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Rassegna Stampa Venerdì 19 febbraio 2010 TREVISO

Venerdì 19 febbraio 2010 - ciatreviso.it filedove le importazioni di vino italiano mantengono il secondo e terzo posto. Gli Stati Uniti già oggi Gli Stati Uniti già oggi ricoprono

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Rassegna Stampa

Venerdì 19 febbraio 2010

TREVISO

Venerdì 19 febbraio, pag. 22

Venerdì 19 febbraio, pag. 19

Venerdì 19 febbraio, pag. 22

ISTITUTO CERLETTI

Management dell’impresa agrituristica

CONEGLIANO - (el.gir) Scambio di conoscenze sul “management dell’impresa agrituristica” tra la

Scuola Enologica e l’Associazione emigranti italiani in Argentina (Maie ). Partirà infatti sabato 20

febbraio per Buenos Aires il gruppo di studenti e docenti del Cerletti protagonisti del Progetto

A.T.I.S. L’iniziativa ha come obbiettivo la formazione in “ management dell’impresa agrituristica”

di 10 giovani argentini, figli di emigranti veneti residenti nelle varie province argentine, in

particolare Buenos Aires e Mendoza. Esso consentirà ai corsisti di inserirsi in imprese che abbiano

rapporti con il Veneto. Nella seconda fase del progetto un gruppo di studenti meritevoli del Cerletti

effettuerà una visita nei luoghi vocati alla viticoltura ed all’enologia della provincia di Mendoza e a

quelli del turismo rurale nella provincia di Buenos Aires. Il progetto proseguirà il prossimo anno

con il marketing vitivinicolo in collaborazione con l’università di enologia di Mendoza e le

associazioni di categoria locali.

Venerdì 19 febbraio, pag. 38

Troppo prosecco, tutela alle colline(Glauco Zuan)

PIEVE DI SOLIGO. Tutelare le colline, regolamentando la forsennata produzione di prosecco.

Mentre i vigneti tra Conegliano e Valdobbiadene attendono di diventare patrimonio Unesco, Natale

Grotto chiede una riflessione sullo sfruttamento intensivo ed aggressivo delle colline del territorio.

Fino a che punto accettare la trasformazione viticola delle nostre colline? Esiste un equilibrio tra

esigenze economiche e rispetto della natura? Questi gli interrogativi che animeranno la tappa

odierna di «Paesagire», dedicata stasera ai colori, alle forme e alle opportunità di tutela delle colline

dell’Alta Marca. Partendo da una considerazione. «La trasformazione a vigneto del nostro territorio

è cominciata al tempo della dominazione austriaca e fino a trent’anni fa ha intrattenuto un rapporto

armonico con il paesaggio - afferma Natale Grotto, responsabile dell’ufficio urbanistico pievigino e

vice sindaco di Sernaglia - da un’agricoltura di affezione, che il nucleo famigliare portava avanti nel

tempo libero con tecniche sostenibili, si è però passati ad uno sfruttamento intensivo ed aggressivo

del territorio. Un cambio di rotta che sta trasformando in modo irreversibile la morfologia delle

colline e la nostra stessa qualità della vita. Sono consapevole di dire cose impopolari, ma è un tema

sul quale le comunità locali devono cominciare a confrontarsi». Stasera, alle 20.45, nell’auditorium

Battistella Moccia di Pieve, inizieranno ad interrogarsi il presidente degli ingegneri, Vittorino Dal

Cin, i dirigenti forestali Mauro De Osti e Arduino Graziottin, il tecnico regionale Arnaldo Gomirato

ed il fotografo Francesco Galifi. «Gli strumenti legislativi non mancano e se ne possono fare altri -

continua Grotto - manca la consapevolezza diffusa della necessità di salvaguardare l’ambiente.

Finché non ci sarà una cultura condivisa di ciò che è bene e ciò che è male per la collettività,

difficilmente gli amministratori si sentiranno investiti del consenso per muoversi in questa

direzione». Uno spunto che raccoglie il consenso di Giancarlo Vettorello. «Stimolare confronti e

discussioni è una cosa intelligente - commenta il direttore del consorzio di tutela del prosecco

Conegliano-Valdobbiadene - una cosa è chiedere una riflessione, altro è lanciare un allarme».

Venerdì 19 febbraio, pag. 22

Cantina Ponte, 8 milioni di bottiglie

Nuovo marchio e un’immagine rinnovata per la Cooperativa Ponte, che aggredisce la crisi con

nuovi prodotti e una comunicazione più aggressiva. A un anno dal suo insediamento, la strategia del

direttore generale Massimo Benetello sembra più chiara. E’ anche una risposta alla crisi

internazionale, che colpisce anche il settore vinicolo. Con i suoi millecinquecento soci presieduti da

Giancarlo Guidolin e i duemila ettari di vigneti coltivati, Cooperativa Ponte rappresenta una delle

realtà vitivinicole più importanti del Veneto. Il suo vasto territorio si estende dal nord di Venezia

fino alla zona pedemontana della provincia di Treviso con quattro punti di raccolta e

vinificazione. Spiega Massimo Benetello, da un anno direttore generale della Cooperativa: «Siamo

consapevoli che la congiuntura economica attuale ci chiede di affrontare sfide importanti e per

questo ci siamo messi in gioco rivedendo il nostro rapporto con il consumatore, avvicinandolo al

nostro modo di pensare la viticoltura e il vino, vero patrimonio della Cooperativa». Un forte

impegno rivolto ai consumatori giovani, con la creazione del nuovo sito internet e la visibilità sul

web, oltre che attraverso la presenza nei luoghi di aggregazione, con mirate attività di

sponsorizzazione e partnership. Un ideale filo rosso lega, infatti, le terre trevigiane sede della

Cooperativa, a Jesolo e Venezia, vera fucina di eventi di tendenza. E saranno proprio alcune

iniziative legate a Jesolo a portare il marchio della cooperativa trevigiana. La Cooperativa Ponte, il

cui volume d’affari attualmente è rappresentato per un terzo dall’export, guarda a Germania, - che

rappresenta il 40% delle vendite estero - seguita da Olanda, Inghilterra e Belgio per conquistare

nuove fette di mercato. In Estremo Oriente la Cantina guarda in particolare a Giappone e Corea,

dove le importazioni di vino italiano mantengono il secondo e terzo posto. Gli Stati Uniti già oggi

ricoprono un volume d’affari di oltre 1,5 milioni di euro.

Venerdì 19 febbraio, pag. 13 edizione NAZIONALE

Grandi rossi friulanisfilano a Venezia

Si comincia con i grandi vini friulani (rigorosamente rossi, stavolta), dopodomani; e si prosegue, fra

un paio di settimane, con Gusto in Scena (vedi riquadro qui accanto): finito il Carnevale, Venezia

accende i suoi riflettori su sapori e profumi e sulle eccellenze della tavola, e diventa capitale del

gusto.

’Vino friulano, è gradito l’abito rosso’, è il gustoso gioco di parole che fa da titolo all’evento in

programma domenica, quando oltre 50 produttori tra i più prestigiosi del Friuli Venezia Giulia

presenteranno al pubblico i loro migliori vini rossi. Accadrà nelle sale dell’hotel Monaco e Grand

Canal, dalle 10 alle 19 (info: www.fisarvenezia.com).

Il binomio “Friuli Venezia Giulia, terra di grandi vini bianchi”, è un dato riconosciuto. Eppure, i

molteplici terroir del “vigneto friulano”, fra ricchezza di suoli e microclimi diversi, sono una fonte

di emozione quando il consumatore scopre l’eleganza e la personalità dei tanti vini da vitigni a

bacca rossa: "Dal Refosco dal Peduncolo Rosso al Merlot, dal Pignolo al Tazzelenghe, dal Cabernet

Franc al Cabernet Sauvignon, fino a Schioppettino, Pinot Nero e Terrano, insieme agli ormai storici

tagli bordolesi, tutti lasciano il segno e rivelano un appeal discreto e sottile" spiega Aurora Endrici,

anima della manifestazione.

Ma l’evento ha una sua peculiarità forte anche per il fatto che, per la prima volta, 55 produttori del

FVG si presentano insieme così compatti e numerosi, praticamente da tutte le zone DOC della

regione. E in una zona conosciuta - giustamente - come "terra di grandi bianchi", per molti

produttori i vini rossi sono un figlio incompreso nel suo talento, spesso quel vino - specialmente in

questi tempi di restrizione di mercato - che si vende con più difficoltà, a dispetto dei Friulano e

Pinot Grigio che vanno come il pane...

Quasi il 50% del vino friulano è però rosso e la storia testimonia come il Conte de la Tour a metà

'800 portò dalla Francia le barbatelle di Merlot nelle terre marnose di Capriva del Friuli proprio

perché erano speciali per quel vitigno. Oggi alcuni dei più noti Merlot del mondo sono friulani.

Ancora Aurora: "E questo appuntamento è sentito con cuore e passione dai produttori stessi che lo

hanno sostenuto fin da subito, per portare a testa alta le loro corone rosse".

Insomma, una kermesse unica, senza precedenti, dedicata alla migliore produzione della regione,

con grandi firme come Castello di Buttrio e Conte d’Attimis, Ermacora e Lis Neris, Livon e Vigne

di Zamò, Martellozzo e Puiatti, Ronco dei Pini e Villa Russiz solo per fare alcuni nomi.

A rendere ancora più piacevole e perfetta la giornata, ecco che il ristorante gourmet “Il Ridotto

dell’Aciugheta”, di campo SS. Filippo e Giacomo, nel cuore di Venezia, presenterà una selezione di

specialità create per l’occasione dal patron Gianni Bonaccorsi e dalla sua brigata di cucina, guidata

da Haque Murshedul. Il biglietto d’ingresso (10 euro) darà diritto all’assaggio di tutti i vini e di tutti

i finger food.

L’evento è stato ideato e creato dalla FISAR “Federazione Italiana Sommelier Albergatori e

Ristoratori” di Venezia in collaborazione con Aurora Endrici Vinoè Comunicazione Vino e Paolo

Ianna Wine Consulting.

LA NOVITÀ

Astoria, il futuroè Cold Wine 9,5

(d.s.) - Bere con moderazione e responsabilità. Gli appelli si moltiplicano e anche le case

vitivinicole sono sensibili al problema dell’alcol. L’Astoria Vini, azienda di Crocetta del Montello, è

venuta incontro alle nuove esigenze dei consumatori con il primo spumante a bassa gradazione. Si

chiama "9.5 Cold Wine": è uno spumante brut a base di Prosecco Chardonnay che offre il piacere di

un buon spumante italiano con un grado alcolico di soli 9.5 gradi, grazie ad una vendemmia

anticipata e all’utilizzo di lievi speciali che fermentano a una temperatura più bassa della norma.

Spiegano Paolo e Giorgio Polegato: «Possiamo sfruttare i passi da gigante fatti dalle tecniche di

vinificazione per creare vini di grande spessore e ricchezza organolettica pur con una limitata

gradazione alcolica». Chi vorrà godersi un buon bicchiere di prosecco potrà farlo con maggiore

serenità e senza l’incubo dell’alcoltest.

LA BOTTIGLIA

Carmina, passitodi Conegliano

L’acidità nei vini , più elegantemente descritta con il termine di freschezza, è caratteristica

fondamentale che predispone un vitigno a produrre vino spumante. Anche un vino dolce senza la

“freschezza” sarebbe stucchevole e stancante. Eccovi quindi un Prosecco ma passito. Il Lyrico 2001

, 14,5 % alcol, di Carmina, Conegliano (Tv). Dimenticate il colore dello spumante, qui il giallo è

ambrato ma sempre brillante. I profumi, e che profumi, sono di frutta secca in miele, caramello e di

strudel di mele. Gusto amabile con fresca dolcezza che si espande ampio e a lungo. Ben

accompagna a 14 C°, su calice a tulipano piccolo, un formaggio erborinato di media stagionatura

con mostarda di pere, o anche una piacevole conversazione. Con 17,30 euro alla Vinoteca Casarin

di Mogliano Veneto (Tv).

(Associazione Italiana Sommelier Veneto)

Venerdì 19 febbraio, pag. 25

BADOERE

Nitrati in agricoltura «Direttiva nitrati, strumenti e opportunità per l’agricoltura»: se ne parla oggi alle 20.30 all’ex

chiesetta di Sant’Antonio in piazza Indipendenza a Badoere

Venerdì 19 febbraio, pag. 22

IN VIA CALPENA

Vaccinazione antirabbica: ambulatori aperti

CONEGLIANO - Sono iniziate ieri le vaccinazioni antirabbica in via Calpena, presso la sede degli

Alpini. Le vaccinazioni si terranno dal 18 al 20 e dal 25 al 27 febbraio dalle ore 10 alle ore 15. Le

vaccinazioni antirabbica pre-contagio per tutti i cani dopo il terzo mese di età sono rese obbligatorie

dall'ordinanza n. 251 del 24/11/2009 della Regione del Veneto. Le vaccinazioni sono effettuate a

cura dei Servizi Veterinari dell’Azienda Uls 7 al prezzo convenzionato di € 5,00 per ogni cane

vaccinato, nelle ultime date disponibili indicate a lato. I cani dovranno essere muniti di microchip.

Nel caso vi fossero cani sprovvisti, vi sarà la possibilità, in questa stessa occasione, di metterli in

regola applicando il microchip sul posto al costo di € 16,00 per ogni cane microchippato.

Venerdì 19 febbraio, pag. 17

MONTEBELLUNA

ANTIRABBICA

Ancora 300 cani da vaccinare«Aderite alla campagna»

(L.Bon) Sono stati vaccinati 2700 cani contro la rabbia: ne mancano all'appello circa 300, ma non ci

sono i dati dei veterinari privati. Al 43% degli animali è stato applicato anche il microchip. Il vice

sindaco Franco Andolfato, che nei giorni scorsi aveva bacchettato i suoi cittadini, si dice ora

soddisfatto. «Le operazioni si sono svolte in modo regolare anche nel weekend. Ricordo a tutti che

la vaccinazione è un obbligo. Invito quindi chi non si è avvalso a provvedere attraverso i veterinari

privati fino al 31 marzo. Terminati i termini dell’ordinanza regionale, scatteranno i controlli, che

prevedono una sanzione di 3.100 euro».

Venerdì 19 febbraio, pag. 27

CIMADOLMO

Antirabbica, altri due giorni di vaccini

CIMADOLMO – (R.P.) Il Servizio Sanitario Nazionale, settore igiene e prevenzione, ha stabilito

quattro ulteriori date per vaccinare i cani dei comuni di San Polo e Cimadolmo. La vaccinazione

avverrà solo su prenotazione telefonica allo 0422.743735 (ufficio segreteria del Comune di

Cimadolmo) per entrambi i comuni negli impianti sportivi comunali di Cimadolmo in via Lovadina

nei giorni di mercoledì 24 dalle 12 alle 13 e venerdì 26 dalle 14.30 alle 15. Le altre date in

calendario (25 e 27 febbraio) sono già esaurite come disponibilità di posti.

Venerdì 19 febbraio, pag. 15 edizione NAZIONALE

INTERROGAZIONE

Pettenò: «Stop alla Pedemontana»

In una interrogazione a risposta immediata il capogruppo di Rifondazione in Consiglio regionale

Pietrangelo Pettenò chiede alla Giunta regionale di farsi parte attiva per sospendere l'iter di

realizzazione dell'autostrada Pedemontana Veneta, da realizzarsi in project financing. Pettenò chiede

di ritornare al vecchio progetto espresso dalla Conferenza dei servizi fra i sindaci del vicentino e del

trevigiano e la Regione Veneto, nella quale si era decisa invece la realizzazione di una superstrada,

una infrastruttura a basso impatto ambientale, al servizio del territorio e che utilizzasse il più

possibile i sedimi stradali già esistenti.

Venerdì 19 febbraio, pag. 19

VOLPAGO

Pedemontana in trincea Appuntamento il 24 febbraio per l'ordine del giorno volto a "conquistare" Volpago nel consiglio

comunale 7 giorni prima del summit in Provincia. Il consiglio si riunirà in auditorium anziché in

sala consigliare vista la prevedibile partecipazione massiccia.

Venerdì 19 febbraio, pag. 3 edizione di VICENZA

CONSIGLIO Le forze politiche chiedono l’accesso gratuito ai residenti in perpetuo

Pedemontana "libera"Allarme dalle commissioni Urbanistica e Lavori: "Quadrante sud intasato"

L’eliminazione del pedaggio della Pedemontana, con la liberalizzazione perpetua dell’intera tratta

bassanese, è stato uno dei punti votati dal consiglio comunale di ieri sera. Prioritario attivare un

sistema moderno di esazione automatica che consenta ai residenti bassanesi di accedere

gratuitamente alla nuova Spv, così come oggi avviene con la Nuova Gasparona. Poco prima di

iniziare i lavori in sala Ferracina si sono per questo riunite le commissioni Urbanistica e Lavori

pubblici, per redigere un documento unitario ad integrazione dell’importante delibera delle 23

osservazioni. Le commissioni hanno sottolineato che la Spv si presenta in netto contrasto alle

richieste che il Comune aveva avanzato fin dalle prime osservazioni, "esigenze disattese con

complanari che riducono la fluidità dell’attuale Nuova Gasparona e che indurranno intasamento in

tutto il comparto a sud di Bassano, in particolare sulle vie Colombo e Cartigliana". Ribadite "in

termini assolutamente prioritari tutte le osservazioni" che erano già state deliberate all’unanimità in

consiglio nel 2005: "Sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale che la nuova infrastuttura

comporterà su un terreno fragile". Tra queste, un sistema aperto, di pedaggio di tipo "new pass", per

ridurre l’occupazione del territorio, l’adozione della terza corsia, il mantenimento dello svincolo

lungo la Cartigliana, lo spostamento dello svincolo Bassano Ovest. "Quando ci sono problemi

importanti questo consiglio è compatto - ha osservato Gianpaolo Bizzotto, Pdl - il Cipe nel 2006

aveva approvato un tracciato meno impattante". Tutto il "pacchetto" delle rivendicazioni è stato

votato all’unanimità.

"Stiamo parlando al vento - ha soffiato Stefano Giunta - le amministrazioni comunali sono posco

ascoltate dagli enti superiori come la Regione".

Non tornano neppure i conti sul flusso veicolare. Giunta ha osservato che la previsione della

concessionaria Sis, 31mila veicoli giornalieri nelle due direzioni, contrastano con quelli rilevati

dall’Ufficio tecnico, 6000 veicoli all’ora. Il consigliere Giambattista Sandonà, ha auspicato "larghe

intese con gli altri Comuni interessati". Ed ha aggiunto "è una tragedia per chi patisce l’esproprio,

servono tempi certi ed un equo risarcimento".

Lucia Fincato

Venerdì 19 febbraio, pag. 7 edizione di VICENZA

IL CASO L’ingegnere di Cassola lancia una lettera aperta sul problema della superstrada

Pedemontana, le dieci domande di Bergamin

Oltre dieci anni fa, nel ’99, fu incaricato come tecnico di fiducia da oltre 30 sindaci vicentini,

bassanesi e trevigiani i cui territori erano interessati dal passaggio della Pedemontana. Giampaolo

Bergamin seguì l’iter fino alla "conversione" in superstrada, con i dovuti passaggi di legge, e

all’approvaziopne di un tracciato "leggero" e flessibile nelle conferenze di servizi convocate

all’uopo.

Allora si parlava di autostrada, «una diga lunga 90 chilometri e alta 7-8 metri», così la descrive

Bergamin. Il quale ora rivolge una lettera aperta a cittadini e amministratori delle aree interessate e

chiede risposta a dieci domande.

Innanzi tutto chiede chi sia responsabile del fatto che nel marzo 2001 tutto era già definito per

individuare un promotore e procedere poi alla realizzazione, e nove anni dopo siamo ancora a

questo punto. Inoltre chiede chi doveva vigilare sui procedimenti e garantire la rapidità esecutiva. E

domanda come mai si titoli oggi un progetto "superstrada" quando l’arteria progettata «è una

autostrada di vecchia concezione e in evidente contrasto con la legge istitutiva della Pedemontana

Veneta». Nel mirino delle domande dell’ingegnere anche l’ordinanza emergenziale di protezione

civile, attivata dal Consiglio dei ministri ad agosto scorso: non si capisce a quali eventi naturali

faccia riferimento, nè si comprende, spiega Bergamin, come si potesse far riferimento a

un’emergenza traffico visto che la crisi economica aveva depresso i flussi veicolari.

Ai sindaci chiede se hanno letto le leggi istitutive della Pedemontana per capire se la strada è

coerente con quanto lì previsto. E pone domande anche sulle accelerazioni finali e sui tempi

strettissimi (30 giorni) concessi per le osservazioni dopo 9 anni di ritardi.

Venerdì 19 febbraio, pag. 7 edizione di VICENZA

FIERA Apre domani la doppia rassegna annuale "Hunting show" e "Pescare" con +20% di

espositori e +14% di superficie

Caccia e pesca battono la crisiIl presidente Roberto Ditri: «L’obiettivo è diventare il primo salone nazionale del settore»

Numeri da record quelli che riguardano la caccia e la pesca: nel Vicentino sono 20mila i pescatori

e 19mila i cacciatori. In Veneto i pescatori sono quasi 100mila, i cacciatori 60mila.

Luca Pozza

Si parte con crescite a doppia cifra, un piccolo primato visto il periodo di crisi: +20% per gli

espositori (che saranno complessivamente 216, con 10 Paesi stranieri rappresentati) e +14%

dell'area espositiva caratterizzeranno il 4° "Hunting Show", il salone nazionale della caccia della

natura e del tiro sportivo e la 10° edizione di "Pescare - Fly Fishing & Spinning Show", il salone

internazionale dedicato al mondo della pesca tradizionale.

La doppia rassegna, ospitata in Fiera a Vicenza su un'area di 22mila mq, sarà aperta al pubblico per

tre giorni, da domani (alle 12.15 è prevista l'inaugurazione ufficiale) a lunedì 22 febbraio: nel week-

end apertura dalle 9 alle 19 e lunedì dalle 9 alle 16, un giorno quest'ultimo dedicato in particolare

agli operatori del settore. Previsto un ricco calendario di eventi collaterali, mostre d'arte,

dimostrazioni, tornei e convegni, anche su temi economici e di attualità. La doppia rassegna, che ha

cadenza annuale e che nell'edizione 2009 ha registrato oltre 20mila presenze, parte sotto il segno

dell'ottimismo, scaturito durante la presentazione, avvenuta ieri mattina in Fiera.

Nel comparto caccia saranno presenti 32 aziende produttrici di armi (tutte quelle italiane e alcune

delle più importanti estere), che sono quadruplicate rispetto a due anni fa.

«Il nostro obiettivo», ha spiegato Roberto Ditri, presidente della Fiera di Vicenza, grande

appassionato ed esperto cacciatore, «è che questa rassegna diventi il primo salone nazionale del

settore, cercando ad avvicinarci a quello che rappresenta Norimberga a livello mondiale. Quest'anno

avremo molte novità, siamo sicuri che saranno apprezzate dal pubblico».

«Crediamo molto in questa rassegna», ha spiegato Elena Donazzan, assessore regionale alla caccia,

«siamo convinti possa diventare un fiore all'occhiello degli appuntamenti fieristici in Veneto.

Questa fiera intende rilanciare anche l'ambiente, nessuno come i cacciatori e i pescatori lo

difendono e lo tutelano».

Giovedì 11 febbraio, pag. 3

Passi carrai, guerra all ultimo balzelloDaniele Ferrazza

TREVISO. Il don Chisciotte dei passi carrai è un artigiano di 45 anni, ha una piccola impresa per

materie plastiche e non sopporta le ingiustizie. Come l’eroe di Cervantes. L’altro giorno ha vinto

una battaglia epocale, l’abolizione della tassa sulle arterie di Veneto Strade. Ma Pierangelo

Gardenal non intende fermarsi qui. Vinta una battaglia, c’è un altro nemico da sconfiggere per

ripristinare la giustizia. Un nemico chiamato Anas, che grazie al Codice della strada può continuare

a pretendere il canone annuale da cittadini, commercianti e artigiani che danno sulla pubblica via. E

sono botte salate, se è vero che una trattoria di Vittorio Veneto si è vista arrivare una bolletta da

diecimila euro e una bottega padovana ha accumulato un contenzioso da 133 mila. Solo nel Veneto

sono quindicimila gli accessi autorizzati su strade Anas, per i quali si sono accumulati 120

contenziosi per i canoni arretrati per 5 milioni di euro. Quasi un milione può essere la stima del

contenzioso trevigiano, con almeno tremila attività coinvolte. Cancellata dalle vie di Veneto Strade

con un emendamento in extremis infilato nell’ultima finanziaria, resta la questione degli arretrati:

«Ma con la Regione è più facile confrontarsi - spiega l’artigiano di Fratta di Oderzo - troveremo una

soluzione. Ma è l’Anas adesso il nostro obiettivo». Sì, perchè se la Regione sotto pressione per le

imminenti elezioni ha deciso di abolire la tassa, questa continua ad essere appplicata sulle due

infrastrutture viarie di proprietà dell’Anas: per il Trevigiano si tratta della Statale 13 Pontebbana, da

Mogliano a Cordignano, e della Statale 51 Alemagna, da Conegliano a Vittorio Veneto. Cento

chilometri di ingiustizia: «Il paradosso è che le attività e le abitazioni fuori dal centro abitato sono

costrette a pagare e chi invece è all’interno dei tratti urbani, di competenza comunale, non deve

pagare» si infervora Gardenal, che nei ritagli di tempo si è dedicato per amor di giustizia a questa

battaglia e intende condurla in porto. «Ci sono dei casi che, perchè a cavallo della competenza

stradale, si ritrovano con differenze di migliaia di euro» dice. «Ma noi cerchiamo di essere pratici,

perchè ci interessa il risultato» spiega Gardenal, che è vicepresidente del Comitato passi carrai

(www.comitatopassicarrai.org), rappresentanti in tutte e sette le province venete e propaggini nelle

altre regioni. Tutti reduci dalla manifestazione di Mestre, davanti alla sede del «nemico-Anas».

«Dobbiamo riuscire a mettere in piede una lobby di pressione che intervenga sull’Anas - continua

raccontando di aver incontrato più volte i responsabili del compartimento di Venezia dell’ente

nazionale strade - ma c’è bisogno di tutti: destra e sinistra, associazioni e sindacati». Perchè

Gardenal ricorda ancora l’amarezza di essere stato lasciato solo, all’inizio di questa battaglia, da

tutti: «All’inizio, nessuna associazione di categoria si è interessata a questa battaglia, non ho avuto

alcun appoggio. E coi politici abbiamo dovuto andare a trovarli ad uno ad uno». Adesso, il network

di adesioni si sta allargando: e arriva anche il sostegno delle associazioni, inizialmente timidamente

alla finestra sull’argomento. «Il lavoro più importante è adesso: perchè al Senato, tra qualche

giorno, va in approvazione il nuovo Codice della strada» osserva acutamente Gardenal. «Dobbiamo

riuscire a convincere più parlamentari possibile, proponendo uno scambio: l’abolizione della tassa

sui passi carrai in cambio del 50% delle sanzioni che vengono elevate lungo le strade statali».

Gardenal assicura che ce la farà, anche perchè l’ha promesso a Sancho Panza.

CENTO CHILOMETRI DI INGIUSTIZIA TREVISO. Il passo carrabile è l’accesso da un’area pubblica a un’area privata, generalmente

attraverso la strada principale. E’ una vera tassa. Godere di un accesso su strada pubblica comporta

un onere da pagare al proprietario della strada. Ma gli enti pubblici si regolano diversamente.

Comuni e Province non l’applicano, la Regione l’ha abolita a partire dal 1 gennaio, ma l’Anas - per

lo Stato - non ci pensa nemmeno. E’ per questo che il Comitato Passi Carrai, nato un anno fa a

Codevigo nel Padovano, ha deciso di intraprendere la battaglia. Presieduto dal padovano Luciano

Soffiato, ha nel vicepresidente Pierangelo Gardenal il coordinatore dei trevigiani. La questione

nasce dal Codice della strada, che stabilisce come all’accesso privato va attribuito un «valore

economico risultante dal provvedimento di autorizzazione o concessione e al vantaggio che l’utente

ne ricava». Con la legge 449 del ’97 il governo ha consentito all’Anas di aumentare subito del

150% i canoni e poi di adeguarli al costo della vita. Quando hanno cominciato ad arrivare i conti

arretrati è scoppiata la rivolta.

«Stop in Parlamento, moratoria sul pregresso»TREVISO. «Eliminate quel balzello». Anche Ascom Treviso scende in campo contro l’aumento dei

canoni per i passi carrai e lancia un appello ai parlamentari trevigiani. «È indispensabile - afferma

Pomini - che chi ci rappresenta in Parlamento sostenga in maniera forte e decisa l’emendamento che

verrà discusso in aula dopo Pasqua ottenendo l’abolizione della tassa. Chiediamo inoltre che, per il

pregresso, sia per le tasse di competenza regionale che per quelle di competenza nazionale, si arrivi

a una moratoria. Indispensabile, quest’ultima, e ora più che necessaria, per non far pesare il balzello

come una spada di Damocle sulla testa di famiglie ed imprese, in un momento difficile come

questo». La questione passi carrai è esplosa nel 1997 con l’approvazione del codice della strada ed i

conseguenti aumenti del canone che hanno messo in crisi migliaia di operatori. Proprio lunedì si è

svolto un partecipatissimo sit in di protesta organizzato davanti alla sede dell’Anas di Mestre dal

Comitato Veneto Passi carrai che ha chiesto all’Anas l’eliminazione di quello che viene giudicato

un «inutile balzello». «Si tratta - prosegue Pomini - di una tassa che ha tutte le caratteristiche della

gabella medievale, che, a causa degli aumenti esponenziali, ha prodotto risultati drammatici sia per

gli operatori economici che per le famiglie. C’è chi si trova a dover pagare anche 10 mila euro

all’anno per l’accesso alle strade statali, chi deve fare i conti con arretrati di 50-60 mila euro da

pagare per il proprio passo carraio. Un’assurdità». «Una situazione nettamente insostenibile ed

inaccettabile - dichiara Pomini - particolarmente in un momento di crisi come questo, in cui non

solo mancano risorse economiche e finanziare, ma è aumentata l’intolleranza da parte di famiglie ed

imprenditori verso un fisco vessatorio e presuntivo».

Domenica 14 febbraio, pag. 25

Passi carrai, arrivano i truffatori «Pagate o triplichiamo la tariffa»ZENSON. Suonano ai campanelli e si spacciano per funzionari della Provincia incaricati di

riscuotere la tassa per i passi carrai. «E se non pagate subito - intimano alle vittime di turno - la

tariffa verrà triplicata». In realtà si tratta di truffatori specializzati, probabilmente una banda, che

sono in azione a Zenson. Forse i malviventi hanno escogitato questa nuova truffa sull’onda della

protesta dei giorni scorsi a livello regionale contro il balzello sui passi carrai. Diversi cittadini si

sono rivolti in municipio per denunciare la visita dei finti funzionari. Al momento pare che nessuno

sia caduto nella rete dei truffaldini. Ma l’assessore alla Sicurezza Daniele Dalla Nese invita tutti a

tenere gli occhi aperti. «Non c’è alcun funzionario della Provincia autorizzato a riscuotere soldi

casa per casa - spiega - proprio per cercare di mettere in guardia soprattutto gli anziani, a breve

invieremo loro una sorta di vademecum per accorgersi delle truffe e prevenire in tempo il raggiro».

Nei programmi dell’amministrazione c’è anche l’organizzazione di alcuni incontri informativi sul

tema delle truffe porta a porta, mirate soprattutto a informare gli anziani dei rischi che si corre

nell’aprire la propria abitazione a sconosciuti con false generalità. (ru.b.)

Giovedì 18 febbraio, pag. 17

«Passi carrai, Matteoli fermi l'Anas»Unindustria Treviso interviene presso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli,

sulla questione dei passi carrai. «Riteniamo - dichiara Flavio Sgambaro, vicepresidente di

Unindustria - che sia proprio il ministero, autorità preposta alla vigilanza sull’ dell’Anas, il soggetto

al quale indirizzare la protesta». «La nostra associazione - prosegue - era già intervenuta nel 2004,

all’indomani delle prime richieste di pagamento formulate da Anas, presso l’allora ministro dei

Trasporti, per ottenere l’eliminazione di quello che, a tutt’oggi, appare come un odioso balzello».

Nella lettera al ministro si richiama anche il caso di un’impresa trevigiana che dal 1974 al 1989 ha

pagato un canone annuo di 136.800 lire (70,65 euro); dal 1990 al 1997 ne ha pagati 146.316 euro

(75,67 euro); dal 1998, da quando cioè è l’Anas a determinare gli importi, è velocemente arrivata

agli attuali 3.036,5 euro. Le imprese - viene spiegato - hanno avuto notizia di questi incrementi solo

a partire dal 2003, quando l’Anas ha iniziato a chiedere il pagamento delle precedenti 5 annualità

del canone, senza trasmettere ai concessionari i conteggi relativi agli importi richiesti («spesso errati

in eccesso»). «Riteniamo - scrive il presidente Vardanega - che gli aumenti praticati da Anas e

avallati dal ministero siano ingiustificati e fortemente vessatori per le nostre imprese ed i privati. Gli

aumenti imposti da Anas hanno determinato un’ingiustificata discriminazione tra i soggetti titolari

di concessioni rilasciate dal predetto ente e la maggioranza dei soggetti titolari di concessioni

comunali, con rilevante danno per i primi. Infine, non riteniamo condivisibile la scelta del 1998 di

demandare ad Anas la determinazione dei canoni e dei loro aggiornamenti in luogo del competente

Ministero». Unindustria Treviso chiede a Matteoli un intervento in vista del riordino della materia -

nuovo Codice della Strada - «che porti all’eliminazione dell’odioso balzello».

Gioved' 18 febbraio, pag. 9

IL CASO Vardanega scrive al ministro dei Trasporti: «Via la tassa sui passi carrai»

Unindustria si ribella all’odioso balzello

(m.zan.) Un’impresa trevigiana dal 1974 al 1989 paga un canone annuo di 136.800 lire (pari a 70,65

euro); dal 1990 al 1997 l’importo viene aggiornato a 146.316 lire (75,67 euro); dal 1998 si passa a

2.417,02 euro, rivalutata fino agli attuali 3.036,5. E’ un esempio del boom delle tasse sui passi

carrai imposte dall’Anas ai frontisti delle strade di sua competenza. Un problema anche per diverse

aziende della Marca: per questo Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria Treviso, ha scritto

una lettera al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, chiedendo di eliminare

“quello che viene ritenuto da tutti un odioso balzello” o almeno di riportarne “la quantificazione a

criteri di ragionevolezza ed equità”.

La prima critica degli industriali, naturalmente, riguarda l’escalation degli importi dal 1998.

Ovvero da quando l’Anas è a stabilire le cifre: incrementi in media del 3.000–3.500 per cento, con

punte anche superiori al 5.000 per cento. Ma da piazzetta Sant’Andrea lamentano anche che le

imprese sono state avvertite dei rialzi solo dal 2003, quando l’ente ha iniziato a sollecitare il

pagamento delle cinque annualità precedenti. Aumenti “ingiustificati e fortemente vessatori per le

nostre imprese e i privati” li definisce Vardanega. Oltre che causa di discriminazione tra chi è in

possesso di una concessione Anas e chi, invece, affacciandosi su strade comunali, provinciali o

regionali, deve pagare molto meno.

Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PADOVADA OGGI IL MIFLOR

In Fiera per la prima volta la vendita a campione di prodotti per il florovivaismo

Da oggi, in Fiera a Padova, per la prima volta in Italia si terrà la vendita su campione di prodotti per

il florovivaismo. Si chiama Flormarket e si terrà in occasione della 60esima edizione di Miflor,

Salone primaverile del florovivaismo che da oggi e fino a domenica 21 sarà in programma a

PadovaFiere: 200 espositori su 14.000 metri quadrati che promuoveranno la loro attività e le loro

migliori proposte innovative.

Flormarket sarà un vero e proprio mercato dove i produttori italiani ed esteri esporranno i loro

prodotti pronti per essere esposti e venduti e su cui verrà indicato solo il codice e il prezzo. Chi

acquista lo farà quindi solo per il rapporto qualità – prezzo. Un’altra caratteristica di questo format è

che le quantità esposte saranno quelle effettivamente disponibili. I visitatori potranno toccare con

mano le campionature e, cogliendo l’opportunità del buon affare, acquistano pagando alla consegna.

Flormarket è quindi un'occasione nuova per offrire la propria produzione sfruttando quello che

rappresenta il Miflor per questo settore e cioè la possibilità di incontrare in un unico momento una

vasta platea di potenziali compratori. Miflor che ha contato nella scorsa edizione 18.000 visitatori,

inaugura la stagione primaverile, la più importante per numerose realtà florovivaistiche

professionali italiane che coprono il 23% della produzione europea.

Appuntamento con Miflor dal 19 al 21 febbraio 2010. Orari: 9/18. Ingresso a pagamento, riservato

agli operatori del settore con documento professionale. Per i possessori di Flor Card ingresso

gratuito. Biglietto ridotto (5 euro) con invito rilasciato dagli espositori. Biglietto intero 15 euro.

Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONEL’APPELLO

Colutta: «Friulia ora si apraanche alle aziende agricole»

UDINE - «Friulia deve aprirsi al mondo dell'agricoltura ed entrare, in questa fase di crisi, nel

capitale dell'azienda agricola»: è l'invito lanciato da Giorgio Colutta, presidente regionale di

Confagricoltura.

«Abbiamo parlato con il presidente Renzo Tondo e con l'assessore regionale Claudio Violino - ha

detto Colutta - perché c'è la necessità di sostenere il settore in questa fase di crisi. Siccome è in

discussione la "mission" della finanziaria regionale abbiamo proposto che Friulia possa intervenire

anche nel settore agricolo ed agro-alimentare».

Per Colutta «si tratta di aiutare le principali imprese del settore a superare questo difficile momento

di crisi: che è crisi di liquidità per il crollo dei prezzi - ha concluso - e crisi di mercato per il calo del

consumi. Il settore attende ora risposte». Va ricordato, al proposito, che proprio in questi giorni la

Regione ha lasciato intendere la volontà di puntare ad una più forte rappresentatività dell’azionista-

guida nella Finanziaria.

Venerdì 19 febbraio, pag. 17 edizione di PORDENONE

LA LETTERA

Seminare gli ogm è un diritto dell’agricoltore

VIVARO - «Fa specie vedere come un partito politico, nato per liberare il nord dalla pastoie

burocratiche e ridare la libertà alle sue genti (si ricordi lo slogan:”Basta Roma, basta tasse”) prenda

una così netta posizione contro l’iniziativa di un agricoltore che decide, nella sua libertà, di

seminare Ogm sui suoi terreni.

Si invoca una delibera del consiglio comunale di Vivaro del 30 marzo 2004 per impedire l’esercizio

della libertà di semina di un cittadino del Comune. Tale delibera è illegale, contraria alla legge

europea come ha sentenziato la recente Decisione del Consiglio di Stato (183/2010), ma soprattutto

è contraria al diritto di proprietà privata dell’agricoltore che intende esercitarlo.

Fa sorridere poi che un partito che del federalismo, del “padroni a casa propria” ha fatto una

bandiera, si dichiari seguace della linea di Zaia, che è Veneto ed abita in un altro posto. Poiché a

questi signori piace portare il cervello all’ammasso e seguire pedissequamente la linea dettata dal

conducator Bossi , conducono una guerra santa contro un imprenditore del loro comune che vuole

seminare mais Ogm, senza interessarsi che sul territorio di Vivaro su 700 ettari (o forse più) di

terreno coltivati a mais, ogni anno ormai si spargono 700 e più kg di insetticidi per reprimere

l’insetto piralide, con “notevole vantaggio” per la salute dei suoi cittadini.

Il signor Silvano Dalla Libera, nostro associato, non sta aggredendo nessuno. Intende esercitare il

suo diritto di proprietà e, stante questo diritto, vuole scegliere cosa seminare sui suoi terreni. Sta

inoltre cercando di lanciare un prodotto alimentare innovativo:”il mais tipico di Vivaro”, che sarà

un mais molto sano e senza un grammo di insetticida.

Giorgio Fidenato

presidente

Agricoltori Federati

Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONE

Ogm e biocombustibiliConfagricoltura rilancia

Riccardo De TomaSì alla sperimentazione degli Ogm, sì alla realizzazione di distretti per la

produzione di energia da biocombustibili. Anche così, secondo il presidente regionale di

Confagricoltura Giorgio Colutta, si può combattere una crisi che non risparmia il settore primario,

alle prese con un calo generalizzato dei prezzi (-25% dal 2005) e dei valori fondiari.

Proposte a tutto campo, quelle lanciate dall’organizzazione, che rappresenta in regione oltre 5.000

aziende, con una superficie agricola utilizzata pari al 45% del totale. A partire dagli Ogm, sui quali

l’orientamento di Confagricoltura è decisamente più aperto rispetto a quello di altre associazioni e

dello stesso assessore regionale Claudio Violino: «La sperimentazione è meglio farla che subirla»,

dichiara Colutta, che ricorda come «il 92% della soia importata per la zootecnia sia di origine

geneticamente modificata» e suggerisce la definizione di «norme chiare sulla coesistenza tra

produzioni tradizionali e Ogm».

Anche sul fronte dell’energia, Confagricoltura sollecita l’approvazione di nuove linee d’indirizzo:

le scelte sull’ubicazione delle centrali bio-alimentate e dei parchi fotovoltaici, per Colutta, «non

possono essere lasciate ai singoli comuni ma vanno pianificate, per evitare che gli impianti crescano

in modo disordinato». E all’interno della pianificazione può trovare spazio anche la grande

questione dell’elettrodotto Redipuglia-Udine, «che per un buon tratto – suggerisce il presidente –

potrebbe correre sotto la terza corsia della A4 di prossima realizzazione».

Non mancano le critiche: sul ruolo dell’Ersa, «che non deve concentrarsi solo sulla zootecnia», e

sui ritardi nella costituzione dello sportello regionale per la gestione dei finanziamenti comunitari,

annunciata lo scorso anno ma rimasta al palo. Quanto al vino, Confagricoltura saluta con

soddisfazione lo sblocco dei fondi sulla promozione del Friulano ex Tocai (in arrivo i primi 6

milioni) e punta con fiducia sulla carta Prosecco, l’unico vino in controtendenza (+7%) rispetto al

calo generalizzato dei prezzi: «L’estensione della Doc è una grande opportunità – commenta Colutta

–, ma dobbiamo stare attenti a non creare eccessi di produzione».

Venerdì 19 febbraio, pag. 12 edizione di PORDENONEL’ALLARME

Ribassi a doppia cifra Per i prezzi agricoli un bollettino di guerra

UDINE - (rdt) Dal vino alle mele, dal latte all’allevamento. L’andamento dei prezzi agricoli alla

produzione, dati della Camera di Commercio di Udine alla mano, è un bollettino di guerra.

Il segno meno domina, e quasi sempre con flessioni in doppia cifra.

A partire dall’uva, che fa segnare le perdite più pesanti tra 2009 e 2008: in picchiata il Pinot grigio,

passato da 152 a 84 euro al quintale (-45%), seguito da Merlot (-25%), Sauvignon (-21%), Cabernet

(-14%) e Friulano (-13%). Colpa della concorrenza internazionale, decisamente low-cost rispetto al

vigneto Friuli.

Se il vino piange, il comparto cerealicolo non ride, con mais e frumento che perdono mediamente il

13% e l’orzo al -17%, mentre la soia contiene il calo al 2,4%.

I prezzi? Mais, orzo e grano si collocano tra i 12 e i 13 euro al quintale, mentre la soia resta sopra i

30 euro.

In discesa pure le patate (-11%), le mele golden (-21%) e il latte, attestato poco al di sopra dei 30

euro ad ettolitro, circa il 20-25% del prezzo al consumo.

Il quadro non migliora per l’allevamento, con flessioni tra l’8 e il 13% per suini, pollame e bovini,

mentre i conigli – unica eccezione – "tengono" restando sui prezzi del 2008.

Venerdì 19 febbraio, pag. 25