutto costosi in termini di tempo. La mia è una tra le prime professioni che hanno adottato l’obbligatorietà della formazio-ne professionale continua per gli iscritti.”Iltuolavoropuòoffrireprospettiveaunostudente?“Quella di dottore commercialista è, probabilmente, tra le professioni intellettuali più esposte alle dina-miche socioeconomiche e ai cam-biamenti istituzionali. Ma ci sono sfide che, se vinte, permetteranno anche ai giovani di avere impor-tanti spazi.”Lacrisipartitapropriodallafinanzahasuscitatodiffidenzenelsettore?“È innegabile una sorta di gene-
ralizzata diffidenza. A mio avviso, nonostante le difficoltà non ci si deve arrendere. Solo con sacrificio e crescente professionalità potre-mo uscire da questa fase delicata.”Sacrificio, professionalità e magari anche un po’ di fantasia. Anche se, dopo finanza creativa, economia creativa e bilanci fantasiosi, l’estro applicato alla professione sembra più un rischio che una qualità. Non la pensa così MarcoGaudenzi,architetto“creativo”.“Purtroppo la creatività nel nostro mestiere deve ormai ritagliarsi spa-zi ‘notturni’: incombenze e ostaco-li sul percorso di ogni professione sono diventati talmente preponde-ranti che la creatività si applica al superamento degli stessi con più profusione, piuttosto che sulla qualità dei naturali obbiettivi.”Maarchitetturanonèinsécreati-vità?“Perfezione e bellezza nel propor-re l’uso di spazio e tempo, unite a una concretezza stringente, sono
gli obbiettivi dell’architettura che si può sempre definire creativa quando si fa con dedizione, atten-zione, come un rituale necessario a vivere insieme. La ricerca intesa nel suo significato etimologico di guardare per capire, per distingue-re, ponendo domande continue al contesto, nel caso dell’architettura ha tanti contesti diversi che com-prendono tutte le curiosità dello scibile e dell’immaginabile.”Sel’architetturaècreatival’inge-gneria non può essere che alter-nativa. O almeno un suo settore. Parola di FabrizioFraternali. Al-ternativa è un aggettivo che mai sembrerebbe coniugarsi all’inge-gneria. Però da quell’aggettivo si coglie il respiro profondo della necessità delle società moderne di reinventare il proprio modello di sviluppo.Quantosonoimportantiperlatuaattività ricerca, aggiornamento einnovazione?“Sono temi d’importanza capitale,
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in un sistema globale dove l’accesso alle informazioni è amplificato dal web e l’interscambio dei prodotti è facilitato dallo sviluppo della rete dei trasporti mondiale. Innovare attraverso ricerca e aggiornamento permette di mantenere competiti-vità e differenziarsi.”Consiglierebbelaprofessioneasuofiglio?“Senza riserve, è un’attività che si nutre di conoscenza e curiosità, che richiede e permette di con-
frontarsi con istituzioni, aziende, professionisti di diversa esperien-za, know how e cultura e di sentir-si parte di una comunità tecnica, professionale e culturale che si muove nel mondo.”Muoversi nel mondo, esattamente come un avvocatoche si occupa di internazionalizzazione: EnzoBacciardi. “Una mente proiettata oltre i confini, tutti, una mente
senza confini. Capacità di posi-zionarsi e operare oltre confine e di supportare la crescita e lo svi-luppo dell’impresa su tutti i mer-cati, quindi su tutte le culture, le religioni, le ideologie, le lingue, le tradizioni, i regimi…”Internazionalizzazionefarimaconinnovazione. Anche con ricerca eaggiornamento?“Il diritto internazionale è nato da poco e per sua natura è dinami-co poiché nasce dalla, e segue la
globalizzazione dei mercati. Ogni giorno nascono nuove direttive, convenzioni, interpretazioni arbi-trali, norme anti-dumping, dispo-sizioni fiscali o doganali.”Consiglierebbelasuaattivitàaungiovane?“A trovarlo! Bisogna girare il mon-do per una decina d’anni. Chi è disposto? Noi l’aspettiamo e siamo disposti ad assumerlo subito.” IN
Sopra, l’ingegnere Fabrizio Fraternali e l’avvocato Enzo Bacciardi. A fianco, da sinistra, il medico Roberto Bracci e il commercialista Claudio Sanchioni. In apertura, l’architetto Marco Gaudenzi.
L’innovazione, leva per la ripartenza
Il commento di Claudio Pagliano, presidente Confindustria
Al neopresidente di Confiindustria Pesaro-Urbino il compito di sintetizzare in una battuta il valore dell’innovazione per la produzione e le imprese. “È un’attività fondamentale in questa fase di crisi globale soprattutto sul fronte del recupero di competizione sui mercati esteri. Settori come il manifatturiero in Italia, e in particolare nella nostra regione, devono necessariamente puntare su innovazione e ricerca, leve fondamentali per la ripartenza. Fondamentale è anche il supporto della formazione, che proprio nei momenti più complessi deve diventare funzionale a sviluppo e crescita. Certo, come impresa avremmo bisogno di un coordinamento maggiore tra la funzione pubblica della formazione e le esigenze private dell’impresa. Ma tutto è migliorabile.”
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Il suo è un tocco di classe. Pianista e docente presso il Conservatorio“G.Rossini”, LorenzoBavaj, di ori-gine maceratese con ascendenze ungheresi, vive da molti anni a Pe-saro, nella campagna di Candela-ra, con la moglie, avvocato, e i tre figli. Da vent’anni accompagna al pianoforte il tenore JosèCarreras.Comeènatalacollaborazionecolcelebretenore?“Attraverso Carlos Caballè, fratello del soprano Montserrat, che alla fine degli anni ’80 era manager di Carreras. Mi telefonò dopo aver ascoltato un mio disco di musiche rossiniane, per dirmi che Carreras cercava un pianista e che potevo essere la persona adatta. Dopo qualche settimana ho cominciato a suonare con Josè: il debutto è av-venuto alla Scala di Milano.”AlcuniannifaCarrerashaaffronta-to,fortunatamenteconesitopositi-vo,unagravemalattia,laleucemia.Daalloraèimpegnatonellaraccol-ta di fondi per alleviare le soffe-
renzedeimalatiepersostenerelaricerca.Avetemaiparlatodiquelperiododifficile?“È accaduto spesso. Dalle sue pa-role si comprende quanto sia sta-ta pesante questa esperienza sia a livello fisico che psicologico, so-prattutto a causa dell’incertezza sull’esito delle cure, all’epoca an-cora sperimentali. Si capisce anche perché Carreras abbia fortemente voluto la Fondazione per la lotta alla leucemia, realtà molto importante a livello internazionale.”DirecenteCarrerassièesibitoaPesaroinunconcertoorganizzatodalRotaryClubRossini.Cheeffet-tolehafattoaccompagnarlonellasuacittà,e investedipresidenteRotary?“Sono orgoglioso di essere riuscito a portare Carreras a Pesaro per un concerto con finalità benefiche, a favore della sua Fondazione e di un progetto Rotary destinato alla ricostruzione dell’Università dell’Aquila. Ovviamente ero molto
testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni
Tocco di Classe
Docente al Conservatorio Rossini, da vent’anni “accompagna” al pianoforte Josè Carreras. Lorenzo Bavaj si racconta davanti ai tasti del suo strumento.
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Suonare | Lorenzo Bavaj
emozionato, sia per il timore che qualcosa non funzionasse a dovere sia perché ‘giocare in casa’ è sem-pre difficile!”Damoltiannièdocentedipianofor-te al “Rossini”. Come concepisceil suo impegno didattico anche invistadelfuturochesiprospettaaigiovanichefrequentanoilConser-vatorio?“Insegno pianoforte da circa trent’anni, un’attività che mi dà grande soddisfazione perché mi permette di trasmettere quello che ho imparato nel corso della mia carriera. Sul futuro dei giova-ni musicisti tuttavia sono piuttosto pessimista considerato che socie-tà, scuola e televisione ignorano quasi del tutto la musica classica per non parlare del fatto, ed è cro-naca dei nostri giorni, che sempre
più spesso si chiudono orchestre, si riduce l’attività dei teatri e degli auditorium.”Chepartehalamusicanelsuotem-poliberoeinfamiglia?“Mi piace ascoltarne di vario ge-nere: classica, leggera, jazz, ma apprezzo molto anche il suono del silenzio... In famiglia tutti hanno conoscenze musicali di base: Fran-cesco, mio figlio più piccolo, inizie-rà quest’anno a frequentare il Con-servatorio nella classe di flauto.”Quali impegninelsuofuturopro-fessionale?“I concerti con Carreras e quelli come solista. Inoltre, sto lavorando a un programma particolare, per pianoforte a sei mani, con musiche di Giuseppe Verdi, da eseguire nei concerti celebrativi del 150° anni-versario dell’Unità d’Italia.” IN
Il pianista, maceratese di origine e pesarese d’adozione, fotografato nella sua casa.
Un figlio d’arte
Lorenzo Bavaj è ‘figlio d’arte’.Il padre, pediatra e violinista
di valore, amava circondarsi di musicisti coi quali suonava ogni
genere di repertorio.“È stato colui che più ha influito sulla mia
formazione e sulle mie scelte. Sin da piccolo ho cominciato ad
appassionarmi a quest’arte - confessa Bavaj -, in particolare
al pianoforte che mi appariva uno strumento completo e
affascinante.” Al Conservatorio di Pesaro è allievo della professoressa
Valeria Cardi Navach, che lo accompagna in quasi tutto il
percorso di studi. Dopo il diploma, si stabilisce a Pesaro dove
prosegue gli studi di clavicembalo e composizione e insegna al
Conservatorio di Milano, auspice il M° Marcello Abbado, che era stato
direttore presso l’Istitutomusicale pesarese.
26 | IN Magazine
Un piccolo viaggio tra alcune delle più
belle decorazioni delle feste, nelle case
di quattro pesaresi, che ci mostrano i
loro spettacolari e originali presepi.
Le feste di fine anno rinnovano la loro magia e non sono soltanto i bambini ad esserne rapiti. Siamo andati a scoprire alcuni tra i pre-sepi più spettacolari dei pesaresi.Il suo presepe è talmente incante-vole da far incollare i nasi dei pas-santi alla cancellata del parco per ammirarlo. Meuccia Salvaterra, originaria di Carpi ma residente a Pesaro sin dagli anni ’50, lo al-lestisce da una ventina d’anni nel
parco della sua villa, con un di-spiego di forze da lasciare allibiti: unaquarantinadifiguredisegnateequindiintagliatenellegno,poidi-pintegrazieallaregiadiun’artistacomeGabriellaPandolfi,scultriceepittricecoinvoltanell’impresa. La capanna viene costruita ogni anno in modo diverso, sempre con mate-riale naturale e le luminarie sugli alberi restano accese fino a mezza-notte per permettere alla gente di
testo Elisabetta Ferri - foto Leonardo Mattioli
Le nostre Feste
28 | IN Magazine
Festeggiare | I pesaresi e le decorazioni
gustarselo anche la sera: “Pensare che avevamo iniziato solo con la Natività, ora vengono persino i bambini delle scuole a visitarlo - racconta orgogliosa la signora, 86 anni portati con straordinaria energia. Seguo passo passo tutta la distribuzione dei personaggi.” I Re Magi sono davvero stupendi e il cammello cattura l’attenzione, il pozzo sem-bra vero: “ma più bello della Madonna per me non c’è niente” sussurra Meuccia.Al piano inferiore di una splendida dimora del centro storico, dove un tempo c’erano le stalle di Palazzo Zanuc-chi, brilla invece unpresepeingessodel‘700napoletano: “Il regalo per mio marito quando ci siamo trasferiti qui, vent’anni fa - racconta SilvanaMarchionni. L’ho acquistato da un antiquario di Reggio Emilia, l’ho fatto restaurare e perché le statuine potessero stare in piedi in maniera stabile, ho fatto costruire piedistalli in ferro battuto da artigiani delle Dolomiti.” Dodici pezzi vestiti con tessu-
ti antichi, lana e lino, decorazioni dell’epoca, perle e monetine d’oro: anche qui i Re Magi sono straordinari ma la chicca è il venditore di mozzarelle. Che dire poi di Allegra, la statua che ogni anno viene vestita con gli addobbi natalizi?Non sarà poi altrettanto prezioso, ma è certamente origi-nale il presepe costruito da MirandaPaolucci all’interno di una damigianasvestitadellaraffia. Uno strato di sabbia accoglie le statuine, calate una per una dentro il vetro; per fare entrare la capanna ha dovuto piegarla e quindi distenderla di nuovo con infinita pazienza.Ipresepidifficilisonolasuasfida: ancora prima ne aveva
Diverse le loro dimensioni, diversi gli ambienti
costruito uno dentro una cornice antica e un altro pressoché micro-scopico: “Questo l’ho fatto una quindicina d’anni fa e trovo che racchiuda l’essenziale: la natività e i Re Magi”.Per VittorioSparacca, falegname con la passione dei viaggi, l’alle-stimento del presepe è diventato un modo di esprimersi: ogni anno nuovi paesaggi e nuove figure. Cimetteunmesepercostruirlo, fra scenografie, luci, suoni e statuine semoventi: poi lo espone davanti a una vetrata e il risultato è talmente affascinante da inchiodare i pas-santi, che gli lasciano messaggi su un quaderno posizionato all’ester-no. “L’anno scorso me ne hanno scritti più di 300, con complimenti ma anche suggerimenti. Ad esem-pio inserire nel presepe persone
di colore o posizionare uno sca-lino perché i bambini possano ammirarlo meglio.” Quest’anno il suo presepe è partito dallo Ye-men, si sviluppa attraverso la Pa-lestina fino a raggiungere l’antica Roma: mattina, giorno e notte si alternano mentre decine di arti-giani lavorano nelle loro botteghe accompagnati dalla musica degli zampognari. “Lacosadicuisonopiùorgogliosoèche,accantoallenuovechehocostruitoneglianni,resistono ancora le statuine cheavevofattodaragazzoconlacretadelfiume, lasciandole asciugare al sole e dipingendole poi con gli ac-querelli”. Un capolavoro che vale la pena di vedere, in via Varese, centro. Sulla porta c’è scritto “Casa Sparacca” su un’insegna scolpita in legno: non potete sbagliare.IN
In alto, il presepe nella damigiana di Miranda Paolucci e quello,
scenografico e ricco di personaggi, di Vittorio Sparacca. A fianco, il presepe di Meuccia Salvaterra, nel parco della
sua casa. In apertura, il presepe in gesso del ’700 di Silvana Marchionni.
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Camminare | Candelara
Sono diverse, e affascinanti, le leggende legate al suo nome. Tutte rimandano a un’idea di purezza e serenità. Come le luci delle candele che ogni inizio dicembre illuminano Candelara. Ma il borgo sulle prime colline pesaresi racchiude tanti altri preziosi tesori, che raccontano una storia antica.
testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli
Il paese delle Candele
Candelara è a pochi chilometri dalla città di Pesaro, sulle prime colline, a sud, e si raggiunge pas-sando per Novilara o da Rondel-lo, sul Trebbio della Sconfitta. Se-condo alcuni sembra che il nome derivi da un carattere che già i Romani avevano notato: candida aria, in latino: aria serena, pura, chiara… Altri parlano di candela-ria legando il nome a una fonte di luce o un fuoco; ma è accreditata anche la leggenda di un impreci-sato signore di Pesaro che avrebbe costruito un castello dove, accese tre candele in tre posti diversi, il luogo sarebbe stato scelto dalla candela non spenta. Riparata dai venti, rimase la fiamma del mocco-lo ad ovest della Pieve dove, eretto il castello, sorsero prima una bor-gata, poi il Comune, che ha volu-to trecandelenellostemma, ed è rimasto autonomo dal Medioevo
al 1929 quanto venne degradato a… circoscrizione di Pesaro. Quel castello, sorto nell’XI secolo, nel 1444 divenne residenza fortificata di Sigismondo Pandolfo Malatesti che volle dotarla dell’attuale cinta muraria progettata dall’architet-to fanese Matteo Nuti. TuttoraalCastellosiaccedeperunpontedimattonisulfossatochelocirconda,attraversandolaportaasuotempoprovvistadidifesa. I secoli nulla hanno lasciato della residenza dei Malatesti se non la chiesa di San Francesco, ormai senza tetto e cadente da tempo, il campanile “a cupola” e, voluta dalla Compa-gnia della Misericordia per la pro-pria sede, quella di Santa Lucia. All’esterno, fra Castello e Pieve, il “borgo” dov’erano gli alloggi e le botteghe di chi operava al servizio del signore mentre, molto dopo, vennero altre case e gli edifici delle
famiglie nobili pesaresi quali villa Montani, poi Ruggeri, ora Bertoz-zini.Fuoripaeseè laPievededicataaS.Stefano,dasemprecentrodellavitareligiosadellacomunità.Fon-data fra VI-VII secolo, precede il Castello ma ha i caratteri dell’ar-chitettura tardo-gotica ed è artico-lata su pianta a croce greca, rara nel territorio ma forse così voluta per ricordare la chiesa di Santa So-fia a Patrasso, oggi distrutta, fatta costruire da Pandolfo Malatesti (1390-1441), figlio del signore di Pesaro e arcivescovo in quella città. Notevoli rifacimenti sono stati ese-guiti nel 1877-78 dall’abate Bure-sti, tra cui alcuni finestroni e parte dell’abside. Di particolare interes-se è l’uso del laterizio giallognolo, molto simile anche nelle misure a quello impiegato nel santuario di S. Maria dell’Arzilla, entrambi del
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secondo decennio del ’400, il che fa pensare a una fornace di mat-toni attiva in zona. Degli affreschi alle pareti, restano alcuni ancora visibili: S. Giovanni Battista e il ma-trimonio mistico di Santa Caterina e un Santo Vescovo, forse S. Emidio, che protegge dai terremoti, o S. Apollinare, per via delle tre pic-cole croci greco-bizantine che lo ricollegano a memorie ravennati. Da poco, grazie all’intervento del-la Fondazione Cassa di Risparmio,
sono ricomparse le immagini di S. Sebastiano e S. Rocco, di devo-zione particolarmente sentita in quanto protettori dalla peste che nell’area imperversava tra ’4-’500. ImportantiidiversiquadrifracuilastraordinariaMadonnadelRosario, bellissima Vergine e angeli opera di Claudio Ridolfi, veronese, e altri eseguiti da artisti pesaresi, come la Madonna con bambino e santi Stefano e Donnino di Pompeo Morganti e, all’altar maggiore, Santo Stefano e le anime del Purgatorio di Giovanni Venanzi. Di valore l’organo del ’700, funzionante, e la Via Crucis. Valeanchelapenadifareunsaltoal“Trebbio”, trivio fra le strade di Valgelata, della Querciabella e del Trebbio “della Sconfitta” (tale per via di una pietra sotterrata chissà quando e che, non si sa perché, dev’essere rimasta nella memo-ria). Qui, la piccola chiesa della Madonna della Misericordia, co-struita quando Pesaro tornò allo Stato Pontificio, conserva stendar-di di Confraternite e qualche tela di buona fattura. Se gli interessi sono diversi, c’è l’ottimo ristorante “della Fiorella”. Nei dintorni, dove fra XIV e XV secolo a causa delle
A fianco, il ponte d’ingresso al borgo e scorcio della cinta muraria. Sotto, l’esterno della Pieve dedicata a S. Stefano e la facciata di Villa Almerici, di proprietà della famiglia Berloni.
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tante scaramucce fra Montefeltro e Malatesti, fralevariecostruzionididifesa,erastatacostruitaunatorrediavvi-stamento; perso il significato militare, fu acquistata dalla famiglia degli Abati Olivieri, poi dagli Almerici che con la mano di Luigi Vanvitelli l’ampliarono e la portarono al massimo splendore nel ’700. Seguì un progressivo degrado culminato nella Seconda guerra mondiale, quando fu usa-ta come rifugio di sfollati che depredarono tutti gli arredi o li distrussero per scaldarsi in inverno. Ora villaAlmerici è tornata ai fasti settecenteschi da quando la famiglia Ber-loni, a partire dal 1980, ha provveduto a restaurarla, risi-stemarla e riarredarla con pezzi d’antiquariato del ’6-’700, creando ambienti accoglienti. Ma, oltre a meritare una visita in qualunque momento dell’anno, magari conclu-dendola con una cena “da Fofo”, non perdete l’occasione di passare a Candelara durante la festa delle candele di inizio dicembre. IN
Candele a Candelara
Si è appena svolta la VII edizione dell’unica festa dedicata alle fiammelle di cera. Il paese, quasi a corollario dei giorni pre-natalizi, a inizio dicembre viene lasciato alla sola luce di candela, che anima il mercatino in cui primeggiano elementi ornamentali fatti di candele, oggetti di festa e celebrazione, e illumina le “natività” realizzate da artigiani da ogni parte d’Italia. I bambini, nell’“Officina di Babbo Natale”, si divertono a produrre candele e statuette mentre suona la banda dei Babbi-natale e i “colleghi” che diffondono note dagli organini o dispensano dolciumi. Per i grandi, la cucina estemporanea sforna polenta e funghi, baccalà e patate, “pasticciata” ed erbe cotte, carne alla brace, piadina, olive fritte, caldarroste e vino, ovviamente “novello”. Per tutti, la Cereria Terenzi, sponsor ufficiale, all’insegna di “Un viaggio che vale la candela”, offre omaggi ad hoc. www.candelara.com
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Due passioni: una per il basket, che lo ha visto protagonista pri-ma nella squadra della Lupo e poi nel Loreto, tra i tanti derby di una stagione sportiva pesarese indi-menticabile; una per la biologia, che lo ha portato da ormai sette anni a dirigere il laboratorio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti della Fondazione IME, al Policlinico Universitario di Tor Vergata a Roma. La sua attività di routine è tesa a definire la compa-tibilità HLA tra un donatore e un paziente, per gran parte dei centri di trapianto di cellule staminali emopoietiche di Roma; quella di ricerca, per continuare gli studi iniziati all’ospedale di Pesaro.Il trapianto di cellule staminaliemopoietiche,presentinelmidolloosseoonelsangueperifericodiundonatoresano,èancoraoggiunadelleprincipalistradepercurarele
patologieematologiche. Ricerche condotte prima al San Salvatore di Pesaro, e successivamente nei la-boratori della Fondazione dell’Isti-tuto Mediterraneo di Ematologia a Roma, da un gruppo di giova-ni ricercatori guidati dal biologo pesarese MarcoAndreani, hanno tuttavia osservato, che anche a di-stanza di molti anni, nel sangue di alcuni pazienti curati con il tra-pianto coesistono cellule sia del donatore che del ricevente, senza che questo costituisca rischio di rigetto. La situazione che si viene a creare in questi organismi viene definita di “chimerismo misto”.Pubblicata su uno degli ultimi nu-meri della rivista scientifica Hae-matologica, la nuova osservazione dei ricercatori dell’IME dimostra inoltre che nei pazienti talassemi-ci trapiantati, nonostante i globuli bianchi provenienti dal paziente siano in una percentuale molto elevata, la quota di globuli rossi risulti invece quasi completamen-te originata dalle cellule staminali del donatore. “Questa è una sco-perta importantissima e che apre la strada a nuovi studi - osserva il dottor Andreani. Da questi avre-mo risposte su come sia possibile
che in un paziente trapiantato la maturazione dei precursori dei globuli rossi sia così diversa da quelli che produrranno i globuli bianchi e le altre cellule del siste-ma immunitario. Di certo - prose-gue Andreani - una recente nostra pubblicazione dimostra come in questo fenomeno siano coinvolte le cellule T regolatorie, un partico-lare sottogruppo di cellule capaci di mediare tra l’aggressività del si-stema immunitario e la tolleranza immunologica”.LeinformazionichederivanodaglistudidelgruppoguidatodaldottorAndreanisonocruciali perché di-mostrano, appunto, che l’attecchi-mento di una bassa percentuale di cellule sane è in grado di produrre una quota elevatissima di globuli rossi. In questo senso la collabora-zione tra l’Istituto Mediterraneo di Ematologia (Fondazione IME) di Roma, diretto dal professor Guido Lucarelli, con il TIGET (Telethon Institute of Gene Therapy) del San Raffaele di Milano, aiuterà a cu-rare meglio le emoglobinopatie, come le talassemie o l’anemia fal-ciforme e, nel prossimo futuro, an-che altre malattie genetiche oggi considerate incurabili. IN
testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni
Passione per la Ricerca
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Curare | Marco Andreani
Anagrammi, enigmistica, scacchi.
La passione per i giochi che impegnano
la mente è sbocciata spontaneamente, ma è diventata col tempo l’impegno principale
di Leone Pantaleoni, in arte “da Cagli”.
Come fa un ex dirigente del Con-sorzio di bonifica a diventare Le-onedaCagli, uno dei più grandi enigmisti italiani? “È una passione nata in gioventù, a vent’anni - rac-conta LeonePantaleoni, in arte, ap-punto, Leone da Cagli - e pensare che quando ero bambino odiavo i giochi della mente, preferivo cor-rere all’aperto.”Equindi?“È stato mio padre Ario a tra-smettermi la passione, ma senza mai costringermi. Tutto è nato spontaneamente. Mio padre aveva un’intelligenza fuori dal comune, tanto che lui, per non sporcarle, non scriveva sopra alle Settimane Enigmistiche, faceva sempre tutto mentalmente.”Cometinascel’ispirazione?“In ogni momento. Tengo sempre con me un block-notes, così se mi viene qualche idea la scrivo subito, per non dimenticarla.”Megliodinotteodigiorno?“Di notte. Infatti, prima di andare a letto, appoggio il mio ‘quaderni-no’ sopra al comodino, così quan-do mi alzo in piena notte, accendo la luce e scrivo subito. Mia moglie, ovviamente, non è molto contenta di questa mia abitudine!”Oracheseiinpensione,iltempopercrearenehaiabbastanza...“Sono impegnato in vari settori. Lavoro molto anche con scuole, università e con i circoli culturali.”
Cos’è,piùinspecifico,laludolingui-stica?“Quello che insegno io. L’enigmi-stica confina con la letteratura e persino con la matematica.”PerchètifaichiamareLeonedaCa-gliseinveceabitiaPesaro?“A Cagli ci sono nato. A Pesaro però ci abito da 49 anni.”Sei anche un maestro degli ana-grammi. Come traduci Leone daCagli?“Angelica lode. Praticamente ho il paradiso assicurato...”Seiancheunuomodallemillerisor-se.Inparticolare,cosaèsuccessoaModenanel1991?“Ho solo pareggiato a scacchi con il campione del mondo.”Leone Pantaleoni è, infatti, anche un campioni di scacchi, tanto che ha insegnato all’Università l’arte degli scacchi. Ma non solo.Pantaleoniinquestiannièstatopiùvoltepremiato. Il riconoscimento più recente, nell’ottobre del 2009, a Chiavari, quando ha vinto il pre-mio della “Settimana Enigmistica”, il non plus ultra per un creatore di rebus. Andando a ritroso, nel 2001 è giun-to terzo al Premio Capri dell’Enig-ma: il riconoscimento più ambito a cui possa aspirare un enigmista. Non è un caso, infatti, che a vin-cerlo nel 1998 fu un poeta e uno scrittore della fama di Edoardo Sanguinetti. IN
testo Beatrice Terenzi - foto Leonardo Mattioli
Il giocatore di Parole
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Elaborare | Leone Pantaleoni
Nonostante la gastronomia moder-na, fra l’eccesso di offerte, metta a disposizione anche i prodotti di “quarta gamma”, la tavola di Na-tale ha un suo fascino tutto par-ticolare in unpiatto“chenonpuòmancare” perché, se non ci sono... che Natale è? Ma i cappelletti a Natale non possono essere quelli di Giovanni Rana e sono appena tollerabili quelli delle botteghe di “pasta fresca”, per forza “emiliani” con farcia di carne ma senza for-maggio, se no non si conservano. I “nostri”sonoquellidimatricero-magnolaconcarneeformaggioe,quellidiNatale,devonoesserefattiincasa, preparati qualche giorno prima in quantità semi-industriale perché “Natale coi tuoi” concen-tra le famiglie di parenti, più o meno stretti, nella sala da pranzo del paterfamilias. Ma è facile dire “cappelletti”: chi studia la materia, conosce il risultato della diaspora avvenuta da quando Salimbene de Adam, nel XIII secolo, poi Luigi Pulci e Teofilo Folengo più noto come Merlin Cocai, descrivono “la madre di tutte le paste farcite” poi evolute nelle varie parti dell’Italia sia per certe varianti del ripieno, sia soprattutto, per l’aspetto: ravio-li (quadrati, con verdure e ricot-
ta), cappellacci (i caplàz, ripieni di zucca e già d’uso alle corti dei Gonzaga e degli Este), tortelloni (di magro, con la ricotta, in Emi-lia), tortelli (di zucca o dolci, del cremasco e milanese), tortellini (dell’area bolognese, con la pin-zatura della pasta addossata al ri-pieno), agnolotti (del piemontese), agnolini (una specie di raviolo a forma di mezzaluna), anolini (mol-to piccoli e con il “buco” al centro) e, non ultimi, i “nostri” cappelletti che devonoaverenettaunapuntaelaformadiuncappellomedioeva-le, quello indossato dagli studenti delle Università, prima del ’68, nei giorni della festa delle matricole. Sono una propaggine della cucina romagnola ed esigono il ripieno col petto di cappone, rosolato e tritato fine, mescolato con uova, ricotta, formaggio fresco, parmi-giano, noce moscata e buccia di limone grattugiata. Le varianti sono accettate: carne di maiale o tacchino e, addirittura, prosciutto invece del cappone. Alla cucina, le “parenti” portano i cappelletti che, orgogliosamente, hanno prepara-to e che sono pronte a tuffare nel brodo di carne grossa e di gallina grassa. Fra dieci minuti tutti a ta-vola e… buone feste! IN
testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli
Come si preparano
Vado sul classico, citando Pellegrino Artusi e facciamo
conto d’essere in otto. Rosolare nel burro il petto di un cappone. Quando è cotto, tritarlo fine e, in
una ciotola, aggiungervi due uova e due tuorli, un etto di ricotta, uno
di raviggiolo, mezz’etto abbondante di parmigiano, noce moscata,
buccia di limone grattata, sale e pepe. La sfoglia, tirata sottile da
un impasto di 800 gr di farina con 8 uova, si taglia in quadro con lati di cm. 4x4. Mettere al centro una
pallina di farcia, piegare il quadrato di pasta unendo prima i due angoli opposti, poi i due della base e, con
abilità, saldarli in modo che il terzo angolo crei la punta del cappello.
Se siete brave/i ne fate un centinaio. Lasciateli, “allineati e coperti” come i soldati, perché si asciughino e non
si attacchino. Cinque minuti nel brodo bollente e, di nuovo...
buone Feste.
Il sapore della Tradizione
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Gustare | I cappelletti
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Sono state oltre centomila le pre-senze durante le quattro giornate dell’VIII edizione del “Festivalinternazionaledelbrodettoedellezuppedipesce” che si è tenuto a Fano a inizio settembre. Un risul-tato di tutto rispetto. Ma diciamolo pure, con le parole del presidente provinciale di Confesercenti, orga-nizzatore dell’evento, AlfredoMiet-ti: “Un successo senza precedenti”. Esattamente ventimila le porzioni di pesce vendute dai sei ristoranti presenti nel lungomare, con i loro sessanta operatori. Un’inaugura-zione da ricordare, con duecento-cinquanta porzioni preparate in una mega pentola e distribuite gratuitamente. Quaranta gli espositori di prodot-
ti tipici, con ottanta addetti. Cen-tosessanta quelli impegnati nella organizzazione. Cento i membri della giuria popolare provenienti da Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Lazio, Mar-che, alternati nei quattro turni di gare. Unaconferma,secenefossebisogno,dicomel’enogastronomiasiadiventataunadellemaggioriat-trattiveturistiche.Ma veniamo alla giuria tecnica: presidente Enzo Vizzari, direttore della guida Risto-ranti d’Italia de “L’Espresso”, Anna Scafuri del Tg1, curatrice di “Terre e Sapori”, Luciano Pignataro de “Il Mattino”, Eleonora Cozzella de “L’Espresso Food & Wine”, Anto-nio Paolini, giornalista enogastro-nomico, Paolo Notari, conduttore Rai, Fiammetta Fadda di “Panora-ma” e di “Chef per un giorno” su La7. Giuria chiamata per giudicare otto concorrenti in rappresentan-za di altrettante regioni italiane: “Al Metrò” di San Salvo (Ch) per l’Abruzzo, “L’Antica Trattoria” di Sorrento (Na) per la Campania,
“Pascucci - Al Porticciolo” di Fiu-micino (Rm) per il Lazio, “Baldin” di Genova Sestri per la Liguria, “Augustus” di Fano, “Dal Corsaro” di Cagliari per la Sardegna, “Risto-rante da Serafino 1953” di Marina di Ragusa per la Sicilia, “L’Imbuto” di Viareggio (LU) per la Toscana. Vincitore assoluto il cagliaritanoStefanoDeiddade“DalCorsaro”. Il suo “brodetto”, aromatizzato con menta, finocchietto, maggiorana e guarnito con un’originale pralina di scampo ha sedotto la giuria che lo ha proclamato vincitore senza la minima esitazione. Lo chef sar-do ha appena 28 anni anche se ha una solida esperienza alle spalle. Lo chef più votato dalla Giuria po-polare è stato invece Gianfranco Pascucci del ristorante “Pascucci Al Porticciolo” di Fiumicino. Per il 2010 Sardegna e Lazio dun-que: Tirreno docet. Ma questo è il bello di un Festival. Appunta-mento alla prossima edizione e un gioioso brindisi col Bianchello del Metauro. IN
testo Alberto Berardi
Brodetto da Record
La Confraternita e la ricetta ufficiale
A Fano sul brodetto non si scherza. È nata da tempo una vera e propria Confraternita che, per non dare luogo a contestazioni o lotte per la primogenitura ha depositato con atto notarile la ricetta, la stessa riportata in calce allo Statuto. Ingredienti per 4 persone: 3-4 kg di pesce intero (mazzole, rana pescatrice, gattuccio, tracina, razza, boccaincava, pesce san pietro, canocchie, seppie, scorfano), 250 gr di olio extravergine d’oliva, 50 gr di aceto di vino (6 cucchiai); 400 ml d’acqua (2 bicchieri); 130 gr di doppio concentrato di pomodoro (1 tubetto); 30 gr di cipolla, 4 gr d’aglio (1 spicchio). Una generosa quantità di pepe macinato al momento e sale q.b.
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Assaporare | Festival del brodetto
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Due territori a Tavola
testo Andrea Biondi
Unaguidadiversa,chenondàvoti,non“incensa”o“castiga”glichef, non esprime giudizi insindacabili, ma vuole mettere il lettore nelle condizioni di essere egli stesso recensore del locale, andandolo a visitare per (ri)scoprire cucine ogni volta originali e diverse. Cuci-ne che si esprimono nei 285localisegnalati, dal territorio di Imola(confine“geografico”traRomagnaedEmilia)finoall’interaprovinciadiPesaro-Urbino. Edizioni IN Ma-gazine torna in libreria a dicem-bre con la nuova edizione della sua Guidaairistoranti, che si concentra su Romagna e provincia di Pesaro-Urbino: separate dal punto di vista amministrativo, ma profondamen-te legate tra loro sotto l’aspetto storico e culturale. Quindi, anche “territori enogastronomici” pro-fondamente affini.Curata da DavideEusebi, giornali-sta enogastronomico de “il Resto del Carlino”, e da OtelloRenzi, già presidente di AIS Marche ed esper-to in marketing del territorio, la guida non vuole vergare giudizi irreversibili, ma esaltare la sponta-
neità. Degli attori, dai patron agli chef, capaci ancora di accoglie-re con calore e semplicità. Degli ambienti, rispettati e valorizzati, recuperati con filologica pazienza e sacrificio. Infine, dei piatti, attra-verso un costante richiamo al terri-torio, alla ricerca delle buone cose della terra, con qualche doverosa parentesi internazionale.Niente voti, cappelli o forchette,dunque. Il giudizio c’è, ovviamen-te, ma si concentra sulle informa-zioni pratiche e più utili sul locale recensito: l’ambiente e l’atmosfera, a rappresentare gli elementi che rendono ogni posto diverso dall’al-tro, oltre alla presentazione dei principali “cavalli di battaglia” pro-posti in menù. Un valido aiuto per scegliere ogni volta il posto giusto dove trasformareunpranzoounacena in un’indimenticabile espe-rienza di gusto e convivialità. La guida è in vendita nelle librerie di Bologna, Romagna e della provin-cia di Pesaro-Urbino, a 15,00 euro. È acquistabile on line sui siti della casa editrice: www.ristorantidella-romagna.it e www.inmagazine.it. IN
Torna in libreria, con una nuova edizione, la Guida ai
ristoranti “targata” Edizioni IN Magazine, dedicata alla Romagna e alla provincia
di Pesaro-Urbino. 285 locali, dall’imolese fino
ai confini della prima provincia marchigiana.
Un viaggio nella cultura gastronomica di due aree
la cui continuità geografica si conferma in cucina.
Consultare | La nuova Guida ai ristoranti
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Tra golf e Turismo
testo Francesca Renzi - foto Ilaria Milandri
Una guida sul golf, con un taglio innovativo: con questo spirito Mariavittoria Andrini, curatrice dell’opera, ha realizzato 52dome-nichedigolfinEmiliaRomagna.La guida raccoglie i 23 Club del-la regione affiliati alla Federazio-ne Italiana Golf: dalla mappa del campo, agli score, ai servizi offerti fino alle buche più belle, complete dei consigli di gioco fornite dai ma-estri del Club di riferimento.La vera novità, però, sta nell’ac-costamento golf-turismo, bino-mio negli ultimi anni sempre più solido, come hanno confermato anche MaurizioDeVitoPiscicelli, presidente di EmiliaRomagnaGolf, e AndreaBabbi, AD di APTEmiliaRomagna, durante la presentazio-ne ufficiale del libro, al Golf Club Bologna, il più longevo in regione, fondato nel 1959. Alla presentazio-ne ufficiale sono intervenuti anche GianEnricoVenturini di BPER, so-stenitore del progetto fin dalla fase embrionale, e Andrea Maggi, per la FIG. Lo stesso Maggi ha eviden-
ziato come il libro possa rivelarsi un ottimo alleato per gli accompa-gnatori, che possono trovare tra le sue pagine molti spunti turistici ed enogastronomici. Proprio su que-sto piano, APT Emilia Romagna utilizzerà la versioneinglesedellibro, 52 golf sundays in Emilia Ro-magna, per la promozione turistica nelle fiere internazionali.La guida, infatti, non è un pro-dotto specifico per il giocatore, ma anche per la sua famiglia. Il golf offre lo spunto per scoprire il territorio che circonda il circolo. Di fianco alle pagine dedicate ai Club, si apre un capitolo riservato agli itinerarituristicineidintorni, tra città d’arte, piccoli borghi, par-chi naturali, stabilimenti termali, parchi divertimento. Ultima novi-tà, in chiusura di ogni capitolo, la curatrice ha dedicato particolare attenzione all’enogastronomia, in-dicando sia i piatti tradizionali e i ristoranti dove assaggiarli, sia i vini prodotti nel territorio e le cantine dove degustarli. IN
Quattro declinazioni per una guida
La guida cartacea è disponibile in due versioni: in italiano, in vendita nelle migliori librerie nazionali, acquistabile on line e nei golf club della regione; in inglese, utilizzata da APT ed Emilia Romagna Golf per la promozione turistica nelle fiere di tutta Europa.www.52domenichedigolf.it è invece il sito web collegato alla guida, dove trovare notizie interessanti sul mondo del golf. Ultima novità, la realizzazione di un applicativo per iPhone, per scaricare completamente il volume.
I numeri della guida
23 i Golf Club a 9, 18 e 27 buche;23 le mappe dei campi;
58 piantine coi consigli di gioco;23 gli score;
20 Golf Club - campi pratica;91 i siti turistici descritti;
60 gli alberghi e b&b;48 i ristoranti e le trattorie;
44 le cantine vinicole.
Giocare | 52 domeniche di golf
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OdoardoGiansanti nasce a Pesaro (da padre laziale) il 18 settembre 1852. Da bambino studia e forse impara un po’ di latino. Ma la sua infanzia termina presto: nell’otto-bre 1862 gli muore la mamma, il padre tre mesi più tardi si risposa e nella nuova famiglia Odoardo è come un intruso, forse perché non tollera la matrigna e quella ne ricambia l’antipatia. Di questa situazione conosciamo l’epilogo tragicomico che si svolge nell’a-prile del 1873, quando una sera Odoardo trova la casa vuota, i suoi sono partiti per Roma senza nean-che avvertirlo. Disperato, si rivolge alla congregazione di carità per un sussidio. Ma è giovane, sano e non ha lavoro. L’istanza è rigettata.Incontriamo nuovamente Odo-ardo il 6 novembre 1873 a Roma, in un corridoio del Campidoglio, dove lo arrestano per furto di un cappello. Subisce una lieve pena detentiva. Nel racconto autobio-grafico in versi, che non accenna a questo infortunio, sono narrate invece le sue peripezie per giun-gere a Roma, dove i familiari lo accolgono malissimo, tanto che Odoardo ammansisce il padre con un bicchiere all’osteria. Per quella sera, almeno: poi la figura paterna sparisce per sempre dalla sua vita.Agli inizi del 1874, stremato dagli stenti, viene ricoverato all’ospeda-
le di Santo Spirito. Appena rimes-sosi, tenta di farsi frate. Più tardi racconterà, di quell’episodio, i par-ticolari più adatti al riso. È però certo che nel febbraio 1874 entra tra i Figli dell’Immacolata Concezione, che al Santo Spirito si occupano degli infermi; in aprile veste da novizio con il nome di frate Ilario; in settembre lo dimettono, “non avendo vocazione”.Quasi cinque anni dura il soggior-no romano: Odoardo si ingegna in lavori umili come spazzino, mura-tore e bracciante, mentre per la po-lizia è un ozioso e un vagabondo. Alla fine del 1876 subisce un mese di arresto per non aver ottempe-rato all’ammonizione pretorile di trovarsi un lavoro. Tra 1877 e 1878 subisce altre lievi condanne. Ma alla fine, dimesso dal carcere, un foglio di via lo rimanda a Pesaro, sua città natale. Figlio di un laziale, Odoardo vive a Roma da cinque anni. Pesaro è ormai una realtà re-mota, dove spontaneamente non tornerebbe mai. L’esservi costretto da un foglio di via decide il suo de-stino. APesaroloaspettanonuovesciagure:cecità,depressione,tantianniinmanicomio.Ma proprio nel ricovero scopre una stupefacente abilità a comporre, grazia alla qua-le “Pasqualon”darà vita per decen-ni a centinaiadicanzonidialettaliche ancora oggi ci commuovono. IN
testo Riccardo Paolo Uguccioni - foto Leonardo Mattioli
Pesarese per Caso?
Una mostra sul poeta
La mostra dedicata a Pasqualon alla Galleria della Pergola di
Pesaro, a cura di Elio Giuliani e Piergiorgio Spallacci, titolare della
galleria, è stata un’occasione unica per vedere esposti insieme gli
storici cimeli del poeta, sia quelli di proprietà comunale che quelli
appartenenti a privati, tra i quali il bastone della collezione di Giuliani, attestati di riconoscimenti, edizioni originali delle sue opere, manifesti
realizzati da Massimo Dolcini e di proprietà di Luigi Panzieri, e due
dipinti di Achille Wildi, Pasqualon e Pasqualon e la Miclena.
Molto apprezzata dal pubblico l’esposizione ha mostrato alle
giovani generazioni uno “spaccato” del mondo del poeta, la cui statua
saluta pesaresi e coloro che arrivano in città, dal 21 settembre,
in piazzale Matteotti. (B.A.)
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Ricordare | Pasqualon
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testo Benedetta Andreoli - foto Leonardo Mattioli
La classicità dell’ Architettura
Il convegno “Vitruvioe ilDeAr-chitecturanellaculturaclassica” ospitato il 30 settembre scorso a PalazzoSanMichele a Fano ha san-cito la nascita del CentroStudiVi-truviani dedicato all’opera dell’ar-chitetto romano Marco Vitruvio Pollione (I secolo d.C.), autore del trattato in cui scrive, tra l’altro, di aver costruito una basilica a Fano
(coloniae Juliae Fanestri). Situato in via Vitruvio 9, nei locali messi a di-sposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio, il Centro Studi pre-sieduto dal professor PaoloClini dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, mira a “diffon-dere la conoscenza della cultura classica e della classicità, in parti-colare l’opera antica e l’influenza moderna dell’architetto romano Marco Vitruvio Pollione, promuo-vendo attività di ricerca e docu-mentazione, giornate di studio ed esposizioni di materiale didattico”. Davanti al notaio Angelo Colange-li, hanno firmato l’atto costitutivo il vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia, DavideRossi, l’assessore alla Cultura di Fano FrancoMancinelli, il rettore
dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, MarcoPacetti, il professor MarioLuni in rappre-sentanza dell’Università di Urbi-no, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano FabioTombari, il presidente dell’Arche-oclub fanese, PiergiorgioBudassi e il presidente della Confesercenti provinciale AlfredoMietti. Al ter-mine del convegno, è stata inaugu-rata, nell’ex Chiesa di San Michele, la mostra multimediale “Fano, Vi-truvio e il De Architectura: segni e memorie”, curata da Paolo Clini e Mario Luni, nella quale è stata presentata una multiproiezione di tesi di laurea in Ingegneria edile - Architettura su Vitruvio e il suo trattato a confronto con i reperti archeologici rinvenuti a Fano. IN
TRIBUNALE DI PESAROordinanza
P.Q.M.
Fondare | Centro studi vitruviani
Il Tribunale di Pesaro, in persona del giudice Vin-cenzo Pio Baldo, sommariamente pronunciando sulla domanda cautelare proposta da Intercon-tact s.r.l. nei confronti di Campanelli Simonetta, con ricorso depositato in data 25.03.2010, così prevede:a)ordina alla Campanelli di cessare ogni attività imprenditoriale per la durata di cinque anni de-correnti dall’1/04/2009 avente per oggetto quanto indicato dall’art.1 del contratto stipulato nella predetta data con la Intercontact s.r.l., ossia il di-sbrigo di pratiche di relazioni pubbliche, servizi sociali, ricerche di mercato, affari pubblicitari servizi turistici, organizzazione eventi, convegni e congressi e attività analoghe, ad eccezione che con i clienti Riz e Katyna Ortolani, CTC Produc-tion e Fondazione Berloni con i quali detta attivi-
tà è consentita;b)ordina la pubblicazione del rispetto del dispo-sitivo del presente provvedimento, con caratteri doppi rispetto al normale, a spese della Campa-nelli, per due numeri consecutivi sulla rivista IN Magazine, edizione di Pesaro-Urbino, nonché, negli stessi termini, per due volte a distanza di una settimana l’una dall’altra, sul quotidiano “il Resto del Carlino” edizione di Pesaro;c)condanna la Campanelli al pagamento delle spese processuali sostenute dalla società ricorren-te liquidate in € 1.210,00 per diritti, € 30,00 per spese vive ed € 2.600,00 per onorario, oltre spese forfettarie, Iva e cassa.Si comunichi a cura della cancelleria.
Pesaro, 3/06/2010
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