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Triduo pasquale con gli invisibili Milano, carcere san Vittore 5-8 aprile 2012 CASA di CASA di CASA di CASA di MILANO MILANO MILANO MILANO delle SUORE della delle SUORE della delle SUORE della delle SUORE della CARITÀ CARITÀ CARITÀ CARITÀ Mi sono ritrovato di colpo immerso in un'esperienza completamente nuova, avevo già vissuto altri ritiri spirituale negli anni scorsi, ma sempre impostati e organizzati al dettaglio, che permettessero una completa immersione nel lavoro spirituale personale. Qui invece mi è stato chiesto qualcosa di completamente diverso, in un certo senso più completo, più concreto! Cioè, si un lavoro personale, ma partendo dal diretto contatto di una vita di comunità affrontata in modo infinitamente più semplice, senza perdere nulla della spiritualità, anzi guadagnandone un livello superiore. Il lavoro sul quadro ("L’Ultima cena" di "Leonardo da Vinci"), il contatto diretto e sinceramente amico delle/gli altre/i ragazze/i ed in fine l'atmosfera unica che si può trovare solo in una casa di Suore; mi hanno portato a sentirmi chiamato, come uno dei discepoli, direttamente da Lui Gesù. Questo è ciò che mi sono portato a casa, un'esperienza spirituale ed un'emozione UNICA! Quello che desidero donare in dietro è questa esperienza e quest'emozione ad ogni incontro che farò d'ora in poi! PARADISO LUCIANO "La gioia piena dello stare insieme, alla presenza di Gesù, nella contemplazione del mistero della nostra fede, nel servizio alle nostre amiche del Rifugio. Questa è stata la mia Pasqua, una Pasqua unica, la più bella della mia vita. Il sorriso delle suore e degli amici, la loro apertura ad accogliermi come fratello. Il silenzio, davanti a Gesù Eucaristia e ai piedi della sua croce. Gli abbracci, i disegni, i volti luminosi di Giovanna, Pinuccia, Patty, Claudia... La misericordia di Dio che ha preso "forma" negli occhi luminosi del signor Carlo Castagna... qualcosa di più grande... una grazia unica! Tre giorni pieni, dove gli attimi erano scanditi da un "per amarTi non ho che adesso...", amare chi mi stava accanto, gli ultimi, il volto del Cristo vivente."

Triduo Pasquale 2012 Milano carcere san Vittore

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Testimonianza dei giovani partecipanti

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Triduo pasquale con gli invisibili

Milano, carcere san Vittore

5-8 aprile 2012

CASA diCASA diCASA diCASA di MILANO MILANO MILANO MILANO delle SUORE della delle SUORE della delle SUORE della delle SUORE della CARITÀCARITÀCARITÀCARITÀ

Mi sono ritrovato di colpo immerso in un'esperienza completamente nuova, avevo già vissuto altri ritiri spirituale negli anni scorsi, ma sempre impostati e organizzati al dettaglio, che permettessero una completa immersione nel lavoro spirituale personale. Qui invece mi è stato chiesto qualcosa di completamente diverso, in un certo senso più completo, più concreto! Cioè, si un lavoro personale, ma partendo dal diretto contatto di una vita di comunità affrontata in modo infinitamente più semplice, senza perdere nulla

della spiritualità, anzi guadagnandone un livello superiore. Il lavoro sul quadro ("L’Ultima cena" di "Leonardo da Vinci"), il contatto diretto e sinceramente amico delle/gli altre/i ragazze/i ed in fine l'atmosfera unica che si può trovare solo in una casa di Suore; mi hanno portato a sentirmi chiamato, come uno dei discepoli, direttamente da Lui Gesù. Questo è ciò che mi sono portato a casa, un'esperienza spirituale ed un'emozione UNICA! Quello che desidero donare in dietro è questa esperienza e quest'emozione ad ogni incontro che farò d'ora in poi!

PARADISO LUCIANO

"La gioia piena dello stare insieme, alla presenza di Gesù, nella contemplazione del mistero della nostra fede, nel servizio alle nostre amiche del Rifugio. Questa è stata la mia Pasqua, una Pasqua unica, la più bella della mia vita. Il sorriso delle suore e degli amici, la loro apertura ad accogliermi come fratello. Il silenzio, davanti a Gesù Eucaristia e ai piedi della sua croce. Gli abbracci, i disegni, i volti luminosi di Giovanna, Pinuccia, Patty, Claudia... La misericordia di Dio che ha preso "forma" negli occhi luminosi del signor Carlo Castagna... qualcosa di più grande... una grazia unica! Tre giorni pieni, dove gli attimi erano scanditi da un "per amarTi non ho che adesso...", amare chi mi stava accanto, gli ultimi, il volto del Cristo vivente."

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Nostra compagna di viaggio è stata suor Enrichetta, che ci diceva: «La carità è un fuoco che bruciando ama espandersi; soffrirò, lavorerò e pregherò per attirare anime a Gesù»."

Andrea

CIAO! …stasera ho un po’ di “tempo libero”, allora provo a riaprire il quadernetto arancio e rivivere un attimo il triduo. Allora: la frase che mi ha accompagnato fin dall’inizio è una delle tante cose belle che ha detto il cappellano la prima sera, “mi faccio dono per te… non perché te lo meriti, ma perché ne hai bisogno” E io avevo tanto bisogno di accoglierlo, anche se non me lo meritavo. Al Rifugio poi ho scoperto la bellezza delle mani: ho trovato mani che accolgono, mani che condividono, mani che cercano, mani che si interessano, mani aperte, mani calorose, mani avvolgenti, mani comprensive, mani attive, mani dolci, mani delicate, ma mani decise; mani come quelle di Gesù: mani che sanno amare.

Poi la testimonianza di Carlo Castagna: misericordia= dare il nostro cuore al misero “li ho perdonati subito, non perché non avevo ancora metabolizzato il perdono, ma perché sapevo che più il tempo passava, più si allontanava il momento della mia liberazione” “una cosa è certa ragazzi: perdonare non è difficile! Bisogna chiedersi: qual è l’alternativa?” “Io riconosco in quelle persone, persone che vanno abbracciate” Ed infine un po’ di belle frasi dette, sentite, viste qua e là: “dobbiamo aggrapparci a Gesù, perché la vita è confusione, è caos!”

“un Dio così vicino che possiamo toccarlo con le nostre mani” “Il pane e il vino diventano il suo corpo e il suo sangue nel darsi; noi, nel darci, ci facciamo dono d’amore per gli altri” In questo triduo un po’ particolare, ho ricevuto tanto affetto da parte vostra, da parte delle signore del rifugio, ma soprattutto ho sentito molto vicina la presenza di Gesù che si aspetta tanto da noi, ci prende e ci fa dono d’amore per gli altri. …grazie!

Gianna

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“CHE GIOIA CI HAI DATO!!!”“CHE GIOIA CI HAI DATO!!!”“CHE GIOIA CI HAI DATO!!!”“CHE GIOIA CI HAI DATO!!!”

La proposta di aderire al Triduo, mi è giunta da Jessica e con parecchio timore ho accettato di partecipare, poiché era un'esperienza nuova ed entrare in carcere, oltre ad incuriosirmi, non è da tutti i giorni!!! La sera prima della partenza, l'ansia è stata amplificata dai miei genitori che hanno incominciato ad interrogarmi e io non sapevo proprio rispondere alle loro domande..se ci ripenso mi viene da ridere!!! Anche se in quei momenti non c'era molto da ridere... Ho accettato la sfida!!! Dovevo accettare la sfida per uscire dalla monotonia che in questo

periodo mi attanaglia e questa era un'occasione! Con la valigia piena di paure e incertezze e la mia chitarra per risollevarmi, sono partita alla volta di Milano... Nella casa ospitante si respirava già aria di gioia, anche se io la vivevo come chiusura, sono partita “con il piede sbagliato” non ero disposta a giocarmi fino in fondo, ma con il passare dei giorni è stato come sciogliersi di fronte all'Amore che “Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” e agli sguardi e sorrisi che accompagnavano i momenti insieme: non eravamo più singoli individui ma un unico gruppo che guardava verso la stessa direzione ossia la Gioia nel Signore risorto!!! È stato un Triduo particolare, non era caratterizzato dalla tristezza della liturgia, come spesso mi è capitato di vivere, ma dalla gioia e dalla consapevolezza che Gesù per Amore, anzi per un folle Amore ha dato la sua vita anche per me. E questo mi lascia senza parole!!! Il tema su cui abbiamo riflettuto non poteva essere che “il dono”: nel dipinto di Leonardo dell'ultima cena, Gesù ha la mano destra rivolta verso il basso che prende e riceve e la sinistra verso l'alto che dona e restituisce, così noi dobbiamo impegnarci ad essere dono per gli altri. In questo modo, entrare in carcere e donare non significa porre all'altro oggetti o cose materiali, che anche volendo, non si poteva portare dentro nulla!!! se non la chitarra per dare gioia!!! Tuttavia è un donare se stessi, fino in fondo!!! Già Giovedì Santo nel ritornare a casa, dopo quell'incontro e partecipazione alla mensa del Signore, quegli sguardi erano rivolti a noi e parlavano con affetto, nella speranza e trepidazione di rivedersi il giorno dopo...abbiamo visto con i nostri occhi dove le detenute “vivono”, in una prospettiva diversa dal normale, poiché in fondo loro hanno bisogno di essere reinserite nella società; infatti don Alberto nella presentazione delle attività ci ha esortati ad entrare in carcere con il sorriso, senza paura perché è questo ciò che serve: far comprendere che ognuno di loro conta per noi!!! entrambi eravamo dono reciproco!!!! Ho riscoperto che Gesù è dono prezioso per me in quanto senza di Lui io non sono nulla, ma non lo dico per affermare qualcosa; al contrario ripercorrendo ogni istante della mia esistenza mi sono accorta che non sono mai sola mentre cammino, perché Gesù è sempre al mio fianco, anche quando il mondo mi crolla addosso..e da qui posso ripartire con la convinzione e la speranza che affidarsi a Lui è

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l'unico modo autentico di vivere!!! Affidarsi significa abbandonare tutti i pensieri a Lui, è partecipare al Triduo e non sapere cosa si fa!!! Mi sono sentita dono per il gruppo quando suonavo (e pensare che lungo gli anni non me ne sono mai accorta!) si creava un'unica voce che cantava al Signore ed è proprio vero che la musica unisce!!! Quante volte ho cantato e suonato (alcune di) quelle canzoni eppure i giorni del Triduo li ho vissuti con più convinzione, con più gioia ed entusiasmo!!!

Ora sono dono di tutti quelli che incontrerò, affinché ciò che ho vissuto e sperimentato non rimanga in me ma venga condiviso con gli altri. La vera Gioia non può e non deve rimanere intrappolata dentro un corpo, ma essere sprigionata all'esterno!!!! Ad ogni scambio di sguardi nasceva un sorriso che parlava da sé, anzi la sensazione era che parlasse più di ogni altra parola!!! È difficile da spiegare, ma si percepiva la gioia che l'altro trasmetteva senza maschere né paure. Erano sguardi che scrutavano, che andavano in profondità e per questo voglio ringraziare i ragazzi

presenti al triduo, ma soprattutto voglio ringraziare ogni suora che mi e ci ha seguito in questo percorso!!! Grazie perché senza di voi la Pasqua non avrebbe avuto questa Gioia nel donarsi!!! W il coro della Carità!!!

Francesca

DONO...PER VOI...PER TUTTI!DONO...PER VOI...PER TUTTI!DONO...PER VOI...PER TUTTI!DONO...PER VOI...PER TUTTI!

Eccomi qui: aspettavo tanto di fare questa esperienza e in un attimo il triduo è passato, abbiamo già da 3 giorni

celebrato la vittoria di Cristo sul male. Ancora volta la morte è stata sconfitta, la Vita ha vinto!

Quest'anno i giorni che hanno portato a questo, i giorni più importanti per la nostra fede, i giorni della

settimana santa ha deciso di trascorrerli in maniera particolare, fuori dalla normalità! Ho deciso di allontanarmi

dai miei impegni in parrocchia e di accettare l'invito di alcune delle suore della Carità a partecipar con loro al

triduo presso il carcere di san Vittore partecipando alle varie celebrazioni con le detenute. Con me hanno

accettato l'invito altri ragazzi con i quali ho condiviso questa esperienza che porterò sempre nel cuore. É stata

la mia voglia di imparare sempre di più a stare con Gesù, stare con

Gesù per e con gli altri che mi ha spinto ad essere lì, non volevo

perdere assolutamente quest'occasione!

É stato il cappellano del carcere ad introdurci al triduo, ci ha

spiegato il cammino fatto dalle detenute durante la quaresima. Esse

sono state accompagnate dal profondo significato che si cela dietro

al dipinto “l'ultima cena” di Leonardo da Vinci. Sono state chiamate

a riflettere sulla possibilità di essere dono per gli altri.

La tematica del dono ha quindi accompagnato anche le nostre

riflessioni. In particolare dopo un attenta rilettura del quadro ci

siamo soffermati sulla posizione delle mani di Gesù al centro del

dipinto. La mano destra tesa avanti rivolta verso il basso, in

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posizione di ricevere e accogliere, la sinistra avanti verso l'alto pronta a donare, seminare e restituire il dono

ricevuto.

Da qui è nata in me la voglia di portare via tanto da questa esperienza e nello stesso tempo di donarmi,

seminare attraverso il mio essere lì!

Quelli del triduo sono stati giorni davvero molto intensi e fatico a trovare le parole adatte per descrivere quello

che ho e che sto tutt'ora provando. Voglio però provare a farlo perché quando si riceve un dono così grande

non si può che condividerlo con gli altri. Quando la gioia è incontenibile bisogna permetterle di uscire per

contagiare il prossimo.

Con queste parole cerco di riassumere i 3 giorni santi che abbiamo vissuto: preghiera, silenzio, musica,

celebrazioni, incontro, sguardi volti e sorrisi, veglia, dolore, perdono, confessione, gioia e dono.

Provo ora con poche frasi a dare un senso, un filo logico a queste parole.

Ogni giornata iniziava e terminava con la preghiera, questo ha risvegliato in me la bellezza di affidare a Gesù

l'inizio e la fine di ogni giornata. Chiedere a Lui di essere il filo

conduttore di ogni nostra azione aiuta a camminare con più

tranquillità; il silenzio è stato un altro elemento importante del

triduo, siamo stati chiamati a vivere tanti momenti di riflessione,

di ascolto di noi stessi e di Gesù, solo vivendolo si può capire

quanto il silenzio può donare all'uomo,quanto può essere

prezioso; il canto occupava circa un'ora di ogni giornata nella

quale avveniva la preparazione dei canti per le

celebrazioni....questo è stato per me un momento molto

significativo, sono sempre più convinta dell'importanza e della

profondità della musica. Con impegno abbiamo quindi imparato

i canti per le celebrazioni in carcere. La musica ha svolto un enorme funzione mediatrice tra noi e le detenute.

Il canto ha coinvolto noi e ho coinvolto loro, ha unito noi a loro e viceversa; i giorni del triduo sono stati giorni

d'incontro di sguardi, volti e sorrisi da quelli delle detenute che ci hanno accolto e ci hanno permesso di essere

lì a celebrare con loro il triduo di Pasqua, a quello dei ragazzi che hanno vissuto quest'esperienza a quello,

infine delle suore che con amore e impegno ci hanno accompagnato in questo cammino, a loro il mio grazie più

sincero!

Veglia, dolore e perdono riassumono 3 momenti che

abbiamo vissuto al di fuori del carcere presso la Piccola

casa di San Giuseppe che ci ha ospitato in questo triduo. Il

primo momento risale a giovedì notte quando abbiamo

vegliato a turni, abbiamo scelto di stare vicino a Gesù nel

momento più difficile della sua vita nel quale ha accettato

pienamente la volontà del Padre. Ho scelto con la mia

debolezza, le mie fragilità di essere li, accanto a Lui e

attraverso questo ho riscoperto la bellezza di alimentare il

rapporto con Gesù tramite la contemplazione e la

vicinanza; il secondo momento è stato quello del dolore.

Lo abbiamo vissuto venerdì sera quando abbiamo

ripercorso la via della passione, del dolore di Gesù abbandonato, tradito e morto a causa dell'uomo;

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Il terzo momento significativo è stato quello del perdono vissuto tramite la testimonianza di Carlo Castagna che

ha testimoniato la sua grande fede e la sua grande forza nell'affidare e chiedere aiuto a Gesù nei momenti di

difficoltà. Lui stesso dice del perdono “è una grazia che mi sono trovato a poter disporre, perché

Qualcuno mi ha aiutato a trovarla”. Anche noi abbiamo potuto assaporare la bellezza dell'essere

perdonati attraverso la confessione, altro momento ricco di grazia e di dono.

La gioia poi è stata lo sfondo del nostro triduo, momento dopo momento abitava sempre di più i

nostri cuori fino ad esplodere il sabato santo dopo la veglia durante i scambi di auguri e doni tra noi e

le detenute. Sia noi che loro avevamo infatti preparato un piccolo dono da condividere. É stato un

momento molto forte che non dimenticherò mai!

L'ultima parola significativa è dono. Questo mi porta a riflettere su quello che ho ricevuto e quello che

ora voglio donare da questa esperienza.

Con la mano destra ho riscoperto e ricevuto il coraggio di seguire Gesù e la pazienza di ascoltarmi.

Inseguire il coraggio e la pazienza a volte costa sacrifici e fatica ma la gioia che piano piano cresce

dentro di me mi fa capire che vale la pena lottare. Ed è proprio questa gioia che, con la mano sinistra

voglio donare e seminare nell'altro!!

Jessica