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Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2011

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Terzo Pilastro di Basilea 2Informativa al pubblico

30 giugno 2011

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2008

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Indice

Tavola 1 – Requisito informativo generale ................................................................................... 5

Tavola 2 – Ambito di applicazione.............................................................................................. 37

Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................ 67

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale ........................................................................................ 71

Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche ........................ 79

Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodostandardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate ein strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB .................................................. 95

Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB......... 99

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)........................................................... 153

Tavola 9 – Rischio di controparte ............................................................................................. 159

Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione ............................................................................ 171

Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metododei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambioe per il rischio di posizione in merci (IMA) ............................................................ 181

Tavola 12 – Rischio operativo .................................................................................................. 193

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioniincluse nel portafoglio bancario ............................................................................ 197

Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario....... 201

Glossario / Abbreviazioni…………………………………………………………………..…………205

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie…..…..209

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2008

Note:

1. Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono da intendere in migliaia di euro.

2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale.

3. L’eventuale mancata quadratura ta i dati esposti nel presente documento dipende esclusivamente dagli

arrotondamenti.

4. Gli importi non ponderati relativi alle "garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi", sia per la metodologia

standard, sia per la metodologia basata su rating interni, sono stati considerati in base all’equivalente creditizio.

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Tavola 1 – Requisito informativo generale

Informativa qualitativa

Il gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado

di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di

Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo, cui sono attribuiti i compiti di:

ottimizzare la qualità dell’attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con

gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di Business;

definire, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare

l’adeguatezza patrimoniale dello stesso, nel contesto dell’Internal Capital Adequacy Process

(ICAAP), in conformità ai requisiti di “Basilea II”, Secondo Pilastro;

definire, in conformità agli standard di “Basilea II” ed ai requisiti di Banca d’Italia, norme,

metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in

cooperazione con l’Organization department, i relativi processi e la loro implementazione;

porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di

singole controparti / gruppi economici, sia per “cluster” rilevanti (quali settori economici /

industriali), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti;

definire e fornire alle Aree di Business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la

misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi

e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità;

supportare le Aree di Business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei

prodotti e dei business;

verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l’adeguatezza dei

sistemi di misurazione del rischio adottati nell’ambito del Gruppo, orientando le scelte

metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza

delle rispettive modalità di utilizzo nell’ambito dei processi;

porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare

l’impatto sulla struttura economico-finanziaria del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del

ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento

alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale

disponibile;

creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo.

Alla luce dell’ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste

la massima priorità nel Gruppo. Pertanto, la funzione Group Risk Management ha consolidato il proprio

modello di governance dei rischi, rafforzando il ruolo dei “Portfolio Risk Managers" dedicati alle attività di

indirizzo, coordinamento e controllo dei relativi rischi di competenza, in ottica di Gruppo ed

interdivisionale. È stato inoltre creato uno specifico punto di riferimento per l’Italia coerentemente con il

nuovo modello organizzativo della Capogruppo, attraverso la costituzione della funzione “CRO Italy”, cui

sono state assegnate le responsabilità relative ai rischi di credito, di mercato e reputazionale del

perimetro Italia, nonché il coordinamento manageriale delle funzioni di Risk Management presso le Entità

italiane del Gruppo.

In conformità all’architettura della funzione Risk Management ed al fine di presidiare la capacità di

indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, migliorando l’efficienza e la

flessibilità nel processo decisionale e agevolando l’interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono

operativi specifici Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti livelli:

il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo;

i “Group Portfolio Risk Committees”, cui sono assegnati il compito di indirizzare, controllare e

gestire i differenti rischi di portafoglio;

i “Group Transactional Committees”, dedicati alla valutazione delle singole controparti /

transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Rischio di credito

Struttura e organizzazione

L’organizzazione del rischio di credito in Capogruppo si articola su due livelli:

- funzioni aventi responsabilità a livello di Gruppo

- funzioni aventi responsabilità a livello Paese

Tra le funzioni con responsabilità a livello di Gruppo, vi sono:

- il “Group Credit Operating & Reputational Risks” department che, con riferimento al rischio di credito,

si articola nelle seguenti strutture:

“Group Credit Risks” department (Portfolio Credit Risk Manager), a cui sono attribuite -tra le

altre- le seguenti responsabilità:

o il monitoraggio dei rischi di credito e la definizione delle relative strategie;

o la definizione ed il controllo dei limiti di rischio di credito;

o lo sviluppo delle metodologie per la misurazione del rischio di credito;

o la definizione della Normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché il

monitoraggio della relativa approvazione ed implementazione presso le Entità;

“Group Rating Desk” unit a cui sono attribuite -tra le altre- le seguenti attività:

o l’assegnazione del rating ad alcune tipologie di controparti rilevanti (Top Banking e Top

Corporate);

o deliberare o proporre agli organi deliberativi competenti le richieste di modifica di rating

relative ai sistemi di rating Group-wide per la misurazione dei rischi di credito in capo ai

segmenti imprese;

“Group Credit Transactions” department che, attraverso gli LPAC Risk Analyst, e le unit “Country

Risk Analysis” e “Group Credit Transactions Advice”, è responsabile, tra le altre cose, per le

seguenti attività:

o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative a transazioni LPAC (e.g.

Project Finance, Acquisition & Leveraged Finance, etc)

o analizzare e monitorare il rischio Paese;

o deliberare o raccogliere le proposte da sottoporre ai competenti deliberanti relative ai

limiti cross-border;

o fornire un parere esperto sulle proposte creditizie di competenza del “Group

Transactional Credit Committee” o al “Group Credit Committe”;

- il “Group Trading Risk” department, che, con riferimento al rischio di credito, si articola nelle seguenti

strutture:

“FIBS & Trading Credit Risks” unit, responsabile - tra le altre cose - delle seguenti attività:

o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative alle controparti “Financial

Institutions, Banks and Sovereigns” (FIBS) formulate dalle Entità, operando in qualità di

Group Competence Team;

o deliberare, nell’ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le

proposte di credito relative alle controparti “FIBS” poste nei libri della Capogruppo;

o rilasciare, nell’ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le

Non Binding Opinion di Capogruppo sulle proposte creditizie relative alle controparti

“FIBS” sottoposte dalle Entità;

“Special Products Risk Analysis”, responsabile, - tra le altre cose - delle seguenti attività:

o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative agli “Special Products”

formulate dalle Entità, operando in qualità di Group Competence Team;

o deliberare, nell’ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le

proposte di credito relative agli “Special Products” poste nei libri della Capogruppo (e.g.

ABS, Securitization).

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- il “Group Risks Control” department, responsabile - tra le altre cose - della convalida interna dei sistemi

per la misurazione dei rischi di credito, attraverso le competenti funzioni del “Group Internal Validation”

department;

- il “Group Risks Operating Office” department, cui compete, tra le altre cose, la produzione dei report sui

rischi di credito consolidati, sulla base dei dati forniti dalle competenti funzioni del “Group Credit,

Operational & Reputational Risk” department, nonché la gestione ed il coordinamento di tutte le iniziative

IT afferenti il rischio di credito;

- il “Group Special Credit” department, cui compete, tra le altre cose, il coordinamento, l’indirizzo, il

supporto delle attività di “restructuring” e “workout” per il Gruppo, la gestione dell’attività di “restructuring”

e di “workout” con riferimento a pratiche di importo rilevante o altrimenti considerate

“strategiche/sensibili”, nonchè la gestione del processo di propagazione dei default per clienti

multinational con esposizione in carico a più Entità del Gruppo.

A livello Paese, le attività di indirizzo e controllo del rischio di credito, nonché lo svolgimento delle attività

“operative” (es. erogazione crediti,monitoraggio andamentale, ecc.) ricadono sotto la responsabilità dei

CRO delle controllate.

In UniCredit S.p.A., tali funzioni sono assolte dalle strutture organizzative del “CRO Italy”, che riportano al

“Group CRO” ed in particolare:

“Risk Management Italy”department che svolge – tra l’altro -le attività di governo e di controllo

dei rischi di credito relativi al perimetro di competenza del “Country Chairman Italy”. Tra le altre

attività, è responsabile di:

o definire le policy operative creditizie ed assicurare la corretta applicazione della

normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché verificare la coerenza dei

prodotti creditizi con le regole definite dalle competenti funzioni di GRM;

o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio;

o deliberare o proporre agli organi deliberativi competenti le richieste di modifica di rating

relative ai sistemi di rating locali per la misurazione dei rischi di credito in capo ai

segmenti imprese;

“Consumer Finance Risks” department, che, a livello di Gruppo, è responsabile del governo e del

controllo dei rischi di credito connessi ai prodotti di consumer finance (credito al consumo,

cessione del quinto di stipendio e carte di credito revolving). Tra le altre attività, è responsabile

di:

o definire le policy operative, implementare le strategie e la corretta applicazione della

Normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché verificare la coerenza dei

prodotti creditizi con le regole definite dalle competenti funzioni di GRM;

o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio;

o analizzare e monitorare a livello consolidato la composizione e la rischiosità del

portafoglio consumer finance;

o coordinare e gestire i processi e le attività di erogazione del credito per la clientela e

prodotti di pertinenza nonché l’attività di prevenzione e gestione frodi;

“Special Credit Italy” department responsabile della gestione delle attività di Restructuring e

Workout del perimetro Italia con esclusione delle posizioni al di sopra di soglie definite o

altrimenti considerate “strategiche/sensibili”;

“Credit Operations Italy” department, articolato nelle seguenti strutture:

o “F&SME”, “CIB”, “PB”, Credit Operations” e “Underwriting 1 e 2” department cui è

attribuita la responsabilità per la gestione delle attività di erogazione del credito per la

clientela di UniCredit S.p.A.(con inclusi i mutui), attraverso la valutazione del merito

creditizio delle controparti, la delibera -nell’ambito dei poteri deliberativi delegati- delle

pratiche di affidamento, o l’inoltro della relative proposte agli organi deliberativi

competenti;

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AL 30 GIUGNO 2011

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o “Monitoring” department cui è attribuita la responsabilità del monitoraggio andamentale

delle posizioni di competenza;

o “Loan Administration” department cui è attribuita la responsabilità del presidio delle

attività amministrative post-delibera creditizia/erogazione, la gestione del credito

agevolato e dei Confidi;

o “Credit Operations Italy Support” department che, tra l’ altro è responsabile di assicurare

la qualità del credito, diffondendo le linee guida sui processi di valutazione del merito

creditizio delle controparti ed effettuando visite ispettive on site ed analisi a campione

delle pratiche.

Al fine di rafforzare la capacità di Capogruppo di indirizzo, coordinamento e controllo dei rischi di Gruppo,

di migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le

differenti funzioni coinvolte, come già riportato sono operativi specifici Comitati responsabili in materia di

rischi (Group Risk Committee, Group Portfolio Risk Committees e Group Transactional Committees).

In particolare,con riferimento al rischio di credito:

il “Group Credit Committee”, responsabile per la valutazione e la delibera per proposte creditizie

di competenza, ivi incluse quelle a “restructuring” e “workout”, strategie rilevanti e azioni correttive

da assumere (inclusa la classificazione dello stato laddove applicabile) per le posizioni “watchlist”,

limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito sul Trading Book, limiti

all’esposizione per singolo emittente sul Trading Book;

il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee”, responsabile del controllo e del monitoraggio

dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell’approvazione di strategie, politiche, metodologie e

limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica;

il "Group Transactional Credit Committee", responsabile per la valutazione e la delibera,

nell’ambito dei poteri delegati, per: proposte creditizie, ad esclusione di posizioni in “restructuring”

e “workout”; strategie ed azioni correttive rilevanti da intraprendere per posizioni in “watchlist”,

limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito, limiti all’esposizione per

singolo emittente sul portafoglio di negoziazione;

l’”Italian Transactional Credit Committee”, responsabile per la valutazione e la delibera,

nell’ambito dei poteri delegati, delle proposte creditizie sottoposte dalle Business Unit “CIB Italy

Network”, “PB Italy Network” e “F&SME Italy Network”;

il “Group Special Credit Committee”, responsabile della valutazione di operazioni concernenti

pratiche classificate come “restructuring” o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio

dell’andamento complessivo di tale portafoglio;

il “Group Rating Committee”, responsabile di assumere decisioni e/o rilasciare pareri non

vincolanti alle Entità sulle proposte di modifica del rating.

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Governance e policies

I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da

specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione,

supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie,

sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di

prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio.

In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione di Group Risk Management

apposito parere anteriormente alla concessione/riesame di linee di credito nei confronti di singole

controparti/gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie di importo,

anche in riferimento all’obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in

relazione al patrimonio di vigilanza.

In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla

funzione Group Risk Management, le “General Group Credit Policies”, disposizioni generali relative allo

svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, dettano le regole ed i principi volti ad indirizzare,

disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi, i

requisiti regolamentari e la best practice di Gruppo.

Tali disposizioni generali sono integrate da policy dedicate che disciplinano specifiche tematiche (area di

business, segmento di attività, tipologia di controparte/transazione, ecc.). Si riportano di seguito alcuni

esempi.

Per quanto concerne la clientela Banche, Istituzioni Finanziarie e Sovereign, la relativa credit policy di

Gruppo è stata rivista nel febbraio 2010 al fine di strutturare in maniera organica ed efficace i principi di

valutazione del rischio e di gestione dell’attività creditizia con tali controparti, con specifico

approfondimento sul sistema di gestione rigorosa dei limiti a livello di Gruppo. Inoltre è stata emanata una

policy specifica per la gestione delle situazioni di crisi nei confronti delle controparti di cui trattasi (Banche

e Istituzioni Finanziarie) e, al fine di garantire un omogeneo approccio di valutazione e monitoraggio e di

definire un set di regole e principi per la gestione dei limiti Paese a livello di Gruppo è stata rivista la

relativa policy di Gruppo.

Per quanto concerne la credit risk mitigation, a completamento delle esistenti linee guida di carattere

generale, sono state emanate due specifiche policy: i) “Gestione del collaterale nelle operazioni derivate

OTC, pronti contro termine e prestito di titoli”, avente lo scopo di definire un framework efficiente ed

esaustivo nell’ambito della gestione delle garanzie per salvaguardare la banca dall’assumere rischi

evitabili; ii) “Processo di approvazione ed attività concernenti operazioni strutturate di mitigazione del

rischio di credito”, volta a rafforzare le regole per la valutazione del trasferimento del rischio economico

ed assicurare la mitigazione del rischio del portafoglio sottostante.

Sono state inoltre emanate policy di Gruppo volte a disciplinare operatività specifiche quali Project

Finance, Acquisition and Leveraged Finance nonché per la valutazione, il monitoraggio e la gestione dei

limiti di rischio di sottoscrizione per il portafoglio oggetto di sindacazione, unitamente alle già esistenti

policy riguardanti il “Commercial Real Estate Financing” e lo “Structured Trade and Export Finance

(STEF)”.

Infine la normativa di Gruppo concernente la classificazione e la gestione delle posizioni rischiose, il

processo di recupero dei crediti nonché la gestione degli accantonamenti generici con l’applicazione della

metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), è stata integrata con quella specifica in materia

di operazioni di Debt/Equity Swap.

In concomitanza con l'attuazione del progetto One4C, è proseguita l’attività di revisione organica della

normativa al fine di dotare la nuova banca di un sempre più coerente ed aggiornato impianto normativo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Metodologie della gestione e misurazione

Generalmente, il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad

un'esposizione creditizia, derivante da un inatteso deterioramento del merito di credito della controparte.

Ai fini della sua misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti

dalla possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero

emittente di un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi

impegni (rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio

di default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale

riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di

un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione).

Quest’ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il

rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la

misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l’approccio riferito al

mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro.

La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte / transazione, sia a

livello dell’intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell’attività creditizia nei confronti di

singoli prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il

processo di assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti

segmenti di clientela / prodotto, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia.

La valutazione del merito creditizio di una controparte impresa, in sede di esame della proposta di

affidamento, scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento

competitivo dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali,

comportamentali a livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire

all'assegnazione di un rating, da intendersi quale definizione della “probabilità di default” (PD) della

controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno.

Il monitoraggio sistematico è incentrato sulla cosiddetta “gestione andamentale” che, sulla base di tutte le

informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”) che rappresenta una

valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto grazie ad una

funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione, tramite un insieme di variabili rivelatesi

significative nell’individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l’evento del “default”.

Laddove possibile, il rating interno e, quindi, il grado di rischiosità assegnata alla controparte /

transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le

deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti organi si riducono

progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente.

Il modello organizzativo adottato prevede l’esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni

commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l’attuazione di un processo

cosiddetto di override, cioè dell’eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello.

Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in

considerazione le nuove informazioni acquisite. Ogni controparte è valutata nell’ambito anche

dell'eventuale gruppo di appartenenza considerando, di regola, il teorico rischio massimo dell’intero

gruppo economico.

Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di

portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di individuare il

contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre,

calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi:

Expected Loss (EL)

Credit Value at Risk (Credit VaR)

Expected Shortfall (ES).

Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a

livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al

portafoglio su un determinato orizzonte temporale (“discrete loss case”). Il valore di perdita associato alla

relativa probabilità è dato dal prodotto della percentuale di perdita in caso di default, (LGD) e le

esposizioni in default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default.

La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato,

dovuto al potenziale manifestarsi dell’inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di

portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate

attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di

portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo.

Il Value at Risk rappresenta la soglia monetaria di perdita superata solo per un prefissato valore di

probabilità (VaR con livello di confidenza 1-α: UniCredit ha fissato α =0.03% ovvero utilizza un intervallo

di confidenza del 99,97%). Il capitale economico è derivato dal Value at Risk sottraendone la perdita

attesa ed è un input per la determinazione del capitale interno a copertura delle perdite potenziali

derivanti da tutte le fonti di rischio.

Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio ma non fornisce alcuna

informazione concernente le perdite potenziali nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale

indicazione è invece fornita dall’“Expected Shortfall” (ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite

che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di portafoglio e l’ES dipendono significativamente dalla

correlazione tra i default e possono essere ridotti attraverso un’adeguata diversificazione del portafoglio.

I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole

controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il

rischio.

Le misure di capitale economico (Credit VaR) rappresentano, inoltre, un input fondamentale per la

predisposizione ed applicazione delle strategie creditizie, per l’analisi dei limiti creditizi e di

concentrazione dei rischi. Il motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di

stress testing sul portafoglio creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi

segmenti di clientela per Paese, dimensione, ecc.

Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad una validazione iniziale e ad un regolare processo

di monitoraggio, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi,

sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della

Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla funzione Group

Risk Management, con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo

segmento.

La finalità è di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a quella di porre in evidenza aree di

possibile miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare

rischi di non perfetta comparabilità nelle misure prodotte.

Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell’ambito della validazione del Secondo

Pilastro di Basilea II.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Attività di reporting e di monitoraggio

L’obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate

dalla funzione Group Risk Management, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di

credito quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio,

ecc., al fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo,

parziale o di singole controparti.

La funzione Group Risk Management è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a

livello di portafoglio consolidato, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc (da parte dell’Alta

Direzione o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o agenzie di rating), con l’obiettivo di

analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, onde poter cogliere

tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative

correttive. L’andamento del portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai principali

drivers (quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio), ai diversi segmenti di clientela, alle realtà

locali, ai settori industriali, nonché all’andamento del portafoglio in default ed alla relativa copertura.

Le attività di portfolio reporting a livello di Gruppo sono condotte in stretta collaborazione con i CRO

(Chief Risk Officer) delle Regions e i Credit Risk Portfolio Managers che, all’interno del rispettivo

perimetro, implementano le loro specifiche attività di reporting.

Già dall’inizio del secondo semestre del 2010, le attività di reporting vengono effettuate da due funzioni

dedicate di Group Risk Management: l’Unità di Group Risk Reporting e il team di Group Credit Portfolio

Reporting. L’Unità di Group Risk Reporting è responsabile della reportistica a livello di Gruppo, effettuata

utilizzando i dati e le informazioni fornite dalle altre strutture competenti del Group Risk Management. Il

team di Credit Risk Portfolio Reporting, sempre in collaborazione col “Group Risk Management Operating

Office” è responsabile della reportistica riguardante il rischio di credito del Gruppo a livello di aree

geografiche e Business Units, producendo direttamente i dati relativi alla Strategic Business Area

“CIB&PB” e raccogliendo/aggregando i dati relativi alla Strategic Business Area “Family & SME” e ai

Paesi CEE forniti dal “Family & SME” department e dal CEE Risk Officer.

Nei primi mesi del 2011 le attività di reporting sono state ulteriormente affinate grazie ad un’intensa

attività di fine tuning dei processi per la raccolta e il consolidamento dei dati, attività questa già avviata

negli ultimi mesi del 2010. È stato così possibile conseguire un significativo miglioramento in termini di

qualità delle informazioni rappresentate e dei processi a supporto dei report consolidati (quali, ad

esempio, l’ ERM, Enterprise Risk Management Report). Si segnala, peraltro, che sempre con riferimento

all’Enterprise Risk Management Report è stato introdotto un nuovo formato in termini di presentazione

che meglio si adatta alla nuova struttura organizzativa di Group Risk Management e che ora permette di

rappresentare i dati suddivisi ed analizzati per area geografica e non più solo per divisione.

L’intera attività di monitoraggio che è finalizzata ad individuare e a reagire in modo tempestivo a possibili

deterioramenti della qualità del credito delle controparti è stata ulteriormente rafforzata con strutture

dedicate, appartenenti alla funzione Group Risk Management, che si occupano della reportistica volta ad

analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, al fine di poter cogliere

tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune azioni correttive.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

13

Strategie creditizie

In linea con le disposizioni del Secondo Pilastro, le strategie creditizie sull’intero portafoglio crediti di

Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In conformità sia

con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le stesse hanno

l’obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per Divisione e per

Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di Gruppo in presenza di avverse

congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale.

L’obiettivo delle strategie creditizie è triplice:

definire la composizione di portafoglio che minimizza l’impatto complessivo del rischio di credito

mantenendo la remuneratività attesa, partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i

criteri di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore;

assicurare supporto alle competenti funzioni/Divisioni della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo,

qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione

ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di business;

fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget

commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo.

La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down,

con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture

centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell’analisi settoriale e di

prodotto a livello di Capogruppo. La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le

misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In particolare, le evidenze del modello “Credit VaR”

garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di portafoglio, attraverso l’applicazione di

metodologie e strumenti avanzati. Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in

considerazione differenti caratteristiche a livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate

in variabili di input nei modelli di ottimizzazione del portafoglio creditizio.

Più in generale, nell’ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della

Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo

Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è

posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l’importanza dello stesso sul totale delle attività

creditizie.

Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa “Basilea II”, si

configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in

grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello

svolgimento della normale operatività.

Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in

Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due

differenti tipologie di rischio di concentrazione:

esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di

controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk for Multinationals, Financial Institutions and

Banks);

esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica

(sectorial risk).

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

14

Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con

l’utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui

probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell’ipotesi di scenari

macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono

utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali

indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore,

gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo

economico.

In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su

scenari di stress aggiornati e comunicati sia all’Alta Direzione sia all’Organo di Vigilanza. In aggiunta alle

attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell’Organo di

Vigilanza.

Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Il Gruppo utilizza una pluralità di tecniche di mitigazione del rischio di credito volte a ridurre le perditepotenziali derivanti dall’attività creditizia nell’eventualità di default dell’obbligato principale. In tale

ambito ed in conformità alla “International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards -

A Revised Framework” (Basilea II), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti

necessari alla corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti

approcci adottati – Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB) ai fini sia gestionali interni sia del loro

riconoscimento per il calcolo dei requisiti patrimoniali.

Con specifico riferimento alle tecniche di mitigazione del rischio, sono in vigore linee guida generali di

Gruppo emesse dalla Capogruppo al fine di definire regole e principi comuni per l’indirizzo, il governo e la

gestione standardizzata delle tecniche di mitigazione del rischio in linea con le best practice e in

conformità con i requisiti regolamentari in materia.

Ad integrazione delle linee guida generali sulle tecniche di mitigazione del rischio, le singole Entità hanno

emanato normative interne, specificando processi, strategie e procedure per la gestione delle garanzie in

conformità con i principi di Gruppo. In particolare tali normative dettagliano le regole per l’ammissibilità, la

valutazione e la gestione delle garanzie, assicurandone la validità, l’opponibilità giuridica, la tempestività

di realizzo in conformità con il sistema giuridico locale di ciascun Paese.

Le Entità italiane hanno implementato le linee guida di Gruppo attraverso la “Local Special Credit Policy-

La mitigazione del rischio di credito- linee guida per le Entità Italiane” mirata a definire un approccio

comune sulle tecniche di mitigazione del rischio fornendo anche indicazioni gestionali e operative, in

conformità ai requisiti della normativa per la vigilanza prudenziale delle banche (Circolare 263) emanata

dalla Banca d'Italia. Nell'ambito del progetto One4C, è stata inoltre rivista la normativa interna sul credito

e sulle garanzie, al fine di dotare la nuova banca di un framework di regole aggiornato e coerente.

Le singole Entità hanno realizzato attività di assessment sulla gestione delle garanzie e verifiche sulla

compliance delle tecniche di mitigazione del rischio in particolare nell’ambito dei processi di applicazione

dei sistemi di rating interni, per verificare la presenza di una documentazione adeguata e di linee guida e

procedure formalizzate per l’utilizzo delle tecniche di mitigazione del rischio ai fini del calcolo del capitale

regolamentare in coerenza i requisiti richiesti sulla gestione delle garanzie definiti nell’ambito delle linee

guida di Gruppo.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio

e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per

determinate categorie di garanzie reali.

In termini di politica creditizia, le garanzie - reali o personali - possono essere acquisite solo come

supporto sussidiario del fido e non devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità

di rimborso del debitore principale. Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e

dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed

analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di rimborso dell’esposizione debitoria.

Le principali tipologie di garanzie reali utilizzate a supporto del credito dalle Entità del Gruppo sono

principalmente le immobiliari, sia residenziali che commerciali, le garanzie finanziarie (inclusi i depositi in

depositi in contante, le obbligazioni, azioni e quote di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari

(OICVM)). Altri tipi di garanzie reali (pegno su merci o su crediti e polizze vita) sono meno comuni. Il

Gruppo si avvale, inoltre, di accordi di compensazione.

ll sistema di gestione delle tecniche di mitigazione del rischio di credito è parte integrante del processo di

approvazione e monitoraggio del credito, che supportano ampiamente i controlli di qualità, la valutazione

delle garanzie e la corretta categorizzazione ai fini di stima della LGD. Controlli e relative responsabilità

sono debitamente formalizzati e documentati in norme interne e procedure operative. Inoltre sono stati

implementati processi per il presidio di tutte le informazioni utili all'identificazione e la valutazione delle

garanzie ed il loro corretto inserimento nei sistemi.

Nel processo di acquisizione delle garanzie il Gruppo attribuisce particolare rilevanza ai processi e al

sistema dei controlli per il rispetto dei requisiti legali (“certezza giuridica” ) dei contratti, nonché alla

valutazione della congruità della garanzia e, nel caso delle garanzie personali, della solvibilità e del profilo

di rischio del fornitore di protezione.

Per le garanzie reali il processo di valutazione è governato da principi prudenziali, sia con riferimento

all’utilizzo di valori di riferimento “di mercato” che all’applicazione di opportuni scarti al fine di evitare che

in caso di escussione si verifichino perdite inattese.

I processi di monitoraggio delle garanzie sono volti ad assicurare il mantenimento fino alla scadenza dei

requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, previsti dalle politiche creditizie, dalla normativa interna

e dai requisiti dell’Organo di Vigilanza in materia.

Rischio di mercato

Il rischio di mercato deriva dall’effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei

titoli, tassi di cambio, ecc.) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove

quest’ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia

quelle iscritte nel banking book, ovvero l’operatività connessa con la gestione caratteristica della banca

commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel gruppo

UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della

struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo, sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso.

Al fine di semplificare la struttura di Vertice della Banca e della Governance, salvaguardando nel

contempo la dimensione divisionale e rinforzando quella geografica, nella seduta del Consiglio di

Amministrazione del 14 Dicembre 2010, sono state deliberate delle modifiche al modello organizzativo

della Banca.

Conseguentemente, è stata deliberata nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 22 febbraio

2011, la riorganizzazione delle funzioni di Risk Management al fine di recepire, in particolare, la maggiore

“focalizzazione geografica”.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Il modello in essere garantisce la capacità di indirizzo, coordinamento e controllo di alcuni rischi aggregati

(cosiddetti Portfolio Risks), tramite centri di responsabilità dedicati (Portfolio Risk Managers), interamente

focalizzati e specializzati su tali rischi, in ottica di Gruppo ed interdivisionale.

In base a tale riorganizzazione le strutture di primo riporto al “Group Risk Management”, dedicate al

governo dei rischi di mercato, sono:

“Group Trading Risks”, per quanto concerne il rischio di mercato relativo alle posizioni presenti

nel Trading Book;

“Group Balance Sheet & Liquidity Risk” per quanto concerne il rischio di mercato relativo al

Banking Book.

Rischio di Mercato – Portafoglio di Negoziazione

Strategie e Processi di Gestione del Rischio

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stabilisce le linee guida strategiche per l’assunzione dei

rischi di mercato definendo, in funzione della propensione al rischio e degli obiettivi di creazione di valore

in rapporto ai rischi assunti, l’allocazione del capitale per la Capogruppo stessa e per le società

controllate.

Il Group Risk Committee ha funzione consultiva e propositiva circa le decisioni dell’Amministratore

Delegato e nella definizione di proposte dell’Amministratore Delegato al Consiglio di Amministrazione sui

seguenti temi:

“risk appetite” di Gruppo inclusi obiettivi di capitalizzazione, criteri di allocazione del capitale,

capacità di assunzione del rischio, “cost of equity” e politica dei dividendi nonché limiti di capitale

interno;

strategie generali per l’ottimizzazione dei rischi, linee guida generali e politiche generali per la

gestione dei rischi di Gruppo;

modelli interni per la misurazione di tutte le tipologie di rischio ai fini del calcolo capitale di

vigilanza;

struttura dei limiti per tipologia di rischio;

politiche strategiche e piani di funding.

Allo stesso modo delibera in merito a:

la definizione delle linee guida relative alle politiche finanziarie di Gruppo (strategie di gestione

dell’attivo e del passivo, incluso il profilo della duration a livello Gruppo);

l’allocazione del rischio alle Business Unit ed alle Entità, linee guida e strategie specifiche

relative ai rischi e conseguente definizione dei limiti per il raggiungimento degli obiettivi in termini

di risk appetite e limiti per tipologia di rischio;

metodi per la misurazione e controllo dei rischi aggregati di Gruppo (derivanti dalla aggregazione

delle singole tipologie di rischio);

linee guida, policies e strategie per il rischio immobiliare, il rischio su investimenti finanziari ed il

rischio di business;

i piani di intervento in caso di aspetti critici evidenziati dai report di validazione iniziali e nel

tempo;

tematiche inerenti l’implementazione della normativa nota come “Basilea II” così come le relative

attività di progetto ed i processi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Struttura ed Organizzazione della funzione di Risk Management

Con riferimento al governo dei rischi di trading book, ovvero il rischio di mercato originato dalle funzioni

del Gruppo autorizzate a gestire posizioni di trading, è stato costituito il “Group Trading Risks”

department, responsabile del governo e del controllo di tali rischi a livello di Gruppo, attraverso la

definizione delle strategie e dei limiti, la redazione di Normativa di Gruppo in materia, il monitoraggio della

relativa implementazione presso le Entità del Gruppo, lo sviluppo di metodologie per la misurazione di tali

rischi, lo svolgimento delle attività di stress-test e l’analisi del portafoglio.

Il citato department è inoltre responsabile di coordinare managerialmente, limitatamente al proprio

perimetro di competenza, le corrispondenti funzioni presso le Entità del Gruppo, secondo quanto previsto

dalle Normative interne (“GMGR1” e “GMGR Evolution”) e di indirizzare la scelta delle corrette

metodologie/modelli di pricing degli strumenti finanziari, attraverso il coordinamento delle attività per lo

sviluppo delle “librerie di pricing” e per l’integrazione delle stesse nei sistemi di front office.

Tale presidio è garantito attraverso una struttura organizzativa del department che si articola, in

particolare, nelle seguenti unit:

“Group Market Risk Management” responsabile di

o coordinare il processo iterativo (in cooperazione con le funzioni di Market Risk delle

Entità del Gruppo) per la definizione dell’insieme di limiti globali e granulari da

sottoporre, per approvazione, ai Comitati ed Organi decisionali competenti, a livello

locale e di Capogruppo;

o monitorare giornalmente i limiti globali e granulari attivando i processi di escalation in

caso di raggiungimento/superamento dei limiti, identificando inoltre le corrette

contromisure e/o azioni di mitigazione, ove necessario;

o analizzare il P&L giornaliero, sulla base dei report forniti dalle Entità;

o definire le metodologie per IPV2 e FVA3 da far adottare alle Entità del gruppo;

“Products Evaluation Special Projects & Support” responsabile di:

o definire il programma di stress test, attraverso la definizione di nuovi scenari,

l’aggregazione dei risultati degli stress test forniti dalle Entità del Gruppo, l’analisi dei

risultati degli stress test e l’identificazione delle adeguate azioni correttive (es. azioni di

mitigazione del rischio, costituzione di nuovi scenari);

o assicurare il reporting sui rischi di mercato, fornendo una rappresentazione aggiornata, a

livello di Gruppo, dei rischi in oggetto, sia in scenari normali che in scenari di stress;

“Market Risk Policies, Methodologies & Architecture ” responsabile di:

o sviluppare metodologie per la gestione dei rischi di mercato (ad esempio StressedVaR,

IncrementalRiskCharge, ComprehensiveRiskMeasure, CreditCounterpartyRisk,

ExpectedPositiveExposure, etc. ) garantendo coerenza di modelli all’interno del Gruppo;

o provvedere alla redazione della Normativa di Gruppo in materia di rischi di trading;

o verificare la coerenza delle policy operative in materia di rischi di mercato definite dalle

Entità del Gruppo con le strategie e con la Normativa di Gruppo definite da “Group

Trading Risks” department;

o monitorare, secondo le modalità definite dalla regolamentazione interna, l'approvazione

e l'implementazione presso le Entità del Gruppo della Normativa di Gruppo in materia di

rischio di mercato;

o monitorare i risultati di back testing svolti dalle Entità e del back testing consolidato.

1 Group Managerial Golden Rules2 Independent Price Verification3 Fair Value Adjustment

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AL 30 GIUGNO 2011

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Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del

rischio

Nel corso della prima metà del 2011 è proseguito lo sviluppo e ampliamento dei modelli esistenti nella

direzione di una sempre più accurata rappresentazione dei profili di rischio propri di portafogli di prodotti

finanziari complessi.

Il monitoraggio di detti profili di rischio è stato reso ancor più efficace e tempestivo attraverso

l'introduzione di limiti di rischio granulari che si aggiungono a quelli di VaR in relazione alle principali

attività dell’investment banking.

Alla stessa stregua, sempre nell'ottica di un perseguimento di valutazioni di prodotto/portafoglio ispirate ai

più rigorosi principi di prudenzialità, sono state raffinate e rese più incisive le metodologie per

l'appostazione di riserve di valutazione sui prodotti di credito, con un focus particolare in merito a quelli

strutturati.

All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal gruppo UniCredit

nell’ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi,

regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli,

pricing e disamina dei modelli di rischio.

Il dipartimento Market Risk Management è specificamente chiamato a garantire che principi, regole e

processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi paesi in

cui vengono applicati.

Il principale strumento utilizzato dal gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle

posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica. In

questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio

simulativo di tipo Monte Carlo.

In aggiunta ai Limiti di VaR, ulteriori specifiche limitazioni di rischio per la Divisione CIB sono definite in

termini di:

1. Loss Warning Levels che sono definiti come il P&L Economico Accumulato su un periodo di 60 giorni a

livello di soggetto che assume rischio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne fanno parte.

2. Stress Test Warning Levels che rappresentano la massima perdita economica che il Gruppo è pronto

ad accettare come scaturisce da uno scenario di Stress test “pivot”; questo è lo scenario definito dal

Market Risk Management come via via il più appropriato secondo le condizioni di mercato attese e le

caratteristiche di rischio prevelenti di portafoglio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne

fanno parte.

Il proposito è quello di individuare esposizioni che possono minacciare i risultati economici di Gruppo e

mettere in forse la sostenibilità del modello di business attraverso l’acquisizione di uno specifico focus sui

rischi di secondo ordine (non linearità) che normalmente non sono catturati dal VaR ma posso a loro volta

generare perdite reali in determinate condizioni.

3. Granular Market Limits che sono definiti per le principali line di business/desk. Essi esistono

indipendentemente, ma operano di concerto con i limiti al Rischio di Mercato e operano in modo

consolidato attraverso le diverse società della divisione, se applicabili. Al fine di controllare in maniera più

efficace e più specifica differenti tipi di rischio, “desk” e prodotti, questi limiti sono generalmente associati

a sensitività granulari oppure a scenari di stress.

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Politiche di copertura e di attenuazione del rischio

Incontri su base settimanale si svolgono a livello del top management della Divisione CIB per discutere i

principali fattori di rischio che determinano il risultato economico di portafoglio.

Su base mensile un insieme di indicatori di rischio è fornita al Group Risk Committee attraverso

l’Enterprise Risk Management Report; questi includono gli utilizzi di VaR, Greche e risultati degli Stress

tests.

Allo stesso tempo il superamento dei limiti è riportato sia al Group Market Risk Committee che al Group

Risk Committee, laddove il processo di “escalation” è normato dalla Policy Speciale di Gruppo sulla

Gestione dei Limiti del Rischio di Mercato delle attività di Trading che definisce la natura delle varie

soglie/limiti applicati come gli organismi competenti da coinvolgere per stabilire il più appropriato piano di

azione per ricondurre le esposizioni nei limiti approvati.

Se richiesto un focus è fornito di volta in volta sull’attivià di specifici ambiti di business al fine di assicurare

il più elevato livello di comprensione e di discussione dei rischi in date aree che sono ritenute meritevoli di

particolare attenzione.

Rischio di Mercato – Banking Book

Strategie e Processi di Risk Management

La banca esegue operazioni di copertura sul rischio di tasso di interesse del perimetro di BankingBook, principalmente originato dal business della clientela, tenendo attivamente in considerazione icambiamenti del mercato. Le strategie di copertura sono finalizzate inoltre alla inclusione di variabilicomportamentali della clientela, come per esempio il fenomeno di estinzione anticipata dei mutui edi altri prestiti alla clientela.La strategia di gestione della posizione del rischio di tasso di interesse riferita al perimetro diBanking Book è rivista, almeno su base mensile, dal Group ALCO. Il comitato Group Assets andLiabilities Committee coinvolge membri del Senior Management tra cui: Group CRO, Group CFO edi responsabili delle Divisioni pertinenti.Il coinvolgimento del comitato in materia di gestione del rischio di tasso di interesse include:

settaggio e monitoraggio dei limiti; strategie di Copertura; linee Guida e Policies; decisioni relative al Funds transfer pricing; metodologie e misurazione del rischio.

È importante notare che il Group ALCO delibera in merito alle Linee Guida ed al Risk Frameworkper i regional centres. I comitati ALCO a livello di singolo regional centre delineano il processorelativo al loro perimetro, mentre il Group ALCO monitora la posizione complessiva.Risk Management propone i limiti che richiedono la approvazione da parte del Group RiskCommittee.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Struttura ed Organizzazione della funzione di Risk Management

Il presidio dei rischi di mercato del Banking Book ricade sotto la responsabilità dell’unità “Balance Sheet

Risks Control” facente parte del “Group Risk Management”. Le responsabilità dell’unità comprendono:

provvedere alla redazione della Normativa di Gruppo in materia di rischio di bilancio

relativamente al Banking Book;

verificare la coerenza delle policy operative definite dalle Entità del Gruppo in materia di rischi di

bilancio relativamente al Banking Book con le strategie e con la Normativa di Gruppo definite dal

department;

proporre agli Organi competenti i limiti per la gestione dei rischi di bilancio relativi al Banking

Book, provvedendo altresì alla relativa sub-allocazione, al fine di mantenere il profilo di rischio

del Gruppo all’interno del quadro di risk appetite approvato dal Consiglio di Amministrazione e

dagli altri organi competenti;

monitorare il rispetto dei limiti per i rischi di bilancio relativi al Banking Book e di liquidità di medio

– lungo termine fissati dagli organi competenti a livello di Gruppo e di regional center e proporre

azioni correttive per mantenere il profilo di rischio del Gruppo all’interno del risk appetite

approvato dal Consiglio di Amministrazione.

Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del

rischio

La responsabilità primaria per il monitoraggio ed il controllo della gestione del rischio di mercato nelBanking Book risiede presso gli Organi competenti della Banca. Per esempio, la Capogruppo èresponsabile per il processo di monitoraggio del Rischio di Mercato sul Banking Book a livelloconsolidato. In quanto tale, definisce la struttura, i dati rilevanti e la frequenza per un adeguatoreporting a livello di Gruppo.La misura di rischio di tasso di interesse per il Banking Book riguarda il duplice aspetto di valore e dimargine di interesse netto della Banca. In particolare, il rischio di tasso di interesse può esserevalutato secondo due prospettive diverse ma complementari:

Economic value perspective: variazioni nei tassi di interesse possono ripercuotersi sulvalore economico di attivo e passivo. Il valore economico della banca può essere vistocome il valore attuale dei flussi di cassa netti attesi della banca, cioè i flussi attesi dell’attivomeno quelli del passivo;

Income perspective: l’analisi si concentra sull’impatto del cambiamento dei tassi di interessesul margine netto di interesse maturato o effettivamente riportato, cioè sulla differenza trainteressi attivi e passivi. Un esempio di una misura di rischio utilizzata è la Net InterestIncome sensitivity.

Inoltre, si struttura un framework di misurazione di ulteriori tipologie di Rischio di Mercato, comerischio del tasso di cambio, rischio azionario e rischio specifico dovuto a variazione dello spreadcreditizio.

Stress tests: sono un efficace strumento di gestione del rischio, in quanto forniscono ad UniCredit laindicazione di quanto capitale potrebbe essere necessario per assorbire perdite in caso di fortishock finanziari. Lo stress testing è parte integrante dell’Internal Capital Adequacy AssessmentProcess (ICAAP), dove si richiede ad UniCredit di eseguire uno stress testing rigoroso e forward-looking al fine di identificare possibili eventi o cambiamenti nelle condizioni di mercato che possanoripercuotersi in maniera sfavorevole per la banca.

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Politiche di copertura e di attenuazione del rischio

In sede di ALCO si discutono su base mensile i principali fattori di Rischio di Mercato. Il comitatoriceve un aggiornamento in merito allo status corrente delle misure di rischio per il Banking Booksia da una prospettiva di valore della banca che da una di utili.I limiti ed i warning levels sono monitorati dalla funzione di Risk Management. Violazioni di tali limitie warning levels, se presenti, vengono riportati ai rilevanti Organi competenti. Di conseguenza, ilprocedimento di escalation si attiva in linea con le procedure descritte nella Policy, per implementarele misure più appropriate al fine di ristabilire l’esposizione all’interno dei limiti approvati.Le operazioni strutturali di copertura dal rischio di tasso di interesse al fine di attenuare l’esposizioneverso il business della clientela sono eseguite dalla Tesoreria. Le operazioni strategiche delperimetro di Banking Book possono essere eseguite dal dipartimento di Asset and LiabilityManagement - ALM.

Ruolo dei Comitati

In relazione al governo dei Rischi di Mercato, i Comitati responsabili in materia sono i seguenti:

Group Risk Committee;

Group Market Risk Committee;

Group Assets & Liabilities Committee.

Il Group Risk Committee è responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo. Propone

al Consiglio di Amministrazione la struttura dei limiti per tipologia di rischio.

Il “Group Market Risk Committee” è responsabile per il monitoraggio dei Rischi di Mercato a livello di

Gruppo, per la valutazione dell’impatto delle transazioni – approvate dai competenti organi - che

influiscono in maniera significativa sul profilo complessivo del portafoglio del Rischio di Mercato, per la

presentazione al “Group Risk Committee” per approvazione o informativa, di strategie relative al Rischio

di Mercato, policy, metodologie e limiti nonché della reportistica periodica sul portafoglio del rischio di

mercato.

Il Comitato è responsabile inoltre di garantire la coerenza delle policy, metodologie e prassi operative

riguardo al rischio di mercato, nelle diverse Divisioni/ Business Unit ed Entità. Controlla e monitora il

Group market risk portfolio.

Il “Group Assets and Liabilities Committee” è responsabile per il monitoraggio del rischio di liquidità, di

cambio (FX) e di tasso d’interesse del Banking Book, per la presentazione al “Group Risk Committee”

delle strategie per la gestione di asset e liabilities e della visione complessiva del posizionamento di

Gruppo in termini di ALM, nonché delle strategie, policy, metodologie e limiti per i rischi di liquidità,

cambio e tasso d’interesse del Banking Book.

Il Comitato è inoltre responsabile di assicurare la coerenza di politiche, metodologie e prassi operative

per i rischi di liquidità, di cambio e di tasso d’interesse di Banking Book nell’ambito dei diversi Regional

Liquidity Center, Divisioni/ Business Unit ed Entità, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse

finanziarie quali liquidità e capitale e di riconciliare la richiesta delle stesse con le strategie di business

nell’ambito dell’intero Gruppo. Monitora inoltre l’evoluzione degli asset e liabilities per l’intero Gruppo e

l’esecuzione del piano di funding. Analizza l’impatto delle oscillazioni dei tassi di interesse, dei vincoli di

liquidità e le esposizioni ai cambi.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

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Rischio di liquidità

Definizione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità identifica l’eventualità che il Gruppo possa trovarsi nella condizione di non riuscire a

far fronte agli impegni di pagamento (per cassa o per consegna) previsti o imprevisti senza pregiudicare

l’operatività quotidiana o la propria condizione finanziaria e può derivare da diversi fattori interni o esterni.

I principi fondamentali del modello di gestione del rischio di liquidità del gruppo UniCredit

L’obiettivo del Gruppo è di disporre di liquidità in qualunque momento, vale a dire mantenere la liquidità

ad un livello che consenta di condurre le operazioni in sicurezza. L’obiettivo è quello di finanziare le

proprie attività alle migliori condizioni di tasso in normali circostanze operative e di rimanere nella

condizione di far fronte agli impegni di pagamento in caso di crisi di liquidità.

A tale scopo, il Gruppo si attiene scrupolosamente alle disposizioni normative e regolamentari imposte

dalle Banche Centrali e dalle autorità nazionali dei vari paesi in cui opera.

Si definisce crisi di liquidità un evento che impedirebbe al Gruppo di disporre dei mezzi necessari per far

fronte agli impegni di pagamento assunti. Tale eventualità andrebbe a discapito della relazione con i

nostri clienti basata sulla fiducia che la banca sia in grado di far fronte tempestivamente ai propri impegni

di pagamento.

Considerando la presenza internazionale di Unicredit, il Management ritiene sia necessario attenersi alle

disposizioni normative locali applicabili a ciascuna società del Gruppo, ma che queste non siano

sufficienti a gestire il rischio di liquidità complessivo. Per tale ragione, oltre a soddisfare i requisiti legali e

regolamentari locali, tramite la Capogruppo e sotto la supervisione del Group Risk Management, sono

state definite politiche e metriche da adottare a livello di Gruppo, al fine di garantire che la posizione di

liquidità di ciascuna entità risponda ai requisiti dello stesso.

Riguardo alla gestione della liquidità, l’organizzazione del Gruppo è basata su criteri di tipomanageriale, definiti coerentemente con il concetto di Liquidity Centre, di seguito definiti.I Liquidity Centre sono Entity che intervengono in base alla responsabilità che ad esse competequali sub-holding nella gestione della liquidità. Intervengono inoltre nel processo di netting dei flussidi liquidità delle varie Entity che ricadono all’interno del loro perimetro. I Liquidity Centre sonoresponsabili dell’ottimizzazione del processo di funding effettuato nei principali mercati locali e delcoordinamento dell’accesso ai mercati di breve e di lungo termine da parte delle Entity sottostanti alloro perimetro. Infine, i Liquidity Centre sono responsabili, a livello locale, dell’implementazione delleregole sulla liquidità di Gruppo, in conformità con le Guideline di Governance di Gruppo e con levigenti norme locali.Un ruolo particolarmente importante è svolto dalla Capogruppo, in qualità di soggetto responsabiledella supervisione e del controllo. In tema di liquidità tale ruolo consiste nel guidare, coordinare econtrollare tutti gli aspetti riguardanti la liquidità dell’intero Gruppo. La Capogruppo agisce, inoltre,come Liquidity Centre per il perimetro italiano.Considerando che la liquidità disponibile a livello di singolo Paese potrebbe essere soggetta arestrizioni di tipo legale, regolamentare e politico, un principio guida adottato al fine di migliorare lagestione sana e prudente della liquidità è quello di auto-sufficienza. Ogni Entity (in particolare quellesituate in un Paese differente da quello in cui risiede il Liquidity Centre di riferimento), è tenuta amantenere un livello adeguato di autosufficienza in termini di liquidità, sia in condizioni di normalitàche in condizioni di stress. In ogni caso, ogni Entity è tenuta altresì a fare leva sui propri punti diforza, in termini di prodotti e mercati, in modo da ottimizzare il costo del funding per il Gruppo.Questo tipo di organizzazione garantisce che le Legal Entity appartenenti al Gruppo siano auto-sufficienti, accedendo ai mercati della liquidità, globali e locali, in maniera controllata e coordinata. Intal modo si rende possibile ottimizzare i) i surplus ed i deficit di liquidità tra le Entity appartenenti alGruppo ii) il costo complessivo del funding a livello di Gruppo.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Le funzioni di controllo e di reportistica indipendente sui rischi di liquidità sono assegnate alla funzione

Risk Management, che è autonoma rispetto alle funzioni operative che gestiscono le posizioni e si

espongono in termini di liquidità. Tale principio è in linea con quanto stabilito da Banca d’Italia nella

Circolare 263 (recentemente aggiornata nel Dicembre 2010).

A questo proposito sono identificate, a livello di Gruppo, tre strutture principali per la gestione dellaliquidità: la competence line del Group Risk Management, la funzione “Finanza” (nella competenceline del CFO), e la funzione “Tesoreria” (inclusa nella Business Unit “Markets”), ognuna con ruoli eresponsabilità differenti. In particolare, le funzioni operative sono proprie di Finanza e Tesoreria,mentre le funzioni di controllo sono proprie della funzione Risk Management.Più specificamente, la Tesoreria agisce come organo di coordinamento nella gestione dei flussifinanziari infra-gruppo, derivanti dai deficit/surplus di liquidità delle varie Entity appartenenti alGruppo, e applica gli appropriati tassi di trasferimento alle transazioni infra-gruppo. Espletando talifunzioni, la Tesoreria garantisce un accesso al mercato disciplinato ed efficiente.

L’ottimizzazione del rischio di liquidità è perseguita stabilendo limiti specifici per l’attività bancaria

standard di trasformazione delle scadenze a breve, medio e lungo termine. Tale processo è implementato

nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari di ciascun paese e delle policy e regole interne

delle Società del Gruppo tramite modelli di gestione adottati nei Liquidity Centre individuali.

I modelli sono sottoposti ad analisi condotte dal Risk Management locale o dalla struttura equivalente con

le stesse responsabilità, di concerto con la funzione di Risk Management del Gruppo al fine di garantire il

rispetto delle metriche e degli obiettivi definiti dalla Liquidity Framework del Gruppo.

Inoltre, le regole regionali devono essere conformi ai requisiti normativi e regolamentari nazionali.

Tecniche di misurazione del rischio, determinazione del capitale interno e Stress test

È nozione generalmente accettata che il rischio di liquidità non possa essere mitigato dalla disponibilità di

capitali. Pertanto, il rischio di liquidità non incrementa l’utilizzo di Capitale Economico ma è comunque

considerato un’importante categoria di rischio anche ai fini della determinazione della propensione al

rischio del Gruppo. Il rischio di liquidità, per la sua particolare natura, è affrontato tramite tecniche di

analisi dei gap, stress test della liquidità e misure complementari (principalmente attraverso una serie di

rapporti, quali ad esempio: prestiti/depositi, indebitamento). In particolare, le analisi dei dati di gap sono

elaborate entro due orizzonti temporali distinti:

giornalmente, una metodologia basata sul mismatch delle liquidità controlla il rischio di liquidità di

breve termine derivante da scadenze dall’overnight fino a 3 mesi;

mensilmente, i gap ratio controllano il rischio dal medio al lungo termine (liquidità strutturale) per

le scadenze pari all’anno o superiori.

Le metriche di liquidità

La Liquidity Framework del Gruppo si basa sul Liquidity Risk Mismatch Model, caratterizzato dai seguenti

principi fondamentali:

1. Gestione del rischio di liquidità sul breve termine (liquidità operativa) che considera gli eventi che

avrebbero un impatto sulla posizione di liquidità del Gruppo da un giorno fino ad un anno.

L’obiettivo primario è quello di conservare la capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di

pagamento ordinari e straordinari minimizzandone contestualmente i costi;

2. Gestione del rischio di liquidità strutturale (rischio strutturale) che considera gli eventi i quali

avrebbero un impatto sulla posizione di liquidità del Gruppo oltre l’anno. L’obiettivo primario è

quello di mantenere un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio/lungo

termine, finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di finanziamento, attuali e prospettiche, a breve

termine, ottimizzando contestualmente il costo del funding.

3. Stress test: il rischio di liquidità è un evento di scarsa probabilità e di forte impatto. Pertanto, le

tecniche di stress testing rappresentano un eccellente strumento per valutare le potenziali

vulnerabilità del bilancio. La Banca riproduce diversi scenari, spaziando dalla generale crisi di

mercato alla crisi idiosincratica e loro combinazioni.

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4. Metriche addizionali: a partire dal 2010, anche il “Loan to Deposit ratio” costituisce una metrica

addizionale nell’ambito del Risk Appetite Framework, stabilito dal CdA di UniCredit Group.

In tale contesto, la Capogruppo considera tutte le attività, passività, posizioni fuori bilancio ed eventi

presenti e futuri che generano flussi di cassa certi o potenziali per il Gruppo, proteggendo così le

Banche/Società appartenenti allo stesso dai rischi correlati alla trasformazione delle scadenze.

Gestione della liquidità di breve termine

L’obiettivo della gestione della liquidità consolidata di breve termine è di garantire che il Gruppo resti nella

condizione di far fronte agli impegni di pagamento, previsti o imprevisti, focalizzandosi sulle esposizioni

relative ai primi dodici mesi.

Le misure standard adottate a tal fine sono:

gestione dell’accesso ai sistemi di pagamento (gestione della liquidità operativa);

gestione dei pagamenti da effettuare e monitoraggio delle riserve di liquidità e del livello di

utilizzo delle stesse (analisi e gestione attiva della maturity ladder).

Questi principi sono applicabili a livello di Gruppo e a livello di ciascun Liquidity Centre.

Il Gruppo adotta anche il “Cash Horizon” come indicatore sintetico dei livelli di rischio relativi alla

posizione di liquidità a breve termine; tale indicatore viene monitorato attraverso la Maturity Ladder

operativa, che misura i flussi di liquidità in entrata e in uscita che comportano un impatto sulla base

monetaria. Il Cash Horizon identifica il numero di giorni, al termine dei quali la Entity in esame non è più in

grado di onorare le proprie obbligazioni, così come rappresentate nella Maturity Ladder operativa, una

volta esaurita la Counterbalancing Capacity disponibile. L’obiettivo del Gruppo nel corso dell’anno 2010 è

stato quello di garantire un Cash Horizon pari ad almeno tre mesi.

Il Cash Horizon è una delle metriche di liquidità incluse nel Risk Appetite framework di Gruppo.

Gestione della liquidità strutturale

L’obiettivo della gestione della liquidità strutturale del Gruppo è di limitare le esposizioni al rifinanziamento

sulle scadenze superiori all’anno, riducendo così i bisogni di rifinanziamento sul più breve termine. Il ratio

di Liquidità Strutturale oltre l’anno è una delle metriche di liquidità incluse nel Risk Appetite framework di

Gruppo. Il mantenimento di un adeguato rapporto tra le attività e le passività di medio/lungo termine mira

ad evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine.

Le misure standard adottate a tal fine sono:

1. la redistribuzione delle scadenze delle operazioni di finanziamento, per ridurre le fonti di funding

meno stabili, ottimizzando contestualmente il costo della raccolta (gestione integrata della

liquidità strategica e della liquidità tattica);

2. finanziare la crescita tramite attività strategiche di funding, stabilendo le scadenze più

appropriate (Financial Planning ed elaborazione della Contingency Liquidity Policy - CLP);

3. conciliare i requisiti di funding a medio-lungo termine con l’esigenza di minimizzare i costi

diversificando le fonti, i mercati nazionali, le valute di emissione e gli strumenti impiegati

(realizzazione del Contingency Funding Plan - CFP).

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Stress test della liquidità

Lo Stress test è una tecnica di gestione del rischio impiegata per valutare i potenziali effetti che uno

specifico evento e/o movimento, in una serie di variabili finanziarie, esercitano sulla condizione finanziaria

di un’istituzione. Trattandosi di uno strumento previsionale, lo Stress test della liquidità diagnostica il

rischio di liquidità di un’istituzione. In particolare, i risultati degli stress test vengono utilizzati per:

valutare l’adeguatezza dei limiti di liquidità sia in termini quantitativi che qualitativi (es. l’esigenza

di stabilire e allocare limiti finanziari non garantiti);

pianificare e attuare operazioni sourcing alternative al fine di controbilanciare i deflussi di cassa;

strutturare/modificare il profilo di liquidità degli asset del Gruppo;

fornire supporto allo sviluppo del liquidity contingency plan.

Al fine di eseguire Stress test uniformi in tutti i Centri di Liquidità, il Gruppo adotta una metodologia

centralizzata di Stress testing in base alla quale ogni Liquidity Centre è tenuto a riprodurre lo stesso

scenario sotto il coordinamento del Group Risk Management tramite l’attivazione di procedure locali.

Ai singoli Liquidity Centre è consentito avvalersi di modelli comportamentali statistici/quantitativi, purché

essi siano convalidati dal Risk Management locale o struttura equivalente con le stesse responsabilità.

Periodicamente, il Gruppo riproduce scenari di liquidità e conduce analisi di sensitivity, queste ultime

valutando l’impatto esercitato sulla condizione finanziaria di un’istituzione da un movimento in un

particolare fattore di rischio, senza identificare la fonte dello shock, mentre i test di scenario tendono a

considerare le ripercussioni di movimenti simultanei in diversi fattori di rischio, definendo chiaramente

l’evento di stress.

Scenari di liquidità

A livello macro, il Gruppo identifica tre diverse classi fondamentali di potenziale crisi di liquidità:

1. crisi correlata al mercato (sistemica, globale o settoriale): Market Downturn Scenario. Tale

scenario consiste in un’improvvisa turbolenza in un mercato monetario e di capitali che potrebbe

essere causata dalla chiusura (o dall’accesso limitato) del sistema di mercato/regolamento, da

eventi politici critici, crisi regionale, credit crunch, ecc.;

2. specifica del Gruppo o di parte di esso: crisi del titolo, scenari di declassamento del merito di

credito; il presupposto potrebbe essere il rischio operativo, evento connesso al peggioramento

della percezione del rischio reputazionale del gruppo e ad un declassamento del rating di

UniCredit S.p.A.;

3. una combinazione della crisi di mercato e di quella specifica: scenario combinato. Il periodo di

sopravvivenza relativo al “Combined” Liquidity Stress Test scenario è una delle metriche di

liquidità incluse nel Risk Appetite framework di Gruppo.

I risultati dello Stress test possono evidenziare la necessità di stabilire limiti specifici riguardo, ad

esempio, tra gli altri, il finanziamento non garantito, il rapporto fra flussi di cassa netti e la

Counterbalancing Capacity, il rapporto tra titoli eligible e non-eligible.

Misure aggiuntive del rischio di liquidità

Inoltre, nell’ambito delle misure incluse nel Risk Appetite framework, a livello divisionale vengonomonitorati i Loans to Deposits Ratio.

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Monitoraggio e reportistica

I limiti a valere sulla liquidità a breve termine ed il Cash Horizon sono oggetto di monitoraggio e direporting su base giornaliera. I ratio di liquidità strutturale e l’eventuale mancato rispetto dei limiti sonooggetto di monitoraggio e di reporting su base mensile. Il periodo di sopravvivenza e i risultati dei LiquidityStress Test sono oggetto di monitoraggio e di reporting su base settimanale.

Fattori di mitigazione

I principali fattori di mitigazione della liquidità per il Gruppo sono:

un’accurata pianificazione della liquidità sul breve e medio termine sottoposta ad un’attività di

monitoraggio mensile;

un’efficiente Contingency Liquidity Policy (CLP) caratterizzata da un Contingency Action Plan

(CAP), fattibile e aggiornato, da attuare in caso di crisi di mercato;

un liquidity buffer per far fronte a deflussi di cassa inaspettati;

solidi stress test aggiornati periodicamente e condotti di frequente.

Piano di Funding

Il Funding Plan ricopre un ruolo fondamentale nella gestione generale della liquidità influenzando siala posizione di breve termine che la posizione strutturale. Il Funding Plan definisce i fabbisogni e lefonti per mantenere un buon bilanciamento tra attività e passività a livello di Gruppo, di LiquidityCentre e di singola Entity. Uno degli obiettivi dell’accesso ai canali di medio-lungo termine è inoltrequello di evitare pressioni sulla posizione di liquidità a breve termine. Il Funding Plan deve essereaggiornato almeno annualmente e deve essere approvato dal Consiglio di Amministrazione. Inoltre,deve essere allineato con il processo di definizione del Budget e con il Risk Appetite Framework.La Capogruppo è responsabile per l’accesso al mercato per i Group Bank Capital Instruments.La Capogruppo, attraverso la funzione di Planning Finance and Administration (PFA), coordinal’accesso al mercato da parte dei Liquidity Centre e delle Entity, mentre i Liquidity Centre coordinanol’accesso delle Entity che appartengono al proprio perimetro.Ogni Entity o Liquidity Centre, sotto la responsabilità della funzione di PFA, può accedere ai mercatiper il finanziamento di medio e lungo temine, in modo da incrementare l’autosufficienza, sfruttare leopportunità di mercato e la specializzazione funzionale, tutelando l’ottimizzazione del costo deifinanziamenti del Gruppo.La funzione di PFA è responsabile per la elaborazione del Funding Plan. La funzione di RiskManagement ha la responsabilità di rilasciare una valutazione indipendente del Funding Plan.

Contingency Liquidity Policy del Gruppo

Una crisi di liquidità è un evento di scarsa probabilità e di forte impatto. Pertanto, è stato definito un

modello di governo degli eventi da attivare efficacemente in caso di crisi seguendo una procedura

approvata. Ai fini di un’azione tempestiva, è necessario predefinire una serie di azioni di mitigazione. A

seconda della situazione, alcune di queste azioni possono essere in seguito approvate ed eseguite.

La capacità di agire tempestivamente è essenziale per ridurre al minimo le conseguenze potenzialmente

distruttive di una crisi di liquidità. Le analisi degli stress test rappresenteranno un valido strumento per

l’individuazione delle conseguenze attese e la definizione anticipata delle azioni più adeguate per

affrontare uno specifico scenario di crisi. In combinazione con gli Early Warning Indicator (EWI),

l’organizzazione può addirittura riuscire ad attenuare gli effetti di liquidità già nelle prime fasi della crisi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Le crisi di liquidità sono solitamente caratterizzate da un rapido sviluppo e i segnali che le precedono

possono essere di difficile interpretazione, quando non addirittura inesistenti; è quindi importante

individuare con chiarezza i player, i poteri, le responsabilità, i criteri di comunicazione e la reportistica, al

fine di incrementare significativamente la probabilità di superare con successo lo stato di emergenza. Una

crisi di liquidità può essere classificata come sistemica (es. evento di crollo complessivo del mercato

monetario e di capitali) o specifica (es. specifica della banca) o una combinazione di entrambe.

L’obiettivo della Contingency Liquidity Policy di Gruppo è di assicurare l’attuazione tempestiva diinterventi efficaci fin dal principio (dalle prime ore) di una crisi di liquidità, attraverso la precisaidentificazione di soggetti, poteri, responsabilità, delle procedure di comunicazione ed i relativi criteriper la reportistica, nel tentativo di incrementare le probabilità di superare con successo lo stato diemergenza. Tale scopo viene raggiunto attraverso:

attivazione di un modello operativo straordinario e di governo della liquidità;

coerente comunicazione interna ed esterna;

una serie di azioni disponibili in stand-by per mitigare gli effetti negativi sulla liquidità;

una serie di early warning indicator i quali indichino che si sta sviluppando una crisi.

Una parte fondamentale della Contingency Liquidity Policy è costituita dal Contingency FundingPlan. Questo piano consiste in un insieme di azioni di gestione potenziali ma concrete. Tali azionidevono essere descritte in una lista che le racchiuda insieme con gli strumenti, gli importi ed i tempidi esecuzione volti a migliorare la posizione di liquidità della banca durante i tempi di crisi. IlContingency Funding Plan deve essere sviluppato sulla base del Funding Plan annuale. Il GroupRisk Committee è responsabile per l’approvazione finale e decide se informare il Consiglio diAmministrazione a riguardo.

Early Warning Indicator

Un sistema di Liquidity Early Warning Indicators è necessario per monitorare su base continuativa lesituazioni di stress, le quali possono essere originate dal mercato, dal settore o da eventiidiosincratici. Nella fattispecie, questi indicatori possono essere basati su variabili macroeconomicheo microeconomiche, interne o esterne, a seconda del contesto macroeconomico e della politicamonetaria delle Banche Centrali. Il sistema di Liquidity Early Warning Indicators ha lo scopo disupportare le decisioni del Management in caso di situazioni di deterioramento della posizione diliquidità o di Stress. La reportistica associata deve comunicare in maniera efficiente i principalirisultati degli indicatori.

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Rischio operativo

Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da

processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e

di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale.

Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di

impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni

derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell’azienda, interruzioni dell’operatività e

disfunzione dei sistemi, gestione dei processi.

Framework di Gruppo per la gestione dei rischi operativi

Il gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l’insieme di politiche e procedure

per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate.

Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che

stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con

le altre funzioni coinvolte nel processo.

La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel

manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi

Operativi) sono costituiti nelle Entità del gruppo per monitorare l’esposizione, le azioni di mitigazione, le

metodologie di misurazione e di controllo.

Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di

rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità del Group Operational &

Reputational Risks department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Elemento

cardine del sistema di controllo è l’applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il controllo

dei rischi e la misurazione del capitale.

Le risultanze dei vari componenti del sistema di gestione dei rischi operativi sono il più possibile tradotte

in azioni che mitigano il rischio operativo. In questo modo, negli ultimi anni il sistema si è evoluto da un

impianto di controllo ad un insieme di pratiche per gestire e ridurre il rischio.

La conformità del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi alla normativa esterna e agli

standard di Gruppo è valutata attraverso un processo di convalida interna. Responsabile di questo

processo è il Group Internal Validation department della Capogruppo, struttura indipendente dal Group

Operational & Reputational Risks department.

Il gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del modello AMA

(Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L’utilizzo di tale

metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out.

Struttura organizzativa

L’Alta Direzione è responsabile per l’approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei

rischi operativi, per la verifica dell’adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata

regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l’esposizione ai rischi operativi, con l’eventuale

supporto di appositi comitati rischi.

Il Group Operational & Reputational Risks Committee, presieduto dal responsabile di Group Credit

Operational & Reputational Risks è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione

del Comitato è stata rivista nel 2011, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del

Group Risk Management department.

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La missione del Group Operational & Reputational Risks Committee per quanto riguarda i rischi operativi

è di formulare proposte e pareri per il Group Risk Committee per:

il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi

operativi nel Gruppo;

la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l’allocazione alle Divisioni, alle Business

Units, alle Entità del Gruppo e ai portfolios;

l’approvazione iniziale e modifiche fondamentali ai sistemi di controllo e misurazione dei rischi e

gli applicativi per i rischi operativi, compresi possibili piani di azione, processi, IT e requisiti per la

qualità dei dati, con il supporto delle autorizzazioni interne relative;

strategie globali per l’ottimizzazione dei rischi operativi, “Governance Guidelines” e “Policies” per

la gestione dei rischi operativi nel Gruppo;

piani di azione per affrontare possibili criticità rilevati nel sistema di controllo e misurazione dei

rischi da “Group Internal Validation” e nelle attività dell’Internal Audit;

aggiornamenti su attività progettuali riguardanti Basilea II e i rischi operativi;

attività relative all’ICAAP per i rischi operativi;

il report regolamentare annuale dell’Internal Validation.

Il Group Operational & Reputational Risks Committee limitato ai rischi operativi ha invece funzioni

deliberanti per:

le “Policies” dedicate ai rischi operativi;

le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo,

comprese le azioni di mitigazione pianificate, entro i limiti definiti dagli organi competenti;

le strategie assicurative a livello di Gruppo, compresi i rinnovi, massimali e franchigie;

approvazione iniziale e modifiche fondamentali alle metodologie di controllo e misurazione dei

rischi, con il supporto delle autorizzazioni interne relative.

Il Group Operational & Reputational Risks department di Capogruppo è parte del Group Risk

Management department e supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi operativi e

reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti. L’unità

coordina e indirizza le funzioni per i rischi operativi nelle Entità del Gruppo, anche attraverso l’emissione

di linee guide che sono approvate e implementate dagli organi di governo competenti delle Entità.

Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in due unità organizzative.

L’unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle

metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo, le linee guida per il controllo dei rischi

operativi e le specifiche per l’applicativo di Gruppo per la gestione dei rischi operativi; esegue il calcolo

del capitale a rischio ai fini regolamentari e per l’ICAAP nonché l’allocazione del capitale alle singole

Entità del Gruppo. Ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational

Risk Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei

processi e delle metodologie di controllo.

L’unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei

limiti di rischio e l’identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative

implementazioni, comprese le strategie assicurative. Questo comprende l’identificazione di prodotti e

processi che comportano un livello di rischio operativo particolarmente alto, l’individuazione delle azioni di

mitigazione necessarie e il monitoraggio dei risultati.

Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui

rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e

sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo.

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Processo di convalida

In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le

pertinenti Entità del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei

rischi operativi, al fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo.

Questo processo è di responsabilità della unit Pillar II Risks and Operational Risk Validation, all’interno

del Group Internal Validation department.

Le metodologie di Gruppo per la misurazione e allocazione del capitale a rischio sono convalidate a livello

di Capogruppo dalla unità sopraccitata, mentre l’implementazione del sistema di controllo e gestione dei

rischi operativi nelle Entità controllate è valutata dalle funzioni locali di Operational Risk Management

seguendo le istruzioni e linee guida emesse dal Group Internal Validation department.

I risultati delle valutazioni locali sono rivisti annualmente dal Group Internal Validation department che

esegue ulteriori analisi su dati e documentazione. Report dettagliati vengono poi sottoposti al Group CRO

per l’emissione di specifiche Non Binding Opinion alle Entità. I report di convalida locale, insieme alla

opinion della Capogruppo e al report dell’Internal Audit, sono presentati per approvazione ai competenti

organi delle Entità controllate.

I risultati dell’attività di convalida, sia a livello di Capogruppo sia delle singole Entità, sono consolidati

annualmente nel Group Validation report che, insieme alla relazione annuale dell’Internal Audit, è

presentato al Consiglio di Amministrazione di UniCredit.

Un reporting regolare sulle attività di convalida è inoltre indirizzato al Group Operational & Reputational

Risks Committee.

Reporting

Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l’Alta Direzione e gli organi di

controllo interno in merito all’esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per

mitigarli.

In particolare, con periodicità almeno trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull’andamento delle

perdite operative, la stima del capitale a rischio, le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei

rischi operativi nelle varie aree di business e le perdite operative sofferte nei processi creditizi (cd. perdite

“cross-credit”). Una sintesi sull’andamento degli indicatori di rischio più critici è distribuita con cadenza

mensile.

Al Group Operational & Reputational Risks Committee vengono inoltre presentati i risultati delle principali

analisi di scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese.

Gestione e mitigazione del rischio

La gestione del rischio significa l’utilizzo di una serie di strumenti, per esempio la revisione dei processi

per la riduzione dei rischi rilevati o la gestione delle relative politiche assicurative, con l’identificazione di

idonee franchigie e limiti, mentre la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione

del rischio operativo nei casi di interruzione dei principali servizi.

Nelle Entità controllate, il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione

locale) rivede i rischi rilevati dalle funzioni di Operational Risk, con il supporto delle funzioni interessate, e

verifica le iniziative di mitigazione.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

31

Altri rischi e loro integrazione

Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non

esauriscono il novero di tutte quelle considerate rilevanti per il gruppo che ha individuato le seguenti

tipologie di rischio, oltre a quelle precedentemente indicate:

rischio di business (“business risk”);

rischio immobiliare (“real estate risk”);

rischio degli investimenti finanziari (“financial investment risk”);

rischio strategico;

rischio reputazionale.

Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi.

Rischio di business

Il rischio di business deriva da una variazione degli utili non determinata da rischi di mercato, di credito ed

operativo, ma da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre

gravi perdite. Viene misurato sia singolarmente, per determinare la rischiosità insita negli utili, sia come

input del capitale interno.

I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società

del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a livello

divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle principali Società appartenenti

al Gruppo.

Il rischio di business è misurato dall’Earning at Risk, definito come la massima perdita annuale con un

intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale di un anno sotto l’ipotesi di normalità della

distribuzione.Tale rischio viene calcolato a scopo di monitoraggio su base trimestrale o ogni qual volta sia

ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di

riferimento e in fase di budgeting, secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione.

Rischio immobiliare (“real estate risk”)

Il rischio immobiliare consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del

portafoglio immobiliare di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a “special-

purpose vehicle”, mentre sono esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie

ipotecarie e i beni concessi in leasing.

Il real estate risk viene misurato sia singolarmente, per determinare la rischiosità insita nel portafoglio

immobiliare, sia come input del capitale interno.

La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza semestrale, sulla base di un format pre-determinato

dalla Capogruppo. A ciascuna Società, oltre alle informazioni generali relative agli immobili, è richiesto di

associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e correlazioni nel

modello.

Il calcolo del real estate risk stima la massima perdita potenziale con un intervallo di confidenza al

99,97% ed orizzonte temporale di un anno tramite il metodo varianza-covarianza sotto ipotesi di normalità

della distribuzione.

Il real estate risk è calcolato a scopo di monitoraggio su base semestrale o ogni qual volta ciò sia ritenuto

necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento e in

fase di budgeting, secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Rischio di investimenti finanziari (“financial investment risk”)

Il rischio da investimenti finanziari deriva dal portafoglio di partecipazioni finaziarie in società non

appartenenti al Gruppo e non incluse nel portafoglio di negoziazione (trading book).

Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia

come input del capitale interno.

Il portafoglio delle partecipazioni finanziarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate),

derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity.

Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l’assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un

approccio PD/LGD o un approccio di mercato. L’approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle

società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity. L’approccio di mercato viene applicato

alle partecipazioni azionarie in società quotate e ai relativi strumenti di copertura, tutti i fondi comuni, di

hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato.

Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding ed Accounting

e integrate con i contributi da parte delle Società. Nell’approccio di mercato, le volatilità e le correlazioni

sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o del prezzo dell’azione per

gli investimenti in società quotate.

Il modello di misurazione si basa sulla massima perdita potenziale, detta Valore a Rischio (VaR), con

intervallo di confidenza al 99,97% e orizzonte temporale di un anno.

Il rischio da investimenti finanziari è calcolato a scopo di monitoraggio su base trimestrale o ogni qual

volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato

di riferimento e in fase di budgeting secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione.

Rischio strategico

Il Rischio Strategico dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato

riconoscimento delle tendenze in atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a

tali tendenze.

Il Top Management di UniCredit monitora le performance del Gruppo, analizzando le informazioni

ricevute dagli organi competenti e confrontando periodicamente i risultati raggiunti con i target fissati.

UniCredit possiede una struttura di Corporate Governace che permette la gestione del rischio strategico a

livello di Gruppo.

Al fine di mitigare il rischio strategico, UniCredit sta rafforzando internamente la cultura del rischio: a tal

proposito è stata intrapresa un’importante iniziativa quale il lancio della “Risk Culture”, realizzata con la

finalità di creare un centro di eccellenza formativa in materia di rischio a livello di Gruppo.

Rischio reputazionale

Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili, derivante da

una percezione negativa dell’immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o

Autorità di Vigilanza.

Nell’agosto 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit S.p.A. ha approvato le Group Reputational

Risk Governance Guidelines che definiscono un insieme di principi e di regole per la misurazione e il

controllo del rischio reputazionale. A livello di Capogruppo, la funzione Reputational Risk Methodologies

and Control è collocata all’interno del dipartimento Group Operational and Reputational Risks.

Le Governance Guidelines sono state distribuite alle Entità Legali del gruppo UniCredit, per la loro

successiva implementazione, tramite lettera a firma dell’Amministratore Delegato e del Responsabile del

Group Risk Management.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

33

Gli obiettivi principali della funzione Reputational Risk Methodologies and Control sono:

sviluppare le metodologie per la misurazione e controllo del rischio reputazionale, favorendone

l’identificazione, la valutazione e la misurazione;

monitorare l’implementazione – nelle Entità Legali – delle metodologie relative ai rischi

reputazionali (linee guida generali declinate per la gestione ed il controllo del rischio

reputazionale), definendo compiti da eseguire su base regolare;

proporre azioni di mitigazione alle funzioni e agli organi competenti;

definire le regole operative per valutare il rischio reputazionale dei prodotti.

Inoltre, il Group Operational & Reputational Risks Committee, con riporto al Group Risk Committee, ha il

ruolo di garantire la coerenza delle policy, delle metodologie e delle prassi operative sul rischio

reputazionale nelle varie Divisioni/Business Unit ed Entità Legali, controllando e monitorando, a livello di

Gruppo, il Reputational Risk portfolio. Inoltre, i Transactional Credit Commitees hanno il compito di

valutare eventuali rischi reputazionali inerenti alle operazioni sulla base delle linee guida e policy vigenti

sul rischio reputazionale.

Infine, nel dicembre 2010, il Group Risk Committee ha approvato la Non Co-operative Jurisdictions

(NCJs) Reputational Risk Special Policy che mira a definire regole e principi per la gestione del nuovo

business nelle NCJs, al fine di preservare il gruppo UniCredit dall’assunzione di rischio reputazionale e

fiscale. Alla Special Policy indicata si aggiungono le già esistenti “Defense/Weapons Industry” e “Nuclear

Energy” Reputational Risk Special Policies.

Modalità di misurazione rischi

All’interno del processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP), coerentemente con il

principio di proporzionalità normato dal Secondo Pilastro di Basilea II, il profilo di rischio delle principali

società del Gruppo è calcolato in modo analitico, mentre per quelle piccole si usa un approccio sintetico

(approccio top down).

I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti finanziari sono misurati in

maniera quantitativa tramite:

capitale economico e aggregazione come componente del capitale interno;

stress test.

Il Capitale Interno rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perdite relative alle attivitàdel Gruppo e prende in considerazione tutti i rischi definiti dal gruppo come quantificabili in termini diCapitale Economico coerentemente con i requisiti di Secondo Pilastro (rischi di mercato, credito,operativo, business, investimenti finanziari e rischio immobiliare, includendo l’effetto di diversificazione trai rischi stessi - inter-diversificazione - e all’interno di ciascun portafoglio -intra-diversificazione- e uncushion prudenziale a fronte del rischio modello e della variabilità del ciclo economico).

Il capitale Interno è calcolato secondo la metodologia di aggregazione tramite Copula Bayesiana con unorizzonte temporale di un anno e ad un livello di confidenza del 99,97%, derivante dal rating target diGruppo. La distribuzione delle correlazioni che rappresentano la struttura di dipendenza tra i rischi siottiene combinando stime di esperti con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche dispecifici fattori di rischio.A fini di controllo, il Capitale Interno viene calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenutonecessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso vienecalcolato in ottica prospettica.

La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico

un’analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere

l’impatto delle determinanti delle stesse. Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di

rischio, sia alla loro aggregazione, fornendo come output le perdite condizionate e il capitale economico

stressato. La stima dello Stress Test aggregato considera la variazione dell’ammontare dei singoli rischi e

quella del beneficio di diversificazione in condizioni di crisi.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

34

L’adeguatezza delle singole metodologie di misurazione dei rischi sottostanti l’ICAAP, inclusi gli stress

test e l’aggregazione dei rischi, è oggetto dell’attività di verifica della validazione interna.

Coerentemente con il sistema di governance, il Group Risk Management di Capogruppo è responsabile

dello sviluppo della metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e divisioni, della definizione e

dell’implementazione dei processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno

secondo i modelli di Gruppo.

Le relative “Group Rules”, dopo l’approvazione sono inviate alle LEs interessate per l’approvazione e

implementazione.

Processo di Valutazione dell’Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-InternalCapital Adequacy Assessment Process)

Coerentemente con le disposizioni del Secondo Pilastro di Basilea II, la misurazione del profilo di rischioè un elemento fondamentale del processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP).

L’approccio di Gruppo prevede cinque fasi: risk governance; definizione del perimetro ed identificazione dei rischi; valutazione del profilo di rischio; definizione del risk appetite e allocazione del capitale; monitoraggio e reporting.

L’adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia

di Primo che di Secondo Pilastro, per quest’ultimo la metrica di riferimento è la Risk Taking Capacity, pari

al rapporto tra il capitale disponibile (AFR - Available Financial Resources) ed il Capitale Interno.Quest’ultimo è pari all’aggregazione del capitale economico relativo ai rischi descritti, inclusi i benefici didiversificazione, più un cushion che considera elementi rilevanti per la determinazione del profilo dirischio quali la variabilità del ciclo economico e il rischio di modello (con riferimento alla qualità dei dati el’accuratezza dei modelli).

La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a

lungo termine, che l’Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita.

Il quadro di riferimento della propensione a rischio adottato da UniCredit è costituito da tre aree:

Adeguatezza patrimoniale;

Profittabilità e rischi;

Liquidità e provvista (funding).

La propensione al rischio è approvata dal Consiglio di Amministrazione e le metriche sono oggetto di

monitoraggio e reportistica almeno trimestrale ai Comitati competenti.

La Capogruppo, inoltre, è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata riguardo l’adeguatezza

patrimoniale, in conformità alle linee guida della Banca d’Italia, fornendo al contempo un quadro sulle

principali Entità.

Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un’importanza fondamentale all’interno del Gruppo e

richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell’Alta

Direzione ed un’appropriata allocazione delle attività ICAAP alle funzioni competenti.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Reporting

L’Unità di Group Risk Reporting nell’ambito della funzione Group Risk Management redige la reportistica

relativa alla qualità dell’attivo del portafoglio attraverso differenti report prodotti con cadenza mensile e

trimestrale ed i cui principali obiettivi consistono nell’analizzare i principali drivers e parametri del rischio

di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni, rettifiche di valore,

rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e per aree geografiche,

nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal gruppo UniCredit.

La reportistica prodotta costituisce peraltro strumento di supporto per le decisioni manageriali in termini di

gestione e mitigazione del rischio.

Tra tutti i reports prodotti dall’Unità Organizzativa di Group Risk Reporting, l’ERM Report riveste

certamente un ruolo centrale ai fini del monitoraggio della qualità dell’ attivo del portafoglio. Obiettivo di

questo report strategico, è infatti, quello di fornire una visione più completa possibile dei principali rischi

assunti dal Gruppo fino ad un significativo livello di dettaglio per ciascuna categoria di rischio (di credito,

anzitutto, ma anche di mercato, di tasso d’interesse, di investimento, di liquidità ed operativo) e per le

principali aree in cui tali rischio sono originati (Italia, Germania, Austria, CEE e Polonia).

L’Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle

metriche di rischio utilizzate nonché l’efficienza e l’efficacia dell’intero corpus dei report prodotti all’interno

della Competence Line del Risk Managment sia a livello di Capogruppo sia a livello di Società del

Gruppo.

A tal fine, nel corso dei primi mesi del 2011, l’Unità di Group Risk Reporting ha concluso un’attività di

omogeneizzazione delle definizioni e delle metriche di rischio, in modo che queste siano uniformemente

condivise e accettate da tutte le Entità del Gruppo. Inoltre, ha proseguito nell’attività di perfezionamento

della qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo la reportistica già esistente ed approfondendo

l’analisi dei dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato.

Le unità dedicate al reporting nell’ambito dei portafogli e dei settori di attività hanno inoltre contribuito a

monitorare le posizioni esposte a rischio di credito all’interno dei propri perimetri di competenza.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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Tavola 2 – Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

In questa sezione del Terzo Pilastro è esposta l’area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit.

In essa sono incluse le società che presentano le seguenti caratteristiche:

società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente da UniCredit

S.p.A. a cui si applica il metodo di consolidamento integrale;

società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente da UniCredit

S.p.A. in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente con

altri soggetti e/o in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento

proporzionale;

altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente da UniCredit S.p.A.

in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a influenza notevole, cui si

applica il metodo del patrimonio netto;

imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o

indirettamente da UniCredit S.p.A. in modo esclusivo o congiunto oppure sottoposte ad influenza

notevole, cui si applica il metodo del patrimonio netto.

Si precisa che, in conformità alla normativa citata, le partecipazioni in società bancarie e finanziarie con

percentuale di partecipazione superiore al 10% sono dedotte dal patrimonio di vigilanza; le altre

partecipazioni vengono considerate fra le attività di rischio ponderate.

Si precisa che l’area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale e che la stessa

differisce dall’area di consolidamento della Relazione finanziaria semestrale consolidata, che si riferisce

allo standard IAS/IFRS. Questa situazione può generare disallineamenti tra i dati presenti in questo

documento e quelli inseriti nella Relazione finanziaria semestrale consolidata: i diversi trattamenti sono

esposti nelle liste presenti in questa sezione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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UNICREDIT SPA BANCHE ROMA ITALIA X X

ACTIVE ASSET MANAGEMENT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE GRUNWALD GERMANIA X X

AI BETEILIGUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X

ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ALLIB LEASING S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRETNINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ALLIB ROM S.R.L.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

ALMS LEASING GMBH.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD.SOCIETA'FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X

ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ANI LEASING IFN S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ARANY PENZUGYI LIZING ZRT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

AS UNICREDIT BANK BANCHE RIGA LATVIA X X

ATF CAPITAL B.V.SOCIETA'FINANZIARIE ROTTERDAM OLANDA X X

ATF FINANCE JSCSOCIETA'FINANZIARIE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

ATF INKASSATSIYA LTDSOCIETA'STRUMENTALI ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

AUSTRIA LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

B.I. INTERNATIONAL LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X

BA- ALPINE HOLDINGS, INC.SOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

BA BETRIEBSOBJEKTE GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BA BETRIEBSOBJEKTE GMBH & CO BETAVERMIETUNGS OG

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BA BETRIEBSOBJEKTE PRAHA SPOL.S.R.O.SOCIETA'STRUMENTALI PRAGA

REPUBBLICACECA X X

BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBHSOCIETA'FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X

BA CA SECUND LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA CREDITANSTALT BULUS EOODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA GVG-HOLDING GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BA PRIVATE EQUITY GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

Inte

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le

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BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAC FIDUCIARIA SPASOCIETA'FINANZIARIE DOGANA SAN MARINO X X

BA-CA ANDANTE LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA CHEOPS LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X

BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA KOMMUNALLEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING ALFA S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

BACA LEASING CARMEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING GAMA S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASINGGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING MODERATO D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

BACA LEASING UNDBETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNGGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA NEKRETNINE DOOSOCIETA'FINANZIARIE BANJA LUKA

BOSNIAERZEGOVINA X X

BA-CA PRESTO LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA ROMUS IFN S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJENEKRETNINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZAPOSLOVANJE NEKRETNINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

40

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BALEA SOFT GMBH & CO. KGSOCIETA'STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFTMBH

SOCIETA'STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M.S.P.A. BANCHE

BORGOMAGGIORE SAN MARINO X X

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASINGIMMOBILIENANLAGEN GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA FINANZSERVICE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATIONSERVICES GMBH

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASINGKORLATOLT FELELOSSEGU TSRSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIENLEASING GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIENLEASING GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIENLEASING GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIENLEASING GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA REAL INVEST CLIENTINVESTMENT GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA REAL INVEST IMMOBILIEN-KAPITALANLAGE GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

BANK PEKAO SA BANCHE VARSAVIA POLONIA X X

BANKHAUS NEELMEYER AG BANCHE BREMA GERMANIA X X

BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENTCOMPANY LTD

SOCIETA'FINANZIARIE MUMBAI INDIA X X

BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH &CO OEG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BDR ROMA PRIMA IRELAND LTDSOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTDER BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASINGGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BIL LEASING-FONDS GMBH & CO VELUM KGSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

BIL LEASING-FONDS VERWALTUNGS-GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

BIL V & V VERMIETUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

BLUE CAPITAL EQUITY GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL FONDS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

41

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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BORDER LEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BREAKEVEN SRLSOCIETA'FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BULBANK AUTO LEASING EOODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

BULBANK LEASING EADSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFTSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CAC REAL ESTATE, S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

CAC-IMMO SROSOCIETA'FINANZIARIE

CESKEBUDEJOVICE

REPUBBLICACECA X X

CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH & CO.OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING EURO, S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING OVUS S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

CA-LEASING PRAHA S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

CA-LEASING SENIOREN PARK GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CA-LEASING TERRA POSLOVANJE ZNEPREMICNINAMI D.O.O.

SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

42

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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CALG 445 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBH & COGRUNDSTUCKVERMIETUNG UND -VERWALTUNGKG

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNGGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050WIEN, SIEBENBRUNNENGASSE 10-21 OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120WIEN, SCHONBRUNNER SCHLOSS-STRASSE 38-42 OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & COPROJEKT ACHT OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & COPROJEKT FUNF OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & COPROJEKT VIER OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & COPROJEKT ZEHN OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENTINC

SOCIETA'FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X

CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENTINC.

SOCIETA'FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X

CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT(SPV-AMC) , INC

SOCIETA'FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X

CARD COMPLETE SERVICE BANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

CARDS & SYSTEMS EDV-DIENSTLEISTUNGSGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SASOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

CEAKSCH VERWALTUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CENTRUM BANKOWOSCI BEZPOSREDNIEJSPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSC

SOCIETA'STRUMENTALI CRACOVIA POLONIA X X

CENTRUM KART SASOCIETA'STRUMENTALI VARSAVIA POLONIA X X

CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CHEFREN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CJSC BANK SIBIR BANCHE OMSK CITY RUSSIA X X

CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDITSECURITIES

SOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

CO.RI.T. S.P.A. IN LIQUIDAZIONESOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

43

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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COFIRI S.P.A. IN LIQUIDAZIONESOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

COMMUNA - LEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONISOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

DAB BANK AG BANCHEMONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

DEBO LEASING IFN S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

DINERS CLUB CEE HOLDING AGSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

DINERS CLUB SLOVAKIA S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

DIREKTANLAGE.AT AG BANCHE SALISBURGO AUSTRIA X X

DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

DUODEC Z IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AGSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ENTASI SRLSOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

EUROFINANCE 2000 SRLSOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD.SOCIETA'STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X

EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPABEFEKTETESI ALAPKEZELO RT)

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENTGESMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

FAMILY CREDIT NETWORK SPASOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

FINECO LEASING S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE BRESCIA ITALIA X X

FINECO VERWALTUNG AGSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

FINECOBANK SPA BANCHE MILANO ITALIA X X

FMC LEASING INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

44

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FONDO SIGMA BANCHE ROMA ITALIA X X

FOOD & MORE GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GBSGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GEBAUDELEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMONBESCHRANKT HAFTENDEKOMMANDITGESELLSCHAF

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GUS CONSULTING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GYOR BEVASARLOKOZPONTINGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETOKORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FURSACHWERTE GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HUMAN RESOURCES SERVICE ANDDEVELOPMENT GMBH

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

HVB - LEASING PLUTO KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB ASIA LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE SINGAPORE SINGAPORE X X

HVB ASSET LEASING LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB AUTO LEASING EOODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB CAPITAL ASIA LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

HVB CAPITAL LLCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC IISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC IIISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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HVB CAPITAL LLC VISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC VIIISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL PARTNERS AGSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB EXPORT LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB FIERO LEASING EOODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB FINANCE LONDON LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

HVB FUNDING TRUSTSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST IISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST IIISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST VIIISOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDEBETEILIGUNGS GMBH

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & COKG

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB GLOBAL ASSETS COMPANY (GP), LLCSOCIETA'FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P.SOCIETA'FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB HONG KONG LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

HVB IMMOBILIEN AGSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB INTERNATIONAL ASSET LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB INVESTMENTS (UK) LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X

HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB LEASING OODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB LONDON INVESTMENTS (AVON) LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

HVB LONDON INVESTMENTS (CAM) LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

HVB PRINCIPAL EQUITY GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB PROJEKT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB REALTY CAPITAL INC.SOCIETA'FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB SECUR GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB SUPER LEASING EOODSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB TECTA GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB VERWA 1 GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB VERWA 4 GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB VERWA 4.4 GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

Page 46: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

46

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

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HVBFF INTERNATIONAL GREECE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVBFF INTERNATIONALE LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVBFF OBJEKT BETEILIGUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVBFF PRODUKTIONSHALLE GMBH I.L.SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING GARO KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING JUPITER KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITOKFT.

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING MAESTOSOINGATLANHASZNOSITO KFT.

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING NANO KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITOKORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING RUBIN KFT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING SMARAGD KFT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITOKOLATPOT FEOEOASSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING ZAFIR KFT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVZ GMBH & CO. OBJEKT KGSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOODSOCIETA'STRUMENTALI SOFIA BULGARIA X X

HYPOVEREINSFINANCE N.V.SOCIETA'FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

IMMOBILIEN RATING GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

IMMOBILIENLEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

INPROX CHOMUTOV, S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

Page 47: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

47

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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INPROX KARLOVY VARY, S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

INPROX KLADNO, S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

INPROX SR I., SPOL. S R.O.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

INTERKONZUM DOO SARAJEVOSOCIETA'FINANZIARIE SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

IRFIS - FINANZIARIA PER LO SVILUPPO DELLASICILIA S.P.A.

SOCIETA'FINANZIARIE PALERMO ITALIA X X

JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

JSC ATF BANK BANCHE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLPSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

KINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

KLEA ZS-IMMOBILIENVERMIETUNG G.M.B.H.SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

KLEA ZS-LIEGENSCHAFTSVERMIETUNG G.M.B.H.SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

KUNSTHAUS LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LAGERMAX LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-,ERRICHTUNGS- UNDVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

LEASFINANZ BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

LEASFINANZ GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LF BETEILIGUNGEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIFE MANAGEMENT ERSTE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

LIFE MANAGEMENT ZWEITE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE GRUNWALD GERMANIA X X

LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATESOCIETA'STRUMENTALI MOSCA RUSSIA X X

LINO HOTEL-LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LLC AI LINESOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

48

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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LOCALMIND SPASOCIETA'STRUMENTALI MILANO ITALIA X X

LOCAT CROATIA DOOSOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

LOWES LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X

LTD SI&C AMC UKRSOTS REAL ESTATESOCIETA'FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGERGMBH & CO.OHG.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

M.A.I.L. FINANZBERATUNG GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOOSOCIETA'STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X

MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFTMIT BESCHRANKTER HAFTUNG

SOCIETA'STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

MEZZANIN FINANZIERUNGS AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MOBILITY CONCEPT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE OBERHACHING GERMANIA X X

MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MOVIE MARKET BETEILIGUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

NO. HYPO LEASING ASTRICTAGRUNDSTUCKVERMIETUNGS GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

OLG HANDELS- UNDBETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

OOO UNICREDIT LEASINGSOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & COOG

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

PARZHOF-ERRICHTUNGS- UNDVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A. BANCHE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FAKTORING SP. ZOOSOCIETA'FINANZIARIE LUBLIN POLONIA X X

PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOOSOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOOSOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

49

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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PEKAO LEASING HOLDING S.A.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING SP ZO.O.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO PIONEER P.T.E. SASOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTMANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED

SOCIETA'FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTMANAGEMENT LTD

SOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTMANAGEMENT SGR PA

SOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL)LTD

SOCIETA'FINANZIARIE RAMAT GAN. ISRAELE X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEWYORK) LTD

SOCIETA'FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT ASSOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT SASOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INCSOCIETA'FINANZIARIE BOSTON U.S.A. X X

PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPASOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTDSOCIETA'FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA)PTY LIMITED

SOCIETA'FINANZIARIE SYDNEY AUSTRALIA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED INLIQUIDATION

SOCIETA'FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD.SOCIETA'FINANZIARIE TAIPEI TAIWAN X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENTINC

SOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT COMPANY ASSOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENTLIMITED

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLCSOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENTSHAREHOLDER SERVICES INC.

SOCIETA'FINANZIARIE BOSTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DIGESTIONE DEL RISPARMIO PER AZ

SOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC.SOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENTS AGSOCIETA'FINANZIARIE BERNA SVIZZERA X X

PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

50

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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PIONEER INVESTMENTSKAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANYSA (POLISH NAME: PIONEER PEKAO TFI SA)

SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SASOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

POLLUX IMMOBILIEN G.M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

POMINVEST DDSOCIETA'STRUMENTALI SPLIT CROAZIA X X

PORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO.OBJEKT KG

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

PORTIA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADEINTERNATIONAL

SOCIETA'FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

PROJEKT-LEASEGRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X

PUBLIC JOINT STOCK COMPANY UKRSOTSBANK BANCHE KIEV UCRAINA X X

PUBLIC JOINT STOCK COMPANY UNICREDITBANK BANCHE KIEV UCRAINA X X

QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

QUERCIA FUNDING SRLSOCIETA'FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. & CO OG

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

REAL INVEST IMMOBILIEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REDSTONE MORTGAGES LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

REGEVREALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RIGEL IMMOBILIEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RONDO LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Page 51: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

51

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHGSAARLAND

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHGVERWALTUNGSZENTRUM

SOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SAS-REAL KFT.SOCIETA'STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X

SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

SCHOELLERBANK INVEST AGSOCIETA'FINANZIARIE SALISBURGO AUSTRIA X X

SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SHS LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SIA UNICREDIT LEASINGSOCIETA'FINANZIARIE RIGA LATVIA X X

SIGMA LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SIRIUS IMMOBILIEN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SOCIETA' ITALIANA GESTIONE ED INCASSOCREDITI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE

SOCIETA'STRUMENTALI ROMA ITALIA X X

SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEESOCIETA'STRUMENTALI PARIGI FRANCIA X X

SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO(SGR) S.P.A.

SOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

SOLOS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUSBETEILIGUNGS KG

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SRQ FINANZPARTNER AGSOCIETA'FINANZIARIE BERLINO GERMANIA X X

STATUS VERMOGENSVERWALTUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE SCHWERIN GERMANIA X X

STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

STRUCTURED INVEST SOCIETE ANONYMESOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

STRUCTURED LEASE GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

TELEDATA CONSULTING UNDSYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

TERRONDA DEVELOPMENT B.V.SOCIETA'FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFTSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Page 52: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

52

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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TREVI FINANCE N. 2 S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE

CONEGLIANO(TREVISO) ITALIA X X

TREVI FINANCE N. 3 S.R.L.SOCIETA'FINANZIARIE

CONEGLIANO(TREVISO) ITALIA X X

TREVI FINANCE S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE

CONEGLIANO(TREVISO) ITALIA X X

TRINITRADE VERMOGENSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

UCL NEKRETNINE D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UGIS AUSTRIA GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

UNI IT SRLSOCIETA'STRUMENTALI TRENTO ITALIA X X

UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT (CHINA) ADVISORY LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE PECHINO CINA X X

UNICREDIT AUDIT SOCIETA' CONSORTILE PERAZIONI

SOCIETA'STRUMENTALI MILANO ITALIA X X

UNICREDIT AURORA LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D.SOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANCHE BANJA LUKABOSNIAERZEGOVINA X X

UNICREDIT BANK AG BANCHEMONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

UNICREDIT BANK AUSTRIA AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. BANCHE PRAGAREPUBBLICACECA X X

UNICREDIT BANK DD BANCHE MOSTARBOSNIAERZEGOVINA X X

UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT BANK IRELAND PLC BANCHE DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT BANK OJSC BANCHE BISHKEK KIRGHIZISTAN X X

UNICREDIT BANK SERBIA JSC BANCHE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BANCHE BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. BANCHE LJUBLJANA SLOVENIA X X

UNICREDIT BETEILIGUNGS GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L.SOCIETA'FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

UNICREDIT BULBANK AD BANCHE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBHSOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O.SOCIETA'STRUMENTALI PRAGA

REPUBBLICACECA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER SOCIETA'CONSORTILE PER AZIONI

SOCIETA'STRUMENTALI

COLOGNOMONZESE ITALIA X X

UNICREDIT CA IB ROMANIA SRLSOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CA IB SECURITIES ROMANIA S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC ASSOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

UNICREDIT CAIB HUNGARY LTDSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT CAIB POLAND S.A.SOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

Page 53: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

53

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD.SOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADESOCIETA'FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOOSOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

UNICREDIT CAPITAL MARKETS LLCSOCIETA'FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING ADSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA BANCHE VERONA ITALIA X X

UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARES.P.A.

SOCIETA'STRUMENTALI VERONA ITALIA X X

UNICREDIT DELAWARE INCSOCIETA'FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

UNICREDIT DIRECT SERVICES GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

UNICREDIT FACTORING EADSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT FACTORING SPASOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UNDVERWERTUNG GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL BUSINESS SERVICES GMBHSOCIETA'STRUMENTALI

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICESSOCIETA CONSORTILE PER AZIONI

SOCIETA'STRUMENTALI MILANO ITALIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATIONMANAGEMENT GMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT INGATLANLIZING ZRTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT INTERNATIONAL BANK(LUXEMBOURG) SA BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT KFZ LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING ADSOCIETA'FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT LEASING AVIATION GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZALEASING

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT LEASING CZ, A.S.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

UNICREDIT LEASING D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH BANCHE AMBURGO GERMANIA X X

Page 54: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

54

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENTGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT.SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING LUNA KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING MARS KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT LEASING ROMANIA S.A.SOCIETA'FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE BOLOGNA ITALIA X X

UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S.SOCIETA'FINANZIARIE BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRADSOCIETA'FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT LEASING TECHNIKUM GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING TOBSOCIETA'FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

UNICREDIT LEASING URANUS KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE LONDRA

GRANBRETAGNA X X

UNICREDIT LUNA LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SASOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT LUXEMBOURG S.A. BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. BANCHE ROMA ITALIA X X

UNICREDIT MERCHANT S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT POLARIS LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT REAL ESTATE SOCIETA'CONSORTILE PER AZIONI

SOCIETA'STRUMENTALI GENOVA ITALIA X X

UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRADSOCIETA'FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT SECURITIES INTERNATIONALLIMITED

SOCIETA'FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X

UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BANCHE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT U.S. FINANCE LLCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT-LEASING HOMONNAINGATLNHASZNOSITO KFT

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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UNICREDIT-LEASING HOSPES KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING MIDASINGATLANHASZNOSITO KARLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING ORIONINGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFTSOCIETA'FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IIISOCIETA'FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IVSOCIETA'FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IIISOCIETA'FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IVSOCIETA'FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

UNIMANAGEMENT SCARLSOCIETA'STRUMENTALI TORINO ITALIA X X

UPI POSLOVNI SISTEM DOOSOCIETA'STRUMENTALI SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

US PROPERTY INVESTMENTS INC.SOCIETA'FINANZIARIE DALLAS U.S.A. X X

VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

VERBA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

VERWALTUNGSGESELLSCHAFTKATHARINENHOF MBH

SOCIETA'STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDINGGMBH

SOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP INITIATOREN GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP PEIA KOMPLEMENTAR GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBHSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP STIFTUNGSTREUHAND GMBHSOCIETA'FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOOSOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Page 56: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ZAGREB NEKRETNINE DOOSOCIETA'STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X

ZAGREBACKA BANKA DD BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X

ZANE BH DOOSOCIETA'STRUMENTALI SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

ZAO IMB-LEASINGSOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

ZAO LOCAT LEASING RUSSIASOCIETA'FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

ZAO UNICREDIT BANK BANCHE MOSCA RUSSIA X X

ZB INVEST DOOSOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

BA HYPO FINANCIRANJE D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRET- NINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

EUROLEASE FINANCE, D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

FIDES LEASING GMBHSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HYBA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRTNINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

HYPO-BA LEASING SUD GMBHSOCIETA'FINANZIARIE KLAGENFURT AUSTRIA X X

HYPO-BA PROJEKT, FINANCIRANJE D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

HYPO-BA ZAGREB D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRETNINAMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBHIN LIQ.

SOCIETA'STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

INPROX LEASING, NEPREMICNINE, D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X

INPROX OSIJEK D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

KOC FINANSAL HIZMETLER ASSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

Page 57: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

57

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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MONTREAL NEKRETNINE D.O.O.SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITEDSOCIETA'FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X

RCI FINANCIAL SERVICES S.R.O.SOCIETA'FINANZIARIE PRAGA

REPUBBLICACECA X X

STICHTING CUSTODY SERVICES KBNSOCIETA'FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

SYNERGA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRETNIN-AMA

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT MENKUL DEGERLER ASSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI B TIPI YATIRIM ORTAKLIGI ASSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI BANK AZERBAIJAN CLOSED JOINTSTOCK COMPANY BANCHE BAKU AZERBAIGIAN X X

YAPI KREDI BANK NEDERLAND N.V. BANCHE AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI DIVERSIFIED PAYMENT RIGHTSFINANCE COMPANY BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI FAKTORING ASSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AOSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI HOLDING BVSOCIETA'FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI MOSCOW BANCHE MOSCA RUSSIA X X

YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI ASSOCIETA'FINANZIARIE BARBAROS TURCHIA X X

YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER ASSOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI VE KREDI BANKASI AS BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X

A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.POTSDAMER PLATZ BERLIN KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ACIS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.OBERBAUM CITY KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ACIS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.PARKKOLONNADEN KG

ALTRESOCIETA' GRUNWALD GERMANIA X X

ACIS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG

ALTRESOCIETA' GRUNWALD GERMANIA X X

AGROB IMMOBILIEN AGALTRESOCIETA' ISMANING GERMANIA X X

AIRPLUS AIR TRAVEL CARDVERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJEDOBROVOLJNIM

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIEOBVEZNIM

SOCIETA'FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ANGER MACHINING GMBHALTRESOCIETA' TRAUN AUSTRIA X X

ANTUS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ARGENTAURUS IMMOBILIEN-VERMIETUNGS-UND VERWALTUNGS GMBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

AUFBAU DRESDEN GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

Page 58: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

58

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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AVIVA SPA

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) MILANO ITALIA X X

AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H.ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

AWT INTERNATIONAL TRADE GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORYGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA-GEBAUDEVERMIETUNGSGMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA IMMOBILIENSERVICE GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BANK FUR TIROL UND VORARLBERGAKTIENGESELLSCHAFT BANCHE INNSBRUCK AUSTRIA X X

BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA BANCHE GINEVRA SVIZZERA X X

BDK CONSULTINGALTRESOCIETA' LUCK UCRAINA X X

BIL IMMOBILIEN FONDS GMBH & CO OBJEKTPERLACH KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UNDSTEIERMARK AG) BANCHE KLAGENFURT AUSTRIA X X

BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBHALTRESOCIETA' AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO.ACHTE OBJEKTE GROBRITANNIEN KG

ALTRESOCIETA' AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGSGMBH

ALTRESOCIETA' AMBURGO GERMANIA X X

BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBH & CO.VERWALTUNGS-KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

CA IMMOBILIEN ANLAGENAKTIENGESELLSCHAFT

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

CASH SERVICE COMPANYALTRESOCIETA' SOFIA BULGARIA X X

CBD INTERNATIONAL SP.ZO.O.ALTRESOCIETA' VARSAVIA POLONIA X X

CENTAR KAPTOL DOOALTRESOCIETA' ZAGABRIA CROAZIA X X

CENTER HEINRICH-COLLIN-STRASSE1VERMIETUNGS GMBH U.CO KEG

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

CENTRAL EUROPEAN CONFECTIONERYHOLDINGS B.V.

ALTRESOCIETA' AMSTERDAM OLANDA X X

CENTRAL POLAND FUND LLCSOCIETA'FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H.ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

CNP UNICREDIT VITA S.P.A.

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) MILANO ITALIA X X

COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A.ALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI INLIQUIDAZIONE

ALTRESOCIETA' NAPOLI ITALIA X X

CREDANTI HOLDINGS LIMITEDALTRESOCIETA' NICOSIA CIPRO X X

CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) MILANO ITALIA X X

Page 59: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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CREDITRAS VITA SPA

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) MILANO ITALIA X X

CRIVELLI SRLALTRESOCIETA' MILANO ITALIA X X

CUMTERRA GESELLSCHAFT FURIMMOBILIENVERWALTUNG MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

DA VINCI S.R.L.ALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

DBC SP. ZOOALTRESOCIETA' VARSAVIA POLONIA X X

DC ELEKTRONISCHE ZAHLUNGSSYSTEME GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

DELPHA IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHAMANAGEMENT KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

DELPHA IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETAMANAGEMENT KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

DELPHA IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMAMANAGEMENT KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

DIRANALIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESELLSCHAFTMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H.

ALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

ENDERLEIN & CO. GMBHALTRESOCIETA' BIELEFELD GERMANIA X X

ERSTE ONSHORE WINDKRAFTBETEILIGUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO.WINDPARK GREFRATH KG

ALTRESOCIETA' OLDENBURG GERMANIA X X

ERSTE ONSHORE WINDKRAFTBETEILIGUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO.WINDPARK MOSE KG

ALTRESOCIETA' OLDENBURG GERMANIA X X

ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

ALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. INLIQUIDAZIONE

SOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

FIDIA SGR SPASOCIETA'FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

FORSTINGER HANDEL UND SERVICE GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

GIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UNDVERWALTUNGS GMBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEEIMMOBILIEN GMBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GRAND CENTRAL RE LIMITED

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) HAMILTON BERMUDA X X

GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAFT AMPOTSDAMER PLATZ (HAUS VATERLAND)

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBHALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

H & B IMMOBILIEN GMBH & CO. OBJEKTE KGALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

Page 60: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

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H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HAWA GRUNDSTUCKS GMBH & CO. OHGHOTELVERWALTUNG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HAWA GRUNDSTUCKS GMBH & CO. OHGIMMOBILIENVERWALTUNG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HOLDING SP. Z.O.O. (IN LIQUIDATION)ALTRESOCIETA' VARSAVIA POLONIA X X

HVB EXPERTISE GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB LIFE SCIENCE GMBH & CO. BETEILIGUNGS-KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HVB PROFIL GESELLSCHAFT FURPERSONALMANAGEMENT MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH &CO. KG OBJEKT ARABELLASTRASSE

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

HYPO-REAL HAUS- UND GRUNDBESITZGESELLSCHAFT MBH & CO. IMMOBILIEN-VERMIETUNGS KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

I-FABER SPAALTRESOCIETA' MILANO ITALIA X X

IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBRALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGEGBR

ALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

INCONTRA ASSICURAZIONI S.P.A.

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) MILANO ITALIA X X

INTERRA GESELLSCHAFT FURIMMOBILIENVERWALTUNG MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

IPG-INDUSTRIEPARK GYORPROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

ALTRESOCIETA' GERASDORF AUSTRIA X X

IPSE 2000 S.P.A. (IN LIQUIDAZIONE)ALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

ISB UNIVERSALE BAU GMBHALTRESOCIETA' BRANDENBURGO GERMANIA X X

ISTRA D.M.C. DOOALTRESOCIETA' UMAG CROAZIA X X

ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM ITURISTICKA AGENCIJA DD

ALTRESOCIETA' UMAG CROAZIA X X

IVONA BETEILIGUNGSVERWALTUNG GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UNDVERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH

ALTRESOCIETA' LEONDING AUSTRIA X X

KAISERWASSER ERRICHTUNGS- UNDBETRIEBSGESELLSCHAFT MBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

KAPITAL-BETEILIGUNGS AKTIENGESELLSCHAFTSOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

KELLER CROSSING L.P.ALTRESOCIETA' ATLANTA U.S.A. X X

KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SASOCIETA'FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

KSG KARTEN-VERRECHNUNGS- UNDSERVICEGESELLSCHAFT M.B.H.

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

LIFE SCIENCE I BETEILIGUNGS GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

LLC UKROTSBUDALTRESOCIETA' KIEV UCRAINA X X

M.A.I.L. BETEILIGUNGSMANAGEMENTGESELLSCHAFT M.B. H. & CO. MCL THETA K

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

MARINA CITY ENTWICKLUNGS GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

MARINA TOWER HOLDING GMBH ALTRE VIENNA AUSTRIA X X

Page 61: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

61

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

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SOCIETA'

MC MARKETING GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

MC RETAIL GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIOSPA BANCHE MILANO ITALIA X X

MILLETERRA GESELLSCHAFT FURIMMOBILIENVERWALTUNG MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. IMMOBILIENKG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

MULTIPLUS CARD DOO ZA PROMIDZBU I USLUGEALTRESOCIETA' ZAGABRIA CROAZIA X X

MY BETEILIGUNGS GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

NF OBJEKT FFM GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

NF OBJEKT MUNCHEN GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

NF OBJEKTE BERLIN GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

NOTARTREUHANDBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII L.P.ALTRESOCIETA' LONDRA

GRANBRETAGNA X X

OAK RIDGE INVESTMENT LLCSOCIETA'FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

OBERBANK AG BANCHE LINZ AUSTRIA X X

OECLB HOLDING GMBH IN LIQ.ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

OESTERREICHISCHE KONTROLLBANKAKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKTEGGENFELDENER STRASSE KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKTHAIDENAUPLATZ KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

OSTERREICHISCHE HOTEL- UNDTOURISMUSBANK GESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO.CENTERPARK KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO.GEWERBEPARK KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

PAPCEL ASALTRESOCIETA' LITOVEL

REPUBBLICACECA X X

PAYLIFE BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

PEKAO TELECENTRUM SP. ZOOALTRESOCIETA' CRACOVIA POLONIA X X

PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O.ALTRESOCIETA' VARSAVIA POLONIA X X

PLANETHOME AGALTRESOCIETA' UNTERFOHRING GERMANIA X X

PLANETHOME GMBHALTRESOCIETA' MANNHEIM GERMANIA X X

PMG BAUPROJEKTMANAGEMENTGESELLSCHAFT M.B.H. & CO FINANZIERUNGSOEG

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

RHOTERRA GESELLSCHAFT FURIMMOBILIENVERWALTUNG MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

RONCASA IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SANITA' - S.R.L. IN LIQUIDAZIONEALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

SIA SPAALTRESOCIETA' MILANO ITALIA X X

Page 62: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

62

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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SIMON VERWALTUNGS-AKTIENGESELLSCHAFTI.L.

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SIRIUS IMMOBILIEN- UNDPROJEKTENTWICKLUNGS GMBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SOCIETA' DI GESTIONI ESATTORIALI IN SICILIASO.G.E.SI. S.P.A. IN LIQ.

ALTRESOCIETA' PALERMO ITALIA X X

SOCIETA' GESTIONE PER IL REALIZZO SPA INLIQUIDAZIONE

ALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH &CO. VERMIETUNGS KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

SVILUPPO GLOBALE GEIEALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

SW HOLDING SPAALTRESOCIETA' ROMA ITALIA X X

T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V.ALTRESOCIETA' AMSTERDAM OLANDA X X

T & P VASTGOED STUTTGART B.V.ALTRESOCIETA' AMSTERDAM OLANDA X X

TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH& CO. ENTWICKLUNGS- UNDFINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

TORRE SGR S.P.A.SOCIETA'FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

TRANSTERRA GESELLSCHAFT FURIMMOBILIENVERWALTUNG MBH

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

TRICASA GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH &CO. 1. VERMIETUNGS KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

TRICASA GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DESBURGERLICHEN RECHTS NR. 1

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

TRIESTE ADRIATIC MARITIME INITIATIVES SRLALTRESOCIETA' TRIESTE ITALIA X X

UCTAM BALTICS SIAALTRESOCIETA' RIGA LATVIA X X

UCTAM RK LIMITED LIABILITY COMPANYALTRESOCIETA' ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

UCTAM RO SRLALTRESOCIETA' BUCAREST ROMANIA X X

UCTAM RU LIMITED LIABILITY COMPANYALTRESOCIETA' MOSCA RUSSIA X X

UCTAM UKRAINE LLCALTRESOCIETA' KIEV UCRAINA X X

UCTAM UPRAVLJANJE DOOALTRESOCIETA' LJUBLJANA SLOVENIA X X

UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFTM.B.H.

ALTRESOCIETA' BRANDENBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LOGISTICS SRLALTRESOCIETA' VERONA ITALIA X X

UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT CEEGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE BUCHHOLZ GBRALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFTM.B.H.

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O.ALTRESOCIETA' VARSAVIA POLONIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONALPROJEKTMANAGEMENT GMBH

ALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONALPROJEKTSZERVEZESI KFT.

ALTRESOCIETA' BUDAPEST UNGHERIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATENGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O.,PRAG

ALTRESOCIETA' PRAGA

REPUBBLICACECA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

63

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBHALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

VIENNA DC BAUTRAGER GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

VIENNA DC TOWER 1 LIEGENSCHAFTSBESITSGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

VIENNA DC TOWER 2 LIEGENSCHSFTBESITSGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

VUWB INVESTMENTS INC.ALTRESOCIETA' ATLANTA U.S.A. X X

WEALTH CAPITAL INVESTMENT INC.ALTRESOCIETA'

COUNTRY OFNEW CASTLE U.S.A. X X

WED DONAU- CITY GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H.ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFTFUR DEN DONAURAUM AKTIENGESELLSCHAFT

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

WIEN MITTE IMMOBILIEN GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

WIENER KREDITBURGSCHAFTSGESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA'FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

YAPI KREDI EMEKLILIK AS

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIMORTAKLIGI AS

SOCIETA'FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI SIGORTA AS

SOCIETA'ASSICURATIVE(dedotta dalpatrimonio divigilanza) ISTANBUL TURCHIA X X

ZAPADNI TRGOVACKI CENTAR D.O.O.ALTRESOCIETA' RIJEKA CROAZIA X X

ZETA FUNF HANDELS GMBHALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

ALTRESOCIETA' BERLINO GERMANIA X X

ALTUS ALPHA PLC.ALTRESOCIETA' DUBLINO IRLANDA X X

ARABELLA FINANCE LTD.SOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

BA IMMO GEWINNSCHEIN FONDSALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICEGMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

BANDON LEASING LTD.ALTRESOCIETA' DUBLINO IRLANDA X X

BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORPORATIONSOCIETA'FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

BLACK FOREST FUNDING LLCSOCIETA'FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

ELEKTRA PURCHASE No. 1 LTDALTRESOCIETA' ST. HELIER JERSEY X X

ELEKTRA PURCHASE No. 18 LTDALTRESOCIETA' DUBLINO IRLANDA X X

EUROPE REAL-ESTATE INVESTMENT FUNDALTRESOCIETA' HUNGARY UNGHERIA X X

EUROPEAN-OFFICE-FONDSSOCIETA'FINANZIARIE

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GELDILUX-TS-2007 S.A.SOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

GELDILUX-TS-2008 S.A.SOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

Page 64: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

64

Trattamento nellesegnalazioniprudenziali

TrattamentoIAS/IFRS

Sede

Consolidamento Consolidamento

Ragione sociale Tipologia

Città Stato

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GELDILUX-TS-2010 S.A.SOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH &CO. VERMIETUNGS KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

GRAND CENTRAL FUNDING CORPOTATIONALTRESOCIETA' NEW YORK U.S.A. X X

H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH &CO. KG (IMMOBILIENLEASING)

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH &CO. KG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMAALTRESOCIETA'

PUERTO DE LACRUZ SPAGNA X X

OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KGALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

OCEAN BREEZE FINANCE S.A. - COMPARTMENT1

SOCIETA'FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANKVVAG

ALTRESOCIETA'

MONACO DIBAVIERA GERMANIA X X

ROSENKAVALIER 2008 GMBHSOCIETA'FINANZIARIE FRANCOFORTE GERMANIA X X

SALOME FUNDING PLCSOCIETA'FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

SIA UNICREDIT INSURANCE BROKERALTRESOCIETA' RIGA LITUANIA X X

SVIF UKRSOTSBUDALTRESOCIETA' KIEV UCRAINA X X

TENDER OPTION BONDSALTRESOCIETA' NEW YORK U.S.A. X X

THE TRANS VALUE TRUST COMPANY LTDALTRESOCIETA' TOKYO GIAPPONE X X

UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZABROKERSKE POSLOVE U OSIGURANJU

ALTRESOCIETA' SARAJEVO

BOSNIAERZEGOVINA X X

UNICREDIT BROKER S.R.O.ALTRESOCIETA' BRATISLAVA

REPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITOKFT

ALTRESOCIETA' BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASINGVERSICHERUNGSSERVICE GMBH

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT INSURANCE BROKER EOODALTRESOCIETA' SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT INSURANCE BROKER SRLALTRESOCIETA' BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICEGMBH & CO KG

ALTRESOCIETA' VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PARTNER D.O.OALTRESOCIETA' ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRADALTRESOCIETA' BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT PARTNER LLCALTRESOCIETA' KIEV UCRAINA X X

UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. SR.O.

ALTRESOCIETA' PRAGA

REPUBBLICACECA X X

UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKADRUZBA DOO

ALTRESOCIETA' LJUBLJANA SLOVENIA X X

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 3

67

Tavola 3 – Composizione del patrimoniodi vigilanza

Informativa qualitativa

Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello(Tier 1)

TASSO DI INTERESSE

DATA

SCADENZA

DECORRENZA

DELLA

FACOLTA' DI

RIMBORSO

ANTICIPATO

IMPORTO

COMPUTATO NEL

PATRIMONIO DI

VIGILANZA

(EUR/MIGLIAIA) STEP-UP

POSSIBILITA' DI

NON

CORRISPONDERE

GLI INTERESSI

EMISSIONE

TRAMITE

SOCIETA'

VEICOLO

CONTROLLATA

9,375% 31-dic-50 lug-20 EUR 500 496.344 sì sì no

7,055% perpetual mar-12 EUR 600 313.000 sì sì sì

4,028% perpetual ott-15 EUR 750 744.000 sì sì sì

5,396% perpetual ott-15 GBP 300 299.357 sì sì sì

8,5925% 31-dic-50 giu-18 GBP 350 351.873 sì sì no

8,125% 31-dic-50 dic-19 EUR 750 750.000 sì sì no

8,741% 30-giu-31 giu-29 USD 300 83.688 no sì sì

7,760% 13-ott-36 ott-34 GBP 100 38.132 no sì sì

9,00% 22-ott-31 ott-29 USD 200 63.163 no sì sì

3,500% 31-dic-31 dic-29 JPY 25.000 215.054 no sì sì

10y CMS (°) +0,10%, cap 8,00 % perpetual ott-11 EUR 250 248.209 no si no

10y CMS (°) +0,15%, cap 8,00 % perpetual mar-12 EUR 150 148.850 no si no

TOTALE 3.751.670

(°) Constant Maturity Sw ap

IMPORTO IN

VALUTA

ORIGINARIA

(MILIONI)

Gli strumenti innovativi e non innovativi di capitale includono titoli soggetti a grandfathering per untotale pari a euro 3.267.459 migliaia, in applicazione del regime transitorio previsto nel Titolo I,Capitolo 2, Sezione II, paragrafo 1.4.1 della Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006(5° aggiornamento del 22 dicembre 2010), “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per lebanche”.

Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumentiibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% deltotale degli stessi

TASSO DI

INTERESSE

DATA

SCADENZA

DECORRENZA

DELLA FACOLTA'

DI RIMBORSO

ANTICIPATO

IMPORTO

COMPUTATO NEL

PATRIMONIO DI

VIGILANZA

(EUR/MIGLIAIA) STEP-UP

POSSIBILITA' DI

NON

CORRISPONDERE

GLI INTERESSI

3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR 900 888.700 non applicabile Sì (°)

5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP 450 497.564 non applicabile Sì (°)

6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR 1.000 979.976 non applicabile Sì (°)

6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR 500 498.287 non applicabile Sì (°)

(°) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest)

-- qualora si registrino perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'Italia

per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente.

IMPORTO

ORIGINARIO IN

VALUTA

(MILIONI)

Patrimonio di terzo livelloNon sussistono elementi da segnalare nel presente punto.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

68

Informativa quantitativa

Composizione del patrimonio di vigilanza (migliaia di €)

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 46.995.587 46.646.150

A.1 Elementi positivi del patrimonio di base: 72.639.481 72.391.578

A.1.1 - Capitale 9.493.165 9.974.637

A.1.2 - Sovrapprezzi di emissione 38.583.089 41.085.295

A.1.3 - Riserve 16.677.763 16.126.727

A.1.4 - Strumenti innovativi di capitale e strumenti non innovativi di capitale con scadenza 496.344 496.293

A.1.5 - Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 50% (°) 2.983.000 -

A.1.6 - Strumenti oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) (°°) 3.267.459 3.855.889

A.1.7 - Utile del periodo 1.138.661 852.737

A.2 Elementi negativi: (25.643.894) (25.745.428)

A.2.1 - Azioni o quote proprie (5.099) (4.218)

A.2.2 - Avviamento (21.737.947) (21.687.385)

A.2.3 - Altre immobilizzazioni immateriali (3.900.848) (4.053.825)

A.2.4 - Perdita del periodo - -

A.2.5 - Altri elementi negativi: - -

* Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini

di vigilanza - -

* Altri - -

B. Filtri prudenziali del patrimonio di base (348.544) (1.091.687)

B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) 46.618 55.632

B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) (395.162) (1.147.319)

C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 46.647.043 45.554.463

D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base 2.479.053 2.517.321

E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 44.167.990 43.037.142

F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 19.619.368 18.317.190

F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare: 20.462.687 18.856.974

F.1.1 - Riserve da valutazione di attività materiali -

F.1.2 - Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita 424.520 222.335

F.1.3 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - -

F.1.4 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - -

F.1.5 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 3.264.991 3.307.134

F.1.6 - Passività subordinate di 2° livello 15.732.461 14.606.208

F.1.7 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese 762.852 443.434

F.1.8 - Plusvalenze nette su partecipazioni - -

F.1.9 - Altri elementi positivi 277.863 277.863

F.2 Elementi negativi: (843.319) (539.784)

F.2.1 - Minusvalenze nette su partecipazioni (440) -

F.2.2 - Crediti - -

F.2.3 - Altri elementi negativi (842.879) (539.784)

G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare (212.260) (111.168)

G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - -

G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) (212.260) (111.168)

H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 19.407.108 18.206.022

I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 2.479.053 2.517.321

L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 16.928.055 15.688.701

M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare 1.049.236 1.071.064

N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 60.046.809 57.654.779

O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) - -

P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 60.046.809 57.654.779

PATRIMONIO DI VIGILANZA 31.12.201030.06.2011

(°) Le azioni ordinarie che rappresentano il sottostante dei titoli “CASHES” ed il relativo sovrapprezzo di emissione sono state oggetto di riclassificazionenella voce di Patrimonio “Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 50%”, per un totale di euro 2.983.000 migliaia. I CASHES sono strumenti

di tipo equity linked, emessi per un controvalore di euro 2.983.000 migliaia nel mese di febbraio 2009 da The Bank of New York (Luxembourg) S.A. conscadenza al 15 dicembre 2050 e convertibili, a determinate condizioni, in 967.564.061 azioni ordinarie di UniCredit S.p.A. sottoscritte da Mediobancanell’ambito dell’operazione di aumento di capitale deliberato dall’Assemblea Straordinaria dei Soci di UniCredit il 14 novembre 2008. Pertanto, dalmomento che queste azioni sono già emesse, sono al pari di ogni altra azione ordinaria pienamente disponibili per assorbire eventuali perdite.

(°°) Include euro 12.133 migliaia relativi ad azioni di risparmio.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 3

69

(migliaia di €)

30.06.2011 31.12.2010

Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata 2.030.824 2.048.291

Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio 2006 103.422 116.937

Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 578.590 604.350

Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB) 2.239.024 2.153.568

Perdite attese relative agli strumenti di capitale e alle esposizioni verso OICR 6.246 9.916

Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP - 101.580

Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) 4.958.106 5.034.642

Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare)

(migliaia di €)

30.06.2011 31.12.2010

Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio 2006 1.049.236 1.071.064

Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare 1.049.236 1.071.064

Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 4

71

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa

Il gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del capitale

(regolamentare ed economico) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell’operatività del

Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di

pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare:

nei processi di piano e budget:

formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di

patrimonializzazione;

analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di

attività e business unit;

assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio;

analisi dell’impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti;

elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy;

nei processi di monitoraggio:

analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione

dei dati gestionali per uso interno ed esterno;

analisi e controllo dei limiti;

analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali.

Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i

rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti

in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l’allocazione del capitale alle

differenti linee di attività e business unit in funzione degli specifici profili di rischio e l’adozione di una

metodologia basata sulla misurazione delle performance aggiustate per il rischio (RAPM) che predispone,

a supporto dei processi di pianificazione e controllo, una serie di indicatori in grado di unire e sintetizzare

tra loro le variabili economiche, patrimoniali e di rischio da considerare.

Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un’importanza rilevante nella definizione delle strategie

perché esso rappresenta l’oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel

Gruppo e perché è una risorsa su cui insistono anche limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza.

Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono:

capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale

impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell’equity);

capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che fronteggia (a preventivo – capitale

allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo – capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli

obiettivi di creazione di valore.

Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione, obiettivo

definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo.

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AL 30 GIUGNO 2011

72

Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è

definito come capitale economico, dall’altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito

come capitale regolamentare. In particolare:

il capitale economico è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli

probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza;

il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata

dal patrimonio netto (Core Equity o Core Tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di

vigilanza.

Il capitale economico ed il capitale regolamentare differiscono tra loro per definizione e per copertura

delle categorie di rischio. Il primo discende dall’effettiva misurazione dell’esposizione assunta, il secondo

da schemi definiti nella normativa di vigilanza.

La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in

relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default

pari allo 0,03%. Pertanto il capitale economico è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di

probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in

base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il

rating obiettivo.

Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del “doppio binario”, ossia considerando come

allocato il massimo tra il capitale economico ed il capitale regolamentare (Core Tier 1) sia a livello

consolidato sia a livello di linea di attività/business unit.

Tale approccio consente nel caso di capitale economico superiore di allocare l’effettivo capitale a rischio

che la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di

allocare un capitale in linea con la normativa.

Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo.

La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione

Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo

e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio.

Nella gestione dinamica del capitale, l’unità operativa Capital Management elabora il piano finanziario ed

effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di vigilanza, anticipando gli opportuni interventi necessari

all’ottenimento degli obiettivi.

Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di

vigilanza (Core Tier 1, Tier 1, Lower e Upper Tier 2 e Tier 3 Capital) e dall’altro alla pianificazione e

all’andamento dei “risk weighted asset” (RWA).

La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di

approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al

conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di

“capital generation”, misurandone il costo e l’efficacia attraverso la metodologia di RAPM. In tale contesto

l’analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti

regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management, ecc. e delle loro evoluzioni normative1, in

modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo

o società chiamate a realizzare le azioni.

1 Per esempio Basilea II, IAS/IFRS ecc.

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73

Rafforzamento patrimoniale

Durante il primo semestre 2011 non sono state poste in essere operazioni di rafforzamento patrimoniale.

Si ricorda che in data 22 marzo 2011, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’emissione delle

performance share promesse nell’ambito del Piano 2007 di Incentivazione a Lungo Termine del gruppo

UniCredit, in seguito alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di performance definiti nel Piano. A tal

fine, il Consiglio ha deliberato un aumento di capitale gratuito di nominali 454.385 euro, corrispondenti a

n. 908.770 azioni ordinarie.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

74

Informativa quantitativa

Rischio di credito e controparte (migliaia di €)

CONSISTENZE AL 30.06.2011 CONSISTENZE AL 31.12.2010

IMPORTI NON

PONDERATI IMPORTI PONDERATIREQUISITO IMPORTI NON

PONDERATI

IMPORTI

PONDERATIREQUISITO

A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO 377.498.144 188.822.139 15.105.771 407.916.124 216.239.490 17.299.159

A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 96.059.047 5.115.209 409.217 90.772.468 4.715.445 377.236

A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali 48.070.207 2.117.942 169.435 45.404.066 1.948.116 155.849

A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti

del settore pubblico 7.117.663 2.683.339 214.667 8.974.573 3.379.375 270.350

A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo 375.316 1.996 160 347.683 - -

A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali 306 13 1 649 - -

A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 15.805.747 3.574.439 285.955 22.265.128 5.450.347 436.028

A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese 95.058.861 91.834.972 7.346.799 121.711.225 117.272.560 9.381.805

A.1.8. Esposizioni al dettaglio 41.476.132 32.262.448 2.580.997 39.126.371 29.392.077 2.351.366

A.1.9. Esposizioni garantite da immobili 28.896.801 14.963.141 1.197.051 31.450.670 16.060.591 1.284.847

A.1.10. Esposizioni scadute 10.382.032 12.881.718 1.030.537 10.804.585 13.525.813 1.082.065

A.1.11. Esposizioni ad alto rischio 1.865.263 2.092.142 167.371 1.512.595 1.713.011 137.041

A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1.228.318 216.692 17.335 1.363.373 289.089 23.127

A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese 561.238 240.879 19.270 1.230.954 622.271 49.782

A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del

risparmio (OICR) 5.524.566 4.956.819 396.545 6.033.132 5.246.649 419.732

A.1.15. Altre esposizioni 25.076.647 15.880.390 1.270.431 26.918.652 16.624.146 1.329.932

A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI

RISCHIO 483.821.186 189.751.349 15.180.108 444.115.146 172.752.407 13.820.193

A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 10.452.916 1.021.803 81.744 6.614.424 429.693 34.376

A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e

territoriali e altri soggetti 76.832.255 17.911.911 1.432.954 75.145.551 18.070.634 1.445.651

A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese 250.000.289 134.543.124 10.763.450 217.283.805 117.035.348 9.362.828

A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali 87.785.456 13.111.897 1.048.952 88.022.439 15.165.027 1.213.202

A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 5.532.840 982.415 78.593 5.751.323 1.279.453 102.356

A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio 52.665.202 18.036.906 1.442.951 51.257.988 19.716.695 1.577.336

A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione - - - - - -

A.2.8. Altre attività - 3.607.344 288.588 - 1.005.420 80.434

A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria 484.770 468.491 37.479 35.135 45.656 3.652

A.2.10. Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari - - - - - -

A.2.11. Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con

fattori di ponderazione regolamentari 67.458 67.458 5.397 4.481 4.481 358

A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN

STRUMENTI DI CAPITALE 674.140 1.399.684 111.975 437.695 1.039.348 83.148

A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio 330.962 654.004 52.320 135.013 369.815 29.585

A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio

- Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente

diversificata 287.249 545.774 43.662 250.217 475.413 38.033

- Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 8.788 25.485 2.039 - - -

- Altri strumenti di capitale 47.141 174.421 13.954 52.465 194.120 15.530

A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio - - - - - -

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

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75

Adeguatezza patrimoniale (migliaia di €)

Importi

non

ponderati

Importi

ponderati /

requisiti

30.06.2011 31.12.2010 30.06.2011 31.12.2010

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 880.666.789 875.576.304 384.950.135 395.636.268

1. Metodologia standardizzata 377.498.144 407.916.124 188.822.139 216.239.490

2. Metodologia basata sui rating interni 484.495.326 444.552.841 191.151.033 173.791.755

2.1 Base 16.432.355 - 10.843.017 -

2.2 Avanzata 468.062.971 444.552.841 180.308.016 173.791.755

3. Cartolarizzazioni 18.673.319 23.107.339 4.976.963 5.605.023

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 30.796.011 31.650.901

B.2 Rischi di mercato 791.853 716.179

1. Metodologia standard 237.603 302.209

2. Modelli interni 554.250 413.970

3. Rischio di concentrazione - -

B.3 Rischio operativo 4.017.235 4.020.892

1. Metodo base 340.728 281.675

2. Metodo standardizzato 280.530 475.782

3. Metodo avanzato 3.395.977 3.263.435

B.4 Altri requisiti prudenziali - -

B.5 Altri elementi di calcolo 7.711 -

B.6 Totale requisiti prudenziali 35.612.810 36.387.972

C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 445.160.123 454.849.656

C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate

(Tier 1 capital ratio) 9,92% 9,46%

C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate

(Total capital ratio) 13,49% 12,68%

Categorie/Valori

(migliaia di €)

30.06.2011 31.12.2010

Rischio di posizione 749.590 683.119

Rischio di regolamento per transazioni DVP 4.057 3.057

Rischio di cambio 38.206 30.003

Requisito patrimoniale per rischio di mercato 791.853 716.179

Requisito patrimoniale per rischio di mercato

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

76

Riclassificazione di attività finanziarie

Le modifiche allo IAS 39 ed all’IFRS 7 “Riclassificazione delle attività finanziarie” approvate dallo IASB nel

2008 permettono, successivamente all’iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività

finanziarie fuori dai portafogli “detenute per la negoziazione” e “disponibili per la vendita”.

In particolare, possono essere riclassificate:

quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero

soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se

tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o

disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l’entità ha l’intenzione e la capacità di

possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza;

”solo in rare circostanze” quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento

della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti.

Nella tabella seguente sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli

interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 30 giugno 2011 delle attività oggetto di riclassificazione

nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre 2009.

Sono inoltre riportate le componenti reddituali relative a tali attività, distinguendo fra quelle che si

sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato e quelle effettivamente registrate nel

conto economico o nel patrimonio netto.

Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle “valutative”,

comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le “altre”, queste ultime comprensive degli interessi e degli

utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite.

L’effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel primo semestre 2011 se non si fosse

proceduto alle riclassificazioni sarebbe stato positivo per 566.418 migliaia di euro, mentre quello

effettivamente rilevato è stato positivo per 242.237 migliaia di euro.

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77

Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva (migliaia di €)

Valutative

(6)

Altre

(7)

Valutative

(8)

Altre

(9)

A. Titoli di

debito 10.780.651 10.261.950 283.449 274.235 (6.316) 235.033

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita 6.854 6.854 457 461 457 495

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza 203.884 210.917 2.401 4.261 - 4.051

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso banche

3.426.209 3.440.946 (1.336) 65.950 (4.300) 65.107

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso clientela

6.803.287 6.267.260 289.397 163.304 (2.473) 135.744

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso banche

72.881 72.877 (2) 1.493 - 1.473

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso clientela

267.536 263.096 (7.468) 38.766 - 28.163

B. Titoli di

capitale - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

C. Finanziamenti 491.715 495.398 (5.475) 14.209 - 13.520

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso banche

171.204 169.897 (2.102) 5.178 - 4.865

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso clientela

320.511 325.501 (3.373) 9.031 - 8.655

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso banche

- - - - - -

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso clientela

- - - - - -

D. Quote di

O.I.C.R. - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

Totale 11.272.366 10.757.348 277.974 288.444 (6.316) 248.553

Componenti

reddituali registrate

nell'esercizio

(ante imposte)Tipologia

strumento

finanziario

(1)

Portafoglio

di

provenienza

(2)

Portafoglio

di

destinazione

(3)

Valore

contabile

al 30.06.2011

(4)

Fair Value

al

30.06.2011

(5)

Componenti reddituali

in assenza del

trasferimento

(ante imposte)

Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti

strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati)

per un valore di bilancio al 30 giugno 2011 di 5.304.294 migliaia di euro.

Si rende noto che nel corso dell’esercizio 2010 e del primo semestre 2011 non si è proceduto ad alcuna

ulteriore riclassificazione e pertanto la tavola A.3.1.2 “Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla

redditività complessiva prima del trasferimento” nonché l’informativa di cui al punto A.3.1.4 “Tasso di

interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate” non sono fornite.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Tavola 5 – Rischio di credito: informazionigenerali riguardanti tutte le banche

Informativa qualitativa

Definizioni di esposizioni deteriorate

Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:

sofferenze - individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione versoclienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioniequiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi nonsignificativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee;

incagli - definiscono quell’area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano intemporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tragli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggettidiversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenticondizioni:

- siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o

180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria

inferiore o pari e superiore a 36 mesi);

- l’importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote

scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10%

dell’intera esposizione verso tale debitore.Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicandoanaliticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanticasi;

esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le qualisono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento deldebito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, laconversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale; sono valutatianaliticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventualerinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario;

esposizioni scadute - rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse daquelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano creditiscaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settorepubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si consideranodeteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L’esposizionecomplessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento:

- la quota scaduta e/o sconfinante,

oppure:

- la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo

trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa.Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicandoladdove disponibile la rischiosità rilevata dall’appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini diBasilea 2 (“perdita in caso di inadempienza” - Loss Given Default).

La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontratisingolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anchetenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011 80

Descrizione delle metodologie adottate per determinare lerettifiche di valore

I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti

fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di

sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte.

Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di

riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni

di leasing finanziario di beni “in costruendo” e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti

abbiano le caratteristiche di “contratti con trasferimento dei rischi”.

Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei

costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività

finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il

criterio dell’interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore

risultanti dal processo di valutazione.

Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico:

quando l’attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione di

crediti”;

ovvero:

quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore

nette per deterioramento di crediti”.

Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono

iscritti in base al principio della competenza temporale.

Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell’eventuale incasso.

Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di

recuperarne l’intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore

equivalente.

I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei

flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei

flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative

scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare.

L’importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e

ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di

iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell’attività

finanziaria.

Sia nel primo esercizio di passaggio all’applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casiin cui il tasso di interesse originario di un’attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile,oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulleposizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell’anno in cui si è verificato il deterioramentooriginario dell’attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenutocostante anche negli esercizi seguenti.

I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con idebitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull’esperienza storica dei recuperiosservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazionegeografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

81

I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di

eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali

crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni

cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una

variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di

conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.

Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di

conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto

precisato nel precedente capitolo.

Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero

tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata

alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato

che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni.

L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è

stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a)

“Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti” di conto economico e sono rilevate in

riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati

sono iscritti alla medesima voce.

Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso

operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all’esecuzione dello

scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di

redazione del bilancio.

Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto

economico tra le rettifiche di valore.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011 82

Informativa qualitativa

Esposizioni Sovrane

Nel complesso, al 30 giugno 2011 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane1 rappresentate da “titoli

di debito” ammonta a 91.571 mln, di cui il 90% concentrato su sette Paesi tra i quali l’Italia, con 38.664

mln, rappresenta una quota del 42% sul totale complessivo2. Per ciascuno di tali sette Paesi, nella tabella

di cui sotto sono riportati, per tipologia di portafoglio, il valore nominale, il valore contabile ed il fair value

delle relative esposizioni al 30 giugno 2011.

(migliaia di €)

Valore nominale Valore di bilancio Fair Value

- Italia 38.413.997 38.663.667 38.562.567

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 12.382.587 12.081.269 12.081.269

attività finanziarie valutate al fair value 434.242 439.315 439.315

attività finanziarie disponibili per la vendita 22.062.251 22.636.405 22.636.405

crediti 494 501 510

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 3.534.424 3.506.177 3.405.067

- Germania 27.073.648 26.893.427 26.893.562

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 1.621.662 1.612.896 1.612.896

attività finanziarie valutate al fair value 22.358.767 22.675.643 22.675.643

attività finanziarie disponibili per la vendita 262.850 248.802 248.802

crediti 2.801.369 2.327.010 2.327.219

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 29.001 29.075 29.001

- Polonia 8.609.695 7.613.230 7.595.101

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 103.574 101.438 101.438

attività finanziarie valutate al fair value 3.582 3.874 3.874

attività finanziarie disponibili per la vendita 7.075.848 6.094.521 6.094.521

crediti 292.885 297.404 297.404

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 1.133.806 1.115.993 1.097.865

- Turchia (*) 3.255.444 3.249.176 3.573.387

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 149.421 146.187 146.187

attività finanziarie valutate al fair value - - -

attività finanziarie disponibili per la vendita 963.256 992.067 992.067

crediti - - -

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 2.142.767 2.110.922 2.435.133

- Austria 2.512.680 2.599.071 2.598.629

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 255.546 276.624 276.624

attività finanziarie valutate al fair value 411.442 444.377 444.377

attività finanziarie disponibili per la vendita 1.630.090 1.729.355 1.729.355

crediti - - -

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 215.602 148.715 148.274

- Spagna 1.882.724 1.881.265 1.880.789

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 908 1.465 1.465

attività finanziarie valutate al fair value 366.853 376.948 376.948

attività finanziarie disponibili per la vendita 1.436.850 1.465.569 1.465.569

crediti - - -

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 78.114 37.283 36.807

- Repubblica Ceca 1.781.538 1.523.961 1.523.960

attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) 235.823 246.537 246.537

attività finanziarie valutate al fair value 4.814 4.868 4.868

attività finanziarie disponibili per la vendita 1.540.491 1.272.142 1.272.142

crediti - - -

attività finanziarie mantenute sino alla scadenza 409 413 412

Totale esposizioni per cassa 83.529.725 82.423.798 82.627.995

(*) ammontare proporzionalizzato in funzione della percentuale di controllo per le esposizioni detenute attraverso joint venture .

consistenze al 30.06.2011Paese / portafoglio di classificazione

Esposizioni verso titoli di debito Sovrano ripartite per Stato controparte e portafoglio di classificazione

1 Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestitierogati agli stessi. Ai fini della presente esposizione di rischio sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS.

2 Includendo ulteriori esposizioni verso istituzioni finanziarie (non Sovrane) e ABS, rispettivamente pari a nominali 3,0 mld e 1,3 mld (datimanageriali), l’esposizione complessiva ammonta a nominali 42,7 mld.

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83

La vita media residua ponderata delle esposizioni Sovrane elencate nella tabella di dettaglio di cui sopra,

suddivisa tra c.d. banking3 e trading book, è la seguente:

Vita media residua ponderata (anni)

Banking book Trading book

- Italia 4,43 0,71

- Germania 2,30 3,86

- Polonia 2,80 -0,66

- Turchia 8,47 1,92

- Austria 7,69 1,05

- Spagna 3,95 0,13

- Repubblica Ceca 4,22 0,92

Il restante 10% del totale delle esposizioni Sovrane in titoli di debito, pari a 9.147 mln sempre con

riferimento al relativo valore di bilancio al 30 giugno 2011 è suddiviso tra 32 Paesi, tra cui: Grecia (404

mln), Stati Uniti (168 mln), Portogallo (56 mln) e Irlanda (50 mln).

Le esposizioni in questione non sono state oggetto di impairment al 30 giugno 2011 ed i relativi fair value,

ove richiesti, sono classificati, per la quasi totalità, di livello 1 o di livello 24, ad eccezione di quanto di

seguito precisato per la Grecia.

In seguito all’aggravarsi della crisi finanziaria del paese, in data 21 luglio 2011, il Consiglio dell’Unione

Europea ha deliberato un nuovo piano di aiuti economici governativi alla Grecia, al quale si affiancherà un

piano di salvataggio rivolto al settore privato ed a partecipazione volontaria (Private Sector Involvement o

PSI). A quest’ultimo riguardo, la proposta che ha ricevuto il maggior supporto dalle autorità politiche e

dalle istituzioni finanziarie risulta ad oggi essere quella pubblicata in pari data da The Institute of

International Finance (IIF).

In particolare, questa proposta prevede lo scambio dei titoli in portafoglio con nuovi titoli aventi

caratteristiche differenziate, il cui presunto valore iniziale produrrà una perdita pari al 21%, determinata

come attualizzazione dei flussi di cassa attesi ad un tasso di sconto del 9%, definito nel documento IIF

“normalizzato”, in relazione alle aspettative di accoglimento del piano stesso da parte della comunità

internazionale.

UniCredit ha positivamente valutato di aderire alla proposta pubblicata dall’ IIF e ha ritenuto che

l’applicazione di una “tecnica di valutazione” (“fundamental value”) basata sulle condizioni previste dalla

suddetta proposta ai fini della misurazione dei titoli di Stato greci presenti al 30 giugno 2011 fosse la

modalità più appropriata in un contesto di attuale carenza di liquidità degli strumenti greci.

Detto fundamental value è stato determinato, con riferimento alle posizioni presenti nelle attività

finanziarie disponibili per la vendita ed in quelle mantenute sino alla scadenza, scontando i flussi di cassa

attesi al tasso di interesse delle stesse attività, ed è considerato fair value di livello 3, in conformità ai

principi IAS/IFRS.

3Il c.d. banking book include le Attività finanziarie valutate al fair value, quelle disponibili per la vendita, quelle mantenute sino alla scadenza

ed i crediti.4 Il principio IFRS 7 prevede la classificazione degli strumenti oggetto di valutazione al fair value in funzione del grado di osservabilità degliinput utilizzati per il pricing. Sono previsti, in particolare, tre livelli:

Livello 1: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato in base a prezzi di quotazione osservati su mercatiattivi;

Livello 2: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato in base a modelli valutativi che utilizzano inputosservabili sul mercato;

Livello 3: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato sulla base di modelli valutativi che utilizzanoprevalentemente input non osservabili sul mercato.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011 84

Sempre i principi IAS/IFRS, prevedono che l’ estensione, per ragioni economiche o legali relative alla

difficoltà finanziaria del beneficiario, di concessioni da parte del finanziatore che egli non avrebbe

altrimenti preso in considerazione sia ritenuta obiettiva evidenza che un’attività finanziaria abbia subito

una riduzione di valore.

Per tale motivo, le esposizioni Sovrane nei confronti della Grecia classificate tra le attività finanziarie

disponibili per la vendita e tra quelle mantenute sino a scadenza sono state oggetto di impairment

rispettivamente per 79 mln5 e per 50 mln.

Dopo tale impairment, dette esposizioni presentano un valore di bilancio complessivo di 404 mln, di cui

217 mln (282 mln nominali) tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, 163 mln (212 mln nominali)

tra le attività finanziarie mantenute sino alla scadenza e 24 mln tra le attività finanziarie detenute per la

negoziazione / valutate al fair value6.

Alle esposizioni Sovrane in titoli di debito vanno altresì aggiunti i “finanziamenti”7 erogati a governi centrali

e locali ed agli enti governativi.

Tra questi, si segnalano in particolare 8.507,6 mln nei confronti dello Stato Italiano e 5.353,8 mln nei

confronti dello Stato Austriaco.

Quelli nei confronti dello Stato Italiano risultano ulteriormente ripartiti tra:

1.333,3 mln, Tesoro ed Amministrazione Statale;

4.280,4 mln, Amministrazioni locali;

2.893,9 mln, altri Enti e varie.

Successivamente al 30 giugno 2011 non si sono verificati eventi che abbiano sostanzialmente modificato

l’esposizione del Gruppo al rischio Sovrano. Le maggiori variazioni, pur non materiali in rapporto al rischio

complessivo, dipendono dalla naturale scadenza di alcuni titoli di debito della specie.

Per maggiori dettagli sulle analisi di sensitivity ai credit spread e sui risultati di stress test si rimanda agli

scenari “Greece default”, “Sovereign Debt Tension” e “Widespread Contagion” di cui al successivo

capitolo ”Tavola 11 – Rischi di mercato” e alle Informazioni sui Rischi e sulle Relative Politiche di

Copertura di cui alle Parte E del Bilancio Consolidato Semestrale Abbreviato al 30 giugno 2011.

5La valutazione dei medesimi titoli in base ad un fair value di livello 1 (prezzo di mercato) al 30 giugno 2011, omogeneo a quanto applicato

fino al 31 marzo 2011, sarebbe stata negativa per 155 mln6

Esposizione netta7

Escluse partite fiscali

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85

A . Esposiz ioni per cassa

a) Sofferenze 0 0 0 0 356 2.951 0 2.783 290.634 346.084 0 0 0 0

b) Incagli 0 0 0 0 0 0 0 0 15.880 33.195 0 0 0 0

c) Esposizioni ristrut turate 0 0 0 0 0 0 0 0 13.838 106.718 0 0 0 0

d) Esposizioni scadute 0 0 0 0 0 294 0 0 5.617 109.949 0 0 0 0

e) Altre att ività 7.944.771 9.011.235 9.732.782 9.693.471 10.341.181 9.294.349 2.916.565 2.171.193 71.334.327 73.595.679 84.507 88.713 0 0

Tot ale A 7.9 4 4 .771 9 .0 11.2 3 5 9 .73 2 .78 2 9 .6 9 3 .4 71 10 .3 4 1.53 7 9 .2 9 7.59 4 2 .9 16 .56 5 2 .173 .9 76 71.6 6 0 .2 9 6 74 .19 1.6 2 5 8 4 .50 7 8 8 .713 0 0

B . Esposiz ioni f uori b ilancio

a) Deteriorate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 25.164 65.482

b) Altre 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 91.730.017 94.618.970

Tot ale B 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9 1.755.18 1 9 4 .6 8 4 .4 52

TOT A LE A +B al 3 0 .0 6 .2 0 11 7.9 4 4 .771 9 .0 11.2 3 5 9 .73 2 .78 2 9 .6 9 3 .4 71 10 .3 4 1.53 7 9 .2 9 7.59 4 2 .9 16 .56 5 2 .173 .9 76 71.6 6 0 .2 9 6 74 .19 1.6 2 5 8 4 .50 7 8 8 .713 9 1.755.18 1 9 4 .6 8 4 .4 52

TOT A LE al 3 1.12 .2 0 10 8 .6 19 .2 8 0 12 .172 .2 2 4 9 .9 3 4 .73 3 8 .0 2 2 .50 4 10 .3 3 7.6 4 4 7.4 2 8 .0 4 1 1.2 8 7.54 3 1.78 0 .52 2 70 .3 4 7.179 76 .570 .10 7 3 5.177 6 0 .54 4 9 3 .6 59 .8 8 2 9 9 .0 3 1.3 75

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche

Esp osiz ione

lo rda

A t t ivit à non corrent i e

grupp i d i at t ivit à in

via d i d ismissione

Esposiz io

ne med ia

Esposiz io

ne lo rd a

C red it i verso bancheA t t ivit à f inanz iar ie d i

negoziaz ione

Esposiz ioni per cassa

A t t ivit à f inanz iar ie

valut at e al f air value

A t t ivit à f inanz iar ie

d isponib il i per la

vend i t a

A t t ivit à f inanz iar ie

det enut e f ino alla

scadenza

Esposiz io

ne lo rda

Espo siz io

ne med ia

Esp osiz ione

lo rda

Esposiz io

ne med ia

T ipo lo g ia d i

esposiz ione/ Port af og lio

cont ab ile

Esposiz ioni f uori b ilancio

Esposiz io

ne med ia

Esp osiz ione

lo rda

Esposiz io

ne med ia

Esp osiz io

ne lo rda

Esposiz ione

med ia

Esposiz io

ne lo rd a

C onsist enze al: 3 0 .0 6 .2 0 11

Esposiz ione

med ia

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

86

A . Esposiz ioni p er cassa

a) Sofferenze 0 0 0 7.844 51.192 59.233 33.987 40.640 40.495.697 38.621.037 0 37.802 0 0

b) Incagli 0 0 0 0 48.530 23.716 0 0 18.632.894 19.019.755 0 12.324 0 0

c) Esposizioni ristrut turate 0 0 0 0 22 248 0 0 6.690.242 5.314.098 0 384 0 0

d) Esposizioni scadute 0 0 0 0 14.834 10.637 0 0 4.163.326 3.934.617 0 1.701 0 0

e) Altre att ività 30.882.753 34.330.931 18.354.278 15.214.625 48.467.805 45.016.299 6.001.356 7.799.359 526.909.050 525.468.497 53.359 246.355 0 0

Tot ale A 3 0 .8 8 2 .753 3 4 .3 3 0 .9 3 1 18 .3 54 .2 78 15.2 2 2 .4 70 4 8 .58 2 .3 8 3 4 5.110 .13 3 6 .0 3 5.3 4 3 7.8 3 9 .9 9 9 59 6 .8 9 1.2 0 9 59 2 .3 58 .0 0 4 53 .3 59 2 9 8 .56 6 0 0

B . Esposiz ioni f uori b ilancio

a) Deteriorate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.567.110 2.541.166

b) Altre 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 206.719.742 210.673.170

Tot ale B 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 9 .2 8 6 .8 52 2 13 .2 14 .3 3 6

TOTA LE A+B al 3 0 .0 6 .2 0 11 3 0 .8 8 2 .753 3 4 .3 3 0 .9 3 1 18 .3 54 .2 78 15.2 2 2 .4 70 4 8 .58 2 .3 8 3 4 5.110 .13 3 6 .0 3 5.3 4 3 7.8 3 9 .9 9 9 59 6 .8 9 1.2 0 9 59 2 .3 58 .0 0 4 53 .3 59 2 9 8 .56 6 2 0 9 .2 8 6 .8 52 2 13 .2 14 .3 3 6

TOTA LE al 3 1.12 .2 0 10 3 2 .0 9 7.6 0 1 3 5.9 11.3 11 16 .16 5.3 6 0 12 .2 17.3 4 8 4 8 .9 8 3 .54 7 4 0 .2 6 8 .3 0 8 8 .6 75.9 8 0 8 .772 .0 2 4 58 9 .3 52 .115 59 1.56 6 .2 9 3 14 0 .0 3 0 4 76 .6 58 2 0 5.4 6 7.72 7 2 0 8 .4 9 8 .50 9

T ipo log ia d i

esposiz ione/ Port af o g lio

cont ab ile

Esposiz ioni f uor i b ilancio

Esposiz io

ne med ia

Esposiz ione

lo rda

Esp osiz ione

med ia

Esposiz ione

lo rda

Esposiz ione

med ia

Esposiz ione

lo rda

Esposiz ione

med ia

Esp osiz io

ne lo rd a

Esposiz io

ne med ia

Esposiz ione

lo rda

Espo siz ione

med ia

Esposiz ione

med ia

At t ivit à non corrent i e

grupp i d i at t ivit à in

via d i d ismissione

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

C onsist enze al: 3 0 .0 6 .2 0 11

Esposiz ioni per cassa

Esposiz io

ne lo rda

C red it i verso client elaA t t ivit à f inanz iar ie d i

negoziaz io ne

A t t ivit à f inanziar ie valut at e al

f air value

A t t ivit à f inanziar ie

d isponib i l i per la vend it a

A t t ivit à f inanziarie

d et enut e f ino alla

scadenza

Esposiz io ne

lo rda

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

87

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

A. Esposi z i oni pe r c a ssa

a) Sof f erenze 0 0 133.539 55.414 81.100 8.995 76.351 34.872 0 0

b) Incagli 1.835 914 4.442 4.221 2.001 2.001 0 0 7.602 3.100

c) Esposizioni r ist rut t urat e 0 0 12.358 73 0 0 1.480 73 0 0

d) Esposizioni scadut e 5.244 5.244 12 12 0 0 361 272 0 0

e) Alt re esposizioni 20.911.856 20.910.378 67.806.046 67.785.937 3.766.544 3.765.787 3.019.322 3.018.516 6.850.365 6.849.668

Tot a l e A 2 0 . 9 18 . 9 3 5 2 0 . 9 16 . 5 3 6 6 7 . 9 5 6 . 3 9 7 6 7 . 8 4 5 . 6 5 7 3 . 8 4 9 . 6 4 5 3 . 7 7 6 . 7 8 3 3 . 0 9 7 . 5 14 3 . 0 5 3 . 7 3 3 6 . 8 5 7 . 9 6 7 6 . 8 5 2 . 7 6 8

B. Esposi z i oni f uor i b i l a nc i o

a) Sof f erenze 0 0 23.414 17.934 0 0 0 0 0 0

b) Incagli 0 0 0 0 1.750 1.750 0 0 0 0

c) Alt re at t ivit à det er iorat e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

d) Alt re esposizioni 6.365.138 6.365.074 77.452.131 77.432.357 5.181.669 5.181.259 1.781.327 1.780.977 949.752 949.724

Tot a l e B 6 . 3 6 5 . 13 8 6 . 3 6 5 . 0 7 4 7 7 . 4 7 5 . 5 4 5 7 7 . 4 5 0 . 2 9 1 5 . 18 3 . 4 19 5 . 18 3 . 0 0 9 1. 7 8 1. 3 2 7 1. 7 8 0 . 9 7 7 9 4 9 . 7 5 2 9 4 9 . 7 2 4

Tot a l e A +B a l 3 0 . 0 6 . 2 0 11 2 7 . 2 8 4 . 0 7 3 2 7 . 2 8 1. 6 10 14 5 . 4 3 1. 9 4 2 14 5 . 2 9 5 . 9 4 8 9 . 0 3 3 . 0 6 4 8 . 9 5 9 . 7 9 2 4 . 8 7 8 . 8 4 1 4 . 8 3 4 . 7 10 7 . 8 0 7 . 7 19 7 . 8 0 2 . 4 9 2

Tot a l e a l 3 1. 12 . 2 0 10 2 4 . 7 14 . 6 3 0 2 4 . 6 9 4 . 2 9 9 15 2 . 5 3 8 . 8 2 5 15 2 . 4 0 0 . 5 9 7 8 . 5 6 9 . 7 14 8 . 4 9 3 . 0 3 5 3 . 7 6 0 . 5 0 6 3 . 7 0 6 . 7 9 7 4 . 6 3 7 . 7 6 3 4 . 6 2 8 . 6 8 6

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche

Asi a Re st o de l mondo

C onsi st e nz e a l : 3 0 . 0 6 . 2 0 11

Ti pol ogi a di

e sposi z i one / Ar e e

ge ogr a f i c he

I t a l i a A l t r i P a e si Eur ope i A me r i c a

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

88

Esposi z i one l or daEsposi z i one

ne t t aEsposi z i one l or da Esposi z i one ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

Esposi z i one

l or da

Esposi z i one

ne t t a

A . Esposi z i oni pe r c a ssa

a) Sof f erenze 24.828.518 10.443.718 13.412.524 5.371.779 318.059 195.538 1.652.221 719.318 369.554 118.549

b) Incagli 13.765.772 9.364.032 4.079.323 2.810.825 8.939 7.056 737.897 451.069 89.493 38.783

c) Esposizioni r ist rut t urat e 3.183.416 2.820.766 3.043.701 2.096.125 89.653 46.682 202.689 165.619 170.805 91.335

d) Esposizioni scadut e 2.968.505 2.669.355 1.021.172 819.516 4.722 4.076 43.279 28.984 140.482 117.309

e) Alt re esposizioni 284.936.599 283.583.567 312.983.960 311.664.250 12.128.666 12.080.901 5.709.829 5.671.999 14.909.547 14.835.898

Tot a l e A 3 2 9 . 6 8 2 . 8 10 3 0 8 . 8 8 1. 4 3 8 3 34 . 5 4 0 . 6 8 0 3 2 2 . 7 6 2 . 4 9 5 12 . 5 5 0 . 0 3 9 12 . 3 3 4 . 2 5 3 8 . 3 4 5 . 9 15 7 . 0 3 6 . 9 8 9 15 . 6 7 9 . 8 8 1 15 . 2 0 1. 8 74

B . Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o

a) Sof f erenze 196.441 130.344 495.705 288.625 29.051 25.051 45.135 39.789 3.164 3.163

b) Incagli 555.940 518.924 259.471 239.639 0 0 88.933 87.240 0 0

c) Alt re at t ivit à det eriorat e 530.919 521.835 240.612 126.675 14.374 13.170 26.757 26.732 80.608 53.277

d) Alt re esposizioni 48.641.591 47.971.755 137.108.392 137.062.559 8.080.535 8.079.542 2.438.681 2.436.080 10.450.543 10.442.855

Tot a l e B 4 9 . 9 2 4 . 8 9 1 4 9 . 14 2 . 8 5 8 13 8 . 10 4 . 18 0 137 . 7 17 . 4 9 8 8 . 12 3 . 9 6 0 8 . 117 . 7 6 3 2 . 5 9 9 . 5 0 6 2 . 5 89 . 8 4 1 10 . 5 3 4 . 3 15 10 . 4 99 . 2 9 5

Tot a l e A+B a l 3 0 . 0 6 . 2 0 11 3 7 9 . 6 0 7 . 7 0 1 3 5 8 . 0 2 4 . 2 9 6 4 72 . 6 4 4 . 8 6 0 4 6 0 . 4 7 9 . 9 9 3 2 0 . 6 7 3 . 99 9 2 0 . 4 5 2 . 0 16 10 . 9 4 5 . 4 2 1 9 . 6 2 6 . 8 3 0 2 6 . 2 14 . 19 6 2 5 . 7 0 1. 169

Tot a l e a l 3 1. 12 . 2 0 10 3 7 1. 4 6 9 . 6 14 3 5 1. 3 3 1. 7 0 5 4 6 9 . 7 17 . 3 12 4 5 7 . 7 7 6 . 9 5 3 2 0 . 6 3 5 . 59 2 2 0 . 3 3 3 . 6 8 4 10 . 9 0 1. 4 5 3 9 . 6 15 . 9 9 0 2 8 . 15 8 . 3 89 27 . 5 6 0 . 6 5 2

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Asi a Re st o de l mondo

Consi st e nz e a l : 3 0 . 0 6 . 2 0 11

Ti pol ogi a di e sposi z i one / Ar e e ge ogr a f i c heI t a l i a A l t r i P a e si Eur ope i A me r i c a

Page 89: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

89

Go verni A lt r i Ent i Pubb lici Societ à f inanz iar ie

R et t i f iche

d i valo re

Compl e ssi v e Compl e ssi v e Compl e ssi v e

A. Esposi z i oni pe r c a ssa

a) Sof f erenze 9.885 70 9.815 74.953 58.448 16.505 896.284 595.364 300.920

b) Incagli 1.622 391 1.231 164.416 59.622 104.794 190.586 58.391 132.195

c) Esposizioni r ist rut t urat e9 0 9 16.297 3.948 12.349 177.076 76.185 100.891

d) Esposizioni scadut e929 891 38 50.983 2.317 48.666 80.520 16.117 64.403

e) Alt re esposizioni78.220.790 97.616 78.123.174 30.855.753 59.834 30.795.919 54.855.284 291.786 54.563.498

Tot a l e A 7 8 . 2 3 3 . 2 3 5 9 8 . 9 6 8 7 8 . 13 4 . 2 6 7 3 1. 16 2 . 4 0 2 18 4 . 16 9 3 0 . 9 7 8 . 2 3 3 5 6 . 19 9 . 7 5 0 1. 0 3 7 . 8 4 3 5 5 . 16 1. 9 0 7

B. Esposi z i oni f uor i b i l a nc i o

a) Sof f erenze 0 0 0 7 0 7 51.720 7.802 43.918

b) Incagli 0 0 0 18.665 0 18.665 13.896 771 13.125

c) Alt re at t ivit à det er iorat e0 0 0 5.119 39 5.080 30.778 62 30.716

d) Alt re esposizioni5.843.763 1.328 5.842.435 10.283.008 794 10.282.214 37.724.910 662.995 37.061.915

Tot a l e B 5 . 8 4 3 . 7 6 3 1. 3 2 8 5 . 8 4 2 . 4 3 5 10 . 3 0 6 . 7 9 9 8 3 3 10 . 3 0 5 . 9 6 6 3 7 . 8 2 1. 3 0 4 6 7 1. 6 3 0 3 7 . 14 9 . 6 7 4

TOTALE A+B a l 3 0 . 0 6 . 2 0 11 8 4 . 0 7 6 . 9 9 8 10 0 . 2 9 6 8 3 . 9 7 6 . 7 0 2 4 1. 4 6 9 . 2 0 1 18 5 . 0 0 2 4 1. 2 8 4 . 19 9 9 4 . 0 2 1. 0 5 4 1. 7 0 9 . 4 7 3 9 2 . 3 11. 5 8 1

TOTALE a l 3 1. 12 . 2 0 10 7 9 . 0 0 7 . 6 6 2 10 2 . 5 6 1 7 8 . 9 0 5 . 10 1 3 8 . 7 3 2 . 0 6 4 15 8 . 18 0 3 8 . 5 7 3 . 8 8 4 10 2 . 5 7 9 . 2 3 0 1. 9 0 4 . 2 7 1 10 0 . 6 7 4 . 9 5 9

C onsist enze al: 3 0 .0 6 .2 0 11

Espo siz ione

lo rda

Esposiz ione

net t a

Esposiz ione

lo rda

Esposiz ione

net t a

R et t if iche

d i valo re

T ipo log ia d i

esposiz ione/ A ree

cont ropart i

R et t if iche

d i valo reEspo siz ione

lo rda

Espo siz ione

net t a

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prima parte)

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

90

Imprese d i assicuraz ione Imprese non f inanz iar ie A lt r i sogg et t i

C ompl e ssi v e Compl e ssi v e Compl e ssi v e

A. Esposi z i oni pe r c a ssa

a) Sof f erenze 36.112 16.227 19.885 26.394.504 15.216.731 11.177.773 13.169.138 7.845.134 5.324.004

b) Incagli 3.317 914 2.403 13.595.392 4.112.761 9.482.631 4.726.091 1.777.580 2.948.511

c) Esposizioni r ist rut t urat e196.687 3.113 193.574 5.807.317 1.271.108 4.536.209 492.878 115.383 377.495

d) Esposizioni scadut e308 69 239 3.145.907 325.803 2.820.104 899.513 193.723 705.790

e) Alt re esposizioni1.726.105 4.709 1.721.396 308.404.774 1.537.826 306.866.948 156.605.895 840.215 155.765.680

Tot a l e A 1. 9 6 2 . 5 2 9 2 5 . 0 3 2 1. 9 3 7 . 4 9 7 3 5 7 . 3 4 7 . 8 9 4 2 2 . 4 6 4 . 2 2 9 3 3 4 . 8 8 3 . 6 6 5 17 5 . 8 9 3 . 5 15 10 . 7 7 2 . 0 3 5 16 5 . 12 1. 4 8 0

B. Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o

a) Sof f erenze 187 40 147 676.113 271.888 404.225 41.469 2.794 38.675

b) Incagli 0 0 0 857.979 56.804 801.175 13.804 966 12.838

c) Alt re at t ivit à det eriorat e12 1 11 832.496 150.698 681.798 24.865 781 24.084

d) Alt re esposizioni2.160.439 295 2.160.144 134.163.956 53.584 134.110.372 16.543.666 7.955 16.535.711

Tot a l e B 2 . 16 0 . 6 3 8 3 3 6 2 . 16 0 . 3 0 2 13 6 . 5 3 0 . 5 4 4 5 3 2 . 9 7 4 13 5 . 9 9 7 . 5 7 0 16 . 6 2 3 . 8 0 4 12 . 4 9 6 16 . 6 11. 3 0 8

TOTALE A+B a l 3 0 . 0 6 . 2 0 11 4 . 12 3 . 16 7 2 5 . 3 6 8 4 . 0 9 7 . 7 9 9 4 9 3 . 8 7 8 . 4 3 8 2 2 . 9 9 7 . 2 0 3 4 7 0 . 8 8 1. 2 3 5 19 2 . 5 17 . 3 19 10 . 7 8 4 . 5 3 1 18 1. 7 3 2 . 7 8 8

TOTALE a l 3 1. 12 . 2 0 10 3 . 5 16 . 6 4 5 3 1. 6 8 8 3 . 4 8 4 . 9 5 7 4 8 0 . 3 2 9 . 6 6 8 2 2 . 15 3 . 8 5 7 4 5 8 . 17 5 . 8 11 19 6 . 7 17 . 0 9 1 9 . 9 12 . 8 19 18 6 . 8 0 4 . 2 7 2

Esp osiz ione

net t a

Esposiz ione

lorda

Espo siz ione

net t a

Esp osiz ion

e net t a

T ipo log ia d i

esposiz ione/ A ree

cont ropar t i

R et t if iche

d i valore

R et t if iche

d i valo re

R et t i f iche

d i valoreEsp osiz io ne

lorda

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte)

C onsist enze al: 3 0 .0 6 .2 0 11

Espo siz io ne

lo rda

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

91

Consistenze al: 30.06.2011

A vistaDa oltre 1 giorno

a 7 giorni

Da oltre 7 giorni a

15 giorni

Da oltre 15

giorni a 1 mese

Da oltre 1 mese a

3 mesi

Da oltre 3 mesi

a 6 mesi

Da oltre 6

mesi fino a 1

anno

Da oltre 1 anno

fino a 5 anniOltre 5 anni

Durata

Indeterminata

Attività per cassa 105.007.711 18.851.505 13.701.643 39.816.421 58.885.678 52.281.667 57.987.013 218.723.748 208.005.054 14.640.475

A.1 Titoli di Stato 54.433 64.302 79.369 588.457 4.268.829 7.825.486 9.478.656 34.354.037 15.414.841 152

A.2 Titoli di debito altri 34.376 2.693.328 1.249.077 863.615 4.001.253 3.308.136 7.690.056 32.509.060 29.056.525 558.668

A.3 Quote OICR 874.230 5.473 0 426 0 0 0 176.624 -97.575 3.332.763

A.4 Finanziamenti 104.044.672 16.088.402 12.373.197 38.363.923 50.615.596 41.148.045 40.818.301 151.684.027 163.631.263 10.748.892

- Banche 20.121.021 5.895.030 4.337.919 12.623.265 11.689.451 4.566.031 1.549.391 2.618.416 2.729.987 116.800

- Clientela 83.923.651 10.193.372 8.035.278 25.740.658 38.926.145 36.582.014 39.268.910 149.065.611 160.901.276 10.632.092

Passività per cassa 298.515.330 43.198.913 19.343.425 39.219.180 49.291.719 39.753.123 42.432.859 121.307.953 85.109.200 6.717.508

B.1 Conti correnti e depositi 263.990.143 17.400.933 6.778.520 20.794.130 25.869.114 19.041.357 13.278.830 16.229.696 4.141.006 18.257

- Banche25.039.888 5.386.456 2.576.598 5.755.481 5.033.472 2.295.735 1.195.410 4.546.602 2.293.627 1.286

- Clientela 238.950.255 12.014.477 4.201.922 15.038.649 20.835.642 16.745.622 12.083.420 11.683.094 1.847.379 16.971

B.2 Titoli di debito 1.566.852 1.972.782 3.699.944 5.603.558 12.420.340 11.256.098 20.004.439 84.050.846 56.655.508 810.631

B.3 Altre passività 32.958.335 23.825.198 8.864.961 12.821.492 11.002.265 9.455.668 9.149.590 21.027.411 24.312.686 5.888.620

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe6.681.600 7.877.196 10.549.876 21.500.538 24.169.378 10.323.846 6.013.042 7.878.321 8.048.585 11.134

- Posizioni corte 6.678.691 7.838.127 10.479.140 21.401.846 23.138.508 10.514.986 6.477.972 8.738.907 8.310.835 10.664

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe 56.791.457 3.937.218 3.212.463 6.541.535 14.407.101 13.457.256 7.956.498 20.307.210 8.539.951 107.850

- Posizioni corte 58.575.076 4.114.376 3.354.250 6.814.193 14.601.427 13.767.818 8.085.682 19.961.985 8.595.383 138.286

C.2 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe 11.272.831 6.624.518 0 0 0 0 0 0 0 0

- Posizioni corte 7.176.836 5.445.932 1.063.531 1.999.317 1.848.263 316.482 46.989 0 0 0

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- Posizioni lunghe 10.466.781 5.244.864 113.532 2.047.209 2.571.416 9.016.709 16.972.004 31.792.468 12.020.832 4.004.580

- Posizioni corte 34.343.737 3.587.290 104.293 1.287.098 2.296.683 4.031.684 14.652.457 23.874.989 6.065.536 4.004.580

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 1.229.911 285.985 45.786 87.100 453.086 234.889 429.488 1.610.627 1.279.886 0

Categorie/Scaglioni temporali

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

92

So f f erenz

eIncag li

Espo siz io

ni

r ist rut t ura

t e

Espo siz io

ni scad ut eT o t ale So f f erenze Incagl i

Esp o siz io

ni

r ist rut t ura

t e

Esp o siz io

ni scad ut eT o t ale

A . R et t if iche comp lessive iniz iali 2 16 .553 9 .6 6 9 13 .9 2 1 8 8 2 2 4 1.0 2 5 2 2 .4 4 0 .3 4 1 5.9 4 9 .73 5 1.14 6 .8 4 1 4 3 7.0 8 4 2 9 .9 74 .0 0 1

B . V ariaz io ni in aument o 8 .12 9 18 .12 7 0 8 9 2 6 .3 4 5 4 .3 9 0 .52 9 2 .6 2 3 .4 56 72 8 .4 9 6 6 8 1.3 3 5 8 .4 2 3 .8 16

B.1Rett if iche di valore 8.030 627 0 89 8.746 2.401.560 1.542.012 255.720 247.064 4.446.356

B.2 Trasferimenti da alt re categorie di esposizioni deteriorate 0 0 0 0 0 1.545.821 492.430 172.325 111.788 2.322.364

B.3 Altre variazioni in aumento 99 17.500 0 0 17.599 443.148 589.014 300.451 322.483 1.655.096

C . V ariaz io ni in d iminuzio ne 3 2 .9 73 2 2 .152 2 2 9 8 8 2 56 .2 3 6 3 .0 9 8 .8 9 6 2 .56 3 .53 2 4 0 5.6 0 0 579 .4 9 9 6 .6 4 7.52 7

C.1Riprese di valore da valutazione 0 0 0 0 0 360.222 179.602 43.365 39.156 622.345

C.2 Riprese di valore da incasso 38 0 0 0 38 568.841 261.003 64.908 36.292 931.044

C.3 Cancellazioni 22.712 1.078 118 0 23.908 1.265.680 106.928 54.690 1.792 1.429.090

C.4 Trasferimenti ad alt re categorie di esposizioni deteriorate 0 0 0 0 0 99.304 1.611.603 217.314 394.140 2.322.361

C.5 Alt re variazioni in diminuzione 10.223 21.074 111 882 32.290 804.849 404.396 25.323 108.119 1.342.687

D . R et t if iche comp lessive f inali 19 1.70 9 5.6 4 4 13 .6 9 2 8 9 2 11.13 4 2 3 .73 1.9 74 6 .0 0 9 .6 59 1.4 6 9 .73 7 53 8 .9 2 0 3 1.750 .2 9 0

Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive

C ausal i/ C at eg o rie

Espo siz io ni verso b anche Esp o siz io ni verso cl ient ela

C o nsist enze al 3 0 .0 6 .2 0 11

Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle “Altre esposizioni”, imputate al conto Economico nell’esercizio ammontano a:

- Crediti verso banche (94.942) riprese di valore

- Crediti verso clientela 2.698.419

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93

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 6

95

Tavola 6 - Rischio di credito:informazioni relative ai portafogliassoggettati al metodo standardizzatoe alle esposizioni creditiziespecializzate e in strumenti di capitalenell’ambito dei metodi IRB

Informativa qualitativa

Rischio di credito – metodologia standardizzata

Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit

Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export Credit Agency)

utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse.

Rischio di credito

Portafogli ECA / ECAICaratteristiche

(1)

del rating

Esposizioni versoamministrazioni centrali ebanche centrali

Esposizioni versoorganizzazioniinternazionali

Esposizioni verso banchemultilaterali di sviluppo

Esposizioni verso impreseed altri soggetti

Esposizioni verso organismidi investimento collettivodel risparmio (OICR)

- Fitch Ratings;- Moody's Investor Services;- Standard and Poor's RatingServices

Solicited e Unsolicited

L’elenco riguardante le Cartolarizzazioni è riportato in Tavola 10.

(1)

solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparatiai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicitedrating dalla medesima ECAI;

unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Informativa quantitativa

Esposizione con

attenuazione del

rischio di credito

Esposizione senza

attenuazione del

rischio di credito

Esposizione con

attenuazione del

rischio di credito

Esposizione senza

attenuazione del

rischio di credito

455.163.670 508.750.361 516.312.573 565.739.824

A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche

centrali 98.420.763 99.078.239 93.056.954 94.726.496

A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali 53.360.169 53.438.975 51.832.046 51.927.579

A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del

settore pubblico 10.555.347 10.662.801 12.733.383 12.888.794

A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo 392.408 411.710 367.393 409.358

A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali 306 306 649 649

A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 23.881.646 61.884.520 46.516.184 81.035.995

A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese 127.626.892 135.441.957 164.982.014 172.131.966

A.1.8. Esposizioni al dettaglio 65.689.063 71.375.303 65.697.720 71.197.756

A.1.9. Esposizioni garantite da immobili 29.419.579 29.497.411 32.027.219 32.046.072

A.1.10. Esposizioni scadute 10.777.920 11.442.554 11.202.587 11.434.027

A.1.11. Esposizioni ad alto rischio 1.879.145 1.879.145 1.513.751 1.514.061

A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1.228.318 1.228.318 1.363.374 1.363.374

A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese 561.237 561.237 1.230.954 1.230.954

A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio

(OICR) 6.063.251 6.529.264 6.672.667 6.672.674

A.1.15. Altre esposizioni 25.307.626 25.318.621 27.115.678 27.160.069

CONSISTENZE AL 30.06.2011 CONSISTENZE AL 31.12.2010

Portafoglio regolamentare

DistribuzIone delle esposizioni: metodologia standardizzata

Nella presente tabella le “Garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi” sono state considerate al valore nominale dell’esposizione .

Finanziamenti specializzati

Valore dell' esposizione al 30/06/11

1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default

Durata residua inferiore a 2,5 anni 0 0 117.312 0

Durata residua pari o superiore a 2,5 anni 0 195.100 18.148 64.751 89.459

Totale finanziamenti specializzati al 30.06.2011 0 195.100 135.460 64.751 89.459

Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2010 715 3.643 25.973 4.804 0

Categorie regolamentariDurata residua/Giudizio

Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice

Categorie Ponderazioni

Valore

dell'esposizione al

30.06.11

Valore dell'esposizione al

31.12.2010

Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% 287.249 250.217

Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% 8.788 0

Altri strumenti di capitale 370% 47.141 52.465

Totale strumenti di capitale 343.178 302.682

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 6

97

Metodologia standardizzata delle attività di rischio

Consistenze al 30/06/11 Consistenze al 31/12/10

Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti

Esposizioni verso o garantite da

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 756.153 7.289.304 0 1.765.572 8.602.305 0

- classe di merito creditizio 1 88.334.734 84.065.040

- classe di merito creditizio 2 477.552 608.003

- classe di merito creditizio 3 4.454.123 3.011.161

- classi di merito creditizio 4 e 5 2.792.638 3.088.264

- classe di merito creditizio 6 0 0

Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali 77.731 3.474.331 139.239 84.296 3.417.362 77.584

- classe di merito creditizio 1 47.236.800 44.609.763

- classe di merito creditizio 2 509.697 519.994

- classe di merito creditizio 3 0 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 323.710 274.309

- classe di merito creditizio 6 0 0

Esposizioni verso o garantite da Enti senza

scopo di lucro ed Enti del settore pubblico 108.632 1.889.926 0 182.398 1.595.530 0

- classe di merito creditizio 1 5.444.148 6.861.715

- classe di merito creditizio 2 153.702 203.877

- classe di merito creditizio 3 0 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 1.519.813 1.908.982

- classe di merito creditizio 6 0 0

Esposizioni verso o garantite da Banche

multilaterali di sviluppo 1 1.177 0 1 1.697 0

- classe di merito creditizio 1 375.316 347.683

- classe di merito creditizio 2 0 0

- classe di merito creditizio 3 0 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 0 0

- classe di merito creditizio 6 0 0

Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni

internazionali 306 0 0 0 649 0 0 0

Esposizioni verso o garantite da Intermediari

vigilati 38.615.607 364.858 19 34.726.919 841.406 297.844

- classe di merito creditizio 1 14.115.005 19.358.925

- classe di merito creditizio 2 1.013.569 1.746.095

- classe di merito creditizio 3 0 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 674.068 1.151.310

- classe di merito creditizio 6 3.105 8.798

Esposizioni verso o garantite da Imprese 7.180.185 2.630.110 0 6.569.141 3.790.829 0

- classe di merito creditizio 1 2.766.842 2.953.682

- classe di merito creditizio 2 1.980.144 4.386.341

- classi di merito creditizio 3 e 4 89.958.474 113.820.646

- classi di merito creditizio 5 e 6 353.401 550.556

Esposizioni al dettaglio 41.476.132 5.694.774 317.090 0 39.126.371 3.399.494 275.006 0

Esposizioni garantite da immobili 28.896.801 3.311.410 0 0 31.450.670 2.524.188 0 0

Esposizioni scadute 10.382.032 700.050 12.798 0 10.804.585 185.322 18.706 0

Esposizioni ad alto rischio 1.865.263 1 0 0 1.512.595 1 0 0

Esposizioni sotto forma di obbligazioni

bancarie garantite 1.228.318 1 1.095 0 1.363.373 1 1.090 0

Esposizioni a breve termine verso imprese 73 6.906 0 91 11.520 0

- classe di merito creditizio 1 406.118 416.355

- classe di merito creditizio 2 2 554.905

- classe di merito creditizio 3 143.639 252.455

- classi di merito creditizio da 4 a 6 11.479 7.239

Esposizioni verso Organismi di investimento

collettivo del risparmio (O.I.C.R.) 466.015 0 0 1 0 0

- classe di merito creditizio 1 317.625 729

- classe di merito creditizio 2 3.424 80.032

- classi di merito creditizio 3 e 4 3.646.106 3.445.308

- classi di merito creditizio 5 e 6 1.557.411 2.507.063

Altre esposizioni 25.076.647 2 13.046 0 26.918.652 2 16.345 0

Totale attività di rischio per cassa 340.573.306 9.641.495 14.938.462 1.395 365.896.084 7.953.375 17.532.921 181.278

Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare

fondi 20.634.101 1.202.155 1.062.179 137.863 31.115.977 994.914 1.038.875 194.150

Totale contratti derivati 7.144.719 69.437 0 0 7.170.250 105.516 0 0

Totale operazioni SFT e operazioni con

regolamento a lungo termine 9.021.091 45.997.548 0 0 3.584.579 40.383.622 0 0

Compensazione tra prodotti diversi 124.927 149.234

Totale generale 377.498.144 56.910.635 16.000.641 139.258 407.916.124 49.437.427 18.571.796 375.428

Esposizioni garantitePortafogli

Esposizioni garantiteValore dell'

esposizione

Valore dell'

esposizione

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Tavola 7 – Rischio di credito: informativasui portafogli cui si applicano gli approcciIRB

Informativa qualitativa

Con provvedimento N. 365138 del 28 marzo 2008 Banca d’Italia ha autorizzato il gruppo UniCredit

all’utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui

rischi operativi.

In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo e da alcune controllate

italiane, confluite nel 2010 in UniCredit S.p.A. (UCI) per effetto della operazione societaria “One4C”,

nonché da UniCredit Bank AG (UCB AG) e da UniCredit Bank Austria AG (BA AG). Di recente tali metodi

sono stati estesi anche ad UniCredit Credit Management Bank S.p.A., UniCredit Bank Luxembourg S.A,

UniCredit Banka Slovenija d.d., UniCredit Bulbank AD, UniCredit Bank Czech Republic a.s. e UniCredit

Bank Ireland p.l.c.

L’adozione dei sistemi IRB da parte delle rimanenti società avverrà secondo un piano di estensione

progressiva approvato dal Gruppo e comunicato all’Autorità di Vigilanza.

Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è attualmente autorizzato ad utilizzare le stime

interne dei parametri PD, LGD ed EAD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche,

Multinationazionali e transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle principali

banche del Gruppo (mid-corporate e retail). Relativamente alle imprese clienti delle banche italiane del

Gruppo, sono attualmente in uso i parametri di EAD regolamentare.

In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con

l’indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento.

* Queste banche sono attualmente autorizzate all’utilizzo dell’approccio IRB Foundation e dunque utilizzano solo la stima interna di PD ai finidel calcolo del requisito patrimoniale

Sistema di rating GroupWide Soggetto Giuridico Classe di attività

Stati Sovrani (PD, LGD, EAD)UCI, UCB AG, BA,

UCB CZ*

Amministrazioni centrali

e banche centrali

Banche (PD, LGD, EAD)

UCI, UCB AG, BA,

UCB Lux, UCB Slo*,

UCB IE*, UCB BG*,

UCB CZ*,

Intermediari Vigilati

Multinazionali (PD, LGD, EAD)

UCI, UCB AG, BA,

UCB Lux, UCB Slo*,

UCB BG*, UCB CZ*

Imprese

Global Project Finance (PD, LGD, EAD)UCI, UCB AG, UCB

CZ*Imprese

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AL 30 GIUGNO 2011

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Sistema di rating LocaleSoggetto

GiuridicoClasse di attività

Rating Integrato Corporate RIC (PD, LGD) UCI, UCCMB Imprese

Rating Integrato Small Business RISB (PD, LGD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio

Scoperti di conto e Carte di Credito (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio

Prestiti Personali (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio

Mid Corporate (PD, LGD, EAD)UCB AG,

UCB LuxImprese

Foreign Small and Mediumsized Enterprises (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese

Income Producing Real Estate (IPRE) (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese

Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD)UCB AG,

UCB LuxImprese

Global Shipping (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese

Wind Project Finance (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese

Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD)UCB AG,

UCB Lux

Imprese/Esposizioni al

dettaglio

Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) UCB AGPosizioni verso la

cartolarizzazione

Small Business (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio

Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese

IPRE (PD, LGD, EAD) BA, UCB CZ* Imprese

Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese

Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

Mid-Corporate (PD) UCB Slo* Imprese

Mid-Corporate (PD) UCB CZ* Imprese

Other minor rating systems (Public Sector Entities,

Municipalities, Religious Companies, Leasing) (PD)UCB CZ*

Intermediari Vigilati,

Imprese

Mid-Corporate (PD) UCB BG* Imprese

IPRE (slotting criteria) UCB BG Imprese

Legenda:

UCI UniCredit S.p.A.

UCCMB UniCredit Credit Management Bank S.p.A

UCB AG UniCredit Bank AG

BA UniCredit Bank Austria AG

UCB IE UniCredit Bank Ireland p.l.c.

UCB Lux UniCredit Bank Luxembourg S.A.

UCB Slo UniCredit Banka Slovenija d.d.

UCB BG UniCredit Bulbank AD

UCB CZ UniCredit Bank Czech Republic a.s.

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Nel corso del 2010 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno

portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere

l’autorizzazione per l’adozione dell’approccio “foundation” nella controllata UniCredit Bank Hungary, con

riferimento ai seguenti sistemi di rating:

Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)UniCredit Bank

HungaryMid Corporate (PD)

Imprese

Tali sistemi non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli

obblighi di Primo Pilastro. Le attività di verifica necessarie alle autorità di vigilanza per la convalida di tali

approcci sono in corso e il rilascio dell’autorizzazione è previsto nel corso del 2011.

Inoltre, in linea con la versione del piano di estensione progressiva dei sistemi IRB (Roll Out Plan),

presentata a Banca d’Italia a maggio 2011, il Gruppo ha fatto istanza per ottenere l’autorizzazione

dell’approccio Foundation Internal Rating Based (F-IRB) per la controllata rumena UniCredit Tiriac Bank

S.A. a giugno 2011, relativamente ai seguenti sistemi di rating:

Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività

GW Stati Sovrani (PD)

Amministrazioni

centrali

e banche centrali

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)

Mid Corporate (PD)

UniCredit Tiriac

Bank S.A.

Income Producing Real Estate (PD)

Imprese

Si prevede di ottenere tale autorizzazione dagli Organi di Vigilanza entro l’inizio del 2012.

Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei

processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti:

i processi creditizi, nelle diverse fasi:

- concessione/riesame. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento

fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della

controparte/transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione/riesame

delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile

nell’ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella

valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta, di

norma, un fattore fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire

l’Organo competente per la delibera.

- monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a

reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità

creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente

all’effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della

creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale

dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti

del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di

monitoraggio consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva

fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione

della LGD.

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- recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni

classificate a default, condotta a livello di cliente/transazione e finalizzata al calcolo

simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa

sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene

selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD è anche la base per

determinare il prezzo da assegnare ai crediti non-performing da trasferire ad UniCredit

Credit Management Bank

- le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la

metodologia delle perdite “sostenute” ma non “riportate” (“Incurred but not reported

losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita attesa mediante il parametro Loss

Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti

classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di

rischio dell’esposizione e della LGD.

- la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per

quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In

particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con

riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale

(sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli

volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e del conto economico

rettificato a fini di pianificazione strategica.

- la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver

rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per

la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di

stato patrimoniale.

- la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello

consolidato/divisionale/regionale e per singola Entità, che mostrano l’andamento del

portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default,

Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i

sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del

pricing e degli MBO da assegnare ai gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con

EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate.

Inoltre, lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha

comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo

che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività

richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi.

Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla

capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le

prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante:

valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante

e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio;

valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi

di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking;

accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione;

analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture

informatiche connesse con i sistemi di rating.

Il processo di convalida istituito nell’ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra

validazione iniziale e nel tempo (ongoing).

La validazione iniziale ha l’obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in

relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti

metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance

interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti.

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La validazione ongoing ha invece l’obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del

sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e

regolamentari.

In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti

sistemi Group-wide e per quelli Locali.

Per i sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata allaCapogruppo. Per quanto riguarda i sistemi di rating locali, a seguito della riorganizzazione nominataOne4C, la responsabilità compete alla funzione centrale, e alle singole Entità per tutti i rimanenti sistemi.In quest’ultimo caso alla Capogruppo è comunque assegnato il compito di monitorare sia in fase inizialeche nel tempo l’adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed ilcorretto funzionamento del sistema di rating, fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall’attività dibenchmarking, interno ed esterno, e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla basedell’attività di rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) suisistemi di rating locali sia in fase iniziale, preventivamente all’approvazione da parte degli organicompetenti, sia a seguito delle attività on-going.

Il dipartimento responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili

dello sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e

l’esito della convalida.

Tale dipartimento ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una

convergenza verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti,

garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante

l’introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L’utilizzo dei

trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a

diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati.

Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei

modelli, con l’identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi

risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative:

nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del

modello, l’inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di

sviluppo;

nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al

modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori.

E’ stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in

funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio sia dei risultati

ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nello

svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore.

Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono invece disegno del

modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e

governo societario (governance).

I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di

archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità

di tutte le analisi effettuate.

Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti

dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 “Studies on the validation of Internal Rating Systems”, le

statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso

è conforme ai requisiti IT di Banca d'Italia e si integra perfettamente con l’ambiente di laboratorio. Questo

tool si sta progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo.

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I risultati dell’attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente

(metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell’ambito di una

relazione, il cui obiettivo è portare all’attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado

di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli

stessi.

Obiettivo invece dell’attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità delcomplessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare:

la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating; l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating.

In tale contesto la funzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IA), allo scopo di supportare le Entitàsulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l’evoluzione dellemetodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato losviluppo di una metodologia comune per l’effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo ilmantenimento ed il miglioramento.

Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni dicontrollo del rischio ed il rispetto dei requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo diconvalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che lafunzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello.

In continuità con la propria mission UC IA effettua attività di audit direttamente su UniCredit S.p.A. e, ovenecessario, anche presso le Entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di InternalAudit.

In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovanoadeguato spazio nella pianificazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (processo di auditplanning). Tali attività sono promosse da UC IA che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli dellefunzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IA provvede quindi al monitoraggio sull’effettuazionedi tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in caso discostamenti.

Inoltre UC IA redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta unavalutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tral’altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate eraccomandando alcuni interventi migliorativi.

Infine, UC IA informa periodicamente il Collegio Sindacale, l’Internal Control & Risks Committee e ilConsiglio di Amministrazione della Caporuppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati.

Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate“relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea II – Rischio diCredito”, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni dicontrollo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all’Autorità diVigilanza, nei primi mesi del 2011, la sussistenza dei requisiti previsti per l’utilizzo dei sistemi IRB delgruppo UniCredit.

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Modelli Groupwide

Il modello di Rating per gli Stati Sovrani

L’approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello “shadow rating”, tramite il

quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori

macroeconomici e qualitativi.

Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi:

sample selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione;

analisi univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo;

analisi multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise

supportate dall’esperienza degli analisti;

combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi;

calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive;

test del modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso.

Sono stati disegnati due modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati.

Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi

di interesse, il peso del sistema bancario, il PIL pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo

qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche,

condizioni economiche.

Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul

Prodotto Interno Lordo (PIL), il livello dell’indebitamento sull’estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il

livello degli investimenti diretti esteri sul PIL, il costo del servizio del debito rispetto all’export, il tasso di

inflazione e il PIL pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema

finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni

economiche ed al servizio del debito.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le

caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei

due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di

performance e stabilità.

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Il modello di LGD per gli Stati Sovrani

Il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da un ampio set di

variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente

(LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per

le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni

unsecured.

Le variabili esplicative selezionate sono: peso del PIL sul totale mondiale; peso del debito estero sulle

esportazioni; indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI; volatilità dell’export; tasso di inflazione

medio nel G7; timing del default (periodo precedente il default).

L’unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza

nella definizione di default, segmentazione e override, l’utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le

stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti

conservativi per le fasi negative del ciclo economico.

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio

stimati internamente.

Il modello di Rating per le Banche

L’approccio usato per la stima del rating Banche, definito come “shadow rating”, tenta di replicare la

capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi.

Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno

per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per

i due segmenti.

Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per

considerare i seguenti aspetti:

fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali;

supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per

tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia

di categoria;

rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere

valuta estera per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta

locale.

Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori:

redditività, profilo di rischio, dimensione e funding.

Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività,

profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding.

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107

Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni

verso controparti Securities Industry1, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per

l’assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie che era precedentemente

solo parzialmente coperto dall’approccio IRB. L’approccio utilizzato è abbastanza simile a quello già

adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del gruppo economico

d’appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come modulo indipendente

attraverso l’elaborazione di risposte qualitative.

Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare

il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell’introduzione del suddetto modello specifico per le

controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il

modello, incorporando l’esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze

individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla

versione precedente del modello, vi è l’affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating

esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la

stima statistica, all’interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di

supporto – governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund – sono ora

trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione

maggiore trova in effetti applicazione).

Nel corso del primo trimestre 2010 anche il sotto-modello per le Securities Industry è stato ricalibrato per

tener conto della avvenuta revisione del modello di rating per le Banche.

L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l’estensione alle

controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il

resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di

disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma

anche a livello di singole componenti e fattori.

Il modello LGD per le banche

Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior

unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche.

L’applicazione di metodologie avanzate a esposizioni in default o di tipo junior è stata implementata nel

2009.

Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un’analisi dei bilanci, simulando il ricavato in

ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori

eventualmente con più elevato grado di priorità.

Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut

per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le

differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita.

Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal

contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che

considerino il rischio legale.

Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a unavalutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice siassumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore,agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare ilrischio di deprezzamento.

1 Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e WealthManagement e comprende sia società SI “pure”, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche “ibride”, cioè dedite in ugual misura adattività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvoalcune eccezioni coperte dal sistema Banche.

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Nel corso del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating IRB, è stata

rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia

quelle d’affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto

metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni

differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l’ambito di applicazione del modello,

componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono

stati esaminati. Inoltre, particolare attenzione nell’analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa)

degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario.

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per le Banche e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio

stimati internamente.

Il modello di Rating per le imprese Multinational

Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi

operativi, da bilancio consolidato, maggiori di 500 milioni di euro per almeno 2 anni consecutivi.

Seguendo la metodologia dello “shadow rating”, il modello è composto da una componente quantitativa

ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali

rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo

modulo è una probabilità di default.

Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del

management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc.

Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di “notches” che va a modificare il rating

quantitativo. La variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti. Il risultato

dei due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette

l’appartenenza della società ad un gruppo.

La selezione multivariata ha portato all’inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente

trasformate: cash flow ordinario sul valore della produzione; utili prima delle imposte sul valore della

produzione; EBITDA sulle spese per interessi; “adjusted net worth” su capital employed; valore della

produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da

Standard & Poor’s.

Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates

(ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra

euro 250 milioni ed euro 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l’elevato

grado di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita

per il segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La

necessità di un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian

Large Corporate (ILC) è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea II per

l’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dalla volontà di migliorare il pieno e puntuale controllo dei parametri

di misurazione del rischio di credito.

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109

Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating

Multinational (MNC) è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo

interno e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due

anni di applicazione del modello. Un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima

(incorporando, come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata

mediante una scorecard statistica (e non più secondo un approccio “notching up/down”). La definizione

del segmento è stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di leasing e

factoring dall’ambito di applicazione del modello MNC, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici

modelli ancora da sviluppare.

L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le linee guida di

validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di

performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti

e fattori.

Il modello di LGD per le imprese Multinational

Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese “speculative grade”.Partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per leaziende multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modellobasato sull’approccio “shadow rating”, integrato dall’apporto del giudizio degli esperti.

La costruzione del modello consiste di diverse fasi:1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente

rappresentano le intercette di un modello regressivo);2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti;3. eliminazione degli outliers;4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) –

Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi;5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante;6. regressione multivariata, verifica degli impatti;7. calibrazione e aggiustamento downturn;8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte.

Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario ecome tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione deldebito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa delportafoglio del gruppo UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla basedei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania). Questo parametropermette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD.

Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa alsegmento Italian Large Corporates nel corso del 2008.

Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è statarilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti aposizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi. Quest’ultimo aspetto – innovativorispetto alla precedente versione – è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrrestime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance econservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti inletteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating).

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase disviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla correttaimplementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull’utilizzo a fini gestionali deiparametri di rischio stimati internamente.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles (CTFV)

Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l’ambito di applicazione del sistema di rating Banche eMultinational anche a quelle società controllate che esercitino un’attività di corporate treasury (ad es.cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (peremissioni di titoli a medio termine – MTN – titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito siainfluenzato dal supporto della controllante/gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ades. un accordo di supporto dalla controllante).

Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cuiappartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributie delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di “notches” rispetto ai valori di PD e LGDdella capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere ilmodello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide.

Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti)dall’unità di validazione hanno dato risultati positivi.

Il modello di rating per il Global Project Finance

Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un

questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento

che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5

aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto; rischio di esecuzione o completamento;

rischio operativo; rischi esogeni (es. macroeconomici); rischio legato ai cash flows.

Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell’origination. La specificità del

project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono

affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall’utilizzo di fenomeni di mitigazione

del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link.

La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri:

il progetto è sviluppato da un’entità giuridica separata dallo sponsor;

vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di

tempo tale separazione può venir meno;

la decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto;

la struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto;

c’é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento;

assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori;

dipartimenti specializzati di UCB AG e BA sono esclusivamente coinvolti;

il volume del progetto è superiore ad euro 20 milioni;

progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max euro 30 milioni) con garanzia di

assicurazioni sull’export esplicitamente escluse dal portafoglio.

La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i

livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating

assegnato si assegna un unico valore di PD.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato,

di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e

override, la conservatività delle stime ed effettuato un’analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di

rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato

presso le Entità: UniCredit S.p.A., UCB AG, BA.

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Seguendo le indicazioni delle funzioni di controllo interno e dell’Organo di Vigilanza, nel 2010 sono state

avviate le attività di revisione del modello di rating per il Global Project Finance al fine di ridurre

l’incidenza degli elementi di giudizio esperto sul rating finale e di aumentare il potere predittivo di tutto il

sistema. Più in dettaglio, le attività prevedono l’ottimizzazione statistica dei pesi dei singoli fattori,

attualmente definiti su base esperta, la limitazione alla sola pratica dell’override delle attuali possibilità di

intervento manuale sul rating, una più dettagliata descrizione dei fattori di rischio al fine di rafforzare

l'obiettività della valutazione oltre all’incorporazione del rischio paese secondo l’approccio di Gruppo. Il

risultato finale è stato infine calibrato alla media di lungo periodo dei tassi di default osservati.Le suddette modifiche saranno rese operative entro la fine del 2011.

La competente funzione di validazione ha effettuato una specifica analisi con riferimento ai cambiamentisopra descritti durante il primo trimestre del 2011, giungendo ad una valutazione positiva sia dal punto divista qualitativo che quantitativo. Anche gli aspetti relativi ai processi, qualità dei dati e procedure IT delsistema di rating GPF modificato sono stati oggetto di validazione interna.

Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF)

In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto.

Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero

scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi.

Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per

quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero

nell’ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in

combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse.

Utilizzando i dati di Standard & Poor’s a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn,

prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, dal

quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn.

Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo

interno, ripresi anche dall’Autorità di Vigilanza nell’ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di

avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni

interventi finalizzati a risolvere le criticità del modello rilevate durante le attività di validazione interna ed a

riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo.

La versione attuale del modello LGD, si basa sulla metodologia “distressed assets” sviluppata da S&P

che esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella “regione” in cui il default è

avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra

debito e valore degli asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e

alle pratiche gestionali del gruppo UniCredit, attraverso l’adozione di alcuni adattamenti che riguadano il

metodo di calcolo del valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e

l’introduzione di opportune “volatility scorecard” basate su specifici questionari e calibrate per settore. La

nuova versione del modello LGD è stata rilasciata nel seconda metà del 2009.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Alla luce dei recenti risultati di back-testing, il Gruppo ha deciso di avviare, in parallelo con la revisione delmodello di stima della PD, le attività di perfezionamento del modello LGD al fine di migliorarne leperformance. Gli interventi riguardano, in primo luogo, l’introduzione di un secondo scenario “eventoestremo”, la cui probabilità è individuata sulla base delle risposte ad uno specifico questionarioqualitativo: la LGD è ottenuta, con questo nuovo approccio, attraverso la media ponderata della LGD“distressed asset” calcolata nello scenario standard e nel nuovo. Una seconda modifica importanteriguarda la determinazione esplicita del valore degli asset, sostituita dalla stima diretta del rapporto tradebito e il valore (massimo) dei “distressed assets” (Debt to Maximum Distressed Assets - DMDA), stimaeffettuata sulla base di un altro questionario qualitativo. Questa scelta ha come effetto la rimozione della“volatility scorecard” sul valore degli asset, contribuendo così alla stabilizzazione della stima finale. Si èrivista la modalità di introduzione degli add-on previsti per tener conto delle fasi negative del cicloeconomico (downturn add-on) e dei costi di recupero. La struttura del modello è stata aggiornatapermettendo il calcolo LGD sia per le posizioni senior che per quelle subordinate. Tali cambiamentisaranno implementati entro il 2011.

In questo contesto l’unità di validazione, oltre a svolgere le consuete attività di monitoraggio del

funzionamento del modello attualmente in uso, si è concentrata sulla valutazione del disegno del nuovo

modello esprimendo un giudizio complessivamente positivo.

Miglioramento delle stime di LGD per prodotti specifici nei segmenti Group Wide

Nella prima metà del 2011, il framework LGD per i clienti Group-wide è stato migliorato in modo da

riflettere in modo corretto il profilo di rischio più basso di alcuni specifici prodotti (o transazioni), in

particolare con riferimento ai covered bonds ed ai prodotti a mitigazione del country-induced risk. Per i

covered bonds due diversi valori di LGD sono stati definiti su base esperta in base, in primo luogo, al

paese di residenza della controparte e, in secondo luogo, alla conferma da parte dell’analista creditizio

responsabile che l’emissione di covered bonds di uno specifico emittente sia in linea con gli standard del

mercato locale. Per i prodotti a mitigazione del country-induced risk, la LGD di controparte sarà ridotta in

base al contributo del country-induced risk sulla PD totale di controparte, attraverso l’applicazione alla

LGD unsecured di un fattore di recupero della specifica transazione (Transaction Specific Recovery

factor). Sono state individuate due tipologie di prodotti a cui applicare la riduzione della LGD: le

transazioni in cui il pagamento è garantito dalla vendita di beni ad una terza parte con residenza in un

paese considerato a basso rischio e finanziamenti commerciali a breve termine tra banche. Tali

cambiamenti saranno implementati entro la fine del 2011.

Una specifica attività di validazione effettuata sul nuovo framework per la LGD ha dato come risultato un

sostanziale accordo sia sulla metodologia nel suo complesso che sul trattamento privilegiato riservato alle

transazioni oggetto di mitigazione.

Il modello di EAD per i segmenti Group Wide

La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di

Basilea II riferiti all’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad

ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo.

Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo

luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l’esposizione corrente di bilancio continuerà ad

esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di

credito accordata, e in terzo luogo, l’eventualità di uno scoperto oltre l’attuale linea di credito è

considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti

rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una

garanzia in caso di default.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Al fine di rendere coerente il campione dei default d’impresa con l’ambito di applicazione del modello,

esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore ad

euro 500.000.

L’attività di validazione ongoing svolta nel corso del 2010 ha verificato il disegno del modello ed in

particolare la ragionevolezza delle assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le

stime del modello sono state confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente, utilizzando un

dataset out-of-sample costruito con default osservati in fase di downturn (2008-2009) dalle principali

Legal Entities. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato sono stati oggetto di convalida interna.

Modelli locali, perimetro Italia

In questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani che hanno già ricevuto

l’autorizzazione per l’utilizzo dell’approccio AIRB.

Il modello di rating del segmento Corporate Italia

Il modello Rating Integrato Corporate (RIC) fornisce il rating delle controparti imprese di UniCredit S.p.A.

aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) da 5 a 250 milioni di euro,

secondo la nuova segmentazione, operativa da novembre 2010, decisa nell’ambito del progetto di fusione

societaria One4C, anche a seguito di una specifica attività di confronto delle performance delle diverse

modellistiche disponibili sui segmenti imprese in Italia.

Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, il modello RIC nella sua prima

versione prevedeva l’integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio

generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si integrava con informazioni di carattere qualitativo

provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo livello, lo score precedente si integrava

con informazioni di carattere geo-settoriale-dimensionale; successivamente informazioni di natura

comportamentale-andamentale (sia interne che di sistema) si fondevano con il risultato del secondo

livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate secondo due diversi pesi sulla base del

punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio

di applicazione si erano individuate 9 classi di rating.

Le funzioni di convalida competenti avevano verificato, in sede di Initial Validation del modello, il disegno

e la tenuta, in termini di performance e stabilità, sia dei diversi moduli sia del modello complessivo anche

per sotto-portafogli rilevanti, analizzando anche la calibrazione, le regole di override e la copertura del

modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca.

Nel corso del 2008 erano inoltre stati apportati e validati i seguenti miglioramenti al modello, in

produzione da marzo 2009:

ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione,

attraverso la revisione dei relativi pesi e l’eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più

significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva

del modulo;

ridefinizione dei pesi dell’integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score

d’impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d’integrazione, fonte di discontinuità

nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole

differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia.

Inoltre era stato utilizzato un campione di sviluppo maggiormente rappresentativo del portafoglio di

applicazione, incorporando anche la definizione di default Basilea II al netto dei Past Due tecnici, ed era

stata attestata l’adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all’intero

portafoglio, comprensivo dei clienti di provenienza ex-Capitalia.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Nel corso del 2010 si è proceduto alla ricalibrazione del modello per tener conto dell’estensione della

serie storica dei default e delle implicazioni derivanti dalle modifiche del portafoglio di applicazione

conseguenti al completamento del progetto di fusione One4C. Nella prima metà del 2011 è stata

effettuata una nuova ricalibrazione basata sui dati di default più recenti, anche sulla base delle

raccomandazioni delle funzioni di controllo interno e dall’Organo di Vigilanza. Nel secondo semestre 2011

verranno anche implementate le modifiche significative apportate al sistema di rating volte a superare,

mediante il risviluppo interno dei moduli finanziario, qualitativo ed andamentale Centrale dei Rischi, la

maggior parte dei rilievi evidenziati dalle funzioni di convalida e revisione interna nonché dall’Organo di

Vigilanza.

Nel corso degli ultimi mesi, le attività di convalida, oltre al monitoraggio del modello attualmente in uso, si

sono concentrate sulla verifica degli interventi di revisione del modello tuttora in corso, in termini di

adeguatezza e rispondenza ai requisiti regolamentari ed agli standard di Gruppo.

Il modello di rating del segmento Small Business Italia

Il modello Rating Integrato Small Business (RISB) fornisce il rating delle controparti imprese di UniCredit

S.p.A. aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 5 milioni di euro,

secondo la nuova segmentazione derivante dal progetto di fusione One4C, verificata dalla competente

funzione di convalida interna per quanto concerne la scelta e l’applicazione dei modelli di rating.

Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l’aggregazione delle diverse fonti informative, sia

interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi

Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già

esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l’anzianità

dell’azienda sul mercato. I moduli sviluppati sono i seguenti:

modulo anagrafico;

modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA);

modulo finanziario;

moduli Credit Bureau (Experian e Crif);

modulo qualitativo;

modulo andamentale interno.

Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi

multivariate, specificazione del modello e validazione.

Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del

Weight of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato

(omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili. Identificati i regressori

significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le variabili utilizzate nel

modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica. Lo score omogeneizzato di ciascun

modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating della controparte in base al peso

relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità legate all’anzianità del rapporto

del cliente con la banca, distinguendo tra “già cliente” e “nuovo cliente”, ed alla tipologia di cliente Small

Business considerato.

Il modello era stato calibrato nel corso del 2009 anche per tenere in considerazione l’ integrazione dei

portafogli creditizi ex Capitalia. Nel corso del 2010, la calibrazione delle stime è stata effettuata anche al

fine di considerare l’ampliamento del perimetro di applicazione del modello RISB fino a 5 milioni di euro di

fatturato, in conseguenza della costituzione della Banca Unica a partire da novembre 2010. L’ultima

calibrazione del 2011 è stata effettuata considerando i dati di default più recenti.

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Nel 2011 la funzione di validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta, in termini di

performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti, del modello nel suo complesso e dei diversi

moduli che lo compongono. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta alla valutazione della nuova

calibrazione, che ha nel complesso apportato un miglioramento in termini di allineamento tra PD e tassi di

default osservati grazie all’introduzione dei dati più recenti nel tasso target. Oltre alla metodologia,

l’attività di validazione ha anche riguardato aspetti di IT & Data Quality e di processo. Con riferimento a

questi ultimi la convalida effettuata nella prima parte del 2011 ha confermato l’adeguatezza dei processi

RISB anche a fronte del progetto One4C e della relativa estensione del perimetro alle imprese con

fatturato fino a 5 milioni di euro precedentemente di competenza UCCB.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari

Il Portafoglio di applicazione del modello di Rating RIP (Rating Integrato Privati), che si basa su un

approccio per pool, è costituito dall’insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in UniCredit

S.p.A., destinati all’acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela

privati e all’acquisto di immobili per finalità legate all’attività economica svolta da parte delle Persone

Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici.

Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del

singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l’assegnazione di

una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte,

benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l’individuazione dei pool.

Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del

modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte. La prima consiste nell’individuazione dei pool relativi al

portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell’individuazione dei pool relativi al portafoglio in essere.

Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull’intero portafoglio. In seguito a tale processo

si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le “foglie” finali corrispondono ai pool

individuati. La PD associata a ciascun pool è stata stimata usando il tasso di default osservato per le

espozioni attribuite. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating, utilizzando la

cluster analysis.

Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima

erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di

durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l’attribuzione

dell’operazione al pool corrispondente secondo l’albero definito per il portafoglio in essere. All’aumentare

dell’anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali.

Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio

proveniente dalla ex UniCredit Banca, UniCredit Banca per la Casa e Abbey National, il modello di rating

presentava fin dalle origini alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito

mediante il canale ex-Abbey National.

Nell’analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa erano dunque stati definiti quattro alberi di

segmentazione la cui variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi

dall’erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza.

In particolare:

albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell’attribuzione

della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi (inizialmente distinto per

ex Banca per la Casa ed ex UniCredit Banca);

albero per il portafoglio “in essere” ex-ANBI da adottare per i mutui del perimetro ex-ANBI con

anzianità superiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere“ ex-Adalya-Kiron (ex Banca per la Casa) realizzato per la

stima della PD dei mutui ex-Adalya con anzianità superiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere“ ex-UniCredit realizzato per la stima della PD dei mutui ex-

UniCredit con anzianità superiore a 6 mesi.

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AL 30 GIUGNO 2011

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Elemento comune alle quattro segmentazioni è l’assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche

che manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese.

Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche derivate dall’utilizzo di una definizione di

default più aderente alla normativa di vigilanza (sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate, incaglio o

sofferenza) dalla necessità di uniformare le griglie di score di erogazione tra ex UniCredit Banca per la

Casa e ex UniCredit Banca e dall’ampliamento delle finestre temporali con conseguente calibrazione e

ridefinizione delle classi di rating.

Nello stesso periodo aveva anche avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica, mediante modello

statistico basato su funzione logistica, per l’erogazione di mutui ipotecari alla clientela “Immigrants”,

segmento costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato

all’estero e abbia cittadinanza diversa da quella italiana, nonché l’estensione dei metodi IRB avanzati ai

mutui ipotecari residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-Capitalia, mediante

lo sviluppo di un modello PD andamentale “ad hoc” creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi

portafogli.

Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è

provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei

dipendenti del gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di

rating RIP Mutui Ipotecari.

Nel corso del 2010 sono state intraprese attività specifiche volte ad una significativa revisione del modello

RIP Mutui Ipotecari, finalizzata all’introduzione di un approccio più prudenziale per l’identificazione dei

default, anche in funzione delle raccomandazioni suggerite dalle funzioni di controllo interno e dall’Organo

di Vigilanza, nonché ad un maggiore allineamento con i nuovi processi creditizi e la struttura

organizzativa derivata dalla fusione societaria, completata a novembre 2010. Tale intervento consentirà,

mediante il risviluppo dei moduli di erogazione e andamentale, di incrementare la rappresentatività e la

performance delle stime di PD, oltre a risolvere i rilievi identificati dalle funzioni di controllo.

La funzione di validazione aveva verificato nel 2007, in fase di Initial Validation, il disegno del modello e

del sottostante score di erogazione, la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel

tempo. Inoltre, particolare attenzione era stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati dall’anzianità

del mutuo e dal canale di provenienza, nonchè alla copertura del portafoglio per rapporti ed esposizioni

ed alla calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio. Negli anni seguenti la funzione di

validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta del modello RIP Mutui Ipotecari in termini

di performance e calibrazione, valutando di volta in volta nello specifico i diversi interventi effettuati e

descritti in precedenza (i.e. introduzione della griglia di erogazione immigrati, del modello andamentale ex

capitalia e del modello per i mutui erogati ai dipendenti UniCredit).

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo

Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul

merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti,

crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall’integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le

informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di

Centrale Rischi di Banca d’Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L’aggregazione dei moduli è stata effettuata

in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata: i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi); i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-Base Attiva) che richiedono un

affidamento; i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati); i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati); i dipendenti del gruppo UniCredit (c.d.Dipendenti).

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117

L’aggregazione dei moduli determina la stima di uno score di erogazione, applicato per la valutazione del

merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di

monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di

seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello:

Le variabili ai fini dell’inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state

selezionate in base all’incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all’analisi dei cluster.

A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il

livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L’integrazione dei moduli applicabili ai

diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence

(WoE) degli score stimati dai moduli.

Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario – acquisite in fase di erogazione ed

aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento – perdono

progressivamente peso all’interno del modello. Diversamente, le variabili di carattere andamentale

potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e discriminanti nel corso

del monitoraggio.

Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF

sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con cadenza mensile.

Modello Nuovi Clienti

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modello Richiedenti ex -Base Attiva

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modulo AndamentaleBase Attiva

Modello Clienti EsistentiEsposti, ma non Affidati

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Modello Clienti operantisu Base Attiva

Modulo AndamentaleBase Attiva

Modello Dipendenti delGruppo

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Modello Clienti Esistenti eAffidati

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Fas

edi

erog

azio

neF

ase

dim

onito

ragg

io

Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione

Moduli/modelli sviluppati su campioni stock

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

118

La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex UniCredit Banca, è

stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex UniCredit ed ex

Capitalia). La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente

concentrata sulle classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una

classe di rating inferiore o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In

generale, tutte le classi di rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni

significative in singole classi.

La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale

mentre quella utilizzata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea II che considera bad le

controparti classificate in “sofferenza”, “incaglio” o “past due” a 180 giorni. Su tale aspetto nel corso degli

ultimi mesi, anche in funzione delle raccomandazioni ricevute dall’Organo di Vigilanza, sono state avviate

attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della definizione di default ed alla

conseguente calibrazione del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD). I confronti con l’Organo di

Vigilanza hanno portato comunque a confermare l’attuale definizione di default, che si è dimostrata

essere adeguata e rispondente alla normativa regolamentare.

La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue

performance in termini di “rank ordering” e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre,

particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali

Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in

ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di

applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business,

rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti:1. erogazione canale banca portafoglio strategico2 ;2. erogazione canale banca portafoglio non strategico3 ;3. erogazione canale non banca4 ;4. andamentale.

Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l’utilizzo delle principali fonti informative

senza introdurre un’ eccessiva complessità nel modello.

Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l’obiettivo di assegnare una probabilità di default ad

ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata

è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio

2007.

Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione

logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali

interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così

definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive

rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated (per cui non sono utilizzati modelli di score

in fase di concessione), per le pratiche erogate a fronte dell’evidenza di una policy di rifiuto, e per le

pratiche in default.

2 Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dalcodice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia,Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Unitid’America, Canada, Australia, Nuova Zelanda3 Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico.4 Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB.

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La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un

periodo di performance di 18 mesi e dall’identificazione del default in base alla presenza di uno stato di

sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 55. Successivamente si è

provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo

conto dell’erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio 2008. Anche per i Prestiti

Personali, come già evidenziato per gli altri segmenti di esposizioni al dettaglio in Italia, nel corso degli

ultimi mesi sono state avviate le attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della

definizione di default, concordata nel mese di aprile con Banca d’Italia, ed alla conseguente calibrazione

del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD).

La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue

performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità, effettuando nel corso del primo trimestre

del 2010 anche specifiche analisi per la verifica della possibilità di adottare le stime anche per il

portafoglio di provenienza ex Capitalia.

LGD per i portafogli locali Italia

I modelli di LGD in uso in UniCredit S.p.A., che ha inglobato da novembre 2010 i portafogli

precedentemente in capo a UCCB, RNI e UCFIN, sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo

workout. In particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi

rapporti osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene

alla stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past

due), adottando stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed incagli e medie storiche per la

variazione dell’esposizione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e non rateali). Tale criterio a

blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il

calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi

legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto

forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di

default (nella terminologia UniCredit questi ultimi vengono definiti Danger Rates). Mentre per i portafogli

Corporate e Small Business e per i prodotti mutui ipotecari e conti correnti/carte a saldo tali parametri

vengono definiti su base empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l’approccio di

stima adottato per il prodotto Prestiti Personali si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of

Evidence) associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application.

I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l’impiego sia di variabili di tipo anagrafico

che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura

delle esposizioni. A tal proposito, UniCredit SpA ha deciso di incorporare l’effetto delle diverse tipologie di

garanzie nella LGD, ad eccezione, per i portafogli Imprese, delle fideiussioni rilasciate da istituti bancari o

stati sovrani, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera

dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita,

ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove

significativo, del loro valore.

Per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi),

si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla

fase di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto

riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento,

differenziando esposizioni rateali e non rateali.

5 La controparte è considerata “good” in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

120

Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani (ad

esclusione di Prestiti Personali e Conti Correnti/Carte a Saldo, i cui modelli sono stati autorizzati nel

2010). Il primo intervento aveva riguardato l’ inserimento della variabile tasso risk free all’interno dei

modelli in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo, si era sviluppato un nuovo

approccio per la stima della LGD Downturn che prevedeva il calcolo dell’effetto downturn come

aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione

che interpolava la LGD stimata e una nuova variabile che identificava il passaggio o meno della

sofferenza per la fase recessiva. Il terzo intervento era costituito dalla revisione dell’effetto dell’azione

revocatoria fallimentare, mentre il quarto riguardava la correzione delle stime di LGD per le esposizioni

già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali.

Tutti i modelli erano inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con

riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si era

provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi “Lazio e

Umbria” e “Marche e Toscana” e creando la classe “Centro”, al fine di migliorare l’interpretabilità

economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati in Italia.

Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali erano stati aggiornati a seguito dell’ampliamento

dei campioni di sviluppo che aveva condotto all’esclusione di tutti i rapporti con ingresso nello stato di

default prima del 1997. Tale scelta era stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza

tra i processi sottostanti i recuperi osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali.

Su raccomandazione delle funzione di controllo interno era stata rivista anche la metodologia di

determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della LGD osservata, con l’utilizzo del tasso

risk free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull’asset

correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale. Inoltre, erano state ridefinite le aree geografiche

per il modello relativo al segmento Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per

esigenze di maggiore aderenza del modello ai portafogli ex-Capitalia nonchè di uniformità con i modelli

per i segmenti Corporate e Mutui Ipotecari. Tali modifiche avevano comportato la variazione dei pesi delle

variabili predittive dei modelli, senza cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse.

Il 2009 si è anche caratterizzato per l’introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti

Correnti/Carte a Saldo e i Prestiti Personali. Per quanto riguarda i due nuovi modelli LGD per le

esposizioni al dettaglio, la loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un

approccio di tipo workout e sono strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e

precontenzioso (incagli e past-due a 180 giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima

di due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che,

dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle

probabilità di transizione tra i diversi stati di default.

Nel corso del 2010 la componente danger rate per il portafoglio Imprese è stata aggiornata al fine sia di

includere nelle stime la maggiore rischiosità dei dati più recenti sia di allineare i perimetri di sviluppo alla

nuova segmentazione in ottica One4C. Inoltre, per quanto concerne i Mutui Ipotecari a privati, la revisione

dei danger rate ha incorporato la definizione di default recentemente concordata con Banca d’Italia. Il

perimetro di stima, precedentemente limitato ai mutui provenienti da ex-Banca per la Casa, è stato

peraltro esteso a tutti i rapporti delle ex-Entità della Divisione Retail.

Infine, l’intervento effettuato più di recente in sede di sviluppo (giugno 2011) è stato l’introduzione della

nuova calibrazione della componente danger rate comprensiva dei default 2010 sul portafoglio Imprese.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

121

Con riferimento ai modelli LGD oggetto della richiesta di autorizzazone iniziale, la funzione di validazione,

nel corso del 2007 ha esaminato la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo

economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli

attivi in default e ha effettuato test volti alla verifica dell’accuratezza e della calibrazione dei modelli, negli

anni successivi.

Successivamente, a partire dal 2008, le analisi sono state focalizzate sulla validazione iniziale dei nuovi

modelli di LGD (Conti Correnti/Carte a Saldo, Prestiti Personali), sulla valutazione qualitativa di tutte le

revisioni apportate nonché sulla tenuta delle scelte effettuate nel contesto di recessione recentemente

verificatosi e sul monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli già autorizzati, con un particolare

focus sulla verifica dell’adeguatezza delle stime definite per i rapporti già in default.

Estensione dell’approccio A-IRB (LGD) ad UniCredit Credit Management Bank S.p.A.

Nella seconda metà del 2010 è stata completata la fusione per incorporazione di Aspra Finance S.p.A. in

UniCredit Credit Management Bank S.p.A. In tale contesto, il gruppo UniCredit ha proceduto ad

estendere contestualmente all’operazione di fusione, l’approccio A-IRB per la misurazione dei requisiti

patrimoniali a fronte dei rischi di credito, già in uso in Aspra Finance S.p.A. a partire da dicembre 2008.

L’adozione dei metodi A-IRB nella società incorporante ha l’obiettivo di garantire la neutralità rispetto al

calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il rischio nell’ambito del Gruppo, sia per quanto

riguarda il portafoglio creditizio attualmente in capo ad Aspra Finance S.p.A., per il quale i requisiti

patrimoniali sono già calcolati secondo un approccio avanzato, sia con riferimento a future cessioni di

crediti problematici originati da società del Gruppo già autorizzate all’utilizzo dei suddetti metodi.

Si ricorda che il focus di Aspra Finance S.p.A. consisteva nell’acquisizione e nella gestione di crediti

problematici originati da banche o società finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società erano

stati progressivamente accentrati i portafogli storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche

del Gruppo. A tale proposito si osserva che per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione

del prezzo dei portafogli NPLs è rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per

le esposizioni in default.

I modelli di EAD per i portafogli locali italiani

Contestualmente all’introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente e per i

prestiti personali, il Gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default

(EAD). Inoltre, il sistema di rating RIP Mutui Ipotecari è stato arricchito di un modello interno per la stima

della EAD, autorizzato da parte dell’Organo di Vigilanza a dicembre 2010.

L’approccio utilizzato per la valutazione dell’EAD è costituito in tutti i casi da una metodologia “entro 12

mesi”, secondo cui si procede all’osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una

determinata data di riferimento (es. 31/12/t) che risulti classificata in default nell’arco dei 12 mesi

successivi.

Con riferimento agli scoperti di conto corrente e alle carte di credito a saldo, la stima dell’EAD è

differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, conti correnti/carte a saldo, portafoglio

commerciale e crediti di firma. Il calcolo dell’EAD per i rapporti di conto corrente si differenzia in base alla

presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all’istante di osservazione; in particolare, in

presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in assenza di margine

alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo utilizzo corrente (K).

Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite congiuntamente data

l’operatività gestionale che prevede l’addebito mensile dell’utilizzo della carta di credito su un conto

corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti relative ai mesi

precedenti.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Per quanto riguarda i crediti di firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un’obbligazione del

cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento

dell’affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l’impegno concesso possano trasformarsi

in un’esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento

del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l’Istituto (il rischio effettivo, ovvero

che tali esposizioni ‘potenziali’ si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per

quanto concerne la stima dell’esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di

sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle

osservazioni con margine in questo contesto.

Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l’esposizione al

momento del default è inferiore al 100% dell’esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di

tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si

è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione,

a fini regolamentari, una EAD pari a 100%.

Infine, con riferimento ai mutui ipotecari l’approccio adottato è del tutto analogo a quello utilizzato per i

prestiti personali. In questo caso sono stati identificati alcuni sottoportafogli ai quali è associata una EAD

media superiore al 100%, in particolare in presenza di un impagato al momento dell’osservazione.

Coerentemente con la normativa, tutti i rapporti ai quali risulta associata una EAD inferiore al 100%

vengono forzati a quest’ultimo valore. A fine 2010 è anche stata effettuata una ricalibrazione del modello

con estensione della serie storica a dati più recenti.

L’attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica

dell’impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche

proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione

all’avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza

informativa e le performance e la calibrazione dei modelli.

Modelli Locali, perimetro Germania

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Mittelstandsrating” si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di UCB

AG con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 5 e i 500 milioni di euro. Il portafoglio obiettivo è

stato rivisto ad aprile 2011 (precedentemente il limite inferiore di fatturato era fissato a 3 milioni di euro)

nell’ambito dell’iniziativa del Gruppo chiamata “One4C” volta ad aumentare ulteriormente la soddisfazione

dei clienti e ad accrescere la vicinanza ai territori in cui opera il Gruppo.

La versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con

l’obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei modelli per la valutazione automatica del

bilancio è stato ridotto da 12 a 4), introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla

precedente fase di convalida.

Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio

risultante dall’analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo

qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell’impresa. Il rating finale nasce dalla

combinazione dei due rating parziali.

Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati “Maschinelle Analyse von

Jahresabschlüssen” (Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L’ambito di applicazione di ciascuno

di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell’azienda (Industria, Commercio,

Costruzioni e Servizi).

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I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi

statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi:

struttura degli assets;

situazione finanziaria;

crescita produttiva/margini.

Il modulo qualitativo, rivisto anch’esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificarne la struttura ed

ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a:

situazione finanziaria;

assetto manageriale/imprenditoriale;

pianificazione e controllo;

settore/mercato/prodotto;

fattori di rischio;

posizionamento settoriale.

In presenza di segnali di deterioramento creditizio (warning signals), già inclusi in una specifica sezione

del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente.

Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive

indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed

è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna.

La revisione effettuata nel 2009 ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più

aggiornata serie storica di tassi di default. Successivamente, nel corso del 2010, a seguito della modifica

del portafoglio di applicazione – conseguente all’introduzione del progetto One4C nella LE tedesca – è

stata effettuata una specifica analisi di tenuta del sistema di rating.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei

diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua

calibrazione e si è espressa positivamente sulla tenuta del modello anche sul nuovo portafoglio di

applicazione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating “UCB AG smallcorp” ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende

tedesche e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall’esercizio di una libera

professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una PMI (SME) di cui sono maggiori azionisti o

proprietari.

Come già detto per il modello di rating mid-corporate, il portafoglio obiettivo di questo modello di rating è

stato modificato ad aprile 2011 al fine di riflettere la nuova segmentazione della clientela introdotta con

l’iniziativa “One4C”. Attualmente il limite superiore del segmento “Middle Market”è fissato ad euro 5

milioni di fatturato per le controparti con bilancio (precedentemente tale limite era fissato a euro 3 milioni,

mentre era euro 15 milioni per le società i cui soci hanno responsabilità personale illimitata).

Il modello di rating "UCB smallcorp AG" è strutturato in tre diverse “scorecard”, che vengono

diversamente combinati in funzione della fase di processo creditizio e dell’esposizione creditizia della

controparte:

il modulo “Scoring GK” è applicato in erogazione per i clienti con esposizione superiore a 50.000

euro ed in fase di revisione annuale per i clienti con un esposizione superiore a 500.000 euro6;

il modulo “Behaviour Scoring” (BKL) è utilizzato sia nella valutazione automatica mensile della

clientela Small Business (con esposizione inferiore a 500.000 euro) che, nella fase di erogazione,

in input al modulo Scoring GK;

il modulo “Small Credit Line scorecard” è applicato solo in erogazione e per i clienti con una

limitata esposizione creditizia (inferiore a 50.000 euro) e in assenza di un rating andamentale

(Behaviour Scoring).

Il modulo Scoring GK è composto da due sotto-moduli: GK1 per le società i cui soci hanno responsabilità

personale limitata e GK2 per le società i cui soci hanno piena responsabilità civile. In entrambi i casi sono

sono utilizzate le medesime informazioni:

i cosiddetti "MAJA Values", score di bilancio elaborati statisticamente, simili a quelli utilizzati nel

modello “Mid-Corporate”;

score settoriale;

score andamentale misurato dal modulo Behaviour Scoring.

Nel caso di un individuo, il livello di indebitamento è utilizzato come un fattore di rischio aggiuntivo.

Il modulo “Small Credit Line scorecard” è usato solo come punteggio per le esposizioni applicazione

limitata (inferiore a 50.000 euro) e non per la revisione annuale del rating.

Il modulo “Behaviour Scoring” (BKL) è costituito da quattro sotto-moduli, basato sulla segmentazione di

prodotto:

KG: applicato in caso la controparte ha solo un conto corrente;

BKG: applicato nel caso in cui il cliente ha un conto corrente e un mutuo;

BG: applicato nel caso in cui il cliente ha solo un mutuo;

BDG: applicato nel caso in cui i partner hanno altri prodotti (diversi da conti correnti e mutui).

Lo score andamentale complessivo si ottiene aggregando a livello di prodotto tutti gli score ottenuti sul

singolo rapporto e successivamente combinando lo score di prodotto così ottenuto con le informazioni

specifiche del cliente per arrivare a un punteggio di controparte. Il modulo BDG è usato da solo quando il

cliente presenta un prodotto diverso dal conto corrente e dal mutuo.

Lo score andamentale viene calcolato automaticamente ogni mese.

6 Questo limite è stato aumentato da 300.000 € a 500.000 € coerentemente con il limite fissato per l'aggiornamento mensile del Behaviour Scoring,introdotto a ottobre 2009.

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125

Application phase Annual Review

Con il progetto One4C la soglia per l’utilizzo del modello BKL è stata innalzata dal limite di approvazione di euro 300.000 ad

euro 500.000.

Il rating può essere corretto al verificarsi di un evento predefinito (all’interno di un set di eventi cherichiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. Lecorrezioni del rating (override) sono soggette ad uno stretto monitoraggio da parte della funzione diconvalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevata esposizione.

A seguito delle indicazioni della funzione di validazione interna, nel corso del 2010 è stata condotta

un’attività di calibrazione dei principali moduli (ad eccezione del modulo BDG e Small Credit Line) sulla

base di una serie storica di default più aggiornata.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli

utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli

(quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine

esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override.

A seguito della modifica del portafoglio di applicazione è stata inoltre effettuata una specifica analisi di

tenuta del sistema di rating.

Modello di rating “Foreign SME”

Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere o

appartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali

controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata

con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid

Corporate tedesco.Nella sua versione attuale, il modello di rating Foreign SME può essere utilizzato per i

22 paesi per i quali erano disponibili modelli RiskCalc specifici per l’analisi dei bilanci al momento dello

sviluppo e per ulteriori 45 paesi per i quali Moody’s suggerisce l’uso di tali modelli come proxy.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

126

La componente qualitativa (Soft facts module) si compone di quattordici criteri di valutazione che coprono

le seguenti aree di indagine:

situazione finanziaria;

management;

pianificazione e controllo;

mercato/prodotti;

altri rischi.

Nella figura seguente si schematizza il sistema di rating per le imprese estere appartenenti al segmento

SME.

Anche in questo caso, le attività di verifica interna hanno consentito al Gruppo di certificarne la conformità

ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte dimensioni dei perimetri di

applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo finanziario.

Entro la fine del 2011 sarà implementata una versione estesa del rating Foreign SME basata su modelli

aggiuntivi RiskCalc nel frattempo sviluppati. Tale versione coprirà tutti i paesi del mondo.

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127

Modello di rating “Privati”

Il modello di rating “UCB AG private individuals” ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i

liberi professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato

reddito riveniente dall’affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio “Commercial Real

Estate” e valutati con il sistema di rating apposito.

Il modello di rating privati è costituito da 9 scorecard: 5 di erogazione, differenziate per tipo di prodotto, e

4 comportamentali. In funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati

entrambi gli score o ne viene preso solo uno dei due.

Tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel caso in cui abbia più di un rapporto con la banca)

sono inoltre combinate sulla base di un modello sviluppato su base esperta per ottenere una probabilità di

default complessiva sul singolo cliente.

Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una “PD di Rapporto”.

Tutte le PD di rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso

una media pesata per esposizione) in una “PD di Prodotto”. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a

determinare una “PD cliente”, sulla base dell’esposizione, del “peso informativo” (che sintetizza come e

con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a fornire informazioni sul futuro default del cliente) e del

“fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti” (che specifica il diverso contributo di ciascuna

combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso).

In aggiunta al modello sopra descritto, vi sono delle scorecard specifiche per i clienti “Private” e per quelli

con elevata esposizione (sopra i 500.000 euro).

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in termini di performance e

calibrazione. Inoltre, ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione

anche considerando separatamente le diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso

cliente.

Modello di rating per il “Commercial Real Estate Finance”

Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CREF) di UCB AG è utilizzato in Germania per

valutare le esposizioni verso:

Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla

costruzione (o acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso

commerciale (uffici, negozi);

Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono

principalmente dall’affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che

commerciali;

Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con reddito

proveniente principalmente dall’affitto di immobili di proprietà e comunque superiori a 200.000

euro l’anno.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

128

Tali clienti sono valutati attraverso modelli costruiti sulla base di tre moduli elementari:

a) un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l’affidabilità del

management, le competenze del team di gestione, la qualità della gestione

organizzativa e l’esperienza della banca nella gestione dei rapporti con l’azienda;

b) un modulo qualitativo che si propone di valutare l’oggetto/progetto da finanziare o

finanziato (non solo dalla banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel

portafoglio di immobili/progetti dell’azienda, la sua capacità di pianificazione (dalla

esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati/previsti negli anni a venire;

c) un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell’azienda e completato da

una valutazione qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio.

Nell’ aprile 2011 è stata implementata una versione modificata e ricablirata del modello di rating CREF. I

maggiori cambiamenti hanno riguardato la completa revisione dei modelli per la valutazione automatica

dei bilanci (MAJA/MULA, per i soggetti privi di bilancio), oltre alla determinazione/conferma statistica dei

pesi attribuiti ai fattori e della loro integrazione.

I tre modelli (Operatori immobiliari, Investitori immobiliari con e senza bilancio) usano tutti gli stessi sotto-

moduli. Quel che cambia è la ponderazione con cui vengono combinati gli score parziali nello score

complessivo.

Nel corso del 2009 e 2010 la validazione locale ha analizzato la performance, la calibrazione e la stabilità

del modello anche tramite matrici di transizione. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio,

verificando in quanti casi esistono rating non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune

componenti del modello, e le regole di overruling. L’unità di validazione valuterà nel corso del secondo

semestre 2011 e nella prima parte del 2012 la tenuta complessiva del modello alla luce delle modifiche

introdotte.

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Modello di rating per le operazioni di “Acquisition and Leveraged Finance”

Il modello di rating “Acquisition and Leveraged Finance” (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative

di finanziamento/rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie

addizionali vengono aggiunte al normale indebitamento operativo dell’azienda acquistata allo scopo di

finanziare l’acquisizione stessa.

Il debito risultante dall’acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell’azienda acquisita e,

in alcuni casi, (es. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell’azienda

acquirente.

Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse

giurisdizioni) esigono una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo:

appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un

modello realistico di simulazione dei cash flow;

l’adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell’azienda

acquisita ai flussi di cassa futuri;

l’uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt,

mezzanine, ecc).

Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l’”ALF-Rating” è sostanzialmente un rating finanziario che

calcola la probabilità di default dell’azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali e finanziari ricavati

dal bilancio e del conto economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in

considerazione del fatto che nella predisposizione di un bilancio previsionale vengono già implicitamente

presi in considerazione una grande quantità di informazioni qualitative e basate su un giudizio esperto. La

predisposizione del bilancio previsionale avviene anche con l’ausilio di modelli di simulazione dei flussi di

cassa futuri (INCAS, International financial model).

Anche in questo caso sono consentite delle correzioni manuali (override), sia dei singoli ratio finanziari sia

del rating finale, che devono essere approvate dalle funzioni preposte e che vengono strettamente

monitorate dalla funzione di convalida interna.

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AL 30 GIUGNO 2011

130

Il modello, già sottoposto nel 2008 a una prima revisione, è stato aggiornato nel corso del 2009

includendo nei campioni di sviluppo i dati più recenti.

L’unità di validazione ha effettuato analisi sia qualitative che quantitative per la verifica della tenuta del

modello e per la valutazione delle modifiche intervenute nel corso del 2009. Da un punto di vista

quantitativo si sono confrontati i risultati del modello con benchmark interni e esterni. Nel corso del 2010 è

stato concordato che il segmento ALF dovrà essere gestito a livello di gruppo e le attività di revisione dei

parametri sono state rimandate ad una fase successiva all’identificazione del portafoglio target. A livello

locale rimane comunque uno stretto monitoraggio dei risultati prodotti dal modello.

Modello di rating “Income Producing Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE fornisce una valutazione di una tipologia particolare di prestito specializzato collegata a

transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai flussi (cash flows) derivanti

dalla transazione.

Il modello inizialmente adottato era il risultato di uno “slotting criteria”, ottenuto seguendo le modalità di

determinazione della valutazione del progetto contenute nella normativa prudenziale. Nel corso del 2009

è stato però implementato un modello più avanzato di tipo Cash Flow based, in linea con le prassi di

mercato per i portafogli “low default” in assenza di rating esterni.

Il nuovo modello è costituito da tre moduli: uno di generazione indipendente dei flussi di cassa simulati

(Cash flow simulation); uno di determinazione delle specificità dell’oggetto del finanziamento detenuto

dalla SPV (Specific object characteristics); un modulo qualitativo (Soft facts module).

Ciascuna simulazione dei flussi di cassa è organizzata in 8 fasi distinte, il cui flusso è schematizzato nel

report seguente:

I risultati di ciascuna simulazione sono aggregati e costituiscono la base per la determinazione dei

parametri creditizi (PD, LGD) associati alla transazione, che poi viene aggiustata per tener conto di fattori

specifici dell’oggetto dell’operazione (dislocazione e qualità dell’immobile) e di altri fattori qualitativi .

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Nel corso del 2010 sono state apportate alcune modifiche di minore rilevanza, relative alla considerazione

delle priorità delle tranches e alla valutazione delle garanzie ipotecarie. Inoltre sono stati regolarmente

aggiornate le serie storiche relative al mercato delle locazioni e i tempi di riaffitto.

La funzione di convalida ha verificato il disegno del nuovo modello, apprezzando l’indiscusso

miglioramento rappresentato dalla nuova metodologia ed esprimendo la necessità di garantire la

coerenza della calibrazione con la definizione di default di Basilea II

Modello di rating “Global Shipping” (GLOS) per lo “Ship financing”

La principale caratteristica dello “ship financing” è l’erogazione di prestiti per l’acquisto di navi,

principalmente garantiti da un’ipoteca sul bene finanziato. Tale business dipende dalla capacità del bene

finanziato di produrre i flussi di cassa necessari per ripagare il credito.

Il focus di UCB AG è il finanziamento di navi per le quali esiste un mercato secondario efficiente, liquido e

trasparente. Ciò include ad esempio navi container, bulk carrier e navi cisterna.

Il modello GLOS è principalmente collegato alla transazione ed è caratterizzato da un assente (o limitato)

ricorso allo sponsor e consente di calcolare la probabilità di default (PD) e la LGD del debitore.

Il calcolo della PD nel modulo quantitativo si basa su una simulazione Monte Carlo. Lo sviluppo dei fattori

quantitativi (ad esempio il valore della nave) si basa su un processo stocastico i cui parametri sono

validati e stimati ogni anno sulla base di dati esterni. Il cash flow è calcolato per ogni trimestre lungo il

periodo di finanziamento.

Il rating finanziario basato su fattori quantitativi viene aggiustato (attraverso updgrade o downgrade della

PD di alcuni notches) utilizzando i seguenti fattori qualitativi:

gestione d’impresa (es. reputazione);

gestione tecnica (es. dimensioni della flotta);

posizione di UCB AG (es. covenants);

assicurazione;

qualità della nave;

fallback financing.

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AL 30 GIUGNO 2011

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Nel corso del 2009, questo modello è stato dapprima sottoposto ad una validazione strutturata e

successivamente rivisto con l’obiettivo di superare alcune delle debolezze evidenziate dalle funzioni di

convalida locale e di Gruppo. In particolare, sono state apportate modifiche nella logica di calcolo della

PD ed è stato definito un sistema di override.

Nel corso del 2011 è previsto l’avvio delle attività volte ad estendere questa metodologia anche ai prestiti

finalizzati alla costruzione di una nave. Queste tipologie di finanziamento sono sensibilmente diverse da

quelle attualmente coperte dal modello di Rating GLOS, per via del lungo periodo che separa

l’erogazione del finanziamento dalla fase in cui l’attività finanziata può generare profitto.

Modello di rating per le operazioni di “Asset Backed Commercial Paper”

Il modello, sviluppato replicando l’approccio delle agenzie di rating, assegna un rating agli impegni che

UCB AG ha nei confronti dei veicoli che emettono gli “Asset Backed Commercial Paper” ed è utilizzato

solo nei casi in cui la transazione è idonea a ricevere una valutazione interna secondo quanto richiesto

dall’Autorità di Vigilanza. Si distinguono tre tipologie di esposizione:

lettere di Credito;

linee di liquidità;

swap agreements.

Tale sistema di rating è costituito da differenti modelli che si applicano in funzione della tipologia di

esposizione sottostante l’operazione di cartolarizzazione. In particolare i modelli in oggetto sono 7:1. trade receivables;2. mortgage warehousing (al fine di coprire il segmento “residential mortgages”);3. single rated securities;4. commercial mortgages (al fine di coprire il segmento “commercial mortgages”);5. loans and leases;6. rated securities and corporate loans;7. credit cards.

Tutti i sopra menzionati modelli sono costituiti da un modulo quantitativo che fornisce una classe di rating

ed un modulo qualitativo il cui risultato influenza il modulo quantitativo attraverso degli spostamenti di

notches in alto o in basso.

Per quanto riguarda il modulo quantitativo, sono state utilizzate due metodologie principali in funzione

della tipologia di esposizione sottostante e della vita residua degli asset all’interno dei veicoli:

Approccio “Reserve Based”: utilizzato per gli asset con breve vita residua (tipicamente inferiore

ai 6 mesi) all’interno del veicolo (e di conseguenza anche l’impegno ha una durata limitata). Per

tali tipologie di transazioni viene effettuata una valutazione “point in time” al fine di determinare,

in modo statico, le riserve richieste per coprire le perdite;

Approccio “Cash Flow Based”: utilizzato per gli asset con una vita residua superiore. In questo

caso, anziché effettuare una valutazione “point in time”, viene valutato l’evolversi degli assets

all’interno del veicolo utilizzando modelli che prendono in considerazione i flussi di cassa attesi al

fine di determinare le riserve necessarie a fronte delle perdite subite.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

133

A parte la differenza sopra menzionata, in generale, la struttura del modello è molto simile come si può

notare dal grafico:

General model structure – Reserve Based Model

General model structure – Cash flow models

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AL 30 GIUGNO 2011

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Tutti i moduli qualitativi sono stati sviluppati utilizzando i feedback provenienti dagli esperti del settore.

Nel corso del 2010 le attività di convalida annuali hanno confermato un giudizio soddisfacente sul

complessivo funzionamento del sistema di rating.

Nel corso del 2011 sono programmate alcune modifiche alla infrastruttura tecnologica a supporto del

processo di assegnazione del rating allo scopo di migliorarne l’affidabilità.

Modello di rating per le le transazioni “Wind Project Finance”

In UCB AG è stato predisposto un modello di rating specifico per il portafoglio “Wind Project Finance”

costituito dalle operazioni di finanziamento di progetti nell’ambito della produzione di energia eolica con

un taglio inferiore ai 20 milioni di euro.

Il modello per la stima della PD è composto da un modulo quantitativo, basato su una simulazione Monte

Carlo dei flussi di cassa futuri, il cui esito è aggiustato per il risultato di una componente qualitativa, che

ha previsto la definizione su base esperta dei fattori e delle relative ponderazioni.

Entrambi i moduli (quantitativo e qualitativo) sono obbligatori per la valutazione e la loro combinazione è

soggetta ad override in miglioramento fino a 2 noches ed in peggioramento fino a tre 3 notches. La PD

risultante viene infine convertita in un rating del progetto per tramite della master scale.

Per quanto riguarda la LGD, UCB AG ha sviluppato un metodo per valutare il valore della garanzia degli

impianti di energia eolica. Questo approccio è basato su simulazioni Monte Carlo dei futuri flussi di cassa

derivanti dagli impianti di energia eolica. Le simulazioni sono usate coerentemente per la stima della PD e

della garanzia. Inoltre viene determinata una LGD specifica per le posizioni non garantite. Nel corso del

2010 il modello è stato oggetto di una ricalibrazione (operata allineando la PD quantitativa implicita nel

modello al tasso di default storico) ed è stato introdotto un processo di override.

L’unità di validazione ha valutato l’approccio adoperato ed il disegno complessivo del modello, in linea

con le caratteristiche del portafoglio e con gli standard interni, nonché il profilo di completezza

informativa. Anche gli aspetti di calibrazione e di determinazione statistica dei pesi della componente

qualitativa sono stati oggetto di specifica valutazione, evidenziando alcune aree di miglioramento.

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Modello di LGD

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata

come percentuale dell’esposizione a default. La LGD viene calcolata a livello di singola transazione e

segue la logica che differenti tipologie di default sono possibili:

Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie. Il rapporto con il cliente viene

interrotto ed il cliente viene rimosso dal portafoglio;

Settlement: il cliente rientra nel portafoglio performing dopo aver fatto registrare alla banca una

perdita rilevante (>100 euro);

Cure: al termine del periodo di difficoltà il cliente rientra nel portafoglio performing senza aver

fatto registrare alla banca una perdita rilevante.

Nel caso CURE l’LGD è posta a 0, mentre negli altri due casi la stima della LGD segue un approccio

workout con la stima separata dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte

non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno del

modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si utilizza l’approccio di sostituzione.

Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono dunque presi in considerazione i seguenti

fattori:

valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio

10% per i mutui);

tasso stimato di casi non-cure;

valore atteso di recupero della garanzia al netto dei costi diretti;

tasso di perdita attesa della porzione non garantita della transazione;

la percentuale dei costi indiretti;

eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo

economico.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla

base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzia:

real estate;

altre garanzie reali.

Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration media osservata dei default.

Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata per

segmenti di clientela (le principali sono retail, small business, corporate, real estate developers, real

estate investors e real estate housing companies).

Nel corso del 2010 è stata effettuata una nuova parametrizzazione del modello per tenere conto dei

risultati della validazione e della analisi di nuovi fattori di rischio. Nella nuova parametrizzazione per clienti

con uno score di prodotto, la LGD non garantita è determinata in modo indipendete dal segmento di

appartenenza del cliente. Come in precedenza, per tutti gli altri clienti il segmento di appartenenza è il

fattore di rischio rilevante.

La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, i singoli parametri dello stesso e l’effetto

del ciclo economico. Inoltre, è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue componenti.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimata a

livello di singola transazione come somma di due componenti:

EAD = EADOnBalance + EADOffBalance

dove il parametro che va stimato è ovviamente l’EAD (Off Bilance).

Questo parametro può essere genericamente definito come la somma dei seguenti elementi:

EADOffBalance = CEQ x endorsement + min(CEQ,LEQ) x max( 0, external line –drawing) + max[0, LOF x external line + BO x max(0,drawing –external line)]

Dove:

CEQ: Credit Equivalent Factor, è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la

quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzato;

LEQ: Limit Equivalent Factor, è la percentuale del margine 1, 2, … 12 mesi prima del default (in

media dunque sei mesi prima) che ci si attende sarà utilizzato al momento del default;

BO (Base Overdraft) e LOF (Limit Overdraft Factor): sono i parametri che stimano l’ammontare

atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite massimo allocato

(ammontare di sconfino); in fase di applicazione il BO è sempre pari a zero;

Endorsement: ammontare di impegni rilasciati verso il cliente dalla banca;

Externl Line: linea di credito;

Drawing: attuale utilizzo.

I parametri sopra definiti sono poi differenziati in funzione di macro-tipologie di prodotto definite all’interno

del motore di calcolo regolamentare.

Ai fini della stima del modello i parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento.

Nel corso del 2010, le attività svolte dalla funzione di convalida interna hanno evidenziato un

comportamento del modello complessivamente soddisfacente, specialmente con riferimento alla sua

stabilità, anche grazie alla nuova parametrizzazione introdotta nel 2008.

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Modelli Locali, Austria

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Firmenkundenrating Inland” (=Midcorporate PD rating) è utilizzato per clienti domiciliati in

Austria con fatturato annuale superiore a 1,5 milioni di euro ed inferiore a 500 milioni. Il modello è

costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo.

La selezione dei fattori di rischio per il modulo quantitativo è avvenuta sulla base di criteri sia statistici che

esperti.

I principali fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo coprono in generale le seguenti aree di analisi:

dimensione;

struttura delle passività;

fattori dinamici (ad esempio ROI);

equity ratio.

Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a:

1. qualità del management;

2. contabilità e reportistica;

3. impianti, processi ed organizzazione;

4. mercato e posizione di mercato;

5. livello/capacità di utilizzo;

6. eventuali scoperti.

Il “rating qualitativo” ed il “rating finanziario finale” (= rating quantitativo dopo una verifica sulla possibilità

di applicare un “age restriction” e di effettuare un primo “override” sulla base delle informazioni a

disposizione) sono integrati al fine di ottenere il cosiddetto “Combined Customer Rating”.

A tale rating si applicano i “warning signals” ottenendo il “Modified Customer Rating”. Inoltre è possibile

effettuare un override a tale rating che determina lo “Stand alone Customer Rating”. Se tale rating è più

vecchio di 15 mesi, viene applicato un “age restriction”, determinando un downgrade.

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La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

Il modello è stato rivisto, durante il 2009, nell’ambito del processo di validazione e perfezionamento dei

sistemi di rating interno. L’attività ha riguardato prevalentemente la ristima dei moduli elementari, la

ricalibrazione degli stessi mediante l’approccio previsto da Basilea II e la revisione relativi pesi di

integrazione. Si è inoltre provveduto ad un aggiornamento dei pesi dei singoli moduli sulla base dei dati

più recenti a disposizione e ad eliminare i fattori caratterizzati da minore capacità discriminante.

Durante il 2009, nel modulo qualitativo è stato aggiustato il fattore qualitativo relativo all’andamento degli

utilizzi extra-fido ed è stata rivista conseguentemente la ponderazione degli altri fattori.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un

questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo

compongono in termini di performance e calibrazione. Ha infine effettuato analisi volte a individuare

eventuali comportamenti distorsivi nell’uso del questionario qualitativo, degli override e dei warning signal,

analizzando anche la matrice di transizione tra i rating .

Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating ha come ambito di applicazione le piccole aziende austriache, incluse le

organizzazioni non-profit (fino a 1,5 milioni di fatturato o in contabilità semplificata).

Il disegno generale del modello differenzia tra “scorecard di applicazione” e “scorecard andamentale”.

Il modulo di erogazione si applica principalmente nei seguenti casi:

nuovo cliente;

il cliente chiede un’ulteriore linea di fido tale per cui l’esposizione totale è maggiore di 50.000

euro o non vi è uno score andamentale (indipendentemente dall’ammontare dell’esposizione);

sono disponibili le informazioni di bilancio aggiornate;

sono stati modificati/sono sopraggiunti “warning signals”.

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Il modulo di erogazione contiene un modulo qualitativo ed uno quantitativo sulla controparte. In funzione

del regime contabile della controparte, i fattori di rischio quantitativi coprono almeno 3 delle seguente

aree di analisi:

profittabilità;

copertura del debito;

struttura del capitale;

attività.

I fattori di rischio qualitativo coprono invece le aree di analisi relative a:

settore industriale/linea di business;

storia del default;

esperienza del management;

protezione rispetto al rischio;

gestione di raccolta del cash.

Se la transazione del cliente ha un’anzianità superiore ai 6 mesi e l’esposizione della controparte è

inferiore ad 1 milione di euro, il modulo andamentale viene calcolato automaticamente su base mensile.

La selezione dei fattori di rischio per lo score andamentale è avvenuta attraverso un’analisi approfondita

effettuata da un team misto di esperti in statistica, product management e di analisti del credito e del

mercato.

I due moduli (erogazione ed andamentale) sono integrati utilizzando differenti pesi in funzione

dell’esposizione e dell’anzianità dello score di applicazione al fine di ottenere la cosiddetta combined PD,

che, una volta mappata alla master scale, determina il “calculated rating”. Il rating finale, “valid rating”, è

ottenuto modificando il calculated rating sulla base di eventuali informazioni negative a disposizione o in

generale di “warning signals”.

Per le controparti con esposizione superiore ad 1 milione di euro vieno utilizzato solo lo score di

erogazione, sul quale è tuttavia possibile effettuare un override da parte del gestore.

La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

La funzione di validazione ha verificato l’adeguatezza del disegno del modello e effettuato analisi

quantitative volte principalmente a valutare il potere discriminante del modello stesso e delle sue

componenti. Ha inoltre verificato la stabilità del rating small business e la calibrazione del modello.

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Modello di rating “Privati”

Il modello di rating Privati ha come ambito di applicazione tutte le persone fisiche, esclusi i liberi

professionisti e i lavoratori indipendenti.

La versione del modello rating “Privati” attualmente in uso è costituito da quattro modelli statistici: uno di

erogazione e tre di andamento, combinati tramite una specifica logica di integrazione. L’intero sistema di

rating è stato stimato, attraverso regressioni logostiche e a livello di singola transazione.

In particolare, viene assegnato uno score a ciascuna operazione mediante uno dei 4 modelli di scoring.

Nel caso di una nuova richiesta di credito, viene calcolato lo score di erogazione per il prodotto in

questione. Per i clienti privi di score andamentale, lo score di erogazione resta valido per i successivi 6

mesi. Dopo sei mesi viene calcolato il relativo punteggio comportamentale che viene poi aggiornato

mensilmente. Per i clienti dotati di score andamentale significativo, lo score di applicazione è rilevante

solo ai fini della decisione sul nuovo prestito e della definizione del relativo prezzo; dopo 6 mesi, quando

alla nuova transazione viene assegnato uno score andamentale, non è più tenuto in considerazione. Per i

clienti con più di una transazione è stata sviluppata una logica di integrazione che combina tutte gli score

di erogazione e/o andamentali disponibili in uno score di transazione finale.

Una fase successiva ha riguardato l’effettuazione di una calibrazione dello score alla probabilità di default

a 12 mesi attraverso una funzione esponenziale. La tendenza centrale è stata determinata facendo leva

sul tasso di default cumulativo a 12 mesi ottenuto dalle analisi di vintage.

Tutti gli score di transazione standardizzati vengono poi combinati per ottenere la PD specifica del cliente.

La PD così ottenuta è mappata su una “Master Scale" composta da 28 notches. La PD del cliente può

essere, infine, degradata in presenza di segnali negativi ottenuti dal Credit Bureau KSV o a fronte di

segnali di allarme automatici.

L'architettura del sistema di punteggio è rappresentato nel grafico sottostante.

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UniCredit Bank Austria AG ha effettuato nel corso del 2009 una revisione del sistema di rating che ha

portato alla stima di una nuova componente di erogazione, che sintetizza in sé le precedenti griglie di

score differenziate per prodotto, all’aggiornamento del modulo andamentale nonché all’estensione della

funzione di integrazione alle combinazioni di prodotti non coperte dalla precedente versione del modello.

La funzione di convalida interna ha verificato il nuovo disegno del modello. È stata inoltre analizzata la

tenuta (performance e stabilità) del modello e dei diversi moduli che lo compongono, oltre alla relativa

calibrazione. Infine, è stata effettuata un’analisi di copertura del portafoglio e un approfondimento relativo

all’utilizzo dei warning signals.

Modello di rating “Non Profit Joint Building Association”

Il modello “Non Profit Joint Building Association” (NPJBA) si applica alle esposizioni verso associazioni no

profit create per la costruzione di immobili.

È un modello di rating che si compone di una parte quantitativa (rating finanziario) e di una qualitativa.

Il rating finanziario si basa su tre tipologie di informazioni principali:1. adeguatezza del capitale a disposizione;2. profittabilità;3. liquidità disponibile.

Il rating qualitativo invece si basa su 6 componenti fondamentali:1. qualità del management;2. contabilità e reporting;3. organizzazione;4. posizione di mercato;5. comportamento andamentale;6. caratteristiche specifiche dell’NPJBA.

Il rating quantitativo e quello qualitativo vengono combinati al fine di ottenere il “Combined Rating”; tale

rating può subire un overruling sulla base di informazioni aggiuntive a disposizione del gestore della

transazione, conducendo al cosiddetto “Valid customer rating”.

Modello di rating “Income Producing Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE è un rating di transazione che si applica ad una tipologia particolare di prestiti

specializzati collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai

flussi (cash flows) derivanti dalla transazione. In queste tipologie di transazioni, la domanda fondamentale

è legata alla possibilità che i flussi di cassa derivanti dalla transazione siano in grado di ripagare i debiti

alla banca. In aggiunta BA effettua anche una valutazione sull’investitore/costruttore.

Di conseguenza il modello IPRE è costituito da due componenti:1. rating di transazione;2. rating di controparte.

Entrambi sono combinati al fine di determinare il rating finale.

Il rating di transazione distingue tre differenti fasi in cui può avvenire il finanziamento:

1. costruzione dell’immobile;

2. vendita dell’immobile;

3. renting dell’immobile.

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Il rating di controparte è un “rating corporate” che differenzia tra “investitori immobiliari” e “costruttori

immobiliari”; quest’ultimo è a sua volta suddiviso in “costruttori residenziali” e “altri costruttori”. Per

entrambi, sono utilizzati sia un modulo quantitativo (facendo riferimento ai dati di bilancio) che un modulo

qualitativo.

A valle dell’integrazione tra la componente di transazione e quella di controparte, il rating può subire degli

aggiustamenti a seguito di segnali di deterioramento del merito creditizio (warning signals), o a seguito di

correzioni (overrulings) o per tener condo del periodo di validità del rating (age restrictions).

La figura in basso mostra la struttura del modello:

Nell’ambito del processo di validazione e affinamento dei sistemi di rating, nel 2009 UniCredit Bank

Austria AG ha rilasciato una nuova versione del modello di rating IPRE che ha aggiornato gli scenari

macroeconomici sottostanti le simulazioni e introdotto un elemento di conservatività nella calibrazione alla

luce dei risultati delle attività di validazione locale.

Per verificare l’adeguatezza del modello, la funzione di validazione ha effettuato un’analisi qualitativa sul

disegno generale del modello. Analisi quantitative hanno inoltre riguardato performance e calibrazione del

modello.

Nell’ambito dell’estensione ai paesi della CEE del sistema di calcolo del rating IPRE basato su tecnologia,

è stata implementata anche per BA, una versione nuova del modello con degli scenari per i paesi CEE

aggiornati e migliorati. Inoltre, la calibrazione per per gli “investitori immobiliari” è stata perfezionato ed

ora è maggiormente collegata alle simulazioni dei flussi di cassa futuri. Tutte le modifiche del modello

sono state verificate in fase di convalida iniziale.

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Nel 2011 è stata portata a termine una revisione del modulo Real Estate Customer Rating, principalmente

con riferimento alla revisione statistica dei moduli finanziario e qualitativo. Inoltre, altri aggiustamenti

minori hanno riguardato la revisione dei segnali di deterioramento (warning signal), della formulazione del

questionario qualitativo e l’aggiornamento delle modalità di gestione delle controparti in fase di start-up

e/o con bilancio mancante. Anche questi cambiamenti sono stati oggetto di specifica attività di validazione

iniziale e successiva verifica da parte della convalida interna.

Modello di LGD

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata

come percentuale dell’esposizione a default. Il modello di LGD è un modello statistico basato su dati

interni dei clienti in default e rappresenta un approccio “work out” specifico per ogni transazione.

La metodologia tiene conto di tre potenziali situazioni di default che possono caratterizzare il processo di

work out sui clienti in default:

cure/reaging: ritorno del cliente ad uno stato di performing senza perdite da parte della banca;

settlement/restructuring: ritorno del cliente, attraverso una ristrutturazione, ad uno stato di

performing con una perdita sostanziale (maggiore di 100 euro) per la banca;

liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie con interruzione del rapporto

creditizio.

Dopo la chiusura del processo di workout tutti i default possono essere associati ad una delle tre

situazioni sopra descritte e la LGD è calcolata ex post sulla base dei ricavi realizzati e dei costi. Nel fare

ciò, tutti i singoli flussi di cassa sono scontati al tempo del default.

Lo schema generale del modello di LGD in BA prevede la stima separata dei recuperi derivanti dalle

garanzie reali e quelli derivanti dalla porzione non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali, i

derivati creditizi e le garanzie in denaro rilasciate da Banche, non sono prese in considerazione nei

modelli dal momento che in loro presenza viene applicato l’approccio di sostituzione.

Al fine di determinare il valore finale di LGD si considerano i seguenti elementi:

EAD;

tasso atteso di recupero della garanzia reale al netto dei costi diretti (con specifico riferimento

alla stima degli haircuts specifici sulle garanzie sulla base dei recuperi realizzati ed in funzione

del tipo di garanzia);

tasso atteso di recupero della porzione non garantita della transazione, al netto dei costi diretti;

durata del recupero;

costi di rifinanziamento;

fattori di sconto;

tasso di spese indirette (risultato dei processi interni della banca nelle unità di work out);

fattori di prudenzialità specifici per coprire possibili inesattezze di stima;

fattori di prudenzialità generici per tenere in considerazione il possibile peggioramento del ciclo

economico;

un fattore di aggiustamento utilizzato a fini di calibrazione.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla

base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzie:

residential real estate;

commercial real estate;

other real estate;

garanzie finanziarie;

polizze assicurazione vita;

receivables;

altre garanzie.

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AL 30 GIUGNO 2011

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Con riferimento ai titoli è stato implementato un modello interno per la stima della volatilità.

Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata

separatamente per otto categorie di clienti (le tre principali sono privati, small business e corporate) oltre

che per i sistemi di rating Groupwide utilizzati (specialmente per Stati Sovrani, Banche e imprese

Multinational).

Il parametro utilizzato per le esposizioni in default è la migliore stima di LGD ottenuta per ciascuna

categoria di controparti (attualmente sono previste 5 categorie che includono i principali segmenti

corporate, privati e small business)

La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD,

l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero e l’allocazione dei costi. Il

disegno del modello è stato valutato anche tramite discussioni mirate con gli esperti del settore. Dal punto

di vista quantitativo, sono state effettuate analisi di performance e calibrazione per tutti i sottoportafogli

rilevanti.

Sulla base dei risultati dell’attività di convalida interna il modello LGD ha subito alcune modifiche, sia per

la parte “secured” che per quella “unsecured”, nel corso del 2010 e altre sono pianificate per il 2011. A

questo riguardo, il metodo di stima e la struttura del modello non sono modificati. Per migliorare

l’accuratezza delle capacità predittive del modello, la revisione ha incluso una sotto-segmentazione per

oggetto delle garanzie immobiliari e un ulteriore dettaglio per classi di esposizione per il segmento privati.

Inoltre, è stata implementata una “best estimate” della LGD in funzione del tempo trascorso in default per

i crediti non performing in modo che il comportamento durante il processo di recupero possa essere

maggiormente riflessa.

Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimato a

livello di singola transazione utilizzando le seguenti informazioni:

esposizione effettiva al momento della stima;

ammontare di garanzie/impegni rilasciato dalla banca alla controparte;

limite creditizio massimo allocato.

I parametri stimati sono i seguenti:

CEQ (Credit Equivalent Factor): è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la

quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzata;

LEQ (Limit Equivalent Factor): è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del

default che ci si attende verrà utilizzato al momento del default;

LOF (Limit Overdraft Factor): sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di sconfino;

COF (Correction Overdraft Factor): è un parametro rilevante solo se l’esposizione del cliente è

sopra il limite massimo allocato12 mesi prima del default ed è stimato come il rapporto tra

l’ammontare di sconfino al momento del default e l’ammontare di sconfino 12 mesi prima.

I parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. La segmentazione è stata

raffinata e si basa sostanzialmente sulla distinzione tra linee revolving e a scadenza.

A seguito dei risultati delle attività di convalida interna svolte nel 2010, l’unità di sviluppo dei sistemi di

rating di UniCredit Bank Austria ha eseguito una ri-stima del modello locale EAD, mantenendone invariata

la struttura ma introducendo a marzo 2011 parametri stimati internamente di CEQ e LEQ per gli impegni

collaterali di secondo grado (contingent liabilities) a sostituzione dei valori usati in precedenza, mutuati da

quelli previsti dalla normativa per l’approccio Foundation.

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Modelli Locali, perimetro Central and Eastern Europe

Con riferimento al perimetro di Gruppo riguardante l’Europa centrale ed orientale (CEE), il Gruppo è stato

autorizzato all’utilizzo dell’approccio F-IRB per la misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio

di credito a partire da inizio 2011 in Repubblica Ceca, Bulgaria e Slovenia, mentre per l’Ungheria

l’autorizzazione è attesa nel corso dell’anno.

Il 30 Giugno 2011 è stata inoltre inviata istanza per il rilascio dell’autorizzazione all’estensione dei metodiFoundation Internal Rating Based di UniCredit Tiriac Bank S.A. relativamente alle seguenti classi diattività:

“Amministrazioni Centrali e Banche Centrali” e “Intermediari Vigilati”, mediante l’adozione deisistemi di rating Group-wide “Sovereign”, “Banks” e “Securities Industry”;

“Imprese”, mediante l’adozione del sistema di rating Group-wide “Multinationals” e dei sistemi dirating locali per le esposizioni Mid Corporate e Income Producing Real Estate (IPRE)

SoggettoGiuridico

Sistema di rating autorizzati Tipo Portafoglio di attività

Mid Corporate (PD) Locale Imprese

IPRE (PD, LGD, EAD) Locale Imprese

Stati sovrani (PD) GroupwideAmministrazioni centrali ebanche centrali

Banche (PD) Groupwide Intermediari Vigilati

Multinazionali (PD) Groupwide Imprese

Global Project Finance (PD) Groupwide Imprese

UCB CZ

Other minor rating systems - Public Sector Entities,Municipalities, Religious Companies, Leasing (PD)

Locale Intermediari Vigilati, Imprese

Mid Corporate (PD) Locale Imprese

IPRE Slotting Criteria (PD) Locale Imprese

Banche (PD) Groupwide Intermediari VigilatiUCB BG

Multinazionali (PD) Groupwide Imprese

Mid Corporate (PD) Locale Imprese

Banche (PD) Groupwide Intermediari VigilatiUCB Slo

Multinazionali (PD) Groupwide Imprese

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Tutti i principali modelli locali autorizzati si basano, in generale, su quanto sviluppato da Bank Austria. I modelli Mid-corporate derivano da un’attività di sviluppo effettuata da UniCredit Bank Austria,

originariamente nel 2001 e con successiva revisione nel 2004, che prevedeva:o l’utilizzo dei dati di cinque paesi;o la stima di una componente finanziaria e di una qualitativa;o la definizione di un set di warning signal e di un sistema di override.

(rif. Tavola 7, Modelli Locali, Austria) Il modello IPRE è identico a quello adottato da Bank Austria (l’ultima versione risale al 2009) e

che calcola il rating del cliente sulla base delle due componenti di transazione e controparte.

(rif. Tavola 7, Modelli Locali, Austria)

Di seguito si forniscono ulteriori dettagli relativi ai principali aggiornamenti apportati ai modelli sulla basedelle esigenze specifiche rese necessarie sia propedeuticamente alle richieste di autorizzazione, siasuccessivamente in funzione delle ulteriori aree di miglioramento individuate.

UniCredit Bank Czech Republic

Per quanto riguarda il modello di rating “Mid-Corporate”, nel corso del 2009, in vista della richiesta di

autorizzazione all’adozione di modelli IRB, UniCredit Bank Czech Republic ha ristimato parzialmente il

modello su dati interni, aggiornando i pesi dei fattori quantitativi.

Successivamente, nel 2010, si è proceduto alla ricalibrazione delle stime di PD, con un incremento del

tasso di default target al fine di ottenere maggiore aderenza al rischio effettivo degli specifici portafogli.

Nel corso del 2011, ulteriori modifiche al modello sono inoltre previste ai fini del recepimento di quanto

segnalato sia dalle autorità di vigilanza, Czech National Bank e Banca d’Italia, sia dalle unità di convalida

interna:

introduzione di un modulo andamentale

nuovi fattori nel modulo finanziario

affinamento del modulo qualitativo, sia nella formulazione di domande e risposte che

nella definizione di nuovi pesi.

Anche nel caso del portafoglio immobiliare, la Banca è stata autorizzata all’utilizzo dell’approccio FIRB apartire da inizio 2011, mediante l’adozione dello stesso modello di rating IPRE autorizzato in BankAustria dal 2008. Specifiche attività di sviluppo sono state effettuate nel 2010 rivedendo la calibrazione ela parametrizzazione degli scenari.

UniCredit Bank Bulgaria

Come per la Repubblica Ceca e la Slovenia, il modello di rating “Mid-corporate” è stato oggetto di una

ricalibrazione delle stime di PD la cui implementazione è prevista nel corso del 2011.

Gli interventi sono stati definiti sulla base di quanto richiesto sia dalle autorità di vigilanza, Banca

Nazionale della Bulgaria e Banca d’Italia, sia dalle unità di convalida interne e prevedono:

l’incremento del tasso di default target sulla base di dati locali e serie storica di 7 anni;

l’introduzione di un “margine di cautela” nella stima della PD.

Per quanto riguarda il portafoglio immobiliare, a gennaio 2011 UniCredit Bulbank è stata autorizzata avalutare le esposizioni da “finanziamenti specializzati per transazioni immobiliari” con un modello di ratingbasato su criteri regolamentari di classificazione e denominato “supervisory slotting criteria”.L’adozione di tale metodologia semplificata è temporanea e richiesta fino alla definitiva autorizzazioneall’utilizzo del modello IPRE.

Il modello calcola lo score di ogni transazione sulla base delle risposte a 15 domande afferenti ai seguenti

ambiti:

solidità patrimoniale;

caratteristiche degli asset;

forza/stabilità dello sponsor/costruttore;

sicurezza.

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Ad ognuna delle domande del questionario viene fornita un’unica risposta tra forte, buono, sufficiente e

debole: ogni combinazione di domanda-risposta individua un punteggio; la media ponderata di tutti e 15 i punteggi determina la categoria regolamentare nella quale

rientra il cliente; in funzione della categoria regolamentare e della durata residua dell’esposizione viene

determinato il fattore di ponderazione finale e le relative perdite attese.

UniCredit Bank Slovenia

Nel corso del 2010, come per la Repubblica Ceca e la Bulgaria, il modello di rating “Mid-Corporate” è

stato oggetto di una ricalibrazione delle stime di PD al fine di migliorare la sua aderenza alla normativa

locale e alle guidelines di Gruppo.

Tutte le attività di sviluppo sopra descritte sono sempre state oggetto del processo di convalida locale e di

Gruppo e spesso da esse guidate, nell’ottica di un miglioramento continuo delle stime in base ad una

costante verifica del disegno dei modelli e della loro performance in termini di capacità di stima e di

calibrazione.

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Informativa quantitativa

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e

Banche Centrali 1.844.045 284.534 8.608.871 737.269 0 0 6.614.424 429.693

Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti

pubblici e territoriali e altri soggetti:

- Intermediari vigilati 2.746.473 746.923 72.645.400 16.669.651 0 0 74.309.231 17.716.947

- Enti pubblici e territoriali 160.302 1.495 945.972 360.716 0 0 588.167 277.836

- Altri 0 0 334.108 133.126 0 0 248.153 75.851

Esposizioni verso o garantite da Imprese:

- Finanziamenti specializzati 1.936.222 1.332.460 13.625.502 7.216.056 0 0 13.949.297 8.126.437

- PMI 4.782.882 4.146.193 90.021.866 45.855.578 0 0 85.286.873 42.019.926

- Altre imprese 4.495.809 3.883.792 135.138.008 72.109.045 0 0 118.047.635 66.888.985

Esposizioni al dettaglio:

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI 0 0 2.211.016 426.197 0 0 3.747.812 1.174.202

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone

fisiche 0 0 85.574.440 12.685.700 0 0 84.274.627 13.990.825

- Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 0 0 5.532.840 982.415 0 0 5.751.323 1.279.453

- Altre esposizioni al dettaglio: PMI 0 0 37.780.923 11.356.148 0 0 36.121.193 10.661.258

- Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche 0 0 14.884.279 6.680.758 0 0 15.136.795 9.055.437

Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione 0 0 0 0 0 0 0 0

Altre attività 0 0 0 3.607.344 0 0 0 1.005.420

Finanziamenti specializzati - slotting criteria 466.622 447.620 18.148 20.871 0 0 35.135 45.656

Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari 0 0 0 0 0 0 0 0

Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP

con fattori di ponderazione regolamentari 0 0 67.458 67.458 0 0 4.481 4.481

Totale attività di rischio per cassa 12.795.626 9.004.513 363.704.367 142.339.933 0 0 337.624.725 133.141.178

Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi 2.298.885 1.580.376 55.725.262 22.969.030 0 0 53.063.616 24.993.485

Totale contratti derivati 357.828 223.992 32.172.189 12.374.984 0 0 34.600.302 13.191.256

Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a

lungo termine 980.016 34.136 14.903.153 572.119 0 0 17.266.403 561.472

Compensazione tra prodotti diversi 0 0 883.860 652.266 0 0 1.560.100 865.016

Totale generale 16.432.355 10.843.017 467.388.831 178.908.332 0 0 444.115.146 172.752.407

Metodologia basata sui rating interni - attività di rischio

Portafogli

Consistenze al 31.12.2010

Metodo IRB Base Metodo IRB Avanzato

Consistenze al 30.06.2011

Metodo IRB Base * Metodo IRB Avanzato

* Valori riferiti alle società che hanno recentemente ricevuto l’autorizzazione all’utilizzo del metodo IRB Base.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

149

Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato

CLASSE DI ESPOSIZIONE Classe di merito creditizio

Valore

esposizioneEAD totale

Fattore

medio di

ponderazion

e (%)

LGD media

ponderata

(%)

Margini

inutilizzati

revocabili e

irrevocabili

EAD media

ponderata

%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 9.046.683 9.107.516 2,54% 0,80% 92.653 37,75%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 61.529 61.590 18,99% 31,63% 20 0,00%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 714.782 714.813 30,25% 30,67% 10.509 0,95%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 142.256 142.259 65,08% 51,26% 5.550 9,08%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 45.963 45.972 75,21% 43,54% 12.691 0,35%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 237.393 237.395 1,54% 0,94% 411 9,00%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 6 6 66,67% 25,85% 9.233 0,00%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 49.650 49.651 171,72% 69,44% 100.067 5,63%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 145.841 145.918 236,98% 45,82% 5.024 0,02%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 174 175 415,43% 68,87% - 0,00%

Classe 11 - 100% 8.639 8.724 0,00% 56,75% 75 8,00%

Totali 10.452.916 10.514.019 236.233

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 31.338.181 27.062.307 11,23% 28,62% 2.460.375 15,29%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 24.383.685 21.964.067 18,94% 35,07% 3.084.943 12,41%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 11.848.917 10.698.621 33,59% 42,18% 2.839.581 15,01%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 4.386.135 4.207.901 50,21% 34,61% 1.937.946 11,36%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 2.466.436 2.466.665 93,57% 44,87% 2.944.909 8,63%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 701.728 691.331 77,05% 40,78% 431.348 9,10%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 315.106 313.329 113,50% 50,21% 450.467 9,52%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 315.149 315.692 160,92% 54,20% 888.361 4,93%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 651.376 652.690 169,89% 40,47% 510.243 9,10%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 131.008 131.116 147,84% 32,70% 68.528 9,03%

Classe 11 - 100% 294.534 183.940 0,00% 71,71% 110.782 0,00%

Totali 76.832.255 68.687.659 15.727.483

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 14.216.587 14.212.659 12,41% 37,15% 13.242.648 23,63%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 14.104.546 14.038.666 18,39% 37,09% 11.509.931 19,74%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 32.917.608 32.962.833 26,00% 32,73% 28.318.825 15,15%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 40.044.063 40.166.414 40,28% 32,51% 23.592.406 17,21%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 25.993.569 26.048.872 59,27% 35,61% 12.346.945 13,11%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 17.881.105 17.960.506 59,61% 27,98% 6.609.550 31,83%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 22.897.060 22.916.924 81,28% 34,58% 10.305.056 14,99%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 25.297.741 25.310.528 96,04% 33,20% 7.198.164 21,46%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 19.162.544 19.188.142 103,44% 27,73% 3.521.947 29,23%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 9.558.599 9.558.599 172,78% 34,80% 1.474.954 20,21%

Classe 11 - 100% 27.926.867 26.717.187 0,00% 46,27% 2.085.703 24,20%

Totali 250.000.289 249.081.330 120.206.129

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% - - 0,00% 0,00% - 0,00%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% - - 0,00% 0,00% - 0,00%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 78.300 78.300 104,49% 65,00% - 0,00%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 81.454 81.454 206,18% 89,98% - 0,00%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% - - 0,00% 0,00% - 0,00%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 143.599 143.599 218,31% 85,57% - 0,00%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 20.734 20.734 305,19% 89,09% - 0,00%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% - - 0,00% 0,00% - 0,00%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 6.873 6.873 399,78% 71,97% - 0,00%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% - - 0,00% 0,00% - 0,00%

Classe 11 - 100% 2 2 0,00% 65,00% - 0,00%

Totali 330.962 330.962 -

Esposizioni in strumenti di capitale:

metodo della ponderazione

semplice

N.A. 343.178 343.178

Totali 343.178 343.178

Esposizioni in strumenti di capitale:

metodo PD/LGD

30.06.2011

Esposizioni verso o garantite da

Amministrazioni Centrali e Banche

Centrali

Esposizioni verso o garantite da

Intermediari vigilati, Enti pubblici e

territoriali e altri soggetti

Esposizioni verso o garantite da

imprese

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

150

Valore

esposizioneEAD totale

Fattore

medio di

ponderazione

%

LGD media

ponderata (%)

Margini

inutilizzati

revocabili e

irrevocabili

EAD media

ponderata %

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 1.325 1.325 1,51% 13,29% 14 21,43%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 23.574 23.573 2,99% 20,88% 158 46,84%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 51.529 51.530 5,38% 17,29% 940 55,00%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 189.494 189.497 8,84% 13,76% 6.783 41,78%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 147.347 147.347 15,97% 16,26% 3.485 51,94%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 286.997 286.997 13,10% 9,27% 9.599 59,14%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 217.802 217.801 22,57% 12,79% 4.986 60,87%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 372.347 372.346 25,15% 10,09% 7.165 52,80%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 378.719 378.719 33,67% 8,80% 15.206 20,81%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 104.701 104.700 71,17% 12,61% 587 129,13%

Classe 11 - 100% 437.181 437.181 0,00% 30,18% 983 60,33%

Totali 2.211.016 2.211.016 49.906

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 268.619 268.618 2,06% 18,17% 2.980 16,24%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 450.442 450.442 3,35% 18,23% 4.285 8,26%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 6.751.461 6.777.102 3,76% 11,88% 111.999 16,03%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 34.530.919 34.634.672 6,96% 11,22% 218.803 38,77%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 8.673.944 8.691.815 10,37% 11,27% 138.949 33,90%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 13.428.684 13.444.559 16,68% 12,22% 214.390 33,43%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 3.042.722 3.046.801 26,45% 14,06% 59.539 40,64%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 4.039.547 4.042.724 34,74% 14,13% 60.199 50,35%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 4.040.376 4.045.250 52,11% 13,12% 40.572 54,64%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 4.026.495 4.032.439 62,93% 11,80% 15.476 37,18%

Classe 11 - 100% 6.321.231 6.321.234 0,00% 21,21% 10.318 58,06%

Totali 85.574.440 85.755.656 877.510

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 554.233 554.234 1,86% 73,23% 780.761 68,07%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 396.699 396.700 3,28% 72,64% 556.628 66,20%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.775.244 1.775.245 4,61% 58,06% 3.265.650 51,40%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 929.474 929.475 10,02% 54,51% 1.462.233 50,61%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 266.900 266.900 15,67% 54,03% 340.316 49,82%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 526.618 526.616 21,77% 51,70% 541.131 53,59%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 183.054 183.055 30,85% 51,24% 132.511 51,60%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 295.071 295.071 42,30% 50,81% 172.504 56,51%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 306.893 306.895 75,85% 52,23% 139.513 60,47%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 147.796 147.797 144,49% 52,02% 44.539 69,50%

Classe 11 - 100% 150.858 150.858 0,00% 82,24% 5.284 91,16%

Totali 5.532.840 5.532.846 7.441.070

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 2.497 2.497 5,17% 44,66% 2.593 51,52%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 3.194.530 3.194.530 6,03% 40,39% 4.029.767 0,33%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 3.921.550 3.921.552 12,27% 40,63% 3.099.677 1,18%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 3.823.826 3.823.830 20,99% 40,43% 2.606.287 5,32%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 4.822.882 4.822.883 34,79% 40,73% 2.611.900 3,68%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 387.640 387.639 39,65% 35,98% 270.396 52,57%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 3.339.754 3.339.753 58,77% 41,91% 1.448.872 5,01%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 2.901.157 2.901.156 59,37% 40,81% 1.110.554 7,66%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 3.426.762 3.426.761 67,91% 41,43% 935.778 7,80%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 2.005.703 2.005.703 101,49% 41,12% 399.201 7,56%

Classe 11 - 100% 9.954.622 9.519.455 0,00% 60,98% 139.833 3,96%

Totali 37.780.923 37.345.759 16.654.858

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 355.395 355.395 6,96% 57,96% 27.474 24,24%

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 388.740 388.740 10,78% 55,65% 31.897 26,97%

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.240.472 1.242.882 13,61% 39,19% 159.583 35,29%

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 2.529.870 2.534.828 21,23% 33,35% 248.241 47,89%

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 993.818 995.271 31,29% 35,76% 103.150 42,35%

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.989.212 1.990.788 45,89% 41,53% 208.852 47,88%

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 802.846 803.292 56,70% 43,37% 64.097 58,42%

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 1.372.182 1.372.414 71,37% 49,25% 106.853 56,74%

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 2.447.689 2.447.807 92,47% 56,40% 78.871 55,13%

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 950.026 950.471 103,44% 45,96% 20.447 71,82%

Classe 11 - 100% 1.814.029 1.814.026 0,00% 58,82% 14.466 76,84%

Totali 14.884.279 14.895.914 1.063.931

Esposizioni rotative al dettaglio

qualificate

Altre esposizioni al dettaglio: PMI

Altre esposizioni al dettaglio:

persone fisiche

Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato - Esposizioni al dettaglio

CLASSE DI ESPOSIZIONE Classe di merito creditizio

30.06.2011

Esposizioni garantite da immobili

residenziali: PMI

Esposizioni garantite da immobili

residenziali: persone fisiche

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

151

Raffronto tra stime e risultati effettivi

La valutazione delle performance dei sistemi di rating viene condotta annualmente mediante specifiche

attività di convalida svolte sui singoli parametri (PD, LGD ed EAD) dalle LEs e dalla Capogruppo. Le

recenti attività di backtesting effettuate sui diversi sistemi IRB del Gruppo hanno evidenziato una

soddisfacente capacità delle stime di discriminare i default, in diversi casi anche in virtù delle revisioni

apportate negli ultimi due anni. I test di verifica della capacità delle stime di prevedere correttamente i tassi

di default hanno in generale messo in luce un buon livello di allineamento tra PD stimate e dati empirici,

benché in taluni casi le analisi abbiano evidenziato uno scostamento tra tasso di default registrato

nell’ultimo anno e PD assegnata dal modello. Tale fenomeno è del tutto in linea con le aspettative in una

fase di recessione del ciclo economico, dato l’approccio di calibrazione dei modelli che àncora le stime alla

media dei tassi pluriennali di decadimento secondo quanto richiesto dalla normativa regolamentare. Per

quanto riguarda le stime di LGD, l' inclusione dei default più recenti in fase di ricalibrazione dei

modelli comporta un progressivo allineamento con i tassi di perdita osservati. Infine, i modelli di EAD

risultano ben calibrati, con una tendenza alla conservatività a causa del requisito normativo che non

permette di prevedere riduzioni nell’utilizzo tra il momento dell’osservazione e quello del default.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

152

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Tavola 8 – Tecniche di attenuazione delrischio (CRM)

Informativa qualitativa

Il gruppo UniCredit, in coerenza con quanto stabilito dalle “Convergenza internazionale della misurazione

del capitale e dei coefficienti patrimoniali” (Basilea II) in tema di tecniche di mitigazione del rischio di

credito (CRM), persegue il pieno soddisfacimento dei requisiti necessari per il riconoscimento, ai fini

prudenziali, dei diversi strumenti in relazione agli approcci adottati (Standardizzato o IRB di base - F-IRB

o IRB Avanzato - A-IRB).

A tal fine sono stati effettuati interventi e portati a compimento specifici progetti volti all’implementazione

della normativa interna di Gruppo e all’adeguamento dei processi e dei sistemi informativi. Tenuto conto

della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi, le implementazioni sono state eseguite nel

rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità.

Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo è rappresentato dalle special policies emanate in

materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità italiane) che contemplano il recepimento,

l’interpretazione e l’internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di

questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del

2006” e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento

"Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema

di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito diversi obiettivi:

favorire la gestione ottimale delle garanzie;

massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default;

ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di

CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da “Basilea II”;

definire regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle

garanzie reali e personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate

tipologie di garanzie.

Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non

devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.

Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del

debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria

per il rimborso dell’esposizione debitoria.

Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della

“certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in

essere tutte le azioni necessarie al fine di:

assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano

giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;

condurre sufficienti controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in

tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.

Le Entità devono, se necessario, ripetere detti controlli al fine di assicurare in via continuativa

l’opponibilità della garanzia per l'intera durata dell’esposizione creditizia sottostante. D’altro canto,

l’adeguatezza deve essere costantemente assicurata. Qualsiasi garanzia, a prescindere dalla tipologia,

può essere definita congrua qualora risulti adeguata rispetto all’entità ed all’articolazione dell’affidamento

e, limitatamente alle garanzie personali, non sussistano rilevanti rischi in capo al garante.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

154

In linea generale, le regole operative ed i relativi processi sono particolarmente rigorosi, al fine di

assicurare la perfezione formale e sostanziale della garanzia acquisita.

Le singole Entità realizzano attività di assessment sulla gestione delle garanzie e verifiche sulla

compliance delle tecniche di mitigazione del rischio in particolare nell’ambito dei processi di validazione

dei sistemi di rating interni, nonché in occasione delle attività connesse alla estensione progressiva dei

sistemi avanzati alle diverse Entità del Gruppo.

Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuoribilancio” con l’indicazione della misura in cui le Entità del Grupporicorrono alla compensazione

In generale le compensazioni in bilancio di crediti reciproci tra l'ente creditizio e la sua controparte

possono essere riconosciute come garanzie ammissibili, qualora siano giuridicamente valide ed opponibili

in tutte le giurisdizioni rilevanti, anche nel caso di insolvenza o di fallimento della controparte. Nello

specifico, gli accordi quadro di compensazione devono soddisfare almeno le seguenti condizioni

operative:

consentano la compensazione tra profitti e perdite sulle transazioni specificate nell’accordo

quadro, così che vi sia un unico ammontare netto dovuto da una parte all’altra;

soddisfino i requisiti minimi per il riconoscimento delle garanzie reali finanziarie (requisiti di

valutazione e di monitoraggio).

Le Entità del Gruppo possono utilizzare le compensazioni in bilancio solo se in grado di determinare in

ogni momento il valore netto della posizione (vale a dire quali attività e passività della controparte

rientrino nell’accordo di compensazione), monitorando e controllando debiti, crediti e valore netto.

Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali

Il gruppo UniCredit ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali al fine di assicurare un chiaro

ed efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a

mitigare il rischio di credito.

La valutazione della garanzia reale è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene

sottostante può essere ragionevolmente venduto (vale a dire il “valore equo” dello strumento finanziario

acquisito in pegno o dell’immobile posto a garanzia).

In particolare, per gli strumenti finanziari, i metodi di valutazione dipendono dalla loro tipologia:

titoli quotati su mercati di borsa ufficiali, sono valutati ai prezzi di mercato (nello specifico, si

considera il prezzo della più recente seduta di borsa);

titoli non quotati sui mercati di borsa ufficiali, sono valutati sulla base di stime coerenti del prezzo

che tengano conto dei dati del mercato;

quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono valutate al prezzo

corrispondente al valore giornaliero pubblicato dalla società di gestione per singola quota.

Il prezzo di mercato dei valori oggetto di pegno, deve essere rettificato, con applicazione di adeguati

scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quella valutaria, in conformità a quanto

disposto dai requisiti regolamentari di Basilea II.

In particolare, se la garanzia non è denominata nella valuta locale e/o se questa è diversa da quella del

credito garantito (disallineamento di valuta), deve essere applicato un ulteriore scarto.

Anche i disallineamenti di scadenza devono essere considerati nell’attività di valutazione della garanzia

per tenere conto del minor valore della copertura.

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I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono basati su scarti prudenziali sia predeterminati, sia stimati

internamente. L’approccio metodologico prevede che il valore della copertura sia stimato per singolo

strumento finanziario in base al suo valore di mercato (c.d. mark to market) con applicazione di uno

scarto che tenga conto della rischiosità intrinseca del medesimo in funzione dei differenti fattori

(rischiosità dei corsi, periodo di detenzione e rischio di liquidità).

Le principali Entità sono state dotate di uno strumento informatico per la rivalutazione automatica al

valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un

monitoraggio costante della garanzia.

Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, sono stati definiti ed implementati specifici

processi e procedure, al fine di assicurare la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente

ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, le

attività di monitoraggio e rivalutazione degli immobili sono gestite tramite sistemi automatici basati su

metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni.

Altre tipologie di garanzie reali (quali ad esempio il pegno su merci) sono soggetti, in fase di valutazione,

a specifici scarti prudenziali. L’attività di monitoraggio dipende dalle caratteristiche della garanzia stessa.

In generale, il pegno su merci viene gestito con la dovuta cautela.

Descrizione delle principali tipologie di garanzie reali accettate dalleEntità del Gruppo

Le garanzie reali assunte a supporto delle linee di credito erogate dalle Entità del Gruppo sono

rappresentate principalmente da garanzie ipotecarie residenziali e commerciali e dal pegno su strumenti

finanziari (che includono depositi di denaro, titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni d’investimento).

Meno rilevante è il ricorso ad altre tipologie quali il pegno merci, il pegno su crediti e le polizze

assicurative vita.

Ai fini del relativo riconoscimento per la mitigazione del rischio, tuttavia, rilevano il rispetto dei requisiti

generali previsti dalla normativa di vigilanza, e di quelli specifici per l’approccio adottato ai fini del calcolo

del requisito patrimoniale relativamente alla singola controparte/esposizione (Standardizzato, F-IRB,

IRB-A), in conformità a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico del Paese di appartenenza.

La Capogruppo fornisce specifiche linee guida per l’ammissibilità di ciascuna tipologia di garanzia e di

conseguenza ogni Entità è tenuta a definire la lista delle garanzie ammissibili, in conformità sia ai metodi

ed alle procedure di Gruppo, sia alla normativa di Vigilanza locale ed alle peculiarità del sistema giuridico

in essere nel Paese in cui opera.

Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivaticreditizi ed il loro merito di credito

Le garanzie personali vengono acquisite quali elementi complementari ed accessori alla concessione del

fido, per il quale l’elemento di mitigazione del rischio è rappresentato dalla fonte di rientro sussidiaria.

Esse rappresentano uno strumento particolarmente diffuso nell’ambito del Gruppo, con caratteristiche

differenziate nei diversi mercati di riferimento.

In particolare, risultano particolarmente rilevanti nel mercato italiano le garanzie personali rilasciate da

persone fisiche o da cointestazioni di persone fisiche. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è

coperto da garanzie personali fornite da altre persone giuridiche (generalmente la casa madre o società

appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore),oppure prestate da istituzioni finanziarie e

compagnie assicurative.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

156

Fornitori di protezione, ove la garanzia è rappresentata da derivati creditizi, sono principalmente banche e

controparti istituzionali.

La fattispecie dei garanti ammissibili dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità.In

particolare, nell’approccio Standardizzato esiste una lista ristretta di garanti ammissibili, di cui fanno parte

Stati sovrani e banche centrali, enti del settore pubblico ed enti territoriali, banche multilaterali di sviluppo,

intermediari vigilati ed imprese non finanziarie con rating esterno attribuito da un’ECAI riconosciuta,

associato ad una classe della scala di valutazione del merito di credito non inferiore a 2.

Nell’approccioIRB-A, ai fini del riconoscimento nel calcolo dei requisiti patrimoniali delle garanzie

personali, oltre al soddisfacimento dei requisiti minimi previsti, rileva anche la valutazione della qualità e

del merito creditizio del garante al momento dell’assunzione della protezione per tutta la sua durata.

Prima di acquisire una garanzia personale il garante/fornitore di protezione (o il venditore di protezione in

caso di “credit default swap”) deve essere valutato al fine di ponderarne la solvibilità ed il profilo di rischio.

L’effetto di copertura delle garanzie personali/derivati creditizi con finalità di garanzia dal rischio di credito

dipende sostanzialmente dal merito creditizio del garante e l’ammontare della concessione deve essere

ragionevolmente commisurato alla sua capacità di rimborso.

Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di creditonell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati

Esiste rischio di concentrazione quando la maggior parte degli strumenti finanziari acquisiti a garanzia dal

Gruppo (a livello di portafoglio) è rappresentata da una ristretta tipologia di garanzie reali, di strumenti di

protezione, ovvero quando è prestata da una ristretta cerchia di specifici garanti (intesi sia come unico

fornitore di protezione sia come settore di appartenenza) o quando vi è sproporzione nei volumi di

garanzie assunte.

Tale concentrazione viene monitorata e controllata dai seguenti processi/meccanismi:

in caso di garanzie personali/derivati creditizi è attribuito al garante/fornitore di protezione un

debito potenziale (in termini di rischio indiretto). Nella fase di istruttoria del credito, in capo al

garante viene posta una responsabilità aggiuntiva e sussidiaria il cui effetto si riflette

sull’esposizione complessiva ad esso riferita, calcolata e approvata in conformità al sistema di

deleghe interno a ciascuna Entità;

nel caso in cui il garante/fornitore di protezione, direttamente o indirettamente, sia una Banca

centrale o uno Stato sovrano, deve essere attribuito uno specifico limite di credito. Se il garante è

un soggetto estero, è necessario valutare, al caso, la definizione di un limite per il Paese di

appartenenza;

per tutte le tipologie di garanzie reali e personali, sia per il rischio di mercato sia per il rischio di

concentrazione, sono da implementare specifiche attività di monitoraggio e di reportistica a livello

consolidato.

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Informativa quantitativa

Tecniche di attenuazione del rischio - approccio standardizzato

Consistenze al 30.06.2011 Consistenze al 31.12.2010

Garanzie reali

finanziarieAltre garanzie

Garanzie personali

e derivati su crediti

Garanzie reali

finanziarieAltre garanzie

Garanzie personali

e derivati su crediti

Amministrazioni centrali e banche centrali 756.153 0 7.289.304 1.765.572 0 8.602.305

Intermediari vigilati 38.615.607 44.704 320.173 34.726.919 162.076 977.174

Enti territoriali 77.731 0 3.613.570 84.296 0 3.494.946

Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 108.632 0 1.889.926 182.398 0 1.595.530

Banche multilterali di sviluppo 1 0 1.177 1 0 1.697

Organismi internazionali 0 0 0 0 0 0

Imprese 7.180.185 163.976 2.466.134 6.569.141 459.345 3.331.484

Esposizioni al dettaglio 5.694.774 1.509 315.581 3.399.494 913 274.093

Esposizioni a breve termine verso imprese 73 0 6.906 91 0 11.520

Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 466.015 0 0 1 0 0

Esposizioni garantite da immobili 3.311.410 0 0 2.524.188 0 0

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1 0 1.095 1 0 1.090

Esposizioni scadute 700.050 2.043 10.755 185.322 4.515 14.191

Esposizioni ad alto rischio 1 0 0 1 0 0

Altre esposizioni 2 0 13.046 2 0 16.345

Totale 56.910.635 212.232 15.927.667 49.437.427 626.849 18.320.375

Esposizioni verso

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Tavola 9 – Rischio di controparte

Informativa qualitativa

Ruolo guida della Capogruppo

Nell’ambito del processo di misurazione e monitoraggio del rischio di controparte, alla Capogruppo

compete la responsabilità di definire le metodologie per la misurazione e la gestione dei rischi a livello di

gruppo, sviluppare il sistema di misurazione dei rischi per se stessa, definire la griglia di limiti operativi per

se stessa e le singole Entità ed assicurare il monitoraggio del profilo di rischio complessivo del Gruppo.

Si riporta nel prosieguo una breve descrizione dei processi di misurazione e controllo dei rischi all’interno

delle principali legal entities del Gruppo.

UniCredit Bank AG (ex HVB AG)

Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera

creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.

Il rischio di controparte è attualmente misurato e monitorato da un’unità indipendente di misurazione del

rischio, utilizzando un modello interno basato su un approccio di simulazione basata su serie storiche.

Sulla base di tale modello viene stimata, con un intervallo di confidenza al 99%, l’esposizione potenziale

futura delle operazioni in derivati OTC. Il modello tiene conto del beneficio di mitigazione dell’esposizione

al rischio riveniente dagli accordi di netting e collateral posti in essere con le diverse controparti.

Il monitoraggio delle posizioni a rischio avviene attraverso un sistema di limiti interni che distingue tra le

seguenti tipologie di rischio:

pre-settlement risk per le posizioni marginate attraverso collateral agreements;

pre-settlement risk per le posizioni non soggette a collateral agreements;

settlement risk.

L’esposizione al rischio di controparte è monitorata in tempo reale. L’ integrazione tra i sistemi di front

office ed i sistemi interni di misurazione dell’esposizione a rischio consente infatti il monitoraggio continuo

delle variazioni di esposizione creditizia riveniente dall’operatività in derivati.

Il wrong-way risk è considerato dalla politica sulle garanzie collaterali, la quale stabilisce che i titoli emessi

dalle controparti o da loro strette collegate non possono essere accettati come garanzia collaterale.

Un nuovo report che quantifica il potenziale di un rischio agguintivo di liquidità/collaterale è stato

introdotto per tutti i contratti in essere caratterizzati da Rating Trigger.

L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte, ivi inclusa l’assegnazione del rating

interno e l’inclusione delle garanzie fornite, è documentato in normative e regolamenti interni. Sia le sopra

descritte metodologie utilizzate per misurare il rischio di controparte sia il processo creditizio di

determinazione dei limiti per l’esposizione al rischio creditizio di controparte sono definiti da policy

specifiche. Il rischio di credito di controparte è parte integrante del processo di approvazione del credito.

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O PILASTRO DI BASILEA 2

UniCredit Bank Austria AG

Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera

creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.

L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità

indipendente nel Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio Monte Carlo

(il modello interno è compatibile con Basilea II) che stima l’esposizione potenziale futura, fornendo

indicatori di esposizione al rischio con cadenza giornaliera a livello di singola controparte, paese e

portafoglio.

Si riportano di seguito le principali misure di rischio prodotte per rischio di controparte pre-settlement:

esposizione corrente: costo di sostituzione che la banca dovrebbe sostenere in caso di default

della controparte, pari al valore positivo del mark-to-market delle transazioni in derivati;

esposizione potenziale futura: costo di sostituzione futuro derivante da possibili incrementi

dell’esposizione corrente causati da variazioni inattese dei fattori di rischio a cui la banca è

esposta (tassi di interesse, cambi, corsi azionari). Tale componente è stimata mediante

simulazioni basate sul modello Monte Carlo.

L’approccio Monte Carlo è utilizzato per la stima dell’esposizione potenziale pre-settlement delle principali

categorie di prodotto in posizione: derivati OTC, come ad esempio derivati su cambi, tassi di interesse,

azioni, prodotti creditizi e materie prime, nonché operazioni SFT, come ad esempio operazioni pronti

contro termine attive e passive o di prestito di titoli.

La metodologia Monte Carlo utilizzata comporta la totale rivalutazione di ogni singola transazione ad

intervalli temporali predefiniti. Il modello interno sviluppato è in grado di cogliere i benefici di mitigazione

derivanti da accordi di netting e collateral e di fornire efficaci misure interne di EAD (exposure at default) e

M (maturity effettiva), in coerenza con quanto previsto nell’ambito di Basilea II.

Negli accordi di garanzia si evita di definire importi, indipendenti o di soglia, che siano dipendenti da

rating. Di conseguenza, in caso di declassamento del merito di credito, non è necessario depositare

garanzie integrative.

L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte, ivi inclusa l’assegnazione del rating

interno e l’inclusione delle garanzie fornite, è documentato in normative e regolamenti interni. Sia le sopra

descritte metodologie utilizzate per misurare il rischio di controparte sia il processo creditizio di

determinazione dei limiti per l’esposizione al rischio creditizio di controparte sono definiti da policy

specifiche. Il rischio di credito di controparte è parte integrante del processo di approvazione del credito.

Il wrong-way risk viene presidiato in primo luogo tramite una “collateral policy” che prevede che i titoli

emessi dalla controparte o da entità ad essa strettamente connesse non possano essere accettati come

collateral. Il wrong-way risk delle operazioni collateralizzate viene inoltre calcolato direttamente dal

modello utilizzato per stimare l'esposizione potenziale. Se l'operazione comporta un wrong-way risk, il

valore del titolo viene automaticamente azzerato dal modello. Inoltre, non deve esistere alcuna

correlazione tra eventuali aumenti e decrementi del valore di mercato del derivato analizzato.

Il monitoraggio del rischio di controparte avviene attraverso un sistema di limiti definito per singola

controparte, paese e gruppo di prodotti ( titoli pre-settlement – derivati e operazioni SFT – strumenti di

mercato monetario). Inoltre, esistono linee di settlement per coprire il rischio di settlement delle posizioni

aperte. L’esposizione al rischio di controparte e le informazioni relative all’utilizzo delle linee di credito per

l’operatività in derivati vengono rese disponibili on line dal sistema di tesoreria centrale.

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UniCredit S.p.A.

Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera

creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.

Il wrong-way risk è considerato dalla politica sulle garanzie collaterali, la quale stabilisce che i titoli emessi

dalle controparti o da loro strette collegate non possono essere accettati come garanzia.

Almeno con cadenza annuale UniCredit S.p.A. quantifica le potenziali aggiuntive di garanzie/liquidità

necessarie delle emesse obbligazioni bancarie garantite nel caso di downgrade (declassamento del

rating creditizio).

L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte, ivi inclusa l’assegnazione del rating

interno l’inclusione delle garanzie fornite, è documentato in normative e regolamenti interni. Sia le sopra

descritte metodologie utilizzate per misurare il rischio di controparte sia il processo creditizio di

determinazione dei limiti per l’esposizione al rischio creditizio di controparte sono definiti da policy

specifiche. Il rischio di credito di controparte è parte integrante del processo di approvazione del credito.

Per gestire il rischio di controparte, le esposizioni vengono modellate sulla base dell’equivalente creditizio

dell’esposizione; analogamente i limiti vengono fissati e monitorati su tale base. La ponderazione

applicata al nozionale prende in considerazione la rischiosità specifica del prodotto.

Il monitoraggio continuo delle posizioni ha il fine di garantire che le attuali esposizioni rientrino nelle linee

di credito approvate.

I controlli vengono svolti come segue:

1. l’importo di ciascuna linea di credito e il livello di utilizzo sono disponibili nel sistema di front office

che viene automaticamente aggiornato scaricando i dati dal sistema di approvazione creditizia e

di front office, senza nessun intervento da parte dei trader;

2. controllo preventivo (ex ante), da parte dello staff di front office, sulla capienza della linea di

credito (controllo di linea);

3. controllo in tempo reale e ex post da parte dello staff addetto all’erogazione dei crediti (controllo

di linea);

4. conferma da parte del middle office e del back office (controllo di linea) dell’avvenuto

aggiornamento delle nuove linee e dei rinnovi.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Informativa quantitativa

Rischio di controparte - garanzie reali detenute

V A LOR E EA D A L V A LOR E EA D A L

3 0 .0 6 .2 0 11 3 1.12 .2 0 10

Approccio standardizzato

- contratti derivati 69.437 105.516

- operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine 45.997.548 40.383.622

R ISC HIO D I C ON T R OPA R T E - GA R A N Z IE R EA LI D ETEN U T E

Rischio di controparte

V A LOR E EA D A L V A LOR E EA D A L

3 0 .0 6 .2 0 11 3 1.12 .2 0 10

Aproccio standardizzato

- contratti derivati 7.144.719 7.170.250

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 9.021.091 3.584.579

- compensazione tra prodotti diversi 124.927 149.234

Approcci IRB

- contratti derivati 32.530.017 34.600.302

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 15.883.169 17.266.403

- compensazione tra prodotti diversi 883.860 1.560.100

R ISCHIO DI C ON TR OPA R TE

(migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 2.808.126.447 86.935.434 2.783.798.699 124.183.006

a) Opzioni 466.677.695 1.619.000 460.532.927 127.000

b) Sw ap 2.135.050.164 - 2.101.719.708 -

c) Forw ard 49.655.782 - 106.230.045 -

d) Futures 140.724 85.316.434 119.665 124.056.006

e) Altri 156.602.082 - 115.196.354 -

2. Titoli di capitale e indici azionari 93.068.681 55.695.733 87.522.480 53.743.814

a) Opzioni 76.932.002 50.430.564 67.574.121 49.068.627

b) Sw ap 15.167.000 - 19.464.522 -

c) Forw ard 51.437 - 4.688 -

d) Futures 90.853 5.265.048 30.079 4.675.064

e) Altri 827.389 121 449.070 123

3. Valute e oro 609.741.100 128.005 629.445.644 602.483

a) Opzioni 121.345.940 - 102.931.682 -

b) Sw ap 216.188.690 - 219.844.708 -

c) Forw ard 272.205.083 - 306.602.774 -

d) Futures - 128.005 - 602.483

e) Altri 1.387 - 66.480 -

4. Merci 4.582.846 1.542.000 3.028.501 1.491.426

5. Altri sottostanti 3.981.344 24.167 4.034.675 -

Totale 3.519.500.418 144.325.339 3.507.829.999 180.020.729

Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Consistenze al 31.12.2010Consistenze al 30.06.2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

163

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo - Di copertura (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 40.465.991 4.621.000 35.140.482 5.434.000

a) Opzioni 821.500 - 852.500 -

b) Sw ap 39.375.427 - 34.195.982 -

c) Forw ard 217.000 - 92.000 -

d) Futures - 4.621.000 - 5.434.000

e) Altri 52.064 - - -

2.Titoli di capitale e indici azionari 2.056.000 - 186.100 -

a) Opzioni 3.000 - 5.100 -

b) Sw ap 114.000 - 181.000 -

c) Forw ard - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri 1.939.000 - - -

3. Valute e oro 14.011.436 - 10.918.338 -

a) Opzioni 273.000 - - -

b) Sw ap 2.910.820 - 2.712.678 -

c) Forw ard 10.827.616 - 8.205.660 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 56.533.427 4.621.000 46.244.920 5.434.000

Consistenze al 30.06.2011 Consistenze al 31.12.2010

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo - Altri derivati (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 11.688.297 - 15.411.728 -

a) Opzioni 273.311 - 312.404 -

b) Sw ap 11.274.972 - 15.099.324 -

c) Forw ard 31.645 - - -

d) Futures - - - -

e) Altri 108.369 - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari 8.544.618 - 7.302.490 -

a) Opzioni 8.508.218 - 7.246.025 -

b) Sw ap - - - -

c) Forw ard - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri 36.400 - 56.465 -

3. Valute e oro 9.760.077 - 14.047.776 -

a) Opzioni 88.733 - 109.985 -

b) Sw ap 194.046 - 19.119 -

c) Forw ard 9.477.298 - 13.918.672 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci 15 - 658 -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 29.993.007 - 36.762.652 -

Consistenze al 30.06.2011 Consistenze al 31.12.2010

Attività sottostanti/Tipologie derivati

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

164

Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 68.073.977 1.943.839 83.049.274 2.449.833

a) Opzioni 11.920.697 1.942.747 14.200.064 2.448.950

b) Interest rate sw ap 45.416.865 - 56.634.161 -

c) Cross currency sw ap 6.170.989 - 6.700.636 -

d) Equity sw aps 204.000 - 248.006 -

e) Forw ard 4.217.680 - 5.076.456 -

f) Futures - 1.090 5.783 880

g) Altri 143.746 2 184.168 3

B. Portafoglio bancario - di copertura 630.869 - 640.521 -

a) Opzioni 3.000 - 3.000 -

b) Interest rate sw ap 342.730 - 361.719 -

c) Cross currency sw ap 70.829 - 75.658 -

d) Equity sw aps 8.000 - 18.000 -

e) Forw ard 68.310 - 182.144 -

f) Futures - - - -

g) Altri 138.000 - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati 106.330 - 156.847 -

a) Opzioni 2.139 - 1.798 -

b) Interest rate sw ap 4.785 - - -

c) Cross currency sw ap - - - -

d) Equity sw aps - - - -

e) Forw ard 87.187 - 135.067 -

f) Futures - - - -

g) Altri 12.219 - 19.982 -

Totale 68.811.176 1.943.839 83.846.642 2.449.833

Fair value positivo

Portafogli /Tipologie derivatiConsistenze al 30.06.2011 Consistenze al 31.12.2010

Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 66.750.131 3.749.138 81.831.298 4.160.908

a) Opzioni 12.857.429 3.749.132 15.348.324 4.160.908

b) Interest rate sw ap 42.456.206 - 53.150.207 -

c) Cross currency sw ap 7.188.061 - 7.820.710 -

d) Equity sw aps 276.000 - 287.000 -

e) Forw ard 3.660.558 - 4.733.109 -

f) Futures - 6 - -

g) Altri 311.877 - 491.948 -

B. Portafoglio bancario - di copertura 1.373.884 4.102 1.276.809 783

a) Opzioni 96.052 - 71.017 -

b) Interest rate sw ap 1.015.065 - 1.039.777 -

c) Cross currency sw ap 127.505 - 103.280 -

d) Equity sw aps - 4.102 5.000 783

e) Forw ard 135.262 - 57.735 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati 290.753 - 243.168 -

a) Opzioni 186.455 - 159.068 -

b) Interest rate sw ap 7.188 - 9.242 -

c) Cross currency sw ap 13.113 - 823 -

d) Equity sw aps - - - -

e) Forw ard 83.997 - 74.035 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 68.414.768 3.753.240 83.351.275 4.161.691

Fair value negativo

Portafogli / Tipologie derivatiConsistenze al 31.12.2010Consistenze al 30.06.2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

165

(migliaia di €)

Contratti non rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale 40.675 41.119.177 73.100.150 84.994.344 1.436.411 57.207.701 6.270.895

- fair value positivo 139 2.040.760 1.133.380 2.021.408 58.879 1.811.798 74.932

- fair value negativo - 746.342 1.558.209 1.841.769 15.114 217.748 7.315

- esposizione futura 154 359.716 627.024 900.635 10.482 460.002 18.988

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - 466.000 16.217.384 1.243.835 604.902 942.485 712.503

- fair value positivo - 8.000 144.189 38.282 5.000 77.111 11.911

- fair value negativo - 11.000 63.997 30.574 15.298 44.977 24.215

- esposizione futura - 32.000 1.123.188 86.222 46.196 58.975 15.099

3) Valute e oro

- valore nozionale 2.426.812 1.017.746 68.124.789 8.342.013 16.263 13.658.404 3.244.734

- fair value positivo 20.322 49.055 750.607 177.415 65 401.463 83.974

- fair value negativo 6.000 191.000 590.873 441.042 106 254.224 28.917

- esposizione futura 23.000 55.002 1.040.021 153.952 87 278.341 68.139

4) Altri valori

- valore nozionale - 42.000 2.977.291 839.629 - 686.331 118.767

- fair value positivo - - 28.268 5.000 - 147.422 812

- fair value negativo - 1.000 90.038 172.000 - 15.181 4.241

- esposizione futura - 3.000 250.628 90.000 - 74.469 264

Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per

controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 30.06.2011

(migliaia di €)

Contratti rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale 502.700 499.929 1.972.545.388 528.794.201 3.688.586 37.363.286 563.000

- fair value positivo 17.294 29.254 31.952.306 9.373.385 45.803 981.007 26.000

- fair value negativo 1.183 5.080 32.908.789 9.545.307 88.519 260.337 3.000

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - 48.325.000 23.176.000 946.572 434.000 -

- fair value positivo - - 3.944.000 2.041.000 1.000 2.000 -

- fair value negativo - - 4.404.000 1.978.000 29.569 3.000 -

3) Valute e oro

- valore nozionale 353.861 65.778 419.051.309 43.125.175 1.177.000 48.689.218 448.000

- fair value positivo 20.917 16.927 7.699.890 958.469 1.000 1.616.916 101.000

- fair value negativo 37.153 87 8.937.654 681.022 15.000 1.172.532 4.000

4) Altri valori

- valore nozionale - - 1.106.000 172.000 - 2.622.171 -

- fair value positivo - - 65.000 28.000 - 62.623 -

- fair value negativo - - 138.000 7.000 - 159.723 -

Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi

per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 30.06.2011

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

166

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale - 23.000 15.753.677 6.176.867 - 72.360 2.032.743

- fair value positivo - - 84.588 17.966 - - 763

- fair value negativo - 6.000 90.166 86.397 - 263 111.697

- esposizione futura - - 1.529.978 16.367 - 258 5.143

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - 2.177.288 50.960 - 50.919 8.204.451

- fair value positivo - - 138.000 887 - - 38

- fair value negativo - - 12.436 - - 887 164.936

- esposizione futura - - 977.244 4.079 - 8 673.527

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 16.489.794 - - 341.965 92.828

- fair value positivo - - 97.717 - - 39.516 13

- fair value negativo - - 253.197 - - 14.426 1.530

- esposizione futura - - 271.109 - - 55.020 1.352

4) Altri valori

- valore nozionale - 15 - - - - -

- fair value positivo - 451 - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti -

contratti non rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 30.06.2011

Contratti non rientranti in

accordi di compensazione

(migliaia di €)

Contratti rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale - - 26.030.563 1.385.000 - 680.078 -

- fair value positivo - - 168.756 44.000 - 46.455 -

- fair value negativo - - 701.887 30.000 - 83.561 -

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - - 114.000 - 3.000 -

- fair value positivo - - - 8.000 - 2.000 -

- fair value negativo - - - - - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 6.530.927 316.000 - - -

- fair value positivo - - 77.045 11.000 - - -

- fair value negativo - - 92.254 15.000 - - -

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario: - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti -

contratti rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 30.06.2011

Page 167: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

167

Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo (migliaia di €)

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

1. Acquisti di protezione

a) Credit default products 73.527.000 41.016.400 668.000 0

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return sw ap 185.000 - - -

d) Altri 1.880.000 212.000 5.000 1.000

Consistenze al 30.06.2011 75.592.000 41.228.400 673.000 1.000

Consistenze al 31.12.2010 77.286.500 50.825.400 1.014.412 270.695

2. Vendite di protezione

a) Credit default products 72.778.044 51.731.000 467.000 -

b) Credit spread products 195.512 - - -

c) Total rate of return sw ap 68.000 - - -

d) Altri 196.000 497.000 - -

Consistenze al 30.06.2011 73.237.556 52.228.000 467.000 -

Consistenze al 31.12.2010 77.946.506 62.140.000 570.000 -

Portafoglio di negoziazione di

vigilanza Portafoglio bancarioCategorie di operazioni

(migliaia di €)

Fair value positivo

Consistenze al

30.06.2011

Consistenze al

31.12.2010

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 3.483.784 3.977.578

a) Credit default products 3.382.596 3.951.588

b) Credit spread products 3.188 1.990

c) Total rate of return sw ap - -

d) Altri 98.000 24.000

B. Portafoglio bancario 41.000 39.000

a) Credit default products 41.000 39.000

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return sw ap - -

d) Altri - -

Totale 3.524.784 4.016.578

Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologie derivati

Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Consistenze al

30.06.2011

Consistenze al

31.12.2010

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 3.721.189 4.453.286

a) Credit default products 3.662.015 4.443.153

b) Credit spread products 174 133

c) Total rate of return sw ap - -

d) Altri 59.000 10.000

B. Portafoglio bancario 42.520 55.545

a) Credit default products 42.000 55.000

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return sw ap - -

d) Altri 520 545

Totale 3.763.709 4.508.831

Fair value negativo

Portafogli/Tipologie derivati

Page 168: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 ...€¦ · o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

168

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

Negoziazione di vigilanza

1) Acquisto protezione

- valore nozionale - - 2.454.400 2.598.000 - - -

- fair value positivo - - 99.302 10.000 - - -

- fair value negativo - - 25.000 58.000 - - -

- esposizione futura - - 145.027 252.000 - - -

2) Vendita protezione

- valore nozionale - - 1.741.107 7.031.533 - - 6.916

- fair value positivo - - 8.342 28.485 - - 361

- fair value negativo - - 39.174 70.015 - - -

- esposizione futura - - 124.000 695.005 - - -

Portafoglio bancario

1) Acquisto di protezione

- valore nozionale - - 1.000 11.000 - - 5.000

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - 520

2) Vendita di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

Contratti non rientranti in accordi

di compensazione

Consistenze al 30.06.2011

Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi

di compensazione

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

Negoziazione di vigilanza

1) Acquisto protezione

- valore nozionale - - 82.099.000 29.659.000 10.000 - -

- fair value positivo - - 1.608.294 738.000 3.000 - -

- fair value negativo - - 752.000 294.000 - - -

2) Vendita protezione

- valore nozionale - - 79.991.000 36.693.000 2.000 - -

- fair value positivo - - 664.000 324.000 - - -

- fair value negativo - - 1.789.000 694.000 - - -

Portafoglio bancario

1) Acquisto di protezione

- valore nozionale - - 483.000 174.000 - - -

- fair value positivo - - 29.000 12.000 - - -

- fair value negativo - - 2.000 1.000 - - -

2) Vendita di protezione

- valore nozionale - - 442.000 25.000 - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - 38.000 1.000 - - -

Contratti rientranti in accordi di

compensazione

Consistenze al 30.06.2011

Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti rientranti in accordi

di compensazione

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

169

Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti (migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie Altri soggetti

1) Accordi bilaterali derivati finanziari

- fair value positivo 36.876 39.604 1.279.845 107.215 11.566 580.753 -

- f air value negativo - 1.589 2.837.554 257.590 5.851 164.886 -

- esposizione futura 5.731 4.976 6.848.568 575.573 3.896 143.183 -

- rischio di controparte netto 42.607 44.580 8.075.713 683.688 15.462 723.936 -

2) Accordi bilaterali derivati creditizi

- fair value positivo - - 294 - - - -

- f air value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

- rischio di controparte netto - - 294 - - - -

3) Accordi “Cross product ”

- fair value positivo - 2.553 5.184.447 1.711.577 14.351 1.492.143 163.179

- f air value negativo 37.466 401 9.013.538 1.432.806 100.319 714.406 2.933

- esposizione futura 1.163 780 15.547.311 4.685.593 21.419 721.369 24.667

- rischio di controparte netto 1.163 3.333 17.375.055 5.184.449 23.969 2.200.413 187.846

Consistenze al 30.06.2011

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

170

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

171

Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione

Informativa qualitativa

Nell’ambito delle attività di cartolarizzazione il Gruppo opera sia come “originator” (cedente), sia come

“sponsor” (promotore) ed investitore secondo le definizioni previste da Basilea II e recepite dalla Circolare

263 della Banca d’Italia “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” del 27 dicembre 2006.

L’attività del Gruppo come originator prevede la cessione di portafogli di crediti iscritti nello stato patrimoniale

a società veicolo costituite nella forma di “società per la cartolarizzazione di crediti” ex lege 130/99 oppure

secondo analoghe strutture di diritto estero.

La società cessionaria finanzia l’acquisto dei portafogli attraverso l’emissione di titoli differenziati in

termini di subordinazione (seniority), retrocedendo al Gruppo l’ammontare incassato.

Il rendimento, nonché il rimborso, dei titoli emessi dalla società cessionaria è quindi dipendente, in via

principale, dai flussi di cassa del portafoglio oggetto di cessione.

A ulteriore garanzia dei sottoscrittori le transazioni possono prevedere particolari forme di supporto

creditizio, quali finanziamenti a esigibilità limitata, garanzie finanziarie, lettere di credito,

overcollateralisation, ecc.

Gli obiettivi per i quali il Gruppo effettua tali transazioni sono in generale i seguenti:

liberazione del capitale economico/regolamentare attraverso la realizzazione di operazioni che,

riducendo il livello di rischio di credito sostenuto, consentono di ridurre i requisiti patrimoniali

calcolati in base alle regole vigenti;

riduzione del costo del funding connesso alla possibilità di emettere titoli dotati di rating superiori

e, quindi, ad un tasso inferiore rispetto alle ordinarie emissioni senior;

creazione di titoli consegnabili a garanzia di pronti contro termine presso la Banca d’Italia e la

Banca Centrale Europea (counterbalancing capacity).

In particolare, il Gruppo pone in essere sia operazioni di cartolarizzazione tradizionale, che prevedono

l’effettiva cessione del portafoglio crediti alla società veicolo, sia operazioni di cartolarizzazione sintetica

che prevedono, attraverso la stipula di contratti di credit default swap, l’acquisto di protezione su tutto o parte

del rischio di credito sottostante al portafoglio crediti.

Il ricorso a queste tipologie di operazioni è comunque limitato. In proposito si segnala che l’ammontare di

finanziamenti oggetto di cartolarizzazione1, al netto delle operazioni per le quali il Gruppo ha acquistato la

totalità delle passività emesse dai veicoli (c.d. auto-cartolarizzazioni), è pari al 3,81% del portafoglio

crediti del Gruppo al 30 giugno 2011. Le operazioni di auto-cartolarizzazione, a loro volta, rappresentano

il 5,53% del portafoglio crediti.

Dal 2008, inoltre, è in essere un programma di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG) ai sensi

della citata legge italiana 130/99, in base al quale sono stati ceduti ad una SPE, appositamente costituita ed

inclusa nel gruppo bancario, mutui residenziali ipotecari a garanzia del programma citato. In tale ambito

sono state emesse sette tranche di OBG per un ammontare complessivo di 8,98 miliardi di euro, di cui 800

milioni ritenuti all’interno del Gruppo.

1 Ci si riferisce all’ammontare di crediti oggetto di cessione, anche sintetica, ma non cancellati dall’attivo di bilancio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

172

Al 30 giugno 2011 risultano altresì in essere analoghe Obbligazioni Bancarie Garantite ai sensi della

legislazione tedesca ed austriaca (Pfandbriefe) per un valore di bilancio di 40.531.000 migliaia, di cui

28.425.777 migliaia garantite da mutui ipotecari e 12.105.223 migliaia garantite da crediti verso il settore

pubblico.

Nel caso delle operazioni di cartolarizzazione tradizionale, il Gruppo mantiene sempre la “prima perdita”

sotto forma di titolo junior o di esposizione analoga, fornendo in alcuni casi ulteriori forme di supporto

creditizio, come sopra specificato. Tale operatività consente al Gruppo di beneficiare della parte del

rendimento del portafoglio crediti ceduto che eccede quanto corrisposto ai sottoscrittori dei titoli “senior” e

“mezzanine”.

Il mantenimento in capo al Gruppo del rischio di prima perdita e dell’associato rendimento, determina la

ritenzione della maggior parte dei rischi e dei rendimenti del portafoglio ceduto. Conseguentemente dette

operazioni sono rappresentate in bilancio come operazioni di finanziamento senza procedere né alla

rilevazione di utili da cessione né alla cancellazione del portafoglio crediti ceduto.

Eccezione a questa regola generale è costituita dalle operazioni per le quali il Gruppo, pur mantenendo la

maggior parte dei rischi e rendimenti del portafoglio sottostante, ha proceduto alla cancellazione dal

bilancio poiché antecedenti al 1 gennaio 2002. Infatti, in sede di prima applicazione dei principi contabili

internazionali (IAS/IFRS), si è, per le stesse, utilizzata la facoltà del principio contabile IFRS 1 che

consente di non reiscrivere le attività cedute antecedentemente al 1 Gennaio 2004, indipendentemente

dalla misura di rischi e rendimenti mantenuti.

Il Gruppo è inoltre attivo come sponsor di società veicolo che emettono commercial paper (cosiddetti

Asset Backed Commercial Paper Conduits) costituiti sia al fine di consentire alla clientela l’accesso al

mercato delle cartolarizzazioni (Multi seller Customer conduits) sia per finalità di arbitraggio (Arbitrage

conduits).

A partire dal dicembre 2007 tali società veicolo, pur non rientranti nel gruppo bancario, sono oggetto di

consolidamento.

L’operatività in Customer conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo bankruptcy

remote, ossia indipendenti da eventuali difficoltà finanziarie dell’originator, che acquistano in via diretta o

indiretta portafogli crediti originati da società terze esterne al Gruppo.

I portafogli crediti sottostanti le transazioni non sono acquistati direttamente dai conduits costituiti dal

Gruppo bensì da Società veicolo di secondo livello (c.d. purchase companies) a loro volta integralmente

finanziate dai conduits attraverso l’emissione di commercial paper e Medium Term Notes (MTN).

Le transazioni descritte sono poste in essere principalmente al fine di consentire alla clientela l’accesso al

mercato delle cartolarizzazioni e, quindi, di beneficiare di un costo del funding inferiore a quello da essi

conseguibile mediante raccolta diretta.

L’operatività in Arbitrage conduits, peraltro in corso di chiusura al 30 giugno 2011, prevede la costituzione

e la gestione di società veicolo che acquistano corporate bonds ad elevato rating, asset backed securities

e portafogli creditizi.

L’obiettivo è quello di acquisire un profitto derivante dalla differenza di rendimento fra le attività in

portafoglio, di norma aventi durata a medio/lungo termine, e i titoli a breve/medio termine emessi.

L’acquisto delle attività da parte dei conduits è finanziato attraverso l’emissione di commercial paper di

breve periodo e di titoli a medio termine (MTN).

Il pagamento delle cedole nonché il rimborso dei titoli emessi dal conduit è quindi dipendente sia dai flussi

di cassa del portafoglio di attività acquisite (rischio credito), sia dalla capacità del conduits di rinnovare la

provvista sul mercato alla scadenza dei titoli emessi (rischio liquidità).

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

173

Al fine di garantire il tempestivo rimborso dei titoli emessi dal conduit, le transazioni in oggetto sono

assistite da lettere di credito concesse per coprire il rischio di default sia di specifici attivi sia del

programma nel suo complesso.

I sottoscrittori sono ulteriormente garantiti da specifiche linee di liquidità che il conduit può utilizzare

qualora si trovi nelle condizioni di non riuscire a collocare nuovi commercial paper per rimborsare quelli in

scadenza, ad esempio per effetto di periodi di crisi dei mercati.

Le linee di liquidità concesse, tuttavia, non possono essere utilizzate per garantire il rimborso dei titoli

emessi dal conduit in caso di default delle attività sottostanti.

Nell’ambito del suo ruolo di sponsor, il Gruppo svolge attività di selezione dei portafogli di attivi acquistati

dai conduits o dalle purchase companies, così come attività di amministrazione e fornisce sia lettere di

credito sia linee di liquidità.

A fronte dell’attività descritta, il Gruppo incassa un flusso commissionale, oltre a beneficiare delle

differenze di rendimento fra gli attivi acquistati dal veicolo ed i titoli emessi.

A partire dalla seconda metà del 2007 si è determinata una significativa contrazione della domanda dei

titoli emessi dai conduits in esame da parte degli investitori, in conseguenza della quale il Gruppo ha

proceduto ad acquistare direttamente le commercial paper outstanding.

Tale situazione, dopo aver raggiunto il livello massimo a dicembre 2008 con un’esposizione per cassa di

5.268 milioni di euro, ha iniziato un trend di riduzione a partire dal 2009, attestandosi a 1.196 milioni di

euro al 30 giugno 2011.

Per effetto dell’attività svolta, il Gruppo sostiene la maggior parte dei rischi e beneficia dei rendimenti

associati all’attività dei conduits avendo altresì potere di governo degli stessi.

Conseguentemente, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 27 e dell’associata

interpretazione SIC 12, si è proceduto al consolidamento dei veicoli citati.

Rientrano nel perimetro di consolidamento gli ABCP conduits e alcuni dei veicoli di secondo livello che

soddisfano i requisiti per il consolidamento previsti dai principi contabili internazionali.

Ciò comporta l’iscrizione nel bilancio consolidato:

dei finanziamenti degli ABCP conduits nei confronti delle sottostanti purchase companies, nel

caso di veicoli di secondo livello non consolidati, oppure

direttamente delle attività detenute dalla purchase companies, per quelle oggetto di

consolidamento.

Si precisa altresì che, nel caso di purchase companies non consolidate, il bilancio consolidato comprende

comunque, nella sostanza, anche le attività iscritte nei libri di queste ultime, poiché tali purchase

companies sono integralmente finanziate dai conduits oggetto di consolidamento.

Accanto alle attività di originator e di sponsor, il Gruppo svolge anche quella di investitore in strumenti

strutturati di credito.

Tali esposizioni sono detenute principalmente dalla Divisione Corporate and Investment Banking (CIB) e da

UniCredit Bank Ireland Plc.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

174

Indicazione dei metodi per il calcolo degli importi delle esposizioni ponderati per il

rischio che la banca applica all’attività di cartolarizzazione.

Come da definizione di Banca d’Italia (Circolare 263), “a fini prudenziali per operazioni dicartolarizzazione si intendono le operazioni che riguardano una o più attività per le quali si realizzi lasegmentazione (tranching) del profilo di rischio di credito in due o più parti (tranches) che hannodifferente grado di subordinazione nel sopportare le perdite sulle attività cartolarizzate”.Le cartolarizzazioni producono effetti sulla situazione patrimoniale delle banche, sia che esse si ponganocome cedenti delle attività o dei rischi sia che assumano la veste di acquirenti dei titoli emessi dal veicoloo dei rischi di credito.In particolare, la banca cedente (originator), al verificarsi di determinate condizioni elencate nellanormativa, può escludere dal calcolo dei requisiti patrimoniali le attività cartolarizzate e, nel caso dibanche che adottano i metodi basati sui rating interni, le relative perdite attese.

Sono previsti diversi metodi di calcolo del valore ponderato delle posizioni verso la cartolarizzazione, lacui applicazione dipende dalla metodologia (standardizzata o basata sui rating interni) che la bancaavrebbe applicato alle relative attività cartolarizzate per determinare il requisito patrimoniale a fronte delrischio di credito.

Nel caso in cui la banca adotti il metodo standardizzato per il calcolo del requisito patrimoniale a frontedel rischio di credito, per le attività cartolarizzate cui si riferiscono le posizioni detenute verso lacartolarizzazione, l’importo ponderato per il rischio viene calcolato secondo un metodo che attribuisce, diregola, alle posizioni verso la cartolarizzazione una ponderazione che dipende dal rating attribuito da unaECAI.

Ove la banca adotti il metodo basato sui rating interni (IRB di base o avanzato) per il calcolo del requisitopatrimoniale a fronte del rischio di credito, essa calcola l’importo ponderato delle posizioni verso lacartolarizzazione secondo uno degli approcci di seguito indicati:

1. il primo (basato sui rating o Rating based approach, RBA) definisce le ponderazioni in base alrating esterno, alla numerosità delle attività cartolarizzate e alla seniority della posizione.

2. il secondo consente alle banche di calcolare il requisito patrimoniale per una determinata tranchedi cartolarizzazione, in assenza di rating esterno o desunto, mediante una apposita formularegolamentare (SFA).

Un trattamento specifico (approccio della valutazione interna - IAA) è previsto per le operazioni dicartolarizzazione che prevedono l’emissione da parte della società veicolo di asset-backed commercialpaper (ABCP).

Nel caso in cui le attività cartolarizzate fossero assoggettate in parte al metodo standardizzato e in parteal metodo IRB, la banca calcola il valore ponderato per il rischio delle connesse posizioni verso lacartolarizzazione in base all’approccio corrispondente alla quota di attività cartolarizzate prevalente nelcomplessivo portafoglio cartolarizzato.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

175

Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione delmerito di credito - External Credit Assessment Institution) edECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export CreditAgency) utilizzate nella metodologia standardizzata e deiportafogli in cui sono applicati i rating delle stesse.

Cartolarizzazioni

Portafogli ECA/ECAI

Posizioni verso lecartolarizzazioni aventi unrating a breve termine

Posizioni verso lecartolarizzazioni diverse daquelle aventi un rating abreve termine

- Fitch Ratings- Moody's Investor Services- Standard and Poor's RatingServices

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

176

Informativa quantitativa

Le seguenti tavole riportano la composizione del portafoglio crediti cartolarizzato non oggetto di

cancellazione da parte del Gruppo suddiviso per area geografica e qualità degli attivi, distinto tra

cartolarizzazioni tradizionali, al netto delle operazioni di auto-cartolarizzazione nelle quali il Gruppo ha

acquistato il complesso delle passività emesse dalle società veicolo, e sintetiche.

Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche

Italia Germania Austria Altri Paesi UEAltri Paesi Europa

(non UE)America Asia Resto del mondo Totale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 7.761.703 - - - - - - - 7.761.703

- Operazioni di leasing 2.358.963 - - - - - - - 2.358.963

- Crediti a piccole medie imprese - - - - - - - - -

- Crediti a imprese corporate 1.001 4.138.207 - 7.567 390 - - - 4.147.165

- Altro - - - - - - - - -

Totale 10.121.667 4.138.207 - 7.567 390 - - - 14.267.831

consistenze al 30.06.2011

Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche

Italia Germania Austria Altri Paesi UE

Altri Paesi

Europa

(non UE)

America AsiaResto del

mondoTotale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali - 3.384.833 - - - - - - 3.384.833

- Mutui ipotecari commerciali - 713.302 - 334 - - - - 713.636

- Crediti a piccole medie imprese 1.080.381 2.637.498 1.077.101 3.992 - - 12.965 - 4.811.937

- Crediti a imprese corporate 28.491 95.382 435.338 7.376 - - - - 566.587

- Altro - 350.610 5.326 - - - 14.883 - 370.819

Totale 1.108.872 7.181.625 1.517.765 11.702 - - 27.848 - 9.847.812

consistenze al 30.06.2011

Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo

Altre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 7.473.168 288.535 7.761.703

- Operazioni di leasing 2.047.247 311.716 2.358.963

- Crediti a piccole medie imprese -

- Crediti a imprese corporate 4.142.816 4.349 4.147.165

- Altro -

Totale 13.663.231 604.600 14.267.831

consistenze al 30.06.2011

Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo

Altre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali 3.321.960 62.873 3.384.833

- Mutui ipotecari commerciali 704.682 8.954 713.636

- Crediti a piccole medie imprese 4.528.922 283.015 4.811.937

- Crediti a imprese corporate 533.492 33.095 566.587

- Altro 362.277 8.542 370.819

Totale 9.451.333 396.479 9.847.812

consistenze al 30.06.2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

177

Come rilevato, le tavole inerenti alle operazioni di cartolarizzazione tradizionali riportano l’ammontare

delle attività cedute ma non oggetto di cancellazione dal bilancio per effetto del mantenimento in capo al

Gruppo della maggior parte dei rischi e rendimenti.

Su tali attività nel corso dell’esercizio sono state registrate riprese di valore nette per complessive 8.290

migliaia di euro.

Accanto a queste, esistono ulteriori esposizioni per 831.351 migliaia di euro, costituite da attività

deteriorate che sono state cancellate dal bilancio perché antecedenti al 1 gennaio 2002, secondo quanto

richiamato nell’informativa qualitativa.

L’ammontare complessivo delle esposizioni cartolarizzate da parte del Gruppo nell’ambito di operazioni di

cartolarizzazione tradizionale è quindi pari a 15.099.182 migliaia di euro.

Si segnala che, oltre alle esposizioni riportate, il Gruppo ha realizzato anche ulteriori operazioni

tradizionali su crediti performing nelle quali ha acquistato il complesso delle passività emesse dalle

società veicolo (auto-cartolarizzazioni) per un ammontare totale di attività sottostanti di 35.036.487

migliaia di euro.

La più recente di tali operazioni, Locat SV – Serie 2011 di complessivi 5.151 milioni avente come

sottostante contratti di leasing di beni immobiliari, strumentali ed autoveicoli, è stata realizzata nel corso

del primo semestre 2011 .

Le operazioni di cartolarizzazione tradizionali poste in essere dal Gruppo hanno per oggetto mutui

ipotecari residenziali originati in Italia, crediti ad imprese corporate originati in Germania ed operazioni di

leasing originate in Italia.

Le operazioni di cartolarizzazione sintetica hanno per oggetto principalmente mutui ipotecari residenziali

aventi controparti tedesche e finanziamenti a imprese corporate e Small Medium Entities originati in

Germania, Austria, Italia ed altri Paesi UE.

Si precisa che la diminuzione delle esposizioni per cassa relative ad operazioni non cancellate dal

bilancio a 3.589 milioni di giugno 2011 rispetto ai 4.172 milioni di dicembre 2010 è dovuta alla naturale

evoluzione delle posizioni in portafoglio.

Inoltre, la diminuzione delle esposizioni per cassa relative ad operazioni sintetiche a 6.417 milioni di

giugno 2011 rispetto ai 9.950 milioni di dicembre 2010 è per la maggior parte dovuta alla chiusura dell’

operazione Provide-A-2005-1 e per la rimanente parte è determinata dalla naturale evoluzione delle

restanti operazioni.

La qualità del portafoglio sottostante è costituita da attività in bonis per il 95,76% nel caso di operazioni di

cartolarizzazione tradizionale e per il 95,97% nel caso di operazioni sintetiche.

Si rileva infine che il Gruppo non ha originato cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui residenziali

statunitensi, né prime, né subprime o Alt-A.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

178

La seguente tavola riporta l’ammontare delle posizioni inerenti a cartolarizzazioni proprie o di terzi ripartito

in base al ruolo svolto dal Gruppo nonché alla tipologia di esposizione.

Esposizioni in Asset Backed Securities distinte per grado di subordinazione (migliaia di €)

consistenze al

31.12.2010

Tipologia di esposizione Senior Mezzanine Junior Totale Totale

Investimenti in cartolarizzazioni di proprie attività

(Originator)

Esposizioni per cassa oggetto di

integrale cancellazione dal bilancio 116.497 735.059 270.156 1.121.712 1.125.085

- CLO/CBO 116.497 - 53.285 169.782 168.918

- CLO / CBO altri 116.497 - 53.285 169.782 168.918

- Altre tipologie - 735.059 216.871 951.930 956.167

Garanzie rilasciate - 31.318 - 31.318 42.623

Linee di credito - 112.214 - 112.214 129.854

Esposizioni per cassa non cancellate

dal bilancio 2.374.352 246.500 968.391 3.589.243 4.172.491

- RMBS 1.165.838 55.500 457.247 1.678.585 1.750.357

- Prime 1.165.838 55.500 457.247 1.678.585 1.750.357

- CLO/CBO 904.240 124.200 74.685 1.103.125 1.530.358

- CLO / CBO altri 904.240 124.200 74.685 1.103.125 1.530.358

- Leasing 304.274 66.800 436.459 807.533 891.776

Garanzie rilasciate - - - - -

Linee di credito - - 30.220 30.220 30.220

Operazioni sintetiche 5.381.979 857.270 176.278 6.415.527 9.949.648

- RMBS 1.650.456 301.900 20.400 1.972.756 4.050.988

- Prime 1.650.456 301.900 20.400 1.972.756 4.050.988

- CLO/CBO 3.731.523 555.370 155.878 4.442.771 5.898.660

- CLO SME 659.120 285.236 149.075 1.093.431 5.595.576

- CLO / CBO altri 3.072.403 270.134 6.803 3.349.340 303.084

Garanzie rilasciate - - - - -

Linee di credito - - - - -

Conduit consolidati (Sponsor)

Esposizioni per cassa 1.195.619 - - 1.195.619 1.543.835

- ABCP 1.195.619 - - 1.195.619 1.543.835

Garanzie rilasciate - - - - -

Linee di credito 2.817.168 - - 2.817.168 2.076.619

Investimenti in cartolarizzazioni di terzi (Investitore)

Esposizioni per cassa 5.067.373 1.507.215 51.968 6.626.556 6.876.075

- RMBS 2.723.324 479.172 - 3.202.496 3.239.941

- Prime 2.514.027 363.601 - 2.877.628 2.897.408

- Subprime 3.081 1.254 4.335 16.084

- Nonconforming 206.216 114.317 - 320.533 326.449

- CMBS 786.971 306.405 - 1.093.376 1.193.174

- CDO 166.026 123.984 1 290.011 348.209

- CDO di ABS / CDO di CDO 1.497 30.022 1 31.520 46.710

- CDO Balance Sheet 135.685 - - 135.685 146.539

- CDO Market Value - - - - -

- CDO Preferred Stock - 53.567 - 53.567 65.393

- CDO Synthetic Arbitrage - - - -

- CRE CDO 17.910 7.949 - 25.859 29.744

- CDO altri 10.934 32.446 - 43.380 59.823

- CLO/CBO 679.939 473.669 28.122 1.181.730 1.052.902

- CLO SME 63.604 71.113 862 135.579 164.338

- CLO arbitrage/balance sheet 341.857 103.253 2.289 447.399 492.650

- CLO / CBO altri 274.478 299.303 24.971 598.752 395.914

- Crediti al consumo 185.298 10.170 - 195.468 291.919

- Carte di credito 360 - - 360 3.178

- Crediti per studio 74.664 50.392 4.002 129.058 126.884

- Leasing 92.095 38.245 - 130.340 139.041

- Altre tipologie 158.697 25.178 18.869 202.744 245.710

- Finanziamenti 199.999 - 974 200.973 235.117

Garanzie rilasciate - - - -

Linee di credito 75.207 354.189 - 429.396 453.789

consistenze al 30.06.2011

Nel caso delle esposizioni relativamente alle quali il Gruppo svolge il ruolo di investitore la tabella espone le

sole posizioni detenute nel portafoglio bancario, pari a 6.425.583 migliaia. Il portafoglio di negoziazione

comprende ulteriori posizioni per 587.567 migliaia.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

179

Le posizioni classificate nel banking book comprendono le esposizioni della specie riclassificate nel secondo

semestre 2008 e nel primo semestre 2009 a fini contabili e regolamentari, a seguito delle modifiche allo

IAS 39 recepite dalla Commissione Europea con il regolamento 1004/2008.

Sono stati infatti riclassificati la quasi totalità dei prodotti strutturati di credito dalle categorie “attività

finanziarie detenute per la negoziazione” ed “attività finanziarie disponibili per la vendita” alla voce “crediti

verso clientela” consentendo, in tal modo, di allineare la rappresentazione in bilancio di queste posizioni

alle modalità seguite per la loro gestione.

In particolare, le asset backed securities riclassificate hanno un valore di bilancio al 30 giugno 2011 di 5.304.294

migliaia ed un corrispondente fair value di 4.794.934 migliaia.

Nel seguito si riporta, secondo quanto previsto dalla Circ. Banca d’Italia n. 263 del 27/12/2006 (e successive

modificazioni), l’ammontare aggregato delle posizioni inerenti cartolarizzazioni proprie o di terzi, ripartite in

funzione delle fasce di ponderazione del rischio.

Metodologia standardizzata posizioni verso la cartolarizzazione

T rad iz io nale Sint et ica T rad iz io nale Sint et ica T rad iz io nale Sint et ica T rad iz io nale Sint et ica T rad iz io nale Sint et ica

Ponderazione 20% 79.306 0 856.456 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 50% 0 0 6.225 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 100% 25.322 0 31.136 0 0 0 0 354.189 0 0

Ponderazione 350% 0 0 1.617 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250%- con rat ing 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250%- privo di rat ing 6.014 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Look-through - second loss in ABCP 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Look-through - alt ro 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

T o t ale al 3 0 .0 6 .2 0 11 110 .6 4 2 0 8 9 5.4 3 4 0 0 0 0 3 54 .18 9 0 0

T o t ale al 3 1.12 .2 0 1012 6 .572 0 2 .6 74 .751 2 .2 54 10 .50 0 0 0 3 6 3 .12 1 0 0

T ip o cart o lariz zaz io ne T ip o cart o larizz az io ne

Originat o r

T ip o car t o lar izzaz io ne T ip o cart o larizzaz io ne

Co nsist enze al 3 0 .0 6 .2 0 11

F A SC E D I PON D ERA Z ION E

D EL RISC HIO

A t t ivit à d i r ischio p er cassa A t t ivit à d i r ischio f uo r i bi lancio

T ip o cart o larizzaz io ne

Orig inat o r Invest i t o reInvest i t o re

C lauso le d i r imb o rso

ant icip at o

Or ig inat o r

Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica

Ponderazione 6-10% 905.738 4.702.417 3.268.116 36.159 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 12-18% 8.253 289.850 1.276.839 32.480 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 20-35% 4.514 192.136 1.384.449 59.908 0 0 413.922 0 0 0

Ponderazione 50-75% 785 40.024 396.629 25.300 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 100% 0 0 224.271 1.558 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 250% 0 0 110.007 2.005 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 425% 0 17.232 75.044 5.962 0 0 75.208 0 0 0

Ponderazione 650% 0 20.105 28.369 9.835 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - con rating 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - privo di rating 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Non classificabile 0 0 96.695 0 0 0 3.609.244 0 0 0

Totale al 31.06.2011 919.290 5.261.764 6.860.419 173.207 0 0 4.098.374 0 0 0

Totale al 31.12.2010 1.012.603 7.925.900 7.084.113 185.178 0 0 3.722.347 0 0 0

Metodologia basata sui rating interni: posizioni verso la cartolarizzazione

Tipo cartolarizzazione

Originator InvestitoreInvestitore OriginatorFASCE DI PONDERAZIONE DEL RISCHIO

Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazioneTipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione

Originator

Consistenze al 30.06.2011

Clausole di rimborso anticipato

Dal patrimonio di vigilanza sono state dedotte attività cartolarizzate per un totale di 578.590 migliaia.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

180

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

181

Tavola 11 – Rischi di mercato:informazioni per le banche che utilizzanoil metodo dei modelli interni per il rischiodi posizione, per il rischio di cambio e peril rischio di posizione in merci (IMA)

Informativa qualitativa

Modello interno per rischio di prezzo, tasso di interesse ecambio del portafoglio di negoziazione di vigilanza

All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal gruppo UniCredit

nell’ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi,

regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli,

pricing e disamina dei modelli di rischio.

Il dipartimento Group Trading Risks è specificamente chiamato a garantire che principi, regole e processi

siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi paesi in cui

vengono applicati.

Il principale strumento utilizzato dal gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle

posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica.

Il metodo della simulazione storica prevede la rivalutazione giornaliera delle posizioni sulla base

dell’andamento dei prezzi di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione. La

distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti

estremi del mercato sui portafogli. Il valore della distribuzione al percentile corrispondente all’intervallo di

confidenza fissato, rappresenta la misura di VaR. I parametri utilizzati per il calcolo del VaR sono i

seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; aggiornamento giornaliero

delle serie storiche; periodo di osservazione di 500 giorni. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1 giorno

consente un confronto immediato con gli utili/perdite realizzati.

Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, è stato autorizzato l’utilizzo completo del metodo dei modelli

interni basato sul VaR per UCB AG e BA AG. Nelle funzioni di calcolo del capitale, UniCredit si avvale

invece del metodo standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali relativi alle posizioni di

negoziazione relative alla Capogruppo, a UCI Ireland e a Bank Pekao. Nell’ottica della progressiva

estensione del metodo dei modelli interni a tutte le società del Gruppo, il VaR è tuttavia già utilizzato per

la gestione del rischi di mercato anche in queste ultime società. Il metodo di misurazione standardizzato

viene inoltre applicato al calcolo dei coefficienti patrimoniali di copertura del rischio di detenzione

dell’esposizione di banking book in valute estere per le controllate che non conducono attività di trading.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

182

A prescindere dall’utilizzo nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, i modelli interni

vengono applicati a tutte le posizioni ricomprese nel portafoglio di negoziazione al fine di condurre una

verifica a posteriori (c.d. “back testing”), tramite la comparazione costante delle misure VaR giornaliere

della banca con i profitti o le perdite giornalieri successivi. Tale verifica consiste nel confrontare la perdita

attesa stimata con i dati di clean P&L, ovvero le variazioni simulate nel valore di portafoglio che si

riscontrerebbero nel caso in cui le posizioni in chiusura di giornata rimanessero invariate.

I portafogli di negoziazione sono sottoposti a Stress test in base a un’ampia serie di scenari a fini di

managerial reporting, descritti in un paragrafo dedicato di seguito. A seconda delle normative nazionali,

alcuni scenari pertinenti sono inoltre oggetto di rendicontazione regolamentare trimestrale. Vengono

inoltre considerate misure di rischio sostitutive, vale a dire sensitivity, scenari di stress definiti o

l’indicazione di importi nominali, che vengono incluse nella rendicontazione regolamentare al fine di

consentire la stima di rischi non coperti dalla simulazione VaR del modello interno UCB AG Group.

Per ciò che riguarda le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”), si è

deciso di affidare alle singole legal entity le modalità con cui effettuare tali prove di stress. A livello

complessivo, tuttavia, è stato individuato un set di scenari, comuni a tutte le realtà appartenenti al

Gruppo, da applicare congiuntamente alla totalità delle posizioni, per verificare mensilmente l’impatto

potenziale che tali scenari potrebbero avere sul portafoglio di negoziazione globale.

Vengono di seguito riportati i dati di VaR relativamente all’intero complesso dei rischi di mercato riferibili

al portafoglio di negoziazione. Si consideri che per BA Group e UCB AG tutti i valori riportati sono

calcolati con il nuovo Modello Interno.

Nell’aggregare i vari profili di rischio delle diverse unità di risk taking che compongono il Gruppo, nel

calcolo della rischiosità complessiva è stata trascurata - per ragioni di tipo prudenziale - la diversificazione

riveniente dalle posizioni di società appartenenti al Gruppo le quali adottano differenti modelli interni.

La tabella seguente illustra il VaR per il rischio complessivo del portafoglio di negoziazione. Come

spiegato il gruppo UniCredit utilizza un modello interno di tipo VaR a fini di controllo del rischio di mercato

derivante dal portafoglio di negoziazione. Il VaR è una metrica unica e consente pertanto una

quantificazione complessiva del rischio di mercato, rendendo superflua una scomposizione dello stesso

nelle componenti di rischio di tasso di interesse, rischio di prezzo e rischio di cambio.

Rischiosità del portafoglio di negoziazione

30 Giugno 2011

VaR giornaliero portafoglio di negoziazione (milioni di euro)

201030.06.2011 MEDIA MASSIMO MINIMO MEDIA

UniCredit Spa 2,8 2,3 3,9 1,1 2,6UCI - Irlanda 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2Fineco Bank 0,3 0,2 0,3 0,1 0,2Bank Pekao SA 0,8 0,6 0,9 0,4 0,8BA Group 5,4 11,4 15,1 5,4 10,4UCB AG 25,7 23,5 34,8 16,8 26,8

Totale UniCredit Group (1)34,3 38,2 49,2 31,3 41,0

(1) Il VaR totale è la somma dei valori di VaR individuali, senza prendere in considerazione alcun effetto di diversificazione tra i membri del gruppo

2011

Al fine di assicurare che il valore applicato a ciascuna posizione nel portafoglio di negoziazione rifletta in

modo appropriato il valore di mercato corrente,è implementata la procedura di Independent Price

Verification (ovvero la Verifica Indipendente dei Prezzi). In tale processo, i prezzi di mercato o i dati

d’ingresso dei modelli vengono regolarmente verificati quanto ad accuratezza ed indipendenza.

Nel caso in cui non siano disponibili fonti indipendenti per i prezzi o le fonti siano maggiormente

soggettive, sono applicate delle misure prudenziali quali le rettifiche di valore, che tengono conto di costi

di chiusura, minore liquidità del mercato e, dove applicabile, il rischio di modello.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

183

Evoluzioni del rischio

Nel primo semestre 2011 l’esposizione al rischio di mercato del gruppo UniCredit è rimasta relativamente

stabile, sebbene si sia riscontrata una certa ripresa della volatilità dei credit spread che ancora

costituiscono il principale fattore di rischio caratterizzante l’intera esposizione. La volatilità ha riguardato

peraltro anche gli altri fattori di rischio (tassi d’interesse, corsi azionari e tassi di cambio). Allo stesso

tempo è proseguita la strategia di graduale riduzione dell’esposizione sui portafogli di attività c.d. “non

core” in linea con gli obiettivi fissati.

Si riportano, inoltre, i grafici con le analisi di back-testing relativi ai rischi di mercato del portafoglio di

negoziazione, nei quali i dati di VaR degli ultimi dodici mesi sono confrontati con i risultati di “profit and

loss” per ciascuna principale unità “risk-taker”:

UCB AG

-100

-90

-80

-70

-60

-50

-40

-30

-20

-10

-

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

20

10

-07-0

1

20

10

-07-2

9

20

10

-08-2

6

20

10

-09-2

3

20

10

-10-2

1

20

10

-11-1

8

20

10

-12-1

6

20

11

-01-1

3

20

11

-02-1

0

20

11

-03-1

0

20

11

-04-0

7

20

11

-05-0

5

20

11

-06-0

2

20

11

-06-3

0

P&L UCB AG VaR

In UCB AG non si sono verificati sconfinamenti nel primo semestre 2011.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

184

BA AG

-60

-50

-40

-30

-20

-10

-

10

20

30

40

50

60

20

10

-07

-01

20

10

-07

-22

20

10

-08

-12

20

10

-09

-02

20

10

-09

-23

20

10

-10

-14

20

10

-11

-04

20

10

-11

-25

20

10

-12

-16

20

11

-01

-06

20

11

-01

-27

20

11

-02

-17

20

11

-03

-10

20

11

-03

-31

20

11

-04

-21

20

11

-05

-12

20

11

-06

-02

20

11

-06

-23

P&L BA Group's VaR

In BA AG non si sono verificati sconfinamenti nel primo semestre 2011.

Rischio di tasso di interesse - Portafoglio di negoziazione divigilanza

Aspetti generali

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio di negoziazione deriva da posizioni finanziarie assunte

dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie

assegnati. A prescindere dall’utilizzo dei modelli interni nel calcolo dei requisiti patrimoniali, le posizioni di

rischio nel Gruppo sono monitorate e soggette a limiti attribuiti ai portafogli sulla base delle responsabilità

manageriali e non puramente su criteri regolamentari.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio chel’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto nelparagrafo introduttivo riguardo ai modelli interni.

Il Gruppo procede con periodicità settimanale al calcolo di sensitivity analysis, intesa come effetto di

conto economico conseguente alla variazione di valore di singoli fattori di rischio o di più fattori di rischio

dello stesso tipo. Questa analisi è condotta sull’intero portafoglio della divisione CIB (portafoglio di

negoziazione e portafoglio bancario), in quanto racchiude la porzione significativa del portafoglio di

negoziazione ed è soggetto alle maggiori variazioni nel corso dell’anno. I risultati sono riportati al top

management su base settimanale.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

185

In aggiunta alla sensitivity degli strumenti finanziari rispetto alle variazioni del fattore di rischio sottostante

si procede altresì al calcolo della sensitivity rispetto alla volatilità di tassi di interesse ipotizzando, in

particolare, una variazione negativa del 30% e positiva del 50% delle curve o matrici di volatilità.

Sensitivity ai tassi di interesse

La sensitivity ai tassi di interesse è calcolata ipotizzando sia movimenti paralleli (“parallel shift”) dellecurve di tasso, sia variazioni della relativa inclinazione.Per quanto riguarda i movimenti paralleli si analizzano gli effetti conseguenti a movimenti delle principalicurve per ±1pb/±10pb/±100pb.

Ad uno spostamento della curva di 1pb, viene calcolata la sensitivity in corrispondenza di diversi time-bucket.Per quanto riguarda le variazioni nell'inclinazione delle curve dei tassi, si riporta la sensitivity a variazionidelle stesse sia in senso orario (“clockwise turning” - Turn CW ), rappresentativa di un incremento deitassi a breve termine e di una contemporanea diminuzione di quelli a lungo termine, sia in sensoantiorario (“counter-clockwise turning” - Turn CCW ), rappresentativa di una diminuzione dei tassi a brevee di un corrispondente incremento di quelli a lungo termine.

In particolare, la rotazione oraria e anti-oraria attualmente implementata prevede rispettivamente leseguenti variazioni in termini assoluti:

+50pb/-50pb in corrispondenza del bucket a 1 giorno;

0pb in corrispondenza del bucket a 1 anno;

-50pb/+50pb in corrispondenza del bucket a 30 anni e oltre;

per bucket compresi tra quelli indicati, lo spostamento da applicare è ricavato per interpolazione

lineare.

Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Aspetti generali

In analogia con quanto già descritto in precedenza, la rischiosità di prezzo riferita ad azioni, commodity,

OICR e relativi prodotti derivati presenti nel portafoglio di negoziazione, origina da posizioni assunte dai

centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie assegnati.

Il rischio di prezzo derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con

strategie sia direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati

regolamentati e OTC e il ricorso al security lending. Strategie di trading di volatilità sono perseguite

utilizzando prodotti opzionali e derivati complessi.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che

l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto nel

paragrafo introduttivo riguardo ai modelli interni. L’analisi di sensitivity è condotta sull’intero portafoglio

della divisione CIB (portafoglio di negoziazione e portafoglio bancario), in quanto racchiude la porzione

significativa del portafoglio di negoziazione ed è soggetto alle maggiori variazioni nel corso dell’anno.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

186

Sensitivity ai corsi azionari

La sensitivity rispetto ai corsi azionari è espressa in due modalità:

come “Delta cash-equivalent”, ovvero come controvalore in euro della quantità di sottostante che

esporrebbe la banca allo stesso rischio derivante dal portafoglio reale;

come risultato economico derivante dall’aumento e diminuzione dei prezzi spot del 1%, 5%, 10%

e 20%.

Il Delta cash equivalent ed il Delta 1% (ovvero l’impatto economico risultante dall’aumento dei prezzi spot

dell’1%) sono calcolati sia dettagliatamente per regione geografica (immaginando che tutti i mercati

azionari appartenenti a ciascuna regione siano perfettamente correlati) sia per totale (assumendo

pertanto una perfetta correlazione fra tutti i mercati azionari). Le sensitivity rispetto a variazioni del 5%,

10% e 20% sono calcolate esclusivamente per totale.

Il Gruppo procede altresì al calcolo della sensitivity rispetto alla volatilità delle equity ipotizzando, in

particolare, una variazione negativa del 30% e positiva del 50% delle curve o matrici di volatilità.

In aggiunta si procede anche al calcolo della sensitivity ai prezzi delle materie prime secondo i criteri

sopra indicati. Quest’ultima, considerata la secondarietà dell’esposizione rispetto a quella verso le altre

tipologie di rischio, è articolata in un’unica categoria.

Rischio di prezzo - Portafoglio bancario

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione delrischio

Il rischio di prezzo del portafoglio bancario origina principalmente dalle partecipazioni detenute dalla

Capogruppo e dalle sue controllate con finalità di stabile investimento, nonché dalle quote di OICR non

comprese nel portafoglio di negoziazione in quanto detenute anch’esse con finalità di stabile

investimento. Nell’assessment del più complessivo portafoglio bancario, anche questo tipo di rischio è

tenuto in considerazione.

Rischio di cambio - Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione delrischio

In analogia con quanto già descritto in precedenza, il rischio relativo ai tassi di cambio e relativi prodotti

derivati presenti nel portafoglio di negoziazione, origina da posizioni assunte dai centri specialistici di

detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie assegnati.

Il rischio derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con strategie sia

direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati regolamentati.

Strategie di trading di volatilità sono perseguite utilizzando prodotti opzionali.

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che

l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto nel

paragrafo introduttivo riguardo ai modelli interni. L’analisi di sensitività è condotta sull’intero portafoglio

della divisione CIB (portafoglio di negoziazione e portafoglio bancario), in quanto racchiude la porzione

significativa del portafoglio di negoziazione ed è soggetto alle maggiori variazioni nel corso dell’anno.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

187

Sensitivity ai tassi di cambio

La sensitivity rispetto al tasso di cambio valuta l’impatto economico risultante dall’apprezzamento e

deprezzamento del 1%, 5% e del 10% di ciascuna valuta rispetto a tutte le altre. L’esposizione verso le

diverse valute viene anche espressa come “Delta cash equivalent” in euro: questa rappresenta il

controvalore in Euro della somma in valuta che esporrebbe allo stesso rischio di cambio derivante dal

portafoglio reale.

Il Gruppo procede altresì al calcolo della sensitivity rispetto alla volatilità dei tassi di cambio ipotizzando,

in particolare, una variazione negativa del 30% e positiva del 50% delle curve o matrici di volatilità.

Rischio di cambio - Portafoglio bancario

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione delrischio

Il rischio di cambio in UniCredit origina sia dalla presenza nel Gruppo di banche che operano in aree

valutarie diverse dall’Area Euro, sia da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di

mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati.

In questo secondo caso, il rischio di cambio origina da attività in valuta svolta mediante la negoziazione di

vari strumenti di mercato e viene costantemente monitorato e misurato utilizzando i modelli interni

sviluppati dalle società che compongono il gruppo. Tali modelli vengono inoltre utilizzati nel calcolo dei

requisiti patrimoniali sui rischi di mercato a fronte dell’esposizione a tale tipologia di rischio.

Attività di copertura del rischio di cambio

Il Gruppo attua una politica di copertura economica sia degli utili che dei dividendi provenienti dalle

controllate non appartenenti all’area euro. Nell’implementazione di tali strategie si considerano le

condizioni di mercato.

Rischio di Credit Spread – Portafoglio di negoziazione divigilanza

Aspetti generali

In analogia con quanto già descritto in precedenza, il rischio relativo ai credit spreads e relativi prodotti

derivati presenti nel portafoglio di negoziazione e nel portafoglio bancario, origina da posizioni assunte

dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie

assegnati.

Il rischio derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con strategie sia

direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati regolamentati ed OTC.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

188

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che

l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto nel

paragrafo introduttivo riguardo ai modelli interni. L’analisi di sensitività è condotta sull’intero portafoglio

della divisione CIB (portafoglio di negoziazione e portafoglio bancario), in quanto racchiude la porzione

significativa del portafoglio di negoziazione ed è soggetto alle maggiori variazioni nel corso dell’anno.

Sensitivity ai Credit Spread

Le sensitivity ai credit spread sono calcolate ipotizzando un peggioramento del merito di credito risultante

in un movimento parallelo delle curve di credit spread per +1pb/+10pb/+100pb.

Tali sensitivity sono calcolate sia a livello complessivo, ipotizzando un movimento parallelo di tutte le

curve di credit spread sia in corrispondenza di specifiche classi di rating e di settori economici.

In aggiunta a quanto descritto, si procede altresì a calcolare la sensitivity risultante da un peggioramento

del merito di credito (nel caso della variazione di +50% relativo) e da un miglioramento del merito di

credito (nel caso della variazione di -50% relativo); in questo caso, anche la forma delle curve di credit

spread risulta modificata, dal momento che la variazione assoluta degli spread più ampi risulterà

maggiore della variazione assoluta degli spread più bassi.

Stress test

Gli Stress test integrano i risultati dell’analisi di sensitività e di VaR nell’ottica di valutare i rischi potenzialiin un modo diverso. Lo stress test esegue la valutazione di un portafoglio in riferimento sia a scenarisemplici (in cui si ipotizza una variazione in singoli fattori di rischio) sia a scenari complessi (nei quali siprefigurano variazioni simultanee in più fattori di rischio).

Qui si riportano la descrizione degli scenari complessi, che integrano la variazione dei fattori di rischio di

tasso di interesse, rischio di prezzo, rischio di cambio e rischio di credit spread. Per la descrizione degli

scenari semplici, fare riferimento ai paragrafi precedenti. Per quanto attiene agli scenari complessi,

all’intero portafoglio CIB sono stati finora mensilmente applicati diversi scenari i cui risultati vengono di

volta in volta comunicati al top management. Inoltre una serie di nuovi scenari sono stati definiti come

parte dello stress test di Gruppo e sono applicati all’intero portafoglio di negoziazione.

Scenario “Greece Default”

Lo scenario Greece Default è stato introdotto all’inizio del 2010 come conseguenza delle crescentipreoccupazioni circa la prospettiva che la crisi greca possa portare ad un default del debito sovranoGreco. Come conseguenza di tale default, si ipotizza che l’impatto negativo sia maggiore sul debitosovrano dei paesi periferici europei rispetto ad altri paesi UE. Si valuta che i paesi maggiormente sottopressione sarebbero i paesi dell’area CEE e la Turchia. Si prevede, inoltre, un flight-to-quality verso ildebito della Germania e degli Stati Uniti. Per tenere conto della bassa liquidità nel mercato l’orizzontetemporale di questo scenario è stato esteso fino a coprire un intero trimestre.In termini di variabili macro-economiche questo scenario assume:

un deterioramento generale dei credit spread indipendentemente dal rating e dal settore, conparticolare sofferenza nel caso dei ratings più bassi;

un crollo dei mercati azionari europei; tale evento si combinerebbe con un aumento dellevolatilità dei titoli azionari. Si prevede invece un leggero aumento di valore del mercato USA;

irripidimento della curva dei tassi di interesse USD e simultaneo appiattimento della curva EUR.Si assume in questo scenario un aumento delle volatilità dei tassi di interesse;

un apprezzamento dell’USD soprattutto nei confronti dell’EUR.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

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Scenario “Sovereign Debt Tension”

In questo scenario, introdotto nel Giugno 2010, si ipotizza l’avvio di un processo di escalation di crisi del

debito sovrano. In alcuni paesi europei (ad esempio Spagna), le preoccupazioni circa la vulnerabilità delle

banche e la solvibilità del governo potrebbero alimentarsi a vicenda in una combinazione potenzialmente

esplosiva. A livello dell’eurozona, lo stress sul mercato del debito sovrano dei paesi cosiddetti “periferici”

costituisce una minaccia sui bilanci di molte banche in altri paesi europei. In tale scenario, la crisi del

debito sovrano dell’UME avrebbe, allo stesso tempo, effetti a cascata sull’economia USA e la flight-to-

quality porterebbe ad una corsa verso i bond su entrambe le sponde dell’Atlantico. In termini delle

variabili dei marcati finanziari, questo scenario assume:

credit spread: per i titoli governativi la maggiore avversione al rischio implicherebbe per gli

emittenti core un restringimento degli spread rispetto ai tassi swap, mentre i paesi periferici

dell’UE sarebbero sottoposti ad una notevole pressione, con conseguente allargamento degli

spread. In generale, i credit spread s’impennerebbero fino ai livelli sperimentati durante la crisi

Lehman, con particolare sofferenza da parte dei titoli finanziari;

un crollo dei mercati azionari mondiali; tale evento si combinerebbe con un aumento delle

volatilità dei titoli azionari;

un appiattimento delle curve dei tassi di interesse USD e EUR. Si assume in questo scenario un

aumento delle volatilità dei tassi di interesse;

un apprezzamento dell’USD soprattutto nei confronti dell’EUR; deprezzamento delle monete

dell’area CEE rispetto all’EUR.

Scenario “Widespread Contagion”

Questo scenario, introdotto nel Dicembre 2010, ipotizza una escalation della crisi del debito fino ad unlivello sistemico, con diffusione del contagio a Spagna e Italia. L’acquisto su larga scala da parte dell’ECBdi bond governativi non è in grado di fermare l’allargamento degli spread sovrani, con conseguente crollodei mercati finanziari dell’eurozona e massiccio peggioramento delle condizioni in tutta l’area europea.Lo shock finanziario è amplificato dal forte legame tra i paesi dell’area europea e determina a sua voltaun recessione più profonda rispetto a quella prevista nello scenario “Sovereign Tension”. Al di fuoridell’eurozona, le condizioni finanziarie si inaspriscono, ma la dimensione dello stress di mercato non èsufficiente a scatenare una recessione su larga scala.Questo scenario assume, per le variabili macro-economiche, le seguenti variazioni:

l’ECB reagisce abbassando il tasso di rifinanziamento di 50 pb mentre i tassi EUR/USD amedio/lungo termine crollano (flight-to-quality), determinando così un appiattimento delle curve,in risposta al deterioramento delle previsioni di crescita ed inflazione. Si attende un irripidimentodella curva GBP, riflettendo così la percezione negativa da parte degli investitori sulla capacità diottenere un consolidamento ulteriore dal punto di vista fiscale;

sul lato FX, la Fed riuscirebbe solo marginalmente a contenere l’abbassamento del cambio EUR-USD; anche il cambio EUR-GBP subirebbe una riduzione paragonabile, essendo considerata lasterlina una copertura per l’UME. Sia JPY che CHF mostrerebbero un significativoapprezzamento;

la maggiore avversione al rischio costituirebbe un fattore penalizzante per gli asset più rischiosi,pesando maggiormente sulla performance dei principali indici azionari che sperimenterebberoanche un maggiore livello di volatilità;

per quanto concerne i Credit Spread, si prevede un deciso allargamento per i governativi(soprattutto per i PIIGS) con l’eccezione di Germania e USA (flight-to-quality); gli spread deifinanziari e dei corporate si allargerebbero di conseguenza.

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AL 30 GIUGNO 2011

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Scenario “Emerging Markets Slowdown”

Questo scenario è stato introdotto a giugno 2011 e copre gli anni dal 2011 al 2013. L’assunzione base èquella di una crisi proveniente dall’economia reale, più precisamente un pesante rallentamento nellacrescita delle economie emergenti che cominci nel 2011 e si intensifichi nel 2012. Questo avrebbe uneffetto negativo sul PIL della zona euro, ed in misura minore su quello degli USA, dove il peso dellaproduzione industriale e del commercio estero è minore. Come risultato di un’attività economica ridotta edi un calo nel prezzo del petrolio si otterrebbe un rallentamento dell’inflazione. La combinazione dirallentamento nella crescita del PIL ed inflazione ridotta porterebbe ad un notevole rallentamento nellanormalizzazione dei tassi di riferimento delle banche centrali.Dal punto di vista delle variabili macroeconomiche questo scenario ipotizza:

spread dei CDS: un deterioramento per gli spread dei paesi europei minore rispetto allo scenarioSovreign Tensions, a causa di un impatto solo indiretto sugli spread. La crisi si riflette di più sullecompagnie petrolifere fuori dall’indice “iTraxx main”. Anche l’allargamento degli spread per gliindici iTraxx Financial Senior e iTraxx Financial Sub è rilevante;

non ci sono impatti sulla curva dei tassi giapponesi. Quelli sulle curve per USA, EU e UKconsistono in un calo che si manterrà all’aumentare degli orizzonti temporali nelle curve. Questoriflette la peggiore prospettiva di crescita e le migliori prospettive sull’inflazione. La curva dei tassiEuribor è tra le tre quella maggiormente impattata, a causa del ripiego verso i Bunds tedeschi daparte di investitori avversi al rischio;

il ribasso del mercato delle azioni accompagnato dalla crescita della volatilità di tutti i suoi titoli; il deprezzamento dell’euro rispetto a dollaro, yen e franco svizzero (viste come monete rifugio)

ed il suo apprezzamento sia verso altre le monete europee che verso la lira turca.

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Tavola 12 – Rischio operativo

Informativa qualitativa

Descrizione del metodo per il calcolo dei requisiti (AMA)

ll gruppo UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo

è calcolato tenendo conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei

dati di perdita ipotizzati tramite analisi di scenario e degli indicatori di rischio.

Il calcolo viene effettuato utilizzando le tipologie di evento operativo come classi di rischio a livello di

Gruppo. Per ogni classe di rischio, la severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente

per arrivare alla distribuzione delle perdite annue tramite simulazione, tenendo conto della copertura

assicurativa. La distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite

analisi di scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica

una correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo.

Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite

funzioni copula. Il capitale di rischio è quindi calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un

livello di confidenza del 99,9% a fini regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale

economico.

Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle singole entità del Gruppo,

riflettendo l’esposizione ai rischi operativi.

L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte dell’Autorità di Vigilanza ed il piano di roll

out è attualmente in estensione in tutte le entità rilevanti del Gruppo. Le entità non ancora autorizzate

all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito patrimoniale consolidato sulla base del

metodo standard (TSA) o base (BIA).

Il grado di copertura dei diversi metodi, espresso come peso nell’indicatore rilevante complessivo di

Gruppo (media triennale del margine di intermediazione), è il seguente: AMA 84%, TSA 7%, BIA 9%.

Fonti di rischio operativo

Si riporta di seguito la composizione percentuale delle fonti di rischio operativo per tipologia di evento,

secondo quanto definito dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale e recepito dalle Nuove disposizioni

di vigilanza prudenziale per le banche emanata da Banca d’Italia nel dicembre 2006 (Circolare n.

263/2006 e successivi aggiornamenti).

Le classi di riferimento sono le seguenti: frode interna: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o

violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa internadella banca;

frode esterna: perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazione di leggi da parte disoggetti esterni alla banca;

rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi o agliaccordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a titolodi lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioniparitarie;

clientela, prodotti e prassi professionali: perdite derivanti da inadempienze relative a obblighiprofessionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizioprestato;

danni da eventi esterni: perdite derivanti da eventi sterni, quali catastrofi naturali, terrorismo, attivandalici;

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AL 30 GIUGNO 2011

194

interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute a interruzioni dell’operatività,a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;

esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamentodelle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni concontroparti commerciali, venditori e fornitori.

Nella prima metà del 2011, la principale fonte di manifestazione di rischi operativi in termini di perdite

contabilizzate è risultata essere la categoria "clientela, prodotti e prassi professionali" che include le

perdite derivanti da inadempienze relative a obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o

dalle caratteristiche del prodotto o del servizio prestato ed eventuali sanzioni per violazioni di normativa

fiscale. La seconda categoria, per ammontare delle manifestazioni delle perdite, corrisponde ad errori

nella “esecuzione, consegna e gestione dei processi”, a causa di carenze nel perfezionamento delle

operazioni o nella gestione dei processi.

Si sono altresì manifestate, in ordine decrescente di incidenza, perdite dovute a frodi esterne, rapporti

di lavoro e frode interna. Rappresentano le categorie di rischio residuali quelle che riguardano danni da

eventi esterni ai beni materiali e guasti dei sistemi IT.

Uso di coperture assicurative per la mitigazione dei rischi

La funzione di Operational Risk Management è coinvolta nel processo decisionale per le assicurazioni,

fornendo analisi sull’esposizione ai rischi operativi, l’efficienza delle franchigie e dei limiti di polizza.

Informa regolarmente il management sulle tematiche assicurative. Il ruolo della funzione di Operational

Risk Management nella gestione delle assicurazioni è definito in una normativa interna dedicata,

approvata dal Group Risk Committee e dal Group Operational & Reputational Risks Committee.

Quest’ultimo Comitato ha funzione deliberante per le strategie assicurative a seguito di proposte

congiunte dalle funzioni Global Insurance Management e Operational and Reputational Risks

department.

I rischi generalmente assicurati nel Gruppo sono quelli sugli asset fisici del Gruppo, frode e

responsabilità verso terzi.

Clientela 58%

Esecuzione 30%

Frode esterna 4%

Rapporto di lavoro

4%

Frode interna 4%

Danni materiali 1%

Sistemi IT 0,1%

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 13

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Tavola 13 – Esposizioni in strumenti dicapitale: informazioni sulle posizioniincluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa

Differenziazione delle esposizioni in funzione degli obiettiviperseguiti

Le operazioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario del Gruppo perseguono molteplici

obiettivi:

istituzionali;

strategici, di norma società sottoposte ad influenza notevole e di supporto allo svolgimento /

sviluppo dell’attività bancaria (quali, ad esempio, le interessenze in società finanziarie e

assicurative);

d’investimento finanziario, tra cui gli investimenti in titoli di capitale, in quote di fondi comuni

d’investimento (O.I.C.R.) e di private equity;

altri, quali, ad esempio, gli investimenti rivenienti da operazioni di ristrutturazione del credito.

Descrizione delle tecniche di contabilizzazione e dellemetodologie di valutazione utilizzate

Partecipazioni

Le partecipazioni sono valutate secondo il metodo del patrimonio netto oppure al costo.

La partecipazioni valutata al patrimonio netto include l’avviamento (al netto di qualsiasi perdita di valore)

pagato per l’acquisizione. La partecipazione agli utili e alle perdite post-acquisizione delle collegate è

rilevata in conto economico alla voce 240. “Utili (Perdite) delle partecipazioni”. L’eventuale distribuzione di

dividendi viene portata a riduzione del valore di iscrizione della partecipazione.

I profitti non realizzati sulle transazioni fra il Gruppo e le sue partecipazioni sono eliminati nella stessa

percentuale della partecipazione del Gruppo agli utili delle partecipazioni stesse. Anche le perdite non

realizzate sono eliminate, a meno che le transazioni effettuate diano evidenza di una perdita di valore

delle attività negoziate.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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Attività finanziarie disponibili per la vendita

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevate alla data di regolamento al fair

value, che normalmente corrisponde al costo dell’operazione comprensivo dei costi e ricavi di transazione

direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Tali attività sono successivamente valutate al fair value, registrando, come detto, a conto economico gli

interessi secondo il criterio del costo ammortizzato. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair

value sono rilevati nella voce 140. “Riserve da valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle

perdite per riduzione di valore (impairment) e degli utili e delle perdite su cambi di attività monetarie (titoli

di debito) che sono esposti rispettivamente alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita” ed alla voce 80. “Risultato netto dell’attività

di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli utili e le perdite

cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di

attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Le variazioni di fair value rilevate nella voce 140. “Riserve da valutazione” sono esposte anche nel

Prospetto della redditività complessiva.

Gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value

non può essere determinato in modo attendibile sono valutati al costo.

Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore (impairment),

la perdita cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 140. del patrimonio netto “Riserve da

valutazione”, viene trasferita a conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Per gli strumenti di capitale l’esistenza di perdite durevoli di valore è valutata considerando, oltre ad

eventuali difficoltà nel servizio del debito da parte dell’emittente, ulteriori indicatori quali il declino del fair

value al di sotto del costo e variazioni avverse nell’ambiente in cui l’impresa opera.

Nei casi in cui la riduzione del fair value al di sotto del costo sia superiore al 50% o perduri per oltre 18

mesi, la perdita di valore è ritenuta durevole.

Qualora, invece, il declino del fair value dello strumento al di sotto del costo sia inferiore o uguale al 50%

ma superiore al 20% oppure perduri da non più di 18 mesi ma da non meno di 9, il Gruppo procede ad

analizzare ulteriori indicatori reddituali e di mercato.

Qualora i risultati di detta analisi siano tali da mettere in dubbio la possibilità di recuperare l’ammontare

originariamente investito, si procede alla rilevazione di una perdita durevole di valore.

L’importo trasferito a conto economico è quindi pari alla differenza tra il valore di carico (costo di

acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto

economico) e il fair value corrente.

Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente

ripristinate con effetto a conto economico ma a patrimonio netto, anche qualora non sussistano più le

motivazioni che hanno condotto ad appostare la svalutazione.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 13

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Attività finanziarie valutate al fair value

I titoli di capitale ricompresi nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al fair value hanno un

trattamento contabile analogo a quello delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con

registrazione dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e

passività finanziarie valutate al fair value”.

In questo portafoglio non possono essere contabilizzati degli investimenti in strumenti rappresentativi di

capitale per i quali non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in

modo attendibile.

Informativa quantitativa30.06.2011

Valore di

mercato

Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Utili Perdite Plus (+) Minus (-)

A. Partecipazioni 1.962.886 2.018.507 1.366.254 X 1.366.254 3.897 (69.160) X X

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita781.997 4.622.335 599.794 1.209.852 599.794 171.014 (14.693) 315.060 (93.419)

C. Attività finanziarie valutate al fair value 65.419 557.742 65.419 557.742 65.419 17.811 (9.478) X X

31.12.2010

Valore di

mercato

Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Utili Perdite Plus (+) Minus (-)

A. Partecipazioni 2.180.090 1.782.997 1.504.389 X 1.504.389 28.206 (91.815) X X

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita755.708 4.479.310 558.799 868.541 558.799 142.000 (79.473) 115.488 (84.703)

C. Attività finanziarie valutate al fair value 75.138 599.343 75.138 599.343 75.138 54.329 (6.736) X X

Tipologia esposizioni/valoriValore di Bilancio

Utili/perdite realizzati e

impairment

Plus/minusvalenze

non realizzate e

iscritte a stato

patrimoniale

Fair Value

Plus/minusvalenze

non realizzate e

iscritte a stato

patrimoniale

Tipologia esposizioni/valoriValore di Bilancio Fair Value

Utili/perdite realizzati e

impairment

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 14

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Tavola 14 – Rischio di tasso di interessesulle posizioni incluse nel portafogliobancario

Informativa qualitativa

Aspetti generali, processi di gestione e metodi dimisurazione del rischio di tasso di interesse

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono: sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow

risk); sul valore attuale netto delle atttività e delle passività, impattando sul valore attuale dei cash flow

futuri (fair value risk).

Il rischio di tasso di interesse incide su tutte le posizioni di proprietà rivenienti dall’operatività commercialee dalle scelte di investimento strategiche (banking book). Le fonti principali del rischio di tasso di interessesi possono classificare come segue:

repricing risk: rischio derivante dai mismatch temporali di riprezzamento delle attività e passivitàdella banca. Tali mismatch comportano un rischio legato alla curva dei tassi. Tale rischio èrelativo all’esposizione della banca rispetto a variazioni, nell’inclinazione e nella forma, dellacurva dei tassi d’interesse.

Un rischio collegato è il basis risk. Tale rischio deriva dall’imperfetta correlazione nei

cambiamenti dei tassi attivi e passivi su differenti strumenti che possono anche presentare

caratteristiche di riprezzamento simili; optional risk: rischio derivante da opzioni implicitamente o esplicitamente presenti nelle posizioni

di banking book.

Il Gruppo misura e monitora ogni giorno il rischio di tasso di interesse. La stima delle posizioni per ilrischio di tasso di interesse include delle ipotesi per le attività e le passività che non hanno una scadenzaben definita. Per esempio:

per le poste a vista, il modello econometrico stima la persistenza in termini di tempo e volumidelle poste con scadenza contrattuale non definita, per consentire alla banca di valutare lascadenza opportuna per operazioni di protezione da un eventuale ribasso dei tassi di interesse;

per i mutui residenziali, il modello econometrico stima i possibili futuri volumi di estinzionianticipate nel corso del tempo, per limitare il rischio che la banca si trovi ad avere interest rateswap di copertura in eccesso rispetto ad i mutui a tasso fisso rimanenti.

Il Group ALM e la pertinenti funzione del Risk Management valutano l’esposizione del valore attuale nettoe della sensitività del margine d’interesse a variazioni dei tassi.La struttura dei limiti comprende la misura della sensitività sia del valore attuale netto che del margined’interesse. Inoltre sono stabilite soglie in termini di VaR al fine di misurare il rischio aggregato del tradinge del banking book. Il VaR è calcolato utilizzando la metodologia descritta a proposito del portafoglio dinegoziazione, sulla base di sensitivity alle variazioni dei tassi di interesse, calcolate tenendo conto delleinformazioni rivenienti dai modelli comportamentali.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2011

202

Informativa quantitativa

La sensitivity del margine di interesse – calcolata sulla base delle citate assunzioni e nell’ipotesi di un

aumento di 100 punti base dei tassi – ammonta alla fine di Giugno 2011 a 94 milioni di euro (-311 milioni

in caso di riduzione di 100 punti base). A questo proposito si precisa che tale misura evidenzia l’effetto

delle variazioni dei tassi sul portafoglio oggetto di misurazione, escludendo ipotesi circa i futuri

cambiamenti nel mix delle attività e passività.

La tavola seguente espone gli effetti di uno shock di tasso di interesse, negativo o positivo, con una

scomposizione nelle valute principali.

Alla fine di giugno 2011 la sensitivity del valore economico del bilancio ad una variazione istantanea e

parallela dei tassi di +200 pb è pari a 274 milioni di euro1.

La variazione è essenzialmente spiegata dall’allineamento a livello di Gruppo delle ipotesi utilizzate per le

attività e le passività non sensibili al rischio tasso d’interesse.

(milioni di €)

valuta +200 bps -200 bps

Euro 660,2 (612,1)

Dollaro USA (268,4) 311,0

Zloty Polacco (89,2) 89,1

Sterlina Inglese 32,7 (36,4)

Franco Svizzero (10,8) 13,3

Yen Giapponese (4,4) 4,2

Altre (45,9) 57,2

Totale 274,1 (173,7)

Rischio di tasso d'interesse nel portafogliobancario

Tali misurazioni sono basate su assunzioni di modellizzazione delle scadenze per poste di bilancio che

non hanno una scadenza ben definita, come le poste a vista e i mutui.

La riduzione del valore economico, calcolata secondo le modalità gestionali, si mantiene nel caso di una

variazione dei tassi di 200 pb nei limiti considerati come soglia di attenzione dalle vigenti disposizioni di

Vigilanza (20% del patrimonio di vigilanza).

1 Escluse UC Leasing, UC Factoring e altre società minori.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 14

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Glossario / Abbreviazioni

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Glossario / Abbreviazioni

ABCP Commercial paper garantita da attività (Asset-Backed Commercial Paper)

ABS Titoli garantiti da attività (Asset-Backed Securities)

AMA (Advanced Measurement Approach), applicando questa metodologia l’ammontare delrequisito di rischio operativo è determinato per mezzo di modelli di calcolo basati su datidi perdita operativa ed altri elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca.Soglie di accesso e specifici requisiti di idoneità sono previsti per l’utilizzo dei metodiStandardizzato e Avanzati. Per i sistemi AMA i requisiti riguardano, oltre che il sistema digestione, anche quello di misurazione

BMS Banca multilaterale di sviluppo

CE.BI. Centrale dei Bilanci

CEO Chief Executive Officier

CFO Chief Financial Officier

CRD Capital Requirement Directive, direttive UE n. 2006/48 e 2006/49, recepite dalla Bancad’Italia con la circolare n. 263/2006 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti

CRM Attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation)

CSO Chief Strategic Officier

DRO Divisional Risk Officier

EAD Esposizione al momento dell’inadempienza (Exposure Aat Default)

EBITDA Reddito di un'azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica al lordo, quindi, diinteressi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni eammortamenti (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization).

ECA Agenzia per il credito all’esportazione (Export Credit Agency)

ECAI Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito (External Credit Assessment

Institution)

EL Perdite attese (Expected Losses)

FCC Fattore di conversione del credito

IAA Metodo della valutazione interna (Internal Assessment Approach)

IBNR Incurred But Not Reported (losses) – perdite sostenute, ma non contabilizzate

ICAAP La disciplina del “Secondo Pilastro” (Titolo III) richiede alle banche di dotarsi di processi estrumenti (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare illivello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi daquelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (“Primo Pilastro”), nell’ambito diuna valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie edell’evoluzione del contesto di riferimento

IMA Metodo dei modelli interni (Internal Models Approach), Rischi di mercato

IPRE Income Producing Real Estate

IRB Sistema basato sui rating interni (Internal Ratings-Based Approach)

LCP Loss Confirmation Period

LGD Perdita in caso di inadempienza (Loss Given Default)

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M Scadenza effettiva (Effective Maturity)

Notch Punto base

OICR Organismi di investimento collettivo del risparmio

OICVM Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari

OTC Over-The-Counter

PD Probabilità di inadempienza (Probability of Default)

PMI Piccole e medie imprese

RBA Metodo basato sui rating (Ratings-Based Approach)

RIC Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Privati

RISB Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Small Business

RUF Revolving underwriting facility

SFA Metoto della Formula Regolamentare (Supervisory formula Approach)

SL Credito specializzato (Specialised Lending)

SPV Società veicolo (Special Purpose Vehicle)

SREP All’Autorità di vigilanza spetta, invece, il compito di riesaminare l’ICAAP, verificarne la

coerenza dei risultati, formulare un giudizio complessivo sulla banca e attivare, ove

necessario, le opportune misure correttive (Supervisory Review and Evaluation Process,

SREP). Tale processo si svolge attraverso il confronto con gli intermediari e l’utilizzo del

sistema di analisi e di valutazione dei soggetti vigilati adottato dall’Autorità di Vigilanza. Il

confronto tra Vigilanza e banche consente alla prima di acquisire una conoscenza più

approfondita del processo ICAAP e delle ipotesi metodologiche ad esso sottostanti, agli

intermediari di illustrare le motivazioni a sostegno delle proprie valutazioni in tema di

adeguatezza patrimoniale. L’Autorità di vigilanza, ove necessario, adotta le opportune

misure correttive, di carattere organizzativo e patrimoniale, individuando tra i vari

strumenti a disposizione quelli più appropriati in relazione al caso specifico

UL Perdite inattese (Unexpected Losses)

VaR Valore a rischio (Value at Risk)

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Dichiarazione del Dirigente prepostoalla redazione dei documenti contabilisocietari

La sottoscritta, Marina Natale, quale Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili

societari di UniCredit S.p.A.

DICHIARA

in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 154 bis del “Testo unico delle

disposizioni in materia di intermediazione finanziaria” che l’informativa contenuta nel presente

documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

Milano, 3 agosto 2011

Marina Natale