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Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità
Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
Rassegna Stampa
MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
Anno IV
Roma, 7 Agosto 2015
Pagina 2
Anno IV
7 Agosto 2015
A cura di:
Fernando Fracassi
(Resp. Comunicazione
Contact-Center)
In collaborazione con:
Francesca Cerquozzi
Monica D’Arcangelis
Alessandro Tudino
Se vuoi segnalarci delle
iniziative scrivi a:
UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
Design: Fernando Fracassi
Rassegna Stampa MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
GOVERNO – ILLUSTRATO IL PIANO
NAZIONALE CONTRO IL RAZZISMO.
LE LINEE DEL PIANO NELL’AMBITO
LAVORO E OCCUPAZIONE
L ’obiettivo principale del piano consi-
ste nell’individuazione delle aree
prioritarie su cui focalizzare l’attenzione
per promuovere, nel prossimo triennio,
azioni specifiche per prevenire e/o rimuo-
vere le discriminazioni. Avvalendosi in
primo luogo dell’UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali), offrendo un
supporto alle politiche nazionali e locali in
materia di prevenzione e contrasto al raz-
zismo, alla xenofobia e all’intolleranza, nel
rispetto degli obblighi assunti a livello in-
ternazionale ed europeo, secondo i princi-
pali obiettivi dell’Asse “Lavoro e occupa-
zione”: Le linee principali del piano sono:
raccogliere dati per il monitoraggio delle
discriminazioni in ambito lavorativo; in-
centivare l’adozione di politiche di diver-
sity management e di contrasto alle di-
scriminazioni da parte delle aziende pub-
bliche e private; promuovere l’eliminazio-
ne delle barriere nell’accesso all’occupa-
zione per le persone a rischio di discrimi-
nazioni, favorendo l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro; promuovere la cono-
scenza dei meccanismi di conciliazione e
migliorare l’accesso alla giustizia per le
vittime di discriminazioni; effettuare inda-
gini statistiche sull’accesso al lavoro e
sulle condizioni di lavoro delle persone a
rischio di discriminazione; promuovere i
principi dell’uguaglianza sul lavoro; favori-
re la formazione professionale delle per-
sone a rischio di discriminazione per favo-
rire il loro inserimento o reinserimento
lavorativo; favorire la costituzione di a-
ziende start-up, incluse le società coope-
rative, da parte di persone a rischio di
discriminazione; promuovere il ruolo atti-
vo dei Centri per l’impiego nella lotta alle
discriminazioni; promuovere l’utilizzazione
dei fondi paritetici interprofessionali; mo-
nitorare gli effetti del Jobs Act in materia
di discriminazione; favorire il ruolo del
Comitato Unico di Garanzia per le pari
opportunità, la valorizzazione del benes-
sere di chi lavora e contro le discrimina-
zioni.
(fonte http://www.obiettivonews.it)
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RAZZISMO SOTTO L’OMBRELLONE
UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
U na normale domenica pomeriggio, una spiaggia.
E come spesso accade venditori ambulanti che
cercano di convincere i bagnanti a comprare qualcosa.
Solo che a un certo punto la normale domenica pome-
riggio diventa qualcosa d’altro. Un ragazzo di 17 anni
proveniente dalla Nuova Guinea, venditore ambulante,
si è ‘permesso’ di chiedere indietro un paio di occhiali
che gli erano stati rubati. A quel punto è stato picchia-
to e quasi affogato.
Un qualcosa d’altro che avrebbe dovuto scuotere le
coscienze e che invece viene vissuto come se nulla
fosse successo. Quattro chiacchiere sotto l’ombrello-
ne, bambini che forse costruiscono castelli di sabbia,
magari c’è qualcuno che gioca o che passeggia. Forse
qualcuno butta anche un occhio a quanto sta succe-
dendo, ma poi decide che la cosa non lo riguarda.
Almeno fino all’arrivo del 113. Polizia chiamata da
chissà chi (la telefonata era anonima). Forse qualcuno
che era in spiaggia e che ha trovato il coraggio soltan-
to per allertare le forze dell’ordine. E come non capire
la sua ritrosia a fare altro, quando il clima della spiag-
gia era evidentemente ostile al ragazzo straniero? È
solo all’arrivo della volante che la spiaggia si risveglia
all’improvviso dal suo torpore, con i bagnanti che cir-
condano le auto della polizia per far fuggire i due ag-
gressori e inveiscono con frasi razziste contro i poli-
ziotti e il ragazzo.
Perché l’unica vera colpa del ragazzo, che era la vitti-
ma evidente della situazione, era quella di essere
straniero. Ma essere straniero, oggi, equivale sempre
più a essere delinquente. Gli stranieri sono quelli che
rubano il lavoro (pazienza se poi le condizioni di lavo-
ro sono praticamente equivalenti alla schiavitù), che
violentano le donne italiane (e che dire dell’italianissi-
mo ragazzo dalla faccia d’angelo che ha brutalmente
stuprato una tassista a Roma?), che rubano e uccido-
no. Perché gli italiani sono brava gente, questo non lo
si mette in dubbio. E pazienza se a Torre Chianca i
delinquenti erano i due ragazzi italiani (entrambi noti
alle forze dell’ordine e uno sorvegliato speciale con
obbligo di dimora, che non aveva remore a scontare
sulla spiaggia in compagnia degli amici). E pazienza,
ancora, se gli italiani sono i più razzisti d’Europa
(secondo la ricerca ‘Faith in European Project Revivin-
g’ realizzata dall’istituto americano Pew). La colpa?
Ovviamente tutta degli stranieri.
(fonte http://www.italyjournal.it)
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Etnico/razziale
l legittima l'ordinanza anticampeggio. Discrimina una
famiglia Rom secondo i giudici di Appello che hanno
condannato il Comune.
Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Ancona accoglien-
do parzialmente il ricorso presentato da Flora Hilda
Maria Gonzales che, con la sua famiglia, occupava due
roulotte nel parcheggio accanto alla scuola elementare
di via Ugo Bassi. Ribaltata la sentenza di primo grado
del Tribunale di Macerata, in base alla quale il Comune
lo scorso settembre aveva fatto sgomberare la fami-
glia rom.
La Corte di Appello ha ravvisato "un comportamento
indirettamente discriminatorio nella delibera" che vale
per tuttii cittadini ma "pregiudica gli interessi di un
particolare gruppo etnico".
(fonte http://www.corriereadriatico.it)
CIVITANOVA, IL COMUNE ALLONTANA I ROM
UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
GIORNALISTA NON COMUNITARIA PER LA
PRIMA VOLTA DIRETTORE DI UNA TESTATA I-
TALIANA
Traguardo decisivo per i giornalisti di origine straniera. Domenica Canchano alla
guida di CartadiRoma.org, a stabilirlo il Tribunale di Roma
U na giornalista di cittadinanza
non-comunitaria per la prima
volta alla guida di un periodico italiano:
a stabilirlo è il Tribunale di Roma, che,
accogliendo la domanda di registrazio-
ne come periodico online del sito Carta
di Roma, accetta la nomina della collega di origini pe-
ruviane Domenica Canchano a direttore responsabile.
In questo lungo percorso per arrivare finalmente alla
registrazione di una testata giornalistica da parte di
un giornalista non comunitario, ho avuto la fortuna di
conoscere Anwar, Titina, Erika e tanti altrie tanti altri
colleghi giornalisti con passaporto straniero che lavo-
ravano per testate italiane. E sono sicura che come
loro, sono molti altri ancora quelli che in questi anni
hanno dovuto chiudere in un cassetto le loro ambizioni
per quel comma all’interno dell’articolo 3 della Legge
sulla Stampa (47/1948.), nel quale si
richiede che il direttore responsabile di
una testata debba essere solo un citta-
dino italiano», commenta Canchano,
tra i fondatori di Ansi, il gruppo di spe-
cializzazione dell’FNSI creato da gior-
nalisti di origine straniera che lavorano per testate
italiane. «Quattro anni dopo il primo tentativo – pro-
segue – la buona notizia arriva dal Tribunale di Roma
che ha accolto la domanda di registrazione del sito
dell’Associazione Carta di Roma. La nostra azione –
condivisa con il gruppo Ansi, e l’associazione Carta di
Roma – ha avuto un passaggio cruciale a fine giugno,
quando abbiamo depositato la registrazione del sito:
una scelta dettata dal fatto che, nonostante il parere
del ministero della Giustizia, i tribunali hanno conti-
nuato ad applicare la legge 47/1948».
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Etnico/razziale
Una legge, la 47/1948, dove si evidenzia “una discri-
minazione indiretta nei confronti degli stranieri extra-
comunitari là dove richiede il requisito della cittadi-
nanza italiana per il direttore responsabile di ogni
giornale o altro periodico”, secondo il parere espresso
nel 2011 dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscrimina-
zioni Razziali) su richiesta di Ansi e primo importante
passo in questa battaglia. Nel 2014 interviene, su sol-
lecito dell’Ordine dei Giornalisti, il ministero della Giu-
stizia, con un parere nel quale afferma che “anche un
cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante
sul territorio italiano può legittimamente diventare
direttore responsabile di un giornale o altro periodico”.
Nonostante questo, pochi mesi dopo il Tribunale di
Torino nega all’associazione di giornalisti di origine
straniera la possibilità di registrare una testata con
Domenica Canchano direttore responsabile.
«Oggi il giorno tanto atteso, uno spartiacque fra il
“prima” e il “dopo”. Ora i nostri colleghi non comunita-
ri che intendono registrare una testata avranno più
facilità a superare la discriminazione della legge sulla
Stampa proprio grazie alla vittoria firmata da noi dell’-
Ansi e da Carta di Roma, evitando sempre più di ricor-
rere alla sola disponibilità dei colleghi italiani (a volte
dietro compenso) e affermando semplicemente il dirit-
to alla responsabilità dell’informazione anche da parte
dei giornalisti di passaporto straniero», conclude Can-
chano. «La notizia è importante anche perché, nel
caso di specie, rileva il fondamentale diritto alla libertà
di espressione in capo ad ogni individuo. Diritto che il
Patto internazionale sui diritti civili e politici”di New
York del 1966 (art. 19) enuncia come comprendente
“la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazio-
ni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere,
oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma
artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scel-
ta» afferma l’avvocato Francesco Di Pietro diAsgi
(Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione).
L’esempio e la determinazione della collega e neo-
direttrice Domenica Canchano, arriva in un momento
importante per tanti figli e figlie di immigrati poiché
proprio questa settimana la Commissione Affari costi-
tuzionali della Camera ha approvato il testo di riforma
della legge sulla cittadinanza, che arriverà in aula in
autunno. Intanto, da oggi per questi giovani si abbat-
te una barriera anacronistica e ingiusta che prevedeva
la possibilità di iscriversi all’albo professionale alle
stesse condizioni dei cittadini con passaporto italiano,
ma non di aspirare alla direzione di una testata. Da
oggi la libertà di stampa diventa un diritto e non solo
un principio anche per gli immigrati e i loro figli.
(fonte http://www.articolo21.org)
UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
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UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
GIOVANE BULGARO SFRUTTATO NEI CAMPI,
SCAPPA SENZA DOCUMENTI: DENUNCIATO IL
"CAPO"
I nuovi schiavi sono nei campi del Foggiano. Gio-
vani braccianti agricoli sfruttati e tenuti in
“ostaggio” dai capi che sottraggono loro i documenti.
E’ nel basso Tavoliere la nuova frontiera della schiavi-
tù, come appurato dagli agenti della squadra mobile di
Foggia che, con l’accusa di violenza privata, ha denun-
ciato un cittadino bulgalo di 57 anni,.
Tutto è partito da una denuncia depositata lo scorso
19 luglio, da una donna bulgara presso gli uffici della
squadra mobile di Pescara. La donna riferiva quanto
appreso telefonicamente dal nipote di 20 anni, il quale
spiegava alla zia di non poter lasciare il lavoro nei
campi perché gli erano stati sottratti i documenti, trat-
tenuti da uno zingaro bulgaro con il quale lavorava, in
agro di Cerignola. La segnalazione è quindi passata
agli investigatori della seconda sezione “Criminalità
Diffusa, Straniera e Prostituzione” della squadra mobi-
le foggiana che hanno battuto le campagne foggiane,
al fine di rintracciare il cittadino bulgaro, nipote della
denunciante.
Le prime attività di ricerca si sono indirizzate verso
alcuni casolari di campagna abbandonati ed estese
sulla Provinciale in località Tavernola, presso il bar
tabaccheria della borgata, generalmente frequentato
da cittadini stranieri che lavorano come stagionali nei
campi della zona, ma senza sortire gli effetti sperati.
Così si è proceduto monitorando le utenze in uso allo
zingaro bulgaro, al fine di rilevare real time la sua lo-
calizzazione. Il servizio di tracciamento dell’utenza
telefonica ha consentito agli investigatori di circoscri-
vere l’area di ricerca tra “Contrada Schinosa” in agro
di Cerignola e le “Località Tramezzo” e “Località Orto
Gesuitico” in agro di Orta Nova.
Dai sopralluoghi eseguiti sul posto, gli agenti hanno
individuato una vasta area avente un raggio di circa
20 km, all’interno della quale vi erano le più consi-
stenti comunità bulgare stabilizzatesi in questa pro-
vincia per il lavoro stagionale nei campi, iunite in ba-
raccopoli o dimoranti in casolari di campagna abban-
donati. Nella mattinata del 5 agosto, dopo soli due
giorni di tracciamento e localizzazione, il personale
dipendente è riuscito a fissare – tramite un
escamotage - un appuntamento con l’uomo che sfrut-
tava alle proprie dipendenze il ragazzo bulgaro di cui
si erano perse le tracce, presso un bar in località Bor-
go Tressanti.
Giunti sul posto, gli agenti hanno identificato lo stesso
per Gosho Hristov Slavov, zingaro bulgaro, classe 19-
58, domiciliato in un casolare abbandonato insistente
nella borgata di Tressanti. L’uomo ha riferito agli a-
genti di conoscere il connazionale, in quanto aveva
lavorato per lui come bracciante agricolo fino a quat-
tro giorni prima, e che da alcuni giorni non aveva noti-
zia di dove fosse. Lo stesso, però, era ancora in pos-
sesso dei documenti del 20enne e di un altro conna-
I suoi familiari non ne avevano più notizie da settimane, da quando aveva spiegato
loro di poter lasciare il Foggiano perchè privato dei documenti personali. L'opera-
zione degli agenti della squadra mobile di Foggia
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UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 7 Agosto 2015
zionale (ritirati come sudditanza per il rapporto lavo-
rativo). I due giovani - come appurato dalla polizia -
stanchi di subire le angherie dello Slavov, si erano
allontanati senza richiedere i documenti. Sono stati
rintracciati poco dopo e sono in buone condizioni di
salute.
(fonte http://www.foggiatoday.it)
GIOVANE BULGARO SFRUTTATO NEI CAMPI,
SCAPPA SENZA DOCUMENTI: DENUNCIATO IL
"CAPO"
L a gente è infuriata e sente dentro di sé paure e
sospetti. «Qua nessuno è razzista» precisa subito
Laura Poccioni, aprendo la discussione. «Il problema è
che questa decisione è stata presa dall’alto senza dare
alcuna informazione ai cittadini. Noi abbiamo saputo
di questi arrivi solo a cose fatte». Quale decisione?
Parliamo di ventitré profughi, tra pakistani e bengale-
si, che sono stati appena trasferiti in tre appartamenti
privati a Ghirlanda, una borgata di cinquanta anime
che giace a valle del colle su cui si erge Massa Maritti-
ma.
«A noi interessa che le cose siano fatte in modo chiaro
e certificato» continua, riassumendo la posizione delle
decine di presenti nella sala. E aspetti da chiarire non
mancano. Ad esempio «quegli appartamenti non han-
no un sistema di riscaldamento e per compensare
hanno installato delle bombole di gas fuori dalle case.
Così oggi noi viviamo con cento litri di gas dietro l’an-
golo» raccontano gli abitanti, che a più riprese chia-
mano in causa il prefetto, Anna Maria Manzone, dato
che è lei a capo del sistema d’accoglienza in Marem-
ma. «Poteva coinvolgerci per tempo e noi ci saremmo
dati da fare per prenderci cura di questi ragazzi – dice
una residente alzandosi in piedi – Invece ora, per co-
me sono andate le cose, abbiamo paura».
Paura è la parola più usata dalla gente che ieri ha or-
ganizzato un incontro a cui invitare il sindaco Marcello
Giuntini proprio per discutere dei profughi. Paura per-
ché Ghirlanda sono due file di case ai bordi di una
strada in cui la vita è scandita da una tranquillità d’al-
tri tempi. Paura perché all’improvviso sono arrivati
ventitré stranieri e non è chiaro come saranno gestiti.
«In quelle case abitano oggi venti persone, da domani
saranno più profughi che ghirlandini» dice una ragaz-
za. Quegli appartamenti infatti sono stati costruiti di
recente e solo alcuni sono abitati. In tre di questi, da
oggi, troveranno ospitalità gli esuli che nell’ultimo an-
no sono stati accolti nel centro della Castellaccia, a
Gavorrano. E la gestione di tutto il servizio fa sempre
capo all’associazione Partecipazione e Sviluppo di Ba-
gni di Lucca. «Mi chiedo se sia regolare accogliere dei
profughi in abitazioni d’uso civile» dice Fiorenzo Borelli
di Massa Comune, presente all’incontro.
«L’associazione ci ha detto che li terranno sotto con-
trollo e che sono persone educate, ma non abbiamo
garanzie» si sente dire tra un intervento e l’altro. Ma
A Massa Marittima, borgata Ghirlanda, sono stati trasferiti ventitré rifugiati I resi-
denti incolpano il Prefetto: «Ce l’ha tenuto nascosto fino alla fine»
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non solo: «qui ci si riempie la bocca con la solidarietà,
ma poi non c’è nulla di simile – riprende Laura – Han-
no portato in questi appartamenti materassi che sem-
brano presi dalla discarica e poi ci sono quelle bombo-
le del gas».
Qui interviene Giuntini, che in prima battuta spiega
che i Comuni ormai sono fuori dalle decisioni sull’acco-
glienza, di non aver saputo nulla dalla Prefettura fino
a decisione presa. «Mi impegno a chiedere verifiche
perché tutto sia a norma senza rischi per la popolazio-
ne» dice il sindaco. Che annuncia che ben presto arri-
veranno anche altri esuli e che questa volta toccherà a
Massa Marittima ospitarli. Più o meno, sedici persone.
La borgata però riporta subito l’attenzione sulle pro-
prie paure. «Qua non c’è illuminazione, non c’è sorve-
glianza» dice un anziano. «Vedremo se ci sarà modo
di organizzare un sistema di emergenza anche per
questo» dice il sindaco. Perché di questo si tratta: di
un’emergenza.
(fonte http://iltirreno.gelocal.it/)
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Approfondimenti/Eventi
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Approfondimenti/Eventi
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Approfondimenti/Eventi
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