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Storia dell'arte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Questa voce è parte della serie Storia dell'arte occidentale Storia dell'architettur a Storia della pittura Storia della scultura Arte antica Arte preistorica Arte mesopotamica (Arte sumera · Arte babilonese · Arte assira Arte minoico- micenea Arte greca Arte etrusca Arte romana Arte tardoantica Arte medievale

Storia

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Storia

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Page 1: Storia

Storia dell'arte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serieStoria dell'arte occidentale

Storia dell'architettura

Storia della pittura

Storia della scultura

Arte antica

Arte preistorica

Arte mesopotamica

(Arte sumera · Arte babilonese · Arte assira

Arte minoico-micenea

Arte greca

Arte etrusca

Arte romana

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Arte medievale

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Page 2: Storia

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Page 3: Storia

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La storia dell'arte è una disciplina che studia l'evoluzione delle espressioni artistiche, la costituzione e le variazioni delle forme, degli stili, dei concettitrasmessi attraverso le opere d'arte; ne è traguardo la storia di personalità contestualizzate, ovvero gli autori delle opere, anche nelle forme di raggruppamento (volontario, autocostituito oppure riconosciuto ex post) come ad esempio i movimenti artistici.

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La disciplina si occupa di tutte le forme artistiche, salvo distribuirsi in branche specialistiche, spesso fra loro interconnesse, che peculiarmente studiano le opere e gli autori, in particolare della pittura, della scultura e dell'architettura.

La Tribuna degli Uffizi (particolare); Johann Zoffany

La storia dell'arte, come ogni altra disciplina storica e umanistica, non può essere (se non superficialmente o semplicisticamente, ma impropriamente) ridotta ad una mera elencazione di fatti ed eventi. La resa dei contesti, degli antefatti, delle condizioni "ambientali" dell'ambito di riferimento in cui un'opera è stata concepita e realizzata è requisito fondamentale per condurre lo studioso alla sua comprensione ed è pertanto concetto nei fatti indiscusso che per una buona analisi dei percorsi artistici si debba rendere ragione delle circostanze.

La descrizione analitica del formarsi delle opere d'arte, e delle opere stesse, permette di affrontare tematiche di vasta portata (e di argomenti propri di altre scienze, oltre che - spesso - delle storie di altre arti), per le quali risulta opportuno disporre di una pre-conoscenza interdisciplinare: le opere d'arte possono essere studiate e descritte approfondendo aspetti oggettuali, iconologici, culturologici, possono essere esse stesse d'altra parte finestra aperta su altre attività del pensiero. Lo studio delle opere del passato (soprattutto se appartenenti a culture differenti) in particolar modo presuppone la conoscenza dei codici ideologici ai quali le opere sempre fanno riferimento e dalla conoscenza dei quali non è possibile prescindere.

Si configura in tal modo la centralità dell'insegnamento di tale disciplina, impartito nelle scuole secondarie di primo grado e nei licei.

Indice

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1 Storia della disciplina

2 Le critiche alla critica

3 Temi prevalenti

4 Le origini dell'Arte

5 L'arte delle prime civiltà

Page 5: Storia

o 5.1 L'arte nella Mesopotamia

o 5.2 L'arte in Egitto

6 L'arte greca

o 6.1 L'acropoli, orgoglio e vanto di Atene

o 6.2 Il tempio

o 6.3 Ordini architettonici e regole di armonia

6.3.1 L'ordine dorico

6.3.2 L'ordine ionico

6.3.3 L'ordine corinzio

o 6.4 La scultura dell'età arcaica e classica

o 6.5 L'arte ellenistica

7 L'arte etrusca

8 L'arte romana

9 L'arte paleocristiana

10 L'arte bizantina

11 Campi dello studio

12 Cronologia della storia dell'arte

13 Arte per area geografica/culturale

14 Note

15 Bibliografia

16 Collegamenti esterni

17 Altri progetti

Storia della disciplina[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1842 Franz Theodor Kugler scrisse il primo libro sulla storia dell'arte al quale si deve la partizione della storia dell'arte in quattro momenti (pre-ellenico o dei popoli primitivi, classico o dell'antichità greca e romana, "romantico" o dell'arte medievale e islamica, moderno dal rinascimento al XIX secolo), seguito nel 1855 dal diffusissimo manuale di Anton Heinrich Springer.[1]

Le critiche alla critica[modifica | modifica wikitesto]

Sempre labile si è rivelata la linea di confine fra il relato storico ed il commento critico, e ben più che per la storia, si segnala per questa disciplina invece un costante conflitto fra l'esigenza di

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una narrazioneoggettiva e neutrale, come nel metodo scientifico tradizionale, e la difficoltà di rendere l'elaborazione e l'analisi senza far trapelare un convincimento dello studioso (artistico, filosofico, religioso, etico) che inevitabilmente finisce col costituire interpretazione e dunque si pone a rischio di partigianeria, comunque motivata.

Nel tempo, quindi, la critica ha assunto un ruolo di cospicua infiltrazione (con la relativa influenza) nella narrazione storica, determinando, a detta di alcuni, i successi o l'oblio di talune opere e di taluni artisti; la circostanza ha una sua rilevanza non irrisoria dato il necessario riferimento materiale alfinanziamento dell'arte, che abbisogna infatti quasi sempre (con poche eccezioni) di una disponibilità finanziaria di terzi (anche successivamente alla realizzazione dell'opera, in stretti termini di "vendibilità commerciale" della stessa) per potersi alimentare. La determinazione delle provvidenze per l'arte (mecenatismo) è infatti spesso storicamente dipesa dalle analisi degli storici dell'arte, assunti (taluno dice, assoldati) dai munifici "sponsor" che desiderano finanziare l'arte (ed investire in arte), pur non disponendo di capacità critiche personali.

Temi prevalenti[modifica | modifica wikitesto]

Per ragioni probabilmente da ricondursi ad un più antico e profondo sviluppo dello stesso concetto di arte, oltre che ad una numericamente più copiosa produzione, la storia dell'arte sino a tempi recenti si è occupata in prevalenza delle aree culturali del bacino del Mediterraneo, sul quale si affacciano le regioni dell'arte classica e rinascimentale.

Con il sorgere del secondo millennio, allo studio dell'arte greca e di quella romana, di quella bizantina e di quella prodotta nell'area italiana e provenzale, si è estesa la considerazione alle produzioni delle aree dei Franchi e deiSassoni, includendo quindi progressivamente porzioni sempre più estese di fonti del Vecchio Continente, di pari passo con lo sviluppo delle comunicazioni culturali fra gli stati europei, che consentivano di prendere scambievole nozione, ad esempio del contributo romanico e di quello gotico.

Il succedersi dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano seguito dalla renaissance francese, riportò sullapenisola italiana e sul paese confinante il fuoco dell'attenzione. È questo, del resto, il periodo in cui la produzione artistica esplose di rigogliosa fioritura particolarmente nei campi della pittura, della scultura e dell'architettura, ed è dunque la fase in cui divenne parimenti necessario uno sviluppo organico dello studio, anche in ragione, non va nascosto, del crescente valore economico delle opere di quei campi.

In più, mutate condizioni culturali favorirono lo sviluppo di una sorta di ceto artistico, forse non organizzato incorporazione, ma comunque di sempre più solida importanza sociale, caratterizzato da un verso dalla pluralità di modi espressivi di ciascun autore (spesso capace, cioè, di dipingere come di scolpire, o di usare altre forme artistiche) e da un altro verso da una sempre più intensa comunicazione fra gli autori che, nella sfida competitiva come nella prova istrionica, davano prova costante di conoscenza tecnica e logica delle opere dei colleghi (e quindi compivano un vero e proprio studio dell'arte altrui). Il più noto fra coloro che si posero con consapevolezza scientifica dinanzi alla produzione dei colleghi fu certamente Giorgio Vasari, che con la sua opera "Vite degli Artisti", malgrado l'assenza del mero tentativo di evitare giudizi personalistici, introduce peraltro un canone (si potrebbe forse dire un canone artistico) nello studio storico che si riflette tuttora nello svolgimento dei temi di questa disciplina.

Se nel Seicento entrarono a far parte dello studio le "barocche forme del barocco" (intendendosi con questa nota locuzione l'innumerevole e ridondante quantità di differenziazioni produttive nei sempre più numerosi paesi in cui fu sviluppata, e mentre si consolidava l'importanza della produzione dei paesi

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dell'Europa settentrionale, con il riconoscimento dell'importanza dell'area fiamminga, il lussuoso Settecento aprì a nuove aree di studio, incrementate peraltro dallo sviluppo della musica e delle arti letterarie e teatrali.

Lo studio Ottocentesco si giovò dei progressi tecnici (anche delle altre scienze, ad esempio dell'archeologia) per approfondire l'indagine e di un diffuso crescente sentore di "necessità d'arte" per imporre l'importanza delle proprie elaborazioni, nel secolo che avrebbe celebrato la consacrazione delle "Belle Arti".

Il Novecento, con gli straordinari sviluppi delle modalità di comunicazione, ma anche (e forse per effetto di quelli) con la sua crescente progressione di approfondimento culturale, di pari passo seguita dall'espansione fra le classi sociali della frequentazione dell'arte (e con la diffusione dell'arte popolare), creò le condizioni per una venuta a maturità della storia dell'arte, che oggi ricerca con indirizzo più strettamente scientifico di ristrutturare le proprie metodologie.

La storia dell'arte, contrariamente ad una tradizione peraltro più avvertita presso le culture anglosassoni che non presso quelle latine, non si limita (o forse non si limita più) all'indagine sulle arti figurative (e visive in genere), nonostante soprattutto in relazione ai secoli passati tale specialità costituisca una porzione ben rilevante dell'intera sua analisi.

Le origini dell'Arte[modifica | modifica wikitesto]

Serra da Capivara - Brasile

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte preistorica.

È complicato tracciare un preciso quadro storico sulle origini dell'arte: essa risale, infatti, alle primitive figurazioni delle popolazioni che iniziarono a riporre nella rappresentazione simbolica una concettualità artistica probabilmente, all'inizio, con intenti didascalico-narrativi o, più verosimilmente, unicamente propiziatori.

Nel Paleolitico superiore si sviluppò l'usanza di ritrarre, tramite graffiti o dipinti, immagini legate alla vita quotidiana, prevalentemente scene di caccia ma anche momenti legati all'agricoltura ed alla religione. Il supporto era costituito dalle rocce degli interni delle grotte: grazie alla protezione dagli agenti atmosferici, molte di queste pitture (dette per l'appunto rupestri) sono giunte fino a noi.

In caso di esecuzione di graffiti, si utilizzavano rudimentali strumenti (prevalentemente in pietra), mentre per le pitture si mescolavano terre utilizzando come leganti sangue, grasso ed altre sostanze, successivamente stese con l'ausilio delle mani, di bastoni o di peli di animali.

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L'arte preistorica, per la sua figurazione essenziale ed incisiva è stata fonte di ispirazione per molti artisti moderni, fra i quali Pablo Picasso.

L'arte delle prime civiltà[modifica | modifica wikitesto]

L'arte nella Mesopotamia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte mesopotamica e Arte sumera.

Nell'area compresa tra l'odierna Turchia e la foce dei due fiumi Tigri ed Eufrate, allora chiamata Mesopotamia, circa 5000 anni fa, i primi agricoltori impararono a governare le piene dei fiumi e a sfruttare la fertilità del suolo. Lo sviluppo economico che ne seguì permise la formazione delle più antiche città della storia. Il popolo dei Sumeri fu il primo a insediarsi in Mesopotamia attorno al 4500 a.C.; è a loro che dobbiamo progressi tecnologici quali l'uso della ruota e l'invenzione della scrittura. Successivamente altre popolazioni si stabilirono in quest'area: nel 2000 a.C. gli Assiri, un popolo guerriero e molto combattivo e nel 1800 a.C. i Babilonesi, così chiamati dal nome della mitica città di Babilonia. Le città, anche se costruite in epoche diverse, avevano caratteristiche comuni: erano circondate da mura o fossati e possedevano all'interno un grande tempio, detto ziqqurat, realizzato con mattoni diargilla essiccati al sole. Sulla sommità di questi imponenti edifici si riteneva abitassero le divinità, a cui i sacerdoti e fedeli si rivolgevano con preghiere e offerte.

L'arte in Egitto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte egizia.

Busto di Nefertiti

Nell'antico Egitto l'arte era uno strumento al servizio della politica e della religione. Essa rifletteva l'immutabilità del potere del faraone, il suo essere divinità vivente che continua a esistere nell'immagine dipinta o scolpita anche dopo la morte. Nella statuaria gli dèi, il faraone, i dignitari di corte furono rappresentati sempre in pose stilizzate, con lineamenti idealizzati che non conoscono i segni della vecchiaia

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o della malattia. Nella postura in piedi, hanno le braccia lungo i fianchi e muovono un passo in avanti come se camminassero lentamente; se vengono ritratti seduti appoggiano le mani sulle ginocchia. Tutto era previsto dal rigido cerimoniale di corte e agli artisti non rimaneva che seguire delle precise regole di rappresentazione. L'unica eccezione riguardò il regno di Amenofi IV: questo faraone promosse la massima rivoluzione religiosa della storia d'Egitto e durante il suo regno agli artisti venne concessa una maggiore libertà interpretativa, come testimonia il bellissimo busto-ritratto della regina Nefertiti, sua moglie.

L'arte greca[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte greca.

L'acropoli, orgoglio e vanto di Atene[modifica | modifica wikitesto]

La loggia delle Cariatidi

Le prime póleis greche nacquero a partire dall' VIII secolo a.C. La rapida crescita della popolazione e la scarsità delle risorse spinsero i Greci a esportare questo modello di organizzazione anche nelle colonie, che fondarono un po' in tutto il Mediterraneo. Al centro della pólis, circondate da case e botteghe, si trovava l'agorà, la piazza del mercato e delle pubbliche assemblee; la parte più alta della città costituiva l'acropoli. La più celebre acropoli della Grecia è quella di Atene. L'acropoli era l'area sacra, dove sorgevano i templi in onore delle divinità e si celebravano le feste Panatenee, con solenni processioni religiose e manifestazioni sportive. Con il governo di Pericle, l'artefice della democrazia ateniese, e sotto la supervisione dello scultore Fidia, la rocca di Atene si trasformò in un frenetico cantiere dove affluivano gli ingegni e gli artisti migliori del tempo. Si costruirono il Partenone, tempio così chiamato da Athena Parthénos, la dea protettrice della città; i Propilei, cioè l'ingresso monumentale all'area sacra; il Tempio di Atena Nike, di piccole dimensioni ma di squisita eleganza; l'Eretteo, un tempio costituito da diversi ambienti tra cui la celebre Loggia delle Cariatidi, dove le colonne sono sostituite da eleganti figure femminili.

Il tempio[modifica | modifica wikitesto]

Per i Greci il tempio doveva esprimere un'idea di bellezza e armonia tra le parti, per questo alla sua costruzione partecipavano i più abili architetti del tempo. Presso il cantiere, le maestranze prima sbozzavano i blocchi facendo assumere loro la forma desiderata, poi servendosi di funi e carrucole, li collocavano nel punto stabilito dall'architetto. L'esterno del tempio veniva successivamente decorato da rilievi e da sculture, a volte dipinte con colori vivaci; i rilievi ornavano sia il frontone sia il fregio. Il tempio più ammirato dell'acropoli di Atene fu sicuramente il Partenone. Ciò che rendeva questo edificio il caposaldo dell'arte greca era soprattutto la ricchezza delle sue decorazioni, superiori a qualsiasi edificio mai costruito. L'artista chiamato a dirigere questo immenso cantiere fu lo scultore Fidia, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.

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Ordini architettonici e regole di armonia[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio rappresentava per i Greci la costruzione più perfetta e armoniosa. Per raggiungere questa perfezione gli architetti si servivano di regole geometriche e matematiche con cui legare ogni dettaglio dell'edificio. Questi diversi modi di concepire la costruzione di un tempio sono stati chiamati «ordini». Gli ordini utilizzati dai Greci sono tre:

Dorico (dal nome del popolo dei Dori)

Ionico (dal nome del popolo degli Ioni)

Corinzio (dal nome della città di Corinto)

L'ordine dorico[modifica | modifica wikitesto]

Capitello dorico

Si caratterizza per l'essenzialità e la solennità delle sue forme. Lacolonna dorica non ha una base, poggia direttamente sullo stilòbate (il pavimento del tempio), si restringe verso l'alto ed è solcata da scanalature tagliate a spigolo vivo. Il capitello ha una forma semplice che serve a sostenere i blocchi di pietra rettangolare che formano l'architrave. La decorazione del fregio è costituita da lastre scolpite dette mètope alternate da pannelli solcate da tre scanalature detti triglìfi.

L'ordine ionico[modifica | modifica wikitesto]

Capitello ionico

Si caratterizza per una maggiore eleganza e leggerezza rispetto a quello dorico. La colonna non poggia direttamente sullo stilòbate, ma ha una propria base (o plinto) costituita da rientranze e sporgenze. Le

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scalanature sono più numerose e meno profonde. Il capitello è decorato da òvoli (così chiamati per la forma che ricorda delle mezze uova) e da due eleganti volute che si piegano lateralmente.

L'ordine corinzio[modifica | modifica wikitesto]

Ordine corinzio

L'ordine corinzio fu impiegato soprattutto per l'interno dei templi. Il fusto della colonna corinzia (simile a quella ionica) è sollevato da una pedana di marmo posta sotto la base. Il capitello è la parte che caratterizza maggiormente l'ordine corinzio; le sue forme ricordano un cesto di vimini da cui fuoriescono delle foglie stilizzate di acànto.

La scultura dell'età arcaica e classica[modifica | modifica wikitesto]

Gli artisti della Grecia antica cercarono di produrre delle opere ideali, in grado di non sfigurare al cospetto delle divinità. Questo risultato fu raggiunto, specialmente nella scultura a tutto tondo, attraverso un lungo e ininterrotto processo di perfezionamento formale. Le prime testimonianze appartengono all'età arcaica, tra il VII e il VI secolo a.C.: si tratta di giovani nudi o di fanciulle vestite caratterizzati dalla fissità dell'espressione.

Durante l'età classica (V-IV secolo a.C.), uno studio più attento del movimento e dell'anatomia umana permise agli scultori di raggiungere traguardi di sorprendente bellezza e armonia. I Greci idealizzavano la bellezza fisica, a cui doveva sempre rispondere la bellezza interiore: l'una doveva essere lo specchio dell'altra. Le opere di Policleto, di Mirone e diPrassitele testimoniano lo straordinario livello raggiunto nella ricerca delle proporzioni. Bisogna tuttavia ricordare che nessuna di queste statue è da intendersi come il ritratto di persone realmente esistite: sono piuttosto la rappresentazione delle qualità fisiche e morali del genere umano e, proprio perché distaccate dalla realtà terrena, si collocano in una sfera di ideale perfezione.

L'arte ellenistica[modifica | modifica wikitesto]

Page 12: Storia

Durante questa stagione Greci e non Greci furono protagonisti di una storia e di una cultura universali capace di mettere in contatto tra loro mondi e tradizioni diverse. Con l'Ellenismo la Grecia non rappresentò più l'unico centro d'influenza del mondo antico: la Macedonia, le città di Pergamo in Asia Minore, di Antiochia in Medio Oriente e diAlessandria d'Egitto divennero centri politici, culturali e artistici altrettanto importanti. Questi cambiamenti portarono molte novità nelle arti. Nella costruzione degli edifici, gli architetti cercarono di esaltare la spettacolarità, la monumentalità e la scenografia. Le città ellenistiche, racchiuse da solide mura, divennero simili ad immensi teatri. Colossali sculture, poderosi colonnati e scalinate imponenti avevano lo scopo di intimorire i sudditi e di glorificare la potenza dei tiranni, che in epoca ellenistica avevano sostituito i regimi democratici. Gli artisti al loro servizio, abbandonati gli ideali astratti della bellezza, presero in considerazione aspetti prima trascurati. Le ricerche dei pittori e degli scultori mutarono e si diversificarono: essi rappresentarono con realismo espressioni di dolore, crudeltà e sofferenza fisica; si presero gioco dei difetti umani raffigurando persone afflitte dalla vecchiaia o dalla deformità; impararono a interpretare in modo più esplicito la seducente bellezza del corpo femminile.

L'arte etrusca[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte etrusca.

La Porta dell'Arco presso Volterra

L'arte etrusca si espresse ad alto livello nella lavorazione dei metalli, nella ceramica e nella pittura, raggiungendo risultati di rilievo; poiché la pittura greca è andata perduta, quella etrusca rappresenta la più importante testimonianza di epoca pre-romana. Gli Etruschi rivelarono la loro abilità soprattutto nella costruzione di edifici civili e religiosi, adottando l'arco a volta semicircolare. A loro si deve la costruzione di città fortificate con possenti mura in pietra e dotate di porte, quali Perugia, Arezzo, Volterra. Purtroppo la deperibilità dei materiali e il fatto che le città etrusche siano state espugnate, riedificate nei secoli successivi e abitate fino ai nostri giorni, hanno causato la perdita pressoché totale delle realizzazioni di quella civiltà.

L'arte romana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte romana.

L'evoluzione dell'arte romana avvenne gradualmente, sotto l'influenza della pittura greca ed etrusca. In genere si trattava di una pittura veloce, stesa con rapidi tocchi di colore, e tuttavia capace di sorprendenti effetti tridimensionali. Andata perduta quasi del tutto la pittura su tavola, si è salvato un consistente numero di affreschi, notevole soprattutto a Pompei e a Ercolano, destinati a ornare grandi edifici pubblici e lussuosi ambienti domestici. Si è anche conservato un notevole numero di mosaici, spesso utilizzati in alternativa alla pittura per decorare pareti e pavimenti. I maestri mosaicisti, impiegando tessere molto

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piccole, riuscivano infatti a produrre effetti cromatici simili alla pittura. I temi variano da motivi geometrici a soggetti tratti dalla natura a riproduzioni di giochi, battaglie o scene di caccia.

L'arte paleocristiana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte paleocristiana.

Il Buon pastore, Catacombe di Priscilla, Roma

Nel III secolo, nonostante le persecuzioni, il Cristianesimo era già diventato la religione più diffusa. Gli esempi di arte paleocristiana (dagli inizi, fino al sec. VI ca., ) risalenti a questo periodo sono piuttosto scarsi e di quantità modesta. Per le tombe i primi cristiani sceglievano dei cimiteri comunitari assai semplici, detti catacombe (gallerie sotterranee). Ma quando il cristianesimo diventò la religione ufficiale dell'impero, la chiesa, organizzata con una propria gerarchia, fece costruire appositi edifici per il culto, come la basilica e il battistero, in grado di accogliere l'intera comunità dei fedeli. Innalzati di solito dove era stato martirizzato o sepolto un santo (come la Basilica di San Pietro), questi edifici vennero spesso eretti con marmi recuperati dalle costruzioni romane in rovina. Lo scopo non era solo quello di risparmiare ma anche di sottolineare il carattere romano di queste costruzioni.

L'arte bizantina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte bizantina.

Page 14: Storia

Mosaici di San Vitale, Ravenna

Campi dello studio[modifica | modifica wikitesto]

La storia dell'arte comprende tradizionalmente il campo delle arti visuali:

Storia della pittura

Storia della scultura

Storia dell'architettura

In un concetto più ampio può arrivare a comprendere tutte le "sette arti", comprendendo le arti performative, la letteratura e la musica.

Storia della musica

Storia del teatro

Storia della letteratura

Storia del cinema

Storia della danza

Cronologia della storia dell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Arte occidentale

Arte preistorica

Arte egizia

Arte minoico-micenea o egea.

Page 15: Storia

Arte greca

Arte greca dedalica

Arte greca arcaica

Arte greca severa

Arte greca classica

Arte ellenistica

Arte etrusca

Arte dei popoli italici

Arte romana

Arte romana repubblicana

Arte romana imperiale ufficiale

Arte plebea e provinciale

Arte tardo-antica

Arte paleocristiana

Arte bizantina

Arte longobarda

Arte romanica

Arte gotica

Arte rinascimentale

Arte manierista

Arte della Controriforma

Arte barocca

Arte rococò

Arte neoclassica

Arte moderna

Arte contemporanea

Arte per area geografica/culturale[modifica | modifica wikitesto]

Arte africana

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Arte cinese

Arte giapponese

Arte indiana

Arte islamica

Arte mesopotamica

Arte persiana

Arte precolombiana

Note[modifica | modifica wikitesto]

1. ̂ Venturi 1964

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Lionello Venturi , VIII. Filologi, archeologi e conoscitori nei secoli XIX e XX in Storia della critica d’arte, Torino, Einaudi, 1964, ISBN 88-06-15709-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]