Realizzato dagli alunni della classe terza sez.I
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Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale
stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza,
quindi la Repubblica è una conquista nostra e
dobbiamo difenderla,, costi quel che costi.
(Messaggio di fine anno agli Italiani del Presidente Sandro Pertini - 1979)
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INDICE
Lettera dal fronte
Barletta e le sue medaglie
Il senso delle parole
Articolo di un giornale del periodo della Resistenza
Bambini in guerra
Acrostico sulla Resistenza
I Martiri della Libertà
“Follia e Speranza”
I quaderni del periodo fascista
Una lapide per ricordare
Un barlettano tra i martiri delle Fosse Ardeatine
I luoghi della nostra Resistenza
Motti latini del periodo fascista
L’Ofanto durante la guerra
La Puglia durante la Resistenza
Io c’ero…
I 12 volti della nostra Resistenza
La donna nella seconda guerra mondiale
Il colonnello Grasso
Crucipuzzle sulla Resistenza
Mia nonna racconta
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LETTERA DAL FRONTE
Durante gli anni della guerra, l’ invio e l’ arrivo della posta erano momenti
estremamente importanti per i soldati al fronte e per i loro familiari, in quanto era l’
unico sistema per avere notizie preziose in un momento estremamente critico e per
noi, oggi, costituiscono testimonianza diretta di eventi e stati d’ animo di chi è stato
costretto a vivere gli orrori della guerra…
Carissima mia Nardina
Subito vengo a rispondere alla tua lettera del 3 corr. Mi affretto di più a scriverti che
proprio in questi giorni che mi erano molti in pensiero e dolenti al destino ci è
pervenuta quella bella notizia dell’ armistizio che non solo per noi due ma per tutti è
una felicità ed una contentezza . Ora almeno speriamo che ci possiamo rivedere subito
nelle nostre case però dobbiamo attendere altre nuove notizie perché non possiamo
stare contenti perché ognuno può vivere tranquillo ed è sicuro là dove si trova . Solo ci
dispiace dei nostri fratelli che si trovano così lontano senza sapere nessuna notizia. Mi
dispiace di più perché io solo a loro ho che mi possono riguardare del resto della
famiglia non c’importa – perché loro non arrivano a capire le nostre condizioni.
Quindici giorni fa ho ricevuto la tua cartolina dal mio fratello Michele lui mi mandava
a dire che da quando è venuto in licenza non ha avuto più nessuna notizia. Così digli a
mia madre che quando torniamo noi, allora mettiamo le cose apposto. Dunque come
mi hai detto sono molto contento che tu e il nostro piccolo state bene, nel frattempo ti
assicuro anche di me ed per questo non puoi cedere come sono felice a sentire la
notizia che il bambino si è rimesso. Per la questione della casa, non pensare che tutto
si accomoderà tu del resto fai del tutto a mettere le cose in ordine perche io
trovandomi un po’ lontano non posso vedere niente. Come mi dici per la moneta non
preoccuparti che a me basta solamente ad essere contento a sentire buone notizie.
Non altro saluti a tutti della famiglia – baci a tua madre fratelli e sorelle, saluta pure i
tuoi zii e compari e amici che domandano di me – infiniti baci al piccolo in ultimo un
forte abbraccio per te per questa contentezza, tuo Domenico
Angelica Andreula
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IL SENSO DELLE PAROLE…
“Le parole costruiscono castelli della mente, impara a governarle,
altrimenti loro governeranno te . . .” (STEPHAN LETTLEWORD)
LE PAROLE DELLA RESISTENZA
Resistenza= DAL LATINO “RESISTENTIA”, DA FERMARE. MOVIMENTO DI
LOTTA POLOTICO-MILITARE SORTO IN TUTTI I PAESI D’EUROPA CONTRO I
NAZISTI E I REGIMI DA QUESTI SOSTENUTI DURANTE LA SECONDA GUERRA
MONDIALE.
Eroismo= CARATTERISTICA, VALORE DI PERSONA EROICA.
Guerra= DAL SOSTANTIVO “WERRA” DELL’ANTICO ALTO GERMAICO CHE
SIGNIFICA “MISCHIA”.STATO DI DISCORDIA ESISTENTE FRA DUE O Più
PERSONE.
Patria= DAL LATINO “TERRA” PATRIA . LUOGO O PUNTO D’ORIGINE.
Pace= DAL LATINO PACIS CHE SIGNIFICA FISSARE. ASSENZA DI LOTTE E CONFLITTI ARMATI TRA POPOLI E NAZIONI.
Partigiano=DAL LATINO PARTEM. DIFENSORE DI UNA PARTE O DI UN PARTITO.
Alleanza= DAL FRANCESE ALLIANCE “ALLEARE”. UNIONE FRA PARTITI.
Nemico=DAL LATINO NIMICUS. PERSONA CHE APPARTIENE ALL’ESERCITO O AL TERRITORIO DELLO STATO CON CUI SI è IN GUERRA.
Libertà=DAL LATINO LIBERTAS “L’ESSERE LIBERO”. CONDIZIONE DI CHI NON SUBISCE CONTROLLI. Eccidio= DAL LATINO EX-CIDIUM. STERMINIO, STRAGE
Mariangela Campese
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Una pagina di giornale datata 1' Aprile 1943, in cui si esortano gli Italiani a liberare il Paese
dagli oppressori Tedeschi
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Barletta e le sue medaglie
I colpi dell'eccidio tedesco sulPalazzo delle Poste
Durante la seconda guerra mondiale la città si è resa protagonista di una strenua resistenza e fu teatro del primo episodio
della Resistenza italiana contro le truppe naziste. Dopo aver ricevuto il fonogramma in cui si chiedeva di considerare le truppe tedesche come nemiche, il colonnello Francesco Grasso, posizionò le truppe del presidio barlettano a difesa delle vie d'accesso alla città, e solo dopo due giorni di attacchi da parte nazista la città fu costretta alla resa, per evitare che fosse rasa al suolo. Numerose da quel momento furono le vittime italiane, sacrificate senza alcun motivo ma il più grave degli episodi è legato al 12 settembre 1943. Durante quella mattina undici vigili urbani e due netturbini furono condotti nei pressi del palazzo delle poste in piazza Caduti di Guerra e davanti al muro su cui ancora oggi restano visibili i segni dei colpi, furono fucilati per rappresaglia. Uno dei vigili colpito alle gambe e coperto dai cadaveri dei suoi colleghi, riuscì a salvarsi dopo ore di agonia durante le quali era rimasto immobile sepolto dai corpi. Le vittime civili durante quei dodici giorni di assedio nazista furono in totale trentadue, oltre a decine di feriti. Per questi motivi la città di Barletta è stata insignita, unico caso in Italia, la Medaglia d'Oro al Valor Militare ed al Merito Civile. Inoltre, con 11 medaglie d'oro e 215 medaglie d'argento Barletta è la città più decorata d'Italia. (Informazione estratta da Wikipedia)
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Bambini in guerra
Durante ogni guerra, le vittime più indifese sono i bambini a cui viene negato il diritto di crescere sereni e protetti.
Mi hanno molto colpito queste tre immagini del periodo dell'occupazione nazifascista perché negli occhi di questi bambini è racchiuso tutto l'orrore
di quegli eventi.
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ACROSTICO SULLA RESISTENZA
Anche un momento storico di grande importanza per le sorti del nostro Paese, può
costituire lo spunto per giocare con la lingua e creare un componimento a tema. Ecco
un acrostico che racchiude alcune parole-chiave:
RICORDO
ESERCITO
SOFFERENZA
ITALIANI
STORIA
TERRORE
ESTIRPARE
NAZISMO
Z AHLREICH
ARMI
Angela Dibenedetto
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Tante sono le poesie e tanti sono i racconti del periodo della Resistenza ed in ogni loro pagina si avverte il dolore di un intero popolo...
Io ho scelto di proporre la lettura di questa poesia perché ha suscitato in me una forte emozione
I Martiri della Libertà
I frutti della libertà, di cui ora godiamo,
furono coltivati sul nostro suolo con lunghi e mortali dolori.
Non vi è un paese straniero che non fosse pieno dei nostri esuli,
che non sedesse Italiani accorrenti a combattere per i
diritti dei popoli
In Italia non vi è carcere non santificato
dei patimenti degli uomini più generosi;
non vi è palmo di terreno non bagnato dal sangue
dei martiri della libertà.
I nostri in ogni tempo protestarono morendo,
contro la tirannide che opprimeva la Patria
e spirarono fermamente convinti
che il loro sangue sarebbe stato fecondo
di libera vita ai futuri
A. Vannucci
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Follia e Speranza
Triste fu
quando l’uomo divenne cieco
e perse la via del bene per le menti
annebbiate da odio e razzismo
di esseri che si ritenevano ingiustamente superiori e
celebravano la loro purezza umana.
Ma proprio in quella follia
Si intravide un barlume di luce e speranza
che si sprigionò da uomini semplici.
Ed è li che c’era purezza,
nei loro cuori e nei loro occhi che videro il terrore
ma divennero faro per la salvezza
di un popolo ferito.
Rossella Doronzo
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I QUADERNI DEL VENTENNIO FASCISTA
Ecco una testimonianza fotografica di come la propaganda
fascista fosse presente in ogni aspetto della vita degli
Italiani.
Grazie al mio bisnonno paterno, Cacace Antonio, ho potuto prendere visione dei suoi quaderni dalle copertine che esaltavano il regime e nelle quali il Duce era quasi divinizzato. Esse testimoniano la "fascistizzazione" anche della scuola e sembrano vere e proprie opere d'arte perché realizzate da artisti di quel periodo.
Marco Lacalamita
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Per non dimenticare
Una lapide in ricordo dell'eccidio di Barletta deve essere solo il punto di
partenza per tenere viva la memoria di un evento tanto importante perché
è solo attraverso il ricordo che è possibile progettare un futuro migliore.
L’ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE:
anche un barlettano tra i 355 martiri.
Era il 24 marzo del 1944 quando a Roma si consumò il più grande
eccidio nazista in cui persero la vita ben 355 vittime.
Tra essi, anche un nostro concittadino, Gaetano Lavecchia, un
ebanista che nella sua bottega riuniva i partigiani per combattere
gli orrori del nazifascismo in nome della democrazia e della
libertà. A Lui ed agli altri eroici martiri di questa strage, è
dedicata l’immagine che ho voluto riprodurre e rappresentare
perché contiene in se l’orrore della morte, ma anche la speranza
in un futuro di pace e giustizia, costruito attraverso una
coraggiosa e strenua Resistenza
Miriam Lasala
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I LUOGHI DELLA NOSTRA RESISTENZA.
PALAZZO DELLE POSTE - BARLETTA
MURGETTA ROSSI
Immacolata Lattanzio
CAPOSALDO CROCIFISSO PRESSO LA CHIESETTA RURALE DEL COCIFISSO SITA IN VIA ANDRIA.
VALLE CANNELLA DI CERIGNOLA
CAPOSALDO CITTIGLIO AL PONTE SUL FIUME OFANTO
(INCROCIO STRADA STATALE PER MARGHERITA DI
SAVOIA,TRINITAPOLI E SAN FERDINANDO.)
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La propaganda fascista passava anche attraverso frasi e motti che venivano scritti sugli edifici pubblici. Eccone alcuni esempi:
- Chi si ferma è perduto - Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora
- Bisogna volere! Fortemente volere!
- Il valore di un popolo non viene determinato solo dalle vittorie in guerra, ma esse sono il fondamento del suo valore
- Italia agli italiani
- Ringrazia ogni giorno devotamente Dio perché ti ha fatto italiano
- Ardisco ad ogni impresa
- Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani
- Vincere e vinceremo!
- Sposi della vita, amanti della morte
- La disciplina deve cominciare dall'alto se si vuole che sia rispettata in basso
- Chi non è con noi è contro di noi
- Io mi vanto soprattutto di essere un rurale
- Il contadino deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo
- Una maschia gioventù con romana volontà combatterà...
- Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non prepararsi è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo
- Siamo quelli che siamo
- Fate che le glorie del passato siano superate dalle glorie dell'avvenire
- L'Italia fascista può se necessario portare oltre il suo tricolore, abbassarlo mai
- Nessuno ha potuto fermarci...nessuno ci fermerà!
- Morire ma non tradire
- Credere, obbedire, combattere
- Boia chi molla!
- Fermarsi significa retrocedere
- Solo dall'armonia costituita dai tre principi: capitale, tecnica, lavoro vengono le sorgenti della fortuna
- Si stava meglio quando si stava peggio
- Chi osa vince!
(Ricerca tratta dal web)
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L’Ofanto nelle guerre
L’Ofanto è certamente il fiume più importante della Puglia,ma
questo non è dovuto solo a motivi geografici come ad esempio
lunghezza e portata ma anche a un succedersi di vicende storiche.
La postazione del Caposaldo Cittiglio Nel corso dei secoli le sponde del fiume
sono state teatro di numerose battaglie e
le cui acque sono rimaste arrossate dal
sangue di migliaia di soldati. La battaglia
più antica risale al 279 a.C.e attiene la
guerra tarantina fra Roma da una parte e
Pirro dall’altra, invece quella più famosa
risale al 216 a.C. che vide fronteggiarsi
l’esercito romano e quello cartaginese, conclusa a favore di quest’ultimo,
comandato dal condottiero Annibale. Anche per quanto riguarda l’età contemporanea l’Ofanto ha avuto un
notevole coinvolgimento durante la Seconda Guerra Mondiale ma in
particolare nel periodo della Resistenza, ovvero l’occupazione da parte
dei Nazisti. Fu questa di Barletta, una battaglia vera e propria: gli
italiani occuparono i punti nevralgici e le strade di accesso alla città,
ebbero uno scontro sul fiume Ofanto alle 12.30 del 10 settembre 1943
in cui il Caposaldo Cittiglio (postazione di presidio, presidiato da due
Compagni e militari) e catturarono 15 soldati tedeschi. Invece, in
ritirata verso il Nord d’Italia, i Tedeschi distrussero il Caposaldo sul
fiume uccidendo i soldati sul posto che avevano il compito anche di far
saltare il ponte in caso disoccupazione, ma una direttiva della
Brigata Centrale di Bari non fece partire l’ordine,sacrificando invano la
vita dei nostri soldati.
Angelo Paolicelli
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La nostra regione ha avuto un ruolo decisivo nella lotta antinazista e antifascista, perciò ho voluto approfondire questo argomento attraverso la lettura del seguente articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 2003
La Puglia durante la Resistenza
Nel Mezzogiorno la resistenza militare e civile assunse un carattere «patriottico» e spontaneo. Gli italiani in Puglia non si divisero e si assistette a forme eroiche e coraggiose di opposizione alla violenza nazista che ebbe un carattere punitivo e razzista come attestano le note vicende di Cefalonia, di Barletta, e di tanti altri centri della Puglia e della Basilicata. Centinaia di pugliesi persero la vita nella resistenza antinazista, molti altri morirono nei campi di concentramento, migliaia di soldati pugliesi mantennero alto l'onore e il giuramento prestato, furono catturati nei Balcani, nelle isole dello Jonio e dell'Egeo e deportati dagli uomini di Hitler.
Nella realtà pugliese reagirono ai misfatti germanici contro la popolazione civile diversi vescovi e semplici frati, in alcuni casi persino ex podestà, senza considerare l'apporto di molti reparti e singoli ufficiali e soldati nella resistenza a Barletta, Bari, Bitetto, in tanti altri centri della Murgia, del Nord Barese e della Capitanata. Nel Salento si costituirono le prime formazioni militari che combatterono con coraggio a fianco degli Alleati contro i nazisti (battaglia di Montelungo, liberazione di alcune città del Nord Italia). Una delle più belle pagine della resistenza italiana è stata scritta dai pugliesi alle Fosse Ardeatine. Qui persero la vita, tra gli altri, un insegnante, Gioacchino Gesmundo ed un sacerdote, Don Pietro Pappagallo, ambedue di Terlizzi, ai quali furono concesse le più alte onorificenze della Repubblica, nata dalla Resistenza. Don Pietro è stato inserito nell'elenco dei martiri del XX secolo. Il riferimento all'antifascismo e alla Resistenza fu poi uno dei caratteri costitutivi e fondanti della Costituzione alla cui elaborazione dette un apporto di altissimo livello politico, giuridico e culturale la classe dirigente pugliese, formata da personalità di diversa ispirazione ideale, tra cui Di Vittorio, Moro, Codacci Pisanelli, Stampacchia, Fioritto, Assennato. E' opportuno richiamare alla memoria le parole pronunciate da Aldo Moro nel trentennale della Resistenza in un discorso svolto a Bari il 21 dicembre 1975: «Il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti. Non è solo un dato della coscienza, il risultato di una riflessione storica; ma è componente essenziale della nostra intuizione politica, destinata a stabilire il confine tra ciò che costituisce novità e progresso e ciò che significa, sul terreno sociale come su quello politico, conservazione e reazione».
(tratto da un articolo di Vito Antonio Leuzzi, in ”La Gazzetta del Mezzogiorno”, 8 aprile 2003)
Francesco Papeo
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Io c'ero … (la parola al mio bisnonno)
Questa è la storia del mio bisnonno che ha visto e vissuto la seconda guerra mondiale ed ecco
cosa mi ha raccontato:
“Ciao ,sono Giuseppe Carletti ma tutti mi chiamano Peppino , nonno Peppino perché adesso ho
84 anni e sono addirittura bisnonno. Nella mia vita ho visto tante cose ma sicuramente quella
che mi è rimasta impressa è la guerra. Durante la seconda guerra mondiale avevo circa 9 anni e
conducevo una vita normale, giocavo a calcio con i miei amici, andavo a scuola e per me era un
piacere perché mi è sempre piaciuta ,e grazie agli insegnamenti di mio padre ,che era insegnante
di musica nei militari, ho imparato a suonare il violino. Il cambiamento avvenne quando vidi
mio padre andare in guerra. Ricordo che la chiamavano “La guerra orientale”,questo avvenne nel
1939 ,da allora non ho giocato a calcio per un bel po' perché dovevo aiutare la mia famiglia, ma
della guerra fino ad allora a Barletta non se ne vedeva traccia c'era solo qualche nazista che
andava in giro a infastidire la gente.
Mi accorsi che Barletta entrò in guerra quando bombardarono il Castello,erano tutti molto
spaventati e si andavano a rifugiare nei bunker sotterranei. Dopo il bombardamento ricordo che
le persone più scaltre e abili entravano nel Castello per prendere del cibo dato che le riserve
alimentari erano tutte lì. Un' altra cosa che mi ha segnato è stata l'aggressione a un tedesco che
fu ucciso dalla gente e io ero lì e vidi tutto, vidi come cercava di scappare ma non ci riuscì. I
tedeschi si arrabbiarono e così presero 13 passanti e decisero di fucilarli. Io non vidi niente ma
sentii solo gli spari. In seguito la gente si raggruppò attorno ai cadaveri e alcuni notarono che un
uomo si era salvato facendosi scudo con due cadaveri e finse di essere morto, e per questo triste
evento che è stato fatto il monumento ai Caduti, per tutte queste persone che si sono sacrificate
per la Patria. Dopo questo, l'ultimo ricordo che ho è quello dell'annuncio della fine della guerra,
tutti erano felici e si scatenò una grande festa, in città sembrava Capodanno. Un anno dopo, nel
1946, mio padre tornò dalla guerra e mi raccontò che fu catturato e rimase prigioniero per 3
anni ma mi disse anche che fu liberato alla fine della guerra e quella per me fu la gioia più
grande perché potevo finalmente ritornare a fare tutto ciò che mi piaceva. Quindi voglio dire
grazie a tutte quelle persone che hanno protetto il nostro Paese per concedere un futuro più
giusto alle nuove generazione.”
Giovanni Pappagallo
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BARLETTA,12 SETTEMBRE1943:
UNA CITTA’SIMBOLO DI AMORE PATRIO
I DODICI VOLTI DELLA NOSTRA RESISTENZA
Pasquale delRe,45 anni, un figlio, vigile urbano; Antonio Falconetti,45 anni, sette figli, vigile urbano; Michele Forte,45 anni, coniugato, vigile urbano; Luigi Gallo,39anni, sei figli, vigile urbano; Francesco Garzia,37 anni, tre figli, vigile urbano; Pasquale Guaglione,49 anni,sei figli ,vigile urbano;
Sabino Monteverde,23 anni, celibe ,vigile urbano; Vincenzo Paolillo,32 anni ,quattro figli, vigile urbano; Michele Spera,45anni,sette figli, vigile urbano; GioacchinoTorre,23anni,celibe,vigile urbano; Nicola Cassatella,32anni,quattro figli ,netturbino; Luigi Iurilli,36 anni, quattro figli, netturbino.
Gabriele Piccolo
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LA DONNA NELLA 2a GUERRA MONDIALE
La seconda guerra mondiale
aprì un capitolo durissimo per
la vita delle donne italiane.
Un capitolo fatto di angoscia,
fame, violenza, soprusi,
cambiamenti e decisioni
radicali. E lo fu per tutte le
donne, senza distinzioni.
La vita quotidiana femminile in questi primi anni di conflitto venne scandita
soprattutto dalla ricerca di generi alimentari. A differenza di quello che
accadde nella prima guerra mondiale, vista la grande carestia, le madri e
mogli si spinsero anche al di fuori del loro ambiente tradizionale,
viaggiando fino ai territori di campagna, alla ricerca disperata di cibo, fino a
ricorrere spesso anche al mercato nero. La vita si fece terribile sia per
coloro che vivevano nel Nord Italia, occupato dai fascisti, sia per coloro che
vivevano nel Sud Italia, sotto l’occupazione alleata. Infatti anche le donne
che abitavano nel Mezzogiorno dovettero sopportare angosce e orrori
tremendi: non solo la mancanza di generi alimentari, ma anche i soprusi e
gli stupri commessi dalle truppe alleate. E le vittime spesso erano perfino
donne molto anziane e ragazze giovanissime. Secondo il decreto firmato da
Mussolini, i compiti delle ausiliarie (che dovevano essere donne italiane fra
i 18 ed i 45 anni) erano modesti: pulitrici e cuciniere, dattilografe,
infermiere, telefoniste. La quotidianità cambiò anche per le donne che
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decisero di rimanere a fianco del duce, a difesa della Repubblica di Salò.
Dopo l’8 settembre del 1943 si era formato nell’Italia del Nord un esercito
femminile di volontarie, che aveva scelto di battersi a fianco di Mussolini e
dei tedeschi. Le ausiliarie non potevano fumare, mettersi il rossetto sia
quando erano in divisa sia quando non lo erano, e non potevano nemmeno
indossare i pantaloni. Non era nemmeno previsto che le ausiliarie avessero
le armi come le partigiane. 725,763 donne rimasero vedove, un numero
inestimabile perse i figli. Quello che è certo è che le donne partigiane,
quelle fasciste e anche quelle rimaste neutrali, nelle loro dimore, ebbero la
possibilità di spingersi in spazi che fino ad ora non erano stati consentiti,
ribaltando in maniera chiara ed efficace i ruoli di genere. Le donne neutrali
iniziarono a viaggiare in posti e in situazioni che fino ad ora non avevano
nemmeno potuto immaginare, le donne fasciste marciarono in divisa
portando perfino le armi, quelle partigiane presero parte alle battaglie
combattendo in prima linea per difendere la Patria dai fascisti.
Giuseppe Pignatelli
Tra i protagonisti della Resistenza barlettana, è doveroso ricordare il Colonnello Grasso che ne fu un eroico esempio
IL COLONNELLO GRASSO UN EROE CHE PREFERI’ IL LAGER ALL’ADESIONE AI FASCISTI …e che fu incriminato dai generali per codardia
La battaglia di Barletta è rimasta per tanto tempo un evento considerato tra gli episodi minori della lotta di liberazione dal nazifascismo anche perché i generali di Badoglio, quelli che se la squagliarono senza dare ordini ai propri uomini su come difendere il nostro Paese e se stessi dalla ferocia nazista, cercarono di gettare fango proprio su quegli ufficiali e soldati che invece sin dal primo momento si schierarono con le armi contro nazisti e fascisti collaborazionisti, così fu per Bellomo che pagò con la morte la liberazione di Bari, così cercarono di fare col colonnello Grasso che condusse la battaglia di Barletta contro i paracadutisti tedeschi, della “Goering”, l’elite di Hitler e che solo quando rimase senza munizioni e con il paese minacciato di esser messo a fuoco dai nazisti, decise di arrendersi.
La sua rettitudine e il suo amore per i suoi uomini e per il suo Paese, lo portarono ad accettare il lager, le privazioni e a dire continuamente di NO ad aderire alla Repubblica fascista di Salò
Riuscì addirittura, sorretto dalla sua fede cristiana nel momento più terribile in cui alcune decine di ufficiali che erano detenuti insieme a lui e che accettarono di tornare in Italia indossando la camicia nera, a resistere e ad avere la forza di perdonarli trovando nella loro scelta la motivazione nella durezza del lager, rivolgendosi a Dio per chiedergli solo la forza di non cedere alla barbarie dei ricattatori nazifascisti.
Crucipuzzle sui luoghi della
SECONDA GUERRA MONDIALE
S H V S S A N F E R D I N A N D O G L P V A L L E C A N N E L L A O Z G A C I M T O T R A N I R U O A Z T C U R E N A C A P O S A L D O P I O N T D G R A F T I R T B L T V R A R A E A V A I Z B O T T A C A S I E T T A L R A N G Z F E G E T N B R V O I I Q A B Q O N O Q L H G L I T B I T N I E S L P O O L B L Z V I R G O V N I A N D R I A L A D L C D N A A L M A R G H E R I T A M I S I D N I R B I F T O S T U N I S C M U R G E T T A R O S S I C A M N A ANDRIA FOGGIA TARANTO
BARI GARGANO TRANI
BARLETTA MURGETTA ROSSI TRINITAPOLI
BRINDISI OFANTO VALLE CANNELLA
CAPOSALDO OSTUNI
CERIGNOLA SALENTO
MARGHERITA SAN FERDINANDO
CITTIGLIO SPINAZZOLA
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Mia nonna racconta ……. “Mi chiamo Maria e ho assistito alla 2° guerra mondiale. Il mio ricordo è un po’ sbiadito, perché ero piccola, avevo all’incirca 5 anni ed ero terrorizzata. Mi portavano sempre in braccio e per me quello è stato un blocco, una cosa che difficilmente durante il tempo sono riuscita a superare. Abitavo in Corso Cavour, i tedeschi passavano sotto casa mia e per paura mi nascondevo tra i mobili. Una volta mia sorella si affacciò al balcone e fu in pericolo perché i tedeschi avevano già puntato il fucile, ma fortunatamente riuscì a rifugiarsi in casa. Quando sentivamo scattare l’allarme andavamo nei rifugi nei pressi della Chiesa di Santa Lucia e nei pressi della stazione. La gente saccheggiava i negozi per paura di rimanere senza viveri. Mio marito, che allora aveva 6 anni, vedeva gli inglesi fare alcune partite di calcio per strada e molte volte, ubriachi ed agitati provocavano delle risse. Suo padre faceva il contadino e venne arrestato perché avrebbe dovuto dare metà del suo raccolto a Benito Mussolini, ma si rifiutò perciò dovette rimanere in carcere 40 giorni. Ho raccontato io per lui in base ad alcuni episodi che mi riferiva. Adesso ho 80 anni, non è stato facile ricordare tutto. Ero troppo terrorizzata e di questo evento ne ho subite le conseguenze durante gli anni perché una guerra è un triste ricordo che ci accompagna per tutta la vita.”
Miriam Stea
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"Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni."
dal "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach
...e noi abbiamo scelto di apprendere, crescere, imparare, ricordare,
affinché non si disperdano le "tracce" della nostra R-ESISTENZA e dei
suoi immensi Valori...
Gli alunni della classe 3a sez. I - Scuola Baldacchini
A.S. 2013 - 2014
Lavoro ideato e realizzato con le docenti
Lanfranchi Vania
Dibitonto Doriana
Totaro Antonietta