Atti Parlamentari - 26133 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
581 . Allegato B
ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO
I N D I C E
Risoluzione in Commissione:
Pagano 7-00788
Interpellanza urgente (ex articolo 13&-bis del regolamento):
Selva 2-01923
Interpellanze:
Prestigiacomo 2-01919 Manzione 2-01920 Nardini 2-01921 Mussi 2-01922 Benedetti Valentini 2-01924 Malentacchi 2-01925
Interrogazioni a risposta immediata:
Acciarini 3-04220 Frosio Roncalli 3-04221 Lavagnini 3-04222
26137
26137
26138 26139 26139 26140 26142 26143
26144 26144 26144
Lenti 3-04223 Riva 3-04224 Gambale 3-04225 Contento 3-04226
Interrogazioni a risposta orale:
Piscitello 3-04210 Fragalà 3-04211 La Malfa 3-04212 Alemanno 3-04213 Spini 3-04214 Borghezio 3-04215 Cento 3-04216 Malgieri 3-04217 Malgieri 3-04218 Gnaga 3-04219 Giordano 3-04227 Stucchi 3-04228
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione Agostini 5-06639
PAG.
26144 26145 26145 26146
26146 26147 26148 26148 26149 26149 26149 26150 26151 26151 26152 26153
26153
N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.
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Ballaman 5-06640 Berruti 5-06641 Pace Giovanni 5-06642 Pistone 5-06643 De Benetti 5-06648
Interrogazioni a risposta in Commissione:
Fragalà 5-06634 Anghinoni 5-06635 Cuscunà 5-06636 Molinari 5-06637 Michielon 5-06638 Foti 5-06644 Foti 5-06645 Conte 5-06646 Caveri 5-06647 Lucidi 5-06649
Interrogazioni a risposta scritta:
Santori 4-25389 De Cesaris 4-25390 Lucchese 4-25391 Lucchese 4-25392 Cento 4-25393 Turroni 4-25394 Malavenda 4-25395 Cento 4-25396 Cento 4-25397 Fragalà 4-25398 Foti 4-25399 Napoli 4-25400 Giorgetti Giancarlo 4-25401 Lembo 4-25402 Delmastro Delle Vedove 4-25403 Delmastro Delle Vedove 4-25404 Napoli 4-25405 Napoli 4-25406 Gazzilli 4-25407 Gazzilli 4-25408 Gazzilli 4-25409 Gazzilli 4-25410 Gazzilli 4-25411 Gazzilli 4-25412 Frattini 4-25413 Di Nardo 4-25414 Di Nardo 4-25415 De Cesaris 4-25416
PAG.
26153 26153 26154 26154 26154
26155 26155 26157 26157 26158 26159 26159 26159 26160 26160
26161 26162 26163 26163 26163 26163 26165 26166 26166 26167 26167 26167 26168 26168 26169 26169 26170 26170 26170 26171 26171 26171 26172 26172 26172 26173 26174 26176
Risari 4-25417 Stucchi 4-25418
Apposizione di una firma ad una risoluzione in Commissione
Apposizione di firme ad interrogazioni .
PAG.
26177 26178
26178
26178
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo 26179
Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo 26179
ERRATA CORRIGE 26179
Interrogazioni per le quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza:
Anghinoni 4-20490 I Apolloni 4-12085 II Apolloni 4-18896 IV Apolloni 4-19256 IV Apolloni 4-21530 V Apolloni 4-22803 VI Apolloni 4-22956 VII Aprea 4-08409 IX Armosino 4-22571 XI Becchetti 4-22612 XII Bergamo 4-19395 XIV Borghezio 4-21021 XVII Burani Procaccini 4-13037 XIX Caveri 4-23419 XIX Cento 4-06577 XX Cento 4-19389 XXII Conti 4-22608 XXIII Copercini 4-19646 XXIV Cordoni 4-22059 XXVI Corsini 4-14403 XXVII Costa 4-13684 XXIX Costa 4-17941 XXX Costa 4-22990 XXX Delmastro Delle Vedove 4-10341 XXXII Delmastro Delle Vedove 4-19435 XXXIII Di Nardo 4-18694 XXXIV Fiori 4-21753 XXXV Fiori 4-23619 XXXVI Fontan 4-17973 XXXVIII Gagliardi 4-19609 XXXIX Galdelli 4-23529 XL
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P A G .
Gazzilli 4-21456 XLII Gazzilli 4-22920 XLII Gramazio 4-17814 XLIII Guerra 4-21071 XLIV Iacobellis 4-20080 XLV La Malfa 4-24775 XLVI Malavenda 4-15624 XLVII Malentacchi 4-21306 XLVIII Malentacchi 4-21540 XLIX Marinacci 4-21025 L Massidda 4-19288 LI Menia 4-20011 LUI Messa 4-15059 LVI Messa 4-15060 LV1 Messa 4-22861 LVII Moroni 4-23846 LVIII Olivieri 4-23755 LVIII Ortolano 4-21358 LX Pampo 4-21332 LXII Paroli 4-22710 LXII Pecoraro Scanio 4-06004 LXIV Pecoraro Scanio 4-17205 LXV
PAG.
Pecoraro Scanio 4-23513 LXVII Pi scitello 4-10252 LXVIII Piscitello 4-18109 LXX Pinella 4-24747 LXXII Pozza Tasca 4-22294 LXXIII Rossetto 4-13336 LXXVT Ruffino 4-23699 LXXVII Russo 4-11091 LXXVII Saia 4-19493 LXXVIII Sanza 4-16619 LXXIX Simeone 4-15740 LXXX Storace 4-18920 LXXXI Storace 4-19090 LXXXII Storace 4-19092 LXXXIV Taradash 4-20410 LXXXVI Tremagli a 4-22896 LXXXV1I Vendola 4-19307 LXXXVIII Vendola 4-20075 LXXXVIII Vendola 4-20084 XC Zacchera 4-17209 XCI Zacchera 4-24035 XCII
PAGINA BIANCAPAGINA BIANCA
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
La VI Commissione,
premesso che:
l'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 al n. 11 dispone che sono esenti dall'Imposta sul valore aggiunto (IVA) le cessioni di oro in lingotti, pani, verghe, bottoni e granuli;
tale norma, secondo un recente discutibile orientamento della Corte di Cassazione, prevedendo solamente una deroga alla disciplina di carattere generale nel sistema impositivo, dal già citato articolo 10, dovrebbe considerarsi di stretta interpretazione;
in conseguenza di tale presupposto e considerata tassativa l'elencazione contenuta nella richiamata norma, il supremo consesso, ha ritenuto di non escludere dalla tassazione la commercializzazione dell'oro greggio ceduto in lamine;
resistono a tale orientamento una considerazione di carattere tecnico e due circolari ministeriali, rispettivamente la n. 142 del 1982 e la n. 587020/91 con le quali il ministero delle finanze chiarisce che la laminazione dell'oro greggio al solo fine di spezzettare i lingotti non è sottop o n i l e ad Imposta sul valore aggiunto non trattandosi di una vera e propria lavorazione;
la considerazione tecnica è connessa alla circostanza che i bottoni di oro greggio, per ottenere i quali è necessario a monte il processo di laminazione, sono considerati esenti dal richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 633 1972;
considerato che l'interpretazione della norma di esenzione è applicata nella maggior parte dei casi in conformità dalle istruzioni ministeriali, e che l'ipotesi trat
tata dalla Cassazione con la determinazione ivi assunta provoca una disparità di trattamento e grave squilibrio sul delicato settore della commercializzazione del metallo prezioso,
impegna il Governo
a far sì che in sede di interpretazione autentica dell'articolo 10 n. 11 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 si sancisca che la norma in esame va interpretata nel senso che anche la cessione dell'oro greggio laminato è esente dall'imposizione sul valore aggiunto, disponendosi altresì, nelle more dell'approvazione della norma interpretativa autentica, la sospensione delle procedure di riscossione del tributo promosse in contrasto con tale orientamento.
(7-00788) « Pagano, Nocera, Di Nardo ».
INTERPELLANZA URGENTE (ex articolo 138-Hs del regolamento)
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri degli affari esteri e dell'interno, per sapere - premesso che:
il quotidiano The Times ha riferito la notizia che il KGB aveva organizzato anche in Italia depositi interrati contenenti pericolosi ordigni esplosivi;
in particolare in Italia e, precisamente, presso i Castelli romani, tra Marino e Velletri, sarebbero state collocate apparecchiature ricetrasmittenti;
nel Veneto, in Piemonte e nella valle dell'Arno, il KGB aveva individuato alcune zone di atterraggio per i sabotatori - :
quali siano le notizie di cui dispongono i nostri servizi segreti, anche in archivi riservati;
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se possano essere collegati attentati dinamitardi che hanno provocato stragi con le presunte operazioni del KGB in Italia;
quali passi urgenti intenda fare il Governo per avere più precise informazioni dagli organi ufficiali della Russia;
quali iniziative il Governo intenda prendere affinché siano messi a disposizione della Commissione stragi gli archivi riguardanti i rapporti tra il Pei e il KGB.
(2-01923) «Selva».
INTERPELLANZE
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il 16 agosto 1999 è stato ritrovato all'interno della caserma Gamerra di Pisa il cadavere del militare di leva Emanuele Scieri, scomparso la sera del 14 agosto poche ore dopo essere giunto alla Scuola Militare di Paracadutismo;
gli elementi emersi fino a questo momento sulle modalità del decesso del militare e, confermati dai perito medico legale di parte, inducono a credere che non si sia trattato di un suicidio o di una morte accidentale;
ciò che si è appreso finora del tragico episodio porta a privilegiare l'ipotesi che il giovane possa essere rimasto vittima di un atto di « nonnismo »;
la morte sarebbe stata causata dalla caduta da una torre della caserma avvenuta la sera del 14 agosto e che Scieri sarebbe rimasto agonizzante per circa 10 ore all'interno della caserma senza che alcuno lo vedesse e gli prestasse soccorso e che il cadavere è stato rinvenuto nel primo pomeriggio del 16 agosto pur essendo la zona sottoposta a controlli più volte nell'arco delle 24 ore;
contro ogni evidenza, i vertici militari del corpo e della caserma e perfino il cappellano militare, smentiscono che possa essersi trattato di un episodio di nonnismo, ma non forniscono spiegazioni compatibili con la dinamica dei fatti per quella che appare una morte certamente non accidentale avvenuta all'interno di una caserma - :
quali urgenti iniziative intenda adottare il governo in relazione alla sua politica generale di controllo e di indirizzo sull'attività militare e se:
non ritenga di dover riferire in tempi brevissimi al parlamento su un episodio di inaudita gravità avvenuto peraltro in un reparto che nel recente passato è stato al al centro di polemiche per episodi di « nonnismo »;
risulti al vero che la vita dei giovane paracadutista poteva essere salvata ove i controlli all'interno della caserma fossero stati efficaci ed avessero consentito il ritrovamento del militare ferito e se non si ritiene di dover rimuovere dagli incarichi il responsabile della caserma ed il responsabile del reparto che hanno dimostrato di non essere in grado di assicurare l'incolumità dei giovani loro affidati e controlli adeguati all'interno della caserma come evidenziato del fatto che il cadavere di Scieri è stato ritrovato dopo oltre 60 ore dalla caduta, che dopo una lunga agonia, ne ha causato la morte;
non ritenga grave che lo stesso comandante generale Enrico Celentano abbia diffuso tra le giovani reclute io « Zibaldone » il cui contenuto - ormai noto - punta ad esaltare la violenza, il machismo e l'antimeridionalismo, culture certamente in contraddizione con il principale fine del servizio di leva e cioè la formazione di una forte coscienza nazionale;
risulti che nonostante le dichiarazioni dei responsabili militari riportare dalla stampa i quali escludono il « nonnismo », quale possibile causa della morte di Emanuele Scieri, un militare della stessa compagnia cui era stato assegnato il mili-
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tare siciliano, era stato punito nei giorni scorsi per atti di prevaricazione e violenza nei confronti delle reclute;
non ritenga indispensabile avviare immediatamente una indagine in tutte le caserme italiane per verificare se il fenomeno del « nonnismo » sia presente, in quale misura e se vi siano tolleranza e copertura da parte dei vertici delle caserme. La mancanza di Una tempestiva riposta dello stato dinanzi ad un militare assassinato all'interno di una caserma può ingenerare infatti la sensazione che da parte dei vertici governativi e militari non vi sia la determinazione necessaria a colpire con la durezza e l'ampiezza che la vicenda richiede, quei comportamenti e quelle mentalità che oltre ai gravissimi riflessi di ordine penale infangano l'immagine e l'onore dei paracadutisti e dell'esercito italiano.
(2-01919) « Prestigiacomo, Pecorella».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il 16 agosto 1999, nel centro di addestramento dei paracadutisti della Brigata Folgore, nella Caserma Gamerra di Pisa, veniva rinvenuto il corpo senza vita del giovane Emanuele Scieri, paracadutista in forza solo da poche ore presso la stessa caserma;
il corpo del giovane Emanuele Scieri veniva rinvenuto davanti ad una scala-torre dalla quale, si suppone, sarebbe caduto dopo un volo di circa 10 metri;
pur essendo stato visto rientrare in caserma da alcuni commilitoni, il giovane militare di leva è risultato assente al contrappello dalla tarda serata di venerdì 13 agosto, 1999, fino al rinvenimento avvenuto il lunedì successivo, senza che si operasse alcun concreto tentativo di ricerca all'interno della caserma;
pur essendo stato fatto immediatamente "quadrato" dai vertici militari nel
respingere ogni ipotesi di collegamento del decesso della giovane 4 recluta con fenomeni di nonnismo, nell'opinione pubblica si è invece radicato il convincimento contrario;
tale convincimento è stato avvalorato dal rinvenimento di un vergognoso "zibaldone" redatto dal Generale Enrico Celen-tano, Comandante della Brigata Folgore, nel quale sono contenuti pericolosi incitamenti al nonnismo e al razzismo;
quasi contestualmente (nei mesi di luglio e di agosto) altri gravi fenomeni di nonnismo si sono verificati nella caserma di Baiano di Spoleto (Battaglione logistico granatieri di Sardegna) a Bagnoli di Sopra in provincia di Padova (80° Corpo intercettori) a Roma (Forte Boccea) e Cagliari (Aves) - :
se siano state accertate le cause e le eventuali responsabilità della morte di Emanuele Scieri;
quali siano le iniziative in proposito dell'amministrazione della difesa; più in generale, di fronte al riemergere di atti di gratuita violenza in parte riconducibili a fenomeni di nonnismo, quali propositi e quali iniziative il Governo intenda assumere per neutralizzare fenomeni inaccettabili per la sicurezza e la dignità di chi presta il servizio militare.
(2-01920) « Manzione, Di Nardo, Fronzuti».
I sottoscritti chiedono d'interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
dagli elementi emersi sia dalle testimonianze sia dalla ricostruzione degli eventi, Emanuele Sceri, il giovane allievo paracadutista della brigata Folgore della brigata Folgore della Caserma Gamerra di Pisa, sarebbe morto in seguito ad un atto nonnismo;
al gravissimo atto di nonnismo (doveva dimostrare il suo « coraggio » di pa-
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racadutista) deve aggiungersi il fatto che, dopo la tragica caduta dalla scala-torre, il giovane militare non è stato soccorso ed è stato lasciato morire (il corpo è stato rinvenuto dopo 3 giorni);
indipendentemente dalle indagini della magistratura, vi sono questioni disciplinari di esclusiva responsabilità dell'amministrazione militare. Se il corpo è stato ritrovato dopo tre giorni significa che in quell'arco di tempo nessuna ronda si è recata in prossimità della torre o se esse sono state effettuate, emergerebbe una totale loro negligenza nel non aver individuato un cadavere (tra l'altro già in stato di decomposizione) in una zona interna della caserma;
inquietanti dubbi sono sollevati anche dal fatto che gli appelli ed i contrappelli che anche presso la Gamerra si effettuano per controllare se tutta la forza è rientrata in caserma non siano stati in grado di rilevare l'assenza dello Sceri o se ciò è avvenuto si è omesso di dare l'allarme per cominciarne le ricerche;
sono purtroppo numerosi i casi di nonnismo avvenuti all'interno della scuola militare di Pisa e che hanno coinvolto il corpo dei para: nel marzo del 1998 un allievo paracadutista rifiutò di consegnare a due « nonni » la sigaretta che gli avevano richiesto. Per « punizione » fu picchiato e costretto a bere un bicchiere d'urina; nell'aprile dello stesso anno un ragazzo fu colpito ai testicoli durante una rissa nelle camerate e fu operato urgentemente all'ospedale militare di Bologna;
la Folgore è stata protagonista dello scandalo delle torture in Somalia, coi para fotografati mentre univano due elettrodi ai testicoli di un prigioniero somalo ed altri che stupravano con una bomba illuminante una donna somala. I lavori della commissione Gallo, incaricata di indagare su questi fatti, pur tra omissioni ed incompletezza, non ha potuto fare a meno che denunciare lo stato di alterazione e di sopraffazione che esisteva dentro il corpo dei para;
il nonnismo sia funzionale alla gestione gerarchica della truppa e come esso sia incentivato dalle stesse gerarchie è dimostrato dal cosiddetto « Zibaldone del nonnismo » redatto dal generale Celentano, comandante del corpo della Folgore. Nello « Zibaldone », oltre che denotare una sottocultura spezzante dei valori democratici, è possibile leggere pensieri espressamente razzistici ed in alcuni passi anche fasci-steggianti - :
quali siano le ragioni per le quali non si è provveduto alla immediata destituzione del generale Celentano dalla sua carica di comandante della Folgore nonostante lo « Zibaldone » rappresenti una prova inconfutabile di legittimazione del nonnismo;
se non ritenga giunto il momento di sciogliere questi reparti la cui identità, ad avviso degli interpellanti, non è la fedeltà al dettato costituzionale ma un misto di rambismo, machismo e sopraffazione, ovvero una cultura non accettabile in una società democratica;
se non ritenga doveroso istituire una commissione d'inchiesta sul corpo della Folgore;
se non ritenga di dover istituire un numero telefonico verde per denunciare i casi di nonnismo gestito da civili e consentire ai militari che subiscono le sopraffazioni di rivolgersi ad un difensore civico ad hoc in grado d'intervenire con proprie prerogative nelle caserme.
(2-01921) « Nardini, Malentacchi, Mantovani, Vendola, Valpiana, Can-gemi ».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il 16 agosto 1999, all'interno della caserma « Gamerra » di Pisa, è stato ritrovato il cadavere del militare di leva Emanuele Scieri, scomparso la sera del 13 agosto 1999, poche ore dopo essere giunto
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presso la sede del centro di addestramento dei paracadutisti della Brigata Folgore;
il corpo del giovane, di 26 anni, è stato ritrovato, a quasi tre giorni dalla sua scomparsa, all'interno della caserma, davanti a una scala-torre, da dove sarebbe caduto, dopo un volo di oltre dieci metri;
secondo la ricostruzione riferita alla famiglia dai responsabili e riportata dalla stampa, il giovane militare, arrivato in caserma il 13 agosto alle ore 13, alle ore 16,30 andava in libera uscita, alle ore 22 telefonava alla famiglia dal centro storico di Pisa, ma già al contrappello, effettuato alle ore 23,15 di quel giorno, risultava assente;
dalla tarda serata di venerdì 13 agosto fino al ritrovamento del corpo del militare, avvenuto il lunedì successivo, nessuno ha ordinato nè effettuato alcuna ricerca all'interno della caserma, anche se alcuni commilitoni avevano confermato agli ufficiali di avere visto Emanuele Scieri con certezza al loro rientro in caserma il venerdì stesso;
la morte del militare, per i modi e le circostanze in cui è avvenuta, ha sollevato interrogativi che portano a privilegiare l'ipotesi che il giovane possa essere rimasto vittima di un atto di « nonnismo »;
gli elementi emersi fino a questo momento sulle modalità del decesso del militare e confermati dal perito medico legale di parte, quali la posizione del cadavere, inducono infatti a credere che non si sia trattato di un suicidio o di una morte accidentale; inoltre le lesioni riscontrate sui corpo fanno ipotizzare atti di violenza subiti dal giovane, prima di essere costretto a salire sulla torre;
un commilitone, nel corso di un'intervista televisiva, ha affermato che nel tragitto Firenze-Pisa, che il gruppo di militari di leva ha effettuato in pullman, sono stati esercitati, lo stesso giorno della morte di Emanuele Scieri, atti di « nonnismo »;
nel bar di fronte alla caserma, alcuni militari, all'ascolto di detta intervista,
avrebbero inveito e minacciato il commilitone autore della predetta dichiarazione, mostrando in tal modo come sia resa impossibile la denuncia di fatti di « nonnismo » all'interno delle caserme;
nonostante tale clima, i vertici militari del corpo e della caserma hanno smentito, contro ogni evidenza, che possa essersi trattato di un episodio di « nonnismo », ma non hanno fornito spiegazioni compatibili con la dinamica dei fatti, assumendo in tal modo un atteggiamento di copertura nei confronti degli eventuali responsabili del gravissimo fatto di sangue;
l'opinione pubblica è stata colpita dai tragici particolari della morte del giovane, scomparso per tre giorni e successivamente ritrovato in un cortile della caserma « Gamerra », nel quale era rimasto agonizzante per un interminabile periodo di tempo, durante il quale nessuna notizia è pervenuta né alle autorità militari, né alla famiglia in ordine alla sua presunta scomparsa;
ad aggravare le responsabilità dei comandi militari contribuiscono alcune notizie dalle quali risulta che i commilitoni dei giovane Scieri hanno avvertito i superiori della presenza in caserma del militare, in particolare uno di essi avrebbe dichiarato al magistrato di avere visto Emanuele Scieri allontanarsi verso la torretta in caserma dopo le ore 22,00 ed è stato inviato in licenza subito dopo l'interrogatorio —:
quali siano i risultati finora raggiunti nelle indagini e se siano state accertate responsabilità;
se nessuno dei superiori responsabili si sia allertato per la scomparsa del militare; se sia vero che non siano stati inviati fonogrammi ai carabinieri o comunicate notizie sull'accaduto alla famiglia, alla quale, con scandalosa disumanità, sarebbe stata invece comunicata, il 16 agosto, la notizia del suicidio del giovane;
se risulti effettivamente che la sera dell'episodio che ha portato alla morte di Emanuele Scieri i superiori del militare, ai
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commilitoni allarmati, hanno detto che il giovane era scappato dalla caserma, impedendo in tal modo che si mettesse in moto l'organizzazione delle ricerche;
se risulti al vero che la vita del giovane paracadutista poteva essere salvata ove i controlli all'interno della caserma fossero stati immediati ed efficaci ed avessero consentito il ritrovamento del militare ferito;
se risulti che, nonostante le dichiarazioni dei responsabili militari riportate dalla stampa, i quali hanno escluso il « nonnismo » quale possibile causa della morte di Emanuele Scieri, un militare della stessa compagnia era stato punito nei giorni precedenti per atti di prevaricazione e violenza nei confronti delle reclute;
se non risponda al vero che, nel caso in cui un simile episodio si fosse verificato in una fabbrica, la magistratura ordinaria avrebbe immediatamente aperto un'inchiesta, inviando ai presunti responsabili avvisi di garanzia, e se esistano, viceversa, dei limiti invalicabili all'interno delle caserme italiane;
se non sia urgente un forte e concreto segnale di cambiamento, attraverso una vera e propria campagna per la sicurezza nelle caserme, al fine di scongiurare per il futuro il ripetersi di eventi delittuosi ai danni di giovani di leva;
se non sia altresì urgente prevedere la massima tutela dei giovani che denuncino casi di sopraffazione, sottraendoli a possibili e probabili ritorsioni, anche tramite un'immediata messa in congedo temporaneo o, nel caso di grave rischio per l'incolumità personale, con l'invio al servizio civile;
se il Governo ritenga di avviare un'indagine approfondita sulla situazione nelle caserme, sulla condizione militare, anche in vista della progettata riforma della leva e dell'introduzione del servizio militare femminile;
quali siano le ragioni per le quali il generale Enrico Celentano, comandante
della brigata Folgore, compilatore e diffusore di un ormai tristemente noto « zibaldone », ricco di incitamenti alla violenza, al « machismo » ed alFantimeridionalismo, sia stato prima rimosso e successivamente ricollocato nel suo ruolo;
se il Governo intenda presentare una iniziativa legislativa al fine di configurare gli atti di « nonnismo » nelle caserme come una autonoma fattispecie di reato.
(2-01922) « Mussi, Spini, Rizza, Ruffino, Ruzzante, Caruano ».
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
mentre incombe l'inizio di un nuovo inverno di disagi e sofferenze per i terremotati dell'Umbria, si assiste ad un inverecondo intreccio di ritardi, palleggiamenti di responsabilità, denunce, promesse ed impegni, spesso contraddittori, seguiti puntualmente da amare disillusioni;
a distanza di due anni dai fatti sismici (ed anche più per talune zone), la ricostruzione non è affatto partita, né quella così detta « pesante » né - tranne casi di privata intraprendenza - quella così definita « leggera »;
sono ormai quotidiane, anche sulle pagine degli organi di informazione, le polemiche indirizzate reciprocamente verso il Governo, la regione e gli enti locali, ancorché politicamente quasi tutti omogenei, con l'aggiunta di accuse ormai disinvoltamente lanciate, quasi ad alibi, verso le categorie professionali;
vengono apertamente contestati provvedimenti legislativi ed ordinanze amministrative, anche da sindacati politicamente « contigui » a chi li ha adottati, come strumenti inidonei e controproducenti;
si aggiunge una ridda di dati e di rilevazioni sulla presunta irregolarità della maggior parte dei cantieri in via di allestimento e della posizione di gran parte degli operai addetti;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
dopo aver negato la proposta di chi suggeriva ricoveri provvisori in legno per le famiglie colpite, le autorità di governo centrale, regionale e locale ora sembrano sposare tardivamente questa tesi ma creano ulteriore confusione propalando contraddittori annunci sui criteri da seguire;
i terremotati, in mezzo a tante pene ed esasperanti disorientamenti, si vedono per di più minacciare il ravvicinato recupero degli obblighi fiscali (esito della così detta « busta pesante »), senza un minimo di sensibilità governativa verso la loro condizione;
non manca lo scandalo della mancata corresponsione, trascorsi due anni, delle dovute indennità ai proprietari dei terreni che sono stati occupati d'autorità per collocarvi i Containers;
sussistono le più ampie incertezze, ancora, sulla consistenza dei mezzi finanziari effettivamente disponibili per la ricostruzione, nonché sulle procedure azionabili;
la popolazione terremotata non ha alcuna intenzione di assistere passivamente a questa schizofrenica esibizione dei poteri politici ed amministrativi senza percepire i segni concreti di un reale inizio della ricostruzione - :
se il Governo sia consapevole di questa gravissima ed esasperante situazione pos^-sismica di gran parte dell'Umbria;
se non intenda individuare e censurare le evidenti responsabilità ed assumere un ruolo diretto che, partendo dall'emenda degli errori ed omissioni, metta finalmente in moto, in maniera pronta e trasparente, il processo di ricostruzione, accompagnato dalle logiche soluzioni di logistica provvisoria per i terremotati, nonché da più sensibili e solidali misure finanziarie verso gli stessi;
se non intenda riferire immediatamente al Parlamento in merito alla descritta ed enunciata situazione conseguita in Umbria e Marche ai terremoti del 1997, illustrandone - con cifre inequivocabili e
documentate - tutti gli aspetti ed assumendo definitivi impegni a scadenze non dilazionate impregiudicate le vicende che ormai possono far ipotizzare responsabilità di rilievo penale.
(2-01924) « Benedetti Valentini ».
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri della difesa e per le politiche agricole, per sapere - premesso che:
con interrogazione presentata in data 14 luglio 1999 fu richiesto al Ministro per le politiche agricole di acquisire una dettagliata relazione sul tipo di bombe rilasciate dagli aerei Nato nel mare Adriatico nonché l'esatta mappatura delle zone bersagliate;
nella risposta in XIII Commissione in data 15 luglio il Ministro per le politiche agricole affermava che il Governo si era attivato per adottare le misure idonee per la totale sicurezza delle attività di pesca in Adriatico;
in data 14 settembre 1999 dalla stampa si apprendeva che il giorno prima a soli cinque chilometri dalla costa di Caorle, in provincia di Venezia, una bomba americana MK-82 si è impigliata nelle reti di un peschereccio;
appare evidente che si tratta di un episodio grave e, anche escludendo che gli aerei Nato si siano liberati delle bombe ad un passo dalle coste, vi è il rischio concreto che le correnti stiano trascinando verso riva gli ordigni bellici — :
quali iniziative intenda adottare per garantire la totale bonifica dagli ordigni dell'Adriatico e l'assoluta garanzia della incolumità dei lavoratori nell'attività di pesca.
(2-01925) « Malentacchi, Nardini, Bonato, Lenti ».
Atti Parlamentari - 26144 - Camera dei Deputati
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
ACCIARINI, CAMPATELO, NAPPI e VIGNALI. — Al Ministro dell'università e delle ricerca scientifica e tecnologica. — Per sapere _ premesso che:
alcune Università italiane hanno stipulato convenzioni con enti privati per appaltare i corsi di specializzazione destinati a coloro che vogliono insegnare a bambini e ragazzi portatori di handicap;
il ruolo delle Università, esaltato formalmente dalla intestazione e dalle firme sui bandi d'iscrizione, risulterebbe assai limitato dal punto di vista del controllo delle garanzie scientifiche di detti corsi;
le iscrizioni risultano assai onerose per coloro che vogliono fruire di tale opportunità, poiché la spesa si aggira intorno ai dieci milioni per studente - :
quali misure intenda adottare per ridare certezza e trasparenza alla qualità della formazione in questo campo, tutelando così sia i giovani studenti, sia i portatori di handicap. (3-04220)
FROSIO RONCALLI E STUCCHI. - Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere - premesso che:
l'autostrada A4 da Milano a Bergamo e da Bergamo a Brescia, sulla quale transitano circa 200 mila autoveicoli al giorno, ha registrato lo scorso anno migliaia di incidenti con un bilancio terrificante di morti e feriti e con gravi ripercussioni sul sistema economico imprenditoriale del nord;
tutti i giorni i lavoratori del nord che utilizzano la A4 devono fare i conti con
una situazione di intasamento cronico, di tensione continua, di code improvvise e blocchi quotidiani;
i progetti alternativi che possono sgravare la A4 non sono di immediata soluzione;
le soluzioni prospettate da questo ministero nell'incontro tenutosi qualche giorno fa presso il comune di Bergamo non sembrano risolvere in modo definitivo le gravi problematiche in essere - :
quali interventi urgenti intenda adottare al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane, costi suppletivi per le aziende e per coloro che utilizzano questa autostrada al fine di realizzare al nord una rete autostradale degna di tale nome.
(3-04221)
LAVAGNINI. - Al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
il Governo ha varato il 10 settembre 1999 un decreto-legge che stanzia 51 miliardi per il 1999 per il Fondo nazionale per il servizio civile e che impone alla Corte dei conti i termini per l'approvazione del regolamento dell'Ufficio nazionale per il servizio civile — :
se non intenda affrontare in tempi rapidi e senza demagogia il problema complessivo dell'obiezione di coscienza - senza ricorrere allo strumento della decretazione d'urgenza che mortifica le prerogative del Parlamento e, in questo caso, ha leso l'autonomia della Corte dei conti - valutando pure di dare maggiore spazio al volontariato affinché coloro che vogliono svolgere un servizio socialmente utile possano anche essere retribuiti in modo adeguato.
(3-04222)
LENTI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
in occasione dell'apertura dell'anno scolastico i'Eurispes ha fornito dati allarmanti sul fenomeno dell'abbandono scola-
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stico: infatti su mille ragazzi iscritti al primo anno di scuola media, 47 lasciano senza aver conseguito la licenza;
nel corso di un'audizione presso la commissione competente, in occasione dell'avvio di una indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica, il Ministro si era impegnato ad assumere seri provvedimenti per contrastare il grave fenomeno - :
quali siano state le misure poste in essere ad oggi e quali preveda di dover assumere nell'immediato futuro al fine di contrastare concretamente una situazione che pone il nostro Paese tra i primi in Europa per quanto riguarda la dispersione scolastica e tra gli ultimi per livello di istruzione. (3 -04223)
RIVA. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
se la nuova « maturità » ha funzionato, superando le aspettative, restano le cifre della «mortalità» scolastica a ricordarci che le piaghe, sulle quali aveva richiamato l'attenzione la « Lettera a una professoressa» di Don Milani, non sono tutte sparite»; così ha affermato in una dichirazione alla stampa il collega onorevole Bianchi, commentando i dati resi noti dall'Eurispes; ovvero, che il 33 per cento degli italiani non è andato oltre gli studi elementari e che, su 1000 iscritti in prima media, 417 lasciano senza la licenza;
già Tullio De Mauro aveva portato un'altra statistica a documentazione della gravissima piaga della dispersione scolastica, affermando che su 100 bambini che siedono oggi sui banchi di prima elementare solo 40 raggiungono un diploma di scuola media superiore e solo 10 la laurea;
d'altra parte una delle ragioni fondamentali che hanno indotto ad una riforma profonda della scuola sta nel fatto che il nostro paese non poteva più tollerare che un terzo dei suoi ragazzi uscisse dal sistema formativo senza un diploma o una qualifica professionale;
nella consapevolezza che ulteriori dati significativi emergeranno dalla indagine conoscitiva che la VII Commissione della Camera sta conducendo sul fenomeno, insieme ad utili indicazioni per affrontare adeguatamente il problema, quale sia l'andamento attuale del fenomeno suddetto e quali siano le iniziative del ministero per arginarlo e, almeno in prospettiva, superarlo definitivamente. (3-04224)
GAMBALE, ALBANESE e PISCITELLO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere -premesso che:
il progetto governativo di riforma delle forze armate, che afferma l'idea di un esercito composto da volontari professionisti, rischia di cancellare la possibilità del servizio civile nazionale, come nuovo ruolo per adempiere il « sacro dovere » di difesa della Patria (articolo 52 della nostra Costituzione) e il diritto personale ed inviolabile all'obiezione di coscienza, già legge dello Stato;
si condividono le preoccupazioni del mondo del volontariato circa il fatto che una questione così rilevante per il Paese sia tenuta sotto tono, senza un adeguato confronto culturale etico e politico, e soprattutto si intravede il rischio di vedere sottratte alla comunità civile enormi risorse e preziose energie di impegno concreto e solidale rappresentato dagli obiettori di coscienza impegnati nel sociale;
come il Governo intenda tutelare il diritto-dovere di servire « in modo originale » la Patria e di praticare la solidarietà, come ha riconosciuto la sentenza n. 75 del 28 febbraio 1992 della Corte Costituzionale e se intenda proseguire sulla strada intrapresa dal Governo Prodi che il 12 febbraio 1997 presentò un disegno di legge per l'istituzione del Servizio civile nazionale, nell'ambito di un modello di difesa moderno, che contemperi l'esigenza di avere forze armate qualitativamente preparate per la partecipazione a operazioni internazionali e la promozione di una cultura
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della « responsabilità civile » e della pace, rappresentata dagli obiettori di coscienza.
(3-04225)
CONTENTO, FINI, SELVA e RASI. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
ancora nel mese di luglio, Alleanza Nazionale denunciava il comportamento del Governo D'Alema che, attraverso il DPEF, ha imposto all'Autorità per l'energia elettrica e per il gas un intervento «graduale» sulla riduzione delle tariffe, impedendo così che i benefici previsti per i consumatori potessero essere maggiori già a partire dal 1° gennaio del 2000;
Alleanza Nazionale, tra l'altro, criticava il comportamento del Governo D'Alema proprio alla luce del consistente aumento del prezzo del petrolio che si andava delineando fin dai mesi precedenti alla discussione parlamentare sul DPEF e che avrebbe comportato sostanziosi incrementi della benzina, del combustibile per riscaldamento e delle tariffe elettriche e del gas;
dalla lettura della nota informativa sulla regolazione delle tariffe elettriche per la liberalizzazione del mercato - recentemente resa pubblica dalla competente Autorità - si può verificare come proprio la «gradualità» imposta dal Governo abbia finito per determinare un maggiore aggravio del prezzo di cessione dell'energia generata rispetto alla tariffa iniziale ipotizzabile in assenza di ogni interferenza da parte dell'Esecutivo;
a fronte degli aumenti delle tariffe dovuti al costo della materia prima, i cittadini italiani hanno avuto notizia dell'investimento da parte « Enel spa » di una somma vicina ai mille miliardi per rilevare azioni della società « Telepiù », di ulteriori tremila miliardi quale acconto sul maggior prezzo per acquisire la proprietà e la gestione di aziende pubbliche per la distri
buzione dell'acqua, e, infine, di un dividendo di circa quattromila miliardi da attribuire al Tesoro;
se non ritenga di accogliere la proposta di Alleanza Nazionale che invita il Governo ad adottare le iniziative necessarie per attenuare l'impatto che gli aumenti del petrolio stanno avendo sulle bollette dei cittadini italiani, riconsiderando, a favore del consumatore, la « gradualità » imposta dall'Esecutivo nel DPEF approvato dal Parlamento al fine di permettere una maggiore diminuzione della « nuova tariffa elettrica » che entrerà in vigore il 1° gennaio 2000 anche rivedendo, ove possibile, i meccanismi che concorrono all'imposizione fiscale che influisce sul costo complessivo sopportato dagli utenti per la fornitura di energia elettrica e di gas.
(3-04226)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA ORALE
PISCITELLO. - Al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
il 16 agosto 1999, nella caserma « Gamerra» di Pisa, è stato trovato il corpo senza vita di Emanuele Scieri, paracadutista di leva in forza alla divisione « Folgore »;
il giovane militare di 26 anni, secondo i primi accertamenti, sarebbe morto il 13 agosto, appena poche ore dopo l'arrivo al centro di addestramento paracadutisti;
la morte del soldato, per i modi e le circostanze in cui è avvenuta ha sollevato interrogativi ai quali le autorità militari non hanno ancora dato esaurienti risposte;
secondo la ricostruzione riferita alla famiglia dai responsabili e riportata dalla stampa il para sarebbe arrivato in caserma lo stesso giorno della sua morte alle ore 13, mentre alle ore 16,30 sarebbe andato in libera uscita. Alle ore 22 avrebbe fatto una
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telefonata alla famiglia dal centro storico di Pisa e al contrappello delle ore 23,15 sarebbe risultato assente;
dalla ricostruzione si evince che già lo stesso giorno Emanuele Scieri risultava assente, e stranamente, nessuno in caserma si è allertato per la scomparsa del militare;
tanto che il cadavere del para è stato rinvenuto soltanto tre giorni dopo all'interno della stessa caserma, ai piedi di una torre utilizzata per asciugare i paracadute;
sempre secondo la versione ufficiale la morte sarebbe stata causata da una caduta accidentale dalla stessa torre, alta una ventina di metri, e sarebbe avvenuta intorno alle ore 22,30 del 13 agosto;
la vicenda così come ricostruita dalle autorità della caserma lascia parecchi dubbi irrisolti anche in considerazione della personalità del giovane militare conosciuto e stimato da tutti come persona responsabile e matura e poco incline a gesti sconsiderati;
Emanuele Scieri, era già, nonostante la giovine età, un apprezzato avvocato con prospettive di una carriera professionale promettente;
è difficile credere che un giovane pacato arrivato in caserma da poche ore si inoltri da solo ad esplorare un'area in disuso;
altrettanto difficile è credere che Emanuele Scieri di notte si sia arrampicato da solo e di sua volontà su una torre che non conosceva alta oltre 20 metri — :
quali misure intenda adottare per andare sino in fondo su una vicenda che sempre di più si delinea come un episodio oscuro dai contorni inquietanti;
nel caso si accerti la ricostruzione dei fatti quali provvedimenti il Ministro intenda assumere nei confronti dei vertici militari della caserma visto che dalla dinamica dei fatti ipotizzata appare evidente la superficialità delle disposizioni impartite per il controllo del presidio;
se risulta al vero che Emanuele Scieri sia rimasto, così come ipotizzato dal medico legale circa 24 ore in coma sotto la torre senza che nessuno se ne accorgesse, dentro la caserma che, oltre ad essere presidio militare e quindi teoricamente soggetta a ronde di vigilanza continua, è anche sede di uno dei reparti considerati d'elite e perciò sottoposto a rigide misure di controllo e di sorveglianza;
se non ritenga utile avviare un'indagine in tutte le caserme italiane per verificare a che punto sono le direttive impartite da vari governi per debellare il fenomeno del nonnismo e per assicurare maggiore sicurezza ai nostri giovani;
quali iniziative intenda assumere per sconfiggere in maniera definitiva questa pratica violenta nelle caserme che ha già provocato decine di vittime e di episodi umilianti per i giovani militari e si configura come un cancro maligno che fa perdere credibilità e prestigio alle nostre forze armate e allo Stato italiano. (3-04210)
FRAGALÀ. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere - premesso che:
il Senato accademico dell'Università di Pisa si è riunito l'8 settembre 1999 per approvare il testo della lapide commemorativa del filosofo Giovanni Gentile da apporre nei locali dello stesso ateneo;
il testo della lapide, approvato con 31 voti favorevoli, 6 astenuti ed un solo voto contrario, dovrebbe recitare: « l'Università di Pisa ricorda qui Giovanni Gentile come suo laureato e suo professore e profondo innovatore del pensiero filosofico italiano, intellettuale e infaticabile organizzatore di cultura sul piano nazionale e della sede universitaria pisana. Sul regime autoritario e razzista che lo ebbe consapevole sostenitore resta la condanna della storia e del comune sentire umano »;
non può non lasciare sconcertati la seconda parte della prevista iscrizione in
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considerazione della universale affermazione del valore di un uomo nel momento in cui si decida di commemorare tale uomo con una lapide la cui funzione dovrebbe essere quella di commemorare i meriti e in occasione dell'attribuzione della quale non si è mai verificato che venisse inserita un'affermazione che rappresenta non solo un falso storico ma anche una palese ingiuria - :
come valuti il contenuto dell'iscrizione della lapide in oggetto e quali opportune iniziative intenda assumere al fine di impedire che la stessa sia apposta, visto il gravissimo pregiudizio che recherebbe all'immagine di uno dei più grandi filosofi del nostro secolo, persona di comprovata rettitudine ed onestà morale. (3-04211)
LA MALFA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere - premesso che:
la Brigata Paracadutisti Folgore è un corpo volontario, con caratteristiche particolari rispetto alle altre forze di leva e che la sua tradizione è improntata al coraggio, al rischio, allo sprezzo del pericolo;
l'addestramento è molto severo e si svolge fuori dai canoni d'ordinanza dei militari di leva - :
quali informazioni il Governo possa fornire circa le circostanze della morte del paracadutista Emanuele Scieri;
se essa possa essere ascrivibile al comportamento dei soldati anziani che va sotto il nome di « nonnismo » o se addirittura in questo reparto prove così siano pretese come parte di una preparazione speciale nelle prove di particolare importanza. (3-04212)
ALEMANNO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
in occasione della morte del paracadutista Emanuele Scieri sono state avan
zate da parte di autorevoli esponenti della maggioranza di Governo delle proposte di scioglimento della brigata Folgore;
questa proposta di scioglimento era già stata avanzata dal partito dei Verdi tramite una petizione popolare dopo le inchieste sulla missione della Folgore in Somalia;
è risaputo che numerosi ambienti di sinistra ritengano la brigata Folgore un «covo di estremisti di destra» e un punto di riferimento della cultura « militarista » in Italia;
circolano voci sempre più insistenti secondo le quali sarebbe già stato predisposto da tempo negli ambienti del ministero della difesa e degli Stati maggiori dell'esercito un piano di scioglimento della brigata Folgore che prevede l'accorpamento dei singoli battaglioni paracadutisti presso le altre brigate operative dell'esercito;
il paracadutismo militare è una tradizione dell'esercito italiano che viene considerato come la culla di questa specializzazione militare essendo stati tra i primi eserciti del mondo ad istituire delle unità specializzate paracadutiste;
l'istituzione della brigata Bersaglieri Garibaldi, composta da soldati professionisti, e la predisposizione di altre unità militari di questo tipo, rende meno necessario l'utilizzo di corpi militari specializzati come la brigata Folgore in qualità di unità per l'intervento nelle missioni internazionali dell'Italia —:
se tali notizie corrispondano al vero;
se siano consapevoli che lo scioglimento della Brigata Folgore distruggerebbe lo spirito di corpo dei paracadutisti che viene mantenuto in vita anche nella società civile mediante le numerose sezioni del-l'Anpdi (Associazione nazionale paracadutisti d'Italia);
se siano consapevoli che la brigata Folgore è un simbolo riconosciuto a livello
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internazionale della nostra tradizione militare che sarebbe duramente colpito dal suo scioglimento;
se non ritengano opportuno annunciare ufficialmente la cancellazione dai programmi anche potenziali dell'esercito del progetto dello scioglimento della brigata Folgore;
se non ritengano infine opportuno programmare al termine dell'inchiesta sulla morte del giovane Scieri una visita ufficiale dei rappresentanti del Governo presso i reparti della brigata Folgore in modo da rassicurare tutti i paracadutisti d'Italia, militari e civili sul destino di questa gloriosa unità dell'esercito italiano.
(3-04213)
SPINI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
nella giornata di lunedì 16 agosto 1999 è stato ritrovato il corpo senza vita del militare di leva Emanuele Scieri nella caserma paracadutisti Gamerra di Pisa il cui decesso risale a venerdì 13 agosto per una caduta da una scala esterna di uno degli edifici della caserma stessa - :
quali siano le cause e le eventuali responsabilità della morte di Emanuele Scieri;
quali siano le iniziative in proposito dell'amministrazione della difesa;
più in generale, di fronte al riemergere comprovato di inaccettabili atti di nonnismo, quali propositi e quali atti di Governo intenda assumere per mettere fine a fenomeni inaccettabili per la sicurezza e la dignità di chi presta il servizio militare. (3-04214)
BORGHEZIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
dalla relazione del professor Marco Vitale « Rapporto delle attività al 30 giugno
1999» in ordine alla «Missione Arcobaleno » emergono, fra gli altri, alcuni dati molto inquietanti;
anzitutto, una spesa totale di lire 1.095.000.000 per spese di traduzioni e precisamente: 224 milioni per la Caritas di Terni in Albania, 500 milioni per la Cies per un « servizio interpreti » svolto nell'ex base Nato, divenuta poi campo profughi a Comiso, 371 milioni alla Cies per traduzioni svolte nelle questure di Bari, Brindisi e Lecce;
anche la triplice sindacale, per una generica non meglio precisata attività di « sostegno assistenza profughi » ad Elba-sari, si è vista piovere un finanziamento di ben 850 milioni;
altre spese poco o punto chiare riguardano altrettanti mega-finanziamenti pro-Acli: una di 600 milioni relativi ad un « progetto psico sociale » Golem, Durazzo, Valona e Burrai, un'altra di 391 milioni relativa ad un « progetto ricoveri » a Beral Kucova ed altri 243 milioni esclusivamente per « rilevazione dati e bisogni » a Korca, Valona e Beral;
infine, incredibilmente, ad avviso dell'interrogante, anche un ministero italiano, quello della pubblica istruzione risulta destinatario di oltre 536 milioni finalizzati a « collaborazione didattica » in Puglia, mentre altre rilevanti spese nell'ordine di centinaia di milioni per consimili attività « didattiche» sono andate a vari enti - :
se non ritengano conformi agli obiettivi della missione, per la quale sono state sollecitate e raccolte le offerte dei cittadini, queste spese miliardarie che paiono indirizzate e finanziare enti ed organismi per iniziative non certo strettamente indispensabili in una situazione che ha visto e vede le popolazioni colpite sprovviste dei generi primari di sussistenza. (3-04215)
CENTO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
nel cinquantaseiesimo anniversario dell'8 settembre, data dell'aggressione delle
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armate tedesche all'esercito italiano, dell'inizio dell'occupazione del paese e della Resistenza, il sindaco di Roma aveva predisposto la celebrazione di una messa nella basilica dell'Aracoeli e la deposizione di corone a Porta San Paolo;
l'Associazione Anfargl che riunisce i militari che hanno partecipato alle campagne d'Italia con le forze alleate ha indetto una celebrazione a cui ha partecipato il Ministro della difesa;
l'Associazione nazionale partigiani di Roma ha protestato per l'atteggiamento del Ministro che si è affrettato a lasciare la piazza all'arrivo delle organizzazioni partigiane e dei superstiti militari e civili della detenzione nei carceri fascisti e nei lager nazisti e ha criticato l'Associazione Anfargl che tramite il suo periodico « Il secondo Risorgimento » definisce il 25 aprile, data della Liberazione e festa nazionale, un'invenzione politica - :
quali iniziative intenda intraprendere lo stesso Ministro per ristabilire un rapporto di correttezza, fiducia e riconoscimento con l'Anpi. (3-04216)
MALGIERL — Al Ministro per i beni e le attività culturali. Per sapere - premesso che:
sul Corriere della sera del 3 agosto 1999, il professor Luciano Canfora ha denunciato lo stato di abbandono, e per certi aspetti di vero e proprio degrado, in cui versa la biblioteca nazionale centrale di Roma;
Canfora ha scritto che essa « vive come "accampata", costretta a badare come si può, con scarsi mezzi, alle proprie ferite. Il tutto in una situazione di provvisorietà che dura ormai da troppo tempo »;
la sala umanistica, struttura di ricerca di straordinario valore, nonostante da tempo siano terminati i lavori di ristrutturazione, inspiegabilmente non viene riaperta e rimane inaccessibile agli studiosi;
i « Manoscritti e rari », stando a quanto sostiene Canfora, « vedono progressivamente ridursi la loro risicata sede provvisoria, oltre, purtroppo, l'accesso ai depositi »;
all'articolo di Canfora ha fatto seguito, sempre sul Corriere della sera, la pubblicazione dell'inchiesta di Paolo Conti, il 4 agosto 1999, nella quale si dava conto di migliaia di volumi custoditi in pacchi di cartone sepolti nella polvere, ammonticchiati nell'atrio del bar della biblioteca nazionale centrale: in tali condizioni giace il comparto di linguistica (quindici mila volumi di glottologia e letteratura italiana e straniera) della più importante biblioteca statale italiana;
il giornalista del « Corriere della sera » ha scoperto dell'altro: « Trenta metri più a sinistra ecco un'altra sorpresa. Accanto ai bagni (guasti) e vicino all'ingresso del settore "Manoscritti e rari" un armadio esibisce un cartello: "Fondo Falqui". Lì dentro, dunque sempre nell'atrio, c'è una gran parte del lascito del grande critico letterario Enrico Falqui: diciottomila volumi pregiati, collezione ritenuta fondamentale per lo studio della letteratura »;
l'impressione del giornalista, ma anche di numerosi testimoni che hanno avuto la sventura di rendersi conto dello stato di degrado della biblioteca nazionale centrale, è che c'è aria di smobilitazione permanente e non soltanto per l'orario estivo e la trasandatezza che sembra scolpita perfino nei muri;
è impressionante la quantità di sezioni della biblioteca nazionale inagibili; ricapitolando: la sala dell'arte, la linguistica, il fondo Falqui, la biblioteca giuridica (parzialmente chiusa), la sala romana, la sala di lettura dei « Manoscritti e rari », la sala umanistica —:
quali siano le cause che hanno determinato il penoso stato della biblioteca nazionale centrale di Roma e a chi vadano attribuite le responsabilità;
quali iniziative intenda intraprendere per rimuovere gli ostacoli che si frappon-
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gono alla frequentazione della stessa in ogni suo settore da parte degli studiosi;
se non ritenga opportuno intervenire presso la direzione della biblioteca nazionale centrale perché venga consentita la riproduzione in microfilm o in fotocopie di testi e documenti a prezzi accettabili, posto che dal mese di settembre una pagina microfilmata costerà 1200 lire ed una fotocopia 200 lire, cifre che certo non aiutano i ricercatori. (3-04217)
MALGIERI. - Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
il liceo classico statale « Francesco Cicognini » di Prato, in base alla circolare del Provveditorato agli studi di Prato, datata 29 luglio 1999, sarà aggregato all'Istituto magistrale statale « Gianni Rodari » con la denominazione di Istituto statale di istruzione classica-magistrale « F. Cicognini-C. Rodari »;
il liceo « Cicognini » è un istituto scolastico di tradizione più che secolare, presso il quale, usufruendo dell'annesso convitto, hanno studiato personalità che hanno onorato la cultura italiana del Novecento, fra cui Gabriele d'Annunzio e Curzio Malaparte;
l'accorpamento di un liceo classico a un istituto magistrale, sotto la denominazione di istituto, non garantisce la continuità e la specificità del progetto educativo proprio di tale scuola, fondato su un saldo nucleo di discipline umanistiche anche scientifiche, finalizzato alla formazione integrale dell'uomo, non su un assemblaggio di materie propedeutico alla preparazione professionale;
gli istituti magistrali tendono progressivamente a trasformarsi, per sopperire alle esigenze del mercato del lavoro, in istituti linguistici, per cui sussiste il rischio che nel futuro istituto unificato lo studio delle lingue classiche venga ridimensionato a favore di quello delle lingue moderne;
contro l'accorpamento del « Cicognini » al « Rodari » era stata promossa una raccolta di firme sottoscritta da molti nomi illustri della cultura pratese, ex allievi del liceo e non, e il « Cicognini » aveva comunque dato prova di sapersi rinnovare nella tradizione, integrando all'insegnamento della matematica quello dell'informatica;
l'aggregazione del « Cicognini » al « Rodari » è uno dei tanti casi di soppressione di licei illustri, e nella vicina Firenze solo la mobilitazione delle famiglie, degli ex allievi e del mondo politico e culturale è riuscita a far slittare di un anno l'accorpamento del liceo classico « Dante » - che fu la scuola di Giovanni Pascoli e Francesco Baracca - al liceo classico « Galileo »;
i rigidi parametri numerici previsti dalla nuova normativa penalizzano in par-ticolar modo i licei, scuola d'eccellenza che non può contare sull'alto numero di iscritti di cui beneficiano invece istituti tecnici e professionali — :
se non intenda sospendere il provvedimento di accorpamento del « Cicognini » al « Rodari » e prevedere, con decreto ministeriale, una deroga ai parametri previsti per la soppressione degli istituti con meno di cinquecento iscritti a favore di licei storici, la cui identità e la cui memoria rischiano di andare smarrite nel caso di innaturali ibridazioni con altri istituti.
(3-04218)
GNAGA, PAGLIARINI e RIZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro della difesa. — Per sapere - premesso che:
la tragica vicenda che ha visto la morte del giovane allievo paracadutista Emanuele Scieri, accaduta all'interno della caserma Gamerra di Pisa un mese addietro, non ha ancora avuto un chiaro riscontro sia sulle responsabilità eventuali che sulle modalità;
l'opinione pubblica, ma soprattutto la famiglia ed i parenti, gli amici ed i commilitoni stessi, hanno appreso da più fonti
Atti Parlamentari - 26152 - Camera dei Deputati
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giornalistiche che la causa meno improbabile del tragico evento sarebbe stato l'ennesimo caso di "nonnismo";
reazioni politiche e commenti in questa direzione sono state effettuate da molti esponenti della maggioranza parlamentare ed anche da alcuni esponenti dello stesso governo;
la brigata paracadutisti Folgore è stata per l'ennesima volta al centro di valutazioni irrazionali e di pericolosi commenti che hanno anche "giustificato" vergognosi atteggiamenti di aggressione sia verbale da parte di esponenti politici di maggioranza presso il comune e la provincia di Pisa, e sia fisica nei confronti di giovani paracadutisti in libera uscita a Pisa, da parte dei "soliti noti" (autonomi, centri sociali, ambientalisti estremisti etc.)
in tutta questa vicenda non è neppure mancata la sconcertante vicenda che ha visto al centro lo stesso comandante della Brigata Folgore, Celentano, prima avvicendato al comando per volontà superiori, e poi riammesso fino al termine del suo mandato - :
a che punto siano le indagini per l'accertamento delle responsabilità e delle vere cause della morte del giovane aspirante paracadutista, già dottore in legge, Emanuele Scieri;
se il nonnismo, nelle sue forme più abnormi e vergognose, sia ancora presente in maniera forte nelle strutture militari italiane in generale, e quindi non esclusivamente presso le caserme dove vivono ed operano i paracadutisti
quali provvedimenti siano stati presi a carico degli ufficiali responsabili dei contrappelli serali ai quali Emanuele Scieri è risultato assente e che, a quanto risulta, non hanno fatto scattare immediatamente l'allarme e le conseguenti ricerche.
(3-04219)
GIORDANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere - premesso che:
nel 56° anniversario dell'8 settembre - data dell'aggressione delle armate tede
sche dell'esercito, dell'inizio dell'occupazione del Paese e della Resistenza - sono state organizzate a Roma come tutti gli anni una serie di iniziative che prevedevano, tra l'altro, la celebrazione di una messa nella basilica dell'Aracoeli, la deposizione di corone a Porta San Paolo e l'incontro del sindaco con i presidenti delle associazioni militari e patriottiche in Campidoglio;
i rappresentanti dell'Anfargl, l'Associazione che riunisce i reduci militari italiani inquadrati nell'esercito alleato, hanno preceduto la manifestazione ufficiale organizzando una contro-celebrazione presenziata dal Ministro della difesa, onorevole Carlo Scognamiglio, senza prendere parte né alla messa né all'incontro in Campidoglio e anticipando la deposizione delle corone a Porta San Paolo;
risulta dalle cronache che il Ministro della difesa abbia lasciato la piazza prima dello svolgimento della manifestazione ufficiale;
PAnfargl da tempo esprime, attraverso il suo periodico « Il Secondo Risorgimento », tesi revisioniste che mettono in discussione il ruolo della Resistenza ed ha recentemente definito il 25 aprile « un'invenzione politica» — :
se non trovi assolutamente grave e ingiustificabile il comportamento del Ministro della difesa che, durante la celebrazione ufficiale di un evento storico così importante, non ha incontrato tutti coloro che ne sono stati protagonisti (partigiani, ex prigionieri politici del fascismo, ebrei deportati nei lager nazisti);
quali siano le ragioni che hanno spinto il Ministro della difesa ad assumere tale decisione;
quale tipo di controllo effettui il Ministro della difesa nei confronti della confederazione delle associazioni patriottiche - di cui PAnfargl fa parte - che ricevono contributi dallo Stato per il ruolo di testimonianza storica. (3-04227)
Atti Parlamentari - 26153 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
STUCCHI. - Ai Ministri dell'interno e dei trasporti e della navigazione. — Per sapere - premesso che:
la stampa e i media d'informazione riportano sempre più frequentemente notizie relative ad attività criminali, violenza, risse, rapine e reati di ogni tipo che quotidianamente, soprattutto di notte, avvengono nelle aree di sosta e di ristoro site lungo le autostrade;
i responsabili di tali reati spesso rimangono impuniti e a nulla è valso, ai fini della prevenzione, il posizionamento di telecamere a circuito chiuso effettuato nella quasi totalità delle aree di sosta;
la situazione assume un carattere d'estrema precarietà non solo per gli automobilisti in sosta ma, soprattutto, per il personale addetto ai vari servizi giustamente preoccupato della tutela della propria incolumità;
l'ultimo grave episodio di violenza è avvenuto lo scorso fine settimana quando, presso l'area di servizio « Brembo », lungo l'autostrada A4, si sono affrontate di notte due bande di giovani scatenando una furibonda rissa che ha provocato, oltre a danni alle strutture, comprensibile paura tra il personale in servizio e tra gli automobilisti in sosta
quali provvedimenti intendano adottare al fine di garantire un controllo adeguato, la repressione delle varie attività criminali e la tutela dell'incolumità degli automobilisti e dei dipendenti in servizio presso le aree di sosta e di ristoro.
(3-04228)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
IN COMMISSIONE
VI Commissione
AGOSTINI e MARONGIU. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
in molti paesi d'Europa si è aperta una riflessione, non certo in direzione di
una soppressione di tale imposta (che rappresenta un punto imprescindibile di una posizione autenticamente liberale) ma di una sua profonda riforma, al fine di contrastare gli estesi fenomeni di elusione e di ridefinirne modernamente lo scopo con particolare riferimento a peculiari esigenze proprie delle piccole e medie imprese italiane;
sono apparse alcune dichiarazioni sui quotidiani in merito alla volontà del Ministro di presentare una proposta di riforma delle imposte di successione - :
se fin da ora si possano conoscere le linee guida entro le quali il Governo intenderebbe muoversi. (5-06639)
BALLAMAN, MOLGORA, FROSIO RONCALLI e BAGLIANI. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
è stata delineata dal Governo - per la manovra di bilancio relativa all'anno 2000 - l'ipotesi di inserire l'accantonamento per il trattamento di fine rapporto in busta paga dei lavoratori;
la suddetta ipotesi ha sollevato una serie di reazioni contrastanti da parte di diversi attori sociali, pur mancando molti elementi di giudizio non forniti allorquando l'ipotesi fu formulata;
effettivamente se quell'ipotesi dovesse realizzarsi, si determinerebbe rebus sic stantibus un aggravio fiscale per i lavoratori e il venir meno di un'importante fonte di autofinanziamento per le imprese;
è stata ribadita la volontà da parte del Governo di ridurre la pressione fiscale - :
a quale trattamento fiscale sarebbero assoggettati gli accantonamenti di trattamento di fine rapporto inseriti in busta paga dei lavoratori. (5-06640)
BERRUTI e CONTE. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
in una recente riunione informale dei Ministri finanziari degli Stati membri del-
Atti Parlamentari - 26154 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
l'Unione europea sembra sarebbe stata raggiunta, secondo notizie di stampa, un'intesa sui settori ad alta intensità di lavoro ai quali potrà applicarsi un'aliquota ridotta;
tra i settori prescelti non figurano alcuni comparti, quale quello dei servizi turistici, dei servizi legati all'attività congressuale e dei servizi di degenza e cura presso strutture sanitarie e di ricovero, i quali, per la loro importanza nel quadro economico nazionale e per la loro rilevanza sul piano sociale, meriterebbero di godere di un trattamento fiscale agevolato che ne favorisca lo sviluppo;
l'intesa prospettata in sede comunitaria rischia pertanto di pregiudicare ancora una volta gli interessi del sistema economico e della collettività nazionale, scarsamente rappresentati e difesi dall'attuale Governo nelle sedi comunitarie "-:
se tali notizie corrispondano ai vero e quali siano le iniziative che il Governo intende assumere in favore dei settori indicati. (5-06641)
GIOVANNI PACE e CONTENTO. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere -premesso che:
in più occasioni la Commissione finanze ha sollecitato il Ministro delle finanze a fornire tempestivamente dati sull'andamento delle entrate tributarie, anche in considerazione della profonda riforma dell'ordinamento fiscale e dell'amministrazione finanziaria attuata negli ultimi tre anni, la quale rende decisivo il profilo della rapidità e completezza delle informazioni;
nonostante le suddette sollecitazioni, il flusso informativo verso le istituzioni parlamentari rimane basato sul bollettino delle entrate tributarie erariali, il quale non consente di avere le informazioni più recenti sull'andamento del gettito. Tale strumento non copre neanche tutti i principali tributi, per cui ad oggi la Commissione non dispone di dati sull'andamento del gettito Irap. Anche il collegamento con
l'anagrafe tributaria consente ad oggi unicamente la consultazione della banca dati relativa alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 1994, relative ai redditi 1993 - :
quali siano i dati ufficiali, attualmente a conoscenza del Ministro delle finanze, circa il gettito delle imposte dirette ed indirette per l'anno in corso distinti, per tipologia di imposta, tra entrate effettive, entrate previste nelle unità di base dei bilancio, accertamenti conseguenti all'evasione e riscossione effettiva precisando le differenze percentuali rispetto ai dati del consuntivo 1998 e del bilancio di previsione 1999. (5-06642)
PISTONE. — Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
la Commissione finanze, dopo un lungo ed approfondito iter, ha concluso, nel luglio 1999, l'esame del disegno di legge A.C. 4818 recante norme in materia di statuto dei diritti del contribuente;
il provvedimento contiene norme di grande rilevanza che introduce alcuni principi di civiltà nell'ambito dell'ordinamento tributario, contribuendo in tal modo a rendere più corretto e trasparente il rapporto tra il fisco ed i contribuenti, attualmente caratterizzato da notevoli tensioni, dovute in particolare alla complessità delia normativa e degli adempimenti richiesti ai cittadini;
quali siano le iniziative che il Governo intenda assumere per favorire la rapida approvazione del disegno di legge.
(5-06643)
DE BENETTI e CEREMIGNA. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere -premesso che:
secondo reiterate notizie, recentemente apparse sulla stampa, la società Sisal Sport Italia, concessionaria dei gioco dell'Enalotto, sarebbe in vendita e più di
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
una sarebbero le offerte di acquisto ad essa pervenute, anche da parte di grandi gruppi nazionali, pubblici e privati;
considerata la crescente importanza acquisita, per le entrate erariali e per il mercato, da comparto dei giochi pubblici la cui gestione è affidata in concessine a privati - :
quale sia la scadenza delle concessioni dei giochi in gestione alla Sisal e, in particolare, quando scada la concessione dell'Enalotto, se la concessione dell'Enalotto possa essere ceduta ad altro soggetto dall'attuale gestore, se la convenzione relativa ne preveda il rinnovo e a quali condizioni, se sia intenzione dell'Amministrazione finanziaria, stante la situazione esposta in premessa, qualora si tratti di un atto possibile e discrezionale, procedere, una volta scaduta, al rinnovo della concessione o viceversa bandire una nuova gara per la gestione dell'enalotto. (5-06648)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IN COMMISSIONE
FRA GALA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
per un ritardato pagamento Ilor relativo al 1992, ieri è stata recapitata agli eredi della signora Maria Saputo di Bor-getto (PA) una cartella « pazza » che notifica agli eredi della donna l'obbligo di pagare una somma altissima;
la signora Saputo, deceduta circa sette anni fa, aveva infatti mancato di corrispondere nel 1992 l'acconto di 89 mila lire nei termini previsti, versandolo poi 14 giorni dopo la scadenza;
per questa modesta cifra agli eredi della donna - che nei 1992 aveva un reddito accertato di 900 mila lire lorde -lo Stato chiede ora la pazzesca cifra di 20 miliardi 136 milioni e 418 mila lire;
quali opportune iniziative intenda assumere a fronte del costante ripetersi di errori di tal fatta da parte dell'amministrazione tributaria, al fine di impedire il verificarsi di fenomeni come quello esposto in premessa e disponendo delle opportune verifiche da parte degli uffici competenti prima che siano emesse le cartelle esattoriali. (5-06634)
ANGHINONI e CALZAVARA. - Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere -premesso che:
in data 26 maggio 1999, alle ore 13.10 circa, in Oradea (Romania) avveniva l'investimento mortale del pedone Matei Gheorghe da parte del veicolo Renault Magnum Integrai targa BC460LB condotto dal cittadino italiano Omar Bonini residente in Nogara (Verona) via Fontana 6;
una perizia redatta sul posto dall'ingegner Molnar Zoltan (incaricato dalla polizia immediatamente dopo il sinistro) ha escluso la responsabilità del conducente, signor Omar Bonini, per il sinistro di cui si tratta, in quanto parrebbe che l'incidente non potesse essere evitato in ogni modo;
dopo 2 giorni dal sinistro in oggetto, il cittadino Omar Bonini, trattenuto ad Oradea dalle autorità di Polizia, con divieto di abbandonare il paese e ritiro del passaporto, si metteva in contatto prima con l'Ambasciata d'Italia e poi con il Consolato d'Italia, in Romania, al fine di chiedere aiuto ed assistenza, non conoscendo nessuno sul posto e non parlando il romeno;
le telefonate effettuate con il telefono cellulare, in possesso del cittadino italiano Omar Bonini, sono tutte documentate dal tabulato con dettagli di chiamate;
il signor Omar Bonini, cui è stato impedito il rimpatrio e che di fatto si trova trattenuto in Romania ormai da quasi 4 mesi, nonostante abbia chiamato ripetutamente e quotidianamente l'Ambasciata e il Consolato d'Italia a Bucarest, non ha mai
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
trovato alcun responsabile che si prendesse cura del di lui caso e, ad ogni telefonata, l'operatore con cui parlava riagganciava il telefono poco dopo l'inizio del dialogo (rilevatole dai tabulati telefonici);
l'articolo 10 della convenzione consolare tra l'Italia e la Romania (legge 21 giugno 1971 n. 799) prevede che «nella circoscrizione consolare, i funzionari consolari proteggono e difendono tutti i diritti e gli interessi dello stato d'invio e dei suoi cittadini, nei limiti consentiti dal diritto internazionale »;
il successivo articolo 12 della medesima convenzione prescrive che « i funzionari consolari sono autorizzati a prendere provvedimenti per assicurare ai cittadini dello stato d'invio la rappresentanza appropriata in giudizio e davanti alle autorità delio Stato di residenza. Essi possono chiedere, in conformità alle leggi ed ai regolamenti dello Stato di residenza, l'adozione di misure provvisorie per la salvaguardia dei diritti e degli interessi dei cittadini quando, a causa della loro assenza o per ogni altra ragione, non possono difendere in tempo utile i loro diritti ed interessi »;
nella fattispecie nessun contatto è mai stato preso tra il consolato d'Italia in Romania ed il signor Bonini, prima dell'intervento del sindaco di Nogara (Verona) e dell'interrogante, e per quanto è a conoscenza dell'interrogante stesso, non sono state svolte indagini conoscitive volte a tutelare i diritti del cittadino Omar Bonini, di fatto impossibilitato a lasciare il paese tramite un provvedimento che non gli è mai stato consegnato, che pertanto non ha neppure potuto esaminare e a cui non ha potuto opporsi;
in questi mesi di forzato domicilio coatto in Romania, il cittadino Omar Bonini ha dovuto provvedere in proprio al suo « soggiorno » senza nessuna garanzia per la propria incolumità personale aggravata dal costume di quella zona che, per detta dello stesso Console d'Italia direttamente all'interrogante per telefono « vive di questi espedienti » riferita anche alle continue e ripetute richieste economiche da
parte dei parenti, vedova e figlio, di cui nessuno ha accertato l'autenticità dell'uomo investito;
vi è motivo di credere ad una messinscena appositamente architettata dalle forze di polizia romena, il cui potere è pari se non superiore a quello della magistratura, in accordo con i presunti parenti allo scopo di estorcere danaro al signor Omar Bonini, in quanto la legge romena proibisce alle assicurazioni un rimborso superiore a lire 5 milioni circa in caso di incidente mortale;
il console d'Italia a Bucarest, dottor Monti, ha riferito direttamente all'interrogante per telefono che il primo contatto avuto con il cittadino Omar Bonini era datato 21 luglio 1999, cosa smentita dai fatti prendendo a testimonianza i tabulati telefonici del cittadino Omar Bonini - :
quali garanzie vi-siano e quindi, in difetto, quali iniziative si intendano attuare circa il rispetto dei diritti fondamentali di difesa e di libertà personale (compreso il diritto di rimpatrio sempre legato al cittadino Omar Bonini) in capo allo stesso nel caso in oggetto, atteso altresì che nessun atto processuale è mai stato tradotto in lingua italiana, che nessun documento inerente al provvedimento di ritiro del passaporto gli è mai stato consegnato e che il processo avverrà in lingua romena senza interprete, senza quindi attuare il principio di reciprocità pure fondamentale nei rapporti tra paesi stranieri (si fa presente che gli stranieri in Italia hanno il diritto ad avere gli atti tutti tradotti nella loro lingua di origine);
quali garanzie vi siano per un immediato rientro in Italia da parte del cittadino Omar Bonini;
quali provvedimenti intenda prendere il Ministro interrogato con il Governo romeno per evitare che ai cittadini italiani in Romania vengano inflitte disposizioni così restrittive della libertà personale e così gravose sugli interessi patrimoniali dell'individuo (si pensi che nella fattispecie l'azienda del signor Omar Bonini sta su-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
bendo gravissimo danno economico dall'assenza dello stesso e che inoltre il medesimo sta spendendo considerevoli somme per il proprio mantenimento in un paese straniero, con considerevoli danni emergenti e lucro cessante per la propria attività commerciale), anche in presenza di reati colposi (sempre ammesso e non concesso che sussista effettiva responsabilità in capo al nostro connazionale);
quali provvedimenti intenda adottare perché gli uffici consolari si attivino urgentemente per tutelare la posizione del cittadino Omar Bonini per un celere se non immediato rientro in Italia e per le eventuali mancanze maturate con il comportamento lacunoso evidenziato a carico del consolato stesso;
quali indagini conoscitive intenda attuare per verificare se nella fattispecie di cui si tratta siano stati rispettati i diritti fondamentali del nostro connazionale, e per verificare che non siano stati presi provvedimenti restrittivi della libertà personale per fini « ulteriori », ovvero per trarre indebiti profitti di sorta con l'arma del ricatto della privazione della libertà personale;
se non ritenga opportuno attuare le procedure necessarie per introdurre condizioni di reciprocità del trattamento dei rispettivi connazionali, al fine di spingere la Romania ad introdurre maggiori guarentigie per i nostri cittadini, essendo tra l'altro oltremodo datata la convenzione consolare dei rapporti Italia-Romania tuttora in vigore, conclusa a Bucarest l'8 agosto 1967, ed essendoci sempre più rapporti commerciali tra i due paesi;
se non ritenga opportuno verificare se la compagnia di assicurazione del mezzo coinvolto, l'Axa, ha tenuto un corretto comportamento. (5-06635)
CUSCUNÀ. - Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale n. 24 del 25 giugno 1999 che racchiude anche la ma
teria riguardante il Personale Educativo ed Ata dei Convitti Nazionali, porta il rapporto alunni/istitutori da 1 a 12 ad 1 a 15, con gravissimo danno occupazionale sia per il personale di ruolo, che si vede da un anno all'altro messo in soprannumero, che per il personale con contratto a tempo determinato che si trova così fuori dal posto di lavoro irrimediabilmente — :
quali siano i motivi che hanno spinto il Ministro interrogato ad esaminare addirittura un decreto ministeriale su di una materia delicatissima, che racchiude i crismi occupazionali per centinaia di lavoratori, e perché non si sia inteso, invece, di investire tutto il Parlamento nel suo insieme per discutere una materia di tanta rilevanza sociale. (5-06636)
MOLINARI. — Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
da una settimana le maestranze degli stabilimenti Italnova-Tecnocomponent di Baragiano (Potenza) sono in sciopero per protestare contro il mancato pagamento delle retribuzioni di giugno e luglio nonché per atteggiamenti discriminatori da parte della società;
il 30 luglio 1999 vi è stato un incontro presso la Prefettura di Potenza tra le Organizzazioni Sindacali e i vertici aziendali risoltosi con un nulla di fatto in quanto questi ultimi avrebbero abbandonato la riunione di fronte alla richiesta di pagare la mensilità di giugno più un milione di acconto per luglio;
l'incontro richiesto dalle due aziende ha palesato una situazione di precarietà nelle relazioni sindacali che, collegata ad una difficile condizione di liquidità finanziaria e di collocazione sul mercato del prodotto, rischiano di compromettere la sopravvivenza di queste realtà produttive;
le aziende sono sorte sulla base della legge n. 219 del 1981 del dopo sisma '80 quindi con contributi pubblici - :
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
quali iniziative intendano intraprendere affinché all'interno dello stabilimento si ripristini al più presto un corretto protocollo di relazioni sindacali con il pagamento per le maestranze delle loro spettanze relative ai mesi di giugno e luglio e con una particolare attenzione al futuro produttivo dei due stabilimenti industriali.
(5-06637)
MICHIELON. - Ai Ministri della sanità e del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere - premesso che:
in provincia di Belluno la sanità è al collasso, a causa della carenza di infermieri, secondo quanto pubblicato sul quotidiano // Gazzettino del 4 agosto 1999, notizia che ha avuto rilevanza anche a livello nazionale;
l'allarme è stato lanciato dai Presidente del consorzio di cooperative Sacs, Severino Spavenza, il quale, per riempire venti posti vacanti nella casa di riposo a Belluno e nella residenza psichiatrica di Feltre, ha cercato paramedici in quindici province del sud Italia, contattando uffici di collocamento e Informagiovani;
la ricerca ha portato alla selezione di 1938 nomi di infermieri residenti tra Lecce e Benevento, Taranto e Campobasso, Caserta e Foggia, Pescara e Catanzaro;
pazientemente un operatore ha trascorso intere settimane a chiamare i nominativi prescelti uno per uno, spiegando che a Belluno c'erano posti di lavoro e che la Cooperativa era disponibile anche a dare un aiuto per trovare alloggio;
la cosa più sorprendente è che su 1743 persone risultate iscritte alle liste di collocamento e, dunque, formalmente disoccupate, solo due (residenti ad Enna) hanno prontamente accettato e sono già in servizio, cinque persone si sono dichiarate disponibili a prendere in considerazione l'offerta, mentre 1082 persone (il 55,8 per cento ovvero la maggioranza) risultavano già occupati, magari in nero o con la
partita Iva o con contratti termine; altri hanno semplicemente risposto che non erano interessati;
il percorso seguito dal presidente Speranza ha avuto risultati tutt'aitro che positivi e per cause a lui non imputabili: la cooperativa non ha contribuito a far diminuire la disoccupazione al Sud e neppure a salvare ospedali e case di riposo da una oggettiva e cronica carenza di infermieri;
lo scenario è ancora più catastrofico se si tiene conto che l'Asl, solo per garantire il turn over, ha bisogno di ottanta infermieri, mentre la scuola di Feltre ne diplomerà solo 56 e non prima del 2001, cioè tra due anni, quando con ogni probabilità la richiesta dell'Asl sarà triplicata - :
cosa intenda fare per la grave situazione in cui versa la sanità in provincia di Belluno e in Veneto in generale e quali iniziative intendano intraprendere per far fronte all'allarmante carenza di personale paramedico, che coinvolge anche le case di riposo;
quale sia l'opinione in merito alla proposta del presidente Speranza di riconoscere i diplomi degli infermieri dell'Europa dell'est, visto che la strada degli infermieri meridionali si è rivelata impraticabile e considerato anche che, in base alla recente riforma del profilo professionale di infermiere, oramai per accedere alla professione è necessario conseguire un diploma di laurea;
come mai, di fronte ad una notizia così eclatante, che ha avuto risonanza anche a livello nazionale, non c'è stata alcuna presa di posizione ufficiale da parte del ministero del lavoro in merito alle iscrizioni di « virtuali » disoccupati alle liste di collocamento;
se, alla luce di quanto esposto, si intenda prendere atto che è giunta l'ora di smettere con la politica di assistenzialismo ai Sud, tanto dispendiosa quanto infrut-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
tuosa, che non risolve il problema della disoccupazione e non facilita l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro;
se i competenti uffici di collocamento del Sud abbiano richiesto alla cooperativa la lista dei nominativi contattati al fine di verificare le persone che risultino impiegate pur essendo iscritte nelle liste di collocamento;
in caso di risposta negativa, se non si ravveda ipotesi di omissione di atti d'ufficio e non si ritenga opportuno avviare le dovute indagini, anche al fine di dare segnali positivi ai reali disoccupati, considerato che la vicenda non è il primo né l'unico episodio. (5-06638)
FOTI. — Al Ministro dei lavori pubblici — Per sapere - premesso che:
in data 22 maggio 1999 è stata pubblicata, sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 118, la legge 17 maggio 1999, n. 144 - :
quale attuazione sia stata data all'articolo 40 della predetta legge, riguardante la sicurezza idraulica dei territori del bacino del Po;
quali siano i motivi per i quali il Magistrato per il Po di Parma abbia omesso la sollecita consegna dei lavori previsti dalla menzionata norma, impedendone pertanto la concreta realizzazione.
(5-06644)
FOTI. — Al Ministro dei lavori pubblici — Per sapere - premesso che:
in data 15 ottobre 1996, le signore Medina Zanelli vedova Sidoli (residente in Piacenza, via San Giovanni 6) e Peveri Celestina vedova Sidoli (residente in Fioren-zuola d'Arda - Piacenza, via San Protaso 22) proponevano ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il comune di Fiorenzuola d'Arda (Piacenza) e la Regione Emilia Romagna, per l'annullamento della deliberazione della giunta regionale dell'Emilia Romagna n. 600 del 2
aprile 1996, con la quale veniva approvata la variante generale al Piano regolatore generale del comune di Fiorenzuola d'Arda - :
se risulti espletata da parte del dicastero dei lavori pubblici - Direzione generale coordinamento territoriale - l'istruttoria relativa al predetto ricorso e quali ne siano le risultanze. (5-06645)
CONTE. — Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
la regione Lazio con una decisione che lascia trasparire la difesa di interessi politici che nulla hanno a che vedere con le effettive realtà economiche e sociali che hanno determinato una situazione di estrema difficoltà per i territori a diretto contatto con la zona obiettivo 1, ha escluso dalla partecipazione alla « zona obiettivo 2 » parte del territorio dei comuni di For-mia, Gaeta e Lenola, oltre che per intero quelli di Sperlonga e Ponza a favore di comuni dell'area romana
se non ritenga che tale esclusione possa ulteriormente aggravare le difficoltà di un rilancio delle attività economiche, anche in considerazione dell'abbandono dell'idea di interventi più cospicui che si potevano effettuare con il riconoscimento della qualifica di zona cuscinetto al territorio del sud-pontino che con l'uscita dalla zona di intervento del Mezzogiorno, ad avviso dell'interrogante, ha visto il trasferimento di industrie ed imprenditori nella contigua e più conveniente Campania, oltre all'evidente fenomeno della maggiore competitività delle imprese campane che operano nel nostro territorio - :
quali iniziative intenda intraprendere per richiamare la regione Lazio a rivedere la decisione di escludere parti importanti del territorio sud pontino e quali ulteriori interventi siano programmati per dare al suddetto territorio la possibilità di un rilancio delle attività imprenditoriali, considerando che anche il progetto dei patti
Atti Parlamentari - 26160 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
territoriali per la provincia di Latina attende una definitiva approvazione.
(5-06646)
CAVERI. — Al Ministro dei trasporti e della navigazione. — Per sapere - premesso che:
il 22 e il 23 settembre 1999 si svolgerà in Francia l'annuale sommet italofrancese;
in vista di questo incontro, si è svolta a Chambéry una riunione fra rappresentanti delle popolazioni locali (associazioni, sindacati, parlamentari, consiglieri regionali e sindaci) dei due versanti delle Alpi occidentali;
si è ritenuto opportuno definire, all'attenzione dei rispettivi Governi, alcuni punti di una piattaforma che dovrà naturalmente essere sorretta nei prossimi anni da una volontà generale in favore di una nuova politica dei trasporti merci su lunga distanza attraverso le Alpi, che sposti gli attuali flussi dalla gomma alla ferrovia e che definisca anche una politica comune sul transito dei mezzi pesanti sotto i trafori stradali alpini nella fase di passaggio;
fondamentale è dunque nelle Alpi occidentali una decisione rapida sulla realizzazione della Torino-Lione, così come i necessari approfondimenti tecnici per itinerari ferroviari attraverso la Valle d'Aosta sia verso la Francia che verso la Svizzera (sull'asse Aosta-Martigny esiste un progetto preliminare approvato dalla regione Valle d'Aosta e dalla Repubblica del Vallese);
la chiusura del traforo del Monte Bianco, dopo la tragedia del 24 marzo 1999 (sulla quale è necessario che la magistratura francese, territorialmente competente, faccia piena chiarezza), crea evidenti preoccupazioni per l'economia delle regioni interessate e dunque è generale l'auspicio di una riapertura rapida del traforo, dopo tuffi i lavori necessari per una sua messa in sicurezza, tenendo conto da un lato della situazione di saturazione sotto il tunnel del Fréjus e nelle vallate di rispettivo accesso, ma anche di un ampio movimento
che chiede persino, alla riapertura, un blocco totale del transito dei tir sotto il traforo del Monte Bianco;
a questi elementi, che rendono la complessità del dibattito, si aggiunge la richiesta di misure che spingano verso l'utilizzo del trasporto combinato di inter-modalità camion-ferrovia, con agevolazioni in favore dei camionisti per l'acquisto di materiale adatto, guardando con attenzione al modello svizzero, anche sotto il profilo fiscale, che ha consentito, tra l'altro, il finanziamento delle nuove infrastrutture ferroviarie e alla necessità che il protocollo sui trasporti della Convenzione delle Alpi tenga conto della delicatezza del tema dei trasporti sull'arco alpino - :
sulla base delle considerazioni precedenti, se non si ritenga opportuno concordare con i Ministri dei trasporti francese e svizzero la convocazione di una conferenza transfrontaliera, d'intesa e con la partecipazione dei rappresentanti delle popolazioni locali delle Alpi occidentali, per dibattere complessivamente sulla materia e, a questo proposito, quale sia la posizione del Governo italiano sui diversi punti citati in premessa. (5-06647)
LUCIDI. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere - premesso che:
lunedì 26 luglio 1999, in via Paolo Drigo, 6, Sonia Zottola, giovane trentaduenne residente nei quartiere romano di Laurentino 38, rimaneva vittima di un incidente mortale, precipitando dall'undicesimo piano nel vano vuoto dell'ascensore, in quel momento non in funzione;
in seguito all'incidente mortale è stata istruita un'inchiesta della Pretura circondariale onde accertare possibili responsabilità in ordine al rispetto delle norme di sicurezza e alla regolarità degli interventi di manutenzione ordinaria dello stesso impianto di sollevazione;
l'inchiesta intende appurare le possibili responsabilità penali in riferimento al mancato funzionamento del blocco del si-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
stema elettromagnetico al momento dell'ingresso della giovane nel vano dell'ascensore e alla possibilità di un errore nella manovra meccanica svolta durante l'intervento tecnico di riparazione dello stesso ascensore;
venerdì 3 settembre 1999, in un palazzo di piazza Ara Coeli a Roma, il professore Paolo Ungari, presidente della Commissione diritti dell'uomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, rimaneva vittima di un incidente mortale, precipitando nella tromba dell'ascensore, dove il suo corpo sarebbe stato recuperato solo il lunedì successivo dagli agenti della Digos, in seguito all'allarme dei familiari - :
quali informazioni e quali valutazioni esprima sull'accaduto;
se non ritenga necessario, a fronte di questi e di altri drammatici episodi verificatisi nelle ultime settimane, disporre o assicurare che siano attuate tutte le verifiche necessarie per la conformità ed una rigorosa applicazione delle norme di sicurezza e di manutenzione degli impianti di sollevamento negli stabili della città di Roma, imponendo alle società appaltatrici dei suddetti interventi il rispetto dei vincoli definiti per legge, onde scongiurare il verificarsi di nuovi tragici incidenti;
se vi siano ricostruzioni certe dei fatti in ordine alle quali possa essere garantita alle famiglie la conoscenza delle dinamiche che hanno causato i gravi lutti;
se ritenga intervenire a modificare o integrare le disposizioni legislative prevedendo che all'inottemperanza dei controlli previsti segua l'applicazione di sanzioni.
(5-06649)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA
SANTORI. - Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
scelte irragionevoli dell'Amministrazione comunale di Fiuggi (Frosinone) gui
data dal sindaco Giuseppe Celani hanno prodotto un clima di scontro tra le forze politiche, culminato nell'occupazione dell'Aula consiliare da parte della minoranza;
tale stato di cose deriverebbe dalla malagestione delle terme di Fiuggi;
il sindaco Celani ha posto a capo della Acque e Terme S.p.a., società che gestisce le terme di Fiuggi, il signor Luciano Tucciarelli;
risulta, anche da fonti giornalistiche, che il signor Tucciarelli sia titolare di quote di comproprietà di una società, la editrice Ciociara S.r.l. e tali quote sarebbero state acquistate dalla Acque e Terme S.p.a. con, ad avviso dell'interrogante, conseguenti benefici per lo stesso Tucciarelli;
appare del tutto evidente il conflitto di interessi di cui sarebbe al centro il signor Tucciarelli;
gli altri membri del consiglio di amministrazione della Acque e Terme S.p.a., che avrebbero avallato la predetta operazione, devono anch'essi ritenersi parte attiva nella vicenda;
il sindaco Celani avrebbe favorito tale stato di cose inerte e incurante delle sollecitazioni ad intervenire delle forze politiche di opposizione;
gli interessi personali sembrano prevalere su quella che dovrebbe essere una gestione dinamica e trasparente della Acque e Terme S.p.a.;
le terme costituiscono una fonte di ricchezza rilevantissima per Fiuggi e il suo comprensorio —:
se quanto riportato corrisponde al vero e, in caso affermativo, se siano rilevabili profili di incompatibilità tra le cariche ricoperte dal signor Tucciarelli;
se non ritenga, accertati i fatti, di adottare in merito le opportune iniziative di propria competenza. (4-25389)
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DE CESARIS e VALPIANA. - Al Ministro della sanità. — Per sapere - premesso che:
nel mese di giugno 1999, i sottoscritti interroganti hanno presentato atti di sindacato ispettivo (per esempio interrogazione n. 4-24562 del 23 giugno 1999) per segnalare il pericolo, segnalato dai genitori dei ragazzi portatori di handicap che frequentano il Cem (centro di rieducazione motoria) della Croce rossa di Via Ramaz-zini, 31 a Roma, che quest'anno non si sarebbero effettuati i soggiorni estivi;
veniva segnalato, inoltre, come la Croce rossa sia proprietaria di diversi centri estivi, per esempio a Jesolo, Marina di Massa e così via, percependo, inoltre, dalla regione, delle rette per la cura della salute dei ragazzi portatori di handicap-,
la motivazione che veniva addotta per negare l'effettuazione dei soggiorni estivi, che solitamente si sono svolti tutti gli anni, consisteva, a detta degli organi responsabili della Croce rossa, nella mancanza di fondi sufficienti;
tale circostanza veniva contestata dai genitori dei ragazzi che mettevano in luce anche numerose incongruenze sulla gestione dei fondi del Cem;
successivamente, ricevendo una delegazione dei genitori dei ragazzi che manifestavano sotto la sede della Croce rossa, il presidente della Cri assicurava che i centri estivi si sarebbero comunque tenuti e che sarebbero state impartite precise disposizioni agli organi competenti per assumere tutte le necessarie iniziative;
in realtà, invece, i centri estivi non si sono tenuti;
i ragazzi, per tutto i mesi di luglio e agosto sono rimasti nella sede di Via Ra-mazzini, che non è dotata neanche dell'impianto dell'aria condizionata;
durante il caldo più forte dell'estate, quindi, i ragazzi sono rimasi in condizioni del tutto disagevoli, aggravate, come è naturale, dalle condizioni dei gravi handicap
di cui sono portatori e ciò ha determinato, almeno in alcuni casi, l'insorgere di febbri e ulteriori malesseri;
non sono note le motivazioni, essendosi determinato un palleggiamento di responsabilità tra varie strutture della Cri, per le quali, malgrado le formali assicurazioni date dai vertici della Croce rossa, anche a mezzo stampa, i centri estivi non si sono svolti;
le denunce dei genitori, per quanto riguarda una anomala gestione delle risorse del Cem, hanno avuto conferma anche dai rilievi formulati dall'interno della struttura da funzionari che hanno evidenziato spese esorbitanti e non giustificate per una serie di capitoli di spesa;
sarebbe intollerabile che una gestione economica incongruente ed anomala, il gonfiamento di spese, il far ricadere sulla gestione del Cem anche spese sostenute da altre strutture, sia stato fatto ricadere sui ragazzi portatori di handicap, aggravandone il disagio e le sofferenze — :
quali siano le motivazioni per le quali, malgrado le assicurazioni formali espresse dal presidente della Croce rossa, i centri estivi non si sono svolti;
quali iniziative intenda assumere per accertare eventuali responsabilità per il mancato svolgimento dei centri estivi e per l'eventuale aggravamento della situazione di disagio dei ragazzi durante i mesi estivi con una verifica delle patologie riscontrate in quel periodo dai ragazzi;
se non ritenga opportuno, a seguito delle denunce dei genitori dei ragazzi e dei rilievi avanzati da funzionari del suddetto servizio, effettuare una indagine amministrativa sul funzionamento del Cem, sul bilancio del medesimo, in particolare sulla gestione dei fondi a disposizione e per verificare se vi siano spese incontrollate ed esagerate ovvero vengano caricati sul servizio oneri afferenti ad altre strutture.
(4-25390)
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LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere:
se non ritenga di bloccare subito ogni e qualsiasi aumento delle tariffe dei vari servizi;
se sia consapevole della forte preoccupazione delle famiglie italiane, dei pensionati e dei lavoratori in particolare, che non riescono più a fare fronte alle elementari esigenze di sopravvivenza e non possono subire aumenti di luce, gas acqua, assicurazioni, trasporti ed altro. (4-25391)
LUCCHESE. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere - se non ritenga:
vista la marea di giovani senza occupazione, la impossibilità di trovare lavoro, di liberalizzare subito ogni forma di assunzione nel settore privato, in modo che gli imprenditori possano essere incoraggiati ad investire e ad assumere;
se non voglia predisporre subito delle incentivazioni, con l'abbattimento degli oneri sociali per chi dia lavoro;
se non ritenga di stabilire che nella pubblica amministrazione e nelle società che forniscono servizi alla pubblica amministrazione debbano effettuarsi assunzioni part-time, al fine di consentire che migliaia di giovani possano lavorare;
se ritenga, infine, di estendere delle facilitazioni - come la netta diminuzione degli oneri sociali e la possibilità della esenzione nelle zone meridionali ed in Sicilia - alle aziende commerciali ed artigiane;
se si voglia fare promotore nel ricreare l'apprendistato, offrendo agli artigiani, capaci di insegnare un mestiere, delle serie agevolazioni. (4-25392)
CENTO. - Al Ministro dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
l'area della tenuta della Marcigliana-Tor S. Giovanni (Roma) rappresenta una
vasta porzione territoriale caratterizzata da una componente naturalistica e archeologica di notevole importanza, di cui una parte (settore del Monte del Bufalo) è già stata acquisita dal demanio;
il proprietario dell'area intende vendere tutta la parte della riserva della Mar-cigliana comprendente Crustumerium e le sue necropoli e confinante con il settore già acquisito;
l'intera area è di circa 150 ettari con un complesso di casali agricoli - :
se sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda intraprendere per tutelare questa porzione di area inserita nella riserva naturale della Marcigliana, per impedire eventuali speculazioni, ed esercitare un eventuale diritto di prelazione visto il suo interesse ambientale. (4-25393)
TURRONI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere - premesso che:
il comune di Forlì ha predisposto ed in parte realizzato un progetto che riguarda la parte di maggior pregio del proprio centro storico: l'area compresa fra Piazza Saffi, il Duomo e le due strade parallele che le collegano;
il progetto prevede la realizzazione di pedonalizzazioni, di nuove pavimentazioni, di nuove illuminazioni e di diverse organizzazioni degli spazi, sul modello di precedenti esperienze effettuate in altre città;
sull'area interessata dagli interventi insistono edifici di grande pregio ed interesse storico artistico, il più importante dei quali è la duecentesca basilica di San Mercuriale prospiciente la grande piazza Saffi sulla quale affacciano altri antichi edifici, compreso lo stesso municipio, ed immobili che risalgono al periodo fra le due guerre, quali il palazzo delle Poste che testimoniano, al pari dell'intera organizzazione spaziale della piazza e dei suoi elementi di arredo, la vicenda storica e la cultura
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architettonica di un periodo che ha profondamente impresso il suo segno sulla città di Forlì;
gli interventi hanno complessivamente ottenuto il parere favorevole della locale soprintendenza, nonostante vengano smantellate le pavimentazioni in granito della via delle Torri, vengano affogate, incomprensibilmente livellando le splendide pavimentazioni prospicienti l'ex monte dei pegni, vengano tagliati alberi, vengano realizzate nuove illuminazioni con lampioncini in stile finto antico e via reinterpretando, senza alcun riferimento alla storia dei luoghi, alle preesistenze, ai materiali;
l'ultimo e più grave intervento, in corso di realizzazione, colloca all'interno di Piazza Saffi una pesante, ingombrante e incongrua pensilina di metallo, di grandissime dimensioni, che impedisce la vista di San Mercuriale da tutta la parte della piazza prospiciente il prospetto anteriore e da via delle Torri, l'antica strada che ha appunto la chiesa come fondale;
la pensilina, del tutto inutile in una piazza contornata sui quattro lati da portici che consentirebbero agevolmente di risolvere il problema della sosta degli utenti del trasporto pubblico locale qualora le fermate fossero più accortamente collocate, impedisce la percezione dell'intera piazza, del suo spazio e, a seconda dei punti nei quali ci si colloca, non consente la vista e danneggia la prospettiva di tutti gli edifici vincolati ai sensi della citata legge n. 1089 del 1939;
ciò deriva dalla collocazione, dalle dimensioni, dall'ingombro, dall'assoluta impermeabilità allo sguardo e dalle caratteristiche del manufatto, ispirato alle antiche carrozze ferroviarie che, come è noto, non hanno mai attraversato il centro storico di Forlì e tantomeno la sua piazza principale;
è ora impossibile fotografare il prospetto anteriore di San Mercuriale e del campanile, liberi dalla pensilina, se non da posizione laterale ed è impossibile ripren
dere nella sua interezza il prospetto principale del pregevole palazzo delle Poste - :
se non ritenga di dover chiedere la sospensione dell'intervento nella piazza in considerazione dei gravissimi ed irreparabili danni descritti, facendo ricorso all'articolo 20 della legge n. 1089 del 1939, in attesa della apposizione del necessario e doveroso vincolo a tutela delle distanze, delle misure e delle altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo la fruibilità visiva e percettiva delle cose immobili soggette alle disposizioni della legge n. 1089 del 1939, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce e ne siano alterate le condizioni di ambiente e decoro;
se non ritenga di dover invitare l'amministrazione di Forlì a smontare la pensilina in corso di costruzione proponendone la collocazione in altra parte della città, nella quale non comprometta beni culturali tutelati, tessuto storico, antiche piazze e spazi liberi;
se non ritenga il Ministro interrogato di dover sottoporre immediatamente a vincolo ex articolo 21 della legge n. 1089 del 1939 quella parte del centro storico di Forlì che costituisce l'intorno della basilica di San Mercuriale in modo da avere una completa e certa tutela della chiesa e delle sue pertinenze;
se non ritenga che debba essere salvaguardata l'intera piazza Saffi ivi compresi gli elementi di arredo in essa presenti in considerazione che la piazza medesima era storicamente l'antico Campo dell'Abate, un'estensione della chiesa, avente le sue stesse prerogative;
se non ritenga quindi di dover più coraggiosamente applicare la legge n. 1089 del 1939 assumendosi, come è necessario e doveroso, la responsabilità di tutelare l'intera piazza Saffi non limitando alla sola verifica dei progetti l'azione del ministero ma applicando ad essa, ai monumenti che la circondano i principi universalmente riconosciuti della cultura della conservazione e della tutela che dalla legge Bottai fino a oggi riconoscono che anche gli spazi
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connessi agli edifici e storicamente legati ad essi ne fanno parte integrante e vanno del pari tutelati e conservati. (4-25394)
MALAVENDA. - Ai Ministri dell'interno, di grazia e giustizia, della sanità e per la solidarietà sociale. — Per sapere - premesso che:
sabato 11 settembre 1999, dopo le numerose denunce pervenute presso l'Associazione nazionale antirazzista « 3 Febbraio » da parte di soci immigrati extracomunitari della suddetta Associazione rinchiusi nel campo di Ponte Galeria a Fiumicino (Roma), l'interrogante ha ritenuto opportuno fare un sopralluogo per poter verificare le condizioni degli ospiti. L'Associazione nazionale antirazzista « 3 Febbraio » ha cercato precedentemente, allarmata dalle dichiarazioni avute, di mettersi in contatto con i funzionari che gestiscono il campo, possibilità che gli è stata negata più volte. La stessa associazione si è recata poi alla prefettura di Roma per presentare una domanda di visita per un incontro con i propri soci nello stesso campo; la domanda è stata prima accolta ma poi negata adducendo come motivazione che per le associazioni di volontariato non è mai stata concessa l'opportunità d'entrare in un campo di detenzione. Alle preoccupazioni della presidente dell'associazione, Antonella Pelillo, il Capo di Gabinetto della prefettura di Roma dottor De Meo ha risposto con toni rassicuranti, definendo il campo di Ponte Galeria il più moderno e il più attrezzato a livello europeo, cosa smentita molto rapidamente perché è stato sufficiente un temporale dopo pochi giorni dal I o settembre 1999, giorno dell'inaugurazione della nuova struttura per mettere fuori uso questo campo modello di recentissima costruzione;
nel campo ci sono tra le 100 e le 150 persone, tra cui bambini anche di tenera età, donne e uomini che vivono in condizioni penose e indicibili. All'interrogante è stato riferito dagli ospiti del campo che sarebbero state distribuite dosi di Valium
così da essere narcotizzati per non dare fastidio durante il viaggio di espulsione dall'Italia;
risulta sempre all'interrogante che nel campo sarebbero frequenti i maltrattamenti, le violenze, e ci sarebbero persone con tagli sul corpo o con segni di percosse, persino possibili stupri;
la struttura ha raggiunto un degrado inimmaginabile, i servizi igienici sono tutti inagibili ed allagati, la presenza di infezioni e malattie di diverso genere è molto diffusa. Ci sono stati casi di scabbia, inoltre piaghe sono presenti sul corpo di molte persone le quali si lamentano della presenza di parassiti come pidocchi e pulci, l'interrogante ha incontrato un bambino che riporta dei segni di morsi, probabilmente di topi; sui muri si vedono tracce di sangue raggrumato; i materassi sono vecchi e sudici, pieni di parassiti, con lenzuola nere;
l'interrogante ha incontrato una madre con un bambino di un anno che ha un'altra figlia di cinque anni a Roma di cui, però, non ha alcuna notizia. I reclusi non possono ricevere dall'esterno beni di prima necessità di qualunque genere. Questo è il quadro generale della triste esperienza della visita al campo di Ponte Galeria come risulta lamentato nel servizio trasmesso dal TGR del Lazio il 12 settembre 1999;
ci si trova di fronte ad un paradosso: il responsabile romano della Croce Rossa italiana, il signor Ungaro rispondendo alle denunce dell'interrogante e a quella dell'associazione « 3 Febbraio » avrebbe dichiarato, a mezzo stampa, che quello che si descrive non esiste, che si sta affermando il falso, perché da quando gestiscono il campo di Ponte Galeria hanno ricevuto le visite di rappresentanti di vari partiti e tutti si sono complimentati per il lavoro svolto;
d'altra parte la denuncia della drammatica ed inaccettabile realtà del campo di Ponte Galeria fatta di degrado e di violenza nonché di disprezzo dei più elementari
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
diritti umani è contenuta nella stessa denuncia presentata alla procura della Repubblica di Roma, depositata dall'Associazione nazionale antirazzista « 3 Febbraio » nella persona della sua presidentessa Antonella Pelillo e sottoscritta da decine di immigrati e immigrate attualmente rinchiuse nel campo, in qualità di testimoni, in essa si denuncia nello stesso tempo il tentativo delle autorità che gestiscono il campo di sottrarre queste testimonianze avendo deciso di trasferire non si sa dove oppure di espellere dall'Italia - nel giorno di domenica 12 settembre 1999, ossia il giorno successivo alla presentazione della denuncia - alcuni/e degli stessi testimoni - :
quali immediate misure si intendano prendere per accertare la verità difendendo in primo luogo i diritti dei testimoni e dei denuncianti e di tutti i reclusi nel campo; per mettere fine ai maltrattamenti, ai soprusi e alle violenze all'interno del campo individuando e punendo immediatamente i responsabili; per stabilire i più elementari diritti umani all'interno di una struttura che viene presentata come un luogo di accoglienza; infine, per decidere la completa e immediata chiusura di una struttura come quella di Ponte Galeria nel momento in cui vengano accertate le condizioni disumane e di barbarie denunciate.
(4-25395)
CENTO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere - premesso che:
entro il 15 novembre l'Avvocatura del comune di Roma può decidere di presentare il ricorso contro una sentenza del Tar con la quale l'anno precedente era stato riconosciuto valido il progetto edilizio della S.I.C. (Società Immobiliare Centrale) titolare di una licenza edilizia per la realizzazione di un palazzo di cinque piani a Villa Torlonia, accanto alla « Casina delle Civette »;
La Casina delle Civette è sede del primo museo delle vetrata Liberty in Italia;
tutta l'area di Villa Torlonia è di rilevanza nazionale per il suo interesse ambientale, monumentale e architettonico;
la realizzazione di questo edificio privato dentro Villa Torlonia rappresenterebbe un vero e proprio scempio edilizio che deve essere evitato;
i comitati dei cittadini della zona, le associazioni e la circoscrizione hanno sollecitato il comune di Roma a presentare entro il 15 novembre il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar;
il Ministro interrogato può con un decreto sospendere, in base all'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 6126/1976 progetti edilizi in contrasto con la destinazione architettonica, monumentale e ambientale nell'area in cui sono previsti - :
quali iniziative intenda intraprendere in relazione alle proprie competenze per tutelare Villa Torlonia, sostenere tutte le iniziative legali contro la realizzazione di questo progetto e per esercitare le facoltà conferite dalle norme di legge a tutela dei beni ambientali, monumentali e architettonici. (4-25396)
CENTO. — Ai Ministri dell'interno e per la solidarietà sociale. — per sapere - premesso che;
attraverso il quotidiano La Repubblica del 12 settembre 1999 alcuni immigrati moldovani hanno denunciato di essere impiegati in attività lavorative presso i cantieri del Giubileo senza il rispetto delle prescritte norme previdenziali, salariali, contrattuali;
nella giornata del 12 settembre 1999 circa 150 cittadini moldovani hanno occupato un istituto abbandonato nella XI circoscrizione di Roma in via di Casal Merode (Tor Marancia);
le associazioni di solidarietà con gli immigrati hanno sottolineato la mancanza di centri di accoglienza e adeguati servizi per gli immigrati nella città di Roma;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
nei giorni scorsi altre associazioni antirazziste avevano denunciato le condizioni di degrado in cui si trova il centro di accoglienza di Ponte Galeria;
sono necessarie immediate iniziative per realizzare, nella città di Roma, entro il Giubileo centri di accoglienza per immigrati autogestiti dagli stessi e dalle associazioni di solidarietà;
la città di Roma ha in abbondanza stabili di ex scuole, come quello di via di Casal Merode, abbandonati al degrado che potrebbero essere utilizzati per realizzare centri di accoglienza - :
quali iniziative intendano intraprendere, in accordo con il comune di Roma, la Provincia e la regione Lazio, per poter garantire a Roma, durante il Giubileo, una adeguata politica dell'accoglienza e se non ritengano necessario promuovere un'iniziativa legislativa di modifica dell'attuale legge sull'immigrazione tesa a garantire il permesso di soggiorno nel nostro paese a quei cittadini stranieri che decidono di denunciare alle autorità competenti le proprie condizioni di lavoro. (4-25397)
FRAGALÀ. — Al Ministro dell'interno con incarico per il coordinamento della protezione civile. — Per sapere - premesso che:
gli inquilini dell'edificio di piazza generale Antonio Cascino n. 26 a Palermo che hanno perduto la loro abitazione a causa dell'incendio del negozio di giocattoli di Nicolò Licata divampato il 27 agosto 1999, si trovano in una condizione insostenibile per avere visto venire meno la propria dimora, gli arredi e tutti gli effetti personali e di vestiario;
le pubbliche istituzioni locali e nazionali sono intervenute a favore dei proprietari degli immobili per garantire loro la percezione dei canoni di affitto lasciando gli inquilini in una situazione insostenibile di precarietà e totale indigenza - :
quali provvedimenti intendano assumere il Governo ed i Ministri competenti
per assicurare agli inquilini residenti nell'edificio incendiato un nuovo alloggio, gli arredi necessari a renderlo vivibile nonché la possibilità concreta di acquistare effetti personali e di vestiario visto l'imminente inizio della stagione invernale e la obiettiva condizione degli inquilini, costretti ad abbandonare la propria casa privi di tutto;
quali provvedimenti intenda assumere il Governo affinché i lavori di recupero e di restauro dell'edificio incendiato, nonché degli arredi superstiti siano efficaci, tempestivi ed immediati. (4-25398)
FOTI. — Al Ministro dell'ambiente. — Per sapere:
se e quali iniziative abbiano assunto in ordine alla ventilata, e contestata, realizzazione di una discarica di prima categoria in località « Cava la quercia » nel comune di Prignano sulla Secchia (Modena) stante anche la disponibilità del comune in questione ad ospitare sul proprio territorio - in alternativa alla prima - la realizzazione di una discarica di seconda categoria di tipo B (vedi delibera consiglio comunale 3 maggio 1996 n. 23);
se e quali verifiche abbia disposto in ordine all'idoneità dal sito in questione.
(4-25399)
NAPOLI. — Ai Ministri per i beni e le attività culturali e della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
l'ente « Dante Alighieri » di Firenze ha profuso da oltre un secolo una fervida attività, all'insegna dell'identità della nazione;
il citato Ente morale, che conta quasi 400 comitati in 60 Paesi e un centinaio in Italia, ha l'importante compito di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo;
lo Stato, con un finanziamento di appena il 15 per cento del necessario, non incoraggia il lavoro di una istituzione così estesa e rilevante;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
ancora oggi l'80 per cento delle dotazioni dei comitati in giro per il mondo è rappresentato da una vecchia biblioteca - :
se non ritengano necessario ed urgente modificare la legge del 1985 ed elargire maggiori finanziamenti all'ente Dante Alighieri al fine di garantire la nostra lingua in Italia e nel mondo. (4-25400)
GIANCARLO GIORGETTI. - Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere -premesso che:
il tronco viario di collegamento tra Cocquio Trevisago e Laveno Mombello (Varese) rappresenta una necessità profondamente sentita dal territorio;
tale circostanza è ulteriormente comprovata dall'esecuzione da parte della provincia di Varese di opere di collegamento tra la strada provinciale n. 1 e la strada statale n. 394;
il completamento delle opere di competenza provinciale rischiano, in assenza di ulteriori interventi sulla rete stradale, di causare rilevanti problemi di traffico in abitato del comune di Cocquio Trevisago (Varese);
per ovviare a tali inconvenienti la provincia di Varese ha promosso con il compartimento Anas di Milano la stipulazione di una convenzione per la realizzazione del tronco viario per la prosecuzione della strada provinciale 1 da Cocquio Trevisago a Laveno Mombello e collegamenti con la strada statale 394 e strada provinciale 69, su cui vi è la condivisione dei comuni interessati - :
quando si preveda la sottoscrizione della richiamata convenzione;
quando si possa ragionevolmente prevedere il finanziamento dell'opera.
(4-25401)
LEMBO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e della sanità. — Per sapere - premesso che:
ormai da molti giorni si stanno susseguendo in Francia, in decine di città e
cittadine, manifestazioni di agricoltori e consumatori contro il dilagare dei supermercati che stanno « veicolando » alimenti geneticamente modificati provenienti dagli Stati Uniti;
il 25 agosto scorso, gruppi di agricoltori hanno addirittura saccheggiato e distrutto un nuovo locale della « Me Donalds » in costruzione a Millau; ci sono stati vari arresti e il capo degli agricoltori del-l'Aveyron, José Bave, è stato trattenuto in carcere;
le manifestazioni continuano e si svolgono avendo di mira soprattutto i « Me Donalds » e si sono tenute, come l'interrogante legge su Le Monde del 2 settembre e sul quodidiano Linea del 5 settembre scorso, a Parigi, Lione, Limoges, Grenoble, Chambéry e in tante altre città minori;
ora, come è a tutti noto, il problema degli alimenti OGM e cioè contenenti organismi geneticamente modificati, è tra i più gravi e complessi dell'epoca in cui viviamo e riguarda non solo le sorti dell'agricoltura, e più vastamente del mondo rurale di tutta Europa, ma investe la totalità della popolazione, perché innova e « scardina » tutta le struttura tradizionale dell'alimentazione;
esso è al centro di una vera e propria « guerra commerciale » tra Europa e Stati Uniti che è in corso all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) dove gli Stati Uniti stanno tentando di imporre, contro l'Unione europea, i poderosi interessi delle loro multinazionali. Non solo, in merito esiste ormai anche tutta una letteratura, di seria analisi e con enorme documentazione. Basti qui far cenno all'opera più recente intitolata « Du poisson dans les fraises » (pesce nelle fragole), del famoso esperto del settore Arnaud Apo-teker, per rendersi conto di quanto sia importante e attuale, anzi incalzante, questo argomento che riguarda tutta la nostra alimentazione manipolata, quella che polemicamente, ma ormai correttamente, viene definito come il « cibo di Frankestein »;
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sempre in Francia, per iniziativa di alcuni industriali e di oltre 2000 agricoltori, è stata presa l'iniziativa di immettere sul mercato soia a certificazione di origine locale, garantendo i consumatori che in ogni fase del processo produttivo non viene fatto ricorso a organismi geneticamente modificati, mentre, in Italia, l'associazione dei consumatori « Codacons » ha presentato (fino alla data del 2 settembre scorso) in 58 procure della Repubblica, una denuncia per la vendita di alimenti adulterati e non indicanti esattamente sull'etichetta i componenti (cito, a titolo di esempio, che per tale associazione « è evidente che non si può ritenere soddisfatto l'obbligo di indicare l'ingrediente se non si precisa anche che si tratta di ingrediente naturale e non proveniente da manipolazioni genetiche») - :
se il Governo italiano ha deciso di prendere posizione sull'argomento;
quali siano le istruzioni, se ce ne sono state, impartite ai rappresentanti italiani in merito alla posizione da tenersi presso l'Organizzazione mondiale del commercio;
quali decisioni concrete si intendano, comunque, adottare nei confronti della « Me Donalds » e delle altre catene dipendenti da multinazionali straniere alla luce della situazione che si è determinata in Francia;
se si intendano favorire interventi di informazione preventiva (vedi etichettatura) e, comunque, quali provvedimenti si intendano prendere a tutela della corretta informazione del consumatore e, quel che più conta, della sua salute. (4-25402)
DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere -premesso che:
a seguito dell'introduzione delle nuove modalità di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, i professionisti abilitati alla cosiddetta « trasmissione telematica » hanno l'obbligo di conservare gli originali delle dichiarazioni medesime;
la conservazione degli originali delle dichiarazioni dei redditi trasferisce i rischi di deterioramento, furto o incendio degli stessi a carico dei soggetti depositari;
appare di fatto assolutamente inevitabile, per i professionisti, il ricorso all'acquisto di idoneo armadio ignifugo al fine di garantire al meglio la conservazione dei citati documenti;
il costo di acquisto di siffatta attrezzatura si evidenzia come elemento del tutto indesiderato nella gestione dello studio professionale e che il costo stesso non può considerarsi esiguo - :
se non ritenga opportuno, e comunque equo, concedere, ai soggetti abilitati alla cosiddetta « trasmissione telematica » delle dichiarazioni dei redditi un credito di imposta per l'acquisto di armadi ed altre attrezzature ignifughe ed antifurto da destinare alla conservazione degli originali delle dichiarazioni dei redditi custodite necessariamente dai citati soggetti.
(4-25403)
DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
da tempo, ormai, nel quartiere 16° in Torino via Grosseto-via Sospeilo, si vive un'atmosfera di assoluta sopraffazione da parte di una criminalità, « micro » e « non micro », che ormai esercita i propri « mestieri » non soltanto con il favore delle tenebre, ma in pieno giorno, con « specializzazione » rivolta allo spaccio di sostanze stupefacenti, vendita di refurtiva di ogni tipo e rielaborazione di ciclomotori presumibilmente di provenienza illecita;
da tempo i residenti invocano una decisa opera di « bonifica » integrale della zona, ma senza alcun risultato, attesa l'esiguità delle forze dell'ordine disponibili;
la popolazione ormai vive in condizioni di esasperazione, essendo pressoché impossibile fruire del quartiere se non proprio a rischio e pericolo, mentre nu-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
merose autorità sono intervenute riuscendo ad ottenere soltanto risultati provvisori - :
quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per mettere la questura di Torino nelle condizioni di svolgere operazioni di prevenzione e di repressione idonee a ripristinare la vivibilità del quartiere 16° di Corso Grosseto-via Sospello della città di Torino. (4-25404)
NAPOLI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
in tutta la provincia di Reggio Calabria, ed in particolare nelle zone a rischio, esistono scuole che operano in pluriclassi con pochi alunni;
a Paparone, frazione dei comune di Seminara (Reggio Calabria), è stato chiuso il plesso scolastico con 17 alunni divisi in due pluriclassi;
peraltro, il numero degli alunni sarebbe notevolmente aumentato se la direzione didattica non avesse impedito l'iscrizione di altri bambini quando ne è stata fatta richiesta;
Paparone è considerata zona di disagio e la presenza della scuola è servita e serve quale presidio di legalità e per i processi formativi dei bambini del luogo;
i genitori dei bambini si sono adoperati per predisporre locali rispondenti alla normativa della legge n. 626, ma solo in prossimità dell'inizio del nuovo anno scolastico si sono trovati di fronte alla soppressione della scuola - :
se non ritenga necessario ed urgente un adeguato intervento per garantire la riapertura del plesso scolastico al fine di porre i bambini di Paparone nella piena condizione di corretta crescita formativa e civile. (4-25405)
NAPOLI. — Al Ministro per le politiche agricole. — Per sapere - premesso che:
la pesatura automatica che la Commissione europea ha imposto ai frantoi creerà grossi problemi agli olivicoltori calabresi, già sufficientemente pressati dalle direttive in materia;
in particolare i piccoli e medi frantoiani a causa delle dovute ristrutturazioni radicali con gli elevati costi subiranno notevoli disagi che non potranno non ribaltarsi sui già minimo livello occupazionale del settore;
il sistema automatico di pesatura delle olive e di registrazione del peso, il contatore elettrico distinto per gli impianti di triturazione, per altro necessari per una sola campagna olearia, stanno fortemente preoccupando i titolari dei frantoi calabresi - :
se non ritenga necessario effettuare gli opportuni interventi presso la Commissione europea per evitare che debbano cessare l'attività i piccoli e medi frantoiani calabresi. (4-25406)
GAZZILLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere - premesso che:
a Castel Volturno (Caserta) trovasi uno dei monumenti più antichi dell'intero litorale domizio;
trattasi di un castello di origine longobarda, sito sull'antico tracciato della via Domiziana, da anni esposto alle ingiurie del clima e del tempo;
nonostante l'importanza storica e artistica del monumento, non sono in corso opere di valorizzazione e di restauro della struttura;
nessuna iniziativa risulta avviata dalla soprintendenza casertana - :
se non ritenga di dover intraprendere al più presto iniziative atte ad assicurare la conservazione e la valorizzazione delle suddette importanti vestigia del passato.
(4-25407)
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GAZZILLI. — Al Ministro dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
Sibari, amena località del comune di Cassano allo Ionio (Cosenza), dispone di una delle più belle spiagge della costa calabrese;
purtroppo nella zona il grado di efficienza dei servizi non è adeguato alle bellezze naturali;
in particolare, in corrispondenza dei tratti di spiaggia libera, si notano vistosi cumuli di rifiuti, ovviamente avvolti da insetti di ogni genere, che deturpano il paesaggio e infastidiscono i bagnanti;
detti cumuli rimangono in loco per giorni e giorni nel disinteresse generale nonostante le proteste dei malcapitati turisti - :
quali provvedimenti di propria competenza si intendano adottare per rimuovere i disservizi anzidetti e per reintrodurre, almeno nella futura stagione estiva, condizioni di vivibilità più accettabili e maggiormente consone al grandissimo pregio turistico-ambientale del comprensorio.
(4-25408)
GAZZILLI. — Al Ministro dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
il tratto di mare antistante la spiaggia di Sibari, frazione del comune di Cassano allo Ionio (Cosenza), è assai inquinato, come inequívocamente risulta dalla presenza a pelo d'acqua di una disgustosa schiumetta di colore grigiastro;
secondo le voci correnti in pubblico, il ributtante fenomeno, che penalizza fortemente i numerosi insediamenti turistici della zona e che mai si è riscontrato nelle precedenti stagioni balneari, sarebbe imputabile da un lato all'elevatissimo inquinamento del vicino fiume Crati e dall'altro all'irregolare funzionamento dei depuratori esistenti nella limitrofa località Laghi - :
quali siano le reali cause delle anzidette inammissibili condizioni del menzionato tratto di mare;
quali provvedimenti si intendano adottare tanto nella immediatezza quanto nel medio e nel lungo periodo per riportare le acque di balneazione alla purezza che, appena qualche anno fa, costituiva la ragione principale del successo turistico di tutta la Sibaritide. (4-25409)
GAZZILLI. — Ai Ministri dell'interno, della sanità e dell'ambiente. — Per sapere -premesso che:
il comune di Castel Volturno (Caserta), a seguito dello scioglimento del civico consesso per sospette infiltrazioni criminali, è amministrato da una apposita commissione;
l'azione sin qui svolta dalla commissione amministratrice non è suscettibile di plauso e neppure è suscettibile di plauso, malgrado i reiterati reboanti proclami, la scarsissima attenzione sinora riservata dalie autorità governative tanto centrali quanto locali ai molteplici improcrastinabili problemi del litorale domizio;
la presenza di prostitute e di spacciatori extracomunitari ha raggiunto livelli ormai insopportabili e le ripetute manifestazioni di protesta svoltesi nella prima decade del corrente mese ne costituiscono la incontrovertibile riprova;
il degrado e il disinteresse delle istituzioni sono talmente radicati e diffusi che non sorprendono più neppure le notizie di stampa (vedi Corriere di Caserta dell'11 settembre 1999) relative alle vergognose condizioni in cui versa il parco saraceno che, un tempo, era il fiore all'occhiello della località Villaggio Coppola di Pineta-mare;
il predetto parco è lasciato nel più totale abbandono poiché sacchetti di spazzatura, rifiuti e suppellettili di ogni genere circondano palazzi e villette;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
il quartiere è altresì infestato da topi, zecche e pidocchi e nessuno interviene - :
quali urgenti provvedimenti si intendano adottare affinché il parco saraceno e l'intero litorale domizio riacquistino al più presto normali condizioni di vivibilità.
(4-25410)
GAZZILLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali — Per sapere - premesso che:
la mobilità interna di cui alla circolare ministeriale n. 142/1999 del 18 agosto 1999 interessa numerosi lavoratori dei beni culturali residenti nella provincia di Caserta;
voci correnti pubblicamente e notizie di stampa assumono che molti dei predetti lavoratori saranno costretti ad allontanarsi dalle loro famiglie e dai luoghi di origine, nonostante la stabile permanenza nelle attuali sedi da moltissimi anni;
un simile trasferimento forzato penalizzerebbe la dignità e la professionalità acquisite dagli interessati e non sarebbe giustificabile in alcun modo - :
se le voci e le notizie suindicate corrispondano a verità;
quali interventi si intendano al più presto eseguire per scongiurare le negative conseguenze paventate dai lavoratori interessati. (4-25411)
GAZZILLI. - Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
a Santa Maria Capua Vetere e, in genere, in tutto il territorio delia provincia di Caserta, nonostante le precedenti innumerevoli sollecitazioni dei residenti e dei parlamentari, la situazione dell'ordine pubblico continua ad essere intollerabilmente precaria;
malgrado gli impegni solennemente assunti da autorevoli esponenti del Governo nelle tante riunioni celebrate ai Viminale e presso la Presidenza del Consiglio
dei ministri, l'unico concreto risultato sin qui ottenuto è paradossalmente la riduzione del tetto del lavoro straordinario retribuibile stabilito per gli appartenenti alle diverse forze dell'ordine;
intanto la criminalità continua a dilagare e la protesta dei cittadini diviene sempre più furente e stanca;
da ultimo, va segnalata l'iniziativa dei commercianti e dei farmacisti delia città del foro i quali, come si apprende dalla stampa locale, a fronte del vertiginoso incremento dei furti, degli scippi e delle rapine, hanno annunciato l'intenzione di trasferirsi altrove e hanno avviato la sottoscrizione di una petizione popolare contro la diffusa microcriminalità — :
se non sia il caso di revocare al più presto le recenti incongrue direttive circa il contenimento della spesa per il lavoro straordinario delle forze dell'ordine;
quali provvedimenti si intendano adottare per avviare finalmente e senza ulteriori ritardi una seria politica di contenimento della criminalità incalzante nella provincia di Caserta in generale e nella città di Santa Maria Capua Vetere in particolare. (4-25412)
FRATTINI. - Al Ministro dell'interno. -Per sapere - premesso che:
esiste a Bolzano una sezione polizia di Stato postale e delle comunicazioni;
tale sezione opera in collaborazione con gli uffici della rappresentanza di Bolzano del ministero delle comunicazioni, giacché detta rappresentanza ha competenza anche per la provincia di Trento;
una ulteriore, essenziale ragione giu-ridico-istituzionale per l'esistenza della sezione polizia postale di Bolzano consiste nell'applicazione delle regole statutarie sul bilinguismo, attraverso la formazione di operatori di polizia capaci di esprimersi in italiano e in tedesco nei confronti dei cittadini della provincia autonoma;
Atti Parlamentari - 26173 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
è stata ipotizzata la soppressione della sezione polizia postale di Bolzano, che verrebbe accorpata alla sezione di Trento - :
se la notizia corrisponda al vero;
se siano state considerate le gravissime disfunzioni connesse alla violazione dei principi del bilinguismo, che nella provincia di Trento non sono ovviamente applicabili;
come si intenda far fronte ai collegamenti istituzionali con la rappresentanza regionale dei ministero delle comunicazioni, che ha sede solo a Bolzano e non a Trento;
se non ritenga opportuno smentire anche in forma pubblica la notizia circolata sul territorio provinciale di Bolzano. (4-25413)
DI NARDO. - Ai Ministri dell'interno e della difesa. — Per sapere - premesso che:
la penisola sorrentina, gode di fama di realtà tranquilla sotto il profilo dell'ordine pubblico e vanta una sorta di indennità rispetto ad una serie di preoccupanti fenomeni malavitosi che pure vedono interessata larghissima parte della provincia di Napoli;
tale sopra menzionata tranquillità rappresenta uno dei punti cardine per l'immagine di una realtà turistica di rilevanza internazionale;
negli ultimi tempi, purtroppo, a differenza del passato, si è registrato un preoccupante incremento di episodi riconducibili nell'ambito dei cosiddetti fenomeni micro-delinquenziali;
proprio negli scorsi giorni, ad esempio, il comando di polizia municipale di Sorrento si è proficuamente adoperato per consentire l'arresto di due latitanti milanesi che avevano appena svaligiato alcuni esercizi commerciali del centro storico;
in effetti l'episodio - che pure ha trovato ampia cassa di risonanza su quasi
tutti i giornali ed in varie edizioni nazionali dei telegiornali della Rai e della Me-diaset - rappresenta solo uno dei casi più eclatanti rispetto ad un repertorio che giorno dopo giorno si arricchisce, malauguratamente di fenomeni tipici di una realtà degradata e controllata in maniera tanto insufficiente quanto inadeguata;
di fatto nella Terra delle sirene non è più infrequente venire a conoscenza di rapine; di furti d'ogni genere di veicolo; di razzie consumate all'interno di appartamenti e di negozi; dei sempre più ricorrenti tentativi miranti ad allestire centrali specializzate nello spaccio di sostanze stupefacenti;
come se non bastasse, soprattutto durante il periodo estivo, si succedono episodi di violenza che sfociano in risse ambientate nelle zone centrali dei comuni della costiera;
per effetto dell'escalation microdelinquenziale la popolazione residente vive una atmosfera di crescente apprensione;
a testimonianza di quanto appena affermato si fa presente che nei prossimi giorni sarà depositata agli atti del municipio di Sorrento una proposta di delibera da sottoporre al vaglio del consiglio comunale che reca la firma di svariate centinaia di cittadini;
nell'appena citata proposta di delibera promossa - nelle forme e nei modi di legge - da privati cittadini, tra l'altro, si legge che « negli ultimi anni i cittadini e gli ospiti della città di Sorrento hanno dovuto assistere inermi all'incremento di ogni genere di espressione malavitosa in zona;
per effetto di una poco efficace lotta ai fenomeni considerati espressione della cosiddetta « microdeiinquenza » il numero di furti di motorini, così come all'interno di appartamenti è aumentato nel tempo in misura esponenziale;
di recente perfino il numero di rapine - o tentate tali - ha assunto una tale consistenza da far ritenere che non si tratti più di fenomeni sporadici ed eccezionali;
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malgrado il giustificato senso di inquietudine nutrito dalla cittadinanza residente e da ospiti più o meno occasionali, le autorità non provvedono a porre in essere più efficaci ed efficienti servizi di sorveglianza del territorio;
a parziale giustificazione di quanto sopra premesso c'è da sottolineare che, specie nel periodo estivo, gli organici ed i mezzi delle forze dell'ordine risultano palesemente troppo esigui rispetto alla conformazione geomorfologica del territorio, così come insufficienti ed inadeguati se rapportati non solo alla popolazione residente (o stanziale che dir si voglia), ma anche a quella fluttuante (o pendoiaristica) ed a quelle dei turisti e dei villeggianti. Ciò, naturalmente senza tenere conto dell'accresciuto numero di incombenze che gravano sui tutori dell'ordine pubblico e della sempre più accentuata richiesta di specializzazione in troppe materie;
resta il fatto che la frequenza e la quantità dei reati considerati tecnicamente « contro il patrimonio » è tale che la nostra realtà non è più annoverabile tra quelle « oasi di tranquillità e di pace » che viceversa dovrebbero caratterizzare non solo una realtà turistica di fama internazionale quale è, per l'apppunto, Sorrento, ma qualsivoglia comunità civile »;
nella stessa proposta di deliberazione - di cui si sono appena riportati ampi stralci - viene esplicitamente previsto « di invitare altresì il Ministero dell'interno e per esso il prefetto di Napoli e quant'altri titolati ad intervenire affinché sia assicurato tanto un più proficuo controllo del territorio quanto una significativa azione di sorveglianza sui treni della Circumvesuviana ed in corrispondenza con le poche strade di accesso alla penisola. In tale ambito, inoltre, si ipotizza di conferire alla giunta municipale specifico mandato affinché vengano inoltrate opportune istanze per richiedere necessari potenziamenti degli organici e dei mezzi a disposizione delle Forze dell'ordine preposte ad intervenire in costiera»;
i sottoscrittori del documento concludono con il richiedere di dare mandato alla
giunta municipale affinché la stessa adotti, promuova o solleciti ad horas tutti i provvedimenti utili, necessari ed indispensabili per restituire alla città di Sorrento una più decorosa immagine e garantire ai residenti e ad ogni genere di ospite un minimo di tranquillità;
nelle scorse ore, a prescindere dalla lotta alla delinquenza, si è verificato un episodio di una gravità inaudita;
per effetto di un'ennesima frana lungo la strada statale 145, le autorità locali, infatti, nel richiedere alla polizia stradale di intervenire per presidiare la zona oggetto dello smottamento, si sono sentite rispondere che tutte le risorse umane disponibili erano impegnate per il controllo del rientro dei vacanzieri lungo le autostrade e che pertanto, pur di fronte ad una situazione di alto rischio, non era possibile assicurare alcun tipo di collaborazione - :
se non ritenga inderogabile un intervento per il potenziamento degli organici e dei mezzi a disposizione delle Forze dell'ordine della penisola sorrentina;
quali azioni si intendano concretamente porre in essere con la massima urgenza per fare in modo che la realtà considerata non solo possa recuperare la sua immagine e la sua fama di « oasi di pace e di tranquillità » ma possa garantire altresì alla popolazione residente ed ai suoi ospiti quelle condizioni di vivibilità che sono tipiche del vivere civile;
quali siano, infine, le azioni che si intendono promuovere per far sì che, in concreto la popolazione residente, gli operatori economici della zona e quanti abbiano interesse a trascorrere le proprie vacanze a Sorrento non maturino un senso di insicurezza particolarmente nocivo per l'ordine pubblico. (4-25414)
DI NARDO. - Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
lo scorso 25 agosto nella « Ca' Noghe-ra », nei pressi di Tessera, è stata inaugurata la terza sede del casinò di Venezia;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
gli organi di informazione, nel dare ampia rilevanza all'avvenimento hanno avuto modo, tra l'altro, di evidenziare che la struttura costata una ventina di miliardi di lire, consentirà il conseguimento di un utile di circa 50/60 miliardi di lire all'anno, grazie alla disponibilità di circa 800 postazioni gioco;
in realtà, l'apertura della terza sede della casa da gioco di Venezia nasce da una espedientistica e discutibilissima interpretazione delle disposizioni di legge;
in effetti il comune di Venezia usufruisce dei benefici del regio decreto 16 luglio 1936, n. 1404 (che altro non è se non l'estensione alla realtà lagunare del precedente Regio decreto 22 dicembre 1927 n. 2448 recante provvedimenti a favore del comune di San Remo);
stando al testo della disposizione legislativa originaria « È data facoltà al ministero per l'interno di autorizzare, anche in deroga alle leggi vigenti, purché senza aggravio per il bilancio dello Stato, il comune di San Remo (e per estensione quello di Venezia) ad adottare tutti i provvedimenti necessari per poter addivenire all'assestamento del proprio bilancio ed alla esecuzione delle opere pubbliche indilazionabili »;
al riguardo all'interrogante viene spontaneo domandarsi quali siano le alchimie finanziarie poste in essere dai comuni di San Remo e di Venezia se, a distanza di oltre sessanta anni dalla promulgazione dei citati regi decreti, non si sia ancora riusciti ad assestare i rispettivi bilanci e ad eseguire quelle che, all'epoca, erano considerate come opere pubbliche indilazionabili;
a prescindere dalle considerazioni appena formulate non si comprende come dall'originaria autorizzazione del ministero dell'interno, il comune di Venezia abbia potuto dar vita ad una sorta di « clonazione » della stessa ed aprire ben tre sedi di case da gioco;
l'inaugurazione del casinò di cui alla presente interrogazione, rappresenta ad
avviso dell'interrogante un atto di protervia che peraltro finisce con il comportare, ancora una volta, una ingiustificata mortificazione per tutte quelle località che (specie nel Mezzogiorno) da tempo attendono di essere autorizzate ad allestire strutture analoghe sul proprio territorio;
la materia della regolamentazione del gioco d'azzardo, malgrado gli espliciti richiami della Corte costituzionale, ed i mille tentativi che pure si sono registrati in tutte le legislature, continua a non essere esaminata finendosi, di fatto ad avviso dell'interrogante con il sancire un regime di ingiustificato monopolio in favore di realtà dell'Italia settentrionale;
il fatto che il « moralismo » dello Stato rispetto al fenomeno delle scommesse è una mera espressione di « facciata » è testimoniato dal proliferare di concorsi e lotterie (Lotto, Superenalotto, Totocalcio, Totogol, Totosei, « Gratta e vinci » eccetera) che si susseguono nel disperato tentativo di recuperare fondi;
l'utilizzo di giochi come quello delle slot-machine, in ogni caso (sebbene formalmente comporti la corresponsione di vincite in denaro) viene consentito perfino nei bar;
di fatto chiunque può dedicarsi al gioco d'azzardo, in barba alle vigenti disposizioni di legge, utilizzando il canale delle comunicazioni informatiche (leggi Internet);
a tale ultimo riguardo l'interrogante, assieme all'onorevole Acierno, ha già avuto modo di presentare una articolata proposta di legge;
ad avviso dell'interrogante il dibattito sulla regolamentazione del gioco d'azzardo non può più essere improntato esclusivamente sulle preoccupazioni relative all'ordine pubblico (peraltro i fenomeni come quelli dei tentativi di infiltrazioni malavitose o di riciclaggio di denaro sporco possono essere affrontati e combattuti adeguatamente), ma deve necessariamente tenere conto dei positivi risvolti sul piano
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dell'offerta sul mercato occupazionale, nonché sotto il profilo della qualificazione dell'offerta turistica;
l'assenza di un adeguato numero di case da gioco distribuite equamente su tutto il territorio nazionale finisce, paradossalmente, con il generare le condizioni per la nascita di bische clandestine;
queste ultime - come si è già avuto modo di evidenziare in altra proposta di legge sottoscritta dall'interrogante assieme all'onorevole Acierno - non solo sono uno strumento di finanziamento di altre attività illecite, ma anche mezzo di corruzione e di ricatto che consente di avvicinare, « spennare » e poi ricattare personaggi importanti ed insospettabili della vita pubblica ai vari livelli, ottenendo quindi omertà e coperture nell'apparato pubblico attraverso le quali, spesso, si costruiscono carriere criminali di grosse dimensioni;
l'abbattimento delle barriere doganali con gli altri paesi europei mette in evidenza il contrasto evidente tra la legislazione italiana e quella degli altri partners internazionali - :
in virtù di quali espedienti è stata consentita o viene tollerata l'apertura della terza sede del casinò di Venezia;
se al riguardo, in ossequio a quanto previsto dai regi decreti 22 dicembre 1927, n. 2448, e 16 luglio 1936, n. 1404, esista o meno una specifica autorizzazione del ministero dell'interno che consenta l'apertura di più sedi di una medesima casa da gioco;
se l'esigenze di « assestamento di bilancio » e la realizzazione di opere pubbliche indilazionabili riguardino solo i comuni di San Remo e di Venezia;
quali siano i motivi che impediscono di legiferare in maniera esaustiva e perentoria in materia di regolamentazione del gioco d'azzardo;
quali siano i motivi per i quali, in ogni caso, si continuano a privilegiare ingiustificatamente le località dell'Italia settentrionale quali sedi ideali per l'istituzione di case da gioco;
come si intenda combattere in maniera incisiva il fenomeno delle bische clandestine;
come si intenda regolamentare la materia del gioco d'azzardo che viene consentito mediante l'accesso a siti Internet;
quali siano - a prescindere dalla promulgazione di disposizioni che consentano l'apertura di nuove case da gioco nelle località che storicamente chiedono di ottenere tale privilegio - le misure legislative che si intendono promuovere per io sviluppo dell'occupazione, la qualificazione dell'offerta ed il miglioramento delle strutture nelle località turistiche del Mezzogiorno.
(4-^5415)
DE CESARIS. - Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
dal 1994, opera, in via dei Sestili, nella X circoscrizione di Roma, un Sert che assiste circa 150 tossicodipendenti con somministrazione di metadone e circa altri 20 con psicoterapia;
dalle cifre a disposizione sull'incidenza del problema droga nella città di Roma, si può evincere che esiste una popolazione di tossicodipendenti nella suddetta circoscrizione di circa 1500 persone e che il Sert, pertanto, assicura una assistenza, come nel resto della città, sicuramente molto inferiore alle necessità;
ultimamente è stato avviato un progetto pilota, promosso dalla regione Lazio, per un centro di accoglienza;
tale progetto, entrato recentemente nella fase operativa, prevede l'accoglienza di 8 tossicodipendenti dalle 11 alle 16 e altri 8 durante la notte;
tale progetto, le cui finalità sono senz'altro positive, nella sua concreta attuazione ha reso evidenti alcune incongruenze che hanno determinato preoccupazione e proteste tra la cittadinanza;
il suddetto Sert, infatti, è ubicato affianco a un asilo nido ed è inserito in una
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
zona densamente abitata e scarsamente illuminata dove è assente una costante e puntuale vigilanza delle forze dell'ordine;
la mancata vigilanza ha favorito lo stazionamento nelle vicinanze di persone dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti e, conseguentemente, il verificarsi di episodi di microcriminalità che hanno creato diffusa preoccupazione e proteste tra i cittadini;
è in atto un confronto tra i rappresentanti dei cittadini del quartiere, l'Amministrazione comunale, la X circoscrizione, la Asl e i responsabili del progetto per studiare tutte le soluzioni, compresa una diversa ubicazione del servizio, che possono consentire di portare avanti i positivi progetti di recupero e reinserimento per i tossicodipendenti e al tempo stesso garantire la tranquillità e la sicurezza dei cittadini;
tale confronto richiede un tempo necessario alla individuazione dei luoghi disponibili e delle risorse economiche necessarie, non rappresentando una soluzione il mero spostamento del servizio in altra zona con medesime problematiche, fatto che costituirebbe un mero artificio per spostare il problema altrove, fornendo così una risposta demagogica ed inefficace;
l'eventuale ripetersi di episodi di microcriminalità diffusa e di disagio sociale rischiano di inasprire ulteriormente la situazione con grave danno sia della sicurezza dei cittadini che del proseguimento del progetto di recupero e reinserimento dei tossicodipendenti;
il problema della vigilanza e della repressione degli episodi di microcriminalità diviene fondamentale sia al fine di garantire la sicurezza dei cittadini sia per consentire lo sviluppo dei progetti più innovativi per il recupero dei tossicodipendenti - :
se non ritenga opportuno, in attesa della conclusione della discussione in corso, disporre urgentemente, anche, se necessario, attraverso un forte potenziamento del commissariato di zona, una co
stante e puntuale vigilanza della zona al fine di impedire l'addensarsi attorno alla sede attuale del Sert di via dei Sestili di spacciatori di droga e di prevenire il ripetersi di fenomeni di microcriminalità che stanno facendo crescere la preoccupazione tra i cittadini. (4-25416)
RISARI e RIVA. - Al Ministro delle comunicazioni — Per sapere - premesso che:
il provvedimento di concessione delle frequenze televisive nazionali appena varato dal ministero delle comunicazioni prevede di assegnare, oltre alle otto « concessioni » già previste, altre due « autorizzazioni » per altrettante emittenti nazionali sia pur a titolo provvisorio fino a che non siano maturi i tempi per la trasmissione via satellite dei programmi delle stesse;
tale possibilità si concretizzerà in tempi decisamente molto lunghi con conseguente penalizzazione delle reti locali che si troveranno a fare i conti con un'ulteriore riduzione degli spazi a disposizione;
le moltissime emittenti squisitamente locali (quelle con copertura inferiore al 70 per cento del territorio regionale) con il regolamento approvato resterebbero anche tagliate fuori dal riparto delle apposite provvidenze, nonostante queste ultime svolgano un insostituibile e prezioso servizio pubblico per le comunità locali;
alla luce della sopracitata situazione le emittenti locali si trovano doppiamente e nuovamente sacrificate sia in termini di frequenze a disposizione, per permettere alle due citate emittenti nazionali di proseguire a trasmettere in attesa del trasferimento sul satellite, sia in termine di accesso alle apposite provvidenze — :
se non intenda apportare con la massima urgenza le necessarie modifiche per evitare la pesante ricaduta negativa che tali provvedimenti hanno nei confronti dell'emittenza locale, che svolge nel nostro paese un'attività non solo cronologicamente anteriore alla na-
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scita degli stessi network nazionali, ma un servizio pubblico di grande rilevanza e pubblica utilità, presenza che necessita di essere integralmente riconosciuta e non penalizzata nel confronto con il comparto nazionale. (4-25417)
STUCCHI. — Ai Ministri dei lavori pubblici e dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
la scorsa settimana è stato riaperto al traffico, in modo completo, su due corsie per ogni senso di marcia, il tratto dell'asse interurbano di Bergamo compreso tra la frazione Colognola e l'incrocio di Curna-sco;
tali lavori si sono conclusi dopo enormi ritardi ma, all'atto della riapertura al traffico di tale strada, non risultavano ancora compiuti alcuni interventi di tutela della sicurezza stradale che interessano sia gli automobilisti sia i cittadini residenti a pochi metri dal tracciato stradale;
in particolare, per questi ultimi, le numerose famiglie residenti lungo la via Grumellina, le cui abitazioni sono proprio a ridosso del tracciato stradale, lamentano il mancato posizionamento di barriere protettive che possano impedire che gli autoveicoli, a causa anche di una semplice sbandata, cadendo dalla scarpata creata dall'innalzamento della nuova strada, finiscano direttamente sopra le loro autorimesse piuttosto che direttamente nei loro giardini o cortili;
inoltre gli stessi lamentano il mancato posizionamento delle barriere fonoassorbenti e di limitazione dall'inquinamento atmosferico che, alla luce dell'elevato volume di traffico quotidiano e della notevole velocità dei mezzi in transito, risultano indispensabili per ottenere un'accettabile tutela da questi fattori inquinanti;
l'interrogante ha avuto modo di verificare di persona lo stato di reale disagio vissuto da questi cittadini - :
per quale motivo non si sia provveduto alla posa delle barriere di protezione
stradale, acustica e ambientale per la tutela dei cittadini in questione, e se in tal modo non risultino superati i limiti consentiti dalla vigente normativa in materia di inquinamento acustico;
se non ritenga necessario intervenire con urgenza, per quanto di propria competenza, al fine dell'immediata posa di tutte le protezioni mancanti. (4-25418)
Apposizione di una firma ad una risoluzione in Commissione.
La risoluzione in Commissione Cavalieri n. 7-00787, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, è stata successivamente sottoscritta anche dal deputato Calzavara.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta orale Bor-ghezio n. 3-04139, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Santandrea.
L'interrogazione a risposta orale Mantovano n. 3-04145, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gramazio.
L'interrogazione a risposta orale Selva n. 3-04193, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlo Pace.
L'interrogazione a risposta orale Spini n. 3-04214, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 1999, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rizza.
Atti Parlamentari - 26179 - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta orale Pre-stigiacomo n. 3-04206 del 10 settembre 1999;
interrogazione a risposta orale Soro e Giovanni Bianchi n. 3-04208 del 10 settembre 1999.
Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Pi-scitello n. 4-25270 del 10 settembre 1999 in interrogazione a risposta orale n. 3-04210;
interrogazione a risposta scritta Alemanno n. 4-25271 del 10 settembre 1999 in interrogazione a risposta orale n. 3-04213;
interrogazione a risposta scritta Spini n. 4-25373 del 10 settembre 1999 in interrogazione a risposta orale n. 3-04214.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 17 giugno 1999, a pagina 25167, prima colonna (interrogazione Bergamo n. 4-24504), dalla prima alla seconda riga deve leggersi: « BERGAMO — Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che: », e non « BERGAMO — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che: », come stampato.
Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, a pagina 25995, prima colonna, interpellanza Pecoraro Scanio n. 2-01911, deve intendersi come
interpellanza e non interpellanza urgente ex articolo 138-bis del regolamento, come stampato.
Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, a pagina 25995, prima colonna, interpellanza Garra n. 2-01912, deve intendersi come interpellanza e non interpellanza urgente ex articolo 138-bis del regolamento, come stampato.
Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 10 settembre 1999, a pagina 26009, dalla ventiduesima alla quarantaduesima riga della prima colonna e dalla prima alla dodicesima riga della seconda colonna, deve leggersi:
« Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il comunicato del 24 agosto 1999 del Ministro della difesa senatore Scognami-glio sulla destituzione del generale Celen-tano dal comando della brigata Folgore non chiarisce assolutamente nulla, sembra anzi confermare l'allontanamento dell'alto ufficiale tra poche settimane, contrariamente alla normale aspettativa di un altro anno di comando della brigata;
in un'intervista apparsa lo stesso giorno sul Corriere della Sera il Sottosegretario alla difesa onorevole Gianni Ri-vera si dice « stupito della rimozione del generale Celentano dal comando della brigata Folgore, notizia appresa dai giornali »;
il Capo di Stato Maggiore della difesa, generale Arpiño, si è detto a sua volta all'oscuro del provvedimento;
il maldestro e poco motivato atteggiamento del Governo e le speculazioni politiche di gruppi della maggioranza hanno creato una situazione di confusione nelle forze armate, vittime in questi giorni di una forsennata campagna di denigrazione e delegittimazione — :
chi abbia deciso la destituzione del generale Celentano e se il Presidente del
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Consiglio dei ministri ed il Capo di Stato Maggiore della difesa hanno avallato o meno tale decisione.
(2-01918) "Giovanardi". »,
e non
« GIOVANARDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere -premesso che:
il comunicato del 24 agosto 1999 del Ministro della difesa senatore Scognami-glio sulla destituzione del generale Celentano dal comando della brigata Folgore non chiarisce assolutamente nulla, sembra anzi confermare l'allontanamento dell'alto ufficiale tra poche settimane, contrariamente alla normale aspettativa di un altro anno di comando della brigata;
in un'intervista apparsa lo stesso giorno sul Corriere della Sera il Sottose
gretario alla difesa onorevole Gianni Rivera si dice « stupito della rimozione del generale Celentano dal comando della brigata Folgore, notizia appresa dai giornali »;
il Capo di Stato Maggiore della difesa, generale Arpino, si è detto a sua volta all'oscuro del provvedimento;
il maldestro e poco motivato atteggiamento del Governo e le speculazioni politiche di gruppi della maggioranza hanno creato una situazione di confusione nelle forze armate, vittime in questi giorni di una forsennata campagna di denigrazione e delegittimazione - :
chi abbia deciso la destituzione del generale Celentano e se il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Capo di Stato Maggiore della difesa hanno avallato o meno tale decisione. (3-04137)»
come stampato.
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INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA
RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA
ANGHINONI. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
in data 12 febbraio 1998, il Collaboratore di cancelleria con VII qualifica funzionale della pretura di Mantova sezione distaccata di Castiglione delle Stiviere, signor Salvatore Inserra, nato a Benevento il 5 maggio - facendo riferimento ad una recentissima pubblicazione di posti vacanti di collaboratore di cancelleria - chiedeva di essere trasferito in altra sede di preferenza indicando tre alternative;
con comunicazione datata 16 luglio 1998 il signor Salvatore Inserra veniva proposto per il trasferimento alla pretura circondariale di Civitavecchia (dallo stesso indicata comma 2° preferenza) e con successiva comunicazione del 7 agosto 1998 il ministero di grazia e giustizia con Pdg 3 agosto dalla comunicazione allo stesso Inserra dell'avvenuto trasferimento in Civitavecchia;
la comunicazione dell'avvenuto trasferimento, del 7 agosto 1998, non conteneva alcuna prescrizione o condizione riguardante la presa in possesso del nuovo ufficio, se non quella del visto del provvedimento da parte dell'ufficio centrale del bilancio presso il ministero di grazia e giustizia: e da informazioni telefoniche fornite all'interessato, questi apprendeva che il possesso sarebbe stato perfezionato con tale visto nel mese di ottobre 1998;
di talché sulla base di quanto garantito dal Ministero, la moglie del signor Salvatore Inserra dipendente dell'Ussl di Mantova richiedeva ed otteneva il trasfe
rimento presso la corrispondente Ussl di Civitavecchia, ed i coniugi hanno provveduto a vendere la loro abitazione a Mantova ed a stipulare un preliminare di acquisto per altra abitazione in Civitavecchia ove si sono già trasferiti la moglie con i figli (già iscritti alla scuola di Civitavecchia);
è evidente la massima urgenza del signor Salvatore Inserra nel vedersi confermato il trasferimento in Civitavecchia appunto già comunicato con Pdg 3 agosto 1998 - :
quali siano i motivi che stanno ritardando la formalità del visto da parte dell'ufficio centrale del bilancio, per dare definitivamente effetto al già appreso provvedimento di trasferimento che - se non sarà preso definitivamente nei prossimi giorni - recherà come comprensibile gravissimo pregiudizio alle legittime aspettative del signor Salvatore Inserra;
se sia possibile attivare gli uffici affinché la pratica di trasferimento del collaboratore di cancelleria signor Salvatore Inserra dalla pretura circondariale di Mantova, sezione distaccata di Castiglione delle Stiviere a quella di Civitavecchia possa definitivamente concludersi il più velocemente possibile. (4-20490)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata, la competente Direzione Generale ha rappresentato che il Sig. Salvatore Inserra è stato trasferito dalla Sezione distaccata di Castiglione delle Stiviere della Pretura circondariale di Mantova alla
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Pretura circondariale di Civitavecchia con P.D.G. 3 agosto 1998.
Il trasferimento non è stato immediatamente eseguito perché il predetto collaboratore era Vunico in servizio nella citata Sezione distaccata.
La predetta Direzione Generale ha poi fatto presente che il Sig. Inserra ha assunto possesso nel Tribunale di Civitavecchia il 29.3.1999, avendo ormai assunto questa Amministrazione nuovi collaboratori di cancelleria anche per il distretto di Brescia.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
APOLLONI. — Ai Ministri per le pari opportunità e del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere - premesso che:
in data 31 luglio 1997 scade il termine per la richiesta di agevolazioni per l'accesso all'imprenditoria femminile;
come al solito, le complicazioni di natura burocratica non sono mancate nemmeno in questo caso;
tuttavia, non sono mancati nemmeno gli alti costi che stanno caratterizzando l'iter di presentazione delle domande;
secondo un'indagine della Cgia di Mestre (Venezia), la spesa media per la predisposizione della domanda di accesso ai fondi dell'imprenditoria femminile ammonta in media a circa un milione, e tutto ciò grazie all'eccesso di burocrazia che caratterizza la domanda di contributo;
a conferma di quanto affermato, basti pensare che viene richiesta la compilazione di un apposito formulario, di dettagliate relazioni sull'iniziativa e sull'idea di impresa, di bilanci consuntivi e previsionali, del piano di copertura finanziaria, di una perizia giurata da parte di un tecnico;
inoltre, come se ciò non fosse già abbondantemente sufficiente, viene richiesta una perizia giurata, asseverata e sottoscritta da un ingegnere o da un perito industriale iscritti ai rispettivi albi professionali ed esterni alla struttura dell'impresa, nonché un'apposita certificazione da
parte di un dottore commercialista iscritto all'albo, oppure ragioniere commercialista, che attesti l'effettività e la regolarità documentale di quanto dichiarato;
denuncia della Cgia troverebbe conferma anche dal fatto che la richiesta media delle prime istanze presentate coprirebbe già i 46,8 miliardi stanziati dalla legge - :
se conferma il dato reso noto dalla Cgia di Mestre;
in caso quanto dichiarato dalla Cgia di Mestre corrispondesse a verità, se non ritenga le suddette condizioni eccessivamente onerose, degne dunque dell'attuale penoso stato del sistema burocratico italiano. (4-12085)
RISPOSTA. — Nell'interrogazione si solleva la questione relativa alle complicazioni di natura burocratica e agli alti costi legati alla presentazione delle domande per l'accesso alle agevolazioni previste per l'imprenditoria femminile. Viene in particolare citata un'indagine della Cgia di Mestre che ha quantificato in circa un milione la spesa media per la predisposizione della domanda di accesso ai fondi. Tali costi sarebbero legati alle modalità previste per le richieste, considerate eccessivamente complicate, e alla necessaria presentazione di una perizia giurata, asseverata e sottoscritta da un ingegnere o da un perito industriale, nonché di un'apposita certificazione da parte di un commercialista.
L'interrogante chiede conferma del dato reso noto dalla Cgia di Mestre e chiede inoltre un parere in merito alla eccessiva onerosità delle procedure previste.
Le questioni sollevate riguardano un punto chiave dell'indirizzo politico del Governo. Il Dipartimento per le pari opportunità è, infatti, sin dalla sua istituzione, impegnato a promuovere e sostenere l'imprenditorialità femminile.
La Direttiva 27 marzo 1997 del Presidente del Consiglio dei Ministri «Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri e responsabilità alle donne, a riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
donne e uomini », al suo punto 6, mira a valorizzare l'imprenditorialità femminile. Si tratta di un fenomeno in continua crescita, abbastanza diffuso, basato su microattività di tipo individuale e fortemente concentrato nel terziario. Sono guidate da donne il 35 per cento delle nuove imprese giovanili e sono autonome il 24 per cento delle lavoratrici italiane. L'iniziativa imprenditoriale femminile si presenta, dunque, come potenziale occupazione e realtà economica in espansione. Per queste ragioni si indica l'obiettivo di potenziare e incentivare le iniziative tese a creare autoimprenditorialità, anche attraverso una riflessione sulla fase di prima applicazione della legge n. 215192, nonché sostenendo e garantendo standard di qualità alle esperienze di privato sociale.
Nell'ambito di intervento in materia di imprenditorialità femminile sono stati istituiti, presso il Dipartimento per le pari opportunità, con decreto del Presidente della Repubblica del 19 febbraio 1997 la commissione per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile e l'osservatorio per l'imprenditoria femminile.
La prima ha il compito di esaminare la corretta attuazione delle normative, degli orientamenti governativi e dei programmi comunitari volti alla promozione e allo sviluppo dell'imprenditoria.
L'osservatorio si occupa invece di seguire l'attuazione degli interventi legislativi e dei programmi governativi, locali e comunitari, rilevanti ai fini della promozione delle pari opportunità in materia di imprenditoria, di curare l'adozione di programmi specifici con il fine di facilitare la diffusione sul territorio della conoscenza delle risorse disponibili e, infine, propone alle autorità competenti iniziative per la promozione di nuova imprenditorialità femminile.
L'intervento agevolativo a favore dell'imprenditoria femminile si inserisce in un contesto normativo caratterizzato da un modello organizzativo e procedurale ed. semiautomatico, di tipo « a bando » con graduatoria dei progetti istruiti direttamente dal MICA.
Per questi motivi il regolamento di attuazione della legge n. 215192 (decreto ministeriale 5.12.96 n. 706) prevede il ricorso
alle autodichiarazioni delle imprenditrici, per quanto riguarda i requisiti soggettivi ed oggettivi per l'accesso alle agevolazioni, demandando alla certificazione ed alla perizia giurata l'accertamento degli aspetti economici e finanziari dell'impresa. La certificazione e la perizia giurata avallano le dichiarazioni rese dall'imprenditrice sollevando l'Amministrazione dall'onere di dover acquisire e verificare una serie di prove documentali relative alla sussistenza della validità tecnica ed economica del progetto.
Il regolamento di attuazione stabilisce che ai fini della concessione delle agevolazioni venga trasmessa al Ministero una domanda di ammissione redatta secondo uno schema allegato al regolamento (tale modulo di domanda può essere fotocopiato dalla Gazzetta Ufficiale, può essere reperito gratuitamente presso le Camere di Commercio, le Banche, le associazioni di categoria o scaricato da INTERNET), corredato da una certificazione rilasciata dal presidente del collegio sindacale o, in mancanza di questo, da un professionista iscritto all'albo dei commercialisti o a quello dei ragionieri o periti commerciali e da una perìzia giurata, asseverata, sottoscritta da un ingegnere o da un perito industriale che attesti la validità tecnica del progetto e la congruità dei costi esposti.
Il Governo, anche grazie alle sollecitazioni ricevute dalle parti sociali, è consapevole delle difficoltà e della onerosità di tale procedura. Il Dipartimento per le pari opportunità, in collaborazione con il Dipartimento per la funzione pubblica e con il Ministero dell'industria, sta lavorando per semplificare le procedure e permettere l'esplicazione della piena efficacia all'intervento normativo in oggetto. A tal fine è in corso di preparazione un nuovo testo di regolamento, finalizzato a semplificare e razionalizzare il procedimento relativo agli interventi in favore dell'imprenditoria femminile anche allo scopo di abbattere drasticamente i costi di predisposizione del progetto e di presentazione della domanda.
Il Ministro per le pari opportunità: Laura Balbo.
Atti Parlamentari - IV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
APOLLONI. - Al Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
per la realizzazione dell'acquedotto lungo il tratto Valdastico-Lastebasse (Vicenza), al fine di sviluppare una rete che porti acqua a Tonezza del Cimone (Vicenza), sono necessari 5 miliardi;
l'opera si configura nel quadro dello sviluppo dell'Altipiano di Tonezza - :
se il Ministero interrogato sia al corrente della necessità del comune di Tonezza di ottenere tale proseguimento di acquedotto e del relativo costo per la realizzazione dell'opera;
se il Ministero interrogato sia a conoscenza di ostacoli che non consentono la realizzazione di tale opera;
se il Ministero interrogato ritenga invece opportuno favorire tale opera progettata al fine di garantire un valido servizio ad un comune appartenente a zona montana. (4-18896)
RISPOSTA. — In riferimento all'interroga-zione presentata da notizie acquisite dalla Regione Veneto si riferisce all'interrogante che nel luglio del 1980, è stato redatto il primo studio riguardante l'acquedotto dell'Alta Valle dell'Astico; si trattava di un Piano Programma a cui fece seguito il Progetto Generale redatto negli anni 1983-1984.
L'obiettivo mirava a costruire un acquedotto consortile per la vallata dell'Alto Astico limitato ai Comuni di Lastebasse, Pedemonte, San Pietro Valdastico, Tonezza e Arsiero, che andasse a sostituire gradualmente i numerosi piccoli acquedotti esistenti alimentati da una miriade di sorgenti di scarsa portata.
Nel 1983 è stato redatto il primo lotto dei lavori di costruzione dell'acquedotto dell'Alta Valle dell'Astico mediante finanziamento CEE Feoga.
Con tale progetto è stata realizzata l'ad-duttrice di fondo valle nel tratto compreso fra il serbatoio Busatti (collegato alla sorgente posta a quota 590 m.s.m.) e la località Casotto.
È stato quindi possibile alimentare la parte bassa del Comune di Lastebasse, il Comune di Pedemonte e parzialmente il Comune di Valdastico.
La Comunità Montana Alto Astico e Po-sina, con sede in Arsiero (VI), ha predisposto nel 1997 il progetto preliminare dei lavori per la realizzazione del tratto « Casotto-Valpegara-Tortezza » dell'acquedotto dell'Alta Valle dell'Astico, per un importo di lire 2.540.000.000.
Con questo intervento si realizza un secondo stralcio delle opere previste dai programmi generali in modo da estendere il rifornimento idrico a tutto il Comune di San Pietro Valdastico e al Comune di Tortezza del Cimone.
In conformità alle previsioni dei Progetti Generali, pertanto, il citato Progetto preliminare prevede il prolungamento dell'ad-duttrice di fondo valle della località Casotto al serbatoio di raccolta di Valpegara, la costruzione di un serbatoio di accumulo e dell'impianto di sollevamento in adiacenza al serbatoio stesso e la continuazione della condotta medesima all'esistente serbatoio di località Via dell'acquedotto di Tonezza.
Di tale progetto è stato approvato nel 1997 dalla Comunità Montana Alto Astico e Posina un primo stralcio funzionale, relativo al tratto « Casotto-Valdastico », dell'importo di lire 570.000.000.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Gianni Francesco Mattioli.
APOLLONI. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
la società « Foza 2000 », controllata dalla società « Gallio 2000 » srl, ha in progetto ormai da parecchi anni la realizzazione in Veneto di un comprensorio sciistico facente parte delPallora denominato « Circuito dei sette comuni », la parte del quale relativa alla zona di Gallio (Vicenza) è già stata ultimata;
tale comprensorio comprende una zona di infrastrutture poste a servizio della
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
base degli impianti, nella zona denominata « Piana Futa », dalla quale è prevista la partenza della seggiovia « Futa-Monte Mieta »;
il progetto generale si articola in interventi di tipo edilizio, di movimento terra e di costruzione di impianti di risalita a fune con relative piste di discesa per l'attività sciatoria;
l'area interessata dal progetto interessa il comune di Foza per la parte del territorio compreso tra la piana della Futa e la Malga Slapeur, comprendendo monte Miela, Malga Lora, Monte Fior, Monte Ca-stelgomberto, con collegamento con le piste con l'attigua zona sciistica del comprensorio di Gallio 2000 Melette;
per quanto concerne le infrastrutture, la strada dal centro di Foza conduce al parcheggio situato ai piedi della seggiovia di arroccamento in località Futa è in corso di realizzazione a cura e spese del comune di Foza;
sulla piana della Futa è prevista la realizzazione di un vasto parcheggio delle dimensioni di circa venticinquemila metri quadrati, per la quale è tra l'altro giunta in questi giorni l'approvazione dei progetto da parte della direzione regionale del Veneto per la viabilità ed il trasporto;
risulta all'interrogante che anche i contenitori edilizi, gli impianti sciistici e di innevamento programmato presentano tutte le caratteristiche progettuali necessarie per l'ottimo funzionamento degli stessi — :
se il Ministro intenda adoperarsi, anche con interventi di tipo finanziario, perché siano accelerati i tempi di realizzazione definitiva del progetto Monte Fior, visto e considerato che gli impianti in questione favorirebbero finalmente il rilancio turistico ed economico del comune di Foza, con le conseguenti positive ricadute occupazionali. (4-19256)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione presentata si risponde sulla base delle notizie fornite dalla Giunta Regionale Veneto, attesa la competenza regionale nella materia.
La Società FOZA 2000 s.r.L ha presentato in data 06.04.1990, richiesta di approvazione del progetto degli impianti di risalita facenti parte del « Circuito dei Sette Comuni », comprendenti:
n. 2 sciovie;
n. 2 seggiovie;
infrastrutture complementari e accessorie quali i volumi tecnici e le correlative piste.
Per le necessità del sistema e in considerazione della previsione di raccordo con il comprensorio di Gallio 2000-Melette, è prevista anche la realizzazione di una strada, al momento già appaltata e in via di ultimazione, e di un parcheggio di circa 22.000 mq. dimensionato per tale scopo.
Il progetto in questione, esaminato dalle Commissioni Tecniche con riguardo al rispetto idrogeologico e ambientale del territorio interessato dagli interventi ha superato le fasi istruttorie previste dalla normativa vigente ottenendo l'approvazione regionale con decreto n. 72 del 01.06.1998.
Secondo quanto comunicato dalla Giunta Regionale, alla sua definitiva realizzazione il progetto presenterà tutte le caratteristiche necessarie per un ottimo funzionamento complessivo, favorendo certamente il rilancio turistico ed economico del Comune di Foza, con le conseguenti positive ricadute occupazionali per l'area summenzionata del « Circuito dei Sette Comuni ».
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
APOLLONI. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
con verbale 11 marzo 1998 il signor Antonio Rinetti, residente a Zugliano (Vi-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
cenza) in Via Santa Maria 22, si aggiudicava l'immobile di cui all'esecuzione immobiliare n. 103/88; al fine di saldare agevolmente la somma, il signor Antonio Rinetti ha chiesto alla propria banca di fiducia (Banca di San Giorgio) un prestito, concesso quale prefinanziamento su mutuo ipotecario;
dal mese di agosto 1997 il signor Antonio Rinetti si è recato quasi settimanalmente presso la cancelleria delie esecuzioni immobiliari del tribunale di Vicenza per richiedere copia del relativo decreto;
dopo innumerevoli pellegrinaggi presso la cancelleria delle esecuzioni immobiliari, durante i quali ovviamente gli interessi sul perfezionamento concessogli dalla banca correvano inesorabili, gli fu riferito che il decreto risultava smarrito;
solamente nel giugno 1998 fu « ritrovato » giacente in altro ufficio;
alla consegna di copia del decreto di trasferimento fu possibile al signor Antonio Rinetti stipulare l'atto di mutuo;
in data 13 ottobre 1998 tale circostanza è stata ammessa dal responsabile della cancelleria delle esecuzioni immobiliari il quale, davanti ad un testimone, ha detto di ricordarsi perfettamente tutta la vicenda;
a seguito di tale « smarrimento » il signor Antonio Rinetti è stato costretto a pagare un surplus di interessi sul prefinanziamento di lire 4.825.833
se il ministero interrogato ritenga possa esserci la possibilità di un rimborso;
quali responsabilità si prefigurano in merito allo smarrimento del documento di cui sopra. (4-21530)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata si comunica quanto segue.
La competente Direzione Generale dell'Organizzazione Giudiziaria, interessata al riguardo, ha tempestivamente inviato al Presidente del Tribunale di Vicenza copia dell'interrogazione parlamentare chiedendo
di conoscere eventuali responsabilità riscontrate in merito alla vicenda del signor Antonio Rinetti e di effettuare gli opportuni accertamenti preliminari al fine di rilevare eventuali illeciti disciplinari posti in essere dal personale dipendente.
Con nota del 20.4.1999 il predetto Presidente del Tribunale ha evidenziato che dagli accertamenti effettuati in merito ai fatti in questione non è emersa la sussistenza di illeciti disciplinari perseguibili. Ha allegato, altresì copia di una lettera del 27.11.1998 che il Presidente del Tribunale f.f. aveva inviato all'interessato signor Rinetti informandolo sul seguito e per quanto di competenza dei denunciati fatti.
Alla luce di quanto sopra motivato, la citata articolazione ministeriale non ritiene di dover intraprendere alcuna azione disciplinare.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
APOLLONI. - Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
la colossale richiesta di danni che l'attuale presidente della Banca popolare di Milano Paolo Bassi, compresi gli altri consiglieri, hanno notificato al presidente predecessore Piero Schlesinger, in carica fino al 1994, ammonta a 1.000 miliardi in solido con altri venti esponenti dei vecchio vertice in carica fino al 1993;
la richiesta è stata rigettata senza appello, per inammissibilità, improcedibilità e radicale infondatezza;
ora, lo stesso Schlesinger va al contrattacco, tramite una domanda riconvenzionale in quanto secondo quest'ultimo si è configurata una responsabilità processuale aggravata per temerarietà della lite intrapresa -:
se intenda assumere informazioni sulla vicenda. (4-22803)
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RISPOSTA. — Si risponde all'interroga-zione presentata, concernente una controversia sorta tra la Banca Popolare di Milano e l'ex Presidente della stessa.
Al riguardo, si fa presente, sentita la Banca d'Italia, che i poteri di vigilanza sul sistema bancario, attribuiti dall'ordinamento alla Banca d'Italia, sono preordinati al raggiungimento di preerse finalità di interesse generale, le quali si ricollegano alla tutela della sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, della stabilità complessiva, dell'efficienza del sistema finanziario e degli altri obiettivi indicati nell'articolo 5 del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385).
La questione prospettata esula, pertanto, dalle competenze della Banca d'Italia.
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica: Roberto Pinza.
APOLLONI. - Ai Ministri della sanità e dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
desta molta preoccupazione l'impos-sibilità di ottenere, entro tempi brevi, adeguate forme di tutela del bene prioritario della salute fisica a causa delle inderogabili disposizioni emanate dall'amministrazione finanziaria (ordine di servizio n. 18 del 5 dicembre 1998) relative all'attivazione di sistemi di rilevazione automatizzata delle presenze e degli accessi alla sede di lavoro attraverso varchi, cosiddetti « tornelli », ad emissione di radiazioni non ionizzanti;
peraltro, gli accessi sono resi obbligatori anche per le generalità dei cittadini e visitatori esterni, senza che sia stata prevista alcuna deroga per talune categorie di lavoratori a domicilio, quali portatori di pace-maker, donne gravide, fatta eccezione per portatori di handicap non deambulanti;
secondo un comunicato in data 26 gennaio 1999, a firma dei rappresentanti
per la sicurezza dei lavoratori del ministero delle finanze i valori di dette radiazioni (campo magnetico, campo elettrico, densità di potenza) - così come rilevati in data 7 agosto 1997 dal presidio multizo-nale di prevenzione settore igiene degli ambienti confinati delle A si Rm A di Roma (allegato n. 3) - , peraltro misurate su apparecchiature similari collocate presso la sede centrale del ministero delle finanze di viale Europa e non nel compendio di via Mario Carucci n. 131, risultano sensibilmente superiori ai valori limite stabiliti dal decreto legislativo 10 settembre 1998, n. 381, recante norme per la determinazione di tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana, in vigore dal 2 gennaio 1999 (allegato n. 4);
tale innegabile fattore di rischio si inserisce e si sovrappone in un contesto ambientale locale, caratterizzato da un elevato tasso di inquinamento elettromagnetico a causa della compresenza, nella zona Tor Pagnotta, di imponenti postazioni radio, civili e militari (zona limitrofa militare della Cecchignola), di elettrodotti, nonché di antenne di radiofonia mobile (Omnitel e Telecom), anche in relazione alla sempre più diffusa insorgenza di sintomatologie e patologie lamentate dai lavoratori del medesimo comprensorio;
il medesimo fine amministrativo (controllo automatizzato delle presenze e degli accessi) poteva ugualmente essere raggiunto dal datore di lavoro senza alcun rischio per la salute pubblica mediante la collocazione di sistemi di rilevazione alternativi, peraltro sicuramente meno costosi di quelli installati, come, per esempio, quelli a funzionamento elettromeccanico ampiamente in uso presso molte aziende pubbliche e private ovvero quelli a rilevatori marcatempo (già funzionanti presso il Secit sin dal febbraio 1993);
i sistemi di rilevazione di cui sopra hanno comunque comportato una spesa notevole sostenuta dai contribuenti;
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qualora tale sistema venisse, tra l'altro a ragione, tolto, si causerebbe un notevole danno finanziario ai danni dell'erario - :
come si stiano attivando per disattivare immediatamente il sistema di rilevazione delle presenze e degli accessi al compendio ministeriale di via Mario Canicci n. 131, attraverso i varchi ad emissione di radiazioni non ionizzanti attualmente in funzione, in relazione alla sempre più diffusa insorgenza di sintomatologie e patologie lamentate dai lavoratori del comprensorio di Tor Pagnotta in Roma;
come si stiano attivando per incaricare urgentemente competenti autorità tecniche di effettuare apposite misurazioni dei valori di emissione dei ripetuti varchi magnetici, tenendo conto della complessiva situazione ambientale di inquinamento elettromagnetico, sia all'interno dei locali di lavoro che nel territorio circostante il compendio ministeriale di via Mario Canicci n. 131;
come si stiano attivando per operare un tempestivo monitoraggio dell'effettivo livello di emissione di onde elettromagnetiche presente nel comprensorio di Tor Pagnotta in Roma. (4-22956)
RISPOSTA. — Con Vinterrogazione cui si risponde l'interrogante nel premettere che, secondo un comunicato del 26 gennaio 1999 firmato dai rappresentanti per la sicurezza del Ministero delle finanze, il valore delle radiazioni che colpiscono quanti accedono agli uffici ministeriali (campo magnetico campo elettrico, densità di potenza) risultano sensibilmente superiori ai valori limite stabiliti dal decreto ministeriale 10 settembre 1998, n. 381 (regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana), chiede di conoscere quali rischi comporti per la salute delle persone l'attivazione del sistema di rilevazione automatica delle presenze e degli accessi alle sedi ministeriali dell'EUR e di via Carucci 131.
Al riguardo la competente direzione generale degli affari generali e del personale ha comunicato che le apparecchiature adot
tate da questo Ministero (definite «a controllo di prossimità» tipo XS/Pres) danno luogo ad emissioni elettromagnetiche di debole intensità e risultano essere state già acquisite da altre strutture pubbliche e private senza dar luogo a questioni con i singoli lavoratori o con le organizzazioni sindacali; inoltre, sono già da tempo operanti presso gli uffici centrali del Dipartimento del territorio.
Comunque, per verificare il rispetto dei limiti di potenza di tali impianti, è stato richiesto alla ÌSL RM-A di sottoporre a misurazione le apparecchiature di cui trattasi, al fine di acquisire una perizia tecnica sulla non nocività delle stesse. L'organo sanitario (presidio multizonale specializzato nella materia), eseguito il controllo, ha attestato che i valori massimi rilevati di campo magnetico, potenza, campo elettrico sono inferiori alle indicazioni CEI-CENE-LEC (organismi ufficialmente riconosciuti deputati, in sede comunitaria, ad emanare le norme nel settore).
Pertanto, non appaiono fondate le notizie secondo le quali i valori rilevati sarebbero sensibilmente superiori a quelli stabiliti dal decreto ministeriale 10 settembre 1998, tu 381. Infatti tale provvedimento ha fissato i valori limite di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici tenendo conto delle disposizioni contenute nelle norme stabilite al riguardo dal CEI e dal CENELEC, per cui, se la ASL, in sede di controllo del sistema di rilevazione delle presenze adottate dal Ministero delle Finanze, ha riconosciuto che le relative emissioni sono conformi ai limiti comunitari, le stesse non possono risultare superiori ai limiti stabiliti dalla normativa interna che si è uniformata alla normativa comunitaria.
Quanto al fatto che gli accessi in discorso siano obbligatori, oltre che per i dipendenti, anche per la generalità dei visitatori esterni, senza che siano previste deroghe per talune categorie quali i portatori di pace-maker e donne in stato di maternità, la predetta Direzione generale ha precisato che, una volta acclarato che il sistema prescelto determina campi elettromagnetici ampiamente inferiori ai limiti indicati nella prima riga della tabella 1, an-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
nessa all'articolo 3 del citato decreto ministeriale tu 381 del 1998, l'Amministrazione non ha ritenuto possibile accordare, previamente e in via generale, deroghe, in quanto queste ultime possono riguardare soltanto casi dei quali sia comprovata l'assoluta eccezionalità, attraverso un controllo sanitario ed il relativo certificato prodotto dagli interessati.
La medesima Direzione generale ha, altresì, riferito che la possibilità, evidenziata nell'interrogazione, di utilizzare sistemi di rilevazione alternativi (utilizzo di apparati di tipo meccanico « a strisciamento ») era stata presa in considerazione dall'Amministrazione ma si è dimostrata poco praticabile in ragione dei tempi occorrenti Infatti, tenendo conto che l'impiego di tali strumentazioni comporterebbe un passaggio ogni 20/30 secondi nelle ore di punta, nonostante la flessibilità dell'orario, si determinerebbero file di 10/12 minuti che, in entrata, ricadrebbero a carico dei dipendenti in aggiunta all'orario giornaliero.
Pertanto, una volta appurata la non pericolosità delle apparecchiature, il Ministero si è avvalso di un sistema di rilevazione automatizzata assai poco dispendioso in termini di tempo.
Peraltro il Pretore del lavoro, adito da alcune sigle sindacali con procedimento ex articolo 70 del codice di procedura civile, nell'incaricare l'ISPEL di effettuare i dovuti accertamenti tecnici, non ha accolto la richiesta di immediata disattivazione dei tornelli, non ravvisando nell'attuale situazione un pregiudizio imminente e irreparabile.
Alla luce di quanto rappresentato, non è stata ritenuta necessaria la dismissione del sistema di che trattasi e, quindi, non è stato predisposto alcun piano in tal senso.
Il Ministro delle finanze: Vincenzo Visco.
APREA. — Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e al Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
al fine di consentire agli enti pubblici di realizzare un risparmio evitando l'effet
tuazione di concorsi pubblici, l'articolo 22, comma 8, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, (legge finanziaria per il 1995), confermato dalla legge finanziaria per il 1996, dispone che «per il triennio 1995-1997 le amministrazioni indicate nel comma 6 possono assumere personale di ruolo e a tempo indeterminato, esclusivamente in applicazione delle disposizioni del presente articolo, anche utilizzando gli idonei delle graduatorie, aprovate dall'organo competente a decorrere dal 1° gennaio 1992, la cui validità è prorogata al 31 dicembre 1997 »;
l'articolo 1, comma 4, della legge n. 549 del 1995 (legge finanziaria 1996) ha prorogato l'applicazione del succitato comma 8 al 31 dicembre 1998;
l'istituto nazionale della previdenza sociale, in data 21 aprile 1994, ha approvato la graduatoria del concorso a dirigente, indetto il 21 maggio 1992, che prevede settanta vincitori (già nominati) e settantotto idonei, tutti funzionari laureati che ricoprono nell'ente incarichi di responsabilità;
al 31 dicembre 1996 lo stesso Inps lamenta una carenza nell'organico dirigenziale di duecentoquaranta unità che, ai sensi del disposto del decreto legislativo n. 29 del 1993, vanno reintegrate per un terzo con corso-concorso, per un terzo con scrutinio per titoli e colloquio e per un terzo con concorso pubblico o, in alternativa, con l'applicazione dell'articolo 22 invocato, che prevede la nomina di idonei in concorsi pubblici;
sono ben note le gravissime carenze negli organici dell'Inps, carenze che le organizzazioni sindacali interne giudicano ormai insostenibili, essendo l'organico complessivo passato, dai 1991 ad oggi, da 43.000 a 34.500 unità;
il direttore generale dell'Inps, Fabio Trizzino, di fronte ad alcuni dubbi sollevati dal collegio dei sindaci, ha chiesto al dipartimento per la funzione pubblica un parere sull'applicabilità del citato articolo 22, sostenendo, in modo molto argomen-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
tato, sia la legittimità che l'interesse finanziario e funzionale dell'istituto ad applicarlo;
il ministero per la funzione pubblica e gli affari regionali con un parere a firma del dottor Ubaldo Poti, si è espresso negativamente. Dal parere, in cui non è neanche citato l'articolo 22 di cui si chiedeva l'applicazione, si deduce interpretativamente l'inapplicabilità della norma stessa sulla base di un fantomatico « sistema ciclico » presuntivamente introdotto dal decreto legislativo n. 29 del 1993 e dell'applicazione della legge n. 301 del 1984,che nel parere stesso si riconosce soppressa. Per un parere giuridico espresso dal dipartimento per la funzione pubblica, in materia di pubblico impiego, c'è di che essere preoccupati;
in conseguenza di tale parere, l'Inps si accinge ad indire un concorso pubblico andando incontro ad una spesa elevatissima e ad una assunzione dei nuovi dirigenti non prima dei due anni;
il parere espresso dal dipartimento per la funzione pubblica e gli affari regionali, oltre che giuridicamente infondato, contraddice la ratio dell'invocato articolo 22 e del successivo articolo 1 della legge finanziaria per il 1996 che mirano al contenimento della spesa pubblica, obiettivo prioritario del Governo - :
quale sia il parere del Governo su quanto espresso in premessa e quali iniziative intenda adottare per garantire una maggiore ponderatezza nella valutazione dei quesiti posti all'attenzione degli organi ministeriali e per tutelare gli interessi finanziari e funzionali dell'Inps relativamente alla vicenda denunciata. (4-08409)
RISPOSTA. — Si risponde per delega del Presidente del Consiglio dei Ministri
L'interrogante chiede di conoscere se l'Istituto nazionale per la previdenza sociale possa nominare dirigenti i candidati risultati idonei ad un concorso indetto nell'anno 1992, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 22 della legge tu 724/94.
Al riguardo si rappresenta che il Dipartimento della funzione pubblica, in data 7 febbraio 1997, ha fornito all'INPS una risposta negativa alla richiesta dello stesso Istituto intesa a conoscere se sia possibile applicare per la copertura dei posti dirigenziali dell'Ente la disciplina in materia di scorrimento di graduatoria concorsuale prevista dall'articolo 22, comma 8, della legge n. 724/1994.
Si precisa che detta disposizione prevede in generale la possibilità di coprire i posti vacanti mediante l'utilizzazione di una graduatoria di concorso ancora valida. Si tratta di un sistema che opera tuttavia soltanto per le assunzioni di personale delle qualifiche funzionali disciplinate dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 487/1994, e non anche per le assunzioni di particolari categorie di personale, come ad esempio la dirigenza ed il personale di magistratura, per le quali trova applicazione una disciplina di accesso del tutto particolare.
Quanto al personale dirigenziale è il caso infatti di precisare che in materia di accesso a detta qualifica sia la legge 301/1984 sia la successiva disciplina abrogativa e introdotta dall'articolo 28 del decreto legislativo 291 1993 — e successive modificazione ed integrazioni - e dal regolamento attuativo di cui al D.P.C.M. 21 aprile 1994, n. 439, hanno previsto la contestuale attivazione di distinte procedure concorsuali da parte delle amministrazioni pubbliche per la copertura dei posti resisi disponibili entro il 31 dicembre di ciascun anno.
Si tratta di posti che — come impone la stessa disciplina normativa -devono pertanto essere annualmente coperti con i vari sistemi di accesso previsti secondo il seguente rapporto percentuale:
a) in base all'abrogata legge 301/84 45 per cento dei posti con il corso-concorso di formazione dirigenziale; altro 45 per cento con il concorso speciale per esami e il restante 10 per cento con il concorso pubblico;
b) in base alla vigente normativa, il 30 per cento mediante il sistema del nuovo corso-concorso, un 35 per cento mediante
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
concorso per esami e il restante 35 per cento mediante concorso per titoli integrato da colloquio.
A quanto sopra deve poi aggiungersi che sia i concorsi previsti dalla legge 301184 che quelli disciplinati dalla normativa attualmente in vigore devono prevedere come data di decorrenza delle nomine dirigenziali dei rispettivi vincitori il 1° gennaio dell'anno successivo a quello in cui si sono resi vacanti i posti da coprire.
Da queste brevi considerazioni si può quindi ben comprendere come non sia suscettibile di accoglimento la richiesta del-VINPS che nel dettaglio può essere formulata come segue: « Si chiede conoscere se l'INPS dopo aver messo a disposizione del corso-concorso il 30 per cento dei posti dirigenziali disponibili al 31 dicembre 1996 e avere anche già coperto il 35 per cento dei posti in esito al concorso per titoli integrato da colloquio, possa poi coprire il restante 35 per cento dei posti, sempre disponibili al 31 dicembre 1996, utilizzando la graduatoria degli idonei di un concorso pubblico indetto nell'anno 1992 sulla base della ormai abrogata legge 301/84».
Si fa rilevare che, anche a prescindere dal profilo giuridico, una risposta affermativa alla richiesta dell'INPS avrebbe comportato, per effetto della decorrenza della nomina al 1° gennaio 1992, un onere finanziario, — conseguente ai due aumenti periodici, pari ciascuno al 6 per cento dello stipendio tabellare, spettanti ai dirigenti così nominati, — di gran lunga superiore alla normale spesa derivante dall'indizione del relativo concorso, senza contare poi che l'utilizzazione di graduatorie pregresse provocherebbero legittime reazioni da parte di quei dipendenti che, avendo maturato i requisiti previsti per l'accesso alla dirigenza al 31 dicembre di ciascun anno successivo al 1992, si vedrebbero lesi nelle loro aspettative.
Non è superfluo comunque evidenziare che, successivamente all'entrata in vigore della legge 301/84, più volte richiamata, numerose iniziative parlamentari, volte a prevedere la possibilità della nomina degli idonei di concorsi dirigenziali, sono state sempre in passato respinte dal Parlamento.
Si fa, infine, rilevare che lo stesso collegio sindacale dell'INPS ha mosso rilievi alle iniziative dell'istituto.
Il Ministro per la funzione pubblica: Angelo Piazza.
ARMOSINO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere -premesso che:
in provincia di Asti circa 400 pensionati con invalidità totale sono in attesa del pagamento dell'indennità di accompagnamento (6.000 a Torino), mentre altre 250 pratiche di ratei maturati e non riscossi sono tuttora giacenti in attesa di pagamento agli eredi;
l'articolo 130 del decreto legislativo n. 112 del marzo 1998 ha stabilito il trasferimento dei pagamenti dell'assegno di accompagnamento dalle prefetture al-l'Inps, che non ha ancora ricevuto le disposizioni necessarie;
in conseguenza di tale provvedimento il cittadino adesso deve rivolgersi a tre organismi differenti: fare domanda all'Asl, portare i documenti in Prefettura ed aspettare dallTnps il pagamento dell'indennità - :
quali provvedimenti intenda adottare per sanare immediatamente una situazione che era già alquanto caotica e caratterizzata da notevoli ritardi nei pagamenti e che con l'entrata in vigore del suddetto decreto legislativo, è andata ulteriormente ad aggravarsi. (4-22571)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione presentata si comunica che il primo comma dell'articolo 130 del D.Lgs. 31 marzo 1998, tu 112, ha disposto il trasferimento della funzione erogatoria in materia di invalidità civile dal Ministero dell'interno all'I.N.P.S. a decorrere dal 120° giorno dalla data di entrata in vigore (3 settembre 1998).
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Le funzioni di concessione continuano a rimanere di competenza del Ministero dell'interno e per esso delle Prefetture, fino a quando non sarà operativo il trasferimento di tali funzioni alle Regioni in virtù del comma 2 del citato articolo 130.
La disposta separazione delle competenze, ha impegnato i due Enti interessati -Ministero dell'Interno ed INPS - a porre in essere, nei tempi ristretti stabiliti dalla legge, tutti gli adempimenti connessi con la pratica attuazione della nuova disciplina con l'intento di non creare soluzione di continuità nell'erogazione delle prestazioni in questióne.
L'INPS ha provveduto quindi ad aggiornare i propri archivi, acquisendo i dati relativi a tutte le prestazioni vigenti alla data del 3 settembre 1998, ponendole in pagamento a decorrere dalla mensilità di novembre 1998. Inoltre, è stato effettuato l'abbinamento delle predette prestazioni con le altre pensioni erogate dall'INPS allo stesso soggetto, si è data attuazione al pagamento mensile delle stesse, è stata inviata agli interessati un'apposita comunicazione contenente le informazioni circa le nuova modalità di pagamento ed è stato attivato un numero verde a carattere nazionale allo scopo di fornire agli stessi ogni ulteriore informazione e chiarimento.
Di conseguenza, attualmente, vengono regolarmente corrisposte le prestazioni a favore di coloro che ne erano già titolari prima dell'emanazione della nuova legge.
I ritardi lamentati, secondo quanto comunicato dall'INPS, si riferiscono sia alle numerose pratiche per le quali le Prefetture, tuttora competenti per la funzione concessola, non hanno ancora completato l'iter amministrativo, ovvero a pagamenti di prestazioni in favore degli eredi o alla corresponsione di interessi su ritardati pagamenti, che l'INPS è in grado di soddisfare solo nel momento in cui le Prefetture stesse procedono all'acquisizione dei dati necessari per la liquidazione.
L'Istituto ha fatto presente, inoltre, che sono state predisposte e messe a disposizione delle Prefetture fin dal mese di dicembre 1998, le apposite procedure informatiche per consentire la liquidazione sia delle pre
stazioni « correnti », sia dei ratei arretrati in favore degli stessi beneficiari o degli eredi, in caso di decesso del titolare prima della corresponsione di quanto dovuto.
Si comunica, infine, che a marzo c.a. risultavano liquidate e poste in pagamento circa 30.000 nuove liquidazioni; circa 24.000 erano in corso di liquidazione unitamente a circa 24.000 pratiche riguardanti il pagamento di ratei pregressi.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
BECCHETTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere -premesso che:
è noto come, nel nostro Paese, il numero dei laureati in medicina sia di gran lunga superiore ai posti di lavoro disponi -bili;
è impensabile che enti pubblici di rilievo nazionale possano approfittare di una tale situazione del mercato del lavoro per instaurare rapporti che non solo mortificano la categoria ma sono addirittura al limite del vero e proprio lavoro nero;
l'Istituto nazionale per la previdenza sociale, Inps; utilizza un cospicuo numero di medici per i controlli fiscali, circa 5 mila, imponendo, grazie al notevole numero di laureati disoccupati, contratti particolarmente vessatori;
i medici fiscali, se vogliono lavorare sono tenuti a prestare la loro attività in esclusiva per l'Inps e qualsiasi altro tipo di retribuzione comporta la decadenza dall'incarico. Incarico del tutto aleatorio e che prevede una reperibilità continua di sette giorni su sette e un massimo di trenta giorni di riposi, comprese festività e malattie. La retribuzione prevista è di 28 mila lire lorde per prestazioni che sono tenuti ad assolvere a domicilio del paziente;
la situazione è tanto più assurda se si tiene presente che si tratta di un ente sotto il diretto controllo del ministero del lavoro,
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di quel ministero cioè, che dovrebbe provvedere alla tutela dei lavoratori - :
come intenda intervenire sulPInps per regolarizzare una situazione del tutto anomala e per tutelare una categoria di professionisti ingiustamente e ostentatamente costretti a subire condizioni di lavoro impensabili per qualsiasi altra categoria di professionisti laureati. (4-22612)
RISPOSTA. — In relazione ai quesiti posti nelVatto parlamentare presentato, si fornisce un breve cenno sulla normativa in essere.
I datori di lavoro pubblici e privati, con riferimento da un lato al dovere del lavoratore di prestare la propria attività lavorativa e, dall'altro, all'onere degli istituti previdenziali di corrispondere il trattamento economico di malattia, ai sensi dell'articolo 1, del decreto legge 30 dicembre 1979, ru 663, convertito nella legge 29 febbraio 1980, n. 33, hanno facoltà di accertare la veridicità dei «gravi motivi» addotti dal lavoratore a giustificazione delle assenze dal servizio dovute a indisposizione di breve durata.
Con la riforma del Servizio sanitario nazionale (legge 23 dicembre 1978, n. 833) gli accertamenti sanitari di controllo, che per i lavoratori privati erano, in precedenza, demandati in esclusiva ai servizi ispettivi dei competenti istituti previdenziali (articolo 5, comma 2, della legge 20 maggio 1970, ru 300) e, per i dipendenti pubblici, invece, erano affidati ai medici di fiducia dell'amministrazione (articolo 32 del Decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1957, tu 686), venivano delegati alle unità sanitarie locali nell'ambito delle loro competenze medico-legali (articolo 14, secondo capoverso, lettera q, con le eccezioni previste dall'articolo 6, lettera z, della legge citata 833/78).
Considerato, peraltro, che tale sistema non dava sufficiente garanzia per contrastare in modo efficace il dilagante fenomeno del cosiddetto « assenteismo » e contenere gli oneri connessi alle prestazioni economiche di malattia a carico dell'Istituto Nazionale
di Previdenza Sociale, il legislatore determinava di affiancare a quelli di competenza delle Aziende sanitarie locali, analoghi controlli svolti direttamente dal citato Istituto, ispirati al presupposto della creazione di un servizio idoneo ad assicurare, entro lo stesso giorno dalla richiesta del datore di lavoro, anche se domenicale o festivo, in fasce orarie di reperibilità, il controllo sullo stato di salute dei lavoratori dipendenti assenti per malattia.
Al fine di espletare tale compito, il Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro della Sanità, sentiti la Federazione nazionale degli ordini dei medici e il Consiglio di Amministrazione dell'I.N.P.S., ai sensi dell'articolo 5, comma 12, della legge 11 novembre 1983, ru 638, di conversione del decreto legge 12 settembre 1983, ru 463, emanò il decreto 15 luglio 1986, in fase di prima attuazione di detta normativa, per ottenere la massima efficienza e tempestività di controllo nonché la piena disponibilità dei sanitari. Tale principio è stato riconfermato nell'ultimo decreto emanato in data 19 aprile 1996.
In merito alla natura dei rapporti di collaborazione fiduciaria, instauratasi tra l'I.N.P.S. ed i medici, nel quadro dei peculiari compiti affidati ai medici stessi, in relazione ai delicati aspetti medico legali connessi all'erogazione delle prestazioni economiche in favore dei lavoratori assenti per malattia, questa amministrazione ritiene che la stessa deriva da una libera scelta dei soggetti (FNOM e O e I.N.P.S.), che hanno stipulato la bozza di accordo su cui in seguito è stato formulato il testo ministeriale.
Peraltro tali specifici rapporti hanno avuto come conseguenza la mancata concessione di alcune forme di tutela previdenziale, in quanto si è dovuto tener conto, nella emanazione del citato decreto, della netta contrarietà assunta dal Collegio dei sindaci dell'INPS, dal Ministero del Tesoro, dal Ministro della Sanità e recepita da questa Amministrazione, in ordine alla concessione ai medici stessi della contribuzione ENPAM, dell'assicurazione contro i rischi, della frequentazione di corsi professionali, ciò poiché non era possibile accollare all'Istituto medesimo oneri impropri facendo
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lievitare la spesa, per detto servizio di controllo, in misura rilevante. A questo si deve aggiungere la perplessità circa la natura del rapporto di lavoro esplicitamente previsto dalle parti (INPS e FNOM e O) quale libero professionale.
Si fa presente, infine, che questa Amministrazione ha ritenuto opportuno interessare VINPS affinché, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, del decreto citato, l'Ente medesimo e la FNOM e O si incontrino per verificare l'efficacia della disciplina al fine di migliorare, eventualmente, la gestione del servizio nell'ambito della normativa vigente. Al riguardo si precisa che le eventuali proposte per il rinnovo della disciplina devono avvenire, ai sensi del 1° comma, del medesimo articolo, soltanto con cadenza quadriennale e cioè alla scadenza del decreto in argomento (aprile 2000).
L'istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha rappresentato che, attualmente, i medici iscritti sono 1800 sui 2000 previsti, che gli stessi possono continuare ad esercitare la libera professione, in quanto, tra le incompatibilità espressamente previste dal decreto, nell'ambito del concetto di collaborazione coordinata e continuativa, presso qualsiasi datore di lavoro pubblico o privato, (articolo 6 del decreto ministeriale), non rientra l'attività di medico in regime di libera professione. I medici di controllo, inoltre, pur dovendo garantire la loro disponibilità ad eseguire visite di controllo in tutte le fasce di reperibilità (dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle ore 19), previste dalle norme in vigore (articolo 6, lett. e) in linea di massima non prestano la loro attività la domenica. Agli stessi sono riconosciuti 30 giorni di riposo, tra i quali non è compresa la malattia e, al medico che si ammala viene conservato per 12 mesi l'incarico. I compensi dovuti ai medici di controllo sono quelli previsti dall'articolo 13 del decreto.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
BERGAMO. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
il signor Franz Laino, nato a Sant'Agata di Esaro (Cosenza) il 26 giugno 1948, a seguito della sentenza di condanna a due anni di reclusione per rapina aggravata, emessa dal tribunale di Monza (Milano), in data 23 settembre 1997 - n. 307/ 1997 R.G. e n. 223/1997 R.G.N.R., confermata, in appello in data 26 febbraio 1998, dalla 3° sezione penale della Corte di appello di Milano - Procedimento n. 4723/ 1997 - R.G. Appelli, si trova agli arresti domiciliari nel comune di Belvedere M.mo (Cosenza);
il procedimento penale ha avuto inizio il 2 febbraio 1997, in Carate Brianza (Milano), allorquando Franz Laino era tratto in arresto per rapina aggravata (compiuta con una pistola risultata in seguito arma giocattolo, in danno di una prostituta di colore);
il Gip presso il tribunale di Monza, dottoressa Franca Anelli, con provvedimento del 4 febbraio 1997, n. 176/1997, concedeva al Laino il beneficio della sostituzione della custodia cautelare in carcere con l'obbligo di dimora nel comune di Belvedere M.mo (Cosenza) in applicazione dell'articolo 271 e ss. del codice di procedura penale;
nel motivare l'adozione del provvedimento, lo stesso Gip evidenziava, in termini di certezza, che la commissione del reato era « riconducibile ad evidenti, anomalie comportamentali » asserendo, altresì, che « il pericolo di commissione nel futuro di reati della stessa indole e soprattutto di condotte al limite tra il disadattamento sociale ed il penalmente rilevante può dedursi dalle condizioni personali dell'indagato »;
i precedenti del Laino, per come evidenziati dal Gip nel provvedimento n. 176/ 1997, erano da riferirsi alle querele prodotte dalla moglie del Laino, frutto di dissapori familiari, sfociati nella separazione, più che « a serio indizio di pericolosità sociale », mentre i precedenti penali
Atti Parlamentari - XV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
erano riferiti ad « un solo precedente pecuniario per assegni a vuoto: reato di modesta entità e comunque non valutabile come possibile fondamento di recidiva per rapina »;
sulla base degli evidenti disturbi comportamentali, dovuti a scompenso di tipo psicotico, associati a disturbi di natura organica, legati al diabete mellito scompensato ed a triplo by-pass aorto-corona-rioco, il Laino nel disperato ed ossessivo intento di ricucire ciò che restava del proprio tessuto familiare, non ottemperava all'ordine del Gip di recarsi nel comune di Belvedere M.mo, rimanendo nel comune di residenza (Seregno). A seguito di ciò, il giudice revocava (12 febbraio 1997) il benefìcio dell'ex articolo 274 del codice di procedura penale, sostituendolo con quello della custodia cautelare in carcere presso la Casa Circondariale di Monza;
da quest'Istituto di pena il detenuto è trasferito all'O.P.G. di Reggio Emilia, da dove, successivamente, a seguito di ordinanza emessa dal Tribunale di Monza in data 8 agosto 1997, n. 307/1997, era trasferito nel reparto di psichiatria dell'ospedale civile di Monza, da cui, in data 28 agosto 1997, è condotto nuovamente alla Casa circondariale presso l'infermeria, in attesa del processo di primo grado;
il processo è celebrato il 23 settembre 1997, e termina con la condanna a due anni di reclusione;
c'è da rilevare però, che dall'esame incidentale dei motivi addotti a supporto della sentenza di primo grado, appare emergere un evidente contrasto tra quanto, a suo tempo, asserito dal Gip presso il tribunale di Monza, circa Pascrivibilità del reato ad evidenti anomalie comportamentali dell'imputato, emesse in sede di interrogatorio, e la dichiarata, da parte del tribunale di Monza, capacità dell'imputato al momento della rapina;
tale dichiarazione, in sede dibattimentale, si rivelava, poco dopo, del tutto aleatoria, in quanto, per essere trasferito a Belvedere M.mo (Cosenza), è stato neces
sario il trasposto tramite aereo, per il tratto Milano-Lamezia, in ragione delle precarie condizioni di salute;
la sentenza di primo grado consentiva al Laino sia l'effettuazione delle visite specialistiche ospedaliere sia l'accesso del medico a domicilio, in ragione delle varie patologie di cui affetto;
il responsabile del centro di salute mentale dell'Asl n. 1 di Paola (Cosenza), a seguito della visita specialistica eseguita in data 10 ottobre 1997, formulava la seguente diagnosi « impregnazione da neuroelettrici attualmente in fase di risoluzione; in anamnesi disturbi del comportamento con fenomeni produttivi »;
nella diagnosi, relativamente dove si accertavano, anamnesticamente, i disturbi del comportamento, si avvalorava implicitamente la tesi espressa, dal giudice del tribunale di Monza all'epoca della rapina, circa le evidenti anomalie comportamentali del Laino;
quanto alla capacità dell'imputato di stare in giudizio, al momento della celebrazione del processo di 1° grado, l'impregnazione da farmaci neuroelettici, all'epoca del procedimento dibattimentale sicuramente più marcata, per il numero e la quantità delle manifestazioni sintoma-tologiche va in direzione della perdita dell'autonomia personale; d'altra parte, il riferimento, nelle motivazioni della sentenza emessa dal tribunale di Monza, in data 23 settembre 1997, alla «patologia psichiatrica » configurava, implicitamente, la tesi del disturbo comportamentale;
il voler individuare, così come ha fatto il perito del tribunale di Monza, una precisa e netta demarcazione tra capacità di intendere dell'imputato, all'epoca della commissione del reato, e lo scompenso psicotico grave, accertato in sede peritale successivamente al reato, è opera ben ardua, attesa la non classificazione della psichiatria (e della medicina in generale) nel novero delle scienza esatte;
il tribunale, nell'irrogare all'imputato la pena di due anni di reclusione, concede
Atti Parlamentari - XVI - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
allo stesso i benefici dell'ex articolo 62 bis del codice penale, in considerazione dello stato di sostanziale incensuratezza dell'imputato;
la Corte d'appello di Milano - 3° sezione penale - nel confermare, con sentenza del 26 febbraio 1998, depositata il 7 marzo 1998, l'impugnava sentenza di primo grado, fa espresso riferimento, « ai precedenti penali e giudiziari dell'imputato », negando, in atti, quando accertato dal tribunale di Monza;
il legale del Laino con istanza del 10 marzo 1998, richiedeva alla Corte di appello di Milano - 3° sezione penale, la revoca della misura cautelare, in altre parole, in subordine, la sostituzione con una misura coercitiva meno afflittiva, atteso che « avendo il Laino superato la fase più grave del suo scompenso psicotico non è probabile aspettarsi da lui ulteriori impulsi illeciti » (perizia dell'esperto nominato dal tribunale ed esibita in sede di celebrazione del processo di I o grado);
il tribunale di Monza, però, di tale affermazione non teneva contro, asserendo, per contro, che non esisteva « una prognosi favorevole in ordine all'estensione del Laino dal commettere nuovi reati»;
a corredo della istanza del 10 marzo 1998, veniva allegato un certificato medico, rilasciato in data 4 marzo 1998, dal centro di salute mentale dell'Asl n. 1 di Paola (Cosenza), accertante, in modo inequivocabile, che il paziente, affetto in anamnesi da disturbi del comportamento con fenomeni produttivi, attualmente si presentava orientato nel tempo e nello spazio, senza disturbi del pensiero e del giudizio, senza fenomeni produttivi, senza disturbi dell'umore;
la Corte d'appello di Milano - 3° sezione penale, con ordinanza del 19 marzo 1998, ha purtroppo rigettato l'istanza del 10 marzo 1998, adducendo tra i motivi del rigetto « la personalità dell'imputato » non tenendo in giusta considerazione quanto affermato nella certificazione medica allegata all'istanza, circa lo stato di
totale compenso della patologia psichiatrica dell'imputato;
con successiva istanza, l'avvocato difensore, richiedeva alla stessa Corte di appello la revoca della misura cautelare in atto, allegando, a supporto, certificazione medica specialistica, rilasciata in data 22 maggio 1998, dal responsabile del Servizio neurofisiopatologia del dipartimento di salute mentale di Salerno, attestante, l'assenza di disturbi del comportamento e del corso del pensiero nei suoi nessi logico-strutturali, con la previsione, che il permanere del paziente in stato di coercizione domiciliare « potrebbe comportare una regressione del recupero fin qui raggiunto »;
ma, la stessa Corte di appello, con ordinanza del 1° giugno 1998, rigettava nuovamente l'istanza, adducendo, a motivazione del rigetto, che « la gravità dei fatti ed i precedenti penali e giudiziari dell'imputato fanno ritenere che lo stesso, una volta posto in libertà, potrà commettere reati della stessa specie»;
tale motivazione porta a concludere che i giudici della 3° sezione penale della Corte di appello di Milano, ritenendo assolutamente ininfluente, tanto da non essere menzionato, lo stato di compensazione totale della patologia psichiatrica dell'imputato, hanno confezionato, per il Laino, una veste delinquenziale, un'illimitata capacità di delinquere oltre i limiti temporali della pena inflitta, tale da far ritenere incongrua la pena stessa;
più realisticamente, rimane incontrovertibile come, sia il giudice di 1° grado che quello di 2°, non hanno tenuto in debita considerazione la circostanza della commissione del reato, legata, per quanto suesposto, a seri ed accertati disturbi di tipo comportamentale atti perfettamente compensati e tali da fare escludere il pericolo della reiterazione dello stesso reato o di reati similari — :
se il Ministro interrogato non ritenga di dover verificare attraverso apposita ispezione il rispetto della normativa prò-
Atti Parlamentari - XVII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
cessuale da parte dei giudici preposti ai diversi gradi di giudizio. (4-19395)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione indicata, si comunica che sono state interessate le competenti articolazioni ministeriali, le quali hanno fatto presente che nella vicenda in questione non emergono profili di rilevanza disciplinare a carico di magistrati.
Le censure contenute nell'interrogazione parlamentare, infatti, appaiono strettamente attinenti al merito di provvedimenti giurisdizionali — i quali sembrano peraltro esau-stivamente e congruamente motivati - nei cui confronti è possibile attivare gli ordinari rimedi giurisdizionali previsti dal sistema, non venendo in rilievo quei vizi sintomatici che ne consentirebbero la valutazione in sede disciplinare.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
BORGHEZIO. - Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
in data 3 novembre 1998, un socio azionista del « Credito italiano » indirizzava al direttore responsabile del bollettino Gesticredit notizie, nonché al Credito italiano ed alla Consob, una lettera dal seguente letterale tenore: « Egregio direttore Giorgio Inzaghi, ho ricevuto Gesticredit notizie luglio 1998. Sono andato a rivedere i semestri precedenti per una rilettura critica delle notizie. Il grafico tridimensionale « colpo d'occhio », segmentato, dà un'idea di rigidità e non è comparabile con quello del semestre precedente quando cambiate la scala dei valori.
Per il far east la scala dei valori è stata cambiata: da 7.000 a 12.000 nel secondo semestre 1997; da 5.000 a 12.000 per il primo semestre 1998. È evidente che la scala deve essere mantenuta per un periodo più lungo possibile.
Il grafico deve occupare più spazio, propongo quello dedicato ai titolo Fondo azionario specializzato pacifico e Gesticredit Far East, le cui dimensioni mi sem
brano eccessive. Potrebbe far scrivere i due titoli su una sola riga a fianco di Gesticredit Notizie, a pie pagina. I fondi sembrano delle locandine pubblicitarie, anziché delle pagine finanziarie. Una linea curva, in luogo dell'attuale segmentata, renderebbe meglio l'idea della dinamicità dei valori di borsa. Il grafico del far east inoltre non è esatto. Confronti la linea segmentata con i valori degli ultimi tre mesi: 29 aprile 1998 lire 7.686 (non ho trovato il valore del 30 aprile 1998); 29 maggio 1998 lire 7.233; 30 giugno 1998 lire 7.095. Una linea diritta nel grafico, indicativa della tendenza del mercato, completerebbe quanto già suggeriscono, ma non dicono con chiarezza, i termometri delle performances. Non ho presente, e forse non sono il solo, a non sapere come abbia ottenuto gli indici. È opportuno che in una premessa ricordi ai lettori le formule matematiche. Sulla pagina di ciascun fondo in maniera sistematica leggo: avvertenza: non vi è garanzia di ottenimento di uguali rendimenti per il futuro. Faccia scrivere: non vi è garanzia di ottenere uguali rendimenti per il futuro.
Le suggerisco, perché di cattivo gusto, non far scrivere l'avvertenza quando il fondo va notoriamente male, ma vi sono i presupposti che andrà meglio nel prossimo futuro. Il governo giapponese al momento di andare in stampa, stava già studiando il piano di risanamento delle banche ? A pagina 3 avete scritto: chiuso con le informazioni disponibili al 20 luglio 1998. Sulla copertina indicate solo il mese ! Ciascuna scheda è comparabile ad un articolo e potrebbe essere firmata dall'analista responsabile. In calce al grafico Composizione in % del portafoglio ha fatto indicare i valori del patrimonio nei due ultimi semestri. Li faccia mettere nel grafico, inserendo un cerchio nell'altro. Offrirebbe un'idea immediata dei cambiamenti di rotta nella gestione del fondo.
Grato di un suo cenno attendo notizie. Torino 3 novembre 1998 - firmato Con-tarto Nicola Sergio;
i puntuali rilievi contenuti nella lettera, che non hanno avuto ad oggi altrettanto puntuale risposta, mettono in evi-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
denza - oltre alla poca correttezza del Credito italiano - la necessità che le autorità di controllo attuino una costante ed attenta vigilanza al fine di assicurare che ai risparmiatori piccoli azionisti venga fornita una informazione non distorsiva della realtà, specie quando le comunicazioni delle società quotate - ed a maggior ragione se, come nella fattispecie, si tratta di banche - più che veri e propri bollettini informativi, rappresentano un veicolo finalizzato esclusivamente a indirizzare e promuovere le scelte di investimento dei risparmiatori stessi verso fondi sponsorizzati dalla società stessa, come in particolare è accaduto nella grave anomalia rappresentata, dall'escamotage di contrabbandare un grafico, che dovrebbe rappresentare la realtà dei valori di borsa, come « colpo d'occhio », espressione del tutto inusitata nel lessico tecnico, mentre il risparmiatore piccolo azionista, destinatario della pubblicazione, è ovviamente indotto a ritenere che il tracciato dei valori corrisponda esattamente alla realtà di borsa, cosa che, nella fattispecie denunciata, risulta non corrispondente al vero - :
come intenda adoperarsi affinché la vigilanza sulla trasparenza nel settore dei fondi comuni d'investimento sia garantita in modo più efficace. (4-21021)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione presentata, con la quale si riferisce di un presunto comportamento poco trasparente tenuto dalla Gesticredit S.pA. in occasione dell'informativa resa ai soci investitori in ordine al rendimento di alcuni fondi gestiti. In particolare, viene chiesta una più efficace vigilanza in materia di trasparenza sul complessivo settore dei fondi comuni d'investimento.
Al riguardo, sentita la Banca d'Italia, si fa preliminarmente presente che il decreto-legge n. 58 del 1998 (T.U. delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria) ha attribuito le competenze in materia di vigilanza sulle Società di Gestione del Risparmio (SGR), le quali gestiscono i fondi comuni di investimento, alla Consob ed alla Banca
d'Italia, attribuendo alla prima i controlli sulla trasparenza e la correttezza dei comportamenti ed alla seconda quelli relativi al contenimento del rischio ed alla stabilità patrimoniale dei soggetti vigilati.
Con riferimento agli obblighi concernenti l'informativa utile ai sottoscrittori delle quote, si precisa che la Banca d'Italia stabilisce lo schema tipo della relazione semestrale e del rendiconto di gestione del fondo comune. Tali documenti sono a disposizione del pubblico ed il loro contenuto informativo è stabilito tenendo conto delle disposizioni della direttiva 851611ICEE.
In proposito, si fa presente che viene consentito alla società di gestione di ampliare il contenuto dei citati documenti contabili, con l'avvertenza che tale facoltà venga usata con discernimento, al fine di evitare che un eccessivo dettaglio determini una riduzione, anziché un accrescimento, della capacità informativa dei documenti in questione.
Per quanto concerne, in particolare, eventuali iniziative assunte dalla Consob riguardo al notiziario semestrale « Gesti-credit Notizie» di luglio 1998, sui cui contenuto vengono formulate nell'interrogazione notazioni critiche, la Consob ha comunicato che, dagli accertamenti effettuati, il citato notiziario, avente componenti di natura pubblicitaria, è stato diffuso dalla Gesticredit S.p.A senza preventiva trasmissione alla Consob stessa in violazione dell'articolo 1/18 quinquies della legge n. 216 del 1974.
A tale violazione si è, quindi, resa applicabile una sanzione amministrativa pecuniaria, in virtù del combinato disposto dagli artt. 214, comma 2, lett. b, e 191 del D.Lgs. n. 58 del 1998.
La questione è stata definita in data 29 aprile 1999, dopo le contestazioni di addebito formulate dalla Consob il 26 marzo 1999, con il pagamento della somma di lire 20 milioni, a titolo di oblazione, da parte della Gesticredit.
Si soggiunge, infine, che la citata società ha assicurato che per il futuro prowederà a sottoporre al preventivo esame della Con-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
sob i numeri della pubblicazione « Gesti-credit Notizie ».
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica: Roberto Pinza.
BURANI PROCACCINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere -premesso che:
la legge 5 gennaio 1994, n. 36, prevede, al suo articolo 5, comma 1, che «il risparmio della risorsa idrica è conseguito », tra l'altro, con « installazione di contatori in ogni singola unità abitativa, nonché di contatori differenziati per le attività produttive e del settore terziario esercitate nel contesto urbano » - :
quali iniziative il governo e i competenti Ministri abbiano assunto per ottenere l'adeguamento alle disposizioni di legge da parte delle aziende, specializzate o no, di erogazione dell'acqua potabile;
in particolare, se non ritenga opportuno, se del caso anche tramite adeguate incentivazioni fiscali agli interessati, favorire l'installazione in questione e comunque, disporre che le aziende predette provvedano a tale installazione quanto meno e da subito per i nuovi allacci oppure nel caso in cui la stessa venga richiesta dalla maggioranza dei proprietari o condomini.
(4-13037)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione presentata si comunica all'interrogante che, come noto la Legge n. 36/94 ha previsto una profonda innovazione del sistema di gestione delle risorse idriche.
Il principio del risparmio idrico, stabilito dall'articolo 5 della Legge, rappresenta uno degli assi portanti per il raggiungimento degli obiettivi contenuti dall'articolo 1 (in particolare il comma 3 dell'articolo 1).
In attuazione dell'articolo 4 della citata legge 36/94, con D.P.C.M. 4.3.1996, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 62 del 14 marzo 1996, sono stati definiti, tra l'altro, nell'allegato 8 al D.P.C.M., i livelli minimi
dei servizi che devono essere garantiti in ciascun ambito territoriale ottimale (articolo 4, comma 1, lettera g).
Al punto 8.2.8 dell'allegato citato, si individua, di regola, il contatore come strumento di misurazione dei volumi consegnati e si stabiliscono criteri di dettaglio circa le modalità di installazione e di rilevamento dei dati a tutela dell'utenza.
Tali criteri sono rivolti al gestore del servizio idrico integrato ed al punto 8.1 è previsto che le Regioni prevedano una tempistica di massima per il raggiungimento dei livelli minimi del servizio da inserire nella convenzione e relativo disciplinare che regola i rapporti tra gli Enti Locali ed i soggetti gestori del S.I.I. (articolo 11, Legge 36/94).
Compete, dunque, alle Regioni ed agli Enti Locali riuniti nell'ambito territoriale ottimale, adottare tutte le misure ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento dei servizi idrici agli standards indicati dalle norme di settore comprese anche eventuali misure di carattere finanziario da adottarsi, peraltro, nel rispetto delle più generali normative nazionali in materia fiscale.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Gianni Francesco Mattioli.
CAVERI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere - premesso che:
il 6 settembre 1996, l'allora Sottosegretario Fassino rispose per iscritto all'interrogazione 4-00019 riguardante il contenzioso in corso sui confini fra Italia e Francia lungo il massiccio del Monte Bianco;
nella sua risposta, assai articolata, il membro del Governo riferiva sullo stato delle divergenze, come emerse ufficialmente in seno alla commissione mista per la manutenzione del tracciato dei confini di Stato, con riferimento non solo alla vetta del Bianco, ma anche alla D f.me du Gouter e sui contatti avvenuti, in vista di una soluzione della questione, fra il 1988 e il giugno 1996;
Atti Parlamentari - XX - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
da notìzie assunte informalmente, risulterebbe come nel frattempo i problemi prospettati non siano ancora stati risolti e anzi vi siano state ulteriori rivendicazioni francesi su altre zone della linea confinaria sul Monte Bianco, quali il Col du Géant - :
come si siano sviluppate le vicende negli ultimi tre anni con riferimento alle differenti contestazioni, quale sia stato il lavoro della preposta commissione mista, quali accertamenti siano avvenuti dalle due parti e quali posizioni siano state assunte, se sia avvenuta la consultazione di cartografia per dirimere il contenzioso su base documentale, a che punto siano le trattative e quando prevedibilmente si possa addivenire ad una soluzione definitiva al decennio di civile confronto fra le parti, che riveste un certo interesse anche per la regione autonoma Valle d'Aosta per conoscere la definizione esatta della propria conformazione geografica e territoriale.
(4-23419)
RISPOSTA. — A seguito di quanto già affermato dall'Ori. Fassino il 6 settembre 1996, nella sua risposta all'interrogazione n. 4-00019, e sulla base dell'esame effettuato da parte francese delle posizioni giuridiche vantate dall'Italia, si è potuta appurare una diversità di impostazione tra Francia e Italia in merito alla estensione della validità del principio giuridico della applicazione generalizzata della linea dello spartiacque. Tale divergenza riguarda la zona del massiccio del Monte Bianco (comprendente la vetta del Monte Bianco e il Dome du Gouter, cui si è aggiunto — su richiesta francese — anche il Colle del Gigante).
A prescindere dalle posizioni giuridiche, si è ritenuto opportuno, su suggerimento francese, verificare la effettiva realtà cartografica sulla base della Convenzione di delimitazione tra il Regno di Sardegna e l'Impero francese del 1861, viste le carenze documentali lamentate dalla parte francese. Da parte italiana, si è pertanto proceduto a consegnare alla controparte, durante una nunione ad hoc, la copia autentica dell'ori
ginale cartografico annesso all'esemplare italiano della Convenzione del 1861. La Francia, da parte sua, ha fatto pervenire la copia del documento fotografico in suo possesso.
Sulla base di tale scambio documentale, ogni Paese intende ora procedere individualmente ad un lavoro tecnico di adattamento della propria cartografia ufficiale al tracciato effettivamente risultante dall'originale cartografico annesso alla Convenzione del 1861. Una volta concluso, tale lavoro verrà presentato alle autorità competenti dei due Paesi, che dovranno confrontarne insieme i risultati, al fine di tentare di risolvere la questione per tale via.
Il Governo italiano segue la questione con costante attenzione e, da parte italiana, vi è il proposito di procedere rapidamente al lavoro di adeguamento tecnico cartografico, in modo da sollecitare la controparte — anche nel corso del lavori della annuale « Commissione Mista per la manutenzione del tracciato dei confini di Stato » - all'atteso confronto dei rispettivi risultati.
È evidente che l'obiettivo rimane quello di trovare congiuntamente, in uno spirito di amicizia e collaborazione, una concreta determinazione del tracciato del confine italo francese. È peraltro solo sulla base di un tale spirito di collaborazione bilaterale che si potrà porre fine ad una difformità cartografica che risale al secolo scorso È in tale contesto tecnico giuridico che va appunto mantenuto il « civile confronto fra le parti ».
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Umberto Ranieri.
CENTO e PISCITELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere — premesso che:
la legge n. 421 del 1992 ha delegato il Governo ad emanare un decreto di riordino dell'amministrazione dei pubblici dipendenti entro il 31 dicembre 1993 (articolo 2, ultimo comma);
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
il Governo ha attuato la legge emanando il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 93, successivamente modificato e integrato con i decreti legislativi 10 novembre 1993, n. 470, e 23 dicembre 1993, n. 546, diretto tra l'altro, ad integrare gradualmente la disciplina del lavoro pubblico con quella del lavoro privato;
l'articolo 57 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni e integrazioni, prevedeva la possibilità per le amministrazioni di adibire il prestatore di lavoro a mansioni immediatamente superiori, con il diritto di trattamento economico corrispondente, stabilendo il termine ultimo del 30 giugno 1994 per l'applicazione della norma;
attraverso la successiva, pedissequa reiterazione di decreti-legge, la data del 30 giugno 1994 è stata prorogata fino all'emanazione della legge di conversione 11 luglio 1996, n. 365, del decreto-legge 10 maggio 1996, n. 254, che proroga definitivamente la data del 30 giugno 1994 al 31 dicembre 1996;
nonostante le ripetute dichiarazioni di incostituzionalità della Corte costituzionale circa il ricorso eccessivo alla decretazione d'urgenza da parte del Governo, con decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, il termine 30 giugno 1994 è stato ulteriormente prorogato al 31 dicembre 1997 - :
se non ritengano illegittima la modificazione del decreto legislativo n. 29 del 1993, e successive modificazioni e integrazioni, successivamente alla data del 30 giugno 1994, come previsto dalla legge n. 421 del 1992;
se non ritengano altresì incostituzionale il continuo ricorso alla legislazione di urgenza per prorogare indefinitivamente i termini di legge;
se non ritengano illegittimo, ingiusto e vessatorio l'impiego di migliaia di lavoratori del pubblico impiego nello svolgimento di mansioni superiori al livello di retribuzione;
se infine, sulla base delle predette considerazioni, non ritengano opportuno non reiterare ulteriormente l'articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 669 del 1996 e consentire che i lavoratori pubblici vengano retribuiti per le mansioni effettivamente svolte. (4-06577)
RISPOSTA. — Gli interroganti chiedono di conoscere se si intenda ancora fare ricorso all'affidamento di mansioni superiori ai dipendenti pubblici e se i medesimi possano essere retribuiti per le mansioni effettivamente svolte.
Al riguardo si rappresenta che la disciplina delle mansioni superiori affidate a dipendenti pubblici è stata rivista per effetto delle modifiche intervenute al decreto legislativo n. 29/93, relativo alla revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, sulla base di quanto disposto dalla legge delegata n. 59/97 - articolo 11, commi 4 e 6.
Infatti l'articolo 56 del decreto legislativo n. 29/93, così come modificato dal decreto legislativo n. 80/98, prevede l'attribuzione al lavoratore di mansioni superiori esclusivamente in due soli casi: a) vacanza di posti in organico, per non più di sei mesi, prorogabili sino a dodici qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti; b) sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con esclusione dell'assenza per. ferie per la durata dell'assenza.
Il conferimento di mansioni superiori al di fuori di queste due ipotesi è viziato da nullità ex lege - fermo restando il diritto del lavoratore alla differenza di trattamento economico —, nullità della quale risponde il dirigente che hà adottato il provvedimento.
Si considera svolgimento di mansioni superiori soltanto l'attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo quantitativo, qualitativo e temporale, dei compiti propri di dette mansioni. In tal caso per il periodo di effettiva prestazione il lavoratore ha diritto al trattamento previsto per la qualifica superiore.
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Si fa presente che i termini per la proroga delle mansioni superiori dell'articolo 12 del decreto legge n. 669/96; convertito nella legge 28 febbraio 1997, n. 30, richiamato dalVinterrogante, erano stati ulteriormente prorogati dall'articolo 39, comma 17, della legge n. 449/97, fino alla data di entrata in vigore dei provvedimenti di revisione degli ordinamenti professionali e comunque non oltre il 31 dicembre 1998.
Si comunica, altresì, che le disposizioni del decreto legislativo n. 80/98 sono già a regime per effetto dell'attuazione della nuova disciplina degli ordinamenti professionali prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti Ministeri — articolo 24 — e Enti pubblici — articolo 24 —, pubblicati sui supplementi ordinari alle Gazzette Ufficiali rispettivamente n. 41 del 25 febbraio 1999 e n. 54 del 13 marzo 1999.
Il Ministro per la funzione pubblica: Angelo Piazza.
CENTO. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
in data I o settembre 1998 l'interrogante si è recato in visita al nuovo complesso di Rebibbia, dove nell'ambito della visita ha incontrato il detenuto Ahmed Makram che, attraverso i suoi legali, ha denunciato di aver subito, il 25 agosto scorso, un pestaggio da parte delle guardie carcerarie e si trova in isolamento all'ottavo giorno di sciopero della fame;
durante la visita l'interrogante ha inoltre parlato con la direzione del carcere e con gli agenti di polizia penitenziaria, che forniscono una versione dei fatti completamente diversa da quella riferita dal detenuto e riportata anche dal quotidiano // Messaggero in cronaca di Roma - :
se non intenda avviare un'inchiesta ministeriale per accertare ogni eventuale violazione dei regolamenti penitenziari, verificare il referto medico redatto sulle condizioni di salute del detenuto, rendere possibile il suo trasferimento in altro carcere a causa del clima invivibile che si è creato nei confronti della sua persona e per ac
certare la veridicità di quanto denunciato dal detenuto e dai suoi legali. (4-19389)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione indicata, si comunica che è stato interessato il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che in relazione all'episodio verificatosi in data 25.8.1998 presso la C.C. N.C. Rebibbia di Roma ha riferito che il detenuto Makram Ahmed è stato denunciato in stato di arresto all'Autorità Giudiziaria per aggressione, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento ed altro.
Per questi motivi il detenuto è stato isolato precauzionalmente nel reparto G13 di Rebibbia N.C. in attesa di disposizioni da parte dell'Autorità Giudiziaria procedente ed in considerazione della gravità dei fatti e della pericolosità dello stesso desunta anche da precedenti episodi di intolleranza (aggressione all'ex Ministro Guardasigilli Flick; sopraffazioni e minacce al detenuto Gunay; aggressione nei confronti di un agente di Polizia penitenziaria e di un detenuto in data 2.8.1998).
A seguito di quanto precedentemente esposto, la Direzione dell'istituto ne chiese il trasferimento ad altra sede penitenziaria per motivi di incompatibilità e l'applicazione, nei suoi confronti, del regime di sorveglianza speciale di cui all'articolo 14-bis O.P.
Risulta inoltre che il detenuto in questione, il 27.8.1998 ha messo in atto una manifestazione di protesta mediante il rifiuto del cibo.
In data 3.10.1998 il Makram è stato trasferito presso la casa di reclusione di Carinola in ottemperanza al provvedimento del 29.9.1998 dell'Ufficio Centrale Detenuti e Trattamento del predetto Dipartimento.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha infine comunicato che sui fatti dedotti nell'interrogazione è iscritto presso quell'Ufficio il procedimento penale n. 15493/98R in danno del predetto detenuto, tuttora nella fase delle indagini preliminari.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
Atti Parlamentari - XXIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
CONTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro. — Per sapere - premesso che:
alle popolazioni delle zone terremotate del 1997, il Governo garantì il massimo impegno per una rapida ricostruzione, « in primis » salvaguardando i posti di lavoro e promettendo forme di risarcimento alle aziende della zona comunque colpite per aiutarle per una rapida ripresa economica;
nella zona terremotata (già « fascia A ») lavorano da secoli tre fabbriche di carta oggi ricomprese nelle « Cartiere Mi-liani » di proprietà del Poligrafico dello Stato (Castelraimondo, Pioraco, Fabriano) - :
se sia a conoscenza che la direzione aziendale ha presentato un « piano industriale » o « piano di ristrutturazione » che prevede il licenziamento di ben 430 dipendenti su 980 occupati e la probabile chiusura di una delle tre fabbriche (Castelraimondo);
se è vero che alcune multinazionali sarebbero interessate all'acquisizione del celebre marchio « Miliani » per poi produrre carta all'estero;
se non ritenga opportuno adoperarsi per l'annullamento del piano aziendale e per una sua ristesura insieme alle forze sindacali e agli enti locali delle Marche per evitare questa scelta vergognosa che tanto preoccupa le popolazioni del luogo.
(4-22608)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione presentata, concernente il piano di ristrutturazione della Società « Cartiere Miliani» partecipata dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Al riguardo, va innanzi tutto precisato che la citata Società ha chiuso l'esercizio 1997 e il primo semestre 1998 con una perdita complessiva di circa 310 miliardi.
A fronte ditale situazione l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in data 26
giugno 1998, si è accollato debiti bancari della Società Cartiere Miliani, per 226,7 miliardi e, nell'assemblea straordinaria del 4 agosto 1998, ha ripianato le perdite ricostituendo contestualmente il capitale sociale per 60 miliardi.
Tali interventi hanno seguito quello effettuato sulla base del decreto-legge 23 ottobre 1996 n. 548, convertito nella legge 20 dicembre 1996 n. 641 che assegnava alla Società in questione 60 miliardi per il sostegno dell'industria cartaria (Cellulosa Ca-labra S.p.A.), ubicata nel territorio di Crotone.
Le cause principali che hanno originato le pesanti perdite gestionali di Cartiere Miliani sono riconducibili, oltre che ai risultati di alcune società partecipate, in particolare della Cellulosa Calabro, alle insufficienze strutturali e operative riferibili alla frammentazione della attività (quattro stabilimenti, numerosi depositi, dispersione della rete di vendita) e al mix di prodotti (largo consumo e produzioni con caratteristiche di specializzazione) nonché alla scelta di investimenti rivelatisi non economici e non funzionali.
A tutto ciò va aggiunto il sovradimensionamene del fattore lavoro: in Italia il fatturato medio pro-capite del settore è di circa 550 milioni rispetto ai 350 milioni che si registrano nell'azienda in questione.
Su tale precaria situazione incide in modo rilevante l'andamento dello Stabilimento di Castel Raimondo, che opera nel segmento della carta autocopiante, settore in crisi in tutto il mondo occidentale; a tale unità produttiva fa riferimento una perdita pari a quasi la metà del fatturato (ammontante a circa 50 miliardi).
Per quanto riguarda il piano industriale, presentato alle organizzazioni sindacali il 23 febbraio u.s., si precisa che lo stesso individua un percorso di risanamento e di sviluppo della Cartiere Miliani sulla base dei seguenti principali presupposti:
mantenimento di tutti i siti produttivi;
razionalizzazione della struttura impiantistica e sviluppo di nuove iniziative, soprattutto nello stabilimento di Castel Raimondo;
Atti Parlamentari - XXIV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
rilancio dell'attività aziendale su linee di prodotti specializzati, ricercando anche opportunità di joint-venture tecnologiche;
contenimento delle risorse finanziarie assorbite dalle società partecipate anche attraverso la cessione di quelle che non rivestono, per il settore in cui operano, un interesse strategico per Cartiere Miliani e che possono trovare al di fuori del gruppo migliori opportunità di sviluppo;
saturazione delle capacità di allestimento dell'azienda attraverso l'introduzione di semilavorati a costi internazionali, al fine di sviluppare la posizione sul mercato nazionale e del Mediterraneo, facendo ricorso anche a collegamenti con altri gruppi attraverso jointventure elo partnership.
L'intero pacchetto dei provvedimenti individuati dal piano, consente di ridisegnare le funzioni dell'azienda attraverso una corrispondente ristrutturazione industriale ed un'efficace collocazione sul mercato nazionale ed internazionale al fine di garantirle un economicità di gestione che le consenta di stare sul mercato.
Il riequilibrio degli organici sulla base dei parametri medi del settore, darebbe luogo, in assenza di specifiche iniziative, ad un organico tecnologico dell'ordine delle 550 unità rispetto alle 970 attuali.
Il piano predisposto configura azioni ed individua nuove iniziative — con investimenti complessivi sul territorio per circa 200 miliardi nell'arco del triennio — che consentono di riassorbire una parte significativa delle eccedenze mediante terziarizzazioni di attività non correlate a quella principale (ad es. manutenzioni, logistica, ecc.) e che saranno supportate dalla Cartiere Miliani con contratti pluriennali.
Il ricorso ai tradizionali ammortizzatori sociali interesserà quindi, nell'arco del triennio, un numero di persone assai contenuto.
L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha svolto e continuerà a svolgere il proprio ruolo di azionista di riferimento, supportando — nel rispetto della normativa della Comunità Europea, che ha già in corso la procedura prevista dall'articolo 93 del Trattato - il piano elaborato dall'azienda, anche
a tutela degli investimenti finora sostenuti, nonostante le attività della Cartiere Miliani non rientrino tra quelle identificate come principali, ai fini del risanamento dell'Istituto stesso.
Si soggiunge, infine, che l'individuazione di partnership con gruppi finanziari e industriali, avverrà attraverso procedure che assicurino la trasparenza delle scelte, ed il concreto interesse a mantenere gli impegni di sviluppo e occupazione nel territorio.
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione econimica: Roberto Pinza.
COPERCINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno, del tesoro, del Rilancio e della programmazione economica, della funzione pubblica e degli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
soltanto da preoccupate notizie di stampa, i cittadini di Ferrara hanno appreso del molto prossimo trasferimento, nel carcere Arginone (inserito nel contesto di un quartiere urbano), di un congruo numero di detenuti provenienti, dagli istituti di massima sicurezza di Pianosa e Asinara, dismessi da una recente legge;
se così fosse, boss, più o meno pentiti, della mafia e della 'ndrangheta o di altre associazioni criminali, verrebbero a soggiornare nell'ex reparto femminile dell'istituto ferrarese, ristrutturato con le misure di sicurezza e protezione previste per tali sezioni speciali: una specie di carcere nel carcere;
stupiscono oltremodo le affermazioni del Provveditore dell'amministrazione penitenziaria di Bologna, il quale, dapprima reticente, ha poi ammesso i piani, concepiti di comune accordo con le autorità centrali, non senza cadere in dichiarazioni di una certa gravità che, peraltro, rispecchiano la realtà e la situazione quale pare essere in atto;
« ...ma cosa c'entrano le amministrazioni locali! Il ministero non deve rispondere a nessuno delle sue scelte... » ha escla-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
mato alla contestazione che, se non la popolazione, almeno gli enti locali coinvolti per competenza territoriale, andassero informati degli atti in corso, se non coinvolti direttamente nel consenso decisionale (bell'esempio di una serie già nota: « Burocrazia di Stato/Padrona- Cittadino/Suddito »); e ancora « ...anche se questi soggetti saranno a maggior vigilanza, noi non stiamo a dormire: gli abitanti di Ferrara stiano tranquilli... » rilancia il provveditore con sicurezza, pur ammettendo implicitamente la nuova situazione di maggior pericolo che si andrà consolidando nella città, senza informazione e consenso da parte di chi la deve subire sulla propria pelle;
altra affermazione degna di essere riferita: « ...chi verrà e da dove non lo diremo di certo; posso invece dire che è molto più pericoloso un tossicodipendente o un piccolo criminale per la vostra città che un detenuto a Ferrara che a Palermo era qualcuno... »; queste stupefacenti parole attribuite dalla stampa al provveditore sulle problematiche connesse al seguito ed ai contatti di questi detenuti eccellenti ed alle implicazioni derivanti alla società civile della città;
sarebbe rassicurante per il cittadino il tono di decisa certezza del provveditore, se non ci fossero esempi eclatanti che dimostrano l'esatto contrario, di come intere zone, anche della nostra Emilia-felix; siano state inquinate da soggiorni obbligati e/o residenze coatte di malavitosi, per i collegamenti che inequivocabilmente si creano tra carcere e ambiente esterno, con probabili, e talvolta dimostrate, connivenze di vari ordini e gradi che qui non vale la pena di ricordare;
preoccupante risulta anche l'imbarazzato silenzio, di apparente quiescente e supina accettazione, da parte delle amministrazioni degli enti locali territoriali, che si limitano a dirsi spiazzate dalle decisioni prese dall'alto;
ad aggravare ulteriormente la situazione va rilevato come il personale di sorveglianza sia in condizione di sottorganico, nè le promesse, dichiarate in vaghi termini
numerici, di rinforzi specializzati sembrano poter risolvere la situazione di disagio degli operatori interni della struttura penitenziaria, anche in considerazione dei probabilmente frequenti trasferimenti dei pentiti, per necessità giudiziarie -:.
se le notizie riportate corrispondano a verità;
quali siano le motivate ragioni, tutte, che hanno portato alla scelta dell'istituto ferrarese quale sede di un reparto di massima sicurezza;
a quanto ammonti l'impegno finanziario per smantellare il reparto femminile e ricostituirlo a reparto speciale e quali siano le ditte, dotate com'è ovvio delle necessarie autorizzazioni, vincitrici dell'appalto;
se condividano nel merito e nell'indirizzo, le affermazioni del provveditore e, in caso positivo, se questa sia l'impostazione che essi intendano dare alla politica penitenziaria ed a quella generale, con specifico riferimento al rapporto con le comunità locali ed alle loro amministrazioni democraticamente elette. (4-19646)
RISPOSTA. — Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con riferimento all'interrogazione indicata è stato interessato il competente Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che ha in proposito fatto presente che presso la casa circondariale di Ferrara, dal settembre 1998, è stata istituita una sezione destinata ad ospitare detenuti che hanno assunto lo « status » di collaboratori della giustizia ma che non risultano ammessi o proposti per lo speciale programma di protezione. Peraltro il predetto Dipartimento si è determinato per tale soluzione essendo risultato necessario ed indilazionabile procedere, nei tempi pia celeri, alla chiusura di analoga sezione per collaboratori presso la casa di reclusione di Spoleto.
A seguito dell'apertura della predetta sezione, l'Ufficio Centrale del Personale del Dipartimento ha provveduto ad incrementare l'organico dell'istituto di 12 unità di Polizia penitenziaria.
Atti Parlamentari - X X V I - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Inoltre a causa della chiusura della sezione femminile da adibire al contenimento dei collaboratori, sono state recuperate 14 unità di Polizia penitenziaria femminile che ivi prestano servizio, per essere impiegate nei servizi di istituto, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 2 della legge 395/90.
In occasione, poi, dell'ultimo piano di mobilità, l'organico dell'istituto è stato incrementato di ulteriori 4 unità di Polizia penitenziaria maschile.
Per quanto concerne l'impegno finanziario sostenuto per la realizzazione di un nuovo piccolo reparto per le detenute appena arrestate, nella relazione tecnica del Provveditorato Regionale Opere Pubbliche dell'Emilia Romagna l'importo complessivo dei lavori, IVA compresa, è stato quantificato in lire 45.240.000.
Concessa l'autorizzazione agli stessi da parte del Provveditorato Regionale di Bologna, la Direzione della casa circondariale di Ferrara ha invitato ben 20 ditte, secondo le direttive della stessa autorizzazione.
Il giorno 28.6.1998 si è proceduto all'apertura delle offerte ed alla aggiudicazione dei lavori alla ditta Cavolesi Costruzioni S.r.L che ha praticato il miglior ribasso pari al 10,25 per cento.
I predetti interventi peraltro non sono avvenuti nella ex sezione femminile, allo stato riservata ai collaboratori di giustizia e, quindi, non vi è stato nessun smantellamento di sorta, come sostenuto nell'interrogazione parlamentare.
Peraltro il Provveditore di Bologna ha comunicato che le affermazioni attribuitegli nell'intervista citata dall'interrogante sono state in gran parte distorte ed inopportunamente strumentalizzate.
In ogni caso nel protocollo d'intesa sottoscritto il 15.3.1998 dal Ministro di Grazia e Giustizia e dal Presidente della Regione Emilia Romagna è previsto che il Ministero di Grazia e Giustizia richieda il parere della Regione per una idonea distribuzione sul territorio regionale delle diverse tipologie di istituti e servizi-
li Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
C O R D O N I . - Ai Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e della pubblica istruzione. — Per sapere -premesso che:
il personale supplente della scuola subisce in molti casi ritardi nel pagamento degli stipendi;
a fronte delle richieste di chiarimento e di intervento da parte degli insegnanti supplenti, i dipendenti delle direzioni provinciali del Tesoro, responsabili dei pagamenti e della gestione delle retribuzioni, lamentano l'impreparazione del personale amministrativo della scuola nella gestione della parte contabile, che determina molto spesso la predisposizione di documentazione incompleta e carente per quanto riguarda i contratti degli insegnanti supplenti;
risulta peraltro un diverso trattamento tra i supplenti delle diverse materie e gli insegnanti supplenti di religione, sia per quanto riguarda i criteri retributivi che la scadenza del contratto;
le difficoltà dei meccanismi retributivi dell'amministrazione scolastica si intrecciano inoltre con la ristrutturazione interna del ministero della pubblica istruzione, che prevede il concentramento di alcune funzioni — :
se ed in che modo intendano intervenire per garantire la regolare corresponsione degli stipendi agli insegnanti supplenti e per superare le difficoltà procedurali ed amministrative che coinvolgono il rapporto tra le direzioni provinciali del tesoro e l'amministrazione scolastica, garantendo altresì criteri omogenei nell'erogazione degli stipendi. (4-22059)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione presentata, intesa a sollecitare iniziative idonee a garantire una più tempestiva corresponsione degli stipendi agli insegnanti supplenti della scuola.
Al riguardo, si fa presente che la procedura per l'ammissione a pagamento delle competenze spettanti ai titolari dei contratti a tempo determinato della scuola, definita
Atti Parlamentari - XXVII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
per il corrente anno scolastico con circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n. 399 del 29 settembre 1998, prevede che i contratti medesimi, stipulati dai Provveditori agli studi, vengano inviati ai Capi d'istituto e da questi alle Direzioni provinciali del Tesoro, corredati della comunicazione di preso servizio e della documentazione contenente le altre informazioni, necessarie a tali uffici per l'attivazione dei pagamenti II tempo richiesto da tali adempimenti è spesso la causa indiretta di ritardo nei pagamenti
Al fine di ovviare alla citata situazione, il Ministero del Tesoro ha indetto una conferenza di servizi con la partecipazione del Ministero della Pubblica Istruzione, per lo studio del problema.
Poiché verranno messi a disposizione delle Amministrazioni i servizi della rete unitaria, ed i realizzandi servizi « interoperabilità » e « posta elettronica » sono destinati a costituire lo strumento principale per lo scambio documentale nella Pubblica Amministrazione, è stato deciso di avviare al più presto lo studio di fattibilità per realizzare un progetto di cooperazione applicativa con il Ministero della Pubblica Istruzione, utilizzando le nuove tecnologie del documento informatico e della firma digitale, di cui al D.P.C.M. 8 febbraio 1999, con l'obiettivo di semplificare e accelerare le procedure di stipulazione dei contratti e l'attivazione dei pagamenti per il personale con contratto a tempo determinato della scuola, a partire dall'anno scolastico 2000-2001.
Tuttavia, di fronte alla necessità di accelerare i tempi di riscossione delle competenze maturate dal personale in questione, anche prima dell'adozione della citata procedura, è stata individuata la possibilità di semplificare, nel frattempo, il procedimento di stipulazione dei contratti.
Si è convenuto, pertanto, che per il prossimo anno scolastico il Ministero della Pubblica Istruzione, con circolare, disporrà che i Provveditori agli Studi, contestualmente alla stipulazione dei contratti di lavoro a tempo determinato di propria competenza, provvedano, altresì, all'acquisizione delle dichiarazioni e delle altre informazioni di
natura contabile prescritte, inviando direttamente alle Direzioni provinciali del Tesoro tutta la documentazione necessaria per l'immediata attivazione dei pagamenti, che verrà disposta a partire dalla data prevista per l'assunzione in servizio degli interessati, desumibile dai contratti medesimi.
Sarà cura dei Capi d'istituto, in ottemperanza all'obbligo ad essi imposto dalla legge, comunicare senza indugio agli uffici ordinatori della spesa eventuali impedimenti intervenuti
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica: Roberto Pinza.
CORSINI. - Ai Ministri della sanità e grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
in data 2 agosto 1992 i signori Mario Cornetti e Nicoletta Mosconi, residenti a Castelmella (provincia di Brescia), via Fratelli Kennedy, 10, depositavano alla Procura della Repubblica presso la pretura di Bergamo atto di denuncia-querela nei confronti dei sanitari dell'Ospedale Riunito di Bergamo, i quali avevano effettuato un intervento irregolare di cateterismo al piccolo Davide Cornetti loro figlio;
alla predetta querela veniva allegata una consulenza medica di parte del professor dottor Giovanni Beduschi, medicolegale di Modena;
veniva iscritto procedimento penale n. 11502/1992 RG a carico di Bergamaschi Gianfranco presso la Procura della Repubblica presso la Pretura di Bergamo;
in data 16 novembre 1992 Davide Cornetti decedeva presso l'Ospedale Civile di Brescia, ove era stato nel frattempo trasferito;
in data 18 maggio 1994 veniva depositata relazione di consulenza tecnica collegiale chirurgica e medico-legale dei consulenti tecnici del Pubblico Ministero -professor dottor De Ferrari e professor
Atti Parlamentari - XXVIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
dottor D. Casarotto - avente ad oggetto le cause della morte di Davide Cornetti;
ciò nonostante, nei mesi successivi, il procedimento penale in oggetto risultava ancora pendente non avendo il pubblico ministero ancora emesso il decreto di citazione a giudizio;
quindi, in data 7 settembre 1994 e 7 novembre 1994 venivano depositate istanze di sollecito dell'emissione del decreto di citazione a giudizio;
in data 19 dicembre 1994 veniva notificato all'avvocato difensore Alberto Sca-paticci decreto di citazione a giudizio del Bergamaschi per il reato di cui all'articolo 589 codice penale per il giorno 3 aprile 1995;
in tale udienza i genitori di Davide Cornetti si costituivano parti civili nei confronti dell'imputato Bergamaschi Gianfranco tramite il ministero del citato difensore; %le udienze successive si sono tenute nei giorni 5 ottobre 1995, 28 marzo 1996, 26 settembre 1996 (mero rinvio), 7 ottobre 1996, 14 marzo 1997 e 27 ottobre 1997;
nel corso del processo sono stati sentiti i due consulenti tecnici del pubblico ministero, quelli dell'imputato (dottor Angelo Casari e dottoressa Adele Borghi) e quello delie parti civili difese dall'avvocato Scapaticci (dottor Giovanni Beduschi);
all'udienza del 7 ottobre 1996 il Pretore di Bergamo conferiva incarico peritale al professor Marcello Canale e al professor Alberto Bertolini per l'accertamento delle cause della morte di Davide Cornetti;
la perizia d'ufficio perveniva in cancelleria in data 20 giugno 1997;
all'udienza del 27 ottobre 1997 il Pretore di Bergamo ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti dell'imputato Bergamaschi;
sono già trascorsi circa cinque anni dal momento in cui il reato di cui all'articolo 589 codice penale si è consumato,
alla data in cui è stata pronunciata sentenza di primo grado;
quindi il termine prescrizionale del reato è prossimo a verificarsi;
il procedimento penale in oggetto ben si sarebbe potuto concludere in tempi assai più ristretti considerato che:
a) all'atto di querela era stata allegata relazione medico-legale;
b) il Pubblico Ministero ha nominato due consulenti tecnici soltanto nel 1994, a distanza di un anno e mezzo dalla morte di Davide Cornetti;
c) nonostante l'esistenza di cinque consulenze tecniche di parte operate da medici specializzati, il Pretore di Bergamo ha nominato a sua volta altri due periti per la determinazione delle cause della morte del bambino;
tale modo di procedere ha comportato una dilatazione dei tempi processuali e l'avvicinamento del termine di prescrizione del reato - :
se non intendano assumere le iniziative di tipo ispettivo di propria competenza perché siano accertate eventuali responsabilità disciplinari e sia così tutelato il diritto alla giustizia dei signori Mario Cornetti e Nicoletta Mosconi. (4-14403)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata si rappresenta che dall'esame della documentazione trasmessa dal Presidente e dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Brescia e dalle relazioni inviate non sono emersi elementi di rilievo disciplinare a carico di magistrati.
Per quanto concerne la vicenda processuale, si rappresenta che in particolare, dalla documentazione allegata, risulta che il Pubblico Ministero, conferì l'incarico di consulenza tecnica medico-legale il 19.11.1992 e non già nel 1994 (come sostenuto dall'interrogante), epoca nella quale venne, invece, depositata la relazione dei consulenti.
Atti Parlamentari - XXIX - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
/ motivi della lunga durata del processo di primo grado, lamentata dalVinterrogante, risiedono essenzialmente nella complessità della vicenda processuale, riguardante una ipotesi di colpa professionale attribuita all'imputato Bergamaschi, medico.
In ordine ai criteri seguiti dal P.M., va rilevato che la prima udienza è stata fissata a breve termine dalla emissione del decreto di citazione e che sono state necessarie numerose udienze sia per consentire la presenza contestuale dei periti e dei consulenti della parte, sia per provvedere alla audizione degli stessi e dei testimoni con la cura richiesta dalla delicatezza e complessità delle situazioni e dei comportamenti da esaminare.
Ovviamente non può essere oggetto di rilievo il fatto che il pretore abbia ritenuto la necessità di esaminare propri periti in presenza di relazioni di consulenti di parte già acquisite agli atti, né può addebitarsi al pretore la ritardata presentazione della relazione peritale (si osserva comunque che il pretore, oltre ad avere più volte sollecitato detto deposito, ha applicato, in sede di liquidazione, la riduzione degli onorari proprio per sanzionare il ritardo ex articolo 8 legge 319/80).
Per quanto riguarda, poi il lasso di tempo intercorso tra le varie udienze, va rilevato innanzitutto che si è dovuto spesso tenere conto degli impegni degli otto professionisti periti e consulenti (quasi tutti docenti universitari a quelli citati dall'in-terrogante va aggiunto il prof. Casarotto) e si è dovuto altresì conciliare la trattazione del processo in questione con gli altri impegni di udienza già fissati dal pretore (a tal proposito si segnala che il dr. Gaballo tratta e definisce un notevole numero di processi, sia nella sede di Bergamo che presso due sezioni distaccate).
Risulta, inoltre, che il P.M., in data 18.11.1997, ha proposto appello contro la sentenza di assoluzione pronunziata dal Pretore di Bergamo il 27.10.1997 e depositata VII.11.1997.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
COSTA. — Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
a Viola-St. Grée, in provincia di Cuneo, esiste una stazione sciistica nell'ambito di un complesso immobiliare composto da alberghi, negozi e da centinaia di appartamenti di varie dimensioni;
il complesso turistico apparteneva ad una società immobiliare fallita anni or sono;
recentemente la società Liamco corrente in Milano e con sede legale a Londra (secondo quanto riportato dai giornali) si è resa acquirente degli immobili, comprensivi degli impianti di risalita;
la società Liamco avrebbe assolto (o starebbe per assolvere) il debito contratto attraverso l'aggiudicazione dell'intero complesso a mezzo d'asta pubblica nei confronti del liquidatore;
l'acquisto è avvenuto a corpo, e cioè per tutto il complesso;
l'aggiudicazione richiede tempi lunghi, necessari per investimenti rilevanti;
peraltro, la mancata attivazione, per un ulteriore anno, degli impianti di risalita, non soltanto verrebbe a privare di un'ulteriore fonte di reddito la comunità di Viola e tutta la Valle Mongia, ma comporterebbe una perdita (forse definitiva) di sciatori —:
quali iniziative attraverso il liquidatore s'intendano assumere affinché -quantomeno a decorrere dal 1° gennaio 1998 - gli impianti di risalita di Viola-St. Grée siano in grado di funzionare, attraverso la gestione diretta da parte della società Liamco, ovvero attraverso altre società o lo stesso comune di Viola, che più volte ha dimostrato la propria disponibilità alla gestione diretta degli impianti.
(4-13684)
RISPOSTA. — In riferimento all'interrogazione indicata si evidenzia che secondo quanto comunicato dalla Regione Piemonte competente per la materia, non sussistono
Atti Parlamentari - XXX - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
al momento strumenti legislativi e finanziari che permettano un'iniziativa di sostegno diretto al rilancio della stazione sciistica di Viola St. Grèe.
Peraltro, anche gli interventi già previsti a favore del comparto degli impianti di risalita (ad esempio Regolamento CE 2081193 - obiettivo 5b), per le modalità, le limitazioni e l'entità dei finanziamenti concedibili non possedevano le caratteristiche di idoneità e di sufficienza per un intervento regionale efficace a favore di Viola St. Grèe.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
COSTA. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere - premesso che:
con interrogazione 4-13774 l'interrogante ha chiesto al Ministro interrogato di conoscere « quali iniziative intenda assumere al fine di consentire la spedizione in abbonamento postale presso le sedi decentrate anche alle stampe di cui alla lettera c) » dell'articolo 20, comma 2, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, «spedizione che fra l'altro consente una migliore ripartizione dei carichi di lavoro fra i diversi uffici postali»;
risposta del Ministro, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta dell'11 maggio 1998 della Camera dei deputati, fa riferimento al fatto che a tali pubblicazioni non sia stata concessa « la riduzione prevista per la spedizione decentrata »;
l'interrogazione succitata non aveva ad oggetto la richiesta di alcuna riduzione bensì - si ribadisce - la possibilità di spedire in abbonamento postale presso le sedi decentrate;
quali iniziative intenda assumere al fine di consentire la spedizione in abbonamento postale - senza riduzioni, ma con onere intero a carico del mittente - anche alle stampe di cui alla lettera c) dell'articolo 20, comma 2, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, spedizione che fra l'altro
consente una migliore ripartizione dei carichi di lavoro fra i diversi uffici postali.
(4-17941)
RISPOSTA. — Si fa presente che il decreto ministeriale 28 marzo 1997 (pubblicato nella G.U. n. 90 del 18 aprile 1997) prevedeva la possibilità per l'ex ente Poste di stipulare apposite concessioni per la spedizione decentrata delle pubblicazioni di cui alla lettera c) dell'articolo 2, comma 20, della legge 13 dicembre 1996, n. 662.
Il successivo decreto ministeriale 4 luglio 1997 (pubblicato nella G.U. tu 166 del 18 luglio 1997) prevede per tale tipologia di invìi solo tariffe scontate per quantità.
D'altra parte, ha significato la società Poste, la possibilità di effettuare spedizioni decentrate — seppure alle tariffe previste e, quindi, senza ulteriori riduzioni — non può essere accordata in via generale poiché siffatto tipo di postalizzazione comporta un onere economico aggiuntivo per la società, riguardante la gestione amministrativo-contabile delle spedizioni e dei pagamenti, che incide sui costi finali sostenuti dalla società stessa e che, nel caso specifico, non possono non tener conto delle già basse tariffe che le pubblicazioni della lettera c) pagano (lire 108 fino ai 200 grammi).
Tuttavia, in considerazione delle peculiari esigenze legate alla stampa presso più centri tipografici che può comportare la necessità, per alcune società editrici di spedire da più località ben individuate, la ripetuta società Poste autorizza di volta in volta la spedizione decentrata per venire incontro alle particolari esigenze dei clienti che lo richiedono.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
COSTA. — Ai Ministri dell'interno e dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
in data 18 febbraio 1999, il sindaco di Bosia inviava una lettera aperta ai parla-
Atti Parlamentari - XXXI - Camera dei Deputati
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mentari piemontesi ed agli amministratori regionali;
in tale lettera si legge: « Come al solito i nostri comuni montani sono sempre più penalizzati (ed alcuni lo sono ancor più). Sembra sia nata una nuova strategia per dividerli tra loro, incidendo non solo sulla loro capacità di autonomia locale per risolvere i problemi quotidiani (vedi ad esempio scuola, trasporti, servizi anziani, gruppi di volontariato, eccetera), ma creando anche inesistenti distinzioni geografiche (vedi il decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 1993 - fasce climatiche) »;
nella lettera si legge altresì che se da una parte i pochi amministratori locali cercano sempre più di attivarsi, anche con l'aiuto della Comunità montana, con la costituzione ed utilizzo di società di servizi, realizzando così economie a beneficio delle piccole collettività, per la salvaguardia del territorio montano, a tutela dei pochi abitanti rimasti sulle Langhe, dall'altra abbiamo l'ultimo degli esempi di malgoverno: l'applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993 che delimita le zone climatiche dei comuni della provincia in funzione dei gradi giorno ed indipendentemente dall'ubicazione geografica;
il sindaco di Bosia sostiene di non capire infatti con quali parametri si sia potuto stabilire ad esempio che a Cravan-zana (fascia F) faccia più freddo che a Bosia (fascia E), comuni distanti appena 2 chilometri tra loro;
egli espone anche che capita che, per ripararsi dal freddo, su un territorio sostanzialmente uniforme - quello dell'Alta Langa Montana - , dobbiamo spendere di più nei comuni catalogati sotto la lettera E, di meno sotto quelli catalogati con la lettera F (le distorsioni sono ancor più evidenti guardando la mappa colorata in verde ed azzurro, dove i comuni che po-sono usufruire del risparmio sono solo quelli colorati in verde). Ci poteva essere una reale possibilità di risparmio senza gravare i cittadini di questo appesanti
mento burocratico sulle fasce climatiche, nonché di assurde divisioni tra comuni limitrofi - :
quali siano le valutazioni dei Ministri interrogati circa la stupefacente discriminazione che arreca danni a operose popolazioni soprattutto montane. (4-22990)
RISPOSTA. — Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In relazione all'interrogazione citata, si fa presente quanto segue.
Come è noto, i gradi-giorno assegnati ai Comuni italiani sono riportati nell'allegato A al Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, ru 412, insieme con l'altitudine della casa comunale e la zona climatica di appartenenza. Quest'ultima e diretta conseguenza del valore dei gradi-giorno assegnati; in particolare si ottiene la zona climatica qualora i gradi-giorno superino il valore di 3000.
Nei due comuni citati nell'interrogazione citata si ha la seguente situazione:
Comune di Bosia (CN): altitudine della casa comunale metri 484 sul livello del mare, gradi-giorno 2915, zona climatica di appartenenza E;
Comune di Cravanzana (CN): altitudine della casa comunale metri 585 sul livello del mare, gradi-giorno 3040, zona di appartenenza F.
La diversità di zona climatica dipende, dunque, dalla differenza, sia pure ridotta e d'altra parte congruente con la differenza di quota fra le due case comunali, del numero di gradi-giorno assegnati
In proposito, pur osservando che le quote riportate nell'allegato A coincidono con quelle rilevabili dall'Annuario dei Comuni d'Italia del Touring Club Italiano e, quindi, che l'assegnazione risulta esatta, si fa presente che il Decreto del Presidente della Repubblica in questione non esclude la modifica dell'allegato A (articolo 2, comma 2), a seguito di ulteriori valutazioni basate su dati oggettivi.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Ber sani.
Atti Parlamentari - XXXII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dei trasporti e della navigazione. — Per sapere - premesso che:
alcune rubriche specializzate di importanti quotidiani nazionali hanno dato notizia di una statistica preoccupante, secondo cui un italiano su quindici sbaglia il versamento per il pagamento del bollo auto;
le ragioni di un numero così cospicuo di errori (tre milioni di versamenti sul totale di quarantaquattro milioni risultano errati) sono da ricercarsi nella incredibile gamma di combinazioni tariffarie che scaturiscono dalla tipologia del veicolo e dalla regione di appartenenza;
in effetti, le combinazioni possibili pare che ammontino a trecentomila circa, in tal modo rendendo oggettivamente difficile l'individuazione del versamento esatto e quindi oggettivamente molto facile l'errore;
l'Automobile club d'Italia ha proposto di far pagare il bollo negli uffici postali con possibilità, per l'impiegato delle poste, di dialogare, tramite terminale, con la banca dati del pubblico registro automobilistico;
l'Automobile club ha elaborato uno specifico progetto già sperimentato nella città di Latina con lusinghieri risultati e di prossima sperimentazione in Lombardia - :
se non ritenga di dovere, assunti i dovuti contatti con l'Automobile club d'Italia, valutare la possibilità di estendere le metodologie, previste dal progetto in fase di sperimentazione, a tutte le città italiane onde consentire un più efficiente servizio agli automobilisti ed al fine di evitare un numero tanto spropositato di errori che, fra l'altro, oltre a determinare possibili sanzioni per l'utente - che, in realtà è semplicemente incorso in un possibilissimo errore tenuto conto delle ricordate trecentomila combinazioni tariffarie - costringe altresì gli uffici a controlli particolarmente laboriosi e, dunque, ad un costo gestionale che sarebbe quanto mai opportuno eliminare. (4-10341)
RISPOSTA. — Si risponde all'interroga-zione presentata su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tenuto conto di quanto riferito dall'Automobile Club D'Italia sull'argomento.
Il pagamento delle tasse automobilistiche, nella forma in cui è attualmente effettuato, presenta in effetti diversi punti di criticità, pure se con il collegato alla legge finanziaria 1998 si è proceduto ad una certa semplificazione del sistema tariffario.
Al fine di consentire un più efficiente servizio agli automobilisti, evitando anche le disfunzioni richiamate dall'interrogante, l'ACI si è fatto dunque promotore, ottenendo fin dal 1995 l'approvazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, del progetto Epica, sistema integralmente automatizzato, capace di assicurare contestualmente al pagamento, il riscontro circa l'esattezza e la correttezza del versamento, eliminando la necessità di successivi controlli e l'apertura di eventuali contenziosi
Il progetto si basa sulla realizzazione di collegamenti informatici tra la banca dati dell'ACI e i punti di riscossione del tributo, quali gli uffici esattori dell'ACI stesso, gli uffici postali e gli altri punti di riscossione (ad es. tabaccai, etc.) ed è stato sperimentato con successo nelle province di Latina e Terni ed in più di 200 punti di riscossione ACI della Lombardia negli anni 96/97.
Il progetto Epica, secondo quanto fatto presente dallo stesso ACI, sarà estendibile ad altri territori in tempi rapidi. In pochi mesi, infatti, i circa 1500 sportelli esattori dell'ACI localizzati lungo l'intero territorio nazionale, potranno essere dotati delle apparecchiature necessarie.
Il progetto, con il sistema integralmente informatizzato di accertamento, controllo e monitoraggio degli incassi di competenza, può anche offrire all'Amministrazione finanziaria, un servizio in linea con le avvertite esigenze di coordinamento e razionalizzazione, assicurando anche risparmi nella gestione delle attività di contenzioso tributario per la materia.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
Atti Parlamentari - XXXIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle finanze. — Per sapere premesso che:
nell'ambito del processo tributario la modulistica predisposta per le commissioni tributarie prevede l'avviso di trattazione ex-articolo 31 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, con la formula finale: « La trattazione avverrà in camera di consiglio, salvo il disposto del I comma dell'articolo 33 del decreto legislativo 546/ 92 »;
vi sono centinaia di migliaia di ricorsi pendenti presentati da contribuenti non assistiti da difensore tecnico i quali si presentano nel giorno indicato per la trattazione nel convincimento di poter discutere il ricorso medesimo;
l'articolo 33 del decreto legislativo 546/92, comma 1, testualmente recita: « La controversia è trattata in camera di consiglio salvo che almeno una delle parti non abbia chiesto la discussione in pubblica udienza, con apposita istanza da depositare nella segreteria e notificare alle altre parti costituite entro il termine di cui all'articolo 32, comma 2. »;
l'articolo 32, comma 2, testualmente recita: « Fino a dieci giorni prima della data di cui al precedente comma ciascuna delle parti può depositare memorie illustrative con le copie per le altre parti »;
in altre parole, il contribuente può chiedere la discussione in pubblica udienza a condizione che presenti almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata una specifica istanza;
molti contribuenti, ignorando il contenuto dell'articolo 32, 2° comma, si presentano alla data indicata nell'avviso di trattazione e si sentono rispondere che la trattazione sarà fatta in camera di consiglio, senza la presenza delle parti, così come previsto dall'articolo 33, 2° comma;
princìpi di giustizia sostanziale e di trasparenza degli atti impongono di porre rimedio all'evidente incomprensibilità della formula indicata in calce all'avviso di
trattazione, esplicitando che il contribuente deve, laddove voglia discutere il ricorso in pubblica udienza, depositare apposita istanza con avvertimento che, in difetto, la trattazione avverrà in camera di consiglio e senza la presenza delle parti;
se, preso atto della situazione che si ripete in tutte le Commissioni tributarie provinciali e del dovere di una corretta e non « criptica » informazione al contribuente, non ritenga di dover disporre che gli avvisi di trattazione inviati ai contribuenti contengano, in calce, Pesplicitazione del contenuto dell'articolo 33 con la specifica indicazione di cui al 2° comma dell'articolo 32. (4-19435)
RISPOSTA. — Con Vinterrogazione cui si risponde l'interrogante, nel sollevare il problema dell'incomprensibilità della formula indicata in calce all'avviso di trattazione relativamente alle controversie pendenti avanti le Commissioni tributarie, ha chiesto di conoscere se, al fine di fornire una corretta informazione al contribuente, si ritenga opportuno disporre l'indicazione sui predetti avvisi del contenuto dell'articolo 33, comma 1 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, che permette al ricorrente di avvalersi della facoltà di chiedere la discussione della causa in pubblica udienza.
Al riguardo si osserva che la necessità di modificare la modulistica relativa all'avviso di trattazione, nel senso auspicato dall'in-terrogante è stata pienamente condivisa sia dal Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria sia dal Dipartimento delle Entrate.
A tal fine il Centro informativo del predetto Dipartimento ha fatto presente che, attesi i tempi tecnici necessari per la predisposizione e la stampa da parte del Poligrafico dello Stato, le modifiche di che trattasi saranno inserite nel quantitativo di modulistica previsto per soddisfare il fabbisogno delle Commissioni tributarie per il prossimo anno.
Il Ministro delle finanze: Vincenzo Visco.
Atti Parlamentari - XXXIV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
DI NARDO. - Ai Ministri dell'ambiente e dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
l'Enel società per azioni - direzione distribuzione Campania - ha costruito una linea elettrica sotterranea - esercizio 150 KW - ad alta tensione tra la cabina esistente Sorrento 1 e la zona interessante Via degli Aranci-Via San Renato di Sorrento;
successivamente l'Enel spa - direzione distribuzione Campania - ha assunto di essere nella necessità di attraversare un fondo di proprietà privata per il prosieguo della linea sotterranea già eseguita per il collegamento ad un traliccio esistente nell'ambito di quella proprietà privata;
il presidente della giunta regionale della Campania con decreto 23152 del 9 dicembre 1997 ha autorizzato la costruzione della linea in questione (prosieguo di linea sotterranea) ed il sindaco di Sorrento sull'eguale richiesta dell'Enel spa - direzione distribuzione Campania - ha autorizzato l'anzidetto ente con decreto 14 maggio 1998 protocollo 15897 all'occupazione temporanea, in via di urgenza, degli immobili oggetto dell'attraversamento dell'elettrodotto sotterraneo subordinando il decreto reso all'osservanza della condizione del mantenimento della linea elettrica ad una tensione di 60 KW;
l'Enel spa ha già comunicato l'esecuzione delle opere alla data del 9 luglio 1998;
appare all'interrogante atto di grave responsabilità politica ed amministrativa quello compiuto dal presidente della giunta regionale della Campania prima e dal sindaco di Sorrento poi allorquando hanno, ciascuno per le proprie competenze, autorizzato la costruzione della linea elettrica e decretato l'occupazione di urgenza;
la linea elettrica sotterranea già realizzata ed interessante la via degli Aranci-Via San Renato di Sorrento, posta ad un metro e mezzo dal piano stradale, pare di 150 KW anziché di 60 KW, lambisce edifici
scolastici per bambini e centri di vendita dei prodotti alimentari conservati e freschi;
i danni alla salute prodotti dal campo elettrico e magnetico della conduttura elettrica realizzata e a realizzarsi sono oramai unanimamente ricononosciuti dalla attuale letteratura medica e tecnica, soprattutto allorquando le linee elettriche sotterranee, la cui schermatura non è documentata, interessano spazi adiacenti edifici scolastici per bambini, centri di vendita di prodotti alimentari conservati e freschi, luoghi di lavoro di decine e decine di persone comunque frequentati assiduamente da migliaia di utenti;
addirittura da quanto risulta all'interrogante il traliccio ove sarà collegata la linea elettrica è posto abusivamente nella proprietà di privati neppure si spiega l'enorme spreco di denaro per il collegamento della linea sotterranea ad un traliccio posto in proprietà di privati che hanno chiesto la eliminazione - :
se non intenda intervenire a difesa della salute pubblica così seriamente minacciata dalla installazione della linea elettrica;
se non si intenda accertare l'effettiva utilità dell'intero progetto messo in atto.
(4-18694)
RISPOSTA. — Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In relazione all'interrogazione citata sulla base degli elementi forniti anche dal-l'ENEL SpA si comunica quanto segue.
La costruzione dell'elettrodotto in questione è stata autorizzata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania n. 23152 del 3 dicembre 1997: si tratta di un elettrodotto in cavo sotterraneo destinato a collegare la cabina elettrica a 60 kV di Sorrento con la linea aerea esistente, sempre a 60 kV, Castellamare-Sorrento.
L'ENEL ha già posato circa un chilometro di cavo lungo Via degli Aranci, Via S. Renato, Via Cesarono. Per il completamento dell'opera che riguarda il raccordo alla linea risulta necessaria la posa degli ultimi 35 metri di cavo.
Atti Parlamentari - XXXV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
/ proprietari del fondo sul quale dovrà essere posato Vultimo tratto del cavo citato, hanno fatto opposizione al Decreto di occupazione temporanea emesso dal Sindaco di Sorrento in data 14 maggio 1998. L'ENEL, a fronte di tale situazione, ha risposto con le proprie controdeduzioni tanto che il Comune di Sorrento ha confermato la validità del Decreto e l'occupazione del suolo ha potuto aver luogo alla fine del mese di luglio 1998.
Inoltre, gli stessi proprietari avevano anche fatto ricorso al TAR che, con ordinanza n. 297/98, ha rigettato la proposta di istanza incidentale di sospensione del suddetto provvedimento.
Per quanto riguarda i rischi per la salute umana, che potrebbero derivare dalla presenza di campi elettromagnetici paventati nell'interrogazione in esame, l'ENEL ha precisato che l'elettrodotto in questione è stato realizzato nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e che i campi elettrici e magnetici da esso generati al momento del suo esercizio, saranno di intensità inferiore ai limiti prescritti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 1992.
L'ENEL ha precisato, altresì, che l'elettrodotto è necessario a dotare Sorrento e le aree limitrofe di una alimentazione elettrica di riserva, in assenza della quale qualsiasi disservizio sulla linea di alimentazione attuale comporterebbe prolungate mancanze di energia elettrica.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Ber sani.
FIORI. — Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e dell'interno. — Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112 ha disposto il trasferimento della erogazione delle pensioni di invalidità dalla prefettura all'Inps a far data dal 1° settembre 1998;
a tutt'oggi detto provvedimento non risulta essere stato posto in essere;
viceversa, la lentezza delle operazioni di rilevamento dei dati oggetto del trasferimento di cui sopra ha di fatto provocato già molti casi di inaccettabile ritardo nel pagamento delle pensioni ed un totale smarrimento confusionale nella gran parte degli interessati, che, non opportunamente informati, allo stato non sanno più chiedere conto dei ritardi alla prefettura o dell'Inps - :
se non ritengano opportuno far accertare le responsabilità di queste inammissibili inadempienze burocratiche e disporre inoltre che l'attuazione dei provvedimenti di cui al decreto legislativo citato in premessa avvenga al più presto e senza soluzione di continuità nella erogazione delle pensioni agli interessati, la cui maggioranza fa affidamento esclusivamente su questo tipo di reddito. (4-21753)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione presentata si comunica che il primo comma dell'articolo 130 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112, ha disposto il trasferimento della funzione erogatoria in materia di invalidità civile dal Ministero dell'interno all'I.N.P.S. a decorrere dal 120° giorno dalla data di entrata in vigore (3 settembre 1998).
Le funzioni di concessione continuano a rimanere di competenza del Ministero dell'interno e per esso delle Prefetture, fino a quando non sarà operativo il trasferimento di tali funzioni alle Regioni in virtù del comma 2 del citato articolo 130.
La disposta separazione delle competenze, ha impegnato i due Enti interessati -Ministero dell'Interno ed INPS — a porre in essere, nei tempi ristretti stabiliti dalla legge, tutti gli adempimenti connessi con la pratica attuazione della nuova disciplina con l'intento di non creare soluzione di continuità nell'erogazione delle prestazioni in questione.
L'IN PS ha provveduto quindi ad aggiornare i propri archivi, acquisendo i dati relativi a tutte le prestazioni vigenti alla data del 3 settembre 1998, ponendole in pagamento a decorrere dalla mensilità di novembre 1998. Inoltre, è stato effettuato
Atti Parlamentari - XXXVI - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
l'abbinamento delle predette prestazioni con le altre pensioni erogate dall'INPS allo stesso soggetto, si è data attuazione al pagamento mensile delle stesse, è stata inviata agli interessati un'apposita comunicazione contenente le informazioni circa le nuova modalità di pagamento ed è stato attivato un numero verde a carattere nazionale allo scopo di fornire agli stessi ogni ulteriore informazione e chiarimento.
Di conseguenza, attualmente, vengono regolarmente corrisposte le prestazioni a favore di coloro che ne erano già titolari prima dell'emanazione della nuova legge.
I ritardi lamentati, secondo quanto comunicato dall'INPS, si riferiscono sia alle numerose pratiche per le quali le Prefetture, tuttora competenti per la funzione concessola, non hanno ancora completato l'iter amministrativo, ovvero a pagamenti di prestazioni in favore degli eredi o alla corresponsione di interessi su ritardati pagamenti, che l'INPS è in grado di soddisfare solo nel momento in cui le Prefetture stesse procedono all'acquisizione dei dati necessari per la liquidazione.
L'Istituto ha fatto presente, inoltre, che sono state predisposte e messe a disposizione delle Prefetture fin dal mese di dicembre 1998, le apposite procedure informatiche per consentire la liquidazione sia delle prestazioni « correnti », sia dei ratei arretrati in favore degli stessi beneficiari o degli eredi, in caso di decesso del titolare prima della corresponsione di quanto dovuto.
Si comunica, infine, che a marzo c.a. risultavano liquidate e poste in pagamento circa 30.000 nuove liquidazioni; circa 24.000 erano in corso di liquidazione unitamente a circa 24.000 pratiche riguardanti il pagamento di ratei pregressi.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
FIORI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e delle finanze. — Per sapere - premesso che:
con decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, il Ministero delle finanze ha tra
l'altro dettato norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore aggiunto;
con l'articolo 2 del decreto legislativo 19 novembre 1998, n. 422, detto ministero ha precisato al riguardo decorrenze e garanzie, ed in particolare quanto segue:
1) il regime dei versamenti unitari entra in funzione per tutti i contribuenti a partire dal mese di maggio 1998. Sono ammessi alla compensazione:
a) dall'anno 1998 le persone fisiche titolari di partita Iva;
b) dall'anno 1999 le società di persone ed equiparate ai fini fiscali, nonché i soggetti non titolari di partita Iva;
c) dall'anno 2000 i soggetti all'imposta sul reddito delle persone giuridiche (termine anticipato all'anno 1999 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 gennaio 1999);
2) il limite massimo dei crediti d'imposta e dei contributi che possono essere compensati, è fissato, fino all'anno 2000, in lire 500 milioni per ciascun periodo d'imposta;
3) con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro, possono essere modificati i termini di cui al comma 1), lettere a), b) e c), tenendo conto delle esigenze organizzative e di bilancio;
4) i contribuenti titolari di partita Iva non ammessi alla compensazione o, seppure ammessi, per la parte che non trova capienza nella compensazione, pur nel rispetto del limite di cui al comma 2), possono ricorrere alla procedura di rimborso prevista dal titolo II del regolamento concernente l'istituzione del conto fiscale, adottato con decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 1993, n. 567. La garanzia è prestata ai sensi dell'articolo 38-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
con comunicato stampa dell'11 febbraio 1999 il ministero delle finanze ha precisato che:
a) il credito Iva risultante dalla dichiarazione annuale per il 1998, può già essere utilizzato in compensazione, a partire dai versamenti da effettuare entro il 16 febbraio 1999, anche dai soggetti che da quest'anno sono tenuti alla presentazione della dichiarazione unificata;
b) esiste la possibilità di « compensazione totale », cioè con tutti gli importi a debito che devono essere versati con il modello F24, superando così le limitazioni contenute nell'articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997;
in sostanza tutti gli importi da esporre sono:
a) quelli riportati nella colonna « importi a debito versati » del modello F24 che possono essere compensati con gli eventuali crediti risultanti dalle dichiarazioni o dalle denunce periodiche o con altri crediti spettanti al contribuente per nuove assunzioni, per investimenti, per restituzione eurotassa o altro;
b) somme versate entro il 16 marzo 1999 a titolo di concessioni governative;
in conclusione la « compensazione », come sopra specificata, costituisce una soluzione funzionale e generalmente gradita, anche se non è praticabile per tutti. Infatti quelle imprese il cui credito eccede i 500 milioni non hanno la possibilità di utilizzare la compensazione totale, ed inoltre sono state complicate le procedure che prevedono i rimborsi diretti e per contanti, in quanto al riguardo sono state delegate le esattorie di zona della tesoreria centrale, cosa che ovviamente provoca tempi e modalità di riscossione più lunghi e complicati di quelli attualmente previsti;
la prassi di non consentire l'immediata compensazione per i crediti che eccedono i 500 milioni e quella di modificare le modalità dei rimborsi per contanti, penalizzano pesantemente in particolare le piccole e medie imprese, che sono quelle
alle quali per converso dovrebbero essere aperte linee preferenziali di accesso al recupero più rapido dei crediti - :
se il Governo non ritenga di far estendere a un miliardo il limite massimo dei crediti d'imposta e dei contributi che possono essere compensati in sede di dichiarazione dei redditi e dell'Iva e di far apportare sostanziali modifiche semplifica-tive alle attuali procedure burocratiche dei rimborsi per contanti alle imprese che per esigenze gestionali e produttive scelgono tale opzione. (4-23619)
RISPOSTA. — Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante, nell'evidenziare i be-nefici che i contribuenti conseguono dall'applicazione dell'istituto della compensazione prevista dal Decreto Legislativo n. 241 del 1997, rileva, tuttavia, come il limite dei 500 milioni di lire costringa le aziende a chiedere il rimborso dell'importo eccedente e risulti di fatto penalizzante, attesa la complessità delle attuali procedure di rimborso.
In proposito, si osserva preliminarmente che il predetto limite di 500 milioni di lire per le compensazioni trova fondamento nella inderogabile necessità di assicurare una certa gradualità nell'erogazione dei rimborsi, consentendo il controllo sui flussi di cassa.
Tuttavia, poiché tale limite (ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241) opererà fino all'anno 2000, è probabile che il tetto massimo di importo compensabile venga innalzato, se non addirittura abolito, a decorrere dall'anno 2001.
In ordine alla richiesta di semplificare le attuali procedure dei rimborsi direttamente erogati dai concessionari, il Dipartimento delle Entrate ha rilevato che i problemi evidenziati nella interrogazione hanno avuto breve durata e sono derivati dall'adozione di modifiche legislative volte a completare il disegno di razionalizzazione del sistema di riscossione dei tributi, già avviato con il Decreto Legislativo n. 241 del 1997.
Infatti, l'articolo 2, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 19 novembre 1998, n. 422, ha anticipato al 31 dicembre 1998 la
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
fine del periodo transitorio di gestione dei versamenti unitari con compensazione, durante il quale i concessionari del Servizio di riscossione rivestivano il ruolo di tramite necessario nell'afflusso delle somme relative ai versamenti IRPEF, IRPEG e IVA effettuati dai titolari di conto fiscale. Di conseguenza, da quella data è venuta meno la possibilità per gli stessi concessionari di erogare i rimborsi utilizzando i fondi della riscossione e di avere notizie dei versamenti effettuati e degli importi compensati dai contribuenti, ai sensi del decreto legislativo n. 241 del 1997.
Tuttavia, con l'articolo 18, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e con il successivo decreto direttoriale 1° febbraio 1999, sono state individuate nuove modalità per attribuire ai concessionari le somme da loro richieste per l'effettuazione dei rimborsi e, al tempo stesso, è stata disegnata una procedura su base telematica che permette di far conoscere immediatamente ai concessionari la situazione dei versamenti e delle compensazioni effettuate dai contribuenti che hanno presentato richiesta di rimborso.
Tale procedura, nonostante le difficoltà insorte nella prima fase di gestione, è ormai pienamente operativa e consente ai concessionari, una volta effettuati i necessari controlli di provvedere alle liquidazioni delle richieste di rimborso pervenute, nel termine di legge di 40 giorni.
Il Ministro delle finanze: Vincenzo Visco.
FONTAN. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere - premesso che:
il 14 maggio 1998 la Lega Nord Sudti-rolo ha organizzato una conferenza stampa sugli ultimi referendum promossi dalla Lega Nord per l'indipendenza della Padania, conferenza alla quale è stata invitata tutta la stampa locale;
alla suddetta conferenza hanno partecipato tutti i mass media locali di lingua tedesca e italiana, ad eccezione della « Rai
Sender Bozen di lingua tedesca» la quale risulta avere una struttura più efficace e superiore a tutti i mass media privati messi insieme nella provincia di Bolzano;
quest'anno la « Rai Sender Bozen », la quale percepisce diversi miliardi di lire quale contributo annuo, è risultata assente - ingiustificata - a tutti gli appuntamenti organizzati dalla Lega Nord per l'indipendenza della Padania;
la « Rai Sender Bozen » non trasmette più le notizie di altri partiti tranne quelle riguardanti il movimento SVP — :
se non intenda verificare l'efficienza e l'economicità della gestione della concessionaria in relazione al servizio della « Rai Sender Bozen» a fronte della inefficienza denunciata in premessa, con particolare riferimento alla somma annualmente spesa dalla Rai per i giornalisti della « Sender Bozen», al costo del mantenimento della « Rai Sender Bozen » di lingua tedesca » e di « lingua ladina » e infine al costo sia della televisione che della radio « Rai Sender Bozen». (4-17973)
RISPOSTA. — Si ritiene opportuno premettere che non rientra fra i poteri del Governo quello di sindacare l'operato della RAI per la parte riguardante la gestione aziendale.
Tali problemi rientrano, infatti, nelle competenze del consiglio di amministrazione della società e ciò esclude qualsiasi possibilità di intervento governativo in quanto tale organo opera, ai sensi della legge 14 aprile 1975, n. 103, nel quadro delle direttive e dei criteri formulati dalla apposita commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Tuttavia, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è provveduto ad interessare la predetta concessionaria la quale ha precisato che la convenzione « aggiuntiva », stipulata con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi della citata legge 10311975, le attribuisce l'obbligo di produrre e trasmettere programmi radiofonici in lingua tedesca per
Atti Parlamentari - XXXIX - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
4716 ore, programmi televisivi in lingua tedesca per 550 ore, programmi radiofonici in lingua ladina per 352 ore e programmi televisivi in lingua ladina per 35 ore. Sulle trasmissioni effettuate, la RAI fornisce trimestralmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una dettagliata relazione corredata dell'elenco dei programmi irradiati. Gli obblighi previsti sono sempre stati soddisfatti senza incorrere in rilievi da parte degli organi preposti al controllo.
La concessionaria, con l'occasione, ha fatto presente che, secondo i risultati di un'indagine condotta quest'anno dall'ASTAT (Istituto di statistica della Provincia di Bolzano), gli utenti hanno premiato i programmi di lingua tedesca della RAI per la completezza e l'imparzialità dei servizi con indici di ascolto molto alti.
La RAI ha riferito di percepire, a fronte di queste attività, un « rimborso » il cui valore accertato per il 1997 è stato di 28.279 milioni di lire, precisando al riguardo che in tale anno il costo industriale delle trasmissioni radio e televisive in lingua tedesca è stato di 24.013 milioni di lire, mentre quello per le trasmissioni in lingua ladina è stato di 2.187 milioni di lire. Tali costi comprendono il costo del personale, le spese di acquisizione di beni e servizi all'esterno, gli ammortamenti degli impianti di produzione e trasmissione e le quote delle spese generali di azienda.
Per quanto riguarda la conferenza stampa tenuta dalla Lega Nord il 14 maggio 1998 a Bolzano sui referendum da essa promossi, la società concessionaria ha dichiarato che Sender Bozen era presente ed ha trasmesso un'ampia notizia nei giornali radio delle ore 12 e delle ore 13.
Il Telegiornale (Tagesschau), inoltre, per la sua stessa brevità (17 minuti) non prevede normalmente servizi su conferenze stampa dovendo trasmettere, oltre alle notizie locali, anche servizi nazionali e internazionali: maggior spazio è possibile avere negli undici notiziari radiofonici che vanno in onda dalle 7,15 alle 19,30.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
GAGLIARDI. — Ai Ministri delle comunicazioni e del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere - premesso che:
notizie di stampa e fonti sindacali hanno ripetutamente sostenuto nei giorni scorsi che la Teli, la società di impiantistica telefonica con sede a Roma, starebbe per licenziare i 60 dipendenti della sede genovese;
Genova privata di larga parte delle grandi industrie dellTri e di altre numerose piccole e medie imprese, non è più in grado di sopportare ulteriori perdite di posti di lavoro essendo, peraltro, tra le grandi città del nord Italia quella con il più alto tasso di disoccupazione;
preoccupa non poco il fatto che alle prime reazioni negative da parte delle organizzazioni sindacali i dirigenti della Teli avrebbero risposto che « la città di Genova non è più affidabile» - :
se la notizia risponde a verità;
se non intenda, in attesa dei piani di investimento dei nuovi gestori telefonici e, quindi, prima del grande processo di trasformazione in cui è coinvolto il settore della telefonia italiana, far soprassedere la Teli da ogni decisione, sia per garantire la continuità di lavoro agli attuali 60 dipendenti sia per non disperdere o addirittura azzerare preziosi ed anche qualificati posti di lavoro e, quindi, la possibilità di futura occupazione per i giovani genovesi già duramente colpiti dalla crisi che la città sta pesantemente subendo. (4-19609)
RISPOSTA. — Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con riferimento all'interrogazione presentata, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione Provinciale del lavoro di La Spezia è emerso quanto segue.
La Teli s.p.a. non opera più in Genova in quanto in data 28.10.1998 ha proceduto al licenziamento di 59 unità per chiusura del Centro operativo.
L'Organico attuale della società si compone di 255 unità, di cui 26 in CIGS.
Atti Parlamentari - XL - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
// 31.3.1999 la Teli ha iniziato una procedura di mobilità per complessivi 36 dipendenti di cui 26 per il centro operativo di La Spezia e 10 per quello di Savona, a seguito di ulteriori riduzioni di commesse di lavoro da parte della committente Telecom Italia s.p.a. e più precisamente da un importo di E. 21.300.000.000 per Vanno 1998 a soli £. 9.000.000.000 per il 1° semestre delVanno 1999, a fronte di £. 27.700.000.000 per Vanno 1997.
Tutto ciò è dovuto alla crisi della telefonia tradizionale. Telecom Italia S.p.a., infatti, è orientata nei suoi investimenti verso la telefonia cellulare ritenuta più vantaggiosa economicamente; alla telefonia tradizionale residuano lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, peraltro già esistenti; e Teli S.p.a. opera in tale settore.
Si comunica, inoltre, che la società ha fatto investimenti nel settore della telefonia cellulare, in attrezzature, materiali e nuove assunzioni (ingegneri) ma subisce lo stallo dei lavori affidati dalla Ericsson per la realizzazione delle stazioni cellulari Tim-Wind, in quanto causerebbero inquinamento ambientale.
Si prevede, comunque, una ripresa dei lavori entro il corrente mese di giugno.
Da ultimo si rappresenta che attualmente la Teli s.p.a. sta procedendo all'estinzione del debito nei confronti dell'INAIL e dell'INPS.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
GALDELLI, GIACCO e DUCA. - Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
la situazione delle Cartiere Miliani Fabriano si sta aggravando di giorno in giorno;
la direzione aziendale ha, fra l'altro, deciso unilateralmente di chiudere lo stabilimento di Castelraimondo e ha posto in cassa integrazione generale i lavoratori;
il Poligrafico dello Stato ha ordinato alle Cartiere Miliani Fabriano la fornitura di cinque commesse per oltre quattro miliardi di carta patinata fluorescente per francobolli;
la direzione delle Cartiere Miliani Fabriano si sta rifiutando di evadere le ordinazioni su menzionate (trattasi di commesse da tutti giudicate convenienti) creando così un danno evidente anche allo stesso Istituto Poligrafico Zecca dello Stato - :
per quali ragioni la direzione delle Cartiere Miliani Fabriano rifiuti di onorare gli impegni assunti con il Poligrafico dello Stato;
se intenda intervenire al fine assicurare la ripresa produttiva e un futuro produttivo certo allo stabilimento* di Castelraimondo. (4-23529)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione presentata, concernente la difficile situazione in cui versa la Cartiere Miliani Fabriano S.p.A., con particolare riferimento allo stabilimento di Castel Raimondo.
In merito alla mancata fornitura all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato da parte della Cartiere Miliani di alcuni quantitativi di carte gommate per francobolli, relativi ad ordinativi del 1997 e dei primi mesi del 1998, si fa presente che la vicenda va collocata nel più ampio contesto degli interventi riorganizzativi in corso di attuazione da parte del citato Istituto e della controllata Cartiere Miliani, la quale ha, peraltro, la necessità di riconvertire lo stabilimento di Castel Raimondo.
Infatti, per le commesse pregresse, connotate da un trend eccessivamente variabile, non sarebbe opportuno né economicamente né tecnicamente il mantenimento in esercizio di uno stabilimento per produzioni esigue.
Peraltro, con l'ausilio di tecnici della Miliani, sono stati effettuati investimenti per l'installazione di impianti presso lo stabilimento di Foggia, già in fase di completamento, i quali consentiranno la produzione della carta in questione nei quantitativi occorrenti.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
In merito al rilancio produttivo della Cartiere Miliani S.p.A., giova precisare che la società, nell'esercizio '97 e nel primo semestre '98, ha registrato un perdita complessiva di circa 310 miliardi e di conseguenza un patrimonio netto negativo di circa 197 miliardi, che ha comportato il verificarsi delle condizioni previste dall'articolo 2447 del codice civile.
A fronte di tale situazione, l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in data 26 giugno 1998, si è accollato debiti bancari, già in capo alla Cartiere Miliani, per 226,7 miliardi e, nell'assemblea straordinaria del 4 agosto 1998, ha ripianato le perdite, ricostituendo contestualmente il capitale sociale per 60 miliardi.
L'impegno finanziario del Poligrafico è quindi ammontato complessivamente a circa 260 miliardi.
I citati interventi hanno seguito quello effettuato sulla base del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 548, convertito nella legge 20 dicembre 1996, n. 641, che assegnava alla Cartiere Miliani 60 miliardi destinati al sostegno dell'industria cartaria (Cellulosa Calabra S.p.A.), ubicata nel territorio di Crotone.
Le pesanti perdite gestionali della Cartiere Miliani sono riconducibili ad alcune società partecipate, fra le quali la Cellulosa Calabra ed, inoltre, sono causate:
da insufficienze strutturali ed operative riferibili alla frammentazione dell'attività (quattro stabilimenti, numerosi depositi, dispersione della rete di vendita) ed al mix di prodotti (largo consumo e produzioni con caratteristiche di specializzazione);
dalla scelta di investimenti rivelatisi non economici e non funzionali.
Va aggiunto, inoltre, il sovradimensionamene del fattore lavoro; in Italia, infatti, il fatturato medio pro-capite del settore è di circa 550 milioni rispetto ai 350 milioni che si registrano nella Cartiere Miliani.
Su tale precaria situazione incide in modo rilevante l'andamento dello stabilimento di Castel Raimondo, che opera nel segmento della carta autocopiante, settore in crisi in tutto il mondo occidentale; a tale
unità produttiva fa riferimento una perdita pari a quasi la metà del fatturato (ammontante a circa 50 miliardi).
Il piano industriale, presentato alle organizzazioni sindacali il 23 febbraio 1999, individua un percorso di risanamento e di sviluppo della Cartiere Miliani basato sui seguenti principali presupposti:
mantenimento di tutti i siti produttivi;
razionalizzazione della struttura impiantistica e sviluppo di nuove iniziative, soprattutto nello stabilimento di Castel Raimondo;
rilancio dell'attività aziendale su linee di prodotti specializzati, ricercando anche opportunità di joint-venture tecnologiche;
contenimento delle risorse finanziarie assorbite dalle società partecipate, anche attraverso la cessione di quelle che non rivestono, per il settore in cui operano, un interesse strategico per la Cartiere Miliani e che possono trovare al di fuori del gruppo migliori opportunità di sviluppo;
saturazione delle capacità di allestimento dell'azienda attraverso l'introduzione di semilavorati a costi internazionali, al fine di sviluppare la posizione sul mercato nazionale e del Mediterraneo, facendo ricorso anche a collegamenti con altri gruppi, attraverso joint-venture e/o partnership.
L'intero pacchetto dei provvedimenti individuati dal piano consente di ridisegnare le finalità dell'azienda garantendo un'economicità di gestione che le consenta un'efficace collocazione sul mercato nazionale ed internazionale.
Il conseguente riequilibrio degli organici, sulla base dei parametri medi del settore, darebbe luogo, in assenza di specifiche iniziative, ad un organico tecnologico dell'ordine di 550 unità, rispetto alle 970 attuali.
Il piano predisposto, invece, configura azioni ed individua nuove iniziative - con investimenti complessivi sul territorio per circa 200 miliardi nell'arco del triennio — che consentono di riassorbire una parte significativa delle eccedenze, le quali potranno essere ulteriormente ridotte me-
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diante terziarizzazioni di attività non cor-relate a quella principale (ad esempio manutenzioni, logistica, ecc.) e che saranno supportate dalla Cartiere Miliani con contratti pluriennali.
Il ricorso ai tradizionali ammortizzatori sociali interesserà, quindi, nell'arco del triennio, un numero di persone assai contenuto.
L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha svolto e continuerà a svolgere il proprio ruolo di azionista di riferimento, supportando il piano elaborato dall'azienda, nel rispetto della normativa della Comunità Europea, che ha già in corso la procedura di cui all'articolo 93 del Trattato, anche a tutela degli investimenti finora sostenuti, nonostante le attività della Cartiere Miliani non rientrino tra quelle identificate come principali nel piano di risanamento dell'Istituto Poligrafico.
Si soggiunge, infine, che la creazione di partnership con gruppi finanziari e industriali avverrà attraverso procedure che assicureranno la trasparenza delle scelte, nonché il concreto interesse a mantenere gli impegni di sviluppo e di occupazione nel territorio.
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica: Roberto Pinza.
GAZZILLI. — Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
Santa Maria Capua Vetere, popolosa cittadina del casertano, è sede di numerosi uffici pubblici e privati tra i quali va annoverato l'unico tribunale della provincia che, per qualità e quantità degli affari civili e penali, è, in ordine di importanza, il sesto d'Italia; non vi è, invece, un ufficio del registro adeguato alle esigenze della utenza la quale, pertanto, è costretta a spostarsi nel capoluogo con grave disagio dei privati e inammissibili disfunzioni nei pubblici servizi - :
se non ritenga di dover avviare al più presto le procedure necessarie per la isti
tuzione dell'ufficio in parola nella città predetta. (4-21456)
RISPOSTA. — In merito alla richiesta di istituire un ufficio del registro a Santa Maria Capua Vetere, il competente Dipartimento delle Entrate ha rilevato che in tale città è prevista l'attivazione, entro l'anno 2000, di un ufficio delle entrate, che svolgerà, oltre alle competenze in materia di imposte dirette e di IVA anche quelle in materia di registro.
Pertanto poiché la questione sollevata è destinata a risolversi in un arco di tempo ristretto, il predetto Dipartimento ritiene del tutto incongruo istituire attualmente a Santa Maria Capua Vetere un ufficio del registro, che a breve dovrebbe essere soppresso con l'avvio del nuovo ufficio delle entrate.
Il Ministro delle finanze: Vincenzo Visco.
GAZZILLI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere - premesso che:
come risulta dal Corriere di Caserta del 26 febbraio 1999, l'andamento del servizio postale nel capoluogo è del tutto insoddisfacente;
in particolare, viene da più parti segnalata l'insufficienza quantitativa delle cassette dislocate nelle strade cittadine che costringe gli utenti a percorrere chilometri per reperire una buca o per recarsi all'ufficio postale più vicino; inoltre, le poche cassette tuttora funzionanti non vengono neppure svuotate regolarmente - :
quali provvedimenti intenda adottare per lenire i disagi dell'utenza e per restituire al servizio in questione livelli accettabili di efficienza e di funzionalità.
(4-22920)
RISPOSTA. — Si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
Ciò premesso, si fa presente che Poste Italiane s.p.a. — interessata in merito all'atto parlamentare in esame — ha comunicato che nella città di Caserta si trovano 51 punti di impostazione, equamente distribuiti tra il centro cittadino e la periferia, che riescono a raccogliere senza difficoltà i circa 5300 oggetti spediti quotidianamente.
Inoltre, un accertamento ispettivo, appositamente disposto, ha confermato che le cassette sono tutte funzionanti.
Il servizio di vuotatura, poi, si svolge con regolarità, in base agli orari stabiliti e risultanti dalla documentazione in possesso del Centro Rete Postale di Caserta. A tale riguardo, Poste Italiane s.p.a. ha precisato che nelle zone centrali e/o a maggior flusso di traffico, gli addetti eseguono il prelievo della corrispondenza dalle cassette due volte al giorno.
Il Ministro delle comunicazioni: Salvatore Cardinale.
GRAMA ZIO. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
presso il tribunale penale di Roma diviene sempre più evidente lo stato di collasso dei processi pendenti;
anche per i più delicati e rilevanti processi si registrano enormi ritardi, come nel caso del giudizio distinto con il n. 3823/R.G.1997 per fatti avvenuti nell'ottobre-novembre 1991, per il quale la 5° Sezione penale, presieduta dal dottor Vincenzo Vardaro, all'udienza del 27 giugno 1997, soltanto a causa dell'omessa notificazione del decreto di citazione a giudizio di cinque imputati del reato di abuso d'ufficio e senza tenere in alcun conto la probabile estinzione del reato, che si verificherà inevitabilmente il 30 maggio 1999, ha rinviato il processo in questione all'udienza del 5 giugno 1998, ore 10.30 -:
se non intenda disporre urgentemente, nell'interesse dell'ordine giuridico
così gravemente turbato, una ispezione ministeriale presso il suddetto tribunale, perché episodi di tal genere non abbiano più a verificarsi ed il corso della giustizia penale sia più sollecito nel definire i processi più delicati e rilevanti per la pubblica amministrazione. (4-17814)
RISPOSTA. — In relazione al contenuto dell'interrogazione indicata è stato interessato, per il tramite della competente articolazione ministeriale, il Presidente della Corte di Appello di Roma.
Dall'esame della documentazione fatta pervenire emerge che il procedimento n. 3823 del 1997 a carico di persone imputate del reato di cui all'articolo 323, 1° e 2° comma c.p. era stato assegnato al II Collegio della Quinta Sezione Penale del Tribunale di Roma per l'udienza del 27 giugno 1997.
In precedenza, il G.U.P. di Roma aveva prosciolto gli imputati e, a seguito d'impugnazione e del P.M. e del P.G., la Corte di Appello di Roma, sez. IV, aveva annullato la predetta decisione e disposto il rinvio a giudizio.
All'udienza del 27 giugno 1997 il Tribunale, rilevato che era stata omessa la notifica del decreto che dispone il giudizio alla parte offesa Università degli Studi « La Sapienza » di Roma in persona del suo Rettore prò tempore, ha disposto la notifica ed ha rinviato il procedimento all'udienza del 5 giugno 1998.
Circa le doglianze espresse in merito a tale decisione è stato osservato che l'omessa notificazione del decreto che dispone il giudizio comporta la nullità del processo ai sensi del combinato disposto degli articoli 178, lettera c), e 180 c.p.p. per cui s'impone la rinnovazione, anche d'ufficio, della notificazione.
Quanto alla lunghezza del rinvio, quasi un anno, essa è dovuta alle cause che hanno afflitto e che affliggono la composizione del detto Collegio, costantemente rappresentate al Presidente della Corte di Appello e che hanno determinato un arretrato notevole.
È stato precisato, infine, che nella formulazione originaria dell'articolo 323 c.p. la
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
prescrizione era decennale mentre nell'attuale formulazione la prescrizione è quinquennale e la modifica legislativa, approvata con legge n. 234 del 16 luglio 1997, è avvenuta successivamente al primo rinvio.
Non sembrano, quindi, sussistere elementi suscettibili di assumere rilevanza sul piano disciplinare a carico del Presidente del collegio assegnatario del procedimento.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
GUERRA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere - premesso che:
l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (Aig), con sede in Roma, via Cavour 44, è ente morale a carattere culturale senza fini di lucro, che gode, come tale, del patrocinio della Presidenza del Consiglio e dei Dipartimento del turismo; essa è amministrata da un comitato nazionale e da una giunta nazionale dei quali fanno parte un rappresentante del ministero della pubblica istruzione ed un rappresentante della Presidenza del Consiglio (disciolto dicastero del turismo);
uno studio dal titolo « Spunti di patologia organizzatoria Aig » denunciava, sin dal giugno 1991, l'esistenza di una serie di situazioni anomale:
a) norme statutarie che consentono di alterare i risultati elettorali, stravolgendoli;
b) immedesimazione e cumulo delle cariche nazionali, regionali e zonali;
c) iniqua remunerazione delle cariche «cumulate»; sin dal 1990 l'indennità di missione è di lire 800.000 per il primo giorno, aggiuntive ad indennità fisse, cumulate;
d) affidamento dei problemi giovanili alla sola competenza di ultrasettantenni;
e) esclusione dalle cariche delle rappresentanze di enti locali, compresi i comuni proprietari di ostelli;
f) affidamento della leadership burocratica a capo non burocratico;
g) sfruttamento della produttività del volontariato periferico a scapito delle esigenze e delle attrezzature della periferia;
h) esasperazione del centralismo ed esautorazione di comitati regionali anche mediante contrapposizione ad essi di comitati zonali a rapporto diretto - :
se tali indicazioni di anomalie corrispondano alla realtà;
quale ruolo abbiano svolto e sulla base di quali indirizzi e direttive abbiano partecipato in questi anni all'attività del-l'Aig i due rappresentanti del Governo;
se risultino a conoscenza dei ministeri interessati denunce di irregolarità nel procedimento elettorale per l'elezione delle cariche nazionali 1997-2001 e se, a seguito di esse, sia stata verificata l'esistenza o meno di tali irregolarità;
se e quali informazioni siano pervenute dai rappresentanti ministeriali in ordine alla conduzione degli ostelli per la gioventù e, in particolare, se siano state segnalate irregolarità e/o inopportunità nell'affidamento delle gestioni;
se sia vero che circa un terzo dei comitati regionali è retto da commissari straordinari in carica da anni e di nomina esclusivamente presidenziale;
quali iniziative intenda assumere per far fronte ai problemi esistenti. (4-21071)
RISPOSTA. — Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri all'interrogazione presentata, nella quale vengono esposti fatti che denoterebbero gravi disfunzioni circa gli aspetti organizzativi e gestionali dell'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù.
Al riguardo si osserva che i fatti esposti non investono profili di diretta competenza della mia Amministrazione, trattandosi nella fattispecie di un ente morale di diritto privato e considerato che nei confronti di
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
detto Ente compete al Dipartimento del Turismo unicamente la nomina di un rappresentante all'interno del Comitato Nazionale AIG.
Si segnala al riguardo che attualmente lo stesso Dipartimento non ha ritenuto di nominare alcun rappresentante in seno al predetto Comitato Nazionale delVAIG.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
IACOBELLIS. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
con decreto del 24 settembre 1998 del presidente della corte di appello di Bari, la dottoressa Maria Antonietta Chirone, pretore del lavoro presso la pretura di Trani, a partire dal 1° ottobre 1998 è stata applicata, per la durata di sei mesi, a prestare la propria attività presso il tribunale del riesame;
tale trasferimento, che stando a voci vicine all'ufficio emittente assumerà alla scadenza carattere definitivo, ha paralizzato del tutto l'attività giudiziaria dei processi in materia di lavoro, previdenziale ed assistenziale instaurati dai residenti delle città di Barletta e di Molfetta, stante l'anomalo e penalizzante criterio, solo per le parti provenienti da queste due città, assunto dalla sezione lavoro della pretura circondariale di Trani che ha finora provveduto ad assegnare ai magistrati i ricorsi giudiziali sulla base della mera residenza dei ricorrenti;
la predetta sezione del lavoro, infatti, nonostante abbia un enorme carico giudiziario in continuo aumento, specie in materia previdenziale ed assistenziale, si è avvalsa finora dell'operato di solo tre magistrati (Di Trani, Brudaglio e Chirone) i quali, in virtù di questo abnorme criterio, sono stati incaricati di tutti i procedimenti giudiziari ex articolo 409 del codice di procedura civile provenienti, quanto al dottor Di Trani, da Minervino Murge, Spi-nazzola, Canosa, Ruvo, Terlizzi e Trani,
quanto al dottor Brudaglio, da Bisceglie, Andria e Corato e, quanto alla dottoressa Chirone, da Barletta e Molfetta;
peraltro, il provvedimento assunto dalla corte di appello di Bari è illegittimo in quanto relativo a magistrato incaricato ad un servizio speciale, quale quello disciplinato dalla legge 11 agosto 1973, n. 533, ed in quanto tale non trasferibile ad altro e diverso incarico, salvo particolarissime e gravi esigenze di ufficio, che nella specie non sussistono;
la totale paralisi creatasi con tale provvedimento danneggia gli invalidi civili e del lavoro e tutti coloro che reclamano i loro impellenti diritti previdenziali ed assistenziali, per i quali il legislatore ha previsto un percorso preferenziale e sollecito - :
quali iniziative intenda promuovere perché da parte della corte di appello di Bari si provveda all'immediata revoca del predetto provvedimento, o quanto meno all'immediata sostituzione della dottoressa Chirone, provvedendo alla nomina di altro magistrato in sua vece. (4-20080)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata, si rappresenta che i provvedimenti di applicazione in questione sono rimessi alla valutazione del Presidente della Corte di Appello e del Consiglio Giudiziario competente sulla base della normativa di legge e delle circolari in materia emanate dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Avverso il provvedimento l'interessato può fare reclamo al Consiglio Superiore della Magistratura.
Nessuno spazio ulteriore è lasciato ad interventi ministeriali all'infuori di proposte di applicazione extradistrettuale.
Si comunica peraltro che l'applicazione endodistrettuale della dott.ssa Chirone al Tribunale di Bari è cessata in data 25 marzo 1999.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
LA MALFA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere:
in relazione alla rimozione del professor Luigi Lombardi Vallauri, docente di filosofia del diritto all'Università cattolica Sacro Cuore di Milano;
se risultino le esatte circostanze e gli aspetti giuridici di tale rimozione;
a quanto ammontino i finanziamenti pubblici che, a qualsiasi titolo, lo Stato, le regioni ed altre pubbliche istituzioni assegnano alla Università cattolica del Sacro Cuore;
quali conseguenze il Governo tragga da questa vicenda sia per quanto riguarda il finanziamento da parte dello Stato dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, sia più in generale sul problema del finanziamento pubblico della scuola privata. (4-24775)
RISPOSTA. — L'Onorevole interrogante chiede chiarimenti in relazione al mancato rinnovo dell'affidamento di un incarico di insegnamento, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, al professore Luigi Lombardi Vallauri; chiede altresì di conoscere l'ammontare dei finanziamenti pubblici alla predetta Università.
In merito alla prima richiesta, il Rettore dell'Ateneo, interpellato dal Ministero al fine di acquisire elementi, ha fornito le seguenti informazioni.
Al prof. Vallauri non è stato rinnovato l'affidamento dell'insegnamento in Filosofia del diritto in quanto nei confronti dello stesso è venuto a mancare il « gradimento » necessario per l'esercizio della docenza nell'Ateneo in questione.
Il requisito del « gradimento » è previsto dall'articolo 10 dell'accordo recante modificazioni al concordato Lateranense del 1929 e dalle clausole contenute nel protocollo addizionale dell'accordo stesso, ratificato con legge 25.3.85, tu 121.
L'Università Cattolica si pone pertanto in un contesto giuridico particolare tra gli Atenei italiani; d'altra parte, la Corte Costituzionale, con sentenza tu 9511972, ebbe ad esprimersi nel senso di riconoscere efficacia
alla clausola del « gradimento » nei confronti dei docenti dell'Ateneo, pur in rapporto ai principi costituzionali sulla libertà di ricerca e di insegnamento.
Il Rettore fa osservare, inoltre, che il prof. Vallauri è ordinario presso l'Università di Firenze e che, pertanto, nei suoi confronti non si può parlare di « rimozione » ma di mancato rinnovo dell'affidamento di un incarico.
Quanto all'ammontare dei finanziamenti alle Università non statali legalmente riconosciute, il Ministero fissa con decreto ogni anno i criteri oggettivi da adottare per la ripartizione dei fondi previsti da apposito stanziamento di bilancio, ai sensi del disposto di cui all'articolo 3, punto 3, della legge 29.7.91, n. 243.
Sulla base di tali criteri, tramite l'invio di specifici prospetti, vengono richiesti alle Università i dati aggiornati in relazione anche a quanto indicato al comma 1, articolo 3, della suddetta L. n. 243191.
Ciò premesso, preciso che per l'anno '98, con decreto ministeriale 8 luglio 1998, n. 516, il Ministero ha provveduto a determinare i criteri di ripartizione dello stanziamento complessivo (pari a £. 150.000.000.000), secondo i sottoindicati rapporti percentuali.
Contributo fìsso di un miliardo a ciascuna istituzione;
35 per cento in relazione agli studenti iscritti;
20 per cento in relazione agli interventi a favore degli studenti;
35 per cento in relazione al costo del personale docente e non docente di ruolo;
5 per cento in relazione al costo del personale non di ruolo;
5 per cento in relazione alle strutture immobiliari, con peso specifico doppio per le superfici destinate a laboratori e biblioteche.
A seguito della ripartizione dell'intero stanziamento, disposta in conformità ai criteri del suddetto decreto e sulla base dei dati informativi trasmessi dalle Università, al-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano è stata assegnata la somma di £. 63.969.437.000.
Il Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica: Luciano Guerzoni
MALA VENDA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere -premesso che:
in data 23 gennaio 1998 Fiat Auto spa di Pomigliano ha inviato il proprio dipendente signor Gennaro Sapio, al servizio di medicina del lavoro per giudizio di idoneità alla mansione svolta, con allegato profilo lavorativo;
il profilo lavorativo trasmesso dalla direzione aziendale all'istituto risulterebbe sommario, parziale, e scarsamente esplicativo alle reali mansioni svolte dal signor Sapio nel reparto « plastica » come addetto alla linea di lavorazione dei serbatoi carburante;
ciononostante il servizio di medicina preventiva ha rilasciato un giudizio di idoneità senza avere una precisa cognizione del lavoro svolto dal signor Sapio;
sembra che alla postazione 85 dei serbatoi carburante dei modelli « 145" e « 146» il Sapio, che vi è adibito, di solito, per l'intero turno di lavoro e perlomeno un giorno la settimana, è costretto a prelevare i serbatoi carburante da appositi cassoni ubicati a circa 10 metri e trascinarli a mano alla postazione lavorativa;
alla postazione dell'operazione 90, ove l'addetto è adibito di solito per l'intero turno di lavoro, deve prelevare manualmente il serbatoio, disposto a terra in maniera verticale, ed elevarlo a circa 70 cm., « estenderlo », ed infilarlo all'interno della macchina automatica per caricarlo successivamente sempre a « braccia » sull'apposito attrezzo; inoltre, nella contigua postazione di saldatura automatica delle basette e dei distanziali, l'addetto è costretto ad « affacciarsi » all'interno della
macchina automatica ed a sottoporsi a piegamenti del busto di circa 90 gradi per predisporre le basette, e di circa 80 gradi per distanziarli;
alla postazione delle operazioni 100/ 105 l'addetto (adibito di solito mediamente 2 ore circa) preleva manualmente i serbatoi da apposito cassone, li innalza a circa 70 cm. e li deposita su un nastro trasportatore ove monta la valvola di « sfiato », successivamente deve prelevare « a braccia » il serbatoio e sempre a braccia « ri-posizionarlo » per poterlo poi inserire ver-ticalmete all'interno della macchina automatica per il lavaggio interno ad aria compressa;
così continuando in quasi tutte le postazioni la movimentazione dei serbatoi carburante è svolta manualmente e la loro forma non consente « prese » razionali, il loro trasferimento sugli attrezzi e/o all'interno delle macchine di lavoro è svolta mediante il loro innalzamento a circa 70/80 cm. da terra per poi posizionarli flettendo le braccia con un « effetto leva » a rovescio che aumenta il carico sottoponendo l'addetto a continui e faticosi sforzi delle braccia e del tronco con una movimentazione giornaliera di circa 300 « carichi » a detta della stessa azienda;
il signor Gennaro Sapio è affetto da precise e documentate patologie che chiaramente sconsigliano postazioni di lavoro che lo sottopongono a sforzi continuativi e protratti riguardanti l'intera colonna vertebrale, come è ben noto sia al medico competente che al servizio di medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica;
il signor Gennaro Sapio e lo Slai Cobas hanno presentato un esposto alle autorità competenti a riguardo dei fatti sopra richiamati - :
come il Ministro interrogato intenda intervenire perché siano chiarite la dinamica e le responsabilità nei fatti succitati;
se lo stesso Ministro ritenga necessario aumentare e migliorare gli strumenti di tutela e garanzia della salute dei lavoratori e l'operatività in tal senso degli organi
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
dell'Amministrazione dello Stato preposti ai controlli. (4-15624)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione presentata, le indagini esperite dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli hanno evidenziato quanto segue.
Il Sig. Gennaro SAPIO, nato ad Acerra il 5.1.1951, è stato assunto dalla Soc. INCA ALFA ROMEO in data 20.10.1972 ed assegnato, fino al gennaio 1994, all'officina la-stratura dello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
Il suddetto dipendente, dopo essere stato adibito al lavoro presso altri reparti dello stesso stabilimento, opera dal gennaio 1995 presso l'unità tecnologica del reparto plastica (UTE).
A seguito di esposti sindacali che denunciavano l'incompatibilità delle condizioni di salute del Sig. Sapio con le operazioni svolte, il competente organo di vigilanza, la ASL NA4 di Acerra, è intervenuta in data 13 marzo 1998 presso il reparto UTE dello stabilimento di Pomigliano d'Arco della Soc. FIAT AUTO s.p.a. (ex INCA Alfa Romeo).
A seguito di tale intervento, i funzionari ASL hanno rilasciato le prescrizioni e le disposizioni relative alla organizzazione del lavoro, alla valutazione del rischio e controlli sanitari riguardanti il reparto suindicato ed il personale addetto.
L'esito degli accertamenti è stato comunicato alla Autorità giudiziaria con rapporto n. 520 del 13.3.98.
Stante ai tempi compatibili con la procedura modificatoria del sistema sanziona-torio di cui agli articoli 20 e 21 del D. Lgs. 758194, in data 18.6.98 l'Azienda FIAT AUTO è stata ammessa alla conciliazione amministrativa.
L'Azienda ha effettuato il pagamento delle sanzioni amministrative ridotte secondo legge, ciò a completamento dell'iter amministrativo previsto dalla succitata normativa.
Si fa presente, poi, che questo Ministero per rendere più incisiva l'attività di vigilanza sull'osservanza delle norme di tutela del lavoro, ha adottato diverse iniziative quali:
specifici corsi di qualificazione per il personale di VI e VII livello, già in servizio presso gli U.L.P.M.O., da utilizzare in compiti ispettivi;
definizione di n. 13 corsi di riqualificazione per n. 291 dipendenti;
assunzione, nel mese di settembre 1998, dei vincitori del concorso a 235 posti di funzionario amministrativo - Vili q.f;
assunzione di n. 21 funzionari della mobilità dei segretari Comunali.
Peraltro, l'Amministrazione, per fronteggiare la situazione di emergenza derivante dai nuovi compiti che l'evoluzione della legislazione sociale ha assegnato nell'ambito delle assunzioni programmate ai sensi dell'articolo 39 della legge 449197, ha chiesto al Dipartimento della Funzione Pubblica l'autorizzazione:
ad assumere gli idonei del concorso a 235 posti di funzionario amministrativo Vili q.f;
ad assumere 200 unità di idonei dei concorsi presso altre Amministrazioni;
alla mobilità.
Inoltre, si stanno completando le assegnazioni relative al concorso a 190 posti di funzionario, ispettore del lavoro - Vili q.f.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
MALENTACCHI, GIORDANO, VENDOLA e EDO ROSSI. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - permesso che:
il 23 novembre 1998 alcuni esuli politici cileni residenti in Italia hanno presentato alla procura della Repubblica di Prato un esposto e una denuncia nei confronti di Augusto Pinochet, nei quali si ipotizzano fra gli altri i delitti di genocidio, strage, omicidio plurimo, sequestro di persona, occultamento di cadavere, in relazione alla scomparsa di sette cittadini italiani - scomparsa accertata dalla Commis-
Atti Parlamentari - XLIX - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
sione di indagine nominata dal Presidente della Repubblica del Cile nel 1990 - e ad altri delitti commessi durante il regime militare instaurato con il colpo di Stato dell'I 1 settembre 1973;
ai sensi dell'articolo 10 del codice penale, sono perseguibili dall'autorità giudiziaria italiana i delitti commessi all'estero in danno di cittadini italiani, qualora vi sia richiesta del Ministro di grazia e giustizia;
il Ministro di grazia e giustizia, nel corso delle dichiarazioni pubbliche, ha ripetutamente manifestato la propria volontà di far sì che i crimini commessi in Cile durante il regime militare nei confronti di cittadini italiani siano perseguiti dall'autorità giudiziaria italiana;
malgrado tali dichiarazioni, il Ministro, pur informato dell'esposto e della denuncia presentati dagli esuli cileni, non ha richiesto alla procura della Repubblica di Prato di procedere nei confronti di Pinochet - :
per quali motivi non abbia richiesto alla procura della Repubblica di Prato, ai sensi dell'articolo 10 del codice penale, di procedere nei confronti di Pinochet, in relazione all'esposto e alla denuncia di cui in premessa, e se egli intenda o meno formulare tale richiesta. (4-21306)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata si comunica quanto segue.
Da parte delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di La Spezia, Milano e Prato sono state segnalate al Ministro di Grazia e Giustizia denunce presentate da cittadini cileni nei confronti del generale Augusto Pinochet per gravi reati a lui ascrivibile (omicidio, strage ed altro).
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha segnalato, a sua volta, che era stato iscritto procedimento penale contro il generale Pinochet per il reato di omicidio ai danni dei cittadini italiani Omar Roberto, Venturelli Leonelli, Giovanni Maino Carrales e Bruno Del Pero
Panizza, a seguito di denunce presentate dai senatori Giovanni Lubrano Di Ricco e Stefano Boco.
Altra denuncia è stata presentata alla procura di Roma il 9 giugno scorso.
Il Ministro di Grazia e Giustizia ha ritenuto che i reati ravvisabili nelle denunce fossero di natura politica, in quanto commessi nei confronti di oppositori politici al regime che vigeva alVepoca in Cile e a causa della militanza politica delle vittime.
Poiché l'articolo 8 del codice penale prevede che per i delitti politici commessi dallo straniero in territorio estero la richiesta del Ministro di Grazia e Giustizia sia condizione di procedibilità, è stata formulata la richiesta di procedimento per i fatti denunciati.
Per quanto riguarda, in particolare, l'attività delle Procure della Repubblica presso i Tribunali degli uffici menzionati nell'atto di sindacato ispettivo, si comunica che il procedimento instaurato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di La Spezia è stato inviato in data 8.2.1999 all'analogo ufficio di Prato, dove attualmente risultano pendenti, nella fase delle indagini preliminari, tre procedimenti iscritti a Mod. 21 ed un quarto a Mod. 45.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
MA LENTA CCHI, MANTOVANI e VENDOLA. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
il 16 dicembre 1998 il Ministro di grazia e giustizia onorevole Diliberto dichiarava sulla stampa il parere favorevole del suo dicastero alle richieste di autorizzare i magistrati spezzini e pratesi di dare corso alle denunce presentate presso i loro uffici da alcuni esuli cileni contro il dittatore Augusto Pinochet;
secondo informazioni riportate dalla stampa (// Manifesto 13 gennaio 1999, pagina 8 dal titolo « da Diliberto nessuna autorizzazione ») lo stesso procuratore capo di Prato Beniamino Deidda avrebbe affermato che « alla procura non è arrivata nessuna autorizzazione a procedere del
Atti Parlamentari - I n camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Ministro di grazia e giustizia e senza quel documento noi non possiamo indagare»;
analoga situazione sembra esserci alla procura di La Spezia, anch'essa in attesa dell'annunciata autorizzazione del Ministro -:
le ragioni per le quali non siano ancora pervenute alle procure di La Spezia e di Prato le annunciate autorizzazioni a procedere nei confronti del dittatore cileno Augusto Pinochet;
se non ritenga urgente che il Ministro di grazia e giustizia dia corso a quanto pubblicamente affermato evitando che tale ritardo - oltre ad intralciare l'iter giudiziario - possa essere interpretato come un ripensamento del Governo sulla questione, cosa, quest'ultima, che sarebbe politicamente gravissima. (4-21540)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata si comunica quanto segue.
Da parte delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di La Spezia, Milano e Prato sono state segnalate al Ministro di Grazia e Giustizia denunce presentate da cittadini cileni nei confronti del generale Augusto Pinochet per gravi reati a lui ascrivibile (omicidio, strage ed altro).
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha segnalato, a sua volta, che era stato iscritto procedimento penale contro il generale Pinochet per il reato di omicidio ai danni dei cittadini italiani Omar Roberto, Venturelli Leonelli, Giovanni Maino Carrales e Bruno Del Pero Panizza, a seguito di denunce presentate dai senatori Giovanni Lubrano Di Ricco e Stefano Boco.
Altra denuncia è stata presentata alla procura di Roma il 9 giugno scorso.
Il Ministro di Grazia e Giustizia ha ritenuto che i reati ravvisabili nelle denunce fossero di natura politica, in quanto commessi nei confronti di oppositori politici al regime che vigeva all'epoca in Cile e a causa della militanza politica delle vittime.
Poiché l'articolo 8 del codice penale prevede che per i delitti politici commessi dallo straniero in territorio estero la richiesta del
Ministro di Grazia e Giustizia sia condizione di procedibilità, è stata formulata la richiesta di procedimento per i fatti denunciati.
Per quanto riguarda, in particolare, l'attività delle Procure della Repubblica presso i Tribunali degli uffici menzionati nell'atto di sindacato ispettivo, si comunica che il procedimento instaurato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di La Spezia è stato inviato in data 8.2.1999 all'analogo ufficio di Prato, dove attualmente risultano pendenti, nella fase delle indagini preliminari, tre procedimenti iscritti a Mod. 21 ed un quarto a Mod. 45.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
MARINACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere - premesso che:
in data 15 maggio 1997 al termine dell'esame dell'atto Camera n. 3637, divenuto legge n. 128 del 1997, è stato accolto l'ordine del giorno 9/3637/7 che, considerata l'emergenza in cui si trovava la regione Puglia per l'afflusso clandestino di migliaia di albanesi, impegnava il Governo a intraprendere una campagna di informazione in merito alla situazione di normalità per quanto riguarda il comparto turistico pugliese e a prevedere forme di indennizzo a favore degli operatori turistici eventualmente danneggiati dalla distorta rappresentazione della realtà svolta dagli organi d'informazione -:
se e quali iniziative siano state attuate dal Governo in conseguenza di tale ordine del giorno. (4-21025)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione presentata per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nella piena consapevolezza delle difficili condizioni che derivano alla Regione Puglia per l'afflusso ingente dei profughi dei Balcani, e particolarmente oggi in connessione alle operazioni militari in Kosovo, il Governo si è attivato con decisione per ridurre
Atti Parlamentari LI Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO В AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
al minimo le possibili ricadute economiche, in particolare per il turismo pugliese.
A questo scopo, anche per fronteggiare il rischio che a causa di unfinformazione sen
sazionalistica venisse travisata la reale si
tuazione pugliese e adriatica in generale, i mezzi di informazione sono stati adeguata
mente sensibilizzati ed invitati a rappresen
tare con realismo Veffettiva fruibilità turi
stica dei territori italiani. Questa prima azione ha comunque consentito che i Media televisivi, si siano in genere attenuti ad una informazione corretta, rappresentando la realtà della funzionalità dei servizi di ac
coglienza e la disponibilità della popola
zione pugliese, delle istituzioni locali e del volontariato.
A seguito di quanto deciso dal Consiglio dei Ministri è stato anche istituito alla fine dello scorso anno un apposito « Tavolo Pu
glia », attivo presso la Presidenza del Con
siglio dei Ministri al quale partecipano — come è noto amministrazioni locali e regionali.
Al suo interno si è allestito un gruppo di lavoro sull'immagine, che ha predisposto e sta eseguendo un programma di iniziative, in Italia e all'estero, per sostenere la positiva notorietà della regione, dovuta sia alle at
trattive turistiche sia all'eccezionale solida
rietà che ha dimostrato e sta dimostrando verso gli immigrati ed i profughi.
Ricordo anche una deliberazione CIPE del 21 aprile con la quale si sono stanziati cento miliardi per interventi d'emergenza nella regione Puglia.
Ritengo dunque che le iniziative adottate possano garantire la rapidità e la comple
tezza dell'azione promozionale da svolgere, considerata anche l'autorevolezza della sede istituita. In ogni caso, ho anche attivato, mediante il Dipartimento del Turismo e l'ENIT, un monitoraggio costante delle ef
fettive situazioni di mercato che si stanno producendo. Alla luce di tale monitoraggio potranno scaturire interventi mirati a so
stenere le categorie di imprese e le zone che abbiano maggiormente risentito del pro
trarsi di una situazione per la cui soluzione tutto il governo si sta attivamente adope
rando.
Desidero esprimerLe comunque la mia piena disponibilità a valutare e a porre in campo ulteriori iniziative specifiche che la Regione stessa e gli Enti locali dovessero ritenere utili.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
MASSIDDA, MARRAS, LUCCHESE, ALEFFI e CUCCÙ. Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per la funzione pubblica e gli affari regionali, del lavoro e della previdenza sociale e della sanità. — Per sapere premesso che:
il sindacato italiano veterinari di me
dicina pubblica (S.I.Ve.M.P.), rappresenta la totalità dei medici veterinari dipendenti dalle ASL, dagli Istituti Zooprofilattici Spe
rimentali e dal Ministero della sanità, ri
sultando l'unica organizzazione di tutela dei medici veterinari dipendenti delle pub
bliche amministrazioni;
in forza di tale specifica tipologia professionale, in questi anni il S.I.Ve.M.P. avrebbe sottoscritto i contratti collettivi nazionali nell'area medica e veterinaria recepiti con decreto del Presidente della Repubblica 348/83, decreto del Presidente della Repubblica 270/87, decreto del Pre
sidente della Repubblica 384/90, nonché il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per l'area della dirigenza medica e veterinaria stipulato con l'ARAN il 5 dicembre 1996;
tale prerogativa potrebbe decadere per gli effetti applicativi, demandati al
l'ARAN, delle disposizioni contenute nei decreti legislativi 396/97 e 80/98, che im
porrebbero una percentuale di rappresen
tatività pari al 5 per cento della media tra il dato associativo e quello elettorale nelle rappresentanze sindacali unitarie non più nell'ambito della sola area della dirigenza medica e veterinaria, ma sull'intero com
parto della dirigenza sanitaria;
il diritto del S.I.Ve.M.P. di sottoscri
vere il CCNL sarebbe avvalorato dalla vo
Atti Parlamentari - LH - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
lontà espressa dal Parlamento, con il parere della competente Commissione bicamerale, relativamente alle modifiche al decreto legislativo 29/93 in cui si leggerebbe testualmente « l'articolo 1, comma 4, a differenza del decreto legislativo 29/93, non istituisce un'apposita area di contrattazione per la dirigenza medica e veterinaria del servizio sanitario nazionale, limitandosi a far salva la ripartizione della dirigenza del ruolo sanitario in due livelli disposta dall'articolo 15 del decreto legislativo 502/92. Ora, in ragione delle caratteristiche di specialità che questo settore rappresenta rispetto alla restante dirigenza, pare opportuno mantenere l'area autonoma di contrattazione. La Commissione ritiene inoltre che, in forza di quanto disposto dall'articolo 1, comma 4, lettera d) della legge 59/97, in ciascun comparto dell'area contrattuale autonoma della dirigenza si deve distinguere la disciplina relativa ai dirigenti da quella concernente le specifiche tipologie professionali. »;
i medici veterinari dipendenti delle pubbliche amministrazioni avrebbero proclamato uno stato d'agitazione per tutelare i diritti dei loro legittimi rappresentanti sindacali;
il diritto del S.I.Ve.M.P. di sottoscrivere il CCNL della dirigenza medica e veterinaria del SSN non può essere cancellato da una ostinata volontà del Governo a privilegiare, attraverso l'ARAN, i sindacati confederali rispetto a quelli autonomi e di categoria che, come in questo caso, rappresenterebbe la totalità dei medici veterinari dipendenti dalla pubblica amministrazione
se quanto esposto corrisponda al vero;
quali provvedimenti urgenti intendano adottare per assicurare al S.I.Ve.M.P. la legittima rappresentatività contrattuale della categoria;
quali iniziative intendano adottare per risolvere in modo sereno un conflitto che potrebbe essere causa di situazioni incresciose e danni incalcolabili. (4-19288)
RISPOSTA. — Gli interroganti chiedono di conoscere quali provvedimenti urgenti si intendano adottare per assicurare al Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica — S.I.Ve.M.P. — la sottoscrizione del contratto nazionale di lavoro alla dirigenza medica e veterinaria del Servizio sanitario nazionale.
Al riguardo si rappresenta che in relazione a quanto previsto dall'articolo 47 del dlgs. n. 29/93, il S.I.VeM.P. è stato ammesso alle trattative per la stipulazione dei CCNL relativi al quadriennio 1994-1997 -parte normativa - e al biennio 1994/1995 -parte economica — su disposizione dei decreti del Ministro per la funzione pubblica dell'I dicembre 1994.
Dopo l'abrogazione dell'articolo 47 del cLlgs. n. 29/93 per effetto del referendum dell'I 1.6.95, l'ARAN, con propria deliberazione del 9.2.96, in vista dell'apertura delle trattative per la stipulazione dei CCNL relativi al biennio economico 1996/1997, ha rivisto i criteri di rappresentatività delle Confederazioni ed Organizzazioni sindacali delle specifiche tipologie professionali -prevista dall'articolo 47Ib del d.lgs. n 29/93 - la consistenza associativa rilevata sulla base di percentuali predeterminate con riferimento sia alle deleghe complessive espresse dal relativo personale sia all'adeguata diffusione territoriale delle strutture sindacali dell'area a livello regionale e provinciale.
Conseguentemente il S.I.Ve.M.P. è stato ammesso alle trattative per la stipulazione del CCNL relativo al biennio economico 1996/1997.
Successivamente, la maggiore rappresentatività nel comparto o area di riferimento delle organizzazioni sindacali da ammettere alle trattative per il rinnovo dei contratti collettivi è stata stabilita dalle nuove disposizioni previste dal dlgs. n. 80/98, entrato in vigore il 24.4.98 — articolo 44.
Il passaggio dalle precedenti regole alle nuove è disciplinato dall'articolo 8 del d.tgs. n 396/97 — confermato dal citato cLlgs. n 80/98 - che detta precise disposizioni per l'individuazione delle sigle sindacali aventi
Atti Parlamentari - LUI - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
titolo a partecipare alle trattative in sede nazionale ed in sede decentrata — comma 1, lettera b).
/ due decreti hanno abrogato l'articolo 46 dell'originario testo del cLlgs: tu 29/93 e con esso la possibilità di fare ricorso, nell'ambito delle aree dirigenziali, al criterio della specifica tipologia, per individuare la rappresentatività sindacale.
Si deve, però, far rilevare che il S.I.Ve.M.P, in base ai dati 1996 ha raggiunto la percentuale di rappresentatività per essere ammesso singolarmente alle trattative per il rinnovo del CCNL del quadriennio 1998/2001 e che nel corso del 1998 ha comunicato la sussistenza della federazione con il SIMET — altro sindacato medico — denominata CIVEMP.
Pertanto tale federazione che, a maggior ragione, ha il requisito del 4% sarà ammessa alle trattative dell'area.
Il problema potrebbe porsi per il biennio di contrattazione, quando con l'entrata in vigore a regime della rappresentatività il 4% delle deleghe non sarà più sufficiente, perché la soglia minima sarà del 5% medio tra dato associativo e voti riportati nelle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie.
Anche tale regola è prevista dall'articolo 47-bis del dlgs. n. 29/93, così come modificato dai richiamati decreti legislativi, e non può essere disattesa.
Il Ministro per la funzione pubblica: Angelo Piazza.
MENI A. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
in data 21 febbraio 1998, sul quotidiano 77 Giornale, nella rubrica « La parola ai lettori », compariva una lettera del direttore della casa di reclusione di Porto Azzurro (Livorno) il quale provava a spiegare in maniera semplice, al fine di rendere lo scritto comprensibile anche a quanti non fossero « addetti ai lavori », quali potevano essere i motivi che spiegassero perché il vitto all'interno delle carceri non sempre risulti essere gradito alla po
polazione detenuta, e tanto affermava anche sulla scorta della sua esperienza professionale; al riguardo si precisa che la predetta lettera veniva anche pubblicata nei giorni successivi su altri quotidiani quali: La Repubblica, Il Corriere della Sera, eccetera; nonché sui periodici: L'Espresso, Famiglia Cristiana, eccetera;
si è avuta notizia ufficiosa che il predetto, a causa di ciò, sarebbe stato deferito al consiglio centrale di disciplina, e tanto soltanto per avere manifestato, in maniera assolutamente civile e semplice, come conveniva ad una lettera da fare pubblicare su un giornale di larga diffusione anche popolare, le ragioni di un fatto notorio tra la generalità degli operatori penitenziari, nonché tra i loro dirigenti e tra i massimi responsabili amministrativi e politici - :
se risponda al vero che sia stata avviata azione disciplinare nei riguardi del predetto funzionario, da chi sia stata promossa e quali siano le contestazioni ad esso rivolte;
se vi siano stati altri casi di direttori penitenziari che siano stati deferiti agli organi di disciplina per avere espresso delle opinioni su disservizi dell'amministrazione penitenziaria;
se è questo il dialogo che il Governo dell'Ulivo ricerca tra il ministero di grazia e giustizia e quanti funzionari, effettivamente in prima linea all'interno delle carceri, provino ad offrire il loro contributo esperenziale per migliorare, non a parole, ma effettivamente, lo stato degradato del sistema penitenziario italiano che non riesce nemmeno ad affrontare in termini di efficienza, ove risulti vero che i detenuti rifiutino il cibo dell'amministrazione penitenziaria, uno dei bisogni essenziali della persona umana: la sua alimentazione;
se risponda al vero che nelle carceri italiane non siano presenti, all'interno degli organici e dei profili tecnico-amministrativi, le professionalità di cuoco (sia per le cucine-detenuti che per le mense obbligatorie di servizio), per cui le direzioni delle
Atti Parlamentari - LIV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
carceri « devono arrangiarsi » alla meno peggio, cercando tra la stessa popolazione detenuta quanti sappiano in qualche modo preparare dei pasti per un numero considerevole di persone e per tre volte al giorno, con tutti i rischi e le difficoltà che una tale ricerca di personale comporta, talché risulta inevitabile che i pasti siano preparati con scarsa accortezza e gradevolezza;
quale sia, mediamente, la spesa complessiva della diaria giornaliera prevista per i tre pasti da assicurare quotidianamente ad ogni detenuto;
se risponda al vero che anche per assicurare il periodico taglio di capelli e altri servizi di barbieria l'amministrazione penitenziaria debba individuare tra i detenuti eventuali apprendisti professionisti, col rischio di non garantire tale servizio a causa della difficoltà di trovare detenuti che siano in grado di fare tanto e in regola con i requisiti sanitari richiesti per la suddetta attività lavorativa;
se non risulti mortificante e liberticida la circostanza che si awiino procedimenti disciplinari nei riguardi di dipendenti solo perché gli stessi abbiano esercitato il diritto della parola e se tanto non preluda ad una forma di strisciante « militarismo » nei confronti di chi serva le istituzioni in quel particolare e delicato settore che sono le carceri italiane, le quali sempre di più dovrebbero aprirsi alla società civile e con la stessa confrontarsi;
se sia vero che nelle carceri, soprattutto quelle meridionali, e nei grandi istituti penitenziari, gran parte del cibo preparato per i detenuti sia giornalmente rifiutato e se, di fronte a tali cose, vi sia stata una qualche iniziativa concreta da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al fine di trovare delle soluzioni adeguate, quali ad esempio la predisposizione di disegni di legge finalizzati a costituire dei ruoli tecnici di personale penitenziario con mansioni anche di cuoco;
se tanto non abbia ritenuto di fare anche per le mansioni di barbiere;
se non si ritenga opportuno sospendere prima e annullare subito dopo l'eventuale procedimento disciplinare avviato nei riguardi del predetto funzionario direttore penitenziario, atteso che tale procedimento, ove effettivamente intrapreso, offende fortemente lo spirito democratico e il diritto di opinione che anche ai funzionari dello Stato deve essere garantito lì dove, come nel caso in specie, si traduca addirittura in un suggerimento finalizzato a migliorare lo stato delle cose e la qualità della vita dei detenuti, atteso che la pena deve essere rieducativa, certa, ma anche rispondente alla dignità delle persone, per quanto ristrette e autori, ove trattasi di condannati, di reati anche allarmanti.
(4-20011)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata, si comunica che con atto di incolpazione del 6.4.1998 del competente Ufficio del Dipartimento dell'Amministra-zione Penitenziaria è stato promosso procedimento disciplinare nei confronti del Direttore della casa di reclusione di Porto Azzurro, perché ritenuto responsabile dell'infrazione di cui all'articolo 80, lett. e) e lett. c) del decreto del Presidente della Repubblica 3/1957.
Tale procedimento è stato definito con il proscioglimento del funzionario da ogni addebito, in considerazione delle infrazioni contestategli, posto che le dichiarazioni rilasciate alla stampa, così come è emerso nel corso dell'inchiesta, dovevano avere lo scopo, contrario a quello poi raggiunto, di difendere l'Amministrazione da accuse ingiuste e a carattere generale relative alla fornitura e somministrazione del vitto ai detenuti, mosse nel corso di un Convegno sul « Disagio sociale nella Regione Toscana » da esponenti della regione.
Per quanto concerne il problema sollevato dall'interrogante, si rappresenta che il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, ai sensi dell'articolo 9 della Legge 26 luglio 1975, n. 354 e successive modificazioni, è tenuto ad assicurare una adeguata alimentazione giornaliera per ogni singolo detenuto e vigilare affinché ciò si verifichi.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
È ormai noto che parte dei detenuti ed internati rifiuta il cibo fornito dall'Ammi-nistrazione, preferendo nutrirsi con i generi acquistati al sopravvitto e con quelli ricevuti dai familiari. Le cause possono derivare probabilmente oltre che a fattori di ordine culturale ed ambientale che spingono i detenuti a rifiutare un servizio erogato dal-Vistituzione statale, anche dalla mancanza di professionalità da parte di chi è addetto al confezionamento del vitto (nella maggior parte dei casi trattasi di detenuti lavoranti) e da altre problematiche legate alla stessa distribuzione del cibo che specialmente nei grossi istituti richiede lunghi intervalli fra la cottura e la consegna.
Per ovviare a ciò, VAmministrazione, laddove le strutture lo hanno consentito e compatibilmente con le risorse finanziarie, ha istituito nei singoli reparti o sezioni degli istituti, cucine autonome per gruppi non elevati di detenuti. Tale soluzione ha consentito di accelerare la distribuzione del vitto.
In alcune strutture si stanno sperimentando nuove forme di preparazione e distribuzione.
Peraltro, in collaborazione con l'istituto Nazionale della Nutrizione, il competente Ufficio ha intenzione di procedere all'aggiornamento delle tabelle vittuarie, secondo criteri che assicurino corretti livelli nutrizionali.
Circa poi l'utilizzazione dei detenuti per il servizio di barberia e di cucina, si comunica che vengono sempre rispettate le norme riguardanti i requisiti sanitari che devono avere i detenuti lavoranti, per i quali sono istituiti appositi libretti sanitari.
Peraltro in linea generale il predetto Dipartimento ha osservato che l'utilizzazione di detenuti con mansioni lavorative di cuoco o di barbiere non rappresenta una scelta necessitata dalla mancanza nei ruoli del personale dell'Amministrazione penitenziaria, di profili specifici per le mansioni suddette.
Posto che la legge 26 luglio 1975 n. 354, assegna al lavoro un ruolo primario nell'attuazione del trattamento penitenziario teso al perseguimento della finalità della pena sancita dall'articolo 27, comma 3,
della Costituzione, l'Amministrazione penitenziaria tende ad assicurare ai detenuti il più ampio numero possibile di posti di lavoro all'interno del carcere anche mediante la creazione di opportunità lavorative che richiedono una qualificazione professionale.
Ciò in quanto si ritiene che lo svolgimento di mansioni lavorative qualificate consenta al detenuto, attraverso l'acquisizione di quelle capacità tecnico professionali spendibili nel mercato del lavoro, di reintegrarsi nel tessuto sociale.
Ne consegue che l'impiego di detenuti nelle attività di cuoco e di barbiere è frutto di una precisa scelta da parte dell'Amministrazione penitenziaria, tesa ad assicurare ai soggetti in espiazione di pena il pieno riconoscimento dei diritti sanciti dagli artt. 4 e 27, comma 3, della Carta fondamentale.
Infatti, in un contesto caratterizzato da un notevole divario tra offerta di lavoro e domanda proveniente dal penitenziario, l'Amministrazione è costantemente impegnata nella ricerca di opportunità lavorative sia all'interno che all'esterno del carcere. È del tutto evidente, quindi, che l'eventuale introduzione di nuove professionalità nei ruoli del personale del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria per l'espletamento delle attività relative alla cucina ed al servizio di barberia per i detenuti, si risolverebbe inevitabilmente in una irragionevole riduzione di opportunità trattamen-tali in ambito intramurale.
Del resto sembra anche che il legislatore abbia preso atto della necessità di impiegare i detenuti in mansioni lavorative che richiedono una determinata qualificazione professionale. Egli, infatti, nella legge 12 agosto 1993, n. 296, recante: «Nuove misure in materia di trattamento penitenziario nonché sull'espulsione dei cittadini stranieri » ha previsto, ai fini del collocamento al lavoro all'interno dell'istituto, la predisposizione di una specifica lista « per qualifica o mestiere » ed ha indicato espressamente, tra i criteri da osservare per la formazione delle graduatorie, « la professionalità, le precedenti attività svolte e quelle a cui i detenuti potranno dedicarsi dopo la dimissione ».
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Per quanto concerne i costi, si evidenzia che la diaria media nazionale pro-capite giornaliera (che riguarda solo la fornitura dei generi crudi) risultante dall'asta esperita nel 1997, è di L. 3.991 più I.V.A e che, nel caso specifico della Casa di reclusione di Porto Azzurro, la diana è di L. 4.150 più I.V.A
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
MESSA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
da recenti notizie sui mass media si evidenzia un crescente aumento della criminalità nelle zone di Mentana, Santa Lucia e Tor Lupara;
in tali centri la presenza di centinaia di extracomunitari irregolari, prevalentemente albanesi, ha raggiunto picchi assolutamente notevoli e le occasioni di violenza aumentano giornalmente, rischiando di convincere gli abitanti che tutti gli extracomunitari, anche coloro che sono in regola con il permesso di soggiorno e che lavorano onestamente, siano dediti all'attività criminosa;
peraltro tale situazione si innesta su uno scenario già sufficientemente devastato dalla microcriminalità locale;
nei giorni scorsi il parroco della chiesa di Santa Lucia è stato oggetto di una rapina e tale fatto criminoso si somma alle decine di altri episodi criminosi (farmacie rapinate, scuole devastate, negozi depredati, autovetture rubate, abitazioni private violate e monumenti imbrattati) riportate dalla stampa (da ultimo // Tempo del 17 gennaio 1998 - articolo di Guidotti in cronaca) - :
cosa intenda fare per garantire la sicurezza dei cittadini e ricondurre la situazione descritta ad uno stato di normalità. (4-15059)
RISPOSTA. — La situazione della sicurezza pubblica nelle aree di Mentana, Santa Lucia e Tor Lupara non è sostanzialmente dissi
mile da quella di altri centri ad elevata densità demografica, nei quali si registra un'analoga consistente presenza di cittadini extracomunitari.
Le Autorità di pubblica sicurezza e le forze di polizia svolgono, con grande attenzione, la necessaria vigilanza e prevenzione anche nel perseguire le violazioni della normativa sull'ingresso e il soggiorno degli stranieri nel territorio nazionale.
Il dispositivo di presidio territoriale è assicurato dalla Stazione Carabinieri di Mentana che, con l'impiego di una forza effettiva di 20 unità, a fronte delle 19 previste in organico, svolge una costante azione di contrasto delle manifestazioni delinquenziali, con il contributo operativo della Compagnia Carabinieri di Monterotondo.
Un positivo incremento dell'efficacia dell'attività di prevenzione e repressione dei reati potrà, comunque, derivare dalla realizzazione del progetto, attualmente in fase di definizione anche per quanto riguarda la ristrutturazione dello stabile da adibire a sede del presidio, che prevede l'istituzione della Stazione di Tor Lupara, con competenza estesa ai comprensori di Santa Lucia di Mentana, nonché di Tor Lupara e Col-leverde di Guidonia.
In tale ambito è previsto anche il trasferimento della Stazione Carabinieri di Montecelio in S. Angelo Romano.
Per l'individuazione dei responsabili della rapina, in cui è rimasto vittima il parroco della Chiesa di Santa Lucia di Mentana, è in atto il massimo sforzo investigativo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giannicola Si ni si.
MESSA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere premesso che:
la prossima istituzione del tribunale di Tivoli rende necessario il rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine nella città di Guidonia, la maggiore per abitanti e per insediamenti produttivi del distretto del nuovo tribunale;
attualmente in Guidonia (centro di oltre 70 mila abitanti costituito da 12
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
frazioni raggruppate in sette circoscrizioni) esiste un solo posto di polizia di Stato, dipendente dal commissariato di Tivoli, nel quale prestano servizio non più di sei unità;
anche la presenza dell'Arma dei carabinieri è limitata ad una sola stazione in Guidonia centro;
il comune di Guidonia è attraversato dalle due importanti direttrici della via Tiburtina e della via Nomentana e si sviluppa in un territorio ampio e difficilmente percorribile a causa della particolare dislocazione di centri urbani posti a svariati chilometri da Guidonia;
gli abitanti della circoscrizione di Col-leverde di Guidonia da anni hanno rappresentato la necessità dell'esistenza di un posto di polizia mentre da circa due anni è stato inspiegabilmente chiuso il presidio della polizia di Stato esistente da oltre trenta anni nella circoscrizione di Villal-ba - :
se non ritenga opportuno per quanto esposto, potenziare la presenza delle forze dell'ordine dipendenti dal Ministero dell'interno nel territorio di Guidonia, con particolare riferimento alle circoscrizioni di Setteville, di Villalba e di Colleverde.
(4-15060)
RISPOSTA. — Nelle località indicate dal-l'interrogante operano, oltre alla Compagnia Carabinieri di Tivoli ed alle dipendenti Stazioni di Montecelio, Guidonia e Bagni di Tivoli, il Commissariato di Pubblica Sicurezza « Tivoli-Guidonia », con ben 76 unità, nonché il Posto di Polizia « Guidonia-Montecelio ».
Quest'ultimo Ufficio è stato attivato il 1° novembre 1996, a seguito della chiusura del preesistente Posto di Polizia di Villalba, e dispone di una forza organica di 13 unità.
Il dispositivo di presidio territoriale sarà ulteriormente rafforzato con la realizzazione del progetto, attualmente in fase di definizione, che prevede l'istituzione di una Stazione a Tor Lupara di Mentana, con competenza estesa ai comprensori di Tor Lupara, Colleverde di Guidonia e Santa Lucia
di Mentana ed il trasferimento in Sant'Angelo Romano della Stazione di Montecelio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Gianni cola Sinisi
MESSA. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere - premesso che:
Guidonia Montecelio e Tivoli sono due delle più grandi realtà della provincia romana;
la statale Tiburtina, che garantisce il collegamento stradale con la capitale, è quotidianamente congestionata dal traffico;
per gli automobilisti ed i pendolari che utilizzano i mezzi pubblici, i tempi di percorrenza della consolare sono esasperanti;
nell'attesa del potenziamento della tratta ferroviaria Tivoli-Roma, l'alternativa più valida per arrivare a Roma è il « tronchetto » dell'autostrada Roma-L'Aquila, gestita dalla Sara per conto dell'Anas - :
se non ritenga opportuno verificare la possibilità di rendere gratuito il pedaggio nel tratto della Roma-L'Aquila da Tivoli a Roma;
se non ritenga l'esenzione dal pagamento una risposta adeguata alla crescente domanda, da parte dei residenti, di una maggiore mobilità nell'hinterland tiburtino;
in caso negativo, quali iniziative intenda assumere per assicurare una migliore viabilità sulla strada statale Tiburtina nel tratto compreso tra Salone e lo svincolo dell'autostrada del grande raccordo anulare. (4-22861)
RISPOSTA. — In relazione all'interrogazione citata, da notizie acquisite dall'ANAS, si fa presente all'interrogante che la liberalizzazione dei pedaggi dell'Autostrada A24 nel tratto Tivoli-Roma, comporterebbe un incremento del traffico giornaliero, che risulta già oggi assai elevato, con un abbassamento del livello del servizio.
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Peraltro, l'accesso gratuito in autostrada comporterebbe una riduzione degli incassi che comprometterebbe l'equilibrio della gestione dell'arteria.
L'ANAS, sta predisponendo, allo scopo di risolvere i problemi di traffico presenti sull'Autostrada A24, la progettazione della terza corsia dalla barriera di Roma fino alla Tangenziale.
Per quanto riguarda infine i problemi di traffico della Strada Statale n. 5 Tiburtina, questi potrebbero essere risolti con la realizzazione di una nuova viabilità locale, parallela all'A24.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Antonio Bar-gone.
MORONI. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
nel dicembre 1996, Marco Licheri e Lorenzo Pallesi, allora consiglieri del comune di Altopascio (Lucca), presentarono alla Procura della Repubblica di Lucca un esposto denuncia di presunte gravi illegalità a carico del Sindaco e di altri, allegando circostanziata documentazione;
successivamente un altro consigliere comunale, attualmente in carica, Mauro Pasquini, ha presentato un esposto sostanzialmente analogo, aggiungendo ulteriori elementi di riscontro;
a distanza di tanto tempo, nonostante ripetute richieste di conoscere gli sviluppi di dette denunce, non si è riusciti a sapere alcunché;
l'attività della magistratura è, legittimamente e giustamente, autonoma e indipendente, e nessuno intende entrare nel merito dei suoi giudizi, ma, a fronte di accuse documentate e a distanza di due anni e mezzo, i cittadini hanno il diritto di conoscere se sono state avviate indagini sui fatti denunciati e quali sono le risultanze -:
quale sia lo stato del procedimento;
quali iniziative intende assumere per garantire il celere funzionamento della
giustizia e per assicurare il rispetto delle garanzie dei cittadini. (4-23846)
RISPOSTA. — In relazione al contenuto dell'interrogazione indicata è stato interessato, per il tramite della competente articolazione ministeriale, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, il quale ha fatto pervenire una relazione, dalla quale risulta quanto segue.
I fatti al quali si fa riferimento hanno formato oggetto di due distinti procedimenti penali avviati da quell'ufficio.
Con il primo (recante il n. 2336/96 R.G.N.R.) si procede nel confronti di tre persone in ordine al delitto di cui all'articolo 323 C.P.; in data 4.5.1999 l'ufficio ha formulato richiesta di rinvio a giudizio.
Con il secondo (recante il n. 42197 R.G.N.R.) si procede contro la prima delle persone di cui al precedente procedimento e di altre due persone in ordine al delitto di cui all'articolo 328, comma 2° C.P.; in data 2.5.1999 l'ufficio ha formulato richiesta di rinvio a giudizio.
Per quanto riguarda le doglianze relative alle carenze informative relativamente agli sviluppi delle denunce e all'andamento delle indagini, il predetto Procuratore della Repubblica ha osservato che il combinato disposto dagli articoli 114, 329 e 335 c.p.p. consente, ove possibile, di fornire comunicazioni attinenti ad indagini preliminari in corso solo a richiesta delle persone indagate, delle persone offese e dei loro difensori mentre nel caso in questione, tenuto conto della oggettività giuridica protetta dalle norme incriminatrici per le qauli si procede, non sono individuabili persone offese.
Alla luce di quanto procede, non sembrano sussistere gli estremi per una iniziativa in sede amministrativa.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
OLIVIERI, SINISCALCHI, CARBONI e CAPITELLI. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
Giovanni Procida è detenuto nel carcere di Poggioreale ed è attualmente rico-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
verato presso l'ospedale Cardarelli di Napoli in quanto affetto da un tumore maligno al cervello, incapace di intendere: deve essere operato con urgenza;
la sua malattia è stata diagnosticata dall'ospedale Cardarelli e documentata alle competenti autorità carcerarie;
a tutt'oggi le autorità carcerarie nulla hanno disposto in merito alla richiesta della moglie di Giovanni Procida, Consiglia Del Gaudio, di Castellammare di Stabia, per l'assistenza di cui necessita il detenuto anche all'esito del prossimo intervento chirurgico;
le autorità carcerarie hanno tra l'altro chiarito che dopo l'operazione il Procida verrà riportato nel carcere di Poggio-reale che non dispone di strutture sanitarie per un'assistenza adeguata al tipo di malattia ed intervento chirurgico a cui sarà sottoposto il detenuto;
è indispensabile un immediato intervento affinché sia concessa l'assistenza della moglie Consiglia Del Gaudio al detenuto Giovanni Procida anche alla luce della grave situazione di malattia che porterà a un intervento chirurgico per la rimozione di un tumore maligno al cervello;
occorre intervenire perché il Procida all'esito dell'intervento non venga riportato nel carcere di Poggio reale fin quando le sue condizioni di salute non lo permettano -:
se non ritenga di dover assumere tutte le iniziative necessarie affinché una situazione così grave non si trasformi anche in una inutile disumanità e totale mancanza di sensibilità verso la vita umana. (4-23755)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione indicata, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha rappresentato che il detenuto Giovanni Procida, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 4 settembre 1951, è stato arrestato in data 31.10.1993 e dal 14.5 u.s. usufruisce degli
arresti domiciliari, disposti con provvedimento n. 3-99 del 13.5.1999 della Corte di Assise d'Appello - l a sezione - di Napoli
Il Procida, prima di ottenere gli arresti domiciliari, è stato ristretto presso la casa circondariale di Poggioreale di Napoli ove ha potuto ricevere tutta l'assistenza sanitaria necessaria al suo caso attraverso le attrezzature ed i servizi medici dell'annesso Centro Diagnostico Terapeutico.
Il detenuto è affiliato alla organizzazione camorristica denominata « Nuova Famiglia clan Cesarono » - a sua volta rientrante nel « clan Alfieri ».
Si ritiene opportuno evidenziare che nel mese di aprile u.s. la D.D.A. della Procura della Repubblica di Napoli comunicò al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che il Procida, nel corso di un'udienza del dibattimento avanti la l a Sezione della Corte di Assise di Napoli, accusò un grave malore che comportò la sospensione del processo; gli effetti del dichiarato malore perdurarono e furono disposti accertamenti peritali in ordine alla natura ed all'effettiva sussistenza delle patologie, atteso che, ove il malore fosse stato il frutto di simulazione, la situazione creata avrebbe potuto costituire la premessa di un tentativo di evasione.
La predetta D.D.A. evidenziò, inoltre, come il Procida fosse un affiliato al clan camorristico denominato « clan Cesarono », il cui capo, Ferdinando Cesarono, il 22.6.1998 evase dall'aula ed. bunker del Tribunale di Salerno.
Il predetto Dipartimento ha riferito che peraltro non è in possesso degli esiti degli accertamenti peritali disposti dalla competente Autorità Giudiziaria.
Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha infine fatto presente che non rientra nelle competenze dell'Amministrazione « intervenire perché il Procida all'esito dell'intervento non venga riportato nel carcere di Poggioreale », trattandosi di valutazioni che spettano alla competente Autorità Giudiziaria.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero DiUberto.
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ORTOLANO e MAURA COSSUTTA. -Al Ministro dei lavori pubblici — Per sapere - premesso che:
gli stabili Erp in via Guala 95/97 e via Sidoli 34/36 realizzati dalla città di Torino con i fondi residui dell'articolo 4 della legge n. 118 del 1985 presentano numerosi difetti di costruzione che incidono gravemente sulla funzionalità degli edifici;
poiché la ditta costruttrice Bomar si rifiuta di porvi rimedio, l'amministrazione comunale torinese ha avviato le procedure previste dalla legge, per l'espletamento delle quali è però necessaria la conclusione del collaudo. A tal fine, con lettera prot. 1640 del 13 ottobre 1998 l'amministrazione comunale di Torino ha sollecitato la conclusione del collaudo ai collaudatori nominati a suo tempo dal segretariato generale del comitato per l'edilizia residenziale, nelle persone dell'architetto Lucia Conti del provveditorato OOPP per il Lazio e dottor Federico Cempella direttore generale coordinamento territoriale in sostituzione dell'architetto Gaetano Fontana dimissionario in quanto nominato segretario generale del Cer;
la conclusione del collaudo è condizione essenziale per il recupero delle penalità e per porre rimedio ai difetti costruttivi da parte del comune di Torino - :
quali siano in merito le determinazioni dei collaudatori;
entro quale data consegneranno la relazione di collaudo. (4-21358)
RISPOSTA. — Con riferimento alla interrogazione presentata si risponde sulla base della relazione inoltrata da uno dei componenti la Commissione di Collaudo e dalle notizie acquisite dal Segretariato Generale per l'Edilizia Residenziale.
In merito alle questioni proposte è stato riferito che l'incarico di collaudo è stato conferito dal Ministero dei LL.PP. - Comitato Edilizia Residenziale con nota n. 2451 VISI in data 25.8.1990 e formalizzato dal Comune di Torino, dopo appositi solleciti, con Deliberazione n. 9305880/29 in data
25.8.1993, comunicata alla Commissione stessa il 18.11.1993.
La Commissione di Collaudo rispettivamente in data 14.12.1993 e 9.5.1994 ha richiesto e sollecitato gli atti Tecnici ed Amministrativi per l'espletamento delle operazioni di collaudo.
Il Comune di Torino con nota n 1672 del 15.6.1994 ha quindi trasmesso copia dello stato finale e della relazione sullo stato finale.
In data 10.10.1994 previa comunicazione, è stata effettuata la l a visita di collaudo e sulla scorta degli atti, alla presenza dell'Impresa, del Direttore dei lavori e del Rappresentante del Comune di Torino con apposito sopralluogo fu possibile accertare sugli edifici e nei singoli alloggi la presenza di difetti costruttivi nonché la carenza di alcune certificazioni Tecniche necessarie per concludere le operazioni di collaudo.
Con nota datata 10.11.94 il Verbale relativo alla visita di collaudo fu trasmesso dalla Commissione al Comune per la sottoscrizione con l'invito a provvedere al completamento della documentazione ed al ripristino dei difetti riscontrati indicati nel Verbale stesso.
In data 15.02.95 il Direttore dei lavori comunicava che, a seguito di sopralluogo in data 8.2.95, aveva ordinato all'Impresa l'esecuzione dei lavori di ripristino finalizzati all'eliminazione dei difetti costruttivi: lavori che avrebbero dovuto concludersi entro il 15.3.1995.
La Commissione di Collaudo, nel frattempo modificata nella composizione con la sostituzione dell'Arch. Fontana con il Dr. F. Cempella, in data 26.4.95 ha nuovamente sollecitato l'invio della documentazione integrativa richiesta e notizie sull'esecuzione dei lavori non avendo ricevuto alcuna comunicazione al riguardo.
In data 25.11.1996 è stato, quindi, esperito un ulteriore sopralluogo nel corso del quale è stata riscontrata la non esecuzione delle opere di ripristino da parte dell'impresa e la mancanza dell'ulteriore documentazione più volte richiesta.
Il Direttore dei Lavori, in tale sede, ha comunque fornito assicurazioni sulla rapida trasmissione della ulteriore documen-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
tazione impegnandosi a valutare e computare l'entità delle detrazioni da applicare all'Impresa per i difetti esecutivi riscontrati.
In data 10.7.97 la Commissione di collaudo preso atto che non erano intervenute ulteriori comunicazioni né dall'Amm.ne Comunale, né dal Direttore dei Lavori, ha restituito al Comune gli atti di Contabilità Finale in proprio possesso comunicando, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento ru 350/1895, la sospensione delle attività di collaudo in attesa di precise indicazioni sull'esecuzione dei lavori di ripristino a suo tempo richiesti e della ulteriore documentazione tecnica Amm.va relativa alle certificazioni previste dalla vigenti norme.
Con nota n. 1640 in data 13.10.1998 il Comune di Torino, comunicando che l'Impresa in data 9.9.1998 aveva dichiarato di non voler eseguire i lavori di ripristino, ha richiesto la conclusione delle operazioni di collaudo segnalando, tra l'altro, la presenza sugli immobili dei seguenti difetti, peraltro già rilevati e riscontrati in data 10.10.1994 dalla commissione di collaudo:
1. coibentazione del sottotetto non eseguita come da progetto e deteriorata;
2. infiltrazioni di acque meteoriche dal tetto e dai cornicioni;
3. elementi in vetrocemento di facciata lesionati (via Guaio);
4. elementi in lamiera delle facciate (corpi scale) non a tenuta;
5. Bowindow e serramenti non a tenuta;
6. pavimento piano pilotis con pendenze non idonee per lo smaltimento delle acque meteoriche;
7. cedimento delle rampe di accesso al pilotis;
8. rete di fognatura con pendenze non idonee nel vespaio ed ancoraggi da rivedere;
9. serramenti esterni ed interni da revisionare;
10. infiltrazioni di acqua meteorica dal tetto della centrale termica;
11. manca la sistemazione dell'area di pertinenza;
12. cedimenti dei pilastri di sostegno dei cancelli e lesioni in alcune parti strutturali degli edifici.
Con nota in data 22.12.1998 la Commissione ha ricordato al Comune che le operazioni di collaudo erano state sospese come da comunicazione in data 10.7.97 e che l'opera non è, allo stato attuale, collaudabile ed ha invitato nuovamente il Direttore dei Lavori e la stessa Amm.ne Comunale a completare gli atti nonché ad eseguire, in danno, almeno le opere indispensabili per consentire di concludere le operazioni di collaudo.
Nella stessa nota, ricevuta in data 31.12.1998 dall'Amm.ne Comunale, la commissione di collaudo, ha comunicato che se entro il termine di 30 gg. dalla nota stessa non fosse stato completato l'iter amministrativo per consentire la conclusione delle operazioni di collaudo, si sarebbero formalizzate, nell'ambito della Commissione, rinunce all'incarico.
Al 25.2.1999 non essendo pervenute dall'Amm.ne Comunale ulteriori notizie o comunicazioni sull'argomento è stata inoltrata comunicazione di rinuncia all'incarico da parte di un componente della Commissione.
I ritardi nell'espletamento delle operazioni di collaudo non sembra possano quindi essere imputabili alla Commissione che non è stata messa, per quanto suesposto, nelle condizioni di poter operare. È stato precisato, infine, che l'ulteriore documentazione Amm.va richiesta mai pervenuta alla Commissione consiste in:
certificazione legge 373176;
certificato 46/90 per gli impianti elettrici;
certificato esercizio centrale termica;
approvazione progetto smaltimento acque nere ai sensi della legge 391/76;
collaudo impianti terminici.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Tali certificazioni, costituiscono parte necessaria ed indispensabile per il collaudo stesso.
Il Segretariato Generale del Comitato per VEdilizia Residenziale, a seguito della ri-nuncia all'incarico di collaudo della predetta Arch. Lucia Conti e su sollecito del Comune di Torino, con nota ru 435/99-Div VI, del 21 aprile 1999 ha, frattanto, provveduto a designare il nuovo componente della Commissione di collaudo, nominativo che dovrebbe essere formalizzato con provvedimento dello stesso Comune.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Gianni Francesco Mattioli.
PAMPO. — Ai Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e delle comunicazioni. — Per sapere - premesso che:
nelle unità produttive della Telecom Italia sono presenti uffici commerciali della Meie Assicurazioni spa, messi a disposizione dalla stessa azienda telefonica e, anche laddove non vi siano uffici e postazioni fisse per funzionari dell'assicurazione, a questi è consentito libero accesso ovunque;
ovviamente questa costante presenza degli operatori Meie all'interno degli uffici della Telecom Italia e della Tim induce molti lavoratori a stipulare, per ovvie ragioni di comodità e di praticità, contratti assicurativi con la stessa Meie;
il pacchetto azionario della Meie è al 100 per cento della Telecom Italia - : ;
se tale situazione non sia lesiva degli interessi legittimi di tutte le altre aziende assicurative e altresì lesiva del principio della libera concorrenza;
quali iniziative intendano intraprendere. (4-21332)
RISPOSTA. — In relazione all'atto di sindacato ispettivo indicato citato, si fa presente quanto segue.
La presenza di uffici commerciali della MEIE Assicurazioni S.p.A nelle unità pro
duttive della TELECOM ITALIA e della TIM è da considerare frutto di una libera scelta delle parti, trattandosi, in entrambi i casi, di società di diritto privato che quindi operano senza essere soggette a vincoli particolari imposti dalla legge, almeno per quanto concerne le scelte aziendali in questione.
È da precisare, inoltre, che le società TELECOM e TIM sono entrambe proprietarie del pacchetto azionario della MEIE S.p.A e che il gruppo TELECOM nel suo insieme ne detiene il controllo. Tale situazione societaria spiega la ragione alla base della scelta di fare aprire uffici della predetta impresa di assicurazione presso le due aziende telefoniche. Tale scelta, ad avviso dello scrivente, non appare in contrasto con il principio della libera concorrenza tra le imprese di assicurazioni operanti nel mercato.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
PAROLI. — Al Ministro delle finanze. — Per sapere - premesso che:
gli uffici delle entrate vengono attivati in base alla legge n. 358 del 1981 ed al decreto del Presidente della Repubblica n. 287 del 1992, che ne contempla numero, dimensioni, competenza per territorio e per materia. La concreta individuazione della localizzazione di tali uffici è stata disposta dal decreto del Ministro delle finanze n. 700 del 21/1296. Tale decreto doveva tenere in considerazione il tipo ed il numero di contribuenti ed utenti, il gettito dei tributi ed i volumi di lavoro, il tipo di insediamenti economico-produttivi, la densità demografica, le strutture amministrative già presenti sul territorio, la viabilità;
il comprensorio di Viadana (Mantova) conta, unitamente ai comuni di Dosolo, Pomponesco, Sabbioneta e Commessaggio circa 25.000 abitanti; se si inglobano i comuni di Bozzolo, Gazzuolo, Tivarolo Mantovano, San Martino dall'Argine e Marcarla, con altri 20.000 abitanti, si arriva a 45.000 abitanti, con 6700 attività
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
imprenditoriali, di cui 3000 agricole. C'è la sede del distretto del legno a valenza nazionale, c'è un numero di occupati che va oltre il 33 per cento della provincia, offrendo occupazione pure alle province limitrofe e gli introiti fiscali sono il fiore all'occhiello della provincia stessa;
sull'intera provincia, circa 370.000 abitanti, sono in corso di attivazione tre soli uffici delle entrate: Mantova, Castiglione delle Stiviere e Suzzara; il comprensorio di Viadana si vede aggregato a Suzzara, aggregazione innaturale e punitiva, soprattutto per la difficoltà a raggiungerla: circa 30 chilometri di strada stretta e pericolosa sulla quale addirittura manca la segnaletica più elementare. Sperpero di tempo, di risorse e pericolo di incidenti a danno di una comunità eccezionalmente laboriosa e che in meno di due lustri già si è vista spogliare di pretura, di ospedale, di Enel ed a breve anche dell'ufficio di collocamento, che vede come miraggi avere delle strade decenti ed adeguate al traffico, un distaccamento dei vigili del fuoco, una ferrovia;
qualora il comprensorio di Bozzolo non desiderasse aderire a quello di Viadana e l'ostacolo ad avere tale ufficio fosse il fattore demografico, si dovrebbe provvedere così come si è fatto per la provincia di Cremona, che con 330.000 abitanti (40.000 meno della provincia di Mantova) ha in corso di attivazione quattro uffici delle entrate - :
quali siano i motivi per cui non provvedere per Viadana in deroga al decreto n. 700 del 1996 già menzionato, come già fatto per Cremona;
quali siano gli intendimenti affinché la zona in questione non si senta comunque prevaricata, penalizzata, perseguitata ricevendo dalle istituzioni un trattamento in negativo della stessa misura e con la stessa forza in cui essa contribuisce in positivo. (4-22710)
RISPOSTA. — Con Vinterrogazione cui si risponde l'interrogante premesso che la mancata previsione di un ufficio delle en
trate a Viadana (Mantova) creerebbe notevoli disagi agli abitanti della zona costretti a raggiungere il comune di Suzzara, quale sede programmata per l'istituzione di un ufficio delle entrate, chiede di conoscere i motivi per cui non si provveda alla istituzione di tale ufficio « in deroga al decreto n. 700 del 1996... come già fatto per Cremona ».
In merito alle affermazioni secondo cui l'istituzione degli uffici unici di Cremona è prevista in deroga al decreto n. 700 del 1996, il Dipartimento delle Entrate ha preliminarmente rilevato che l'individuazione degli uffici delle entrate della provincia di Cremona è avvenuta come per tutte le altre sedi di uffici delle entrate. Pertanto, non si è provveduto in deroga al decreto del Ministro delle finanze 21 dicembre 1996, n. 700 (regolamento recante l'individuazione degli uffici di livello dirigenziale non generale e delle relative funzioni), ma applicando i criteri stabiliti dall'articolo 7, comma 11, della legge 29 ottobre 1991, n. 358 (recante norme per la ristrutturazione del Ministero delle finanze), con una metodologia imperniata sulla rilevazione dei potenziali carichi di lavoro dei nuovi uffici.
Invero, oltre a considerare il parametro relativo alla popolazione residente, cui si fa riferimento nell'interrogazione, sono stati enucleati altri parametri quali il numero degli atti e delle dichiarazioni degli uffici del registro, nonché il numero dei contribuenti «a rischio» (imprese, professionisti e società), valutando poi, sede per sede, l'incidenza di questi parametri in termini di carico di lavoro per gli uffici.
Pertanto, il medesimo Dipartimento ha precisato che, mediante la combinazione dei suddetti parametri, è stata prevista l'istituzione di uffici delle entrate soltanto in quelle sedi il cui carico di lavoro sarebbe stato tale da giustificare il gravoso onere finanziario ed organizzativo connesso all'attivazione ed al funzionamento degli stessi. In provincia di Cremona, tale condizione ricorre a Casalmaggiore a Crema, a Cremona ed a Soresina; in provincia di Mantova ricorre a Castiglione delle Stiviere, a Mantova ed a Suzzara, ma non a Viadana né a Bozzolo.
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Ciò posto, si garantisce comunque la presenza dell Amministrazione finanziaria nei predetti comuni. Infatti, a Viadana ed a Bozzolo, come, del resto, in tutte le altre attuali sedi di uffici finanziari che non sono state confermate sedi di uffici delle entrate, verrà ubicata una sezione staccata dell'ufficio delle entrate più vicino: precisamente, per Viadana l'ufficio di riferimento sarà quello di Suzzara (ciò in considerazione che le altre sedi di uffici delle entrate della provincia si raggiungono percorrendo una distanza doppia o ancora maggiore), mentre il comune di Bozzolo sarà ricompreso nella circoscrizione dell'ufficio di Mantova.
La suddetta sezione staccata garantirà ai cittadini una prestazione di servizi di livello superiore a quello attuale.
Infatti, l'articolo 1, comma 2, del decreto del Ministro delle finanze 18 giugno 1997 (recante l'individuazione del numero della dislocazione territoriale e dei compiti delle sezioni staccate degli uffici delle entrate) dispone, tra l'altro, che le sezioni staccate degli uffici delle entrate esercitino le proprie attribuzioni, oltre che in materia di imposte dirette e di registro, anche in materia di IVA, che invece è al momento accentrata in uffici aventi sede unicamente nei capoluoghi di provincia. È evidente, quindi, il benefìcio per i contribuenti interessati, che potranno espletare in loco le attività per le quali attualmente è necessario recarsi a Mantova (presentazione di istanze, acquisizione e cancellazione di partita IVA ecc.). La sezione staccata assicurerà, in questo modo, un'azione di informazione e di assistenza fiscale, in linea con le esigenze della maggior parte dei contribuenti.
Le sole funzioni che verranno concentrate negli uffici delle entrate di riferimento (in quello di Suzzara per i contribuenti di Viadana) saranno quelle relative all'accertamento, che presentano maggiori complessità e che interessano, del resto, un numero più ristretto di contribuenti
Il Dipartimento delle Entrate ha infine precisato che l'attivazione delle sezioni staccate sarà contestuale alla soppressione degli attuali uffici, per cui non vi sarà alcuna
soluzione di continuità per quanto concerne l'espletamento dei servizi forniti dagli uffici finanziari
Pertanto, la mancata istituzione di un ufficio delle entrate non si rivelerà in alcun modo lesiva degli interessi dei cittadini di Viadana, nei confronti dei quali non si è provveduto in maniera discriminante né penalizzante.
Il Ministro delle finanze: Vincenzo Visco.
PECORARO SCANIO. - Al Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
nella pagina economica de // Messaggero di lunedì 9 dicembre 1996 viene affrontato un interessante argomento di carattere sociale: vi si analizza, infatti, il sistema retributivo dei dipendenti dei nostri ministeri e appare scandalosamente evidente come questi subiscano ingiustificate disparità di trattamento economico, non solo rispetto a pari colleghi di differenti ministeri, ma anche tra gli stessi del medesimo ufficio;
il modo con cui si attribuiscono le indennità retributive non sembra degno di uno Stato come l'Italia che, pur privilegiando il principio di uguaglianza, permette che si possano trattare i propri dipendenti con ingiustificate disparità di trattamento economico;
le autorità preposte a disciplinare il sistema delle retribuzioni dei dipendenti pubblici dovrebbero porre fine all'inammissibile situazione, che stabilisce, tra l'altro, che a parità di livello occupazionale e di funzione svolta, un dipendente riceva delle indennità spropositatamente differenti a seconda che lavori in un ministero piuttosto che in un altro o, peggio, in una divisione piuttosto che in un'altra
se risulti vero che, come riportato nell'articolo citato, tutto ciò sia dovuto ad antichi e odierni patrocini politici operati verso le diverse categorie di dipendenti;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
quali iniziative intenda assumere per realizzare un'armonizzazione delle retribuzioni nei diversi ministeri, portando una trasparente identifìcabilità dei criteri di determinazione delle indennità retributive in tutti i settori. (4-06004)
RISPOSTA. — L'interrogante chiede di conoscere se il Ministro per la funzione pubblica intenda provvedere ad armonizzare i trattamenti economici accessori erogati a dipendenti pubblici
Al riguardo si rappresenta che:
la disposizione contenuta nell'articolo 41 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 -legge finanziaria 1998 - che prevede, entro il primo rinnovo contrattuale, la cessazione dell'efficacia di tutte le norme che attribuiscono particolari istituti retributivi a talune categorie di personale, è stata integralmente recepita anche nell'articolo 2, comma 3, del d.lgs. n. 80 del 1998 che ha modificato l'articolo 2 del dlgs. n. 29/1993;
ai fini dell'attuazione di tale previsione normativa il contratto collettivo nazionale per il comparto Ministeri, pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 41 del 25 febbraio 1999, prevede, all'articolo 34, comma 4, che, in via preliminare, l'ARAN debba avviare una fase istruttoria per acquisire dalle amministrazioni interessate, entro il 31 dicembre 1998, tutti gli elementi conoscitivi per pervenire ad una esatta ricognizione dei casi in cui ricorre l'ipotesi prevista dalla legge;
la citata clausola contrattuale deriva dalla considerazione che l'erogazione di particolari compensi al personale è avvenuta, nel corso degli anni, per lo più sulla base di specifiche esigenze delle singole amministrazioni. Si è ritenuto, pertanto, necessario definire con esattezza l'entità del fenomeno anche al fine di valutare le modalità di adeguamento e di riassorbimento dei trattamenti economici, secondo quanto previsto dalla norma di legge in questione;
nel corso di una fase negoziale successiva, prevista dallo stesso contratto collettivo, verranno definite le modalità di in
tegrazione del Fondo unico di amministrazione con le risorse derivanti da tali istituti retributivi.
Il Ministro per la funzione: Angelo Piazza.
PECORARO SCANIO. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
una associazione di 138 azionisti della Banca di Sassari SPA, ex azionisti della Banca popolare di Sassari Soc.coop.arl, ha intrapreso delle azioni legali nei confronti di alcuni istituti bancari sassaresi affinché l'autorità giudiziaria valuti eventuali rilevanze penali nell'operazione « fusione per incorporazione della Banca popolare di Sassari Società Cooperativa nella Banca di Sassari SPA, decisa il 25 aprile 1993 dall'assemblea dei soci della Banca popolare di Sassari Soc. Cooperativa »;
l'azione legale dei 138 soci è stata avviata nel 1995 con due esposti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, rispettivamente del 15 ottobre 1995 e del novembre 1995, per sospette irregolarità nella gestione della Banca popolare di Sassari Soc. Cooperativa fino al 1991, nonché per l'operazione poco trasparente della fusione della stessa Banca popolare con la Banca di Sassari SPA, controllata dal Banco di Sardegna, vicende che hanno comportato danni per centinaia di miliardi di lire a circa 24.000 famiglie di piccoli risparmiatori sardi;
dal momento dell'avvio delle inchieste scaturite dai citati esposti, si sono verificati alcuni fenomeni a dir poco strani e tali da far nascere legittimi sospetti di operazioni poco trasparenti finalizzate ad ammorbidire le indagini in corso; infatti, secondo quanto riferito dall'associazione dei 138 azionisti, risulterebbe che dal 1992 al 1995 siano state assunte presso il Banco di Sardegna e presso la Banca di Sassari SPA numerose persone legate da stretti rapporti di parentela con magistrati sassaresi, in particolare del Tribunale di Sassari, e che
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almeno 12 soggetti assunti in tale periodo sarebbero familiari di quei magistrati;
questo fatto in particolare ha indotto gli azionisti a ritenere che vi possano essere legami tra le assunzioni e le inchieste avviate in seguito ai loro esposti - :
se non intenda effettuare una ispezione presso il Tribunale di Sassari al fine di accertare se, in riferimento a quanto esposto in premessa, non vi si siano create situazioni tali da turbare il sereno e corretto svolgimento delle attività giudiziarie promosse dall'associazione dei 138 azionisti. (4-17205)
RISPOSTA. — In riscontro alla interrogazione indicata, dalla relazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari del 3.7.1998, è emerso quanto segue.
1. Il 7.11.1995 Por cu Giampaolo + 282 persone presentavano un esposto sui fatti di cui alla prima parte dell'interrogazione parlamentare indicata. A questo seguivano altri numerosi esposti ove, tra l'altro, si segnalava di valutare l'opportunità che la trattazione delle indagini fosse seguita dall'Autorità Giudiziaria di Sassari (testualmente) « postoché potrebbe eventualmente creare imbarazzo il fatto che molti parenti di Magistrati sassaresi sono stati assunti dal Gruppo Banco di Sardegna ». Veniva poi indicato un elenco di persone asseritamente assunte presso il Gruppo Banco di Sardegna con l'indicazione del magistrato sassarese e del vìncolo di parentela corrispondente.
2. Le perplessità degli esponenti circa l'opportunità della trattazione a Sassari del procedimento non venivano ritenute dal P.M. procedente — dott. Giancarlo Cirielli — tali da spostare la competenza ai sensi dell'articolo 11 c.p.p.; tuttavia, successivamente, a seguito dell'inoltro di un volantino — ove si esternavano dichiarazioni che lasciavano intendere la sussistenza di abusi od omissioni di magistrati del distretto —, il 3.12.1996 furono trasmessi gli atti per competenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. L'I.2.1997 quella Procura rinviava gli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sas
sari, ritenendo insussistenti fatti che potessero investire la propria competenza.
3. Nel corso delle indagini preliminari intervenivano numerose istanze di esponenti che — a volte ripetitivamente — richiedevano notizie sulle indagini, sulle iscrizioni nei registri e quant'altro che causavano un impegno rilevante del magistrato inquirente, della Segreteria e degli organi della notificazione anche a causa della diversità e del numero delle persone che man mano presentavano le richieste predette. Il P.M., che compiva una valutazione estensiva della posizione degli esponenti quali persone offese al fine di permettere ai medesimi di seguire le fasi della procedura, nel decidere una delle tante richieste, in data 19.3.1997 invitava gli esponenti ad eleggere un domicilio unico al fine di evitare rallentamenti nelle indagini. Malgrado ciò, gli esponenti non ritenevano opportuno aderire all'invito.
4. Venivano svolte accurate indagini affidate alla Guardia di Finanza di Sassari e veniva richiesto un incidente probatorio al locale GIP teso ad accertare, con perizia, la congruità dei rapporti di concambio delle azioni nella fusione per incorporazione della Banca Popolare di Sassari Soc. Coop. a r.l. nella Banca di Sassari S.p.A.
5. In data 5.10.1997 il GIP, con una articolata e motivata ordinanza, rigettava la richiesta. Il Giudice riteneva carente la richiesta circa la rilevanza e la pertinenza della prova in quanto superflua ed inconcludente. Inoltre, riteneva del tutto inverosimile e senza riscontro alcuno nelle carte processuali che sussistessero le prospettate ipotesi di reato connesse e sottese ad una sottovalutazione del patrimonio della ex Banca Popolare di Sassari, al fine di falsare il rapporto di cambio e di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale al Banco di Sardegna. Infatti, secondo il GIP, occorrevano indizi — assolutamente carenti — della sussistenza di un preordinato disegno criminoso tra i Commissari Straordinari della Banca Popolare di Sassari nominati dal Governatore della Banca d'Italia, il Presidente ed i vertici del Banco di Sardegna, l'esperto, prof. Felice Martinelli, nominato dal Presidente del Tribunale, il Governatore « prò tempore » della Banca d'Italia, il Mi-
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nistro del Tesoro, i funzionari della Banca d'Italia della Direzione generale del servizio di vigilanza creditoria, i funzionari della Banca d'Italia - Filiale di Sassari - che si sono occupati della vicenda, il prof Coda che, richiesto dalla Banca Popolare e dalla Banca di Sassari S.p.A., ha espresso un parere prò ventate sulla congruità del rapporto di cambio inerente la fusione.
6. Dopo ulteriore attività di indagine e all'esito della propria attività il PM. titolare dell'indagine richiedeva, in data 12.3.1998 l'archiviazione del procedimento. Attualmente il fascicolo pende in attesa dell'arrivo di tutte le notifiche (centinaia) alle persone offese dell'avviso della richiesta di archiviazione su cui dovrà pronunciarsi il GIP, in tempi relativamente brevi, secondo quanto comunicato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari con nota del 7.4.1999.
7. Per quanto attiene le affermazioni riportate nel secondo capoverso dell'interrogazione circa il verificarsi di alcuni fenomeni a dir poco strani e tali da far nascere legittimi sospetti di operazioni poco trasparenti finalizzate ad ammorbidire le indagini in corso, tali fenomeni sarebbero riconducibili, secondo l'associazione di azionisti alle assunzioni presso il Banco di Sardegna e la Banca di Sassari S.p.A. di numerose persone, legate da stretti rapporti di parentela con magistrati sassaresi avvenute tra il 1992 e il 1995; gli azionisti avrebbero ritenuto esistere legami tra le assunzioni e le inchieste avviate in seguito ai loro esposti. Tale ipotesi sembrerebbe esclusa dal momento che le indagini sono state svolte esclusivamente e senza alcun intervento esterno dal dott. Giancarlo Ci-rielli, né il medesimo ha subito alcuna sorta di abboccamento o sollecitazione volti ad ammorbidire le indagini in corso. Poiché dallo stesso tenore degli esposti trattati nel procedimento « de quo » risulta che le asserite assunzioni di « favore » sarebbero precedenti rispetto agli esposti e non successive ad essi, appare arduo capire quali possano essere le operazioni poco trasparenti finalizzate ad ammorbidire le indagini in corso a conoscenza del deputato Pecoraro Scanio ed a lui riferite dal gruppo di 138 azionisti
della Banca di Sassari S.p.A.. Le stesse ove fossero a conoscenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, sarebbero immediatamente segnalate all'Autorità Giudiziaria competente (eventualmente quella di Palermo).
8. Si rappresenta infine che il dott. Giancarlo Cirielli tutelerà la propria onorabilità e professionalità nelle sedi giudiziarie competenti contro coloro che abbiano fornito false informazioni al deputato interrogante.
Conclusivamente dalla predetta relazione, che appare pienamente esaustiva e condivisibile nonché particolarmente dettagliata nel riscontro dei singoli quesiti posti dall'interrogante, non sono emersi profili disciplinari a carico di magistrati.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
PECORARO SCANIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'interno. — Per sapere - premesso che:
sono arrivate numerose segnalazioni in merito ai tentativi di raccolta di fondi presso privati o in alcuni esercizi commerciali organizzati da sedicenti comitati di solidarietà per i profughi del Kosovo;
già in altri periodi, non così drammatici come quello attuale, sono venute allo scoperto vere e proprie organizzazioni che sfruttavano la generosità dei cittadini per arricchimenti illeciti;
in passato, specialmente nella provincia di Napoli, sono stati coinvolti anche inconsapevoli commercianti che, in buona fede, autorizzavano la raccolta di fondi presso i propri esercizi commerciali;
questi episodi rappresentano uno sciacallaggio ed una truffa nei confronti di fasce di popolazione meno informate, così come segnalato dalla Croce rossa italiana e da altre organizzazioni non governative - :
quali iniziative intendano adottare affinché nei messaggi promossi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai vari ministeri sugli aiuti per le popolazioni del Kosovo vengano sconsigliati versamenti di
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contributi in forme diverse da conti correnti postali o bancari e quali provvedimenti si intendano adottare per disporre controlli che evitino truffe nella raccolta di fondi. (4-23513)
RISPOSTA. — Le sottoscrizioni in favore della « Missione Arcobaleno » avvengono esclusivamente mediante versamenti effettuati su conto corrente postale e conto corrente bancario attivati ad hoc.
Relativamente all'adozione di misure dirette a prevenire eventuali truffe nelle raccolte di fondi organizzate da privati, si fa presente che i privati o gli esercizi commerciali che manifestano l'intenzione di promuovere iniziative di solidarietà in favore delle popolazioni kosovare, utilizzando la denominazione o il logo « Missione Arcobaleno», vengono indirizzati a presentare la relativa richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A seguito di una valutazione dell'iniziativa, la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri provvede alla concessione o al diniego dell'autorizzazione all'uso della denominazione o logo « Missione Arcobaleno ».
Pertanto i privati che utilizzino tale nome o logo senza aver ottenuto la predetta autorizzazione, incorrono nelle sanzioni previste dalla legge.
Nessuna autorizzazione è, comunque, fino ad oggi, stata concessa per il versamento di contributi alla « Missione Arcobaleno» su conti correnti diversi da quelli attivati ad hoc dalla Presidenza del Consiglio, e ampiamente segnalati dai maggiori organi di informazione.
Il Ministro per la solidarietà sociale: Livia Turco.
PISCITELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri di grazia e giustizia, dei lavori pubblici, dell'interno e della difesa. — Per sapere - premesso che:
la situazione dell'ordine pubblico ha raggiunto nel sud del Lazio e, in particolare, in provincia di Latina - dove l'attività della criminalità organizzata è in costante crescita, - livelli preoccupanti;
lo stato in cui versa la giustizia, per quanto riguarda la mole di lavoro, è in una fase di vera e propria preagonia, a causa dell'endemica carenza di organici di magistrati e personale amministrativo;
le strutture e l'ubicazione degli attuali uffici giudiziari sono assolutamente inadeguate, mentre tutti i progetti relativi ad una diversa e più razionale organizzazione sia delle strutture medesime che dell'intero impianto della giustizia restano ir realizzati;
tutti gli appelli e le richieste relativi all'istituzione di un tribunale a Gaeta e della corte d'appello a Latina restano disattesi, mentre si paventa la chiusura della pretura di Priverno;
la realizzazione di una sezione staccata a Latina della Corte d'appello di Roma soddisferebbe l'esigenza delle popolazioni di un vasto circondario - quello di Latina, Frosinone, Velletri, Cassino -, abitato da circa un milione e trecentomila persone -:
se non ritengano di promuovere i necessari stanziamenti di fondi per la realizzazione di un complesso integrato a Latina, che comprenda le sedi di tutti gli uffici giudiziari, compresa una sezione della corte d'appello, di un tribunale a Gaeta e, di concerto con le amministrazioni delle città interessate, di predisporre tutti gli interventi necessari per rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica che hanno finora impedito una più moderna ed efficace organizzazione della giustizia in provincia di Latina. (4-10252)
RISPOSTA. — Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri
In merito alla richiesta di istituire in Latina una sezione distaccata della Corte di Appello di Roma, la Direzione Generale dell'Organizzazione Giudiziaria ha comunicato che una riforma complessiva della distribuzione territoriale degli uffici giudiziari è già all'esame del Parlamento su iniziativa di alcuni parlamentari.
La previsione di sezioni distaccate di corte di appello è problema assai delicato,
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anche alla luce della esperienza delle attuali sezioni distaccate di Bolzano, Taranto e Sassari.
Le dimensioni complessive del territorio, le caratteristiche del bacino di utenza e l'entità dei carichi di lavoro sono elementi dai quali non può prescindere la scelta di istituire nuove sezioni distaccate di corte di appello, che non può avvenire senza la determinazione di parametri generali operanti su base nazionale.
In questo contesto, e prima che sia trascorso un congruo periodo di operatività della riforma del giudice unico, appare inopportuno procedere alla istituzione di nuove sezioni di corte di appello.
A tale proposito si deve evidenziare che in attuazione della legge 25411997, il Governo ha emanato il decreto legislativo n. 51198 in materia di giudice unico di primo grado che per il circondario di Latina istituisce due sezioni distaccate del Tribunale, rispettivamente a Gaeta e Terracina.
È stato quindi emanato in data 1.6.1999 il decreto ministeriale previsto dall'articolo 33 del D.Lgs. citato con il quale sono state determinate le nuove piante organiche dei magistrati addetti agli uffici giudiziari giudicanti e requirenti.
Gli uffici giudiziari di Latina, nella nuova configurazione di giudice unico di primo grado, hanno mantenuto inalterata la situazione della pianta organica complessiva che è la seguente:
Presidente: 1;
Presidente di sezione: 3;
Giudici: 32.
In merito ai posti non coperti si precisa che il posto di Consigliere pretore dirigente era già vacante alla data del 2 giugno 1999.
Risultano, altresì, vacanti altri 5 posti di giudice. In totale risultano pertanto alla data di oggi non coperti e non pubblicati sei posti.
Al Tribunale risulta assegnata una udi-trice giudiziaria che prenderà possesso dell'ufficio tra il 29 settembre e il 10 ottobre, mentre altro giudice assumerà possesso anticipato entro il mese di luglio.
Risultano inoltre già trasferiti ad altri uffici giudiziari dal Tribunale di Latina quattro magistrati.
L'organico della procura della Repubblica composto dal Procuratore, un aggiunto eli sostituti risulta completo.
Nel rilevare che, allo stato, la pianta organica non appare suscettibile di ulteriori modifiche, si rappresenta che il Ministero sta già procedendo ad adottare le iniziative di propria competenza, richiedendo al Consiglio Superiore della Magistratura la pubblicazione dei posti vacanti con il prossimo Bollettino Ufficiale.
Per quanto riguarda il personale amministrativo (dal dirigente alla III qualifica funzionale) l'attuale dotazione organica rideterminata con decreto ministeriale 1° giugno 1999, prevede 138 unità, di cui 117 presenti in servizio, sicché risultano complessivamente non coperti 21 posti. Due dei quattro posti vacanti di assistente giudiziario e quattro dei sette posti vacanti di operatore amministrativo sono stati coperti con il trasferimento di altrettante unità da altri uffici giudiziari. Il personale trasferito non ha ancora preso possesso per esigenze degli uffici di provenienza. Un posto di operatore amministrativo è stato dichiarato indisponibile in relazione a centralinisti non vedenti inquadrati nella medesima qualifica funzionale in servizio nel distretto. Per le rimanenti due vacanze di operatore amministrativo si prowederà mediante trasferimento di eventuali subentranti inseriti nella graduatoria del precedente interpello. Anche due posti di dattilografo, su un organico di 9 unità e 7 presenti, sono stati dichiarati indisponibili sempre in relazione alla predetta categoria di non vedenti.
I rimanenti posti vacanti saranno inseriti in una pubblicazione che sarà disposta dopo l'esaurimento delle molteplici procedure derivanti dall'unificazione degli uffici giudiziari, conseguenti all'entrata in vigore della riforma del « giudice unico », procedure regolamentate dal decreto legislativo 51/98 e dalla circolare del 27 maggio 1999 riguardante l'attuazione del predetto decreto.
Con tale circolare sono state in particolare delegate ai Capi delle Corti alcune
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attività relative al trasferimento del personale e solo dopo che i provvedimenti saranno stati adottati e portati a conoscenza deWamministrazione centrale sarà possibile a quest'ultima avere un quadro della situazione degli uffici periferici e procedere ad una mirata pubblicazione dei posti, per la loro copertura.
A situazioni d'emergenza in attesa dell'effettiva copertura dei posti vacanti, si potrà provvedere ricorrendo ad applicazioni di personale da individuarsi nell'ambito dello stesso distretto.
La situazione dell'edilizia giudiziaria di Latina è stata oggetto di attenzione da parte della Direzione Generale degli Affari Civili, come dimostrato dalla recente concessione di un finanziamento di 250 milioni di lire per i lavori di ristrutturazione necessari ad allocare la sezione stralcio all'interno del Palazzo di Giustizia.
Il Comune di Latina ha inoltre reso disponibile un edificio di tre piani, ubicato in Via Ezio e ritenuto idoneo dalle Autorità giudiziarie locali, dove nell'immediato verranno trasferiti l'U.N.E.P. e gli uffici di Procura, che lasceranno all'interno del Palazzo di Giustizia alcuni locali liberi suscettibili di essere utilizzati per le necessità connesse alla riforma sul giudice unico. Si è in attesa dei provvedimenti dell'Amministrazione Comunale conclusivi dell'iter pro-cedimentale diretto a consentire il trasloco degli uffici nella nuova sede.
Quanto alla lamentata inadeguatezza degli edifìci che ospitano le sezioni distaccate della Pretura, deve premettersi che l'ufficio di Priverno verrà soppresso proprio in coincidenza con l'entrata in vigore della riforma sul giudice unico. Per la sede di Gaeta, che rimarrà sezione distaccata dell'Ufficio giudicante di Latina è stato concesso nel 1986 un finanziamento di L. 6.992.771.000 per la realizzazione di un nuovo Palazzo di Giustizia (che doveva ospitare la sezione distaccata della Pretura e l'ufficio del giudice di Pace e che potrebbe essere in futuro utilizzato proprio per allocarvi la sezione distaccata del giudice unico). I lavori sono stati sospesi a causa di controversie con la ditta appaltatrice, che hanno dato luogo ad un contenzioso tuttora irrisolto. Il progetto del
l'opera è stato altresì assoggettato a revisione per l'adattamento alle intervenute esigenze imposte dalla riforma sul giudice unico. A fronte di un'ulteriore richiesta di oltre due miliardi di lire per il completamento dell'opera da parte dell'Amministrazione comunale, la predetta Direzione Generale si è riservata di esprimere le proprie definitive determinazioni, anche alla luce delle nuove disposizioni di cui all'articolo 50 comma 1 lett. F) L. n. 448/98 e dei criteri di priorità stabiliti dall'on. Ministro.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
PISCITELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri di grazia e giustizia e delle finanze. — Per sapere -premesso che:
i presidenti e i vicepresidenti delle commissioni tributarie sono quasi tutti magistrati ordinari (articolo 3 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545);
nella loro veste di presidenti o vicepresidenti di commissione tributaria molti magistrati ordinari presiedono spesso collegi sicuramente illegittimi perché di essi fanno parte, quasi sempre, professionisti (commercialisti, avvocati eccetera) che notoriamente esercitavano, più o meno abitualmente, anche la consulenza tributaria e, non di rado, anche dipendenti del ministero delle finanze che prestano servizio presso il dipartimento delle entrate;
sia gli anzidetti professionisti, dal 1° gennaio 1998, sia i dipendenti delle finanze, dal 1° aprile 1998, infatti in base al chiaro disposto di cui all'articolo 31 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, non potrebbero e non dovrebbero più far parte delle commissioni tributarie, ma per la « tolleranza » del consiglio di presidenza della giustizia tributaria non sono stati e non possono essere dichiarati decaduti dal Ministro delle finanze (articolo 12, comma 2, decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545);
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non si comprende, però, la partecipazione di tanti magistrati ordinari a collegi sicuramente illegittimi perché ciò nuoce, senza alcun dubbio, al prestigio e alla credibilità non solo dei singoli magistrati ma anche dello stesso ordine giudiziario e non si comprende « l'indifferenza » del Consiglio superiore della magistratura, specialmente dopo la recente innovazione legislativa, la quale prevede che i dipendenti pubblici (compresi i magistrati ordinari), con le poche eccezione espressamente previste dalla legge, non possono svolgere « incarichi retribuiti » che non siano stati « previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza » (articolo 58, comma 7, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, nel testo sostituito con l'articolo 26 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80);
se il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro di grazia e giustizia non ritengano di dover informare dell'anzidetta situazione il Consiglio superiore della magistratura perché l'anzidetto organo, in piena autonomia, adotti i provvedimenti che riterrà più opportuni per la tutela dell'ordine giudiziario;
se il Ministro delle finanze non ritenga di dover predisporre eventuali provvedimenti normativi per consentire al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria di affrontare e risolvere le questioni connesse con le probabili dimissioni di tanti magistrati ordinari dalle commissioni tributarie. (4-18109)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione indicata si comunica che la composizione delle commissioni tributarie è disciplinata dalla legge (D.Lgs. 31.12.1992, n. 545) e che la partecipazione di magistrati ordinari alle stesse è, altresì, regolamentata dal punto 24 della circolare del Consiglio Superiore della Magistratura n. 15207 del 16.12.1987 e successive modificazioni.
In particolare, per quanto concerne la partecipazione di magistrati alle Commissioni tributarie, a partire dal 1° aprile 1996, a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 31 dicembre 1992 n. 545 sul contenzioso tri
butario, tali Commissioni devono intendersi ufficio non più soggetto ad autorizzazione.
I consigli giudiziari sono infatti chiamati ad una verifica biennale sulla professionalità dei giudici impegnati nelle Commissioni Tributarie, da compiersi anche mediante acquisizione delle statistiche comparate e dei rapporti del capo dell'Ufficio.
Al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria previsto dagli artt. 17 e 55. D.Lgs. 545/1992, sono segnalate le eventuali pendenze disciplinari e paradisciplinari dei predetti magistrati.
È richiesto al Ministero delle Finanze, in spirito di collaborazione istituzionale, l'invio al Consiglio di elenchi relativi ai magistrati che operano quali giudici tributari, aggiornandolo semestralmente.
È chiesto, altresì, al Ministero delle Finanze di comunicare per il futuro al Consiglio, prima della loro nomina, i nominativi dei vincitori del concorso, per dar modo al Consiglio di dare notizie di eventuali pendenze disciplinari e paradisciplinari a loro carico, o di altre circostanze suscettibili di rilevanza.
In particolare si precisa che:
a) l'incompatibilità di un componente del Collegio ne determina l'illegittimità composizione — e, conseguenzialmente, è motivo di nullità delle decisioni adottate — solo se già accertata dal Consiglio, sicché si richiede la preventiva deliberazione di decadenza;
b) in base ad un'apposita risoluzione del Consiglio, i dipendenti dell'Amministrazione finanziaria, nelle more del procedimento previsto per la dichiarazione di decadenza, non possono essere utilizzati nella composizione dei collegi giudicanti;
c) il Consiglio Superiore della Magistratura ha stabilito che per i magistrati ordinari non è richiesta una specifica autorizzazione ai fini dell'assunzione dell'incarico di componenti delle Commissioni tributarie, trattandosi di funzioni alle quali sono specificamente abilitati ex lege.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
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PITTELLA, GATTO, GIACCO e OLIVO. — Ai Ministri dei lavori pubblici e del tesoro, bilancio e programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
l'adeguamento della strada statale n. 106 jonica assume fondamentale importanza ai fini del completamento della in-frastrutturazione del territorio del Mezzogiorno;
la strada statale n. 106 jonica nei periodi estivi è interessata da rilevanti flussi turistici e commerciali essendo l'unico collegamento viario tra le regioni Calabria, Basilicata e Puglia;
le precarie condizioni in cui si svolge il traffico nel tratto lucano ne fanno una delle statali con alto indice di incidentalità a livello nazionale anche in considerazione del fatto che la parte di arteria ricadente in territorio pugliese risulta già adeguata come quella svolgentesi in territorio calabrese ai confini della Basilicata;
è stato redatto dalla regione Basilicata un progetto generale per l'ammodernamento dell'intera arteria ricadente nel tratto lucano;
di tale progetto in territorio lucano sono ultimati ed in esercizio due lotti (quelli nel comune di Rotondella e Poli-coro), mentre per il terzo lotto (quello interessante il comune di Scanzano) è in corso di esperimento la procedura di appalto;
è in corso la progettazione dell'adeguamento dei tratti lucani in territorio di Bernalda mentre quella interessante il comune di Nova Siri ha subito forti ritardi a causa di proposte diverse sotto il profilo ambientale ed urbanistico sull'individuazione del tracciato definitivo;
la regione Basilicata e l'Anas hanno concordato sull'assoluta necessità dell'adeguamento dell'arteria quale elemento fondamentale per lo sviluppo della regione stessa e dell'intero Mezzogiorno e a tal fine hanno sottoscritto un protocollo d'intesa attraverso il quale si è costituito un coor
dinamento di sorveglianza per la verifica dello stato di attuazione degli impegni assunti;
nel tratto Calabro molti sono i cantieri aperti che stanno portando a termine i lavori di ammodernamento delia jonica (Amendolara 3° lotto 2° stralcio carreggiata di Monte, 2° lotto 2° stralcio; Bivio Stombi; viadotto fiume Esaro; nuovo svincolo Catanzaro Lido; svincolo Arangea, Malderiti, e Aeroporto; svincolo Torrente Sant'Agata);
diversi tratti sono già ammodernati ed in esercizio;
per i rimanenti lotti sono in corso i progetti esecutivi, mentre si è ancora in attesa di ricevere l'esito degli studi sull'impatto ambientale da parte del ministero dell'ambiente;
per il tratto interessante la regione Puglia i lavori di adeguamento e ammodernamento della strada statale n. 106 sono già stati realizzati, mancando solo il collegamento con la autostrada A14 in corrispondenza della città di Taranto —:
data l'incontrovertibile importanza rappresentata dal collegamento viario fra le tre regioni e considerata l'assoluta necessità dell'adeguamento dell'arteria quale elemento fondamentale per lo sviluppo delle regioni stesse e dell'intero Mezzogiorno se si intenda considerare come prioritaria la realizzazione dei lavori in oggetto, attivando tutte le iniziative possibili necessarie allo sblocco dei finanziamenti utili e delle autorizzazioni richieste.
(4.24747)
RISPOSTA. — Le problematiche concernenti la S.S. n. 106 Jonica, oggetto dei quesiti posti dagli interroganti, sono seguite con particolare attenzione da parte di questo Ministero, anche in funzione della necessità di garantire nel Mezzogiorno, attraverso il miglioramento ed il potenziamento di tale direttrice, Vintegrazione di tutti gli ambiti territoriali interessati, creando opportunità di sviluppo per il raggiungimento di un equilibrato asse produttivo-territoriale.
Atti Parlamentari - LXXIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Sulla base degli elementi acquisiti dall'Ente Nazionale per le Strade, si riferisce che per quanto riguarda il tratto della SS. n. 106 di competenza del Compartimento ANAS di Bari, è allo studio la realizzazione del progetto dei lavori di ammodernamento della bretella di collegamento tra la SS. n. 106 Dir. ed il casello autostradale di Taranto sulla Al 14 (bivio Chiatona — termine Variante di Palagiano), dell'importo presunto di L. 26.000.000.000.
Allo stato attuale è in corso la progettazione definitiva e lo Studio di Inserimento Ambientale con l'ausilio di servizi di ingegneria da parte di professionisti esterni.
Per quanto riguarda invece il tratto lucano della strada di che trattasi, questo è interamente interessato da lavori di ammodernamento, suddivisi in n. 9 lotti, dei quali il 5° ed il 6° sono stati già aperti al traffico.
Attualmente sono in avanzato corso di progettazione i lavori di adeguamento della sede stradale, secondo lo schema III delle norme C.N.R., dei lotti 8° e 9°, dal Km. 432+890 (Scanzano) al Km. 452+215 (Tavole Palatine-Confine Potenza-Bari), mentre per il lotto 7° sono in corso le procedure di appalto.
Per ciò che riguarda, infine, i primi quattro lotti, costituenti la variante esterna all'abitato di Nova Siri Scalo, è ancora allo studio l'individuazione del tracciato definitivo, compatibile con la pianificazione territoriale ed al tempo stesso con la salvaguardia di aree di pregio storico ed ambientale.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Antonio Bar-gone.
POZZA TASCA. - Ai Ministri degli affari esteri e di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
non sembra avviarsi verso rapida soluzione la triste vicenda dei cittadini Luigi Fraccaro e Carlo Leschiuta cui una stessa donna, Antonella Munno, rispettivamente ex moglie ed ex convivente, ha sottratto illegalmente ormai da mesi i figli portandoli con sé in Belgio;
Luigi Fraccaro, era stato sposato con la Munno, e dalla loro relazione era nato, in data 22 settembre 1987, Elia, che il 30 gennaio 1995, dopo la separazione dei genitori, era stato affidato ai padre dai Tribunale competente di Venezia;
anche Carlo Leschiutta aveva avuto una relazione con la signora Munno, e i'11 settembre 1995 era nato Andrea che, con sentenza emessa il 30 ottobre 1998 dalla Corte d'appello di Venezia, sezione minorenni, veniva affidato al padre, poiché la signora Munno « nonostante i numerosi provvedimenti che le imponevano di favorire gli incontri del padre con il bambino, ha completamente disatteso tali provvedimenti, e, con speciosi pretesti, ha, di fatto, impedito gli incontri tesi a valorizzare l'indispensabile apporto del padre, sul piano affettivo ed educativo che lo stesso, con innumerevoli sollecitazioni alle autorità competenti, ha giustamente e correttamente richiesto »;
il 12 ottobre 1998 la signora Munno sottraeva illegalmente, all'entrata dalla scuola, Ella Fraccaro, portandolo con sé in Belgio, dove si trovava anche il piccolo Andrea, sottratto in precedenza il 23 dicembre 1997;
il 21 dicembre 1998 la 5 corte del tribunale civile di prima istanza di Hasselt, in Belgio, dichiara eseguibile la sentenza del 30 ottobre 1998 emessa dalla corte di Venezia in merito alla procedura di exe-quatur;
il 23 dicembre 1998 Jaan Beleen, ufficiale giudiziario della sezione di Hasselt, in forza della summenzionata sentenza, si reca presso la residenza della Munno, la quale si rifiuta non solo di sottoporsi all'esecuzione della sentenza, ma addirittura di fare vedere i due bambini ai genitori, presenti insieme ad Hasselt per prenderli in consegna;
in base alle dichiarazioni rese dall'ufficiale giudiziario, la Munno avrebbe dichiarato, in presenza di Ella Fraccaro « meglio morto che con il padre »;
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
in riferimento al decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1917 n. 200 {Gazzetta Ufficiale 19 aprile 1967 n. 98) recante « Disposizioni sulle funzioni e sui poteri consolari », agli articoli 34 e 35: « Il console dovrà provvedere in materia di tutela ed assistenza dei minori secondo le funzioni ed i poteri che le leggi dello Stato italiano attribuiscono al giudice tutelare »;
la presenza del piccolo Andrea in Belgio è stata accertata dalla polizia solo in occasione di un incendio, scoppiato il 17 marzo 1998, in cui il bimbo ha rischiato di perdere la vita, come fonti di stampa locale riportano, ed in quell'occasione il console, a conoscenza dei fatti, non ha adottato alcun provvedimento per la tutela del minore, omettendo inoltre, in base a quanto dichiarato dai padri dei bambini, di informare in Italia le autorità competenti, pur essendo in possesso di un decreto provvisorio del tribunale di Venezia;
i due padri, il cui unico conforto è la condivisione della stessa pena, hanno sporto querela presso la stazione dei Carabinieri di Cerea, nei confronti del console e dell'ambasciatore italiano a Bruxelles per « non aver avuto l'assistenza necessaria da parte dell'autorità consolare e di ambasciata e per la permanenza di una situazione di mancanza di tutela sul conto dei suddetti minori da parte degli stessi »;
nessuno ha ancora provveduto ad allontanare i minori dalla signora Munno, come ordinato dalla corte d'appello di Venezia, in base all'articolo 333 del codice civile - :
quali iniziative urgenti intendano predisporre per verificare se vi siano state inadempienze dalle autorità italiane all'estero preposte e quali misure sollecite adotteranno per ripristinare il diritto dei bambini a tornare dai due padri cui la legge li ha affidati. (4-22294)
RISPOSTA. — Come ricordato dall'interro-gante, la Signora Antonella Munno, madre dei minori Elia Fraccaro nato dal matrimonio con il connazionale Luigi Fraccaro, e Andrea Leschiutta, nato dall'unione con
Carlo Leschiutta, ha effettivamente sottratto il primo dei due minori, Elia, già affidato al padre (con sentenza del 30.1.95) all'epoca del trasferimento in Belgio, avvenuto il 12.10.98.
Nel caso del secondo figlio, invece, non si tratta di una vera e propria sottrazione, poiché Andrea fu affidato al padre da una sentenza del 30.10.98, successiva alla partenza del minore per il Belgio avvenuta il 23.12.97. Fu comunque commesso dalla Munno un illecito, non avendo la signora ricevuto l'assenso del padre a portare con sé il bambino in Belgio.
Sin da quanto le Rappresentanze italiane in Belgio sono venute a conoscenza dei fatti, precisamente il 26 ottobre 1998 con comunicazione del legale italiano dei padri, si sono attivamente adoperate nell'interesse dei minori.
L'Ambasciatore d'Italia in Bruxelles è intervenuto personalmente presso il Ministro della Giustizia belga per sollecitare la positiva e rapida conclusione delle procedure legali avviate per restituire i minori ai padri affidatari. Il nostro Agente Consolare a Genk, competente territorialmente, si è prodigato per assistere i connazionali in questione in occasione del loro viaggio in Belgio e per sensibilizzare le competenti Autorità locali. La stessa Agenzia di Genk ha peraltro fornito ai Signori Fraccaro e Leschiutta il nominativo dell'avvocato belga che li sta tuttora assistendo nel procedimento legale, con loro piena soddisfazione.
È proprio nel corso dei frequenti contatti con le Autorità locali, in qualità di giudice tutelare, che l'agente consolare ha appreso dall'ufficiale giudiziario belga che il minore Elia Fraccaro, e non la signora Munno, aveva pronunciato la frase « meglio morto che andare insieme », citata - peraltro in modo non del tutto esatto - dall'interro-gante.
Quanto alla notizia dell'incendio scoppiato il 17 marzo ed all'asserita inattività dell'agente consolare al riguardo, si precisa che quest'ultimo apprese dell'evento solo dalla stampa e trasmise prontamente l'articolo al Ministero degli Esteri. Risulta, inoltre che l'incendio non fosse di proporzioni tali da mettere in pericolo la vita di
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
alcuno e che il locale fosse verosimilmente vuoto, essendo in ristrutturazione.
Peraltro, notando che nell'incendio erano coinvolti dei connazionali, Vagente consolare si attivò immediatamente per rintracciare il nucleo familiare in questione che non risultava iscritto all'anagrafe consolare di Genk e del quale non aveva mai avuto notizia. La Signora Munno, tuttora non iscritta all'AIRE, non si era infatti mai recata in Consolato.
Tutto ciò premesso, spiace constatare che i Signori Fraccaro e Leschiutta abbiano sporto denuncia contro l'Ambasciatore d'Italia e che non si sentano adeguatamente assistiti, poiché è evidente che tutti i possibili interventi di assistenza sono stati e continuano ad essere posti in atto, nel dovuto e naturale rispetto non solo dei compiti attribuiti alle Autorità diplomatico-consolari dalla vigente normativa, ma anche dalla legislazione dello Stato ospitante.
In risposta alla seconda parte del quesito posto dall'interrogante, appare necessario chiarire brevemente /'iter seguito per l'omologazione in Belgio delle sentenze di affidamento emesse dai Tribunali italiani a favore di Fraccaro e Leschiutta, dal quale deriva l'attuale situazione giuridica e di fatto, contestata dai connazionali in questione.
In data 16.11.1998 il Ministero di Grazia e Giustizia italiano si rivolgeva direttamente all'omologo belga, in base alla Convenzione Europea sul riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia di affidamento dei minori firmata a Lussemburgo il 10.5.1980, perché venissero riconosciuti ed immediatamente eseguiti i due decreti di affidamento.
Successivamente, su mandato del Frac-caro e del Leschiutta, il legale dei due connazionali avviava parallelo procedimento presso il Tribunale di Hasselt, sulla base della Convenzione di Bruxelles del 1967 relativa all'esecuzione di decisioni in materia civile e commerciale. Tale ultimo procedimento si concludeva, come ricordato nella premessa dell'interrogazione, con la concessione dell'« exequatur » in data 21.12.98.
Il sovrapporsi dei due differenti procedimenti ha determinato una situazione di scarsa chiarezza sotto il profilo giuridico, e non ha certo agevolato l'intervento dell'Autorità centrale belga.
Va inoltre tenuto presente che l'esecuzione forzata di un provvedimento non sempre risulta possibile, oltre che auspicabile nell'interesse del minore. Nel caso in questione, la citata Convenzione di Bruxelles, in base alla quale sono stati resi eseguibili i provvedimenti italiani, attribuisce alle Autorità locali una certa discrezionalità nel valutare l'opportunità dell'esecuzione forzata delle sentenze.
Ed è in forza di tale discrezionalità che la competente Autorità belga, avendo disposto — anche su sollecitazione dell'agente consolare — numerose visite ai minori da parte di assistenti sociali oltre che dell'ufficiale giudiziario, ha ritenuto finora di accogliere l'opinione di questi ultimi, secondo cui i bambini sono in buono stato di salute, ben assistiti e curati e pertanto non ravvisa la necessità e l'urgenza di dar corso all'esecuzione forzata dei provvedimenti di affidamento.
I reiterati interventi dei nostri rappresentanti in Belgio, pertanto, non sono stati finora accolti con la motivazione che le Autorità belghe, fatti gli opportuni accertamenti, ritengono non ci sia una situazione di pericolo per i minori.
II Ministero degli Esteri, l'Ambasciata in Bruxelles e l'Agenzia Consolare a Genk, auspicando vivamente che le parti in causa possano addivenire al più presto ad un accordo che tuteli nel migliore dei modi il preminente interesse dei minori, continueranno tuttavia ad adoperarsi presso le Autorità belghe, in stretto raccordo con l'Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile del Ministero di Grazia e Giustizia, che ha competenza primaria per le questioni di affidamento, affinché sia data esecuzione ai provvedimenti emessi dalla magistratura italiana.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Patrizia Toia.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
R O S S E T T O . - Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere - premesso che:
all'interrogante che, qualificandosi come deputato, chiedeva copie di deliberazioni di commissioni ministeriali è stato proposto un modulo di richiesta che, richiamandosi alla legge 7 agosto 1990, n. 241, riporta la dicitura: «Le copie fotostatiche potranno essere ritirate il giorno ... previa apposizione su questo modulo di n.... marche da bollo da lire 500 ogni 2 pagine formato A4 » - :
se ritenga corretta tale procedura;
se tale procedura debba ritenersi applicabile a tutte le attività ispettive dei parlamentari presso gli organi governativi. (4-13336)
RISPOSTA. — La legge 7 agosto 1990, n. 241, e il decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, hanno affermato il principio di piena conoscibilità dell'azione amministrativa, riconoscendo il diritto all'accesso ai documenti amministrativi a chiunque vi abbia interesse « per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti» (articolo 22, primo comma Lcit.). La stessa legge prescrive che il soggetto istante debba motivare la richiesta di accesso specificando e, ove occorra, comprovando l'interesse connesso all'oggetto della sua istanza (articolo 25, secondo comma Lcit. e articolo 3, secondo comma decreto del Presidente della Repubblica cit).
La richiesta presentata dall'interrogante senza specifiche motivazioni, non poteva, quindi essere accolta ai sensi delle citate disposizioni, le quali non riconoscono ai singoli membri del Parlamento una speciale legittimazione all'accesso diversa da quella degli altri cittadini; ferme restando le particolari prerogative di ogni singolo Parlamentare in tema di sindacato ispettivo sull'attività di Governo.
Infatti il diritto di accesso riconosciuto dalla Legge tu 241/90 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 352/92 è volto a tutelare e soddisfare una situazione
giuridica soggettiva di vantaggio riconosciuta al soggetto che richiede l'accesso ai documenti amministrativi, ma che non è il mero interesse alla generale legittimità degli atti amministrativi. Invece, gli specifici mezzi di indagine riconosciuti ai Parlamentari per l'esercizio della funzione di sindacato ispettivo sull'attività di Governo, a loro affidata dall'ordinamento vigente, sono finalizzati proprio alla tutela oggettiva della legalità di tale attività di Governo. Pertanto è in ragione della diversa natura delle posizioni giuridiche da tutelare che l'ordinamento individua differenti procedure.
La stessa Legge n. 241/90 non riconosce alcuna automatica e generale legittimazione all'accesso ai documenti amministrativi in relazione ad uno status del soggetto istante, sia esso individuale, o appartente a particolare categoria o organo, o svolgente determinate funzioni.
In tal senso si sono espressi sia la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi 26 aprile 1996 n VCAI54241III 4.5.2.4.), sia il T.AR. Lazio (Sez. I, sent. 9 novembre 1998 n. 3143).
In particolare, nella sentenza del TAR Lazio si sottolinea che « non appare compatibile con la particolare disciplina delle prerogative dei parlamentari in tema di sindacato sull'attività di Governo prevedere per gli stessi la possibilità di avvalersi a tal fine del diritto d'accesso di cui alla legge n. 241/90. Il nostro ordinamento prevede come fondamentale tra le attività del Parlamento quella di controllo sugli atti e comportamenti del Governo, tanto che i regolamenti dei due rami del Parlamento dettano una serie di norme che rendono molto incisivo e penetrante il sindacato dei membri del Parlamento. Tale sindacato è tuttavia di carattere essenzialmente politico e non si concreta in strumenti giuridici in grado di far ottenere in modo coattivo le notizie richieste. Prevede infatti l'articolo 131 del Regolamento della Camera dei Deputati che il Governo può dichiarare di non poter rispondere indicandone il motivo. È pertanto evidente che, qualora si consentisse al singolo parlamentare di avvalersi dell'accesso di cui alla legge 241/1990, si altererebbe la natura del sindacato previsto dal-
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l'ordinamento, il quale prevede una semplice responsabilità politica del Governo. Una risposta positiva al quesito potrebbe comportare poi un'elusione del principio, ricavabile dal sistema, secondo cui il Governo assumendosi le relative responsabilità politiche, può sempre decidere di non rispondere ».
Nel citato parere della Commissione per l'accesso, inoltre, si afferma che «... né può ritenersi che un Deputato della Repubblica possa utilizzare il diritto di accesso per esercitare il potere di controllo politico che spetta al Parlamento sull'attività del Governo in quanto al tale scopo sono previsti dall'ordinamento altri e specifici mezzi di indagine come le interpellanze o le richieste parlamentari che, a differenza del diritto di accesso, sono finalizzate alla tutela oggettiva della legalità ».
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Segretario del Consiglio dei ministri): Franco Bassanini.
RUFFINO. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere - premesso che:
la strada statale n. 52 « carnica » svolge un ruolo di collegamento assai importante tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto attraverso una zona montana bisognosa di interventi per porre argine al degrado economico-sociale;
la stessa strada statale ha bisogno di importanti e urgenti lavori di sistemazione fra cui la realizzazione di un tunnel di valico in corrispondenza del Passo della Maura per la quale la regione Veneto ha già approvato un bando per uno studio di fattibilità;
il tunnel di cui è allo studio la realizzazione ed in generale la sistemazione ed il miglioramento della strada statale n. 52 avrebbe notevoli ricadute benefiche sui settori economici fondamentali della montagna (turismo, artigianato, piccola e media industria, ecc.);
i comuni di Forni di Sotto, Forni di Sopra, Ampezzo, Sauris, Socchieve, Preone, Enemonzo hanno in più occasioni sollecitato la definizione degli interventi sottolineandone l'urgenza;
il comune di Forni di Sotto ha, inoltre, richiamato la necessità che il ponte sulla stessa strada statale n. 52 al chilometro 46.100 sia dotato urgentemente, per ragioni di sicurezza, di un marciapiede pedonale - :
cosa intenda fare per favorire la realizzazione delle necessarie opere di sistemazione della strada statale n. 52, tanto importanti per garantire a quella zona montana una viabilità adeguata, ed inoltre per l'effettuazione tempestiva dei più limitati ma necessari lavori al ponte di Forni di Sotto. (4-23699)
RISPOSTA. — In relazione all'interrogazione presentata da notizie acquisite dal-l'ANAS, si fa presente all'interrogante che il Compartimento della Viabilità di Trieste ha di recente preso contatti con la Regione Friuli-Venezia Giulia per la redazione di uno studio di fattibilità relativo all'ammodernamento della Strada Stadale n. 52 dal tunnel di valico in corrispondenza del Passo della Mauria fino a Tolmezzo.
La citata Regione, si sta muovendo già in tale direzione, mentre è in corso la stipula di una convenzione tra l'ANAS e la Regione per poter eliminare alcuni punti neri lungo le Strade Statali del Friuli-Venezia Giulia.
Per quanto riguarda la sistemazione della Strada Statale « Carnica », sono stati ipotizzati quattro interventi per un importo complessivo pari a £. 10.200.000.000 tra i quali è previsto il consolidamento del ponte sul rio Piccolo nel Comune di Forni di Sotto con l'allargamento della carreggiata stradale e la costruzione di marciapiedi laterali.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Antonio Bar-gone.
RUSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere - premesso che:
in data 30 aprile 1996 è stato stipulato l'accordo tra l'Aran e le organizzazioni
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sindacali per l'attribuzione a decorrere dal 1° aprile 1996 di buoni pasto al personale civile dipendente dalle amministrazioni del comparto ministeri;
in detto accordo l'articolo 4, punto 1, stabilisce che « hanno titolo all'attribuzione del buono pasto i dipendenti aventi un orario di lavoro settimanale articolato su cinque giorni o su turnazioni di almeno otto ore continuative, a condizione che non possano fruire a titolo gratuito di servizio mensa od altro servizio sostitutivo presso la sede di lavoro »;
il punto 3 dello stesso articolo prevede che il « buono pasto viene attribuito anche per la giornata lavorativa nella quale il dipendente effettua, immediatamente dopo l'orario ordinario, almeno tre ore di lavoro straordinario, nel rispetto della pausa prevista dall'articolo 19, comma 4, del contratto collettivo nazionale di lavoro, all'interno della quale va consumato il pasto »;
le direzioni generali delle varie amministrazioni hanno impartito disposizioni tendenti alla compilazione di prospetti necessari per l'attribuzione dei buoni pasto soltanto a coloro che articolano l'orario di lavoro su cinque giorni settimanali, sia per le prestazioni a completamento dell'orario ordinario di lavoro sia per le prestazioni (almeno tre ore) di lavoro straordinario;
ai sensi dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3 l'impiegato è tenuto a prestare servizio con diritto alla retribuzione per lavoro straordinario anche in ore comprese nell'orario normale;
quali iniziative intenda adottare affinché il diritto a percepire il buono pasto per prestazioni di carattere straordinario venga esteso anche a coloro che articolano l'orario di lavoro su sei giorni lavorativi, eliminando così una norma che appare illegittima ed anticostituzionale. (4-11091)
RISPOSTA. — L'interrogante chiede di conoscere in quale modo il Ministro per la funzione pubblica intenda garantire l'esten
sione dei buoni pasto a dipendenti pubblici del comparto Ministeri che effettuano lavoro straordinario e svolgono l'orario di servizio e di lavoro in sei giorni settimanali.
Al riguardo si fa presente che l'articolo 3 della legge n 334/97, relativa a disposizioni transitorie in materia di trattamento economico di particolari categorie di personale pubblico, nonché in materia di buoni pasto, dispone che anche ai dipendenti civili del comparto Ministeri che, per esigenze di servizio, non svolgono orario di lavoro e di servizio su cinque giorni settimatiali, è dovuto il buono pasto nel caso in cui vengano loro chieste prestazioni di lavoro straordinario.
Il Ministro per la funzione pubblica: Angelo Piazza.
SAIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dei beni culturali e ambientali. - Per sapere - premesso che:
con raccomandata AR 5230 del 18 luglio 1998 la Direzione del personale ed organizzazione dell'Ansa ha comunicato il licenziamento al giornalista Antonio Buc-cilli corrispondente Ansa Abruzzo;
l'Ansa adduce come motivo del licenziamento l'apertura di un Ufficio operativo in Pescara;
tale avvenimento, di per sé positivo, con il licenziamento del giornalista Antonio Buccilli assume un aspetto negativo ed ingiusto;
il signor Buccilli è dal 1975 corrispondente dell'Ansa dell'Abruzzo con riconosciute qualità e capacità professionali;
l'Ansa, come rileva in un comunicato l'Associazione stampa abruzzese, in questa vicenda non avrebbe rispettato « le più elementari regole di comportamento »;
la stessa Ansa non avrebbe rispettato le più elementari norme di legge e contrattuali;
Antonio Buccilli è tesoriere e componente dell'Associazione della stampa abruzzese e, come tale, ha diritto alla
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
necessaria tutela sindacale ed al preventivo nulla-osta dell'Associazione;
la stessa Ansa, la più grande ed importante agenzia italiana, di stampa, ha convenzioni con la Presidenza del Consiglio, il ministero degli affari esteri, la regione Abruzzo, introitando numerosi finanziamenti pubblici - :
quali iniziative intenda assumere affinché l'Ansa ritiri il provvedimento di licenziamento comminato al giornalista Antonio Buccilli, che sembra avere carattere di scorrettezza ed illegittimità.
(4-19493)
RISPOSTA. — Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri
In ordine alVinterrogazione parlamentare presentata, si comunica l'esito degli accertamenti eseguiti dalla Direzione Provinciale del Lavoro di L'Aquila.
In data 18.7.1998 l'ANSA ha licenziato, con decorrenza 21.7.1998, il Sig. Antonio BUCCILLI, che ricopriva la posizione di corrispondente dalla città di Pescara e provincia ex articolo 12 del CNLG dal 17.7.75, per « giustificato motivo oggettivo ».
Le motivazioni alla base del recesso da parte dell'ANSA sono le seguenti:
l'apertura di un nuovo ufficio ANSA a Pescara, per cui si è reso necessario assumere un giornalista professionista in qualità di redattore, con contratto ex articolo 1 del CNLG:
l'impossibilità di occupare il Sig. Buccilli, assunto come corrispondente, in altra posizione lavorativa.
Il lavoratore in parola è anche dipendente della CCIAA di Pescara e della società editrice «IL MESSAGGERO» (con contratto ex articolo 36 CNLG).
Il lavoratore, nel contestare il recesso, ha opposto il diritto alla tutela sindacale ed al preventivo nulla osta dell'Associazione sindacale cui aderisce, così come previsto dall'articolo 34 del CNLG.
Secondo l'ANSA tale diritto non sussiste in quanto l'invocata tutela sindacale ex
articolo 34 CNLG trova applicazione nei confronti dei giornalisti e delle relative testate, così come risultanti da formale comunicazione della FNSI.
Nel caso concreto, la FNSI comunicò alla FIEG la composizione nominativa del Consiglio direttivo dell'Associazione della Stampa Abruzzese, indicando come testata di appartenenza del sig. Buccilli « il Messaggero» (PE) e non l'ANSA
Si fa presente che l'interessato, in data 24.11.98 ha adito la Commissione Provinciale di Conciliazione prevista dall'articolo 410 del c.p. come modificato dal D. Lgs. 80/98 e dopo il mancato accordo, ha presentato ricorso ex articolo 414 c.p.c. al Pretore di L'Aquila, in funzione di giudice del lavoro.
Dagli accertamenti eseguiti presso la Pretura di L'Aquila — Sez. lavoro — non è stato possibile conoscere l'esito della causa promossa dal Sig. Buccilli, in quanto il Giudice del lavoro - a seguito dell'udienza tenutasi in data 12.5.1999 — non ha ancora emessa alcuna sentenza, riservandosi ogni decisione.
Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi.
SANZA, VOLONTÈ, CARMELO CARRARA e DE FRANCISCIS. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. — Per sapere - premesso che:
gli incentivi per la rottamazione delle autovetture con oltre dieci anni hanno provocato un collasso del mercato dei ricambisti d'auto;
a fronte di un forte guadagno delle case automobilistiche e dei rivenditori d'auto si è verificato un blocco delle vendite dei ricambisti che hanno visto uscire dal mercato le autovetture per le quali i pezzi di ricambio erano stati acquistati, e che in aggiunta a ciò si vedono costretti a pagare le imposte per effetto delle rivalutazioni;
i mezzi rottamati sono stati smontati e i rottamatori sono spesso diventati commercianti al dettaglio di ricambi, con ul-
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teriore aggravio per i ricambisti i cui pezzi non risultano più competitivi - :
quali provvedimenti intenda, adottare per far fronte a tale grave situazione che determina ulteriori gravi conseguenze in tema di occupazione. (4-16619)
RISPOSTA. — Gli effetti scaturenti dalla legge sulla rottamazione dell'auto si sono esplicati in termini di ripresa della produzione non solo del settore principale ma anche dei settori collegati I dati forniti da fonti di ricerca generalmente consentono di poter affermare un saldo positivo per le entrate dello Stato che supera i 1.000 miliardi di lire.
È naturalmente ovvio che in ogni occasione di intervento in vasta scala in un comparto così rilevante e diffuso quale quello dell'automobile, di fronte ad una categoria imprenditoriale che gode di evidenti benefici e vantaggi, altre categorie, per naturale bilanciamento, subiscono oneri e svantaggi direttamente collegati alla prima situazione. Resta però da determinare la effettiva entità e durata degli stessi, per dare una valutazione serena circa la convenienza per l'intera collettività, di una determinata manovra o intervento in campo economico e produttivo.
Nel caso in esame infatti, a fronte di una approssimativa quantità di poco più di 1 milione di macchine rottamate, la percentuale sul parco dell'usato esistente è, come noto, molto esigua. In secondo luogo sono state eliminate dalla circolazione autovetture di tale vetustà per le quali, in qualche caso, forse non saranno neanche rimaste disponibili le parti di ricambio. Sembra ragionevole ritenere che la maggior parte dei mercato di questo comparto si rivolga ad autovetture che abbiano anzianità fra i tre e i sei anni.
Si rileva infine, che l'incentivazione al consumo e quindi alla rottamazione ha esaurito la sua vita giuridica nel luglio del 1998 e non è prevista al momento alcuna reiterazione di intervento nel settore.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Bersani.
SIMEONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
con l'articolo 41 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, recante «misure per la stabilizzazione della finanza pubblica », è stato previsto che dall'entrata in vigore del primo rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici cessano di avere efficacia le disposizioni di legge, regolamento o atto amministrativo generale che rechino incrementi retributivi al personale contrattualizzato;
con lo stesso articolo 41 della legge n. 449 del 1997 è stato stabilito che i trattamenti economici più favorevoli in godimento, ottenuti per effetto delle predette disposizioni di legge, regolamento o atto amministrativo generale sono riassorbiti dai futuri miglioramenti nelle misure previste dai contratti collettivi e che i risparmi di spesa che ne conseguono sono destinati ad incrementare le risorse disponibili per i contratti collettivi — :
quali siano le amministrazioni dello Stato, distinte per comparto, che mediante disposizioni di legge, regolamento o atto amministrativo generale abbiano accordato ai propri dipendenti trattamenti economici più favorevoli rispetto a quelli concessi con la contrattazione collettiva;
quali siano nello specifico le disposizioni di leggi, regolamenti o atti amministrativi generali che hanno consentito ad alcune amministrazioni dello Stato, suddivise per comparto, di concedere trattamenti più favorevoli al proprio personale;
quali siano i risparmi che dall'applicazione della normativa introdotta dalla legge n. 449 del 1997 conseguono per ogni singolo comparto e che dovranno essere utilizzati per incrementare le somme stanziate per il rinnovo dei contratti dei comparti medesimi. (4-15740)
RISPOSTA. — Si risponde per delega del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Atti Parlamentari - LXXXI - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B Al RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
L'interrogante chiede di conoscere se il Ministro per la funzione pubblica intenda dare attuazione alle disposizioni dell'articolo 41 della legge n. 449/97, relative alla eliminazione di trattamenti economici erogati a dipendenti pubblici e non previsti dai contratti di lavoro.
Al riguardo si rappresenta che:
la disposizione contenuta nell'articolo 41 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 -legge finanziaria 1998 — che prevede, entro il primo rinnovo contrattuale, la cessazione dell'efficacia di tutte le norme che attribuiscono particolari istituti retributivi a talune categorie di personale, è stata integralmente recepita anche nell'articolo 2, comma 3, del d.lgs. n. 80 del 1998 che ha modificato l'articolo 2 del dlgs. n. 29/1993;
ai fini dell'attuazione di tale previsione normativa il contratto collettivo nazionale per il comparto Ministeri, pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 41 del 25 febbraio 1999, prevede, all'articolo 34, comma 4, che, in via preliminare, l'ARAN debba avviare una fase istruttoria per acquisire dalle amministrazioni interessate, entro il 31 dicembre 1998, tutti gli elementi conoscitivi per pervenire ad una esatta ricognizione dei casi in cui ricorre l'ipotesi prevista dalla legge;
la citata clausola contrattuale deriva dalla considerazione che l'erogazione di particolari compensi al personale è avvenuta, nel corso degli anni, per lo più sulla base di specifiche esigenze delle singole amministrazioni. Si è ritenuto, pertanto, necessario definire con esattezza l'entità del fenomeno anche al fine di valutare le modalità di adeguamento e di riassorbimento dei trattamenti economici, secondo quanto previsto dalla norma di legge in questione;
nel corso di una fase negoziale successiva, prevista dallo stesso contratto collettivo, verranno definite le modalità di integrazione del Fondo unico di amministrazione con le risorse derivanti da tali istituti retributivi.
Il Ministro per la funzione pubblica: Angelo Piazza.
STORACE. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che il giudice per le indagini preliminari dottor Antonio Trivellini si è finora « dimenticato » di decidere su un processo, 15216/96a, notizie di reato, che è stato trasmesso al suo ufficio da oltre due anni;
risulta altresì all'interrogante che, nonostante le istanze del difensore della parte offesa, il suddetto fascicolo processuale è stato in precedenza trattenuto, senza alcuna indagine, dal sostituto procuratore della Repubblica dottor Francesco Misiani per circa sette mesi per poi essere trasmesso, per connessione con altro procedimento, al sostituto procuratore della Repubblica dottor Raffaele Montaldi che lo ha inviato al giudice per le indagini preliminari - :
se il Ministro interrogato non intenda avviare un'ispezione per accertare le condizioni in cui si opera nella Procura della Repubblica di Roma e presso le Indagini preliminari del tribunale penale di Roma.
(4-18920)
RISPOSTA. — In risposta all'interrogazione indicata dalla relazione 2.2.99 del Presidente del Tribunale di Roma risulta quanto segue.
Il dott. Trivellini ha ricevuto l'assegnazione del procedimento penale n. 152161 94R P.M. solo dopo la riunione di tale procedimento a quello recante il n. 139331 92A R.P.M., riunione operata dal P.M. dott. Montaldi in data 3 aprile 1995.
Il primo procedimento riguardava la posizione di tre persone, indagate per il reato di falso in atti pubblici.
Il secondo, a carico di sette persone per abuso di, ufficio, falso in atti pubblici e turbativa della libertà degli incanti, era stato oggetto di richieste di misure cautelari da parte del P.M. dott. Cirignotta in data 18 giugno 1993, richieste poi respinte dal G.I.P. dott. Colella in data 7 luglio 1993.
La successiva richiesta di archiviazione, in data 12 marzo 1994, ancora a firma del P.M. dott. Cirignotta, non era stata accolta dal G.I.P. dott. Colella che, a conclusione
Atti Parlamentari - LXXXII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
dell'udienza camerale, aveva con ordinanza del 23 dicembre 1994 disposto l'archivia-zione relativamente a due indagati e ordinato la formulazione di imputazione a carico degli altri cinque, nel termine previsto dall'articolo 409, comma 5°, c.p.p.
Contestualmente al provvedimento di riunione in data 3 aprile 1994, il PM. dott. Montaldi formulava le imputazioni di adempimento dell'ordinanza del 23 dicembre 1994, e richiedendo al contempo l'archiviazione per uno degli indagati nel procedimento n. 15216/94.
Il processo così formulato era assegnato al G.I.P. dott. Trivellini in data 21 aprile 1995.
L'udienza preliminare era fissata in data 4 maggio 1995 per il 25 maggio 1995, ma subiva vari rinvìi (per astensione degli Avvocati delle udienze il 25 maggio 1995 e il 19 giugno 1995, per impedimento di un difensore il 9 ottobre 1995, per richiesta di tutti i difensori il 26 gennaio 1996). La trattazione del processo si svolgeva nelle udienze del 22 e 28 febbraio 1996, all'esito delle quali il G.I.P. dott. Trivellini pronunciava sentenza di proscioglimento nei confronti di cinque imputati ed emetteva decreto di archiviazione per uno degli indagati, in conformità della richiesta del P.M. Montaldi.
La sentenza, depositata il 12 marzo 1996, veniva poi appellata dal P.M. e dal P.G. presso la Corte d'Appello e gli atti venivano inviati al Giudice del gravame in data 3 luglio 1996.
Da quanto precede risulta che il dott. Trivellini ha trattato il procedimento cui si riferisce l'interrogazione a partire dall'aprile 1995 e fino alla sentenza depositata il 12 marzo 1996, e cioè per meno di un anno.
Dagli atti risulta che il dott. Trivellini si è pronunciato su tutte le imputazioni e nei confronti di tutti gli indagati ed imputati, per cui non vi è traccia della « dimenticanza » denunciata, dell'interrogante, neppure nei motivi di appello delle Procure e nella motivazione della Sentenza della Corte d'Appello in data 13 marzo 1997 che ha parzialmente riformato quella del dott. Trivellini.
In definitiva, conformemente alle valutazioni espresse dalla competente articola
zione in data 16 aprile 1999, il dott. Trivellini ha trattato il procedimento in questione per meno di un anno, talché deve escludersi nella sua condotta qualsivoglia riflesso suscettibile di assumere rilievo disciplinare.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
STORACE. - Al Ministro dell'ambiente. — Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che a Sella-field in Inghilterra sono temporaneamente immagazzinate 1.000 tonnellate di materiale radioattivo italiano in attesa di essere trasferite nel nostro Paese;
a Borgo Sabotino, a 80 chilometri circa a sud della Capitale si trova la prima centrale nucleare italiana costruita nel 1963 che ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria — :
quali misure intenda adottare il Governo per risolvere il problema dello smaltimento delle mille tonnellate di materiale radioattivo;
quali provvedimenti siano allo studio per la ristrutturazione della centrale di Borgo Sabotino. (4-19090)
RISPOSTA. — Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In relazione all'interrogazione citata, si fa presente quanto segue, anche sulla base degli elementi forniti dall'ANPA
La Centrale nucleare ENEL di Borgo Sabotino (Latina) ha iniziato la produzione di energia nel 1964 ed ha cessato l'attività nel 1986; successivamente il combustibile nucleare è stato allontanato per il trattamento e dal 1997 sono iniziati i primi interventi per la disattivazione della centrale.
Sulle operazioni di disattivazione dell'impianto l'ente di controllo — ANPA — esercita le proprie azioni istituzionali di vigilanza mirate, essenzialmente, ad accertare il rispetto dei criteri di base della sicurezza nucleare e della protezione sani-
Atti Parlamentari - LXXXIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
taria, nell'ottica del minimo impatto radio-logico sulla popolazione e sull'ambiente e del minimo impegno dosimetrico per i lavoratori.
Il rischio radiologico associato all'attuale situazione della centrale, in disattivazione e con combustibile nucleare completamente allontanato dal sito, risulta, secondo quanto riferito dall'ANPA, molto modesto. Le attività attualmente in svolgimento, rivolte al raggiungimento di una configurazione impiantistica denominata di custodia sorvegliata, porteranno ad una condizione di impianto intrinsecamente sicura dal punto di vista radiologico per i lavoratori, per la popolazione limitrofa e per l'ambiente.
La radioattività residuale oggi presente presso l'impianto nucleare è rappresentata principalmente da strutture e componenti che nel corso del funzionamento del reattore si sono attivati per irraggiamento neutro-nico e da strutture e componenti che si sono contaminati per contatto con il fluido di processo. Tale radioattività, tuttavia, risulta confinata in maniera adeguata all'interno di barriere multiple che ne garantiscono un sicuro contenimento per molti anni.
Sono inoltre, presenti presso l'impianto rifiuti radioattivi, costituiti essenzialmente da rifiuti radioattivi prodotti nel pregresso esercizio a potenza, nonché da rifiuti derivanti dalle attività di disattivazione in svolgimento. Essi, comunque, risultano essere adeguatamente immagazzinati in appositi locali di stoccaggio e la loro gestione viene regolata in accordo a specifiche Prescrizioni Tecniche e Norme di Sorveglianza, nel rispetto della condizioni di sicurezza e di protezione sanitaria per i lavoratori e per la popolazione e di tutela per l'ambiente.
Per quanto concerne lo stato di avanzamento del processo di disattivazione si fa presente che presso la Centrale di Borgo Sabotino (Latina) sono già stati effettuati alcuni interventi e che sono in programma ulteriori attività per la messa in custodia sorvegliata dell'edifìcio reattore.
Per quanto attiene alle misure da adottare per lo stoccaggio e per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, si fa presente che il Ministero dell'industria ha proposto alle
Regioni e agli altri Enti locali un percorso partecipativo per l'individuazione di un sito per il deposito degli stessi.
Tale percorso è stato condiviso nei suoi termini generali anche dal « Tavolo nazionale » per la gestione degli esiti del nucleare, convocato dal Ministero dell'industria nel luglio dello scorso anno, al quale hanno partecipato tutti gli attori interessati alla dismissione degli impianti nucleari in Italia.
Nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni sono proseguiti i lavori di un gruppo tecnico ristretto con il compito di predisporre una bozza d'accordo di programma tra Stato e Regioni concernente l'individuazione di un sito per la localizzazione dei rifiuti radioattivi.
In parallelo, la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Ciclo del Rifiuti, ha più volte riconosciuto la necessità di creare anche in Italia, sulla base dell'esempio degli altri Paesi Europei, una Agenzia Nazionale per la Gestione dei Rifiuti Radioattivi, avente come compito primario quello di provvedere alla realizzazione del suddetto sito nazionale centralizzato per i rifiuti radioattivi e per il combustibile irraggiato. Da parte di varie forze politiche, sono stati già predisposti e/o sono in fase di presentazione appositi disegni di legge in tal senso.
Il felice esito di tali importanti iniziative permetterà di risolvere in maniera globale il problema della gestione del rifiuti radioattivi, nonché di portare a termine in modo concreto ed efficace le operazioni di smantellamento degli impianti nucleari.
Di contro, l'esito negativo di tali iniziative, o tempi troppo lunghi per la loro attuazione, potrebbero rendere necessario per i rifiuti radioattivi che dovranno rientrare in Italia a seguito del riprocessamento a Sellafìeld (Regno Unito) del combustibile irraggiato della Centrale di Latina, una loro sistemazione presso la stessa centrale di Latina, in apposite strutture ingegneristiche da realizzare sullo stesso sito.
In base alla suddetta sfavorevole ipotesi, l'Agenzia ha fatto presente che tale soluzione si renderebbe comunque necessaria per tutti i siti italiani in cui hanno operato installazioni nucleari, nel senso che ciascuno di questi siti dovrebbe custodire i rifiuti lì
Atti Parlamentari - LXXXIV - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
stesso originati, escludendo quindi del tutto l'ipotesi che alcuno dei suddetti siti possa trasferire i propri rifiuti in siti diversi.
Per quanto riguarda i rifiuti relativi al riprocessamento a Sellafield (Regno Unito) del combustibile irraggiato della centrale di Latina, l'ANPA ha fatto presente che l'ENEL sta negoziando con la Società BNFL (proprietaria degli impianti di Sellafield) la sostituzione dei rifiuti cementati a media attività e dei rifiuti cementati a bassa attività con una quantità « equivalente » (in termini di potenziale tossico radiologico) di rifiuti ad alta attività vetrificati.
Pertanto, a valle della definizione del suddetto negoziato, la quantità totale di rifiuti radioattivi corrispondenti ai combustibili irraggiati della Centrale di Latina inviati al riprocessamento dovrebbe risultare complessivamente in 140 contenitori di rifiuti ad alta attività vetrificati, per un totale di circa 24 metri cubi.
La sistemazione di tali rifiuti potrebbe essere effettuata in appositi contenitori metallici abilitati sia allo stoccaggio che al trasporto (del tutto analoghi a quelli utilizzati per il combustibile irraggiato), capaci di ospitare ciascuno 28 contenitori di rifiuti ad alta attività vetrificati, per un totale di 5 contenitori.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Pier Luigi Ber sani.
STORACE. — Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale, dell'industria, del commercio e dell'artigianato, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere - premesso che:
la Sirti S.p.A. società di proprietà per il 49 per cento di Telecom Italia, ha recentemente presentato il suo piano di riduzione dovuto alle pesanti difficoltà legate a suo dire alle attività tradizionali quali la rete di distribuzione, gli apparati e la chiusura del progetto « Socrate », dichiarando un esubero di 1500 unità;
l'azienda ha dichiarato infatti che il calo delle commesse per il 1998 incide per
il 15 per cento della forza occupata e che non vi sono prospettive di recupero negli anni successivi;
le prime conseguenze tangibili sono state le 109 lettere di licenziamento inviate ai lavoratori dei centri operativi di Potenza e Lagonegro e altrettante missive inviate a 159 dipendenti napoletani, 50 milanesi e 30 baresi - :
se la Sirti, ma soprattutto Telecom Italia, abbia presentato o meno un piano industriale in grado di chiarire le difficoltà dell'azienda medesima, di aggiornare e precisare la missione industriale ed il ruolo del mercato dell'impiantistica, oltre ad assicurare la stabilità occupazionale dei suoi lavoratori;
se non ritengano particolarmente grave questo tipo di situazione se si consideri che i licenziamenti previsti, oltre quelli già avvenuti, andranno a colpire per il 70 per cento il Sud del Paese, proprio quando il Governo sta mettendo a punto una strategia di rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno;
se non ritenga l'attuale situazione della Sirti non sia anche conseguenza dell'incapacità dell'amministratore delegato ingegner Luigi Montella, a trovare nuove linee di sviluppo industriale e tecnologico, investendo le ingenti risorse finanziarie di cui ancora oggi dispone e attualmente impiegate in Bot e a ribaltare la disastrosa politica di presenza all'Estero, in particolare in Europa dove la Sirti ha sperperato oltre cento miliardi di iniziative cronicamente in perdita;
se non ritenga necessaria l'immediata convocazione del previsto tavolo comune tra Telecom, Ministro dell'industria e sindacati al fine di adottare tempestivamente iniziative alternative per la collocazione delle 1500 unità lavorative che rischiano irrimediabilmente di essere escluse dai cicli produttivi, oltre al già abusato ricorso alla cassa integrazioni guadagni straordinaria e vista anche la particolare natura della società dove il maggiore azionista
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XIII LEGISLATURA - * ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Telecom Italia è anche il maggior committente della medesima. (4-19092)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione presentata, si comunica l'esito degli accertamenti ispettivi effettuati dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Roma nei confronti della SIRTI S.p.a.
La società ha sede legale a Milano, sede amministrativa a Sesto S. Giovanni e sede operativa a Roma.
Ha un capitale sociale di 220 miliardi di cui il 49 per cento sottoscritto dalla TELECOM ITALIA H 48 per cento dalla SIRTI e il 3 per cento dalla PIRELLI.
Esercita l'attività di progettazione ed installazione d'impianti e reti di telecomunicazioni, osserva il CCNL Metalmeccanico ed ha in forza a Roma n. 517 dipendenti (130 impiegati, 2 dirigenti, 385 operai).
Il 90 per cento delle commesse di lavoro della Sirti provengono dalla Telecom, maggiore azionista. Nel corso del 1998 le commesse di lavoro della Sirti si sono ridotte di 361 miliardi, in quanto la Telecom è orientata nei suoi investimenti verso la telefonia cellulare ritenuta economicamente più vantaggiosa di quella telefonica a cavo. Alla Sirti vengono appaltati i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti tradizionali esistenti di proprietà della Telecom.
Il settore delle telecomunicazioni e il comparto delle installazioni telefoniche stanno da qualche anno attraversando una fase di transizione legata a cambiamenti tecnologici e di mercato che, nel quadro di un processo accelerato di privatizzazione e liberalizzazione, condiziona gli investimenti e determina gravi incertezze operative.
L'organico aziendale della Sirti s.p.a. è in continuo decremento dal 1993, anno in cui cominciavano ad esaurirsi i programmi del Piano Europa e quelli legati a grandi opere realizzatisi in Italia (Mondiali '90).
L'azienda per far fronte al calo di commesse ha portato a termine ad oggi n. 6 procedure di riduzione del personale, ex lege 223191, che hanno interessato 2.330 unità.
Dal 5.6.95, con accordo sindacale del 14.7.95, è stato gestito un piano di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale con
l'intervento della C.I.G.S. per la durata, di 24 mesi (scadenza giugno 1997) per 293 lavoratori, sospesi a zero ore, che ha interessato le attività organizzative, produttive e amministrative della società, nelle strutture centrali e periferiche.
Il piano C.I.G.S., per ristrutturazione, di 24 mesi per i comparti di Potenza e Lago-negro, dal 6.5.96 al 5.5.98, ha riguardato n. 79 lavoratori.
Nei dodici mesi di vigenza della C.I.G.S. per crisi aziendale dal 6.7.98 al 5.7.99, la Sirti per ridurre l'impatto sociale del provvedimento sui dipendenti interessati, adopererà i seguenti strumenti:
dimissioni incentivate;
trasferimento di lavoratori da località dove le attività produttive permangono critiche a località dove si dovessero creare nuove opportunità di lavoro;
sostegno formativo e di supporto ai lavoratori interessati ad intraprendere attività lavorative in proprio;
orientamento professionale per il riposizionamento e la collocazione delle maestranze sul mercato di lavoro italiano.
Inoltre porrà in essere le seguenti azioni:
riduzione dei costi di produzione, un incremento della produttivàà individuale e un alto indice di qualità del servizio;
rimodulazione degli orari di lavoro e la sperimentazione di nuove forme di svolgimento della prestazione lavorativa, come ad esempio il lavoro a coppia o Job sharing;
impiego del Know how acquisito su sistemi trasmissivi sperimentati all'estero per lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi o tecnologie in Italia;
eventuale terziarizzazione di attività non strategiche.
Nel corso degli accertamenti ispettivi è emerso che le ferie sono state utilizzate nei periodi carenza di lavoro per attenuare e ritardare il ricorso alla CIG, i contratti di subappalto, previa autorizzazione delle aziende clienti, sono stati stipulati con
Atti Parlamentari - LXXXVI - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
aziende specializzate per l'attività di scavo e di ripristino delle strade, il lavoro straordinario è strettamente connesso alle specificità dell'attività produttiva che è articolata in unità specializzate distribuite sul territorio e che gli operatori devono intervenire per segmenti specialistici come manutenzione sui guasti di linea, misure per la protezione dei cantieri.
Nel periodo luglio-dicembre '98 sono state effettuate n. 1.165 ore di lavoro straordinario ed hanno interessato n. 110 maestranze su 363 lavoratori con una media prò capite mensile di circa 2 ore.
La Sirti mensilmente anticipa agli aventi diritto l'indennità di C.I.G.S. nei limiti stabiliti dalla normativa vigente.
Il Ministro dei lavoro e delia previdenza sociale: Antonio Bassolino.
TARADASH. - Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
Giuseppe Padovano è stato condannato in via definitiva alla reclusione fino al 2016 ed è detenuto da circa quattro anni nella II casa circondariale di Ariano Irpino dove è stato trasferito, a seguito di una sua richiesta per motivi di lavoro, dal carcere di Benevento;
nel corso della sua detenzione nel carcere di Ariano Irpino il Padovano non ha potuto svolgere alcuna attività lavorativa ed ha avanzato per due volte istanza di trasferimento ad altro istituto penitenziario;
l'articolo 20 della legge 26 luglio 1975, n. 354, stabilisce che negli istituti penitenziari deve essere favorita in ogni modo la destinazione al lavoro dei detenuti;
i princìpi costituzionali e normativi vigenti escludono perentoriamente la natura afflittiva della pena, che deve comunque perseguire il trattamento rieducativo dei detenuti e deve essere attuata secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti;
i trasferimenti in altri istituti carcerari sono disposti, ai sensi dell'articolo 42, primo comma, della legge n. 354 del 1975, anche per motivi di lavoro - :
se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa di sua competenza per garantire al padovano il trasferimento in un carcere dove possa essere destinato allo svolgimento di un'attività lavorativa.
se non ritenga indispensabile adottare ogni iniziativa necessaria per migliorare le condizioni dei detenuti negli istituti di pena, al fine di garantire loro l'esercizio dei diritti riconosciuti dalle leggi vigenti ed il rispetto dei diritti inviolabili dell'individuo, considerando la necessità di realizzare gli obiettivi di rieducazione e reinserimento che sono princìpi inderogabili di uno Stato di diritto. (4-20410)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interrogazione indicata si comunica quanto segue.
Il detenuto Giuseppe PADOVANO è stato assegnato alla Casa Circondariale di Ariano Irpino in data 20.2.1998 per motivi di lavoro.
Il detenuto dal mese di dicembre 1998 è stato adibito a mansioni lavorative, mesi alterni, in qualità di « scopino », tenendo conto che non è stato possibile inserirlo in tempi più brevi nell'attività lavorativa per rispetto della relativa graduatoria dei detenuti, formulata dalla Commissione composta dai preposti alle attività trattamentali. In detta graduatoria la citata Commissione tiene conto delle esigenze personali e familiari dei ristretti, delle loro condizioni economiche, della loro posizione giuridica, della condotta e del tempo di attesa della relativa richiesta di lavoro; il Padovano, proprio in considerazione delle sue particolari condizioni, è stato favorito.
Le istanze di trasferimento presentate dal medesimo per Gorgona, Porto Azzurro, Roma o altri istituti di Nord Italia non sono state accolte mancando i requisiti per la permanenza in istituto a « regime aperto » come Gorgona, in quanto deve espiare una pena superiore a dieci anni di reclusione, e per le analoghe possibilità di inserimento al
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
lavoro della casa circondariale di Ariano Irpino agli altri istituti penitenziari
Si informa, infine, che il Padovano in data 123A999 ha dichiarato spontaneamente di voler rimanere presso la casa circondariale di Ariano Irpino.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
TREMA GLIA. - Ai Ministri degli affari esteri e del commercio estero. — Per sapere - premesso che:
a seguito degli avvenimenti accaduti lo scorso anno nella Guinea Bissau, sconvolta da una guerra civile, molti italiani che colà operavano da anni sono dovuti rientrare precipitosamente ai fine di salvare le loro vite, come può testimoniare l'ambasciatore italiano a Bissau, Ministro Spinelli;
gli italiani sfuggiti alla morte hanno dovuto abbandonare ogni loro bene e le attività economiche intraprese, perdendo tutti i capitali investiti;
ai loro rientro in Italia, pur rivestendo lo stato di profugo, non vengono utilizzati da alcuna struttura pubblica, nazionale e locale, facendo così perdere un patrimonio di professionalità e di competenze prezioso per le esportazioni italiane - :
se siano a conoscenza della situazione evidenziata;
quali interventi abbiano adottato e se ritengano indispensabile ed urgente attivare gli uffici ed enti dipendenti dei rispettivi dicasteri per reimpiegare al meglio i profughi italiani dalla Guinea Bissau.
(4-22896)
RISPOSTA. — Le assunzioni obbligatorie presso le Pubbliche Amministrazioni si effettuano in conformità a quanto previsto dall'articolo 36, comma 2, del decreto legislativo 3.2.93 n. 29 come modificato dal decreto legislativo 31.3.98 n. 80. Presupposto necessario per tali assunzioni e la vacanza di posti nelle qualifiche funzionali.
La normativa italiana sui profughi — legge 26 dicembre 1981 n. 763 — prevede, peraltro, a favore di questi ultimi interventi assistenziali di prima necessità, interventi per i disoccupati, oltre a misure per un loro inserimento in attività produttive. Tuttavia la citata legge presuppone che detti benefici siano subordinati al riconoscimento della qualifica di profugo che dovrà essere dichiarata con apposito decreto del Ministro degli Affari Esteri di concerto con i Ministri dell'Interno e del Tesoro, sulla base delle segnalazioni pervenute al riguardo dalle autorità diplomatiche accreditate nei Paesi interessati.
Questo Ministero, da parte sua, per il reclutamento del proprio personale si attiene a norme di carattere generale (L. 2 aprile 1968, n. 482, in via di abrogazione ex articolo 22 L. 12 marzo 1999, n. 68) che prevedono facilitazioni per talune categorie protette tra le quali figurano anche i profughi e a seguito della decretazione dello stato di necessità al rimpatrio dalla Guinea Bissau (G.U. n. 159 del 10.07.1998), ha rilasciato due attestati a cittadini italiani già residenti in detto Paese (uno dei quali all'ex Console Onorario italiano).
Si ricorda comunque che la materia è in corso di completa revisione, sulla base della citata legge 12 marzo 1999 n. 68 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili », pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23.3.1999 — serie generale — n. 68, che richiede l'emanazione del relativo regolamento di esecuzione.
Per quanto riguarda più specificatamente il Ministero del Commercio Estero, al momento la rilevazione di vacanza di posti negli organici appare subordinata alla ri-definizione delle piante organiche attualmente in corso e dei processi di riqualificazione del personale, previsti dal nuovo C.C.N.L. Ai sensi delle disposizioni sulle assunzioni obbligatorie (legge 482168 e legge 113185), il Ministero del Commercio Estero ha provveduto regolarmente all'assunzione delle categorie protette, la cui situazione viene fornita annualmente al competente Ministero del Lavoro. Peraltro agli atti del sopracitato Dicastero nel corso dell'anno 1998, ed a tutt'oggi, non risultano pervenute
Atti Parlamentari - LXXXVIII - Camera dei Deputati
XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
istanze di profughi provenienti dalla Guinea Bissau tendenti ad ottenere un impiego presso quella Amministrazione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Rino Serri.
VENDOLA. — Ai Ministri dei lavori pubblici e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere -premesso che:
la legge 17 febbraio 1992, n. 179, articolo 18, comma 1 (legge Botta-Ferra-rini), recante norme per l'edilizia residenziale pubblica, recita testualmente: « le cooperative a proprietà indivisa che abbiano usufruito di agevolazioni pubbliche, statali o regionali, concesse prima della data di entrata in vigore della presente legge per la costruzione di alloggi da assegnare in uso e godimento ai propri soci, possono chiedere al Cer o alla regione, in deroga al divieto statutario previsto dal secondo comma dell'articolo 72 della legge 22 ottobre 1971, n. 865 (v.), e successive modificazioni, l'autorizzazione a cedere in proprietà individuale tutti o parte degli alloggi realizzati ai soci che ne abbiano già ottenuto l'assegnazione in uso e godimento »;
la società cooperativa edilizia « Casa Ridente » ari con sede a Bari in via Magna Grecia 16/A, ha attivato sin dal 1992 tutto l'iter procedurale per poter accedere ai benefici della succitata legge;
le stesse procedure si dimostrano molto spesso farraginose e con perdite di tempo estremamente lunghe, che vanno a costituire il blocco totale dell'attività mutualistica e sociale per la quale è sorta la summenzionata cooperativa;
la cooperativa « Casa Ridente » con due missive inviate il 20 maggio 1997 e il 18 maggio 1998 chiedeva agli enti finanziatori (Italfondiario e Monti dei Paschi di Siena) la modifica del contratto di mutuo del 22 ottobre 1986 con la relativa determinazione delle somme che la stessa cooperativa dovrà rimborsare agli enti a se
guito della trasformazione da proprietà indivisa a proprietà divisa;
entrambe le missive che avevano in oggetto anche la determinazione degli importi dovuti a titolo di rimborso interessi per trasferimento delia proprietà degli alloggi da godimento in proprietà, non hanno sortito alcuna risposta da parte degli enti finanziatori, creando una situazione di stallo economico a danno della cooperativa «Casa Ridente» —:
quali iniziative intendano porre in essere i Ministri preposti, per far sì che gli enti finanziatori awiino tutte le procedure necessarie per assolvere gli oneri contrattualistici stipulati con la cooperativa in questione. (4-19307)
RISPOSTA. — In merito ai quesiti proposti dall'interrogante sono stati richiesti elementi al Segretariato Generale del Comitato per l'Edilizia Residenziale - che fa presente di non aver finanziato il programma costruttivo in argomento.
Al riguardo giova rammentare che la materia, com'è noto, risulta istituzionalmente attribuita alle Regioni e, pertanto, questo Ministero non può assumere iniziative che incidano sull'autonomia delle Regioni.
Il Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici: Gianni Francesco Mattioli.
VENDOLA. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
nel 1995 il tribunale di Brindisi dichiarava lo stato di fallimento del « Fondo cooperativo di sviluppo sociale», società finanziaria cooperativa già operante in San Pancrazio Salentino (Brindisi);
il suddetto fallimento determinava l'improvviso e drammatico impoverimento di migliaia di piccoli risparmiatori i quali perdevano non meno di 5 miliardi. Da ultimo, il giudice delegato dal tribunale di Brindisi ad occuparsi della procedura fallimentare ha conferito incarichi professio-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
nali per il recupero di somme ad avvocati che risultano all'interrogante essere in rapporti di stretta parentela con alcuni amministratori della suddetta società finanziaria cooperativa, i quali sono attualmente imputati nel procedimento di bancarotta sorto in conseguenza del fallimento;
il conferimento dei suddetti incarichi professionali ha suscitato sentimenti di turbamento e di sfiducia nella giustizia nelle migliaia di piccoli risparmiatori travolti dal fallimento del « Fondo cooperativo di sviluppo sociale» -:
se non ritenga di avvalersi dei poteri ispettivi che l'ordinamento gli conferisce per fare chiarezza sull'affidamento da parte del giudice delegato a tali professionisti. (4-20075)
RISPOSTA. — Con riferimento all'interro-gazione indicata sulla base delle notizie fornite dalle competenti autorità giudiziarie, si comunica quanto segue.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi ha in proposito riferito che, a seguito di richiesta del Pubblico Ministero, con sentenza del 2.4.1996 il Tribunale di Brindisi dichiarava il fallimento del Fondo Cooperativo Sviluppo Sociale Soc. Coop. a r.L in persona dei legali rappresentanti prò tempore, esercente attività di raccolta del risparmio, di erogazione del credito e di prestazione di servizi di tipo bancario.
La predetta Procura della Repubblica, che aveva già in corso indagini sul predetto Fondo Cooperativo per reati di esercizio abusivo di attività bancaria e falsi in bilancio nel procedimento ru 5305/95 R.G.N.R., indagava altresì a carico dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale anche per fatti specifici inerenti al delitto di cui all'articolo 223 legge fall richiedendo poi, in data 30.10.1996, al termine delle indagini preliminari, al G.I.P. l'archiviazione per taluni fatti di reato e il rinvio a giudizio dei predetti per i fatti di bancarotta fraudolenta ed altro. Entrambe dette richieste venivano accolte.
Il predetto procedimento penale attualmente trovasi pendente innanzi alla II Sezione Penale del Tribunale di Brindisi ove è fissato per l'udienza del 4.10.1999.
Quanto agli incarichi professionali conferiti nella procedura fallimentare in questione, il Giudice Delegato ha in proposito riferito di aver nominato, quali difensori della curatela i seguenti professionisti:
aw. Paolo Vadacca nella causa di opposizione a sentenza dichiarativa di fallimento che, allo stato, è già riservata per la decisione;
aw. Vittorio Rina in alcune procedure esecutive (in numero di 15);
aw. Stefania Zuffianò in 17 procedure esecutive già avviate dalla medesima prima della dichiarazione del fallimento;
aw. Lelio Lolli in 13 procedure esecutive già avviate dal medesimo prima della dichiarazione di fallimento;
aw. Dario Lolli in un giudizio di riassunzione nei confronti di Aloisi Antonio.
L'avv. D. Lolli e l'aw. L. Lolli sono figli dell'aw. Cataldo Lolli, ex sindaco della società fallita ed imputato nel procedimento penale a carico degli ex amministratori e sindaci del FO.CO.SVI. recante il n 53051 95 R.G.N.R. prima menzionato.
L'avv. S. Zuffianò è figlia del rag. Giuseppe Zuffianò, ex sindaco del FO.CO.SVI., imputato nello stesso procedimento penale innanzi citato.
Imputato nel detto procedimento è anche l'aw. Fernando Rainò al quale, per questo motivo, il predetto giudice delegato ha riferito di non aver ritenuto di confermare l'incarico di proseguire nelle 13 procedure esecutive che già curava prima della dichiarazione di fallimento, affidandole, invece, al sopra citato aw. Rina.
Gli altri avvocati nominati non hanno alcun rapporto di parentela con amministratori della società fallita.
Il giudice delegato ha quindi soggiunto che i suddetti difensori sono stati nominati seguendo, da un lato, i criteri di rotazione normalmente adottati dal Tribunale e, dal-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
l'altro, criteri di opportunità ed utilità per la massa dei creditori, derivanti dall'individuazione di professionisti che, avendo già in precedenza seguito le rispettive pratiche, ne avevano sicura conoscenza e potevano profìcuamente e più velocemente seguirle ed attivarle.
Preso atto di quanto comunicato dai predetti uffici giudiziari, la documentazione acquisita è stata integralmente trasmessa alla competente articolazione ministeriale al fine di valutare l'eventuale sussistenza di profili suscettibili di rilevanza disciplinare.
Si fa riserva di comunicare le eventuali iniziative disciplinari che dovessero essere assunte all'esito delle richieste valutazioni.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
VENDOLA. — Al Ministro di grazia e giustizia. — Per sapere - premesso che:
in data 20, 21 e 22 maggio del 1992 si svolsero a Roma la prove scritte del concorso per uditore giudiziario bandito con decreto ministeriale del 30 dicembre 1991;
nel concorso de quo il primo verbale in cui non si sono operate valutazioni di candidati, risulta essere singolarmente rubricato con la numerazione tipica attribuita ad un elenco già redatto, e cioè 7-bis;
sembra ictu oculi che la mano di colui che ha numerato i verbali sia diversa da quella degli estensori dei verbali medesimi;
nel verbale n. 8 si dà conto della sostituzione del segretario dottor Franco Petroiati con un altro segretario, la dottoressa Maria Gabriella Marcello; tale sostituzione, come si evince dal verbale, sarebbe avvenuta alle ore 20 e il verbale risulta chiuso alle ore 21,20, ma la firma di chiusura del medesimo risulta essere quella del dottor Petroiati, pertanto in questa circostanza si configurerebbe ad avviso dell'interrogante il reato di falso ideologico;
i verbali nn. 180, 181 e 182 risultano sottoscritti dai segretario dottor Roberto
Parziale, quando diversi risultano essere i segretari assegnati alla commissione per le operazioni di identificazione e collazione dei candidati in relazione ai propri elaborati svolti e successivamente esaminati;
la firma del segretario dottor Roberto Parziale è stata poi cancellata dai verbali succitati con una riga sopra al nominativo olografo: infatti le sottoscrizioni sono state conseguentemente effettuate dai segretari individuati nel testo indicante i componenti della commissione con il relativo segretario;
la correzione della sottoscrizione del verbale n. 182 è stata effettuata dal dottor Fabrizio Ranieri che secondo detto verbale si è allontanato alle ore 10,40 per essere sostituito nelle funzioni di segretario dalla dottoressa Marzia Cruciarli;
la dottoressa Cruciani facente funzioni di segretario, non sottoscriverà il verbale 182, contravvenendo alla legge e con le conseguenze previste dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, essendo il verbale atto giuridicamente del segretario della commissione;
l'elaborato di diritto penale del candidato n. 210, dottor Carlo Marzella, è palesemente errato in riferimento alle valutazioni giuridiche poiché la parte finale sul concetto di lesioni personali e di omicidio preterintenzionale è totalmente sbagliata, ed inoltre è evidente a tratti il cambiamento di modalità di redazione della lettera « c » — :
quali valutazioni dia dei fatti descritti e quali provvedimenti si intenda adottare in relazione ad essi. (4-20084)
RISPOSTA. — In base alle notizie fornite in merito all'interrogazione cui si risponde dalla competente Direzione Generale dell'Organizzazione Giudiziaria si comunica quanto segue.
In relazione alle irregolarità dei verbali n 180, 181 e 182 il dott. Pierpaolo BE-RARDI ha presentato ricorso al T.AR. Lazio.
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La citata Direzione Generale con nota prot n. 1917 gl1846 del 23 dicembre 1998, ha già proposto le proprie osservazioni al riguardo all'Avvocatura Generale dello Stato.
Peraltro, come appreso per le vie brevi dall'Avvocatura il T.AR. lazio ha respinto la richiesta di provvedimenti cautelari inoltrata dal ricorrente.
Per quanto concerne la circostanza dell'omessa sottoscrizione da parte del segretario dott.ssa Maria Gabriella Marcello del verbale n. 8 recante invece la firma di chiusura del dott. Franco Petroiati che era stato sostituito dalla stessa, copia dell'interrogazione è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Roma per quanto di eventuale competenza.
Relativamente, infine, alle osservazioni proposte con riferimento all'elaborato di diritto penale del candidato contrassegnato con il n. 210, si evidenzia che l'attività di valutazione degli elaborati dei candidati rientra nella sfera delle attività demandate in via esclusiva alla Commissione esaminatrice del concorso.
Nel richiamare le risposte date alle precedenti interrogazioni si resta in attesa delle determinazioni degli organi di giustizia amministrativa sulla vicenda del dott. Berardi.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri di grazia e giustizia, delle finanze e per la funzione pubblica e gli affari regionali. — Per sapere - premesso che:
l'articolo 58, comma 7, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 nel testo recentemente sostituito con l'articolo 26 dei decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80, prevede che i dipendenti pubblici (con le poche eccezioni espressamente previste dal comma 6 del citato articolo 58) non possono più svolgere incarichi retribuiti che non siano stati « previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza» e che, in caso di inosservanza
dell'anzidetto divieto, saranno suscettibili di sanzioni disciplinari e non avranno diritto ad alcun compenso per le prestazioni che eventualmente dovessero svolgere;
tutti i dipendenti pubblici compresi, non pochi magistrati ordinari e amministrativi, che sono anche componenti di commissioni tributarie provinciali o regionali, mancano della necessaria autorizzazione (o perché non l'hanno chiesta o perché non l'hanno ottenuta) e, conseguentemente, per non incorrere in responsabilità disciplinare ma anche perché, in assenza di autorizzazione, non avranno diritto ad alcun compenso per le eventuali prestazioni, presumibilmente si asterranno da ogni attività - :
se l'autorizzazione per esercizio di funzioni giurisdizionali si ritenga compatibile con il principio costituzionale di indipendenza del giudice (un'autorizzazione può essere condizionata, revocata o negata);
se i dipendenti pubblici componenti di commissione tributaria, privi di autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza, debbano considerarsi ope legis sospesi dall'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali almeno fino a quando non verrà loro concessa la necessaria autorizzazione, oppure se debbano intendersi decaduti dal loro incarico, salva comunque la possibilità di chiedere ed ottenere, ma dopo la prescritta autorizzazione, un nuovo incarico presso la stessa o altra commissione tributaria. (4-17209)
RISPOSTA. — Con l'interrogazione indicata, nel richiamare la disposizione contenuta nell'articolo58, comma 7, del dleg.vo 3 febbraio 1993, n 29, a norma della quale i dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza, si chiede di conoscere se detta disposizione sia riferibile a dipendenti pubblici che siano anche componenti delle commissioni tributarie.
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
Nell'ipotesi affermativa l'interrogazione ha, altresì, espresso il timore di possibile e grave pregiudizio del corretto svolgersi della giustizia tributaria atteso che, come è, senz'altro, presumibile, molti interessati, onde non incorrere nella responsabilità di-sciplinare prevista dalla citata legge, si asterranno dall'esercizio della funzione giudicante.
Al riguardo si rileva, preliminarmente, che, come è noto, l'appartenenza alle Amministrazioni pubbliche costituisce, ai sensi degli articoli 4, lettera b) e 5, lettera c) del decreto legislativo n. 545 del 1992, requisito valutabile ai fini della nomina a componente delle commissioni tributarie e, per tale motivo, è stata puntualmente recepita nei decreti ministeriali recanti bandi dei relativi concorsi, nonché nel regolamento, di recente emanato, disciplinante a regime la materia.
Tanto premesso, va, altresì, tenuto presente che l'esercizio dell'attività alla quale è preposto il giudice tributario non costituisce, in nessun caso, rapporto di pubblico impiego, ma si configura come carica onoraria, conferita a seguito di relativo concorso, come tale non assimilabile agli « incarichi retribuiti » o « conferiti da pubbliche Amministrazioni», ai quali la norma in premessa citata fa riferimento.
Il Consiglio Superiore della Magistratura, invitato a pronunciarsi sul contenuto dell'atto di sindacato ispettivo, ha rilevato che, secondo quanto recepito nell'apposita circolare del CSM stesso, a partire dal Io
aprile 1996 a seguito dell'entrata in vigore del d.leg.vo 31.12.1992 n 545 sul contenzioso tributario, le Commissioni Tributarie debbono intendersi, per i magistrati ordinari, uffici non soggetti ad autorizzazione, deliberando di esprimersi nel senso soprindicato.
Il Ministro di grazia e giustizia: Oliviero Diliberto.
ZACCHERA. - Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. — Per sapere:
se risponda al vero la notizia che il ministero del tesoro, riguardo all'elabora
zione della posizione fiscale degli insegnanti precari della scuola (e cioè di centinaia di migliaia di persone) per l'anno 1998 - a seguito delie personali dichiarazioni dei redditi - avrebbe comunicato che il Centro elaborazione dati del ministero non sarà in grado di operare i conguagli fiscali né al mese di luglio né durante il corso dell'intero 1999 poiché - in seguito ai « rischio 2000 » - « tutte le risorse umane disponibili sono dirottate per l'elaborazione di soluzioni informatiche che consentano all'istituto di superare senza problemi la soglia del terzo millennio »;
quanti siano i dipendenti ministeriali « dirottati » e se ci si renda conto d ie un tale atteggiamento costituirebbe un notevole danno economico per tutti i precari della scuola e come mai solo per questa categoria di dipendenti pubblici vi sia questo disagio;
se il « rischio 2000 » a livello informatico non sia da affrontare al ministero del tesoro di concerto con tutte le altre amministrazioni dello Stato e, più in generale, con tutti gli operatori informatici che si ritrovano davanti a questa difficoltà, peraltro discussa da lungo tempo - e che si ritiene ormai risolta - a livello mondiale;
se alla base della predetta questione non vi siano apparecchiature ministeriali non aggiornate agli attuali standards informatici. (4-24035)
RISPOSTA. — Si risponde all'interrogazione indicata presentata, concernente l'elaborazione della posizione fiscale per Vanno 1998 degli insegnanti precari da parte del Centro elaborazione dati del Ministero del tesoro, nonché l'adozione di soluzioni informatiche che consentano di superare senza problemi il « rischio 2000 ».
Al riguardo, premesso che la certificazione fiscale è stata regolarmente elaborata sulla rata di stipendio del mese di febbraio 1999, si fa presente che la vigente normativa sull'assistenza fiscale resa mediante l'acquisizione dei Mod 730, non consente di pre-
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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1999
stare tale assistenza al personale in questione, in quanto lo stesso, essendo titolare di contratti di lavoro a tempo determinato con scadenza al 30 giugno 1999, resta escluso dalle disposizioni impartite con circolare n. 87 del 16 aprile 1999 del Ministero delle finanze, pubblicata sulla G.U. n. 99 del 29 aprile 1999. Tale circolare, infatti, ha espressamente previsto che « i lavoratori con contratto a tempo determinato inferiore all'anno possono ottenere l'assistenza fiscale per la presentazione del Mod. 730 rivolgendosi al proprio sostituto, se il rapporto di lavoro dura almeno nel periodo compreso nei mesi di aprile e luglio 1999, oppure a un CAF, se il rapporto di lavoro dura almeno dal mese di giugno a quello di luglio 1999».
Con riferimento, infine, alle presunte difficoltà derivanti dal « rischio 2000 », si fa presente che il Servizio Centrale per il Sistema Informativo Integrato di questa Amministrazione, al fine di garantire il regolare pagamento delle retribuzioni mensili ai dipendenti statali amministrati con partita di spesa fìssa dalle Direzioni Provinciali del Tesoro, si è attivato da oltre un anno per la verifica delle procedure in uso, disponendo la modifica di circa mille programmi informatici mediante l'impiego di otto unità di personale.
Il Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica: Roberto Pinza.