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Torino Guardiani del tempo auroraMeccanica Cornelia Badelita Pietro Reviglio Guardians of Time a cura di curated by Maria Teresa Roberto

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Torino

Guardiani del tempoauroraMeccanicaCornelia BadelitaPietro Reviglio

Guardians of Time

a cura di curated by

Maria Teresa Roberto

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L’ingresso principale The main entrance

MAO – Museo d’Arte Orientale

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Il MAO – Museo d’Arte Orientale è ospitato nella storica sede di Palazzo Mazzonis (sec. XVIII). Il patrimonio del museo comprende circa 1 500 opere, in parte provenienti da collezioni preesistenti presso diverse istituzioni della città, in parte acquisite negli ultimi anni. Il progetto espositivo del Museo si articola secondo cinque aree culturali: Asia Meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana e Paesi Islamici e trova una naturale corrispondenza nella struttura edilizia dell’edificio, suddiviso in altrettanti spazi espositivi comunicanti, ma strutturalmente distinti e atti a ospitare le diverse sezioni. Nella galleria dedicata all’Asia Meridionale sono ospitate le collezioni del Gandhara, dell’India e del Sudest Asiatico. La galleria cinese ospita oggetti d’arte della Cina antica dal 3.000 a.C. al 900 d.C. circa, con vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte che comprendono oltre duecento esempi dell’arte funeraria dei periodi Han e Tang. Nelle sale dedicate al Giappone sono esposte statue lignee di ispirazione buddhista (dal XII al XVII secolo), eccezionali paraventi degli inizi del XVII secolo, dipinti e xilografie policrome, insieme con una ricca collezione di oggetti laccati di raffinata fattura. Nella galleria himalayana sono collocate importanti collezioni di arte buddhista tibetana, con sculture in legno e in metallo, strumenti rituali, dipinti a tempera databili dal XII al XVIII secolo e una serie di copertine lignee di testi sacri intagliate e dipinte. La galleria di arte islamica presenta una ricca collezione di vasellame e di piastrelle invetriate che illustrano l’evoluzione della produzione ceramica dal IX al XVII secolo; espone inoltre pregevoli raccolte di bronzi e di manoscritti e una preziosa collezione di velluti ottomani.

The MAO – Museum of Oriental Art is housed in the historic Palazzo Mazzonis (18th c.). The holdings of the museum comprise some 1500 works, in part coming from pre-existing collections from various institutions in Torino, and in part acquired in recent years. The itinerary of the exhibitions is subdivided into five cultural areas: Southern Asia, China, Japan, the Himalayas, and Islam, and finds a natural correspondence in the building itself, which comprises five exhibition areas that communicate but are structurally distinct, designated to host the various sections. The gallery dedicated to Southern Asia is home to the collections of Gandhara, India and Southeast Asia. The Chinese gallery hosts objects from ancient China from 3000 B.C. to around 900 A.D., with Neolithic earthenware, bronze ritual vessels, lacquers and ceramics that comprise more than two hundred exemplars of the funerary art of the Han and Tang periods. In the rooms dedicated to Japan are displayed wooden statues inspired by Buddhism (12th to 17th century), exceptional screens from the early 17th century, paintings and polychrome xylographs, together with a rich collection of exquisite lacquered objects. The Himalayan gallery houses important collections of Tibetan Buddhist art, with sculptures in wood and metal, ritual instruments, paintings in tempera dating from the 12th to the 18th century and a series of inlaid and painted wooden covers for sacred texts. The gallery of Islamic art presents a rich collection of glazed earthenware and tiles illustrating the evolution of works in ceramic from the 9th to the 17th century; also on display are precious collections of bronzes and manuscripts and a valuable collection of Ottoman velvets.

gemine : museTorino

Guardiani del tempo Guardians of Time

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a cura di / curated by

Maria Teresa Robertovive e lavora a / lives and works in Torino

Curatrice indipendente, Maria Teresa Roberto insegna Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia Albertina di Torino.

Independent curator, Maria Teresa Roberto teaches History of Contemporany Art at the Accademia Albertina of Torino.

Una collezione di arte orientale, una dimora seicentesca riplasmata nel XIX secolo, un impianto a scacchiera di impronta romana: sono le molteplici cornici in cui hanno inserito le loro opere gli artisti invitati a esporre al Museo di Arte Orientale di Torino. Scatole cinesi, non ancorate alla loro identità originaria ma aperte alle trasformazioni: le maglie delle insulae romane hanno assunto nei secoli allineamenti meno rigorosi, la corte interna del palazzo ospita due giardini giapponesi, il percorso espositivo conduce dall’arte del Gandhara alle collezioni cinesi, tibetane e islamiche con un allestimento che articola in forme diversificate la grammatica minimalista. La compresenza di stratificazioni storiche e contemporaneità è dunque inscritta nella carta istitutiva del MAO, e diversi per provenienza e formazione sono i giovani artisti qui convocati per Gemine Muse. Badelita dalla Romania si è trasferita a Torino entrando a far parte della scuola di Incisione

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A collection of oriental art, a seventeenth-century residence transformed in the nineteenth century, a checkerboard pavement that shows a Roman influence: these are the multiple frames into which the works of the artists invited to exhibit at Torino’s Museum of Oriental Art (MAO) have been inserted. Chinese boxes, not closed within their original identity but opened and transformed: over the centuries the grid of Roman insulae has assumed lineaments that are increasingly less rigorous, the internal courtyard of the palace hosts two Japanese gardens, the exhibition itinerary leads from Gandharan art to the collections of Chinese, Tibetan and Islamic art in a layout that breaks the minimalist grammar down into a diversified arrangement.The coexistence of layers of history and contemporaneity is thus inscribed in the charter of the MAO, and the young artists convoked for Gemine Muse also come from various places and backgrounds. Badelita moved from Rumania to Torino to become part

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dell’Accademia Albertina; Reviglio si è perfezionato a New York, con un Ph.D. in Astronomia alla Columbia University e corsi di pittura all’Art Students League; Riccobono, Bella e Alvino hanno studiato arti multimediali a Pisa e Milano, collaborando tra gli altri con Studio Azzurro, e nel 2007 hanno scelto Torino come punto di partenza dei progetti siglati auroraMeccanica. Esponenti di una generazione per cui il transito e l’interazione tra culture è un passaggio non obbligato ma piuttosto desiderato, questi artisti hanno realizzato opere accomunate dalla leggerezza e dall’attitudine a cercare punti di intersezione tra le differenze. Le installazioni interattive di auroraMeccanica sono immagini

gemine : museTorino

of the School of Etching at the Accademia Albertina; Reviglio completed his studies in New York, with a Ph.D. in astronomy from Columbia University and courses in painting at the Art Students League; Riccobono, Bella, and Alvino studied multimedia art in Pisa and Milan, collaborating with, among others, Studio Azzurro; in 2007 they chose Torino as a point of departure for the project named auroraMeccanica. Members of a generation for which passage and interaction between cultures are desirable if not obligatory, these artists have created works that all have in common a lightness and an attitude that looks for points of intersection among differences.The interactive installations of auroraMeccanica are images that transform:

21.1

auroraMeccanicaCarlo Riccobono / Milano ( 1982 )vive e lavora a / lives and works in Torino

Roberto Bella / La Spezia ( 1983 )vive e lavora a / lives and works in Torino

Fabio Alvino / Foggia ( 1988 )vive e lavora tra / lives and works in Torino e /and Milano

[email protected]

auroraMeccanica was formed in Pisa in 2006 as a collaboration between Carlo Riccobono and Roberto Bella. Fabio Alvino has been part of the group since 2009

auroraMeccanica nasce a Pisa nel 2006 dalla collaborazione tra Carlo Riccobono e Roberto Bella. Fabio Alvino fa parte del gruppo dal 2009

“… e se ti regalassi la luna?”, 2010videoinstallazione interattiva,proiezioni video digitali

“... and if I gave you the moon?”, 2010interactive video installation,digital video projections

Guardiani del tempo Guardians of Time

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che si trasformano: fi ori che germogliano e poi tornano a ritrarsi nei loro boccioli, opere d’arte contemporanea che scoppiano come palloncini, merci che si accumulano o spariscono nascondendo o rivelando corpi di donna. Queste inversioni di rotta sono determinate dal tocco dell’osservatore, che al MAO, sfi orando i guerrieri senza armi di un esercito di terracotta, produrrà una metamorfosi capace di dar loro vita e parola. Realizzata in collaborazione con un gruppo di studenti cinesi iscritti agli atenei torinesi, l’installazione declina al presente, intorno al rito del dono, il dialogo tra le culture.Badelita si è ispirata all’archetipo del mandala, simbolo nel Buddhismo di unità e perfezione. Diagramma circolare e dinamico in cui si combinano forme geometriche ed elementi fi gurali, il mandala è presente in tempi e civiltà diverse, e la cultura novecentesca lo ha letto come tracciato dell’ordine interiore, capace di riequilibrare traumi e tensioni. Per dipingere il suo, Badelita ha compiuto un atto di

21.2

Cornelia BadelitaRadauti (Romania) ( 1982 )vive e lavora a / lives and works in [email protected]

Esercizio, 2010tempera all’uovo su tela, 65 × 45 cm

Exercise, 2010egg tempera on canvas, 65 × 45 cm

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fl owers that blossom and then withdraw again into their buds, works of contemporary art that pop like balloons, commodities that accumulate or disappear, revealing or concealing women’s bodies. These changes of course are determined by the touch of the observer, which at the MAO, just out of reach of the weaponless warriors of a terracotta army, produces a metamorphosis capable of giving them life and speech. Created in collaboration with a group of Chinese students enrolled in universities in Torino, the installation is a declination in present tense of the theme of the dialogue between cultures.Badelita was inspired by the archetype of the mandala, a Buddhist symbol of unity and perfection. A dynamic circular diagram in which geometric shapes and fi gural elements are combined, the mandala is found in various cultures and periods; nineteenth-century culture interpreted it as an internally ordered layout capable of balancing and solving traumas and tensions. To paint her

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sincretismo: la radice iconografi ca è nella tradizione del cristianesimo ortodosso, con la fi gura del Cristo circondata dagli emblemi dei quattro evangelisti; ma Gesù appare qui come un giovane asceta in meditazione, sospeso e levitante in un cerchio magico.Reviglio ha guardato invece alla tradizione delle ombre cinesi. Egli applica il metodo scientifi co alla pratica artistica, sperimentando nelle sue serie fotografi che i processi di rifl essione, rifrazione e assorbimento della luce e di produzione dell’ombra. In The Weight of Time si è aggiunta la variabile tempo, analizzata come entità fi sica e come misura storica. “Il trascorrere del tempo – nota l’autore – è il processo fi sico che distrugge la memoria. Sopravvivere a tale processo è il test fi nale di merito artistico: mentre molte opere svaniscono, diventando ombre della memoria, solo alcune rimangono, testimoniando l’esistenza dell’artista e infl uenzando il percorso dell’arte”.

gemine : museTorino

own mandala, Badelita performed an act of syncretism: the iconographic root is found in the tradition of orthodox Christianity, with the fi gure of Christ surrounded by the emblems of the four apostles; but here Jesus is depicted as a young ascetic in meditation, suspended and levitated in a magic circle.Reviglio looked to the tradition of Chinese shadows. He applies scientifi c method to artistic practice, experimenting in his series of photographs with processes of the refl ection, refraction, and absorption of light and the production of shadow. In The Weight of Time is added the variable of time, analysed as a physical entity as well as a measure of history. ‘The passing of time’, notes the author, ‘is the physical process that destroys memory. Surviving that process is the ultimate test of artistic merit: while many works fade away, becoming a shadow of memory, only some remain, testifying to the artist’s existence and infl uencing the course of art’.

21.3

Pietro ReviglioTorino ( 1976 )vive e lavora a / lives and works in [email protected]

The Weight of Time, 2010fotografi a digitale, 180 × 60 cm

The Weight of Time, 2010digital photograph, 180 × 60 cm

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