A DUE ANNI DALLA FIRMA
18 luglio 2017
PATTO PER IL LAVORO
A DUE ANNI DALLA FIRMA
18 luglio 2017
Indice
Il contesto dell’Emilia-Romagna ........................................................................................................................ 3
Scenario internazionale ................................................................................................................................. 3
Scenario italiano ............................................................................................................................................ 4
Scenario dell’Emilia-Romagna ....................................................................................................................... 5
Monitoraggio delle azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna ..................................................... 7
Il sistema di monitoraggio: trasparenza e accountability ............................................................................. 7
Monitoraggio 2017: gli elementi chiave ........................................................................................................ 8
Gli obiettivi del Patto ................................................................................................................................... 11
Il dialogo istituzionale e sociale ................................................................................................................... 12
I destinatari degli interventi ........................................................................................................................ 12
Confronto con il monitoraggio 2016 ........................................................................................................... 13
Nota metodologica ...................................................................................................................................... 14
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Il contesto dell’Emilia-Romagna
Scenario internazionale
Accelera il commercio internazionale.
A livello globale la discontinuità più significativa rispetto al 2016 è rappresentata dall’accelerazione del
commercio internazionale, che ha toccato ritmi di espansione superiori al 4% ad inizio anno ed è previsto in
crescita del 3,7% su base annua nel 2017, grazie in particolare al traino delle economie emergenti.
Nell’area euro la ripresa del commercio nei primi mesi del 2017 rappresenta l’opportunità per il
consolidamento del ciclo degli investimenti che è alla base della revisione verso l’alto della crescita del PIL
quest’anno e il prossimo (+1,9% e +1,7% rispetto a, rispettivamente, +1,7% e +1,4% previsti a marzo).
Le dinamiche in corso nelle principali aree.
Tra le economie avanzate il 2017 si è avviato con un consolidamento della crescita economica. Negli USA la
previsione di una politica di bilancio meno espansiva è alla base della revisione al ribasso della crescita. Il PIL
è previsto al +2,2% medio annuo nel 2018 (era +2,7% a marzo), per poi calare negli anni successivi.
Tra le economie emergenti, Cina e India continuano a mostrare ritmi molto sostenuti di incremento del PIL.
Nel corso del 2017 Russia e (soprattutto) Brasile dovrebbero uscire dalla recessione per avviare nei prossimi
anni un graduale ma continuo percorso di crescita delle rispettive economie.
Andamento delle principali variabili macroeconomiche – 2016/2020
(valori concatenati, se non diversamente indicato)
Variabili
Var. % annua
2016 2017 2018 2019 2020
PIL mondiale 2,9 3,3 3,4 3,1 3,1
PIL dei Paesi industrializzati 1,6 1,9 1,9 1,8 1,6
PIL delle Aree emergenti 3,8 4,3 4,5 4,2 4,3
Commercio mondiale 1,5 3,7 3,2 3,3 3,6
PIL
REA
LE
USA 1,6 2,1 2,2 2,1 1,8
Giappone 1,0 1,1 1,0 0,9 0,9
UEM 1,7 1,9 1,7 1,5 1,6
Cina 6,7 6,6 6,2 5,8 5,5 India 7,4 7,1 7,4 6,7 6,9 Russia -0,2 1,3 2,4 2,6 2,8 Brasile -3,6 0,6 1,9 2,1 9,3 Sudafrica 0,4 0,2 1,0 2,0 4,6
Fonte: PROMETEIA su dati World Bank, OCSE, EUROSTAT, Datastream, BEA, CAO
Perdurano alcuni elementi di incertezza ed instabilità
Nello scenario internazionale non mancano gli elementi di criticità, sia dal punto di vista geopolitico che
economico. Dal terrorismo internazionale di matrice islamica, alle tensioni in Medio Oriente, alla Brexit, alla
questione sempre più immane dei flussi migratori in uscita dal continente africano, alla gestione delle
relazioni internazionali con la Corea del Nord, sono solo alcuni dei dossier più urgenti di questa prima metà
di 2017.
Un ulteriore fattore di incertezza sui mercati internazionali potrebbe discendere da un cambio di direzione
nella politica monetaria delle principali banche centrali. Se negli USA, in un contesto di crescita moderata e
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inflazione debole negli USA, la FED manterrà con ogni probabilità un approccio di grande gradualità
nell’aumento dei tassi di policy, la BCE sta preparando i mercati ad una riduzione dell’intonazione espansiva
della sua politica monetaria. Tuttavia è plausibile immaginare la prosecuzione del QE sino alla fine del 2017
e un tapering che da giugno non aumenterà più l’attivo della Bce.
Scenario italiano
Si consolida la crescita economica.
Nella prima parte del 2017 migliora la situazione economica italiana. L’accelerazione di inizio anno è stata
guidata dagli investimenti in costruzioni e dai consumi, sia privati che pubblici, con un contributo negativo
delle esportazioni nette e degli investimenti strumentali, andamenti questi in controtendenza rispetto al
resto d’Europa, dove ripartono gli investimenti e rallentano i consumi. Tali dinamiche hanno comportato un
innalzamento della previsione del PIL per il 2017 di tre decimi di punto percentuale (da +0,9% a +1,2%).
Migliora il mercato del lavoro.
L’occupazione è prevista in graduale rafforzamento in linea con il Pil, con un rallentamento nel ritmo di
crescita nel 2018, quando verrà a scadere la decontribuzione sugli assunti a tempo indeterminato. Al termine
dell’orizzonte di previsione si saranno recuperati, rispetto al 2016, 380mila unità di lavoro e 480mila
occupati. Sempre nel 2020 il tasso di disoccupazione è previsto in calo al 10,5% (comunque lontano dai valori
pre-crisi, +6,7% nel 2008), mentre quello di occupazione al 60,5% (+58,6% nel 2008).
Andamento delle principali variabili in Italia (2016/2020)
(valori concatenati, se non diversamente indicato)
Variabili Var. % annuali
2016 2017 2018 2019 2020
PIL 1,0 1,2 1,0 0,8 1,0
Domanda interna (al netto delle scorte)
1,5 1,2 0,9 0,9 1,0
Spesa delle famiglie e ISP 1,3 1,1 0,9 0,8 0,9
Spesa delle AP 0,6 0,5 -0,2 0,0 0,3
Investimenti totali 3,1 2,0 2,1 2,1 1,9
Investimenti in macch., atrezz., mezzi di trasp. e prod. vari
4,6 2,6 2,3 2,6 2,4
Investimenti in costruzioni 1,4 1,4 1,9 1,5 1,3
Importazioni di beni e servizi dall’estero
3,1 4,9 2,7 3,3 4,2
Esportazioni di beni e servizi verso l’estero
2,6 3,6 2,8 3,1 4,1
Reddito disponibile a prezzi costanti 1,6 1,1 1,1 0,7 0,8
Occupazione totale 1,4 0,7 0,4 0,2 0,6
Tasso di disoccupazione 11,7 11,4 11,2 10,9 10,5
Fonte: PROMETEIA, Rapporto di Previsione, luglio 2017
Permangono alcune difficoltà strutturali.
Gli stringenti vincoli di bilancio ed il peso del debito pubblico italiano, nonostante una politica di bilancio
diventata moderatamente espansiva nell’ultimo biennio, continueranno a condizionare le spese delle
Amministrazioni Pubbliche. Proprio l’ammontare assoluto del debito, nonostante l’attuale struttura per
scadenze permetta nel breve periodo di sostenere un innalzamento consistente del suo costo, rappresenta
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un elemento di crescente preoccupazione, specialmente se il Paese dovesse attraversare una fase di
incertezza politica e difficile governabilità.
Infine, da segnalare la persistenza della rigidità dell’offerta del credito verso le imprese, che rischia di
compromettere una ripresa duratura e significativa degli investimenti.
Scenario dell’Emilia-Romagna
I principali dati sull’economia regionale nel 2016
Nel 2016 si è leggermente rafforzata la crescita dell’Emilia-Romagna, sostenuta in particolare dalla domanda
interna. Il PIL regionale (secondo le stime di Prometeia) dovrebbe aver chiuso il 2016 con una crescita
dell’1,4%. La domanda interna è in accelerazione rispetto all’anno precedente, con una crescita dell’1,9%.
Sono gli investimenti fissi, in particolare, ad aver fatto segnare un +3,6%. Positiva la spinta della domanda
estera, anche se le esportazioni regionali hanno rallentato leggermente (+2,4% rispetto al 2015, con un
valore superiore ai 56 miliardi di euro in valori correnti), dopo un biennio precedente durante il quale la
dinamica era stata estremamente positiva. Con un saldo commerciale finale di 23,7 miliardi di euro circa, la
regione si è confermata prima tra le altre regioni italiane.
In crescita i redditi da lavoro e i consumi delle famiglie. Nonostante un aumento della quota di popolazione
a basso reddito e della contrazione della classe media, la distribuzione dei redditi in Emilia Romagna risulta
più equa di quella a livello nazionale.
Dati positivi anche per quanto riguarda il mercato del lavoro. Nel 2016 l’occupazione regionale (1.967.141
persone) è cresciuta del 2,5% rispetto al 2015, con un aumento di 48.823 mila posti di lavoro, superando il
livello dell’occupazione pre-crisi (+17,4mila rispetto al 2008), con una dinamica particolarmente positiva per
il settore del Terziario (+49mila posti di lavoro, +4,0% rispetto al 2015) e dell’Agricoltura (+10,3mila occupati,
+15,6%,). Sostanziale stazionarietà per quanto riguarda l’occupazione dell’Industria in senso stretto, mentre
prosegue il calo nelle Costruzioni.
Numero di occupati in Emilia-Romagna
In crescita la partecipazione al mercato del lavoro e il tasso di occupazione, che ha raggiunto il 68,4%,
superato in ambito nazionale solo dal Trentino-Alto Adige. In contrazione anche la disoccupazione: le persone
in cerca di lavoro sono 146,8mila, con una contrazione di 14,1mila persone rispetto al 2015 (-8,8%), mentre
il tasso di disoccupazione si è ridotto al 6,9%, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
In netta contrazione i giovani NEET, ossia coloro che non sono impegnati nello studio, né nel lavoro né nella
formazione.
Tra le classi di età, mentre la dinamica positiva dell’occupazione si è concentrata in particolare nelle fasce dei
lavoratori più maturi, la disoccupazione si è ridotta in particolare tra i giovani under 34 anni.
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Tasso di disoccupazione in Emilia-Romagna
I segnali della prima parte del 2017
I primi mesi dell’anno hanno restituito alcuni dati positivi per la regione. Rispetto al primo trimestre del 2016,
sono cresciuti gli occupati (+46,6mila, pari al +2,4%), mentre il tasso di disoccupazione è risultato in calo di
1,3 punti percentuali. Nella media degli ultimi dodici mesi1, il tasso di disoccupazione regionale è
ulteriormente calato al 6,6%, un valore inferiore sia rispetto al Veneto (6,7%), che alla Lombardia (7,2%).
Dopo il rallentamento osservato nel 2016, nella prima parte del 2017 le vendite all’estero delle imprese
regionali sono cresciute dell’8,9% rispetto al I trim. 2016, con 1,2 miliardi di euro di esportazioni in più rispetto
allo scorso anno e un saldo commerciale positivo (5,7 miliardi di euro) e in aumento.
Nel primo trimestre dell’anno è risultata in accelerazione la produzione (+2,4%) e il fatturato (+2,8%)
dell’Industria in senso stretto in Emilia Romagna, con una dinamica più vivace per la componente legata al
commercio estero (+3,5% di fatturato), mentre risulta in calo l’occupazione (-14.100 unità, -2,8%), un dato
coerente del resto con il ricorso ancora significativo alla cassa integrazione ed in generale con la presenza di
crisi aziendali tuttora in corso.
Si conferma in aumento il Turismo in regione, settore che è andato consolidandosi negli ultimi anni, arrivando
a generare oltre l’11% del valore aggiunto regionale. Il primo semestre dell’anno ha chiuso con oltre 17
milioni di presenze (+7,6% rispetto allo stesso periodo del 2016) e più di 5 milioni di arrivi (+8%).
Restano ancora alcune ombre. Innanzitutto per quanto riguarda il settore delle Costruzioni che, nonostante
una timida ripresa occupazionale (+1.200 posti di lavoro nel I trimestre 2017, +1,2% rispetto al medesimo
periodo del 2016), ha fatto segnare una contrazione del volume di affari (-1,1%). A soffrire maggiormente
sono le piccole e medie imprese.
Infine, l’ulteriore contrazione per le vendite delle imprese del Commercio al dettaglio nei primi tre mesi
dell’anno (-0,9%), aggiunge un segnale di incertezza per il settore, che non sembra essere ancora uscito dalla
crisi degli ultimi anni.
1 Tra aprile 2016 e marzo 2017.
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Monitoraggio delle azioni messe in campo dalla Regione Emilia-
Romagna
Il sistema di monitoraggio: trasparenza e accountability Nel Patto per il Lavoro la Regione si è impegnata a un “monitoraggio periodico degli impegni assunti, che
vedrà partecipi le parti firmatarie con riunioni almeno semestrali, con riferimento allo stato di avanzamento
della spesa e delle azioni intraprese, attraverso la raccolta ed il presidio dei dati relativi a ciascuna linea
strategica di intervento”.
Obiettivi del monitoraggio sono:
• condividere lo stato di avanzamento degli interventi per verificarne progressivamente la congruità
col quadro economico e il mercato del lavoro;
• garantire trasparenza e accountability alle politiche regionali;
• costruire indicatori e raccogliere dati utili a condurre specifiche valutazioni degli effetti delle politiche
promosse dalla Regione per creare più occupazione e di qualità.
Per onorare questo impegno, l’Amministrazione regionale si è dotata di un apposito sistema di
monitoraggio che vede coinvolto un gruppo di lavoro del quale fanno parte rappresentanti di tutte le
Direzioni Generali, del Gabinetto del Presidente della Giunta, dell’Agenzia per il lavoro e dell’Agenzia per la
ricostruzione – sisma 2012. Tale gruppo di lavoro, attraverso un sistema informativo dedicato, nel mese di
8
giugno 2017 ha svolto una ricognizione di tutti gli interventi messi in campo dalla Regione a sostegno degli
obiettivi del Patto per il lavoro.
Gli interventi monitorati sono 208 (contro i 126 dello scorso anno), per un totale di risorse monitorate pari
ad oggi a quasi 18 miliardi di euro.
Monitoraggio 2017: gli elementi chiave
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Più risorse per gli obiettivi del Patto
Il monitoraggio 2016 aveva confermato l’investimento complessivo di 15 miliardi di euro inizialmente
stimato nel 2015, a valere in parte su risorse regionali e fondi europei e in parte su risorse statali, di altre
amministrazioni pubbliche e, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, di società a controllo
pubblico. Sempre dal monitoraggio 2016 risultava che l’80% dei 15 miliardi previsti era già stato
programmato, ovvero incanalato nella filiera di programmazione regionale.
Il dato più significativo che emerge dal monitoraggio 2017 è un incremento delle risorse previste, che
passano da 15 a 17,8 miliardi2. Oltre il 90% degli interventi monitorati prevede l’impiego di risorse
finanziarie a valere su una o più delle seguenti fonti di finanziamento: fondi europei (FESR, FSE, PSR, CTE,
Garanzia giovani), risorse regionali, risorse statali (comprese quelle destinate dal Governo alla ricostruzione
post-sisma e in capo al Commissario per la ricostruzione), risorse di altre Amministrazioni Pubbliche, risorse
di società a controllo pubblico (prevalentemente settore infrastrutture), risorse private.
Strategia pluriennale, velocità, concentrazione e integrazione
- Strategia pluriennale: la maggior parte degli interventi monitorati sono pluriennali, e 30 di essi hanno
un arco temporale previsto di 3 o più anni; vi sono 10 interventi costituiti da programmi complessi
(ad esempio relativi alle infrastrutture trasportistiche) la cui durata è superiore ai 6 anni;
- Velocità: gli interventi già conclusi sono il 14% e quelli in corso il 77% degli interventi ad oggi
monitorati, per un totale di risorse finanziarie che ammontano complessivamente a 15,08 miliardi di
euro, ovvero l’84% del totale delle risorse complessivamente stimate3; le risorse messe a bando sui
fondi europei ammontano a oltre 1,5 miliardi di euro, ovvero circa il 60% del totale disponibile per
l’intero ciclo di programmazione, e hanno contribuito ad attivare 660 milioni di euro di investimenti
privati come cofinanziamenti.
2 L’incremento è imputabile in larga misura a ulteriori interventi non ricompresi nelle stime effettuate nel 2015 in vista della sottoscrizione del Patto
(o, in alcuni casi, a un incremento di risorse per interventi già inizialmente preventivati) in tema di mobilità, edilizia pubblica (scolastica e sanitaria) e, in misura inferiore, a tutti gli altri obiettivi e sotto-obiettivi del Patto. 3 Come precisato nella nota metodologica, i dati sono aggiornati al 10 di giugno. Alcuni interventi a quella data ancora da avviare sono stati nel
frattempo avviati: in fase di monitoraggio sono stati indicati come in avvio tra giugno e luglio una decina di nuovi interventi, per un totale di 78 milioni di euro.
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- Concentrazione e integrazione: sono stati attivati interventi riconducibili a tutti gli obiettivi del Patto.
Il 70% degli interventi ad oggi attivati e oltre il 90% delle risorse sono concentrati su due obiettivi
del Patto: Territorio e lavoro (65 interventi) e Sviluppo, imprese e lavoro (79 interventi, che
prevedono politiche integrate rivolte al capitale umano, al sistema economico-imprenditoriale e
allo sviluppo del sistema agroalimentare del territorio, articolati nelle tre linee strategiche:
Economia forte, aperta, sostenibile e globale con 51 interventi, Società del lavoro imprenditiva e
dinamica con 21 interventi, Società equa ed inclusiva con 7 interventi).
Focus sui fondi europei
L’attuazione della programmazione 2014/2020 dei fondi europei fa registrare rispetto allo scorso anno
significativi passi in avanti. Le risorse messe a bando superano il miliardo e mezzo di euro (erano un
miliardo un anno fa) e le risorse impegnate sono più che raddoppiate, passano da circa 430 milioni a oltre
un miliardo. Analogamente, sono praticamente raddoppiati (da 347 a 660 milioni di euro) gli investimenti
privati attivati come cofinanziamento ai progetti finanziati.
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Gli obiettivi del Patto Il grafico seguente mostra, per ogni obiettivo del Patto, l’ammontare in milioni di euro delle risorse previste
dagli interventi già avviati (conclusi o in corso).
Rispetto alla distribuzione delle risorse degli interventi avviati per obiettivi del Patto per il Lavoro, è utile
specificare che alcuni di essi comprendono interventi numericamente limitati in termini di monitoraggio
quantitativo e finanziario ma con una straordinaria valenza strategica (l’approvazione del Testo Unico per
la Legalità ne è un esempio). Inoltre, è doveroso segnalare che l’attribuzione degli interventi agli obiettivi
del Patto è stata effettuata usando il criterio dell’obiettivo prevalente: molti degli interventi riconducibili
agli obiettivi Sviluppo, imprese e lavoro e Territorio e lavoro hanno un impatto significativo anche su altri
obiettivi, poiché a beneficio ad esempio anche delle singole persone e della comunità.
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Il dialogo istituzionale e sociale Il Patto per il Lavoro prevede “il coinvolgimento delle parti firmatarie per un confronto preventivo sui
contenuti delle principali azioni e dei provvedimenti da intraprendere in attuazione e in coerenza con
quanto condiviso”. Gran parte degli interventi monitorati sono stati oggetto di confronto preventivo che ha
visto coinvolti, in diversa misura, tavoli già formalizzati e, più in generale, soggetti del partenariato
istituzionale, economico e sociale, così come rappresentato dall’infografica che segue.
Ogni intervento può aver visto coinvolti più soggetti, per cui il totale supera il numero di interventi complessivamente monitorati.
I destinatari degli interventi I destinatari degli interventi, costituiti dai principali soggetti del territorio regionale, sono stati suddivisi in
grandi categorie:
- Enti locali (Comuni e Unioni, Città Metropolitana di Bologna e Province, relative società controllate
o partecipate);
- Imprese (grandi imprese, PMI, imprese agricole, start-up, raggruppamenti d’imprese, enti fiere e
Camere di Commercio);
- Persone e famiglie (nuclei familiari e giovani coppie, persone in condizioni di disagio quali anziani,
disabili, etc, giovani e NEET, occupati e non occupati);
- Territorio (infrastrutture e reti, difesa del suolo e tutela dell’ambiente, politiche territoriali, edilizia
pubblica).
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Ad ogni intervento monitorato è stata assegnata una di queste categorie di destinatari, utilizzando il criterio
della prevalenza nel caso di interventi indirizzati a più tipologie di destinatari. Il grafico che segue mostra,
per ognuna delle categorie di destinatari, l’ammontare delle risorse previste per interventi ad oggi già
avviati (conclusi o in corso).
Il sistema produttivo è il destinatario del maggior numero di interventi del Patto per il Lavoro (75). Le
categorie persone e famiglie e territorio racchiudono ognuna 42 interventi, mentre le azioni rivolte agli Enti
locali sono 30.
Confronto con il monitoraggio 2016 La tabella che segue propone un confronto tra alcuni dei principali rilevati nel presente monitoraggio di
luglio 2017 rispetto al monitoraggio precedente di luglio 2016.
Sono aumentati tutti gli indicatori relativi alle risorse, sia quelle destinate a interventi già avviati sia quelle
stimate quali complessivamente disponibili nell’arco della legislatura a sostegno degli obiettivi del Patto. Lo
stesso trend positivo si registra in relazione ai fondi europei: le risorse complessivamente messe a bando
sono passate da 1 a 1,5 miliardi di euro, mentre quelle impegnate sono salite da 429 milioni di euro a poco
più di un miliardo di euro.
luglio 2017 luglio 2016 Differenza
Risorse per interventi già avviati 15,1 miliardi 13,5 miliardi +1,6 miliardi
Risorse complessive stimate 17,8 miliardi 15,0 miliardi +2,8 miliardi
Risorse messe a bando sui fondi europei 1,5 miliardi 1,0 miliardi +500 milioni
Risorse impegnate a valere sui fondi europei 1,0 miliardi 0,4 miliardi +600 milioni
Cofinanziamenti privati ai fondi europei previsti 660 milioni 347 milioni +313 milioni
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Nota metodologica
Il monitoraggio degli interventi riconducibili al Patto per il lavoro è stato svolto dall’Amministrazione regionale nel mese di giugno
2017 (con dati aggiornati al 10 giugno) attraverso un sistema informativo appositamente predisposto dal Servizio ICT regionale e ha
visto coinvolte tutte le Direzioni Generali, il Gabinetto del Presidente della Giunta, l’Agenzia per il lavoro e l’Agenzia per la
ricostruzione.
Per intervento si intende:
- Singoli progetti/azioni;
- Piani e programmi che prevedono diversi progetti specifici: è il caso, ad esempio, dei bandi dei fondi europei, ognuno dei
quali finanzia diversi progetti, così come dei programmi di interventi sulle opere pubbliche, ognuno dei quali finanzia
numerose azioni specifiche. In questi casi l’entità monitorata è costituita dal Piano/Programma nella sua interezza e
rappresenta quindi un “contenitore” di diverse azioni singole. In alcuni casi talune singole azioni, particolarmente rilevanti
per la loro dotazione finanziaria o il loro carattere strategico, sono state scorporate dal piano/programma di cui fanno parte
e monitorate come oggetti a sé stanti, al fine di consentire un maggior livello di dettaglio nei dati raccolti. Per lo stesso
motivo, per gli interventi che si ripetono periodicamente in annualità differenti (es. Fondo per la montagna e alcuni bando
dei fondi europei), si è optato per considerare ogni annualità come un intervento a sé stante.
Gli interventi monitorati sono riconducibili al Patto per il lavoro e, alla data del 10 giugno, risultano alternativamente:
- già conclusi;
- in corso;
- ancora da avviare, purché: a) l’Amministrazione regionale abbia già avviato i lavori preparatori per l’avvio dell’intervento;
b) esista un atto formale che sancisca l’esistenza dell’intervento; c) le eventuali risorse finanziarie destinate all’intervento
siano già state quantificate, con fonte di finanziamento certa;
Nel caso degli interventi “contenitore” illustrati in precedenza, l’intervento è considerato avviato quando il Piano/Programma viene
approvato o quando viene avviata la prima delle singole azioni ricomprese nell’intervento, mentre viene considerato concluso
quando tutti i pagamenti sono stati effettuati (al netto di eccezioni quali ad esempio eventuali revoche). Lo stato degli interventi fa
riferimento quindi ai tempi amministrativi e non ai soli tempi di esecuzione dei progetti: nel caso dei fondi europei ad esempio gli
interventi sono considerati avviati con l’approvazione dei bandi e l’intervento è quindi considerato in corso per tutto il periodo di
accoglimento delle domande di finanziamento, di istruttoria e selezione dei progetti fino all’approvazione della graduatoria, di
esecuzione e di rendicontazione dei progetti. L’intervento può avere pertanto una durata pluriennale anche se i tempi previsti per
l’esecuzione dei progetti da parte dei beneficiari sono inferiori all’anno.
Le eventuali risorse finanziarie destinate all’intervento sono state classificate per fonti di finanziamento (ogni intervento può
avvalersi di risorse provenienti da più fonti di finanziamento allo stesso tempo). Alcune precisazioni in merito:
- Le risorse a valere su un fondo europeo vengono considerate tutte come a valere sul quel fondo, a prescindere
dall’eventuale ripartizione in una quota di fondi UE, una quota di fondi statali e una quota di fondi regionali;
- Le risorse regionali comprendono sia le risorse proprie della Regione sia le risorse che transitano dal bilancio regionale (ad
eccezione dei fondi europei appena richiamati) a seguito di trasferimenti statali o da altre Amministrazioni pubbliche:
questa scelta è stata effettuata con lo scopo di raccogliere, in tutti i casi in cui fosse possibile, non solo il dato sulle risorse
previste, ma anche sulle risorse impegnate;
- Sono previste ulteriori fonti di finanziamento per le quali, non transitando esse dal bilancio regionale, non è possibile
determinare le risorse impegnate: si tratta delle risorse statali, delle risorse di altre amministrazioni pubbliche, delle risorse
di società a controllo pubblico, delle risorse private;
- Diversamente dai Programmi FESR, FSE, PSR e Garanzia Giovani, per la Cooperazione Territoriale europea sono state
considerate le sole risorse assegnate a progetti che vedono la partecipazione di almeno un partner del territorio regionale;
- Per i fondi europei sono state raccolte informazioni sull’ammontare dei cofinanziamenti privati attivati grazie ai
finanziamenti erogati a valere su ogni Programma: le risorse sono state calcolate prendendo in considerazione gli importi
presentati dai beneficiari in fase di domanda di finanziamento.