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TECNICA DI RIPRESA LA FOTOGRAFIA SENZA OBIETTIVO Pinhole in…cartone Testo, foto stenopeiche e costruzione fotocamera di: Gino Mazzanobile www.ginomazzanobile.it L’attuale passaggio alla tecnologia digitale, ha portato ad una vera e propria trasformazione della fotografia. I rullini fotografici, le fotocamere più o meno raffinate, le ottiche intercambiabili, appartengono ad un tempo che sembra ormai molto lontano. L’avvento del digitale sta difatti allontanando sempre di più, gli appassionati dalla vecchia camera oscura e dalla ricerca di nuove tecniche di sviluppo manuale, facendo così affievolire l’emozione di creare in modo assolutamente univoco la propria fotografia. Le riviste del settore oggi propongono con dovizia di particolari, fotocamere digitali sempre più eleganti, facili da usare, con diverse impostazioni utente e risoluzioni molto evolute. Pure il neofita riesce infatti, ad ottenere da subito buoni risultati e in alcuni casi, degni anche di nota.

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TECNICA DI RIPRESA

LA FOTOGRAFIA SENZA OBIETTIVO

Pinhole in…cartone

Testo, foto stenopeiche e costruzione fotocamera di: Gino Mazzanobile

www.ginomazzanobile.it

L’attuale passaggio alla tecnologia digitale, ha portato ad una vera e propria trasformazione

della fotografia.

I rullini fotografici, le fotocamere più o meno raffinate, le ottiche intercambiabili, appartengono

ad un tempo che sembra ormai molto lontano. L’avvento del digitale sta difatti allontanando

sempre di più, gli appassionati dalla vecchia camera oscura e dalla ricerca di nuove tecniche di

sviluppo manuale, facendo così affievolire l’emozione di creare in modo assolutamente univoco

la propria fotografia.

Le riviste del settore oggi propongono con dovizia di particolari, fotocamere digitali sempre più

eleganti, facili da usare, con diverse impostazioni utente e risoluzioni molto evolute. Pure il

neofita riesce infatti, ad ottenere da subito buoni risultati e in alcuni casi, degni anche di nota.

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E’ però anche vero che con il neofita stesso, non ci si potrà addentrare in specifiche discussioni

di fotografia, di camera oscura o di quant’altro, poiché la risposta sarà, salvo casi particolari,

circoscritta alla semplice digitazione di un tasto.

Ciò nonostante con il - ‘Foro Stenopeico’ - che è lo strumento più ancestrale per la produzione

di immagini non perfettamente nitide ma sempre leggibili da zero all’infinito, saremo capaci di

mostrare con quanta semplicità si possono ottenere riprese degne di nota.

COSTRUZIONE DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA STENOPEICA

La Pinhole che vedete in foto è semplicissima da realizzare e allo stesso tempo interessante.

La struttura è interamente di cartone da 2mm. rinforzata all’interno da listelli di legno

facilmente reperibili in un qualsiasi negozio di modellismo. Sostanzialmente la realizzazione è

combinata da tre parti: la camera oscura vera e propria, il dorso dove collocare il materiale

fotosensibile, l’otturatore.

Il montaggio avviene in un poche ore utilizzando della colla vinilica a presa rapida.

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Materiale occorrente:

Cartoncino da 2 mm.

Un listello di betulla 1x1 cm.

Un listello di betulla 0,5 mm.

Un listello di balsa da 1,5 cm. con fresatura interna da 0,3mm

Colla vinilica

Forbici

Cutter

Carta vetrata

Righello, squadretta, matita.

REALIZZAZIONE

Si inizia con il tracciare sul cartoncino le misure esterne della nostra macchina fotografica

[14x15], che è stata espressamente progettata per l’impiego in riprese su carta fotografica

tradizionale bianconero - calotipia -, per produzione di fotogrammi in positivo e utilizzo di

pellicola per il formato 9x12.

Prima di incidere il cartoncino con il cutter, è consigliabile proteggere il tavolo da lavoro al fine

di non far muovere il cartoncino durante la fase di taglio, assicurando in questo modo anche la

salvaguardia del tavolo stesso.

Perfezionata l’incisione del cartoncino, cinque rettangoli 14x15 cm., passeremo alla fase di

rinforzo interno della nostra camera oscura incollando a misura ( come in foto ) i listelli di

betulla 1x1 cm. con colla vinilica a presa rapida e mollette da bucato.

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A questo punto della lavorazione, allestiremo il dispositivo che consentirà l’apertura e la

chiusura del dorso della macchina fotografica per il caricamento del materiale fotosensibile;

squadrando e tagliando a misura 4 listelli di legno di balsa già fresati al loro interno,

faciliteremo lo scorrimento di una parte mobile in gergo chiamata volet; i listelli si

incolleranno ‘di costa’ [vedi foto] ai quattro lati della scatola.

Nel frattempo che la colla asciughi, realizzeremo “la paratia mobile” il famoso volet

rafforzando la struttura con i travicelli da 0,5mm incollati uno per lato.

Il volet dovrà essere molto preciso, i movimenti aperto-chiuso consentiti da un dispositivo

somigliante ad una maniglia, dovranno risultare molto scorrevoli all’interno dei listelli fresati e

già incollati in precedenza alla camera oscura.

Azionando il suddetto dispositivo, avremo libero accesso all’interno della fotocamera, potremo

quindi inserire la dima ad incastro per il formato di ripresa nel nostro caso 9x12.

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Realizzando un tale sistema, saremo in grado di caricare e scaricare la macchina fotografica in

totale autonomia ricordando che, opereremo al buio se utilizzeremo pellicola pancromatica

sensibile a tutti i colori dello spettro luminoso, viceversa in luce rossa, nel caso in cui

utilizzassimo materiali ortocromatici sensibili a tutti i colori dello spettro tranne al rosso.

Per terminare, ho dipinto in nero opaco l’interno della fotocamera e la dima porta pellicola.

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REALIZZAZIONE DEL FORO PORTA OTTICA

Sul lato opposto della costruzione, ho perforato la parte anteriore della fotocamera

conseguendo un foro dalle generose dimensioni, al suo interno alloggerà il supporto con il vero

e proprio forellino stenopeico realizzato per come già illustrato nel precedente articolo.

Proprio da questo minuscolo forellino da 0,4 mm, [foto] passerà la luce della scena che

riprenderemo e che impressionerà il materiale fotosensibile posto sul retro della camera. La

focale, cioè la distanza tra ottica e materiale sensibile, che percorre la luce durante il suo

percorso in linea retta, nel nostro caso è stimabile a f/350.

Calcolo della focale.

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Lunghezza fotocamera 140mm : diametro del foro 0,4 mm = f/350

Per comodità, ho realizzato sempre con il cartoncino, un otturatore manuale molto empirico

tuttavia funzionale, anch’esso scorre all’interno di guide permettendo l’apertura e la chiusura

del foro stenopeico una volta terminata la ripresa.

A questo punto della lavorazione si può verniciare l’esterno della fotocamera con colore

acrilico, ho usato un marrone scuro per ottenere un effetto tipo legno.

Una fotocamera stenopeica come questa, offre la possibilità di inquadrare mentalmente dopo

aver valutato con qualche prova pratica l’angolo di ripresa conseguendo ottimi risultati da

subito; nulla vieta sicuramente di poter realizzare un mirino di riscontro, per puntare con

buona approssimazione cosa intendiamo riprendere.

Ricordo che non è assolutamente necessario che la pellicola o la carta sia planare e tanto meno

parallela al piano dell’ottica. Il foro stenopeico, infatti, a parità di focale copre formati di

pellicola di maggiore dimensione.

TEMPI DI ESPOSIZIONE DEL " FORO STENOPEICO - modalità d’uso - "

Per maggiore praticità e precisione, ho costruito col cartone due strisce ( vedi numero

precedente) dove sono riportati i diaframmi da 1.4 a 5OO e i tempi da 1/1000 a 30 minuti .

Con un esposimetro esterno o una macchina reflex tradizionale impostata su 100 iso di

sensibilità misuriamo la luce della scena, supponiamo di avere la coppia tempo diaframma

1/125 f11.

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Per una lunghezza focale f/350 e un foro stenopeico dal diametro di 0,4mm. si farà coincidere

1/125 con f11 , si conseguiranno 8 secondi di esposizione in corrispondenza di f/350. Facile

no?

Si inserisce quindi la fotocamera in una ‘changing bag’ (un sacco nero con due maniche) o

addirittura in camera oscura per proteggere la pellicola dalla luce.

Il materiale fotosensibile andrà adagiato sulla dima, con la parte sensibile rivolta verso il foro

stenopeico, che dovrà essere oscurato momentaneamente tramite l’otturatore.

Consiglio per la dima: l’utilizzo degli angolini adesivi trasparenti che normalmente sono

impiegati per fissare le stampe agli album, una volta posizionati sulla stessa, sarà

semplicissimo infilare i quattro angoli del materiale fotosensibile, in alternativa quattro pezzetti

di biadesivo andranno bene lo stesso, a questo punto si chiude la fotocamera con la paratia

mobile a prova d’infiltrazione di luce e la fotocamera è pronta per scattare.

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All’inizio è utile quando abbiamo necessità di fare pratica e testare le nostre fotocamere,

impressionare la carta b/n da stampa fotografica anche Multigrade in luogo della pellicola,

infatti acquistare subito pellicole di medio- grande formato è sempre un bella spesa oppure in

alternativa potremo usare della carta opaca politenata ‘autopositiva’ venduta nei formati

9x12 e 10x12 per la produzione di fotogrammi in positivo, senza la necessità di stampare il

negativo.

Sul fondo della macchina fotografica stenopeica , per le dimensioni molto piccole del

diaframma di lavoro unitamente all’utilizzo di materiali di bassa sensibilità, ho realizzato

l’attacco per il treppiede, poiché è davvero impossibile anche in pieno giorno, fotografare a

mano libera.

CAMERA OSCURA : IL NEGATIVO DI CARTA .

Questo procedimento chiamato “negativo calotipico” in omaggio a Talbot, prevede lo sviluppo

della carta b/n tradizionale impressionata con la nostra fotocamera a foro stenopeico in camera

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oscura seguendo tre procedimenti canonici : sviluppo, arresto, fissaggio. Il negativo così

trattato avrà i lati e i toni invertiti e dovrà essere stampato per contatto nel seguente modo:

su una superficie piana, si collocherà un foglio di carta da stampa da impressionare sotto e

negativo sopra, emulsione contro emulsione. Una lastra pesante di vetro assicurerà così il

sandwich ottenuto.

L’operazione va svolta in ambiente illuminato con luce inattinica: (lampadina rossa) per

materiale ortocromatico.

Si procede poi esponendo i provini sotto una luce bianca, meglio quella dell’ingranditore, che

consente di regolare i diaframmi per l’esatto tempo di esposizione. Si passa poi alle consuete

fasi di sviluppo, arresto, fissaggio e lavaggio della stampa così ottenuta.

Ho anche accennato come alternativa alla pellicola fotografica e/o alla classica carta da stampa

in luogo della stessa, l’utilizzo di una nuova emulsione riproposta in commercio, in grado di

restituire dopo la ripresa, con i soliti passaggi di sviluppo, arresto e fissaggio in camera oscura

bellissime immagini già in positivo.

Ai pragmatisti, che si dilettano solo con i propri costrutti, consiglio sempre di continuare a

sperimentare. Andare infatti contro corrente, riscopre l’ormai perduta manualità al fine di non

atrofizzare quel poco di creatività che ancora ci rimane.

Un ultimo suggerimento deve infine essere dato a chi possiede più idee che abilità manuale, o

per chi è un seguace delle ideologie di Duchamp, secondo cui la vera opera d’arte è quella che

nasce nella nostra testa:

possiamo pure demandare ad altri la creazione di quanto sin qui esposto, o addirittura

acquistare dei modelli già fatti, però ci priveremmo della gran soddisfazione, di costruirci un

apparecchio capace di catturare la luce attraverso un piccolo foro.