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MOTTO :CASTELLO TERMINOLOGIA AGRICOLA ILLUSTRATA DI MOMIANO D'ISTRIA Momiano: il castello, 1936 Momiano, 2015

TERMINOLOGIA AGRICOLA ILLUSTRATA DI MOMIANO D'ISTRIA 2015.pdf · s.f. – Tubo di legno che si introduce nella botte per estrarre il vino. canèr, s.m. – Terreno piantato con canne

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MOTTO :CASTELLO

TERMINOLOGIA AGRICOLA ILLUSTRATA

DI MOMIANO D'ISTRIA

Momiano: il castello, 1936

Momiano, 2015

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MOTTO :CASTELLO

Introduzione

Dopo aver intervistato alcuni nonni autoctoni, di origine italica (Decolle, Gianolla, Gottardis, Marin, Orlando, Pelin, Prelaz, Scaramella, Sfecci, Valenta) e visitato alcune cànove, dove gli agricultòri ci hanno raccontato del loro lavoro in campagna, abbiamo constatato che negli ultimi anni sono avvenuti grandi cambiamenti. Infatti si è molto sviluppata la tecnologia lavorativa e di conseguenza, numerosi attrezzi di lavoro stanno scomparendo, non solo, anche (purtroppo) i termini dialettali in questione.

Oggi, molti attrezzi ed utensili agricoli di una volta, si possono ammirare nei musei, o appunto, nelle cantine come collezione privata.

Perciò, abbiamo raccolto, tramite testimonianze orali e prestiti di vari materiali, i lemmi inerenti la terminologia agricola locale, incoraggiando così lo studio e l'uso della parlata orale e scritta di Momiano d'Istria.

La raccolta è intercalata da disegni fatti da noi alunni, come pure di immagini fotografiche, pronte a aiutare con l'occhio là dove si è in dubbio nel significato.

Jessica

Avvertenze La parlata di Momiano d'Istria, essendo una variante dell'istroveneto, non ha

una propria grafia, perciò per facilitarne la lettura, abbiamo utilizzato i seguenti segni grafici: - il segno dell'elisione ('), preceduto alla s indica i suoni separati di s e c consecutive

(mas'ciòn), - il digramma gl viene sostituito da i o j (gràja).

La scelta di un unico accento grave è intenzionale a scopo di semplificazione, inoltre per facilitare la pronuncia, abbiamo scelto di segnare l'accento tonico o grafico per tutti lemmi.

La parlata momianese non usa consonanti doppie. La z iniziale e intervocalica suona sonora, riconosciuta come momianese. La pronuncia è quella momianese o più diffusamente veneta.

Alex

~ 1 ~ Abbreviazioni agg. aggettivo escl. esclamazione s.f. sostantivo femminile s.m. sostantivo maschile

Enea

Bibliografia

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Delbello P., Strumenti tradizionali dell'agricoltura nelle campagne dell'Istria, Trieste, 1992. Dussich M., Vocabolario della parlata di Buie d'Istria, Rovigno, 2008. Gabrieli A., Il mio primo dizionario illustrato, Toledo, 1990. Rosamani E., Vocabolario Giuliano, Trieste, 1990. S.E.I. „Edmondo De Amicis“ Buie, Sezione periferica Momiano, Momiàn ciàcola, Umago, 2012. Starec R., Mondo popolare in Istria, Rovigno, 1996. Unione degli Istriani, Ricordando Momiano, vari numeri. Zinato E., Momiano e il suo castello, Trieste, 1966. Zingarelli N., Vocabolario della lingua italiana, Bologna, 2003.

Filip

Momiano, Villa di sopra: càro con mànzi, anni '60

~ 3 ~ agricultòr, contadìn, s.m. – Coltivatore agricolo, contadino. albòl, panariòl, s.m. – Mobile da cucina usato per impastarvi e custodirvi il pane, madia. albolàr, ve. – Lanciare in aria contro vento i cereali con l’albòl per liberarli dalle scorie leggere. alborèl, s.m. – Ventilabro usato per separare dal grano la pula. ancùzine, s.f. – Incudine. aquarèlo, s.m. – Vino di scarsa qualità. àra, s.f. – Aia. aradùra, s.f. – Aratura.

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aràr, ve. – Arare.

aratìvo, agg. – Detto di terreno lavorato e coltivato. àrpize, gràpa, s.m. – Erpice usato per smuovere o liberare il terreno da radici o erbe infestanti. àrso, agg. – Arido. azèjo, s.m. – Aceto. bàbiza, s.f. – Grosso chiodo di ferro, munito di una o più sporgenze laterali, che viene conficcato nel terreno, a modo di ancùzine per aggiustare il filo danneggiato della sèga de èrba. badìl, s.m. – Badile, usato per rimuovere la terra.

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badilàda, s.f. – Palata. badilàr, ve. – Sterrare, rimuovere la terra con il badìl. bàligo, tòrba, s.m. – Sacchetto in tela, da spalla.

bànpolo, fòja, s.m. – Foglia della vite, pampino. barbatèla, s.f. – Talea di vite. barè, barèo, s.m. – Terreno incolto, sterile. bastàrdo, s.m. – Ramo remissiticcio, succhione. bàsto, s.m. – Sella in cui si attaccano i carichi delle bestie da soma. batadòr, batadòra, s.f. – Attrezzo formato da due bastoni uniti da una striscia di cuoio usato per battitura dei cereali. bazìl, s.m. – Recipiente di forma tonda, basso, in ghisa, su cui girano le ruote del tòrcio. berzamìn, s.m. – Tipo d'uva nera, dolce e aromatica, balsamina. bevadòr, bevidòr, s.m. – Bevitore di vino in gran quantità. bevadòra, canàl, corìto, magnadòra, s.m. – Mangiatoia, anche abbeveratoio, per bestie grosse, trogolo. bevànda, s.f. – Acqua e vino, per dissetarsi, acqua pazza. bevandèla, s.f. – Vinello leggero da tavola. bèvar, bèver, ciuciàr, ve. – Bere.

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bevaròn, beveròn, s.m. – Bibita abbondante ed insipida composta da acqua, farina e semola che si da per cibo agli animali. bianchèra, s.f. – Qualità d'oliva di colore biancastro. bizàsa, s.f. – Grossa borsa di stoffa, a due tasche, da appendere alla sella o da portare a tracolla, bisaccia. bocàl, bròca, s.m. – Recipiente panciuto di un litro, usato per portare il vino in tavola, boccale.

bocàto, agg. – Sapore del vino. boidòr, cavècio, tinàzo, s.m. – Tino, bigoncione da uva. boidùra, s.f. – Fermentazione del mosto. boìr, ve. – Fermentare, detto del mosto. bolàzo, pòzo, s.m. Crepaccio che inghiotte le acque correnti in superficie, inghiottitoio. bonorìvo, agg. – Mattiniero, proprio del contadino che si leva di buon mattino.

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bòrgo, regadìn, s.m. – Specie di tela forte, usata dai contadini. bòta, s.f. – Recipiente a doghe, botte.

botàza, s.f. – Grossa botte di 20, 30 ettolitri. botàzo, botizèla, s.m. – Barilotto di tre, quattro litri. botèr, s.m. – Chi fabbrica, ripara o vende botti, bottaio. botìlja, bòza, s.f. – Bottiglia, per lo più della capacità di un litro.

botiljòn, s.m. – Più grande della botìlja, impagliato, per portare in campagna da bere.

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botizèla, caratèl, s.f. – Piccola botte. bràida, s.f. – Impianto di viti a filari a tralcio lungo. brazàl, s.m. – Quantità di materiale che si può portare in una volta sulle braccia. bràzda, s.f. – Scavo aperto nel terreno con l'aratro, solco. brazdàr, ve. – Fendere il terreno dando terra alla vite. bràzo, cavalèto, cavalìn, s.m. – Ramo di vite. brènta, s.f. – Bigoncia, recipiente della capacità di circa 50 litri, senza manico per il trasporto d'uva. brentèla, s.f. – Diminutivo di brènta, con un manico forato. brìtola, s.f. – Coltello a serramanico, usato per innestare le viti e simili.

bròca, s.f. – Chiodino delle scarpe del contadino, bulletta. bùla, s.f. – Rivestimento dei semi di cereali che si stacca con la trebbiatura, lolla. buràto, tamìzo, s.m. – Mulinello da grano, frullone, setaccio, staccio, vaglio, ventilabro.

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butàr, ve. – Sbocciare, germogliare. butàr zo, ve. – Recidere un albero. bùto, s.m. – Germoglio. cadèna, s.f. – Catena. caljèra, pajòl, s.f. – Paiolo della polenta. calùza, s.f. – Concime liquido di animali. calzìna, s.f. – Calce spenta, veniva usata contro la peronospora della vite. càmba, ziògo, s.f. – Legno piegato a U che passa intorno al collo dei buoi e li tiene aggiogati, capestro dei buoi.

campàgna, cànpo, s.m. – Terreno coltivato. càna, s.f. – Pianta, utile ai lavori campestri, canna comune. canàda, s.f. – Recinto di càne. canèla, s.f. – Tubo di legno che si introduce nella botte per estrarre il vino. canèr, s.m. – Terreno piantato con canne. cànova, s.f. – Locale posto nello scantinato ove il contadino conserva il vino e i suoi arnesi di lavoro.

cànovo, s.m. – Canapa sfilata che serve ad avvolgere la canèla prima di turare la botte. capèl, s.m. – Strato di vinaccia sul mosto in fermentazione. caratèl, s.m. – Botte molto piccola. carbòn, s.m. – Malattia del granoturco che si manifesta in forma di polvere nerastra sulle parti malate.

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carèr, s.m. – Chi produce e ripara carri. carèto, s.m. – Trabiccolo, carretto. cariòla, s.f. – Carriola per il trasporto del letame nei campi.

càro, s.m. – Veicolo da trasporto usato dai contadini per portare a casa carichi pesanti e voluminosi. caròl, s.m. – Tarlo che rovina i recipienti lignei del vino, anche parassita dell’uva, bruco della farfalla, coccide. castelàna, s.f. – Grande botte di forma allungata. cavalèta, s.f. – L’insieme dei covoni ammassati in attesa della trebbiatrice. cavedàgna, s.f. – Striscia di terreno non arata e incolta, testata, capezzagna. cavèza, cavèzo, s.f. – Fune con cui si tiene legata la testa dell’asino e simili. càvo, s.m. – Sarmento della vite per fruttificare. chiùca, ciàve, clùca, lenzìn, s.f. – Arnese adunco e aguzzo per estrarre il fieno.

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ciòlto, inbriàgo, agg. – Ubriaco. ciòr le bràzde, ve. – Rinterrare le viti. còcia, s.f. – Ricovero costruito con frasche o paglia in campagna. cocòn, s.m. – Foro e tappo superiore della botte. cògno, cùgno, s.m. – Cuneo di ferro o legno a forma di prisma triangolare che si adopera per saldare il manico alla zappa e alla mannaia; di grosse dimensioni, per spaccare grossi tronchi. colèzar, colèzer, ve. - Raccogliere i frutti dalla terra. colòno, s.m. – Chi coltiva la terra per conto d’altri. coltivàr, ve. – Coltivare. còltro, s.m. – Coltello dell’aratro. comatèla, s.f. – Collarino che va sotto il collo degli animali da soma. comàto, s.m. – Collare usato con gli animali da tiro per attaccarli al carro, giogo dell’asino. conzàr, ve. – Acconciare, usato specialmente per la grappa, introducendovi varie erbe aromatiche. conzimàja, s.f. – Letamaio. copienìco, s.m. – Piccolo recipiente a doghe con una capienza di 4-5 kg. còrda de sòma, s.f. – Corda che si usa per legare la soma dell’asino. coronàzo, s.m. – Rampa erbosa che sostiene due terrazze, gradone.

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cortelàzo, s.m. – Taglia rami, coltellaccio. cozàra, s.f. – Cesta cilindrica fatta con i vènchi, atta a contenere il fieno. cozlàz, s.m. – Palo di contenimento del carico di fieno perpendicolare al piano del carro. crìco, s.m. – Parte superiore del torchio. damjàna, s.f. – Grande fiasco, damigiana.

dàrghe le bràzde, ve. – Rinterrare la terra al tronco delle viti. dènte, s.m. – Ciascuna delle punte della forca e del rastrello, rebbio.

dezmanigàr, ve. – Rompere il manico della zappa, mannaia. dòga, s.f. – Lista di legno che forma il corpo della botte. dòpio, s.m. – Recipiente in vetro contenente 2 litri di vino. entràda, s.f. – Il raccolto di un anno. fàlze, s.f. – Falce usata per vendemmiare e altri lavori meno pesanti.

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falzèta, s.f. – Piccola falce per tagliare i vènchi. falzonèla, s.f. – Tipo di falce per appuntire le canne, tagliare gli sterpi.

farfalìna, s.f. – Insetto dannoso per la vite e l’ulivo, cicalina bianca. fatòr, s.m. – Conca, tinozza del torchio. fèro de cavàl, s.m. – Propriamente il ferro di cavallo. fèza, fondàci, s.f. – Deposito melmoso lasciato dal vino sul fondo della botte. fiàsca, s.f. – Boccia, bottiglia a forma di palla. fiascòn, s.m. – Recipiente di vetro, impagliato, che il contadino porta seco in campagna. fièn, s.m. – Fieno. fienìl, s.m. – Parte superiore della stalla ove si ammucchia il fieno. fiòr, s.m. – Muffa del vino.

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folàr, fracàr, tribjàr, ve. – Pestare l’uva per fare il mosto. fòlo, s.m. – Piccolo mantice a mano per dare il sòlfare alle viti, soffietto. fòndo, s.m. – Fondo della botte. forcàsh, s.m. – Attrezzo agricolo per rimuovere il foraggio o altro, costituito da un lungo manico terminante in tre o quattro dènti.

fòrfe, s.f. – Cesoie per potare, vendemmiare.

fràsca, vermèna, s.f. – Ramoscello che cresce ai piedi dell’olivo; ramo appeso alla porta delle cantine in occasione del vino nuovo. galòn, s.m. – Fiasco con manico di 4,54 litri. gèma, ocèto, òcio, s.f. – Occhio dei rami, delle piante. gherlìn, s.m. – Corda di canapa molto grossa. giornàda, zornàda, s.f. – Misura di superficie corrispondente a 2551 m². gòto, otàvo, s.m. – Bicchiere di vetro contenente un ottavo di vino.

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gràja, grajòn, s.f. – Siepe spinosa. granèr, s.m. – Granaio. grapìn, s.m. – Bicchierino di grappa. gràpo, s.m. – Grappolo. gràspo, ràspo, s.m. – Grappolo di uva senza gli acini. gròpeda, s.f. – Incrostazione prodotta dal vino nelle botti, gromma. grumàzo, s.m. – Ammasso di pietre non usufruibili nelle campagne. gùar, tanàr, ve. – Affilare con la gùza. gùza, pjèra par gùar, s.f. – Pietra dura di calcari siliciferi per affilare gli arnesi agricoli, falci e simili, affilatoio, conosciuta quella di Candia.

inbonìr, ve. – Fertilizzare terreni, bonificare.

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inbotàr, ve. – Mettere il vino nella botte. inbotiljàr, ve. – Imbottigliare. incalmàr, ve. – Innestare, usato propriamente in viticoltura. incalmèla, s.f. – Pianta o ramo su cui si porta l’innesto. incàlmo, s.m. – Innesto, trapianto. incalzadòr, s.m. – Sarchiatore, propriamente il vomere che serve a vangare attorno alle piante. inpajàr, ve. – Imballare con paglia bottiglioni. inpastoràr, ve. – Legare gli animali alle zampe con le pastoie. inpiantàr, piantàr, ve. – L’atto di introdurre nel terreno un seme o un germoglio perché ne nasca una pianta. inpiànto, s.m. – Piantagione di viti. ingrajàr, ve. – Recintare con rovi. intemperàr, ve. – Mescolare il vino con l’acqua. interàr, ve. – Colmare di terra. inzavjàr, ligàr, ve. – Stringere la vite alla canna di sostegno con un giunco. lanbìco, s.m. – Apparecchio per distillare le vinacce, alambicco. lantèrna, s.f. – Lume portatile a petrolio, racchiusa in una specie di gabbia protettiva con pareti di vetro che si pone dietro al carro per segnaletica notturna.

làzia, s.f. – Martelletto per nettare la gròpeda delle botti.

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lazèta, falzòn, rancòn, s.f. – Asceta composta da un bastone lungo, con mezza falce da una parte e dall’altra un martelletto, usata per tagliare rovi. lolìva, s.f. – Frutto dell’olivo. lòtria, tetòja, s.f. – Grande tettoia usata per riporvi vari strumenti agricoli. ludamàr, ve. – Concimare. ludàme, s.m. – Concime naturale, letame. ludamèr, s.m. – Letamaio, luogo in cui si ammucchia il letame. màchina de bàter, s.f. – Trebbiatrice meccanica. màchina de solfàto, pònpa, s.f. – Irroratrice per spruzzare la poltiglia bordolese. madurìr, ve. – Maturare. malvazìa, s.f. – Uva e vino dell’uva dolce malvasia.

manèla, s.f. – Fascetto di giunchi, pennecchio, roccata. manèra, s.f. – Scure usata per abbattere alberi e per far la legna.

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manerìn, s.m. – Piccola scure col manico corto, taglia rami. mangolìn, s.m. – Aratro sementino; s’adopera nei terreni piani e leggeri. manigàr, ve. – Mettere il manico ai vari attrezzi agricoli di lavoro. manighèto, quartìn, s.m. – Quartuccio, bicchiere in vetro col manico. mànigo, s.m. – Manico. manìza, manòpola, s.f. – Impugnatura o manico del mangolìn. manzièr, s.m. – Custode di buoi, bovaro. mànzo, s.m. – Bue. mas’ciòn, s.m. – Parte di ramo grosso e robusto. màzina, s.f. – Quantità di oliva per poter essere frantumata nell’oleificio. mazinàr, ve. – Stritolare, usato sia per l’uva sia per l’oliva. mazinìn, pilatòjo, s.m. – Pigiatrice d’uva.

mazèta, s.f. – Mazzetto di pannocchie. mèda, s.f. – Alta piramide di fieno o di paglia, pagliaio.

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medìl, s.m. – Stollo, palo intorno cui si dispone il cumulo di paglia per fermare la mèda. merlòt, s.m. – Tipo d’uva e vino rosso delle campagne momianesi.

mezalàna, s.f. – Miscuglio di vino bianco e nero. mìta, s.f. – Prezzo della macinatura in denaro o in prodotto, molenda. mojàr, ve. – Usato dal contadino per mettere in acqua le sementi affinchè germoglino con maggiore rapidità. mòla, s.f. – Utensile rotante a forma di ruota di materia abrasiva usata per affilare utensili. mòrca, s.f. – Residuo lasciato dall’olio d’oliva. moscàto, s.m. – Tipo d’uva e rispettivo vino, caratteristico di Momiano: si riconosce dalle sue piccole foglie e dai suoi piccoli acini di colore giallastro; ha un gusto forte e amaro. La vite vive circa cinquant’anni e poi viene tagliata e innestata da due innesti di moscato. Questo procedimento viene chiamato incalmàr. mus, s.m. – Bestia da soma, simbolo dell’agricoltura di ieri, asino. musèto, s.m. – Asino piccolo lattante, asinello. muzariòla, s.f. – Museruola dell’asino e simili.

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negratènera, s.f. – Tipo d’uva nera. netàr bastàrdi, ve. – Togliere i succhioni dalle viti. ocàr, ve. – Zappare una seconda volta le viti, tanto per estirpare le erbe dannose. òcio, s.m. – Dorso della zappa e della mannaia. òjo, s.m. – Il pregiato olio d’oliva delle campagne momianesi.

onbràdigo, s.m. – Terreno a bacìo. òrna, s.f. – Mastello con manici, per il trasporto dell’olio. ornèla, s.f. – Recipiente basso e capiente, senza manici. òso, s.m. – Parte del grappolo, vinacciolo. òtca, òtica, s.f. – Arnese composto di un manico di legno e una lama di ferro usato per pulire l’aratro. pàja, s.f. – Lo stelo del grano o d’altri cereali già mietuti, paglia. pal, palòn, s.m. – Legno aguzzo rotondo conficcato in terra per sostegno delle viti.

pàla, s.f. – Attrezzo agricolo che serve al contadino per rimuovere la terra.

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MOTTO :CASTELLO

palèdiga, s.f. – Stanga laterale dell’attacco al càro per un solo animale, freccia del carro. palpàme, polpàme, s.m. – Residuo dell’oliva dopo aver estratto l’olio, sansa. parànco, s.m. – Arnese in legno usato per stringere il filo di ferro in un filare di viti. partizèla, s.f. – Lotto di terreno. pastenàr, ve. – Dissodare, ripulire in profondità il terreno per le viti. pàsteno, s.m. – Campo vitato su terreno collinoso, sostenuto da muri o da rampe erbose. pastòre, s.f. – Pastoie. pedalìn, s.m. – Albero giovane della quercia, roverella. pègola, s.f. – Pece usata dai contadini per turare, con stoppa incatramata, il legno tarlato delle botti. pèrgola, s.f. – Sostegni e intelaiature atti a reggere tralci di vite, tipo di coltura della vite. pestrìn, pistrìn, s.m. – Piccola macina azionata a mano per la macinazione del grano. piàna, s.f. – Sostegno e rialzo della botte. piantàda, s.f. – Campo esteso piantato a viti.

piantòn, s.m. – Forcella di legno che tiene alzato il filo di ferro della viti. piànzer, ve. – Il gocciolare del tralcio della vite in primavera, dopo essere stata potata. picòn, s.m. – Attrezzo di ferro appuntito, serve per scavi in terreno sassoso, piccone. pièza, s.f. – Terreno messo in coltura tra due rampe erbose. pìla, s.f. – Capace recipiente di pietra calcarea, ovale, per conservare l’olio d’oliva, orcio, orcione. piolàr, ve. – Mettere i pioli alla scala. piovìna, versòr, s.f. – Aratro.

piovìna a man, s.f. – Aratro a mano.

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MOTTO :CASTELLO

pipignàr, ve. – Svolgere i lavori agricoli con estrema lentezza e flemma, però con esatezza. pìrja, s.f. – Imbuto di vario materiale usato per trasferire il vino da un recipiente più grande a uno più piccolo e viceversa.

pobèr, s.m. – Solco trasversale, acquaio. podadòr, s.m. – Potatore. podàr, ve. – Potare. pòla, s.f. – Ramo non molto grosso che esce dal ramo principale e porta attaccati i frutti. pòlpa, s.f. – Parte carnosa del frutto. pomèla, s.f. – Frutto di alcune piante, bacca. potòco, s.m. – Corso d’acqua. pra, s.m. – Prato. prèma, s.f. – Carrello della piovìna. provìn, s.m. – Strumento per misurare la gradazione del vino, mosti metro.

pùla, s.f. – Involucro che si trova sotto alla giumella del chicco di grano. purgàr, travazàr, zvinàr, ve. – Purgare il vino, cambiarlo di recipiente e quindi liberarlo dalle impurità. racòlzier, ve. – Raccogliere.

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MOTTO :CASTELLO

ranconàda, s.f. – L’atto di minacciare con la lazèta. rastèl, rastrèl, restèl, s.m. – Rastrello, usato per raccogliere il fieno.

rèbe, s.f. – Filari corti delle viti. rècia, s.f. – Parte superiore della zappa in cui si infila il manico. refòsco, s.m. – Uva e vino pregiato di color nero. rengàda, s.f. – Andana, falciata. rìbiz, s.m. – Uva di San Giovanni, con frutti a bacca nera e polpa acidula. ricèla, s.f. – Grappoletto d’uva. righèta, s.f. – Lama di ferro che ricopre il cerchio della ruota del càro. riòda, ròda, s.f. – Grande ruota con pale esterne, che fa girare il mulino a acqua. ròja, s.f. – Canale irrigatore. rozàda, ruzàda, s.f. – Rugiada. rozze, s.f. – Pali (4) laterali verticali del carro. rùstigo, agg. – Campagnolo. rùzine, s.f. – Malattia del grano causata dalla grande umidità. sàco, s.m. – Recipiente di tela, lungo e stretto, per conservare o trasportare i frutti della campagna.

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MOTTO :CASTELLO

scanzìa, s.f. – Scaffale a due o un piano da tenersi in cantina per appoggiare gli arnesi da lavoro del contadino. scardèl, s.m. – Sconnesso di doghe, recipiente che perde il contenuto. schèra, s.f. – Filare solo di viti nel vigneto, schiera. scorzàr, ve. – Sbucciare, scortecciare. scùria, stonbièr, s.f. – Strumento costituito da un manico a cui è fissata una cordicella di cuoio intrecciata, usato per incitare gli animali da tiro. scuriàda, s.f. – Frustata. sècio, stagnàco, s.m. – Secchio di ferro zincato o legno. sèga a man, s.f. – Sega a mano con una lama seghettata molto fine, tenuta assieme da un arco di ferro, saracco.

sèga de èrba, s.f. – Falce fienaia. segadòr, sfalzadòr, s.m. – Chi falcia l’erba, falciatore. segàzo, s.m. – Grande sega a due impugnature. seghìn, s.m. – Piccola sega a mano usata per potare l’olivo e piccoli rami degli alberi.

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MOTTO :CASTELLO

semenàr, ve. – Seminare, proprio del frumento e simili. semènza, s.f. – Seme. seminadòr, s.m. – Chi semina. sèmola, s.f. – Residuo della macinazione del granturco, crusca. semolìn, s.m. – Cruschello, sèmola minuta, usato come alimento per buoi e cavalli. sèrcio, zèrcio, s.m. – Cerchio in ferro che tiene assieme le doghe. sèzola, s.f. – Falce messoria, molto arcuata, a mano, per mietere il grano o anche per tagliare l’erba. sezolàr, ve. – Mietere. sfalzàr, ve. – Falciare. sfojàr, ve. – Scartocciare il granoturco. solfàto, s.m. – Antiparassitario, poltiglia bordolese. sòlfare, sòlfere, s.m. – Zolfo, ridotto in polvere, serve per proteggere le viti dai parassiti. sòma, s.f. – Carico pesante che si posa sulla groppa delle bestie da tiro. sotospìna, s.f. – Mezza botte, che si pone sotto i recipienti per purificare il vino. spìna, s.f. – Rubinetto, cannella.

spinèl, s.m. – Specie di piolo appuntito, con cui si tura la spìna della botte.

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spiròn, s.m. – Penzolo d’uva. spòrta, s.f. – Gabbia di corda nella quale si mettono le olive per pressarle, bruscola, fiscolo. spriz, s.m. – Miscela di acqua minerale e vino bianco. stagnàda, s.f. – Caljèra in rame più grande, per preparare le refezione alle bestie, caldaio, paiolo. stàla, tigòr, s.f. – Luogo chiuso e coperto in cui si tengono gli animali domestici. stànga, s.f. – Pertica che divide gli animali in una stalla. stànzia, s.f. – Podere con casa colonica, fattoria. staròl, s.m. – Antica misura per il grano contenente circa 10 kg. ster, s.m. – Antica misura per il grano contenente 60 kg. sterpàr, ve. – Recidere con il cortelàzo, i rami degli alberi dopo che questi sono stati abbattuti. stèrpo, s.m. – Ramoscello secco e inaridito, spesso spinoso. stèvora, s.f. – Tassa sulla campagna. stòbia, s.f. – Paglia che rimane nel campo delle biade mietute. stràma, s.f. – Erba vecchia per far letame. strangolìn, s.m. – Paletto di ferro sottile per togliere i sassi di un campo. strènta, strùco, torcèto, s.m. – Strettoio con le doghe per comprimere le vinacce, torchio per l’uva.

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strìca, s.f. – Filare, pezzo stretto e lungo di terreno. stropòn, s.m. – Tappo, grosso, della botte.

strucàr, ve. – Spremere, strizzare. tàjo, s.m. – Apertura della stagione del taglio del legname nei boschi. tamizàr, ve. – Setacciare. tanàja, s.f. – Arnese agricolo simile alle tenaglie, con ganasce più piccole, usato in viticoltura per stringere l’innesto.

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tasèl, s.m. – Specie di terreno marnoso, costello. teràn, s.m. – Vite, uva e vino nero. tèra sul sol, s.f. – Terreno a solatìo. tòrcio, s.m. – Edificio per torchiare le olive, oleificio. torciòn, s.m. – Insetto parassita, tortiglione della vite. tòrta, s.f. – Ritorta della càmba, chiovolo. tràpa, s.f. – Acquavite, grappa.

tròzo, s.m. – Sentiero, viottolo tra i campi o boschi. tùbo, s.m. – Bicchiere contenente due otàvi. tùlaz, s.m. – Corpo osseo vuoto, ripieno d’acqua, serve a bagnare la cote per affilare la falce fienaia.

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MOTTO :CASTELLO

ùa, s.f. – Uva, frutto della vite. ùa pàsa, s.f. – Uva appassita, uva sultanina. ùa spìna, s.f. – Frutice dai rami spinosi, ribes rosso. vanèza, s.f. – Ciascuna delle strisce rilevate di terra tra solco e solco, nel campo lavorato. vangàr, ve. – Lavorare la terra con la vanga. vènco, s.m. – Vimine, vinco, ramo sottile e flessibile di salice usato per legare le viti. venchèr, s.m. – Salice nostrano i cui rami flessibili servono per legare le viti, chiamati spago dei agricultòri.

vendèma, s.f. – La raccolta dell’uva matura. vendemàr, ve. – Vendemmiare. verderàme, s.m. – Solfato di rame. vìda, s.f. – Pianta, vite. vin, s.m. – Vino. zàina, zèsta, s.f. – Cesta di giunchi a due manici. zàja, zivièra, s.f. – Grossa cesta fatta con i vimini per il trasporto di letame. zàpa, s.f. – Attrezzo agricolo manuale, zappa.

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MOTTO :CASTELLO

zapadòr, s.m. – Zappatore. zapàr, ve. – Zappare. zapòn, s.m. – Zappa più pesante, adoperata sul terreno nudo. zbàlzo, s.m. – Fascio di frumento legato stretto. zbevazàr, ve. – Bere molto con avidità. zbrufadòr, s.m. – Annaffiatoio.

zbrodigàr, ve. – Lavorare senza diligenza, confusamente. zimàr, ve. – Accorciare il tralcio della vite. zimèta, zìmo, s.f. – Cima tenera della pianta. zivièra, s.f. – Sorta di barella in vimini, per il trasporto del letame zlàif, s.m. – Freno, martinicca. zmir, s.m. – Grasso nero per ungere i mozzi delle ruote del carro.

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MOTTO :CASTELLO

zòpa, s.f. – Zolla di terra. zornàda, s.f. – Giornata. zrùi, s.m. – Scopa di rami d’albero, usata in stalla.