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Storie di Re 7 Tu 2019-2020 23 – 09 – 2019 Introduzione alla biblioteca biblica La crisi politica di Israele – I Giudici

Storie di Re...interessano le diverse tribù di Israele a macchia di leopardo, prima una tribù, poi l’altra: per questo la successione delle storie non equivalgono a successione

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Storie di Re7 Tu 2019-2020

23 – 09 – 2019Introduzione alla biblioteca biblicaLa crisi politica di Israele – I Giudici

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CALENDARIO/ PROGRAMMAI incontro - 23.9.2019: La crisi politica di Israele – I “Giudici”II - 30.9.2019: Samuele, profeta, “giudice” o dittatore?III - 7.10.2019: Saul, il “richiesto”IV - 14.10.2019: Saul, il re “tragico”V - 21.10.2019 Ascesa di Davide, il re-MessiaVI - 28.10.2019 Davide: fu vera gloria?VII - 4.11.2019 BetsabeaVIII - 11.11.2019 Salomone e il mito della “sapienza”. Ma cosa s’intende per “sapienza”?IX - 18.11.2019 Il TempioX – 25.11.2019 Dopo Salomone …

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Il re Davide Santa Maria Maggiore Roma

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Secondo una suggestiva tradizione chassidica, Dio avrebbe creatol’uomo perché raccontasse storie, soprattutto a Dio stesso (GeorgeSteiner).La Bibbia racconta della ricerca di Dio fatta dall’uomo, ma anche dellaricerca dell’uomo fatta da Dio (è teologia e antropologia). Il credente sadi entrare in dialogo con Dio, ma la Bibbia può essere uno spazio laico:è possibile (e culturalmente arricchente) anche una “lettura laica”,accostarsi alla Bibbia semplicemente come testo, senza sentirsiinterpellati sul piano della propria fede. Una lettura “laica” può esserenaturalmente fatta a diversi livelli: filologico, storico-critico, letterario,psicanalitico ecc. ecc., ma non si può però dimenticare l’intenzionereligiosa dell’autore e la destinazione dell’opera letta per secoli cometesto sacro. Semplicemente per il lettore non cristiano o non ebreo nonsi tratta di un “messaggio rivelato”.La Bibbia è il “grande codice”, come la vita che ci è data come eredità edono, lì è custodito il significato della storia del mondo, non comeverità da conoscere, ma come relazione in cui possiamo entrare.

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Il nome “Bibbia” deriva da un neutro plurale greco, tàbiblìa, che significa “i libri”. Non si tratta di un unico tomo,ma di una serie di volumi di varia lunghezza, scritti in secolidiversi e da autori diversi, che sono stati accorpati alla lucedi una lettura di fede. La saggezza tramandata e il sensocomune vogliono che millenni di tradizioni orali abbianopreceduto anche i più antichi testi biblici (Steiner).La pluralità è caratteristica della Bibbia sia nell’Antico (oPrimo) che nel Nuovo (o Secondo) Testamento (i Vangelisono quattro!). L’alfabeto ebraico, scritto da destra asinistra, in origine aveva solo 22 lettere, le consonanti, el’uso di aggiungere le vocali avvenne lungo il primomillennio. Il fondamento consonantico della scritturaebraica rende inevitabile una pluralità di significati,sottoposti alle discussioni interpretative.

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Testamento significa Patto, Alleanza.Impreciso, forse polemico, è dire Vecchio, perchésottintende superato. Più corretto dire Antico. Nuovosignifica definitivo, ultimo, decisivo (Vi do uncomandamento nuovo, dice Gesù). Meglio dire Primo eSecondo Testamento.

Possiamo considerare l’Antico Testamento come la Bibbiaebraica, dalla quale sono derivate due interpretazioni:quella dei seguaci di Gesù considerato il Cristo (terminegreco per indicare il Messia) e quella dei Farisei (ilGiudaismo dell’era volgare). Le due tradizioni interpretanodiversamente la Bibbia ebraica: alla luce degli scritti cristianio alla luce di quelli ebraici (tradizione rabbinica del Talmud).

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La Bibbia è un testo interconfessionale. Il “canone” (ilcriterio che ha definito quali di questi libri vanno consideratiispirati) dell’Ebraismo e delle Confessioni cristiane non èidentico. Quello ebraico risale all’anno 100 dell’ e.v.(secondo una tradizione leggendaria sarebbe stato decisonella assemblea rabbinica di Javne). Ovviamente perl’Ebraismo non valgono i libri che i Cristiani chiamano“Nuovo Testamento” (27 libri, sia per i cattolici che per iriformati), ma anche per quanto riguarda l’Antico ( o“Primo”) vi sono differenze, perché 7 libri che la ChiesaCattolica ha accettato chiamandoli “deuterocanonici”(Tobia, Giuditta, I e II dei Maccabei, Sapienza, Siracide,Baruc, aggiunte ad Ester e Daniele) derivandoli dallaTraduzione greca dei Settanta di Alessandria d’Egitto (III – Isecolo), sono considerati apocrifi dai Protestanti (che più omeno in questo seguono gli Ebrei).

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Il libro dei Giudici (ebraico Shofetim: dalla radice ebraica sft = giudicare) appartiene ai libri storici (per il canone ebraico “profeta anteriore”). E’ divisibile in 3 parti: I) L’introduzione, con la prima parte sulla situazione delle

tribù insediate in Canaan (1-2,5), dove si parla di due spedizioni, una da parte delle tribù del Sud (Giuda), una di quelle del centro-nord e la seconda che propone la visione teologica della storia (2,6 – 3,6);

II) Vicende dei 6 “grandi” e degli altri “piccoli” Giudici (3,7 –16): i 6 “grandi” presentati come operanti su scala nazionale, anche se la loro azione è circoscritta in territori più limitati (Jefte opera in Transgiordania; Sansone al confine fra Filistei e Dan…);

III) La conquista del suo territorio da parte di Dan, l’episodio della concubina del Levita di Efraim e la guerra contro i Beniaminiti (17 – 21)

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Secondo le ipotesi più accreditate gliavvenimenti si sarebbero verificati nei duesecoli precedenti la fine del II millennio a.C.,l’epoca seguente a quella della “conquista”della Terra Promessa, quando bisognavadifendere le terre guadagnate: dalle diversetradizioni popolari la redazione finale, delsec. VI a.C., avrebbe costruito un raccontounitario.

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I Giudici non erano tanto dei magistrati cheamministravano la giustizia (certo potevano esserechiamati anche a svolgere questa funzione), ma dei capidel popolo o delle tribù a cui erano delegati ampi poteriper risolvere situazioni difficili in pace o in guerra, un po’come i dittatori all’epoca della Repubblica Romana.Insomma erano dei liberatori, dei salvatori. Le vicendeinteressano le diverse tribù di Israele a macchia dileopardo, prima una tribù, poi l’altra: per questo lasuccessione delle storie non equivalgono a successionecronologica, possono trattarsi di eventi contemporanei inluoghi diversi. Oltre a tutto nella cronologia ritornaprepotente il simbolismo dei numeri: si parla di 40 (o 80)anni di pace, di 10.000 (e multipli) soldati combattenti,ritorna il numero sette…

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Dopo Mosè e Giosuè manca unprotagonista eccezionale, bisognaaspettare Samuele.Nel frattempo i Giudici rappresentano unasorta di avvicinamento allo stato unitarioche sarà realizzato con la monarchia.Dei 15 giudici solo sei hanno grandeimportanza: Eud, Debora (con Barac),Gedeone, Abimelec, Jefte, Sansone.

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Al narratore non interessa raccontarci lasuccessione dei Giudici, ma ci raccontasolo quelli che hanno compiuto impreseeccezionali e soprattutto sono statiprotagonisti di vicende esemplari. Lanarrazione vuole suggerire unainterpretazione teologica della storia. Perquesto ci sono 4 tempi che sempre siripetono:

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• Il peccato del popolo, che è sostanzialmentesempre quello dell’idolatria, il peggiore agli occhidi JHWH (dal punto di vista della fede è quello piùgrave, ma anche quello contro cui, oggi e nellastoria della chiesa, è raro che si levino vociprofetiche);

• La punizione del Signore, che produce gravisofferenze individuali e collettive;• La presa di coscienza da parte del popolo dellapropria colpa e l’invocazione al Signore perché torniad aiutare Israele;• Infine ricomincia la protezione del Signore chesi esprime attraverso la salvezza rappresentatadall’invio di un Giudice.

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Giudici 2: Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodiecianni 9 e fu sepolto nel territorio della sua eredità, aTimnat-Cheres, sulle montagne di Èfraim, a settentrionedel monte Gaas. 10 Anche tutta quella generazione furiunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un’altra, chenon aveva conosciuto il Signore, né l’opera che avevacompiuto in favore d’Israele. 11 Gli Israeliti fecero ciò che èmale agli occhi del Signore e servirono i Baal; 12abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li avevafatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi traquelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro eprovocarono il Signore, 13 abbandonarono il Signore eservirono Baal e le Astarti.

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14 Allora si accese l’ira del Signore contro Israele eli mise in mano a predatori che li depredarono; livendette ai nemici che stavano loro intorno, edessi non potevano più tener testa ai nemici. 15 Intutte le loro spedizioni la mano del Signore era peril male, contro di loro, come il Signore aveva detto,come il Signore aveva loro giurato: furono ridottiall’estremo.16 Allora il Signore fece sorgere dei Giudici, che lisalvavano dalle mani di quelli che li depredavano.

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Il redattore che ha rielaborato le storietradizionali è stato mosso da un idealepanisraelitico e per questo ha estesol’attività dei giudici maggiori a tutta lanazione. Ma soprattutto ha volutoproporre un ammaestramentoteologico: questo è di chiara ispirazionedeuteronomistica, per la presenza delladottrina della rimunerazione.

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Il periodo in cui era stato giudice Otniel avevaportato, agli ebrei, un periodo di pace duratoquarant'anni. Alla sua morte, il popolo diIsraele, si comportò nuovamente in modo chedispiacque a Dio. In risposta Egli fece si cheEglon, re di Moab, sconfiggesse gli ebrei e liassoggettasse per diciotto anni.

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Dopo questo periodo, Dio diede finalmente al popolo diIsraele un salvatore nella persona di Eud, figlio di Ghera,della tribù di Beniamino.Eud liberò il suo popolo dalla schiavitù utilizzando unostratagemma. Si presentò da Eglon dicendo di avergliportato un regalo, nascondendo una spada sotto l'abito, dallato destro; poiché la maggior parte delle persone portavala spada a sinistra, Eglon non sospettò l'inganno, ma Eud eramancino. Non appena si ritrovò solo con il re, lo uccise;quindi uscì dal palazzo come se niente fosse e fuggì a Seïra,chiamò a raccolta una parte del popolo d'Israele, sullemontagne di Efraim, suonando un corno e conducendoli inbattaglia contro i moabiti. 10000 uomini di Moab vennerouccisi nello scontro, liberando gli ebrei e garantendone lapace per ottant'anni.

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Miniatura Manoscritto dello Speculumhumanae

salvationis, 1360 circa,

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La storia di SANSONE ha sempre molto colpito lafantasia dei lettori, l’eroe ha avuto un postoimportante nella galleria dei superman di celluloideassieme ad Ercole, Tarzan, Maciste, antenati dei piùtecnologici 007 e Rambo. E’ chiara l’analogia, nonsolo con le storie greco-romane di Eracle-Ercole,ma anche con l’epopea di Gilgamesh. Gli studiosi ciavvertono di più livelli redazionali. Possiamosicuramente coglierne 2: quello mitico del raccontofolklorico popolare e quello teologico deldeuteronomista.

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La storia di SANSONE ha sempre molto colpito lafantasia dei lettori, l’eroe ha avuto un postoimportante nella galleria dei superman di celluloideassieme ad Ercole, Tarzan, Maciste, antenati dei piùtecnologici 007 e Rambo. E’ chiara l’analogia, nonsolo con le storie greco-romane di Eracle-Ercole, maanche con l’epopea di Gilgamesh. Gli studiosi ciavvertono di più livelli redazionali. Possiamosicuramente coglierne 2: quello mitico del raccontofolklorico popolare e quello teologico deldeuteronomista.Lasciamo da parte il racconto mitico – folclorico e leggiamo l’inizio del cap. 13 (rilettura teologica)

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GIUDICI CAP.13 1. Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhidel Signore e il Signore li consegnò nelle mani dei Filistei perquarant’anni. 2 C’era allora un uomo di Sorea, della tribù deiDaniti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e nonaveva avuto figli. 3 L’angelo del Signore apparve a questadonna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli,ma concepirai e partorirai un figlio. 4 Ora guàrdati dal berevino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. 5Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cuitesta non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireodi Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israeledalle mani dei Filistei». 6 La donna andò a dire al marito:«Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di unangelo di Dio, un aspetto maestoso.

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Io non gli ho domandato da dove veniva ed eglinon mi ha rivelato il suo nome, 7 ma mi hadetto:“Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; oranon bere vino né bevanda inebriante e nonmangiare nulla d’impuro, perché il fanciullosarà un nazireo di Dio dal seno materno fino algiorno della sua morte”».