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«È una storia di vent’anni fa. Probabilmente lui neanche se ne ricorda. Ma io si. E ricordo anche molto altro». Lo sguardo è malinconico, non rabbioso, ma deciso a parlare. Siamo a casa sua, davanti a due tazze di tisana. Lei è Miriana Trevisan, napoletana, 44 anni, un glio di otto, un viso dai lineamenti che sembrano disegnati al carboncino. Non aveva mai raccontato nulla di quello che le è successo dietro le quinte, nel corso di una carriera iniziata ai tempi del popolarissimo programma televisivo Non è la Rai, nei primi Novanta, tra alti e bassi, lunghe sparizioni, ritorni e un sogno ricorrente: diventare un’attrice di cinema. Oggi, nel clima post Weinstein (https://www.vanityfair.it/topic/il-caso-weinstein)che si sta respirando anche in Italia, si è fatta coraggio. Due settimane fa lei ha scritto un articolo sul sito Linkiesta in cui aerma che, sull’onda di questo grande dibattito mondiale sulle molestie, le sono tornati alla mente una serie di episodi. Per esempio? «Per esempio, appunto, vent’anni fa, andai negli uci di Giuseppe Tornatore. Era un appuntamento che mi aveva organizzato il mio agente. Non era un provino, ma un primo incontro in vista di un lm in lavorazione, La leggenda del pianista sull’Oceano. C’era una segretaria che mi accolse ma poi se ne andò. Rimanemmo soli. Dopo qualche tranquilla chiacchiera sul lm, quando ci La showgirl racconta per la prima volta l'episodio avvenuto venti anni fa negli uffici del regista premio Oscar: «Mi seguì fino alla porta, e cominciò a baciarmi» 3 NOV, 2017 di PAOLA JACOBBI (HTTPS://WWW.VANITYFAIR.IT/AUTHOR/PJACOBBI) 1588 Miriana Trevisan: «Scappai da Tornatore quando lui mi spinse al muro, e mi mise le mani sul seno» ITALIA (HTTPS://WWW.VANITYFAIR.IT/PEOPLE/ITALIA) SFOGLIA GALLERY () Miriana Trevisan: «Scappai da Tornatore …

ITALIA · PDF fileNon mi presero, ma ero contenta lo stesso di esserci arrivata. Ancora oggi conosco le battute a memoria». ... GOSSIP (HTTPS://VIDEO.VANITYFAIR.IT/PEOPLE/GOSSIP)

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«È una storia di vent’anni fa. Probabilmente lui neanche se ne ricorda. Ma io si. E ricordo anche molto altro». Lo sguardo è

malinconico, non rabbioso, ma deciso a parlare. Siamo a casa sua, davanti a due tazze di tisana.

Lei è Miriana Trevisan, napoletana, 44 anni, un �glio di otto, un viso dai lineamenti che sembrano disegnati al carboncino. Non

aveva mai raccontato nulla di quello che le è successo dietro le quinte, nel corso di una carriera iniziata ai tempi del

popolarissimo programma televisivo Non è la Rai, nei primi Novanta, tra alti e bassi, lunghe sparizioni, ritorni e un sogno

ricorrente: diventare un’attrice di cinema.

Oggi, nel clima post Weinstein (https://www.vanityfair.it/topic/il-caso-weinstein)che si sta respirando anche in Italia, si è fatta

coraggio.

Due settimane fa lei ha scritto un articolo sul sito Linkiesta in cui a�erma che, sull’onda di questo grande dibattito mondiale

sulle molestie, le sono tornati alla mente una serie di episodi. Per esempio?

«Per esempio, appunto, vent’anni fa, andai negli u�ci di Giuseppe Tornatore. Era un appuntamento che mi aveva organizzato il

mio agente. Non era un provino, ma un primo incontro in vista di un �lm in lavorazione, La leggenda del pianista sull’Oceano.

C’era una segretaria che mi accolse ma poi se ne andò. Rimanemmo soli. Dopo qualche tranquilla chiacchiera sul �lm, quando ci

La showgirl racconta per la prima volta l'episodio avvenuto venti anni fa negli uffici del regista premioOscar: «Mi seguì fino alla porta, e cominciò a baciarmi»

3 NOV, 2017

di PAOLA JACOBBI (HTTPS://WWW.VANITYFAIR.IT/AUTHOR/PJACOBBI)

1588

Miriana Trevisan: «Scappai da Tornatore quando lui mi spinse al muro, e mimise le mani sul seno»

ITALIA (HTTPS://WWW.VANITYFAIR.IT/PEOPLE/ITALIA)

SFOGLIA GALLERY

()Miriana Trevisan: «Scappai da Tornatore …

stavamo salutando, il regista mi chiese di uscire con lui quella sera per andare a mangiare una pizza. Io risposi che avevo già un

impegno, lo ringraziai e mi alzai per andarmene. Lui mi segui �no alla porta, mi appoggiò al muro e cominciò a baciarmi collo e

orecchie, le mani sul seno, in modo abbastanza aggressivo. Riuscii a s�larmi e scappai via. Ero entrata sentendomi una

principessa, a un passo da un sogno che si realizzava, pensavo “forse farò un �lm con un regista premio Oscar” e sono uscita

sentendomi uno straccio. Non riesco a dimenticarmi il suo sguardo: incantato al mio ingresso, pieno d’odio mentre uscivo. Come

se avesse scoperto che il giocattolo erotico aveva la batteria scarica. Mamma, quanto ho pianto».

È consapevole delle accuse che sta muovendo?

«So benissimo che è la mia parola contro la sua».

Era la prima volta che le succedeva una cosa del genere?

«Con qualcuno del mondo del cinema sì. Anni prima avevo fatto un provino con il direttore casting del �lm Il Postino ed era stato

tutto superprofessionale. Non mi presero, ma ero contenta lo stesso di esserci arrivata. Ancora oggi conosco le battute a

memoria».

E in televisione?

«Guardi, tutti pensano che a Non è la Rai succedesse chissà che cosa perché era una trasmissione piena di belle ragazze, ma io ci

sono sempre stata benissimo. Ho avuto una grande delusione solo quando scoprii che il corso di dizione e recitazione che ci

avevano promesso era una  bufala. Anche a Striscia la notizia trovai un ambiente gentile e professionale».

Ci fu un momento in cui era molto presente in televisione.

«Sì, ero popolare. In quel periodo, per farle capire il clima, una produttrice e suo marito organizzavano spesso cene invitando noi

ragazze della televisione insieme ad altri ospiti che di solito erano uomini facoltosi che, a �ne serata, cercavano di accompagnarti

a casa e spesso ci provavano. Smisi di andarci. Un giorno venni chiamata per un colloquio a Roma da un pezzo grosso della

televisione. Siamo in un piccolo studio, lui mi ripete che sono  adatta per il cinema, che conosce Tizio e Caio, che lui mi potrebbe

aiutare. Poi cambia discorso e mi domanda come va la mia vita sessuale, che cosa faccio con il mio �danzato e altre indiscrezioni

del genere. Io non rispondo, ma lui esce dalla scrivania, mi si avvicina e cerca di in�larmi la lingua in bocca. Io mi allontano, mi

a�accio sul corridoio, incontro una sua collaboratrice, una donna deliziosa che mi dice:  “Hai ancora il rossetto, non ti vedremo

più”. Ho capito che era �era di me e al tempo stesso dispiaciuta per me, per il mio futuro».

Che cosa è successo, dopo?

«Da quel momento la mia carriera in tivù è rallentata, nessuno mi ha cacciato, ma nessuno nemmeno mi ha dato opportunità per

crescere. Quelle come me, quelle che non ci stavano, venivano bandite da feste, inviti, occasioni di visibilità e pubbliche relazioni.

C’era anche un nome per noi».

Quale?

«Figa bianca».

Dal 2004, lei ha lavorato sempre meno in tivù. Come si è mantenuta?

«Ho fatto tante cose, le stesse che faccio ancora: presento convention, serate in piazza e poi  dipingo e ho scritto dei libri di favole

per bambini. Cerco di tenere viva la mia creatività. Quando è scoppiato il caso Weinstein ho scritto di getto quell’articolo. Il mio

compagno, che collabora al sito Linkiesta, mi ha convinto a pubblicarlo».

Una decina d’anni fa ci siamo incontrate sul set di un �lm in Puglia, nel cast c’era Don Johnson, che io ero venuta a

intervistare per Vanity Fair. Il �lm si intitolava Bastardi. Come ci era �nita?

«Avevo fatto un regolarissimo provino con il regista Andres Maldonado. Mi presero e io, per prepararmi al ruolo, che era da co-

protagonista, presi un coach per studiare il copione, investendoci tempo e denaro. Peccato che anche quella fu una delusione».

Racconti.

«Il produttore, Massimiliano Caroletti, mi diede il tormento per giorni. Io ero sconvolta dalla sua sfacciataggine anche perché

stava per arrivare sul set  sua moglie, Eva Henger. Lo ri�utai in tutti i modi. Un bel giorno mi chiamarono per dirmi che il

copione era cambiato: avevano tagliato quasi tutte le mie scene».

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