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Eserciziario di Economia Internazionale ____________ a.a. 2017-2018

Corso di Economia Internazionale - ecostat.unical.it Internazionale... · Programma del Corso Elementi di base dell’economia internazionale 1. Che cosa è l’economia internazionale

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Eserciziario di Economia

Internazionale

____________

a.a. 2017-2018

Programma del Corso

Elementi di base dell’economia internazionale

1. Che cosa è l’economia internazionale.

2. Il commercio internazionale: uno sguardo d’insieme e alcuni fatti stilizzati.

3. Il modello gravitazionale come spiegazione dei flussi commerciali.

4. Introduzione alle teorie esplicative del commercio internazionale.

5. Il mercantilismo.

6. La teoria classica del commercio internazionale: da Adam Smith a Ricardo.

7. I vantaggi assoluti.

Gli scambi internazionali con rendimenti costanti di scala, due paesi, due prodotti e un solo fattore produttivo (il

lavoro).

8. Vantaggi comparati e costi comparati.

9. Il modello di Ricardo (o “paradosso Torrens-Ricardo”) con due paesi, due beni e un fattore (2x2x1).

10. Condizione necessaria e sufficiente agli scambi internazionali.

11. La ragione di scambio internazionale.

12. Fattori che influenzano la determinazione delle ragioni di scambio internazionale e ripartizione dei vantaggi

degli scambi fra i diversi paesi: il paradosso del piccolo paese.

13. Frontiera delle possibilità produttive e costi opportunità costanti.

14. Il “miracolo degli scambi internazionali”.

15. Specializzazione completa e incompleta.

16. Gli scambi internazionali come modalità indiretta di produzione.

17. Definizione di equilibrio competitivo e condizione di equilibrio competitivo fra due paesi con due prodotti

oggetto di scambi internazionali.

18. Differenze internazionali nei prezzi dei beni a mercato locale.

19. Indicatori dei vantaggi comparati: l’indice di Balassa.

20. Vantaggi comparati: alcune evidenze empiriche (il Made in Italy).

21. La frontiera delle possibilità produttive lineari e curve di indifferenza collettive.

22. Curva di domanda complessiva, offerta complessiva e prezzi relativi dei beni.

Gli scambi internazionali con rendimenti costanti di scala, due paesi, due prodotti e due fattori produttivi.

23. La teoria di Heckscher-Ohlin (modello 2x2x2) come sistema esplicativo dei vantaggi comparati dei diversi

paesi.

24. Il teorema delle proporzioni dei fattori o Heckscher-Ohlin di base.

25. Nozione di dotazioni relative di risorse (fattori) dei paesi e intensità fattoriali relative dei beni.

26. Funzioni di produzione lineari con due fattori produttivi non sostituibili (coefficienti fissi): frontiera delle

possibilità produttive o curva di trasformazione.

27. Prezzi relativi dei prodotti di equilibrio concorrenziale in autarchia con due prodotti, due fattori produttivi, e

coefficienti fissi di produzione.

28. Determinazione delle frontiere delle possibilità produttive dei paesi e dei prezzi relativi e assoluti di equilibrio

dei prodotti e dei fattori produttivi in ciascun paese in assenza e in presenza di scambi internazionali

nell’ipotesi di funzioni di produzione a coefficienti fissi.

29. Prezzi relativi dei prodotti di equilibrio concorrenziale in autarchia con due prodotti, due fattori produttivi, e

coefficienti fissi di produzione.

30. La frontiera delle possibilità produttive concava verso l’origine (fattori produttivi imperfettamente sostituibili).

31. Costi opportunità crescenti.

32. Effetti degli scambi internazionali sulle frontiere delle possibilità produttive concave e sulle frontiere delle

possibilità di consumo.

33. Il teorema del pareggiamento del prezzo dei fattori o “factor price equalization theorem”: effetti degli scambi

internazionali sui prezzi relativi dei fattori produttivi.

34. L’effetto Stolper-Samuelson: conseguenze del commercio sulla distribuzione del reddito.

35. Misurazione delle disuguaglianze salariali: lo “skill premium”.

36. I vincitori e perdenti del commercio internazionale.

37. Gli scambi internazionali aumentano o diminuiscono disuguaglianze e povertà?

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38. Gli scambi internazionali consentono di aumentare il valore complessivo dei prodotti disponibili in ciascun

paese; perché i governi spesso intervengono per ostacolarli?

39. Il teorema di Rybczynski: produzione e commercio.

40. L’effetto “magnification”.

41. Verifiche empiriche del modello di Heckscher-Ohlin: il paradosso di Leontief e il commercio Nord-Sud.

Gli scambi internazionali con rendimenti crescenti di scala o economie di scala.

42. Nozioni di economie di scala interne ed esterne (statiche) e mercati imperfettamente concorrenziali.

43. Differenziazione verticale e orizzontale dei prodotti.

44. Il modello di Krugman con mercati in concorrenza monopolistica ed economie interne di scala: mercati

separati in autarchia e vantaggi degli scambi internazionali.

45. Equilibrio di concorrenza monopolistica con prodotti differenziati orizzontalmente, in presenza e in assenza di

scambi internazionali.

46. Economie esterne di scala dinamiche: curve di apprendimento e protezione dell’industria nascente.

Politiche commerciali.

47. Il Dumping e politiche commerciali anti-dumping: il caso delle calzature in cuoio.

48. Restrizioni degli scambi internazionali (barriere tariffarie e non-tariffarie): esempi più rilevanti e analisi

teorica.

49. Effetti di dazi e sussidi, in equilibrio generale, per grandi e piccoli paesi, con curve di trasformazione concave

verso l’origine.

50. Limitazioni “volontarie” delle esportazioni.

51. Il protezionismo agricolo dell’Unione Europea, gli strumenti utilizzati, gli effetti per l’Europa, gli effetti per gli

altri paesi, le possibili spiegazioni di questa politica.

52. Accordi multilaterali e accordi preferenziali del commercio (aree di libero scambio e unioni doganali)

53. La politica commerciale dei paesi in via di sviluppo.

54. Il miracolo asiatico, “High Performing Asian Countries” .

Preparazione all’esame

1) Salvatore D. Economia Internazionale, teorie e politiche del commercio internazionale, Zanichelli 2016.

2) Krugman P. R., Obstfeld M., Melitz M. J. , Economia Internazionale, volume primo, decima edizione italiana,

Pearson-Italia, 2015. Cap.1 (pag.1-12); Cap.2 (pag.15-30); Cap.3 (pag.33-54); Cap.4 (pag.69-76); Cap.5

(pag.110-141); Cap.6 (pag.153-169) Cap.7 (pag.187-207); Cap.8 (pag. 211-242); Cap.10 (pag.326-350).

3) Eserciziario di Economia Internazionale.

4) Appunti delle lezioni.

5) Articoli e dati statistici distribuiti a lezione.

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Links utili per l’economia internazionale:

1) Relazione annuale del Governatore della Banca d’Italia (www.bancaditalia.it).

2) Rapporto annuale della Svimez sull’economia del Mezzogiorno (www.svimez.it).

3) World Development Report della Banca mondiale (www.worldbank.it)

4) Statistiche ed elaborazioni della World trade organization (www.wto.org) e dell’International Trade

Center (www.intracen.org)

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Introduzione L’economia internazionale si occupa delle relazioni economiche fra diverse regioni o fra diverse nazioni;

tradizionalmente le analisi di economia internazionale sono distinte in “reali” e “monetarie”.

Le analisi “reali” dei rapporti economici internazionali concentrano l’attenzione sulle determinanti degli

scambi internazionali di prodotti e sui loro effetti sul benessere economico complessivo dei diversi paesi e sulla

distribuzione del reddito all’interno di ciascun paese. In altri termini, le analisi reali del commercio internazionale si

focalizzano sulle transazioni reali, ossia su quelle transazioni, quali esportazioni e importazioni, che comportano un

movimento fisico di beni o un utilizzo tangibile di risorse economiche. Rientrano nelle analisi reali anche le politiche

commerciali implementate dai governi, quali concessioni di sussidi, applicazioni di dazi, etc.

Le analisi “monetarie” si occupano principalmente delle transazioni finanziarie, quali gli scambi internazionali

di attività patrimoniali, i flussi internazionali di capitali, le scelte di portafoglio internazionali, e i tassi di cambio fra le

monete dei diversi paesi.

Un “ponte” fra aspetti reali e monetari degli scambi internazionali è rappresentato dalle analisi dell’equilibrio

macroeconomico interno ed esterno delle diverse nazioni o regioni.

Nelle analisi “reali” dei rapporti economici internazionali le diverse “nazioni” sono definite con riferimento al

diverso grado di mobilità dei fattori produttivi. Esse si basano infatti sull’ipotesi di mobilità perfetta dei fattori

produttivi all’interno di ciascuna nazione e di assenza di mobilità fra le diverse nazioni; gli scambi internazionali di

prodotti possono essere visti quindi come un modo per scambiare fra le diverse nazioni i fattori produttivi. In effetti,

vendere un’automobile italiana in Germania equivale a vendere in Germania i servizi dei fattori produttivi italiani che

sono stati utilizzati per produrre l’automobile.

Gli scambi internazionali di prodotti rappresentano una modalità indiretta di produzione: invece di produrre

direttamente un iPad da utilizzare in Italia, si possono produrre in Italia calzature e venderle agli americani per avere in

cambio un iPad. Questa modalità indiretta di produzione è conveniente se è più efficiente di quella diretta, vale a dire

se l’iPad può essere ottenuto tramite gli scambi internazionali impiegando una quantità minore di fattori produttivi.

Nazioni e regioni nelle analisi di Economia Internazionale.

Le analisi degli scambi internazionali di prodotti possono essere applicate anche ai rapporti fra diverse regioni

di uno stesso paese, se il lavoro si sposta con difficoltà da una regione all’altra. Queste difficoltà di mobilità del lavoro

appaiono molto forti in Italia, mentre sono meno rilevanti in America. Anche le analisi di economia monetaria

internazionale possono essere in parte applicate ai rapporti fra diverse regioni, se esistono vincoli di natura politica

all’entità dei trasferimenti internazionali.

Vantaggi comparati e costi comparati.

Ciascun paese esporta i beni in cui è relativamente (o comparativamente) più efficiente.

Si supponga che il lavoro sia l’unico fattore produttivo necessario per produrre abiti e computers negli Stati Uniti e in

Cina, che i rendimenti di scala siano costanti, e che con un anno di lavoro sia possibile produrre negli Stati Uniti1000

abiti o 50 computer, e in Cina 100 abiti o 2 computers.

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USA Cina

Abiti 1000 100

Computers 50 2

Ciò significa che in termini assoluti la produttività del lavoro negli Stati Uniti è 10 volte più alta che in Cina

nella produzione di abiti (1000/100), e 25 volte più alta nella produzione di computers (50/2). In Economia

internazionale in questo caso si dice che gli Stati Uniti hanno un vantaggio assoluto (in termini di produttività) rispetto

alla Cina nella produzione sia di abiti sia di computers.

In altri termini, diremo che gli USA hanno un vantaggio assoluto in ambedue le produzioni dal momento che essi

risultano più efficienti nella produzione sia di abiti che di computers rispetto alla Cina.

Un paese può essere più efficiente nella produzione di entrambi i beni, ma esso avrà comunque un vantaggio

comparato nella produzione di un solo bene –il bene che utilizza le risorse nel modo più efficiente, rispetto alla

produzione alternativa. Poiché il vantaggio di produttività è più forte nella produzione di computer che in quella di

abiti, si dice che gli USA hanno un vantaggio “comparativamente” maggiore nella produzione di computer, o, più

semplicemente, che hanno un “vantaggio comparato” nella produzione di computer. Nell’esempio la Cina evidenzia

uno svantaggio assoluto in termini di produttività rispetto agli Stati Uniti, sia per i computer sia per gli abiti; poiché

però lo svantaggio di produttività è meno forte nella produzione di abiti che in quella di computer, si può dire che la

Cina ha uno svantaggio “comparativamente” minore nella produzione di abiti che in quella di computer, o, più

semplicemente, che la Cina ha un “vantaggio comparato” nella produzione di abiti.

Gli stessi concetti possono essere espressi in termini di costi di produzione, invece che di produttività.

Nell’esempio, il costo di produzione di un abito è pari a 0,001 anni di lavoro negli USA e a 0,01 anni di lavoro

in Cina, mentre il costo di produzione di un computer è pari a 0,02 anni di lavoro negli USA e a 0,5 anni di lavoro in

Cina.

Diremo che gli Usa hanno un vantaggio assoluto nelle due produzioni dato che il contenuto di lavoro necessario

per unità di prodotto è inferiore negli USA, sia nella produzione di abiti che in quella di computers:

aUSA

pc< aCINA

pc e aUSA

abiti< aCINA

abiti

Viceversa sia per gli abiti che per i computer il costo di produzione in termini di lavoro è più alto in Cina che negli

Stati Uniti; poiché la differenza di costo è tuttavia più alta per i computer (25 volte) che per gli abiti (10 volte), si può

dire che negli USA è “comparativamente” minore il costo dei computer, mentre in Cina è “comparativamente” minore

il costo degli abiti, o, più semplicemente, che il “costo comparato” degli abiti è minore in Cina che in America, mentre

il “costo comparato” dei computer è minore negli Stati Uniti che in Cina.

Circa due secoli fa, due grandi economisti inglesi, Torrens e Ricardo, mostrarono che anche in una situazione

in cui, come nell’esempio, un paese è più efficiente di un altro in entrambe le produzioni, gli scambi internazionali

possono essere vantaggiosi per entrambi i paesi, purché ciascun paese esporti il bene in cui ha un vantaggio comparato

e gli scambi avvengano a un prezzo relativo internazionale (ragione di scambio) intermedio fra i prezzi relativi interni

in assenza di scambi.

Supponendo mercati dei prodotti perfettamente concorrenziali, i prezzi relativi interni di equilibrio sono pari in

ciascun paese al rapporto fra i costi unitari di produzione dei prodotti. Nell’esempio, in assenza di scambi, il prezzo di

equilibrio di un computer in termini di abiti (Pcomp/Pabiti) è 20 (0,02/0,001) negli Stati Uniti e 50 (0,5/0,01) in Cina. La

libertà degli scambi di abiti e computer fra Cina e Stati Uniti, condurrebbe a un prezzo internazionale dei computer in

termini di abiti compreso fra 20 e 50. Il valore preciso di questo prezzo dipende dalla capacità produttiva complessiva

di ciascun paese e dalle dimensioni relative della domanda mondiale di abiti e di computer; il prezzo internazionale di

equilibrio dei computer in termini di abiti sarà tanto più alto quanto minore è il rapporto fra la capacità produttiva degli

USA e quella della Cina, e quanto più è alto il rapporto fra domanda mondiale di computer e domanda mondiale di

abiti.

Nel nostro esempio, poiché la capacità produttiva degli Stati Uniti è maggiore di quella della Cina, supponendo

una ripartizione equilibrata della domanda mondiale fra abiti e computer, possiamo ipotizzare un prezzo internazionale

di equilibrio dei computer in termini di abiti più vicino al prezzo di autarchia degli USA (20) che della Cina (50), per

esempio 25.

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A un prezzo dei computer in termini di abiti pari a 25, negli USA sarebbe conveniente produrre soltanto

computer (poiché negli USA produrre un computer costerebbe in termini di lavoro 20 volte più di un abito, ma sul

mercato vale 25 volte di più), mentre in Cina sarebbe conveniente produrre soltanto abiti (poiché produrre un computer

in Cina costerebbe in termini di lavoro 50 volte più di un abito, mentre sul mercato vale soltanto 25 volte di più).

Gli statunitensi potrebbero procurarsi gli abiti indirettamente attraverso gli scambi internazionali. Con un anno

di lavoro riescono a ottenere in tal modo 1250 abiti (producendo 50 computer e ottenendo per ciascuno di essi 25 abiti

sul mercato internazionale), mentre mediante la produzione interna riuscirebbero a ottenere soltanto 1000 abiti con un

anno di lavoro. Per i cinesi è conveniente procurarsi indirettamente i computer tramite gli scambi internazionali.

Producendoli direttamente, con un anno di lavoro i cinesi potrebbero ottenere soltanto due computer, mentre attraverso

gli scambi potrebbero ottenerne quattro (utilizzando l’anno di lavoro per produrre 100 abiti che sul mercato

internazionale equivalgono a 4 computer).

In altri termini, in assenza di scambi internazionali, la frontiera delle possibilità produttive negli USA è

rappresentata da un segmento lineare i cui estremi sono 1000 abiti e 50 computer. Per effetto degli scambi essa rimane

ferma sull’asse dei computer, ma si espande lungo l’asse degli abiti, fino a raggiungere il nuovo massimo di 1.250

abiti. La frontiera delle possibilità produttive in Cina è rappresentata da un segmento lineare i cui estremi sono 100

abiti e 2 computer, per effetto degli scambi internazionali essa si espande ruotando verso l’esterno lungo l’asse dei

computer, fino a raggiungere la forma di un segmento lineare i cui estremi sono 100 abiti (gli stessi di prima) e 4

computer (il doppio di prima).

Guadagni dallo scambio

I guadagni dallo scambio derivano dalla possibilità di specializzarsi nella produzione che utilizza le risorse nel

modo più efficiente, e utilizzare il reddito percepito per acquistare i beni e i servizi che il paese desidera. “Produzione

che utilizza le risorse nel modo più efficiente” significa produzione di un bene in cui il paese ha un vantaggio

comparato.

I lavoratori degli USA ottengono un reddito maggiore dalla produzione di computers perché il prezzo relativo

dei pc aumenta all’apertura del commercio internazionale.

I lavoratori della Cina ottengono un reddito maggiore dalla produzione di abiti perché il prezzo relativo dei

computers diminuisce all’apertura del commercio internazionale (rendendo i computers meno cari) e il prezzo relativo

degli abiti aumenta.

Si può pensare al commercio come a un metodo di produzione indiretta o a una nuova tecnologia che trasforma

computers in abiti e viceversa. Con la tecnologia, un paese può specializzare la propria produzione e commerciare

(“convertire”) il prodotto con gli altri beni che desidera consumare. L’esempio mostra quindi come gli scambi siano

vantaggiosi per entrambi i paesi, essenzialmente perché la produzione indiretta (attraverso gli scambi internazionali)

del prodotto in cui ciascun paese ha uno svantaggio comparato è più efficiente della produzione diretta.

Nell’esempio il vantaggio è relativamente più forte per la Cina (la produzione indiretta di computer è del 100

per cento più elevata di quella diretta) che per gli Stati Uniti (produzione indiretta del 25 per cento maggiore di quella

diretta). Questo risultato dipende dall’ipotesi di un prezzo internazionale dei computers in termini di abiti più vicino a

quello interno americano che a quello cinese in autarchia, giustificata in base alla maggiore capacità produttiva degli

Stati Uniti rispetto alla Cina. In economia internazionale questo risultato è noto come “paradosso del piccolo paese”.

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Nozione di equilibrio competitivo fra paesi e regioni.

Ipotizzando che alcuni fattori produttivi, e in particolare il lavoro, siano difficilmente trasferibili da un paese

all’altro o da una regione all’altra, si ha equilibrio competitivo quando in ciascuna regione si ha uguaglianza fra

domanda e offerta dei fattori produttivi non trasferibili, e in particolare fra domanda e offerta di lavoro (equilibrio

macroeconomico interno) e quando le importazioni nette (ossia la differenza fra importazioni ed esportazioni, imp-

expo) sono pari al valore dei trasferimenti unilaterali (TR) che il paese o la regione può ricevere (imp-expo=TR). Se si

considerano paesi politicamente indipendenti, i trasferimenti unilaterali che ciascuno di essi può ricevere sono in

genere trascurabili (TR=0), e quindi la condizione di equilibrio macroeconomico esterno può essere formulata come

condizione di uguaglianza fra valore delle esportazioni e valore delle importazioni (imports = exports).

Se un paese è meno efficiente di un altro in tutte le produzioni di beni facilmente trasferibili nello spazio (beni

a mercato internazionale), la condizione di equilibrio competitivo richiede che i prezzi dei fattori produttivi non

trasferibili, e in particolare il prezzo del lavoro, ossia il salario sia più basso nel paese meno efficiente in una misura

che consenta di compensare la minore produttività in un numero di prodotti sufficienti a consentire a ciascun paese di

Abiti Stati Uniti

Computers

Frontiera delle

possibilità

produttive in

assenza di

scambi

internazionali

(autarchia)

Frontiera delle possibilità

produttive con scambi

internazionali

50

1.250

1.000

Abiti

Computers

Cina

Frontiera delle possibilità

produttive con scambi

internazionali

autarchia

100

2 4

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ottenere un valore delle esportazioni eguale a quello delle importazioni, in una situazione di piena occupazione. Sono

le differenze di produttività nelle produzioni di beni facilmente trasferibili nello spazio (tradables) che spiegano le

differenze anche fortissime dei salari monetari fra i diversi paesi.

In presenza di una pluralità di prodotti, caratterizzati da diversi valori del rapporto fra le produttività dei due

paesi considerati, il valore del prezzo relativo del lavoro corrispondente all’equilibrio competitivo dipende da come la

domanda complessiva si ripartisce fra i diversi prodotti. Al limite, supponendo di avere 20 prodotti facilmente

trasferibili nello spazio, il paese A potrebbe avere una produttività maggiore del paese B in 19 di questi prodotti, e una

produttività inferiore soltanto in uno di essi; se però la domanda mondiale è prevalentemente concentrata su

quest’ultimo prodotto, l’equilibrio competitivo potrebbe richiedere un prezzo del lavoro eguale in A e in B, pur avendo

A una maggiore produttività di B in 19 prodotti su 20.

La condizione di equilibrio competitivo fra Stati Uniti e Cina.

Gli scambi internazionali dipendono dalle decisioni autonome degli utilizzatori dei prodotti, che, a parità di

qualità, li comprano dalle imprese che li vendono a prezzi più bassi. Com’è possibile per le imprese cinesi vendere

abiti o computer a prezzi più bassi, o almeno uguali, a quelli delle imprese statunitensi se, sia per gli abiti che per i

computer, hanno dei costi in termini di quantità di lavoro molto più alti delle imprese statunitensi? Soltanto se hanno la

possibilità di pagare il lavoro a un prezzo monetario più basso delle imprese statunitensi, in misura sufficiente a

compensare la loro minore produttività. Poiché nella produzione di abiti nell’esempio è stata ipotizzata una produttività

del lavoro negli Stati Uniti 10 volte più elevata che in Cina (o un costo in unità di lavoro dieci volte più elevato per le

imprese cinesi che per quelle statunitensi), per consentire alle imprese cinesi di competere con quelle americane nella

produzione di abiti è necessario che il prezzo del lavoro, ossia il salario monetario, negli USA sia almeno dieci volte

più elevato che in Cina. Per consentire alle imprese cinesi di competere con quelle americane nella produzione di

computer, sarebbe necessario che il prezzo del lavoro negli USA fosse 25 volte più elevato che in Cina. Se il rapporto

fra prezzo del lavoro negli USA e prezzo del lavoro in Cina è maggiore di 10 e minore di 25, il costo di produzione in

termini monetari, e quindi il prezzo monetario in concorrenza perfetta, per gli abiti sarà più basso in Cina e per i

computer sarà più basso negli Stati Uniti. In Cina resteranno quindi sul mercato soltanto i produttori di abiti, e in Stati

Uniti soltanto i produttori di computer.

I produttori statunitensi di abiti accuseranno i produttori cinesi di concorrenza sleale, per il fatto di avere un

vantaggio nel prezzo del lavoro maggiore del loro svantaggio in termini di produttività. I potenziali produttori cinesi di

computer potrebbero accusare le imprese americane di concorrenza sleale, poiché hanno un vantaggio in termini di

produttività più forte del loro svantaggio in termini di prezzo del lavoro. In realtà la nozione di equilibrio competitivo

fra due paesi deve far riferimento non a singole produzioni ma al sistema economico nel suo complesso. Un paese è in

equilibrio competitivo se la domanda di lavoro eguaglia la sua offerta (tasso di disoccupazione a un livello fisiologico o

naturale), e se il valore complessivo delle sue esportazioni eguaglia il valore complessivo delle sue importazioni.

All’interno dell’intervallo fra 10 e 25, il valore di equilibrio del rapporto fra il prezzo del lavoro negli Statu

Uniti e il prezzo del lavoro in Cina sarà determinato dal prezzo internazionale di equilibrio dei computer in termini di

abiti. Vediamo com’è possibile determinare questo valore nell’ipotesi che il prezzo internazionale di equilibrio dei

computer in termini di abiti sia 25.

Supponiamo che la stessa moneta, il dollaro, sia utilizzata sia negli Stati Uniti sia in Cina, e che la politica

monetaria mantenga il prezzo in dollari dei computer prodotti negli Stati Uniti al livello di 1.000 dollari. Se la

produzione di computer richiede soltanto lavoro e l’intero valore dei computer viene attribuito al lavoro, il prezzo di un

anno di lavoro negli Stati Uniti sarà 50.000 dollari (valore di 50 computer al prezzo di 1.000 dollari l’uno). Se il prezzo

internazionale di equilibrio dei computer in termini di abiti è 25, il prezzo in dollari di un abito sarà 1000/25 = 40

dollari. Poiché con un anno di lavoro in Cina è possibile produrre 100 abiti, il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina

sarà 4.000 dollari (valore di 100 abiti al prezzo di 40 dollari l’uno), e quindi il prezzo del lavoro sarà 12,5 volte più alto

negli Stati Uniti che in Cina (50.000/4.000 = 12,5).

Anche se l’equilibrio competitivo internazionale richiede che il prezzo del lavoro (salario) sia molto più basso

in Cina che negli Stati Uniti, gli scambi internazionali determinano un aumento dei salari reali sia in Cina sia negli Stati

Uniti. Infatti, poiché la frontiera delle possibilità produttive può essere vista come frontiera del salario reale, gli scambi

internazionali determineranno un aumento dei salari e quindi della ricchezza.

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Frontiera del salario reale

E’ vero che l’esigenza di mantenere competitive le imprese cinesi rende necessario mantenere i salari monetari

e reali in Cina a un livello molto più basso che negli USA, ma in assenza di scambi essi sarebbero ancora più bassi.

Allo stesso modo, è vero che la concorrenza delle imprese cinesi impone un limite ai salari monetari e reali negli USA,

ma anch’essi sarebbero più bassi in assenza di scambi con la Cina. Il “miracolo” degli scambi internazionali, in questo

semplicissimo modello in cui l’unico fattore produttivo è il lavoro, è che essi determinano un aumento dei salari reali

sia in Cina sia negli USA!

In sintesi, la teoria dei “vantaggi” comparati evidenzia che il reddito reale può aumentare per tutti se ciascuno produce

i beni in cui è relativamente più efficiente. Secondo il "principio di specializzazione”: il reddito reale medio delle

persone può aumentare se ciascuno si specializza nella produzione di pochi beni, o al limite di un solo bene.

Box 1. Economie di apprendimento e “malattia olandese”.

In generale, in presenza di una pluralità di prodotti, l’equilibrio competitivo richiede che ciascun paese sia

competitivo in un numero di prodotti sufficiente a far sì che, in corrispondenza del reddito di piena occupazione, il

valore delle sue esportazioni sia eguale a quello delle sue importazioni. Se un paese o una regione può contare su alcuni

prodotti esportabili caratterizzati da una domanda estera molto elevata (per esempio petrolio o altre materie prime) o su

trasferimenti unilaterali da altri paesi o da altre regioni, esso può essere in equilibrio competitivo con un prezzo del

lavoro relativamente elevato, che non consente alle imprese di quel paese di essere competitive in gran parte delle altre

produzioni. Se queste altre produzioni sono caratterizzate da rilevanti economie di apprendimento, come per esempio le

attività di trasformazione industriale, il paese potrà trovarsi in difficoltà se in futuro dovesse venir meno o ridursi la

possibilità di ottenere trasferimenti unilaterali o di ottenere elevati introiti di valuta estera dalle esportazioni di petrolio

o altre materie prime, a causa di un loro esaurimento o di una diminuzione del loro prezzo.

Le attività di trasformazione industriale sono in genere caratterizzate da forti economie di apprendimento; un

paese che per tanti anni non è competitivo in queste produzioni vede quindi aumentare progressivamente il suo

distacco in termini di produttività rispetto agli altri. Ciò significa che se a un certo punto diventa necessario, per

preservare l’equilibrio competitivo, acquisire competitività anche in attività di trasformazione industriale, ciò può

richiedere un prezzo del lavoro molto più basso di quello che avrebbe potuto assicurare l’equilibrio competitivo nel

caso il paese non avesse potuto contare in passato su trasferimenti esterni o su esportazioni di petrolio o altre materie

prime.

Abiti

Computers

Cina

Frontiera del

salario reale

con scambi

internazionali

autarchia

100

2 4

Abiti

Computers

Frontiera del

salario reale

in assenza di

scambi

internazionali

(autarchia)

Frontiera del

salario reale

con scambi

internazionali

50

1.250

1.000

Stati Uniti

11

Questo fenomeno fu messo in evidenza per la prima volta nei primi anni settanta in occasione del forte

aumento del prezzo del petrolio e della scoperta di ricchi giacimenti petroliferi nel mar del Nord, in acque territoriali

olandesi. Quelle scoperte determinarono un forte apprezzamento reale della moneta olandese, vale a dire un forte

aumento del prezzo del lavoro olandese rispetto a quello degli altri paesi, che rese non più competitive diverse attività

di trasformazione industriale localizzate in Olanda. Alcuni economisti misero allora in evidenza le difficoltà che

avrebbe dovuto fronteggiare quel paese nel caso una diminuzione del prezzo del petrolio, o l’esaurimento dei

giacimenti, avesse in futuro richiesto un recupero di competitività in quelle attività di trasformazione industriale. La

loro chiusura avrebbe infatti impedito all’Olanda di stare al passo degli altri paesi nell’acquisizione di conoscenze e

abilità manifatturiere, con conseguente necessità di compensare con una sensibile diminuzione del prezzo del lavoro il

maggior distacco dagli altri paesi in termini di produttività.

Un fenomeno analogo potrebbe essere ravvisato probabilmente in Calabria. Il fatto di avere potuto contare su

rilevanti trasferimenti dal Nord dell’Italia, ha consentito alla Calabria di restare in una situazione, se non di equilibrio,

almeno tollerabile dal punto di vista della relazione fra domanda e offerta di lavoro, anche con pochissime attività

produttive di beni facilmente trasferibili nello spazio. Nel caso questi trasferimenti dovessero ridursi drasticamente, per

ottenere un aumento significativo della competitività della Calabria in queste attività sarebbe necessaria per un certo

periodo una forte riduzione del prezzo del lavoro in Calabria rispetto alle altre regioni italiane poiché la carenza di

esperienze produttive ha contribuito a determinare una notevole differenza di produttività fra la Calabria e le regioni

del Nord dell’Italia in molte attività di trasformazione industriale.

Differenze internazionali nei salari reali con beni a mercato locale.

Se si considerano soltanto beni a mercato internazionale come gli abiti e i computer, e si trascurano come

irrilevanti i loro costi di trasporto, le differenze nei salari reali sono uguali alle differenze nei salari monetari, poiché i

prezzi monetari dei beni a mercato internazionale sono gli stessi in tutti i paesi. In realtà più della metà dei salari sono

spesi in genere nell’acquisto di beni a mercato locale i cui prezzi monetari possono essere anche molto diversi fra un

paese e l’altro. Appartengono a questa categoria gran parte dei servizi, soprattutto quelli semplici o tradizionali, e le

costruzioni. Le differenze da un paese all’altro nei prezzi monetari dei beni a mercato locale derivano principalmente

dal fatto che di solito nei servizi tradizionali e nelle costruzioni le differenze internazionali di produttività sono molto

più piccole che nei beni a mercato internazionale (principalmente prodotti della trasformazione industriale, servizi

informatici, servizi professionali di elevata qualità, ecc.).

Se nell’esempio di prima inseriamo i servizi tradizionali, per esempio quelli di un barbiere, e ipotizziamo che

in essi non vi sia differenza di produttività fra Stati Uniti e Cina, e che con un anno di lavoro sia possibile ottenere

5.000 unità di questi servizi sia negli Stati Uniti sia in Cina, il prezzo di questi servizi in concorrenza perfetta sarebbe

di 10 dollari negli Stati Uniti (prezzo di un anno di lavoro = 50.000 dollari / quantità di servizi che può essere prodotta

negli Stati Uniti con un anno di lavoro = 5.000) e di 0,8 dollari in Cina (prezzo di un anno di lavoro = 4.000 dollari /

quantità di servizi che può essere prodotta in Cina con un anno di lavoro = 5.000). In questo caso il potere di acquisto

dei salari in termini di questi servizi sarebbe identico negli Stati Uniti e in Cina, poiché la differenza nei salari monetari

sarebbe esattamente compensata dal maggior prezzo dei servizi negli Stati Uniti rispetto alla Cina. Per calcolare adesso

la differenza nei salari reali bisogna conoscere le proporzioni in cui i salari sono spesi negli Stati Uniti e in Cina

nell’acquisto dei beni a mercato internazionale e in quelli a mercato locale.

Ipotizziamo, per esempio, che sia negli Stati Uniti sia in Cina, i prodotti considerati siano acquistati nelle

seguenti proporzioni: un computer, 25 abiti, 1.600 unità di servizi. Questo paniere di beni avrebbe negli Stati Uniti un

costo complessivo di 18.000 dollari, e con un salario annuo di 50.000 dollari sarebbe possibile comprare 2,77 di questi

panieri. Lo stesso paniere avrebbe in Cina un costo complessivo di 3.280 dollari, e con un salario annuo di 4.000 dollari

sarebbe possibile comprare 1,22 di questi panieri. In questo caso il salario reale sarebbe circa 2,27 (2,77/1,22) volte più

alto negli Stati Uniti che in Cina, nonostante il salario monetario sia 12,5 volte più elevato.

Natura e vantaggi degli scambi internazionali di prodotti.

Gli scambi internazionali di prodotti possono avere cause ed effetti diversi. La prima spiegazione

analiticamente rigorosa dei vantaggi degli scambi fu la teoria dei vantaggi comparati elaborata all’inizio dell’ottocento

da Torrens e Ricardo, che mostrarono come la specializzazione di ciascun paese nelle produzioni in cui esso è

comparativamente più efficiente consente di aumentare la produzione mondiale complessiva.

12

Lo stesso tipo di vantaggio si verifica quando gli scambi internazionali sono stimolati dalla presenza di

rendimenti crescenti di scala (Ohlin). Anche in questo caso gli scambi internazionali consentono di aumentare la

produzione mondiale complessiva, mediante un più completo sfruttamento dei rendimenti crescenti di scala e

aumentando la concorrenzialità dei mercati. Anche nella versione a coefficienti flessibili della teoria delle proporzioni

dei fattori (Ohlin), gli scambi internazionali consentono di aumentare la produzione mondiale complessiva.

Gli scambi internazionali tuttavia possono essere vantaggiosi anche quando essi non determinano alcun

aumento nella produzione mondiale complessiva, come può accadere per gli scambi determinati da differenze fra paesi

nelle dotazioni relative di fattori produttivi e da differenze fra prodotti nelle intensità relative d’impiego dei fattori

produttivi, nel caso di coefficienti fissi di produzione. Il semplice fatto di trasferire i prodotti dai paesi in cui

valgono relativamente meno (principalmente perché sono relativamente più abbondanti) verso i paesi in cui

valgono relativamente di più (perché sono relativamente più scarsi) aumenta il valore dei beni anche se la

quantità complessivamente disponibile rimane invariata.

Anche se gli scambi internazionali comportano dei vantaggi per il fatto che consentono di aumentare il valore

dei beni, vale a dire la loro capacità di soddisfare i bisogni delle persone, perché fanno aumentare la quantità

complessivamente disponibile di beni o il loro valore unitario, non è detto che tutti siano avvantaggiati dagli scambi

internazionali. Era già ovvio ai tempi di David Ricardo (primi anni dell’ottocento) che in Inghilterra la libertà degli

scambi internazionali di manufatti contro grano era contraria agli interessi dei proprietari terrieri inglesi, perché la

possibilità di importare grano ne faceva diminuire il prezzo in Inghilterra, e con il prezzo del grano diminuivano anche

le rendite dei terreni inglesi. In modo più rigoroso l’economista svedese Eli Heckscher, nei primi decenni del

novecento, mise in evidenza i possibili effetti negativi degli scambi internazionali sul reddito dei proprietari dei fattori

produttivi utilizzati intensamente nella produzione di beni che competono con prodotti che possono essere importati.

Negli ultimi decenni del novecento diversi economisti hanno sottolineato i possibili effetti negativi per i lavoratori

comuni americani delle importazioni di prodotti semplici da paesi in via di sviluppo. Gli agricoltori europei sono ben

consapevoli del fatto che potrebbero essere svantaggiati dalla libertà dei consumatori europei di comprare liberamente

prodotti alimentari sui mercati mondiali.

La possibilità che alcune categorie di persone possano essere svantaggiate dagli scambi internazionali non

implica che gli scambi internazionali siano una sorta di “gioco a somma zero”, in cui i guadagni di alcuni gruppi

dipendono e sono compensati da perdite di altri gruppi. Gli scambi internazionali sono una sorta di “miracolo” per il

fatto che producono vantaggi netti. Se è vero che alcuni gruppi sono svantaggiati in termini assoluti dagli scambi

internazionali, i vantaggi degli altri gruppi sono significativamente maggiori, e quindi attraverso idonee politiche

redistributive interne sarebbe possibile fare in modo che tutti siano avvantaggiati dagli scambi. Se gli agricoltori

europei sono svantaggiati dalle importazioni di prodotti agricoli, il modo efficace per evitarlo non consiste

nell’ostacolare le importazioni ma in trasferimenti dai consumatori verso gli agricoltori europei in grado di fare in

modo che tutti possano essere avvantaggiati dagli scambi internazionali.

13

Esempio 1

Per produrre un iPod siano necessarie 80 ore di lavoro in USA e 200 in Malesia e per produrre una t-shirt siano

necessarie 5 ore di lavoro in USA e 10 in Malesia. Supponendo che l’unico fattore produttivo sia il lavoro, che i

rendimenti di scala siano costanti e che i mercati siano in concorrenza perfetta,

a) determinare il prodotto in cui ciascun paese ha un vantaggio comparato e indicare il perché;

Si costruisca la matrice dei costi

USA Malesia

un iPod 80 200

una T-shirt 5 10

Dai dati si nota che gli USA, dato che producono in meno tempo un iPod e una t-shirt hanno un vantaggio assoluto in

entrambe le produzioni.

Il vantaggio comparato si individua rapportando i costi dei due Paesi, in questo caso:

Per un iPod 200/80=2.5 => ciò significa che la Malesia impiega più del doppio del tempo (2.5) rispetto agli USA nella

produrre un iPod.

Per una t-shirt 10/5=2 => ossia la Malesia impiega il doppio del tempo rispetto agli USA nella produzione di una t-

shirt.

La Malesia seppur ha uno svantaggio assoluto in entrambe le produzioni, il suo svantaggio è minore per la

produzione di t-shirt, ossia la Malesia ha un vantaggio comparato rispetto agli USA nella produzione di questo bene

che esporterà. Viceversa, gli USA hanno un vantaggio comparato nella produzione di iPod poiché il loro costo

comparato è minore nella produzione di questo bene rispetto alla t-shirt. Infatti:

Per un iPod 80/200=0.4 => gli USA hanno un costo comparato di 0.4 rispetto alla Malesia. Per una t-shirt 5/10=0.5

=> ossia gli USA hanno un costo comparato di 0.5 rispetto alla Malesia.

b) determinare il prezzo relativo degli iPod in termini di t-shirts in assenza di scambi commerciali;

Dal momento che si assume concorrenza perfetta nel modello, i prezzi riflettono i costi, per cui il prezzo relativo si

ottiene direttamente:

Si nota che il prezzo relativo degli iPod in autarchia è più basso per gli USA; questo conferma il fatto che il Paese ha

un vantaggio comparato nella produzione di questo bene.

c) individuare la condizione per cui l’apertura al commercio internazionale sia vantaggiosa per entrambi i paesi;

La condizione per cui l’apertura al commercio internazionale sia vantaggiosa per entrambi i paesi richiede che il prezzo

relativo internazionale sia compreso fra i prezzi relativi di autarchia dei due Paesi, ossia si deve verificare che

d) indicare la condizione di indifferenza fra commerciare e non commerciare;

La condizione di indifferenza fra commerciare o non, si realizza quando il prezzo relativo internazionale coincide

proprio col prezzo relativo di autarchia del Paese, per cui se risulta per esempio che

165

80

USA

shirtt

iPod

P

P20

10

200

Malesia

shirtt

iPod

P

P

2016

naleInternazio

shirtt

iPod

P

P

2016

naleInternazio

shirtt

iPod

P

P

14

Il prezzo relativo internazionale è pari a 16, allora per gli USA sarà indifferente scambiare o non scambiare con la

Malesia, in quanto in autarchia negli USA un iPod viene scambiato contro 16 tshirt e lo stesso avviene in presenza di

commercio. Se i prezzi relativi internazionali sono maggiori di 16, ad esempio 18, allora è conveniente per gli USA

commerciare perché possono scambiare un iPod e ottenere in cambio 18 t-shirts. Allo stesso modo si può ripetere il

ragionamento per la Malesia.

Esempio 2

Supponiamo che in Italia siano necessarie 10 ore di lavoro per produrre un abito e 50 ore di lavoro per produrre

un computer. In UK siano necessarie 8 ore di lavoro per produrre un abito e 24 ore di lavoro per produrre un computer.

Italia UK

un abito 10 8

un computer 50 24

Ad una ragione di scambio internazionale dei computer in termini di abiti pari a 4, discutere i motivi che spingono i

paesi a commerciare.

Se gli inglesi sono disposti a vendere un computer in cambio di 4 abiti, per gli italiani è più conveniente

procurarsi il computer indirettamente tramite gli scambi internazionali piuttosto che direttamente mediante la

produzione interna. Attraverso gli scambi con l’UK, l’Italia, infatti, può ottenere un computer con le 40 ore di lavoro

necessarie per produrre quattro abiti, mentre per produrre un computer direttamente in Italia sarebbero necessarie 50

ore di lavoro.

Per l’UK sarebbe conveniente vendere all’Italia un computer in cambio di quattro abiti visto che in UK sono

necessarie 8 ore di lavoro per produrre un abito e 24 ore di lavoro per produrre un computer. Scambiando con l’Italia,

l’UK potrebbe ottenere 4 abiti con 24 ore di lavoro, mentre in assenza di scambi sarebbero necessarie 32 ore di lavoro.

Per ogni computer esportato in cambio di 4 abiti, l’UK risparmierebbe 8 ore di lavoro.

Nelle analisi teoriche di economia internazionale in genere si suppone che i costi di trasporto dei prodotti da un

paese all’altro siano nulli, e quindi in questo caso gli scambi internazionali consentirebbero all’Italia un guadagno di

efficienza pari a 10 ore di lavoro per ogni computer importato. In realtà gli scambi internazionali di prodotti

comportano in genere dei costi di trasporto di cui pure è necessario tener conto. Nell’esempio considerato la

produzione indiretta di computer da parte dell’Italia e di abiti da parte dell’UK è conveniente se i costi di trasporto di

un computer dall’UK in Italia e di 4 abiti dall’Italia in UK richiede meno di 18 ore di lavoro.

Considerando un solo fattore produttivo e rendimenti di scala costanti gli scambi internazionali possono essere

convenienti per tutti i paesi (“il miracolo degli scambi”) se fra i paesi vi sono differenze di efficienza nelle diverse

produzioni, e se ciascun bene viene prodotto nel paese che è relativamente più efficiente o relativamente meno

inefficiente nella sua produzione.

Nell’esempio l’UK appare più efficiente dell’Italia sia nella produzione di abiti sia in quella di computer, ma la

differenza di efficienza è maggiore nella produzione di computer che in quella di abiti. Se la produzione di computer

viene concentrata in UK e quella di abiti in Italia, aumenta la produzione complessiva di abiti e computer ottenibile con

una data quantità di lavoro, e ciò consente un aumento della quantità disponibile di prodotti sia in UK sia in Italia.

L’essenza degli scambi internazionali in questo esempio è di consentire una utilizzazione più efficiente del lavoro

disponibile, con un possibile aumento dei salari reali sia in Italia sia in UK. Naturalmente, se l’UK è più efficiente

dell’Italia i salari saranno più alti in UK che in Italia sia in presenza che in assenza di scambi.

Considerando un solo fattore produttivo, gli scambi internazionali consentono un aumento dei salari in tutti i

paesi. Le differenze salariali internazionali possono sia aumentare che diminuire per effetto degli scambi internazionali,

a seconda della ripartizione dei vantaggi degli scambi. Questa dipende dalla dimensione relativa dei paesi e dalla

intensità della domanda per i diversi prodotti. In generale si può dire che per effetto degli scambi internazionali i salari

tendono ad aumentare più nei piccoli che nei grandi paesi (paradosso del piccolo paese), e, a parità di dimensione

produttiva, più nei paesi che si specializzano in prodotti per i quali la domanda mondiale è più alta.

15

Gli scambi internazionali con un fattore produttivo

e rendimenti costanti di scala: il modello di Ricardo

Il modello di Ricardo è basato sulle differenze tecnologiche tra paesi. Tali differenze tecnologiche si riflettono in

differenze nelle produttività relative o differenze nei costi relativi.

Esercizio 1

Leggenda: (D) matricola dispari, (P) matricola pari

Con un anno di lavoro sia possibile produrre in Norvegia 100 abiti, o 10 computer, o 1.000 unità di servizi, e in Cina

20 abiti, o un computer, o 500 unità di servizi; supponendo che l’unico fattore produttivo sia il lavoro, che i rendimenti

di scala siano costanti, che i mercati siano in concorrenza perfetta, che il prezzo del lavoro pagato dalle imprese sia

uguale al salario percepito dai lavoratori, determinare:

1) il prezzo relativo dei computer in termini di abiti in assenza di scambi internazionali

Con i dati assegnati si costruisce la matrice delle produttività:

Norvegia Cina

abiti 100 20

computers 10 1

servizi 1000 500

Norvegia: Prezzo computer/Prezzo abito = Costo computer / Costo abito = (1/10)/(1/100) = 10

Cina: Prezzo computer/Prezzo abito = Costo computer / Costo abito = 1/(1/20) = 20

2) il prodotto in cui ciascun paese ha un vantaggio comparato:

Norvegia: La Norvegia è 10 volte più efficiente della Cina nei computer e 5 volte più efficiente negli abiti; quindi ha

un vantaggio di produttività comparativamente maggiore nel produrre computer.

Cina: La Cina è 10 volte meno efficiente della Norvegia nei computer e 5 volte meno efficiente negli abiti. Quindi ha

uno svantaggio di produttività comparativamente minore (o vantaggio comparato) negli abiti.

Supponendo che il prezzo di un anno di lavoro in Norvegia sia 60 (D) o 40 (P) mila dollari,

3) determinare il valore minimo e massimo del prezzo in dollari di un anno di lavoro in Cina:

minimo Il livello minimo del prezzo del lavoro in Cina è quello che compensa la differenza massima di produttività

(un computer in Cina e 10 in Norvegia con un anno di lavoro) = 60.000/10=6.000 (D), oppure 40.000/10=4.000 (P)

massimo Il livello massimo del prezzo del lavoro in Cina è quello che compensa soltanto la differenza minima di

produttività (20 abiti in Cina e 100 in Norvegia con un anno di lavoro) = 60.000/5=12.000 (D), oppure

40.000/5=8.000 (P)

Supponendo, inoltre, che il prezzo internazionale dei computer in termini di abiti sia 12 (D) o 14 (P), e che i salari

siano spesi per il 60% in beni a mercato locale e per il 40% in beni a mercato internazionale, determinare:

4) il prezzo internazionale in dollari dei computer:

Pcomp= 60.000/ 10 = 6000 $ (D), oppure Pcomp= 40000/10=4000 $(P).

16

Con scambi internazionali liberi i computer conviene produrli in Norvegia, il prezzo di equilibrio concorrenziale è

uguale al costo unitario di produzione, pari al prezzo di un anno di lavoro diviso per il numero di computer che

possono essere prodotti con un anno di lavoro.

5) Il prezzo internazionale in dollari degli abiti:

Pabiti= 6000/12=500 $ (D), oppure Pabiti= 4000/14=286 $ (P)

6) Il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina in dollari:

500 * 20 = 10.000 $ (D) oppure 286 * 20 = 5714 $ (P)

Il prezzo di un anno di lavoro è uguale al valore dei prodotti che possono essere ottenuti con un anno di lavoro; la

Cina si specializza nella produzione di abiti, e con un anno di lavoro può produrne 20.

7) Il salario monetario in Cina in percentuale di quello in Norvegia:

10.000/60.000*100=16,7%(D), oppure 5714/40.000*100=14,3%(P)

8) Il prezzo in dollari dei servizi in Cina:

10.000/500=20 (D), oppure 5.714/500=11,4 (P) Il prezzo di equilibrio concorrenziale è uguale al costo di produzione

= prezzo di un anno di lavoro / quantità di servizi ottenibili con un anno di lavoro. 9) Il prezzo in dollari dei servizi in Norvegia:

60.000/1000=60 (D), oppure 40.000/1000=40(P) Il prezzo di equilibrio concorrenziale è uguale al costo di produzione

= prezzo di un anno di lavoro / quantità di servizi ottenibili con un anno di lavoro.

10) Il salario reale in Cina in percentuale di quello in Norvegia:

0.4*16,7 + 0,6*16,7*60/20= 0,4*16,7 + 0,6*50= 6,68+30 =36.68%(D),

oppure 0,4*14,3+0.6*14,3*40/11,4= 0,4*14,3 + 0,6*50= 5,72 + 30 = 35,72%(P)

Con scambi internazionali liberi e costi di trasporto pari a zero il prezzo degli abiti e dei computers è lo stesso in

Norvegia e Cina, e quindi in termini di questi beni la differenza nei salari reali è uguale alla differenza nei salari

monetari. I prezzi dei servizi sono invece più alti in Norvegia che in Cina, e quindi in termini di servizi la differenza nei

salari reali è minore della differenza nei salari monetari, in misura pari al rapporto fra prezzi dei servizi in Norvegia e

prezzi dei servizi in Cina. (Si noti che in termini di servizi il potere di acquisto dei salari cinesi è pari al 50% del

potere di acquisto dei salari americani; ciò riflette il fatto che la quantità di servizi ottenibile in Cina con un anno di

lavoro è pari al 50% di quella ottenibile in America.) La differenza media nei salari reali può essere ottenuta come

una media delle differenze nel potere di acquisto in termini di abiti, computer e servizi, ponderate con le quote di

questi prodotti nella spesa dei lavoratori.

11) Determinare gli anni di lavoro necessari per poter acquistare un computer + 10 abiti + 500 unità di servizi, in

Norvegia e in Cina, in autarchia e con scambi internazionali liberi:

NORVEGIA

Libertà di scambi internazionali: 6.000/60.000 + 10*500/60.000 + 500*60/60.000 = 0,1 + 0,083 + 0,5 = 0,683 (D),

oppure 4.000/40.000 + 10*286/40.000 + 500 *40/40.000 = 0,1 + 0,0715 + 0,5 = 0,671(P)

Autarchia (anni di lavoro necessari per produrre all’interno un computer + 10 abiti + 500 unità di servizi):

0,1 + 0,1 + 0,5 = 0,7

CINA

Libertà di scambi internazionali: 6.000/10.000 + 10*500/10.000 + 500*20/10.000 = 0,6 + 0,5 + 1,0 = 2,1 (D),

oppure 4.000/5.714 + 10*286/5.714 + 500 *11,4/5.714 = 0,7 + 0,5 + 1,0 = 2,2(P)

Autarchia (anni di lavoro necessari per produrre all’interno un computer + 10 abiti + 500 unità di servizi): 10/20 + 1

+ 1 = 2,5

12) Secondo gli ultimi risultati, come varia il salario reale in Norvegia e in Cina per effetto degli scambi internazionali?

Gli anni di lavoro necessari per ottenere un computer + 10 abiti + 500 uniti di servizi diminuiscono da 0,700 a 0,683

(D) o a 0,671 (P) (-2,5% o –4,1%) in America, e da 2,5 a 2,1 (D) o a 2,2 (P) ( - 16% o -12%) in Cina. Queste

percentuali, prese con segno +, indicano gli aumenti nei salari reali determinati dagli scambi internazionali.

17

Esercizio 2

Per produrre una macchina siano necessarie 100 ore di lavoro in Lombardia e 180 in Calabria; per produrre un abito

siano necessarie 10 ore di lavoro in Lombardia e 12 in Calabria; per produrre una unità di servizi siano necessarie 0,3

ore di lavoro, sia in Lombardia che in Calabria.

Supponendo che l’unico fattore produttivo sia il lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti, che i mercati siano in

concorrenza perfetta, che il prezzo del lavoro pagato dalle imprese sia uguale al salario percepito dai lavoratori,

determinare:

il prezzo relativo delle macchine in termini di abiti in assenza di scambi internazionali:

Calabria: 180/12 = 15

Lombardia: 100/10 = 10

(Il rapporto fra i prezzi è uguale al rapporto fra i costi unitari).

il prodotto in cui ciascun paese ha un vantaggio comparato:

Calabria: Abiti

Lombardia: Macchine

Nella produzione di macchine la Lombardia è dell’80% per cento più efficiente della Calabria, mentre nella

produzione di abiti è più efficiente soltanto del 20 %. La Calabria à comparativamente meno inefficiente (vale a

dire ha un vantaggio comparato rispetto alla Lombardia) nella produzione di abiti piuttosto che di macchine.

Supponendo che un anno comprenda 1.800 ore di lavoro, e che il prezzo di un anno di lavoro in Lombardia sia

36000 euro, determinare il valore minimo e massimo del prezzo in euro di un anno di lavoro in Calabria:

minimo 36/1,8 = 20 (1,8 misura la differenza massima di produttività fra Lombardia e Calabria; in questo modo il

costo di produzione di una macchina è uguale in Calabria e in Lombardia, mentre il costo di produzione di un abito è

più alto in Lombardia che in Calabria.)

massimo 36/1,2 = 30 (1,2 misura la differenza minima di produttività fra Lombardia e Calabria; in questo modo il

costo di produzione di un abito è uguale in Calabria e in Lombardia, mentre il costo di produzione di una macchina è

più alto in Calabria che in Lombardia.)

Quali fattori influenzano la determinazione del prezzo di equilibrio del lavoro in Calabria all’interno

dell’intervallo fra il livello minimo e quello massimo?

Più la Calabria è piccola rispetto alla Lombardia in termini di capacità produttiva, e più è grande la domanda di abiti

rispetto a quella di macchine, più il prezzo di equilibrio del lavoro in Calabria si avvicina al livello massimo.

Quando è che il prezzo di equilibrio del lavoro in Calabria raggiunge il suo livello massimo?

Al limite se la domanda di abiti fosse così grande rispetto a quella di macchine e la capacità produttiva della Lombardia

così grande rispetto a quella della Calabria, potrebbe essere necessario rendere competitiva la produzione di abiti sia in

Calabria che in Lombardia; di conseguenza il costo di produzione degli abiti dovrebbe essere uguale in Calabria e in

Lombardia, e il prezzo di equilibrio del lavoro in Calabria raggiungerebbe il livello massimo. In questo caso limite tutti

i vantaggi degli scambi andrebbero alla Calabria (paradosso del piccolo paese, nella sua forma estrema).

Supponendo che il prezzo italiano delle macchine in termini di abiti sia 12,5 , e che i salari siano spesi per il 70%

in beni a mercato locale e per il resto in beni facilmente trasferibili nello spazio, determinare:

Il prezzo italiano in euro delle macchine: Le macchine sono prodotte in Lombardia, dove con un anno di lavoro se ne

possono produrre 18 (1800/100), il loro costo unitario (che in concorrenza perfetta è uguale al prezzo) è 36.000/18 =

2.000 euro.

Il prezzo italiano in euro degli abiti: 2.000/12,5 = 160 euro

Il prezzo di equilibrio del lavoro in Calabria in euro: In Calabria si producono abiti, un abito costa 160 euro e

richiede 12 ore di lavoro, il prezzo di equilibrio di un anno di lavoro in Calabria è 1.800*160/12=24.000 euro

Il salario monetario in Calabria in percentuale di quello della Lombardia:

18

24/36 = 2/3 = 66,6…%

Il prezzo in euro dei servizi in Calabria: 24.000/1800*0.3 = 4 euro

Il prezzo in euro dei servizi in Lombardia: 36.000/1.800*0.3 = 6 euro

Il salario reale in Calabria in percentuale di quello in Lombardia:

In termini di servizi il salario reale è uguale in Calabria e in Lombardia (il salario monetario è del 50 per cento più alto

in Lombardia che in Calabria ma anche i prezzi dei servizi sono del 50 per cento più alti in Lombardia che in Calabria).

In termini di abiti e macchine la differenza nei salari reali è uguale alla differenza nei salari monetari, poiché i prezzi di

questi beni sono uguali in Lombardia e in Calabria. Facendo la media delle differenze, ponderate per il peso dei

rispettivi beni in termini di destinazione del reddito:

0.7*1+0,3*2/3 = 0,7 + 0,1 = 0,9 = 90%.

Determinare le ore di lavoro necessarie per poter acquistare una macchina + 12,5 abiti + 900 unità di servizi, in

Lombardia e in Calabria, in autarchia e con scambi liberi fra Calabria e Lombardia:

LOMBARDIA

Autarchia (ore di lavoro necessarie per produrre all’interno una macchina + 12,5 abiti + 900 unità di servizi): 100 +

10*12,5 + 0,3*900 = 100 + 125 + 270 = 495

Libertà di scambi: 100 + 100*12,5/12,5 + 0,3*900 = 470

Scambiando con la Calabria la Lombardia può ottenere 12,5 abiti (che richiederebbero 125 ore di lavoro per essere

prodotti all’interno) in cambio di una macchina che in Lombardia può essere prodotta con 100 ore di lavoro. Il

vantaggio per la Lombardia degli scambi con la Calabria è rappresentato da 125-100=25 ore di lavoro.

CALABRIA

Autarchia (ore di lavoro necessarie per produrre all’interno una macchina + 12,5 abiti + 900 unità di servizi): 180 +

12*12,5 + 0,3*900 = 180 + 150 + 270 = 600

Libertà di scambi: 12,5*12 + 12*12,5 + 0,3*900 = 150 + 150 + 270 = 570

Scambiando con la Lombardia la Calabria può ottenere una macchina (che richiederebbero 180 ore di lavoro per

essere prodotta all’interno) in cambio di 12,5 abiti, che in Calabria possono essere prodotti con 12,5*12 = 150 ore di

lavoro. Il vantaggio per la Calabria degli scambi con la Lombardia è rappresentato da 180-150=30 ore di lavoro.

19

Esercizio 3 Per produrre una stampante siano necessarie 100 ore di lavoro in Australia e 4000 in Bolivia; per produrre un jeans

siano necessarie 10 ore di lavoro in Australia e 100 in Bolivia; per produrre una unità di servizi siano necessarie 0,2 ore

di lavoro in Australia e 0,8 in Bolivia.

Costruire la matrice dei costi nelle ipotesi del modello di Ricardo:

La matrice dei costi è così specificata: Australia Bolivia

Ore di lavoro per produrre 1 stampante 100 4000

Ore di lavoro per produrre 1 jeans 10 100

Ore di lavoro per realizzare 1 servizio 0,2 0,8

Individuare il prodotto in cui ciascun paese ha un vantaggio assoluto e un vantaggio comparato:

L’Australia possiede un vantaggio assoluto per la produzione di entrambi i beni “tradables”, stampanti e jeans, dal

momento che impiega meno tempo per la realizzazione di tutti e due i prodotti.

Per quanto riguarda il vantaggio comparato, dal momento che l’Australia risulta 40 volte più efficiente della Bolivia

nella produzione di stampanti, e 10 volte più efficiente nella produzione di jeans, risulta che l’Australia ha un

vantaggio comparato nella produzione di stampanti (vantaggio assoluto maggiore). Allo stesso tempo, la Bolivia è

comparativamente meno inefficiente (vale a dire ha un vantaggio comparato rispetto all’Australia) nella produzione di

jeans piuttosto che di stampanti dal momento che il suo svantaggio assoluto è minore nella produzione di jeans.

Bolivia: esporta jeans e importa stampanti

Australia: esporta stampanti e importa jeans

Determinare il costo opportunità delle stampanti in assenza di scambi internazionali:

Il costo opportunità indica a quanti jeans devo rinunciare per ottenere una stampante in più. Si può anche dire che c'è

un "trade-off" fra produzione di stampanti e jeans (una maggiore produzione di stampanti comporta una minore

produzione di jeans, e viceversa). Questo implica che

Bolivia: COstampanti=4000/100 = 40

Australia: COstampanti=100/10 = 10

Per ottenere una stampante in più devo rinunciare a 40 jeans in Bolivia e 10 jeans in Australia. Dal momento che un

paese ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene se il costo-opportunità della produzione di quel bene in

termini di altri beni è minore in quel paese che in altri, l’Australia ha un vantaggio comparato nella produzione di

stampanti.

Supponendo che un anno comprenda 2.000 ore di lavoro, e che il prezzo di un anno di lavoro in Australia sia

42.000 dollari, determinare il valore minimo e massimo del prezzo in dollari di un anno di lavoro in Bolivia:

Il prezzo in dollari di un anno di lavoro implica la determinazione del salario boliviano, per fare ciò ricorro alla

condizione di equilibrio competitivo secondo cui il rapporto salariale fra i paesi deve essere compreso fra le

produttività. In questo modo si ottiene il valore minimo e massimo di variazione del salario boliviano.

minimo 42.000/40 = 1.050 dollari (40 misura la differenza massima di produttività fra Australia e Bolivia; in

questo modo il costo di produzione di una stampante è uguale in Bolivia e in Australia, mentre il costo di produzione

di un jeans è più alto in Australia che in Bolivia.)

massimo 42.000/10 = 4.200 dollari (10 misura la differenza minima di produttività fra Australia e Bolivia; in questo

modo il costo di produzione di un jeans è uguale in Bolivia e in Australia, mentre il costo di produzione di una

stampante è più alto in Bolivia che in Australia.)

20

Quali fattori influenzano la determinazione del prezzo di equilibrio del lavoro in Bolivia all’interno

dell’intervallo fra il livello minimo e quello massimo?

Più la Bolivia è piccola rispetto all’ Australia in termini di capacità produttiva, e più è grande la domanda di jeans

rispetto a quella di stampanti, più il prezzo di equilibrio del lavoro in Bolivia si avvinerà al livello massimo.

Quand’è che il prezzo di equilibrio del lavoro in Bolivia raggiunge il suo livello massimo?

Al limite, se la domanda di jeans fosse molto grande rispetto a quella di stampanti, e la capacità produttiva dell’

Australia molto più grande di quella della Bolivia, potrebbe essere necessario rendere competitiva la produzione di

jeans sia in Bolivia che in Australia; di conseguenza il costo di produzione degli jeans dovrebbe essere uguale in

Bolivia e in Australia, e il prezzo di equilibrio del lavoro in Bolivia raggiungerebbe il livello massimo. In questo caso

limite tutti i vantaggi degli scambi andrebbero alla Bolivia (paradosso del piccolo paese, nella sua forma estrema).

Supponendo che il prezzo internazionale delle stampanti in termini di jeans sia 30, determinare:

Le frontiere delle possibilità produttive nei due Paesi

Commentare i risultati

La teoria dei vantaggi comparati dimostra che, se ciascun paese produce ed "esporta" (vale a dire vende in altri paesi)

i beni in cui ha un vantaggio comparato, gli scambi che ne derivano consentono di ampliare la frontiera delle

disponibilità di beni (e quindi di aumentare i salari reali medi) in tutti i paesi. Nel nostro esempio, ciò può verificarsi

se l'Australia esporta in Bolivia stampanti, e la Bolivia esporta in Australia jeans. Affinché la Bolivia possa esportare

in Australia jeans e l'Australia possa esportare in Bolivia stampanti, é necessario che le imprese australiane siano più

competitive delle imprese boliviane nella produzione di stampanti e che le imprese boliviane siano più competitive

delle imprese australiane nella produzione di jeans, ciò può verificarsi se il costo monetario di produzione di una

stampante, a parità di qualità, è più basso in Australia che in Bolivia, e il costo monetario di produzione di un jeans, a

parità di qualità, è più basso in Bolivia che in Australia. Ovviamente, affinché i costi monetari di produzione nei due

Paesi possano essere confrontati, essi devono essere espressi nella stessa moneta, per esempio in dollari.

La domanda e l’offerta relativa mondiale delle stampanti in termini di jeans:

L’offerta relativa mondiale delle stampanti è rappresentata da una curva a gradino, dove si individuano: due tratti

orizzontali e uno verticale. I tratti orizzontali sono costruiti sulla base delle produzioni relative di stampanti in termini

di jeans in corrispondenza di prezzi relativi internazionali coincidenti con quelli di autarchia nei due Paesi. Il tratto

verticale fa riferimento alla quantità totale relativa massima offerta dai due Paesi e corrisponde ad una situazione di

specializzazione completa in presenza di scambi reciprocamente vantaggiosi (prezzo internazionale compreso fra i

prezzi di autarchia). La domanda relativa mondiale di stampanti intercetterà l’offerta relativa in corrispondenza del

prezzo relativo internazionale pari a 30.

Qjeans Qjeans

Qstam Qstam

(20/30)

=0,67

20

0,5

600

(=20*30)

20

200

Bolivia Australia

21

Il prezzo internazionale in dollari delle stampanti:

Le stampanti sono prodotte in Australia, dove con un anno di lavoro se ne possono produrre 2000/100 = 20, il loro

costo unitario (che in concorrenza perfetta è uguale al prezzo) è 42000/20 = 2.100 dollari.

Il prezzo internazionale in dollari dei jeans:

2.100/30 = 70 dollari

Il prezzo di equilibrio del lavoro in Bolivia in dollari:

In Bolivia si producono jeans, un jeans costa 70 dollari e richiede 100 ore di lavoro, il prezzo di equilibrio di un anno

di lavoro (=2000 ore) in Bolivia è 2.000*70/100=1.400 dollari.

Il prezzo in dollari dei servizi in Bolivia e in Australia:

Il prezzo dei servizi in Bolivia è 1.400/2.000*0,8 = 0,56 dollari mentre in Australia risulta pari a:

42.000/2.000*0,2 = 4,2 dollari

Determinare le ore di lavoro necessarie per poter acquistare una stampante + 24 jeans +5.000 unità di servizi, in

Australia e in Bolivia, in autarchia e con scambi liberi fra Bolivia e Australia:

AUSTRALIA

Autarchia:

(ore di lavoro necessarie per produrre all’interno una stampante + 12,5 jeans + 5.000 unità di servizi): 100 + 24*10

+ 0,2*5.000 = 100 + 240 + 1.000 = 1.340

Libertà di scambi:

100 + 24*100/30 + 0,2*5.000 = 100 + 80 + 1.000 = 1.180

Scambiando con la Bolivia l’Australia può ottenere 24 jeans (che richiederebbero 240 ore di lavoro per essere

prodotti all’interno) in cambio di 0,8 stampanti, che in Australia possono essere prodotte con 80 ore di lavoro. Il

vantaggio per l’Australia degli scambi con la Bolivia è rappresentato da 240 -80= 160 ore di lavoro.

BOLIVIA

Autarchia:

(ore di lavoro necessarie per produrre all’interno una stampante + 24 jeans + 5.000 unità di servizi): 4.000 + 24*100

+ 0,8*5.000 = 4.000 + 2.400 + 4.000 = 10.400

(QAus

sta+ QBol

sta)/(QAus

jeans + QBol

jeans)

(Psta/Pjeans)INT

10

20/20

40

30

Domanda congiunta

Offerta congiunta

22

Libertà di scambi:

30*100 + 24*100 + 0,8*5.000 = 3.000 + 2.400 + 4.000 = 9.400

Scambiando con l’Australia la Bolivia può ottenere una stampante (che richiederebbero 4.000 ore di lavoro per

essere prodotta all’interno) in cambio di 30 jeans, che in Bolivia possono essere prodotti con 30*100 = 3.000 ore di

lavoro. Il vantaggio per la Bolivia degli scambi con la Australia è rappresentato da 4.000 – 3.000 = 1.000 ore di

lavoro.

Determinare quanti panieri comprendenti una stampante + 24 jeans +1.000 unità di servizi possono essere

ottenuti con un anno di lavoro, in Australia e in Bolivia, in autarchia e con scambi liberi fra Bolivia e Australia:

AUSTRALIA

Autarchia:

2.000/(100 + 240 + 200) = 3,7

Libertà di scambi:

2.000/(100 + 80 + 200) = 5,26

In questo esempio, per effetto degli scambi con la Bolivia il salario reale in Australia aumenta del 42%.

BOLIVIA

Autarchia:

2.000/(4.000 + 2.400 + 800) = 0,28

Libertà di scambi:

2.000/(3.000 + 2.400 + 800) = 0,322

In questo esempio, per effetto degli scambi con l’Australia il salario reale in Bolivia aumenta del 15%

Determinare (in presenza di scambi) il salario monetario in Bolivia in % di quello dell’Australia:

1.400/42.000 % = 3,33%

Il salario reale in Bolivia in percentuale di quello dell’ Australia:

0,322/5,26% = 6,12%

Perché la differenza nei salari reali è diversa della differenza nei salari nominali?

Perché il prezzo dei servizi è più basso in Bolivia (0,56 dollari) che in Australia (4,2 dollari).

23

Gli scambi internazionali con due fattori produttivi

e rendimenti costanti di scala: il Modello di H-O

Con due fattori produttivi, gli scambi internazionali possono essere convenienti anche in assenza di differenze

internazionali di produttività d’intensità diversa fra un prodotto e l’altro, se i prodotti sono diversi dal punto di vista del

rapporto in cui sono utilizzati i fattori produttivi e se i paesi sono diversi dal punto di vista delle dotazioni relative di

fattori produttivi.

Il modello di Heckscher-Ohlin (H-O) fornisce, si può dire, un approccio al commercio internazionale che è

complementare a quello fornito dal modello ricardiano.

Il modello ricardiano infatti descrive i pattern di commercio generati da differenze nelle produttività di lavoro relative

(differenze nei coefficienti di produzione), dunque i flussi commerciali risultano determinati da differenze nelle

tecnologie. Tuttavia il modello ricardiano non dice nulle circa l’effetto di differenze nelle dotazioni di risorse.

Il modello di Heckscher-Ohlin trascura le differenze tecnologiche (si assume che la funzione di produzione dei beni sia

la stessa nei diversi paesi) mentre pone l’accento sulle differenze nelle dotazioni di risorse come determinanti dei flussi

commerciali.

La teoria di H-O si compone di tre teoremi

Teorema 1 (Heckscher-Ohlin di base o delle proporzioni dei fattori). Un paese tende ad esportare il bene che utilizza

più intensamente il fattore relativamente più abbondante e meno costoso e ad importare il bene che utilizza il fattore

produttivo relativamente meno abbondante e più costoso.

Teorema 2 (Heckscher-Ohlin-Samuelson o del pareggiamento del prezzo dei fattori). Il commercio internazionale

porterà ad una convergenza o pareggiamento del prezzo relativo dei fattori nei due paesi. Il motivo risiede nel fatto che

un aumento nel prezzo relativo di un bene genera un aumento del rendimento reale del fattore utilizzato più

intensamente nella produzione del bene in questione, mentre riduce il rendimento reale dell’altro fattore (Effetto

Stolper-Samuelson).

Teorema 3 (Rybczynski) Mantenendo fissi i prezzi dei beni, un aumento nella dotazione di un fattore produttivo genera

un aumento più che proporzionale nella produzione del bene che utilizza quel fattore più intensamente ed al contempo

una riduzione della produzione dell’altro bene (che utilizza il fattore aumentato con minore intensità).

Gli effetti degli scambi internazionali con due fattori produttivi, coefficienti fissi di produzione e rendimenti costanti di

scala possono essere illustrati con i seguenti esercizi.

24

Esercizio 1

Date le seguenti funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi:

GERMANIA BULGARIA

LQ LC LQ LC

Unità di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un divano 2 16 4 32

Unità di lavoro qualificato e comune necessarie per produrre un pannello solare 20 32 40 64

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di unità) 40 192 9,6 64

- Calcolare:

1) le dotazioni relative dei paesi: Il lavoro comune è relativamente più abbondante in Bulgaria, poiché 64/9,6=

6,7 > 192/140 = 4,8

2) le intensità relative dei prodotti: I pannelli solari utilizzano in misura relativamente più intensiva il lavoro

qualificato, in entrambi i Paesi, poiché 20/32 > 2/16 e 40/64 > 4/32.

- Determinare:

3) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro qualificato

in Germania: Divani = max 40/2=20 Pannelli solari = max 40/20=2

in Bulgaria: Divani = max 9,6/4=2,4 Pannelli solari = max 9,6/40=0,24

4) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro comune

in Germania: Divani = max 192/16=12 Pannelli solari = max 192/32=6

in Bulgaria: Divani = max 64/32=2 Pannelli solari = max 64/64=1

5) gli estremi della frontiera delle possibilità produttive:

in Germania: Divani = max 12 Pannelli solari = max 2

in Bulgaria: Divani = max 2 Pannelli solari = max 0,24

6) Le quantità di divani e pannelli ottenibili impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro

comune:

in Germania: 2Qdiv + 20Qpan = 40; 16 Qdiv + 32 Qpan = 192. Risolvendo il sistema costituito dal vincolo di

pieno impiego sia per il lavoro comune che per il lavoro qualificato, si ottiene:

Qdiv = 10; Qc = 1.

in Bulgaria: 4 Qdiv + 40 Qpan = 9,6; 32 Qdiv + 64 Qpan = 64. Risolvendo il sistema si ottiene:

Qdiv = 1,9; Qpan = 0,05.

7) L’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei pannelli in termini di divani:

in Germania: 32/16 = 2 < Ppannelli/Pdivani < 20/2=10

in Bulgaria: 64/32 = 2 < Ppannelli /Pdivani < 40/4=10

Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia di mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente

un divano e un pannello solare a un livello di 8.000 dollari sia in Germania sia in Bulgaria e che il prezzo relativo dei

pannelli in termini di divani sia 3 in Germania e 9 in Bulgaria in autarchia, e che esso sia 4 in caso di libertà degli

scambi internazionali,

8) determinare i prezzi in dollari dei divani, dei pannelli, del lavoro comune e del lavoro qualificato

nei due Paesi in autarchia e con scambi internazionali.

AUTARCHIA

Germania

L’obiettivo di politica monetaria può sintetizzarsi così:

Ppan + Pdiv = 8.000

Sapendo inoltre che il prezzo relativo di autarchia in Germania è Ppan /Pdiv = 3 si possono determinare i prezzi in

dollari dei due prodotti sostituendo il prezzo relativo nella funzione obiettivo di politica monetaria:

25

Ppan = 3Pdiv => 3 Pdiv + Pdiv = 8.000; => 4 Pdiv = 4.000; => Pdiv = 2.000$; Ppan = 6000$.

Poiché in concorrenza perfetta prezzo = costo unitario, si ottiene il sistema:

2 wLQ + 16 wLC = 2.000

20 wLQ + 32 wLC = 6.000 .

Risolvendo si ottengono i prezzi del lavoro comune e qualificato corrisposti in autarchia in Germania:

wLQ = 125, wLC = 109.

Bulgaria

Lo stesso ragionamento si applica alla Bulgaria tenendo presente che il prezzo relativo di autarchia in è

Ppan /Pdiv = e l’obiettivo di politica monetaria è Ppan + Pdiv = 8.000;

Ppan = 9 Pdiv => 9 Pdiv + Pdiv = 8.000 da cui 10 Pdiv = 8.000 e Pdiv = 800$; Ppan = 7.200$.

Visto che in concorrenza perfetta il prezzo = costo unitario, si pone a sistema:

4 wLQ + 32 wLC = 800

40 wLQ + 64 wLC = 7.200

Risolvendo si ottengono i salari corrisposti alle due tipologie di lavoratori nei due Paesi: wLQ = 175, wLC = 3,125

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

In presenza di scambi la sola condizione a cambiare è il prezzo relativo internazionale che risulta pari a 4 per

entrambi i Paesi, per cui sostituendo il prezzo relativo nella funzione di politica monetaria Ppan + Pdiv = 8.000 si ottiene

sia in Germania che in Bulgaria

Ppan = 4 Pdiv => 5 Pdiv = 8.000; Pdiv = 1.600$; Ppan = 6.400$.

Non risulteranno uguali i salari relativi, infatti, in Germania risolvendo il sistema:

2 wLQ + 16 wLC = 1.600

20 wLQ + 32 wLC = 6.400 si avrà => wLQ = 200$, wLC = 75$.

In Bulgaria il sistema:

4 wLQ + 32 wLC = 1.600;

40 wLQ + 64 wLC = 6.400 condurrà a salari => : wLQ = 100$, wLC = 37,5$

COMMENTO DEI RISULTATI

Si nota che il commercio internazionale tende ad eliminare differenze anche molto marcate nei salari o prezzi relativi

dei fattori produttivi fra Bulgaria e Germania. In autarchia lo skill-premium è wLQ / wLC = 56 in Bulgaria e 1,15 in

Germania. Con scambi internazionali liberi si ha che wLQ / wLC = 200/75 = 2,67 in Germania e 100/37,5 = 2,67 in

Bulgaria. Si assiste, quindi, al pareggiamento del prezzo dei fattori produttivi (Factor price equalization theorem). In

termini assoluti, con scambi internazionali liberi, i prezzi di entrambi i fattori produttivi sono più alti in Germania che

in Bulgaria, poiché la Germania è più efficiente della Bulgaria. Per effetto degli scambi internazionali le

disuguaglianze di reddito, misurate dallo skill-premium, ossia il rapporto wLQ / wLC, si riducono in Bulgaria (da 56 a

2,67) e aumentano in Germania (da 1,15 a 2,67). Anche se la Germania è più efficiente della Bulgaria, in autarchia il

prezzo del lavoro qualificato risulta essere più elevato in Bulgaria (175) che in Germania (125). Il motivo deriva dal

fatto che la differenza di efficienza si riflette in autarchia in un salario dei lavoratori comuni più basso in Bulgaria

(3,125) che in Germania (109).

26

Esercizio 2

Date le seguenti funzioni di produzione e dotazioni di fattori produttivi:

AUSTRIA GRECIA

LQ LC LQ LC

Unità di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un abito 1 8 2 16

Unità di lavoro qualificato e comune necessarie per produrre un computer 10 16 20 32

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di unità) 20 80 5 32

Cosa significa coefficienti fissi di produzione?

E' possibile utilizzare solo una specifica combinazione di lavoro qualificato e lavoro comune per la produzione di abiti

e computers.

- Determinare:

1) le dotazioni relative dei paesi: La Grecia risulta meno ricca di lavoro specializzato e non specializzato,

tuttavia il lavoro non specializzato o comune è relativamente più abbondante, poiché 32/5 = 6,4 > 80/20 = 4.

2) le intensità relative dei prodotti:

Dai dati si nota che in Grecia sono necessarie due ore di lavoro qualificato + 16 ore di lavoro comune per

produrre ciascun abito, e 20 ore di lavoro qualificato + 32 ore di lavoro comune per produrre ciascun

computer. Quindi sia nella produzione di abiti che nella produzione di computer è richiesta una quantità di

lavoro comune maggiore di quella di lavoro qualificato.

Tuttavia nella produzione di abiti un’ora di lavoro qualificato è sempre impiegata con 8 ore di lavoro comune

(16/2 = 8), mentre nella produzione di computer un’ora di lavoro qualificato è sempre impiegata con 1,6 ore

di lavoro comune (32/20 = 1,6), e quindi si può dire che la produzione di abiti utilizza in misura relativamente

intensiva il lavoro comune mentre la produzione di computer utilizza in misura relativamente intensiva il

lavoro qualificato.

Analogamente i computer utilizzano in misura relativamente più intensiva il lavoro qualificato in Austria

poiché 10/16 > 1/8.

- Identificare:

3) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro qualificato

a) in Austria: Abiti = max 20/1=20 Computer = max 20/10=2

b) in Grecia: Abiti = max 5/2=2,5 Computer = max 5/20=0,25

4) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro comune

c) in Austria: Abiti = max 80/8=10 Computer = max 80/16=5

d) in Grecia: Abiti = max 32/16=2 Computer = max 32/32=1

5) gli estremi della frontiera delle possibilità produttive:

La frontiera delle possibilità produttive (o curva di trasformazione) in termini di due beni indica la quantità

massima producibile di un bene, per ogni data quantità prodotta dell’altro bene.

1. in Austria: Abiti = max 10 Computer = max 2

2. in Grecia: Abiti = max 2 Computer = max 0,25

6) Le quantità di abiti e di computer ottenibili impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro

comune:

Risolvendo il sistema costituito dal vincolo di pieno impiego sia per il lavoro comune che per il lavoro

qualificato in Austria:

Qa + 10Qc = 20;

27

8Qa + 16Qc = 80 si ottiene Qa = 7,5; Qc = 1,25.

E in Grecia mettendo a sistema i due vincoli: 2Qa + 20Qc = 5; 16Qa + 32Qc = 32.

si ottiene:

Qa = 1,875; Qc = 0,0625.

In Austria la produzione di pieno impiego di abiti è 6 volte quella di computer (7,5/1,25 = 6), mentre in

Grecia la produzione di pieno impiego di abiti è 30 volte quella di computer (1,875/0,0625=30). La maggiore

produzione relativa di abiti rispetto ai computer in Grecia rispetto all’Austria, deriva dal fatto che

nell’esercizio si assume che la Grecia sia relativamente meglio dotata dell’Austria di lavoro comune rispetto

al lavoro qualificato (32/5=6,4>80/20=4).

7) L’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei computer in termini di abiti:

1. in Austria: 16/8 = 2< Pcomputer/Pabiti < 10/1=10

2. in Grecia: 32/16=2 < Pcomputer/Pabiti < 20/2=10

In concorrenza perfetta i produttori della Grecia sono disponibili a produrre queste quantità di abiti e computer

se il prezzo relativo dei computer in termini di abiti è maggiore di 2 e minore di 10.

In concorrenza perfetta il rapporto fra i prezzi di due prodotti è uguale al rapporto fra i loro costi di

produzione. Nel nostro esempio il costo di produzione di un abito in Grecia è dato dal costo di 2 ore di lavoro

qualificato + il costo di 16 ore di lavoro comune, e il costo di produzione di un computer è dato dal costo di 20

ore di lavoro qualificato + il costo di 32 ore di lavoro comune. Di conseguenza: Pc/Pa = (20Plq + 32Plc)/(2Plq

+ 16Plc). Più aumenta il prezzo del lavoro qualificato (Plq) rispetto al prezzo del lavoro comune (Plc), più

aumenta il prezzo relativo dei computer in termini di abiti. Al limite, se il prezzo del lavoro comune fosse zero, il

prezzo relativo dei computer in termini di abiti sarebbe 10 (20Plq/2Plq = 10). All’altro estremo, se fosse zero il

prezzo del lavoro qualificato, il prezzo relativo dei computer in termini di abiti sarebbe 2 (32Plc/16Plc=2).

In assenza di scambi di abiti e computer fra Grecia e Austria, se ipotizziamo preferenze dei consumatori

analoghe in Austria e Grecia in termini di abiti e computer, la maggiore produzione relativa di abiti rispetto ai

computer in Grecia comporterà un maggior prezzo relativo dei computer in Grecia che in Austria; per esempio

possiamo supporre che in assenza di scambi il prezzo relativo dei computer in termini di abiti sia 8 in Grecia e 4

in Austria.

8) Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia di mantenere il costo di acquisto di un paniere

comprendente un abito e un computer a un livello di 4.000 euro, sia in Austria sia in Grecia, determinare i

prezzi in euro di abiti, computer, lavoro comune e lavoro qualificato, in equilibrio di concorrenza perfetta, in

Austria e in Grecia, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti; ipotizzare che il prezzo di

equilibrio dei computer in termini di abiti in autarchia sia 9 in Grecia e 3 in Austria, e che esso sia 4 in caso di

libertà degli scambi internazionali di prodotti.

AUTARCHIA

AUSTRIA

Per determinare i prezzi assoluti di abiti e computer è necessario prendere in considerazione il prezzo relativo di

equilibrio in autarchia (Pc/Pa = 3) e gli obiettivi della politica monetaria in termini di livello dei prezzi monetari. Per

esempio nell’esercizio si assume che l’obiettivo della politica monetaria sia di mantenere al livello di 4.000 euro il

prezzo di un paniere comprendente un abito e un computer, per cui si ha:

Pc = 3Pa; Pc + Pa = 4.000;

3Pa + Pa = 4.000; 4Pa = 4.000; Pa = 1.000; Pc = 3.000.

In questo caso il prezzo di un abito è pari a 1.000 euro mentre il prezzo di un computer è uguale a 3.000 euro in

Austria.

Poiché in concorrenza perfetta prezzo = costo unitario, il prezzo del lavoro qualificato e comune si ottiene dal sistema:

1Plq + 8 Plc = 1.000; 10Plq + 16Plc = 3.000. Risolvendo : Plq = 125, Plc = 109.

28

GRECIA

Pc = 9Pa; Pc + Pa = 4.000; 9Pa + Pa = 4.000; 10Pa = 4.000; Pa = 400; Pc = 3.600.

In questo caso il prezzo di un abito è di 400 euro e il prezzo di un computer è di 3.600 euro.

Poiché in concorrenza perfetta prezzo = costo unitario, si ottiene il sistema:

2Plq + 16 Plc = 400; 20Plq + 32Plc = 3.600 . Risolvendo : Plq = 175, Plc = 3,13

L’ipotesi un prezzo relativo dei computer molto elevato in Grecia in assenza di scambi conduce ad un prezzo del

lavoro comune bassissimo in Grecia (3,13 euro) e a un prezzo del lavoro qualificato addirittura più alto in Grecia

(175 euro) che in Austria (125 euro), nonostante la minore efficienza della Grecia.

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

In assenza di costi di trasporto e altri ostacoli agli scambi di prodotti fra Grecia e Austria, in equilibrio i prezzi degli

abiti e dei computer saranno uguali in Grecia e Austria. Per cui sostituendo il prezzo relativo internazionale nella

funzione obiettivo della politica monetaria Pc + Pa = 4.000 si ottiene:

AUSTRIA e GRECIA

Pc = 4Pa; 4Pa + Pa = 4.000; 5Pa = 4.000 => Pa = 800€; Pc = 3.200€.

La liberta di scambi di prodotti rende conveniente per i consumatori austriaci comprare gli abiti dalla Grecia (visto

che il prezzo di un abito è 1.000 euro in Austria e 400 euro in Grecia) e per i produttori austriaci esportare computer

perché il prezzo di un computer è 3.000 euro in assenza di scambi internazionali e 3200 con commercio

internazionale.

SALARI IN AUSTRIA

I salari nei due Paesi si determineranno imponendo la condizione di concorrenza perfetta che implica un prezzo =

costo unitario. Risolvendo il sistema per l’Austria:

1Plq + 8 Plc = 800

10Plq + 16Plc = 3.200 si ottiene => Plq = 200€, Plc = 75€.

In Austria l’aumento della domanda di computer e la diminuzione della domanda di abiti provoca un aumento della

domanda di lavoro qualificato e una diminuzione della domanda di lavoro comune, di conseguenza aumenta il prezzo

del lavoro qualificato e dei computer, mentre diminuisce il prezzo del lavoro comune e degli abiti.

SALARI IN GRECIA

Poiché in concorrenza perfetta prezzo = costo unitario, si ottiene il sistema:

2Plq + 16 Plc = 800

20Plq + 32Plc = 3.200 . Risolvendo : Plq = 100, Plc = 37,5

In Grecia l’aumento della domanda di abiti e la diminuzione della domanda di computer provoca un aumento della

domanda di lavoro comune e una diminuzione della domanda di lavoro qualificato; di conseguenza aumenta in Grecia

il prezzo sia degli abiti sia del lavoro comune, e diminuisce il prezzo sia dei computer che del lavoro qualificato.

COMMENTO DEI RISULTATI

Un primo risultato interessante è che gli scambi internazionali possono annullare differenze anche molto forti nei

prezzi relativi dei fattori produttivi fra Grecia e Austria. In autarchia Plq/plc = 55,9 in Grecia e 1,15 in Austria. Con

scambi internazionali liberi Plq/Plc = 200/75 = 2,67 in Austria e 100/37,5 = 2,67 in Grecia (Factor price equalization

theorem). In termini assoluti, con scambi internazionali liberi, i prezzi di entrambi i fattori produttivi sono più alti in

Austria che in Grecia, poiché l’esercizio ipotizza che l’Austria sia più efficiente della Grecia. Per effetto degli scambi

internazionali le disuguaglianze di reddito, misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono in Grecia (da 55,9 a 2,67) e

29

aumentano in Austria (da 1,15 a 2,67). Nonostante l’esercizio ipotizzi che l’Austria sia più efficiente della Grecia, in

autarchia il prezzo del lavoro qualificato risulta essere più elevato in Grecia (175) che in Austria (125). Ciò perché la

differenza di efficienza si riflette in autarchia in un prezzo del lavoro comune molto più basso in Grecia (3,13) che in

Austria (109).

Un altro risultato interessante è che nel caso di coefficienti fissi di produzione illustrato nell’esercizio, se i fattori

produttivi sono pienamente impiegati in entrambi i paesi sia in autarchia che con scambi liberi, le quantità prodotte di

abiti e computer sono identiche in autarchia e in presenza di scambi internazionali. Il vantaggio di efficienza degli

scambi internazionali risulta non da una maggiore produzione di beni, ma dalla possibilità di aumentare l’utilità dei

consumatori risultante dal fatto che per effetto degli scambi spariscono le differenze internazionali nel prezzo relativo

dei computer in termini di abiti. In assenza di scambi, in Grecia la produzione di computer in piena occupazione è

molto bassa, e aumentarla sarebbe molto costoso in termini di abiti, perché aumentando la produzione di computer e

riducendo quella di abiti una parte del lavoro comune rimane inutilizzata: per produrre un computer in più sono

necessarie in Grecia 20 ore di lavoro qualificato, per ottenerle è necessario ridurre di 10 unità la produzione di abiti,

in questo modo diminuisce di 160 unità l’utilizzazione di lavoro comune nella produzione di abiti, ma per produrre un

computer in più bastano 32 unità di lavoro comune. Per ogni computer in più prodotto oltre il livello di 0,0625 milioni

rimangono inutilizzate 128 unità di lavoro comune, ed è necessario ridurre di 10 unità la produzione e la disponibilità

di abiti. Grazie agli scambi internazionali sarebbe invece possibile rendere disponibile un numero aggiuntivo di

computer mantenendo la piena occupazione di tutti i fattori produttivi, e rinunciando soltanto a 4 abiti per ogni

computer in più.

Per i lavoratori comuni della Grecia gli scambi con l’Austria sono sicuramente vantaggiosi: il loro reddito aumenta

dal 3,13 (o 26) a 37,5 euro, e in più possono spendere questo reddito a condizioni più favorevoli. Per i lavoratori

qualificati della Grecia non si può dire se gli scambi internazionali comportano vantaggi o svantaggi. Da un lato il

loro reddito diminuisce da 175 (o 125) a 100 euro all’ora, dall’altro hanno la possibilità di acquistare computer

aggiuntivi a condizioni migliori di prima. Non si può dire se per loro gli scambi comportano complessivamente un

vantaggio o uno svantaggio. Si supponga che i lavoratori greci desiderino utilizzare abiti e computer nel rapporto 10

a 1. In questo caso sarebbe possibile produrre in Grecia 1,25 milioni di abiti e 0,125 milioni di computer. In presenza

di scambi con l’Austria al prezzo di un computer in cambio di 4 abiti, la Grecia potrebbe ottenere 1,517857 milioni di

abiti e 0,1517857 milioni di computer, vale a dire il 21,43% in più sia di abiti sia di computer. Nel nostro esempio ciò

non sembra sufficiente a compensare la riduzione del reddito dei lavoratori qualificati in Grecia. In generale, tuttavia,

non si può escludere che la maggiore disponibilità di prodotti possa far sì che per effetto degli scambi internazionali

aumenti il benessere economico anche dei lavoratori comuni in Austria e dei lavoratori qualificati in Grecia. Ciò è

più probabile che accada se i lavoratori il cui reddito monetario diminuisce per effetto degli scambi internazionali

desiderano acquistare quantità particolarmente elevate del bene importato. Se i lavoratori qualificati greci desiderano

acquistare quantità particolarmente elevate di computer, il fatto che per effetto degli scambi internazionali il prezzo

relativo dei computer in Grecia diminuisce può più che compensare la diminuzione del loro reddito monetario. In

Austria il reddito monetario dei lavoratori comuni diminuisce; è però possibile che questo effetto sia più che

compensato dalla possibilità di acquistare a prezzi relativi più bassi gli abiti, se i lavoratori comuni austriaci

utilizzano gran parte del loro reddito nell’acquisto di abiti.

Nel caso di coefficienti fissi di produzione (assenza di sostituibilità dei fattori produttivi) la struttura della

produzione non cambia per effetto degli scambi internazionali e quindi le quantità complessivamente prodotte di abiti

e computer sono le stesse in autarchia e in presenza di scambi. Con sostituibilità imperfetta dei fattori produttivi

(coefficienti di produzione flessibili) per effetto degli scambi internazionali muta la struttura della produzione e

aumentano le quantità complessivamente prodotte di abiti e computer per la possibilità di eguagliare in Austria e

Grecia le produttività marginali relative dei fattori produttivi nella produzione di abiti e di computer.

30

Esercizio 3

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano definite nel modo

seguente:

AMERICA SPAGNA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un abito 1 8 2 16

Ore di lavoro qualificato e comune necessarie per produrre un computer 10 16 20 32

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di ore) 20 96 4,8 32

- Calcolare i vantaggi comparati dei due Paesi:

Per individuare il vantaggio comparato devo analizzare le dotazioni relative dei due Paesi e le intensità

fattoriali relative dei beni.

Dai dati si nota che anche se in termini assoluti la dotazione dell’America è maggiore di quella della Spagna

sia per il lavoro comune sia per il lavoro qualificato, in termini relativi il lavoro qualificato è più abbondante in

America e il lavoro comune è più abbondante in Spagna, poiché 32/4,8 = 6,67 > 96/20 = 4,8.

Inoltre anche se in termini assoluti è necessaria una quantità di lavoro comune maggiore di quella di lavoro

qualificato per produrre sia un computer che un abito sia in America che in Spagna, in termini relativi la

produzione di abiti richiede una quantità maggiore di lavoro comune e quella di computer una quantità

maggiore di lavoro qualificato, poiché in America 8/1 = 8 > 16/10 = 1,6, e in Spagna 16/2 = 8 > 32/20 = 1,6.

L’America ha quindi un vantaggio comparato nella produzione di computer e la Spagna nella produzione di

abiti dal momento che l’America è relativamente più abbondante di lavoro qualificato e i computer sono il

prodotto che utilizza in misura più intensiva il fattore LQ.

- Determinare:

1) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro qualificato

1. in America: Abiti 20/1 = 20 Computer 20/10 = 2

2. in Spagna: Abiti 4,8/2 = 2,4 Computer 4,8/20 = 0,24

2) gli estremi del vincolo imposto dalla dotazione di lavoro comune

1. in America: Abiti 96/8 = 12 Computer 96/16 = 6

2. in Spagna: Abiti 32/16 = 2 Computer 32/32 = 1

3) gli estremi della frontiera delle possibilità produttive:

1. in America: Abiti 12 Computer 2

2. in Spagna: Abiti 2 Computer 0,24

4) Le quantità di abiti e di computer ottenibili impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro

comune:

1. in America: A + 10C = 20; 8A + 16C = 96; 8A + 80C = 160; 64C = 64; C = 1;

A = 20 – 10; A = 10.

2. in Spagna: 2A + 20C = 4,8; 16A + 32C = 32; 16A + 160C = 38,4; 128C = 6,4;

C = 0,05; A = (4,8– 20C)/2; A = 1,9

5) L’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei computer in termini di abiti:

1. in America: Minimo (*) 16/8 = 2 Massimo (°) 10/1 = 10

2. in Spagna: Minimo (*) 32/16 = 2 Massimo (°) 20/2 = 10

(*) Si verifica quando il prezzo del lavoro qualificato è zero, così che il rapporto fra i prezzi dei prodotti è uguale al

rapporto fra le quantità richieste di lavoro comune.

31

(°) Si verifica quando il prezzo del lavoro comune è zero, cosi che il rapporto fra i prezzi dei prodotti è uguale al

rapporto fra le quantità richieste di lavoro qualificato.

L’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente un abito + un

computer a un livello di 4.000 dollari, sia in America sia in Spagna; il prezzo di equilibrio dei computer in termini di

abiti in autarchia sia 6 in Spagna e 4 in America, e sia 5 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

Determinare i prezzi in dollari di abiti, computer, lavoro comune e lavoro qualificato, in equilibrio di concorrenza

perfetta, in America e in Spagna, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti.

AUTARCHIA

AMERICA

Pa + Pc = 4.000; Pc = 4Pa; 5Pa = 4.000; Pa = 800; Pc = 3.200

Plq + 8Plc = 800; 10Plq + 16Plc = 3.200; 10Plq + 80Plc = 8000; 64Plc = 4.800; Plc = 75;

Plq = 800 – 8*75; Plq = 200

SPAGNA

Pa + Pc = 4.000; Pc = 6Pa; 7Pa = 4.000; Pa = 571; Pc = 3.429;

2Plq + 16Plc = 571; 20Plq + 32Plc = 3.429; 20Plq + 160Plc = 5.710; 128Plc =2.281; Plc = 17,8;

Plq = (571 –16*17,8)/2; Plq = 143

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

AMERICA

Pa + Pc = 4.000; Pc = 5Pa; 6Pa = 4.000; Pa = 667; Pc = 3.333.

Plq + 8Plc = 667; 10Plq + 16Plc = 3.333; 10Plq + 80Plc = 6670; 64Plc = 3.337; Plc = 52;

Plq = 667 – 8*52; Plq = 251

SPAGNA

Pa + Pc = 4.000; Pc = 5Pa; 6Pa = 4.000; Pa = 667; Pc = 3.333.

2Plq + 16Plc = 667; 20Plq + 32Plc = 3.333; 20Plq + 160Plc = 6.670; 128Plc =3.337; Plc = 26;

Plq = (667 –16*26)/2; Plq = 125,5

COMMENTO DEI RISULTATI

Per effetto degli scambi internazionali di prodotti il prezzo del lavoro qualificato in America aumenta da 200 a

251, mentre in Spagna diminuisce da 143 a 125,5. Il prezzo del lavoro comune in Spagna aumenta da 17,8 a 26, mentre

in America diminuisce da 75 a 52. Per effetto degli scambi internazionali si annullano le differenze nel rapporto fra

prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune. Il valore di questo rapporto in America aumenta da 200/75 =

2,67 a 251/52 = 4,8, mentre in Spagna diminuisce da 143/17,8 = 8 a 125,5/26 = 4,8.

Anche se il reddito monetario dei lavoratori comuni in America diminuisce, non è detto che diminuisca

necessariamente il loro livello di benessere. La riduzione del reddito monetario potrebbe infatti essere compensata dalla

possibilità di comprare abiti a prezzi relativamente più bassi.

Anche se il reddito monetario dei lavoratori qualificati in Spagna diminuisce, non è detto che diminuisca

necessariamente il loro livello di benessere. La riduzione del reddito monetario potrebbe infatti essere compensata dalla

possibilità di comprare computer a prezzi relativamente più bassi.

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Per saperne di più………….. La Cina ha i suoi vantaggi di Guido Tabellini tratto da www.lavoce.info

Confondere vantaggi comparati con vantaggi assoluti è un errore ricorrente nel dibattito italiano. La Cina non può acquisire un

vantaggio comparato in tutti i settori. La vera sfida è allora rinforzare quelli dell'Italia, per esempio utilizzando meglio la mano

d'opera istruita, trattenendo i migliori scienziati, migliorando le istituzioni e le infrastrutture, liberalizzando i servizi, facilitando la

riallocazione delle risorse. E rinunciare a inutili barriere commerciali. Anche perché la Cina è soprattutto un'opportunità. Come

altri hanno già capito.

Giovanni Sartori è un illustre politologo. Le sue idee sono spesso importanti e innovative, ed espresse con forza e capacità di

persuasione. Per questo, ciò che egli scrive va seguito con attenzione. Ma in un paio di recente articoli sul Corriere della Sera, il

professor Sartori ha preso una solenne cantonata. Poiché l’argomento è importante, e il suo errore è ricorrente nel dibattito italiano,

è bene smascherarlo al più presto.

Vantaggi comparati e assoluti

Il problema affrontato è la Cina, e in particolare l’incapacità dell’Italia e dell’Europa a reggere la competizione con i cinesi. Sartori

parte da un dato di fatto: il costo del lavoro (aggiustato per la produttività) in Cina è molto più basso che da noi, e ciò è destinato a

durare. Ma allora, si chiede Sartori, cosa possiamo vendere ai cinesi? Nulla, è la sua risposta: "Se e finché il costo del lavoro in

Cina sarà di 10-30 volte inferiore ai costi dei paesi ricchi, allora la legge di Ricardo dei costi comparati richiede che per ripristinare

uno scambio che induca i cinesi a comprare in Europa prodotti europei, occorrerebbe che i nostri lavoratori accettino di ridurre da

10 a 30 volte i loro salari".

E questo non è né giusto né possibile. Sembra un ragionamento impeccabile. Ma, nonostante il richiamo a Ricardo, confonde

vantaggi comparati con vantaggi assoluti. Un semplice esempio chiarisce l’errore. Supponiamo che il costo di produrre una

maglietta in Cina sia pari a un ventesimo del costo italiano, e che il costo di produrre una lavatrice in Cina sia un decimo del costo

italiano. In regime di libero scambio, l’industria cinese si specializzerà in magliette e importerà lavatrici dall’Italia. Ma come, si

chiede Sartori, perché mai i cinesi dovrebbero comprare lavatrici dall’Italia, se possono produrle a un costo dieci volte inferiore?

Perché per produrre lavatrici, i cinesi dovrebbero rinunciare a produrre magliette; e, dato il loro vantaggio comparato, questo

proprio non gli conviene. È molto meglio per i cinesi produrre magliette, e con il ricavato comprarsi le lavatrici italiane.

Questo non vuol dire che tutto vada bene, e che non dobbiamo preoccuparci della Cina. Dobbiamo preoccuparcene eccome. Ma la

ragione non è che i cinesi sono pagati molto meno di noi. La ragione è che la Cina sta erodendo un nostro vantaggio comparato.

Continuando con l’esempio precedente, una volta compravamo riso dai cinesi, vendendo loro sia magliette che lavatrici. Ora, la

Cina ha fatto un salto tecnologico: ha acquisito un vantaggio comparato sulle magliette, lo ha perso sul riso (magari verso un paese

terzo che diventa esportatore di riso). L’Italia, che esportava magliette e lavatrici, ha subito un peggioramento delle sue ragioni di

scambio. Ora riesce a esportare solo lavatrici, le sue magliette non le compra più nessuno: per l’Italia è una perdita netta di

benessere. Sottigliezze inutili, dirà uno scettico. Se oggi la Cina ha eroso il nostro vantaggio comparato sulle magliette, domani lo

farà con le lavatrici. Alla fine, il risultato sarà sempre lo stesso, la de-industrializzazione del nostro paese. Ma l’obiezione non

regge. La Cina non può acquisire un vantaggio comparato in tutti i settori. Altrimenti, torneremmo a confondere vantaggio

comparato e assoluto.

Un grande mercato in espansione

Vedere il problema in termini di vantaggi comparati aiuta a capire che la Cina non è solo una minaccia, ma anche e soprattutto

un’opportunità. Un paese di 1 miliardo e 300 milioni di persone, il cui reddito cresce dell’8 per cento all’anno per qualche

decennio, è un gigantesco mercato in espansione. La Cina non importa solo petrolio e materie prime, ma anche beni di consumo e

prodotti industriali di ogni genere. Nel 2004 è stato il terzo partner commerciale dell’Unione Europea sul lato delle esportazioni,

davanti a Giappone e Russia. Qualcuno ne ha saputo approfittare: le esportazioni della Germania verso la Cina sono triplicate tra il

1999 e il 2003. Ma per approfittarne anche noi, dobbiamo evitare gli errori. Il protezionismo non è una via d’uscita. Con o senza

barriere commerciali, non riusciremo a difendere un vantaggio comparato in settori in cui ciò che conta è solo la quantità di lavoro.

Non ci sono riusciti altri ben più agguerriti di noi, come gli Stati Uniti.

Tra il 1997 e il 2001, l’industria tessile e dell’abbigliamento americano ha distrutto più di 180mila posti di lavoro. Dal 2001 al

2004 ne ha persi altri 350mila. Uno studio di McKinsey conclude che entro pochi anni la Cina potrebbero raggiungere il 50 per

cento delle esportazioni mondiali nel tessile. Possiamo rallentare questa tendenza, ma non invertirla. La vera sfida è rinforzare i

vantaggi comparati in altri settori. Questo vuol dire sfruttare meglio la mano d’opera istruita, trattenere in Italia i nostri migliori

scienziati, migliorare le istituzioni e le infrastrutture, liberalizzare i servizi, facilitare la riallocazione delle risorse. Non sono

"pannicelli caldi", come li chiama Sartori. Sono l’unica cosa sensata da fare.

I nostri uomini politici hanno già le idee piuttosto confuse. Cominciano a essere tentati dal protezionismo e dal populismo. Non

diamo loro altre scuse per evitare di affrontare le vere sfide economiche del paese.

33

Concorrenza Monopolistica, prodotti differenziati orizzontalmente,

economie di scala e scambi internazionali: il modello di Krugman

Due prodotti A e B sono differenziati orizzontalmente, quando, a parità di prezzo, alcuni consumatori

preferiscono A e altri preferiscono B.

Esempi:

Punti di vendita di un certo prodotto, localizzati in diverse zone di una città: a parità di prezzo ciascun consumatore

compra nel punto di vendita per lui più vicino.

Automobili con prestazioni analoghe, ma diverse per colore, forma o marca: a parità di prezzo ciascuno compra

l’automobile il cui colore o forma meglio corrisponde ai suoi gusti.

Se i prezzi di due prodotti differenziati orizzontalmente sono diversi, per i consumatori si pone il problema di

decidere fino a che punto conviene pagare un prezzo più alto per acquistare il prodotto preferito. Nel caso di punti di

vendita localizzati in diverse zone di una città, un acquirente sceglierà il punto di vendita che pratica il prezzo più

elevato se il risparmio in termini di costo di spostamento supera la differenza di prezzo fra i due punti di vendita. Nel

caso di due automobili identiche per prestazioni ma diverse per forma, un acquirente sceglierà quella con prezzo più

elevato se la rinuncia al tipo di automobile preferito per lui vale di più della differenza di prezzo.

Supponendo che siano in vendita n marche di automobili con prestazioni equivalenti, si può ipotizzare che a

parità di prezzo le quote di mercato delle diverse marche siano uguali, e che ciascun produttore possa aumentare la

propria quota di mercato stabilendo un prezzo più basso degli altri. Per una data differenza di prezzo, gli effetti sulle

quote di mercato saranno tanto più forti quanto più sono deboli le preferenze dei consumatori per le marche preferite.

Se l’intensità delle preferenze o dei gusti è debole basta una piccola differenza di prezzo per convincere un

consumatore a rinunciare all’acquisto della sua automobile preferita, se invece l’intensità delle preferenze è elevata, è

necessaria una forte differenza di prezzo per convincere un consumatore a rinunciare alla sua automobile preferita.

La misura dell’intensità delle preferenze di solito è indicata con t, poiché il tipo di differenziazione orizzontale

più semplice da analizzare è quella spaziale, e in questo caso l’intensità delle preferenze per il negozio più vicino

dipende dai costi di trasporto o spostamento, indicati proprio con t dai primi economisti (Sallop in particolare) che

analizzarono il problema.

In base a queste ipotesi, la quantità domandata per una generica marca di automobili i può essere espressa nel

modo seguente:

Qi = S(1/n – (Pi – Pa)/t) (1)

Qi rappresenta la quantità domandata di automobili di marca i;

S indica la domanda complessiva di automobili del segmento considerato;

n è il numero di marche di automobili del segmento considerato;

Pi è il prezzo delle automobili di marca i;

Pa è il prezzo delle automobili diverse da i;

t misura l’intensità delle preferenze.

Il costo di rinunciare all’acquisto dell’automobile preferita dipende sia da t, che si suppone uguale per tutti gli

acquirenti, sia dalla collocazione di ciascun acquirente nello spazio delle preferenze o dei gusti. Per un dato valore di t,

man mano che diminuisce il prezzo della marca i rispetto al prezzo delle altre marche, vengono convinti ad acquistare

la marca i consumatori le cui preferenze sono sempre più distanti da i.

Se il produttore delle automobili di marca i aumenta il prezzo di un euro, si avranno due effetti dal punto di

vista del suo profitto totale, uno positivo e uno negativo. L’effetto positivo è rappresentato dal fatto che per ciascuna

automobile che vende incassa un euro in più, e quindi, a parità di costo totale, si avrà un aumento del ricavo totale

uguale al numero di automobili vendute:

Qi = S(1/n – (Pi – Pa)/t)

34

L’effetto negativo è costituito dal fatto che quando Pi aumenta e Pa rimane costante, le vendite delle automobili di

marca i diminuiscono in misura pari a S/t, e ciò comporta una diminuzione del profitto totale pari a S/t (Pi – c), se con c

indichiamo il costo marginale delle automobili, per semplicità ipotizzato identico per le diverse marche.

Partendo da un valore basso di Pi, è presumibile che inizialmente l’effetto positivo sia più forte dell’effetto

negativo, poiché quando Pi è basso (per un dato valore di Pa), la quantità venduta di automobili di marca i è elevata,

mentre il profitto unitario (Pi – c) è basso. Man mano che Pi aumenta la quantità venduta, e quindi l’effetto positivo sul

profitto dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto negativo sul profitto della

diminuzione di vendite provocata dall’aumento di prezzo, aumenta; conviene continuare ad aumentare Pi fino a quando

l’effetto positivo sul profitto è maggiore dell’effetto negativo, e fermarsi quando i due effetti sono uguali, poiché

continuando ad aumentare Pi il profitto totale diminuirebbe. Il valore di Pi che massimizza il profitto del produttore

della marca di automobili i può essere determinato risolvendo l’equazione:

S(1/n – (Pi – Pa)/t) = S/t (Pi – c) (2)

Se le prestazioni delle diverse marche di automobili sono identiche, i consumatori sono distribuiti in modo uniforme

nello spazio delle preferenze, le diverse imprese adottano la medesima strategia di massimizzazione del profitto, è

presumibile che in equilibrio i prezzi delle diverse marche di automobili siano identici:

Pi = Pa = P (3)

Tenendo conto della (3), e dividendo per S la (2) diventa:

1/n = P/t – c/t, e quindi P = c + t/n (4)

Il risultato ottenuto evidenzia come il prezzo di equilibrio di prodotti differenziati orizzontalmente, nel caso ciascun

produttore cerchi di determinare il livello di prezzo che massimizza il proprio profitto ipotizzando costante il prezzo

degli altri (concorrenza “à la Bertrand”), è pari al costo marginale più l’intensità delle preferenze divisa per il numero

delle imprese.

Il prezzo di equilibrio si avvicina al costo marginale man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze. Ciò

perché, se le preferenze sono deboli, aumenti anche modesti del prezzo rispetto ai concorrenti possono determinare

riduzioni consistenti delle vendite e quindi l’effetto negativo sui profitti dell’aumento di prezzo tende presto a prevalere

sull’effetto positivo. Al limite, se l’intensità delle preferenze è nulla, vale a dire se i consumatori sono indifferenti fra le

diverse marche di automobili, la (4) indica che il prezzo di equilibrio è uguale al costo marginale. Questo risultato non

è altro che il paradosso di Bertrand: nel caso di prodotti omogenei e concorrenza nei prezzi il prezzo di equilibrio è

uguale al costo marginale indipendentemente dal numero delle imprese (“due è un numero abbastanza grande per la

concorrenza”).

Per un dato valore di t, vale a dire per una data intensità delle preferenze, il prezzo di equilibrio tende a

diminuire verso il costo marginale all’aumentare del numero delle imprese. Ciò perché all’aumentare del numero delle

imprese tende a diminuire la quota di mercato di ciascuna di esse, e quindi si riduce l’effetto positivo degli aumenti di

prezzo, che abbiamo visto essere uguale al numero di automobili inizialmente vendute da ciascun produttore. Fino ad

ora la dimensione del mercato non sembra influenzare il prezzo di equilibrio, poiché un suo aumento fa aumentare in

misura analoga sia l’effetto positivo che l’effetto negativo degli aumenti di prezzo. Quest’ultimo risultato cambia

quando il numero delle imprese non è più considerato come un dato ma è determinato esso stesso dal processo

concorrenziale.

Il numero delle imprese (e di prodotti) di equilibrio

In presenza di libertà di entrata e uscita, il numero delle imprese di equilibrio è determinato dalla condizione di

profitto nullo. Il calcolo del profitto in senso economico tiene conto non soltanto dei costi espliciti o contabili, ma

anche dei costi impliciti corrispondenti alla retribuzione normale per il lavoro dell’imprenditore e per il capitale da lui

investito nell’impresa. Un profitto positivo segnala quindi la possibilità per l’imprenditore di ottenere in quel settore un

35

reddito per il suo lavoro e per i suoi investimenti più elevato che in altri settori (extraprofitto). In questo caso è

conveniente per altre imprese entrare nel settore.

Il numero delle imprese è in equilibrio quando il profitto economico di ciascuna impresa è zero, vale a dire

quando il ricavo medio unitario è uguale al costo medio unitario. Il ricavo medio unitario è uguale al prezzo, che

nell’equilibrio concorrenziale “à la Bertrand” abbiamo visto che è uguale a c + t/n; il costo medio unitario è pari al

costo marginale più il costo fisso medio unitario (c + F/(S/n)), nell’ipotesi che la produzione prodotta sia la stessa per

tutte le imprese (S/n).

Ponendo la condizione c + t/n = (c + F/(S/n), si ottiene: t/n = F/(S/n), vale a dire profitto variabile medio unitario =

costo fisso medio unitario. Essa è soddisfatta per n uguale alla radice quadrata del prodotto fra dimensione del mercato

e intensità delle preferenze (S*t), diviso per il costo fisso di ciascuna impresa (F).

Il numero delle imprese di equilibrio concorrenziale aumenta all’aumentare dell’intensità delle preferenze,

perché il maggior attaccamento di ciascun consumatore alla sua marca di automobili preferita aumenta il potere di

mercato di ciascun produttore, determinando in equilibrio prezzi e profitti variabili unitari più elevati, che consentono

la copertura dei costi fissi unitari con una quantità prodotta più bassa, consentendo a più produttori di restare sul

mercato. L’aumento del costo fisso di ciascuna impresa determina invece una diminuzione del numero di imprese di

equilibrio, che consente da un lato di limitare l’impatto dell’aumento dei costi fissi totali sui costi fissi unitari mediante

un aumento della quantità prodotta da ciascuna impresa, e dall’altro di aumentare i prezzi e quindi i profitti variabili

unitari. Infine il numero delle imprese di equilibrio aumenta all’aumentare della dimensione del mercato, poiché

consente a un maggior numero di imprese di raggiungere una dimensione produttiva a cui corrispondono costi fissi

unitari uguali ai profitti variabili unitari consentiti dal processo concorrenziale.

La presenza dell’operatore radice quadrata, tuttavia, fa sì che il numero di imprese di equilibrio aumenti più

lentamente della dimensione del mercato. Per esempio, ipotizzando un mercato pari a 4 milioni di unità, una intensità

delle preferenze corrispondente a 10.000 euro, un costo fisso per ciascuna impresa pari a 10 miliardi di euro, il numero

di imprese di equilibrio è pari a 2. Se la dimensione del mercato aumenta a 16 milioni di unità, il numero delle imprese

di equilibrio aumenta a 4. Vale a dire l’aumento della dimensione del mercato si riflette in parte in un aumento del

numero delle imprese, e in parte in un aumento della dimensione media delle imprese. Precisamente, nel nostro

esempio, la quadruplicazione della dimensione del mercato fa sì che raddoppi sia il numero delle imprese sia la loro

dimensione media.

Questo risultato dipende dal fatto che nella condizione di equilibrio di lungo periodo il numero delle imprese

figura sia al denominatore dell’espressione del profitto variabile, sia al numeratore dell’espressione del costo fisso

medio unitario, mentre la dimensione del mercato figura soltanto al denominatore dell’espressione del costo fisso

medio unitario. Ciò significa che dal punto di vista dell’equilibrio l’effetto di un aumento del numero delle imprese ha

un impatto doppio rispetto a quello di un aumento della dimensione del mercato, e di conseguenza una

quadruplicazione della dimensione del mercato può essere compensata da un semplice raddoppio del numero delle

imprese. Una quadruplicazione della dimensione del mercato, a parità di numero di imprese, riduce a un quarto il costo

fisso medio unitario delle imprese esistenti generando extraprofitti, e sarà quindi conveniente per altre imprese entrare

nel mercato. Man mano che il numero delle imprese aumenta, da un lato tende a diminuire il profitto variabile unitario

e dall’altro ad aumentare di nuovo il costo fisso medio unitario. Quando il numero delle imprese sarà raddoppiato il

profitto variabile unitario sarà la metà di quello iniziale e anche il costo fisso medio unitario sarà la metà di quello

iniziale, riportando a zero gli extraprofitti.

Questo risultato può avere un’applicazione interessante per l’analisi dell’integrazione economica

internazionale. Se supponiamo di avere inizialmente quattro mercati separati, ciascuno con una domanda complessiva

di 4 milioni di automobili, l’equilibrio concorrenziale “à la Bertrand” comporta in equilibrio la presenza di due imprese

in ciascun mercato, ciascuna delle quali produce 2 milioni di automobili. Se ipotizziamo un costo marginale delle

automobili pari a 6.000 euro, il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun mercato sarà 6.000 + 10.000/2 = 11.000

euro. Unificando i mercati avremmo una domanda complessiva di 16 milioni di automobili, con quattro imprese in

equilibrio, ciascuna delle quali produce 4 milioni di automobili. Il migliore sfruttamento delle economie di scala

consente una diminuzione del prezzo delle automobili a 8.500 euro (6.000 + 10.000/4 = 8.500), nell’ipotesi che con gli

stessi costi fissi sia possibile produrre una quantità di automobili variabile da 2 a 4 milioni di unità. (Probabilmente

questa ipotesi è poco realistica, e quindi in realtà la diminuzione del costo unitario e del prezzo sarebbe meno forte.)

I consumatori sarebbero avvantaggiati sia per il fatto di poter acquistare le automobili a un prezzo più basso,

sia per la possibilità di scegliere fra quattro diverse marche di automobili, invece di due.

36

ESERCIZI DA COMPLETARE….

I. Si supponga che sul mercato vi siano n marche di automobili differenziate orizzontalmente, ciascuna venduta da

un’impresa indipendente, e che la funzione di domanda delle automobili dell’impresa i sia del tipo Qdi = S(1/n – (Pi –

Pa)/t); indicando con S la domanda complessiva di automobili, con Pi il prezzo delle automobili di marca i, con Pa il

prezzo delle altre marche di automobili, con t l’intensità delle preferenze per ciascun tipo di automobile, con c il costo

marginale delle automobili:

1) scrivere la funzione di domanda per le automobili di una generica marca i e illustrarne il significato:

2) Supponendo che ciascun produttore cerchi di massimizzare il profitto, stabilendo il prezzo delle proprie

automobili considerando dato il prezzo delle altre (concorrenza “à la Bertrand”):

a) illustrare l’effetto sul profitto di un aumento di un euro delle automobili di marca i:

b) determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in funzione del numero dei produttori, dell’intensità delle

preferenze e del costo marginale di produzione:

3) Con riferimento al risultato ottenuto:

a) illustrare il paradosso di Bertrand:

b) spiegare intuitivamente la relazione fra l’intensità delle preferenze e il prezzo di equilibrio:

c) spiegare intuitivamente la relazione fra il numero delle imprese il prezzo di equilibrio:

37

4) Ipotizzando libertà di entrata e uscita, determinare il numero di produttori di equilibrio in funzione della

dimensione del mercato, dei costi fissi di ciascun produttore e dell’intensità delle preferenze:

5) Illustrare quindi gli effetti della libertà degli scambi internazionali di automobili sul numero di produttori, sulla

varietà di automobili disponibili per i consumatori, sul prezzo delle automobili.

II. Secondo la teoria delle proporzioni dei fattori, come varia il salario reale dei seguenti fattori produttivi per effetto

degli scambi internazionali di computer statunitensi contro abiti cinesi?

(Risposte possibili: aumenta; diminuisce; rimane invariato; può aumentare, diminuire, o rimanere invariato)

a. lavoratori comuni statunitensi:

b. lavoratori qualificati statunitensi:

c. lavoratori comuni cinesi:

d. lavoratori qualificati cinesi:

III. In presenza di economie interne di scala, la libertà degli scambi internazionali determina i seguenti effetti (risposte

possibili: aumento o diminuzione) su:

Numero delle imprese:

Concorrenza fra le imprese:

Prezzi dei prodotti:

Varietà dei prodotti disponibili per i compratori:

Costo di produzione dei prodotti:

Qualità dei prodotti:

38

La politica commerciale internazionale: analisi dei suoi effetti in equilibrio

parziale e in equilibrio generale.

Nonostante la libertà degli scambi internazionali sia in grado di aumentare il valore dei beni complessivamente

disponibili, spesso i governi intervengono per ostacolarla. I principali strumenti utilizzati per interferire nel naturale

svolgersi degli scambi internazionali sono:

1) dazi sulle importazioni;

2) contingentamenti delle importazioni;

3) sussidi alle esportazioni;

4) restrizioni “volontarie” delle esportazioni.

Gli effetti della politica commerciale internazionale sono spesso evidenziati con analisi di equilibrio parziale,

vale a dire considerando separatamente il mercato dei beni esportati e il mercato dei beni importati, e mettendo in

evidenza gli effetti di dazi e sussidi sul surplus dei consumatori e dei produttori dei beni esportati o dei beni importati,

nell’ipotesi di mercati perfettamente concorrenziali. Gli stessi effetti possono essere messi in evidenza in modo

analiticamente più corretto mediante analisi di equilibrio generale, in grado di mettere in evidenza simultaneamente gli

effetti della politica commerciale sui settori esportatori e su quelli che competono con le importazioni.

I dazi sulle importazioni.

La misura di politica commerciale storicamente più utilizzata è costituita dai dazi sulle importazioni, vale a

dire dall’obbligo per chi compra prodotti esteri di pagare una certa somma al Governo, per esempio 10 euro per ogni

abito importato dalla Cina. Il dazio tende a far aumentare il prezzo in Italia degli abiti cinesi e a farne diminuire la

domanda. Se la domanda italiana di abiti cinesi è relativamente piccola rispetto alla domanda mondiale di abiti cinesi, il

prezzo internazionale degli abiti cinesi rimane invariato e il loro prezzo per i consumatori italiani aumenta di 10 dollari.

La produzione italiana di abiti tende ad aumentare, ma ciò non significa che aumenta la produzione complessiva in

Italia. Nel lungo periodo, infatti, il valore delle esportazioni per ciascun paese eguaglia quello delle importazioni; di

conseguenza, una diminuzione delle importazioni italiane di abiti cinesi implica una diminuzione delle esportazioni

italiane; l’aumento della produzione italiana di abiti implica una diminuzione della produzione italiana di prodotti

esportabili. Non è vero quindi che i dazi sulle importazioni rappresentano uno strumento di protezione per tutti i

produttori italiani, essi proteggono alcuni produttori italiani, quelli relativamente meno efficienti, ma indirettamente

danneggiano altri produttori italiani relativamente più efficienti.

Il primo effetto negativo dei dazi sulle importazioni è rappresentato dalla riduzione degli scambi internazionali

e dei benefici che potrebbero derivarne, principalmente in termini di una più efficiente organizzazione della produzione

e quindi di una maggiore disponibilità di beni. A questo effetto negativo dal lato della produzione si aggiunge una

distorsione del consumo nel paese che impone il dazio. In presenza di un dazio sulle importazioni, infatti, nel paese che

impone il dazio i prezzi relativi dei beni importati in termini di quelli esportati non riflettono i rapporti nei relativi costi

di produzione, stimolando un consumo eccessivo dei prodotti nazionali e un consumo insufficiente di prodotti esteri

rispetto alla composizione dei consumi che consentirebbe di massimizzare il benessere della collettività. La distorsione

dei consumi potrebbe essere evitata se la protezione delle produzioni italiane che competono con le importazioni fosse

realizzata mediante sussidi a queste produzioni, finanziati per esempio mediante imposte sulle produzioni di prodotti

esportabili, invece che mediante il dazio sulle importazioni. Anche nel caso di sussidi alla produzione rimarrebbero

naturalmente gli effetti negativi derivanti dalla riduzione degli scambi internazionali.

Se la domanda italiana di abiti cinesi fosse sufficientemente elevata, la sua riduzione per effetto del dazio sulle

importazioni potrebbe determinare una riduzione dei prezzi internazionali degli abiti cinesi. In questo caso l’Italia

potrebbe ottenere un vantaggio netto dall’imposizione del dazio, a condizione che esso non sia così elevato da

determinare una riduzione eccessiva delle importazioni di abiti cinesi. La possibilità di comprare questi abiti a un

prezzo più basso rappresenta infatti un vantaggio significativo per l’Italia solo se la quantità acquistata rimane

sufficientemente elevata. In questo caso la Cina dovrebbe sostenere per intero gli effetti negativi della riduzione degli

scambi, e in aggiunta, quelli indotti dalla diminuzione degli scambi. Nel caso dell’Italia il danno derivante da una

minore quantità di scambi potrebbe essere compensato, o anche più che compensato, dalla possibilità di scambiare a

39

condizioni migliori; la Cina invece sarebbe danneggiata due volte: primo, perché scambia di meno; secondo perché

scambia a condizioni meno favorevoli.

Per evitare che la restrizione delle importazioni italiane di abiti cinesi abbia effetti fortemente negativi sulla

Cina, invece che ai dazi sulle importazioni si potrebbe ricorrere a un accordo per una restrizione “volontaria” delle

esportazioni cinesi di abiti in Italia. La riduzione dell’offerta di abiti cinesi in Italia potrebbe farne aumentare il prezzo;

in tal modo dal punto di vista della Cina il danno di esportare di meno potrebbe essere in tutto o in parte compensato

dal fatto di esportare a condizioni migliori. Il costo della protezione dei produttori italiani di abiti sarebbe sostenuto in

gran parte o totalmente dai consumatori italiani di abiti cinesi, a causa dell’aumento del loro prezzo, e dai produttori di

beni esportabili dall’Italia, a causa della diminuzione della domanda di questi beni in Cina.

Nelle seguenti figure sono illustrati gli effetti di diversi interventi dei Governi volti a influenzare gli scambi

internazionali. L’analisi si basa sul postulato che questi interventi non influenzino il livello d’impiego dei fattori

produttivi, e che quindi gli interventi che determinano variazioni di produzione di un prodotto necessariamente

determinano anche variazioni di produzione in senso opposto per altri prodotti. In realtà questa ipotesi appare

sufficientemente realistica per il lungo periodo, ma non per il breve periodo. Nel lungo periodo gli effetti di un dazio

sulle importazioni sono analoghi a quelli di un dazio sulle esportazioni.

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in Italia di un dazio sulle importazioni italiane di scarpe (o sulle

esportazioni italiane di servizi turistici), con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS migliorate per l’Italia.

Commento alla figura: Se le ragioni di scambio rimangono invariate, o perché la riduzione della domanda italiana di scarpe

cinesi è relativamente piccola rispetto alla domanda mondiale complessiva di scarpe cinesi, o perché la Cina reagisce

imponendo a sua volta dazi sulle importazioni di prodotti italiani (ritorsione), la frontiera del reddito reale in Italia si abbassa

in tutti i punti rispetto a quella di libero scambio. Se il prezzo relativo delle scarpe cinesi in termini di prodotti italiani

diminuisce per effetto della minore domanda italiana di scarpe cinesi (miglioramento della ragione di scambio dell’Italia) la

nuova frontiera del reddito reale in Italia si trova in parte più in basso e in parte più in alto rispetto a quella di libero

scambio. Se la domanda italiana di scarpe cinesi rimane comunque elevata, così che i consumatori scelgono una

combinazione di scarpe e servizi turistici più in alto rispetto al punto S, il livello di benessere medio in Italia aumenta per

effetto del dazio sulle importazioni di scarpe cinesi; se il dazio diminuisce di molto le importazioni in Italia di scarpe cinesi,

così che i consumatori scelgono una combinazione al di sotto di S, l’imposizione del dazio riduce il livello medio di benessere

in Italia, anche nel caso in cui la ragione di scambio dell’Italia migliora.

Per effetto del dazio sulle importazioni di scarpe cinesi, la combinazione produttiva in Italia passa da P.LS a P.dazio, con una

aumento della produzione di scarpe e una diminuzione della produzione di servizi turistici. Non è vero quindi che i dazi

proteggono i produttori italiani in generale; essi proteggono i produttori italiani meno competitivi, ma danneggiano i

produttori italiani più competitivi sui mercati internazionali.

Scarpe

Servizi Turistici

Frontiera del reddito

reale in Italia con

libertà di scambi

internazionali Frontiera del reddito

reale in Italia con dazi

e RS migliori (grande

paese) Frontiera del reddito

reale in Italia con dazi

e RS invariate

(piccolo paese) S

P.dazio

P.LS

Frontiera interna del

reddito reale in Italia

con dazi (piccolo e

grande paese)

40

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in Cina di un dazio sulle importazioni italiane di scarpe (o sulle

esportazioni italiane di servizi turistici), con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS migliorate per l’Italia.

Commento: Il dazio sulle importazioni italiane di scarpe cinesi provoca una riduzione del reddito reale in Cina; la riduzione è

più forte se il dazio provoca anche una riduzione del prezzo relativo delle scarpe cinesi in termini di prodotti italiani

(miglioramento della ragione di scambio dell’Itala e peggioramento della ragione di scambio della Cina).

Anche se i dazi sulle importazioni riducono il livello di benessere economico mondiale complessivo, non è

detto che tutti i singoli paesi ne siano danneggiati. Se un paese è un acquirente importante di un certo prodotto

estero, vale a dire ha un significativo potere di monopsonio, l’imposizione di un dazio sulle importazioni,

scoraggiando la domanda di beni esteri, può provocare una riduzione del suo prezzo, consentendo così al paese di

ottenerlo a condizioni più vantaggiose. Anche se ciò si verifica, non è detto che il dazio sulle importazioni

comporti un vantaggio complessivo per il paese che lo impone; ciò è vero soltanto se il vantaggio di poter

acquistare i prodotti esteri a prezzi più bassi non è compensato dal fatto di acquistare una minore quantità di

prodotti esteri. In realtà è probabile che fino a un certo livello il dazio sulle importazioni possa aumentare il

benessere del paese che lo impone (dazio ottimo); superato questo livello l’effetto complessivo diventa negativo.

La ragione è intuitiva: il vantaggio di poter acquistare i prodotti esteri è significativo fino a quando si acquistano

quantità rilevanti di questi prodotti, man mano che il dazio aumenta, le quantità acquistate diminuiscono, e quindi

da un certo punto in poi è ovvio che l’effetto negativo della riduzione della quantità acquistata supera l’effetto

positivo di poter acquistare a un prezzo più basso. Questo d’altronde è un risultato classico nella teoria del

monopsonio: un compratore importante di un certo bene può migliorare la sua situazione restringendo la quantità

acquistata, perché in tal modo provoca una riduzione del prezzo del bene da acquistare; oltre un certo punto però

gli effetti negativi della riduzione della quantità acquistata saranno più forti degli effetti positivi della riduzione del

prezzo del bene acquistato.

Così come il monopsonista può sfruttare il suo potere di mercato soltanto se il bene è venduto a moltissimi

acquirenti che non sono in grado di mettersi d’accordo e reagire, anche negli scambi internazionali un paese può

migliorare le proprie ragioni di scambio mediante restrizioni delle importazioni soltanto se i venditori del bene non

sono in grado di adottare ritorsioni efficaci. Se invece i paesi colpiti da un dazio reagiscono imponendo a loro volta

dazi sulle loro importazioni, alla fine le ragioni di scambio internazionali rimangono sostanzialmente invariate, e

l’unico effetto dei dazi sarà una riduzione degli scambi internazionali, con svantaggi per tutti i paesi.

Scarpe

Frontiera del

reddito reale in

Cina con

scambi liberi

Frontiera del

reddito reale in

Cina con dazio

e RS migliori

per l’Italia

Frontiera redito reale

in Cina con dazio

sulle importazioni

italiane e RS

invariate

Servizi Turistici

41

Restrizioni “volontarie” delle esportazioni.

Più che mediante restrizioni delle importazioni, le ragioni di scambio internazionali sono in realtà modificate

mediante restrizioni delle esportazioni. L’esempio più rilevante è rappresentato dall’accordo fra i paesi esportatori di

petrolio, che cercano di limitare la quantità esportata per provocare un aumento del prezzo del petrolio. Tentativi

analoghi sono stati effettuati in passato, ma con minore efficacia, da altri paesi esportatori di materie prime e prodotti

agricoli.

L’esempio del petrolio evidenzia come un paese possa migliorare le sue ragioni di scambio limitando le

quantità esportate, danneggiando in tal modo doppiamente i paesi importatori, sia per il fatto di poter importare meno

petrolio di quanto sarebbe per loro conveniente importarne in assenza di restrizioni, sia per il fatto di dover pagare il

petrolio importato a un prezzo molto più alto del suo costo di produzione. Paradossalmente, in alcuni casi restrizioni

delle esportazioni sono state imposte in passato proprio su richiesta dei paesi importatori. Gli esempi più rilevanti sono

state le restrizioni delle esportazioni giapponesi di automobili e di semiconduttori (soprattutto verso gli Stati Uniti), e le

restrizioni delle esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento dai paesi in via di sviluppo verso paesi industriali

(accordo multifibre).

Nei seguenti grafici sono illustrati gli effetti prodotti da interventi di restrizioni volontarie.

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in l’Italia di una restrizione “volontaria” delle esportazioni (RVE) di

scarpe cinesi con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS migliorate per la Cina.

Commento: Le restrizioni delle esportazioni di scarpe cinesi riduce nel lungo periodo il reddito reale in Italia. La riduzione è

più forte se la riduzione dell’offerta di scarpe cinesi sui mercati internazionali ne fa aumentare il prezzo relativo rispetto ai

beni esportati dall’Italia (peggioramento della ragione di scambio dell’Italia e miglioramento di quella della Cina).

In questi casi l’obiettivo essenziale dei paesi importatori era la protezione dei produttori nazionali di questi beni; la loro

protezione mediante restrizioni delle importazioni sarebbe apparsa eccessivamente unfair nei confronti dei paesi

esportatori che si sarebbero trovati ad esportare meno e a condizioni peggiori. La restrizione “volontaria” delle

esportazioni è stata una sorta di compromesso in base al quale i paesi importatori hanno ”pagato” la protezione di

alcuni produttori nazionali mediante un prezzo più alto dei prodotti importati, mentre i paesi esportatori sono stati

almeno in parte compensati per il fatto di poter esportare di meno mediante un prezzo più elevato per i loro prodotti.

Scarpe

Servizi Turistici

Frontiera del reddito reale

in Italia con libertà di

scambi internazionali

Frontiera con RVE e RS

migliori per la Cina

(grande paese)

Frontiera con RVE e

RS invariate

(piccolo paese)

Frontiera interna del

reddito reale in Italia con

restrizioni (piccolo e

grande paese)

42

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in Cina di una restrizione “volontaria” delle esportazioni (RVE) di scarpe

cinesi, con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS migliori per la Cina.

Commento: Questa figura mette in evidenza come le restrizioni “volontarie” delle esportazioni cinesi potrebbero consentire di

proteggere i produttori italiani di scarpe con danni per la Cina minori di quelli che sarebbero provocati da dazi sulle

importazioni cinesi di scarpe nel caso in cui l’entità della diminuzione delle esportazioni cinesi è tale da provocare variazioni

delle ragioni di scambio. Se la diminuzione delle esportazioni cinesi è provocata da dazi in Italia che riducono la domanda

italiana di scarpe cinesi i prezzi relativi delle scarpe tendono a diminuire e quindi la Cina è danneggiata due volte: perché

esporta meno scarpe e perché quelle che esporta le vende a un prezzo relativo minore. Se la restrizione delle esportazioni di

scarpe cinesi è ottenuta attraverso una riduzione dell’offerta di scarpe cinesi sui mercati internazionali, il prezzo relativo

delle scarpe tende ad aumentare; il danno per la Cina derivante dal fatto di esportare di meno potrebbe essere almeno in

parte compensato dal fatto che le scarpe che esporta sono vendute a un prezzo relativo più elevato. Al limite, se il

miglioramento della ragione di scambio della Cina fosse forte, e se la quantità di scarpe esportate rimanesse comunque

elevata, il reddito reale della Cina potrebbe addirittura aumentare per effetto delle restrizioni delle sue esportazioni. Nel caso

delle scarpe e degli altri prodotti industriali producibili in molti paesi quest’ultimo risultato è però molto improbabile. Nel

caso del petrolio, e di altre materie prime disponibili in pochi paesi, le restrizioni delle esportazioni in effetti possono

provocare un aumento del reddito reale dei paesi esportatori.

Sussidi alle esportazioni.

A volte i governi intervengono invece che per restringere gli scambi internazionali per stimolarli oltre il loro

livello naturale. La misura tipica al riguardo è rappresentata dai sussidi alle esportazioni, vale a dire dai premi che il

governo dà ai produttori che vendono i loro prodotti all’estero invece che sul mercato nazionale.

Se è vero che gli scambi internazionali sono vantaggiosi per tutti, a prima vista potrebbe sembrare giusto

stimolarli mediante sussidi alle esportazioni. In realtà non è così, a meno che i sussidi alle esportazioni non

rappresentino una sorta di compensazione per gli esportatori per i danni che derivano loro indirettamente dalle politiche

restrittive delle importazioni. Tenendo sempre presente che nel lungo periodo in ciascun paese il valore delle

esportazioni eguaglia quello delle importazioni, stimolare le esportazioni mediante sussidi significa indirettamente

stimolare anche le importazioni; nel lungo periodo quindi, gli effetti di un sussidio alle esportazioni sono analoghi a

quelli di un sussidio alle importazioni. In realtà gli effetti di dazi o altre restrizioni sulle importazioni e dei sussidi alle

esportazioni potrebbero vicendevolmente compensarsi, a parte naturalmente i costi burocratici e i rischi di corruzione

connessi alla loro gestione.

I grafici che seguono mostrano gli effetti di lungo periodo sul reddito reale conseguenti a sussidi alle esportazioni.

Scarpe

Frontiera di

libero scambio

Frontiera del

reddito reale in

Cina con RVE e

RS invariate

Servizi Turistici

Frontiera del

reddito reale in

Cina con RVE e

RS migliori per la

Cina

43

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in l’Italia di un sussidio alle esportazioni di servizi turistici italiani,

o alle importazioni italiane di scarpe, con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS peggiorate per l’Italia.

Commento: Nel lungo periodo un sussidio alle esportazioni italiane di servizi turistici (per esempio fornendo un’assicurazione

a carico dello stato ai turisti esteri che arrivano in Italia, oppure buoni-benzina gratuiti o scontati, o tariffe di pedaggio scontate

per le autostrade) provoca nel lungo periodo un aumento della produzione e delle esportazioni di servizi turistici, una diminuzione

della produzione di scarpe, e un aumento delle importazioni di scarpe. Questi scambi internazionali aggiuntivi rispetto a quelli che

si avrebbero in assenza di sussidi determinano tuttavia una riduzione del reddito reale in Italia, poiché rende conveniente per le

imprese vendere ai turisti esteri servizi che in complesso costano, e quindi valgono, di più delle scarpe che vengono importate in

più. L’incremento di offerta dei prodotti italiani stimolato dai sussidi alle esportazioni determina una diminuzione dei prezzi

relativi dei prodotti italiani (peggioramento delle ragioni di scambio dell’Italia).

Di per sé i sussidi alle esportazioni riducono il benessere mondiale complessivo (“Too much of a good thing, The

Economist, …). Gli scambi internazionali sono vantaggiosi principalmente perché consentono di localizzare ciascuna

produzione nei paesi in essa comparativamente più efficienti, con il risultato di aumentare la quantità

complessivamente disponibile dei diversi prodotti. I sussidi alle esportazioni invece possono rendere conveniente la

localizzazione di alcune produzioni per l’esportazione in paesi che sono relativamente meno efficienti nelle produzioni

stesse. Scambi internazionali stimolati artificialmente mediante sussidi sono quindi dannosi perché comportano

un’organizzazione internazionale della produzione meno efficiente e quindi una riduzione della disponibilità

complessiva di beni. Nel caso di prodotti che hanno costi di produzione uguali nei diversi paesi, sussidi alle

esportazioni possono rendere convenienti scambi internazionali incrociati di prodotti che hanno costi di produzione

uguali nei diversi paesi, sostenendo inutilmente i costi di trasporto di questi prodotti da un paese all’altro.

Oltre che essere complessivamente dannosi perché riducono le quantità complessivamente disponibili di

prodotti, i sussidi alle esportazioni tendono a peggiorare le ragioni di scambio dei paesi che li introducono, poiché

provocano un aumento di offerta sui mercati internazionali dei beni esportati da questi paesi.

Scarpe

Servizi Turistici

Frontiera del reddito reale in

Italia con libertà di scambi

internazionali, senza sussidi

Frontiera del reddito

reale in Italia con sussidi

alle esportazioni e RS

peggiori per l’Italia

(grande paese)

PSS

Frontiera del reddito

reale in Italia con

sussidi alle

esportazioni e RS

invariate

(piccolo paese)

Frontiera interna del

reddito reale in Italia

con sussidi (piccolo

e grande paese)

PCS

44

Effetti di lungo periodo sul reddito reale in Cina di un sussidio alle esportazioni italiane di servizi turistici,

con ragioni di scambio (RS) invariate, e con RS migliori per la Cina.

Commento: i sussidi all’esportazione di servizi turistici italiani in Cina (o all’importazione di abiti cinesi in Italia) determinano un

miglioramento delle ragioni di scambio della Cina e un aumento dei suoi scambi con l’estero, il reddito reale della Cina quindi

aumenta. Poiché i sussidi riducono l’efficienza e quindi il reddito reale mondiale complessivo, l’aumento del reddito reale in Cina

compensa soltanto in parte la diminuzione del reddito reale in Italia. I sussidi potrebbero essere dannosi per la Cina soltanto se

essi sono soltanto temporanei, con l’obiettivo di costringere le imprese cinesi a chiudere, e di eliminarli successivamente in modo

da determinare un peggioramento delle regioni di scambio della Cina rispetto alla situazione di libero scambio. In questo caso i

sussidi pubblici consentirebbero alle imprese esportatrici italiane di vendere temporaneamente in Cina a prezzi inferiori dei costi

di produzione (dumping o prezzi predatori).

Prodotti

agricoli

Manufatti

Frontiera del reddito reale in

Italia con libertà di scambi

internazionali, senza sussidi

PSS

Frontiera interna

del reddito reale in

Italia con sussidi

(piccolo e grande

paese)

autarchia

Frontiera del reddito

reale in Europa con

sussidi alla produzione

agricola RS variabili

Scarpe

Frontiera di

libero scambio

Frontiera del reddito

reale in Cina con sussidi

alle esportazioni italiane

di servizi turistici e RS

migliori per la Cina

Servizi Turistici

45

Per Esercitarsi……..

Esercizio 1

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano definite nel modo

seguente:

FRANCIA TUNISIA

LQ LC LQ LC

Unità di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un sofà 1 10 20 200

Unità di lavoro qualificato e comune necessarie per produrre un profumo 10 20 200 400

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di unità) 40 100 100 600

Determinare:

1) le dotazioni relative dei paesi:

In termini assoluti, la Tunisia ha dotazioni maggiori della Francia sia di lavoro comune che di lavoro

qualificato, in termini relativi la Tunisia presenta una maggiore dotazione di lavoro comune e la Francia una

maggiore dotazione di lavoro qualificato, poiché 40/100 = 0,4 > 100/600 = 0,167

2) le intensità fattoriali relative dei beni:

Sia i sofà che i profumi richiedono più lavoro comune che lavoro qualificato per le loro produzioni. In termini

relativi, i profumi richiedono una quantità comparativamente maggiore di lavoro qualificato sia in Francia

(10/20 = 0,5 > 1/10 = 0,1) che in Tunisia (200/400 = 0,5 > 20/200=0,1).

Specificare:

3) gli estremi del vincolo imposto dalla disponibilità di lavoro qualificato

a. in Francia: Sofà = max 40/1=40 Profumi = max 40/10=4

b. in Tunisia: Sofà = max 100/20=5 Profumi = max 100/200 = 0,5

4) gli estremi del vincolo imposto dalla disponibilità di lavoro comune

a. in Francia: Sofà = max 100/10=10 Profumi = max 100/20=5

b. in Tunisia: Sofà = max 600/200=3 Profumi = max 600/400=1,5

5) gli estremi della frontiera delle possibilità produttive:

a. in Francia: Sofà = max 10. Profumi = max 4

b. in Tunisia: Sofà = max 3 Profumi = max 0,5

6) Le quantità di sofà e di profumi producibili in autarchia:

a. in Francia: Qa + 10 Qc = 40; 10Qa + 20Qc = 100; 80Qc = 300; Qc = 3,75;

Qa = 40-37,5; Qa = = 2,5

b. in Tunisia: 20Qa + 200Qc = 100; 200Qa + 400Qc = 600; 1600Qc = 400; Qc = 0,25

Qa = (100 – 50)/20 ; Qa = 2,5;

Il rapporto fra produzione di sofà e produzione di profumi è più elevato in Tunisia (2,5/0,25 = 10) che in

Francia (2,5/3,75 = 2/3)

7) L’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei profumi in termini di sofà:

a. in Francia: 20/10 =2 (*) < Pprofumi/Psofà < 10/1=10 (°)

b. in Tunisia: 400/200=2 (*) < Pprofumi/Psofà < 200/20 = 10 (°)

(*) Si verifica quando il prezzo del lavoro qualificato è zero, così che il rapporto fra i prezzi è uguale al rapporto fra i

costi in termini di unità di lavoro comune.

(°) Si verifica quando il prezzo del lavoro comune è zero, così che il rapporto fra i prezzi è uguale al rapporto fra i costi

in termini di unità di lavoro qualificato.

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo dei profumi in termini di sofà (e viceversa).

Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente un

sofà e un profumo a un livello di 3.600 dollari, sia in Francia sia in Tunisia, determinare i prezzi in dollari dei sofà e dei

profumi, il lavoro comune e lavoro qualificato, in equilibrio di concorrenza perfetta, in Francia e in Tunisia, in

autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti. Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei profumi in termini di

46

sofà in autarchia sia 8 in Tunisia e 3 in Francia, e che esso sia 5 in caso di libertà degli scambi internazionali di

prodotti.

AUTARCHIA

FRANCIA

Pc = 3Pa; 4Pa = 3.600; Pa = 900; Pc =2.700$;

Plq + 10 Plc = 900; 10Plq + 20 Plc = 2.700; 8Plq = 900; Plq = 112,5 $; Plc = (900 – 112,5)/10 ;

Plc = 78,75 $ ; Plq/Plc = 112,5/78,75 = 1,43

TUNISIA

Pc = 8 Pa; 9Pa = 3.600; Pa = 400; Pc = 3.200$

20Plq + 200Plc = 400; 200Plq + 400Plc = 3.200; 1.600Plc = 800; Plc = 0,5$

Plq = (400 – 100)/20 ; Plq = 15$ ; Plq/Plc = 15/0,5 = 30

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

FRANCIA

Pc = 5Pa; 6Pa = 3.600; Pa = 600; Pc = 3.000$

Plq + 10 Plc = 600; 10Plq + 20 Plc = 3.000; 8Plq = 1.800; Plq = 225$ ; Plc = (600 – 225)/10 ;

Plc = 37,5$ ; Plq/Plc = 225/37,5 = 6

TUNISIA

Pc = 5Pa; 6Pa = 3.600; Pa = 600; Pc = 3.000$

20Plq + 200Plc = 600; 200Plq + 400Plc = 3.000; 1.600Plc = 3.000; Plc = 1,875$

Plq = (600 – 375)/20 ; Plq = 11,25$ ; Plq/Plc = 11,25/1,875 = 6

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Si nota che mentre in autarchia il rapporto fra i prezzi dei fattori, ossia i salari relativi dei lavori qualificati e non

qualificati è differente nei due Paesi (Plq/plc = 30 in Tunisia e 1,43 in Francia), con scambi internazionali liberi si

arriva al pareggiamento del prezzo relativo dei fattori per come postulato da Samuelson (Plq/Plc = 225/37,5 = 6 in

Francia e 11,25/1,875 = 6 in Tunisia). In termini assoluti, con scambi internazionali liberi, i prezzi di entrambi i fattori

produttivi sono più alti in Francia che in Tunisia, poiché la Francia è più efficiente della Tunisia. Per effetto degli

scambi internazionali le disuguaglianze di reddito, misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono in Tunisia (da 30 a 6) e

aumentano in Francia (da 1,43 a 6).

47

Esercizio 2

Per produrre un computer siano necessarie 80 ore di lavoro in America e 3000 in Cina; per produrre un abito siano

necessarie 20 ore di lavoro in America e 250 in Cina. Nelle ipotesi del modello di Ricardo,

a) Determinare il prezzo relativo di equilibrio dei computer in termini di abiti in assenza di scambi internazionali, e

illustrare con un esempio cosa accadrebbe se il prezzo fosse diverso:

Il prezzo dei computer in termini di abiti è uguale al costo in ore di lavoro di un computer diviso il costo in ore di

lavoro di un abito:

America: Prezzo computer/prezzo abiti = 80/20 = 4

Cina: Prezzo computer/prezzo abiti = 3000/250 = 12

Se, per esempio, il prezzo dei computer in termini di abiti in America fosse 3, sarebbe conveniente produrre soltanto

abiti, poiché il prezzo relativo dei computer sarebbe più basso del loro costo relativo.

b) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra Cina e America:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in America per un prodotto è più basso in Cina per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto uguale

in Cina e in America. Poiché nell’esempio si suppone che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito è

250/20 = 12,5 volte più alta in Cina che in America, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre un computer è

3000/80 = 37,5 volte più elevata in Cina che in America (vale a dire che la produttività dell’America è 12,5 volte più

alta della Cina nella produzione di abiti e 37,5 volte più alta nella produzione di computer), la condizione di equilibrio

competitivo richiede che il rapporto fra il prezzo del lavoro in America e il prezzo del lavoro in Cina sia compreso fra

12,5 e 37,5. In questo modo, infatti, il costo monetario di produzione di un abito sarebbe in Cina minore o uguale che

in America, e il costo di produzione di un computer sarebbe in America minore o uguale che in Cina. Se il valore di

questo rapporto fosse minore di 12,5 il costo di produzione sarebbe più basso in America che in Cina sia per i

computer che per gli abiti; se fosse maggiore di 37,5 il costo di produzione sarebbe più alto in America che in Cina sia

per i computer che per gli abiti.

Si supponga che un anno comprenda 2.000 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in America sia 40.000$,

che il prezzo di equilibrio internazionale dei computer in termini di abiti sia uguale a 6. Determinare gli estremi della

frontiera del salario reale in America e Cina in autarchia e con scambi internazionali liberi:

America: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2000/80 = 25 computer, oppure 2000/20

= 100 abiti. Con scambi internazionali liberi l’America, producendo 25 computer può ottenere in cambio dalla Cina

25*6 = 150 abiti.

Cina: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2000/3000 = 2/3 di computer oppure

2000/250 = 8 abiti. Con scambi internazionali liberi la Cina, producendo 8 abiti, può ottenere dall’America in cambio

di essi 8/6 = 4/3 di computer.

Determinare il prezzo di equilibrio dei prodotti, in dollari, con scambi internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione dei computer sarà sicuramente competitiva in

America e la produzione di abiti sarà sicuramente competitiva in Cina. Il prezzo internazionale dei computer sarà

quindi determinato dal loro costo unitario di produzione in America. Se il prezzo di un anno di lavoro in America è

40.000 dollari, il costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di un computer è 40.000/2.000*80 = 1.600

dollari.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale dei computer in termini di abiti sia 6, il prezzo

internazionale di un abito sarà quindi 1.600/6 = 200/3 = 266,7 dollari;

Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina, in dollari:

Affinché il costo di produzione di un abito sia in Cina 266,7 dollari, il prezzo di un anno di lavoro in Cina dovrà essere

2.000*266,7/250= 2.134 dollari.

Possiamo verificare che 40.000/2.134 = 18,74 è compreso fra 12,5 e 37,5.

48

Esercizio 3 Per produrre una macchina siano necessarie 60 ore di lavoro in Germania e 1800 in India; per produrre un abito

siano necessarie 16 ore di lavoro in Germania e 320 in India; per produrre una unità di servizi siano necessarie 0,5

ore di lavoro in Germania e 2,0 in India.

Indicare le ipotesi su cui si basa il modello di Ricardo.

Nel suo modello Ricardo considera un unico fattore produttivo o input (il lavoro), ipotizza che i rendimenti di scala

sono costanti, i fattori produttivi risultano immobili fra paesi, i mercati operano in concorrenza perfetta, non vi sono

barriere al commercio.

Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra India e Germania:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Germania per un prodotto e più basso in India per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto uguale

in India e in Germana. Poiché nell’esempio si suppone che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito sia

320/16 = 20 volte più alta in India che in Germania, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre una macchina

sia 1800/60 = 30 volte più elevata in India che in Germania (vale a dire che la produttività della Germania è 20 volte

più alta di quella dell’India nella produzione di abiti e 30 volte più alta nella produzione di macchine), la condizione di

equilibrio competitivo richiede che il rapporto fra il prezzo del lavoro in Germania e il prezzo del lavoro in India sia

compreso fra 20 e 30. In questo modo, infatti, il costo monetario di produzione di un abito sarebbe in India minore o

uguale che in Germania, e il costo di produzione di una macchina sarebbe in Germania minore o uguale che in India.

Se il valore di questo rapporto fosse minore di 20 il costo di produzione sarebbe più basso in Germania che in India sia

per le macchine che per gli abiti; se fosse maggiore di 30 il costo di produzione sarebbe più alto in Germania che in

India sia per le macchine che per gli abiti.

Si supponga che un anno comprenda 1.800 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in Germania sia 36 mila

euro, che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia uguale a 4.

a)Determinare gli estremi della frontiera del salario reale annuo in termini di abiti e macchine, in Germania e in

India in autarchia e con scambi internazionali liberi:

Germania: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 1800/60 = 30 macchine, oppure 1800/16

= 112,5 abiti. Con scambi internazionali liberi la Germania, producendo 30 macchine può ottenere in cambio dalla

India 30*4 = 120 abiti.

India: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 1800/1800 = 1 macchina oppure 1800/320 =

5,625 abiti. Con scambi internazionali liberi l’India, producendo 5,625 abiti, può ottenere dalla Germania in cambio di

essi 5,625/4 = 1,40625 macchine.

b) Determinare il prezzo di equilibrio delle macchine e degli abiti, in euro, con scambi internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione delle macchine sarà sicuramente competitiva in

Germania e la produzione di abiti sarà sicuramente competitiva in India. Il prezzo internazionale delle macchine sarà

quindi determinato dal loro costo unitario di produzione in Germania. Se il prezzo di un anno di lavoro in Germania è

36.000 euro, il costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di una macchina è 36.000/1800*60 = 1.200 euro.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia 4, il prezzo

internazionale di un abito sarà quindi 1200/4 = 300 euro;

c) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in India, in euro:

Affinché il costo di produzione di un abito sia in India 300 euro, il prezzo di un anno di lavoro in India dovrà essere

1.800/320*300 = 1.687,5 euro.

Possiamo verificare che 36.000/1.687,5 = 21,333, è compreso fra 20 e 30.

d)Determinare il costo di produzione degli abiti in Germania, e verificare se è conveniente produrre abiti in

Germania:

49

36.000/(1.800/16) = 320 euro, poiché con un anno di lavoro è possibile ottenere in Germania1800/16 = 112,5 abiti, e

un anno di lavoro costa 36.000 euro. In Germania la produzione di abiti non è conveniente, poiché il loro costo sarebbe

320 euro, mentre il loro prezzo sul mercato internazionale è 300 euro.

e) Determinare il costo di produzione delle macchine in India, e verificare se è conveniente produrre macchine in

India:

In India per produrre una macchina sarebbero necessarie 1.800 ore di lavoro, con un costo di 1.687,5 euro. In India la

produzione di macchine non è conveniente, poiché il loro costo sarebbe 1687,5 euro, mentre il loro prezzo sul mercato

internazionale è 1.200 euro.

f) Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi in Germania e in India:

Germania: Un’ora di lavoro in Germania costa 36.000/1.800 = 20 euro; una unità di servizi che richiede 0,5 ore di

lavoro ha un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 10 euro.

India: Un’ora di lavoro in India costa 1.687,5/1.800 = 0,9375 euro; una unità di servizi che richiede 2 ore di lavoro ha

un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 1,875 euro.

g) Da cosa dipende la differenza nel prezzo di equilibrio dei servizi fra India e Germania?

Il prezzo di equilibrio dei servizi è più basso in India che in Germania, poiché la differenza nel prezzo in euro del

lavoro fra India e Germania supera la differenza di produttività fra questi due paesi nella produzione dei servizi. Ciò a

sua volta dipende dal fatto che la condizione di equilibrio competitivo richiede che il prezzo del lavoro sia più basso in

India che in Germania in misura tale da compensare la differenza di produttività fra India e Germania nella produzione

di abiti e macchine, e questa è più elevata della differenza di produttività nella produzione dei servizi.

h) E’ conveniente produrre servizi in Germania?

Si, se è possibile venderli ai tedeschi a un prezzo pari ad almeno 10 euro, vale a dire se per i tedeschi, a causa dei costi

di trasporto o di spostamento, è più conveniente per un certo servizio pagare 10 euro a un produttore tedesco che 1,875

euro a un produttore indiano.

50

Esercizio 4

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano definite nel modo seguente:

AUSTRALIA TURCHIA

LQ LC LQ LC

Unità di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un ombrello 0,4 8 10 200

Unità di lavoro qualificato e comune necessarie per produrre un robot 5 12 125 300

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di unità) 50 180 70 560

1.Ilustrare le condizioni che consentono di determinare in ciascun paese le quantità di ombrelli e di robot producibili

impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune:

Per determinare in ciascun paese le quantità dei due beni producibili impiegando pienamente i fattori produttivi

bisogna porre la condizione che la quantità complessivamente impiegata di lavoro comune e di lavoro qualificato per

entrambe le produzioni sia uguale alla quantità complessivamente disponibile.

2.Determinare le quantità dei due beni producibili impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia quello comune, e

calcolare il rapporto fra produzione di ombrelli e produzione di robot di piena occupazione:

in Australia: 0,4Qa + 5 Qc = 50; 8Qa + 12Qc = 180; 88Qc = 820; Qc = 9,31818…;

0,4Qa + 46,59 = 50; Qa = 8,522727

in Turchia: 10Qa + 125Qc = 70; 200Qa + 300Qc = 560; 2200Qc = 840; Qc = 0,381818…

10Qa + 47,727 = 70 ; Qa = 2,22727;

Il rapporto fra produzione di ombrelli e produzione di robot in piena occupazione è più elevato in Turchia

(2,227/0,3818 = 5,83) che in Australia (8,5227/9,31818 = 0,9146).

3.Spiegare intuitivamente perché il rapporto fra produzione di ombrelli e produzione di robot di piena occupazione è

più basso in Australia che in Turchia .

Il rapporto fra produzione di ombrelli e produzione di robot di piena occupazione è più basso in Australia che in

Turchia, poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura relativamente più

intensiva nella produzione di ombrelli che in quella di robot, è minore in Australia (180/50 = 3,6) che in Turchia

(560/70 = 8).

4. Illustrare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei robot in termini di ombrelli:

in Australia: 12/8 =1,5 < Probot/Pombrelli < 5/0,4 = 12,5

in Turchia: 300/200=1,5 < Probot/Pombrelli < 125/10 = 12,5

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo dei robot in termini di ombrelli (e viceversa).

5. Spiegare in quali casi il prezzo relativo di equilibrio dei robot in termini di ombrelli è pari al suo valore:

-minimo (1,5) Si verifica quando il prezzo di LQ è zero, così che il rapporto fra i prezzi è uguale al rapporto fra i costi

in termini di unità di lavoro comune.

-massimo (12,5) Si verifica quando il prezzo di LC è zero, così che il rapporto fra i prezzi è uguale al rapporto fra i

costi in termini di unità di lavoro qualificato.

6. Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio Probot/Pombrelli in autarchia è presumibilmente più alto in Turchia che

in Australia:

Perché il rapporto fra produzione di robot e produzione di ombrelli di piena occupazione è più basso che in Turchia

che in Australia. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda implica un prezzo relativo più

elevato.

51

7. Con una politica monetaria comune che intende mantenere il costo di acquisto di un paniere formato da un ombrello

e un robot a un livello di 4.800 dollari, determinare i prezzi in dollari dei beni e dei fattori produttivi in Australia e in

Turchia, in autarchia e con scambi internazionali liberi. Ipotizzare che il prezzo di equilibrio in autarchia è Probot/Pombrelli

= 5 in Turchia e 3 in Australia, e che esso sia 4 in caso di libertà di scambi.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in Australia e in Turchia; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in Australia e in Turchia.

AUTARCHIA

AUSTRALIA

Pc = 3Pa; 4Pa = 4.800; Pa 1.200; Pc =3.600. Per produrre un ombrello sono necessarie 0,4 unità di LQ e 8 unità di

LC; per produrre un robot sono necessarie 5 unità di LQ e 12 unità di LC. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di

produzione per gli ombrelli e i robot implica:

0,4Plq + 8 Plc = 1200; 5Plq + 12 Plc = 3.600; 88Plc =114; Plc = 129,545 ; 0,4Plq = 1200 – 1.036 ;

Plq = 409 => Plq/Plc = 409/129,545 =3,157 (skill premium)

TURCHIA

Pc = 5Pa;6Pa =4.800; Pa = 800; Pc = 4.000. Per produrre un ombrello sono necessarie 10 unità di LQ e 200 unità

di LC; per produrre un robot sono necessarie 125 unità di LQ e 300 unità di LC. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e

costo di produzione per gli ombrelli e i robot implica:

10Plq + 200Plc = 800; 125Plq + 300Plc = 4.000; 2.200Plc = 6000; Plc = 2,73 Plq = (800 – 546)/10 ;

Plq = 25,4 => Plq/Plc = 25,4/2,73 = 9,30 (skill premium)

SCAMBI INTERNAZIONALI LIBERI

AUSTRALIA

Pc = 4Pa; 5Pa = 4.800; Pa = 960; Pc = 3.840. Con gli scambi internazionali il prezzo degli ombrelli in Australia

diminuisce da 1.200 a 960$; mentre il prezzo dei robot aumenta da 3.600 a 3.840$; ciò perché la domanda di ombrelli

Australiani diminuisce, poiché parte della domanda australiana di ombrelli è soddisfatta da produttori cinesi, mentre

la domanda di robot australiana aumenta, poiché ai produttori australiani di robot si rivolge ora anche parte della

domanda cinese.

0,4Plq + 8 Plc = 960; 5Plq + 12Plc = 3.840; Plc = 7.680/88 = 92,72727…; Plq = (960 – 742/0,4 = 545,455

Plq/Plc = 545,455/92,72727 = 5,88.

TURCHIA

Pc = 4Pa; 5Pa = 4.800; Pa = 960; Pc = 3.840. Per effetto degli scambi internazionali il prezzo dei robot in Turchia

diminuisce da 4.000 a 3.840 dollari; mentre il prezzo degli ombrelli aumenta da 800 a 960 dollari; ciò perché la

domanda di robot cinesi diminuisce, poiché parte della domanda cinese di robot è soddisfatta da produttori

australiani, mentre la domanda di ombrelli cinesi aumenta, poiché ai produttori cinesi di ombrelli si rivolge ora anche

parte della domanda australiana.

10Plq + 200Plc = 960; 125Plq + 300Plc = 3.840; 2.200Plc = 8.160; Plc = 3,71

Plq = (960 – 742)/10 ; Plq = 21,8 ; Plq/Plc = 21,8/3,71 = 5,88

8. Perché i prezzi assoluti dei fattori produttivi sono più alti in Australia che in Turchia ?

Perché nell’esercizio si ipotizza che le quantità di LC e di LQ necessarie per produrre un ombrello o un robot siano

molto più alte in Turchia che in Australia (esattamente 25 volte maggiori in Turchia che in Australia). In effetti, con

scambi internazionali liberi otteniamo sia per il LC che per il LQ un prezzo 25 volte più elevato in Australia che in

Turchia. Poiché con scambi internazionali liberi di prodotti e costi di trasporti nulli i prezzi in dollari degli ombrelli e

dei robot sono eguali in Australia e Turchia, anche i salari reali in termini di ombrelli e robot sono 25 volte più elevati

in Australia che in Turchia. Gli scambi internazionali di prodotti possono eliminare differenze nei prezzi relativi dei

fattori produttivi, non differenze nei loro prezzi assoluti determinate da differenze di produttività.

52

Esercizio 5

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

AMERICA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,6 10 12 200

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 8 12 160 240

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di lavoratori) 60 180 80 360

1. Se un anno di lavoro comprende 1.800 ore sia in America sia in India, illustrare le condizioni che consentono di

determinare le quantità di servizi semplici e di servizi complessi producibili impiegando pienamente sia LQ che LC:

Per determinare in ciascun Paese le quantità di servizi semplici e di servizi complessi producibili impiegando

pienamente sia LQ che LC bisogna porre la condizione che la quantità complessivamente impiegata di lavoro comune

e di lavoro qualificato per la produzione di servizi semplici e servizi complessi sia uguale alla quantità

complessivamente disponibile. La quantità complessivamente disponibile di lavoro qualificato è 1.800 * 60 = 108

miliardi di ore all’anno in America e 144 miliardi di ore all’anno in India. La quantità complessivamente disponibile

di lavoro comune è 1.800 * 180 = 324 miliardi di ore all’anno in America e 648 miliardi di ore all’anno in India.

2.Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno impiegando

pienamente i due fattori produttivi, e calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi

complessi di piena occupazione:

in America: 0,6Qss + 8Qsc = 108; 10Qss + 12Qsc = 324; 9,1Qss = 162; Qss = 17,802 miliardi di unità

10,68 + 8Qsc = 108; Qsc = 12,1648 miliardi di unità

in India: 12Qss + 160Qsc = 144; 200Qss + 240Qsc = 648; 188Qss = 432; Qss = 2,2979 miliardi di unità

27,5745 + 160Qsc = 144 ; Qsc = 0,72766…

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più elevato in

India (2,2979/0,72766 = 3,158) che in America (17,802/12,1648 =1,4075)

3.Spiegare intuitivamente perché il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi, con

piena occupazione sia del lavoro comune sia del lavoro qualificato, è più basso in America che in India Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi di piena occupazione è più basso in

America che in India, poiché la dotazione relativa di LC, il fattore produttivo utilizzato in misura relativamente più

intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi complessi, è minore in America (324/108 =

180/60 = 3) che in India (648/144 = 360/80 = 4,5) 4. Illustrare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici e spiegare

perché esso in autarchia è presumibilmente più alto in India che in America:

in America: 12/10 =1,2 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 8/0,6 = 13,33

in India: 240/200=1,2 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 160/12 = 13,33.

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune, aumenta il

prezzo relativo Pservizi complessi/Pservizi semplici (e viceversa). Il prezzo relativo è probabilmente più basso in India

perché il rapporto fra produzione di servizi complessi e produzione di servizi semplici di piena occupazione è

più basso in India che in America. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda,

implica un prezzo relativo più elevato.

6 . Supponendo che entrambe le Banche Centrali intendano mantenere il costo di acquisto di un paniere formato da 7

servizi semplici e un servizio complesso a un livello di 3.600$, determinare in autarchia e con liberi scambi i prezzi in

$ di servizi semplici e complessi (Pss e Psc) e del lavoro comune e qualificato (Plc e Plq). Sia Pservizi complessi/Pservizi semplici

in autarchia pari a 9 in India e 2 in America, e che esso sia 5 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in America e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in America e in India.

AMERICA IN AUTARCHIA

53

Psc = 2Pss; 7Pss + 2Pss =9Pss = 3.600; Pss = 400; Psc =800. Per produrre un servizio semplice sono necessarie 0,6

ore di lavoro qualificato e 10 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie 8 ore di

lavoro qualificato e 12 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione implica:

0,6Plq + 10Plc = 400; 8Plq + 12 Plc = 800; 7,28Plq =320; Plq = 43,956 dollari all’ora ; 10Plc = 400 – 26,3736 ; plc

= 37,3626 dollari all’ora => Plq/Plc = 43,956/37,3626 = 1,1765

INDIA IN AUTARCHIA

Psc = 9Pss; 7Pss + 9Pss = 3.600 ; 16Pss =3.600; Pss = 225; Psc = 2.025. Per produrre un servizio semplice sono

necessarie 12 ore di lavoro qualificato e 200 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono

necessarie 160 ore di lavoro qualificato e 240 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di

produzione per gli servizi semplici e i servizi complessi implica:

12Plq + 200Plc = 225; 160Plq + 240Plc = 2.025; 145,6Plq = 1.755; Plq = 12,046 dollari all’ora

Plc = (225 – 144,5535)/200 ; Plc = 0,4022 dollari all’ora => Plq/Plc = 12,046/0,4022 = 29,95

AMERICA CON LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

Psc = 5Pss; 7Pss + 5Pss = 3.600; 12Pss =3.600; Pss = 300; Psc = 1.500. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo degli servizi semplici in America diminuisce da 400 a 300 dollari; mentre il prezzo dei servizi complessi

aumenta da 800 a 1.500 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici americani diminuisce, poiché parte della

domanda americana di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi complessi

americani aumenta, poiché ai produttori americani di servizi complessi si rivolge ora anche parte della domanda

indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi determinano in

America un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi

di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra

prezzi e costi unitari di produzione:

0,6Plq + 10Plc = 300; 8Plq + 12 Plc = 1.500; 7,28Plq =1.140; Plq = 156,5934 dollari all’ora ; 10Plc =

300 – 93,956 ; plc = 20,6 dollari all’ora => Plq/Plc = 156,5934/20,6 = 7,6

Gli scambi internazionali con l’India fanno aumentare il rapporto fra prezzo del LQ e prezzo del LC in America da

1,1765 a 7,6; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in America quindi aumenta.

INDIA CON LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

Psc = 5Pss; 7Pss + 5Pss = 3.600; 12Pss =3.600; Pss = 300; Psc = 1.500. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 2.025 a 1.500 dollari; mentre il prezzo degli servizi semplici

aumenta da 225 a 300 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce, poiché parte della

domanda indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di servizi semplici

indiani aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della domanda americana.

La diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici determinano in India un

aumento del prezzo del LCe una diminuzione del prezzo del LQ. I nuovi prezzi di equilibrio concorrenziale dei fattori

produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi unitari di produzione:

12Plq + 200Plc = 300; 160Plq + 240Plc = 1.500; 145,6Plq = 1.140; Plq = 7,83 dollari all’ora

Plc = (300 – 93,956)/200 ; Plc = 1,03 dollari all’ora ; Plq/Plc = 7,83/1,03 = 7,6

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Il risultato più interessante è che gli scambi internazionali possono annullare differenze anche molto forti nei prezzi

relativi dei fattori produttivi fra India e America. In autarchia Plq/plc = 29,95 in India e 1,1765 in America. Con

scambi internazionali liberi Plq/Plc = 7,6 sia in America che in India (Factor price equalization theorem). Per effetto

degli scambi internazionali le disuguaglianze di reddito, misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono in India (da 29,95

a 7,6) e aumentano in America (da 1,1765 a 7,6).

8. Perché i prezzi assoluti dei fattori produttivi sono molto più alti in America che in India?

Perché nell’esercizio si ipotizza che le quantità di lavoro comune e di lavoro qualificato necessarie per produrre un

servizio semplice o un servizio complesso siano molto maggiori in India che in America (per la precisione 20 volte

maggiori in India che in America). In effetti, con scambi internazionali liberi otteniamo sia per il lavoro comune che

per il lavoro qualificato un prezzo 20 volte più elevato in America che in India. Poiché con scambi internazionali liberi

di prodotti e costi di trasporti nulli i prezzi in dollari degli servizi semplici e dei servizi complessi sono eguali in

America e India, anche i salari reali in termini di servizi semplici e servizi complessi sono 20 volte più elevati in

America che in India. Gli scambi internazionali di prodotti possono eliminare differenze nei prezzi relativi dei fattori

produttivi, non differenze nei loro prezzi assoluti determinate da differenze di produttività.

54

Esercizio 6

Con 80 ore di lavoro in Italia e 2000 in Cina si produce una macchina; con 20 ore di lavoro in Italia e 200 in Cina si

realizza un abito; con 0,4 ore di lavoro in Italia e 1,2 in Cina si produce un servizio mensa.

Nell’ipotesi di rendimenti di scala costanti e mercati perfettamente concorrenziali,

Determinare il vantaggio assoluto e quello comparato

L’Italia ha un vantaggio assoluto in entrambe le produzioni di beni tradables poiché è più efficiente nel realizzarli

entrambi. Tuttavia, poiché la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito è 200/20 = 10 volte più alta in Cina

che in Italia, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre una macchina sia 2000/80 = 25 volte più elevata in Cina

che in Italia, la produttività dell’Italia è 10 volte più alta di quella della Cina nella produzione di abiti e 25 volte più alta

nella produzione di macchine, per cui l’Italia ha un vantaggio comparato nella produzione di macchine, mentre la Cina

nella produzione di abiti.

Il prezzo relativo di autarchia delle macchine in termini di abiti sarà maggiore in Italia o in Cina e perché?

Ci si aspetta un prezzo relativo delle macchine in termini di abiti più basso in Italia che in Cina, poiché l’Italia è

comparativamente più efficiente e, quindi competitiva, nella produzione di macchine rispetto alla Cina.

Quando si realizza la condizione di equilibrio competitivo fra Cina e Italia:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Italia per un prodotto è più basso in Cina per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto uguale in

Cina e in Italia. Visto che la produttività dell’Italia è 10 volte più alta di quella della Cina nella produzione di abiti e 25

volte più alta nella produzione di macchine, la condizione di equilibrio competitivo richiede che il rapporto fra il

prezzo del lavoro in Italia e il prezzo del lavoro in Cina sia compreso fra 10 e 25. In questo modo, infatti, il costo

monetario di produzione di un abito sarebbe in Cina minore o uguale che in Italia, e il costo di produzione di una

macchina sarebbe in Italia minore o uguale che in Cina. Se il valore di questo rapporto fosse minore di 10 il costo di

produzione sarebbe più basso in Italia che in Cina sia per le macchine che per gli abiti; se fosse maggiore di 25 il costo

di produzione sarebbe più alto in Italia che in Cina sia per le macchine che per gli abiti.

Si supponga che un anno comprenda 2.000 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in Italia sia 28 mila

euro, che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia uguale a 8.

a)Determinare la frontiera del salario reale annuo in Italia e in Cina in autarchia e con scambi internazionali liberi:

Italia: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2000/80 = 25 macchine, o 2000/20 = 100

abiti. Con scambi internazionali liberi l’Italia, producendo 25 macchine può importare dalla Cina 25*8 = 200 abiti.

Cina: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2000/2000 = 1 macchina o 2000/200 = 10

abiti. Con scambi internazionali liberi la Cina, producendo 10 abiti, può ottenere dall’Italia, in cambio di essi, 10/8 =

1,25 macchine.

b) Determinare il prezzo di equilibrio delle macchine e degli abiti, in euro, con scambi internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione delle macchine sarà sicuramente competitiva in

Italia e la produzione di abiti sarà sicuramente competitiva in Cina. Il prezzo internazionale delle macchine sarà quindi

determinato dal loro costo unitario di produzione in Italia. Se il prezzo di un anno di lavoro in Italia è 28.000 euro, il

costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di una macchina è 28.000/2.000*80 = 1.120 euro.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia 8, il prezzo

internazionale di un abito sarà quindi 1.120/8 = 140 euro;

c) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina, in euro:

Affinché il costo di produzione di un abito sia in Cina 140 euro, il prezzo di un anno di lavoro in Cina dovrà essere

2.000/200*140 = 1.400 euro.

Si può verificare che 28.000/1.400 = 20, è compreso fra 25 e 10.

d)Determinare il costo di produzione degli abiti in Italia, e verificare se è conveniente produrre abiti in Italia:

28.000/(2.000/20) = 280 euro, poiché con un anno di lavoro è possibile ottenere in Italia 2000/20 = 100 abiti, e un anno

di lavoro costa 28.000 euro. In Italia la produzione di abiti non è conveniente, poiché il loro costo sarebbe 280 euro,

mentre il loro prezzo sul mercato internazionale è 140 euro.

55

e) Determinare il costo di produzione delle macchine in Cina, e verificare se è conveniente produrle in Cina:

In Cina per produrre una macchina sarebbero necessarie 2.000 ore di lavoro, con un costo di 1.400 euro. In Cina la

produzione di macchine non è conveniente, poiché il loro costo sarebbe 1.400 euro, mentre il loro prezzo sul mercato

internazionale è 1.120 euro.

f) Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi in Italia e in Cina:

Italia: Un’ora di lavoro in Italia costa 28.000/2.000 = 14 euro; una unità di servizi che richiede 0,4 ore di lavoro ha un

costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 5,6 euro.

Cina: Un’ora di lavoro in Cina costa 1.400/2.000 = 0,7 euro; una unità di servizi che richiede 1,2 ore di lavoro ha un

costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 0,84 euro.

g) Da cosa dipende la differenza nel prezzo di equilibrio dei servizi fra Cina e Italia?

Il prezzo di equilibrio dei servizi è più basso in Cina che in Italia, poiché la differenza nel prezzo in euro del lavoro fra

Cina e Italia supera la differenza di produttività fra questi due paesi nella produzione dei servizi. Ciò a sua volta

dipende dal fatto che la condizione di equilibrio competitivo richiede che il prezzo del lavoro sia più basso in Cina che

in Italia in misura tale da compensare la differenza di produttività fra Cina e Italia nella produzione di abiti e macchine,

e questa è più elevata della differenza di produttività nella produzione dei servizi.

h) E’ conveniente produrre servizi in Italia?

Si, se è possibile venderli agli italiani a un prezzo pari ad almeno 5,6 euro, vale a dire se per gli italiani, a causa dei

costi di trasporto o di spostamento, è più conveniente per i servizi pagare 5,6 euro a un produttore italiano, piuttosto

che 0,84 euro a un produttore Cinese.

Esercizio 7

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

AMERICA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,8 16 10 200

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 10 20 125 250

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di lavoratori) 80 200 100 500

1. Ipotizzando che un anno comprenda 2.000 ore di lavoro sia in America sia in India, illustrare le condizioni che

consentono di determinare in ciascun Paese le quantità di servizi semplici e di servizi complessi producibili

impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune:

Per determinare in ciascun Paese le quantità di servizi semplici e di servizi complessi producibili impiegando

pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune bisogna porre la condizione che la quantità complessivamente

impiegata di lavoro comune e di lavoro qualificato per la produzione di servizi semplici e servizi complessi sia uguale

alla quantità complessivamente disponibile. La quantità complessivamente disponibile di lavoro qualificato è 2.000 *

80 = 160 miliardi di ore all’anno in America e 100*2.000 = 200 miliardi di ore all’anno in India. La quantità

complessivamente disponibile di lavoro comune è 2.000 * 200 = 400 miliardi di ore all’anno in America e 500 * 2000

= 1000 miliardi di ore all’anno in India.

2.Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno impiegando

pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune, e calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e

produzione di servizi complessi di piena occupazione:

in America: 0,8Qss + 10Qsc = 160; 16Qss + 20Qsc = 400; 14,4Qss = 80; Qss = 5,55…… miliardi di unità

0,8 * 5,555.. + 10Qsc = 160; Qsc = 15,555…. miliardi di unità

in India: 10Qss + 125Qsc = 200; 200Qss + 250Qsc = 1000; 180Qss = 600; Qss = 600/180 = 3,333…. miliardi di

unità

33,33… + 125Qsc = 200 ; Qsc = 1,3333… miliardi di unità

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più elevato in

India (3,33333/1,33333 = 2,5) che in America (5,55555/15,5555 =0,357)

56

3.Spiegare intuitivamente perché il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi, con

piena occupazione sia del lavoro comune sia del lavoro qualificato, è più BASSO in America che in India.

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi di piena occupazione è più basso in

America che in India, poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura

relativamente più intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi complessi, è minore in America

(400/160 = 200/80 =2,5) che in India (1000/200= 500/100 = 5)

4. Illustrare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici:

in America: 20/16 =1,25< Pservizi complessi/Pservizi semplici < 10/0,8 = 12,5

in India: 250/200=1,25 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 125/10 = 12,5

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici (e viceversa).

5. Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia è

presumibilmente più ALTO in India che in America :

Perché il rapporto fra produzione di servizi complessi e produzione di servizi semplici di piena occupazione è più basso

in India che in America. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda, implica un prezzo

relativo più elevato.

6 . Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente

9 servizi semplici e un servizio complesso a un livello di 4.800 dollari, sia in America sia in India, determinare i

prezzi in dollari di servizi semplici (Psc), servizi complessi (Psc), lavoro comune (Plc) e lavoro qualificato (Plq), in

equilibrio di concorrenza perfetta, in America e in India, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti.

Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia sia 9 in India e 3 in

America, e che esso sia 6 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in America e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in America e in India.

AUTARCHIA

AMERICA

Psc = 3Pss; 9Pss + 3Pss =12Pss =4.800; Pss = 400; Psc =1200. Per produrre un servizio semplice sono necessarie 0,8

ore di lavoro qualificato e 16 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie 10 ore di

lavoro qualificato e 20 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i servizi

semplici e i servizi complessi implica:

0,8Plq + 16Plc = 400; 10Plq + 20 Plc = 1200; 9Plq =700; Plq = 77,777… dollari all’ora ; 20Plc = 1200 – 777,777… ;

plc = 21,1111.. dollari all’ora

Plq/Plc = 77,7777/21.1111 =3,68421

INDIA

Psc = 9Pss; 9Pss + 9Pss = 4.800 ; 18Pss =4.800; Pss = 266,6666..; Psc = 2.4 00. Per produrre un servizio semplice sono

necessarie 10 ore di lavoro qualificato e 200 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie

125 ore di lavoro qualificato e 250 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i

servizi semplici e i servizi complessi implica:

10Plq + 200Plc = 266,666..; 125Plq + 250Plc = 2.400; 112,5Plq = 2O66,66…; Plq = 18,3704 dollari all’ora

Plc = (266,66 – 183,704)/200 ; Plc =0,41478 dollari all’ora ; Plq/Plc = 18,3704/0,41478 = 44,29

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

AMERICA

Psc = 6Pss; 9Pss + 6Pss = 4.800; 15Pss =4.800; Pss = 320; Psc = 1.920. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo degli servizi semplici in America diminuisce da 400 a 320 dollari; mentre il prezzo dei servizi complessi

aumenta da 1.200 a 1.920 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici americani diminuisce, poiché parte della

domanda americana di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi complessi

americani aumenta, poiché ai produttori americani di servizi complessi si rivolge ora anche parte della domanda

57

indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi determinano in

America un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi

di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra

prezzi e costi unitari di produzione:

0,8Plq + 16Plc = 320; 10Plq + 20 Plc = 1.680; 9Plq =1.520; Plq = 168,89 dollari all’ora ; 20Plc = 400 – 168,88; Plc =

11,5556 dollari all’ora

Plq/Plc = 168,8888/11,5556 =14,615

Per effetto degli scambi internazionali con l’India il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in America aumenta da 3,68421 a 14,615; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in America quindi

aumenta.

INDIA

Psc = 6Pss; 9Pss + 6Pss = 4.8 00; 15Pss =4.8 00; Pss = 320; Psc = 1.920. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 2.400 1.920 dollari; mentre il prezzo degli servizi semplici aumenta

da 266,666.. a 320 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce, poiché parte della domanda

indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di servizi semplici indiani

aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della domanda americana. La

diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici determinano in India un

aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione del prezzo del lavoro qualificato. I nuovi prezzi di equilibrio

concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi

unitari di produzione:

10Plq + 200Plc = 320; 125Plq + 250Plc = 1.920; 112,5Plq = 1.520; Plq = 13,5111… dollari all’ora

Plc = (320 – 135,1111)/200 ; Plc 0,92444 dollari all’ora ; Plq/Plc = 13,5111…/0,92444 = 14,615

Esercizio 8

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

AMERICA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,8 16 10 200

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 10 20 125 250

Dotazioni complessive di fattori produttivi (miliardi di ore di lavoro) 80 200 100 500

1. Illustrare le condizioni che consentono di determinare in ciascun Paese le quantità di servizi semplici e di servizi

complessi producibili impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune:

Per determinare in ciascun Paese le quantità di servizi semplici e di servizi complessi producibili impiegando

pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune bisogna porre la condizione che la quantità complessivamente

impiegata di lavoro comune e di lavoro qualificato per la produzione di servizi semplici e servizi complessi sia uguale

alla quantità complessivamente disponibile

2.Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno impiegando

pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune, e calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e

produzione di servizi complessi di piena occupazione:

in America: 0,8Qss + 10Qsc = 80; 16Qss + 20Qsc = 200; 14,4Qss = 40; Qss = 2,777…… miliardi di unità

0,8 * 2,7777.. + 10Qsc =80; Qsc = 7,7777…. miliardi di unità

in India: 10Qss + 125Qsc = 100; 200Qss + 250Qsc = 500; 180Qss = 300; Qss = 300/180 = 1,6666…. miliardi di

unità

16,6666… + 125Qsc = 100 ; Qsc = 0,6666… miliardi di unità

58

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più elevato in

India (1,6666/0,6666 = 2,5) che in America (2,7777/7,7777 =0,357)

3.Spiegare intuitivamente perché il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi, con

piena occupazione sia del lavoro comune sia del lavoro qualificato, è più basso in America che in India

.

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi di piena occupazione è più basso in

America che in India, poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura

relativamente più intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi complessi, è minore in America

(400/160 = 200/80 =2,5) che in India (1000/200= 500/100 = 5)

4. Illustrare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici:

in America: 20/16 =1,25< Pservizi complessi/Pservizi semplici < 10/0,8 = 12,5

in India: 250/200=1,25 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 125/10 = 12,5

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici (e viceversa).

5. Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia è

presumibilmente più alto in India che in America :

Perché il rapporto fra produzione di servizi complessi e produzione di servizi semplici di piena occupazione è più basso

in India che in America. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda, implica un prezzo

relativo più elevato.

6 . Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente

9 servizi semplici e un servizio complesso a un livello di 4.200 dollari, sia in America sia in India, determinare i

prezzi in dollari di servizi semplici (Psc), servizi complessi (Psc), lavoro comune (Plc) e lavoro qualificato (Plq), in

equilibrio di concorrenza perfetta, in America e in India, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti.

Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia sia 9 in India e 3 in

America, e che esso sia 6 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in America e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in America e in India.

AUTARCHIA

AMERICA

Psc = 3Pss; 9Pss + 3Pss =12Pss =4.200; Pss = 350; Psc =1050. Per produrre un servizio semplice sono necessarie 0,8

ore di lavoro qualificato e 16 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie 10 ore di

lavoro qualificato e 20 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i servizi

semplici e i servizi complessi implica:

0,8Plq + 16Plc = 350; 10Plq + 20 Plc = 1050; 9Plq =612,5; Plq = 68.0555….. dollari all’ora ; 20Plc = 1050 –

680,555… ; plc = 18,47225 dollari all’ora

Plq/Plc = 68.05556/18,47225 =3,68421

INDIA

Psc = 9Pss; 9Pss + 9Pss = 4,200 ; 18Pss =4.200; Pss = 233,333…; Psc = 2.100. Per produrre un servizio semplice sono

necessarie 10 ore di lavoro qualificato e 200 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie

125 ore di lavoro qualificato e 250 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i

servizi semplici e i servizi complessi implica:

10Plq + 200Plc = 233,333..; 125Plq + 250Plc = 2.100; 112,5Plq = 1.808,34; Plq = 16,074 dollari all’ora

Plc = (233,33 – 160,74)/200 ; Plc = 0,36295 dollari all’ora ; Plq/Plc = 16,074/0,36295 = 44,28

59

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

AMERICA

Psc = 6Pss; 9Pss + 6Pss = 4.200; 15Pss =4.200; Pss = 280; Psc = 1.680. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo degli servizi semplici in America diminuisce da 350 a 280 dollari; mentre il prezzo dei servizi complessi

aumenta da 1.050 a 1.680 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici americani diminuisce, poiché parte della

domanda americana di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi complessi

americani aumenta, poiché ai produttori americani di servizi complessi si rivolge ora anche parte della domanda

indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi determinano in

America un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi

di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra

prezzi e costi unitari di produzione:

0,8Plq + 16Plc = 280; 10Plq + 20 Plc = 1.680; 9Plq =1.330; Plq = 147,7777… dollari all’ora ; 20Plc = 1680 – 1,4777..

plc = 10,15 dollari all’ora

Plq/Plc = 147,7777/10,15 =14,6

Per effetto degli scambi internazionali con l’India il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in America aumenta da 3,68421 a 14,56; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in America quindi

aumenta.

INDIA

Psc = 6Pss; 9Pss + 6Pss = 4.200; 15Pss =4.200; Pss = 280; Psc = 1.680. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 2..100 a 1.680 dollari; mentre il prezzo degli servizi semplici

aumenta da 233,333.. a 280 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce, poiché parte della

domanda indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di servizi semplici

indiani aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della domanda americana. La

diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici determinano in India un

aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione del prezzo del lavoro qualificato. I nuovi prezzi di equilibrio

concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi

unitari di produzione:

10Plq + 200Plc = 280; 125Plq + 250Plc = 1.680; 112,5Plq = 1.330; Plq = 11,8222… dollari all’ora

Plc = (280 – 118,2222)/200 ; Plc = 0,808888… dollari all’ora ; Plq/Plc = 11,82222…/0,8088888.. = 14,6

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Il risultato più interessante è che gli scambi internazionali possono annullare differenze anche molto forti nei

prezzi relativi dei fattori produttivi fra India e America. In autarchia Plq/plc = 44,28 in India e 3,68421 in America. Con scambi internazionali liberi Plq/Plc = 14,6 sia in America che in India (Factor price equalization

theorem). Per effetto degli scambi internazionali le disuguaglianze di reddito, misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono

in India (da 44,28 a14,6) e aumentano in America (da 3,68421 a 14,6).

8. Perché i prezzi assoluti dei fattori produttivi sono molto più alti in America che in India ?

Perché nell’esercizio si ipotizza che le quantità di lavoro comune e di lavoro qualificato necessarie per produrre un

servizio semplice o un servizio complesso siano molto maggiori in India che in America (per la precisione 12,5 volte

maggiori in India che in America). In effetti, con scambi internazionali liberi otteniamo sia per il lavoro comune che

per il lavoro qualificato un prezzo 12,5 volte più elevato in America che in India. Poiché con scambi internazionali

liberi di prodotti e costi di trasporti nulli i prezzi in dollari degli servizi semplici e dei servizi complessi sono eguali in

America e India, anche i salari reali in termini di servizi semplici e servizi complessi sono 12,5 volte più elevati in

America che in India. Gli scambi internazionali di prodotti possono eliminare differenze nei prezzi relativi dei fattori

produttivi, non differenze nei loro prezzi assoluti determinate da differenze di produttività.

60

Esercizio 9

Si supponga che vi siano 4 paesi di eguale dimensione per quel che riguarda la domanda complessiva di automobili di

un dato livello di qualità, differenziabili orizzontalmente (un milione di automobili all’anno in ciascun paese per le

diverse marche). Indicando con n il numero di marche di automobili dello stesso livello qualitativo presenti sul

mercato, con 100.000 una misura dell’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, con Pi il prezzo della

generica marca i, con Pa il prezzo delle altre marche di automobili, è ragionevole ipotizzare che la funzione di

domanda della marca i in ciascun paese sia la seguente:

Qdi = 1.000.000(1/n – (1/100.000)*(Pi – Pa)) (1)

1. Spiegare il significato della funzione di domanda ipotizzata.

La (1) esprime la quantità domandata di una generica marca di automobili di un dato livello qualitativo (segmento)

come prodotto fra la domanda complessiva delle automobili del segmento considerato per la quota di mercato della

marca considerata. L’espressione tra parentesi esprime l’ipotesi che le quote di mercato delle diverse marche siano

uguali nel caso i loro prezzi siano uguali, e che la quota di mercato di ciascuna marca diminuisca man mano che il

prezzo di quella marca aumenta rispetto a quello delle altre marche di automobili.

2. Supponendo che ciascuna marca di automobili sia venduta da un produttore indipendente, e che il costo marginale di

produzione delle automobili sia pari 4.000 euro, determinare come varia il profitto totale dell’ impresa i quando

aumenta di un euro il prezzo di i, e rimane costante il prezzo delle altre marche di automobili.

Le automobili vendute dall’impresa che aumenta il prezzo di un euro diminuiscono di 1.000.000/100.000 = 10; il suo

ricavo totale, da un lato aumenta in misura pari a un euro per i numero di automobili vendute, dall’altro diminuisce

in misura pari a 10P, mentre il suo costo totale di produzione diminuisce in misura pari a 10*4.000; il suo profitto

totale varia quindi in misura pari a 1.000.000(1/n – (1/100.000)*(Pi – Pa)) – 10(Pi -4.000) (2).

3. Determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun paese in funzione del numero dei produttori.

Per ciascun produttore conviene aumentare il prezzo se la variazione del profitto totale è positiva. Partendo da livelli

bassi del prezzo, inizialmente è presumibile che il valore della (2) è positivo, poiché quando il prezzo è basso la

quantità venduta è elevata, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo è forte, mentre il margine di profitto è

basso, e quindi l’effetto negativo dell’aumento di prezzo è debole. Man mano che il prezzo aumenta, la quantità

venduta, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto

negativo dell’aumento di prezzo, aumenta. E’ presumibile quindi ritenere che la variazione del profitto totale

determinata da un aumento di prezzo sia per un tratto positiva e poi negativa. Il prezzo che massimizza il profitto può

essere ottenuto individuando il punto in cui la variazione del profitto passa da un valore positivo a uno negativo, vale

a dire prezzo in corrispondenza del quale un aumento di prezzo determina una variazione del profitto pari a zero. Se

si suppone che le diverse imprese siano identiche per quel che riguarda sia i costi di produzione, sia le caratteristiche

della domanda per la loro marca di automobili, sia le strategie di massimizzazione del profitto, si può presumere che il

valore del prezzo che massimizza il profitto sarà lo stesso per tutte le imprese, e che a questo valore comune del prezzo

ciascuna impresa abbia una quota di mercati uguale a 1/n. Sotto questa ipotesi la (2) diventa: 1.000.000/n – 10(P -

4.000) ; ponendo la condizione che essa sia uguale a zero, e risolvendola per P, si ottiene: 1.000.000/n – 10P +

40.000 = 0; P = 4.000 + 100.000/n (3); ricordando che 100.000 misura l’intensità delle preferenze per le diverse

marche di automobili, la (3) mette in evidenza che man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze il prezzo che

massimizza il profitto si avvicina sempre più al costo marginale. Al limite se l’intensità delle preferenze è zero, vale a

dire se i consumatori sono tutti indifferenti fra le diverse marche di automobili, il prezzo di equilibrio è uguale al

costo marginale, indipendentemente dal numero delle imprese (paradosso di Bertrand). A parità di intensità delle

preferenze, il prezzo di equilibrio tende a diminuire all’aumentare del numero delle imprese. Ciò perché,

all’aumentare del numero delle imprese diminuisce, per ogni dato livello di prezzo, la quantità venduta da ciascuna di

esse, ed quindi è meno forte l’impatto positivo sul profitto di un aumento del prezzo.

4. Supponendo libertà di entrata e uscita a costo zero, determinare il numero di equilibrio delle imprese in

ciascun paese nel lungo periodo, ipotizzando che ciascuna impresa abbia costi fissi per un valore pari a 4

miliardi di euro.

Un settore produttivo caratterizzato da liberta di entrata e uscita a costo zero, è in equilibrio di lungo periodo quando

il profitto economico di ciascuna impresa è pari a zero. Poiché nel calcolo del profitto economico vengono incluse fra i

61

costi di produzione le remunerazioni normali per il lavoro dell’imprenditore e per il capitale proprio dell’impresa,

quando il profitto economico è nullo significa che l’imprenditore ottiene per il suo lavoro e per i suoi capitali delle

remunerazioni equivalenti a quelle che potrebbe ottenere, a parità di rischio, in altre attività.

Ricordando l’espressione trovata per il prezzo di equilibrio, e tenendo conto cha ciascuna impresa ha una quota di

mercato pari a 1/n, e quindi un numero di automobili vendute pari a 1.000.000/n, la condizione di profitto economico

nullo è la seguente: (4.000 + 100.000/n – 4.000)*1.000.000/n – 4.000.000.000 = 0.

Risolvendo per n, si ottiene: 100.000*1.000.000 = 4.000.000.000*n*n; n*n = 25; n = 5.

5. Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili in ciascun paese

Applicando la (3), si ottiene: P = 4.000 + 100.000/5 = 24.000

6. Determinare il prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese ipotizzando che i 4 paesi, ognuno con una

domanda di un milione di automobili all’anno, liberalizzino gli scambi reciproci di automobili.

La funzione di domanda per ciascuna marca di automobili, nel mercato integrato, diventa Qd = 4.000.000(1/n –

(1/100.000)*(Pi – Pa)). La condizione di massimizzazione del profitto è:

4.000.000(1/n – (1/100.000)*(Pi – Pa)) – 40 (Pi-4.000) = 0 ; ipotizzando come prima che in equilibrio i prezzi delle

diverse marche di automobili siano uguali si ottiene, come prima, P = 4.000 + 100.000/n . Il risultato mostra che la

dimensione del mercato non ha alcuna influenza sul prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese.

7. Determinare il numero di imprese di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato.

La condizione di equilibrio di lungo periodo per ciascuna impresa adesso diventa:

(4.000 + 100.000/n – 4.000)*4.000.000/n – 4.000.000.000 = 0. Risolvendo per n, si ottiene:

100.000*4.000.000 = 4.000.000.000*n*n; n*n = 100; n = 10.

8. Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili nel mercato integrato

Applicando la (3), si ottiene: P = 4.000 + 100.000/10 = 14.000

9. Discussione

L’esercizio mostra come, in presenza di economia di scala, l’integrazione dei mercati determina una diminuzione dei

prezzi dei prodotti e un aumento delle possibilità di scelta per i consumatori. Nell’esempio il prezzo di equilibrio di

lungo periodo delle automobili diminuisce da 24.000 a 10.000 euro, poiché l’integrazione dei mercati determina un

aumento della dimensione delle imprese, e quindi un maggiore sfruttamento delle opportunità di rendimenti crescenti

di scala. Nonostante il numero complessivo di imprese si riduca da 5*4 = 20 a 10, le possibilità di scelta per gli

acquirenti aumentano, In assenza di scambi internazionali ogni consumatore può scegliere fra le 5 marche di

automobili prodotte nel proprio paese. La libertà degli scambi internazionali consente a ciascuna di scegliere fra le 10

marche di automobili prodotte nel mercato integrato.

62

Esercizio 10

Per produrre un motore siano necessarie 100 ore di lavoro in Italia e 3600 in India; per produrre una poltrona siano

necessarie 4 ore di lavoro in Italia e 48 in India; per produrre una unità di servizi siano necessarie 0,5 ore di lavoro in

Italia e 2 in India.

Con rendimenti di scala siano costanti e mercati in concorrenza perfetta

Illustrare il significato di vantaggio comparato in termini di costo opportunità

Un paese ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene a mercato internazionale quando il suo costo

opportunità è inferiore al costo opportunità nell’altro paese.

Se valutiamo il costo opportunità delle poltrone in Italia esso è pari a 4/100=0.04 e in India è uguale 48/3600=0.013,

per cui essendo più basso in India che in Italia, l’India ha il vantaggio comparato nella produzione di poltrone.

Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra India e Italia:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Italia per un prodotto è più basso in India per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto uguale in

India e in Italia. Poiché nell’esempio si suppone che la quantità di lavoro necessaria per produrre una poltrona sia 48/4

= 12 volte più alta in India che in Italia, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre un motore sia 3600/100 = 36

volte più elevata in India che in Italia (vale a dire che la produttività dell’Italia è 12 volte più alta di quella dell’India

nella produzione di poltrone e 36 volte più alta nella produzione di motori), la condizione di equilibrio competitivo

richiede che il rapporto fra il prezzo del lavoro in Italia e il prezzo del lavoro in India sia compreso fra 12 e 36. In

questo modo, infatti, il costo monetario di produzione di una poltrona sarebbe in India minore o uguale che in Italia, e il

costo monetario di produzione di un motore sarebbe in Italia minore o uguale che in India. Se il valore di questo

rapporto fosse minore di 12 il costo di produzione sarebbe più basso in Italia che in India sia entrambi i prodotti; se

fosse maggiore di 36 il costo di produzione sarebbe più alto in Italia che in India sia per i motori e che per le poltrone.

Si supponga che un anno comprenda 2.160 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in Italia sia 32.400 mila

euro, che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia uguale a 40.

Da cosa dipende il livello salariale in ogni paese?

Il livello salariale in ogni paese è determinato dal suo vantaggio assoluto, cioè dalla quantità di bene che può produrre

con la sua dotazione di lavoro. Questo spiega perché paesi con tecnologie arretrate sono comunque in grado di

esportare: i bassi salari permettono loro di aggirare la scarsa produttività.

Determinare gli estremi della frontiera del salario reale annuo in termini di abiti e macchine, in Italia e in India, in

autarchia e con scambi internazionali liberi:

Italia: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.160/100 = 21,6 macchine, oppure 2.160/4 =

540 abiti. Con scambi internazionali liberi l’Italia, producendo 21,6 macchine, può ottenere in cambio dall’India

21,6*40= 8.64abiti.

India: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.160/3.600 = 0,6 macchine oppure 2.160/48

= 45 abiti. Con scambi internazionali liberi l’India, producendo 45 abiti, può ottenere dall’Italia, in cambio di essi,

45/40 = 1,125 macchine.

Determinare il prezzo di equilibrio delle macchine e degli abiti, in euro, con scambi internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione delle macchine sarà sicuramente competitiva in

Italia e la produzione di abiti sarà sicuramente competitiva in India. Il prezzo internazionale delle macchine sarà quindi

determinato dal loro costo unitario di produzione in Italia. Se il prezzo di un anno di lavoro in Italia è 32.400 euro, il

costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di una macchina è 32.400/2.160*100 = 1.500 euro.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia 40, il prezzo

internazionale di un abito sarà quindi 1.500/40 = 37,5 euro;

Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in India, in euro:

63

Affinché il costo di produzione di un abito sia in India 37,5 euro, il prezzo di un anno di lavoro in India dovrà essere

uguale al numero di abiti che può essere ottenuto in India con un anno di lavoro (2.160 ore di lavoro/48 ore per abito)

= 45 abiti, per 37,5 (prezzo di ciascun abito) = 1.687,5 euro.

Si può verificare che 32.400/1.687,5 = 19,2, che è compreso fra 12 e 36, così come richiesto dalla condizione di

equilibrio competitivo.

Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi in Italia e in India:

Italia: Un’ora di lavoro in Italia costa 32.400/2.160 = 15 euro; una unità di servizi che richiede 0,5 ore di lavoro ha un

costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 15*0,5 = 7,5euro.

India: Un’ora di lavoro in India costa 1687,5/2.160 = 0,78125 euro; una unità di servizi che richiede 2 ore di lavoro ha

un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 0,78125*2 = 1,5625 euro.

Esercizio 11 Ipotizzando che il reddito per abitante ai tassi di cambio correnti è 21.560 dollari in Italia e 530 dollari in India; qual

é il rapporto fra reddito monetario per abitante in Italia e reddito monetario per abitante in India?

21.560/530 = 40,7

Qual è la causa principale di questa differenza così forte nel reddito monetario per abitante in Italia e in India?

Considerato che il rapporto fra reddito per abitante in Italia e reddito per abitante in India è circa uguale al rapporto fra

prezzo del lavoro in Italia e prezzo del lavoro in India, in base alla condizione di equilibrio competitivo si può

affermare che la causa principale di un reddito monetario per abitante circa 40 volte più elevato in Italia che in India è

una produttività media del lavoro circa 40 volte maggiore in Italia che in India nei prodotti a mercato internazionale,

vale a dire nei prodotti che possono essere trasportati senza grandi difficoltà da un paese all’altro come gli abiti e le

macchine. Le differenze di produttività vanno valutate ovviamente tenendo conto anche delle differenze di qualità dei

prodotti.

Se il reddito per abitante in termini reali è stato 9,3 volte più alto in Italia che in India; il rapporto fra reddito per

abitante in Italia e reddito per abitante in India è più alto in termini nominali o in termini reali?

La differenza di reddito fra Italia e India è molto più alta in termini nominali (40,7) che in termini reali (9,3).

Perché?

Le differenze di reddito fra Italia e India sono molto più grandi in termini nominali che in termini reali, poiché, mentre

i prezzi dei beni a mercato internazionale come gli abiti e le macchine tendono ad essere sostanzialmente uguali in

Italia e in India, i prezzi dei beni a mercato locale, come gran parte dei servizi, soprattutto quelli tradizionali, e le

costruzioni, sono molto più alti in Italia che in India. Ciò perché le differenze nel costo del lavoro fra Italia e India

devono compensare le differenze di produttività nella produzione di beni a mercato internazionale, che sono molto più

elevate delle differenze di produttività nei prodotti a mercato locale

64

Sai Rispondere?

i. Cosa sono gli accordi commerciali preferenziali?

ii. Cosa si intende per limitazioni “volontarie” delle esportazioni?

iii. Illustrare la nozione di equilibrio competitivo internazionale.

iv. Illustrare la nozione di protezionismo agricolo europeo.

v. Secondo le ultime stime ISTAT il conto economico delle risorse e degli impieghi della Calabria ha

registrato i seguenti valori in milioni di euro:

Prodotto interno lordo 24.341; Consumi finali interni 25.714; Investimenti interni lordi 5.617

Determinare le importazioni nette della Calabria:

Le importazioni nette sono uguali alla differenza fra impieghi interni (per consumi e investimenti) meno la

produzione interna:

(25.714 + 5.617) – 24.341 = 31.331 – 24.341 = 6.990

Come sono finanziate principalmente le importazioni nette della Calabria?

Mediante trasferimenti dalle regioni del Nord dell’Italia.

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Temi di esame

Economia Internazionale 26 gennaio 2015, A

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Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.)

1. Secondo le stime pubblicate nel World Development Report per il 2014 della Banca mondiale, il reddito per abitante,

a prezzi e tassi di cambio correnti, è stato pari a 26.120 dollari in Italia e 1.290 dollari in Cina. Esprimendo il reddito

per abitante, sia in Italia che in Cina, in dollari aventi in entrambi questi paesi eguale potere di acquisto che negli Stati

Uniti, il reddito per abitante è stato 27.860 dollari in Italia e 5.530 dollari in Cina.

1a) Calcolare il valore del rapporto fra il reddito per abitante in Italia e Cina a prezzi e tassi di cambio correnti, e

illustrarne il significato e la determinante principale

1b) Calcolare il valore del rapporto fra il reddito per abitante in Italia e Cina in dollari aventi in entrambi questi paesi

eguale potere di acquisto che negli Stati uniti, e illustrarne il significato e la determinante principale:

1c) Calcolare il rapporto fra il rapporto 1a e il rapporto 1b e illustrarne il significato:

2) Si supponga che vi siano 64 paesi di eguale dimensione per quel che riguarda la domanda complessiva di automobili

di un dato livello di qualità, differenziabili orizzontalmente (200.000 automobili all’anno in ciascun paese per le

diverse marche). Indicando con n il numero di marche di automobili dello stesso livello qualitativo presenti in ciascun

mercato, con 40.000 una misura dell’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, con Pi il prezzo della

generica marca i, con Pa il prezzo delle altre marche di automobili, illustrare la relazione fra la domanda annua della

marca i di automobili in ciascun paese in assenza di scambi internazionali e il prezzo di queste automobili, nell’ipotesi

che al variare del prezzo delle automobili di marca i il prezzo delle altre marche di automobili resti invariato:

Qdi = 200.000(1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) (1)

La (1) esprime la quantità domandata di una generica marca di automobili di un dato livello qualitativo (segmento)

come prodotto fra la domanda complessiva delle automobili del segmento considerato per la quota di mercato della

marca considerata. L’espressione tra parentesi esprime l’ipotesi che le quote di mercato delle diverse marche siano

uguali nel caso i loro prezzi siano uguali, e che la quota di mercato di ciascuna marca diminuisca man mano che il

prezzo di quella marca aumenta rispetto a quello delle altre marche di automobili. Per una data variazione del

differenziale di prezzo, la variazione della quota di mercato è tanto più forte quanto più è debole l’intensità delle

preferenze.

3) Supponendo che ciascuna marca di automobili sia venduta da un produttore indipendente, e che il costo marginale di

produzione delle automobili sia pari 4.000 euro, determinare come varia il profitto totale della impresa i quando

aumenta di un euro il prezzo delle sue automobili, e rimane costante il prezzo delle altre marche di automobili.

Le automobili vendute dall’impresa che aumenta il prezzo di un euro diminuiscono di 200.000/40.000 = 5; il suo

ricavo totale, da un lato aumenta in misura pari a un euro per il numero di automobili vendute, dall’altro diminuisce

in misura pari a 5P, mentre il suo costo totale di produzione diminuisce in misura pari a 5*4.000; il suo profitto totale

varia quindi in misura pari a 200.000(1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) – 5(Pi - 4.000) (2).

4) Determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun paese in funzione del numero dei produttori.

Per ciascun produttore conviene aumentare il prezzo se la variazione del profitto totale è positiva. Partendo da livelli

bassi del prezzo, inizialmente è presumibile che il valore della (2) sia positivo, poiché quando il prezzo è basso la

quantità venduta è elevata, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo è forte, mentre il margine di profitto è

basso, e quindi l’effetto negativo dell’aumento di prezzo è debole. Man mano che il prezzo aumenta, la quantità

venduta, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto

66

negativo dell’aumento di prezzo, aumenta. E’ presumibile quindi ritenere che la variazione del profitto totale

determinata da un aumento di prezzo sia per un tratto positiva e poi negativa. Il prezzo che massimizza il profitto può

essere ottenuto individuando il punto in cui la variazione del profitto passa da un valore positivo a uno negativo, vale

a dire il prezzo in corrispondenza del quale un aumento di prezzo determina una variazione del profitto pari a zero. Se

si suppone che le diverse imprese siano identiche per quel che riguarda sia i costi di produzione, sia le caratteristiche

della domanda per la loro marca di automobili, sia le strategie di massimizzazione del profitto, si può presumere che il

valore del prezzo che massimizza il profitto sarà lo stesso per tutte le imprese, e che a questo valore comune del prezzo

ciascuna impresa abbia una quota di mercato uguale a 1/n. Sotto questa ipotesi la (2) diventa: 200.000/n – 5(P -

4.000) ; ponendo la condizione che essa sia uguale a zero, e risolvendola per P, si ottiene: 200.000/n – 5P + 20.000

= 0; P = 4.000 + 40.000/n (3); ricordando che 40.000 misura l’intensità delle preferenze per ciascuna marca di

automobili, la (3) mette in evidenza che man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze il prezzo che massimizza

il profitto si avvicina sempre più al costo marginale. Al limite se l’intensità delle preferenze è zero, vale a dire se i

consumatori sono indifferenti fra le diverse marche di automobili, il prezzo di equilibrio è uguale al costo marginale,

indipendentemente dal numero delle imprese (paradosso di Bertrand). A parità di intensità delle preferenze, il prezzo

di equilibrio tende a diminuire all’aumentare del numero delle imprese. Ciò perché, all’aumentare del numero delle

imprese diminuisce, per una data dimensione del mercato, la quantità venduta da ciascuna di esse, e quindi è meno

forte l’impatto positivo sul profitto di un aumento del prezzo.

5) Supponendo libertà di entrata e uscita a costo zero, determinare il numero di equilibrio delle imprese in ciascun

paese nel lungo periodo, ipotizzando che ciascuna impresa abbia CF per un valore pari a 98.765.432 euro all’anno.

Un settore produttivo caratterizzato da liberta di entrata e uscita a costo zero, è in equilibrio di lungo periodo quando

il profitto economico di ciascuna impresa è pari a zero. Poiché nel calcolo del profitto economico vengono incluse fra i

costi di produzione le remunerazioni normali per il lavoro dell’imprenditore e per il capitale proprio dell’impresa,

quando il profitto economico è nullo significa che l’imprenditore ottiene per il suo lavoro e per i suoi capitali delle

remunerazioni equivalenti a quelle che potrebbe ottenere, a parità di rischio, in altre attività.

Ricordando l’espressione trovata per il prezzo di equilibrio, e tenendo conto cha ciascuna impresa ha una quota di

mercato pari a 1/n, e quindi un numero di automobili vendute pari a 200.000/n, la condizione di profitto economico

nullo è la seguente: (4.000 + 40.000/n – 4.000)*200.000/n – 98.765.432 = 0.

Risolvendo per n, si ottiene: 40.000*200.000 = 98.765.432 *n*n; n*n = 81; n = 9.

6) Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili in ciascun paese in assenza di scambi

internazionali

Applicando la (3), si ottiene: P =4.000 + 40.000/9 = 8.444

7) Determinare il prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese ipotizzando che i 64 paesi, ognuno con una

domanda di 200 mila automobili all’anno, liberalizzino gli scambi reciproci di automobili.

La funzione di domanda per ciascuna marca di automobili, nel mercato integrato, diventa Qdi = 12.800.000(1/n –

(1/40.000)*(Pi – Pa)). La condizione di massimizzazione del profitto è:

12.800.000 (1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) – 320 (Pi - 4.000) = 0 ; ipotizzando come prima che in equilibrio i prezzi

delle diverse marche di automobili siano uguali si ottiene, come prima, P = 4.000 + 40.000/n . Il risultato mostra che

la dimensione del mercato non ha alcuna influenza sul prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese.

8) Determinare il numero di imprese di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato.

La condizione di equilibrio di lungo periodo per ciascuna impresa adesso diventa:

(4.000 + 40.000/n – 4.000)* 12.800.000/n – 98.765.432 = 0. Risolvendo per n, si ottiene:

40.000*12.800.000 = 98.765.432 *n*n; n*n = 5.184; n = 72.

9) Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili nel mercato integrato

Applicando la (3), si ottiene: P = 4.000 + 40.000/72 = 4.556

10) Discussione

L’esercizio mostra come, in presenza di economia di scala, l’integrazione dei mercati determina una diminuzione dei

prezzi dei prodotti e un aumento delle possibilità di scelta per i consumatori. Nell’esempio il prezzo di equilibrio di

lungo periodo delle automobili diminuisce da 8.444 a 4.556 euro, poiché l’integrazione dei mercati determina un

aumento della dimensione delle imprese, e quindi un maggiore sfruttamento delle opportunità di rendimenti crescenti

di scala. Nonostante il numero complessivo di imprese si riduca da 64*9 = 576 a 72, le possibilità di scelta per gli

acquirenti aumentano; in assenza di scambi internazionali ogni consumatore può scegliere fra le 9 marche di

automobili prodotte nel proprio paese. La libertà degli scambi internazionali consente a ciascuna di scegliere fra le 72

marche di automobili prodotte nel mercato integrato.

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Economia Internazionale 26 gennaio 2015, B

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Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.)

NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO;

ILLUSTRARE QUINDI NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I

PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI ESSENZIALI DELLA RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA.

A) Secondo una stima dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) riportata

dall’Economist, il protezionismo agricolo dell’Unione europea costa in media 600 euro all’anno a ciascuna famiglia

europea. Illustrare:

1a) la nozione di protezionismo agricolo europeo

1b) gli strumenti utilizzabili

1c) gli effetti per l’Europa

1d) gli effetti per gli altri paesi

1e) le possibili spiegazioni di questa politica.

B) Secondo i risultati di una ricerca di due economisti della Northwestern University riportati dall’Economist (4

febbraio 2006, p. 66), fra il 1966 e il 2001 le retribuzioni reali del 90% dei lavoratori americani pagati relativamente

meno aumentarono meno della produttività, mentre le retribuzioni reali del 10% dei lavoratori americani pagati

relativamente di più aumentarono più della produttività. Com’è che la teoria degli scambi internazionali potrebbe

contribuire a spiegare questo fenomeno?

68

C) Si supponga che vi siano 64 paesi di eguale dimensione per quel che riguarda la domanda complessiva di

automobili di un dato livello di qualità, differenziabili orizzontalmente (200.000 automobili all’anno in ciascun paese

per le diverse marche). Indicando con n il numero di marche di automobili dello stesso livello qualitativo presenti in

ciascun mercato, con 40.000 una misura dell’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, con Pi il

prezzo della generica marca i, con Pa il prezzo delle altre marche di automobili,

1) illustrare la relazione fra la domanda annua della marca i di automobili in ciascun paese in assenza di scambi

internazionali e il prezzo di queste automobili, nell’ipotesi che al variare del prezzo delle automobili di marca i il

prezzo delle altre marche di automobili resti invariato:

Qdi = 200.000(1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) (1)

La (1) esprime la quantità domandata di una generica marca di automobili di un dato livello qualitativo (segmento)

come prodotto fra la domanda complessiva delle automobili del segmento considerato per la quota di mercato della

marca considerata. L’espressione tra parentesi esprime l’ipotesi che le quote di mercato delle diverse marche siano

uguali nel caso i loro prezzi siano uguali, e che la quota di mercato di ciascuna marca diminuisca man mano che il

prezzo di quella marca aumenta rispetto a quello delle altre marche di automobili. Per una data variazione del

differenziale di prezzo, la variazione della quota di mercato è tanto più forte quanto più è debole l’intensità delle

preferenze.

2) Supponendo che ciascuna marca di automobili sia venduta da un produttore indipendente, e che il costo marginale

di produzione delle automobili sia pari 4.000 euro, determinare come varia il profitto totale della impresa i quando

aumenta di un euro il prezzo delle sue automobili, e rimane costante il prezzo delle altre marche di automobili.

Le automobili vendute dall’impresa che aumenta il prezzo di un euro diminuiscono di 200.000/40.000 = 5; il suo

ricavo totale, da un lato aumenta in misura pari a un euro per il numero di automobili vendute, dall’altro diminuisce

in misura pari a 5P, mentre il suo costo totale di produzione diminuisce in misura pari a 5*4.000; il suo profitto totale

varia quindi in misura pari a 200.000(1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) – 5(Pi - 4.000) (2).

3) Determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun paese in funzione del numero dei produttori.

Per ciascun produttore conviene aumentare il prezzo se la variazione del profitto totale è positiva. Partendo da livelli

bassi del prezzo, inizialmente è presumibile che il valore della (2) sia positivo, poiché quando il prezzo è basso la

quantità venduta è elevata, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo è forte, mentre il margine di profitto è

basso, e quindi l’effetto negativo dell’aumento di prezzo è debole. Man mano che il prezzo aumenta, la quantità

venduta, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto

negativo dell’aumento di prezzo, aumenta. E’ presumibile quindi ritenere che la variazione del profitto totale

determinata da un aumento di prezzo sia per un tratto positiva e poi negativa. Il prezzo che massimizza il profitto può

essere ottenuto individuando il punto in cui la variazione del profitto passa da un valore positivo a uno negativo, vale

a dire il prezzo in corrispondenza del quale un aumento di prezzo determina una variazione del profitto pari a zero. Se

si suppone che le diverse imprese siano identiche per quel che riguarda sia i costi di produzione, sia le caratteristiche

della domanda per la loro marca di automobili, sia le strategie di massimizzazione del profitto, si può presumere che il

valore del prezzo che massimizza il profitto sarà lo stesso per tutte le imprese, e che a questo valore comune del prezzo

ciascuna impresa abbia una quota di mercato uguale a 1/n. Sotto questa ipotesi la (2) diventa: 200.000/n – 5(P -

4.000) ; ponendo la condizione che essa sia uguale a zero, e risolvendola per P, si ottiene: 200.000/n – 5P + 20.000

= 0; P = 4.000 + 40.000/n (3); ricordando che 40.000 misura l’intensità delle preferenze per ciascuna marca di

automobili, la (3) mette in evidenza che man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze il prezzo che massimizza

il profitto si avvicina sempre più al costo marginale. Al limite se l’intensità delle preferenze è zero, vale a dire se i

consumatori sono indifferenti fra le diverse marche di automobili, il prezzo di equilibrio è uguale al costo marginale,

indipendentemente dal numero delle imprese (paradosso di Bertrand). A parità di intensità delle preferenze, il prezzo

di equilibrio tende a diminuire all’aumentare del numero delle imprese. Ciò perché, all’aumentare del numero delle

imprese diminuisce, per una data dimensione del mercato, la quantità venduta da ciascuna di esse, e quindi è meno

forte l’impatto positivo sul profitto di un aumento del prezzo.

4) Supponendo libertà di entrata e uscita a costo zero, determinare il numero di equilibrio delle imprese in ciascun

paese nel lungo periodo, ipotizzando che ciascuna impresa abbia costi fissi per un valore pari a 98.765.432 euro

all’anno.

Un settore produttivo caratterizzato da liberta di entrata e uscita a costo zero, è in equilibrio di lungo periodo quando

il profitto economico di ciascuna impresa è pari a zero. Poiché nel calcolo del profitto economico vengono incluse fra i

69

costi di produzione le remunerazioni normali per il lavoro dell’imprenditore e per il capitale proprio dell’impresa,

quando il profitto economico è nullo significa che l’imprenditore ottiene per il suo lavoro e per i suoi capitali delle

remunerazioni equivalenti a quelle che potrebbe ottenere, a parità di rischio, in altre attività.

Ricordando l’espressione trovata per il prezzo di equilibrio, e tenendo conto cha ciascuna impresa ha una quota di

mercato pari a 1/n, e quindi un numero di automobili vendute pari a 200.000/n, la condizione di profitto economico

nullo è la seguente: (4.000 + 40.000/n – 4.000)*200.000/n – 98.765.432 = 0.

Risolvendo per n, si ottiene: 40.000*200.000 = 98.765.432 *n*n; n*n = 81; n = 9.

5) Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili in ciascun paese in assenza di scambi

internazionali

Applicando la (3), si ottiene: P =4.000 + 40.000/9 = 8.444

6) Determinare il prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese ipotizzando che i 64 paesi, ognuno con una

domanda di 200 mila automobili all’anno, liberalizzino gli scambi reciproci di automobili.

La funzione di domanda per ciascuna marca di automobili, nel mercato integrato, diventa Qdi = 12.800.000(1/n –

(1/40.000)*(Pi – Pa)). La condizione di massimizzazione del profitto è:

12.800.000 (1/n – (1/40.000)*(Pi – Pa)) – 320 (Pi - 4.000) = 0 ; ipotizzando come prima che in equilibrio i prezzi delle

diverse marche di automobili siano uguali si ottiene, come prima, P = 4.000 + 40.000/n . Il risultato mostra che la

dimensione del mercato non ha alcuna influenza sul prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese.

7) Determinare il numero di imprese di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato.

La condizione di equilibrio di lungo periodo per ciascuna impresa adesso diventa:

(4.000 + 40.000/n – 4.000)* 12.800.000/n – 98.765.432 = 0. Risolvendo per n, si ottiene:

40.000*12.800.000 = 98.765.432 *n*n; n*n = 5.184; n = 72.

8) Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili nel mercato integrato

Applicando la (3), si ottiene: P = 4.000 + 40.000/72 = 4.556

9) Discussione

L’esercizio mostra come, in presenza di economia di scala, l’integrazione dei mercati determina una diminuzione dei

prezzi dei prodotti e un aumento delle possibilità di scelta per i consumatori. Nell’esempio il prezzo di equilibrio di

lungo periodo delle automobili diminuisce da 8.444 a 4.556 euro, poiché l’integrazione dei mercati determina un

aumento della dimensione delle imprese, e quindi un maggiore sfruttamento delle opportunità di rendimenti crescenti di

scala. Nonostante il numero complessivo di imprese si riduca da 64*9 = 576 a 72, le possibilità di scelta per gli

acquirenti aumentano; in assenza di scambi internazionali ogni consumatore può scegliere fra le 9 marche di automobili

prodotte nel proprio paese. La libertà degli scambi internazionali consente a ciascuna di scegliere fra le 72 marche di

automobili prodotte nel mercato integrato.

70

Economia Internazionale 26 gennaio 2015, C

In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) Problemi per registrazione SI NO

A) Illustrare il teorema di Rybczynski.

B) Per produrre un abito di qualità elevata siano necessarie 2 ore di lavoro in Italia e 40 in Cina; per produrre un abito

di qualità bassa siano necessarie 0,4 ore di lavoro in Italia e 4 in Cina; per produrre una unità di servizi semplici siano

necessarie 0,6 ore di lavoro in Italia e 0,9 in Cina.

Con rendimenti di scala costanti, mercati operanti in concorrenza perfetta e un fattore produttivo

2a) In quale settore di produzione la Cina risulta più efficiente in termini assoluti e relativi?

La Cina appare meno efficiente in tutte e due le produzioni di beni a mercato internazionale dal momento che

necessità più tempo sia nella produzione di abiti di alta che di bassa qualità. La Cina ha dunque uno svantaggio

assoluto in tutte e due i beni. La sua inefficienza assoluta è comunque inferiore nella produzione di abiti di bassa

qualità che di alta qualità poiché 4/0.4=10 < 40/2=20. Ciò significa che la Cina è relativamente più efficiente nella

produzione di abiti di bassa qualità.

2b) qual è la struttura degli scambi secondo il modello di Adam Smith e quello di David Ricardo?

Secondo Adam Smith non è possibile commerciare fra i due paesi, poiché i vantaggi assoluti sono solo a favore

dell’Italia, secondo David Ricardo, poiché l’Italia è relativamente più produttiva nella produzione di abiti di alta

qualità e la Cina in quella di abiti di bassa qualità per l’Italia converrà esportare abiti di alta qualità e importare abiti

di bassa qualità e per la Cina accadrà il viceversa.

2c) illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra Cina e Italia:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Italia per un prodotto è più basso in Cina per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto uguale in

Cina e in Italia. Poiché nell’esempio si suppone che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito di qualità

bassa sia 4/0,4 = 10 volte più alta in Cina che in Italia, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito di

qualità elevata sia 40/2 = 20 volte più elevata in Cina che in Italia (vale a dire che la produttività dell’Italia è 10 volte

più alta di quella della Cina nella produzione di abiti di qualità bassa e 20 volte più alta nella produzione di abiti di

qualità elevata), la condizione di equilibrio competitivo richiede che il rapporto fra il prezzo del lavoro in Italia e il

prezzo del lavoro in Cina sia compreso fra 10 e 20. In questo modo, infatti, il costo monetario di produzione di un

abito di qualità bassa sarebbe in Cina minore o uguale che in Italia, e il costo monetario di produzione di un abito di

qualità elevata sarebbe in Italia minore o uguale che in Cina. Se il valore di questo rapporto fosse minore di 10 il

costo di produzione sarebbe più basso in Italia che in Cina sia per gli abiti di qualità elevata che per gli abiti di

qualità bassa; se fosse maggiore di 20 il costo di produzione sarebbe più alto in Italia che in Cina sia per gli abiti di

qualità elevata che per gli abiti di qualità bassa.

2d) Determinare il costo opportunità degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di qualità bassa in assenza di

scambi in Italia e in Cina.

In equilibrio di lungo periodo il costo opportunità degli abiti di qualità elevata è 2/0,4 = 5 in Italia e 40/4= 10 in Cina

71

Si supponga che un anno comprenda 2200 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in Italia sia 36.000 mila

euro, che il prezzo di equilibrio internazionale degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di qualità bassa sia

uguale a 8.

2e) Determinare gli estremi della frontiera del salario reale annuo in termini di abiti di qualità bassa e abiti di qualità

elevata, in Italia e in Cina, in autarchia e con scambi internazionali liberi:

Italia: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2200/2 = 1100 abiti di qualità elevata,

oppure 2200/0,4 = 5500 abiti di qualità bassa. Con scambi internazionali liberi l’Italia, producendo 1100 abiti di

qualità elevata, può ottenere in cambio dalla Cina 1100*8=8800 abiti di qualità bassa.

Cina: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.200/40 = 55 abiti di qualità elevata

oppure 2200/4 = 550 abiti di qualità bassa. Con scambi internazionali liberi la Cina, producendo 550 abiti di qualità

bassa, può ottenere dall’Italia, in cambio di esse, 550/8 = 68,75 abiti di qualità elevata.

2f) Determinare il prezzo di equilibrio delle abiti di qualità elevata e delle abiti di qualità bassa, in euro, con scambi

internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione degli abiti di qualità elevata sarà sicuramente

competitiva in Italia e la produzione di abiti di qualità bassa sarà sicuramente competitiva in Cina. Il prezzo

internazionale degli abiti di qualità elevata sarà quindi determinato dal loro costo unitario di produzione in Italia. Se

il prezzo di un anno di lavoro in Italia è 36.000 euro, il costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di un

abito di qualità elevata è (36.000/2200)*2 = 32,72 euro.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di

qualità bassa sia 8, il prezzo internazionale di una abito di qualità bassa sarà quindi 32,72/8 = 4,09 euro;

2g) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina, in euro:

Affinché il costo di produzione di un abito di qualità bassa sia in Cina 4,09 euro, il prezzo di un anno di lavoro in Cina

dovrà essere uguale al numero di abiti di qualità bassa che può essere ottenuto in Cina con un anno di lavoro (2200

ore di lavoro/4 ore per abito di qualità bassa) = 550 abiti di qualità bassa, per 4,09 (prezzo di ciascuna abito di

qualità bassa) = 2.250 euro.

Si può verificare che 36.000/2.250 = 16, che è compreso fra 10 e 20, così come richiesto dalla condizione di equilibrio

competitivo.

2h) Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi in Italia e in Cina:

Italia: Un’ora di lavoro in Italia costa 36000/2.200 = 16.36 euro; una unità di servizi che richiede 0,6 ore di lavoro ha

un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 16,36*0,6 = 9,82 euro.

Cina: Un’ora di lavoro in Cina costa 2.250/2200 = 1,02 euro; una unità di servizi che richiede 0,9 ore di lavoro ha un

costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 1,02*0,9 = 0,92 euro.

C) Illustrare le differenze fra dazi e sussidi.

72

Economia Internazionale 30 aprile 2015, A In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) Problemi per registrazione SI NO

A. Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

USA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,4 16 12 480

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 5 8 150 240

Dotazioni complessive di fat tori produttivi (miliardi di ore di lavoro) 120 240 180 990

1) Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno

impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune (approssimare alle prime tre cifre decimali):

in USA: 0,4Qss + 5Qsc = 120; 16Qss + 8Qsc = 240. Sottraendo la seconda equazione dalla prima moltiplicata per

40 si ottiene: 192Qsc = 4.560; Qsc = 23,75 miliardi di unità. Sostituendo questo risultato nella prima equazione: 0,4

Qss + 5*23,75 =120; Qss = (120 – 118,75)/0,4 = 3,125 miliardi di unità

in India: 12Qss + 150Qsc = 180; 480Qss + 240Qsc = 990; Sottraendo la seconda equazione dalla prima

moltiplicata per 40 si ottiene: 5.760Qsc = 6.210; Qsc = 6.210/5.760 = 1,078 miliardi di unità. Sostituendo questo

risultato nella prima equazione: 12Qss + 150*1,078 = 180; ; Qss = (180 – 161.7)/12 = 1,525 miliardi di unità.

2) Calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione in

India e in USA, e spiegare intuitivamente la principale causa della differenza:

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più elevato in

India 1.525/1,078 = 1,415) che in USA (3,125/23,750 = 0,132).

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi di piena occupazione è più basso in

USA che in India, poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura relativamente

più intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi complessi, è minore in USA (240/120 =2) che

in India (990/180= 5,5)

3) Determinare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici:

in USA: 8/16 =0,5 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 5/0,4 =12,5

in India: 240/480=0,5 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 150/12 = 12,5

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici (e viceversa).

4) Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia è

presumibilmente più alto in India che in USA :

Perché il rapporto fra produzione di servizi complessi e produzione di servizi semplici di piena occupazione è più

basso in India che in USA. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda, implica un prezzo

relativo più elevato.

5) Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente

6 servizi semplici e 2 servizi complessi a un livello di 6.000 dollari, sia in USA sia in India, determinare i prezzi

in dollari di servizi semplici (Psc), servizi complessi (Psc), lavoro comune (Plc) e lavoro qualificato (Plq), in

equilibrio di concorrenza perfetta, in USA e in India, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti.

Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia sia 10 in India

e 3 in USA, e che esso sia 5 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in USA e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun prodotto

è identico in USA e in India.

USA IN AUTARCHIA

73

6Pss + 2Psc = 6.000; Psc = 3Pss; 6Pss + 6Pss =6.000; Pss = 6.000/12 = 500; Psc =1.500. Per produrre un servizio

semplice sono necessarie 0,4 ore di lavoro qualificato e 16 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso

sono necessarie 5 ore di lavoro qualificato e 8 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di

produzione per i servizi semplici e i servizi complessi implica:

0,4Plq + 16Plc = 500; 5Plq + 8 Plc = 1.500; Sottraendo la prima equazione dalla seconda moltiplicata per due si

ottiene: 9,6Plq =2.500; Plq = 260,417 dollari all’ora; Sostituendo questo risultato nella prima equazione: 0,4*260,417

+ 16Plc = 500; 16Plc = 500 –104,167 ; plc = 24,740 dollari all’ora

Plq/Plc = 260,417/24,740 =10,526

INDIA IN AUTARCHIA

6Pss + 2Psc = 6.000; Psc = 10Pss; 6Pss + 20Pss = 6.000 ; Pss = 6.000/26 = 230,769 Psc = 2.307,692. Per produrre un

servizio semplice sono necessarie 12 ore di lavoro qualificato e 480 ore di lavoro comune; per produrre un servizio

complesso sono necessarie 150 ore di lavoro qualificato e 240 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e

costo di produzione per i servizi semplici e i servizi complessi implica:

12Plq + 480Plc = 230,769 ; 150Plq + 240Plc = 2.307,692. Sottraendo la prima equazione dalla seconda moltiplicata per

due, si ottiene: 288Plq = 4.384,615; Plq = 15,224 dollari all’ora. Sostituendo questo risultato nella prima equazione:

Plc = (230,769 – 182,688)/480 ; Plc = 0,100 dollari all’ora ; Plq/Plc = 15,224/0,100 = 152,24

Commento: l’abbondanza relativa di lavoro comune rispetto al lavoro qualificato in India rispetto agli USA si riflette in

autarchia in un prezzo relativo del lavoro qualificato in termini di lavoro comune più elevato in India che in USA.

USA IN LIBERTA’ DI SCAMBI

6Pss + 2Psc = 6.000; Psc = 5Pss; 6Pss + 10Pss = 6.000; 16Pss =6.000; Pss = 375; Psc = 1.875. Per effetto degli scambi

internazionali il prezzo degli servizi semplici in USA diminuisce da 500 a 375 dollari; mentre il prezzo dei servizi

complessi aumenta da 1.500 a 1.875 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici statunitensi diminuisce, poiché

parte della domanda statunitense di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi

complessi statunitensi aumenta, poiché ai produttori statunitensi di servizi complessi si rivolge ora anche parte della

domanda indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi

determinano in USA un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I

nuovi prezzi di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di

eguaglianza fra prezzi e costi unitari di produzione:

0,4Plq + 16Plc = 375; 5Plq + 8 Plc = 1.875; Sottraendo la prima equazione dalla seconda moltiplicata per due, si

ottiene: 9,6Plq = 3.375; Plq = 351,563 dollari all’ora ; Sostituendo questo risultato nella prima

equazione: 0,4*351,563+ 16Plc = 375; 16Plc = 375-140,625 ; plc = 14,648 dollari all’ora

Plq/Plc = 351,563/14,648 = 24

Per effetto degli scambi internazionali con l’India il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in USA aumenta da 10,526 a 24; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in USA quindi aumenta.

INDIA IN LIBERTA’ DI SCAMBI

6Pss + 2Psc = 6.000; Psc = 5Pss; 6Pss + 10Pss = 6.000; 16Pss =6.000; Pss = 375; Psc = 1.875. Per effetto degli scambi

internazionali il prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 2.307,692 a 1.875 dollari; mentre il prezzo degli

servizi semplici aumenta da 230,769 a 375 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce,

poiché parte della domanda indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di

servizi semplici indiani aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della

domanda americana. La diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici

determinano in India un aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione del prezzo del lavoro qualificato. I

nuovi prezzi di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di

eguaglianza fra prezzi e costi unitari di produzione:

12Plq + 480Plc = 375; 150Plq + 240Plc = 1875. Sottraendo la prima equazione dalla seconda moltiplicata per due, si

ottiene: 288Plq = 3.375; Plq = 3.375/288 = 11,72 dollari all’ora. Sostituendo questo risultato nella prima equazione:

Plc = (375– 140,628)/480 ; Plc = 0,488 dollari all’ora ; Plq/Plc = 11,72/0,488 = 24. Si nota che gli scambi

internazionali tendono ad annullare differenze anche molto forti nei prezzi relativi dei fattori produttivi sulla base del

Factor price equalization theorem di Samuelson. Per effetto degli scambi internazionali inoltre le disuguaglianze di

reddito, misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono in India (da 152,24 a 24) e aumentano in USA (da 10,526 a 24).

74

Economia Internazionale 30 aprile 2015, B

COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.) NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE

QUINDI NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI

ESSENZIALI DELLA RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE

CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO SCRIVERE COGNOME E

NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI. RISPOSTE DEL TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O INCOMPRENSIBILI

COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

A. Per produrre un abito di qualità elevata siano necessarie 3 ore di lavoro in Italia e 45 in Cina; per produrre un abito

di qualità bassa siano necessarie 0,5 ore di lavoro in Italia e 4,5 in Cina. Si supponga, per semplicità, che l’unico

fattore produttivo sia il lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti, che i mercati siano in concorrenza perfetta, che

il prezzo del lavoro pagato dalle imprese sia uguale al salario percepito dai lavoratori. Si supponga inoltre che un anno

comprenda 2.400 ore di lavoro, che il prezzo di un anno di lavoro in Italia sia 38.000 euro, che il prezzo di equilibrio

internazionale degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di qualità bassa sia uguale a 7.

1a) Spiegare se ai due paesi conviene commerciare internazionalmente

Ai paesi converrà commerciare anche in presenza di efficienze e inefficienze assolute purché esista divergenza nei

costi comparati o produttività relative e la ragione di scambio internazionale sia compresa fra le ragioni di scambio di

autarchia. Gli scambi internazionali amplieranno così le possibilità di consumo per individui e le frontiere del reddito

reale. Il commercio nelle ipotesi enunciate dovrà quindi basarsi sui vantaggi comparati di ciascun paese: la Cina che

risulta relativamente più efficiente nella produzione di abiti di bassa qualità (svantaggio assoluto minore 4,5/45 =0.1

< 0,5/3 =0.16) esporterà questo prodotto e importerà abiti di alta qualità. L’Italia dovrà specializzarsi ed esportare

invece abiti di alta qualità e importare abiti di bassa qualità.

1b) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra Italia e Cina:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Italia per un prodotto è più basso in Cina per l’altro, o che esso sia almeno per un prodotto uguale in

Cina e in Italia. Poiché nell’esempio si suppone che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito di qualità

bassa sia 4,5/0,5 = 9 volte più alta in Cina che in Italia, e che la quantità di lavoro necessaria per produrre un abito di

qualità elevata sia 45/3 = 15 volte più elevata in Cina che in Italia (vale a dire che la produttività dell’Italia è 9 volte

più alta di quella della Cina nella produzione di abiti di qualità bassa e 15 volte più alta nella produzione di abiti di

qualità elevata), la condizione di equilibrio competitivo richiede che il rapporto fra il prezzo del lavoro in Italia e il

prezzo del lavoro in Cina sia compreso fra 9 e 15. In questo modo, infatti, il costo monetario di produzione di un abito

di qualità bassa sarebbe in Cina minore o uguale che in Italia, e il costo monetario di produzione di un abito di qualità

elevata sarebbe in Italia minore o uguale che in Cina. Se il valore di questo rapporto fosse minore di 9 il costo di

produzione sarebbe più basso in Italia che in Cina sia per gli abiti di qualità elevata che per gli abiti di qualità bassa;

se fosse maggiore di 15 il costo di produzione sarebbe più alto in Italia che in Cina sia per gli abiti di qualità elevata

che per gli abiti di qualità bassa.

1c) Determinare il prezzo relativo di equilibrio degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di qualità bassa in

assenza di scambi in Italia e in Cina.

In equilibrio di lungo periodo il prezzo relativo degli abiti di qualità elevata in termini di abiti di qualità bassa è

uguale al rapporto tra costo di produzione degli abiti di qualità elevata e costo di produzione delle abiti di qualità

bassa in termini di ore di lavoro. Quindi, in assenza di scambi, il prezzo di equilibrio degli abiti di qualità elevata in

termini di abiti di qualità bassa è 3/0,5 = 6 in Italia e 45/4,5= 10 in Cina

1d) Determinare gli estremi della frontiera del salario reale annuo in termini di abiti di qualità bassa e abiti di qualità

elevata, in Italia e in Cina, in autarchia e con scambi internazionali liberi:

- Italia in autarchia: con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2400/3 = 800 abiti di qualità elevata,

oppure 2400/0,5 = 4800 abiti di qualità bassa.

- Italia con scambi internazionali liberi: l’Italia, producendo 800 abiti di qualità elevata, può ottenere in cambio dalla

Cina 800*7 = 5600 abiti di qualità bassa.

- Cina in autarchia: con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.400/45 = 53,333 abiti di qualità elevata

oppure 2400/4,5 = 533,333 abiti di qualità bassa.

75

- Cina con scambi internazionali liberi: la Cina, producendo 553,333 abiti di qualità bassa, può ottenere dall’Italia, in

cambio di esse, 553,333/7 = 79,05 abiti di qualità elevata.

1e) Determinare il prezzo di equilibrio degli abiti di qualità elevata e degli abiti di qualità bassa, in euro, con scambi

internazionali liberi:

- Abiti di qualità elevata: Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione degli abiti di qualità

elevata sarà sicuramente competitiva in Italia e la produzione di abiti di qualità bassa sarà sicuramente competitiva in

Cina. Il prezzo internazionale degli abiti di qualità elevata sarà quindi determinato dal loro costo unitario di

produzione in Italia. Se il prezzo di un anno di lavoro in Italia è 38.000 euro, il costo di produzione, e quindi il prezzo

internazionale, di un abito di qualità elevata è (38.000/2400)*3 = 47,5 euro.

- Abiti di qualità bassa: Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale degli abiti di qualità elevata in

termini di abiti di qualità bassa sia 7, il prezzo internazionale di una abito di qualità bassa sarà quindi 47,5/7 = 6,786

euro.

1f) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in Cina, in euro:

Affinché il costo di produzione di un abito di qualità bassa sia in Cina 6,786 euro, il prezzo di un anno di lavoro in

Cina dovrà essere uguale al numero di abiti di qualità bassa che può essere ottenuto in Cina con un anno di lavoro

(2400 ore di lavoro/4,5 ore per abito di qualità bassa) = 533,333 abiti di qualità bassa, per 6,786 (prezzo di ciascuna

abito di qualità bassa) = 3.619 euro.

Si può verificare che 38.000/3.619 = 10,5, che è compreso fra 9 e 15, così come richiesto dalla condizione di equilibrio

competitivo.

B. Secondo le stime pubblicate nel World Development Report della Banca mondiale, nel 2007 il reddito per abitante,

a prezzi e tassi di cambio correnti, è stato pari a 26.120 dollari in Italia e 6.090 dollari in Polonia. Esprimendo il reddito

per abitante, sia in Italia che in Polonia, in dollari aventi in entrambi questi paesi eguale potere di acquisto che negli

Stati Uniti, il reddito per abitante è stato 27.860 dollari in Italia e 12.640 dollari in Polonia.

2a) Calcolare il valore del rapporto fra il reddito per abitante in Italia e Polonia a prezzi e tassi di cambio correnti, e

illustrarne la determinante principale:

2b) Calcolare il valore del rapporto fra il reddito per abitante in Italia e Polonia in dollari aventi in entrambi questi

paesi eguale potere di acquisto che negli Stati uniti, e illustrarne il significato e la determinante principale:

2c) Calcolare il rapporto fra i valori 1a 1b e illustrarne il significato: e la determinante principale:

C. Illustrare partendo da una situazione di autarchia i benefici che derivano dagli scambi internazionali

utilizzando una frontiera delle possibilità produttive concava.

76

Economia Internazionale 17 giugno 2015

Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

AMERICA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,6 18 18 540

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 4 6 120 180

Dotazioni complessive di fattori produttivi (miliardi di ore di lavoro) 100 250 200 900

1) Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno impiegando

pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune (fermarsi alle prime tre cifre decimali):

in America: 0,6Qss + 4Qsc = 100; 18Qss + 6Qsc = 250; 17,1Qss = 100; Qss = 5,848 miliardi di unità

0,6 * 5,848. + 4Qsc =100; Qsc = 24,1228 miliardi di unità

in India: 18Qss + 120Qsc = 200; 540Qss + 180Qsc = 900; 513Qss = 600; Qss = 600/513 = 1,170 miliardi di unità

21,053 + 120Qsc = 200 ; Qsc = 1,491 miliardi di unità.

2) Calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione in

India e in America, e spiegare intuitivamente la principale causa della differenza:

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più elevato in

India 1,170/1,491 = 0,785) che in America (5,848/24,1228 = 0,242).

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi di piena occupazione è più basso in

America che in India, poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura

relativamente più intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi complessi, è minore in America

(250/100 =2,5) che in India (900/200= 4,5)

3) Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere comprendente

8 servizi semplici e un servizio complesso a un livello di 3.600 dollari, sia in America sia in India, determinare i

prezzi in dollari di servizi semplici (Psc), servizi complessi (Psc), lavoro comune (Plc) e lavoro qualificato (Plq), in

equilibrio di concorrenza perfetta, in America e in India, in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti.

Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia sia 6 in India e 2 in

America, e che esso sia 3 in caso di libertà degli scambi internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in America e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in America e in India.

AMERICA in AUTARCHIA

Psc = 2Pss; 8Pss + 2Pss =10Pss =3.600; Pss = 360; Psc =720. Per produrre un servizio semplice sono necessarie 0,6

ore di lavoro qualificato e 18 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie 4 ore di lavoro

qualificato e 6 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i servizi semplici e i

servizi complessi implica:

0,6Plq + 18Plc = 360; 4Plq + 6 Plc = 720; 3,8Plq =600; Plq = 157,895 dollari all’ora ; 18Plc = 360 – 94,737 ; plc =

14,737 dollari all’ora

Plq/Plc = 157,895/14,737 =10,714

INDIA in AUTARCHIA

Psc = 6Pss; 8Pss + 6Pss = 3.600 ; 14Pss =3.600; Pss = 257,143 Psc = 1542,857. Per produrre un servizio semplice sono

necessarie 18 ore di lavoro qualificato e 540 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie

120 ore di lavoro qualificato e 180 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i

servizi semplici e i servizi complessi implica:

18Plq + 540Plc = 257,143; 120Plq + 180Plc = 1542,857; 342Plq = 4.628,571; Plq = 13,534 dollari all’ora

77

Plc = (257,143 – 243,609)/540 ; Plc = 0,451 dollari all’ora ; Plq/Plc = 13,534/0,451 = 30,009

Commento: l’abbondanza relativa di lavoro comune rispetto al lavoro qualificato in India rispetto all’America si riflette

in autarchia in un prezzo relativo del lavoro qualificato in termini di lavoro comune più elevato in India che in

America.

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

AMERICA

Psc = 3Pss; 8Pss + 3Pss = 3.600; 11Pss =3.600; Pss = 327,273; Psc = 981,818. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo degli servizi semplici in America diminuisce da 360 a 327,273 dollari; mentre il prezzo dei servizi complessi

aumenta da 720 a 981,818 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici americani diminuisce, poiché parte della

domanda americana di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi complessi

americani aumenta, poiché ai produttori americani di servizi complessi si rivolge ora anche parte della domanda

indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi determinano in

America un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi

di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra

prezzi e costi unitari di produzione:

0,6Plq + 18Plc = 327,273; 4Plq + 6 Plc = 981,818; 11,4Plq =2.618,181; Plq = 229,665 dollari all’ora ; 6Plc = 981,818

– 918,66 ; plc = 10,526 dollari all’ora

Plq/Plc = 229,665/10,526 =21,819

Per effetto degli scambi internazionali con l’India il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in America aumenta da 10,714 a 21,819; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in America quindi

aumenta.

INDIA

Psc = 3Pss; 8Pss + 3Pss = 3.600; 11Pss =3.600; Pss = 327,273; Psc = 981,818. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 1.542,857 a 981,818 dollari; mentre il prezzo degli servizi semplici

aumenta da 257,143 a 327,273 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce, poiché parte

della domanda indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di servizi semplici

indiani aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della domanda americana. La

diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici determinano in India un

aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione del prezzo del lavoro qualificato. I nuovi prezzi di equilibrio

concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi

unitari di produzione:

18Plq + 540Plc = 327,273; 120Plq + 180Plc = 981,818; 342Plq = 2.618,181; Plq = 7,656 dollari all’ora

Plc = (327,273 – 137,799)/540 ; Plc = 0,351 dollari all’ora ; Plq/Plc = 7,656/0,351 = 21,812

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

In autarchia le discrepanze salariali sono più marcate in India (Plq/plc = 30,009) che in America (Plq/plc =10,714). Gli

scambi internazionali liberi determinano un pareggiamento dei prezzi relativi dei fattori riducendo lo skill premium in

India e aumentandolo in America (Plq/Plc = 21,8). Per effetto degli scambi internazionali i salari dei lavoratori

qualificati in America aumentano, quelli dei lavoratori comuni si riducono. Il contrario si verifica per l’India.

4. Perché i prezzi assoluti dei fattori produttivi sono molto più alti in America che in India?

Perché nell’esercizio si ipotizza che le quantità di lavoro comune e di lavoro qualificato necessarie per produrre un

servizio semplice o un servizio complesso siano molto maggiori in India che in America (per la precisione 30 volte

maggiori in India che in America). In effetti, con scambi internazionali liberi otteniamo sia per il lavoro comune che

per il lavoro qualificato un prezzo 30 volte più elevato in America che in India. Poiché con scambi internazionali liberi

di prodotti e costi di trasporti nulli i prezzi in dollari degli servizi semplici e dei servizi complessi sono eguali in

America e India, anche i salari reali in termini di servizi semplici e servizi complessi sono 30 volte più elevati in

America che in India. Gli scambi internazionali di prodotti possono eliminare differenze nei prezzi relativi dei fattori

produttivi, non differenze nei loro prezzi assoluti determinate da differenze di produttività.

78

Economia Internazionale 10 luglio 2015

In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.)

A. Il “paradosso Torrens-Ricardo”:

2a) Illustrazione grafica, con riferimento a un caso concretamente rilevante:

2b) In cosa consiste il “paradosso”?

C. La “malattia olandese”

3a) Origine storica del termine

3b) Variabili economiche coinvolte in questa “malattia” e loro interrelazioni

3c) Esempi di attualità

D. Le limitazioni “volontarie” delle esportazioni

4a) Nozione

4b) Che significa “volontarie” ?

79

4c) Rappresentazione grafica dei loro effetti

5c) Esempi concretamente rilevanti

80

Economia Internazionale primo modulo, 22 settembre 2015

In stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.) NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE QUINDI

NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI ESSENZIALI DELLA

RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO

FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO SCRIVERE COGNOME E NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI. RISPOSTE DEL

TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O INCOMPRENSIBILI COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

1)Vi siano 8 paesi di eguale dimensione per quel che riguarda la domanda complessiva di automobili di un dato livello

di qualità, differenziabili orizzontalmente (900.000 automobili all’anno in ciascun paese per le diverse marche); n sia il

numero di marche di automobili dello stesso livello qualitativo presenti sul mercato; 25.000 sia una misura

dell’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, Pi sia il prezzo della generica marca i, e Pa il prezzo

delle altre marche di automobili.

1a) Illustrare la funzione di domanda delle automobili di marca i in ciascun paese:

Qdi = 900.000(1/n – (1/25.000)*(Pi – Pa)) (1)

La (1) esprime la quantità domandata di una generica marca di automobili di un dato livello qualitativo (segmento)

come prodotto fra la domanda complessiva delle automobili del segmento considerato per la quota di mercato della

marca considerata. L’espressione tra parentesi esprime l’ipotesi che le quote di mercato delle diverse marche siano

uguali nel caso i loro prezzi siano uguali, e che la quota di mercato di ciascuna marca diminuisca man mano che il

prezzo di quella marca aumenta rispetto a quello delle altre marche di automobili. Per una data variazione del

differenziale di prezzo, la variazione della quota di mercato è tanto più forte quanto più è debole l’intensità delle

preferenze.

1b) Supponendo che ciascuna marca di automobili sia venduta da un produttore indipendente, e che il costo marginale

di produzione delle automobili sia 2.500 euro, determinare come varia il profitto totale della impresa i quando aumenta

di un euro il prezzo delle sue automobili, e rimane costante il prezzo delle altre marche di automobili.

Le automobili vendute dall’impresa che aumenta il prezzo di un euro diminuiscono di 900.000/25.000 = 36; il suo

ricavo totale, da un lato aumenta in misura pari a un euro per il numero di automobili vendute, dall’altro diminuisce

in misura pari a 36P, mentre il suo costo totale di produzione diminuisce in misura pari a 36*2.500; il suo profitto

totale varia quindi in misura pari a 900.000(1/n – (1/25.000)*(Pi – Pa)) – 36(Pi -2.500) (2).

1c) Determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun paese in funzione del numero dei produttori.

Per ciascun produttore conviene aumentare il prezzo se la variazione del profitto totale è positiva. Partendo da livelli

bassi del prezzo, inizialmente è presumibile che il valore della (2) sia positivo, poiché quando il prezzo è basso la

quantità venduta è elevata, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo è forte, mentre il margine di profitto è

basso, e quindi l’effetto negativo dell’aumento di prezzo è debole. Man mano che il prezzo aumenta, la quantità

venduta, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto

negativo dell’aumento di prezzo, aumenta. E’ presumibile quindi ritenere che la variazione del profitto totale

determinata da un aumento di prezzo sia per un tratto positiva e poi negativa. Il prezzo che massimizza il profitto può

essere ottenuto individuando il punto in cui la variazione del profitto passa da un valore positivo a uno negativo, vale

a dire prezzo in corrispondenza del quale un aumento di prezzo determina una variazione del profitto pari a zero. Se

si suppone che le diverse imprese siano identiche per quel che riguarda sia i costi di produzione, sia le caratteristiche

della domanda per la loro marca di automobili, sia le strategie di massimizzazione del profitto, si può presumere che il

valore del prezzo che massimizza il profitto sarà lo stesso per tutte le imprese, e che a questo valore comune del prezzo

ciascuna impresa abbia una quota di mercato uguale a 1/n. Sotto questa ipotesi la (2) diventa: 900.000/n – 25(P –

2.500) ; ponendo la condizione che essa sia uguale a zero, e risolvendola per P, si ottiene: 900.000/n – 25P + 62.500

= 0; P = 2.500 + 25.000/n (3).

1d) Sulla base del risultato ottenuto, illustrare il “paradosso di Bertrand”:

81

Ricordando che 25.000 misura l’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, la (3) mette in evidenza

che man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze il prezzo che massimizza il profitto si avvicina sempre più al

costo marginale. Al limite se l’intensità delle preferenze è zero, vale a dire se i consumatori sono indifferenti fra le

diverse marche di automobili, il prezzo di equilibrio è uguale al costo marginale, indipendentemente dal numero delle

imprese (paradosso di Bertrand).

1e) Illustrare la relazione fra prezzo di equilibrio e numero delle imprese e spiegarne la motivazione economica:

A parità di intensità delle preferenze, il prezzo di equilibrio tende a diminuire all’aumentare del numero delle

imprese. Ciò perché, all’aumentare del numero delle imprese diminuisce, per una data dimensione del mercato, la

quantità venduta da ciascuna di esse, e quindi è meno forte l’impatto positivo sul profitto di un aumento del prezzo.

1) Illustrare le differenze fra frontiere delle possibilità produttive rettilinee e concave:

2) Illustrare con un esempio il “miracolo degli scambi internazionali”:

3) Effetti dei dazi alle importazioni.

82

Economia Internazionale 9 novembre 2015

In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) Problemi per registrazione SI NO NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE QUINDI

NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI ESSENZIALI DELLA

RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO

FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO SCRIVERE COGNOME E NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI RICHIESTE. RISPOSTE

DEL TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O INCOMPRENSIBILI COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

1) Illustrare alcuni fatti stilizzati del commercio internazionale

2) Esplicitare le differenze fra i modelli tradizionali del commercio e il modello di Krugman

3) Limitazioni “volontarie” delle esportazioni:

4) Nell’articolo di Nouriel Rubini, docente di Economia presso la New York University , L’aiuto ai perdenti della sfida

globale.

5a) Quale teoria degli scambi internazionali può essere utile per analizzare questi problemi?

5b) Quali economisti hanno sviluppato questa teoria?

In che periodo?

5c) Cosa prevede questa teoria?

5d) Perché?

83

Economia Internazionale 18 gennaio 2016

1) Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti :

Area Euro Turchia

HS LS HS LS

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per confezionare una t-shirt 6 24 12 48

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per produrre un PC 36 48 72 96

Dotazioni complessive di fattori produttivi (centinaia di milioni di ore di lavoro) 1500 3000 300 900

1a) Calcolare le dotazioni relative di fattori produttivi (LS/HS):

Area Euro: 3000/1500=2 Turchia: 900/300=3

La Turchia, quindi, risulta relativamente abbondante di lavoro comune mentre l’Area Euro di lavoro qualificato.

1b) Calcolare le intensità fattoriali relative (LS/HS):

- t-shirt nell’area Euro: 24/6=4 - t-shirt in Turchia: 48/12=4

- PC nell’area Euro: 48/36=1,33 - PC in Turchia: 96/72=1,33

Le t-shirts sono prodotte utilizzando in maniera intensiva il lavoro comune, mentre i PC sono prodotti utilizzando in

maniera intensiva lavoro qualificato. Si nota che i prodotti nei due paesi hanno le stesse intensità fattoriali.

1c) quale sarà la struttura degli scambi fra Turchia e Area Euro secondo la teoria delle proporzioni dei fattori?

- La Turchia esporta t-shirts e importa PC

- L’Area Euro esporta PC e importa t-shirts

1d) Illustrare le previsioni della teoria delle proporzioni dei fattori per quel che riguarda:

- La relazione fra i prezzi relativi dei fattori produttivi (wHS/wLS) nei due paesi in assenza di scambi internazionali:

In assenza di scambi internazionali i prezzi relativi dei fattori produttivi saranno diversi nei due paesi. In particolare,

il p

- La relazione fra i prezzi relativi dei fattori produttivi (wHS/wLS) nei due paesi con scambi internazionali liberi:

Gli scambi internazionali portano al pareggiamento dei prezzi relativi dei fattori produttivi nei due paesi; le

disuguaglianze salariali fra i lavoratori high-skilled e lavoratori low-skilled, misurate dallo skill premium (wHS/wLS),

saranno uguali fra i due paesi. Per effetto degli scambi le disuguaglianze salariali in Turchia diminuiscono, mentre

aumentano nell’area euro.

- La relazione fra i prezzi in euro dei fattori produttivi nei due paesi con scambi internazionali liberi:

I salari riflettono la produttività del lavoro; poiché nell’esempio si ipotizza una produttività doppia nell’Area Euro

rispetto alla Turchia, anche il valore dei salari in euro sarà il doppio nell’Area Euro rispetto alla Turchia in equilibrio

competitivo. Per effetto degli scambi, nell’Area Euro i salari dei lavoratori high-skilled aumentano, mentre quelli dei

lavoratori low-skilled diminuiscono; in Turchia, invece, i salari dei lavoratori high-skilled diminuiscono mentre quelli

dei lavoratori low-skilled aumentano. Il commercio internazionale tende a fare aumentare in ciascun paese il reddito

dei possessori dei fattori relativamente abbondanti in quel paese (retribuzioni più elevate per i lavoratori high-skilled

nell’Area Euro e per i lavoratori low-skilled in Turchia) e a danneggiare i possessori dei fattori relativamente scarsi

(retribuzioni più basse per i lavoratori low-skilled nell’ Area Euro e per i lavoratori high-skilled in Turchia) .

2) Per produrre un televisore siano necessarie 100 ore di lavoro in Italia e 1500 a Taiwan; per un abito siano necessarie

6 ore di lavoro in Italia e 48 a Taiwan, per un servizio di hairstyling siano necessarie 0,8 ore di lavoro in Italia e 1,5 a

Taiwan. Si supponga che la qualità dei prodotti sia identica in Italia e a Taiwan, che l’unico fattore produttivo sia il

lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti, che i mercati siano in concorrenza perfetta, che il prezzo del lavoro

pagato dalle imprese sia uguale al salario percepito dai lavoratori.

2a) In quale prodotto Taiwan ha un vantaggio comparato? Abiti

84

Perché? Taiwan pur avendo una produttività minore dell’Italia in entrambi i prodotti, ha uno svantaggio di

produttività comparativamente minore (e quindi un vantaggio comparato) negli abiti rispetto ai televisori. L’Italia, pur

avendo una produttività maggiore di Taiwan in entrambi i prodotti, ha un vantaggio di produttività

comparativamente maggiore (e quindi un vantaggio comparato) nei televisori rispetto agli abiti.

2b) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra Italia e Taiwan:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il rapporto fra il prezzo del lavoro in Italia e il

prezzo del lavoro a Taiwan sia compreso fra il valore minimo e quello massimo delle produttività relative dell’Italia

rispetto a Taiwan. Poiché nell’esempio si suppone che il numero di ore di lavoro necessarie per produrre un televisore

sia 1500/100 = 15 volte più alto a Taiwan che in Italia, e che il numero di ore di lavoro necessarie per produrre un

abito sia 48/6 = 8 volte più elevato a Taiwan che in Italia, la condizione di equilibrio competitivo richiede che il

rapporto fra il prezzo del lavoro in Italia e il prezzo del lavoro a Taiwan sia compreso fra 8 e 15.

2c) Ipotizzando che un anno di lavoro comprenda 1800 ore, che il salario annuo in Italia sia 36.000 euro, e che il

prezzo di equilibrio internazionale dei televisori in termini di abiti sia 25, determinare il prezzo in euro, con scambi

internazionali:

- di un televisore:

Con scambi internazionali liberi è conveniente produrre i televisori in Italia. In un anno in Italia si possono produrre

18 televisori (1800/100), se il salario annuo è 36.000 euro, il prezzo di un televisore è 36000/18=2000 euro

- di un abito:

Sapendo che la ragione di scambio internazionale è PTV/Pab=25 e che il PTV=2000 => Pab=2000/25=80 euro.

- di un servizio hairstyle:

Con scambi internazionali liberi Taiwan si specializzerà nella produzione di abiti; sulla base del prezzo di equilibrio

internazionale degli abiti (80 euro), si può determinare il prezzo di equilibrio competitivo di un anno di lavoro a

Taiwan: con un anno a Taiwan si possono produrre 1800/48=37,5 abiti, al prezzo di 80 euro risulta che il salario

annuo di equilibrio competitivo a Taiwan è 37,5*80=3000 euro (36.000/3.000 = 12, che è compreso fra 8 e 15).

In un anno in Italia si possono produrre 1800/0,8=2250 servizi di hairstyling e a Taiwan 1800/1,5=1200, il costo, e

quindi il prezzo di equilibrio concorrenziale, di un servizio di hairstyling in Italia è 36.000/2250 = 16 euro, mentre a

Taiwan è 3000/1200=2,5 euro.

2d) Rappresentare graficamente le frontiere delle possibilità produttive dei due paesi in assenza e presenza di scambi:

ITALIA TAIWAN

Italia: 300 = 1.800/6; 18 = 1.800/100; 450 = 18*25; Taiwan: 37,5 = 1.800/48; 1,2 = 1.800/1.500; 1,5 = 37,5/25.

1.800 sono le ore di lavoro per anno; 6 e 100 sono le ore di lavoro necessarie in Italia per ottenere un televisore o un

abito; 1.500 e 48 sono le ore di lavoro necessarie a Taiwan per ottenere un televisore o un abito; 25 è il prezzo

relativo di equilibrio internazionale dei televisori in termini di abiti (ragione di scambio internazionale o “terms of

trade”).

2e) Se in autarchia l’Italia produce 10 televisori quanti abiti produrrà in assenza di commercio?

18 Televisori 1,2 1,5 Televisori

Abiti

450

300

Abiti

37,5

A

B

C

85

Sapendo che la frontiera delle possibilità produttive italiana è: 100Qtv+6Qabiti=1800 la quantità di abiti realizzati in

assenza di commercio è pari a 133.3. La curva di indifferenza tangente alla frontiera intercetterà le due combinazioni

di beni

2f) Se con scambi commerciali l’Italia consumasse 10 televisori e il resto venisse esportato indicare sulla frontiera il

triangolo del commercio:

Il triangolo del commercio è individuato dai punti ABC, il tratto AB rappresenta le esportazioni di televisioni

dell’Italia, mentre il tratto AC le importazioni di abiti dell’Italia

3) Il Dumping: Per dumping si intende comunemente che il prezzo di un bene è più basso nei paesi in cui è

esportato che nel paese in cui è prodotto (nonostante le esportazioni comportino di solito maggiori costi di trasporto e

commercializzazione). Il dumping può essere dannoso per i paesi in cui sono praticati prezzi particolarmente bassi dei

beni importati soltanto se è temporaneo; in questo caso infatti è possibile che le imprese nazionali siano costrette a

smettere l’attività a causa dei prezzi particolarmente bassi dei prodotti esteri, e che i prezzi di questi prodotti possano

quindi poi successivamente aumentare a livelli più alti di quelli praticati dalle imprese nazionali prima di essere

costrette a chiudere. In concreto le politiche antidumping si applicano anche al dumping persistente, forse per la

difficoltà di prevedere le intenzioni dell’impresa che lo pratica, e quindi la sua durata.

4) La politica agricola comune dell’Unione Europea

Nell’Unione Europea, soprattutto su pressioni degli agricoltori e degli allevatori francesi, è praticata una

politica fortemente protezionistica dei prodotti agricoli e degli allevamenti. Questa politica è inefficiente, poiché i

vantaggi che comporta per agricoltori e allevatori sono molto minori dei costi che consumatori contribuenti europei

sostengono, in termini sia di prezzi più alti, sia di maggiori imposte (circa 600 euro all’anno per famiglia nel 2002,

secondo le stime dell’OCSE). Essa danneggia inoltre i produttori non europei di prodotti agricoli, e in particolare

quelli di molti paesi poveri, e ostacola i negoziati per una maggiore liberalizzazione degli scambi internazionali di

molti altri prodotti.

86

Economia Internazionale 1 febbraio 2016 In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) Problemi per registrazione SI NO

A. Il paese A e il paese B producono console e pacchi di cereali. Se A dedica tutto il suo tempo lavorativo annuo alle

console ne produce 2.000, altrimenti realizza 30.000 pacchi di cereali all'anno. Se B dedica tutto il tempo

lavorativo annuo alle console ne ottiene 1.600, altrimenti 26.000 pacchi di cereali.

i. Qual è il costo opportunità delle console in termini di cereali per A?

COconsole= 30000/2000=15

Per ottenere una console in più il paese A deve rinunciare alla produzione di 15 pacchi di cereali.

ii. Rappresentare la curva delle possibilità produttive di A e B.

iii. In quale produzione converrà che A e B si specializzino?

A ciascun paese converrà specializzarsi nella produzione in cui mostra un vantaggio comparato.

Specificatamente A risulta essere 1,25 (=2000/1600) volte più efficiente nella produzione di console

rispetto a B e 1,15 (=30000/26000) volte più efficiente nella produzione di pacchi di cereali, ciò

implica che il paese A ha un vantaggio comparato nella produzione di console ed è in questo

prodotto che converrà specializzarsi. Il viceversa accade per il paese B.

iv. Illustrare il vantaggio derivante dagli scambi scegliendo a piacere un prezzo relativo

internazionale dei cereali in termini di console.

Si sceglie un prezzo relativo internazionale che si colloca tra i prezzi relativi di autarchia. Il prezzo

relativo dei cereali in termini di console nel paese A è pari a 0,067 (2000/30000) e nel paese B è

pari a 0,061 (1600/26000). Il prezzo relativo internazionale dei cereali lo fisso ad esempio a 0,062,

valore compreso fra i prezzi di autarchia. Scambiando sui mercati internazionali il paese B potrà

esportare fino a 26000 pacchi di cereali ottenendo in cambio 0,062*26000=1612 console. Il paese A

immetterà sul mercato internazionale fino a 2000 console ottenendo in cambio 2000/0,062= 32258,1

pacchi di cereali. Si nota dal grafico nel punto b) che entrambi i paesi guadagnano dagli scambi

poiché finiranno per consumare su delle frontiere delle possibilità produttive più elevate rispetto a

quelle di autarchia.

v. Cosa significa “paradosso del piccolo paese” e specificare se nel caso del prezzo

internazionale prescelto il paradosso si verifica.

Nel nostro caso il paradosso non si verifica poiché la ragione di scambio si colloca più vicino al paese

meno efficiente.

2000 console 1600 1612 console

cereali 32258,1

30000

cereali

26000

87

B. Secondo il World Development Report della Banca Mondiale, nel 2008 il reddito per abitante ai tassi di cambio

correnti è stato 30.010 dollari in Italia e 1.740 dollari in Cina; qual é il rapporto fra reddito monetario per abitante

in Italia e reddito monetario per abitante in Cina? 30.010/1.740 = 17,25

Qual è la causa principale di questa differenza così forte nel reddito monetario per abitante fra Italia e Cina?

Considerato che il rapporto fra reddito per abitante in Italia e reddito per abitante in Cina è circa uguale al rapporto

fra prezzo del lavoro in Italia e prezzo del lavoro in Cina, in base alla condizione di equilibrio competitivo si può

affermare che la causa principale di un reddito monetario per abitante circa 17 volte più elevato in Italia che in Cina

è una produttività media del lavoro circa 17 volte maggiore in Italia che in Cina nei prodotti a mercato

internazionale, vale a dire nei prodotti che possono essere trasportati senza grandi difficoltà da un paese all’altro

come gli abiti e le macchine. Le differenze di produttività vanno valutate ovviamente tenendo conto anche delle

differenze di qualità dei prodotti.

2b) Secondo il World Development Report della Banca Mondiale, nel 2008 il reddito per abitante in termini reali è

stato 4,4 volte più alto in Italia che in Cina; il rapporto fra reddito per abitante in Italia e reddito per abitante in Cina è

più alto in termini nominali o in termini reali?

La differenza di reddito fra Italia e Cina è molto più alta in termini nominali (17,25) che in termini reali (4,4).

Perché?

Le differenze di reddito fra Italia e Cina sono molto più grandi in termini nominali che in termini reali, poiché, mentre

i prezzi al produttore dei beni a mercato internazionale come gli abiti e le macchine tendono ad essere sostanzialmente

uguali in Italia e in Cina, i prezzi dei beni a mercato locale, come gran parte dei servizi, soprattutto quelli tradizionali,

e le costruzioni, sono molto più alti in Italia che in Cina. Ciò perché le differenze nel costo del lavoro fra Italia e Cina

devono compensare le differenze di produttività nella produzione di beni a mercato internazionale, che sono molto più

elevate delle differenze di produttività nei prodotti a mercato locale.

C. Illustrare le caratteristiche generali della teoria di Heckscher-Ohlin.

88

Economia Internazionale, 28 aprile 2016

In stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.) NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE

QUINDI NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI

ESSENZIALI DELLA RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE

CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO SCRIVERE COGNOME E

NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI. RISPOSTE DEL TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O INCOMPRENSIBILI

COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

A) Si supponga che vi siano 16 paesi di eguale dimensione per quel che riguarda la domanda complessiva di

automobili di un dato livello di qualità, differenziabili orizzontalmente (400.000 automobili all’anno in ciascun paese

per le diverse marche). Indicando con n il numero di marche di automobili dello stesso livello qualitativo presenti sul

mercato, con 20.000 una misura dell’intensità delle preferenze per ciascuna marca di automobili, con Pi il prezzo della

generica marca i, con Pa il prezzo delle altre marche di automobili, è ragionevole ipotizzare che la funzione di

domanda della marca i in ciascun paese sia la seguente:

Qdi = 400.000(1/n – (1/20.000)*(Pi – Pa)) (1)

1. Spiegare il significato della funzione di domanda ipotizzata.

La (1) esprime la quantità domandata di una generica marca di automobili di un dato livello qualitativo (segmento)

come prodotto fra la domanda complessiva delle automobili del segmento considerato per la quota di mercato della

marca considerata. L’espressione tra parentesi esprime l’ipotesi che le quote di mercato delle diverse marche siano

uguali nel caso i loro prezzi siano uguali, e che la quota di mercato di ciascuna marca diminuisca man mano che il

prezzo di quella marca aumenta rispetto a quello delle altre marche di automobili. Per una data variazione del

differenziale di prezzo, la variazione della quota di mercato è tanto più forte quanto più è debole l’intensità delle

preferenze.

2. Supponendo che ciascuna marca di automobili sia venduta da un produttore indipendente, e che il costo marginale di

produzione delle automobili sia pari 3.000 euro, determinare come varia il profitto totale della impresa i quando

aumenta di un euro il prezzo delle sue automobili, e rimane costante il prezzo delle altre marche di automobili.

Le automobili vendute dall’impresa che aumenta il prezzo di un euro diminuiscono di 400.000/20.000 = 20; il suo

ricavo totale, da un lato aumenta in misura pari a un euro per il numero di automobili vendute, dall’altro diminuisce

in misura pari a 20P, mentre il suo costo totale di produzione diminuisce in misura pari a 20*3.000; il suo profitto

totale varia quindi in misura pari a 400.000(1/n – (1/20.000)*(Pi – Pa)) – 20(Pi - 3.000) (2).

3. Determinare il prezzo di equilibrio delle automobili in ciascun paese in funzione del numero dei produttori.

Per ciascun produttore conviene aumentare il prezzo se la variazione del profitto totale è positiva. Partendo da livelli

bassi del prezzo, inizialmente è presumibile che il valore della (2) sia positivo, poiché quando il prezzo è basso la

quantità venduta è elevata, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo è forte, mentre il margine di profitto è

basso, e quindi l’effetto negativo dell’aumento di prezzo è debole. Man mano che il prezzo aumenta, la quantità

venduta, e quindi l’effetto positivo dell’aumento di prezzo, diminuisce, mentre il margine di profitto, e quindi l’effetto

negativo dell’aumento di prezzo, aumenta. E’ presumibile quindi ritenere che la variazione del profitto totale

determinata da un aumento di prezzo sia per un tratto positiva e poi negativa. Il prezzo che massimizza il profitto può

essere ottenuto individuando il punto in cui la variazione del profitto passa da un valore positivo a uno negativo, vale

a dire prezzo in corrispondenza del quale un aumento di prezzo determina una variazione del profitto pari a zero. Se

si suppone che le diverse imprese siano identiche per quel che riguarda sia i costi di produzione, sia le caratteristiche

della domanda per la loro marca di automobili, sia le strategie di massimizzazione del profitto, si può presumere che il

valore del prezzo che massimizza il profitto sarà lo stesso per tutte le imprese, e che a questo valore comune del prezzo

ciascuna impresa abbia una quota di mercato uguale a 1/n. Sotto questa ipotesi la (2) diventa: 400.000/n – 20(P -

3.000) ; ponendo la condizione che essa sia uguale a zero, e risolvendola per P, si ottiene: 400.000/n – 20P + 60.000

= 0; P = 3.000 + 20.000/n (3); ricordando che 20.000 misura l’intensità delle preferenze per ciascuna marca di

automobili, la (3) mette in evidenza che man mano che diminuisce l’intensità delle preferenze il prezzo che massimizza

il profitto si avvicina sempre più al costo marginale. Al limite se l’intensità delle preferenze è zero, vale a dire se i

89

consumatori sono indifferenti fra le diverse marche di automobili, il prezzo di equilibrio è uguale al costo marginale,

indipendentemente dal numero delle imprese (paradosso di Bertrand). A parità di intensità delle preferenze, il prezzo

di equilibrio tende a diminuire all’aumentare del numero delle imprese. Ciò perché, all’aumentare del numero delle

imprese diminuisce, per una data dimensione del mercato, la quantità venduta da ciascuna di esse, e quindi è meno

forte l’impatto positivo sul profitto di un aumento del prezzo.

4. Supponendo libertà di entrata e uscita a costo zero, determinare il numero di equilibrio delle imprese in

ciascun paese nel lungo periodo, ipotizzando che ciascuna impresa abbia costi fissi per un valore pari a 500 milioni

di euro.

Un settore produttivo caratterizzato da liberta di entrata e uscita a costo zero, è in equilibrio di lungo periodo quando

il profitto economico di ciascuna impresa è pari a zero. Poiché nel calcolo del profitto economico vengono incluse fra i

costi di produzione le remunerazioni normali per il lavoro dell’imprenditore e per il capitale proprio dell’impresa,

quando il profitto economico è nullo significa che l’imprenditore ottiene per il suo lavoro e per i suoi capitali delle

remunerazioni equivalenti a quelle che potrebbe ottenere, a parità di rischio, in altre attività.

Ricordando l’espressione trovata per il prezzo di equilibrio, e tenendo conto cha ciascuna impresa ha una quota di

mercato pari a 1/n, e quindi un numero di automobili vendute pari a 400.000/n, la condizione di profitto economico

nullo è la seguente: (3.000 + 20.000/n – 3.000)*400.000/n – 500.000.000 = 0.

Risolvendo per n, si ottiene: 20.000*400.000 = 500.000.000*n*n; n*n = 16; n = 4.

5. Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili in ciascun paese

Applicando la (3), si ottiene: P = 3.000 + 20.000/4 = 8.000

6. Determinare il prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese ipotizzando che i 16 paesi, ognuno con una

domanda di 400 mila automobili all’anno, liberalizzino gli scambi reciproci di automobili.

La funzione di domanda per ciascuna marca di automobili, nel mercato integrato, diventa Qd = 6.4 00.000(1/n –

(1/20.000)*(Pi – Pa)). La condizione di massimizzazione del profitto è:

6.400.000(1/n – (1/20.000)*(Pi – Pa)) – 320 (Pi-3.000) = 0 ; ipotizzando come prima che in equilibrio i prezzi delle

diverse marche di automobili siano uguali si ottiene, come prima, P = 3.000 + 20.000/n . Il risultato mostra che la

dimensione del mercato non ha alcuna influenza sul prezzo di equilibrio in funzione del numero delle imprese.

(un aumento della dimensione del mercato determina però un aumento di n. e quindi, indirettamente, una

diminuzione del prezzo.)

7. Determinare il numero di imprese di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato.

La condizione di equilibrio di lungo periodo per ciascuna impresa adesso diventa:

(3.000 + 20.000/n – 3.000)*6.400.000/n – 500.000.000 = 0. Risolvendo per n, si ottiene:

20.000*6.400.000 = 500.000.000*n*n; n*n = 256; n = 16.

8. Determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo delle automobili nel mercato integrato

Applicando la (3), si ottiene: P = 3.000 + 20.000/16 = 4.250

9. Discussione

L’esercizio mostra come, in presenza di economia di scala, l’integrazione dei mercati determina una diminuzione dei

prezzi dei prodotti e un aumento delle possibilità di scelta per i consumatori. Nell’esempio il prezzo di equilibrio di

lungo periodo delle automobili diminuisce da 8.000 a 4.250 euro, poiché l’integrazione dei mercati determina un

aumento della dimensione delle imprese, e quindi un maggiore sfruttamento delle opportunità di rendimenti crescenti

di scala. Nonostante il numero complessivo di imprese si riduca da 16*4 = 64 a 16, le possibilità di scelta per gli

acquirenti aumentano, In assenza di scambi internazionali ogni consumatore può scegliere fra le 4 marche di

automobili prodotte nel proprio paese. La libertà degli scambi internazionali consente a ciascuna di scegliere fra le 16

marche di automobili prodotte nel mercato integrato.

B) Curve di apprendimento e “malattia olandese”.

90

Economia Internazionale 13 giugno 2016

In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.)

1) Illustrare il concetto di costi opportunità costanti e crescenti facendo riferimento grafico anche alle frontiere delle

possibilità produttive di un paese.

2) Si considerino due paesi Francia e Ungheria che producono due beni fotocamere e marmellata utilizzando lavoro

high-skilled e lavoro low-skilled. La Francia è relativamente abbondante di lavoro high skilled mentre l’Ungheria è

relativamente abbondante di lavoro low skilled. La marmellata è il prodotto relativamente intensivo di lavoro low

skilled e le fotocamere F di lavoro high skilled.

Si supponga che in Francia si verifichi una crescita che aumenta nella stessa proporzione lavoro high e low skilled.

a) Come cambia la struttura del commercio internazionale (chi esporta cosa)?

b) Come cambia la frontiera delle possibilità produttive della Francia?

La Francia è relativamente abbondante di lavoro qualificato (high skilled) ovvero

(HS/LS)Francia>(HS/LS)Ungheria HS= high-skilled LS=low-skilled

Il bene fotocamere è relativamente intensivo di lavoro high skilled

(HS/LS)Fotocamere>(HS/LS)marmellata

Pertanto, in base al modello H-O, la Francia esporterà fotocamere mentre l’Ungheria esporterà marmellata.

Se in Francia entrambi i fattori aumentano nella stessa proporzione varrà ancora la relazione:

(HS/LS)Francia>(HS/LS)Ungheria

La struttura del commercio internazionale non si modifica: poiché la Francia continua ad essere relativamente

abbondante di lavoro qualificato, continuerà ad esportare le fotocamere (il bene intensivo HS) mentre l’Ungheria

continuerà ad esportare il bene marmellata.

b) La frontiera delle possibilità produttive si amplierà rispetto a quella prima dell’aumento del lavoro HS, ed avrà la

stessa forma e inclinazione. In Francia si verifica, cioè, una crescita bilanciata dal momento che l’aumento di

produzione di fotocamere sarà proporzionale all’aumento di produzione di marmellata.

3) Per produrre una lavatrice siano necessarie 100 ore di lavoro in A e 300 in B; per un tappeto siano necessarie 10 ore

di lavoro in A e 20 in B,

3a) In quale prodotto B ha un vantaggio comparato?

91

3b) Perché?

3c) Qual è la condizione di equilibrio competitivo fra A e B? Perché?

92

Economia Internazionale 11 luglio 2016

I. Tipologie di barriere non tariffarie

II. Date le seguenti funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi:

Giappone Irlanda

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un tavolo 0,6 18 18 540

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre una TV 4 62 120 180

Dotazioni complessive di fattori produttivi (miliardi ore di lavoro) 100 250 200 900

1) Determinare le quantità di tavoli e di TV producibili in un anno in autarchia:

in Giappone: 0,6Qtav + 4QTV = 100; 18 Qtav + 6 QTV = 250; 17,1 Qtav = 100; Qtav = 5,848 miliardi di unità

0,6 * 5,848. + 4 QTV =100; QTV = 24,1228 miliardi di unità

in Irlanda: 18 Qtav + 120 QTV = 200; 540 Qtav + 180 QTV = 900; 513 Qtav = 600; Qtav = 600/513 = 1,170 miliardi di

unità

21,053 + 120 QTV = 200 ; QTV = 1,491 miliardi di unità.

2) Calcolare il rapporto fra produzione di tavoli e produzione di TV in piena occupazione nei due Paesi, e

spiegare intuitivamente la principale causa della differenza:

Il rapporto fra produzione di tavoli e TV in piena occupazione è più elevato in Irlanda 1,170/1,491 = 0,785)

che in Giappone (5,848/24,1228 = 0,242).

Il rapporto fra produzione di tavoli e TV di piena occupazione è più basso in Giappone che in Irlanda,

poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore produttivo utilizzato in misura relativamente più

intensiva nella produzione di tavoli che in quella di TV, è minore in Giappone (250/100 =2,5) che in Irlanda

(900/200= 4,5)

3) Determinare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo delle TV in termini di tavoli:

in Giappone: 6/18 =1/3 < PTV/Ptav < 4/0,6 =20/3

in Irlanda: 180/540=1/3 < PTV/Ptav < 120/18 = 20/3

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il prezzo

relativo delle TV in termini di tavoli (e viceversa).

4) Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio delle TV in termini di tavoli in autarchia è presumibilmente più

alto in Irlanda che in Giappone :

Perché il rapporto fra produzione delle TV e dei tavoli di piena occupazione è più basso in Irlanda che in Giappone.

Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda, implica un prezzo relativo più elevato.

5) Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere

comprendente 8 tavoli e una TV a un livello di 3.600 dollari, sia in Giappone che in Irlanda, determinare i

prezzi in dollari di un tavolo (Ptav) e di una TV (PTV), e il salario dei lavoratori comuni (wlc) e qualificati (wlq),

in autarchia e con scambi internazionali liberi dei prodotti. Ipotizzare che il prezzo di equilibrio delle Tv in

termini di tavoli in autarchia sia 6 in Irlanda e 2 in Giappone, e che esso sia 3 in caso di libertà degli scambi

internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

93

essere diverso in Giappone e in Irlanda; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico nei due Paesi.

AUTARCHIA

GIAPPONE

PTV = 2 Ptav; 8 Ptav + 2 Ptav =10 Ptav =3.600; Ptav = 360; PTV =720. Per produrre un tavolo sono necessarie 0,6 ore di

lavoro qualificato e 18 ore di lavoro comune; per produrre una TV sono necessarie 4 ore di lavoro qualificato e 6 ore

di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per le TV e i tavoli implica:

0,6 wlq + 18 wlc = 360; 4 wlq + 6 wlc = 720; 3,8 wlq =600; wlq = 157,895 dollari all’ora ; 18 wlc = 360 – 94,737 ; wlc =

14,737 dollari all’ora

wlq / wlc = 157,895/14,737 =10,714

IRLANDA

PTV = 6 Ptav; 8 Ptav + 6 Ptav = 3.600 ; 14 Ptav =3.600; Ptav = 257,143 PTV = 1542,857.

Per produrre un tavolo sono necessarie 18 ore di lavoro qualificato e 540 ore di lavoro comune; per produrre una TV

sono necessarie 120 ore di lavoro qualificato e 180 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di

produzione dei tavoli e delle TV implica:

18 wlq + 540 wlc = 257,143; 120 wlq + 180 wlc = 1542,857; 342 wlq = 4.628,571; Plq = 13,534 dollari all’ora

wlc = (257,143 – 243,609)/540 ; wlc = 0,451 dollari all’ora ; wlq / wlc = 13,534/0,451 = 30,009

Commento: l’abbondanza relativa di lavoro comune rispetto al lavoro qualificato in Irlanda rispetto al Giappone si

riflette in autarchia in un prezzo relativo del lavoro qualificato in termini di lavoro comune più elevato in Irlanda che

in Giappone.

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

GIAPPONE

PTV = 3 Ptav; 8 Ptav + 3 Ptav = 3.600; 11 Ptav =3.600; Ptav = 327,273; PTV = 981,818. Per effetto degli scambi

internazionali il prezzo dei tavoli in Giappone diminuisce da 360 a 327,273 dollari; mentre il prezzo delle TV aumenta

da 720 a 981,818 dollari; ciò perché la domanda di tavoli giapponesi diminuisce, poiché parte della domanda

giapponese di tavoli è soddisfatta da produttori irlandesi, mentre la domanda di TV giapponesi aumenta, poiché ai

produttori giapponesi di TV si rivolge ora anche parte della domanda irlandese. La diminuzione del prezzo dei tavoli e

l’aumento del prezzo delle TV determinano in Giappone un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una

diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono

essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi unitari di produzione:

0,6 wlq + 18 wlc = 327,273; 4 wlq + 6 wlc = 981,818; 11,4 wlq =2.618,181; wlq = 229,665 dollari all’ora ; 6 wlc =

981,818 – 918,66 ; wlc = 10,526 dollari all’ora wlq / wlc = 229,665/10,526 =21,819

Per effetto degli scambi internazionali con l’Irlanda il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in Giappone aumenta da 10,714 a 21,819; la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi in Giappone quindi

aumenta.

IRLANDA

PTV = 3 Ptav; 8 Ptav + 3 Ptav = 3.600; 11 Ptav =3.600; Ptav = 327,273; PTV = 981,818. Per effetto degli scambi

internazionali il prezzo delle TV in Irlanda diminuisce da 1.542,857 a 981,818 dollari; mentre il prezzo dei tavoli

aumenta da 257,143 a 327,273 dollari; ciò perché la domanda di TV irlandesi diminuisce, poiché parte della domanda

irlandese di TV è soddisfatta da produttori giapponesi, mentre la domanda di tavoli irlandesi aumenta, poiché ai

produttori irlandesi di tavoli si rivolge ora anche parte della domanda giapponese. La diminuzione del prezzo delle TV

e l’aumento del prezzo dei tavoli determinano in Irlanda un aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione

del prezzo del lavoro qualificato. I nuovi prezzi di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere

ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi unitari di produzione:

18 wlq + 540 wlc = 327,273; 120 wlq + 180 wlc = 981,818; 342 wlq = 2.618,181; wlq = 7,656 dollari all’ora

94

wlc = (327,273 – 137,799)/540 ; wlc = 0,351 dollari all’ora ; wlq / wlc = 7,656/0,351 = 21,812

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Il modello di Heckscher-Ohlin prevede il pareggiamento dei prezzi relativi dei fattori fra Irlanda e Giappone. In

autarchia si hanno salari relativi di wlq / wlc = 30,009 $ in Irlanda e 10,714 $ in Giappone, con scambi internazionali

liberi si verifica che i salari relativi nei due Paesi si equalizzano wlq / wlc = 21,8. Per effetto degli scambi

internazionali le disuguaglianze di reddito, misurate dal rapporto wlq/wlc, si riducono in Irlanda (da 30,0 a 21,8) e

aumentano in Giappone (da 10,7 a 21,8).

III. Verifiche empiriche del modello di Ricardo e di H-O a confronto

95

Economia Internazionale 20 settembre 2016

In stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno di corso (I, II, III, IV, F.C.)

A. Nel gennaio 2009 gli Stati Uniti d’America hanno deciso di imporre un dazio sulle importazioni italiane di acque

minerali. Illustrare gli effetti prodotti dall’introduzione del dazio statunitense sul paese stesso, ipotizzando che in una

situazione di libero scambio gli Usa (paese grande) esportino carne bovina e importino acque minerali dall’Italia.

B. Per produrre uno scooter siano necessarie 100 ore di lavoro in America e 250 in Malesia e per produrre una t-

shirt siano necessarie 5 ore di lavoro in America e 8 in Malesia. Supponendo che l’unico fattore produttivo sia il

lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti e che i mercati siano in concorrenza perfetta,

a) determinare il prodotto in cui ciascun paese ha un vantaggio comparato e spiegare perché:

b) determinare il prezzo relativo degli scooter in termini di t-shirts in assenza di scambi internazionali:

c) individuare la condizione per cui l’apertura al commercio internazionale è vantaggiosa per entrambi i paesi, e

indicare la condizione di indifferenza fra commerciare e non commerciare:

96

Supponendo che i due paesi abbiano a disposizione 1200 unità di lavoro l’anno, e che il prezzo internazionale degli

scooter in termini di t-shirts sia 25,

d) rappresentare graficamente le frontiere delle possibilità produttive per i due paesi in assenza e in presenza di

scambi commerciali internazionali:

Ipotizzando che in America il prezzo annuale del lavoro sia 50.000 $,

e) determinare i valori minimi e massimi del salario monetario in Malesia:

f) calcolare il salario monetario annuale della Malesia, e determinare il rapporto fra i salari monetari in America e

in Malesia:

C. Illustrare le principali differenze fra il modello di Heckscher-Ohlin e il modello di Ricardo:

97

Economia Internazionale 7 novembre 2016

In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE

QUINDI NEGLI SPAZI DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI

ESSENZIALI DELLA RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE

CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO SCRIVERE COGNOME E

NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI RICHIESTE. RISPOSTE DEL TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O

INCOMPRENSIBILI COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

A. Utilizzando la frontiera delle possibilità produttive concava e le curve di indifferenza collettive illustrare

graficamente gli effetti del commercio internazionale sull’economia di un Paese.

B. Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi siano le seguenti:

AMERICA INDIA

LQ LC LQ LC

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio semplice 0,5 16 20 640

Ore di lavoro qualificato (LQ) e comune (LC) necessarie per produrre un servizio complesso 2 42 180 160

Dotazioni complessive di fattori produttivi (milioni di lavoratori) 120 270 150 1200

1) Determinare le quantità di servizi semplici (Qss) e di servizi complessi (Qsc) producibili in un anno

impiegando pienamente sia il lavoro qualificato sia il lavoro comune (fermarsi alle prime tre cifre decimali):

in America: 0,5Qss + 2Qsc = 120; 16Qss + 4Qsc = 270; 15Qss = 30; Qss = 2 miliardi di unità

0,5 * 2. + 2Qsc =120; Qsc = 59,5 miliardi di unità

in India: 20Qss + 80Qsc = 150; 640Qss + 160Qsc = 1.200; 600Qss = 900; Qss = 1,5 miliardi di unità

30 + 80Qsc =150 ; Qsc = 120/80 = 1,5 miliardi di unità.

2) Calcolare il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione

in India e in America, e spiegare intuitivamente la principale causa della differenza:

Il rapporto fra produzione di servizi semplici e produzione di servizi complessi in piena occupazione è più basso in

America (2/59,5 = 0,0336) che in India (1,5/1,5 = 1), poiché la dotazione relativa di lavoro comune, il fattore

produttivo utilizzato in misura relativamente più intensiva nella produzione di servizi semplici che in quella di servizi

complessi, è minore in America (270/120 =2,25) che in India (1.200/150= 8).

3) Determinare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici:

in America: 4/16 =1/4 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 2/0,5 = 4

in India: 160/640=1/4 < Pservizi complessi/Pservizi semplici < 80/20 = 4

Man mano che aumenta il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro comune aumenta il

prezzo relativo dei servizi complessi in termini di servizi semplici (e viceversa).

4) Spiegare perché il prezzo relativo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi semplici in autarchia

è presumibilmente più alto in India che in America :

Perché il rapporto fra produzione di servizi complessi e produzione di servizi semplici di piena occupazione è più basso

in India che in America. Una minore offerta relativa, a parità di composizione della domanda, implica un prezzo

relativo più elevato.

98

5) Supponendo che l’obiettivo della politica monetaria sia mantenere il costo di acquisto di un paniere

comprendente 7 servizi semplici e due servizi complessi a un livello di 4.500 dollari, sia in America sia in

India, determinare i prezzi in dollari di servizi semplici (Psc), servizi complessi (Psc), lavoro comune (Plc) e

lavoro qualificato (Plq), in equilibrio di concorrenza perfetta, in America e in India, in autarchia e con scambi

internazionali liberi dei prodotti. Ipotizzare che il prezzo di equilibrio dei servizi complessi in termini di servizi

semplici in autarchia sia 3,5 in India e 1,5 in America, e che esso sia 2 in caso di libertà degli scambi

internazionali di prodotti.

I prezzi di equilibrio dei fattori produttivi possono essere determinati imponendo la condizione che per ciascun

prodotto e in ciascun paese il costo di produzione sia uguale al prezzo. In autarchia il prezzo di ciascun prodotto può

essere diverso in America e in India; con scambi internazionali liberi e costi di trasporto nulli il prezzo di ciascun

prodotto è identico in America e in India.

AUTARCHIA

AMERICA

Psc = 1,5Pss; 7Pss + 3Pss =10Pss = 4.500; Pss = 450; Psc =675. Per produrre un servizio semplice sono necessarie

0,5 ore di lavoro qualificato e 16 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono necessarie 2 ore di

lavoro qualificato e 4 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di produzione per i servizi

semplici e i servizi complessi implica:

0,5Plq + 16Plc = 450; 2Plq + 4Plc = 675; 60Plc =1.125; Plc = 18,75 dollari all’ora ; 0,5Plq = 450 – 300 ; plq = 300

dollari all’ora

Plq/Plc = 300/18,75 = 16

INDIA

Psc = 3,5Pss; 7Pss + 7Pss = 4.500 ; 14Pss =4.500; Pss = 321,4 Psc = 1.125. Per produrre un servizio semplice sono

necessarie 20 ore di lavoro qualificato e 640 ore di lavoro comune; per produrre un servizio complesso sono

necessarie 80 ore di lavoro qualificato e 160 ore di lavoro comune. Quindi, l’uguaglianza fra prezzo e costo di

produzione per i servizi semplici e i servizi complessi implica:

20Plq + 640Plc = 321,4; 80Plq + 160Plc = 1.125; 2.400Plc = 160,6; Plc = 0,067 dollari all’ora

Plq = (321,4 – 42,8)/20 ; Plq = 13,93 dollari all’ora ; Plq/Plc = 13,93/0,067 = 207,89

Commento: l’abbondanza relativa di lavoro comune rispetto al lavoro qualificato in India rispetto all’America si

riflette in autarchia in un prezzo relativo del lavoro qualificato in termini di lavoro comune più elevato in India che in

America.

LIBERTA’ DI SCAMBI INTERNAZIONALI DI PRODOTTI

AMERICA

Psc = 2Pss; 7Pss + 4Pss = 4.500; 11Pss =4.500; Pss = 409,1; Psc = 818,18. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi semplici in America diminuisce da 450 a 409,1 dollari; mentre il prezzo dei servizi complessi

aumenta da 675 a 818,18 dollari; ciò perché la domanda di servizi semplici americani diminuisce, poiché parte della

domanda americana di servizi semplici è soddisfatta da produttori indiani, mentre la domanda di servizi complessi

americani aumenta, poiché ai produttori americani di servizi complessi si rivolge ora anche parte della domanda

indiana. La diminuzione del prezzo dei servizi semplici e l’aumento del prezzo dei servizi complessi determinano in

America un aumento del prezzo del lavoro qualificato e una diminuzione del prezzo del lavoro comune. I nuovi prezzi

di equilibrio concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra

prezzi e costi unitari di produzione:

0,5Plq + 16Plc = 409,1; 2Plq + 4 Plc = 818,18; 60Plc =818,22; Plc = 13,637 dollari all’ora ; 0,5Plq = 409,1 –

218,19 ; plq = 381,816 dollari all’ora

Plq/Plc = 381,816/13,637 =28

Per effetto degli scambi internazionali con l’India il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in America aumenta da 16 a 28; la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi in America quindi aumenta.

INDIA

99

Psc = 2Pss; 7Pss + 4Pss = 4.500; 11Pss =4.500; Pss = 409,1; Psc = 818,18.. Per effetto degli scambi internazionali il

prezzo dei servizi complessi in India diminuisce da 1.125 a 818,18 dollari; mentre il prezzo degli servizi semplici

aumenta da 321,4 a 409,1 dollari; ciò perché la domanda di servizi complessi indiani diminuisce, poiché parte della

domanda indiana di servizi complessi è soddisfatta da produttori americani, mentre la domanda di servizi semplici

indiani aumenta, poiché ai produttori indiani di servizi semplici si rivolge ora anche parte della domanda americana.

La diminuzione del prezzo dei servizi complessi e l’aumento del prezzo dei servizi semplici determinano in India un

aumento del prezzo del lavoro comune e una diminuzione del prezzo del lavoro qualificato. I nuovi prezzi di equilibrio

concorrenziale dei fattori produttivi possono essere ottenuti ponendo la condizione di eguaglianza fra prezzi e costi

unitari di produzione:

20Plq + 640Plc = 409,1; 80Plq + 160 Plc = 818,18; 2400Plc =818,22; Plc = 0,341 dollari all’ora ; 20Plq

= 409,1 – 218,19 ; plq = 9,545 dollari all’ora Plq/Plc = 9,545/0,341 =28

Per effetto degli scambi internazionali con l’America il rapporto fra prezzo del lavoro qualificato e prezzo del lavoro

comune in India diminuisce da 207,89 a 28; la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi in India quindi

diminuisce.

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Gli scambi internazionali, come postulato da Samuelson, tendono ad eliminare le differenze nei prezzi relativi dei

fattori produttivi fra i Paesi (Teorema del pareggiamento del prezzo relativo dei fattori o Factor price equalization

theorem). In questo caso il prezzo dei fattori produttivi è rappresentato dai salari corrisposti ai lavoratori qualificati e

comuni. Si passa infatti da una situazione di autarchia con prezzi relativi dei fattori diversi (esattamente Plq/plc =

207,89 in India e 16 in America) ad una situazione di libero commercio in cui si registra uno stesso rapporto salariale

fra lavoratori qualificati e comuni (Plq/Plc = 28). Per effetto degli scambi internazionali le disuguaglianze salariali,

misurate dal rapporto Plq/Plc, si riducono in India (207,89 a 28) e aumentano in America (da 16 a 28).

100

Economia Internazionale, 9 gennaio 2017 (1)

1) Illustrare il modello gravitazionale come spiegazione dei flussi commerciali:

Il modello gravitazionale permette di spiegare l’influenza che hanno la dimensione delle economie e la distanza

geografica fra i paesi sui flussi commerciali. In pratica, il volume di importazioni ed esportazioni è direttamente

correlato alla dimensione economica dei paesi:

paesi più grandi producono più beni e servizi e quindi hanno più cose da vendere sul mercato estero.

paesi più grandi generano più reddito dalla vendita di beni e servizi e quindi i loro residenti sono in grado di

importare di più.

La distanza tra mercati influenza i costi di trasporto e quindi il costo delle importazioni e delle esportazioni.

La distanza può anche influenzare la capacità di instaurare contatti personali e le comunicazioni, che a loro volta

influenzano il commercio.

Nella sua versione ‘base’ il modello gravitazionale si formalizza:

Tij = A x Yi x Yj /Dij

dove:

Tij è il valore del commercio tra il paese i e il paese j

A è una costante (> 0)

Yi è il PIL del paese i

Yj è il PIL del paese j

Dij è la distanza fra il paese i e il paese j

2) La tabella seguente descrive le possibilità di produzione di due città:

Manchester Napoli

Pantaloncini bianchi all’ora 40 20

Maglie rosse all’ora 30 10

Servizi bus all’ora 300 315

Si supponga, che l’unico fattore produttivo sia il lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti, che i mercati siano in

concorrenza perfetta, che il prezzo del lavoro pagato dalle imprese sia uguale al salario percepito dai lavoratori.

1a) In assenza di scambi commerciali, qual è il prezzo delle maglie rosse in termini di pantaloncini a Manchester e a

Napoli:

(Pmag/Ppan)manchester=40/30=1,33

(Pmag/Ppan)napoli=20/10=2

A Manchester una maglia rossa viene scambiata contro 1,33 pantaloncini bianchi, a Napoli una maglia rossa viene

scambiata contro 2 pantaloncini bianchi.

1b) Quale città ha un vantaggio assoluto nella produzione di ciascun tipo di maglia e quale un vantaggio comparato?

Il Manchester ha un vantaggio assoluto in tutte e due le produzioni poiché è più produttiva in entrambi i beni. Da un

punto di vista comparato, rapportando le produzioni relative si nota che il Manchester ha una produttività doppia

rispetto al Napoli nella produzione di pantaloncini bianchi (40/20=2) e una produttività tripla rispetto al Napoli nella

produzione di maglie rosse (30/10=3). Ciò implica che il Manchester gode di un vantaggio comparato nella

produzione di maglie rosse, poiché ha un vantaggio assoluto maggiore. Viceversa il Napoli ha una inefficienza relativa

minore nella produzione di pantaloncini bianchi (20/40=0,5> 10/30=0,33), per cui in questo prodotto mostra il suo

vantaggio comparato.

101

1c) Se le due città commerciassero tra loro quale tipo di maglia esporterebbe ciascuna?

Visto i rispettivi vantaggi comparati il Napoli esporterebbe pantaloncini bianchi verso il Manchester e quest’ultimo

esporterebbe maglie rosse verso il Napoli.

1d) Qual è il margine di prezzo entro cui gli scambi sono reciprocamente vantaggiosi?

40/30=1,33<(Pmag/Ppan)inter<20/10=2

1e) Quando si raggiunge l’equilibrio competitivo fra Manchester e Napoli?

L’equilibrio competitivo si raggiunge quando il rapporto fra il prezzo del lavoro a Manchester e il prezzo del lavoro a

Napoli è compreso fra le produttività del Manchester, ossia fra 2 e 3. In questo modo, infatti, il costo monetario di

produzione di un pantaloncino bianco sarebbe a Napoli minore o uguale che a Manchester, e il costo monetario di

produzione di una maglia rossa sarebbe a Manchester minore o uguale che a Napoli. Se il valore di questo rapporto

fosse minore di 2 il costo di produzione sarebbe più basso a Manchester che a Napoli in entrambi i prodotti; se fosse

maggiore di 3 il costo di produzione sarebbe più alto a Manchester che a Napoli sia per le maglie rosse che i

pantaloncini bianchi.

1f) Ad un prezzo relativo internazionale delle maglie rossonere pari a 1,5 perché entrambe le città vedrebbero

migliorate le proprie condizioni?

Perché con la specializzazione completa e il commercio, la produzione totale dell’economia cresce, ciò offre

l’occasione per migliorare il tenore di vita di tutti. Graficamente ciò si evince dall’ampliamento delle frontiere delle

possibilità produttive.

Manchester: in autarchia è possibile ottenere al massimo 40 pantaloncini bianchi e 30 maglie rosse. Con scambi

internazionali liberi il Manchester producendo 30 maglie rosse, può ottenere in cambio dal Napoli 30*1,5= 45

pantaloncini bianchi.

Napoli: in autarchia è possibile ottenere al massimo 20 pantaloncini bianchi e 10 maglie rosse. Con scambi

internazionali liberi il Napoli producendo 20 pantaloncini bianchi, può ottenere in cambio dal Manchester 20/1,5=

13,33 maglie rosse.

1g) Determinare il prezzo in euro delle maglie rosse e pantaloncini bianchi con scambi internazionali liberi sapendo

che il salario mensile a Napoli è pari a 1.500 euro:

Il prezzo internazionale dei pantaloncini bianchi sarà determinato dal loro costo unitario di produzione a Napoli, per

cui con un prezzo del lavoro pari a 1.500 euro, il costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale di un

pantaloncino bianco è 1.500/20 =75 euro.

Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale delle maglie rosse in termini di pantaloncini bianchi è

1,5, il prezzo internazionale di una maglia rossa sarà quindi 75*1,5 = 112,5 euro;

1h) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro a Manchester in euro:

Il prezzo del lavoro è 112,5*30=3.375 euro

1i) Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi bus a Manchester e a Napoli:

Manchester: 3.375/300 = 11,25 euro.

Napoli: 1.500/315 = 4,76 euro.

3) Secondo il World Development Report della Banca Mondiale, nel 2007 il reddito per abitante ai tassi di cambio

correnti è stato 21.560 dollari in Italia e 530 dollari in Cina; qual é il rapporto fra reddito monetario per abitante in

Italia e reddito monetario per abitante in Cina? 21.560/530 = 40,7

Qual è la causa principale di questa differenza così forte nel reddito monetario per abitante in Italia e in Cina?

Considerato che il rapporto fra reddito per abitante in Italia e reddito per abitante in Cina è circa uguale al rapporto

fra prezzo del lavoro in Italia e prezzo del lavoro in Cina, in base alla condizione di equilibrio competitivo si può

102

affermare che la causa principale di un reddito monetario per abitante circa 40 volte più elevato in Italia che in Cina

è una produttività media del lavoro circa 40 volte maggiore in Italia che in Cina nei prodotti a mercato

internazionale, vale a dire nei prodotti che possono essere trasportati senza grandi difficoltà da un paese all’altro

come le borse e le macchine. Le differenze di produttività vanno valutate ovviamente tenendo conto anche delle

differenze di qualità dei prodotti.

4) Secondo il World Development Report della Banca Mondiale, nel 2003 il reddito per abitante in termini reali è stato

9,3 volte più alto in Italia che in Cina; il rapporto fra reddito per abitante in Italia e reddito per abitante in Cina è

più alto in termini nominali o in termini reali?

La differenza di reddito fra Italia e Cina è molto più alta in termini nominali (40,7) che in termini reali (9,3).

Perché?

Le differenze di reddito fra Italia e Cina sono molto più grandi in termini nominali che in termini reali, poiché, mentre

i prezzi dei beni a mercato internazionale come le borse e le macchine tendono ad essere sostanzialmente uguali in

Italia e in Cina, i prezzi dei beni a mercato locale, come gran parte dei servizi, soprattutto quelli tradizionali, e le

costruzioni, sono molto più alti in Italia che in Cina. Ciò perché le differenze nel costo del lavoro fra Italia e Cina

devono compensare le differenze di produttività nella produzione di beni a mercato internazionale, che sono molto più

elevate delle differenze di produttività nei prodotti a mercato locale

5) Analizzare gli effetti delle restrizioni “volontarie” alle esportazioni imposte recentemente alla Cina dagli Stati Uniti

e dai paesi dell’Unione Europea.

Per difendere in qualche misura i produttori nazionali dalla concorrenza cinese Stati uniti e Unione Europea hanno

due principali possibilità: 1) introdurre dei dazi sulle importazioni dalla Cina;2) “convincere” le imprese cinesi a

restringere “volontariamente” la crescita delle loro esportazioni.

Entrambe le misure sono ovviamente dannose per i consumatori europei e americani di prodotti cinesi esportabili e

per i produttori cinesi di questi beni; esse sono invece vantaggiose per i produttori americani ed europei di prodotti

simili a quelli importabili dalla Cina. Esse sono inoltre entrambe complessivamente dannose, poiché il valore dei

vantaggi che esse comportano per i produttori americani ed europei è minore dei danni che esse provocano ai

consumatori americani ed europei e ai produttori cinesi.

La differenza fra dazi sulle importazioni e restrizioni “volontarie” delle esportazioni è che i dazi danneggiano due

volte i produttori cinesi: perché riducono le loro vendite all’estero e perché determinano una riduzione nei prezzi di

vendita dei loro prodotti. Le restrizioni “volontarie” delle esportazioni sono meno dannose per i produttori cinesi,

perché in questo caso essi da un lato vendono una quantità inferiore di prodotti all’estero ma li vendono a prezzi più

alti. Ovviamente dal punto di vista di America ed Europa sarebbero preferibili i dazi, ma visto che sono questi paesi a

volere le restrizioni delle importazioni dalla Cina, appare meno iniquo farlo in modo da ridurne gli effetti negativi per

la Cina.

6) Il paradosso di Leontief

103

Economia Internazionale, 9 gennaio 2017 (2)

1) Per produrre una macchina siano necessarie 80 ore di lavoro in Giappone e 240 in Spagna; per produrre un abito

siano necessarie 2 ore di lavoro in Giappone e 4 in Spagna; per produrre una unità di servizi siano necessarie 0,4 ore

di lavoro in Giappone e 0,5 in Spagna. Si supponga che un anno comprenda 2.400 ore di lavoro, che il prezzo di un

anno di lavoro in Giappone sia 48.000 mila euro, che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in

termini di abiti sia uguale a 50.

Si supponga, per semplicità, che l’unico fattore produttivo sia il lavoro, che i rendimenti di scala siano costanti, che

i mercati siano in concorrenza perfetta, che il prezzo del lavoro pagato dalle imprese sia uguale al salario percepito

dai lavoratori.

1a) Indicare la struttura degli scambi commerciali:

Per identificare la struttura degli scambi si determinano i vantaggi comparati dei due paesi. Sapendo che quantità di

lavoro necessaria per produrre un abito è 2 volte più alta in Spagna (4/2) che in Giappone, e che la quantità di lavoro

necessaria per produrre una macchina è 3 volte più elevata in Spagna che in Giappone (240/80), la Spagna risulta

relativamente meno inefficiente nella produzione di abiti. Per cui la Spagna esporterà abiti verso il Giappone e

importerà da questi macchine, e il Giappone esporterà macchine verso la Spagna e importerà abiti dalla Spagna

essendo la produttività giapponese 2 volte più alta di quella della Spagna nella produzione di abiti e 3 volte più alta

nella produzione di macchine.

1b) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra Spagna e Giappone:

Per avere equilibrio competitivo è necessario che in assenza di scambi il costo di produzione, in una moneta comune,

sia più basso in Giappone per un prodotto è più basso in Spagna per l’altro, o almeno che esso sia per un prodotto

uguale in Spagna e in Giappone. La condizione di equilibrio competitivo richiede che il rapporto fra il prezzo del

lavoro in Giappone e il prezzo del lavoro in Spagna sia compreso fra le produttività giapponesi 2 e 3. In questo modo,

infatti, il costo monetario di produzione di un abito sarebbe in Spagna minore o uguale che in Giappone, e il costo

monetario di produzione di una macchina sarebbe in Giappone minore o uguale che in Spagna. Se il valore di questo

rapporto fosse minore di 2 il costo di produzione sarebbe più basso in Giappone che in Spagna sia per le macchine che

per gli abiti; se fosse maggiore di 3 il costo di produzione sarebbe più alto in Giappone che in Spagna sia per le

macchine che per gli abiti.

1c) Determinare gli estremi della frontiera del salario reale annuo in termini di abiti e macchine, in Giappone e in

Spagna, in autarchia e con scambi internazionali liberi:

Giappone: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.400/80 = 30 macchine, oppure

2.400/2 = 1.200 abiti. Con scambi internazionali liberi il Giappone, producendo 30 macchine, può ottenere in cambio

dalla Spagna 30*50= 1.500 abiti.

Spagna: in autarchia con un anno di lavoro è possibile ottenere al massimo 2.400/240 = 10 macchine oppure 2.400/4

= 600 abiti. Con scambi internazionali liberi la Spagna, producendo 600 abiti, può ottenere dal Giappone, in cambio

di essi, 600/50 = 12 macchine.

1d) Determinare il prezzo di equilibrio delle macchine e degli abiti, in euro, con scambi internazionali liberi:

Se la condizione di equilibrio competitivo è soddisfatta, la produzione delle macchine sarà sicuramente competitiva in

Giappone e la produzione di abiti sarà sicuramente competitiva in Spagna. Il prezzo internazionale delle macchine

sarà quindi determinato dal loro costo unitario di produzione in Giappone. Se il prezzo di un anno di lavoro in

Giappone è 48.000 euro, il costo di produzione, e quindi il prezzo internazionale, di una macchina è 48.000/30 = 1.600

euro. Poiché si è ipotizzato che il prezzo di equilibrio internazionale delle macchine in termini di abiti sia 50, il prezzo

internazionale di un abito sarà quindi 1.600/50 = 32 euro;

1e) Determinare il prezzo di equilibrio del lavoro in Spagna, in euro:

Affinché il costo di produzione di un abito sia in Spagna 32 euro, il prezzo di un anno di lavoro in Spagna dovrà essere

uguale al numero di abiti che può essere ottenuto in Spagna con un anno di lavoro (2.400 ore di lavoro/4 ore per

abito) = 600 abiti, per 32 (prezzo di ciascun abito) = 19.200 euro. Si può verificare che 48.000/19.200 = 2,5 che è

compreso fra 2 e 3, così come richiesto dalla condizione di equilibrio competitivo.

1f) Determinare il prezzo di equilibrio concorrenziale di una unità di servizi in Giappone e in Spagna:

104

Giappone: Un’ora di lavoro in Giappone costa 48.000/2.400 = 20 euro; una unità di servizi che richiede 0,4 ore di

lavoro ha un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 20*0,4 = 8 euro.

Spagna: Un’ora di lavoro in Spagna costa 19.200/2.400 = 8 euro; una unità di servizi che richiede 0,5 ore di lavoro

ha un costo, e quindi un prezzo di equilibrio concorrenziale, pari a 0,5*8= 4 euro.

2) Secondo il World Development Report della Banca Mondiale, nel 2014 il reddito per abitante ai tassi di cambio

correnti era 34.510 dollari in Giappone e 16.990 dollari in Spagna; il reddito per abitante in dollari aventi uguale

potere di acquisto era 28.620 dollari in Giappone e 22.620 dollari in Spagna.

2a) Cosa riflette principalmente il rapporto dei redditi per abitante a tassi di cambio correnti in Giappone e Spagna?

Il rapporto dei redditi per abitante a tassi di cambio correnti riflette principalmente la differenza media di produttività

fra Giappone e Spagna nei beni facilmente trasferibili nello spazio come gli abiti e le macchine. Considerato che il

rapporto fra reddito per abitante in Giappone e reddito per abitante in Spagna è circa uguale al rapporto fra prezzo

del lavoro in Giappone e prezzo del lavoro in Spagna, in base alla condizione di equilibrio competitivo si può

affermare che la causa principale di un reddito monetario per abitante circa 2 volte più elevato in Giappone che in

Spagna è una produttività media del lavoro circa 2 volte maggiore in Giappone che in Spagna nei prodotti a mercato

internazionale, vale a dire nei prodotti che possono essere trasportati senza grandi difficoltà da un paese all’altro

come gli abiti e le macchine. Le differenze di produttività vanno valutate ovviamente tenendo conto anche delle

differenze di qualità dei prodotti.

2b) Cosa riflette principalmente il rapporto dei redditi per abitante in dollari aventi uguale potere di acquisto in

Giappone e Spagna?

Il rapporto dei redditi per abitante in dollari aventi uguale potere di acquisto in Giappone e Spagna riflette le

differenze medie ponderate di produttività in Giappone e Spagna in tutte le produzioni, sia quelle di beni a mercato

internazionale (facilmente trasferibili nello spazio), sia quelle di beni a mercato esclusivamente locale perché

difficilmente trasferibili nello spazio.

2c) Il rapporto fra reddito per abitante in Giappone e reddito per abitante in Spagna è più alto in termini di dollari a

tassi di cambio correnti o in termini di dollari aventi uguale potere di acquisto in Giappone e Spagna?

Il rapporto fra reddito per abitante in Giappone e reddito per abitante in Spagna è più alto in termini di dollari a tassi

di cambio correnti (2,03), che in termini di dollari aventi uguale potere di acquisto in Giappone e Spagna (1,27).

2d) Perché?

Il rapporto fra reddito per abitante in Giappone e reddito per abitante in Spagna è più alto in termini di dollari a tassi

di cambio correnti, che in termini di dollari aventi uguale potere di acquisto in Giappone e Spagna poiché, mentre i

prezzi dei beni a mercato internazionale come gli abiti e le macchine tendono ad essere sostanzialmente uguali in

Giappone e in Spagna, i prezzi dei beni a mercato locale, come gran parte dei servizi, soprattutto quelli tradizionali, e

le costruzioni, sono più alti in Giappone che in Spagna. Ciò perché le differenze nel costo del lavoro fra Giappone e

Spagna devono compensare le differenze di produttività fra Giappone e Spagna nella produzione di beni a mercato

internazionale, che sono in genere più elevate delle differenze di produttività nei prodotti a mercato locale. In altri

termini, perché le differenze medie di produttività fra Giappone e Spagna sono più forti quando si considerano

soltanto i beni facilmente trasferibili nello spazio come abiti e macchine, che quando si considerano anche i beni

difficilmente trasferibili, e quindi a mercato esclusivamente locale, come le costruzioni e gran parte dei servizi.

3) Analizzare graficamente gli effetti di un dazio alle importazioni in equilibrio generale, per un paese relativamente

piccolo.

Gli effetti dei dazi alle importazioni in equilibrio generale possono essere evidenziati mediante la curva di

trasformazione e le curve d’indifferenza del paese considerato in termini di beni importabili e beni esportabili. I dazi

alle importazioni determinano una diminuzione degli scambi internazionali, se le importazioni del paese considerato

rappresentano una quota molto piccola delle importazioni mondiali, i suoi dazi non provocano alcuna variazione

significativa delle sue ragioni di scambio. I dazi alle importazioni introdotti da un paese piccolo provocano una

diminuzione del livello di benessere sia del paese che li impone, sia dei paesi che li subiscono poiché essi provocano

una riduzione degli scambi internazionali, e quindi dei relativi vantaggi.

105

Economia Internazionale, 9 gennaio 2017 (3)

In stampatello COGNOME _________________ NOME __________Data di Nascita______________

Matricola___________Corso di Laurea__________anno______ Firma______________________

ILLUSTRARE NEGLI SPAZI DISPONIBILI, IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI E LE MOTIVAZIONI DELLA RISPOSTA A

CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE O

FUORI TEMA.

I. Per produrre un monile siano necessarie 5 ore di lavoro in Vietnam e 4 ore di lavoro in Francia, per produrre un

navigatore siano necessarie 40 ore in Vietnam e 16 ore di lavoro in Francia e per realizzare un servizio di ristorazione

sia necessaria 1 ora in entrambi i Paesi. Nelle ipotesi del modello di Ricardo,

1) determinare il bene in cui ciascun Paese ha un vantaggio comparato dopo averne illustrato il significato e indicare

la possibile struttura degli scambi internazionali:

Vietnam Francia

monile 5 4

navigatore 40 16

servizio 1 1

Il Vietnam ha uno svantaggio assoluto in entrambe le produzioni. In particolare, per la fabbricazione di un monile il

Vietnam impiega 1.25 (5/4) ore in più rispetto alla Francia, per quella di un navigatore 2.5 (40/16) ore in più rispetto

alla Francia, per cui lo svantaggio minore del Vietnam è nella produzione di monili, ed è in questo prodotto che il

Vietnam ha un vantaggio comparato. Viceversa, la Francia ha un vantaggio comparato nella produzione di navigatori.

Il Vietnam produrrà ed esporterà monili, importando navigatori dalla Francia.

La Francia realizzerà ed esporterà navigatori, importando monili dal Vietnam.

2) calcolare il prezzo relativo di autarchia dei navigatori (Pnav) in termini di monili (Pmon) in Vietnam e in Francia:

Il prezzo relativo per i due Paesi sarà:

Francia: Pnav/Pmon=16/4=4

Vietnam: Pnav/Pmon=40/5=8

3) individuare la condizione per cui l’apertura al commercio internazionale sia vantaggiosa per entrambi i Paesi e

spiegarne il perchè:

In presenza di commercio, il prezzo relativo di equilibrio dei navigatori deve trovarsi tra

4<(Pnav/Pmon)internazionale

<8

4) Supponendo che un anno di lavoro comprenda 2.000 ore, illustrare il significato di frontiera delle possibilità

produttive e rappresentare graficamente le frontiere del Vietnam e della Francia in autarchia e in presenza di

scambi internazionali sapendo che la ragione di scambio internazionale dei navigatori in termini di monili è pari a

5:

106

5) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo e determinare i valori di minimo e massimo del salario in Vietnam

sapendo che il prezzo annuale del lavoro in Francia è 30.000 euro:

Sebbene il modello ricardiano preveda che i prezzi relativi si equalizzino tra paesi in seguito all’apertura degli scambi,

esso non prevede che i salari relativi facciano lo stesso. Differenze nella produttività determinano le differenze salariali

nel modello di Ricardo. Un paese con vantaggio assoluto nella produzione di un bene, beneficerà quindi di salari

maggiori in quel settore all’apertura degli scambi. Questo implica che la condizione di equilibrio competitivo richiede

che il rapporto salariale fra la Francia e il Vietnam sia compreso fra le produttività relative della Francia, per cui:

1.25<(wfrancia/wvietnam)<2.5

Per determinare i valori di minimo e massimo del salario vietnamita si considera la suddetta condizione e

l’informazione salariale relativa alla Francia a disposizione:

1.25≤(30.000/wvietnam)≤2.5

wvietnam =30.000/1.25=24.000 wvietnam =30.000/2.5=12.000

I valori del Vietnam saranno compresi fra 12.000 e 24.000 euro

Poiché i lavoratori del Vietnam percepiscono un salario minore di quello percepito dai lavoratori francesi, essi riescono

a realizzare un vantaggio di costo (nella produzione dei monili), nonostante la loro inferiore produttività

6) Calcolare il prezzo in euro di un navigatore, di un monile e di un servizio:

Pnav= 30000/125=240 euro

Sapendo che Pnav/Pmon=5 e Pnav=240 => Pmon=240/5=48 euro

Il prezzo di un servizio in Francia è pari a 30000/2000=15 euro

Quello in Vietnam si ricava, calcolando prima il salario ossia 48*400=19.200 euro e dividendo per la quantità di

servizi prodotti ossia 2000, per cui 19.200/2000=9.60 euro

Qnavigatori Qnavigatori

Qmonili Qmonili

80 50

400 625

500

125

Vietnam Francia

107

II. Trattare, a scelta, uno dei seguenti argomenti:

(A) Alcuni fatti stilizzati del commercio internazionale.

(B) Il teorema del pareggiamento del prezzo dei fattori produttivi e dire se esso può essere valido per spiegare gli

effetti prodotti dalla globalizzazione.

III. Trattare, a scelta, uno dei seguenti argomenti:

(A) Gli accordi commerciali preferenziali.

(B) Il significato di commercio inter- e intra-industriale e i metodi di misurazione.

108

Economia Internazionale, 22 febbraio 2017

In Stampatello: COGNOME_______________________ NOME____________________________

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1) Secondo le stime della CIA World Factbook, nel 2016 il reddito medio lordo per abitante è stato pari a circa 32.000

dollari in Italia, 27.600 dollari in Spagna, 21.700 dollari in Portogallo; eppure secondo autorevoli economisti, l’Italia

sarebbe stata forse “sorpassata” sia dalla Spagna sia dalla Grecia, in termini di reddito per abitante.

Commentare.

Anche se in termini nominali l’Italia ha ancora un reddito medio per abitante maggiore della Spagna e del Portogallo,

per effettuare confronti significativi fra paesi diversi è opportuno considerare il reddito per abitante valutato in dollari

aventi uguale potere di acquisto nei diversi paesi (“parità dei poteri d’acquisto”). Poiché il livello medio dei prezzi dei

beni, e in particolare dei beni a mercato locale, è significativamente più alto in Italia che in Portogallo e Spagna, le

stime del reddito per abitate in dollari aventi uguale potere di acquisto in questi tre paesi forniscono per il 2016 valori

simili per Italia, Portogallo e Spagna, mentre in passato i valori erano significativamente più alti per l’Italia che per il

Portogallo e la Spagna. In questo senso si parla di un “sorpasso” dell’Italia da parte di Spagna e Portogallo, che

secondo certe stime sarebbe già avvenuto, o che si verificherebbe comunque nei prossimi anni se proseguissero le

tendenze degli ultimi 10 anni, in cui il reddito per abitante è cresciuto più rapidamente in Spagna e Portogallo che in

Italia.

2) Illustrare gli effetti degli scambi internazionali sul reddito degli italiani.

Gli scambi internazionali consentono un aumento del reddito medio degli italiani, poiché attraverso gli scambi

internazionali l’Italia ha la possibilità di procurarsi a condizioni più favorevoli dei beni la cui produzione interna

sarebbe molto più costosa (in particolare fonti di energia, prodotti chimici, aerei, telefonini, televisori, ecc.), dando in

cambio dei prodotti in cui le imprese italiane sono in grado di produrre in modo relativamente più efficiente delle

imprese di altri paesi (macchinari industriali, elettrodomestici per cucine, abiti, scarpe, mobili, servizi turistici, ecc.).

Gli scambi internazionali consentono inoltre un aumento della varietà di beni in cui il reddito degli Italiani può essere

speso, e quindi ognuno ha la possibilità di ottenere un tipo di prodotto (automobile, telefonino, televisore, vacanza,

ecc.) più conforme alle sue preferenze, e quindi di maggior valore soggettivo per chi lo compra.

3) Curve di apprendimento e “malattia olandese”.

Le curve di apprendimento evidenziano un fenomeno particolarmente rilevante soprattutto per i prodotti dell’industria

manifatturiera, per cui il costo medio di produzione di un bene diminuisce all’aumentare della quantità

complessivamente prodotta in passato dello stesso bene; ciò perché l’esperienza produttiva consente di imparare a

migliorare l’efficienza del processo produttivo, in termini sia della qualità del bene (che migliora con l’esperienza),

sia del costo dei fattori produttivi necessari per produrlo (che diminuisce con l’esperienza). Il termine “malattia

olandese” fu adottato nei primi anni settanta in occasione della scoperta di ricchi giacimenti di petrolio e gas naturale

nelle acque territoriali olandesi del mar del Nord. Il possibile aspetto patologico (“malattia”) di quelle scoperte

deriva dal fatto che esse determinarono un forte apprezzamento reale del fiorino olandese, vale a dire un forte

aumento del prezzo del lavoro olandese rispetto a quello degli altri paesi, che danneggiò la competitività di diverse

attività di trasformazione industriale localizzate in Olanda, con la conseguente riduzione della produzione

dell’industria manifatturiera in Olanda, e quindi delle opportunità di apprendimento di modalità produttive sempre più

efficienti. Si diffuse quindi la preoccupazione che nel caso di un esaurimento di quei giacimenti o di una forte

diminuzione del prezzo delle fonti energetiche, l’Olanda avrebbe incontrato sostanziali difficoltà a tornare ad essere

competitiva in attività produttive che per tanto tempo erano state ridimensionate, se non mediante una forte riduzione

dei salari per il periodo di tempo necessario per recuperare quelle abilità e conoscenze, che aveva un tempo

sviluppato e accumulato nel settore manifatturiero. Un fenomeno di questo tipo si verifica attualmente in tutti i paesi

esportatori di petrolio, e in particolare in Russia. Un fenomeno analogo si è verificato nelle regioni del Mezzogiorno

d’Italia, che hanno potuto permettersi di non preoccuparsi eccessivamente di sviluppare un settore manifatturiero

sufficientemente competitivo grazie ai trasferimenti dalle regioni del Centro-Nord, con la conseguenza negativa di non

avere l’opportunità di accumulare con l’esperienza produttività abilità e conoscenze analoghe a quelle acquisite nelle

regioni del Nord dell’Italia.

4) L’analisi economica mostra che la libertà degli scambi internazionali determina un aumento del reddito complessivo

in termini reali; tuttavia, secondo il pool di ricerca della CNN, fra il 2010 e il 2016 la percentuale degli americani che

109

ritengono che la libertà degli scambi internazionali sia un bene per l’America è diminuita dal 78 per cento nel 2010 al

41 per cento nel 2016, e, secondo un sondaggio recente del Wall Street Journal, la percentuale degli elettori del partito

repubblicano (in USA il partito repubblicano è tradizionalmente più favorevole alla libertà degli scambi internazionali

del partito democratico) scettici riguardo la libertà degli scambi internazionali è il doppio di quelli che sono favorevoli.

Illustrare come si potrebbe spiegare lo scetticismo di molti americani riguardo la libertà degli scambi internazionali.

Sin dal 1919 Heckscher aveva intuito che la libertà degli scambi internazionali influenza i prezzi relativi dei fattori

produttivi, determinando in ciascun paese una diminuzione dei prezzi relativi dei fattori produttivi in esso

relativamente meno abbondanti. Quella intuizione fu poi sviluppata da tanti altri economisti, e in particolare da Ohlin

(1933) e da Samuelson (1948), che ebbero il premio Nobel per le loro analisi. La sintesi di queste analisi è la “teoria

delle proporzioni dei fattori”, quale teoria esplicativa degli scambi internazionali, e il suo principale corollario: il

teorema del pareggiamento dei prezzi (relativi) dei fattori produttivi per effetto della libertà degli scambi

internazionali di prodotti.Questa teoria è attualmente utilizzata per mettere in evidenza come gli scambi internazionali,

nonostante i loro effetti complessivamente positivi, possano danneggiare alcuni gruppi di persone (i “perdenti”

o“losers” della libertà degli scambi internazionali di prodotti o globalizzazione dei mercati). Negli Stati Uniti

d’America uno dei principali fattori relativamente meno abbondanti è il lavoro relativamente poco qualificato (low-

skilled labour). La libertà degli scambi internazionali di prodotti rende conveniente per gli americani comprare da

imprese cinesi o indiane tanti prodotti che utilizzano in misura relativamente più intensiva il lavoro low-skilled; ciò da

un lato determina un aumento del potere di acquisto medio dei redditi degli americani, ma dall’altro tende a far

diminuire la domanda di lavoro americano low-skilled e quindi i salari dei lavoratori americani relativamente poco

qualificati, e molti di essi perdono anche il lavoro. Si capisce quindi che i lavoratori americani low-skilled siano

scettici riguardo i vantaggi della libertà degli scambi internazionali.

5) Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi nei paesi A e B siano le seguenti :

A B

HS LS HS LS

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per confezionare una t-shirt 6 24 12 48

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per produrre un PC 36 48 72 96

Dotazioni complessive di fattori produttivi (centinaia di milioni di ore di lavoro) 300 900 1500 3000

5a) quale sarà la struttura degli scambi fra A e B secondo la teoria delle proporzioni dei fattori?

- A esporta t-shirts e importa PC

- B esporta PC e importa t-shirts

5b) Perché?

Nel paese A è relativamente più abbondante il lavoro non qualificato (900/300=3) rispetto al paese B (3000/1500=2);

dal momento che la produzione di t-shirt richiede in entrambi i paesi un uso relativamente più intensivo di lavoro non

qualificato (24/6=4 e 48/12=4) rispetto alla produzione di PC (48/36=1.33 e 96/72=1.33) , il paese A esporta t-shirt e

importa PC, mentre il paese B esporta PC e importa t-shirt.

5c) Illustrare la condizione di equilibrio competitivo fra A e B:

La condizione di equilibrio competitivo richiede che le differenze internazionali (o interregionali) di produttività siano

compensate da analoghe differenze nel prezzo del lavoro. Nell’esempio si ipotizza che il numero di ore di lavoro

necessarie per produrre una unità dei prodotti sia il doppio in B rispetto ad A (12/6 = 48/24 = 72/36 = 96/48 = 2),

vale a dire che la produttività del lavoro sia il doppio in A rispetto a B; la condizione di equilibrio competitivo fra A e

B richiede quindi che il prezzo del lavoro sia il doppio in A rispetto a B.

5d) Illustrare le previsioni della teoria delle proporzioni dei fattori per quel che riguarda:

- La relazione fra i prezzi relativi dei fattori produttivi (wHS/wLS) nei due paesi in assenza di scambi internazionali:

In assenza di scambi internazionali il rapporto wHS/wLS risulta essere più elevato in A che in B, poiché il lavoro HS

è, rispetto al lavoro LS, relativamente meno abbondante in A (300/900 = 1/3) che in B(1.500/3000 = ½).

- La relazione fra i prezzi relativi dei fattori produttivi (wHS/wLS) nei due paesi con scambi internazionali liberi:

La libertà degli scambi internazionali tende a ridurre le differenze fra i prezzi relativi dei fattori produttivi nei diversi

paesi, e al limite, ad annullarle (factor price equalization theorem).

- I presumibili effetti degli scambi internazionali sulla distribuzione del reddito in A e in B

Per effetto degli scambi internazionali le disuguaglianze nella distribuzione del reddito, misurate dal rapporto fra

prezzo (presumibilmente più alto) del lavoro HS e prezzo (presumibilmente più basso) del lavoro LS (wHS/wLS),

dovrebbero tendere a ridursi in A e aumentare in B.

110

Economia Internazionale, 24 aprile 2017 In Stampatello: COGNOME NOME

Matricola Data di nascita Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.) NON SARANNO PRESE IN CONSIDERAZIONE RISPOSTE FORNITE SU FOGLI DIVERSI DA QUESTO; ILLUSTRARE QUINDI NEGLI SPAZI

DISPONIBILI, SINTETICAMENTE MA IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI O LE MOTIVAZIONI ESSENZIALI DELLA RISPOSTA A CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE. PRIMA DI SVOLGERE IL COMPITO

SCRIVERE COGNOME E NOME E LE ALTRE INFORMAZIONI RICHIESTE. RISPOSTE DEL TUTTO SBAGLIATE, FUORI TEMA, O INCOMPRENSIBILI COMPORTERANNO VALUTAZIONI DI SEGNO NEGATIVO.

1) Considerati due paesi Italia e Cina, due beni t-shirt e pc, e due fattori produttivi K e L. Se le t-shirts sono il bene ad

alta intensità di lavoro e la Cina è relativamente più dotata di lavoro e nelle ipotesi di costi opportunità crescenti e

medesime tecnologie di produzione, rappresentare graficamente l’equilibrio in ciascun paese e i punti di consumo e

produzione in autarchia e con commercio internazionale.

La Cina risulta relativamente più dotata di lavoro, mentre l’Italia è relativamente più dotata di capitale. Poiché il bene

t-shirt (pc) è intensivo di lavoro (capitale), applicando il teorema di Heckscher-Ohlin si ha che la Cina (Italia) esporta

(importa) le t-shirts e importa (esporta) i pc. Rispetto al modello di Ricardo non si ha specializzazione completa ed

esistono settori nazionali che producono anche i beni di importazione.

Le frontiere delle possibilità produttive dei due Paesi in equilibrio di Autarchia (Ea) sono rappresentate di seguito.

Le frontiere delle possibilità produttive dei due Paesi in equilibrio con commercio internazionale sono:

2) Nel 2012 la retribuzione media di un lavoratore altamente specializzato è stata di 30.010 dollari in Germania e

12.720 dollari in India, mentre la retribuzione media di un lavoratore comune è stata di 20.840 dollari in Germania e

3.460 dollari in India in dollari aventi uguale potere di acquisto nei due Paesi.

2a) Cosa esprime il rapporto fra la retribuzione media dei lavoratori altamente specializzati e lavoratori comuni in

Germania e in India?

Il rapporto indica lo skill premium, ossia l'indicatore sintetico delle disuguaglianze salariali più utilizzato in

letteratura Si nota che, poiché i lavoratori qualificati percepiscono, in media, un salario maggiore dei lavoratori non

qualificati (in quanto più produttivi), ne consegue che un aumento dello skill premium implica un aumento delle

disuguaglianze salariali.

2b) Cosa distingue un lavoratore altamente qualificato da un lavoratore comune?

Un ovvio criterio di demarcazione è costituito dal titolo di studio dei lavoratori (i rapporti più utilizzati in letteratura

sono quello tra lavoratori laureati e non, e quello tra lavoratori in possesso e non di un titolo di istruzione

secondaria). Tuttavia, per la maggior parte dei paesi e dei settori produttivi non sono purtroppo disponibili dati sui

salari dei lavoratori classificati in base al titolo di studio. Per questo in letteratura si ricorre generalmente ad una

distinzione più grossolana, quella tra production e non production workers (ossia tra lavoratori manuali e dirigenti e

impiegati). Una giustificazione di questo criterio è data dal fatto che il lavoro non manuale è generalmente intensivo in

lavoro qualificato.

2c) Risulta essere verificato il teorema di Heckscher-Ohlin-Samuelson?

Il teorema di H-O-S non risulta essere verificato, in quanto non si assiste ad un’uguaglianza negli skill premium dei

due Paesi. Il teorema mostra che l'integrazione commerciale aumenta il reddito reale del fattore abbondante e riduce

il reddito reale del fattore scarso. Esso consente pertanto di raccontare la seguente storia: i paesi OCSE, e perciò la

Germania, sono abbondanti di lavoro qualificato rispetto ai Paesi Emergenti, come l’India. L'integrazione

commerciale tra i due Paesi comporta una maggiore specializzazione produttiva dei primi nei settori moderni intensivi

in lavoro qualificato (in cui godono di un vantaggio comparato), da cui consegue un aumento della domanda relativa

di lavoro qualificato e dello skill premium. Viceversa, il commercio ridurrebbe le disuguaglianze salariali nei paesi

emergenti abbondanti di lavoro non qualificato e tutto ciò porterebbe i due skill premium a pareggiarsi.

3) Si supponga che le funzioni di produzione e le dotazioni di fattori produttivi dei paesi A e B siano le seguenti :

A B

HS LS HS LS

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per confezionare una t-shirt 6 24 12 48

Ore di lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) necessarie per produrre un PC 36 48 72 96

Dotazioni di fattori produttivi (miliardi di ore di lavoro per anno) 100 300 60 240

4a) Quale sarà la struttura degli scambi fra i due paesi secondo la teoria delle proporzioni dei fattori?

4b) Perché?

112

Economia Internazionale, 23 giugno 2017

In Stampatello: COGNOME_________________ NOME____________________________________

Matricola_________ Data di nascita_________ Firma leggibile____________________________

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.)

A) Si ipotizzi che il mercato di una bevanda analcolica (cola) in Italia, Germania, Turchia, USA operi in condizioni di

concorrenza monopolistica con economie di scala; n sia il numero di marche di cola, la domanda complessiva mensile

per le diverse marche di cola sia pari a 4.000.000 di casse in ciascun paese; Pi sia il prezzo per cassa della generica

marca i di cola; P* il prezzo medio delle altre marche di cola; 1.000 sia una misura dell’intensità delle preferenze per

ciascuna marca.

a) formulare la funzione di domanda della marca i di cola (Qi) in ciascun paese e indicarne il significato:

b) illustrare il significato di prodotto differenziato orizzontalmente:

c) illustrare le caratteristiche principali di un mercato in concorrenza monopolistica:

d) indicare come varia il profitto di ciascun produttore di cola in ciascun paese se il prezzo per cassa di bevande di

marca i aumenta di 1 euro, ipotizzando che il costo marginale di produzione di una cassa di cola sia 5 euro:

e) calcolare il prezzo di equilibrio della cola in ciascun paese in funzione del numero dei produttori:

In assenza di barriere all’entrata nel mercato, e supponendo un costo fisso per ciascuna impresa pari a 2.500.000 euro al

mese,

f) determinare il numero di imprese di equilibrio in ciascun paese in autarchia:

g) determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo in ciascun paese in autarchia:

h) illustrare la nuova funzione di domanda in presenza di libertà di scambi:

113

i) determinare il numero di imprese di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato:

j) determinare il prezzo di equilibrio di lungo periodo nel mercato integrato:

B. Si supponga che l’Area Euro (paese grande) esporti computer e importi t-shirts dalla Cina; illustrare gli effetti

provocati dall’introduzione di un dazio europeo sulle importazioni di t-shirts dalla Cina dal punto di vista dell’Area

Euro.

C. Illustrare le principali differenze fra il modello di Heckscher-Ohlin e il modello di Ricardo:

D. Gli accordi commerciali preferenziali, diversione e creazione di commercio (trade creation trade diversion):

114

Economia Internazionale 7 luglio 2017

In Stampatello: COGNOME_______________________ NOME____________________________

Matricola_______________ Data di nascita_________ Firma leggibile

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.)

ILLUSTRARE NEGLI SPAZI DISPONIBILI, IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI E LE MOTIVAZIONI DELLA RISPOSTA A

CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE O

FUORI TEMA.

I. Il lavoratore statunitense e quello koreano riescono entrambi a produrre 4 tonnellate di biscotti. Il lavoratore

statunitense riesce però a produrre 40 cellulari mentre quello koreano riesce a realizzarne 8. Entrambi i Paesi possono

contare su 10 milioni di lavoratori.

1) Si descriva la situazione costruendo la matrice della produttività per i due Paesi.

USA Korea

Quantità Biscotti 4 4

Quant Quantità Cellulari 40 8

2) Si traccino le frontiere delle possibilità produttive dei due Paesi dopo aver indicato il significato e la mappa delle

curve di indifferenza collettive:

3) In assenza di scambi internazionali, la metà dei lavoratori di ciascun Paese si dedica alla produzione di cellulari.

Quali quantità di cellulari e biscotti riesce a produrre ciascun Paese? Si indichi questo punto sulla frontiera.

Un lavoratore produce 4 tonnellate di biscotti, 5 milioni di lavoratori producono 20.000.000 tonnellate di biscotti sia in

Usa che in Korea. Un lavoratore in Usa produce 40 cellulari, 5 milioni di lavoratori realizzano 200.000.000 cellulari,

un lavoratore coreano realizza 8 cellulari, 5 milioni 40.000.000.

4) Quale Paese ha un vantaggio assoluto nella produzione di cellulari e in quella di biscotti? Perché?

Gli Usa hanno un vantaggio assoluto nella produzione di cellulari, nessuno dei due Paesi ha un vantaggio assoluto nella

produzione di biscotti.

5) Quale Paese ha un vantaggio comparato nella produzione di cellulari e in quella di biscotti? Perché?

Valutando le produttività relative risulta che gli Usa presentano una produttività cinque volte superiore nella

produzione di cellulari rispetto alla Korea (40/8=5), la produttività per la preparazione di biscotti è uguale nei due Paesi

(4/4=1). Dai dati, quindi, si può affermare che gli Usa hanno un vantaggio comparato nella realizzazione di cellulari.

Qbis Qbis

Qcell Qcell

20.000.000 40.000.000 50.000.000

400.000.000

20.000.000 40.000.000

Usa Korea

200.000.000

40.000.000

80.000.000

320.000.000

115

6) Calcolare il prezzo relativo di autarchia dei cellulari (Pcel) in termini di biscotti (Pbisc) nei due paesi:

Usa: Pcel / Pbis = (1/40)/(1/4)=0,1 1 Cell : 0,1 Tonnellate di biscotti

Korea: Pcel / Pbis= (1/8)/(1/4)=0,5 1 Cell : 0,5 Tonnellate di biscotti

…..

7) Se i Paesi decidessero di commerciare specificare come dovrebbero specializzarsi e spiegarne il motivo.

Usa => esporta cellulari e importa biscotti

Korea => esporta cellulari e importa biscotti

8) Quale dei seguenti prezzi relativi dei biscotti in termini di cellulari, 1; 8; 12, soddisfa la condizione per avere

scambi reciprocamente vantaggiosi e perché.

Usa: Pbisc / Pcel = (¼)/(1/40)=40/4=10

Korea: Pbisc / Pcel = (¼)/(1/8)=8/4=2

9) Sulla base della scelta del punto 8 far vedere come variano le frontiere delle possibilità produttive dei due Paesi.

La “frontiera” delle possibilità separa ciò che è possibile da ciò che non è possibile in termini di diversi

“beni” utilizzabili (due beni nelle semplici rappresentazioni grafiche su un piano cartesiano). Essa

rappresenta sostanzialmente il livello del reddito reale, vale a dire il reddito inteso come disponibilità di

“beni”, vale a dire di qualunque “cosa”, materiale (merci come un telefonino, un abito, un’automobile)

o immateriale (servizi di trasporto, ecc.), che possa fornire un contributo positivo alla felicità o

benessere delle persone. Una “espansione” o “allargamento” della frontiera rappresenta

sostanzialmente un aumento di reddito e quindi delle potenzialità di benessere o felicità.

II. Le scarpe sono un bene ad alta intensità di lavoro e i satellitari sono beni ad alta intensità di capitale. Gli Stati

Uniti e la Cina hanno, rispettivamente capitale e lavoro in abbondanza. Secondo il modello di Heckscher-

Ohlin quale dei due beni esporta la Cina e gli Stati Uniti? Che cosa accadrà negli Stati Uniti al prezzo del

lavoro (salario) e a quello del capitale?

III. Trattare a scelta uno dei seguenti argomenti:

A) Spiegare i significati di commercio inter-industriale e intra-industriale, i metodi di misurazione e l’eventuale

legame con i prodotti differenziati orizzontalmente e verticalmente.

B) Illustrare i concetti di economie di scala interne ed esterne e le strutture di mercato con esse compatibili.

116

Economia Internazionale 21 settembre 2017

In Stampatello: COGNOME_________________ NOME____________________________________

Matricola_________ Data di nascita_________ Firma leggibile____________________________

Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.)

I. Per produrre un pullover siano necessarie 5 ore di lavoro in Bangladesh e 4 ore di lavoro in Francia, per produrre

un netbook siano necessarie 40 ore in Bangladesh e 16 ore di lavoro in Francia, per produrre un servizio di manicure

siano necessarie 0,5 ore in entrambi i Paesi. Nelle ipotesi di concorrenza perfetta, RSC costanti, e assenza di barriere

commerciali

a. determinare il bene in cui ciascun Paese ha un vantaggio assoluto e comparato dopo averne illustrato il significato

e indicare la possibile struttura degli scambi internazionali:

Bangladesh Francia

Pullover (ore) 5 4

Netbook (ore) 40 16

Servizio (ore) 0.5 0.5

La Francia ha un vantaggio assoluto sia nella produzione di pullover che netbook poiché è più efficiente in termini

assoluti in entrambe le produzioni.

Per valutare i vantaggi comparati calcolo i costi comparati del Bangladesh nella produzione dei due beni:

PulloverBangladesh / PulloverFrancia = 5/4=1.25

NetbookBangladesh / NetbookFrancia =40/16= 2.5

Dai risultati si evince che il Bangladesh ha un vantaggio comparato nella produzione di pullover poiché pur

avendo uno svantaggio assoluto nelle due produzioni, il suo svantaggio risulta inferiore nella realizzazione dei

pullover, in cui impiega 1.25 volte di tempo in più rispetto alla Francia. Ciò implica che il Bangladesh esporta

pullover verso la Francia, e importa netbooks. La Francia esporta netbooks e importa pullover dal Bangladesh.

b. Indicare la condizione necessaria e sufficiente perché si abbia commercio internazionale

La condizione necessaria perché vi sia commercio è che i due paesi abbiano diversi costi comparati.

Specificatamente

(apul)Bang/ (apul)Francia ≠ (anet)Bang/ (anet)Francia 1.25≠2.5

La condizione sufficiente è che la ragione di scambio sia compresa fra i prezzi relativi dei due paesi.

Per cui se calcoliamo ad esempio il prezzo relativo di autarchia dei netbook (Pnet) in termini di pullover (Ppul) in

Bangladesh e in Francia:

Bangladesh: Pnet / Ppul = 40/5=8

Francia: Pnet / Ppul = 16/4=4

Occorre che il prezzo internazionale sia compreso fra 4 e 8.

c. Se un anno di lavoro comprende 2.880 ore, illustrare il significato di frontiera delle possibilità produttive e

rappresentare graficamente le frontiere del Bangladesh e della Francia in autarchia e in presenza di scambi

internazionali sapendo che la ragione di scambio internazionale dei netbook in termini di pullover è pari a 5:

117

Senza commercio, il consumo è limitato a ciò che viene prodotto a livello domestico. In presenza di commercio, il

consumo cresce in ciascun paese perché la produzione mondiale si espande in quanto ogni paese si specializza nella

produzione dei beni in cui ha un vantaggio comparato.

d. Rappresentare graficamente la domanda e l’offerta relativa mondiale dei netbook:

L’offerta relativa indica la quantità offerta di netbook relativamente ai pullover sul mercato mondiale ad un

determinato prezzo relativo internazionale: i tratti orizzontali corrispondono alle produzioni relative di netbook in

termini di pullover se il prezzo internazionale fosse pari a quello di autarchia dei due paesi, il tratto verticale fa

riferimento alla quantità totale relativa offerta dai due paesi quando il prezzo internazionale è compreso fra i

valori di autarchia. L’intersezione fra l’offerta e la domanda relativa dei due Paesi individua la situazione in cui vi

è specializzazione completa dato che il prezzo relativo internazionale è pari a 5. Sui tratti orizzontali si assiste ad

una situazione per cui un paese si specializza completamente mentre l’altro continua a realizzare entrambe le

produzioni.

e.

f.

g.

h. Qual è il significato economico dell’espansione delle frontiere delle possibilità produttive con il commercio

internazionale.

Una “espansione” o “allargamento” della frontiera rappresenta sostanzialmente un aumento di reddito (o

salario) e quindi delle potenzialità di benessere o felicità.

Un ampliamento della frontiera delle possibilità in termini di beni utilizzabili, vale a dire un aumento del reddito

reale si ha sia se aumentano le quantità disponibili di beni a parità di qualità, sia se migliora la qualità dei beni

disponibili, intendendo per qualità dei beni la loro attitudine a contribuire alla felicità delle persone.

Storicamente, in effetti, gli aumenti di reddito reale si sono verificati principalmente non tanto nell’aumento

delle quantità disponibili di dati beni, quanto nell’aumento della varietà di beni disponibili e nel miglioramento

della loro qualità (basti pensare alla differenza, in termini di prestazioni, dei netbook attuali rispetto a quelli di

alcuni anni fa).

i. Specificare la tipologia di specializzazione e il tipo di commercio realizzato dai due Paesi.

Qpul Qpul

Qnet Qnet

115.2

576

72

900

180

720

Bangladesh Francia

(QFra

net+ QBang

net)/(QFra

pul + QBang

pul)

(Pnet/Ppul)INT

4

180/576

8

5

118

La specializzazione è di tipo completo dal momento che in presenza di scambi ogni paese concentra la sua

produzione su un unico prodotto, specificatamente in quello in cui ha un vantaggio comparato. Gli scambi

internazionali sono di tipo inter-industriale poiché vengono commerciati prodotti diversi. Si tratta di un

commercio internazionale di tipo Nord-Sud, il Nord ricco (Francia) commercia con il Sud povero

(Bangladesh).

j. Calcolare la quantità di netbook che si producono in Bangladesh in autarchia se si impiegano pienamente le

risorse nell’ipotesi che la produzione di pullover è di 400 unità.

Considero l’equazione della frontiera delle possibilità produttive di autarchia in Bangladesh per calcolare la

quantità di netbook:

5*Qpul+ 40*Qnet =2880

5*400 + 40*Qnet =2880

Qnet = 880/40=22

k. Calcolare la nuova quantità di netbook che si ottiene se il Paese, destina alla sua popolazione 400 pullover e il

resto lo esporta.

Si determina l’espressione analitica della frontiera delle possibilità produttive con scambi internazionali

sapendo che l’equazione che passa per due punti (0; 115,2) e (576; 0) è data da

(y-y1)/(y2-y1)=(x-x1)/(x2-x1)

(y-115,2)/(0-115,2)=(x-0)/(576-0)

Il minimo comune multiplo è 576 per cui si ha:

-5*y+576=x

Dal momento che x è Qpul e y è Qnet

Allora si ha -5*Qnet + 576 = Qpul

e sapendo infine che

Qpul= 400 => -5*Qnet + 576 = 400 da cui

Qnet = 35,2

Indicare se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera o falsa, motivandone la risposta. 1. In seguito alla scoperta di una risorsa naturale strategica il paese sperimenta un deprezzamento del tasso di cambio.

V F

2. Il commercio inter-industriale si misura con l’indice di Grubel-Lloyd. V F

3. Il Dumping è una forma di barriera tariffaria V F

119

Economia Internazionale 30 ottobre 2017

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Matricola_________ Data di nascita_________ Corso di laurea anno (I, II, III, IV, F.C.)

I. Indicare se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera o falsa, motivandone la risposta.

1. Il commercio inter-industriale fa riferimento allo scambio di prodotti appartenenti alla stessa industria, per esempio

auto contro auto V F

2. I prodotti si possono differenziare verticalmente ed orizzontalmente. V F

3. Secondo il modello di H-O, i Paesi commerciano fra loro poiché hanno tecnologie differenti. V F

120

II. A Cuba vengono prodotte in un anno 80 poltrone e 100 telecomandi, mentre in Olanda vengono realizzate 150

poltrone e 600 telecomandi. I due Paesi inoltre forniscono 2000 servizi coiffeur. Nelle ipotesi del modello di

Ricardo,

a. Individuare i vantaggi assoluti e indicare il significato:

Un paese ha un vantaggio assoluto rispetto ad un altro paese nella produzione di un certo bene se è in grado di

produrre quantità maggiori di quel bene utilizzando lo stesso input, oppure se è in grado di produrre la stessa

quantità utilizzando meno input (i.e. il costo unitario “assoluto” di quel bene in quel paese è inferiore al costo

negli altri paesi). In questo caso l’Olanda ha un vantaggio assoluto sia nella produzione di telecomandi che

poltrone.

b. determinare il bene in cui ciascun Paese ha un vantaggio comparato dopo averne illustrato il significato e

indicare la possibile struttura degli scambi internazionali:

Valutando le produttività relative dell’Olanda, si nota che il Paese è sei volte più efficiente di Cuba nel produrre

telecomandi e 1.875 volte più produttivo di Cuba nella realizzazione di poltrone, per cui l’Olanda seppur mostra

un vantaggio assoluto in entrambe le produzioni, gode di un vantaggio comparato nella fabbricazione di

telecomandi (vantaggio assoluto maggiore), prodotto in cui si specializzerà completamente, secondo le previsioni

ricardiane, ed esporterà, importando invece poltrone. Viceversa, Cuba possiede uno svantaggio assoluto minore

nella produzione di poltrone ed è proprio in questo bene che godrà di un vantaggio comparato, essendo la sua

inefficienza relativa di circa la metà nella produzione di poltrone e di un sesto nella produzione di telecomandi.

Cuba perciò esporterà poltrone ed importerà telecomandi dall’Olanda.

Poltrone Olanda / Poltrone Cuba = 150/80=1.875

Telecomandi Olanda / Telecomandi Cuba=600/100= 6

Poltrone Cuba / Poltrone Olanda = 80/150=0.53

Telecomandi Cuba / Telecomandi Olanda=100/600= 0.17

c. calcolare il prezzo relativo di autarchia delle poltrone (Ppol) in termini di telecomandi (Ptel) nei due Paesi ed

esprimere il suo significato:

Cuba: Ppol / Ptel = (1/80)/(1/100)=1.25

Olanda: Ppol / Ptel = (1/150)/(1/600)=4

….

d. Rappresentare graficamente le frontiere delle possibilità produttive dei due Paesi in assenza e presenza di

scambi internazionali selezionando la ragione di scambio internazionale delle poltrone in termini di

telecomandi fra i valori 1; 3; 5 in modo tale che gli scambi risultino reciprocamente vantaggiosi:

La frontiera delle possibilità produttive di un’economia mostra il massimo ammontare di beni che possono essere

prodotti con un ammontare fisso di risorse. Quando l’economia utilizza tutte le sue risorse, il costo opportunità è

uguale al valore assoluto della pendenza della frontiera, ed è costante dal momento che la frontiera è una linea retta.

Con ragione di scambio internazionale pari a 3 si ottengono vantaggi reciproci….

121

e. Calcolare il prezzo in euro di una poltrona, di un telecomando e di un servizio coiffeur sapendo che il salario

cubano è pari a 8.000 euro l’anno e che il servizio è un non-tradables. Commentare i risultati:

Il prezzo internazionale di una poltrona in euro è

Ppol = 8000 /80=100 euro

Quello di un telecomando è pari a 33.33 euro sapendo che la ragione di scambio è Ppol / Pte l=3

Infine il prezzo di un servizio coiffeur in Brasile è pari a 4 euro (8000 euro/ 2000 servizi), mentre quello in

Olanda si ricava calcolando prima il salario olandese 33.3*600 = 19998 euro e poi considerando il numero di

servizi prodotti, per cui il prezzo per un servizio coiffeur è 9.99 euro

……….

III. Spiegare perché il “paradosso di Leontief” contraddice la teoria delle proporzioni dei fattori.

IV. Europa e Cina sono caratterizzate da due settori che producono lettori MP3 e calzature. Supponiamo che

occorre sia capitale (K) che lavoro (L) per produrre i due beni. La produzione di lettori MP3 necessita di una

proporzione maggiore di K rispetto al settore calzaturiero. In Europa esiste una frazione maggiore di K. Vige

la concorrenza perfetta e valgono le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin.

Qual è il modello di specializzazione delle due economie?

(A) La Cina esporta scarpe e la Europa lettori MP3

(B) L'Europa esporta scarpe e la Cina lettori MP3

(C) Non c'è commercio internazionale

(D) Non ci sono dati sufficienti per rispondere

Qpol Qpol

Qtel Qtel

240

80

100

200

600

150

Cuba Olanda

122

Economia Internazionale 11 gennaio 2018 (1).

In Stampatello: COGNOME_______________________ NOME____________________________

Matricola_______________ Data di nascita______________ e-mail___________________________

Corso di laurea__________ anno (I, II, III, IV, F.C.) Firma leggibile_________________________

ILLUSTRARE NEGLI SPAZI DISPONIBILI, IN MODO LEGGIBILE, I PASSAGGI E LE MOTIVAZIONI DELLA RISPOSTA A

CIASCUNA DOMANDA. NON SARANNO VALUTATE RISPOSTE CHE CONTENGONO SOLTANTO IL RISULTATO FINALE O

FUORI TEMA.

I. Gli Stati Uniti (USA) e la Turchia utilizzano lavoro high-skilled (HS) e low-skilled (LS) per produrre sofà e

scooter. Nelle ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin, con funzioni di produzione e dotazioni di fattori produttivi

definite nel seguente modo:

USA Turchia

HS LS HS LS

Ore di lavoro high skilled (HS) e low skilled (LS) necessarie per confezionare un sofà 6 24 12 48

Ore di lavoro high skilled (HS) e low skilled (LS) necessarie per produrre uno scooter 36 48 72 96

Dotazioni complessive di fattori produttivi 1500 3000 300 900

1) Determinare le dotazioni relative dei fattori nei due paesi dopo averne indicato il significato:

….

Dotazioni relative

Usa LS/HS 3000/1500=2

Turchia LS/HS 900/300= 3

2) Calcolare le intensità fattoriali relative dei due beni e illustrarne il significato:

46

24

'

USAUSA

SOFAHS

LS 4

12

48

'

TURCHIATURCHIA

SOFAHS

LS

33.136

48

USAUSA

SCOOTERHS

LS 33.1

72

96

TURCHIATURCHIA

SCOOTERHS

LS

3) Sulla base delle informazioni dei punti 1) e 2) indicare la struttura degli scambi internazionali:

Un’economia esporterà i beni che sono intensivi nei fattori di produzione abbondanti ed importerà i beni che sono

intensivi nei fattori di produzione scarsi. Poiché gli scooter sono un bene ad alta intensità di lavoro high skill e gli USA

sono relativamente più abbondanti di questo fattore essi esporteranno scooter e importeranno sofà. Viceversa, i sofà

sono un bene ad alta intensità di lavoro low skill e la Turchia sono relativamente più abbondanti di questo fattore per

cui esporteranno sofà e importeranno scooter.

4) determinare l’intervallo di variabilità del prezzo relativo di autarchia degli scooters (Psco) in termini di sofà (Psofà)

nei due paesi:

66

36

24

482

USA

SOFA

SC

P

P 6

12

72

48

962

TURCHIA

SOFA

SC

P

P

5) Dopo aver espresso il significato di frontiera delle possibilità produttive, rappresentare graficamente le frontiere

degli USA e della Turchia.

USA

Vincolo del lavoro qualificato 1500=6Qsofà+36Qscooteer Qsofa=1500/6=250 Qscoote=1500/36=41.67

Vincolo del lavoro low skill 3000=24Qsofà+48Qscooteer Qsofa=3000/24=125 Qscoote=3000/48=62.5

123

Turchia

Vincolo del lavoro qualificato 300=12Qsofà+72Qscooteer Qsofa=300/12=25 Qscoote=300/72=4.17

Vincolo del lavoro low skill 900=48Qsofà+96Qscooteer Qsofa=900/48=18.75 Qscoote=900/96=9.37

6) Calcolare la produzione di pieno impiego dei fattori produttivi nei due Paesi, indicando i punti sui grafici presentati

nel punto 5):

USA

Risolvo il Sistema

1500=6Qsofà+36Qscooteer si ottiene Qsofa=375/6=62.5 Qscoote=31.25

3000=24Qsofà+48Qscooteer

Turchia

300=12Qsofà+72Qscooteer si ottiene Qsofa=15.62 Qscoote=1.56

900=48Qsofà+96Qscooteer

7) Se in autarchia il prezzo di un sofà è 800€ e quello di uno scooter è di 3200€ negli USA e di 700€ e 3500€ in

Turchia, calcolare i salari orari in euro corrisposti ai lavoratori high-skilled e low-skilled, wHS e wLS:

Risolvo il Sistema

Sofà 800=6whs+24wls si ottiene wls=16.67 whs=66.67

Scooter 3200=36 whs +48 wls

Turchia

700=12 whs +48 wls si ottiene wls =3.65 whs =43.75

3500=72 whs +96 wls

8) Calcolare lo skill premium nei due Paesi dopo averne specificato il significato:

whs / wls =66.67/16.67 =3.99

whs / wls =43.75/3.65 =11.98

II. Trattare a scelta uno dei seguenti argomenti:

(C) Illustrare le differenze fra il modello di Ricardo, il modello di Heckscher-Ohlin e il modello di Krugman.

(D) Chiarire il significato, le tipologie e gli effetti degli accordi commerciali preferenziali.

III. Discutere le differenze fra l’indice di Grubel-Lloyd e l’indice di Balassa

Qscooter Qscooter

Qsofa Qsofa

62.5 41.6

250

125

25

18.75

9.37 4.17

USA TURCHIA

124

Economia Internazionale 5 febbraio 2018 (1).

I. Il Marocco ha a disposizione 1200 ore di lavoro e può produrre due beni, mele e penne. La quantità di lavoro

necessaria per produrre una mela è 3 ore, mentre per una penna è 2. L’Italia ha a disposizione 1800 ore di lavoro. Le

quantità di lavoro necessarie per unità di prodotto, in Italia, sono 2,5 ore per le mele e 1 ore per le penne.

a) Rappresentare le frontiere delle possibilità produttive del Marocco e dell’Italia.

La frontiera delle possibilità produttive per il Marocco è una linea retta che intercetta l'asse delle mele a 400 (1200/3)

e quello delle penne a 600 (1200/2). La funzione analitica è espressa come:

3Qmele + 2 Qpenne = 1200

Allo stesso modo la frontiera delle possibilità produttive dell’Italia è lineare, con intersezione dell'asse delle ascisse a

720 (1800/2,5) e di quello delle ordinate a 1800 (1800/1).

b) Qual è il costo opportunità delle mele in termini di penne?

Il costo-opportunità delle mele in termini di penne è il numero di penne a cui si rinuncia per avere una un’unità

aggiuntiva di mele. Questo si verifica poiché le risorse sono limitate: se il fattore produttivo viene destinato alle mele,

deve essere sottratto dalla produzione di penne. Il costo-opportunità delle mele in termini di penne è 1,5 in Marocco e

2,5 in Italia.

Marocco: COmele = 600/400=1,5

1 mela : 1,5 penne

Italia: COmele = 1800/720=2,5

2 mela : 2,5 penne

Le mele hanno un costo-opportunità minore in Marocco (le risorse per ottenere mele consentono di produrre in

Marocco un numero di penne inferiore che negli Italia). Le penne hanno un costo-opportunità minore in Italia (le

risorse per ottenere penne consentono di produrre in Italia un numero di penne maggiore che in Marocco)

Il Marocco ha un vantaggio comparato nelle mele e l’Italia nelle penne.

c) Quale è, in assenza di commercio internazionale, il prezzo delle mele in termini di penne? Perché?

La mobilità del lavoro garantisce un salario comune in ciascun settore, mentre la concorrenza assicura che il prezzo

dei beni sia uguale al loro costo di produzione. Pertanto, il prezzo relativo è uguale ai costi relativi:

Qmele Qmele

Qpenne Qpenne

400

400

100

1800

1800

720

Marocco Italia

125

5,12

3

'

Maroccopenna

mela

P

P

5,21

5,2

Italiapenna

mela

P

P

d) Costruire la curva mondiale di offerta relativa di mele e la domanda mondiale relativa sapendo che il prezzo

relativo internazionale delle mele è pari a 1.

La curva mondiale di offerta relativa di mele viene costruita determinando l'offerta di mele in relazione all'offerta di

penne a ciascun prezzo relativo. Il prezzo relativo più basso al quale le mele vengono raccolte è 3 mele per 2 penne.

A questo prezzo la curva di offerta relativa è piatta. Il numero massimo di mele offerte al prezzo di 3/2 è 400, offerto

dal Marocco, mentre a questo prezzo l’Italia realizza 1800 penne e nessuna mela, dando un'offerta relativa massima al

prezzo di 400/1800. Questa offerta relativa si mantiene per qualunque prezzo compreso tra 1,5 e 2,5. Al prezzo di 2,5,

entrambi i paesi raccoglierebbero mele. La curva di offerta relativa è di nuovo piatta a 2,5. Pertanto, la curva

dell'offerta relativa è a gradini, piatta al prezzo di 1,5 dall'offerta relativa di 0 a 400/1800 (in questo tratto l’Italia si

specializza completamente nella produzione di penne, mentre il Marocco potrebbe produrre sia mele che penne)

verticale alla quantità relativa di 400/1800 da 1,5 a 2,5 (in questo tratto il Marocco si specializza completamente nella

produzione di mele, mentre l’Italia in quella di penne), e poi nuovamente piatta ad un livello di 2,5 da 400/1800

all'infinito (in questo tratto il Marocco si specializza completamente nella produzione di mele, mentre l’Italia

potrebbe produrre sia mele che penne).

e) Rappresentare il miracolo degli scambi nel grafico del punto a.

L’Italia e il Marocco ad un prezzo relativo internazionale pari ad 1 ampliano le rispettive frontiere delle

possibilità produttive e vedono incrementare il tenore di vita del paese. Infatti, se i due paesi si specializzano

secondo le indicazioni dei vantaggi comparati, ci saranno maggiori quantità di beni disponibili per i

consumatori di tutto il mondo e un aumento potenziale del tenore di vita per tutti.

f) Se il Marocco esportasse 200 mele e l’Italia 200 penne indicare graficamente i tratti di esportazione e

importazione sui rispettivi grafici presentati nel punto a.

II. Illustrare graficamente i benefici del commercio internazionale con frontiere delle possibilità produttive e

costi opportunità crescenti.

(QMar

mele+ QIta

mele)/(QMar

penne + QIta

penne)

(Pmele/Ppenne)INT

1,5

400/1800

2,5

1

Domanda congiunta

Offerta congiunta

126

III. Si consideri il seguente gioco non cooperativo, in cui due Paesi Giappone e Stati Uniti possono mettere in

atto due strategie commerciali: il libero scambio oppure misure protezionistiche. Con pay-off descritti

dalla seguente matrice:

Giappone

Libero Scambio Protezionismo

USA

Libero Scambio 20 , 20 5 , 30

Protezionismo 30 , 5 10 , 10

1. Individuare l’equilibrio di Nash

Nella tabella a doppia entrata vengono espresse per colonna le opzioni degli USA, mentre quelle del Giappone sono

espresse in riga. L’equilibrio di Nash individua una coppia di strategie per cui nessun giocatore ha incentivo a deviare

unilateralmente (cioè a giocare una strategia diversa) data la strategia ottimale scelta dagli avversari.

Ogni paese presenta una strategia dominante: il protezionismo. L’equilibrio di Nash si trova nel quarto quadrante

ovvero la coppia (10;10). La situazione che si crea é quella tipica del dilemma del paese: un “gioco” in cui la

strategia dominante da parte di giocatori perfettamente razionali non é la cooperazione (che corrisponde alla

liberalizzazione degli scambi), bensì la defezione (cioè il protezionismo).

2. Discutere le caratteristiche dell’equilibrio di Nash

L’equilibrio di Nash è sub-ottimale per tutti e due i Paesi. Infatti anche se ogni paese agendo singolarmente preferisce

il protezionismo, entrambi si troverebbero in una situazione migliore se scegliessero il libero scambio ottenendo pay-

off pari a 20.

Giappone e Stati Uniti potrebbero stabilire un accordo vincolante per sostenere il libero scambio.