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ZEITSCHRIFT DER ARCHITEKTURSTIFTUNG SÜDTIROL 10 EURO ISSN 2281–3292 #99 — 11/2015 RIVISTA DELLA FONDAZIONE ARCHITETTURA ALTO ADIGE BOLZANO BOZEN Poste Italiane S. P. A. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 1, NE Bolzano Tassa Pagata / Taxe Percue

TURRIS BABEL 99 bolzano_bozen

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cosa sta succedendo a bolzano? I risultati della pianificazione possono essere analizzati criticamente? Le nuove forme di sviluppo di singole aree interne posso essere una corretta strategia per guidare la trasformazione urbana della città? Was geschieht gerade in Bozen? Können die Planungsergebnisse kritisch untersucht werden? Können die neuen Entwicklungsformen einzelner interner Gebiete eine richtige Strategie sein, um die urbane Transformation der Stadt zu steuern?

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ZEITSCHRIFTDER ARCHITEKTURSTIFTUNG

SÜDTIROL

10 EUROISSN 2281–3292#99 — 11/2015

RIVISTA DELLAFONDAZIONE ARCHITETTURA

ALTO ADIGE

BOLZANOBOZEN

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Sparkassenstraße 15via Cassa di Risparmio 1539100 Bolzano Bozenwww.stiftung.arch.bz.itwww.fondazione.arch.bz.it

Sekretariat SegreteriaMarilene Angeli +39 0471 30 17 [email protected]@arch.bz.it

ChefredakteurDirettore responsabile Alberto Winterle

Redaktion Redazione Sandy Attia, Barbara Breda, Carlo Calderan, Francesco Flaim, Karin Kretschmer, Elena Mezzanotte, Alessandro Perucatti, Matteo Scagnol, Thomas Tschöll, Matteo Torresi, Cristina Vignocchi, Lorenzo Weber, Emil Wörndle, Alexander Zoeggeler

Marketing Werbung PubblicitàMichael Maria Disertori+39 335 5355 580 [email protected]

Art DirectionThomas KronbichlerMartin Kerschbaumerstudiomut.com

LayoutAndrea Marsoner+ 39 0471 30 23 30 [email protected]

Druck Stampa Longo Group, Bozen

Titelbild Foto di copertina Nicolò Degiorgis

Für Wort, Bild und Zeichnungen zeichnen die jeweiligen Autoren verantwortlich. Scritti, disegni e fotografie sono sotto la responsabilità degli autori.

Register der Druckschriften des Landesgerichtes Bozen Registro stampe del tribunale di Bolzano N. 22 / 97 vom del 9.12.1997

Spedizione in A.P., – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 numero 47), art. 1, comma 1, DCB Bolzano

Wir danken für die Unterstützung Ringraziamo per il sostegno

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#99 — 11/2015

Editoriale

Vedere BolzanoBozen sehen

inside bezet

L’esperienza del Masterplan

CasaNovaIl piano di attuazione di Casanova

SchlachthofstraßeVia MacelloLa nuova sede della Banca Popolare Bolzano Der neue Sitz der Volksbank Bozen

L’Area IndustrialeDie IndustriezoneRealizzazione del nuovo Techpark Alto AdigeRealisierung des neuen Techpark Südtirol

Il Polo Bibliotecario di BolzanoDas Bibliothekenzentrum Bozen

Das Bahnhofsareal L’areale ferroviarioLa Riqualificazione dell’Areale Ferroviario di BolzanoDie Neugestaltung des Bozner Bahnhofsareals

Lex BenkoKaufhaus Bolzano–Bozen

Il VirgoloDer VirglWettbewerb zur Neugestaltung des VirglConcorso per la riqualificazione del Virgolo

Alberto Winterle

Nicoló Degiorgis

Benno Simma

Interview zusammengestellt von – intervista a cura di Elena Mezzanotte

Text von – testo di Carlo CalderanDe Architekten Cie

Text von – testo di Roland Baldi

Arch. Christian RübbertZusammengestellt von – a cura di Lorenzo Weber

Text von – testo di Stefano Peluso

Chapman Taylor Architetti,Claudio Lucchin & architetti associati

zusammengestellt von – a cura di Francesco Flaim

Text von – testo di Barbara BredaArch. Christoph Mayr Fingerle

Interview zusammengestellt von – intervista a cura di Matteo Torresi

Boris Podrecca Architekten,abdr Architetti Associati, Theo Hotz Partner

Text von – testo di Alexander ZoeggelerDavid Chipperfield Architects

Text von – testo di Carlo Azzolini

Snøhetta, Coop Himmelb(l)au, Zaha HadidZusammengestellt von – a cura di Elena Mezzanotte

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Ran an die Flüsse!

Due, tre cose riguardo piazza erbe

Opportunità impossibili

La partecipazione tra crisi e innovazione

Quasicentrum

Bolzano e l’arte: Percorso e meditazioni sulla Bolzano artistica

Economic gardening als alternatives Konzept zur Wirtschaftsförderung

Endstation BzTechnische Universität Wien

The Next BolzanoKatholieke Universiteit Leuven

Bolzano città laboratorioAA Landscape Urbanism LondonUniversità Degli Studi Di TrentoLeopold-Franzens-Universität Innsbruck

Drehort Bozen

Bibliografia minima su Bolzano

Karin Elzenbaumer

Daniele Rielli

Roberto Tubaro

Rosita Izzo

Luigi Scolari

Cristina Vignocchi

Emil Wörndle

David Calas

Steven Geeraert, Bart Van Gassen

G. Pino Scaglione

Karin Kretschmer

Zusammengestellt von – a cura di Cristina Vignocchi

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REALTÀ O UTOPIA?

Riferendosi alla velocità delle trasformazioni in atto nella Parigi di fine ottocento, Baudelaire affermava, in uno dei suoi celebri aforismi: «la forma di una città cambia più in fretta, ahimè! che il cuore di un mortale» («la forme d’une ville/change plus vite, hélas! que le coeur d’un mor-tel» Charles Baudelaire, Les Fleurs du Mal, Paris 1861).Se pensiamo a realtà minori, rispetto alla dimensione ed alla complessità della capitale francese, il concetto può rimanere valido. Come e quanto sono cambiate le nostre città in un periodo che corrisponde alla vita di una per-sona? Come e quanto cambiamo noi in un arco tempo-rale di questa entità? Se consideriamo un periodo storico che corrisponde agli ultimi ottant’anni, dalla fase tra le Due Guerre ad oggi, ci rendiamo conto che le molteplici trasformazioni urbane hanno modificato in modo radi-cale le città che oggi noi conosciamo e viviamo. Al nucleo originario sono stati aggiunti nuovi quartieri, nuove aree produttive, nuove infrastrutture, e ciò è avvenuto trasfor-mando la campagna in città, aggredendo le pendici delle montagne e mutando radicalmente l’assetto urbano fon-dativo. Anche Bolzano, in questo arco di tempo, ha subìto

importanti modifiche: al borgo storico di origini gotiche, posto alla confluenza dei fiumi Talvera e Isarco, si sono aggiunte due nuove città, oltre i fiumi: una di matrice ra-zionalista destinata principalmente alla residenza al di là del fiume Talvera, e una destinata ad accogliere le gran-di strutture produttive, artigianali e commerciali, più a sud, oltre il fiume Isarco. Sono oggi possibili nuovi cam-biamenti tali da sconvolgere ancora una volta in modo considerevole gli equilibri della città? Che tempi e che modalità vi sono per mettere in atto tali trasformazioni? Chi governa il cambiamento e la rigenerazione della cit-tà? Quale disegno complessivo corrisponde al prossimo futuro di Bolzano? Chi, in ultima istanza, sceglie l’im-magine della città?Per cercare di rispondere a queste domande, e più in ge-nerale per analizzare le dinamiche urbane in atto, come già avvenuto qualche anno fa con la città di Trento, ab-biamo provato a leggere ed interpretare la città di Bolza-no affrontando i principali «fatti urbani» che ne condi-zionano la forma e l’immagine. Lo abbiamo effettuato indagando l’architettura, come suggeriva Aldo Rossi ne

Editoriale di Alberto Winterle

DINAMICHE DI CAMBIAMENTO TRA INTERESSE INDIVIDUALE E COLLETTIVO

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Planung und Bauleitung Architekturbüro Stifter + Bachmann, PfalzenBaujahr 2013-2015FOAMGLAS® Anwendung Innendämmung an Wand und Decke,FOAMGLAS® Platten T4+, Dicken 140 mm, 160 mm; 5000 m²; verklebtBekleidung Kletterwandsystem, dessen vertikale Lasten über eine eigeneMetallkonstruktion und Fischer-Spezialdübeln in den Untergrund abgeleitet werden

Sichtbeton mitInnendämmung

Kletterhalle Bruneck, Autonome Provinz Bozen Südtirol, Italien

Das Sportklettern hat sich in den letz-ten Jahren zur Trendsportart für alleAltersklassen entwickelt. Der Entwurf einer neuen Kletterhallefür den Ort Bruneck in Südtirol vonStifter + Bachmann gewann den 1. Preis im EU-Realisierungs wettbe werb. Die Kletterhalle liegt in der Schulzonevon Bruneck und ist gestalterisch vonelementarer Kraft, besitzt einen hohenWiedererkennungswert und integriertsich gut in seiner Bezugnahme in denumgebenden Natur- und Landschafts -raum. Der Neubau bedient sich wenigerDetails und Materialien; die massiveGebäudehülle ist fugenlos in hellemSichtbeton mit gestockter Oberflächeund natürlichen Zuschlägen aus ört -lichem Kalkgestein ausgeführt. DieDachfläche wird als fünfte Fassadegestaltet.Die Sichtbetonflächen von Wändenund Decke wurden mit FOAMGLAS®

Innendämmung versehen, weil derdampfdichte Dämmstoff in Verbin -dung mit dem sehr diffusionsdichten

Beton konstanten Wärme- und Tau -wasserschutz bietet. Für alle Durchbohrungen des Dämm -stoffes wurde mit Pittseal® 444 Dampf -dichtigkeit hergestellt.Als nichtbrennbarer Dämmstoff erfülltFOAMGLAS® die hohen Brandschutz -anfor de run gen für öffentliche Gebäude,Sport stätten, Hallen und Trep pen -häuser.

FOAMGLAS® – der Trenddämmstofffür Sichtbetonbautenwww.reinisch.it

Aufbau1 Sichtbetonwand2 Voranstrich3 FOAMGLAS® T4+ Platten,

verklebt mit PC® 56 4 Mechanische Sicherung

PC® F Anker5 Verankerung im Untergrund

über Spezialdübel der Firma Fischer mit thermischer Trennung

6 Kletterwandsystem

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Foto: René Riller

Anz2_OPR Ref_Kletterhalle_Nacht_Bruneck_I-de_Nacht_FOAMGLAS 8/25/15 2:30 PM Seite 1

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«L’architettura della città», in quanto primo dato concre-to e verificabile, come mezzo per comprendere realtà più complesse, che coinvolgono lo spazio urbano, la cultura del luogo, le dinamiche sociali e più in generale la politica intesa come gestione e governo della polis. Abbiamo quin-di analizzato e presentato alcuni progetti a scala urbana che si sono recentemente concretizzati: è il caso del quar-tiere Casanova, vero esempio di un’ultima visione utopi-ca dell’edilizia abitativa bolzanina, dove il disegno di un nuovo quartiere, oltre a ridefinire un margine della città, si pone come possibile modello insediativo di riferimento, su cui oggi è tempo di fare un bilancio; o di alcune nuo-ve strutture recentemente realizzate in via Macello, dove è invece l’iniziativa autonoma e privata a costruire città, fatta per addizione di singoli brani senza un disegno com-plessivo, in una parte di città posta «oltre» la ferrovia che sembra lontana e dimenticata, in attesa di un’iniziativa di pianificazione coerente e convincente. Un altro punto di vista ci ha portato a porre l’attenzione su alcuni progetti

che stanno per essere realizzati come ad esempio la cre-azione del nuovo polo tecnologico dell’ex-Alumix nell’a-rea industriale, promosso a modello di riconversione di una struttura produttiva in un contesto dove oggi molti volumi risultano sotto utilizzati o non più rispondenti alle contemporanee esigenze di una città ora a principa-le vocazione turistica. O sulla complicata e controversa vicenda del polo bibliotecario, che oltre al suo principale obiettivo di dare risposta ad un’esigenza funzionale, af-fronta, forse suo malgrado, i temi legati all’appartenenza etnica di una realtà complessa di confine, tanto che la buona intenzione di unire in un solo edificio le tre bi-blioteche cittadine, ora divise sia fisicamente che lingui-sticamente, viene vanificata a causa della localizzazione dell’intervento che prevede la demolizione di una archi-tettura ora eletta a simbolo di solo uno dei tre orizzonti culturali che si doveva invece unire, mescolando libri, lingue e culture. Oppure ancora su alcuni progetti che, per la loro dimensione e complessità, possono costituire importanti opportunità per il futuro o essere solamente ipotesi irrealizzabili e già datate, a seconda della capacità

di coinvolgere investitori pubblici e privati ambiziosi. È il caso della grande trasformazione dell’areale ferroviario (arbo), principale iniziativa di metamorfosi urbana a Bol-zano, che potrà occupare un’area di notevoli dimensioni, in caso di dismissione dell’areale da parte delle ferrovie e della necessaria modifica del tracciato delle rotaie, in una posizione strategica posta a poche centinaia di me-tri dal cuore del centro storico. Ma è anche il caso della creazione di un nuovo polo commerciale che, grazie ad una norma urbanistica definita per stimolare l’iniziativa privata (pru), si insinua proprio tra l’areale ferroviario ed il centro storico diventando forse una spina nel fian-co dell’operazione arbo, e della stessa amministrazione cittadina, incapace di governare lo strumento che doveva invece favorire le iniziative a cavallo del delicato equili-brio tra interesse individuale e collettivo. Questo succede anche per l’ipotesi di ridefinizione del collegamento tra il centro storico e la collina del Virgolo, paradigma del-lo storico rapporto tra la città posta sul fondovalle con

le pendici delle sue montagne. Anche in questo caso la voglia di facilitare la «fuga dalla città», si contrappone al timore che si tratti solo di un tentativo per conquistare nuovi territori di espansione, vista l’esiguità di spazio non costruito e disponibile nella condizionante conformazio-ne morfologica della conca bolzanina. Per indagare questi «fatti urbani», aggiungendo un’ ulte-riore livello di lettura, ci siamo affidati alle immagini di Nicolò Degiorgis che ha saputo cogliere, con l’occhio del fotografo ma anche con la sensibilità del testimone delle evoluzioni della società contemporanea, quegli aspetti che a volte noi non riusciamo a vedere. Per interpretare la città abbiamo inoltre chiesto ad alcune figure: architetti, urbanisti, paesaggisti, artisti, scrittori, musicisti, di dare una propria soggettiva lettura di singoli temi o luoghi, per arricchire ulteriormente la nostra indagine e cercare di comprendere Bolzano. Infine, aprendo ancora più lo sguardo, ci siamo affidati alle esperienze progettuali defi-nite da tre università che hanno individuato nella città di Bolzano un luogo stimolante per le proprie esercitazioni architettoniche ed urbanistiche.

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Molte aree e molti temi sono ovviamente ancora aperti e non affrontati: il futuro del «cuneo verde», enclave agri-cola rimasta quasi preservata nel tessuto della città; la ridefinizione dei margini come quello a sud dell’area in-dustriale e quello verso Merano per l’area residenziale; la zona alla fine di via Druso ed il vicino areale dell’ospedale; la possibile dismissione del tracciato cittadino dell’auto-strada A22 in caso di un suo auspicato allontanamento. Non potevamo essere ovviamente esaustivi, e questa non era infatti la nostra intenzione. Abbiamo voluto indagare alcune vicende urbane coinvolgendo nella discussione più soggetti per tentare di comprendere in che modo si gover-nano oggi le trasformazioni. Per fare questo, non abbiamo però potuto rivolgerci agli attuali amministratori, che in-vertendo il concetto di Baudeleire, cambiano più in fretta della forma della città. Infatti in questo preciso momen-to il Comune si trova commissariato dopo le dimissioni del sindaco Spagnolli, dovute in buona parte alle vicende legate appunto ad una trasformazione urbana. Abbiamo

quindi chiesto, in una sorta di prefazione, a Francesco Sbetti, curatore del Masterplan recentemente approvato, di ricostruire le vicende dell’importante esperienza di pianificazione urbanistica e di governo della città messe in atto dall’assessore Bassetti, e proseguite poi dopo la sua prematura scomparsa dall’assessore Pasquali.Ciò che emerge dalle nostre letture, è che Bolzano è una città in bilico, dove la capacità politica e l’espressione del-la cittadinanza possono avere la capacità di costruire una visione di futuro e la forza di intercettare le necessarie ri-sorse per realizzarlo, oppure rimanere in attesa di nuovi immaginari possibili. All’importante fase di pianificazio-ne urbanistica che ha definito strategie e scenari possibili, deve ora seguire una stagione di concretezza che possa permettere di trasformare e concepire il piano non come fine ma come mezzo per riuscire ad attuare azioni speci-fiche. Rimane comunque che, citando ancora Aldo Rossi, il «problema politico della città» non può prescindere dal-la necessità di scelta di un’idea di città che sia capace di determinare e governare le trasformazioni, senza subirle, capace cioè di realizzare se stessa.

REALITÄT ODER UTOPIE?

Editorial von Alberto Winterle

In Bezug auf die Geschwindigkeit des herrschenden Wan-dels in Paris um 1900 behauptete Baudelaire in einem seiner bekannten Aphorismen: »Die Form einer Stadt ändert sich leider schneller als das Herz eines Sterbli-chen.« (»la forme d’une ville /change plus vite, hélas! que le coeur d’un mortel« Charles Baudelaire, Les Fleurs du Mal, Paris 1861).Wenn wir Dimension und Komplexität der französischen Hauptstadt mit kleineren Realitäten vergleichen, so kann dieses Konzept gültig bleiben. Wie und wie stark haben sich unsere Städte in einem Zeitraum verändert, der ei-nem Menschenleben entspricht? Wenn wir eine histori-sche Zeitspanne betrachten, die den letzten 80 Jahren von der Zwischenkriegszeit bis heute entspricht, so wird uns bewusst, dass die zahlreichen urbanen Umwandlungen die Städte, die wir heute kennen und bewohnen, auf ra-dikale Weise verändert haben.Zum ursprünglichen Kern wurden neue Viertel, neue Pro-duktionszonen, neue Infrastrukturen hinzugefügt und das geschah, indem Land in Stadt umgeformt, die Berg-hänge angegriffen und die ursprüngliche Stadtstruktur

DYNAMIKEN DES WECHSELS ZWISCHEN INDIVIDUUM UND KOLLEKTIV

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radikal verändert wurde. Auch Bozen hat in dieser Zeit-spanne wichtige Änderungen erfahren: Zum historischen Viertel mit gotischen Ursprüngen am Zusammenfluss von Talfer und Eisack kamen jenseits der Flüsse zwei neue Städte hinzu: eine jenseits der Talfer von rationalis-tischer Ordnung und vor allem dem Wohnen gewidmete und eine weiter im Süden jenseits des Eisacks für große, handwerkliche und geschäftliche Produktionsstrukturen. Sind heute neue Veränderungen möglich, die das Gleich-gewicht der Stadt noch einmal bemerkenswert erschüt-tern? Welche Zeiten und Vorgehensweisen gibt es, um diese Umwandlungen in Gang zu setzen? Wer beherrscht Umwandlung und Neubildung der Stadt? Welche Ge-samtzeichnung entspricht der nahen Zukunft Bozens? Wer wählt als letzte Instanz das Bild der Stadt?Beim Versuch, diese Fragen zu beantworten, und allge-meiner bei der Analyse der derzeitigen urbanen Dyna-miken, haben wir, wie vor ein paar Jahren schon bei der Stadt Trient, versucht, die Stadt Bozen durch die Ausei-

nandersetzung mit den wesentlichen Form und Erschei-nung konditionierenden »städtebaulichen Strukturen« zu lesen und zu interpretieren. Wir haben, wie es Aldo Rossi in »Die Architektur der Stadt« vorschlug, dabei eine Untersuchung der Architektur durchgeführt, da sie die primären konkreten und verifizierbaren Daten als Mittel zum Verständnis komplexerer Realitäten darstellt, die den urbanen Raum, die Kultur des Ortes, die sozialen Dyna-miken und im Allgemeinen die Politik als Führung und Regierung der Polis miteinbeziehen. Also haben wir dabei einige vor Kurzem konkretisierte Projekte im urbanen Maßstab untersucht und vorgestellt: Es handelt sich um das Viertel Kaiserau, ein echtes Beispiel einer letzten uto-pischen Vision des Bozner Wohnbaus, wo sich der Plan eines neuen Viertels nicht nur als Neudefinition des Stadt-randes, sondern auch als mögliches Referenzmodell im Siedlungswesen anbietet, von dem es heute an der Zeit ist, Bilanz zu ziehen; oder um einige letzthin realisierte Struk-turen in der Schlachthofstraße, wo jedoch die autonome private Initiative Stadt baut, die aus der Aneinanderrei-hung einzelner Stücke ohne Gesamtkonzept besteht und

in einem »jenseits« der Eisenbahn befindlichen Teil der Stadt weit und vergessen auf die Initiative einer kohären-ten und überzeugenden Planung zu warten scheint. Ein anderer Gesichtspunkt hat unsere Aufmerksamkeit auf einige im Bau befindliche Projekte gelenkt, wie z.B. die Schaffung des neuen Technologieparks der Ex-Alumix in der Industriezone, der als Modell für die Umwand-lung einer Produktionsstruktur in einem Kontext bewor-ben wird, in dem sich herausstellt, dass mittlerweile viele Volumina unterbesetzt sind oder den gewerblichen und produktiven Anforderungen einer heute vorwiegend auf Tourismus ausgerichteten Stadt nicht mehr entsprechen. Oder auf die komplizierte und kontroverse Geschichte des Bibliothekenzentrums, das sich außer mit seinem Hauptziel, eine funktionelle Notwendigkeit zu erfüllen, auch – vielleicht bedauerlicherweise – mit den Themen der ethnischen Zugehörigkeit in einer komplexen Grenzre-alität konfrontiert sieht; dies hat dazu geführt, dass die gute Absicht, die drei derzeit sowohl physisch als auch

sprachlich in einem einzigen Gebäude getrennten Stadt-bibliotheken zu vereinen, wegen der Lokalisierung eines Eingriffes zunichte gemacht wird, der den Abbruch einer Struktur vorsieht, die von einem jener kulturellen Hori-zonte zum Symbol auserkoren wurde, die man eigent-lich in einer endlich Bücher, Sprachen und Kultur vermi-schenden Struktur vereinen müsste. Oder auch auf einige Projekte, die wegen ihrer Dimension und Komplexität wichtige Möglichkeiten für die Zukunft darstellen und anderenfalls nur unrealisierbare und bereits abgelegte Hy-pothesen sein können – je nach der Fähigkeit, öffentliche und ambitionierte private Investoren miteinzubeziehen: Es handelt sich um die große Umwandlung des Bahn-hofareals (arbo), die Hauptinitiative der urbanen Meta-morphose in Bozen, die im Fall der Auflassung des Areals vonseiten der Staatsbahnen und der notwendigen Ände-rung der Schienenführung ein Gebiet beträchtlichen Aus-maßes in einer strategischen Position nur wenige Hundert Meter entfernt vom Herzen des historischen Stadtzent-rums besetzen können wird. Aber dies gilt auch für die Schaffung eines neuen Einkaufszentrums, das dank einer

18Turris Babel #99 Editorial

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urbanistischen Norm, die den Anreiz für die Privatini-tiativen geben soll (psu), genau zwischen Bahnhofsare-al und historischem Stadtzentrum eindringt und so für arbo-Operation und auch Stadtverwaltung zum Stachel wird, die unfähig ist, das Instrument zu bedienen, das ja die Initiativen im Zuge des delikaten Gleichgewichtes zwischen individuellem und öffentlichem Interesse be-günstigen sollte. Dies geschieht auch bei der Hypothese für die Neugestaltung der Verbindung des historischen Stadtzentrums mit dem Virgl, Paradigma des geschicht-lichen Verhältnisses zwischen der in der Talsohle ge-legenen Stadt und ihren Berghängen. Auch in diesem Fall widersetzt sich die Lust, die «Flucht aus der Stadt» zu erleichtern, dem Zweifel, es könnte sich nur um ei-nen Versuch handeln, in Anbetracht der Knappheit an verfügbarem unbebautem Raum in der konditionieren-den morphologischen Beschaffenheit des Bozner Tal - kessels neue Territorien für die Erweiterung zu erobern.Um diese »städtebaulichen Strukturen« zu untersuchen

und ihnen eine weitere Ebene der Lektüre hinzuzufügen, haben wir uns den Bildern von Nicolò Degiorgis anver-traut, der mit dem Auge des Fotografen, aber auch mit der Sensibilität des Zeugen der gegenwärtigen gesellschaftli-chen Entwicklung imstande war, jene Aspekte, die wir manchmal nicht sehen können, wahrzunehmen. Für die Interpretation der Stadt haben wir außerdem Architekten, Stadtplaner, Landschaftsplaner, Künstler, Schriftsteller, Musiker um eine subjektive Betrachtung einzelner The-men und Orte gebeten, um unsere Untersuchung und den Versuch, Bozen zu verstehen, ein weiteres Mal zu be-reichern. Schließlich haben wir uns, um unseren Blick-winkel noch mehr zu erweitern, den Projekterfahrungen von drei Universitäten anvertraut, die in der Stadt Bozen einen anregenden Ort für ihre Übungen in Architektur und Städtebau erkannt haben.Viele Gebiete und viele Themen sind selbstverständlich noch offen und unbehandelt: die Zukunft des Grünkeils, der nahezu erhaltenen landwirtschaftlichen Enklave im Stadtgewebe; die Neugestaltung der Ränder, wie jener der Industriezone im Süden und jener der Wohnbauzone in

Richtung Meran; das Gebiet am Ende der Drususstraße und das Gebiet des nahe liegenden Spitals; die mögliche Auflassung der städtischen Trasse der Autobahn A22 im Falle ihrer erwünschten Verlegung. Wir konnten das The-ma selbstverständlich nicht lückenlos behandeln, das war auch nicht unsere Absicht. Wir wollten einige urbane An-gelegenheiten untersuchen und dabei mehrere Subjekte in die Diskussion miteinbeziehen und so versuchen zu verstehen, wie Umwandlungen heute gesteuert werden. Dabei konnten wir uns jedoch nicht an die derzeitigen Verwalter wenden, die, das Konzept von Baudelaire um-kehrend, schneller wechseln als die Form der Stadt. Nach dem Rücktritt des Bürgermeisters Spagnolli, der eben zu einem guten Teil den Geschehnissen rund um eine urba-ne Veränderung zu verdanken ist, findet sich die Gemein-de Bozen in diesem Augenblick einer kommissarischen Verwaltung unterstellt. Daher haben wir – sozusagen als Einleitung – Francesco Sbetti, den Kurator des kürzlich genehmigten Masterplans, gebeten, die Geschehnisse der

wichtigen Erfahrungen in der Stadtplanung und -regie-rung nachzuerzählen, die von Assessor Bassetti vollzogen und anschließend, nach dessen vorzeitigem Ableben, von Assessorin Pasquali fortgeführt wurden.Aus unseren Betrachtungen geht hervor, dass Bozen eine Stadt in labilem Gleichgewicht ist, wo politisches Vermö-gen und Bürgerwille fähig sein können, eine Zukunftsvisi-on zu bauen, und stark genug sind, die notwendigen Res-sourcen für dessen Verwirklichung abzufangen, oder eben in Erwartung neuer möglicher Vorstellungen zu verblei-ben. Auf die wichtige Phase der städtebaulichen Planung, mit der mögliche Strategien und Szenarien bestimmt wur-den, muss nun eine Zeit der Konkretisierung folgen, die es ermöglicht, den Plan umzuwandeln und nicht als Ziel, sondern als Mittel zu verstehen, um in der Lage zu sein, bestimmte Aktionen durchzuführen. Es bleibt nun, um noch einmal Aldo Rossi zu zitieren, dass »das politische Problem der Stadt« nicht von der Notwendigkeit absehen kann, eine Idee von Stadt auszuwählen, die fähig ist, Um-wandlungen zu bestimmen und zu lenken, ohne sie zu ertragen – fähig also, sich selbst zu verwirklichen.

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Vedere Bolzanocon Nicoló Degiorgis

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Da Firmian versola Mendola

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Bozen sehenmit Nicoló Degiorgis

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Von Sigmundskron aus

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Vedere Bolzano con Nicoló Degiorgis

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Da Casanova verso Castel Firmiano

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Bozen sehenmit Nicoló Degiorgis

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Von der Rittner Seilbahn aus

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Vedere Bolzano con Nicoló Degiorgis

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Da via Resiaverso la Val Sarentino

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