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69 MAD 11 Dicembre 2004 L a Same ha finito di “dare i numeri”! Così la presero gli agricoltori alla presentazio- ne del nuovo “Puledro”. In realtà, sino all’anno 1960, la casa di Treviglio aveva battezzato i propri trattori con numeri e sigle indicanti genericamente la potenza e la tra- zione. Un cambiamento tanto radi- cale vorrà pure dire qualcosa, pen- sarono. La novità più appariscente stava nella carrozzeria dove il cofano si apriva a “sbadiglio”, ma che non si scostava di molto dalla linea prece- dente, mentre in compenso la mec- canica era del tutto nuova: nuovo il carro con sollevatore idraulico e stazione automatica di controllo, nuova la trasmissione con relativo cambio e nuova l’architettura del motore elaborata su quella del DA30. Il Puledro non si presentò da solo, ma faceva parte di un “tiro a sei” nelle versioni: Normale, Trento (specifico per “collina e monta- Nell’arco di un anno i sei modelli, comprendenti il Vigneto e il Frutteto, raggiunsero un terzo della produzione di William Dozza Puledro: il “tiro a sei” della Same D’EPOCA gna”) e Vigneto, tutti a due e quat- tro ruote motrici e tutti offerti nel- l’arco di un anno, dall’inizio del 1961 alla primavera del ’62. Esisteva anche un tipo Universale che differiva dal Normale solo per la doppia frizione per il comando del- la presa di forza indipendente. L’im- patto col mercato fu ottimo: nel 1962 risultò il Same più venduto e, insieme alla “famiglia”, rappresentò il 34% dell’immatricolato della ca- sa. La quota dell’anno dopo scese al 24% per via di una serie di incon- venienti che portarono la Casa a ri- disegnare tutta la parte posteriore del carro “iniettandovi” un centi- naio di chili in più e dando più brio al propulsore modificando pompa e mandata. Grazie a questa versione defi nita B, nel 1964 le vendite riagguantarono il 34% di una produzione intorno al- le 5.000 unità, cifra che consolidò la Same al secondo posto sul mercato dopo la Fiat. Nel 1961 il mercato italiano dei trat- tori della potenza di 35 CV non era molto affollato: Fiat aveva il 411 (36 cavalli) a 4 cilindri diesel, Landini

XXXXXXXXXXXX D’EPOCA Puledro: il “tiro a sei” della Same filenumeri”! Così la presero gli agricoltori alla presentazio-ne del nuovo “Puledro”. In realtà, sino all’anno

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La Same ha finito di “dare i numeri”! Così la presero gli agricoltori alla presentazio-ne del nuovo “Puledro”. In

realtà, sino all’anno 1960, la casa di Treviglio aveva battezzato i propri trattori con numeri e sigle indicanti genericamente la potenza e la tra-zione. Un cambiamento tanto radi-cale vorrà pure dire qualcosa, pen-sarono. La novità più appariscente stava nella carrozzeria dove il cofano si apriva a “sbadiglio”, ma che non si scostava di molto dalla linea prece-dente, mentre in compenso la mec-canica era del tutto nuova: nuovo il carro con sollevatore idraulico e stazione automatica di controllo, nuova la trasmissione con relativo cambio e nuova l’architettura del motore elaborata su quella del DA30. Il Puledro non si presentò da solo, ma faceva parte di un “tiro a sei” nelle versioni: Normale, Trento (specifico per “collina e monta-

Nell’arco di un annoi sei modelli, comprendentiil Vigneto e il Frutteto, raggiunsero un terzo della produzione

di William Dozza

Puledro: il “tiro a sei” della Same

D’EPOCA

gna”) e Vigneto, tutti a due e quat-tro ruote motrici e tutti offerti nel-l’arco di un anno, dall’inizio del 1961 alla primavera del ’62. Esisteva anche un tipo Universale che differiva dal Normale solo per la doppia frizione per il comando del-la presa di forza indipendente. L’im-patto col mercato fu ottimo: nel 1962 risultò il Same più venduto e, insieme alla “famiglia”, rappresentò il 34% dell’immatricolato della ca-sa. La quota dell’anno dopo scese al 24% per via di una serie di incon-venienti che portarono la Casa a ri-disegnare tutta la parte posteriore

del carro “iniettandovi” un centi-naio di chili in più e dando più brio al propulsore modifi cando pompa e mandata. Grazie a questa versione defi nita B, nel 1964 le vendite riagguantarono il 34% di una produzione intorno al-le 5.000 unità, cifra che consolidò la Same al secondo posto sul mercato dopo la Fiat. Nel 1961 il mercato italiano dei trat-tori della potenza di 35 CV non era molto affollato: Fiat aveva il 411 (36 cavalli) a 4 cilindri diesel, Landini

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Le 4 ruote motrici e l’automatismo del sollevatore idraulico rappresentano per il periodo una novità molto apprezzata

proponeva il modello R 4000 da 37 cavalli a 3 cilindri d’ori-gine Perkins. Sempre a 3 cilindri, ma di de-rivazione tedesca, il motore da 36 cavalli del Lamborghini 3352R, mentre la Motomecca-nica disponeva di un 38 caval-li ottenuti da un proprio moto-re bicilindrico diesel a due tempi. I prezzi poi giocarono a favore di Same che offrì il modello Universale a 1 milione e 240.000 lire, circa 200.000 lire in meno rispetto a tutti i con-correnti, anche se Fiat si alli-

neò immediatamente abbassando il 411 allo stesso livello del Pule-dro. La produzione estera che più si av-vicinava alla fi losofi a Same era pra-ticamente assente.Secondo un concetto in auge a quei tempi, il motore agricolo doveva possedere alcune fondamentali ca-ratteristiche: lento per durare molto, mono o al massimo bicilindrico per avere meno parti in movimento, iniezione diretta per un’immediata messa in moto e raffreddamento ad aria per evitare rotture dovute al ge-lo. A questa domanda rispondeva in pieno la Same che, dopo qualche

Fotografi e uffi ciali delle versioni Puledro: in alto Vigneto DT, sotto a sinistra la versione base a 2 ruote motrici, sotto a destra Trento a 2 ruote motrici

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gli altri punti forti della macchina: autonomo rispetto alla presa di forza, è dotato di una “stazione automatica di controllo” che, di fronte alle diavo-lerie dell’elettronica d’oggi, fa sorri-dere, ma che allora svolse in modo egregio il suo compito ed è naturale che facesse una certa presa. Il motore è un bicilindrico verticale raffreddato ad aria di 2.490 cm3 con canne di 115 per 120 millimetri di corsa. A quattro tempi e a iniezione diretta, è in grado di sviluppare 35 cavalli a 1.700 giri, con una coppia massima a 1.400. Prima di allora nessun costruttore di motori agricoli si era mai cimen-tato in una corsa tanto breve, anche se il raffreddamento ad aria si pre-sta a una simile opzione. L’architettura di questo propulsore, non eccessivamente vivace, ma affi -dabile e parsimonioso, rimarrà inva-riata per anni e verrà utilizzato dal Sametto 120 (monocilindrico, 22 ca-valli), dal 250 (due cilindri, 45 caval-li), dal 360 (tre cilindri, 62 cavalli) e dal 480 (quattro cilindri, 82 cavalli), con soddisfazione degli utenti che di massima non ebbero a lamentare in-convenienti particolari.A detta dei contemporanei, gravava troppo sul posteriore (900 kg ri-spetto ai 580 davanti), suscitando parecchie diffi coltà nell’aratura dei terreni tenaci, ma in compenso giu-stifi cava, in tutti gli altri impieghi, una dolcezza di guida sconosciuta alla produzione Same precedente. Fra le cose meno comprensibili, l’impiego di due batterie da 6 volt per 112 ampere, quando non esiste-vano ostacoli sia tecnici sia econo-mici all’uso di una sola d’uguale potenza. Anacronistica poi nel mo-dello B, la possibilità di seduta per

L a Same (Società accomandita motori endotermici) venne costi-tuita a Treviglio (Bergamo) da Eu-

genio e Francesco Cassani nel 1942 in piena Seconda guerra mondiale con bombarda-menti, mancanza di materie prime e scarsità di mezzi di produzione. Alla fine degli anni Ven-ti, Francesco Cassani ave-va progettato un trattore con motore a gasolio che per varie traversie costrut-tive non aveva avuto quel successo che tecnicamen-te avrebbe meritato. Negli anni Trenta progettò anche motori a gasolio per autocarri (50 CV), per imbarcazioni (6 cilindri a pistoni con-trapposti) e per aerei (800 CV). Sempre nello stesso periodo fondò la Spica (So-cietà pompe iniezione Cassani) per la

costruzione di apparati di iniezione per motori diesel (pompa, regolatore d’anti-cipo automatico, iniettori) ottenendo un considerevole successo nonostante il

monopolio tecnologico, in-dustriale, finanziario e politi-co della tedesca Bosch.I primi prodotti della Sa-me furono piccoli moto-ri per uso stazionario, sino a quando, con una moto-falciatrice prima, e poi nel 1948 con il trattorino Uni-versale da 10 CV, entrò nel settore dei trattori agricoli. Ed è questo il campo dove la Same si trovò a suo agio tant’è vero che, dopo oltre

50 anni di ininterrotta attività, e dopo aver acquisito i marchi Hürlimann, Lam-borghini e Deutz-Fahr, si colloca oggi al quarto posto nel mondo tra i costruttori di trattori. � p. 82

SOCIETÀ ACCOMANDITA MOTORI ENDOTERMICISTORIA

incertezza causata da alcuni mo-delli zoppicanti, col Puledro sbara-gliò i concorrenti, se si esclude il Fiat la cui diffusione seguiva altri parametri.

La tecnicaDopo oltre quarant’anni, il Puledro, in tutte le versioni, si presenta co-me una macchina tecnicamente ancora valida e in grado di svolgere con molta onestà un lavoro tutto-campo. Il carro è portante e tutti gli organi sono più che proporzionati alla potenza erogata. Da segnalare l’accurata progetta-

zione per l’impiego di attrezzi spe-cifi ci come barre falcianti e altro. La trasmissione si articola in 3 marce con riduttore per velocità da 2 a 23,6 km/ora, con due leve d’innesto che fanno tuttora sognare per cor-sa, dolcezza e precisione. La riduzione fi nale a ingranaggi a denti diritti consente un’altezza dal suolo di 450 millimetri. Lo sterzo a vite senza fi ne con ri-mandi ben proporzionati rendono il veicolo molto maneggevole con un raggio di volta di 3,3 metri senza l’ausilio dei freni. Il sollevatore idraulico resta uno de-

Le versioni Trento a 4 ruote motrici (a sinistra) e Puledro a 4 ruote motrici (a destra) nei documenti del periodo

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4 due persone sui parafanghi poste-riori, quando ciò era vietato dalla legge e fuori anche dall’eventuale copertura assicurativa.

Il collezionismoAnche se ultimamente è stato no-tato un certo risveglio nelle transa-zioni dei modelli Same, restano sempre pochi gli appassionati che raccolgono queste macchine.

CARATTERISTICHE DEL SAME PULEDRO (*)

MODELLO PULEDRO PULEDRO DT

PULEDROVIGNETO

PULEDROVIGNETO

DTPULEDROTRENTO

PULEDROTRENTO

DT

Potenza (CV/giri) 35/1.700 35/1.700 35/1.700 35/1.700 35/1.700 35/1.700Combustibile gasolio gasolio gasolio gasolio gasolio gasolioCilindrata (cm3)(ale./corsa)

2.490(115/120)

2.490(115/120)

2.490(115/120)

2.490(115/120)

2.490(115/120)

2.490(115/120)

Ciclo/raffreddamento diesel/aria diesel/aria diesel/aria diesel/aria diesel/aria diesel/ariaCilindri/disposizione 2/verticali 2/verticali 2/verticali 2/verticali 2/verticali 2/verticaliNumero marce/RM 6/2 6/2 6/2 6/2 6/2 6/2Velocitàmin/max (km/ora) 2/23,6 (2/24) 2/23.6 (2/24) 1,7/20,6

1,7/20,6(1,8/21,1)

1,8/21,6(1,8/22,2)

1,8/21,6(1,8/22,2)

Serb. carburante (litri) 35 35 35 35 35 35Pneumatici ant./post.

5.50-16/10-28

7.50-20/10-28

5.00-15/9-24

6.00-16/9-24

5.00-15/10-24

7.50-16/10-24

Lunghezza max (m) 2,77 2,73 2,44 2,44 2,52 2,44Larghezza max (m) 1,6 1,63 1,05 1,05 1,38 1,38Altezza max (m) 1,46 1,46 1,39 1,39 1,4 1,4Passo (m) 1,83 1,72 1,5 1,5 1,65 1,5Peso (kg) 1.480 (1.570) 1.560 (1.700) 1.420 1.480 (1.440) 1.420 (1.400) 1.480 (1.540)Prezzo lire(anno)

1.240.000 (1961)

(1.348.000/1965)

1.620.000 (1961)

(1.668.000/1965)

1.384.000 (1965)

1.668.000 (1965)

1.384.000 (1965)

1.668.000 (1965)

(*) In neretto le caratteristiche del tipo B. Fonte: libretti istruzioni; L’Informatore Agrario; pubblicità.

Tra l’altro viene notato che, mentre per le altre case storiche si tratta generalmente di ex utilizzatori co-me agricoltori o trebbiatori, chi raccoglie Same sono giovani che non li hanno mai usati o meccanici che un tempo li hanno avuti tra le mani. L’interesse dei giovani può essere comprensibile per via del prezzo molto abbordabile, mentre per i meccanici il motivo va ricer-

cato probabilmente nella vasta di-sponibilità di esemplari dai quali attingere pezzi per i restauri più problematici. Tra l’altro, in alcuni altri Paesi co-me Francia e Germania, i mezzi della casa di Treviglio sono tenuti in grande considerazione e questo non può stupire più di tanto in quanto si tratta di macchine che, al di là degli umori e degli affetti,

Un Puledro della serie B molto ben conservato dopo 40 anni di lavoro. Al di là della meccanica completamente accessibile,apprezzabile la sobrietà del cruscotto comprendente l’essenziale e la felice collocazione a destra sotto il volante della leva del sollevatore e, più in basso, quella che regola la profondità del lavoro

Come potevamo non segnalare ai nostri lettori, amatori e appassionati di macchi-ne d’epoca, trattori e attrezzature che han-no fatto la storia dell’agricoltura nel seco-lo scorso un libro recentemente pubblicato sull’argomento?“Trattori classici italiani dal 1911 al 1955”, questo il titolo, è stato scritto da William Dozza, lo stesso William che monopolizza questa rubrica di MAD con bellissimi articoli di storia della meccanizzazione agricola.Nel suo libro Dozza racconta la storia dei pri-mi 45 anni della produzione italiana di trat-tori, dal primo databile 1911 (La Moto Ara-trice, ingg. Pavesi e Tolotti) sino al 31 di-cembre 1955, di tutti quelli di cui è rimasta una anche labile traccia scritta o una foto-grafi a ingiallita. Dalle grandi industrie sino ai fabbri di pae-se, coloro che hanno messo insieme anche un solo esemplare e lo hanno immatricola-to, presentato a qualche fi era, o mostrato a qualcuno che ne ha scritto o ne ha scatta-to una fotografi a, vengono tutti citati in que-sto libro. I modelli individuati sono oltre 300, dei qua-li per 193 esemplari vengono riportate le principali caratteristiche tecniche, quantita-tivi costruiti o immatricolati e, spesso, anche il prezzo di listino. F.Z.

liani dal 1911 al 1955 di William Dozza, edito da Giorgio Nada Edito-re - Vimodrone (Milano) e distribuito da Edizioni L’Informatore Agrario - Via Bencivenga-Bion-dani, 16 - 37133 Vero-na - Tel. 045.8057511 - Fax 045.597510.

La pubblicazione consta di 200 pagine illu-strate con 377 fotografi e a colori e in bianco e nero, 44 disegni; costa 39,80 euro; 35,82 euro per gli abbonati che inviano fotocopia della Carta Verde.

possiedono una valenza storica reale. Per contro c’è da dire che la Same ha sino ad oggi dedicato molta attenzione alle origini e allo sviluppo della propria struttura so-cietaria, ignorando totalmente la parte storica riguardante la propria produzione.

William [email protected]

A rettifi ca di quanto apparso sul precedente nu-mero di MAD, Giuseppe Orsi fu sequestrato a scopo di estorsione da una banda di malfattori.