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giuliano-perri
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Un boato terribile squarcia la terra, il terremoto distrugge ciò che trova in pochi attimi.
Crollano le case, rovinando sulla gente sorpresa nel sonno
crollano i tetti
anche quelli delle costruzioni più solide, che avevano resistito a tanti e
diversi eventi, per secoli.
La forza di questo terremoto devastante, con epicentro
all’Aquila, ha seminato distruzione, feriti e morte
nei paesi vicini
espandendosi, sia pure con minore intensità, nei luoghi più
lontani: in Umbria, Marche, Lazio e Campania
Squarci nelle case e cicatriciindelebili nel cuore. Le immagini
parlano da sole.
Una fila interminabile di bare ai funerali di Stato, Venerdì
Santo.
Le ferite più gravi sono invisibili:il dolore sanguina ancora, non si è asciugato il pianto
e la terra continua a tremare.
Ma, proprio qui, dove ogni certezza ed ogni
riferimento si è sgretolato
si incontrano sguardi pieni di umana solidarietà,
il caloroso abbraccio del mondo e tante mani tese nell’aiuto.
In questa tragedia che tutti ci avvicina in un partecipe dolore comune, è rimasta integra la solidarietà, la capacità
di volerci bene e di farci coraggio l’un l’altro.
Sono solide basi che fanno ben sperare, pilastri da cui, con l’aiuto di Dio e di tutti noi si può spazzare via le macerie e ricostruire: non per dimenticare, ma perché le popolazioni colpite possano
ricominciare.
18 aprile 2009:[email protected]