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Venerdì 19 febbraio, pag. 22
ISTITUTO CERLETTI
Management dell’impresa agrituristica
CONEGLIANO - (el.gir) Scambio di conoscenze sul “management dell’impresa agrituristica” tra la
Scuola Enologica e l’Associazione emigranti italiani in Argentina (Maie ). Partirà infatti sabato 20
febbraio per Buenos Aires il gruppo di studenti e docenti del Cerletti protagonisti del Progetto
A.T.I.S. L’iniziativa ha come obbiettivo la formazione in “ management dell’impresa agrituristica”
di 10 giovani argentini, figli di emigranti veneti residenti nelle varie province argentine, in
particolare Buenos Aires e Mendoza. Esso consentirà ai corsisti di inserirsi in imprese che abbiano
rapporti con il Veneto. Nella seconda fase del progetto un gruppo di studenti meritevoli del Cerletti
effettuerà una visita nei luoghi vocati alla viticoltura ed all’enologia della provincia di Mendoza e a
quelli del turismo rurale nella provincia di Buenos Aires. Il progetto proseguirà il prossimo anno
con il marketing vitivinicolo in collaborazione con l’università di enologia di Mendoza e le
associazioni di categoria locali.
Venerdì 19 febbraio, pag. 38
Troppo prosecco, tutela alle colline(Glauco Zuan)
PIEVE DI SOLIGO. Tutelare le colline, regolamentando la forsennata produzione di prosecco.
Mentre i vigneti tra Conegliano e Valdobbiadene attendono di diventare patrimonio Unesco, Natale
Grotto chiede una riflessione sullo sfruttamento intensivo ed aggressivo delle colline del territorio.
Fino a che punto accettare la trasformazione viticola delle nostre colline? Esiste un equilibrio tra
esigenze economiche e rispetto della natura? Questi gli interrogativi che animeranno la tappa
odierna di «Paesagire», dedicata stasera ai colori, alle forme e alle opportunità di tutela delle colline
dell’Alta Marca. Partendo da una considerazione. «La trasformazione a vigneto del nostro territorio
è cominciata al tempo della dominazione austriaca e fino a trent’anni fa ha intrattenuto un rapporto
armonico con il paesaggio - afferma Natale Grotto, responsabile dell’ufficio urbanistico pievigino e
vice sindaco di Sernaglia - da un’agricoltura di affezione, che il nucleo famigliare portava avanti nel
tempo libero con tecniche sostenibili, si è però passati ad uno sfruttamento intensivo ed aggressivo
del territorio. Un cambio di rotta che sta trasformando in modo irreversibile la morfologia delle
colline e la nostra stessa qualità della vita. Sono consapevole di dire cose impopolari, ma è un tema
sul quale le comunità locali devono cominciare a confrontarsi». Stasera, alle 20.45, nell’auditorium
Battistella Moccia di Pieve, inizieranno ad interrogarsi il presidente degli ingegneri, Vittorino Dal
Cin, i dirigenti forestali Mauro De Osti e Arduino Graziottin, il tecnico regionale Arnaldo Gomirato
ed il fotografo Francesco Galifi. «Gli strumenti legislativi non mancano e se ne possono fare altri -
continua Grotto - manca la consapevolezza diffusa della necessità di salvaguardare l’ambiente.
Finché non ci sarà una cultura condivisa di ciò che è bene e ciò che è male per la collettività,
difficilmente gli amministratori si sentiranno investiti del consenso per muoversi in questa
direzione». Uno spunto che raccoglie il consenso di Giancarlo Vettorello. «Stimolare confronti e
discussioni è una cosa intelligente - commenta il direttore del consorzio di tutela del prosecco
Conegliano-Valdobbiadene - una cosa è chiedere una riflessione, altro è lanciare un allarme».
Venerdì 19 febbraio, pag. 22
Cantina Ponte, 8 milioni di bottiglie
Nuovo marchio e un’immagine rinnovata per la Cooperativa Ponte, che aggredisce la crisi con
nuovi prodotti e una comunicazione più aggressiva. A un anno dal suo insediamento, la strategia del
direttore generale Massimo Benetello sembra più chiara. E’ anche una risposta alla crisi
internazionale, che colpisce anche il settore vinicolo. Con i suoi millecinquecento soci presieduti da
Giancarlo Guidolin e i duemila ettari di vigneti coltivati, Cooperativa Ponte rappresenta una delle
realtà vitivinicole più importanti del Veneto. Il suo vasto territorio si estende dal nord di Venezia
fino alla zona pedemontana della provincia di Treviso con quattro punti di raccolta e
vinificazione. Spiega Massimo Benetello, da un anno direttore generale della Cooperativa: «Siamo
consapevoli che la congiuntura economica attuale ci chiede di affrontare sfide importanti e per
questo ci siamo messi in gioco rivedendo il nostro rapporto con il consumatore, avvicinandolo al
nostro modo di pensare la viticoltura e il vino, vero patrimonio della Cooperativa». Un forte
impegno rivolto ai consumatori giovani, con la creazione del nuovo sito internet e la visibilità sul
web, oltre che attraverso la presenza nei luoghi di aggregazione, con mirate attività di
sponsorizzazione e partnership. Un ideale filo rosso lega, infatti, le terre trevigiane sede della
Cooperativa, a Jesolo e Venezia, vera fucina di eventi di tendenza. E saranno proprio alcune
iniziative legate a Jesolo a portare il marchio della cooperativa trevigiana. La Cooperativa Ponte, il
cui volume d’affari attualmente è rappresentato per un terzo dall’export, guarda a Germania, - che
rappresenta il 40% delle vendite estero - seguita da Olanda, Inghilterra e Belgio per conquistare
nuove fette di mercato. In Estremo Oriente la Cantina guarda in particolare a Giappone e Corea,
dove le importazioni di vino italiano mantengono il secondo e terzo posto. Gli Stati Uniti già oggi
ricoprono un volume d’affari di oltre 1,5 milioni di euro.
Venerdì 19 febbraio, pag. 13 edizione NAZIONALE
Grandi rossi friulanisfilano a Venezia
Si comincia con i grandi vini friulani (rigorosamente rossi, stavolta), dopodomani; e si prosegue, fra
un paio di settimane, con Gusto in Scena (vedi riquadro qui accanto): finito il Carnevale, Venezia
accende i suoi riflettori su sapori e profumi e sulle eccellenze della tavola, e diventa capitale del
gusto.
’Vino friulano, è gradito l’abito rosso’, è il gustoso gioco di parole che fa da titolo all’evento in
programma domenica, quando oltre 50 produttori tra i più prestigiosi del Friuli Venezia Giulia
presenteranno al pubblico i loro migliori vini rossi. Accadrà nelle sale dell’hotel Monaco e Grand
Canal, dalle 10 alle 19 (info: www.fisarvenezia.com).
Il binomio “Friuli Venezia Giulia, terra di grandi vini bianchi”, è un dato riconosciuto. Eppure, i
molteplici terroir del “vigneto friulano”, fra ricchezza di suoli e microclimi diversi, sono una fonte
di emozione quando il consumatore scopre l’eleganza e la personalità dei tanti vini da vitigni a
bacca rossa: "Dal Refosco dal Peduncolo Rosso al Merlot, dal Pignolo al Tazzelenghe, dal Cabernet
Franc al Cabernet Sauvignon, fino a Schioppettino, Pinot Nero e Terrano, insieme agli ormai storici
tagli bordolesi, tutti lasciano il segno e rivelano un appeal discreto e sottile" spiega Aurora Endrici,
anima della manifestazione.
Ma l’evento ha una sua peculiarità forte anche per il fatto che, per la prima volta, 55 produttori del
FVG si presentano insieme così compatti e numerosi, praticamente da tutte le zone DOC della
regione. E in una zona conosciuta - giustamente - come "terra di grandi bianchi", per molti
produttori i vini rossi sono un figlio incompreso nel suo talento, spesso quel vino - specialmente in
questi tempi di restrizione di mercato - che si vende con più difficoltà, a dispetto dei Friulano e
Pinot Grigio che vanno come il pane...
Quasi il 50% del vino friulano è però rosso e la storia testimonia come il Conte de la Tour a metà
'800 portò dalla Francia le barbatelle di Merlot nelle terre marnose di Capriva del Friuli proprio
perché erano speciali per quel vitigno. Oggi alcuni dei più noti Merlot del mondo sono friulani.
Ancora Aurora: "E questo appuntamento è sentito con cuore e passione dai produttori stessi che lo
hanno sostenuto fin da subito, per portare a testa alta le loro corone rosse".
Insomma, una kermesse unica, senza precedenti, dedicata alla migliore produzione della regione,
con grandi firme come Castello di Buttrio e Conte d’Attimis, Ermacora e Lis Neris, Livon e Vigne
di Zamò, Martellozzo e Puiatti, Ronco dei Pini e Villa Russiz solo per fare alcuni nomi.
A rendere ancora più piacevole e perfetta la giornata, ecco che il ristorante gourmet “Il Ridotto
dell’Aciugheta”, di campo SS. Filippo e Giacomo, nel cuore di Venezia, presenterà una selezione di
specialità create per l’occasione dal patron Gianni Bonaccorsi e dalla sua brigata di cucina, guidata
da Haque Murshedul. Il biglietto d’ingresso (10 euro) darà diritto all’assaggio di tutti i vini e di tutti
i finger food.
L’evento è stato ideato e creato dalla FISAR “Federazione Italiana Sommelier Albergatori e
Ristoratori” di Venezia in collaborazione con Aurora Endrici Vinoè Comunicazione Vino e Paolo
Ianna Wine Consulting.
LA NOVITÀ
Astoria, il futuroè Cold Wine 9,5
(d.s.) - Bere con moderazione e responsabilità. Gli appelli si moltiplicano e anche le case
vitivinicole sono sensibili al problema dell’alcol. L’Astoria Vini, azienda di Crocetta del Montello, è
venuta incontro alle nuove esigenze dei consumatori con il primo spumante a bassa gradazione. Si
chiama "9.5 Cold Wine": è uno spumante brut a base di Prosecco Chardonnay che offre il piacere di
un buon spumante italiano con un grado alcolico di soli 9.5 gradi, grazie ad una vendemmia
anticipata e all’utilizzo di lievi speciali che fermentano a una temperatura più bassa della norma.
Spiegano Paolo e Giorgio Polegato: «Possiamo sfruttare i passi da gigante fatti dalle tecniche di
vinificazione per creare vini di grande spessore e ricchezza organolettica pur con una limitata
gradazione alcolica». Chi vorrà godersi un buon bicchiere di prosecco potrà farlo con maggiore
serenità e senza l’incubo dell’alcoltest.
LA BOTTIGLIA
Carmina, passitodi Conegliano
L’acidità nei vini , più elegantemente descritta con il termine di freschezza, è caratteristica
fondamentale che predispone un vitigno a produrre vino spumante. Anche un vino dolce senza la
“freschezza” sarebbe stucchevole e stancante. Eccovi quindi un Prosecco ma passito. Il Lyrico 2001
, 14,5 % alcol, di Carmina, Conegliano (Tv). Dimenticate il colore dello spumante, qui il giallo è
ambrato ma sempre brillante. I profumi, e che profumi, sono di frutta secca in miele, caramello e di
strudel di mele. Gusto amabile con fresca dolcezza che si espande ampio e a lungo. Ben
accompagna a 14 C°, su calice a tulipano piccolo, un formaggio erborinato di media stagionatura
con mostarda di pere, o anche una piacevole conversazione. Con 17,30 euro alla Vinoteca Casarin
di Mogliano Veneto (Tv).
(Associazione Italiana Sommelier Veneto)
Venerdì 19 febbraio, pag. 25
BADOERE
Nitrati in agricoltura «Direttiva nitrati, strumenti e opportunità per l’agricoltura»: se ne parla oggi alle 20.30 all’ex
chiesetta di Sant’Antonio in piazza Indipendenza a Badoere
Venerdì 19 febbraio, pag. 22
IN VIA CALPENA
Vaccinazione antirabbica: ambulatori aperti
CONEGLIANO - Sono iniziate ieri le vaccinazioni antirabbica in via Calpena, presso la sede degli
Alpini. Le vaccinazioni si terranno dal 18 al 20 e dal 25 al 27 febbraio dalle ore 10 alle ore 15. Le
vaccinazioni antirabbica pre-contagio per tutti i cani dopo il terzo mese di età sono rese obbligatorie
dall'ordinanza n. 251 del 24/11/2009 della Regione del Veneto. Le vaccinazioni sono effettuate a
cura dei Servizi Veterinari dell’Azienda Uls 7 al prezzo convenzionato di € 5,00 per ogni cane
vaccinato, nelle ultime date disponibili indicate a lato. I cani dovranno essere muniti di microchip.
Nel caso vi fossero cani sprovvisti, vi sarà la possibilità, in questa stessa occasione, di metterli in
regola applicando il microchip sul posto al costo di € 16,00 per ogni cane microchippato.
Venerdì 19 febbraio, pag. 17
MONTEBELLUNA
ANTIRABBICA
Ancora 300 cani da vaccinare«Aderite alla campagna»
(L.Bon) Sono stati vaccinati 2700 cani contro la rabbia: ne mancano all'appello circa 300, ma non ci
sono i dati dei veterinari privati. Al 43% degli animali è stato applicato anche il microchip. Il vice
sindaco Franco Andolfato, che nei giorni scorsi aveva bacchettato i suoi cittadini, si dice ora
soddisfatto. «Le operazioni si sono svolte in modo regolare anche nel weekend. Ricordo a tutti che
la vaccinazione è un obbligo. Invito quindi chi non si è avvalso a provvedere attraverso i veterinari
privati fino al 31 marzo. Terminati i termini dell’ordinanza regionale, scatteranno i controlli, che
prevedono una sanzione di 3.100 euro».
Venerdì 19 febbraio, pag. 27
CIMADOLMO
Antirabbica, altri due giorni di vaccini
CIMADOLMO – (R.P.) Il Servizio Sanitario Nazionale, settore igiene e prevenzione, ha stabilito
quattro ulteriori date per vaccinare i cani dei comuni di San Polo e Cimadolmo. La vaccinazione
avverrà solo su prenotazione telefonica allo 0422.743735 (ufficio segreteria del Comune di
Cimadolmo) per entrambi i comuni negli impianti sportivi comunali di Cimadolmo in via Lovadina
nei giorni di mercoledì 24 dalle 12 alle 13 e venerdì 26 dalle 14.30 alle 15. Le altre date in
calendario (25 e 27 febbraio) sono già esaurite come disponibilità di posti.
Venerdì 19 febbraio, pag. 15 edizione NAZIONALE
INTERROGAZIONE
Pettenò: «Stop alla Pedemontana»
In una interrogazione a risposta immediata il capogruppo di Rifondazione in Consiglio regionale
Pietrangelo Pettenò chiede alla Giunta regionale di farsi parte attiva per sospendere l'iter di
realizzazione dell'autostrada Pedemontana Veneta, da realizzarsi in project financing. Pettenò chiede
di ritornare al vecchio progetto espresso dalla Conferenza dei servizi fra i sindaci del vicentino e del
trevigiano e la Regione Veneto, nella quale si era decisa invece la realizzazione di una superstrada,
una infrastruttura a basso impatto ambientale, al servizio del territorio e che utilizzasse il più
possibile i sedimi stradali già esistenti.
Venerdì 19 febbraio, pag. 19
VOLPAGO
Pedemontana in trincea Appuntamento il 24 febbraio per l'ordine del giorno volto a "conquistare" Volpago nel consiglio
comunale 7 giorni prima del summit in Provincia. Il consiglio si riunirà in auditorium anziché in
sala consigliare vista la prevedibile partecipazione massiccia.
Venerdì 19 febbraio, pag. 3 edizione di VICENZA
CONSIGLIO Le forze politiche chiedono l’accesso gratuito ai residenti in perpetuo
Pedemontana "libera"Allarme dalle commissioni Urbanistica e Lavori: "Quadrante sud intasato"
L’eliminazione del pedaggio della Pedemontana, con la liberalizzazione perpetua dell’intera tratta
bassanese, è stato uno dei punti votati dal consiglio comunale di ieri sera. Prioritario attivare un
sistema moderno di esazione automatica che consenta ai residenti bassanesi di accedere
gratuitamente alla nuova Spv, così come oggi avviene con la Nuova Gasparona. Poco prima di
iniziare i lavori in sala Ferracina si sono per questo riunite le commissioni Urbanistica e Lavori
pubblici, per redigere un documento unitario ad integrazione dell’importante delibera delle 23
osservazioni. Le commissioni hanno sottolineato che la Spv si presenta in netto contrasto alle
richieste che il Comune aveva avanzato fin dalle prime osservazioni, "esigenze disattese con
complanari che riducono la fluidità dell’attuale Nuova Gasparona e che indurranno intasamento in
tutto il comparto a sud di Bassano, in particolare sulle vie Colombo e Cartigliana". Ribadite "in
termini assolutamente prioritari tutte le osservazioni" che erano già state deliberate all’unanimità in
consiglio nel 2005: "Sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale che la nuova infrastuttura
comporterà su un terreno fragile". Tra queste, un sistema aperto, di pedaggio di tipo "new pass", per
ridurre l’occupazione del territorio, l’adozione della terza corsia, il mantenimento dello svincolo
lungo la Cartigliana, lo spostamento dello svincolo Bassano Ovest. "Quando ci sono problemi
importanti questo consiglio è compatto - ha osservato Gianpaolo Bizzotto, Pdl - il Cipe nel 2006
aveva approvato un tracciato meno impattante". Tutto il "pacchetto" delle rivendicazioni è stato
votato all’unanimità.
"Stiamo parlando al vento - ha soffiato Stefano Giunta - le amministrazioni comunali sono posco
ascoltate dagli enti superiori come la Regione".
Non tornano neppure i conti sul flusso veicolare. Giunta ha osservato che la previsione della
concessionaria Sis, 31mila veicoli giornalieri nelle due direzioni, contrastano con quelli rilevati
dall’Ufficio tecnico, 6000 veicoli all’ora. Il consigliere Giambattista Sandonà, ha auspicato "larghe
intese con gli altri Comuni interessati". Ed ha aggiunto "è una tragedia per chi patisce l’esproprio,
servono tempi certi ed un equo risarcimento".
Lucia Fincato
Venerdì 19 febbraio, pag. 7 edizione di VICENZA
IL CASO L’ingegnere di Cassola lancia una lettera aperta sul problema della superstrada
Pedemontana, le dieci domande di Bergamin
Oltre dieci anni fa, nel ’99, fu incaricato come tecnico di fiducia da oltre 30 sindaci vicentini,
bassanesi e trevigiani i cui territori erano interessati dal passaggio della Pedemontana. Giampaolo
Bergamin seguì l’iter fino alla "conversione" in superstrada, con i dovuti passaggi di legge, e
all’approvaziopne di un tracciato "leggero" e flessibile nelle conferenze di servizi convocate
all’uopo.
Allora si parlava di autostrada, «una diga lunga 90 chilometri e alta 7-8 metri», così la descrive
Bergamin. Il quale ora rivolge una lettera aperta a cittadini e amministratori delle aree interessate e
chiede risposta a dieci domande.
Innanzi tutto chiede chi sia responsabile del fatto che nel marzo 2001 tutto era già definito per
individuare un promotore e procedere poi alla realizzazione, e nove anni dopo siamo ancora a
questo punto. Inoltre chiede chi doveva vigilare sui procedimenti e garantire la rapidità esecutiva. E
domanda come mai si titoli oggi un progetto "superstrada" quando l’arteria progettata «è una
autostrada di vecchia concezione e in evidente contrasto con la legge istitutiva della Pedemontana
Veneta». Nel mirino delle domande dell’ingegnere anche l’ordinanza emergenziale di protezione
civile, attivata dal Consiglio dei ministri ad agosto scorso: non si capisce a quali eventi naturali
faccia riferimento, nè si comprende, spiega Bergamin, come si potesse far riferimento a
un’emergenza traffico visto che la crisi economica aveva depresso i flussi veicolari.
Ai sindaci chiede se hanno letto le leggi istitutive della Pedemontana per capire se la strada è
coerente con quanto lì previsto. E pone domande anche sulle accelerazioni finali e sui tempi
strettissimi (30 giorni) concessi per le osservazioni dopo 9 anni di ritardi.
Venerdì 19 febbraio, pag. 7 edizione di VICENZA
FIERA Apre domani la doppia rassegna annuale "Hunting show" e "Pescare" con +20% di
espositori e +14% di superficie
Caccia e pesca battono la crisiIl presidente Roberto Ditri: «L’obiettivo è diventare il primo salone nazionale del settore»
Numeri da record quelli che riguardano la caccia e la pesca: nel Vicentino sono 20mila i pescatori
e 19mila i cacciatori. In Veneto i pescatori sono quasi 100mila, i cacciatori 60mila.
Luca Pozza
Si parte con crescite a doppia cifra, un piccolo primato visto il periodo di crisi: +20% per gli
espositori (che saranno complessivamente 216, con 10 Paesi stranieri rappresentati) e +14%
dell'area espositiva caratterizzeranno il 4° "Hunting Show", il salone nazionale della caccia della
natura e del tiro sportivo e la 10° edizione di "Pescare - Fly Fishing & Spinning Show", il salone
internazionale dedicato al mondo della pesca tradizionale.
La doppia rassegna, ospitata in Fiera a Vicenza su un'area di 22mila mq, sarà aperta al pubblico per
tre giorni, da domani (alle 12.15 è prevista l'inaugurazione ufficiale) a lunedì 22 febbraio: nel week-
end apertura dalle 9 alle 19 e lunedì dalle 9 alle 16, un giorno quest'ultimo dedicato in particolare
agli operatori del settore. Previsto un ricco calendario di eventi collaterali, mostre d'arte,
dimostrazioni, tornei e convegni, anche su temi economici e di attualità. La doppia rassegna, che ha
cadenza annuale e che nell'edizione 2009 ha registrato oltre 20mila presenze, parte sotto il segno
dell'ottimismo, scaturito durante la presentazione, avvenuta ieri mattina in Fiera.
Nel comparto caccia saranno presenti 32 aziende produttrici di armi (tutte quelle italiane e alcune
delle più importanti estere), che sono quadruplicate rispetto a due anni fa.
«Il nostro obiettivo», ha spiegato Roberto Ditri, presidente della Fiera di Vicenza, grande
appassionato ed esperto cacciatore, «è che questa rassegna diventi il primo salone nazionale del
settore, cercando ad avvicinarci a quello che rappresenta Norimberga a livello mondiale. Quest'anno
avremo molte novità, siamo sicuri che saranno apprezzate dal pubblico».
«Crediamo molto in questa rassegna», ha spiegato Elena Donazzan, assessore regionale alla caccia,
«siamo convinti possa diventare un fiore all'occhiello degli appuntamenti fieristici in Veneto.
Questa fiera intende rilanciare anche l'ambiente, nessuno come i cacciatori e i pescatori lo
difendono e lo tutelano».
Giovedì 11 febbraio, pag. 3
Passi carrai, guerra all ultimo balzelloDaniele Ferrazza
TREVISO. Il don Chisciotte dei passi carrai è un artigiano di 45 anni, ha una piccola impresa per
materie plastiche e non sopporta le ingiustizie. Come l’eroe di Cervantes. L’altro giorno ha vinto
una battaglia epocale, l’abolizione della tassa sulle arterie di Veneto Strade. Ma Pierangelo
Gardenal non intende fermarsi qui. Vinta una battaglia, c’è un altro nemico da sconfiggere per
ripristinare la giustizia. Un nemico chiamato Anas, che grazie al Codice della strada può continuare
a pretendere il canone annuale da cittadini, commercianti e artigiani che danno sulla pubblica via. E
sono botte salate, se è vero che una trattoria di Vittorio Veneto si è vista arrivare una bolletta da
diecimila euro e una bottega padovana ha accumulato un contenzioso da 133 mila. Solo nel Veneto
sono quindicimila gli accessi autorizzati su strade Anas, per i quali si sono accumulati 120
contenziosi per i canoni arretrati per 5 milioni di euro. Quasi un milione può essere la stima del
contenzioso trevigiano, con almeno tremila attività coinvolte. Cancellata dalle vie di Veneto Strade
con un emendamento in extremis infilato nell’ultima finanziaria, resta la questione degli arretrati:
«Ma con la Regione è più facile confrontarsi - spiega l’artigiano di Fratta di Oderzo - troveremo una
soluzione. Ma è l’Anas adesso il nostro obiettivo». Sì, perchè se la Regione sotto pressione per le
imminenti elezioni ha deciso di abolire la tassa, questa continua ad essere appplicata sulle due
infrastrutture viarie di proprietà dell’Anas: per il Trevigiano si tratta della Statale 13 Pontebbana, da
Mogliano a Cordignano, e della Statale 51 Alemagna, da Conegliano a Vittorio Veneto. Cento
chilometri di ingiustizia: «Il paradosso è che le attività e le abitazioni fuori dal centro abitato sono
costrette a pagare e chi invece è all’interno dei tratti urbani, di competenza comunale, non deve
pagare» si infervora Gardenal, che nei ritagli di tempo si è dedicato per amor di giustizia a questa
battaglia e intende condurla in porto. «Ci sono dei casi che, perchè a cavallo della competenza
stradale, si ritrovano con differenze di migliaia di euro» dice. «Ma noi cerchiamo di essere pratici,
perchè ci interessa il risultato» spiega Gardenal, che è vicepresidente del Comitato passi carrai
(www.comitatopassicarrai.org), rappresentanti in tutte e sette le province venete e propaggini nelle
altre regioni. Tutti reduci dalla manifestazione di Mestre, davanti alla sede del «nemico-Anas».
«Dobbiamo riuscire a mettere in piede una lobby di pressione che intervenga sull’Anas - continua
raccontando di aver incontrato più volte i responsabili del compartimento di Venezia dell’ente
nazionale strade - ma c’è bisogno di tutti: destra e sinistra, associazioni e sindacati». Perchè
Gardenal ricorda ancora l’amarezza di essere stato lasciato solo, all’inizio di questa battaglia, da
tutti: «All’inizio, nessuna associazione di categoria si è interessata a questa battaglia, non ho avuto
alcun appoggio. E coi politici abbiamo dovuto andare a trovarli ad uno ad uno». Adesso, il network
di adesioni si sta allargando: e arriva anche il sostegno delle associazioni, inizialmente timidamente
alla finestra sull’argomento. «Il lavoro più importante è adesso: perchè al Senato, tra qualche
giorno, va in approvazione il nuovo Codice della strada» osserva acutamente Gardenal. «Dobbiamo
riuscire a convincere più parlamentari possibile, proponendo uno scambio: l’abolizione della tassa
sui passi carrai in cambio del 50% delle sanzioni che vengono elevate lungo le strade statali».
Gardenal assicura che ce la farà, anche perchè l’ha promesso a Sancho Panza.
CENTO CHILOMETRI DI INGIUSTIZIA TREVISO. Il passo carrabile è l’accesso da un’area pubblica a un’area privata, generalmente
attraverso la strada principale. E’ una vera tassa. Godere di un accesso su strada pubblica comporta
un onere da pagare al proprietario della strada. Ma gli enti pubblici si regolano diversamente.
Comuni e Province non l’applicano, la Regione l’ha abolita a partire dal 1 gennaio, ma l’Anas - per
lo Stato - non ci pensa nemmeno. E’ per questo che il Comitato Passi Carrai, nato un anno fa a
Codevigo nel Padovano, ha deciso di intraprendere la battaglia. Presieduto dal padovano Luciano
Soffiato, ha nel vicepresidente Pierangelo Gardenal il coordinatore dei trevigiani. La questione
nasce dal Codice della strada, che stabilisce come all’accesso privato va attribuito un «valore
economico risultante dal provvedimento di autorizzazione o concessione e al vantaggio che l’utente
ne ricava». Con la legge 449 del ’97 il governo ha consentito all’Anas di aumentare subito del
150% i canoni e poi di adeguarli al costo della vita. Quando hanno cominciato ad arrivare i conti
arretrati è scoppiata la rivolta.
«Stop in Parlamento, moratoria sul pregresso»TREVISO. «Eliminate quel balzello». Anche Ascom Treviso scende in campo contro l’aumento dei
canoni per i passi carrai e lancia un appello ai parlamentari trevigiani. «È indispensabile - afferma
Pomini - che chi ci rappresenta in Parlamento sostenga in maniera forte e decisa l’emendamento che
verrà discusso in aula dopo Pasqua ottenendo l’abolizione della tassa. Chiediamo inoltre che, per il
pregresso, sia per le tasse di competenza regionale che per quelle di competenza nazionale, si arrivi
a una moratoria. Indispensabile, quest’ultima, e ora più che necessaria, per non far pesare il balzello
come una spada di Damocle sulla testa di famiglie ed imprese, in un momento difficile come
questo». La questione passi carrai è esplosa nel 1997 con l’approvazione del codice della strada ed i
conseguenti aumenti del canone che hanno messo in crisi migliaia di operatori. Proprio lunedì si è
svolto un partecipatissimo sit in di protesta organizzato davanti alla sede dell’Anas di Mestre dal
Comitato Veneto Passi carrai che ha chiesto all’Anas l’eliminazione di quello che viene giudicato
un «inutile balzello». «Si tratta - prosegue Pomini - di una tassa che ha tutte le caratteristiche della
gabella medievale, che, a causa degli aumenti esponenziali, ha prodotto risultati drammatici sia per
gli operatori economici che per le famiglie. C’è chi si trova a dover pagare anche 10 mila euro
all’anno per l’accesso alle strade statali, chi deve fare i conti con arretrati di 50-60 mila euro da
pagare per il proprio passo carraio. Un’assurdità». «Una situazione nettamente insostenibile ed
inaccettabile - dichiara Pomini - particolarmente in un momento di crisi come questo, in cui non
solo mancano risorse economiche e finanziare, ma è aumentata l’intolleranza da parte di famiglie ed
imprenditori verso un fisco vessatorio e presuntivo».
Domenica 14 febbraio, pag. 25
Passi carrai, arrivano i truffatori «Pagate o triplichiamo la tariffa»ZENSON. Suonano ai campanelli e si spacciano per funzionari della Provincia incaricati di
riscuotere la tassa per i passi carrai. «E se non pagate subito - intimano alle vittime di turno - la
tariffa verrà triplicata». In realtà si tratta di truffatori specializzati, probabilmente una banda, che
sono in azione a Zenson. Forse i malviventi hanno escogitato questa nuova truffa sull’onda della
protesta dei giorni scorsi a livello regionale contro il balzello sui passi carrai. Diversi cittadini si
sono rivolti in municipio per denunciare la visita dei finti funzionari. Al momento pare che nessuno
sia caduto nella rete dei truffaldini. Ma l’assessore alla Sicurezza Daniele Dalla Nese invita tutti a
tenere gli occhi aperti. «Non c’è alcun funzionario della Provincia autorizzato a riscuotere soldi
casa per casa - spiega - proprio per cercare di mettere in guardia soprattutto gli anziani, a breve
invieremo loro una sorta di vademecum per accorgersi delle truffe e prevenire in tempo il raggiro».
Nei programmi dell’amministrazione c’è anche l’organizzazione di alcuni incontri informativi sul
tema delle truffe porta a porta, mirate soprattutto a informare gli anziani dei rischi che si corre
nell’aprire la propria abitazione a sconosciuti con false generalità. (ru.b.)
Giovedì 18 febbraio, pag. 17
«Passi carrai, Matteoli fermi l'Anas»Unindustria Treviso interviene presso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli,
sulla questione dei passi carrai. «Riteniamo - dichiara Flavio Sgambaro, vicepresidente di
Unindustria - che sia proprio il ministero, autorità preposta alla vigilanza sull’ dell’Anas, il soggetto
al quale indirizzare la protesta». «La nostra associazione - prosegue - era già intervenuta nel 2004,
all’indomani delle prime richieste di pagamento formulate da Anas, presso l’allora ministro dei
Trasporti, per ottenere l’eliminazione di quello che, a tutt’oggi, appare come un odioso balzello».
Nella lettera al ministro si richiama anche il caso di un’impresa trevigiana che dal 1974 al 1989 ha
pagato un canone annuo di 136.800 lire (70,65 euro); dal 1990 al 1997 ne ha pagati 146.316 euro
(75,67 euro); dal 1998, da quando cioè è l’Anas a determinare gli importi, è velocemente arrivata
agli attuali 3.036,5 euro. Le imprese - viene spiegato - hanno avuto notizia di questi incrementi solo
a partire dal 2003, quando l’Anas ha iniziato a chiedere il pagamento delle precedenti 5 annualità
del canone, senza trasmettere ai concessionari i conteggi relativi agli importi richiesti («spesso errati
in eccesso»). «Riteniamo - scrive il presidente Vardanega - che gli aumenti praticati da Anas e
avallati dal ministero siano ingiustificati e fortemente vessatori per le nostre imprese ed i privati. Gli
aumenti imposti da Anas hanno determinato un’ingiustificata discriminazione tra i soggetti titolari
di concessioni rilasciate dal predetto ente e la maggioranza dei soggetti titolari di concessioni
comunali, con rilevante danno per i primi. Infine, non riteniamo condivisibile la scelta del 1998 di
demandare ad Anas la determinazione dei canoni e dei loro aggiornamenti in luogo del competente
Ministero». Unindustria Treviso chiede a Matteoli un intervento in vista del riordino della materia -
nuovo Codice della Strada - «che porti all’eliminazione dell’odioso balzello».
Gioved' 18 febbraio, pag. 9
IL CASO Vardanega scrive al ministro dei Trasporti: «Via la tassa sui passi carrai»
Unindustria si ribella all’odioso balzello
(m.zan.) Un’impresa trevigiana dal 1974 al 1989 paga un canone annuo di 136.800 lire (pari a 70,65
euro); dal 1990 al 1997 l’importo viene aggiornato a 146.316 lire (75,67 euro); dal 1998 si passa a
2.417,02 euro, rivalutata fino agli attuali 3.036,5. E’ un esempio del boom delle tasse sui passi
carrai imposte dall’Anas ai frontisti delle strade di sua competenza. Un problema anche per diverse
aziende della Marca: per questo Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria Treviso, ha scritto
una lettera al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, chiedendo di eliminare
“quello che viene ritenuto da tutti un odioso balzello” o almeno di riportarne “la quantificazione a
criteri di ragionevolezza ed equità”.
La prima critica degli industriali, naturalmente, riguarda l’escalation degli importi dal 1998.
Ovvero da quando l’Anas è a stabilire le cifre: incrementi in media del 3.000–3.500 per cento, con
punte anche superiori al 5.000 per cento. Ma da piazzetta Sant’Andrea lamentano anche che le
imprese sono state avvertite dei rialzi solo dal 2003, quando l’ente ha iniziato a sollecitare il
pagamento delle cinque annualità precedenti. Aumenti “ingiustificati e fortemente vessatori per le
nostre imprese e i privati” li definisce Vardanega. Oltre che causa di discriminazione tra chi è in
possesso di una concessione Anas e chi, invece, affacciandosi su strade comunali, provinciali o
regionali, deve pagare molto meno.
Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PADOVADA OGGI IL MIFLOR
In Fiera per la prima volta la vendita a campione di prodotti per il florovivaismo
Da oggi, in Fiera a Padova, per la prima volta in Italia si terrà la vendita su campione di prodotti per
il florovivaismo. Si chiama Flormarket e si terrà in occasione della 60esima edizione di Miflor,
Salone primaverile del florovivaismo che da oggi e fino a domenica 21 sarà in programma a
PadovaFiere: 200 espositori su 14.000 metri quadrati che promuoveranno la loro attività e le loro
migliori proposte innovative.
Flormarket sarà un vero e proprio mercato dove i produttori italiani ed esteri esporranno i loro
prodotti pronti per essere esposti e venduti e su cui verrà indicato solo il codice e il prezzo. Chi
acquista lo farà quindi solo per il rapporto qualità – prezzo. Un’altra caratteristica di questo format è
che le quantità esposte saranno quelle effettivamente disponibili. I visitatori potranno toccare con
mano le campionature e, cogliendo l’opportunità del buon affare, acquistano pagando alla consegna.
Flormarket è quindi un'occasione nuova per offrire la propria produzione sfruttando quello che
rappresenta il Miflor per questo settore e cioè la possibilità di incontrare in un unico momento una
vasta platea di potenziali compratori. Miflor che ha contato nella scorsa edizione 18.000 visitatori,
inaugura la stagione primaverile, la più importante per numerose realtà florovivaistiche
professionali italiane che coprono il 23% della produzione europea.
Appuntamento con Miflor dal 19 al 21 febbraio 2010. Orari: 9/18. Ingresso a pagamento, riservato
agli operatori del settore con documento professionale. Per i possessori di Flor Card ingresso
gratuito. Biglietto ridotto (5 euro) con invito rilasciato dagli espositori. Biglietto intero 15 euro.
Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONEL’APPELLO
Colutta: «Friulia ora si apraanche alle aziende agricole»
UDINE - «Friulia deve aprirsi al mondo dell'agricoltura ed entrare, in questa fase di crisi, nel
capitale dell'azienda agricola»: è l'invito lanciato da Giorgio Colutta, presidente regionale di
Confagricoltura.
«Abbiamo parlato con il presidente Renzo Tondo e con l'assessore regionale Claudio Violino - ha
detto Colutta - perché c'è la necessità di sostenere il settore in questa fase di crisi. Siccome è in
discussione la "mission" della finanziaria regionale abbiamo proposto che Friulia possa intervenire
anche nel settore agricolo ed agro-alimentare».
Per Colutta «si tratta di aiutare le principali imprese del settore a superare questo difficile momento
di crisi: che è crisi di liquidità per il crollo dei prezzi - ha concluso - e crisi di mercato per il calo del
consumi. Il settore attende ora risposte». Va ricordato, al proposito, che proprio in questi giorni la
Regione ha lasciato intendere la volontà di puntare ad una più forte rappresentatività dell’azionista-
guida nella Finanziaria.
Venerdì 19 febbraio, pag. 17 edizione di PORDENONE
LA LETTERA
Seminare gli ogm è un diritto dell’agricoltore
VIVARO - «Fa specie vedere come un partito politico, nato per liberare il nord dalla pastoie
burocratiche e ridare la libertà alle sue genti (si ricordi lo slogan:”Basta Roma, basta tasse”) prenda
una così netta posizione contro l’iniziativa di un agricoltore che decide, nella sua libertà, di
seminare Ogm sui suoi terreni.
Si invoca una delibera del consiglio comunale di Vivaro del 30 marzo 2004 per impedire l’esercizio
della libertà di semina di un cittadino del Comune. Tale delibera è illegale, contraria alla legge
europea come ha sentenziato la recente Decisione del Consiglio di Stato (183/2010), ma soprattutto
è contraria al diritto di proprietà privata dell’agricoltore che intende esercitarlo.
Fa sorridere poi che un partito che del federalismo, del “padroni a casa propria” ha fatto una
bandiera, si dichiari seguace della linea di Zaia, che è Veneto ed abita in un altro posto. Poiché a
questi signori piace portare il cervello all’ammasso e seguire pedissequamente la linea dettata dal
conducator Bossi , conducono una guerra santa contro un imprenditore del loro comune che vuole
seminare mais Ogm, senza interessarsi che sul territorio di Vivaro su 700 ettari (o forse più) di
terreno coltivati a mais, ogni anno ormai si spargono 700 e più kg di insetticidi per reprimere
l’insetto piralide, con “notevole vantaggio” per la salute dei suoi cittadini.
Il signor Silvano Dalla Libera, nostro associato, non sta aggredendo nessuno. Intende esercitare il
suo diritto di proprietà e, stante questo diritto, vuole scegliere cosa seminare sui suoi terreni. Sta
inoltre cercando di lanciare un prodotto alimentare innovativo:”il mais tipico di Vivaro”, che sarà
un mais molto sano e senza un grammo di insetticida.
Giorgio Fidenato
presidente
Agricoltori Federati
Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONE
Ogm e biocombustibiliConfagricoltura rilancia
Riccardo De TomaSì alla sperimentazione degli Ogm, sì alla realizzazione di distretti per la
produzione di energia da biocombustibili. Anche così, secondo il presidente regionale di
Confagricoltura Giorgio Colutta, si può combattere una crisi che non risparmia il settore primario,
alle prese con un calo generalizzato dei prezzi (-25% dal 2005) e dei valori fondiari.
Proposte a tutto campo, quelle lanciate dall’organizzazione, che rappresenta in regione oltre 5.000
aziende, con una superficie agricola utilizzata pari al 45% del totale. A partire dagli Ogm, sui quali
l’orientamento di Confagricoltura è decisamente più aperto rispetto a quello di altre associazioni e
dello stesso assessore regionale Claudio Violino: «La sperimentazione è meglio farla che subirla»,
dichiara Colutta, che ricorda come «il 92% della soia importata per la zootecnia sia di origine
geneticamente modificata» e suggerisce la definizione di «norme chiare sulla coesistenza tra
produzioni tradizionali e Ogm».
Anche sul fronte dell’energia, Confagricoltura sollecita l’approvazione di nuove linee d’indirizzo:
le scelte sull’ubicazione delle centrali bio-alimentate e dei parchi fotovoltaici, per Colutta, «non
possono essere lasciate ai singoli comuni ma vanno pianificate, per evitare che gli impianti crescano
in modo disordinato». E all’interno della pianificazione può trovare spazio anche la grande
questione dell’elettrodotto Redipuglia-Udine, «che per un buon tratto – suggerisce il presidente –
potrebbe correre sotto la terza corsia della A4 di prossima realizzazione».
Non mancano le critiche: sul ruolo dell’Ersa, «che non deve concentrarsi solo sulla zootecnia», e
sui ritardi nella costituzione dello sportello regionale per la gestione dei finanziamenti comunitari,
annunciata lo scorso anno ma rimasta al palo. Quanto al vino, Confagricoltura saluta con
soddisfazione lo sblocco dei fondi sulla promozione del Friulano ex Tocai (in arrivo i primi 6
milioni) e punta con fiducia sulla carta Prosecco, l’unico vino in controtendenza (+7%) rispetto al
calo generalizzato dei prezzi: «L’estensione della Doc è una grande opportunità – commenta Colutta
–, ma dobbiamo stare attenti a non creare eccessi di produzione».
Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONEL’ALLARME
Ribassi a doppia cifra Per i prezzi agricoli un bollettino di guerra
UDINE - (rdt) Dal vino alle mele, dal latte all’allevamento. L’andamento dei prezzi agricoli alla
produzione, dati della Camera di Commercio di Udine alla mano, è un bollettino di guerra.
Il segno meno domina, e quasi sempre con flessioni in doppia cifra.
A partire dall’uva, che fa segnare le perdite più pesanti tra 2009 e 2008: in picchiata il Pinot grigio,
passato da 152 a 84 euro al quintale (-45%), seguito da Merlot (-25%), Sauvignon (-21%), Cabernet
(-14%) e Friulano (-13%). Colpa della concorrenza internazionale, decisamente low-cost rispetto al
vigneto Friuli.
Se il vino piange, il comparto cerealicolo non ride, con mais e frumento che perdono mediamente il
13% e l’orzo al -17%, mentre la soia contiene il calo al 2,4%.
I prezzi? Mais, orzo e grano si collocano tra i 12 e i 13 euro al quintale, mentre la soia resta sopra i
30 euro.
In discesa pure le patate (-11%), le mele golden (-21%) e il latte, attestato poco al di sopra dei 30
euro ad ettolitro, circa il 20-25% del prezzo al consumo.
Il quadro non migliora per l’allevamento, con flessioni tra l’8 e il 13% per suini, pollame e bovini,
mentre i conigli – unica eccezione – "tengono" restando sui prezzi del 2008.