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STUDIO GEOLOGICO MENEGON dott. ENZO Via Nungulas, 30 33025 OVARO (UD) Part. I.V.A. 00538770306 Tel. e fax: 043367060 Cod.Fisc. MNG NZE 47P28 G198E e-mail: [email protected] Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Provincia di Udine Comune di Socchieve VARIANTE N° 11 AL P.R.G.C. DEL COMUNE DI SOCCHIEVE RELAZIONE GEOLOGICA DITTA: Comune di Socchieve Il geologo Ovaro, agosto 2012

Variante Lauco 2009 - Comune di Socchieve · e Santoro Associati” di Udine, si è predisposto un programma per lo svolgimento funzionale del compito richiesto. Il lavoro ha previsto

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STUDIO GEOLOGICO

MENEGON dott. ENZO Via Nungulas, 30

33025 OVARO (UD)

Part. I.V.A. 00538770306 Tel. e fax: 043367060

Cod.Fisc. MNG NZE 47P28 G198E e-mail: [email protected]

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Provincia di Udine Comune di Socchieve

VARIANTE N° 11

AL P.R.G.C. DEL COMUNE DI SOCCHIEVE

RELAZIONE GEOLOGICA

DITTA: Comune di Socchieve

Il geologo

Ovaro, agosto 2012

Studio Geologico Menegon dott. Enzo – Via Nungulas, 30 – 33025 Ovaro (UD)

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INDICE

Premessa pag. 4

Inquadramento morfologico “ 6

Tettonica “ 8

Formazioni l i tologiche “ 10

INTERVENTI DI VARIANTE

Variazioni n° 1, 3, 41 (2, 44 e 45) – Socchieve “ 18

Variazioni n° 4, 5 - Mediis “ 21

Variazioni n° 7, 42, (6, 8, 9, 27), Richiesta n° 3 - Priuso “ 22

Variazioni n° 12, 13, (10, 11, 13.1, 28) - Lungis “ 25

Variazioni n° 19, 20, (14, 15, 16, 17, 18, 38, 39) - Dil ignidis “ 27

Variazioni n° (21, 22, 29, 40, 43) - Fel trone “ 29

Variazione n° 50, (23, 24, 25, 26) - Viaso “ 31

Variazioni n° (46, 47, 48, 49) - Nonta “ 33

Variazione n° 30 – Borgate Chiamesans “ 35

Variazione n° 31 – Borgate Campo “ 36

Variazione n° 32 – Borgate Avaris “ 37

Variazione n° 33 – Borgate Spaia “ 38

Variazione n° 34 – Borgate Cavallaria “ 40

Variazione n° 35 – Borgate Aveona “ 41

Variazione n° 36 – Borgate Capri zzi “ 42

Variazione n° 37 – Borgate Lunas “ 43

Conclusioni “ 44

ALLEGATI

Estratti carte geologiche “ 46

Estratti tavole PAI “ 53

CTRN e Mappe su piattaforma GIS (con vincoli):

Legenda “ 55

Variazioni n° 1, 2, 3, 41 44 e 45 – Socchieve “ 57

Variazioni n° 4, 5 - Mediis “ 60

Variazioni n° 6, 7, 8, 9, 27, 42, Richiesta n° 3 - Priuso “ 62

Variazioni n° 10, 11, 12, 13, 13.1, 28 - Lungis “ 65

Studio Geologico Menegon dott. Enzo – Via Nungulas, 30 – 33025 Ovaro (UD)

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Variazioni n° 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 38, 39 - Dil ignidis “ 66

Variazioni n° 21, 22, 29, 40, 43 - Fel trone “ 68

Variazioni n° 23, 24, 25, 26, 50 - Viaso “ 70

Variazioni n° 46, 47, 48, 49 - Nonta “ 71

Variazione n° 30 – Borgate Chiamesans “ 73

Variazione n° 31 – Borgate Campo “ 75

Variazione n° 32 – Borgate Avaris “ 77

Variazione n° 33 – Borgate Spaia “ 79

Variazione n° 34 – Borgate Cavallaria “ 81

Variazione n° 35 – Borgate Aveona “ 82

Variazione n° 36 – Borgate Capri zzi “ 84

Variazione n° 37 – Borgate Lunas “ 85

Fotografie

Variazioni n° 1, 3, 41 – Socchieve “ 86

Variazioni n° 4, 5 - Mediis “ 88

Variazioni n° 6, 8, 9, 42 - Priuso “ 89

Variazioni n° 10, 11, 12, 13, 13.1, 28 - Lungis “ 91

Variazioni n° 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 38, 39 - Dil ignidis “ 94

Variazioni n° 21, 22, 29, 43 - Feltrone “ 98

Variazioni n° 23, 24, 25, 26, 50 - Viaso “ 100

Variazioni n° 47, 49 - Nonta “ 102

Variazione n° 30 – Borgate Chiamesans “ 103

Variazione n° 31 – Borgate Campo “ 105

Variazione n° 32 – Borgate Avaris “ 107

Variazione n° 33 – Borgate Spaia “ 110

Variazione n° 34 – Borgate Cavallaria “ 113

Variazione n° 35 – Borgate Aveona “ 115

Variazione n° 36 – Borgate Capri zzi “ 116

Variazione n° 37 – Borgate Lunas “ 118

Studio Geologico Menegon dott. Enzo – Via Nungulas, 30 – 33025 Ovaro (UD)

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PREMESSA

Con Determinazione D111/02 di data 01.06.2012 del Responsabile del Settore Edilizia

Privata e Urbanistica del Comune di Socchieve si affida allo scrivente l’incarico per la

redazione della relazione geologica, della cartografia e delle valutazioni di compatibilità

geomorfologica riferite alle aree interessate dalla riqualificazione urbanistica, inserite nella

Variante N° 11 al P.R.G.C. del Comune di Socchieve.

Presa visione degli elaborati grafici di Variante, redatti dallo Studio “Architetti Cigalotto

e Santoro Associati” di Udine, si è predisposto un programma per lo svolgimento funzionale

del compito richiesto.

Il lavoro ha previsto le seguenti fasi:

- sopralluogo alle aree di Variante;

- raccolta degli studi già esistenti. Sono stati tenuti in particolare conto, per l'inquadramento

geologico generale:

[1] AA. VV. – Carta geologica d’Italia Fogli 4c-13 Monte Cavallino - Ampezzo. Note

illustrative. - Serv. Geol. It., 1971

[2] Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta – Bacchiglione

- Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del

fiume Tagliamento – Venezia, giugno 2007

[3] Carulli G.B. (a cura di) - Carta Geologica del Friuli Venezia Giulia (in scala 1 :

150.000) e relative note illustrative – S.E.L.C.A. Firenze, 2006;

[4] Carulli G.B. Cozzi A. Longo Salvador G. Pernarcic E. Podda F. Ponton M. – Geologia

delle Prealpi Carniche (scala 1 : 25.000) e relative note illustrative – Comune di

Udine, Museo Friulano di Storia Naturale, Udine, agosto 2000;

[5] Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici della Regione Friuli Venezia Giulia,

Servizio Geologico e Servizio Idraulica - Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto

Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Tagliamento – Conferenza

Programmatica - Trieste, dicembre 2009.

[6] Direzione Centrale Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna della Regione

Autonoma Friuli Venezia Giulia - Servizio Territorio Montano e Manutenzioni - Carta

di localizzazione dei pericoli da valanga – Udine, 2005.

[7] Intergeo - Indagine geologico - tecnica in prospettiva sismica del territorio comunale di

Socchieve – Comunità Montana della Carnia, 1977;

[8] ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale – Database

Nazionale Sinkhole - STATO DELL’ARTE SULLO STUDIO DEI FENOMENI DI

SINKHOLES E RUOLO DELLE AMMINISTRAZIONI STATALI E LOCALI NEL GOVERNO

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DEL TERRITORIO - Primo Seminario - Roma 20 - 21 Maggio 2004;

[9] ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale – Database

Nazionale Sinkhole - I SINKHOLES. Gli Sprofondamenti Catastrofici nell’Ambiente

Naturale ed in quello Urbanizzato - Secondo Seminario - Roma 03 - 04 Dicembre

2009;

[10] ISPRA – Servizio Geologico d’Italia – Carta Geologica d’Italia, Foglio 031 – Ampezzo e

relative Note Illustrative – Università di Bologna, Coordinatore scientifico Corrado

Venturini – A.T.I. - S.EL.CA. – L.A.C. srl – System Cart srl, 2009;

[11] Lenarduzzi G. – Studio geologico tecnico di supporto al nuovo P.R.G.C. del Comune di

Socchieve – Udine

[12] Martinis B. – Storia Geologica del Friuli – La Nuova Base Editrice, Tavagnacco (UD),

1993;

[13] Muscio G. (a cura di) – Glaciers, L’età dei ghiacci in Friuli, ambienti, climi e vita negli

ultimi 100000 anni – Comune di Udine, Museo Friulano di Storia Naturale, Udine,

gennaio – aprile 2003;

[14] Ponton M. - Architettura delle Alpi Friulane - Comune di Udine, Edizioni del Museo

Friulano di Storia Naturale, Pubblicazione n° 52 - Udine, 2010;

[15] Selli R. – Schema geologico delle Alpi Carniche e Giulie occidentali – Giorn. Geol., 30,

1963

[16] Società Geologica Italiana (a cura della), Coordinatori del volume G.B. Vai,

C.Venturini, G.B. Carulli, A. Zanferrari – Guide Geologiche Regionali, Alpi e Prealpi

Carniche e Giulie – BE-MA editrice, Milano, 2002;

[17] Venturini C. (a cura di) - Carta geologica delle Alpi Carniche - Museo Friulano di Storia

Naturale, Udine, 2003;

[18] Zanier L. – Indagine geologica di massima su un fenomeno franoso in Feltrone di

Socchieve (UD) – Socchieve, 2003;

- rilevamento puntuale dei siti interessati da riqualificazione urbanistica e delle aree finitime;

- analisi di scavi e scarpate naturali presenti in zona;

- sintesi dei dati ottenuti e redazione del presente elaborato.

La numerazione delle aree interessate dalla Variante corrisponde a quella riportata

nella documentazione urbanistica.

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INQUADRAMENTO MORFOLOGICO

Le aree interessate da riqualificazione urbanistica nell’ambito della Variante al

P.R.G.C. del Comune di Socchieve interessano le frazioni di Priuso, Lungis, Dilignidis e Viaso,

il Capoluogo e otto borgate, alcune composte da più insediamenti separati.

Dal punto di vista morfologico il modellamento del territorio di Socchieve e delle sue

frazioni è legato all’evoluzione della valle, o meglio delle valli, del fiume Tagliamento e dei

suoi affluenti, sia in epoca glaciale che successivamente all’ultima glaciazione.

Partendo da lontano e semplificando molto, abbiamo che l’orogenesi ercinica si è da

tempo esaurita e la catena paleocarnica è stata in parte smantellata dall’erosione.

In ambienti lagunari o di piattaforma, con climi tropicali e con forte evaporazione, si

sono depositati potenti strati di materiale evaporitico (gessi) e calcareo.

Se prima ci trovavamo sulle coste dell’oceano Tetide, la frammentazione del

supercontinente Pangea, ha portato all’allontanamento relativo dei vari continenti e

all’apertura dell’Atlantico, collegato a quello che sarà l’oceano Indiano dal mare della Tetide.

Alla fine del Triassico, un’inversione del movimento dell’Africa, con tendenza al

riavvicinamento all’Europa ed all’Asia, ha indotto enormi sforzi compressivi che hanno

innescato una nuova orogenesi, quella Alpina, tuttora in corso.

Nel Miocene ed all’inizio del Pliocene si verificano due importanti eventi, che

influiranno notevolmente sul clima delle aree temperate:

- il contatto fra l’Africa e l’Europa, con la nascita del Mediterraneo (19 – 12 milioni di

anni fa);

- la congiunzione fra le due Americhe attraverso l’istmo di Panama, che ha chiuso il

collegamento fra Pacifico ed Atlantico.

L’interruzione dei collegamenti marini a livello tropicale, già in presenza delle calotte

polari, ha comportato un progressivo raffreddamento dei continenti, fino all’instaurarsi di

periodiche epoche glaciali.

Dobbiamo ora pensare alla cronologia evolutiva più recente della nostra zona,

soprattutto negli ultimi due milioni di anni.

Il Tagliamento non seguiva l’attuale percorso, ma da Forni di Sotto scendeva verso

valle secondo la direttrice ovest – est, nell’allineamento Cima Corso – Ampezzo – Mediis –

Viaso – Enemonzo – Invillino.

Prima dell’ultima glaciazione, presumibilmente anche a causa delle compressioni alpine

e del relativo sollevamento dell’area a monte, il Tagliamento ha cambiato percorso, trovando

una nuova via a sud del M. Corno, verso Caprizzi e Socchieve, abbandonando il vecchio

alveo, dove ha lasciato un potente strato di alluvioni.

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Queste antiche alluvioni pleistoceniche si sono progressivamente cementate ad opera

dei sali calcarei presenti nelle acque di percolazione, dando origine ai potenti orizzonti di

conglomerati fluviali, presenti nel sottosuolo da Ampezzo a Cavazzo Carnico.

Le successive fasi glaciali hanno avuto come letto questi materiali e su di essi hanno

operato sia in esarazione che in sedimentazione, rimodellando il piatto fondo alluvionale

(anche con locali terrazzamenti legati all’avanzata o alla regressione delle varie fasi glaciali) e

lasciando depositi morenici sul fondo o sul fianco della nuova valle.

A danno delle antiche alluvioni e successivamente dei conglomerati si sono sviluppate

varie sequenze erosive fluviali, conseguenti l’abbassamento delle quote di sbocco dei vari

fiumi, con incisione di profonde vallate ed intaglio delle pareti dei conglomerati.

Si è quindi modificato notevolmente il reticolo idrografico, con la confluenza del

Lumiei, che prima avveniva all’altezza di Ampezzo, spostata molto più a valle, all’altezza di

Socchieve.

Nella zona di Ampezzo e fino a Socchieve, quindi, quella che era la valle del

Tagliamento è diventata la valle del Lumiei, assurto a nuovo collettore dei vari tributari che

hanno inciso i versanti, incassando il loro alveo negli antichi conglomerati fluviali.

La nuova valle del Tagliamento da Forni di Sotto a Socchieve, è incisa principalmente

nelle rocce mesozoiche di substrato, ma anche qui vi sono segni riconducibili all’opera dei

ghiacciai, con locali terrazzamenti del versante su cui si rilevano residui di sedimenti

morenici.

I centri abitati sono posti generalmente nell’ambito delle superfici pianeggianti che

troncano la continuità dei versanti delle valli incise dal Lumiei e dal Tagliamento, in cui il

primo confluisce.

Molto spesso, particolarmente in corrispondenza di dorsali o sui fianchi delle incisioni

torrentizie, lo spessore della copertura risulta limitato ad una semplice coltre eluviale di

potenza inferiore ad un metro.

In corrispondenza di contropendenze del fondo glaciale si sono venute a creare aree

di ristagno idrico e nel loro intorno i sedimenti glaciali (morene di fondo) sono a prevalente

composizione fine (limi argillosi).

La fase di deposito dei vari corsi d’acqua secondari si è sviluppata solo in

corrispondenza delle confluenze di fondovalle (conoidi di deiezione), mentre lungo le aste

sono rimaste attive quasi esclusivamente le fasi erosive e di trasporto.

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TETTONICA

La sequenza stratigrafica delle rocce presenti nel Comune di Socchieve è complicata

dalla presenza di quattro importanti lineamenti tettonici di tipo compressivo che si

susseguono da nord a sud:

- la Linea di Sauris è un lineamento tettonico d’importanza regionale che, con un andamento

sinuoso e molto spesso costituita da un fascio di faglie pressoché parallele, si estende

dal margine occidentale della Regione (Forni di Sopra) fino alla Linea But – Chiarsò

(recentemente denominata Linea Paularo - Tolmezzo). Si configura come un

sovrascorrimento gradonato, generalmente a basso angolo (10°-30°), ma interrotto da

piani maggiormente inclinati, immergente a nord, che porta i più antichi terreni permo -

triassici sopra quelli del Carnico (Triassico medio); il movimento si è di solito attuato in

corrispondenza dei plastici gessi che si trovano alla base della Formazione a

Bellerophon. Per quanto riguarda il territorio del Comune di Socchieve, solo una piccola

porzione al lato nord, in quota, è interessata da questo lineamento (al di fuori delle aree

di variante).

- la Linea Tinisa – Vinaio (recentemente denominata Linea Ampezzo – Tolmezzo), spesso

interrotta e trasposta da lineamenti più recenti, taglia il versante sinistro del

Tagliamento e si configura come un sovrascorrimento, con piano immergente a Nord

con angoli di 10° – 30°, sviluppandosi per lo più all'interno della sequenza deposizionale

del Carnico, localmente replicandola e aumentandone la potenza con la sovrapposizione

dei litotipi più antichi a quelli più recenti. Più specificatamente, nella nostra zona, porta

in sovrapposizione i terreni della Formazione di Dürrenstein o quelli della Formazione

della Val Degano su quelli della Formazione di Raibl. Anche questo sovrascorrimento

passa più in quota rispetto alle aree di variante.

- la Linea dell’Alto Tagliamento è un lineamento tettonico, quasi completamente mascherato

dalle alluvioni del Tagliamento (antiche e recenti), riconoscibile per il sollevamento del

settore a nord, comprendente terreni ladino – carnici, rispetto al settore sud,

caratterizzato da rocce noriche. Nell’area di studio è riconoscibile solo per un breve

tratto nella scarpata a sud della frazione Nonta, dove porta le dolomie cariate della

Formazione di Raibl (Carnico Sup.) al di sopra della Formazione del Monticello (Carnico

Sup. – Norico). Si ritiene probabile che questo lineamento disgiuntivo prosegua sul

fondovalle, sempre mascherato dalle alluvioni, fino a Tolmezzo. È presumibilmente a

questo lineamento tettonico ed a sue recenti riattivazioni, che si possono attribuire le

fratture nei conglomerati del Tagliamento, con i conseguenti cedimenti della copertura e

formazioni di doline, spesso a sviluppo allungato.

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- la Linea M. Dof – M. Auda è un lineamento di carattere regionale e si estende dalla Linea

della Val Sugana, ad ovest e, passando per il S. Simeone, fino a Saga, in Slovenia, a

est. In questo tratto ha un andamento W-E ed immerge a nord con pendenze variabili

da 45° a 20° o meno. Il lineamento principale porta le rocce del Norico, a nord, a

contatto con i terreni giurassico – cretacici, a sud. A nord è accompagnata da numerose

vicarianti che interessano principalmente la Dolomia di Forni e localmente mettono in

contatto le Dolomie Cariate del Carnico con la Formazione del Monticello.

Più recenti sono le discontinuità dei sistemi caratterizzati da un andamento variabile

da NO-SE fino a NE-SO: si tratta di faglie verticali o quasi, di notevole rigetto e che

presentano spesso un più evidente movimento trascorrente ed in alcuni casi interrompono e

spostano le direttrici dei sistemi più antichi.

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FORMAZIONI LITOLOGICHE

Nel territorio comunale di Socchieve, nell’area interessata dalla Variante 11,

l’escursione cronologica dei terreni presenti parte dal Mesozoico e si estende fino all’Attuale,

ma presenta varie lacune stratigrafiche legate sia alla particolare posizione dell’area all’atto

delle diverse fasi di sedimentazione, sia alle dislocazioni tettoniche, che hanno prodotto

accavallamenti e scivolamenti.

Le nostre aree di Variante sono comprese, in linea di massima, fra il sovrascorrimento

Tinisa Vinaio e quello M. Dof – M. Auda, quindi nelle successive descrizioni si considerano

solo i terreni affioranti in questa fascia o a diretto contatto con i disturbi tettonici principali.

UNITÀ LITOSTRATIGRAFICHE DEL SUBSTRATO

Al di sopra della linea Tinisa - Vinaio:

Gruppo del M. Siera - Dolomia dello Schlern (Ladinico superiore - Carnico inferiore)

Si tratta di litotipi dolomitici massicci, saccaroidi o a grana fine, talora stratificati

indistintamente, di colore grigio chiaro, biancastro, talvolta tendente al rossastro, soprattutto

nelle facies più dolomitiche.

Prevale l'aspetto massiccio, sebbene siano pure frequenti dolomie stratificate, con

spessore degli strati assai variabile, in affioramento.

L'ambiente di sedimentazione è di tipo marino, ad energia medio - bassa, per le

dolomie massicce, mentre per quanto riguarda la sedimentazione della facies stratificata si fa

riferimento a un ambiente di tipo litorale con possibili fasi di emersione o ad un processo

sedimentario avvenuto in ambiente più tipicamente marino, a media profondità e bassa

energia, con discreto apporto biomicritico.

Al tetto vi è il contatto con i Calcari scuri stratificati, netto laddove vi sia la facies

massiccia, graduale se in presenza della facies stratificata.

Nella nostra area la Dolomia dello Schlern affiora nella parte alta del versante del

Lumiei (Monfredda) ed è sempre separata, almeno a letto, per contatto tettonico.

Formazione della Val Degano (Ladinico Superiore - Carnico Inferiore).

Questa formazione è rappresentata da una scaglia rocciosa sovrascorsa sul piano della

linea Tinisa – Vinaio, in contatto anomalo con la più recente Formazione di Raibl ed isolata da

due faglie relativamente recenti, una di direzione SW-NE e l’altra di direzione NW-SE.

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L'unità è costituita da orizzonti calcarei, a granulometria da relativamente grossolana

a microcristallina, con colorazione grigio scura, ben stratificati, in livelli di spessore variabile

da 5 a 50 cm. Sono intercalati da marne grigie di varia consistenza, da fogliettate a livelli di

20-30 cm di potenza. Nella parte alta la roccia è più massiccia e presenta locali noduli e letti

di selce nera.

Formazione di Dürrenstein (Carnico).

Anche questa formazione è affiorante in scaglie, isolate da faglie sub verticali e dal

piano di scivolamento della linea Tinisa – Vinaio, in contatto anomalo con la Formazione di

Raibl. Non interessa direttamente le aree di studio ed emerge nella parte alta del fianco

sinistro della valle del Lumiei.

La documentazione geologica più recente la suddivide in due litofacies, ma nella

nostra zona affiora solo il livello inferiore, definito areniti, marne e calcari e costituito da

arenarie e peliti rosse intercalate a livelli calcarei e calcareo - marnosi.

La stratificazione è generalmente fitta ma le arenarie, in livelli decimetrici, sono, a

volte, riunite in banchi di oltre 1 m di spessore.

Il livello superiore viene definito come marne, calcari e dolomie ed è caratterizzato

calcari scuri, marne, calcari dolomitici e dolomie. La stratificazione è generalmente netta (5 –

15 cm) e marcata dai livelli marnosi, ma a volte gli strati calcarei sono organizzati in banchi.

A letto della linea Tinisa - Vinaio:

Formazione di Raibl (Carnico Superiore).

Nella zona di nostro interesse occupa la fascia compresa fra la linea Tinisa – Vinaio e

la linea dell’Alto Tagliamento.

Viene suddivisa informalmente in tre membri:

Membro a peliti rosse: non è affiorante nella nostra area di studio, ma è stata rilevata

dallo scrivente nella zona di Enemonzo, poco ad est.

Consta di rocce pelitiche, da argilliti ben diagenizzate a siltiti, talora arenacee, a

composizione mineralogica a prevalenza silicatica, con elementi non risolvibili a occhio nudo

a causa delle ridotte dimensioni dei clasti, tranne negli orizzonti a granulometria maggiore,

ricchi di muscovite.

La colorazione è generalmente rosso – violaceo, ma può variare dal giallognolo al

grigio o al verdastro.

Tessituralmente sono caratterizzate da evidente fogliettatura e laminazione.

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La letteratura pone un limite netto di contatto con la Formazione di Dürrenstein

mentre a tetto il passaggio al membro successivo è più irregolare e talvolta le peliti sono

intercalate nelle unità sovrastanti.

La litofacies marnosa di transizione con i gessi, che appare nei rilievi di Enemonzo,

presenta colorazione scura, nerastra o verdognola; risulta notevolmente fogliettata e si

associa a intercalazioni di natura calcareo - marnosa di colore grigio-verdastro e/o

giallognolo in strati con spessore che va da 1 a 8 ÷ 10 cm, con giunti talora piano-paralleli o,

più spesso, ondulati se non a tendenza nodulare.

Membro a gessi e dolomie grigie: si presentano sotto forma di ritmiti millimetriche o

in strati decimetrici, con colorazioni bianco-rosate, ma anche grigie. Talvolta contengono

impurità nerastre carboniose, marnose e argillose, più marcatamente nella parte basale.

Subordinatamente compaiono sottili strati di dolomie marnose.

Al diminuire del rapporto gesso/impurezze, l'aspetto della massa rocciosa cambia e il

litotipo passa ad una marna gessosa.

Ove il gesso è più abbondante si presenta saccaroide, compatto, di colore bianco o

grigiastro ma anche rossastro o aranciato, specie verso la base.

Nella maggior parte dei casi affiorano straterelli calcareo - marnosi brecciati e

contorti, immersi in più o meno abbondante matrice gessosa.

In linea generale, dati i più volte accennati caratteri di transizione con le unità in

contatto, pare verosimile individuare una maggiore abbondanza di marne verso la base della

successione e di calcari e dolomie evaporitiche verso il tetto.

Gli affioramenti gessosi risultano diffusi in maniera irregolare fra i 400 ed i 600m

s.l.m. sul fianco sinistro della valle del Lumiei e del Tagliamento, in particolare a monte della

Sega di Lungis e dell’abitato di Lungis, lungo il rio Chialderuz (a nord di Viaso) e lungo i suoi

affluenti, rio Breli (a nord di Dilignidis), rio di Selva (a est di Feltrone) e, rio Pedogloso (al

confine con Enemonzo).

Oltre al comportamento estremamente plastico dei gessi, un'altra particolarità della

formazione gessosa è la notevole consistenza dei fenomeni di dissoluzione per effetto degli

agenti esogeni e delle acque di percolazione. Ne consegue una tipica fenomenologia, che va

dalla presenza di morfologie dolci, alla notevole franosità; dallo sviluppo di grosse incisioni ad

opera dei corsi d'acqua, alla formazione di vere e proprie doline.

Dolomie e brecce cariate: Sono dolomie marnose grigio - cenere o giallastre, con

presenza di livelli marnosi e argillitici, con una più o meno marcata brecciatura tanto da

essere facilmente confuse con il Conglomerato del Tagliamento. Le abbondanti cavità che

caratterizzano questa facies, dovute alla scomparsa dei clasti più solubili, realizzano il

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particolare aspetto "cariato" che le contraddistingue. La stratificazione risulta poco

pronunciata, solo localmente è dell'ordine dei 10 ÷ 60 cm.

Nell'insieme, si tratta di rocce spesso friabili, farinose specie se tettonizzate, la cui

componente breccioide risulta di non facile distinzione rispetto alla globalità dell'ammasso

roccioso dolomitico. Esse, inoltre, presentano frequentemente un aspetto molto simile a

quello dei depositi travertinosi incrostanti.

Le Dolomie cariate affiorano nella valle del Lumiei, a valle dell’abitato di Lungis, ad

ovest e ed a nord della strada Lungis – Feltrone, nonché a sud - ovest della frazione Nonta;

un affioramento è stato individuato in destra idrografica del Lumiei, a sud della frazione

Priuso ed un altro in destra Tagliamento, ad est della borgata Avaris.

Formazione del Monticello: (Carnico Superiore – Norico Inferiore)

Si tratta di dolomie di colore grigio chiaro nettamente stratificate, con giunti, piano –

paralleli, ogni 30 – 100 cm, intercalate da livelli pelitici, ricchi di sostanza organica.

Affiora nella fascia inferiore dei versanti del Lumiei e del Tagliamento, in prossimità

della loro confluenza.

Dolomia di Forni: Calcari dolomitici e dolomie bituminose (Norico - Retico)

Si tratta di prevalenti dolomie laminate e gradate, calcari dolomitici bituminosi e

dolomie, anch'esse bituminose. All’alterazione hanno colore marrone, da chiaro a scuro,

grigio scuro al taglio fresco. Frequenti le intercalazioni marnose di spessore centimetrico e,

localmente, selce scura in noduli o liste. La stratificazione si aggira sui 10 ÷ 30 cm, più

frequentemente 15 ÷ 20 cm (ma anche 60 cm).

Oltre alla tipica fase bacinale, presenta anche facies di scarpata, comprendenti brecce

dolomitiche, ruditi ed areniti, fino a siltiti dolomitiche, gradate in sequenze torbiditiche.

È la formazione affiorante più estesa nell’area di studio ed occupa entrambi i versanti

della valle del Tagliamento.

Dolomia Principale (Norico - Retico)

Trattasi di dolomie cristalline e calcari dolomitici chiari (da biancastri a rosati), talora

saccaroidi, la cui stratificazione, generalmente in banchi da 1 a 3 ÷ 4 m, risulta spesso

indistinguibile. Talvolta presenta intercalazioni dolomitiche laminate e breccioidi grigio -

scure, in strati aventi spessore da 0.5 a 1.5 m, altre volte ancora esistono straterelli marnosi

verdastri di potenza esigua (solo qualche centimetro), nonché livelli bituminosi dell'ordine dei

30 ÷ 50 cm. Presenta buone caratteristiche meccaniche, condizionando lo stile tettonico che

assume l'aspetto di singole scaglie (interessate ai margini dalla presenza di fasce di

cataclasi). Il contatto con l'unità precedente è eteropico.

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COPERTURE QUATERNARIE

Conglomerati fluviali:

Il conglomerato presente in Comune di Socchieve rappresenta la litofacies più tipica,

antica e diffusa (esso affiora abbondantemente anche ad Ampezzo, Enemonzo e Preone;

inoltre riappare presso Verzegnis, Cavazzo, Cesclans, Somplago, Interneppo), ed è di chiara

origine alluvionale fluviale.

Si tratta di un conglomerato poligenico medio - grossolano, assai tenace e ben

cementato, con dimensioni dei ciottoli che vanno da 5 a 15 cm, aspetto massivo, con rari e

discontinui accenni di stratificazione ed isolati episodi limoso - sabbiosi di limitata estensione;

plurimodalità evidente; discreta classazione, variabile da punto a punto; matrice sabbiosa e

cemento calcareo.

Prevale decisamente la componente carbonatica, soprattutto nelle frazioni più

grossolane; la componente ciottolosa, in particolare gli elementi maggiormente arrotondati, è

tipicamente policromatica, con litologie assai variabili: arenarie e siltiti rosse, rosso-violacee

e grigie; vulcanoclastiti verdi (pietra verde); marne grigie e giallastre; calcari selciferi.

Per quanto concerne i caratteri tessiturali, questo tipo di conglomerato è

marcatamente eterometrico, contiene sia frazioni ghiaiose che ciottolose, ma anche una

abbondante matrice sabbiosa i cui vuoti sono diffusamente riempiti da cemento calcitico.

La classazione sembra aumentare procedendo verso valle, come del resto è

prevedibile per questo tipo di sedimenti; i ciottoli più grossolani tendono ad assumere forme

di tipo sferico - lamellare, o anche lamellare, disponendosi secondo strutture embriciate,

talora riconoscibili.

Il grado di arrotondamento dei clasti risulta elevato e si mantiene sostanzialmente

costante; tuttavia gli elementi che costituiscono le classi granulometriche inferiori presentano

forme più spigolose, in quanto sottoposti a minor usura.

L'addensamento dei ciottoli è notevole, dando luogo a valori di porosità effettiva

relativamente bassi, mentre la porosità totale risulta più elevata, in relazione a fenomeni di

dissoluzione secondaria tipici dei conglomerati; diffusa anche la fratturazione derivante da

crioclastismo, movimenti gravitativi e sforzi neotettonici.

Localmente può essere presente una stratificazione più o meno evidente; la potenza

degli strati varia da 0,3 m a 2 m; talvolta le placche di alterazione superficiale, anche in

dipendenza della notevole lisciviazione effettuata dall'acqua, conferiscono agli affioramenti un

aspetto massivo, provocando delle notevoli incertezze nella definizione degli spessori.

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Generalmente rare sono le intercalazioni lentiformi di materiali sabbiosi, cementati o

meno, che appaiono in quantità assai modeste all'interno di tasche presenti entro le masse

conglomeratiche.

Da studi precedenti risulta che il conglomerato che costituisce la traccia lasciata dal

passaggio del Tagliamento, in una fase in cui quest'ultimo seguiva un percorso ben diverso

dall'attuale, con buona probabilità risale al Pleistocene medio.

Nel territorio comunale di Socchieve i conglomerati affiorano estesamente nella fascia

compresa fra le quote di 420 e 550 m s.l.m. nelle località Chiamesans, Mediis, Lungis, Nonta,

Viaso.

Depositi morenici

Nella zona studiata sono presenti lembi di materiali sciolti, a tessitura caotica,

costituiti da limi, sabbie e ghiaie, con all'interno elementi litoidi di varia natura, ciottoli e

frammenti rocciosi di forma irregolare.

La presenza di tracce della deposizione glaciale, risparmiate all'erosione e, in una

certa misura, rimaneggiate dall'azione della gravità e degli agenti atmosferici, è stata

riscontrata presso le frazioni di Mediis, Lungis, Dilignidis, Feltrone e Viaso. Altri lembi di

sedimenti glaciali sono presenti in corrispondenza della dorsale del M. Corona, sul piccolo

terrazzo dove è localizzata la borgata Lunas e presso le borgate Avaris e Spaia, nella nuova

valle del Tagliamento.

Data la scarsità di affioramenti, è stato possibile osservare la natura sciolta di questi

materiali soltanto in corrispondenza di alcuni denudamenti della copertura vegetale, pertanto

i contorni dei lembi morenici risultano sostanzialmente da una attenta osservazione della

morfologia.

L'attribuzione di questi depositi glaciali al Würmiano è confermata dal fatto che essi

sono molto prossimi al fondovalle, nonché dallo stato di evidente "freschezza", vale a dire

dall'assenza di segni di alterazione.

Depositi alluvionali

Già precedentemente descritti i conglomerati alluvionali dell’antica val Tagliamento, si

segnalano altri tipi di alluvioni presenti nei fondovalle del Tagliamento e del Lumiei:

Depositi di conoide

I vari corsi d’acqua minori che interessano la nostra area scendono lungo versanti

piuttosto ripidi ed operano quindi in prevalente fase erosiva, con i sedimenti che vengono

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rapidamente scaricati nel corso delle piene ed immediatamente erosi al fronte dal collettore

di valle, sia esso il Lumiei o il Tagliamento.

Fa eccezione il rio Canfoz, che scende lungo il versante orientale del M. Jôf.

La presenza di rocce calcareo – dolomitiche molto fratturate per la presenza di

disturbi tettonici all’interno del suo bacino, giustifica un’elevata produzione di detrito che

viene preso in carico dalle acque del rio.

Al diminuire della pendenza, sul fondovalle, diminuisce la capacità di trasporto delle

acque e quindi favorisce la sedimentazione dei materiali trascinati.

Prima della confluenza nel Lumiei si è venuta quindi a formare un’ampia conoide di

deiezione con la granulometria dei materiali qui depositati che diminuisce progressivamente

allontanandosi dalla base del pendio più acclive.

I sedimenti sono chiaramente legati ai litotipi presenti nel bacino di alimentazione ed

in particolare alle formazioni noriche, con presenza quasi esclusiva di rocce dolomitiche,

bianche (Formazione del Monticello) o di dolomie più scure appartenenti alla formazione

definita Dolomia di Forni.

Gli elementi di maggior diametro (max = 80 cm) si rilevano nella zona più a monte (in

parte in conseguenza agli apporti gravitativi provenienti dai ripidi versanti prospicienti

l’alveo), con una secca diminuzione della granulometria man mano che si scende verso il

Lumiei.

La potenza è variabile, minore a monte e maggiore verso valle.

Alluvioni recenti

Con questo termine si intende una parte dei materiali ghiaioso - sabbiosi di

fondovalle, legati principalmente alla deposizione da parte del Tagliamento e del Lumiei ed

occupano le zone golenali poste lateralmente al fiume.

Si tratta di ciottoli, ghiaie, sabbie e talora limi, la cui composizione mineralogica

risulta direttamente connessa al bacino di alimentazione.

I depositi ghiaiosi sono molto simili, per composizione, ai conglomerati fluviali, poiché

si tratta di ghiaie medio - grossolane poligeniche, a matrice sabbiosa.

Alluvioni attuali

Costituiscono l'alveo attuale del Tagliamento, del Lumiei, del Canfoz, ossia la fascia di

percorrenza preferenziale seguita normalmente dalle acque di piena.

L'elevata eterometria che caratterizza questi depositi denuncia la notevole energia di

trasporto dei corsi d'acqua e la forte variabilità della corrente.

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Localmente si osservano limitati accumuli sabbiosi, che si concentrano nelle

insenature create dall'erosione lungo le sponde, o in depressioni entro gli stessi depositi

ghiaiosi (canale abbandonato).

Depositi lacustri

Si tratta di due tipi di materiali, riconducibili alla natura ed all’ambiente di

sedimentazione:

- depositi lacustri di riempimento di concavità legate all’esarazione glaciale;

- depositi lacustri di sbarramento da frana.

I primi presentano una composizione prevalentemente limoso – argillosa con inclusi

torbosi, di pessime caratteristiche meccaniche. Si rinvengono sia a nord – ovest della

frazione, in corrispondenza di quello che era il lago di Nonta, sia, localmente, in

corrispondenza di aree depresse nelle località “Las Vals”, fra Lungis e Viaso e ad est di

Mediis.

I secondi sono riconducibili essenzialmente al lago venutosi a formare lungo il

Tagliamento in seguito allo sbarramento del fiume provocato dalla frana di Borta. Poiché il

lago ha avuto una breve vita (dell’ordine di 100 anni) e gli apporti all’interno del lago erano

prevalentemente grossolani, hanno una granulometria prevalentemente sabbioso – limosa e

sono ridotti a piccoli lembi di esiguo spessore.

I depositi situati a nord di Socchieve capoluogo presentano caratteristiche miste fra

quelle dei depositi alluvionali e quelle dei sedimenti lacustri di riempimento di concavità.

Depositi gravitativi (frane, detrito di versante)

Si tratta di accumuli caotici male o per nulla cementati, composti da blocchi e

pietrisco assai spigolosi ed omogenei nella composizione litologica che riflette quella delle

pareti di distacco.

Questi depositi sono localizzati in aree di ridotta estensione, al piede dei versanti

calcareo - dolomitici, sia lungo le sponde del Tagliamento che del rio Canfoz. Fa eccezione

l’accumulo della frana nota col nome di Frana di Borta, nella valle del Tagliamento.

La frana, storica (agosto 1692, con 53 morti nella borgata Borta), si è staccata dal

versante occidentale del M. Auda ed ha coinvolto volumi stimati in 80 – 100 milioni di m3. È

ancora ben evidente la superficie di distacco, lungo i piani di stato, a franapoggio, nell’ambito

della Dolomia di Forni, con scivolamento delle dolomie scure bacinali sulle doloareniti e

brecce dolomitiche, più compatte. Il corpo di frana è ben visibile sul fondovalle, con i

materiali che hanno risalito il versante opposto per oltre 200 m.

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INTERVENTI DI VARIANTE

Socchieve capoluogo - Variazioni n° 1, 3, 41, (2, 44 e 45)

Inquadramento geologico e morfologico

Il centro abitato di Socchieve si sviluppa sui due lati della S.S. 52, a partire dalla base

del colle di Castoia, verso valle, parallelamente al Tagliamento.

Nelle alluvioni che ricoprono la piana di Socchieve si possono distinguere tre aree che

presentano caratteristiche litologico – granulometriche e meccaniche diverse fra loro:

- la piana a nord dell’abitato;

- il cordone su cui è impostata la maggior parte del capoluogo;

- la fascia compresa fra il centro abitato e l’attuale corso del Tagliamento.

Di seguito si cerca di dare un’interpretazione evolutiva della situazione geomorfologica

della zona.

Quando il Tagliamento si è impostato secondo il nuovo corso, nella valle di Caprizzi, si

è trovato a sboccare nella zona di Socchieve in direzione SW-NE, quindi circa a 45° rispetto

al vecchio corso e passava alla base del colle di Castoia, ad erodere le sue antiche alluvioni.

La nuova confluenza del Lumiei, in direzione NW-SE ha fatto deviare il tracciato della

corrente del collettore principale verso est e così nella zona di Socchieve è rimasta un’ansa,

progressivamente abbandonata dalla corrente principale. Quest’area quindi non riceveva più

apporti alluvionali solidi, anzi, fra il nuovo alveo principale e la zona d’ansa si verificava un

sovralluvionamento che creava un cordone sopraelevato rispetto la vecchia piana.

Nell’area d’ansa, della forma simile ad un meandro abbandonato, arrivano ora quasi

solo le acque d’infiltrazione (alimentate dal Tagliamento) e quelle provenienti dal versante

sovrastante, assieme alla componente solida da queste trasportata, derivante dalla erosione

dei conglomerati e delle morene.

In quest’area, depressa rispetto al contorno, si è venuta a creare una zona

d’impaludamento, progressivamente riempita dalla componente solida trasportata dalle

acque ed interrita dai residui della vegetazione.

Ne è derivata una successione litologica che comprende, sul fondo o in livelli

intercalati, ghiaie e sabbie alluvionali (del Tagliamento) ed un orizzonte più superficiale di

materiale sciolto molto eterogeneo, in prevalenza limoso - argilloso, ma anche con

alternanze di livelli ghiaioso – sabbiosi o torbosi.

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Una situazione simile è presente anche nella zona a nord – est di Socchieve, nella

fascia compresa fra il piede del versante e la S.S. 52, anche se qui i livelli torbosi sono

assenti e la componente ghiaiosa è più abbondante.

Il nucleo del capoluogo è impostato sulle alluvioni frontali del Tagliamento, depositate

quando il suo corso, deviato dal Lumiei, ha progressivamente spostato la linea di deflusso

verso est.

Si tratta quindi di alluvioni relativamente antiche (7 – 8 mila anni), prevalentemente

grossolane, con ciottoli e ghiaie prevalenti, ben stabilizzate.

Netto il gradino morfologico rispetto all’attuale fascia golenale del Tagliamento, dove

le alluvioni risentono in modo significativo del trasporto del Lumiei e dove la formazione della

piana è chiaramente più recente.

Variazione n° 1: passaggio da Zona Servizi (Sp – Sv) in parte a Zona Residenziale

Estensiva di Completamento (B2) e in parte a Verde Privato (V1).

L’area di variante è localizzata nella parte orientale del nucleo di Socchieve capoluogo

ed interessa quindi materiali alluvionali prevalentemente grossolani.

Il substrato non è mai stato raggiunto dalle indagini eseguite in zona e la presumibile

presenza della Linea dell’Alto Tagliamento (sepolta dalle alluvioni) complica ulteriormente la

possibilità di definire con certezza la litologia sepolta. È ipotizzabile sia la presenza di rocce

calcareo – dolomitiche relativamente compatte (Formazione del Monticello) sia delle dolomie

cariate della Formazione di Raibl.

Non si sono rilevati problemi di ordine geostatico.

Si ritiene che la destinazione d’uso prevista dalla variante sia compatibile con la

situazione geomorfologica locale.

Variazione n° 3: passaggio da Zona Servizi e Attrezzature Collettive Id (impianto di

smaltimento rifiuti) e Zona E7 (Allevamenti zootecnici di carattere

industriale esistenti), a Zona Servizi Sv (Attrezzature per il verde, lo

sport e gli spettacoli all’aperto).

L’area di variante è localizzata nella fascia più prossima al Tagliamento, nella fascia

golenale ed interessa quindi materiali alluvionali di deposito recente, seppur stabilizzati.

Nella Conferenza Programmatica della Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici

della Regione Friuli Venezia Giulia, Servizio Geologico e Servizio Idraulica, del dicembre 2009,

nella perimetrazione proposta per il nuovo Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto

Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Tagliamento, l’area di variante è classificata a

pericolosità P2 (pericolosità media) per il rischio idraulico.

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Se la vecchia destinazione d’uso (Impianto di smaltimento rifiuti) è incompatibile con

la situazione di rischio, la nuova previsione (Attrezzature per il verde, lo sport e gli spettacoli

all’aperto) rientra fra quelle ammesse anche in zona a pericolosità P3 (art. 12, punto n

dell’allegato 1 alla Delibera 4/2007).

Si ribadisce comunque che:

- le attrezzature e strutture, mobili o provvisorie, non dovranno prevedere il

pernottamento di persone e quindi non dovranno comportare un aumento del

carico urbanistico;

- le attrezzature e strutture, mobili o provvisorie, dovranno essere poste su

fondazioni “al piano di campagna”, per non interferire con eventuali deflussi

idrici.

Variazione n° 41: passaggio da Zona V2 (Verde di protezione dei centri abitati), a Zona

Agricola E4 (Ambiti di Interesse Agricolo Paesaggistico di Rilevanza

Ambientale).

L’area interessata da cambio di destinazione urbanistica è situata immediatamente a

nord dell’abitato di Socchieve capoluogo ed è quindi inserita nella vecchia ansa del Fiume

Tagliamento.

Non vi sono controindicazioni all’edificabilità (ampliamento della stalla esistente), ma

dovranno essere attentamente valutate le condizioni d’appoggio delle strutture, in

relazione al fatto che è possibile la presenza di orizzonti con pessime caratteristiche

geotecniche.

Variazioni n° 2 e 45: passaggio da “parcheggi di relazione Sp” a Verde privato V1 (verde

privato dei nuclei storici).

Si tratta di declassazioni urbanistiche, in aree senza rischi geologici.

Variazione n° 44: passaggio da Zona Residenziale B2 (Residenziale Estensiva di

Completamento) a Verde privato V2 (verde di protezione dei centri

abitati).

Si tratta di declassazione urbanistica, in area senza rischi geologici.

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Frazione Mediis - Variazioni n° (4 e 5)

Inquadramento geologico e morfologico

I ghiacciai che nel corso dell’ultima glaciazione percorrevano le valli del Tagliamento e

del Lumiei, nella loro fase erosiva, hanno articolato il fondo di scorrimento ed i fianchi del

pendio e, nella fase di ritiro, hanno rilasciato i materiali come morene di fondo o morene

laterali. Legati alle varie pulsazioni della corrente glaciale ed alla litologia del substrato, i

versanti sono stati modellati secondo una serie di terrazzi.

La frazione di Mediis è localizzata sul fianco sinistro della valle del Lumiei, sul terrazzo

di quota inferiore.

Il substrato roccioso è costituito dal termine superiore della Formazione di Raibl, cioè

da dolomie e brecce cariate; su di esso parzialmente eroso e rimodellato dall’erosione

glaciale, è impostato l’orizzonte alluvionale cementato costituente il Conglomerato del

Tagliamento.

Di limitato spessore ed irregolarmente distribuiti i depositi morenici.

Variazione n° 4: da “parcheggi di relazione Sp a Verde privato V1 (verde privato dei

nuclei storici).

È un appezzamento situato nella parte alta dell’abitato, al margine NW, in un’area in

cui sono distribuiti depositi morenici che mascherano completamente gli orizzonti

conglomeratici.

Le pendenze sono moderate e perciò non sono ipotizzabili fenomeni di instabilità

geostatica.

Assenti corsi d’acqua o compluvi che possano portare a ruscellamento temporaneo.

Si ritiene che la destinazione d’uso prevista dalla variante sia compatibile con la

situazione geomorfologica locale.

Variazione n° 5: da “parcheggi di relazione Sp” a Verde privato V1 (verde privato dei

nuclei storici).

È un’area allungata posta a fianco della S.S. 52, leggermente depressa rispetto al

piano stradale. Considerato che ci troviamo al piede del versante, è possibile che all’interno

della concavità, leggermente inclinata verso W, si possano verificare concentrazioni delle

acque meteoriche, ad innescare temporanei ruscellamenti.

Per un utilizzo edificatorio di quest’area si dovrà provvedere alla regimazione di

queste acque o sopraelevare i piani di calpestio almeno fino al livello stradale.

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Frazione PRIUSO - Variazioni n° 7, 42, Richiesta n° 3, (6, 8, 9, 27)

Inquadramento geologico e morfologico

L’abitato di Priuso è inserito completamente nell’ambito della conoide generata dal rio

Canfoz, prima della sua confluenza nel Lumiei.

La pendenza media della conoide, in direzione W-E è inferiore a 4° (5% – 7%),

maggiore nella parte alta della struttura.

I terreni di copertura sono costituiti in prevalenza da ciottoli, ghiaie e sabbie, in

subordinata matrice limoso – argillosa. La natura dei materiali è legata alle litologie presenti

nel bacino di alimentazione ed è quindi a predominante componente dolomitica, con clasti

biancastri (Formazione del Monticello) o marrone e grigi (Dolomia di Forni).

L’elevata tettonizzazione dell’area, interessata sia dalla Linea dell’Alto Tagliamento sia

da rami della Linea Dof – Auda, nonché da faglie di direzione NW-SE che interrompono e

dislocano i due sovrascorrimenti, non permette correlazioni certe per la definizione dei

materiali di substrato, peraltro mai indagati da indagini dirette. È tuttavia presumibile che la

maggior parte del paese abbia quali base “in posto” la Formazione del Monticello e

subordinatamente le dolomie cariate della Formazione di Raibl.

Non sono stati rilevati né sono segnalati fenomeni di sprofondamento riconducibili alla

dissoluzione del substrato e le uniche articolazioni della superficie topografica sono legate alla

presenza di paleoalvei, poco marcati, dell’antico rio Canfoz, prima che esso venisse regimato

ed incanalato da opere longitudinali di arginatura.

Solo al lato sud dell’abitato, in prossimità della chiesa di S. Giacomo, è presente una

conoide secondaria, formata da un torrentello, che i locali chiamano rio Furfisiles, che dal Plan

da Una, in prossimità della Forca di Priuso, scende in direzione NE per poi deviare in senso

parallelo a confluire nel Lumiei. Morfologicamente risulta evidente che la deviazione è

relativamente recente e che in precedenza esso proseguiva secondo la direttrice attualmente

mantenuta più a monte, e che i materiali trasportati venivano rilasciati in sovrapposizione a

quelli del Canfoz a costituire una struttura di confluenza, successivamente incisa al lato

meridionale, già all’altezza della testata.

Variazione n° 7: Passaggio da Zona Servizi e Attrezzature Collettive (Sc) a Zona

Residenziale Estensiva di Completamento (B2).

Si prevede la riqualificazione urbanistica di una piccola area (poco più di 100 m2) di

forma trapezia, con altezza molto superiore alla base, di fatto già separata dalla zona

Attrezzature Collettive da un muro di recinzione.

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Si tratta di un’area situata al margine inferiore della frazione, inserita sempre

nell’ambito della conoide di deiezione su cui sorge il resto dell’abitato.

L’area è quasi pianeggiante e non sono stati rilevati nella zona compluvi, corsi d’acqua

o fenomeni di risorgenza e impregnazione.

Alla luce di queste considerazioni si ritiene che la destinazione d’uso prevista dalla

variante sia compatibile con la situazione geomorfologica locale.

Variazione n° 42 e Richiesta n° 3: passaggio da Zona a Verde Privato (V2) a Zona

Residenziale Estensiva di Completamento (B2).

Ci troviamo nella parte alta dell’abitato di Priuso, al margine occidentale della frazione.

La variazione di progetto prevede l’ampliamento dell’area edificabile B2, mentre la

richiesta è relativa ad un ulteriore ampliamento dell’area edificabile ad un lotto di terreno

adiacente al già previsto allargamento.

Morfologicamente l’area, nel suo complesso, è inserita sempre nella conoide del rio

Canfoz, nella sua porzione medio alta, ma anche qui le pendenze longitudinali sono limitate

(4°, 7%).

I materiali sono sempre costituiti dalle alluvioni del corso d’acqua che ha generato la

struttura, con granulometrie spostate verso le frazioni più grossolane (ciottoli e ghiaie).

Immediatamente a monte del sito di variante sono rilevabili le tracce di alcuni

paleoalvei del Canfoz, ma in essi non vi sono tracce di recenti ruscellamenti.

Non si rilevano controindicazioni di ordine geomorfologico o idraulico all’ampliamento

dell’area edificabile, sia per quanto riguarda la previsione n° 42 sia per la richiesta.

Variazione n° 6: da “parcheggi di relazione Sp a Verde privato V1 (verde privato dei

nuclei storici) e da Zona per Servizi e Attrezzature Collettive (Sv) a

zona agricola E4 (Ambiti di Interesse Agricolo Paesaggistico di

Rilevanza Ambientale).

L’area interessata è inserita nell’ambito della conoide del Canfoz e che prevedeva

un’utilizzazione pubblica, viene riqualificata come area a verde. La zona è depressa rispetto al

piano della strada statale n° 552 di Passo Rest ed in questo avvallamento si potrebbero

verificare temporanee concentrazioni delle acque meteoriche.

In linea generale non si rilevano controindicazioni al suo utilizzo, anche dal punto di

vista edificatorio, ma la quota dell’inferiore piano di calpestio dei fabbricati deve

essere sopraelevata, rispetto all’attuale piano di campagna, almeno fino al livello

della strada (S.S. 552).

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Variazione n° 8: da “parcheggi di relazione Sp a Verde privato V1 (verde privato dei

nuclei storici).

L’area è situata al centro del paese, al margine sud – occidentale della conoide del rio

Canfoz. Non vi sono controindicazioni di ordine geomorfologico al cambio di destinazione

d’uso.

Variazione n° 9: da “parcheggi di relazione Sp a Verde privato V1 (verde privato dei

nuclei storici).

È l’area a fianco della chiesa di S. Giacomo, oltre la strada d’accesso. Si tratta di una

superficie inserita nell’ambito della conoide di deiezione del rio Furfisilesi, che porta i suoi

materiali a sovrapporsi alla conoide del Canfoz, al suo margine meridionale. Attualmente il

corso d’acqua che ha generato la struttura è incassato nelle sue alluvioni con un franco di 4 –

5 m rispetto al bordo e non è più ipotizzabile una esondazione.

La pendenza della conoide, in direzione nord, è limitata e non sono ipotizzabili

fenomeni di instabilità geostatica.

Il cambio di destinazione d’uso è compatibile con la situazione geomorfologica locale.

Variazione n° 27: da Zona per Servizi e Attrezzature Collettive (Sv) a zona agricola E4

(Ambiti di Interesse Agricolo Paesaggistico di Rilevanza Ambientale).

L’area è posta al fronte della conoide, a fianco dell’area golenale del Lumiei,

parzialmente livellata da riporti di materiale alluvionale e da area per servizi pubblici diventa

zona agricola. Una parte dell’area (in gran parte boscata) è vincolata dalla presenza

del depuratore (St). Da aggiungere poi che tutta la superficie interessata dal cambio di

destinazione d’uso è perimetrata nell’ambito di un vincolo PAI, in parte come zona

gialla P2 (area a media pericolosità) ed in parte come zona rossa P3 (area ad

elevata pericolosità), con i conseguenti vincoli.

La nuova destinazione urbanistica è compatibile, fermo restando l’inedificabilità,

ma con il possibile commassamento delle cubature in altre aree agricole.

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Frazione Lungis - Variazioni n° 12, 13, (10, 11, 13.1, 28)

Inquadramento geologico e morfologico

La frazione è posta lungo il versante sinistro della valle del Lumiei, nell’ambito di un

terrazzo glaciale impostato sulle alluvioni cementate del Tagliamento.

Sul substrato litico, appartenente alla Formazione di Raibl nel suo membro superiore

(dolomie cariate e marne), si sono sedimentati i depositi alluvionali dell’antica valle del

Tagliamento, prima che esso abbandonasse la direttrice Cima Corso – Ampezzo – Enemonzo

e trasferisse il suo percorso a sud della dorsale M. Corno - M. Jof - M Pelois.

Queste ghiaie grossolane si sono successivamente cementate, dando origine al

Conglomerato del Tagliamento.

Su questo piano si è impostato il letto del ghiacciaio Würmiano, che ha eraso i

materiali, articolandone la superficie superiore. Nella successiva fase di ritiro sono state

rilasciate le morene, principalmente “di fondo” che hanno ricoperto estesamente i

conglomerati.

La successiva erosione torrentizia, principalmente ad opera del Lumiei, ha inciso sia i

conglomerati che le morene, localmente asportandoli fino a rimettere in luce il substrato.

Variazione n° 12: Passaggio Zona da Viabilità a Zona Residenziale di Espansione

Estensiva (C).

Nella zonizzazione precedente era prevista la realizzazione di una strada che tagliava

la Zona Residenziale di Espansione Estensiva (C). La variante attuale elimina questo vincolo,

lasciando al piano particolareggiato specifico la scelta della viabilità di servizio ai vari lotti da

edificare.

L’area è ricoperta da un’estesa coltre morenica poggiante sul substrato dolomitico del

membro superiore della Formazione di Raibl.

Non si rilevano né sono segnalati fenomeni di instabilità del terreno riconducibili alla

dissoluzione del substrato.

La pendenza del versante, in questo tratto (attorno ai 4° – 5°) non lascia presupporre

fenomeni di instabilità geostatica.

Alla luce delle considerazioni sopra esposte si ritiene che la destinazione d’uso prevista

dalla variante sia compatibile con la situazione geomorfologica locale.

Variazione n° 13: Modifica Zona da Parcheggi di Relazione (Sp) a Zona Agricola E4

(Ambiti di Interesse Agricolo Paesaggistico di Rilevanza Ambientale), da

Zona B2 a Zona Agricola E4 e Zona a Verde Privato a Zona Agricola E4.

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Il cambio di destinazione d’uso interessa le aree poste nell’intorno di una struttura

agrituristica esistente (principalmente per permettere la realizzazione di una stalla per

l’allevamenti di bovini).

Ci troviamo a monte dell’abitato di Lungis, lungo un versante modellato dall’azione del

ghiacciaio würmiano, con letto sui conglomerati del Tagliamento, poggiante su un substrato

costituito da dolomie cariate e marne della Formazione di Raibl.

La zona non è interessata da corsi d’acqua, sorgenti o aree di ristagno idrico.

Il pendio, in parte articolato da interventi antropici, presenta una pendenza media

attorno ai 5° (9%) e ciò porta a ritenerlo stabile nei confronti di ipotizzabili fenomeni

geostatici.

Non sono stati rilevati né sono segnalati fenomeni di sprofondamento del terreno

riconducibili alla dissoluzione del substrato.

Si ritiene che la destinazione d’uso prevista dalla variante sia compatibile con la

situazione geomorfologica locale.

Variazioni n° 10, 11, 13.1, 28: Si tratta dell’eliminazione (11) o della riduzione di aree

destinate a parcheggio (Sp) con nuova destinazione a Verde Privato.

Per l’area 13.1 si tratta della declassazione da zona G2.2 (Nuovi

insediamenti turistico – residenziali) a zona agricola E4 (Ambiti di

Interesse Agricolo Paesaggistico di Rilevanza Ambientale).

Nelle aree considerate non si sono rilevate caratteristiche geomorfologiche

comportanti situazioni di rischio e perciò i cambi di destinazione d’uso previsti sono

ammissibili.

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Frazione Dilignidis - Variazioni n° 19, 20, (14, 15, 16, 17, 18, 38, 39)

Inquadramento geologico e morfologico

Come la frazione di Dilignidis, anche l’abitato di Lungis è impostato su un terrazzo di

modellazione glaciale, sfalsato di una cinquantina di metri, più in quota.

La fase erosiva delle acque postglaciali ha portato all’incisione dei versanti da parte

dei vari corsi d’acqua, con definizione di percorsi legati, oltre che alla generale direzione del

pendio, all’erodibilità dei materiali incontrati.

I corsi d’acqua che scendevano secondo la massima pendenza del versante, nel caso

specifico i rii Breli e Chialderuz, hanno cambiato il loro percorso con una brusca deviazione

verso est, ad incidere i loro alvei nei gessi, molto più erodibili delle dolomie cariate e dei

conglomerati, che nella zona sono stati quasi completamente asportati dall’erasione glaciale.

Si è venuta così ad isolare una stretta dorsale, estesa da ovest ad est, nella parte

occidentale della quale è impostato l’abitato.

Il substrato della frazione è costituito da gessi e dolomie grigie della Formazione di

Raibl, mentre la copertura è caratterizzata da sedimenti morenici a prevalente granulometria

fine (morena di fondo).

Il solco dei due corsi d’acqua, profondamente incisi, provocano un rapido drenaggio

delle scarse acque meteoriche interessanti la dorsale ed è per questo che non si sono

sviluppati fenomeni di dissoluzione del substrato, se non nelle zone di margine,

evidentemente interessate da fenomeni franosi.

Variazioni n° 19 e 20: Passaggio da Zona Residenziale (B2) a Zona Residenziale di

Espansione Estensiva (C) e Passaggio da Viabilità di previsione a Zona

Residenziale di Espansione Estensiva (C).

I cambi di destinazione d’uso interessano un’area posta nella parte occidentale della

frazione, a monte della strada per Feltrone.

Di fatto si tratta di una declassazione edificatoria, passando da superficie a

concessione diretta ad area vincolata alla presentazione di un Piano Particolareggiato, che

comprenderà anche la viabilità di servizio, precedentemente vincolata.

Ci troviamo lungo una dorsale di versante, poco marcata, fra il rio Breli ed un affluente

del rio Chialderuz, in un tratto dove i due corsi d’acqua seguivano ancora la direzione N-S,

secondo la massima pendenza del versante.

Siamo tuttavia in prossimità della base del pendio (pendenze attorno ai 6° - 7°), dove

esso si raccorda con il terrazzo glaciale di Dilignidis, con il substrato gessoso ricoperto da

sedimenti morenici.

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Le acque del versante a monte vengono convogliate nei due rii e perciò viene a

mancare l’alimentazione a quelle correnti sotterranee che innescano i problemi legati alla

dissoluzione dei gessi.

Non si rilevano situazioni di rischio e quindi la variazione urbanistica proposta è

compatibile.

Variazioni n° 14, 16, 17, 18: Passaggio da Parcheggi di relazione Sp a Verde Privato

dei Nuclei Storici (V1).

Si tratta di aree poste in zona pianeggiante o in leggero pendio (Var. 16) senza rischio

geologico.

Variazione n° 15: Passaggio da Parcheggi di relazione Sp a Zona E2.2 (Ambiti Boschivi

di Interesse Paesaggistico).

L’area interessata dal cambio di destinazione d’uso è posta al margine superiore della

scarpata prospiciente il rio Breli. Di fatto si tratta di un’area già boscata, posta in una

posizione morfologica che richiede estrema cautela per la sua utilizzazione in quanto inseribile

nella fascia di rispetto dal bordo di una scarpata soggetta a dissesti geostatici (in più punti

sono evidenti i segni di smottamenti).

L’area è inutilizzabile a fini edificatori.

Variazioni n° 38 e 39: Declassazione da Zona B1 (Nuclei storici di interesse

ambientale) a Verde Privato dei Nuclei Storici (V1) e da Viabilità di

previsione a V1 (Verde Privato dei Nuclei Storici) e V2 (Verde di

Protezione dei Centri Abitati).

Ci troviamo in prossimità del culmine della dorsale, in un’area pianeggiante, senza

rischi geologici.

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Frazione Feltrone - Variazioni n° 21, 22, 29, 40, 43

Inquadramento geologico e morfologico

L’abitato di Feltrone è situato sul versante sinistro della valle del fiume Tagliamento,

all’incirca fra le quote di 680 e 720 m s.l.m.

La zona è piuttosto articolata sia per effetto della diversa resistenza dei materiali

interessati dall’ablazione glaciale che in conseguenza dell’irregolare erosione sviluppatasi ad

opera delle acque sui materiali di substrato e prima ancora su quelli morenici rilasciati dal

ghiacciaio.

La roccia di base è costituita dai litotipi del termine medio della Formazione di Raibl e

cioè da gessi e dolomie grigie.

Il centro abitato è localizzato lungo la dorsale compresa fra il rio di Selva, ad est, ed il

rio Breli, ad ovest, entrambi affluenti del Filuvigna, tributario di sinistra del Tagliamento. Da

evidenziare tuttavia che questa dorsale è incisa dal solco di un torrentello secondario,

denominato in mappa rio Tualis ed affluente del rio Breli, che allarga la sua testata a

raccogliere vari compluvi.

La presenza di un substrato gessoso, molto discontinuo, plastico e solubile in acqua

corrente, favorisce i processi di instabilità, sia per quanto concerne i movimenti franosi che

per la formazione di cavità ipogee che possono portare a sprofondamenti del terreno.

Nell’area di Feltrone non si rilevano fenomeni di sinkole, mentre nella parte bassa

dell’abitato è localizzabile un movimento franoso.

In uno studio specifico il dott. Zanier [28] ha individuato e segnalato i fabbricati

lesionati, presumibilmente a causa del movimento che si sta verificando lungo il pendio

nell’ambito degli orizzonti superficiali.

Non è stata definita né la superficie interessata né la profondità del piano di

scivolamento, ma proprio in base alla distribuzione degli edifici lesionati è possibile

individuare, con larga approssimazione, quello che è ipotizzabile come contorno della frana di

Feltrone.

Variazione n° 21: Passaggio da Parcheggi di relazione Sp a V2 (Verde di Protezione dei

Centri Abitati).

È un’area posta al margine superiore dell’abitato, su un ripiano terrazzato, con estesa

distribuzione di materiali morenici. Non si rilevano controindicazioni al cambio di destinazione

d’uso.

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Variazioni n° 22 e 29: Passaggio da Parcheggi di relazione Sp a Verde Privato dei Nuclei

Storici (V1).

Si tratta di due aree poste nella parte alta dell’abitato, in leggero pendio (l’area della

Var 29, in parte è già stata livellata con materiali di riporto), senza rischio geologico.

Variazioni n° 40 e 43: si tratta di declassazioni, rispettivamente con Passaggio da Zona

Residenziale B2 a Verde di Protezione dei Centri Abitati (V2) e da zona

B1 (Nuclei Storici di Interesse Ambientale) a Zona per Attrezzature e

Servizi (Sv).

Considerato che l’area n° 43 è posizionata parzialmente all’interno dell’area franosa

(pur nell’incertezza della definizione del perimetro del fenomeno, per mancanza di indagini

puntuali) si ritieni di imporre un vincolo di inedificabilità.

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Frazione Viaso - Variazioni n° 50 e (23, 24, 25, 26)

Inquadramento geologico e morfologico

Nella zona di Viaso la superficie topografica si presenta leggermente ondulata con

dorsali ed avvallamenti a sviluppo ovest – est, subparallelo all'asse dell’antica valle percorsa

dal fiume Tagliamento.

La nuova articolazione morfologica, oltre che all’esarazione glaciale, è legata

soprattutto all’opera delle acque e ciò ha portato alla formazione della dorsale di Viaso, con

asse ovest – est, isolata dai corsi del fiume Tagliamento, al lato sud e da quello del rio

Chialderuz, a nord.

Si tratta di una situazione simile a quella della struttura parallela già definita come

dorsale di Dilignidis, con il rio Chialderuz che segue un percorso W-E, dapprima incassato nei

gessi, qui nelle dolomie cariate ed è la normale prosecuzione del terrazzo di Lungis.

Al centro dell’abitato è presente una leggera concavità, a sviluppo W-E, riconducibile al

letto temporaneo di una linea di corrente glaciale.

I litotipi di base sono costituiti da dolomie, con presenza di livelli marnosi e argillitici,

inquadrabili nel membro superiore della Formazione di Raibl.

A copertura di queste rocce si rileva una estesa distribuzione di rocce cementate, già

definite come Conglomerato del Tagliamento.

Al di sopra di questo litotipo si estendono localmente lembi morenici dell'ultima

glaciazione, frammisti a sedimenti colluviali, generalmente a riempimento delle concavità.

É stata segnalata (aree dove la neve si scioglie prima) ed anche rilevata la presenza di

locali fratture nei conglomerati, in corrispondenza delle quali si sono estesi, sotto l'azione

degli agenti atmosferici, fenomeni di cariatura e dissoluzione carsica, con la formazione di

doline, generalmente a sviluppo allungato.

Ciò a sud e ad est della frazione, mentre l’area edificata non è interessata da questi

fenomeni, che creano sicuramente situazioni di rischio di sprofondamento del terreno.

Variazione n° 50: Modifica da Zona a Verde Privato (V1) a Servizi per Parcheggi di

Relazione.

Si tratta di un’area pianeggiante posta all’estremo orientale della frazione, dove il

conglomerato è quasi affiorante, ricoperto solo da un modesto livello di alterazione eluviale.

Nell’area non si rilevano tracce di processi di sprofondamento, presenti invece qualche

decina di metri più a sud.

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Considerata la nuova destinazione d’uso e la situazione morfologica e geologica del

sito, si può affermare che il cambio di destinazione è ammissibile e che non esistono

situazioni di rischio che possano compromettere la stabilità dell’area.

Variazioni n° 23, 24, 25, 26: Modifica Zona da Parcheggi di Relazione (Sp) a Verde

Privato (V1)

Si tratta di aree situate al centro o al margine della frazione, in situazioni

geomorfologiche esenti da rischi.

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Frazione Nonta - Variazioni n° 46, 47, 48 e 49

Inquadramento geologico e morfologico

La morfologia della zona è legata, oltre che agli effetti delle glaciazioni quaternarie,

alle correnti idriche superficiali, interglaciali e postglaciali.

I potenti orizzonti di conglomerati fluviali definiti come Conglomerato del Tagliamento,

sono presenti anche nel sottosuolo di Nonta.

Le successive fasi glaciali hanno avuto come letto questi materiali e su di essi hanno

operato sia in esarazione che in sedimentazione, rimodellando il piatto alveo (anche con locali

terrazzamenti legati all’avanzata o alla regressione delle varie fasi glaciali) e lasciando

depositi morenici sul fondo o sul fianco della nuova valle.

Nella nostra area, in particolare, l’esarazione di base del ghiacciaio tilaventino ha

articolato la superficie dei conglomerati, creando locali vallecole e contropendenze entro cui,

al disgelo, si sono impostati locali laghetti.

Il successivo impaludamento ed interrimento ha riempito progressivamente questi

bacini, lasciandovi all’interno materiali prevalentemente fini, inglobanti anche una

significativa componente organica. Sono sedimenti di pessime caratteristiche meccaniche,

spesso saturi d’acqua nei livelli inferiori.

Le notevoli modifiche del reticolo idrografico, già precedentemente all’ultima

glaciazione, hanno portato alla nuova condizione, anche nella zona di Nonta: quella che era la

valle del Tagliamento è diventata la valle del Lumiei, con incisione di una profonda vallata ed

intaglio delle pareti dei conglomerati.

Nell’ambito dell’abitato di Nonta sono poco evidenti gli effetti dell’erosione torrentizia,

mentre risultano più palesi quelli del modellamento glaciale. Il paese è inserito sul fondo di

una vallecola scavata nei conglomerati dal ghiacciaio würmiano, che scendeva in direzione

est, ma con una contropendenza verso valle. Il fondo di questa valle è stato riempito da

materiali colluviali, ma ai lati è ancora ben affiorante il conglomerato.

L’erosione del Lumiei ha messo in evidenza il contatto anomalo fra le dolomie cariate

della Formazione di Raibl (Carnico Superiore) in sovrapposizione alle rocce dolomitiche della

Formazione del Monticello (Carnico Superiore – Norico Inferiore), presumibilmente in

corrispondenza di un ramo della Linea dell’Alto Tagliamento.

Ciò comporta che nell’ambito dell’abitato di Nonta il conglomerato poggi sulle dolomie

stratificate, qui in assetto a reggipoggio e solo la parte più occidentale e settentrionale abbia

a substrato le dolomie cariate.

L'area non è interessata da fenomeni di ruscellamento o da ristagni d'acqua.

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Variazioni n° 46 e 48: Si tratta di due declassazioni da Zona Residenziale B1 a Verde

Privato V2 (Verde di Protezione dei Centri Abitati).

Variazione n° 47: Modifica da Parcheggi di Relazione (Sp) a Verde Privato V2 (Verde di

Protezione dei Centri Abitati)

È un’area in leggero pendio con un limitato orizzonte morenico su conglomerato. Non

si rilevano problemi di ordine geologico.

Variazione n° 49: Riduzione dell’area destinata a Zona Servizi (Sp), con cambio di

destinazione a Zona Agricola Paesaggistica E4.

Si tratta di un’area posta nella parte occidentale dell’abitato, a valle della strada di

accesso da Mediis, sul fianco sinistro della valle del Lumiei.

L’area è stata livellata con apporto di materiali inerti (zona che rimarrà Sp), con una

scarpata in natural declivio verso valle, ricoperta da riporti di varia natura (ramaglie ed altri

materiali).

Nelle condizioni attuali la fascia che viene riqualificata non si presenta in condizioni di

equilibrio geostatico e perciò deve essere considerata come inutilizzabile a fini edificatori.

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Borgate Chiamesans – Variazione n° 30: Modifica da zona agricola E4 (Ambiti di

Interesse Agricolo Paesaggistico di Rilevanza Ambientale), a Zona

Residenziale delle Antiche Borgate.

È una parte del territorio comunale di Socchieve inserita nella vecchia valle del

Tagliamento.

Anche questa zona è conformata secondo una dorsale di direzione W-E, isolata fra i

bacini del rio Canfoz e quello del torrente Glereal, confluente nel rio Teria e terminante con la

scarpata sul torrente Lumiei.

L’area è ricoperta da un potente strato di Conglomerato del Tagliamento ed è

leggermente articolata, nel suo senso longitudinale, dall’azione del ghiacciaio Würmiano che,

ricoprendo tutta la zona, scorreva nell’antica valle del Tagliamento.

Ne sono derivati due pendii, uno molto inclinato verso sud dove l’azione erosiva del

Canfoz e dei suoi affluenti di sinistra ha sezionato i conglomerati, l’altro, più dolce e

gradonato, verso nord, dove improvvisamente precipita nell’incisione del Glereal e del Teria.

Nel caso dei due nuclei abitati posti più a sud ed oggetto di riqualificazione urbanistica

(30a e 30b), gli insediamenti ed i perimetri di riqualificazione sono sufficientemente distanti

dai bordi delle scarpate da non lasciar ipotizzare rischi di instabilità geostatica che li

coinvolgano.

Diversa è la situazione del nucleo posto più a nord (30c): i fabbricati esistenti sono

posti quasi al bordo della scarpata, che per una ventina di metri scende verso il rio Glereal

con un angolo di 35° – 40° per poi precipitare nel solco di erosione, quasi in verticale.

Evidenti, lungo la scarpata superiore, alcune nicchie di frana.

Sono state segnalate alcune doline presenti più ad est della borgata centrale (30b),

riconducibili presumibilmente alle fratturazioni del conglomerato derivanti dai processi

distensivi lungo i fianchi della dorsale. Rimangono comunque ben al di fuori del perimetro

abitato.

Al di là dei corsi d’acqua citati e scorrenti ben distanti dalla borgata, non si sono

rilevate altre situazioni di ruscellamento superficiale né di sorgenti né di ristagno di acque.

La situazione geomorfologica locale permette di affermare la compatibilità della

previsione di variante per i due nuclei meridionali, mentre per il perimetro più a nord

(30c), dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto dal bordo della scarpata,

prospiciente il rio Glereal, di almeno cinque metri. Anche per le strutture esistenti si

deve escludere la residenza per la parte ricadente in questa fascia e in caso di

demolizione, si potrà ricostruire solo al di là della fascia di rispetto.

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Borgate Campo – Variazione n° 31: Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

Ci troviamo lungo il versante meridionale della dorsale che dalla Forca di Priuso arriva

al M. Corona, sul pendio settentrionale della nuova valle del Tagliamento, ad una quota di

circa 480 m s.l.m.

Il nucleo abitato di Campo è posto nella parte alta di un piccolo terrazzo sopraelevato

di circa cinquanta metri rispetto all’alveo del Tagliamento, con le strutture edilizie che

poggiano direttamente sulla roccia di base. Il substrato è costituito dai litotipi inquadrati

come Dolomia di Forni, è mediamente in assetto 258°/18° (il primo valore è riferito alla

direzione degli strati, il secondo all’immersione), quindi leggermente a franapoggio del

versante, ma con un angolo che non lascia ipotizzare instabilità globale.

L’area di variante non è direttamente interessata da corsi d’acqua, ma ad ovest di

essa passa un torrentello, a regime saltuario, con un alveo profondamente inciso.

Il fabbricato della borgata situato più a nord e prospiciente questa scarpata è già

profondamente lesionato (strapiombante e con fratture delle pareti aperte, per l’intera altezza

e larghe quasi 20 cm). È quindi presumibile che un suo recupero debba passare attraverso

una demolizione (se non crolla prima) ed una ricostruzione.

Considerata la posizione del suo angolo sud – ovest a circa due metri dal ciglio del

pendio, si deve presupporre che le fondazioni interessino la parte alterata della roccia

(fittamente stratificata e molto fratturata), in una situazione di equilibrio incerto (sono

evidenti segni di frane superficiali lungo la scarpata).

Si dovranno perciò arretrare le nuove edificazioni ad almeno cinque metri dal ciglio

della scarpata (circa tre metri dalla posizione attuale), affinché si possa arrivare ad una

situazione di equilibrio stabile. Questo vale per tutta la fascia prospiciente la scarpata, anche

se più a valle la roccia si presenta meno alterata.

In sintesi: per la ricostruzione delle strutture edilizie prospicienti l’incisione

del rio posto ad ovest della borgata Campo, si dovrà mantenere una fascia di

rispetto di almeno cinque metri dal ciglio della scarpata.

È stata inserita come Borgate Campo anche Casa Chiarpignas, localizzata ad est del

nucleo principale, ad una quota di circa 550 m s.l.m. Si tratta di un grande fabbricato, quasi

completamente diroccato, poggiante direttamente sulla roccia di base (Dolomia di Forni).

Non si rilevano situazioni di rischio geomorfologico e la struttura potrà essere

recuperata anche a fini residenziali.

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Borgate Avaris – Variazione n° 32: Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

L’area su cui sono inseriti i fabbricati delle borgate Avaris è caratterizzata da una zona

terrazzata, ma molto articolata, sopraelevata mediamente di circa 50 m rispetto all’alveo

attuale del Tagliamento.

Si tratta presumibilmente del letto di scorrimento del ghiacciaio Würmiano che

percorreva la nuova valle del Tagliamento e, per un breve periodo, del letto dello stesso

fiume, prima dell’approfondimento nella posizione attuale.

Lungo il versante sud sono ancora presenti lembi di depositi morenici quasi integri,

mentre sul fondo delle vallecole che hanno articolato il terrazzo i sedimenti glaciali sono

molto rimaneggiati e, in alcuni punti presentano caratteristiche di sedimenti alluvionali.

Il substrato è completamente mascherato dalla copertura sciolta ed è rilevabile solo

lungo la scarpata a valle dell’abitato: si tratta di dolomie grigie, ben stratificate, in assetto

290°/15°, quindi in leggero reggipoggio.

Si possono distinguere tre nuclei abitati:

1. il principale è quello più occidentale, inserito sul fondo del terrazzo, articolato in una

valle di direzione W-E, che nella parte più orientale cambia orientamento secondo SW

– NE. Verso nord è separato dalla valle di scorrimento del Tagliamento da due

cocuzzoli sopraelevati di una decina di metri. Lo spessore della copertura morenica è

molto limitato ed i fabbricati poggiano quasi tutti sulla roccia di base. La pendenza del

fondo e dei fianchi della valle non lasciano presupporre situazioni di pericoli geostatici.

2. il nucleo centrale è situato lungo una breve dorsale, a fianco della strada che porta a

Casa Val ed alla presa dell’acquedotto di Socchieve. Si tratta di un fabbricato di

recente realizzazione e di un complesso di edifici abbandonati (di cui uno parzialmente

crollato). Tutti poggiano sul deposito morenico.

3. i fabbricati situati più ad est si inseriscono sul fianco nord - occidentale di una breve

dorsale ad asse SW-NE, il cui fianco più orientale precipita nel solco del rio Navas,

mentre verso NW la scarpata è molto meno acclive. I fabbricati poggiano sulla

morena.

Per quanto concerne i fabbricati esistenti e le aree che comprendono i nuclei abitati

delle borgate Avaris non si sono rilevate situazioni di rischio e le previsioni di progetto sono

compatibili con la situazione geomorfologica locale.

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Borgate Spaia – Variazione n° 33: Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

Anche le borgate Spaia sono posizionate in corrispondenza di un fondo glaciale (è la

prosecuzione della valle di Avaris, dalla quale è separata dai corsi dei rii Navas e Torzulis).

Estesa la presenza di depositi morenici, seppur di limitato spessore.

Il substrato è rilevabile solo lungo la scarpata a valle ed è costituito da dolomie

stratificate, con piani talvolta distanti anche 50 – 60 cm, che nella zona più orientale sono in

assetto 310°/20°. Poco a valle dello sbocco del rio Torzulis è ben visibile la presenza di una

fascia di fratturazione (non è rilevabile rigetto) secondo un piano subverticale di direzione

attorno agli 85° ed anche gli strati (a valle del nucleo più occidentale) sono sub verticali,

disposti secondo 55° - 44°/>70° (ad ovest e ad est della faglia).

È presumibilmente in corrispondenza della prosecuzione di questa linea di discontinuità

che si è verificato lo sprofondamento del terreno (sinkhole) rilevabile immediatamente a nord

della borgata più occidentale.

Si tratta di tre nuclei abitati:

1. il principale, quello posto più ad occidente e ad una quota più elevata, è localizzato sul

fondo della valle glaciale, nell’area in cui le morene presentano uno spessore maggiore.

La zona edificata non è interessata da corsi d’acqua o da compluvi in cui si verifichi

ruscellamento, nemmeno temporaneo. Le acque meteoriche s’infiltrano direttamente

nella copertura morenica per poi defluire al lato più orientale lungo un ampio compluvio

di direzione NE, verso il Tagliamento. Il substrato non è affiorante,ma, come già

accennato, immediatamente a valle degli edifici è rilevabile una dolina, la cui scarpata

meridionale si avvicina ai fabbricati (rimane comunque una fascia di 3 – 5 m non

edificata. È evidente che questo corridoio dovrà essere mantenuto e che dovrà essere

escluso qualsiasi ampliamento dei fabbricati al lato NW, nella fascia prospiciente

la dolina.

2. il nucleo è costituito da tre fabbricati, uno recentemente ristrutturato, il secondo,

adiacente, di cui rimane solo il perimetrale nord ed un terzo (il vecchio mulino), più ad

est, ormai rudere. Il fabbricato principale è posto in corrispondenza di una dorsale

isolata fra due compluvi nei quali si ha ruscellamento saltuario, mentre gli altri due

(ruderi) sono situati a margine delle direttrici di deflusso idrico. La roccia è sub

affiorante, a traversopoggio e non vi sono problemi di ordine geostatico. Considerata la

saltuarietà dei ruscellamenti lungo i compluvi è ammissibile anche la ricostruzione dei

due ruderi, previe opere di regimazione dei canali, con convogliamenti che isolino i

fabbricati da possibili erosioni laterali.

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3. Il terzo nucleo abitato è costituito da un fabbricato recentemente ristrutturato. Ci

troviamo in sponda destra del corso d’acqua (saltuario) che alimentava il vecchio

mulino, in posizione sopraelevata di 3 – 4 m rispetto alla base di scorrimento, in

posizione sicura nei confronti delle esondazioni. Da evidenziare che poco a valle del

fabbricato il rio precipita in una cascata alta oltre 10 metri e s’incassa profondamente

nella roccia. L’affioramento è caratterizzato da dolomie ben stratificate, anche in banchi

di 50 – 60 cm, in assetto a traversopoggio. Non vi sono segni di crolli recenti, ma il

grado di discontinuità della massa litica e l’altezza del fronte esposto impongono il

mantenimento di una fascia di rispetto dal bordo della scarpata. Il fabbricato è

localizzato ad una distanza di circa 10 m dal ciglio (già in sicurezza), ma non si

dovranno effettuare ampliamenti in questa direzione. In sintesi, per l’edificazione

dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto di almeno 5 metri dal ciglio

della scarpata a nord.

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Borgate Cavallaria – Variazione n° 34: Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo

Zootecnica dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche

Borgate.

La borgata Cavallaria è situata sul fianco sinistro della “nuova” valle del Tagliamento,

accessibile dalla strada statale n° 552 di Passo Rest, e posta alla una quota media di circa

705 m s.l.m.

Il complesso edificato poggia direttamente sulla roccia di substrato, caratterizzata da

dolomie stratificate (Dolomia di Forni), in assetto medio attorno a 40°-60°/30° - 50°, quindi

nettamente a reggipoggio.

L’area, in leggera dorsale di versante, non è interessata da risorgenze idriche né da

compluvi di ruscellamento.

L’inclinazione del versante, nell’area di circa 16° - 17° (30%) non lascia ipotizzare

problemi di instabilità geostatica e perciò le previsioni di progetto sono compatibili con la

situazione geomorfologica locale.

La seconda area perimetrata quale borgata Cavallaria comprende il fabbricato già

destinato a scuola, posto a fianco della S.S. 552. L’area edificata è localizzata su un terrazzo

di erosione glaciale, dove, comunque, sono praticamente assenti sedimenti di natura

morenica. Il fabbricato poggia direttamente sulla roccia di substrato (Dolomia di Forni) ed è

posto ad una distanza dalla scarpata a valle tale da non lasciar ipotizzare fenomeni di

instabilità.

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Borgate Aveona – Variazione n° 35: Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

Il complesso di case costituente la borgata Aveona è situato sul fianco sinistro della

“nuova” valle del Tagliamento, è accessibile dalla strada statale n° 552 di Passo Rest, e si

sviluppa alla una quota media di circa 575 m s.l.m.

Tutti i fabbricati poggiano direttamente sul substrato, costituito dai litotipi della

Dolomia di Forni, in assetto compreso fra 06°/30° e 38°/20°, quindi a reggipoggio sulla

sponda destra del rio, a reggipoggio - traversopoggio in corrispondenza dell’abitato.

In prossimità dell’accesso ai fabbricati, al lato est della borgata, il versante è tagliato

secondo la massima pendenza, in direzione N-S, da un torrentello, saltuario e senza nome.

Proprio all’altezza dell’abitato il corso d’acqua devia verso S-W, andando a passare

immediatamente a valle dei fabbricati più orientali dell’abitato. Da evidenziare che

immediatamente a valle della strada di accesso alla borgata il rio approfondisce il suo alveo,

incassandosi notevolmente nella roccia di base e lasciando, verso l’abitato una parete esposta

per 5 - 8 di metri, in progressivo aumento verso valle.

Se il nucleo principale della borgata si pone in situazione sicuramente stabile, non

altrettanto si può dire per i due fabbricati più orientali (ormai ridotti a ruderi),

particolarmente per quello situato più a valle, posto proprio sul bordo del fronte roccioso

esposto.

Si ritiene quindi che dei due fabbricati più orientali della borgata, quello posto più a

valle non sia recuperabile ed anche una parte di quello più a monte, a fianco della stradina

d’ingresso, non sia riutilizzabile a fini residenziali. In sintesi, le strutture edilizie esistenti,

per poter essere recuperate a fini residenziali, dovranno essere poste ad almeno 5

metri dal ciglio superiore della scarpata prospiciente il rio.

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Borgate Caprizzi – Variazione n° 36 Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

Si tratta di due nuclei abitati posti in prossimità del fondovalle del Tagliamento,

comprese fra gli affluenti di sinistra, rio Donna e rio Festiniais.

Ci troviamo poco a monte dello sbarramento del Tagliamento provocato dal deposito

della Frana di Borta, quindi all’interno di quello che era il bacino lacustre venutosi a formare

in conseguenza.

La successiva incisione del corpo di frana ad opera del Tagliamento è avvenuta in varie

fasi e ciò ha determinato che nella parte a monte si venissero a formare dei piani terrazzati i

cui livelli sono stati condizionati dalle quote di sfogo della corrente. Il tutto è avvenuto in

tempi relativamente brevi e con un’elevata capacità erosiva della corrente idrica, che ha

asportato quasi completamente i depositi lacustri, seppellendo qualche lembo con nuove

alluvioni grossolane. Nell’area rilevata non si è evidenziata la presenza di sedimenti lacustri.

Attualmente tutti i corsi d’acqua sono ben incanalati e, per le aree di variante, non

comportano problemi di esondazione o allagamento.

La roccia (Dolomia di Forni, già Calcari di Caprizzi) è sub affiorante e quasi tutti i

fabbricati poggiano direttamente sul substrato. L’assetto è sub orizzontale (10°), con

direzioni variabili fra 70° e 55° (da ovest a est).

La situazione geomorfologica locale permette di affermare la compatibilità della

previsione di variante.

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Borgate Lunas – Variazione n° 37 Modifica da zona agricola E3-3 (Silvo Zootecnica

dei Prati di Mezzomonte), a Zona Residenziale delle Antiche Borgate.

La borgata Lunas è situata sul fianco sinistro della “nuova” valle del Tagliamento, è

accessibile dalla strada statale n° 552 di Passo Rest all’altezza delle borgate Caprizzi ed è

posta alla una quota media di circa 640 m s.l.m.

Occupa la porzione più elevata di un ripiano terrazzato dalla modellazione glaciale,

con quasi tutti i fabbricati poggianti direttamente sul substrato roccioso.

Il substrato è caratterizzato dai litotipi inquadrati come Dolomia di Forni, in assetto

45°/15°, quindi a reggipoggio, condizione che non lascia presupporre l’innescarsi di processi

di instabilità geostatica.

L’area non è interessata da corsi d’acqua o risorgenze idriche.

Non si sono evidenziate situazioni che possano sconsigliare l’edificazione e quindi le

previsioni di progetto sono compatibili con la situazione geomorfologica locale.

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CONCLUSIONI

Si deve precisare che i simboli segnati sulla cartografia tecnica (CTRN) ed i limiti di

proprietà individuati sulla piattaforma GIS non sempre coincidono con i bordi delle scarpate e

che i limiti delle fasce di rispetto riportati sulla cartografia GIS sono stati definiti con rilievi

sul terreno in riferimento ai fabbricati o altre strutture esistenti.

Da quanto emerso nei capitoli precedenti risulta in sintesi che:

- le aree oggetto di variante urbanistica poste all’interno o nell’intorno delle frazioni Mediis,

Nonta, Lungis, Viaso, Dilignidis e Feltrone e delle borgate Avaris e Spaia, sono inserite su

terrazzi di modellamento glaciale, dove sono ancora presenti depositi morenici;

- gli abitati di Priuso e del capoluogo sono impostati su sedimenti alluvionali;

- gli edifici costituenti le borgate della “nuova” valle del Tagliamento poggiano direttamente

sulla roccia di base (Dolomia di Forni);

- nella “vecchia” valle del Tagliamento (Mediis, Nonta, Lungis, Viaso e borgata Chiamesan),

all’incirca fra le quote 450 e 600 m s.l.m. sono estesamente distribuiti depositi alluvionali

cementati (Conglomerato del Tagliamento);

- le aree di variante individuate con i numeri 3 (Socchieve capoluogo) e 27 (Priuso),

sono inserite all’interno della “perimetrazione e classificazione della pericolosità idraulica

nel bacino del fiume Tagliamento” (P.A.I. proposta dicembre 2009) come “Aree a media

Pericolosità” P2;

- per l’area n° 3 si richiamano le disposizioni dell’allegato 1 alla Delibera 4/2007, ribadendo

che:

a.- le attrezzature e strutture, mobili o provvisorie, non dovranno prevedere il

pernottamento di persone e quindi non dovranno comportare un aumento del carico

urbanistico;

b.- le attrezzature e strutture, mobili o provvisorie, dovranno essere poste su fondazioni

“al piano di campagna”, per non interferire con eventuali deflussi idrici;

- l’area n° 27 è inedificabile, ma è possibile il commassamento delle cubature in altre aree

agricole;

- per l’utilizzo edificatorio dell’area n° 5 (Mediis) si dovrà provvedere alla regimazione delle

acque o a sopraelevare i piani di calpestio almeno fino al livello stradale;

- anche per l’area n° 6 (Priuso), la quota dell’inferiore piano di calpestio dei fabbricati deve

essere sopraelevata, rispetto all’attuale piano di campagna, almeno fino al livello della

strada (S.S. 552);

- l’area n° 15 (Dilignidis) è inedificabile (posta all’interno della fascia di rispetto dal bordo

di una scarpata instabile);

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- per l’area di variante individuata con il n° 41 (Socchieve capoluogo) non vi sono

ostacoli di natura geomorfologica, ma per l’utilizzo edificatorio dovranno essere

attentamente valutate le condizioni d’appoggio delle strutture, in relazione al fatto che è

possibile la presenza di orizzonti con pessime caratteristiche geotecniche;

- l’area n° 43 (Feltrone) è inedificabile in quanto posizionata parzialmente all’interno di

un’area franosa (pur nell’incertezza della definizione del perimetro del fenomeno, per

mancanza di indagini puntuali);

- l’area n° 49 (Nonta) è inedificabile (scarpata instabile);

- per il perimetro più a nord delle borgate Chiamesans (area n° 30), dovrà essere

mantenuta una fascia di rispetto dal bordo della scarpata, prospiciente il rio Glereal, di

almeno cinque metri. Anche per le strutture esistenti si deve escludere la residenza per la

parte ricadente in questa fascia e in caso di demolizione, si potrà ricostruire solo al di là

della fascia di rispetto;

- per la ricostruzione delle strutture edilizie prospicienti l’incisione del rio posto ad ovest

della borgata Campo (area n° 31), si dovrà mantenere una fascia di rispetto di almeno

cinque metri dal ciglio della scarpata;

- con riferimento all’area n° 35 (Aveona), le strutture edilizie esistenti, per poter essere

recuperate a fini residenziali, dovranno essere poste ad almeno 5 metri dal ciglio superiore

della scarpata prospiciente il rio;

- la borgata Spaia è costituita da tre nuclei abitati: per il complesso più occidentale dovrà

essere escluso qualsiasi ampliamento dei fabbricati al lato NW (fascia di rispetto da bordo

di dolina), mentre per il fabbricato più ad est, per l’edificazione dovrà essere mantenuta

una fascia di rispetto di cinque metri dal ciglio della scarpata a nord.

Tenendo conto delle indicazioni e prescrizioni precedentemente elencate, si

può concludere affermando che le condizioni generali delle aree oggetto di

variante, dal punto di vista geomorfologico, sono compatibili con le previsioni

urbanistiche di progetto.