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Si tratta di un programma triennale dal quale scegliere quel che serve per ridurlo ai due anni e poterlo utilizzare PROPOSTA DI PROGRAMMA DI I MEDIA Attività: è consigliabile dividere a sua volta ciascuna attività in tre parti (l’attività vera e propria, la spiegazione dell’attività e lo spazio lasciato agli interventi dei ragazzi) e decidere fin dall’inizio quanto spazio/tempo dare a ciascuna parte. Sarebbe bello non spiegare l’attività subito, ma portare per mano i ragazzi a capire cosa stava a significare quell’attività. È importante anche trovare nel corso dell’anno spazi in cui siano i ragazzi a parlare e a dire la loro: se ci si accorge che le attività coprono troppo tempo, si possono ridurre o toglierne qualcuna per dedicare qualche giornata solo a quello che i ragazzi dicono: partire da loro osservazioni o semplicemente lanciare un semplice titolo e da lì partire per parlare con loro molto liberamente. Nei giorni dedicati alle confessioni verranno fatti dei mini-ritiri che dureranno dalle 14:30 alle 15:45 e non verrà quindi fatto il gioco. Il programma di seguito è ricco di attività: se si ritiene utile si potranno tagliare alcune attività o farne di più semplici. Ogni volta che si vince un gioco si guadagnano 3 punti (1 in caso di pareggio). Altri punti vengono messi in palio alle feste di inizio/fine anno e simili (carnevale…) ed altri punti ancora ai tornei organizzati dal circolo NOI. A fine anno chi avrà totalizzato più punti vincerà la “Super Coppa Resanese”. 1° Incontro Accoglienza e festa per tutti i gruppi 2° Incontro Siamo un gruppo e come tale dobbiamo darci delle regole condivise da tutti e che dobbiamo rispettarle Preghiera Attività Prima cosa: un giro per presentare catechisti, animatori e ragazzi: almeno nome, cognome, quanti componenti ha la sua famiglia, l’hobby preferito e numero telefono. Mentre i ragazzi parlano, i catechisti/animatori si scrivono almeno nome e cognome, telefono e hobby. Vengono distribuiti a ciascun ragazzo 3 foglietti. In ciascun foglietto scrivono una regola di gruppo che secondo loro è importante (ascoltare, rispettare gli altri, stare composti…). Poi ciascun foglietto viene piegato e messo al centro. A questo punto i foglietti vengono mescolati e poi ciascun ragazzo deve pescare tre foglietti a caso. Li apre, li legge e dei tre

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Si tratta di un programma triennale dal quale scegliere

quel che serve per ridurlo ai due anni e poterlo utilizzare

PROPOSTA DI PROGRAMMA DI I MEDIA

Attività: è consigliabile dividere a sua volta ciascuna attività in tre parti (l’attività vera e propria, la spiegazione dell’attività e lo spazio lasciato agli interventi dei ragazzi) e decidere fin dall’inizio quanto spazio/tempo dare a ciascuna parte.

Sarebbe bello non spiegare l’attività subito, ma portare per mano i ragazzi a capire cosa stava a significare quell’attività. È importante anche trovare nel corso dell’anno spazi in cui siano i ragazzi a parlare e a dire la loro: se ci si accorge che le attività coprono troppo tempo, si possono ridurre o toglierne qualcuna per dedicare qualche giornata solo a quello che i ragazzi dicono: partire da loro osservazioni o semplicemente lanciare un semplice titolo e da lì partire per parlare con loro molto liberamente.

Nei giorni dedicati alle confessioni verranno fatti dei mini-ritiri che dureranno dalle 14:30 alle 15:45 e non verrà quindi fatto il gioco.

Il programma di seguito è ricco di attività: se si ritiene utile si potranno tagliare alcune attività o farne di più semplici.

Ogni volta che si vince un gioco si guadagnano 3 punti (1 in caso di pareggio). Altri punti vengono messi in palio alle feste di inizio/fine anno e simili (carnevale…) ed altri punti ancora ai tornei organizzati dal circolo NOI. A fine anno chi avrà totalizzato più punti vincerà la “Super Coppa Resanese”.

1° Incontro

Accoglienza e festa per tutti i gruppi

2° Incontro Siamo un gruppo e come tale dobbiamo darci delle regole condivise da tutti e che dobbiamo rispettarle

Preghiera

Attività

Prima cosa: un giro per presentare catechisti, animatori e ragazzi: almeno nome, cognome, quanti componenti ha la sua famiglia, l’hobby preferito e numero telefono. Mentre i ragazzi parlano, i catechisti/animatori si scrivono almeno nome e cognome, telefono e hobby.

Vengono distribuiti a ciascun ragazzo 3 foglietti. In ciascun foglietto scrivono una regola di gruppo che secondo loro è importante (ascoltare, rispettare gli altri, stare composti…). Poi ciascun foglietto viene piegato e messo al centro. A questo punto i foglietti vengono mescolati e poi ciascun ragazzo deve pescare tre foglietti a caso. Li apre, li legge e dei tre foglietti che ha in mano ne scarta uno (la regola che secondo lui è meno importante). A questo punto vengono rimessi al centro i due foglietti che non sono stati scartati. Si ripete la stessa operazione e alla fine ciascun ragazzo avrà un foglietto con una regola. Si leggeranno le regole che i ragazzi hanno scelto e si chiederà loro di rispettarle.

Per la volta successiva i catechisti/animatori dovranno preparare un cartellone con riassunte le 8 regole principali. L’ordine di importanza può essere scelto dal catechista e si può aggiungere qualche regola che i ragazzi non hanno detto. Riservatevi un paio di regole che potrete aggiungere in corso d’anno.

In questo primo incontro si può anche iniziare a far girare un libretto tra i ragazzi in cui ciascuno di loro, a turno, scrivono le attività fatte ed il loro significato.

3° Incontro

Confessioni di inizio anno

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-> IMPORTANTE: Presentare il torneo di calcio Balilla del 5/6 novembre organizzato dal Circolo Noi e spingere perché si iscrivano più persone possibili. Valevole per la “Super Coppa Resanese” (in palio 5 punti al vincitore, 3 al secondo ed 1 al terzo per il torneo maschile mentre in palio 7 punti al vincitore, 4 al secondo ed 2 al terzo per il torneo femminile).

4° Incontro -> pag. 11-12 catechismo

Dio ha un progetto per noi: tocca a noi scoprirlo

Preghiera

Attività

Proporre ai ragazzi tre/quattro tipi di attività diverse (ad esempio: portare dei vestiti e ciascuna ragazza può immedesimarsi nel ruolo di modella; portare dei fogli colorati, forbici, colla ed un disegno per fare un mosaico; un pezzo di legno con chiodi e martello…privilegiate attività manuali). Ciascun ragazzo potrà scegliere quale attività fare. Per circa quindici minuti si lasceranno i ragazzi fare l’attività che preferiscono ed i catechisti/animatori potranno aiutare i ragazzi e dare loro dei consigli.

Poi si parla con loro per vedere come è andata. Si potranno fare ai ragazzi delle domande mirate per condurli a capire il senso dell’attività. Ad esempio chiedere chi ha trovato subito l’attività che gli piaceva, chi invece ne ha provate un paio, chi sapeva già come si faceva un’attività e chi invece ha imparato o comunque migliorato durante questi 15 minuti (sicuramente ci saranno alcuni ragazzi che non sapevano bene come mettere il chiodo nel legno)…

Il senso dell’attività è che davanti a noi abbiamo tantissime strade (noi ne abbiamo presentato solo 3-4 per semplicità) e sta a noi scegliere quale vogliamo intraprendere nella nostra vita. Tra le tante strade davanti a noi, Dio ci dice che una in particolare è quella che fa per noi. Tra le tante possibilità che abbiamo, Dio ce ne propone una che è quella che ci realizzerà, che ci renderà felici. Non tutti sanno bene fin da subito cosa Dio gli chiede: magari provano strade diverse, finchè trovano la loro (chi ha provato attività diverse). Non tutti quando iniziano un percorso sanno già fare bene tutto, ma nel corso del tempo, grazie a Dio che gli è vicino, imparano (chi non sapeva bene mettere il chiodo e poi ha imparato). Ci vogliono anche persone sia che ci aiutano a capire che strada fa per noi sia che ci aiutino nel percorrere quella strada (catechisti e animatori che hanno aiutato i ragazzi). Ci potranno anche essere ragazzi che non hanno fatto alcuna attività o che tra quelle proposte non gli piacevano nessuna: nella vita ci saranno molti momenti in cui non sapremo bene cosa fare ed in cui sembra che non ci siano soluzioni che fanno per noi. L’importante è non abbattersi in questi momenti, non lasciarsi andare ma chiedere aiuto a Dio e alle persone che ci stanno vicine perché ci aiutino a trovare la nostra strada.

Nessuno però ha obbligato i ragazzi a fare una determinata attività e li ha costretti per forza a dover fare qualcosa. Allo stesso modo Dio non ci impone nulla: siamo noi che scegliamo se voler scoprire prima ed accettare poi il disegno di Dio. Sappiamo però che il disegno di Dio è scritto dentro di noi e non accettarlo sarebbe come togliere una parte di noi stessi, rifiutare la nostra piena realizzazione…non essere mai pienamente felici.

-> IMPORTANTE: Spingere per il torneo di calcio Balilla del 5/6 novembre organizzato dal Circolo Noi. Valevole per la “Super Coppa Resanese” (in palio 5 punti al vincitore, 3 al secondo ed 1 al terzo per il torneo maschile mentre in palio 7 punti al vincitore, 4 al secondo ed 2 al terzo per il torneo femminile).

5° Incontro

L’importanza di ascoltare ed imparare dagli altri

Preghiera

Attività.

Testimonianza di un animatore o altra persona sulla loro esperienza di cresima.

Si può lasciare massima libertà sul cosa dire. Se preferiscono avere una traccia, questa potrebbe essere un’idea:

- Come si sono preparati alla Cresima;

- Come hanno vissuto la cresima e se è cambiato qualcosa in loro;

- Qualche momento o segno esterno (crocifisso/libretto…) di catechismo/ACR/campiscuola che hanno significato molto per loro e che ricordano ancora oggi;

- Un momento in particolare della loro vita in cui pensano che Dio ci “abbia messo lo zampino” per fargli capire cosa Dio voleva da lui ed in cui hanno sentito qualcosa di strano nel loro cuore, qualcosa che potrebbe essere stata la presenza dello Spirito Santo ricevuto nella Cresima.

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-> IMPORTANTE: Ricordare anche il torneo di calcio Balilla del 5/6 novembre organizzato dal Circolo Noi. Valevole per la “Super Coppa Resanese” (in palio 5 punti al vincitore, 3 al secondo ed 1 al terzo per il torneo maschile mentre in palio 7 punti al vincitore, 4 al secondo ed 2 al terzo per il torneo femminile).

6° Incontro

Preparazione alla “Domanda di Ammissione al cammino di preparazione alla Cresima”.

Preghiera

Attività.

Dividere un cartellone in due: da una parte scrivere “Ideale” e dall’altra “Pratico”. Spiegare che i ragazzi dovranno scrivere nella prima parte un impegno ideale, difficile da portare avanti (amare tutti, pregare sempre Dio, aiutare il prossimo…) e nella seconda invece degli impegni più pratici e precisi (preparare e spreparare la tavola ogni sera, dire un’Ave Maria ogni mattina, andare a messa la domenica…). A questo punto verranno lasciati sul tavolo dei pennarelli e ciascuno scriverà almeno un impegno per ogni categoria sul cartellone (se ne possono scrivere anche tanti). Non è l’impegno che si prenderanno: per il momento è sufficiente scrivere ciò che viene loro i mente, liberamente. Terminata questa fase, ciascuno potrà prendere spunto dal cartellone per scegliere due impegni, uno “Ideale” e l’altro “pratico”. Questo sarà l’impegno che si porteranno avanti fino alla Cresima.

Per il tempo rimanente, i ragazzi potranno iniziare a fare qualcosa per preparare la messa della domenica dopo (tagliare i cartellini da distribuire in chiesa…)

-> IMPORTANTE: presentare ai ragazzi la festa del 27 novembre (festa dei gruppi giovani). Dire che se ci sono dei ragazzi disponibili a fermarsi sabato 26 novembre, li si possono coinvolgere nella presentazione di quello che stiamo facendo.

7° Incontro Preparazione della Celebrazione Eucaristica di domenica 28 novembre con il Rito della presentazione della Domanda di Ammissione al cammino di preparazione alla Cresima.

Preghiera

Attività.

Leggere la Domanda e far sottolineare ai ragazzi 2 frasi/parole che li hanno colpiti e dire perché li ha colpiti proprio questa frase. Poi compilare la domanda di ammissione inserendo le due frasi ed il perché nel primo spazio vuoto (perché…) e l’impegno scelto la settimana scorsa nel secondo spazio vuoto (e in questo cammino mi impegno a…)

-> IMPORTANTE: presentare ai ragazzi la festa del 27 novembre (festa dei gruppi giovani). Ricordare che se ci sono dei ragazzi disponibili a fermarsi sabato 26 novembre, li si possono coinvolgere nella presentazione di quello che stiamo facendo.

8° Incontro - I di avvento- -> pag. 31-32 catechismo

Dio si è fatto uno di noi, per farci come Lui

Preghiera

Lettura di Lc 2, 1-7

In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

Attività.

Sono stati scelti due ragazzi che dovevano comportarsi male e senza ascoltare nessuno.

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Il resto del gruppo doveva cercare di fermarli (con metodi più o meno gentili) e spiegargli il perché comportarsi come dice Gesù è meglio.

Ad un certo punto abbiamo sentito una musica di sottofondo, molto bassa. Si poteva sentire solo facendo silenzio.

L’attività significa questo: Dio e Gesù potevano scegliere di venire dal Cielo ed imporre con la forza ciò che era meglio per noi. Potevano imporci di voler bene a tutti, di non far del male a nessuno, di pregare ogni giorno…

Noi stessi, durante l’attività, abbiamo provato la sensazione di vedere delle persone che non si comportano come dovrebbero ed essere stati messi in difficoltà sul come fare per fargli capire come bisogna comportarsi.

Dio ha scelto di non usare la forza, di non scendere dal Cielo ed imporre. Ha scelto invece di venire parlando agli umili, senza strafare, nascendo in una capanna come uno qualsiasi. Ha scelto di parlarci e non di urlare. Ha scelto di convincerci senza imporci nulla. Ha scelto di lasciarci liberi di scegliere se accettare il Vangelo oppure no.

La sua stessa voce è molto discreta: bisogna fare silenzio per ascoltarla. È facile rifiutare la sua voce e non ascoltarla: Lui non ci impone e non urla. Proprio come nell’attività, dove la musica era talmente bassa che se non c’era silenzio non riuscivamo a sentirla.

Gesù però ci affida lo Spirito Santo per aiutarci. Anche la sua voce è discreta e bassa. Ma se lo ascoltiamo, ci dà la forza e la carica per essere veri cristiani, fino in fondo. Proprio la cioccolata, ci dà l’energia per affrontare ogni giorno al meglio. Ed il catechismo si conclude nel migliore dei modi: distribuendo un kinder o simile a tutti i ragazzi.

-> IMPORTANTE: presentare ai ragazzi la festa del 27 novembre (festa dei gruppi giovani). Dire che se ci sono dei ragazzi disponibili a fermarsi sabato 26 novembre, li si possono coinvolgere nella presentazione di quello che stiamo facendo.

9° Incontro - II di avvento - Confessioni di Natale

Verrà anche chiesto ai ragazzi come sta andando l’impegno. Poi verrà distribuita anche la tabella “come va il mio impegno”, da compilare ogni giorno.

10° Incontro - III di avvento -

Gesù è la luce del mondo

Preghiera

Lettura di Mt 5, 14-16

Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.

Attività.

Iniziare l’attività cercando di fare coi ragazzi un riassunto delle attività e dei concetti principali sviluppati fino ad ora.

Poi consegnare a ciascun ragazzo un lumino spento; abbassare le persiane in modo che sia tutto buio ed accendere una candela in mezzo alla stanza. Spiegare ai ragazzi che Dio e Gesù sono la luce che illuminano la nostra vita. Noi possiamo accettare di farci illuminare da Lui oppure possiamo rifiutarlo.

Certo però che se lo accettiamo, anche la nostra vita assume un senso: un lumino spento non ha senso di esistere e non trova la sua realizzazione. Se invece il lumino (cioè noi) accettiamo di farci “accendere”, ecco che tutto inizia ad avere un senso, ci sentiamo realizzati e felici. A questo punto accendere 3-4 lumini e poi lasciare che siano gli altri lumini ad accendere i compagni. Chiedere se ora è più bello: si sentono sicuramente più felici col lumino acceso che non col lumino spento. Far notare anche come sono stati alcuni dei ragazzi a far accendere il fuoco a dei loro compagni: spesso Dio si serve di noi per farsi conoscere agli altri, per accendere Dio in chi ci sta vicino.

Adesso chiedere ad un paio di ragazzi di spegnere il loro lumino. Chiedere se è stato difficile spegnerla. Allo stesso modo è molto facile “spegnere” il nostro lumino, non accogliere Dio nei nostri cuori (richiamare attività della musica bassa). Noi invece dobbiamo sempre cercarLo. Infine, possiamo anche rifiutare di essere sale della terra e luce del mondo, però allo stesso tempo dobbiamo ricordarci che quella persona che Dio ci ha affidato non avrà magari la possibilità di essere acceso se noi non proviamo a fare qualcosa per loro. In altre parole, possiamo decidere di spegnere il nostro lumino ma ricordiamoci che non solo ciò significa non essere noi felici, ma significa anche avere la responsabilità di non aver acceso quei lumini che ci erano vicini e che magari potevano essere accesi solo da noi.

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11° Incontro - IV di avvento -

Piccolo ritiro durato fino alle 15:40 comprensivo di 20 minuti di deserto in cui rispondere a delle domande.

PROPOSTA DI PROGRAMMA DI II MEDIAEssere un gruppo unito, membra di un unico corpo e testimoni del suo progetto.

Preghiera

Lettura Lettera ai romani, cap. 12 versetti 4-8.

Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.Avendo pertanto carismi differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo carisma di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

Attività

Ciascun ragazzo porta una scatola di yogurt magro (senza zucchero) ed 1 frutto. Animatori e catechisti porteranno una decina di coltelli e cucchiaini, 1 kg di zucchero, 1 cucchiaio ed un recipiente molto capiente. Ad inizio attività i ragazzi dovranno tagliare la frutta e metterla in un recipiente molto capiente, poi si aggiungerà lo yogurt magro e si farà assaggiare 1 cucchiaino ai ragazzi lo yogurt ottenuto. A questo punto si chiede ai ragazzi se è buono oppure no, se va bene così o manca qualcosa.

Si spera dicano che manca lo zucchero. Si aggiunge quindi lo zucchero, si mescola per bene e si fa un altro giro per far assaggiare a tutti i ragazzi un cucchiaino dello yogurt con frutta e zucchero. Richiedere ai ragazzi se adesso è più o meno buono (qualcuno che risponde meno c’è sempre: si potrebbe allora mettere da parte un po’ di yogurt amaro per il motivo che spiegherò più avanti).

-> La frutta rappresenta le persone (ragazzi, catechisti e animatori), lo yogurt rappresenta la forza del gruppo (voglia di stare insieme, gioia di ritrovarsi…) mentre lo zucchero rappresenta Dio. La voglia di stare insieme senza delle persone con cui fare gruppo non conta nulla, persone che si ritrovano ma senza la gioia e l’affiatamento hanno poco gusto, un gruppo affiatato di persone senza Dio manca di qualcosa. Il nostro gruppo, per essere buono e dolce, dovrà essere composto da persone che si vogliono bene, che amano stare insieme, ma dovrà anche mettere al centro del loro stare insieme Dio ed il Vangelo (Amare Dio ed il prossimo, venire a catechismo ed ascoltare, essere attenti agli altri…)

-> Il nostro gruppo e la Chiesa tutta è fatta proprio come il nostro yogurt. C’è chi ha portato yogurt e frutta, chi ha portato lo zucchero, chi i coltelli… ciascuno porta qualcosa per creare una comunità in cui c’è tutto quanto. Ciascuno però può accettare di portare il suo contributo oppure no: se non lo porta il resto della comunità rimarrà senza qualcosa di utile (una mela, un recipiente…). Si può riprendere la “Lettera ai romani” di Paolo.

-> Sembrerà banale ma non lo è. Per iniziare fin da subito a creare uno spirito di gruppo ed affiatamento è importante che quando l’animatore passa a far assaggiare lo yogurt usi sempre lo stesso cucchiaino. Inoltre, alla fine dell’attività, finito di spiegare tutto, si lascia che i ragazzi, ognuno col proprio cucchiaino, mangino insieme lo yogurt dall’unico grande recipiente centrale. In questo modo, anche se a leggere adesso non sembra, si crea un bel clima di gioia e si inizia a creare un bel affiatamento tra i ragazzi. È un particolare da non trascurare. (chiedete prima di iniziare se c’è qualcuno con qualche malattia infettiva, ma se è a catechismo non credo; se qualcuno ha risposto che era più buono lo yogurt senza zucchero potete fargli mangiare dalla ciotolina messa da parte con lo yogurt amaro di cui si diceva sopra: vedrete che si ricrederà sulla sua risposta).

3° Incontro

Preghiera

Lettura Lc 12, 4-8.

«I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà.Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

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Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro!Sappiate questo, che se il padrone di casa conoscesse a che ora verrà il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.Anche voi siate pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».

Attività

Dopo la lettura della propria domanda si costruisce in gruppo un “testimometro”, ovvero un recipiente trasparente alto e stretto e con tre tacche: grande- in cammino- pigro. Costruito il testimometro, ciascuno riempirà di sabbia il recipiente fino al livello giusto per lui.

Si riprende l’attività della settimana precedente e si dice ai ragazzi: attenzione con gli impegni, perché a ciascuno è richiesto di fare qualcosa, qualcosa che Dio chiede solo a noi (solo noi possiamo mettere quella mela, quella banana…). Il testimometro ci sarà utile per chiarire a noi stessi quanto ci stiamo impegnando verso le persone che ci stanno vicine. E attenzione con la Cresima: la cosa più importante e che dà gusto allo yogurt è lo zucchero, Dio. È importante però saperlo accogliere, gustare, valorizzare. Nella Cresima Dio entrerà dentro di noi attraverso lo Spirito Santo. Ma dobbiamo farci trovare pronti. Sappiamo già che fra un anno e mezzo arriverà in noi lo Spirito Santo: mica saremo così polli da farci trovare impreparati? Il testimometro ci sarà utile per chiarire a noi stessi quanto ci stiamo impegnando per arrivare preparati all’incontro con Dio.

A questo punto chiacchierare un po’ coi ragazzi se secondo loro è importante farci trovare pronti e come fare per prepararci.

Si può prendere spunto da pag. 12 del catechismo e concludere con preghiera pag 25 della guida (sezione “sale dell’alleanza”).

4° Incontro

5° Incontro -> pag. 30 catechismo

Imparare a scegliere ciò che è importante: Gesù è importante per noi?

Preghiera

Lettura Apocalisse 3, 15-17; 20. (Premettere che si tratta di un brano un po’ duro, ma pieno di significato)

Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Oh, magari tu fossi freddo o caldo!Ma siccome tu sei tiepido e non sei né freddo né caldo io ti vomiterò dalla mia bocca.Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!" Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo.Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti.Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.

Attività.

Preparare 3 calici: uno deve essere bellissimo ma dentro vuoto; gli altri due devono essere assolutamente normali ma con uno che non contiene nulla e l’altro che contiene del vino (o in alternativa succo di frutta). I ragazzi dovranno scegliere un calice per loro. Potranno confrontarsi tra loro, discutere, ragionare insieme. Poi ciascuno scriverà in un bigliettino quale calice ha scelto (n° 1, 2 o 3). Si riprendono alcune frasi dette dai ragazzi durante la discussione e si cerca di condurli verso il senso di ciascun calice. Il calice bello e vuoto rappresenta l’uomo che pensa all’esteriorità, a come apparire, a come viene giudicato dalle altre persone… Il calice normale e vuoto rappresenta invece persone che non cercano di riempire la propria vita con qualcosa di bello e di buono, che si accontentano di ciò che arriva, che non provano a fare della loro vita qualcosa mi meraviglioso e di positivo, che sono aride dentro il loro cuore… Il terzo calice rappresenta invece quello a cui il cristiano dovrebbe mirare: Gesù è venuto nella mitezza e nell’umiltà, non è venuto su di uno splendido cavallo con gli angeli che lo portavano sulla terra. È nato e cresciuto come un ragazzo normale. Ma Lui per primo e a tutti noi cristiani chiede di fare della nostra vita qualcosa di bello, di rendere la nostra vita ricca di frutti, fecondi nell’Amore.

Inoltre verrà riproposta l’attività svolta il 27 novembre 2004: prima dell’incontro qualcuno dovrà portare una radio ed accendere della musica soft a basso volume. I ragazzi quando entreranno faranno confusione e non si accorgeranno della musica. Ad un certo momento qualcuno sentirà la musica e dirà agli altri di fare silenzio per riuscire a capire di cosa si tratta. La musica rimarrà di sottofondo per tutta l’attività: quando faranno silenzio si sentirà, quando parleranno

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tra di loro non si sentirà più. Cosa sta a simboleggiare questa musica? Simboleggia lo Spirito Santo. Dio ci parla attraverso lo Spirito Santo, ma lo fa in modo discreto, pacato, sottovoce. Non urla, non cerca di imporsi. Per sentirlo dobbiamo fare silenzio dentro di noi e dobbiamo VOLERE ASCOLTARLO, noi per primi. Se non vogliamo ascoltarlo e non ci sforziamo con tutti noi stessi di ascoltarlo, non lo sentiremo mai perché Lui non alza la voce. Sempre, ma soprattutto nei momenti in cui dobbiamo prendere delle decisioni importanti, è bene chiedere il Suo aiuto e mettersi in ascolto di ciò che vuole dirci.

Alla fine dell’incontro si consegnano ai ragazzi 3 domande:

Quali scelte ho fatto?

Perché ho fatto queste scelte?

Quali difficoltà ho incontrato?

Su queste tre domande si discuterà l’incontro successivo, parlando delle scelte fatte durante la settimana trascorsa ed alcune delle scelte più importanti che hanno preso nella loro vita.

6° Incontro -> pag. 30 catechismo

Imparare a scegliere ciò che è importante: Gesù è importante per noi?

Preghiera

Lettura Mc 14, 29-31; 66-72.

Allora Pietro gli disse: «Quand'anche tutti fossero scandalizzati, io però non lo sarò!»Gesù gli disse: «In verità ti dico che tu, oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo abbia cantato due volte, mi rinnegherai tre volte».Ma egli diceva più fermamente ancora: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

-> Poi Gesù viene arrestato dai romani ed il Vangelo continua in questo modo.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle serve del sommo sacerdote; e, veduto Pietro che si scaldava, lo guardò bene in viso e disse: «Anche tu eri con Gesù Nazareno».Ma egli negò dicendo: «Non so, né capisco quello che tu dici». Poi andò fuori nell'atrio [e il gallo cantò].La serva, vedutolo, cominciò di nuovo a dire ai presenti: «Costui è uno di quelli». Ma lui lo negò di nuovo.E ancora, poco dopo, coloro che erano lì dicevano a Pietro: «Certamente tu sei uno di quelli, anche perché sei Galileo».Ma egli prese a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo di cui parlate».E subito, per la seconda volta, il gallo cantò. Allora Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detta: «Prima che il gallo abbia cantato due volte, tu mi rinnegherai tre volte». E si abbandonò al pianto.

Attività.

Per tutto l’incontro si può lasciar parlare i ragazzi, cercando di rispondere alle tre domande lanciate nel 5° incontro, ovvero:

Quali scelte ho fatto?

Perché ho fatto queste scelte?

Quali difficoltà ho incontrato?

Lasciare che i ragazzi parlino liberamente. Se hanno difficoltà ad iniziare, si può chiedere a qualcuno dei ragazzi più vivaci che hanno partecipato al torneo di calcio balilla se sono andati, perché ci sono andati, se secondo lui è importante partecipare a ciò che organizza il circolo NOI… oppure ancora si può chiedere perché vengono a catechismo, se a volte avrebbero voglia di rimanere a casa ed invece vengono (e perché)…

Verso la fine della chiacchierata, richiamare il Vangelo letto per dire che seguire e scegliere Gesù non è facile. Anche Pietro, l’uomo scelto da Gesù stesso per guidare la Chiesa, lo ha rinnegato. L’importante però è sapere che Dio ci perdona tutto, chiedere perdono e ripartire per scegliere Gesù. Richiamare inoltre l’attività della volta scorsa: per scegliere bene Gesù dobbiamo ascoltarlo, ma la sua voce discreta…

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7° Incontro

Vincere le tentazioni

Preghiera

Lettura Mt 4, 1-11.

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,ed essi ti porteranno sulle loro mani,perché tu non urti con il piede contro una pietra"».Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:«Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.

Attività.

Attività da svolgere prima di dividere i ragazzi nei 3 gruppi di catechismo.

Separare i ragazzi in due gruppi. Ciascuno dei due gruppi andrà in una stanza con delle cose buone da mangiare (pane e nutella, cioccolatini, caramelle…). In un gruppo però ciascuno dei componenti dovrà riuscire a resistere alla tentazione di mangiare qualcosa; mentre nell’altro gruppo ci saranno un paio di ragazzi che potranno mangiare ciò che vogliono e quanto vogliono mentre tutti gli altri dovranno cercare di resistere alla tentazione di mangiare. Si potrebbero mettere anche in palio dei punti per la coppa finale: 1 punto per ciascuna persona che resiste alla tentazione. Si rimane lì circa dieci-quindici minuti e poi ci si divide nei soliti 3 gruppetti di catechismo. Nel proprio gruppo si espone cosa è stato fatto (metà saranno andati in un gruppo e metà nell’altro) e poi si lascia parlare loro: è stato facile resistere? È più facile resistere dove gli altri mangiano e dove tutti insieme si cerca di resistere?... e via dicendo.

Il senso primo è abbastanza semplice, ma si può scavare un po’ di più: Tutti noi abbiamo delle tentazioni, anche Gesù le ha avute. Non è quindi peccato avere delle tentazioni ma cadere in tentazione. È più facile resistere i compagnia di chi non cede: Gesù non ci chiede di voltare le spalle a chi cade in certe tentazioni o commette certi peccati ripetutamente (Lui stesso era assiduo frequentatore dei “peccatori del tempo”) ma ci chiede di stare in guardia: se non siamo sufficientemente forti da resistere a certe tentazioni, non andiamole a cercare…Don Bosco diceva spesso di stare lontani dalle brutte compagnie, ma non perchè essere cristiano significa non stare in compagnia di certe persone (Don Bosco per primo era sempre in mezzo a gente giudicata a quel tempo “poco di buono”) ma perché dobbiamo prima imparare ad essere forti e non farci influenzare dagli altri. Cosa importantissima e fondamentale: la migliore compagnia è sempre e comunque Gesù, Lui che non ha ceduto alle tentazioni e Lui che ci Ama e ci sta sempre accanto.

Inoltre, se qualcuno ha ceduto alla tentazione di mangiare, si può far notare come quando anche uno solo del gruppo cede, porta delle conseguenze negative a tutto il gruppo. Infatti, il mangiare ha innanzitutto sottratto un punto alla squadra. Ma poi quando una persona cede induce anche altre persone a fare lo stesso. Per finire, cedendo crea delle piccole “crepe” nel gruppo, perché ci sono delle persone che rispettano le regole ed altre invece che non le rispettano mentre per essere un gruppo unito e compatto tutti devono rispettare le regole del gruppo e lavorare per il bene del gruppo e non per il proprio vantaggio. Ciascuno di noi ha quindi la libertà ma anche la responsabilità di comportarsi come crede: può comportarsi come vuole, ma deve ricordarsi che un suo comportamento positivo porta beneficio a tutto il gruppo mentre un suo comportamento negativo porta negatività a tutto il gruppo.

-> Alla fine dell’incontro, si va tutti a mangiare quello che è rimasto (tranne chi aveva già fatto degli “assaggi” prima: bisogna anche premiare chi rispetta le regole e non premiare sempre tutti indistintamente).

-> IMPORTANTE: ricordare ai ragazzi la festa del 27 novembre (festa dei gruppi giovani). Ricordare che se ci sono dei ragazzi disponibili a fermarsi sabato 26 novembre, li si possono coinvolgere nella presentazione di quello che stiamo facendo.

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8° Incontro - I di avvento -

Confessioni

Possibile proporre l’attività della mela marcia: infiltrare dell’inchiostro all’interno della mela con una siringa, in modo che dall’estero non si veda nulla. Davanti ai ragazzi poi si taglia la mela a metà e…schifezza impressionante: la mela all’interno sarà tutta nera (o rossa a seconda dell’inchiostro). Quella mela sarà assolutamente immangiabile e brutta da vedere. Lo stesso diventa il nostro animo se non ci facciamo perdonare da Gesù, non chiediamo a Lui scusa e non ci proponiamo poi di ricominciare tutta da capo.

Mai provato: si potrebbe anche mettere in una seconda mela molto molto inchiostro, fino a che la mela inizia a prendere colore all’esterno: se mai rimettiamo a Dio i nostri peccati, un po’ alla volta diventeremo brutti anche all’esterno (scontrosi, aggressivi, egoisti…).

9° Incontro - II di avvento-Avvento: tempo di speranza e di attesa in un Gesù che viene a sconvolgere le regole del mondo

Preghiera

Lettura Mt 5, 3-12.

«Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.

Attività.

Si farà un gioco in cui ci saranno delle fish da puntare. Un gioco semplice e veloce (o ruolette, o dadi, o qualche gioco con le carte in cui puntare soldi su una certa carta…). Si darà un certo ammontare iniziale (20 fish) e si inizierà a puntare e giocare. Il catechista e/o l’animatire saranno coloro che tengono il banco e fungeranno anche da “banca” per chi dovesse finire i soldi. Applicherà interessi molto alti (per u prestito di 10 fish, una in più da restituire ad ogni lancio). Altri compagni potranno decidere di prestare soldi a tassi inferiori rispetto a quelli della banca. L’animatore dovrà incitare al rischio, tenere alto il clima di tensione, aizzare le persone che hanno prestato soldi a farseli restituire. La banca può una soglia che decreterà la banca rotta: in tal caso il ragazzo dovrà scopare per terra o fare altri lavori umili per prendere qualche soldo. Si può anche decidere che chi alla fine avrà più fish farà guadagnare 5 punti alla sua squadra per la coppa finale. Poi si analizzano le dinamiche del gioco.

C’è chi vince: contento, ma la sua ricchezza si basa sulla povertà di altre persone, sulla fortuna (che domani può girare e ridurti a non avere nulla), a volte ci si arriva anche perché si è crudeli verso gli altri. C’è chi perde: per sfortuna, perché non ha saputo accontentarsi delle sue ricchezze, perché ha rischiato troppo, perché ha pensato di farcela con le sue sole energie…C’è chi ha fatto prestiti, ma ha preteso con forza la restituzione di quanto dovuto.C’è chi non ha fatto alcun prestito per paura di dover poi chiedere credito alla banca a tassi elevatissimi…Regnava ansia e tensione ad ogni lancio…Altro che è emerso durante il gioco (max 15 minuti).

Questa la dinamica del mondo in generale. Gesù invece viene a sconvolgere questa struttura del mondo e a stravolgere il modo di pensare e di essere credenti. Con Gesù tutti possono vincere e la gioia più grande non avere quante più ricchezze possiamo avere ma cercare che quante più persone al mondo abbiamo più ricchezze possibili (ricchezze= Gesù e quanto dice nel Vangelo, non ricchezza materiale). Con Gesù, se qualcuno ha sbagliato, non deve pagare con interessi altissimi il suo errore perchè tutto gli viene perdonato: con la nascita di Gesù e con l’istituzione del battesimo il cristiano rinasce a vita nuova e viene purificato dal peccato originale. Con Gesù non prevale l’ansia di perdere, la paura di non riuscire, il desiderio di sopraffare il prossimo: vince l’Amore, l’attenzione al prossimo, la serenità, l’aiuto reciproco, la preghiera e l’affidarsi con fiducia a Dio.

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-> Le stesse beatitudini sono un passo che capovolge i valori umani!

Con Gesù vince la gioia di vivere, il rispetto e l’attenzione per l’altro, la SPERANZA. In questo periodo di avvento dovremmo allora metterci in un atteggiamento di attesa verso colui che verrà a sradicare il modo utilitaristico di pensare dell’uomo per fare spazio alla legge dell’Amore.

-> Alla fine dell’attività si potrà lanciare anche un impegno per l’avvento.

-> Si può anche far durare questo gioco per mezzora e sostituire questo gioco col gioco finale da fare all’esterno. Si può quindi decidere anche di preparare questo incontro già all’inizio dell’anno e tenerlo pronto per quando ci sarà un giorno di pioggia, così da risolvere il problema del gioco. Si può anche decidere di posticiparlo se il 4 dicembre è una bella giornata per giocare fuori e fare questo incontro la settimana successiva (che magari farà brutto tempo).

10° Incontro - III di avvento -Preparazione ed animazione della Messa

Preghiera

Lettura del Vangelo della domenica e magari spiegare una parte della Messa.

Attività.

Approfittare di questi momenti per provare quei due-tre canti che i ragazzi conoscono meglio e provare magari a cantarli durante la messa con la chitarra. Per fare questo, sarà utile coordinarsi anche con il coro Chiara Genziana perché la Messa diventi davvero un momento di gioia e preghiera profonda, anche attraverso il canto.

11° Incontro - IV di avvento -

Celebrazione (piccolo ritiro che durerà l’intero catechismo).

Non è previsto il gioco finale.

Alcune osservazioni su cui discutere

Si è notato che a volte lo spazio dedicato alle attività rischia di non lasciare spazio alle esternazioni dei ragazzi. Ci si concentra sul messaggio che si vuole far passare rischiando di lasciare poco tempo alle parole dei ragazzi. Se ciò dovesse accadere, si potrà decidere di accorciare alcune attività o saltarne qualcuna per dedicare alcune giornate solo ed esclusivamente a “chiacchierate” su tematiche in cui i ragazzi si sono dimostrati particolarmente interessati (oppure ad un certo punto dire: quale attività vi è piaciuta di più? A da lì partire per parlare con loro delle tematiche che varranno da loro proposte).

POTENZIALI ATTIVITÀ PER III MEDIAPremessa

Nei miei ragazzi ho avvertito molto forte l’incapacità di pregare e mettersi in ascolto di Dio. Loro capiscono l’importanza dei principi del Vangelo e riconoscono l’importanza dei valori tipicamente cristiani (amore per il prossimo soprattutto) ma sembrano non aver afferrato l’importanza di Dio in senso stretto, l’importanza di cominciare a sentire la sua presenza. In sostanza, non hanno capito l’importanza della preghiera e di Dio.

Probabilmente, mentre un tempo in famiglia si pregava insieme e veniva spontaneo farlo, oggi nessuno insegna loro veramente come si prega e così si trovano disorientati. Non avvertono l’importanza della preghiera anche perché nessuno ha insegnato loro come si prega. Non avendo quindi sperimentato la grande forza della preghiera, non possono nemmeno ritenerla importante e la vedono solo come una cosa noiosa.

Se i nostri ragazzi, come sembrano effettivamente fare, sposeranno il Vangelo in “senso laico” (ok, il Vangelo dice cose giuste, ma non riconosco Dio al centro della mia vita) allora ritengo che non avremo fatto il nostro dovere fino in fondo.

Ritengo sia necessario non solo insegnare il cristianesimo da un punto di vista intellettuale e conoscitivo. Per questo da parte mia propongo un cammino di catechiste impostato sull’insegnamento della preghiera, ai fini di trasmettere ai ragazzi il primo ed essenziale dei comandamenti: “Amare Dio Tuo sopra ogni cosa”.

Altra cosa che mi spinge a sostenere questa linea. I miei ragazzi non hanno capito lo Spirito Santo. Mi sono chiesto perché. Effettivamente è semplice: lo Spirito Santo si riesce a sentire (e quindi anche a capire) solo nella preghiera. Non solo (o non tanto) attraverso spiegazioni ed esemplificazioni ma soprattutto attraverso la preghiera.

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Propongo quindi un percorso che si potrebbe chiamare: INIZIAMO A PREGARE

Si tratterebbe di quattro-cinque incontri attraverso i quali spiegare ai ragazzi il significato vero della preghiera, far sperimentare loro, in modo diretto, la preghiera. Nei giorni che rientrano in questo percorso “Iniziamo a pregare” l’orario indicativo potrebbe essere questo:

14:30 – 15:00 Attività

15:00 – 15:15 Spiegazione

15:15 – 15:40 Preghiera

A fianco a questo percorso il cammino “classico” di catechismo in cui si spiegano i sette doni dello Spirito Santo e altri concetti fondamentali necessari per la cresima.

Proposta di incontri

1° Incontro

Iniziamo un cammino duro e faticoso ma che porta frutto e serenità

Attività

I ragazzi di prima e seconda media possono fare la classica giornata di apertura con i giochi. I ragazzi di terza media partiranno invece dal “Bosco del pettirosso” per arrivare al Circolo Noi facendo una sorta di “maratona”. Sarà duro e faticoso, come il cammino che stanno per intraprendere come cresimandi. All’arrivo saranno premiati i primi tre arrivati.

Poi parlerà un maratoneta descrivendo brevemente come ci si prepara e ci allena e cosa significa fare una maratona (se l’attività sarà approvata, ho già trovato qualcuno che potrebbe parlare).

Gli obiettivi principali sono:

1. Far capire ai ragazzi che il cammino che stanno per intraprendere è un cammino duro e faticoso e che è necessario impegnarsi fin dall’inizio;

2. Per raggiungere obiettivi importanti è necessario allenarsi molto;

3. Quando si raggiungono certi traguardi però, si hanno gioie e soddisfazioni enormi;

4. La cresima non è l’arrivo, ma una tappa per arrivare al vero traguardo di tutti i cristiani: il PARADISO.

Preghiera

Lettura brano di don Bosco: sogno del sentiero con spine e porta stretta che porta in cielo.

2° Incontro

Noi vogliamo impegnarci

Preghiera

Lettura del Vangelo di Matteo

Matteo 7:1 «Non giudicate, affinché non siate giudicati;Matteo 7:2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.Matteo 7:3 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?Matteo 7:4 O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?Matteo 7:5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.Matteo 7:6 Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino.

Io preferirei il Vangelo in cui si dice di non rivelare tutta la Verità a chi non vuole credere perché egli rimanga nell’ignoranza e non venga quindi condannato. Non ho però trovato i versetti.

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Attività

Riprendere l’attività del sabato precedente e parlare con i ragazzi per capire insieme a loro se sono interessati ad un cammino serio e fino a che punto sono disposti ad impegnarsi.

Spiegare poi loro che il cammino di quest’anno sarà più serio ed impegnativo dell’anno precedente perché ai ragazzi è chiesto un salto di maturità. Spiegare che ci saranno degli incontri in cui si cercherà di spiegare loro i 7 doni dello Spirito Santo, altri in cui si cercherà di insegnare loro a pregare ed altri ancora dove si spiegheranno atteggiamenti ed insegnamenti tipici del Vangelo.

Verso la fine dell’incontro potrà essere proposto loro di firmare la “Lettera d’impegno” in allegato. È fondamentale che sia data la giusta importanza a questa firma e che non sia banalizzata.

3° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

Panoramica dei Doni Spirito Santo e la realizzazione di se stessi

Preghiera

Lettura Mt 25 versetti 14-30

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque.Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due.Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone.Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro.Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque".Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore".Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due".Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore".Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo".Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse.Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti.Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono far di più.

Attività

Portare degli oggetti che rappresentano i 7 doni dello Spirito Santo. Su ogni oggetto scriviamo quale dono esso rappresenta. A questo punto spieghiamo ai ragazzi che hanno davanti a loro i doni dello Spirito Santo e chiediamo loro di sceglierne uno.

Poi prendiamo una bacinella con della sabbia e chiediamo a metà ragazzi di prendere della sabbia dalla bacinella. Fatto questo chiediamo loro di “passare” la propria sabbia nelle mani dei compagni. Fatto questo gli stessi ragazzi possono tornare alla bacinella e riempirsi di nuovo le mani. Alla fine tutti avranno le mani piene di sabbia.

A questo punto però diciamo ai ragazzi che ciascuno di loro deve cercare di prendere dagli altri o dalla bacinella quanta più sabbia possibile. Il risultato sarà sicuramente un disastro: sabbia ovunque e praticamente nessuno rimarrà con della sabbia in mano (per questo è preferibile farla fuori questa attività). Il senso di questa attività è moltelice.

1. La sabbia rappresenta la nostra felicità, o meglio la nostra piena realizzazione (dire ai ragazzi che spiegheremo in altro incontro la differenza, per adesso diciamo felicità). La caratteristica strana ma allo stesso fantastica della felicità è che più si cerca di averla dagli altri e meno la si riceve. Se tutti iniziassimo a volere la felicità dagli altri, a riceverla

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o “rubarla” agli altri, vivremmo in un mondo tristissimo (le guerre ne sono un esempio). Non solo. Nel caso la trovassimo, più cerchiamo di stringere la mano per tenerla tutta per noi, più la perdiamo .

2. La bacinella piena di sabbia rappresenta invece Dio ed il suo Amore. Se noi andiamo a Dio a mani aperte, egli ci riempirà di sabbia, di Amore (-> si può a questo punto prendere un’altra bacinella e far venire i ragazzi uno ad uno oppure un paio di loro: con il palmo aperto ed in atteggiamento positivo, si riesce a riempire tutta la mano, se invece si prova a stringere la mano ci resta ben poco). Allo stesso modo noi dobbiamo andare a Dio a mani aperte, con animo generoso altrimenti tutto l’Amore che Lui ci dà svanisce nel nulla. Dio tiene sempre una bacinella colma di sabbia per noi ma se ogni volta che ci riempiamo le mani poi la perdiamo per strada perché stringiamo, allora non ci rimarrà mai nulla. Il risultato sarà quello di pensare che Dio non ci dona felicità e finiremo col non cercare più Dio ed il Suo Amore (siamo noi invece che non la troviamo mai perché pensiamo solo a noi stessi).

3. Cosa ci dice Dio? Noi abbiamo delle doti ed abbiamo dei doni che lo Spirito Santo ci dona. Possiamo tenerci tutto per noi, nasconderle sotto la sabbia, “metterle al sicuro”. Il risultato sarà quello di essere sterili, non avere nulla dentro il cuore, finiremo per perdere la nostra felicità che solo Dio ci può dare. Oppure possiamo scegliere di metterle a disposizione degli altri, possiamo scegliere di donare, possiamo scegliere di andare verso la bacinella con cuore puro ed aperto al dono e possiamo ricevere da Dio tanta sabbia da non poterla tenere tutta nelle mani. Ricevuta la sabbia possiamo stringere la mano per tenere tutto stretto per noi (e alla fine perdere tutto) oppure possiamo scegliere di donare le nostre capacità ed il nostro Amore agli altri. Richiamando l’attività dei calici/bicchiere da scegliere, possiamo ricordare loro che lo stringere le mani ci porta ad essere calici/bicchieri vuoti, mentre aprire le nostre mani ci porta a trovare bicchieri pieni di succo per dissetarci e allo stesso tempo ci porta ad essere noi stessi bicchieri ricchi di succo. Richiamare anche l’attività dello yogurt: abbiamo dei doni che Dio ci ha affidato e possiamo scegliere di mettere la nostra parte e rendere lo yogurt più buono oppure possiamo scegliere di non farlo, sapendo però che la macedonia rimarrà priva del vostro frutto ( -> ricordare anche che comunque la parte più importante, lo zucchero, è Dio).

4. Precisazione importante: non è che nella realtà prima vado da Dio che mi riempie le mani di sabbia, poi vado via e la distribuisco agli altri, rimango senza e torno di nuovo a Dio a farmi fare la “ricarica”. No. Nella continuità della giornata, settimana, vita, deve essere un continuo rimanere con le mani aperte perché Dio è sempre presente e ci vuole continuamente riempire le mani di sabbia (= Amore e serenità). Se le trova chiuse non riesce però a darci nulla. Se invece le abbiamo sempre aperte, continueremo ad avere sempre le mani piene di sabbia perché Dio ci “ricarica” di continuo.

5. Altra precisazione importante: nel Vangelo Dio sembra essere molto severo. Ed infatti sarà così. Dio vuole assolutamente che noi cerchiamo la nostra piena realizzazione (per adesso diciamo felicità). La Sua severità nasce proprio dal fatto che vuole ammonirci e metterci in guardia: se nasconderemo i nostri talenti non riusciremo mai a trovare la nostra felicità. Cosa molto più importante, non riusciremo mai ad incontrare Dio, a capirLo ed Amarlo fino in fondo. Come per la sabbia, anche nel Vangelo coloro che stringono a sé la sabbia per averla tutta per loro rimarranno senza niente mentre chi aprirà le mani potrà accogliere ancora più sabbia e quindi a chi ha sarà dato ancora di più (non perché agli altri non viene dato, ma perché gli altri non riescono ad accogliere i doni: li nascondono, li stringono invece di aprire le mani e così non riescono a riempire le mani della sabbia che continuamente Dio ci dona). Così facendo, non riconoscono Dio ed in un certo senso si “auto-escludono”.

6. Lo Spirito Santo ci offre 7 doni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio, che verranno spiegati durante l’anno) e questi 7 doni noi li possiamo “utilizzare” al meglio per tendere a Dio e al suo Amore e per aiutare il prossimo. Solo se faremo così avremo la nostra piena realizzazione. Possiamo invece cercare di arrivare alla felicità non attraverso Dio ed i doni dello Spirito Santo ma cercando di “rubare” la felicità agli altri (o cercando comunque la nostra in cose materiali o diverse da Dio). Questo ci porterebbe a perdere tutto.

4° Incontro (INIZIAMO A PREGARE I)

Silenzio come momento importante di raccoglimento ed invocazione dello Spirito Santo

Preghiera

Lettura passo del Vangelo.

Attività

Si dispongono in cerchio i ragazzi e si spiega loro un gioco un po’ difficile all’inizio ma semplice nel complesso.

Il catechista parte a contare e dice “Uno”, il ragazzo subito alla sua destra continua dicendo “Due” e così via. Quando però c’è un numero che è multiplo di 3 (è nella “tabellina del 3) oppure contiene la cifra 3 invece del numero si deve

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dire “Boom” (leggi bum). Quindi, la sequenza sarà: uno, due, boom (il 3 ed è multiplo e quindi invece di dire “Tre” si deve dire “Boom”), quattro, cinque, boon (il sei è multiplo di 3), sette, otto, boom (il 9 è multiplo di 3), dieci, undici, boom (il 12 è multiplo di 3), boom (perché il 13 contiene il 3), quattordici, boom e così via (occhio perché arrivati al 29 ci saranno una serie di boom dal 30 al 39 perché sono tutti numeri che contengono la cifra 3). Chi sbaglia viene eliminato. Chi viene eliminato dovrà cercare di far fare confusione agli altri (solo confusione e gesti ma senza toccare nessuno). Prima di iniziare ad eliminare chi sbaglia è necessario fare due giri di prova per far capire bene il gioco.

Concluso il gioco si entra in chiesa. Si chiede poi ai ragazzi se era più facile giocare con i compagni che facevano confusione o all’inizio quando c’era un po’ più di silenzio. L’attività vuole farci capire come sia importante e fondamentale il silenzio. Se abbiamo bisogno di silenzio per fare un gioco tutto sommato semplice, figuriamoci se vogliamo metterci in ascolto di Gesù. Fare silenzio significa due cose in preghiera: silenzio esteriore (non parlare) ma anche silenzio interiore. Cercare di far capire ai ragazzi cos’è il silenzio interiore: non distrarsi e pensare ad altro, non cominciare a guardarsi in giro…

In pratica…

Non è facile fare silenzio dentro di sé. Per facilitare questo è importante una posizione corretta (in ginocchio o seduti composti), trovarsi in luoghi silenziosi e dove ci sia una certa “privacy”, non avere oggetti o elementi che possono disturbare la mente, avere un’immagine sacra di fronte per riportare continuamente la mente a Dio quando mi distraggo…

-> Consegnare ai ragazzi un’immagine sacra (potrebbe essere “Il figlio al prodigo” di Rembrandt)

Per riuscire a fare silenzio dentro di sé è importante ricordarci che da soli non possiamo riuscirci. Dobbiamo chiedere l’aiuto dello Spirito Santo (che ci aiuta anche a capire come si prega). Molto spesso si ricorre a dei ritornelli con frasi brevi ma significative, ripetendo più volte lo stesso ritornello appunto: in questo modo aiutiamo la mente perché la frase è facile da ricordare e quindi non impegna molto il cervello ma allo stesso tempo ci aiuta a non distrarci.

A questo punto si può iniziare il momento di preghiera vero e proprio alternando momenti di silenzio con un ritornello (che sia però sempre lo stesso e di max una/due righe).

Alla fine dell’incontro specificare che questo è stato probabilmente l’incontro più difficile e “noioso” ma indispensabile per capire cosa significhi fare silenzio.

5° Incontro (DONI DELLO SPIRITO SANTO)

Il Timor di Dio

Preghiera

Lettura di un passo del Vangelo…

Attività

Si prende un/a ragazzo/a a e si chiede a tale ragazzo/a di dare uno schiaffo al catechista (o qualche altra cosa a discrezione del catechista). Inizialmente avrà qualche remora (“Sei proprio sicuro che devo dartelo?”). Ovviamente bisogna scegliere un ragazzo che non sia “troppo scaltro”…

A questo punto si chiede al ragazzo perché ha esitato. Probabilmente non sarà in grado di dare una risposta precisa.

Quindi chiediamo cosa significhi secondo loro il dono del Timor di Dio e poi cerchiamo di condurli verso il vero significato e scopo di questo dono.

Il ragazzo ha forse esitato a dare uno schiaffo perché aveva paura che il catechista lo picchiasse a sua volta? Quasi sicuramente no. Non ha dato lo schiaffo non tanto per paura (magari di un castigo e punizione) ma per effetto di certo sentimento che si chiama “rispetto” e che ultimamente stiamo un po’ perdendo. Quello che lo Spirito Santo ci suggerisce attraverso il dono del Timor di Dio è proprio questo tipo di sentimento: rispetto. Non paura.

Quando abbiamo rispetto di una persona? Non tanto quando questa persona ha un ruolo di un certa importanza o quando questa persona è più forte di noi, ma soprattutto quando si vuole bene ad una persona e la si stima. Allo stesso modo lo Spirito Santo ci insegna ad avere Timor di Dio (rispetto) perché ci fa capire che Dio ci Ama, Dio è Amore, è Perfetto, è Immenso. Di fronte alla sua perfezione contrapposta alla nostra assoluta imperfezione noi non possiamo far altro che ammirare Dio, rispettarlo. Ma non è ancora tutto.

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Si pensi ai nostri genitori. Quando diventeranno anziani non ci permetteremo di picchiarli solo perché a quel punto saremo noi i più forti. Avremo rispetto per loro perché gli vogliamo bene e proviamo stima verso di loro. Per tutto quello che hanno fatto per noi e per il bene che ci vogliono.

Lo Spirito Santo, attraverso questo dono, ci insegna che il Timor di Dio non è paura ma è riconoscere la sua Santità, la sua Maestà, la sua Perfezione, il suo Amore infinito verso di noi. Di fronte al suo grandissimo Amore, noi non possiamo che ringraziarlo, lodarlo, adorarlo.

Fondamentale è capire questi due aspetti del Timor di Dio. Da un lato un sentimento di rispetto che nasce dal riconoscere la sua Onnipotenza (ci metteremmo a fare le boccacce davanti ad un re e ad una regina?). Dall’altro però un Timor di Dio che deriva dal riconoscere il suo Amore, dal percepire come Lui ci voglia bene (e sorge spontaneo quindi un sentimento di gratitudine).

C’è però anche un terzo aspetto. La nostra vita quotidiana cambia con questo dono dello Spirito Santo perché per noi diventa fondamentale non peccare più. Non più per timore di una punizione o di un castigo di Dio ma perché vogliamo bene a Dio e non vogliamo rattristarlo con un nostro comportamento sbagliato. Come quando cerchiamo di comportarci bene a casa non per ricevere una ricompensa dai nostri genitori ma perché gli vogliamo bene e non vogliamo dare loro dispiaceri.

A questo punto, viene da sé anche il fatto che questo ci porta ad essere obbedienti a Dio, ad ascoltarlo e a mettere in pratica la sua Parola: non posso rispettare, stimare e amare Dio, riconoscere che Lui è Onnipotente ed Onnisciente e poi non ascoltare ciò che ci dice.

6° Incontro (INIZIAMO A PREGARE II)

Atto penitenziale come momento per chiedere perdono a Dio ed essere “leggeri” e pronti per l’incontro con Dio.

Attività (-> utile anche per riprendere il dono del Timor di Dio)

Si dividono i ragazzi in due gruppi diversi che dovranno fare due attività diverse. Il primo gruppo avrà il compito di portare qualcosa di pesantissimo dal circolo noi alla chiesa. Il catechista del secondo gruppo dovrà invece sporcare il viso dei ragazzi stile “Marines” (è sufficiente prendere un tappo di sughero, scaldare il fondo con un fiammifero annerendolo e poi utilizzare quello). Poi saranno accompagnati dal catechista a prendere un ghiacciolo da Stocco o Zizzola. Per questo secondo tipo di attività sarà difficile convincerli tutti, quindi sarà più facile chiedere prima due volontari e questi due volontari saranno poi sporcati e portati a prendere il ghiacciolo.

Si richiama la maratona e si chiede ai ragazzi della prima attività se sarebbero stati in grado di fare la stessa cosa con un peso come quello appena trasportato. Il cammino per arrivare a conoscere e capire Dio è lungo e tormentato e per proseguire in questo cammino è necessario liberarci dei fardelli che ci portiamo nell’anima.

Si chiede ora ai ragazzi che sono entrati al bar col viso sporco cosa hanno provato e perché (probabilmente vergogna perché erano sporchi). Questa rappresenta il nostro cuore che spesso, di fronte a Dio, non si sente libero e sereno ma si vergogna perché è sporco. Per riuscire ad avere un rapporto sereno con Dio è necessario quindi prima accorgerci che siamo sporchi (non è così banale, basti osservare a quante volte pensiamo di non aver poi commesso chissà che peccati) e poi lavarci attraverso la confessione.

Come ci aiuta in questo lo Spirito Santo? Attraverso i suoi doni, tra cui anche il Timor di Dio. Con questo dono riusciamo a capire meglio come siamo davvero piccoli e miseri di fronte a Lui e che abbiamo bisogno di lavarci ben bene per poter metterci di fronte a Lui.

Se non riconosciamo i nostri peccati, se non alleggeriamo il nostro cuore dalla pesantezza di tali peccati e se non ci laviamo prima di accostarci a Dio, non riusciremo mai ad entrare in comunione con Lui (-> i santi si confessavano anche ogni giorno non perché erano più peccatori di noi, ma perché riconoscevano i propri peccati e si vergognavano che di fronte a Dio così Buono loro fossero ancora così imperfetti).

In pratica…

Facciamo un po’ di silenzio nel nostro cuore ed invochiamo lo Spirito Santo.

Consegniamo un brano del Vangelo relativo al peccato.

Consegniamo queste domande alle quali devono rispondere: Quali sono i nostri fardelli? Cos’è che ci appesantisce il cuore? C’è qualcosa che mi fa comprendere che di fronte a Dio sono nulla? Cosa in particolare?

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Momento di silenzio dopo aver risposto alle domande in cui devono pensare nel loro cuore a come sia effettivamente buono e grande Dio e come invece noi siamo così miseri.

7° Incontro

Preparazione alla Messa

Propongo di animare la messa con tutte le medie, in modo da avere un minimo di voce per cantare e fermarsi dopo messa in centro per una cioccolata o altro insieme (senza organizzare nulla di particolare, solo per rimanere un po’ insieme).

Spiegazione della prima parte della Messa: raccoglimento iniziale ed atto penitenziale, riprendendo in particolare il dono del Timor di Dio e le prime due tappe del cammino di preghiera che abbiamo spiegato.

Prove di canto (magari col coro Chiara Genziana o il coro del Gruppo Giovani).

Preparazione dell’offertorio

8° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

Scienza ed intelletto

Preghiera

Lettura Vangelo

Attività

Per fare questa attività è importante collaborare con la scuola, in particolare il prof. di scienze. Un mese prima ai ragazzi sarà affidata una ricerca su un animaletto (criceto o coniglio o altro) ed una su di una pianta qualsiasi. Nulla di eccessivamente impegnativo. I ragazzi non sapranno che questa ricerca fatta a scuola servirà anche per catechismo.

Il giorno in cui si svolgerà l’attività chiederemo ad un ragazzo del nostro paese (non di terza media) di portare il suo animaletto a catechismo che sarà lo stesso su cui è stata fatta la ricerca. Meglio appunto se qualcosa di particolare come un criceto o coniglietto nano o canarino o altro. A questo punto si chiederà al “padrone” di uscire e poi si chiederà ai ragazzi di parlare di tale animaletto. Freschi di ricerca cominceranno a parlare di quello che ricordano dalla ricerca fatta a scuola. Finita questa parte, si farà rientrare il padrone e si chiederà anche a lui di parlare del suo animale. Sicuramente parlerà in termini meno scientifici rispetto ai ragazzi e parlerà anche del suo aspetto più “caratteriale” e “personale” (è dolce, affettuoso, cammina sulle mie mani, quando lo porto fuori…). Si può anche cercare di indirizzare il padrone verso questi aspetti più “sentimentali” con domande (senza essere troppo palesi però).

Per far riuscire bene l’attività è bene fare delle domande “furbe”, ovvero delle domande che facilmente potranno essere interpretate in modo diverso dai ragazzi rispetto al padrone ma allo stesso tempo che siano identiche nella loro formulazione. Per esempio, si può porre questa domanda: “Mi presentate/mi presenti questo animale?” Probabilmente i ragazzi cominceranno a dire che è un criceto mentre e descriveranno le caratteristiche tipiche dei criceti mentre il padrone farà una presentazione del tipo “Questo è il mio criceto e si chiama…”. Oppure “Dove abita o dove dorme?” (i ragazzi diranno le varie zone geografiche mentre il padrone dirà “A casa mia”).

-> Le domande che si pongono durante l’attività devono essere il più neutre possibile, ma fatte in modo che i ragazzi capiscano una sfumatura, mentre il padrone un’altra. Per esempio, non chiedere “Descrivi il criceto” (anche il padrone potrebbe essere indotto ad una descrizione scientifica) ma “Parla del criceto” oppure ancora non “Dove vivono i criceti” ma “Dove vive il criceto” (i ragazzi intenderanno subito l’area geografica mentre il padrone si porrà il problema se stiamo parlando dei criceti in generale o del suo criceto)…

Lasciar fare poi delle domande ai ragazzi verso il padrone (ci saranno domande probabilmente più tipo “sentimentale” e di curiosità che di tipo scientifico…). Il catechista farà anche delle domande di tipo scientifico a cui il padrone probabilmente saprà in parte rispondere (cosa mangia) ed in parte no (in quali aree geografiche vive-> tutte queste domande devono essere domande a cui i ragazzi sanno rispondere perché le hanno studiate con la ricerca).

A questo punto si domanda ai ragazzi chi, all’interno della stanza, è colui che conosce meglio quel criceto (voto per maggioranza). La maggioranza voterà il padrone (in caso contrario chiedere perché e discutere sul perché ritengono che la conoscenza scientifica sia superiore alla conoscenza che spieghiamo oltre). Quindi si può chiedere ai ragazzi

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perché hanno risposto così, se in realtà vi erano delle domande di tipo scientifico a cui il padrone non sapeva rispondere mentre loro sì.

Poi far notare ai ragazzi due cose fondamentali.

1. L’impostazione del padrone è stata meno scientifica e più “sentimentale”, “personale”;

2. Mentre i ragazzi hanno parlato di caratteristiche dei criceti in generale, il padrone ha parlato delle caratteristiche del suo proprio criceto.

Adesso la spiegazione dell’attività.

Lo Spirito Santo ci offre due doni fondamentali: la scienza e l’intelletto.

Non è facile da gestire questa attività e lo sviluppo del sillogismo dipenderà anche dalle risposte che daranno i ragazzi da un lato ed il padrone dall’altro. Il sillogismo dovrà essere modificato anche in base alle risposte.

Il sillogismo è questo.

Il diverso approccio che hanno avuto i ragazzi ed il padrone del criceto rappresenta il diverso approccio che si può avere nei confronti della conoscenza. Possiamo avere un approccio più prettamente scientifico ed un approccio più prettamente “sentimentale”. Entrambi sono corretti ma i due aspetti dovrebbero essere complementari, viaggiare insieme. La conoscenza scientifica ti permette di entrare in profondità nelle cose, capire aspetti che altrimenti rimarrebbero scuri. Alcuni aspetti scientifici sono fondamentali (se voglio bene al mio criceto ma per ignoranza gli do da mangiare cose che non vanno bene posso fargli del male, se non so che il canarino muore ad una puntura di zanzara rischio che con me sopravviva un paio di giorni al massimo…). Altri aspetti sono comunque importanti: se conosco la temperatura ideale in cui vive il criceto posso farlo stare meglio o altro. Ma non basta. Se conosco alla perfezione lo stile di vita del genere dei criceti ma non sono io il padrone di questo specifico criceto, sicuramente non posso dire di conoscere quagli aspetti più intimi e particolari di questo specifico criceto. Solo il suo padrone sa se dorme a letto con lui o se preferisce scorazzare per la casa o qual è il suo nome o altro. Sicuramente uno scienziato conosce meglio i criceti come genere animale mentre il proprio padrone conosce meglio i piccoli “vizi” ed abitudini specifici del suo proprio criceto.

Ecco allora che possiamo dire, in modo ancora abbastanza impreciso ma utile per farsi un’idea, che l’Intelletto è la conoscenza più “scientifica”, quella che studia ogni singolo aspetto nei suoi dettagli particolari e nei suoi aspetti più “scientifici”. Ancora impreciso ma per dare un’idea.

Poi invece c’è la Scienza, che si avvicina di più alla conoscenza “personale”, alla conoscenza che nasce più dal cuore e dal contatto personale rispetto ad una conoscenza che può nascere dallo studio dei libri (scienza dall’ebraico significa amore e conoscenza, un’unica parola per esprimere questi due aspetti insieme). Non vi è però una distinzione così netta e precisa tra Intelletto e Scienza. Infatti, lo studio dei libri in sé non può portare a capire a fondo le cose. Se per esempio studio come il Vangelo e la Bibbia ma non credo in Dio, non potrò mai capire il significato profondo delle sacre scritture. Se leggo molti libri sulla preghiera ma non mi metto a pregare e non imparo a mettermi in ascolto dello Spirito Santo, non potrò mai capire in fondo cosa significhi pregare. Al contrario, se di mia spontanea volontà mi metto a pregare senza aver mai letto un libro sulla preghiera o senza essermi mai fatto spiegare qualcosa da qualcuno in merito alla preghiera, difficilmente riuscirò a pregare bene anche se nel mio cuore nutro “interesse” per Dio. Se credo in Dio ma non leggo mai il Vangelo non potrò mai capire in profondità il messaggio di Cristo.

Qual è la conclusione?

L’intelletto è il dono di andare fino in fondo nelle cose, non accontentarsi della superficialità. Ci aiuta a capire le cose che veramente contano. Ci spinge a cercare di capire Dio.

La scienza è la conoscenza che nasce dal cuore, dall’intuizione (un po’ come la mamma intuisce che il proprio figlio ha qualcosa che non ha anche se lui non gli ha detto nulla). Con la scienza riusciamo a capire anche quelle cose che con la sola intelligenza non arriveremmo mai a capire (cos’è l’Amore? Cos’è lo Spirito Santo? Non lo si capisce studiando ma vivendo un rapporto di intimità con le altre persone e con Dio).

° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

La sapienza

Preghiera

Lettura Mt versetti

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«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

La volta successiva portiamo una foto dell’animaletto ed una pianta. Poniamo la domanda:

Secondo voi sarebbe possibile fare un’attività come quella dell’altra volta ma dove al posto del criceto ci sia questa pianta? (qualche “furbo” risponderà di sì -> ci facciamo dire il perché). Non possiamo farlo perché è più difficile innamorarsi di una pianta: è più facile sorridere di fronte ad un criceto che si lecca le zampe che di fronte a ad una pianta assolutamente immobile.

Facciamo una prova. Facciamo le stesse domande della volta scorsa (magari facendo finta di essere i padroni di questa pianta). Molte domande non troveranno risposta (come si chiama, quali abitudini ha, dove dorme…).

Poi iniziamo a spiegare il dono della sapienza.

La sapienza è quel dono che ci permette di guardare le cose con gli occhi di Dio, che ci fa innamorare di tutto il creato (uomini – anche quelli che sembrano più antipatici o cattivi – animali, piante, rocce…tutto perché tutto è opera di Dio e tutto ha un senso nel Creato). Se andiamo in montagna o se guardiamo il cielo o stelle oppure ancora ci troviamo in un’isola fantastica ed incontaminata forse ci riesce più facile capire: è capire che tutto questo è stato creato da Dio, innamorarsi del suo creato e di Dio stesso. Ma non solo. Sentirsi parte del creato, tendere alla comunione con Dio per cercare di pensare/amare come Dio.

Allora anche una pianta ci parlerà di Dio ed anche una semplice pianta potrebbe far esplodere di gioia il nostro cuore.

Inoltre, attenzione attenzione: ci aiuta a distinguere il bene dal male (proprio perché ormai abbiamo gli “occhi di Dio”).

A questo punto probabilmente si avrà un po’ di altro tempo a disposizione. Si può approfittare per lasciar parlare a ruota libera i ragazzi. Se invece sono in una giornata no e sembrano particolarmente stanchi, meglio uscire a giocare.

° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

Consiglio

Preghiera

Lettura Vangelo

Attività

Cfr pag.31 de “Sette doni per seguire Gesù”. Attività un po’ modificata: si sono fatti un percorso dove la persona bendata veniva guidata da un gruppo di ragazzi, mentre un altro gruppo cercava di disturbare con indicazioni sbagliate, urlando…

-> Facile il collegameto con l’attività sul silenzio. Spiegare però bene la differenza tra ciò che volevamo dire con l’attività sul Silenzio e cosa invece volgiamo dire con questa attività.

° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

Fortezza

Preghiera

Lettura Mt 4, 1-11.

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,ed essi ti porteranno sulle loro mani,perché tu non urti con il piede contro una pietra"».Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

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Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:«Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.

Attività.

Attività da svolgere prima di dividere i ragazzi nei 3 gruppi di catechismo.

Separare i ragazzi in due gruppi. Ciascuno dei due gruppi andrà in una stanza con delle cose buone da mangiare (pane e nutella, cioccolatini, caramelle…). In un gruppo però ciascuno dei componenti dovrà riuscire a resistere alla tentazione di mangiare qualcosa; mentre nell’altro gruppo ci saranno un paio di ragazzi che potranno mangiare ciò che vogliono e quanto vogliono mentre tutti gli altri dovranno cercare di resistere alla tentazione di mangiare. Si potrebbero mettere anche in palio dei punti per la coppa finale: 1 punto per ciascuna persona che resiste alla tentazione. Si rimane lì circa dieci-quindici minuti e poi ci si divide nei soliti 3 gruppetti di catechismo. Nel proprio gruppo si espone cosa è stato fatto (metà saranno andati in un gruppo e metà nell’altro) e poi si lascia parlare loro: è stato facile resistere? È più facile resistere dove gli altri mangiano e dove tutti insieme si cerca di resistere?... e via dicendo.

Il senso primo è abbastanza semplice, ma si può scavare un po’ di più: Tutti noi abbiamo delle tentazioni, anche Gesù le ha avute. Non è quindi peccato avere delle tentazioni ma cadere in tentazione. È più facile resistere i compagnia di chi non cede: Gesù non ci chiede di voltare le spalle a chi cade in certe tentazioni o commette certi peccati ripetutamente (Lui stesso era assiduo frequentatore dei “peccatori del tempo”) ma ci chiede di stare in guardia: se non siamo sufficientemente forti da resistere a certe tentazioni, non andiamole a cercare…Don Bosco diceva spesso di stare lontani dalle brutte compagnie, ma non perchè essere cristiano significa non stare in compagnia di certe persone (Don Bosco per primo era sempre in mezzo a gente giudicata a quel tempo “poco di buono”) ma perché dobbiamo prima imparare ad essere forti e non farci influenzare dagli altri e poi avvicinarci a loro. Cosa importantissima e fondamentale: la migliore compagnia è sempre e comunque Gesù, Lui che non ha ceduto alle tentazioni e Lui che ci Ama e ci sta sempre accanto.

Riprendere attività della mela marcia, che bene spiegava perché non è il caso di cadere in tentazione nonostante Dio ci perdoni sempre e comunque (si potrebbe fare durante le confessioni).

Vincere alle tentazioni e portare avanti bene l’impegno che ci siamo presi per la quaresima è anche il regalo più bello che possiamo fare a Dio, la cosa più bella possiamo portare all’altare il giorno di Pasqua.

Inoltre, se qualcuno ha ceduto alla tentazione di mangiare, si può far notare come quando anche uno solo del gruppo cede, porta delle conseguenze negative a tutto il gruppo. Infatti, il mangiare ha innanzitutto sottratto un punto alla squadra. Ma poi quando una persona cede induce anche altre persone a fare lo stesso. Per finire, cedendo crea delle piccole “crepe” nel gruppo, perché ci sono delle persone che rispettano le regole ed altre invece che non le rispettano mentre per essere un gruppo unito e compatto tutti devono rispettare le regole del gruppo e lavorare per il bene del gruppo e non per il proprio vantaggio. Ciascuno di noi ha quindi la libertà ma anche la responsabilità di comportarsi come crede: può comportarsi come vuole, ma deve ricordarsi che un suo comportamento positivo porta beneficio a tutto il gruppo mentre un suo comportamento negativo porta negatività a tutto il gruppo.

Come ci aiuta Lo Spirito Santo in tutto questo? Con il dono della Fortezza!!

Attraverso questo dono vinciamo le tentazioni. Ma non solo. Sopportiamo fatiche e sofferenze, vinciamo l’egoismo e continuiamo rettamente nella strada verso la santità.

La fortezza non può esistere senza Amore verso Dio: la vera spinta a “resistere” è alimentata in modo fondamentale dall’Amore che proviamo verso di Lui. Se non lo Amiamo veramente, non possiamo nemmeno pensare di fare dei sacrifici per Lui. Resistere al peccato è anche per far piacere a Dio.

-> Alla fine dell’incontro, si va tutti a mangiare quello che è rimasto (tranne chi aveva già fatto degli “assaggi” prima: bisogna anche premiare chi rispetta le regole e non premiare sempre tutti indistintamente).

° Incontro: DONI DELLO SPIRITO SANTO

INIZIAMO A PREGARE: ascolto della Parola.

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Preghiera

Lettura Mt versetti

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

Il sabato precedente sarà consegnato un piccolo brano del Vangelo da leggere a casa. Non si dirà che verranno fatte delle domande su quel brano.

All’arrivo dei ragazzi si divide il gruppo in due “squadre”. Una squadra sarà bendata, avrà dei tappi agli orecchi ed avrà in mano la copia del brano consegnato la volta scorsa mentre l’altra squadra non avrà bende e tappi ma nemmeno copia del brano.

A questo punto saranno fatte delle domande. Appena i ragazzi avranno capito la risposta giusta potranno correre e premere il pulsante (a circa 20 metri) per prenotare la risposta. Ovviamente i ragazzi con benda e tappi difficilmente riusciranno mai a sentire le domande e correre verso il pulsante. Viceversa, i ragazzi senza tappi, bende e brano sentiranno bene le domande e potranno correre senza problemi, ma non avendo il brano sottomano sapranno rispondere a ben poche domande.

Ad un certo punto però sarà consegnata la copia del brano anche all’altro gruppo, che a questo punto avrà gioco facile: non bendato e senza tappi, con il brano davanti vinceranno praticamente sempre.

Le domande, la corsa verso il pulsante, dare la risposta corretta rappresenta la nostra vita. Nella nostra vita ci troviamo continuamente di fronte a domande e a bivi e per trovare la risposta corretta, per trovare la via giusta, per comportarci nel modo migliore abbiamo bisogno di Dio e della sua Parola. Ma non è sufficiente avere il Vangelo, leggerlo di sfuggita… è necessario capirlo bene, in profondità e mettersi in ascolto di ciò che Lui vuole dirci. Dobbiamo cercare di capire ciò che Dio ci vuole dire e cosa Dio vuole da noi. Per riuscire a fare questo abbiamo bisogno di due cose fondamentali.

1. Leggere il Vangelo e la Parola di Dio. Ma leggerlo in modo attento e cercando di capire cosa Dio ci sta dicendo. Se abbiamo il Vangelo in mano anche tutto il giorno ma non lo leggiamo e non ci mettiamo in ascolto sincero, è come se fossimo dei cechi: abbiamo il Vangelo di fronte a noi ma siamo come dei cechi che non lo possono leggere. Se abbiamo il Vangelo a casa ma non lo leggiamo mai, siamo come dei ciechi che non possono leggere. Dobbiamo cercare di capire cosa LUI VUOLE DIRCI e non cosa noi pensiamo di aver capito. Non deve essere solo la nostra testa che deve cercare di capire ma la nostra testa insieme con il cuore e la fede. Altrimenti avremo sempre un libro in mano ma con una benda negli occhi.

2. Capire le domande che ogni giorno Dio ci fa. Ogni giorno la vita ci mette di fronte a delle domande, che noi dobbiamo cercare di capire e a cui dobbiamo cercare di rispondere nel modo migliore. Per farlo, dobbiamo metterci in ascolto (ricordare importanza silenzio). Per rispondere nel modo migliore dobbiamo aver già prima letto il Vangelo, meditato e pregato. Le domande che ci vengono poste ogni giorno sono le più semplici e varie, ma fondamentali: “è giusto aiutare la mamma a preparare la tavola? Devo accogliere anche quel mio compagno rompiscatole o meglio giocare senza di lui? Cosa voglio fare nella mia vita: sposarmi e avere dei bambini, donare la mia vita a Dio come sacerdote o suora o altro…?”. Ascoltare Dio significa anche capire queste domande e volerle capire (anche se studio e leggo la Parola di Dio ma mi metto i tappi alle orecchie perché non voglio ascoltare le domande che Dio mi fa ogni giorno, allora non serve a nulla conoscere bene il Vangelo).

Se non facciamo queste cose rischiamo di fare come il gruppo che non aveva tappi e bende ma non conosceva nemmeno il Vangelo. Così, quando la sera in camera nostra o a scuola mentre siamo un po’ distratti ci sorgono dubbi importanti e domande profonde (chi sono, cosa voglio, credo in Dio…) o anche quesiti semplici ma che si pongono ogni giorno (meglio aiutare il mio compagno o lasciarlo da solo, provo anch’io a rubare o meglio farsi vedere forti e furbi dagli altri, prendo in giro il mio compagno o lo aiuto…) non sappiamo cosa rispondere. Oppure rispondiamo sbagliato. Non abbiamo tappi o bende, ma non avendo mai letto il Vangelo non abbiamo nessun punto di riferimento…

A questo punto, proviamo a pregare. Qualche minuto di silenzio e raccoglimento, invocazione allo Spirito Santo, lettura di un brano del Vangelo e meditazione. I ragazzi prima di entrare in chiesa devono prendersi carta e penna così possono scrivere su un foglio il frutto della loro meditazione (è importante che scrivano, perché è il modo migliore per capire)

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Prima far scrivere ai ragazzi cosa significa il Vangelo. Poi condividere insieme quello che secondo loro il Vangelo vuole dire. In un secondo momento far scrivere ai ragazzi quello che invece Dio, attraverso questo brano, vuole dire direttamente e personalmente a loro (questo non sarà condiviso con tutti ma rimarrà nel cuore di ciascuno di loro).

° Incontro (ottobre)

INIZIAMO A PREGARE: chiedere qualcosa a Dio.

Preghiera

Lettura Mt versetti

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

Legare un filo a due alberi all’altezza di circa 2,5 metri. Al centro di questo filo legare cinque-sei palloncini. Ciascun ragazzo dovrà cercare di scoppiarne almeno uno avendo come arma solo una penna (vietato utilizzare scale, sedie, salire sull’albero…). Avranno praticamente un solo modo per riuscire a scoppiarli: aiutarsi l’un l’altro (con scaletta, facendolo salire un compagno in spalla o altri mezzi simili). Non dovranno però essere catechisti ed animatori a suggerirlo loro ma dovranno essere loro a capirlo da soli.

L’analogia è abbastanza semplice. Per superare i problemi e le difficoltà della vita abbiamo bisogno di aiuto. L’aiuto di chi? Amici, genitori, educatori… ma soprattutto abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. Per questo nella nostra preghiera ci deve essere un momento in cui chiediamo aiuto a Dio. Non dobbiamo però aspettarci che Dio ci risolva in modo semplice i nostri problemi. Non dobbiamo credere che sia Lui a risolvere tutto evitando a noi qualsiasi problema e sofferenza. Dio sa qual è il modo migliore per aiutarci e quindi al primo posto dobbiamo comunque chiedere che sia fatta la Sua Volontà. La cosa fondamentale è chiedere che ci dia la forza per superare le difficoltà. Maria Teresa di Calcutta suggeriva di non pregare perché ci vengano tolte le croci, ma che Dio ci aiuti a sopportarle.

Quindi, momento di silenzio ed invocazione allo Spirito Santo e poi scrivere su un foglio quello che i ragazzi vorrebbero chiedere. Tre tipologie di richieste: una per il mondo in generale, una per le persone a loro vicine e una per le loro personali difficoltà. Condivisione di una cosa. Infine, chiedere a Dio di aiutare le persone del mondo, le persone vicine, e noi stessi ad avere la forza di migliorare e di fare al volontà di Dio. Pregare perché, prima di tutto, sia fatta la volontà di Dio e non la nostra.

° Incontro (ottobre)

INIZIAMO A PREGARE: ringraziamento

Preghiera

Lettura Mt versetti

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

Saranno nascoste caramelle, sacchetti di patatine, cioccolatini…in giro per il circolo noi… Alcune saranno ben visibili, altre più nascoste. In un posto molto molto nascosto saranno nascoste molte caramelle tutte insieme. Il gioco consiste nel trovarne più caramelle possibile e portarle al proprio capogruppo. Il gruppo che raccoglie più caramelle vince. E poi si mangiano tutti insieme. Nel caso non riescano a trovare le caramelle molto molto nascoste, saranno dati loro degli aiuti. Alla fine del gioco specificare che le caramelle sono offerte dal centro (rappresentato da una persona lì presente) e non incentivare i ragazzi a ringraziare. Si va in chiesa per spiegare l’attività e come prima domanda si chiede quanti di loro hanno ringraziato qualcuno per le caramelle offerte dal centro.

Cosa significa questa attività? Le caramelle rappresentano le cose belle che Dio ci dona ogni giorno. Alcune sono ben visibile e riconoscibili, altre più nascoste. Entrambe sono delicate e difficili da valorizzare. Quelle semplici infatti, che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno, le riconosciamo a fatica come cose belle perché ci sembrano scontate. Quanti di noi ringraziano ogni giorno per da mangiare, per avere dei genitori, per non vivere nella guerra, per le tantissime doti che ciascuno di noi ha…Sono cosa fantastiche e facilissime da riconoscere ma difficilmente ringraziamo Dio di questo. Non solo Dio, ma nemmeno le persone che ce le hanno donate (genitori in primis).

Quelle difficili invece fatichiamo a vederle perché non siamo abituati a pensare con il cuore di Dio ed il modo di vedere di Dio. Quanti di noi hanno mai ringraziato per un’interrogazione andata male, per una malattia, per un castigo dei genitori… Anche queste cose sono belle ed utili. Ci aiutano ad essere più umili, a chiedere aiuto a Dio, ad

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accorgerci di quanto siamo fortunati quando non ci capitano, ci servono a fortificare lo spirito e la volontà, a prenderci le nostre responsabilità…

Tutto questo a cosa ci serve? Solo a capire che siamo fortunati? No. Ci serve innanzitutto per capire che Dio ci Ama. Dio ci Ama! Il ritornello che deve accompagnare ogni nostra preghiera ed ogni nostra giornata deve essere proprio questo: Dio ci Ama. Lo scopriamo anche attraverso la lettura del Vangelo. Ricordate la volta scorsa? Il Vangelo in mano con le bende ed i tappi non serve a nulla. Per capire in fondo il Vangelo dobbiamo leggerlo con gli occhi dell’Amore di Dio. Ogni frase del Vangelo ci dice che Dio ci Ama e dobbiamo imparare a leggere il Vangelo proprio in quest’ottica.

Terminata la spiegazione (come sempre non spiegata in toto dal catechista ed attraverso un monologo ma attraverso domande ai ragazzi, discussione…) si comincia il momento di preghiera. Silenzio e raccoglimento, invocazione dello Spirito Santo. Quindi, i ragazzi si fermano a scrivere su di un foglio almeno 3 cose belle per ciascuna delle seguenti categorie:

- Cose belle che mi sono capitate oggi;

- Sono un ragazzo fortunato perché…;

- Tre doti che il Signore mi ha donato;

- Tre aspetti positivi dei miei familiari.

Quindi, consegnare ai ragazzi un brano del Vangelo e chiedere loro di leggerlo in ottica diversa dal solito: cercare in ogni frase un segno dell’Amore di Dio. In ogni frase del Vangelo c’è qualcosa che mi dice che Dio e Gesù mi amano: oggi quindi facciamo proprio questo.

Alla fine, ciascuno condivide una cosa in particolare di cui sente il desiderio di ringraziare Dio.

° Incontro (ottobre)

INIZIAMO A PREGARE: la preghiera cambia la mia vita

Preghiera

Lettura Mt versetti

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

Proporre ai ragazzi alcune situazioni diverse. Saranno scelti dei volontari e saranno posti di fronte a delle diverse situazioni. Saranno chiamati a rispondere a queste situazioni in base a ciò che ritengono giusto.

1. Un animatore offrirà loro delle caramelle (si spera che almeno uno ringrazi…);

2. Viene messa davanti un’immagine di un criceto e viene chiesto loro di descriverlo;

3. Viene proposta una foto di una maratona e viene chiesto loro cosa secondo loro può significare una maratona;

4. Simulare un videogioco reale: un animatore con una clava avrà imparato a memoria una sequenza di movimenti per picchiare all’interno di un “rettangolo di gioco”. I ragazzi dovranno cercare di schivare i colpi. Quando un ragazzo viene colpito ci si ferma e si ricomincia. Come in un videogioco, saranno colpiti più facilmente all’inizio. Col passare del tempo, conoscendo in anticipo i movimenti dell’animatore, i ragazzi riusciranno a schivare i colpi più facilmente.

L’attività cerca di far capire ai ragazzi come le cose che ci capitano cambiano la vita ed anche il modo di pensare. Nell’attività scorsa con le caramelle pochi o nessuno avevano ringraziato. Ora invece (si spera) hanno ringraziato. All’inizio dell’anno catechistico nessuno avrebbe associato la maratona alla vita e nessuno avrebbe descritto il criceto tenendo in considerazione anche gli aspetti più “sentimentali”. Questo perché ciò che stiamo facendo a catechismo in qualche modo ci ha insegnato qualcosa di nuovo. Ma non basta aver imparato qualcosa di nuovo. Non basta aver imparato a vedere le cose in modo diverso, con gli occhi di Dio. Non basta esserci tolti le bende, i tappi ed aver cominciato a leggere il Vangelo. Per essere veri cristiani dobbiamo cambiare la nostra vita. Guardiamo alla simulazione del videogioco (che dovrà essere stato fatto bene perché il sillogismo riesca). Se un ragazzo guarda le mosse dell’animatore e le impara ma nonostante questo non si impegna per schivarle è…poco furbo. Pur essendo senza bende e pur conoscendo le mosse che l’animatore fa, se ripetiamo gli stessi errori della prima volta continueremo a prendere delle “clavate” sonore in testa. La cosa interessante infatti è che ciascuno dei ragazzi, dopo aver visto le mosse dell’animatore e sapendo che l’animatore avrebbe ripetuto quelle stesse mosse, ha fatto dei

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movimenti diversi rispetto alla volta precedente ed è riuscito a schivare i colpi più facilmente. Ciò che abbiamo imparato ci è servito per vincere, per vivere meglio la nostra vita.

Così deve essere la nostra preghiera. Se noi impariamo a pregare, impariamo nuove cose, scopriamo anche che Dio ci Ama ma non cambiamo la nostra vita saremo dei…poco furbi. L’esperienza passata, le cose che impariamo, ciò che ci viene insegnato deve servirci per vivere meglio la nostra vita e la nostra fede. L’Amore di Dio per noi deve cambiare la nostra vita, sconvolgerla addirittura. Se impariamo a pregare ma non traduciamo la nostra preghiera in azioni positive e cambiamenti positivi nella nostra vita, tutto sarà inutile.

A questo punto momento di silenzio ed invocazione dello Spirito Santo. Poi si scrive su di un foglio ciò che in questo anno Dio ha cercato di dirgli. La cosa più importante che Dio ha cercato di dirgli. Chiarito questo, scrivere sullo stesso foglio cosa vuole cambiare nella sua vita. Meglio, cosa il Signore gli sta chiedendo di cambiare nella sua vita. Ulteriore passo (essendo abbastanza scontato che la cosa da cambiare sarà generica ed “ideale”) è quello di tradurre questa cosa così impegnativa in qualcosa di concreto ed immediato, da poter mantenere nei prossimi 10 giorni. Quindi, chiedere aiuto a Dio di aiutarci a portare a termine prima questa piccola cosa e poi, passo dopo passo, anche quella più generica. Soprattutto: di aiutarci a fare sempre la Sua Volontà.

° Incontro (ottobre)

INIZIAMO A PREGARE: prove generali…

Preghiera

Lettura Mt versetti

«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.

Attività

Preparare un puzzle fatto di 7 pezzi in cui scrivere sul retro le tappe fondamentali che abbiamo avuto per cercare di scoprire come si fa a pregare (Silenzio, Invocazione Spirito Santo, Atto penitenziale, Ascolto Parola, Chiedere aiuto a Dio, Ringraziare, Cambiare vita). Prepararne più copie in modo che ciascun ragazzo ne abbia un pezzo. Usare però un trucchetto: distribuire i pezzi in modo che, mettendosi insieme, si possano costruire solo due-tre immagini complete mentre gli altri risultino essere mancanti di uno o due pezzi. L’immagine che se ne ricava può essere scelta tra tante (meglio se rappresenta Gesù oppure il quadro della “Il figlio al prodigo” di Rembrandt).

All’inizio dell’attività distribuire un pezzo a ciascun ragazzo e chiedere loro di dire di che immagine si tratta. Non riusciranno a rispondere. Qualcuno comincerà a guardare quelle degli altri per cercare di vedere se riesce a capire meglio di cosa si tratta. Fermarli e non lasciarli unire i pezzi. Quindi chiedere ad un ragazzo cosa ha in mano, se è riuscito a capire di cosa si trattava, cosa ha fatto per cercare di capire meglio. Poi chiedere cosa c’è scritto sopra e chiedere se si ricorda cosa significa. Ripetere l’operazione più volte ed arrivare a far capire ai ragazzi che quello che hanno in mano è un pezzo di preghiera, ma da solo serve a poco perché non si riesce ad capire il tutto ma solo una parte. A questo punto via libera perché i ragazzi, unendo diversi pezzi insieme, arrivino all’immagine finale.

Solo due o tre immagini saranno completate.

L’attività rappresenta la parte più difficile della preghiera: mettere insieme tutto ciò che abbiamo imparato. Non basta riuscire a fare qualcosa, o riuscire a fare a volte una cosa a volte un’altra. Per riuscire a pregare bene è importante impegnarci per fare bene tutto. Se facciamo una parte possiamo intravedere qualcosa ma mai vedere Gesù e Dio nella sua interezza, nei suoi vari aspetti.

ATTENZIONE: pregare bene non è qualcosa che riusciamo a fare perché siamo bravi noi ma perché Dio ci fa questo dono. Per questo la parte del silenzio e dell’invocazione è la parte forse più difficile ma forse anche la più importante, perché in quel momento facciamo silenzio dentro di noi, ci liberiamo dalle distrazioni, facciamo silenzio non solo nel senso di allontanare i rumori esterni ma silenzio anche nel senso di far tacere il nostro io per lasciare spazio solo a Dio: non siamo più noi a pensare ma è Dio che ci parla e noi che ascoltiamo. Non siamo più noi i protagonisti ma lo Spirito Santo, che guida la nostra preghiera e ci fa capire quello che Dio ci sta dicendo. [A questo proposito i pezzi mancanti più frequenti potrebbero essere il silenzio, l’invocazione allo Spirito Santo e il cambiare al nostra vita. Oppure, a scelta quello che ai catechisti sembra essere il “tallone d’Achille” dei ragazzi].

Se riusciremo ad essere umili, a far agire Dio al posto nostro attraverso di noi, allora potremmo scorgere (non certo vedere chiaramente ovviamente) il vero Gesù ed il vero Dio, quel Gesù e quel Dio che non possiamo arrivare a conoscere con i libri o il catechismo ma solo con la preghiera.

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A questo punto si possono scegliere due strade. La più semplice: utilizzare i minuti restanti suddividendoli in parti uguali per provare a pregare in modo completo, provare a fare una preghiera completa. La seconda, più impegnativa per i catechisti ma più stimolante ed incoraggiante per i pochi ragazzi che accetteranno: finire qui il catechismo ma proporre ai ragazzi una serata in cui trovarsi per provare a pregare come abbiamo cercato di spiegare in questo anno. Alla fine della serata cioccolato con panna per tutti. Saranno pochi, ma per questi pochi significherà moltissimo.

Altre attività

Altre attività proposte lo scorso anno ma che non abbiamo fatto. Potrebbero essere utili in qualche occasione.

2° Incontro (14 gennaio)

Il bello che c’è nel mondo ed in noi: ce lo ha dato Gesù

Preghiera

Lettura Lc 17 versetti 11-19

Nel recarsi a Gerusalemme, Gesù passava sui confini della Samaria e della Galilea.Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui, e alzarono la voce, dicendo: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!»Vedutili, egli disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E, mentre andavano, furono purificati.Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo; ed era un samaritano.Gesù, rispondendo, disse: «I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dar gloria a Dio tranne questo straniero?»E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato».

-> La giornata di oggi sarà parecchio impegnativa per i ragazzi: nessuna attività ma domande e dibattito. Facciamo quindi un paio di canti per far sfogare i ragazzi, che cantino forte la loro canzone preferita.

Attività

Consegnare ai ragazzi un foglio con tre quesiti:

1. Scrivi 3 aspetti positivi che vedi in te;

2. Scrivi 3 aspetti positivi che vedi nella persona che hai di fronte in questo momento;

3. Scrivi 3 aspetti positivi che vedi nella comunità di Resana;

4. Scrivi 3 aspetti positivi che vedi nel mondo.

Lasciare una quindicina di minuti perché i ragazzi rispondano. Iniziare poi una discussione con loro per capire se è stato facile o meno trovare 3 aspetti positivi per ciascuna delle 4 consegne ed in particolare in quale delle 4 hanno trovato più difficoltà. Sviluppare la discussione in base a quanto emerso coi ragazzi.

L’obiettivo della discussione è far capire ai ragazzi che Gesù ci Ama infinitamente e non ci farà mancare nulla di cui abbiamo bisogno. Dio vuole il meglio per noi e ci mette nelle condizioni per tirare fuori il meglio di noi stessi. Dobbiamo però imparare ad accorgerci dei segni che Gesù ci dà e di tutte le cose belle che Dio ci offre. Infatti, spesso Dio pensa a noi mettendoci vicini una persona che ci aiuta, altre volte ci mette vicini una persona che invece ha bisogno del vostro aiuto (e magari nemmeno molto simpatica). Ma questo ci serve per farci crescere. Non basta leggere nel Vangelo (quello di oggi) che Dio ci Ama e che non ci farà mancare nulla. Bisogna anche capire cosa significa questo: non significa che non ci farà mancare nulla di materiale ma che non ci farà mai mancare il Suo Amore ed il Suo Sostegno. Dio vuole il meglio per noi e a volte il meglio per noi significa anche farci soffrire. Ma per capire e sentire questo dobbiamo iniziare a vedere e scoprire quante cose stupende Dio ci regala ogni giorno. Alla fine di ogni giornata dovremmo imparare a ringraziare Dio per le tantissime cose belle che ci ha donato nella giornata. E sono belle anche quelle cose che a noi sembrano il contrario: un mio amico che mi tradisce diventa occasione per perdonarlo, aver dimenticato a casa la merendina diventa occasione per capire che la merendina non è la cosa più importante e posso allora dire nel mio cuore una preghierina (“Dio solo Tu sei indispensabile”), mia mamma che mi sgrida è un modo per farmi crescere e migliorare…

Gesù ci chiede sempre di vedere il bello che c’è intorno a noi, di guardare anche le cose meno belle con occhi d’Amore e cercando di capire cosa Dio ci voglia far capire sia con le cose belle che con le cose meno belle. Gli scout hanno la grande fortuna di andare per boschi e per natura ed ammirare il creato che Dio ci ha donato (se c’è qualche

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ragazzo che fa gli scout si può farlo intervenire in merito). Anche noi dobbiamo imparare a fare lo stesso. Ma dobbiamo imparare a vedere Dio non solo nella natura ma anche nelle città, nelle persone, nei fatti di ogni giorno. Per capire e sentire davvero nel nostro cuore che Gesù ci Ama e vuole il meglio per noi.

Il Vangelo letto oggi ci insegna proprio come sia difficile riconoscere le tante cose belle che ci accadono e come sia difficile ringraziare apertamente Dio per questo (solo uno è tornato a ringraziare Dio). Gli altri? Mille motivi li possono aver spinti a tornare a ringraziare. Il problema maggiore è però che spesso noi per primi non riconosciamo l’Amore di Dio e tanto meno lo ringraziamo (-> vedi difficoltà di oggi nel rispondere alle domande).

Ricordare inoltre che la S. Messa è anche questo: ringraziare Dio delle cose belle avvenute durante la settimana. Allora stasera o domani mattina, dopo la comunione, ringraziamo Dio per tutte le cose belle che ci sta dando.

Per allenare i ragazzi si potrebbe consegnare loro lo stesso foglio da portare a casa e compilarlo la sera durante la settimana prima di andare a letto. Il sabato successivo si potranno offrire tutte le cose belle della settimana al Signore. Riprendere di tanto in tanto questa attività durante l’anno chiedendo ai ragazzi se stanno continuando a scoprire le cose belle che Gesù ci dona.

-> Sarebbe possibile sviluppare possibili domande sul male del mondo

-> Essendo l’attività impegnativa, può essere utile fare un “break” a metà incontro, magari con gioco “sciafetta”

9° Incontro (4 marzo) - I di quaresima -> “Sapienza e fortezza”

Cammino preparazione alla Pasqua: accogliere Gesù e Dio potando tutto ciò che è di intralcio per arrivare a Lui

Preghiera

Lettura Gv 15, 1-17.

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

(Continuazione facoltativa: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri)

Attività.

Si porta a catechismo uno zaino ed una serie di oggetti utili per andare a fare una camminata in montagna. Si potranno scegliere al massimo 5 oggetti. Tra gli oggetti ci saranno ovviamente cose da mangiare, da bere, da vestire, cose superflue (di abbigliamento, radioline…) ed anche due Bibbie/Vangeli: una edizione tascabile ed una invece corposa e pesante.

Dopo che ciascuno avrò scelto 5 oggetti, ci si riunirà in gruppetti ed ogni singolo gruppetto dovrà scegliere 5 oggetti. [A seconda del senso che si vuole dare, si potrà dire ai ragazzi semplicemente di discutere insieme e poi rifare la propria scelta per vedere se quello che avevano scelto inizialmente è stato confermato oppure hanno cambiato qualcosa].

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Il senso è scontato: portarsi solo ciò che serve. Tutto il resto appesantisce, allontana dalla meta, distrae…A volte ciò che appesantisce di più è proprio ciò che sembra utile: non tutto ciò che è buono è il meglio per noi. Se devi rimane via qualche giorno mi basta l’edizione tascabile. Andare a curare gli ammalati o fare volontariato è cosa buona, ma se non lo faccio in Cristo perde di senso. Se non vado mai a messa perché devo aiutare sempre gli altri il mio altruismo perde di senso. (-> fare altri esempi e poi parlare coi ragazzi di questa cosa).

Altra cosa importante il confronto. Attraverso il confronto con gli altri si scoprono altri modi di vedere e di fare…

Poi aggiungere anche che per fare una scalata in montagna bisogna sempre viaggiare almeno in due (se uno cade, l’altro lo aiuta…).

A questo punto, far scrivere ai ragazzi su di un foglio le cose a cui potrebbero rinunciare nella propria vita per meglio arrivare a Dio. Rinnovare l’impegno preso con la domanda di ammissione alla Cresima oppure fargliene prendere un altro.