133
Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - “Teorie delle comunicazioni di massa”

Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria e tecnica del giornalismo

Modulo B- Prima parte -

“Teorie delle comunicazioni di massa”

Page 2: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

L’evoluzione della ricerca sulle comunicazioni di massa

L’analisi dei rapporti tra:

Contesto sociale, storico, economico Il tipo di teoria sociale richiamato dalle varie

teorie Il modello di processo comunicativo

Consente di determinare le connessioni tra le diverse teorie mediologiche.

Page 3: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sviluppo delle teorie mediologiche

Periodo delle due guerre mondiali Diffusione su larga scala dei mass media Mass media come strumento di

propaganda Interesse da parte degli studiosi dei

media sugli effetti di tale fenomeno

Page 4: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria Ipodermica

Componente principale:

Teoria della società di massa

Modello comunicativo:

Teoria psicologia dell’azione

Page 5: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Società di massa

Secondo il pensiero politico conservatore dell’800 la società di massa è il risultato:

dell’industrializzazione della diffusione di valori astratti dell’indebolimento dei legami tradizionali

Isolamento e alienazione

Page 6: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Società di massa

Ortega y Gasset descrive l’uomo – massa come:

Il risultato della disgregazione delle élites Antitesi della figura dell’uomo colto

“La massa travolge tutto ciò che è differente individuale, singolare, qualificato e

selezionato”

Page 7: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Società di massa

Simmel analizza la dinamica che si istaura tra individuo – massa:

La massa si fonda su ciò che accomuna l’uno a tutti gli altri

La massa è dominata da una sola idea: la più semplice

Page 8: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Società di massa

Secondo Blumer la massa è: Composta da persone che non si

conoscono, spazialmente separate Priva di tradizioni,di regole di

comportamento, di leadership e struttura organizzativa

Gli individui sono isolati, anonimi, distaccati, atomizzati

Page 9: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria ipodermica

Teoria ipodermica Società di massa

Isolamento dell’individuo Disintegrazione delle culture locali

“Ciascun individuo è un atomo isolato che reagisce da solo agli ordini e alle suggestioni dei mezzi di

comunicazione di massa monopolizzati”

Page 10: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria dell’azione

Studia il comportamento umano attraverso il metodo dell’ esperimento e dell’

osservazione

L’elemento cruciale nella relazione tra organismo e ambiente è rappresentato

dallo stimolo

Page 11: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria dell’azione

Stimolo Risposta

Lo stimolo è la condizione primaria della risposta

L’ampiezza e la qualità della risposta dipendono:

• dal contesto

• precedenti esperienze fatte dal soggetto

Page 12: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria ipodermica Teoria dell’azione

Secondo la teoria ipodermica c’è:

connessione diretta tra:

Esposizione al messaggio (stimolo)

Comportamento (risposta)

Page 13: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria ipodermica

“Ogni membro del pubblico è personalmente e direttamente attaccato

dal messaggio”

“se una persona è raggiunta dalla propaganda, può essere controllata,

manipolata, indotta ad agire”

Page 14: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello di Lasswell

Eredità ed evoluzione della teoria ipodermica

Per descrivere un atto comunicativo bisogna rispondere alle seguenti domande:

− Chi?− Dice cosa?− Attraverso quale canale?− A chi?− Con quale effetto?

Page 15: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Ognuna di queste variabili definisce e organizza un determinato settore di ricerca

Chi? Analisi degli emittenti Dice cosa? Analisi del contenuto dei messaggi Attraverso quale canale? Analisi dei mezzi A chi? Analisi dell’audience Con quale effetto? Analisi degli effetti

Page 16: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

I processi di comunicazione di massa sono asimmetrici

- Emittente attivo (che produce lo stimolo)

- Massa passiva (che reagisce allo stimolo)

Secondo Lasswell:

Page 17: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

La comunicazione è intenzionaleScopo = ottenere un effetto (comportamento) osservabile e misurabile

I ruoli di comunicatore e destinatario solo isolati, indipendenti dai rapporti sociali, situazionali e culturali.

Secondo Lasswell:

Page 18: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Lo schema di Lasswell ha organizzato la comunicazione attorno a due temi:

Analisi degli effetti

Analisi del contenuto

Page 19: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il superamento e il rovesciamento della teoria ipodermica è avvenuto secondo tre direttrici:

Approccio empirico di tipo psicologico – sperimentale

Approccio empirico di tipo sociologico Approccio funzionale

Page 20: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Approccio empirico – sperimentale o “della persuasione”

Teoria dei media

Revisione del processo comunicativo Studio degli elementi che influenzano la

relazione tra:

Emittente – messaggio – destinatario Effetti variabili da individuo ad individuo

Page 21: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Caratteristiche teoria dei media

Studia prevalentemente gli effetti dei media in situazione di “campagna”

(elettorale, pubblicitaria, propagandistica ecc.)

− Scopi specifici− Durata definita− Intensiva e vasta copertura− Promossa da istituzioni o enti con potere e autorità− Argomenti sono “venduti” al pubblico

Page 22: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Processo comunicativo

Page 23: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria dei media

Studi sui caratteri del destinatario

(fattori relativi all’audience)

Ricerche sull’organizzazione ottimale dei messaggi

(fattori relativi al messaggio)

Page 24: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Fattori relativi all’audience

Interesse ad acquisire informazione Esposizione selettiva Percezione selettiva Memorizzazione selettiva

Page 25: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Interesse ad acquisire informazione

Non tutte le persone sono un uguale bersaglio per i media

I non informati sono difficili da raggiungere

Maggiore è l’esposizione ad un determinato argomento, maggiore sarà l’interesse verso questo argomento

Page 26: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Esposizione selettiva

Ciascun individuo si espone ai messaggi che sono più congruenti con:

le proprie conoscenze I propri bisogni I propri valori

Page 27: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Percezione selettiva

Interpretazione del messaggio

Decodifica aberrante: accettazione superficiale del messaggio

Effetti di assimilazione (campo di accettazione)- opinioni simili tra fonte e destinatario

- scarso coinvolgimento - atteggiamento positivo verso la fonte Effetti di contrasto (campo di rifiuto)

Page 28: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Memorizzazione selettiva

I soggetti selezionano gli elementi più significativi a scapito di quelli

culturalmente distanti− Effetto Barlett: meccanismo di

memorizzazione dei messaggi persuasori

− Effetto latente: con il passare del tempo aumenta l’efficacia persuasoria

Page 29: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Fattori legati al messaggio

La credibilità del comunicatore Ordine delle argomentazioni Completezza delle argomentazioni Esplicitazione delle conclusioni

Page 30: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

La credibilità del comunicatore

A breve termine: fonte credibile = mutamento di opinioni

A lungo termine:sfuma l’immagine della fonte – si attiva l’effetto latente

Il messaggio viene appreso, ma l’accettazione o meno del messaggio

dipende dalla fonte

Page 31: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Ordine delle argomentazioni

Effetto primacy:

Maggior efficacia degli argomenti iniziali

- (tema sconosciuto) Effetto recency:

Risultano più influenti gli argomenti terminali

- (familiarità con il tema)

Page 32: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

La completezza delle argomentazioni

Presentare o meno più punti di vista di un tema controverso.

Page 33: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Da una ricerca condotta negli Stati Uniti risulta che il messaggio è più efficace:

presentando un solo

aspetto di un tema: Persone già convinte Persone con un

basso grado di istruzione (già convinte)

presentando entrambi

gli aspetti di un tema: Persone con un

parere opposto persone con un

elevato grado di istruzione

Page 34: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

L’esplicitazione delle conclusioni

Conclusioni implicite :quando è maggiore il coinvolgimento

Conclusioni esplicite: argomenti complessi e poco conosciuti dal pubblico

Page 35: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria dei media secondo l’approccio psicologico - sperimentale

La comunicazione può ottenere degli effetti persuasori sul pubblico solo se la forma e l’organizzazione del messaggio sono adeguati ai fattori personali che il destinatario attiva nell’interpretazione del messaggio

Page 36: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Approccio empirico sul campo o “degli effetti limitati”

“Teoria dei media” di orientamento sociologico

Cerca una relazione tra i processi di comunicazione di massa e il contesto sociale in cui questi si realizzano

Page 37: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Oggetto di studio

La composizione differenziata dei pubblici e il loro consumo di comunicazioni di massa

Il contesto sociale e gli effetti dei media

Page 38: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Le ricerche sul consumo dei media

Lazarsfeld nel 1940 analizzò la fruizione dei programmi radio da parte di pubblici diversi cercando di trovare una correlazione tra le caratteristiche dei destinatari con quelle dei programmi preferiti.

Page 39: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Come studiare l’attrattiva dei programmi

Attraverso l’utilizzo congiunto di tre metodi diversi:

Analisi del contenuto Caratteristiche degli ascoltatori Studi sulle gratificazioni

Page 40: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Analisi del contenuto

Consente di capire cosa gli ascoltatori traggono dal contenuto

Page 41: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Caratteristiche degli ascoltatori

Consente di analizzare ciò che il programma significa per gli ascoltatori attraverso un’analisi differenziale dei diversi gruppi di ascoltatori

Page 42: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Studi sulle gratificazioni

Consente di capire perché un determinato programma è seguito attraverso l’analisi di quale sia il significato che gli ascoltatori danno al programma.

Page 43: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il contesto sociale e gli effetti dei media

Per individuare quali siano gli effetti dei media è necessario analizzare il

contesto sociale in cui essi agiscono. Obiettivo delle ricerche:• analizzare quali fossero le dinamiche

che portavano alla formazione di opinioni all’interno di determinate comunità sociali

Page 44: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Lazarsfeld – Berelson – Gaudet condussero una ricerca con lo scopo di individuare motivi e modalità con cui si formano le attitudini politiche:

Oggetto dello studio: la campagna presidenziale del 1940

Contesto sociale: Comunità dello Stato dell’Ohio

Ricerche

Page 45: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Campi d’indagine

Relazione tra l’orientamento di voto e lo status socioeconomico, età, religione

(ed altri fattori sociologici)

Correlazione tra il grado d’interesse, di motivazione, di partecipazione e il grado di esposizione alla campagna

Page 46: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Risultati della ricercaL’effetto complessivo della campagna presidenziale procede in tre direzioni:

Effetto di attivazione(Trasformazione delle tendenze latenti in effettivo comportamento di voto)

Effetto di rafforzamento(preserva le decisioni prese, evitando mutamenti nelle attitudini)

Effetto di conversione(ridefinizione dei problemi, approfonditi poco, che vengono messi in evidenza dalla propaganda)

Page 47: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Conclusioni della ricerca

Stabilità dei processi di formazione delle attitudini politiche

Connessione tra attitudini politiche e rete di rapporti sociali significativi di ciascun individuo

“Scoperta”: • dei leader d’opinione

• del flusso di comunicazione a due livelli

Page 48: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Leader d’opinione

Rappresentano quella parte di opinione pubblica che cerca di influenzare il resto dell’elettorato

Sono la parte più attiva nella partecipazione politica

Fungono da mediatori tra i mass media e gli individui meno interessati

Page 49: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Flusso della comunicazione a due livelli (Two – step flow of communication)

È determinato dalla mediazione che svolgono i leader tra i media e gli altri

individui del gruppo

Page 50: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Opposizione tra teoria ipodermica e modello del two step flow

TEORIA IPODERMICA

Individui singoli,isolati che formano il pubblico di massa

MODELLO DEL TWO STEP FLOW

o Leader d’opinione Componenti dei gruppi sociali di

cui fa parte il leader d’opinione

Mass mediaMass media

Page 51: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Formazione dell’opinione pubblica

Risultato complessivo della rete di interazioni che legano le persone

L’influenza personale che si svolge nei rapporti intersoggettivi risulta più efficace di quella che deriva direttamente dai media (influenza impersonale)

Page 52: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Differenti tipi di leader (Merton)

“Leader d’opinione polimorfico”:

- vissuto all’interno della comunità

- ampia rete di rapporti personali

- influenza su diverse tematiche

“Leader d’opinione cosmopolita”:

- vissuto all’esterno della comunità

- qualitativo e selettivo nella sua rete di rapporti personali

- influenza su particolari aree tematiche

Page 53: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Differenza tra approccio psicologico- sperimentali e sociologico – sul campo

Psicologico - sperimentale

• ESPOSIZIONE AL MESSAGGIO:

tutto il campione e’ ugualmente esposto alla comunicazione

• TEMA su cui si valuta l’efficacia dei media:

Facilmente modificabile mediante la comunicazione

Sociologico - sul campo

• ESPOSIZIONE AL MESSAGGIO:

l’audience e’ composto solo da chi si espone volontariamente

• TEMA su cui si valuta l’efficacia dei media:

più difficilmente influenzabile, radicato profondamente nelle persone (comportamenti elettorali, attitudini politiche)

Page 54: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Le fasi della ricerca sugli effetti dei media

1. “Media onnipotenti”: Anni ‘20-’30Manipolazione – periodo della depressione - effetti a breve temine.

2. “Effetti limitati”: Anni ‘40-’60 Persuasione - Influenza – importanza del contesto sociale – caratteristiche individuali limitano gli effetti dei media.

3. Ritorno ai “media potenti”: Anni ‘70 crisi economica, tensioni politiche - effetti a lungo termine.

Il ruolo della comunicazione di massa è strettamente legato al clima sociale di un determinato contesto storico

Page 55: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria funzionalista

Si interroga sulle funzioni dei media e non sugli effetti della comunicazione mediale

Completa il percorso seguito dalla ricerca mediologica:

manipolazione persuasione influenza funzione

Page 56: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria funzionalista

Si concentra sulle conseguenze oggettivamente accertabili dell'azione dei media nella società.

Non si riferisce più a singole campagne informative, ma al continuo tessuto di comunicazioni che circolano ogni giorno.

E' una teoria sociologica basata su assunti struttural-funzionalisti che abbracciano la problematica dei media osservando la società nel suo complesso.

Page 57: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzionalismo

Società è un sistema dinamico composto da sottosistemi

Ogni sottosistema svolge una funzione di integrazione e di mantenimento dell’equilibrio del sistema

Page 58: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sottosistemi

Ogni sottosistema è preposto alla soluzione di uno dei quattro problemi fondamentali del sistema sociale:

1. la conservazione del modello e il controllo delle tensioni:gli individui devono interiorizzare i modelli culturali del sistema

Page 59: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sottosistemi

2. L'adattamento all'ambiente:il sistema sociale per sopravvivere deve adattarsi al proprio ambiente.

3. Il perseguimento dello scopo:il sistema si pone diversi scopi e li raggiunge attraverso specifiche funzione sociali.

4. L'integrazione:le parti che compongono il sistema devono essere interrelate, per cui vanno evitate le tendenze disgreganti.

Page 60: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sottosistema funzionale/disfunzionale

Funzionale: quando contribuisce al soddisfacimento di uno dei bisogni fondamentali.

Disfunzionale: quando ostacola la soddisfazione di uno dei bisogni fondamentali.

Page 61: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni/Disfunzioni

Funzioni dirette

un sottosistema ha conseguenze dirette sul sistema sociale

sottosistema sistema sociale Funzioni indirette

un sottosistema ha conseguenze dirette su un altro sottosistema

sottosistema sottosistema sistema sociale

Page 62: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni (disfunzioni) latenti/manifeste

Funzioni (disfunzioni) latenti: non sono riconosciute e non sono volute

Funzioni (disfunzioni) manifeste: volute e riconosciute

Page 63: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il sottosistema dei media

Wrigth analizza il sottosistema dei media, studiando le funzioni sociali che assolve.

Page 64: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Rapporti società – media (Wright)

Articolare le funzioni e le disfunzioni latenti e manifeste delle trasmissioni giornalistiche, informative, culturali e di intrattenimento rispetto:

alla società ai gruppi all'individuo al sistema culturale.

Page 65: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni dell’informazione – rispetto alla società -

fornisce la possibilità di allertare i cittadini di fronte a minacce

fornisce gli strumenti per realizzare attività istituzionali ed economiche

Page 66: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni dell’informazione – rispetto all’individuo -

permette l'attribuzione di status e prestigio, a chi è fatto oggetto di attenzione da parte dei media

introduce il fattore discriminante dell'essere o no bene informati

rafforza le norme sociali, svolgendo una funzione eticizzante

Page 67: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Disfunzioni dei media

la diffusione di notizie allarmanti può generare effetti di panico

l'eccesso informativo può condurre a un ripiegamento sul privato 

l'esposizione a grandi dosi di informazione può causare la cosiddetta “disfunzione narcotizzante"

Page 68: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Disfunzioni dei media

la logica del profitto che sostiene i media fa sì che essi contribuiscano al conformismo

Page 69: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

“Usi e gratificazioni”

L'effetto della comunicazione di massa è inteso come conseguenza delle

gratificazioni ai bisogni del ricevente.

“che cosa fanno le persone con i media?”

Page 70: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni della stampa

Studio di Berelson sulle reazioni dei lettori dei quotidiani durante lo sciopero dei

giornali a New York Informare e fornire interpretazioni sugli

eventi Costruire uno strumento essenziale nella

vita contemporanea

Page 71: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni della stampa

Essere fonte di rilassamento Attribuire prestigio sociale Essere uno strumento di contatto sociale Costruire una parte importante dei rituali

della vita quotidiana

Page 72: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Funzioni della comunicazione di massa – Lasswell -

1. Fornire informazioni

2. Fornire interpretazioni

3. Esprimere i valori culturali e simbolici

4. Intrattenere lo spettatore (Wright)

Page 73: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Bisogni soddisfatti dai media

Katz-Gurevitch-Haas individuano

cinque diverse classi:

bisogni cognitivi:acquisizione e rafforzamento delle conoscenze e della comprensione

Page 74: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Bisogni soddisfatti dai media

bisogni affettivi/estetici:rafforzamento dell'esperienza estetica ed emotiva

bisogni integrativi a livello della personalità:rassicurazione, stabilità emotiva, incremento di status

Page 75: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Bisogni soddisfatti dai media

bisogni integrativi a livello sociale:rafforzamento dei contatti interpersonali, con la famiglia ecc.

bisogni di evasione:allentamento delle tensioni e dei conflitti

Page 76: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il pubblico

Il pubblico diventa "attivo"

cercando la risposta ad un suo bisogno

seleziona un determinato media

(finalizza l'uso dei media ad uno scopo).

Page 77: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Bisogni soddisfatti dai mezzi di comunicazione di massa

Libri e cinema aiutano l’individuo ad entrare in rapporto con sé stesso

soddisfano i bisogni di autorealizzazione e autogratificazione

Giornali, cinema e televisione

rafforzano il legame dell’individuo con la società

Page 78: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Usi e gratificazioni- aspetti rilevanti-

Il destinatario della comunicazione di massa può ricavare gratificazione: • Nel contenuto del messaggio

• Nell’esposizione ad un determinato mezzo

Attività selettiva e interpretativa del destinatario costituiscono una componente stabile nel processo comunicativo

Page 79: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Scuola di Francoforte – teoria critica-

Fondata nel 1923 Direttore: Max Horkheimer Con l’avvento del nazismo l’Istituto è costretto

a chiudere I principali rappresentanti (Horkheimer,

Adorno, Marcuse, Habermans) sono costretti ad emigrare

Nel 1950 riprende l’attività di studio e di ricerca

Page 80: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria critica

Si propone come teoria della società: intesa come un tutto:

è quindi contro le discipline settoriali

(ricerca amministrativa – communication research)

Page 81: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria critica

Le scienze e i vari settori culturali hanno una funzione ideologica:

poiché conservano l'ordine sociale esistente.

Elaborazione del concetto di “industria culturale”

Page 82: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

L’ Industria Culturale

Il termine industria culturale viene usato da Horkheimer e Adorno per la prima volta

nella Dialettica dell’illuminismo (pubblicato nel 1947)

Page 83: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Industria Culturale

I media sono strumenti del sistema, che solo apparentemente offrono novità, ma che in realtà non fanno che riproporre i rapporti di forza dell'apparato economico e sociale.

"La macchina dell' industria culturale ruota sul posto, determina essa stessa il consumo ed esclude tutto ciò che è nuovo , che è rischio

inutile."

Page 84: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Individuo e industria culturale

L’individuo non decide più autonomamente

L’individualità è sostituita dalla pseudo-individualità dei soggetti iscritti in una logica di controllo (falsa libertà)

I prodotti dell’industria culturale sono costruiti per un consumo distratto, non impegnativo

Page 85: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Cultura mediale

La cultura mediale è caratterizzata da: ripetitività ubiquità standardizzazione

Queste caratteristiche  non sono una semplice conseguenza dell'adeguazione ai gusti del

pubblico, ma il principale mezzo del potere che controlla e manipola i bisogni.

Page 86: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Struttura dei messaggi

La struttura multistratificata dei messaggi riflette lastrategia di manipolazione dell’industria culturale in quanto:

• Messaggi latenti: sfuggono ai controlli della coscienza.

• Messaggi manifesti: spesso superficiali

“Molti spettacoli televisivi propongonomediocrità, inerzia intellettuale, che ben si sposano concredi totalitari, anche se il loro messaggio superficiale

sembra antiautoritario e innocuamente frivolo.”

Page 87: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

La stereotipizzazione

È una strategia di dominio dell’industria

culturale. Stereotipi: elemento indispensabile per

organizzare e anticipare le esperienze della realtà impediscono il caos cognitivo e la disorganizzazione mentale.

Page 88: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

I generi: stereotipizzazione nell’industria culturale

il contenuto televisivo è organizzato in generi (commedia, giallo, quiz, ecc.),

cioè in forme rigide che impongono allo spettatore un modello costante, aspettative prestabilite al di là dei

contenuti.

Page 89: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria critica e ricerca amministrativa

Differente concezione dei media• Teoria critica:

strumenti della riproduzione di massa, ripropongono i rapporti di forza dell’apparato economico e sociale.

• Teoria amministrativa:strumenti usati per raggiungere determinati scopi (vendere merci, innalzare il livello intellettuale, ecc,)

Page 90: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria cuturologica – Morin (1962)

Contro la communication research Elaborata in Francia nel 1962 da Edgar

Morin La teoria culturologica mette al centro

dei propri interessi il concetto di cultura, esaminando soprattutto il concetto di cultura di massa.

Page 91: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

La cultura di massa

La cultura di massa non è l'unica componente dell'universo culturale della società contemporanea, ma esistono anche una cultura nazionale, una religiosa, una umanistica che ad essa si intrecciano.

La cultura di massa è un sistema di simboli, valori, miti ed immagini, che riguardano sia la vita pratica sia l'immaginario collettivo.

Page 92: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Struttura dell’immaginario

Permette di mediare fra i due opposti requisiti di:• standardizzazione

(dovuti alle esigenze produttive)

• innovazione

(legati alla natura individualizzata e innovativa del consumo)

Page 93: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Struttura dell’immaginario

L'immaginario basa le sue strutture interne su temi mitici, forme archetipiche  e personaggi tipo, che anche quando vengono ridotti dall'industria culturale a stereotipi, lasciano un ampio margine di manovra all'invenzione.

Page 94: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sincretismo

Omogeneizzare sotto un denominatorecomune la diversità dei contenuti:

Informazione rilievo dei fatti di cronaca

fiction si “colora” di realismo

Contaminazione tra reale e immaginario

Page 95: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Nuova identità sociale

La cultura di massa aggrega gli individui attorno al consumo, producendo settori sociali che oltrepassano le classi in nome di un’identità dei valori di consumo.

Page 96: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Rapporto tra produzione e consumo

Il dialogo tra produzione e consumo è ineguale (es. tra un prolisso e un muto)• La produzione: si esprime attraverso un

linguaggio

• Il consumatore: risponde con reazioni pavloviane (es. Sì – No decretando il successo o l’insuccesso di un programma)

Page 97: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

“Cultural Studies”

Teoria mediologica elaborata in Inghilterra al Centre for Contemporary Cultural

Studies dell’Università di Birmingham tra la metà degli anni ’50 e i primi anni ’60

Fondatore della scuola: Stuart Hall

Page 98: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Definizione di cultura

“la cultura non è una pratica, né è semplicemente la descrizione della

somma delle abitudini e costumi di una società. Essa passa attraverso tutte le

pratiche sociali, ed è la somma delle loro interrelazioni” (Stuart Hall, 1980).

Page 99: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Concetto di cultura

Nel significato di cultura rientrano dunque, sia i significati e i valori che si

diffondono nelle classi e nei gruppi sociali, sia le pratiche effettivamente

realizzate che esprimono e contengono valori e significati.

Page 100: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sociologia delle comunicazioni di massa

Un’adeguata sociologia delle comunicazioni di massa deve porsi lo scopo di rendere conto della dialettica che si istaura tra il sistema sociale, la

continuità e le trasformazioni del sistema culturale, il controllo sociale

Page 101: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Sociologia delle comunicazioni di massa

Devono essere studiate le struttura e i processi attraverso i quali le istituzioni

delle comunicazioni di massa sostengono e riproducono la stabilità

sociale e culturale.

Page 102: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il pubblico e contenuto dei media

Il comportamento del pubblico è orientato da fattori:• Strutturali

• CulturaliChe influenzano il contenuto dei media

Connessione tra sistema culturale dominante e

le attitudini degli individui

Page 103: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

“Cultural studies”

I cultural studies tendono a specificarsi in due “applicazioni” diverse:

1. Lavori sulla produzione dei media

2. Studi sul consumo della comunicazione di massa

Page 104: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Conclusioni

Per comprendere le pratiche mediologiche sono elementi essenziali:

Le strutture sociali esterne ai media Le specifiche condizioni storiche

Page 105: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Le Teorie comunicative

La storia e l’evoluzione della communication research sono state

influenzate dalle diverse teorie comunicative.

Page 106: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello comunicativo della teoria dell’informazione

Shannon-Weaver (1949) elaborarono uno schema, di matrice matematica, della trasmissione ottimale dei messaggi.

Il trasferimento dell’informazione si effettua dalla fonte al destinatario

Page 107: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Shannon – Weaver (1949)

Messaggio segnale messaggio

segnale ricevuto

Fonte di informazione

trasmittente

Fonte di rumore

ricevente

destinatario

Page 108: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il processo comunicativo

La fonte (sorgente dell’informazione) emette un segnale che viaggia attraverso un canale, lungo il quale può venire disturbato da un rumore.

Il segnale, viene raccolto da un ricevente che lo converte in messaggio, che, infine, viene compreso dal destinatario.

Page 109: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello comunicativo della teoria dell’informazione

Questo schema analitico è applicabile a fenomeni molto eterogenei.

Questo modello è valido per la comunicazione:• tra due macchine,

• tra due esseri umani,

• tra una macchina ed un essere umano

Page 110: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Teoria informazionale

Comunicazione come trasferimento di informazioni

Page 111: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il trasferimento dell’informazione

Il trasferimento dell’informazione si effettua dalla fonte al destinatario

Il trasferimento dell’energia vettrice avviene dal trasmettente al ricevente

Page 112: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il codice

Questa teoria intende la comunicazione come puro trasferimento di informazioni in base ad un codice, cioè a un sistema di regole che assegna a un dato segnale un dato valore

Page 113: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il rumore

Fattore di disturbo nella trasmissione

dell’ informazione

Page 114: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Limite della teoria informazionale

E’ un sistema puramente sintattico, che non contempla il problema del significato del messaggio.

Page 115: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello informazionale

E’ stato per un lungo periodo il paradigma dominante nella communication research principalmente per tre motivi:

1. Diffusione del modello informazionale oltre l’ambito specifico in cui era sorto.

(aspetti più tecnici sono scomparsi, è rimasta la forma complessiva dello schema – è divenuto uno schema comunicativo generale)

Page 116: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello informazionale

2. Funzionalità del modello rispetto al “tema principe” della communication research, quello degli effetti

3. Generale orientamento sociologico, interessato di più ai rapporti tra media e società più che alla problematica comunicativa

Page 117: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello semiotico - informazionale

Importanza del problema della “significazione”

Non più comunicazione come trasferimento di informazioni, ma

comunicazione come trasformazione da un sistema all’altro

Il codice garantisce la possibilità di tale trasformazione

Page 118: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Fonte

Il modello semiotico – informazionale (Eco - Fabbri, 1965)

Canale

Codice Codice

Sottocodici Sottocodici

Messaggio emesso come

significante che veicola

un certo significato

Massaggio ricevuto come

significante

Massaggio ricevuto come

significato

Destinatario

Page 119: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Modello semiotico - informazionale

Codice: correlazione tra gli elementi di sistemi diversi

Decodifica: processo con cui i componenti dei pubblici costruiscono un senso da ciò che ricevono della comunicazione di massa

Page 120: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Relazione comunicativa

A seconda delle diverse situazioni socio – culturali:

Differenti codici (regole di competenza e di interpretazione)

Il messaggio ha una forma significante che può essere riempita con diversi significati

Anche se esistono codici accettati da tutti si hanno differenze nei sottocodici

Page 121: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Messaggio

Tra il messaggio come significante e il messaggio come significato c’è un dislivello che dipende:

dal grado di condivisione di competenze fra emittente e destinatario (non c’è solo un codice ma anche un sottocodice da condividere)

dall’intermediazione delle reti sociali

Page 122: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Decodifica aberrante

I destinatari attuano un’ interpretazione dei messaggi diversa dalle intenzioni

dell’emittente

Page 123: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Rapporto tra emittente e ricevente

Processo negoziale ed è legato a due vincoli:• L’articolazione dei codici

(ad es. tra emittente e ricevente ci può essere: carenza totale di codice, disparità di codice)

• La specifica situazione comunicativa dei media (asimmetria dei ruoli comunicativi nella comunicazione di massa e l’insieme complesso di fattori sociali in cui essa si realizza)

Page 124: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Conclusioni

Il modello semiotico – informazionale si è trovato confinato nell’ambito dell’analisi dei messaggi, dei loro codici e della struttura comunicativa

Impossibilità di trovare un relazione tra comprensione e decodifica dei messaggi ed effetti sociali dei media

Page 125: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Modello semiotico - testuale

Strumento adeguato per interpretare i problemi specifici della comunicazione di massa

Il modello semiotico – informazionale rappresentava un meccanismo comune sia per la comunicazione interpersonale che per la comunicazione di massa

Page 126: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Modello semiotico - testuale

I destinatari ricevono insiemi testuali e non singoli messaggi

I destinatari non interpretano i messaggi in base a codici, ma attraverso insiemi di pratiche testuali

I destinatari ricevono molti messaggi

Page 127: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Relazione comunicativa

Non sono più i messaggi a essere veicolati nello scambio comunicativo, ma è la relazione comunicativa che si costruisce intorno a insiemi di pratiche testuali

Page 128: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Emittente e ricevente

Nella comunicazione di massa c’è: Asimmetria tra i ruoli di ricevente e

emittente Diversa qualità delle competenze

comunicative tra emittente e ricevente Articolazione differenziata dei criteri

di pertinenza e di significatività dei testi dei massa media

Page 129: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Cultura

Cultura: meccanismo che crea un insieme di testi• Cultura grammaticalizzata:

cultura colta, “che definisce le proprie regole di produzione”

• Cultura testualizzata:cultura delle comunicazioni di massa, sono le pratiche testuali che si impongono, si diffondono e si costituiscono come modelli

Page 130: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Competenza interpretativa

Le competenze interpretative dei destinatari, più che su codici esplicitamente appresi e riconosciuti, si basano su aggregati di testi già fruiti.

Page 131: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il modello semiotico - testuale

Consente di individuare il modo in cui un dato strutturale degli apparati dei media si trasforma in un meccanismo comunicativo, e il modo in cui incide sui processi di interpretazione e di acquisizione di conoscenza.

Page 132: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Il ruolo del destinatario

L’emittente anticipa la comprensione del ricevente, sceglie la forma del messaggio, che sia accettabile al destinatario.

La codificazione è quindi influenzata dalle condizioni della decodifica.

L’emittente determina i propri messaggi, tenendo conto: delle conoscenze, delle capacità e dello stato dei suoi destinatari.

Page 133: Teoria e tecnica del giornalismo Modulo B - Prima parte - Teorie delle comunicazioni di massa

Limiti della communication research

Mancanza di interesse nel sapere come è realmente fatta l’audience

Emittente e ricevente hanno l’uno dell’altro un’ immagine stereotipata (L’emittente con uno stereotipo del pubblico ed il destinatario ha un’ immagine stereotipata di ciò che si deve aspettare dai media)