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Una Donna e i suoi due figli - di Sergio Fucchi

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Articolo di Sergio Fucchi apparso nel n. 14 della collana Civitanova Immagini e Storia edita dal Centro Studi Civitanovesi (C)2010.

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Page 1: Una Donna e i suoi due figli - di Sergio Fucchi

Una Donna e i suoi due figli

di Sergio Fucchi

Donna emblematica e controversa, a Sibilla Aleramo, proiettata sempre in avanti ed in questo vera-mente antesignana, sono stati attribuiti i ruoli più disparati, ma solo molti anni dopo la sua vita è

stata letta come quella una semplice donna che ha fatto scelte forti e drammatiche, apparentemente contraddittorie e decisamente contro corrente per la morale del tempo in cui visse, pagandole sem-pre e tutte in prima persona. Ancora oggi a Civitanova Marche qualcuno ricorda Rina Faccio alla stregua di una donna di malaffare, in ragione dell�oblio a cui è stata condannata dal giudizio ineso-rabile della famiglia del marito che, in questo modo, cercò una rivalsa per essere stato ferito nell�onore. E non perché tenesse in qualche modo alla moglie, piuttosto perché, per un uomo del tempo l�essere stato abbandonato da una moglie, da sempre a lui sottomessa dalla legge e dalla mo-rale, costituiva un affronto difficilmente sanabile. La memoria popolare della nostra cittaduzza, sempre ossequiante nei confronti delle famiglie più in vista, non ha avuto alcuna difficoltà ad ade-guarsi per oltre un secolo, �perché la consegna era � come ebbe a dirmi il vecchio Nini Pierangeli

nel 1976 � di considerare come morta la sciagurata prima moglie del «povero zio Ulderico»� 1.

La sua spasmodica ricerca di nuovi rapporti umani e sentimentali si manifestava in un�ansia che, per un motivo o per un altro, non fu mai paga. In quella ridda di uomini che ebbe, lei cercò l�uomo che

l�avrebbe completata, completandosi a sua volta. Solo Carlo Sforza2, una dei pochi uomini che le rese giustizia, le dirà: �È rimasta sola perché nessuno s�è sentito mai la forza di arrivare sino in

fondo alla sua anima e di sostenerla intera, quella sua anima così ricca e così veggente� 3.

Il brutale e drammatico passaggio dalla giovinezza alla maturità, avvenuto con la violenza subita

all�età di sedici anni, determinò l�inizio del suo percorso di donna e di madre. Perse il figlio conce-pito in seguito allo stupro subìto, ma nel 1895, dopo due anni dal matrimonio, nacque Walter.

�Io stringevo fra le braccia la mia creatura, viva, viva, viva! Era il mio sangue in essa, e il mio spi-

rito: ella era tutta me stessa, di già, e pur mi esigeva tutta, ancora e per sempre: le donavo una se-

conda volta la vita colla promessa, coll�offerta della mia, in quel lungo bacio lieve, come suggello

ideale� 4.

Forte di un carattere ereditato dal padre, uomo autorevole, sprezzante ed insofferente nei confronti della popolazione di Portocivitanova5, Rina si rese subito conto che la sua vita accanto ad un uomo impostole dalla morale e dalla legge, piuttosto che da un naturale sentimento, l�avrebbe condannata

ad un destino eguale, in tutto e per tutto, a quello di tante donne che avevano accettato la condizione di madre e moglie, sempre sottomesse ai voleri e ai capricci del marito6.

Quando Rina si vide Sibilla e come Sibilla Aleramo cominciò la sua nuova vita, non sapeva ancora

quale fosse, in realtà, il prezzo che avrebbe dovuto pagare. Lo sapeva razionalmente, conosceva la legge del tempo, ma nonostante questa le fosse avversa, fece ogni sforzo perché le venisse affidato

il figlio che non avrebbe voluto mai sacrificare sull�altare della sua conquistata libertà.

1 Ricciotti Fucchi in Civitanova. Immagini e Storie n. 1, pag. 76. 2 Il Conte Carlo Sforza può essere definito a ragione il fautore della politica europeista ed internazionale italiana del primo dopoguer-ra. Ministro degli Esteri tra il 1947 ed il 1952 per i governi De Gasperi, fu protagonista di importanti ratifiche di accordi e trattati in-ternazionali, nonché di svolte epocali per la nostra, allora appena nata, Repubblica. Mazziniano e Repubblicano di formazione, non-ché successivamente deciso antifascista, Sforza risultò presto essere l'anima della politica atlantica, occidentale ed europeista di De

Gasperi. 3 Diario di una donna, pag. 58. 4 Una donna, pag. 47. 5 Cfr. Pierluigi Cavalieri in Civitanova. Immagini e Storie n. 1, pag. 45. 6 Cfr. La donna e il femminismo, pagg. 72-74.

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�Perché nella maternità adoriamo il sacrificio? Donde è scesa a noi questa inumana idea

dell�immolazione materna? Di madre in figlia, da secoli, si tramanda il servaggio. È una mostruosa

catena. Tutte abbiamo, a un certo punto, della vita, la coscienza di quel che fece pel nostro bene chi

ci generò; e con la coscienza il rimorso di non aver compensato adeguatamente l�olocausto della

persona diletta. Allora riversiamo sui nostri figli quanto non demmo alle madri, rinnegando noi

stesse e offrendo un nuovo esempio di mortificazione e annientamento� 7.

Fu una ferita che rimase sempre aperta in lei e che la condizionò, più o meno consapevolmente, fi-no alla fine della sua vita.

Ho avuto il piacere di incontrare nella sua casa milanese Alba Morino, figura storica della Casa Edi-trice Feltrinelli, che per molti anni si è occupata dell'Aleramo. Con lei ho affabilmente conversato del tormentato rapporto di Sibilla con il figlio Walter e con il suo giovane amante fermano, Franco Matacotta.

Alba Morino comincia con una considerazione sull�amore materno.

A. M. � Cos�è l�amore materno? Intanto cos�è l�amore. Lo dice l'Aleramo stessa, essere necessari a qualcuno e, naturalmente, l'altro dev�essere necessario a noi, una reciprocità che spesso non si rea-lizza. Inoltre, secondo me, l'amore, nelle sue costanti, è uno solo: sono le variabili a fare la differen-za fra l'amore per il padre, quello per la madre, per la figlia, il figlio, ecc. Ma gli edipi sono in ag-guato! In poche famiglie si coniuga contemporaneamente fra i vari componenti l'affetto con l'auto-nomia. Inoltre ci sono varie ipocrisie da smantellare, come, per esempio, la sacralità della maternità.

Ci sono madri feroci che praticano l'abbandono e madri castranti che praticano il possesso. Oggi, inoltre, per una serie di concause8, le dinamiche familiari si sono ulteriormente complicate: i genito-ri spesso rinunciano al loro ruolo per diventare erroneamente e più comodamente amici dei figli (di-cono sempre di si perché è più facile che dire di no) e spesso fra adulti e ragazzi c'è una inversione

dei ruoli ed un eccessivo ricatto affettivo da parte di questi verso i propri genitori che, spesso, vi-vono complessi di colpa per il poco tempo che dedicano al loro ruolo e per le continue reciproche infedeltà. S. F. � Nel rapporto familiare occorre, quindi, recuperare le gerarchie originarie.

A. M. � Bisogna che gli adulti riacquistino non la vecchia autorità, ma una nuova consapevole auto-revolezza nel loro quotidiano rapporto con i giovani. Ma veniamo alla Aleramo. Lei ha avuto il figlio Walter dal matrimonio, lo ha amato sin dalla nasci-ta e ha cercato di portarlo con sé quando abbandonò definitivamente Portocivitanova, ma la legge non glielo ha consentito ed ogni suo sforzo in tal senso è ampiamente documentato. In seguito se ne è staccata e non lo ha rivisto se non dopo molti anni, come un estraneo, anzi forse con un fastidio in più rispetto ad un estraneo. S. F. � Quello che dice dipinge l�Aleramo come una donna che spesso ha avuto amanti più giovani

che compensassero e ricomprendessero quell�amore verso il figlio che le era stato negato.

7 Una donna, pag. 145. 8 Velocità della vita, consumismo, lavoro di entrambi i genitori e, da parte dei ragazzi, l�identificazione in un branco e nelle sue leggi,

il pericolo della droga e dell�alcol.

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A. M. � Certamente ed anche in questo lei è stata un�antesignana, perché quello che allora era con-siderata una relazione scandalosa adesso è diventata quasi norma. A sessant'anni, come è noto, l'A-leramo ha iniziato un nuovo amore, durato circa dieci anni, con il ventenne poeta Franco Matacotta che, seppur dotato, attraverso la scrittrice ha acquistato fama e prestigio. Matacotta, che aveva avu-to un rapporto difficilissimo con la madre biologica, e l'Aleramo, che � come Lei ben dice � ha cer-cato una compensazione di quell'amore verso il proprio figlio che le era stato negato, hanno prati-cato una vera e propria relazione incestuosa. Con il tempo Matacotta, infatti, sarebbe arrivato a chiamarla madre. A quei tempi questa grande differenza di età fra una donna e un uomo molto più

giovane, avendo invertito il rapporto ormai acquisito tra un uomo e una donna più giovane (che og-gi è vissuto con maggior disinvoltura) aveva suscitato un grande scandalo. Nel mio saggio L�analista di carta analizzo questo situazione in uno dei meccanismi di combattimento: �L�Aleramo, affermando imperiosamente la propria maternità spirituale, invischierà il Matacotta

nella rete di un affetto che ricorderà al ragazzo quello della madre, al quale si è sottratto allonta-

nandosi da Fermo: «Come un mistero sacro questo fanciullo non generato dalle mie viscere mi ha

fatto madre del suo spirito. Io che il figlio da me partorito non potei allevare se non da bambino, mi

sono trovata nel mio tramonto di fronte a questa seconda e più profonda missione»� 9.

S. F. � Non solo allora era una situazione scandalosa, ma anche oggi una tale differenza di età tra

una donna ed un uomo non passerebbe inosservata.

A. M. � Oggi è normale che un uomo di una certa età si prenda si accompagni con una ragazza di vent�anni più giovane, dando per scontato il rapporto edipico, non è normale l�inverso, cioè che una donna avanti negli anni si relazioni con un ragazzo. Ma spesso, in questo travisamento di ruoli è

presente ormai da parte delle donne una sorta di cinismo: �intanto vivo questa storia e poi vada a

finire come vada a finire�. Tale comportamento può sorprendere in una donna che molti anni prima aveva scritto: �quando il

figlio saprà che la madre non ha rinunciato per lui alla sua parte di sole, di amore, di lavoro e di

lotta, che ha rispettato in sé stessa i diritti umani, sarà a sua volta essere intrepido nella conquista

del bene e a sua volta non troncherà la sua esistenza miseramente per un�astratta quanto falsa

concezione del dovere dei genitori verso i generati� 10. Ma, come sappiamo, l�aver consapevolezza

di qualcosa non comporta necessariamente il praticarla; inoltre nel corso di una vita, quando scatta-no meccanismi di necessità e con l' incalzare della vecchiaia, anche se non si cambia, si muta. Ci sono donne che non hanno voluto crearsi un�alternativa all�amore materno e passano il loro tempo a

tormentare ed angosciare i propri figli anche quando sono adulti ed indipendenti. In proposito, l�Aleramo scrive: Se una buona volta la fatale catena si spezzasse, e una madre non sopprimesse in

sé la donna, e un figlio apprendesse la vita di lei un esempio di dignità� 11. Quando una donna svi-luppa altri interessi i suoi figli tendono a rispettarla maggiormente perché non si sentono oppressi dalle continue pretese dimostrazioni di amore. S. F. � Sembra strano che l�Aleramo, pur conoscendo benissimo la mentalità del tempo, sia stata

così sicura che il figlio, una volta raggiunta la maturità, avrebbe compreso appieno la sua scelta di

vita, arrivandone a condividere anche le motivazioni ideali.

A. M. � Bisogna considerare che lei era avanti nel tempo, mentre suo figlio, evidentemente, no. Tra di loro si era creata un�estraneità: lei lo aveva lasciato piccolissimo e non l�ha più rivisto se non da adulto. Io non credo che il figlio è solo di chi lo fa crescere e ma anche di chi lo fa nascere. Con il loro patrimonio genetico i bambini si portano dentro tutte le peculiarità dei genitori naturali e queste

9 L�analista di carta, pag. 54. 10 Dal Nucleo generatore di «Una donna» in La donna e il femminismo, pag. 184. 11 Una donna, pag. 145.

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caratteristiche, prima o poi insieme all�educazione ricevuta o all�ambiente in cui sono cresciuti, si

manifestano inequivocabilmente. Nel suo romanzo Una donna, Sibilla scrive: �il primo grande dolore che avevo provato mi era ve-

nuto da mio padre, dalla scoperta della debolezza di un uomo che mi era parso un dio e che io ave-

vo bisogno di ammirare, innanzi di amare� 12. E nei Diari: �Ho bisogno d�esser necessaria ad

un�altra creatura viva, per vivere. [�] Ecco, l�amore è questo: l�attaccamento a una persona alla

quale ci si crede necessari� 13. L�amore, non il possesso. Il possesso, nelle relazioni interpersonali è

funesto: bisogna sempre vivere in autonomia, anche quando si ama. Sibilla fece leggere il suo diario al suo giovane amante che tolse tutte le parti che riguardavano il lo-ro rapporto. Quando curai i Diari, mi dissi: �mi occupo della parte che non riguarda l�amore, per-

ché quella lei l�ha già pubblicata� e realizzai Diario di una donna. Quando poi lessi i manoscritti relativi agli anni dell�amore con Matacotta, rimasi stupefatta perché mi resi conto che erano com-pletamente diversi da quelli già pubblicati, tanto erano stati castrati dal giovane poeta. S. F. � Perché Sibilla, sempre molto attenta alla sua libertà di pensiero e di espressione, decise di

affidare la revisione dell�opera, che sarebbe stata la più importante della sua vita, al suo giovane

amante?

A. M. � Cosa non fanno i figli e a cosa non costringono le madri? Ormai il loro rapporto era diven-tato quello di una madre con un figlio. Inoltre lui viveva momenti di tenebre, dovuti a depressioni terribili, un�arma di ricatto mostruosa nei confronti di lei. S. F. � Con Matacotta, quindi, lei aveva ricreato quel rapporto genitoriale che le era stato negato

in seguito all�abbandono del marito.

A. M. � Certamente e lo scrive anche: �Senza amore, sono vedova del mio amore. Soffro non per-

ché non sono più amata da nessuno, ma perché non amo più nessuno. In tutto il mondo non più un

uomo che io ami. Atroce miseria, atroce, definitivo squallore� 14. In tutti noi ci sono delle strane di-

namiche. A volte abbiamo intuizioni che riusciamo a concretizzare in parole, ma poi, per acquisirne la piena consapevolezza, occorre a volte molto, ma molto tempo.

Non possiamo sapere se la tragedia umana che segnò indelebilmente la vita di Sibilla Aleramo pos-sa ricondursi essenzialmente al fatto di aver avuto un figlio anziché una figlia, anche se il travaglio che dovette attraversare prima di arrivare a sacrificare la propria maternità lascia intravedere una possibile risposta:

�E una lettera mi fermò il respiro. [�] La mamma annunziava a suo padre il suo arrivo per il dì

dopo; diceva di aver già pronto il baule colle poche cose sue, di essere già stata nella camera dei

figliuoli a baciarli per l�ultima volta� «Debbo partire� qui impazzisco� lui non mi ama più� Ed

io soffro tanto che non so più voler bene ai bambini� debbo andarmene, andarmene� Poveri figli

miei, forse è meglio per loro! � » [�] Per noi sopra tutto era rimasta: per dovere, per il timore

di sentirsi dire un giorno: «Ci hai abbandonati! ...» [�] Avessi potuto sorprenderla in quella notte,

sentire dalla sua bocca, la domanda: «Che devo fare, figlia mia?» e rispondere anche a nome dei

fratelli: «Va�, mamma, va�!» Sì, questo le avrei risposto; le avrei detto: «Ubbidisci al comando del-

la tua coscienza, rispetta sopra tutto la tua dignità, madre: sii forte, resisti lontana, nella vita, lavo-

12 Una donna, pag. 61. 13 Un amore insolito, pag. 291 14 Diario di una donna, pag. 87.

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rando, lottando, Consèrvati da lontano a noi; sapremo valutare il tuo strazio d�oggi: risparmiaci lo

spettacolo della tua lenta disfatta qui, di questa agonia che senti inevitabile!». Ahimè! Eravamo

noi, suoi figli, noi inconsci che l�avevamo lasciata impazzire. S�ella fosse andata via, se nostro pa-

dre non ci avesse permesso di raggiungerla, ebbene, noi l�avremmo nondimeno saputa viva, e dopo

dieci, vent�anni, ancora avremmo potuto ricevere da lei i benefizi del suo spirito libero e temprato

�� 15.

Non a caso il primo riavvicinamento del figlio, dopo trent�anni di assoluto silenzio ed indifferenza,

avvenne per l�interessamento di una donna, Elide, la moglie del dottor Walter Pierangeli16.

15 Una donna, pag. 144. 16 Sibilla Aleramo e il suo tempo, pag. 254.

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Alba Morino, per lunghi anni a capo dell�ufficio stampa della casa editrice Feltrinelli, ha curato la pubblicazione dei Diari di Sibilla Aleramo: 1978, Diario di una donna; 1979, Un amore insolito e scritto la biografia della scrittrice: 1981, Sibilla Aleramo e il suo tempo, tutti editi da Feltrinelli.

Ha curato la mostra Sibilla Aleramo per pensieri immagini (Spoleto, 2001; Alessandria, città dove

la scrittrice è nata, 2003 e Roma, 2009). Nel 2003 ha pubblicato L�analista di carta. Sibilla Alera-

mo, una esperienza un metodo, dove racconta il suo percorso nella vita e nell�opera della scrittrice.

Nel 1994 ha realizzato e diretto la rivista semestrale EnneErre le nostre ragioni che vanta tra i suoi collaboratori Cesare Segre, Morando Morandini, Roberto Roversi, Michele Ranchetti, Maria Corti, Ottiero Morandini, Giancarlo Majorino e molti giovani.

Dal 1992 cura la collana di piccoli libri Meno di un libro più di un pensiero, la sua vesistenza all�omologazione dell�editoria ufficiale. BIBLIOGRAFIA

Sibilla Aleramo, La donna e il femminismo, scritti 1897-1910, a cura di Bruna Conti, Editori Riuniti,

Roma 1978.

Sibilla Aleramo, Un amore insolito, diario 1940-1944, a cura di Alba Morino, Feltrinelli, Milano 1978.

Sibilla Aleramo, Diario di una donna, inediti 1945-1960, a cura di Alba Morino, Feltrinelli, Milano 1979.

Bruna Conti e Alba Morino (a cura di), Sibilla Aleramo e il suo tempo. Vita raccontata e illustrata, Fel-trinelli, Milano 1981.

Ricciotti Fucchi, Gli anni civitanovesi di un�insigne poetessa e scrittrice, in Civitanova. Immagini e Sto-

rie n.1, Civitanova Marche 1987.

Pierluigi Cavalieri, Le origini dell�industria a Civitanova Marche. La fabbrica di bottiglie (1889-1928), in Civitanova. Immagini e Storie n.1, Civitanova Marche 1987.

Alba Morino, L�analista di carta. Sibilla Aleramo, un�esperienza, un metodo, Editrice La Mandragora, Imola 2003.

Sibilla Aleramo, Una donna, Universale Economica, Feltrinelli, Milano 2009.