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Insieme a Voi Bollettino dell’Associazione “Insieme a Noi” Anno decimo Numero (maggio 2014) Sommario pag. 2: Il nostro stare insieme: i nostri laboratori i nostri progetti pag. 3: Attività dell’Associazione pag. 4: Uno spazio per sé insieme agli altri pag. 6: Il CUFO: intervista alla presidente pag. 7: Tema di riflessione di questo numero: Le relazioni tra le persone nel tempo del social network con testi di Maurizio, Alessandro, Giorgio C., Anna, Claudio, Antonio F. pag. 18: Pensieri e Parole Testi di: Claudio, Giorgio T. Matteo, Roberto, Haisam, un testo collettivo e un contributo del Gruppo Biblioteca pag. 23: La rete sociale dell'Associazione pag. 24: La Missione della Associazione Illustrazioni: Le opere che illustrano questo numero sono state realizzate nei nostro laboratorio di pittura. Le foto riprendono momenti delle iniziative dell'Associazione Sul nostro blog (www.insiemeanoimodena. wordpress.com) trovate altri contributi che non è stato possibile ospitare in questo numero del giornalino Si ringraziano tutti coloro i quali hanno fornito un contributo fattivo alla realizzazione di questo numero.

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Insieme a VoiBol le t t ino de l l ’Assoc iaz ione “Ins ieme a Noi”

Anno decimo Numero 1

(maggio 2014)

Associazione “Insieme a Noi”

Via Albinel l i , 40 - Tel e Fax 059 220833

E-mail : insieme.a.noi@tiscali . i t

Sito: www.insiemeanoi.org

Blog: www.insiemeanoimodena.wordpress.com

Facebook: Insieme-a-Noi

Sommario­ pag. 2: Il nostro stareinsieme: i nostri laboratori ­i nostri progetti­ pag. 3: Attivitàdell’Associazione­ pag. 4: Uno spazio per séinsieme agli altri­ pag. 6: Il CUFO: intervistaalla presidente­ pag. 7: Tema di riflessione diquesto numero: Le relazionitra le persone nel tempo delsocial network, con testi diMaurizio, Alessandro,Giorgio C., Anna, Claudio,Antonio F.­ pag. 18: Pensieri e ParoleTesti di: Claudio, Giorgio T.Matteo, Roberto, Haisam, untesto collettivo e uncontributo del GruppoBiblioteca­ pag. 23: La rete socialedell'Associazione­ pag. 24: La Missione dellaAssociazione­ Illustrazioni: Le opere cheillustrano questo numerosono state realizzate neinostro laboratorio di pittura.Le foto riprendono momentidelle iniziativedell'Associazione

Sul nostro blog(www.insiemeanoimodena.wordpress.com) trovatealtri contributi che non èstato possibile ospitare inquesto numero delgiornalinoSSii rriinnggrraazziiaannoo ttuuttttii ccoolloorroo ii qquuaallii hhaannnnooffoorrnniittoo uunn ccoonnttrriibbuuttoo ffaattttiivvoo aallllaarreeaalliizzzzaazziioonnee ddii qquueessttoo nnuummeerroo.

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I nostri laboratori - I nostri progetti

Nel corso di quest’anno sono attivati i seguenti progetti e laboratori, che si svolgono con

cadenza settimanale:

Progetto Biblioteca (coordinato da Andrea)

….attraverso il l ibro … ci interroghiamo e indaghiamo sul “nostro” mondo. . .

Informatica (coordinato da Renata)

. . .ci mettiamo alla prova con lo strumento informatico per esperirne e uti l izzarne le

potenzial ità….

Giornalino (coordinato da Giorgio e da Francesco)

…raccontare le attività del l ’Associazione…valorizzare i prodotti dei laboratori… offrire

opportunità di produrre testi scritti…

Laboratorio di pittura (guidato da Patrizia)

…attraverso l’espressione pittorica promuovere il piacere del creare insieme…

Laboratorio di scenografia (guidato da Oliviero)

….costruiamo le scene dei nostri spettacoli teatral i……

Laboratorio di cucina (diretto da Mario)

…. l ’al imentazione non solo come nutrizione, ma anche come momento comunicativo e

conviviale…

Laboratorio musicale (guidato da Mario e Barbara)

…valorizzare le proprie capacità e sensibi l ità musical i facendo musica insieme…

Teatro (coordinato da Erica)

…scoprire, attraverso la gestual ità, le proprie capacità espressive, creative, comunicative…

Gite (coordinate da Mario)

…..al la scoperta del territorio e di altre esperienze umane. . .

Incontro auto-aiuto familiari (coordinato da Tilde, Renata e Antonella)

…condividere esperienze in gruppo per sviluppare solidarietà e aiuto reciproco…

Palazzo comunale - Ghirlandina (attività coordinata da Graziel la)

…si possono visitare anche grazie al servizio dei nostri soci…

I l nostro stare assieme

Insieme a voi - Giugno 2014

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ATTIVITA' DELL'ASSOCIAZIONE

a) La Fattoria: il progetto

Alcuni mesi fa la nostra Associazione ha stipulatocon il Dipartimento di Salute Mentale di Modena unaconvenzione per l’utilizzo dello stabile e del terrenoadiacente della “Fattoria”, in via Fonte S. Geminiano,un complesso destinato ad attività a favore di personecon disturbi psichiatrici.Nello stabile (un vecchio fienile rimesso a norma,spazioso e luminoso) sono iniziate le attività labo-ratoriali di cucito dei nostri familiari: sono state giàmontate delle macchine per cucire e una macchinaper la maglia. In prospettiva contiamo di coinvolgerealtri familiari, offrendo loro la possibilità di uno spa-zio di socializzazione per superare la solitudine. Glioggetti prodotti saranno poi utilizzati per promuoverel'associazione nelle manifestazioni pubbliche allequali partecipiamo. Nel terreno adiacente il fabbricatosono previste attività di orticoltura in serra eall'aperto; per questa attività collabora con noi l'Asso-ciazione Orti Condivisi che ha già preparato il terreno(squadre di persone hanno vangato il terreno el'hanno liberato dalla gramigna che l'infestava) ehanno messo a dimora le piantarole coltivate in serra.b) Insieme a noi compie vent'anniQuest'anno ricorre il ventesimo anniversario della no-stra associazione: è un traguardo importante. In questianni, in particolare da quando disponiamo della sededi via Albinelli, abbiamo potuto organizzare, per gliutenti e i familiari, attività laboratoriali e di socia-lizzazione. Dal 2009, poi, quando ci è stata donata lacasa di Palagano, abbiamo potuto offrire a tantepersone con sofferenza psichica la possibilità di tra-scorrere un periodo di soggiorno in una bella località.Accanto alle attività rivolte direttamente alle personeche frequentano l'associazione, si sono nel tempomoltiplicate le attività per promuovere una diversacultura della salute mentale, organizzando e contri-buendo a organizzare eventi come Le parole ritro-vate, progetti nell'ambito del festivalfilosofia,iniziative inserite nella settimana della salute menta-le.c) Corso di scrittura autobiografica

Si sono tenuti durante i mesi invernali, all'interno delprogetto “Insieme si può”, due corsi di scrittura auto-biografica rivolti ai nostri familiari, coordinati da duenostre volontarie. Alla scrittura autobiografica,connessa alle storie di guarigione, era stata dedicata

un'iniziativa importante durante l'ultima Settimanadella Salute Mentale svoltasi a Modena, con lapartecipazione di Duccio Demetrio, che ha fondatola Libera Università dell'Autobiografia ad Anghiari eGiuseppe Tibaldi, che da anni lavora sulle storie diguarigione. In quell'occasione si mise in evidenzacome il recupero della memoria e del vissutopermette di mettere ordine nella propria vita esvolge una importante funzione di recupero erafforzamento dell'autostima.Nelle pagine seguenti riportiamo delle riflessioni suicorsi di scrittura autobiografica svolti delle nella no-stra associazione.d) Una giornata al Paolo Pini di Milano

Venerdì 11 aprile la nostra associazione ha trascorsouna giornata nel complesso dell’ex manicomio diMilano Paolo Pini, ospite della Cooperativa Olinda;vi ha partecipato anche una rappresentanza di altreassociazioni di Modena. L'iniziativa, organizzatanell'ambito del nostro progetto “Insieme si può”,aveva lo scopo di conoscere l'esperienza diun’ impresa sociale che gestisce attività commercialiall'interno del Paolo Pini, che riesce a coniugarel'esigenza di stare sul mercato con l'obiettivo di es-sere strumento di inclusione sociale di personesvantaggiate. La prospettiva è quella di lavorare allacostruzione di un progetto simile anche a Modena.e) Palagano: estate 2014

Continua anche questa estate l'esperienza deisoggiorni estivi nella Casa Mariano a Palaganoorganizzati e gestiti dalla nostra associazione: è di-ventato ormai un'esperienza che tanti che vi hannogià partecipato vogliono ripetere e che altre personeper la prima volta vogliono fare.f) Lo Sportello d'ascolto

Continua la collaborazione tra la nostra associazio-ne, Idee in Circolo e il Csm di Via Newton: le riu-nioni bimensili si sono rivelate fondamentali per unabuona tenuta del gruppo e per ridiscutere durante ilpercorso obiettivi e stato dell’arte delle attivitàsvolte assieme. Il punto d’ascolto nato appunto dallacoprogettazione è attivo da molti mesi e settima-nalmente vede impegnati utenti e familiari chemettono a disposizione la loro esperienza e il lorotempo nell’accogliere chi arriva al servizio e ha vo-glia di confrontarsi con chi ha vissuti simili ai pro-pri.

Insieme a voi - Giugno 2014

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Ci pensavamo da tempo. Come mettere a dispo-sizione dell’Associazione le competenze e leesperienze acquisite in anni di formazione e atti-vità svolte secondo il metodo autobiografico?Ne abbiamo parlato con Renata che si è subitodimostrata interessata alla realizzazione di unprogetto di laboratorio autobiografico rivolto afamiliari e vo-lontari.Così nei mesidi novembre/dicembre 2013e febbraio2014 abbiamotenuto nei lo-cali della no-stra sede ottoincontri fre-quentaticomplessiva-mente da 12persone: Anto-nino, Claudia,Enzo, Giulia,Graziella,Latifa, Marina,Renata, Sandro, Silvia, Tania, Tilde.

Perché la proposta di questa iniziativa?Le motivazioni sono molteplici. Da una parte vo-levamo dare la possibilità ad un gruppo di perso-ne che vivono situazioni di sofferenza di avereuno spazio di incontro, di confronto e di condivi-sione; dall’altra era nostro intento offrire loro ilmodo di riscoprire qualcosa di sé e del propriopassato, di recuperare momenti del proprio vissu-to attraverso la scrittura. Riteniamo infattiimportante per chi di solito dedica tanto del pro-prio tempo e delle proprie energie alla cura deglialtri, trovare degli spazi di cura e di tempo persé, anche al fine di riappropriarsi di quanto di po-sitivo c’è stato e ancora c’è nella propria vita.Durante gli incontri i partecipanti sono statisollecitati all’evocazione e alla scrittura di ricordi

ed anche a condividerli, in vari modi, con gli altri.Abbiamo stabilito fin dall’ inizio le regole dellacondivisione che prevedono l’anonimato dellescritture, la loro non valutazione e il rispetto delleopinioni di tutti attraverso un non giudizio.Le tematiche affrontate hanno riguardato tra-sversalmente i concetti di recupero della memo-

ria, identità,ascolto di sé edegli altri e, inmodo specifi-co, il tema deiluoghi attra-versati e amatie delle espe-rienze senso-rialidell’olfatto, delgusto e deltatto.Riteniamo siastato un mo-mento partico-larmentesignificativoquello della re-

stituzione degli scritti individuali al gruppo, cioèil momento in cui gli scritti venivano messi in co-mune e condivisi nel rispetto della privacy con lopseudonimo che ognuno si era scelto.

Alla fine del percorso abbiamo invitato i parteci-panti ad una riflessione sul laboratorio e possia-mo, attraverso le loro parole, capire qualerisonanza hanno avuto questi incontri per loro.Innanzitutto, tra le parole che maggiormente ri-corrono troviamo “condivisione”, e “ricordo” co-me testimoniano coloro che hanno scritto:“L’emozione più forte è stata condividere con

persone poco note esperienze di vita e affetti, il

tutto in un clima spontaneo e sincero, senza voti o

giudizi da parte di alcuno. Da questi incontri

porto a casa un patrimonio: il piacere di stare

insieme, di condividere esperienze, di ricordare

Uno spazio per sé insieme agli altri

Un’esperienza di laboratorio autobiografico rivolto ai familiari

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episodi o momenti della mia vita passata e pre-

sente”;

“Ho percepito la gioia del ricordare,

l’immergersi pienamente in un evento passato

cercando particolari andati persi, un vero e pro-

prio esercizio di rievocazione”;

“Mi porto a casa la cordialità delle persone co-

nosciute e l’accoglienza ricevuta e l’apertura

scaturita da ognuno di noi”;

“Mi è piaciuto stare con gli altri e condividere

scritture e idee; mi mancherà il gruppo”;

“Mi è piaciuto il bel clima, la leggerezza che si

respirava nel raccontare di noi, senza reticenze,

con sincerità e rispetto reciproco”;

“Sono rimasta emozionata per la lucidità dei

miei ricordi, anche quelli recenti”;

“Mi ha colpito la sincerità con cui le persone del

gruppo hanno messo in gioco i loro pensieri,

anche quelli più intimi […] mi ha stupito il fattoche fossero sempre pronte a scrivere come se

questa attività fosse già dentro di loro e aspettas-

se soltanto di emergere ed essere condivisa”.Ma non per tutti è stato facile ricordare e c’è chi èrimasto deluso per “non essere capace di ricorda-re; tante volte sollecitata ho avuto grosse diffi-

coltà anche dolorose perché non sono in grado di

ricordare; i ricordi li ho seppelliti sotto una

coltre di necessità per continuare a vivere”.Qualcuno si è inoltre stupito per “la capacità di

scrivere anche abbastanza bene di persone qua-

lunque, non certo di un circolo letterario”.

In alcuni testi sono emerse riflessioni sull’utilitàche il percorso ha avuto e su quali possibili svi-luppi personali in prospettiva si possano realizza-re:“L’esperienza mi ha sollecitato a scrivere di me

stesso anche al di fuori degli incontri: non

pensavo che a scrivere di me stesso emergessero

tanti ricordi”;

“Questi incontri mi sono serviti come terapia

contro lo stress, la rabbia, la sofferenza, la corsa

quotidiana. […] Ho allenato la mia mente e mi

sono sforzata di ascoltare bene”;

“Mi è rimasto il desiderio di continuare ad

incontrarmi con le persone che hanno condiviso

l’esperienza”;

“Mi è rimasta l’attenzione a tutto ciò che faccio

giorno per giorno, ora per ora, che diventeranno

delle vere e proprie scansioni della mia vita futu-

ra… rendendomi consapevole del significato che

hanno, per i miei errori, tanti, che emergono

quasi con prepotenza a dirmi: sta’ attenta… ”.

A sottolineare il clima di serenità creatosi nelgruppo durante il laboratorio, concludiamo con leparole di chi scrive:“Mi porto a casa felicità; ho scritto cose che non

avevo mai detto a nessuno”;

“Ho riso molto, ho ricevuto pace e serenità”.

Gianna NiccolaiM. Gabriella Pavarotti

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realizzazione del progetto è dato dalle risorseeconomicheD. Uno dei passaggi più delicati ai fini dell'effica-cia delle pratiche psichiatriche è certamente ilprimo accesso ai servizi e la presa in carico dellepersone al primo episodio di psicosi: sugli esordipsicotici ci sono dei progetti specifici?R. Si è tenuto un corso regionale di formazionesugli esordi psicotici a cui ha lavorato il Diparti-mento di Modena.D. Puoi esprimere una valutazione sul lavorosvolto dal Comitato e, in particolare, sulla sua ri-percussione sui servizi psichiatrici della pro-vincia?R. Considero quest'esperienza molto positiva,specialmente se la paragono alle analogheesperienze del passato: il Cufo è un vero luogo diconfronto, i problemi affrontati sono semprelegati all'attualità. La franchezza con cui sidiscute su tutto e si confrontano le esperienze,costituisce anche uno stimolo a migliorare iservizi psichiatrici.

Incontriamo la Presidente del Cufo, Tilde Arcale-ni, alla quale poniamo delle domande sull'attivitàdi questo organismo.D. Che cos'è il Cufo?R. Il Cufo (Comitato Utenti Familiari Operatori) èun organismo, previsto da disposizioni regionali,costituito nel 2009 all'interno del Dipartimento disalute Mentale; ne fanno parte le associazioni divolontariato dei familiari e degli utenti della salu-te mentale, i dirigenti e gli operatori. Il Comitatoha il compito di discutere la situazione della salu-te mentale nella provincia, evidenziandone glielementi di criticità e individuando proposte permigliorare il servizio.D. Con che frequenza si riunisce e qual'è il livellodi partecipazione dei componenti?R. Il comitato si riunisce ordinariamente una voltaa mese: è un organismo a cui partecipano non so-lo le figure che istituzionalmente lo compongono,ma anche rappresentanti delle associazioni che nefacciano richiesta. Di fatto le riunioni sono abba-stanza partecipate.D. Quali sono stati i principali argomentiaffrontati?R. Tutti gli argomenti portati in riunione si sonorivelati di grande attualità. Penso ad esempio albudget di salute, alle tematiche legate agli esordipsicotici, alla costituzione dei gruppi psicoeduca-zionali, alle procedure di passaggio degli utentidalla neuropsichiatria infantile alla psichiatriaadulti, alla preparazione dell'evento annuale dellaSettimana della Salute Mentale, solo per citarnealcuniD. Ci dici qualcosa sul budget di salute?R. Si tratta di un progetto del Dipartimento di Sa-lute Mentale, che è già partito a Modena in fasesperimentale, destinato ai casi specifici complessi:prevede il coinvolgimento diretto dell'utente, deisuoi familiari e del terzo settore per costruire unpercorso individualizzato e flessibile, tarato sullapersona, rispetto alle soluzioni abitative, all'inseri-mento lavorativo, ecc. . È previsto un convegno aBologna per un confronto sulle esperienze e sullemetodologie in atto in Emilia Romagna. A Mode-na il progetto, per il momento, riguarda una solapersona. Il problema principale che incide sulla

Il CUFO: intervista alla presidente

Insieme a voi - Giugno 2014

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IL TEMA DI QUESTO NUMERO

La relazione tra le persone

nel tempo del social network

La radio è la prima radicale innovazione nelle co-municazioni di massa dopo l’ invenzione dellastampa.Una volta che la tecnologia è stata messa a puntosi è passati a generare nuovi contenuti, linguaggi,immaginari, edanche produttori eprodotti, consumi econsumatori.Nel mondo la radiosi diffonde se-condo due modelli:un modellocompletamente li-bero affidatoall’ iniziativa pri-vata e che si fi-nanzia con lapubblicità ( USA ),e un modello mo-nopolistico affi-dato allo stato egestito come servizio pubblico (Europa) ma anchecome propaganda politica nei regimi totalitari.Il periodo d’oro della radio si colloca negli anni50 quando il basso costo degli apparecchi hapermesso alla maggioranza degli italiani di avereun apparecchio nelle proprie case, specialmenteprima dell’avvento della televisione.La radio non fu sostituita completamente dalla te-levisione un po' per la specializzazione dei pro-grammi e un po' per il suo radicamento nelcostume popolare; questo fino agli anni 90quando vi fu un calo vistoso degli ascolti radiofo-nici in oncomitanza con un aumento di quelli tele-

visivi.Negli anni 2000 questa tendenza si è invertita e laradio riacquistò ascoltatori anche in virtù delconnubio con internet.Nonostante la radio e internet, la televisione

(2013) siconferma reginadei Mass Media:il tempo mediogiornaliero chegli italianispendono da-vanti alla televi-sione è di 5 ore,invece perinternet è di 30minuti.La radio e la te-levisione veico-lano leinformazioni inun unico senso;

con l’avvento di internet il flusso si fa biunivoco:inizialmente in modo “ difficoltoso, per esperti “ma poi, con il WEB 2.0, esso diventa accessibilea tutti.Si calcola che circa la metà della popolazionemondiale sia collegata a internet e specialmentetra i giovani il tempo dedicato ai diversi disposi-tivi ( televisione, radio, pc, sia a scuola che a ca-sa) raggiunga le 10 ore (USA).I vantaggi nell’essere connessi sono la velocità eil numero di persone con cui possiamo interagirein ogni momento, la quantità d’ informazioni a cuipossiamo accedere con estrema facilità e seletti-

Mass media e Internet

Insieme a voi maggio 2014

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vità tramite i motori di ricerca. Tutto questoormai fa parte della logica della vita moderna:l'isolamento è la controparte necessaria della no-stra incessante disponibilità, ma contemporanea-mente il “tempo disconnesso“ deve far parte dellanostra vita quotidiana e la tecnologia digitale nondeve essere un fatto scontato in ogni momento.Lo sviluppo scientifico non è mai stato lineare ne“deterministico“ ma sempre fortementeinfluenzato da fattori culturali.Le persone sono sempre più disponibili a contatticon altre persone ma allo stesso tempo c’è il ri-schio concreto che questo ci porti a un isolamentodalla realtà che ci circonda, con aspetti ossessiviche possono sfociare nel patologico (IAD:internet addiction disorder): nel DSM (ManualeDiagnostico e Statistico delle Malattie Mentali,redatto dalla Società Psichiatrica Americana,giunto ormai alla 5^ edizione) lo IAD è statocomparato al gioco d’ azzardo.Questo aspetto è tuttora in discussione e si pensache sia più un sintomo psicologico che uno speci-fico disturbo psichiatrico; in tutti i casi esistonogià delle cliniche che trattano specificatamentequesto disturbo.Nel nostro approccio ad internet dobbiamo mante-

nere una percezione di noi stessi separata dallacontinua possibilità di trasmettere, dobbiamo ri-tagliarci un po' di tempo per pensare senza distra-zioni, interruzioni, reazioni immediate edobbiamo “ lasciare vagare la mente “.Perché i nostri pensieri siano pienamente nostriabbiamo bisogno di essere liberi dalla tiranniadegli strumenti utilizzati, che hanno il potenzialedi spogliarci di ciò che da pienezza alla nostra vi-ta in quanto esseri umani: una storia condivisa, laprofondità dei sentimenti e l’accettazionedell’unicità di ciascuno.Non possiamo delegare al dispositivo più sofisti-cato quello che i ricordi possono significare perun essere umano.Per finire due brevi consigli per rimanere se stes-si:-Insegnare ai nostri figli (scuola / genitori) qualiaspetti di ogni compito e dell’esistenza possoavvantaggiarsi dell’una o dell’altra modalità(connessi o disconnessi ).-Ritagliarsi tempi di qualità diversi come lo scri-vere, dato che ogni cosa che si scrive sarà filtratada cervello e dentro a quello che si scrive ci sare-mo noi.

Relazioni umane e social network

Maurizio

Da qualche tempo lerelazioni umane,ovvero le comunica-zione fra persone, sisono intrecciate e inmolti casi sono statesostituite dalle rela-zioni tramite “socialnetwork”; a tutti de-ve essere noto il si-gnificato di questotermine, che moltichiamano ancora“Nuovi mezzi di co-municazione”, ma che in realtà rappresenta unaforma di comunicazione “virtuale” e non “reale”,perché avviene tramite mezzi di comunicazionelegati alla diffusione massiccia dei personal

computer e di si-stemi ad essicollegati come itelefoni cellularipiù o meno evoluti,i computer portatiliusabili ovunque, latelevisione: lepersone quindi nonsi parlano più inmodo diretto,faccia a faccia, mautilizzano questimezzi per chia-marsi, parlare,

scattare foto da riportare sul personal computer(d'ora in poi chiamato PC). Oggi tutto è “digitale”cioè viene fissato su una memoria elettronica da

Insieme a voi - Giugno 2014

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questo mezzo per ricerche di testi, informazionirapide su argomenti all'interno di un universoapparentemente senza fine. Ma la fine arriva pro-prio quando la persona, sola davanti al PC,avverte la necessità di una comunicazione di-versa, forse più lenta, ma sicuramente più pro-fonda perché non arriva da un altro PC, ma dauna persona in carne ed ossa che ci ha messo delsuo come anima e come pensiero. Nei primitempi Internet serviva a nascondere la propriaidentità: oggi la evidenzia in modo a volte ecces-sivo, sollecita i giovani alla ricerca di una identità

per poter dire “ci sonoanch'io”: certo fa un po'sorridere quandocliccando su facebook(uno dei social networkpiù diffusi) alla voce diun nuovo amico, siscopre che questi ha300 o più <amici> :ma come si fa? Cosadiciamo a 300 amici?Perché elencarli, senon abbiamo con loroun rapporto costante,anche via internet, ma

costante, tale da portare all'esigenza di unincontro per approfondire la conoscenza o un te-ma di comune interesse, magari davanti ad unaperitivo: purtroppo sono spariti dalle città moltiluoghi di aggregazione e la fuga nel virtuale èsempre più forte! Corrono alla memoria ipensieri e le riflessioni di Pier Paolo Pasolini(Scritti corsari) sulla differenza tra <sviluppo> e<progresso>: l'uno inteso come corsa affannosaverso beni di consumo, tecnologicamente semprepiù avanzati e a volte inutili, l'altro inteso comeprogresso dell'uomo in quanto tale con i suoipensieri e i suoi sentimenti. Lo sviluppo non deveingoiare il progresso come spesso e forse tuttorasta avvenendo. L'avvento dei nuovi mezzi di co-municazione ha sicuramente incrementato lo svi-luppo, ma non ha incrementato il progresso,perché non ha migliorato l'uomo in quanto talerendendolo in fondo sempre più solo .”Seguire losviluppo, senza ignorare il progresso ci dovrebbequindi consentire di migliorare sempre di più inuovi mezzi di comunicazione, senza però di-ventarne schiavi: speriamo di non sentire più che

cui le immagini vengono scaricate sul PC edeventualmente elaborate: il pc permette milleforme di elaborazione ma soprattutto consente ditrasmettere le immagini ad altri, compagni, amici.E' chiaro che questi nuovi mezzi di comunicazio-ne hanno attratto soprattutto i giovani e così èstato a volte con effetti devastanti. MimmoBATTAGLIA, presidente del FICT (FederazioneItaliana delle Comunità Terapeutiche) scrive:”sconfiggeremo le nostre solitudini e quelle dei

nostri figli quando sapremo aprire gli occhi alla

bellezza dell'incontro con l'altro”. Già perchél'uso indiscriminato deisocial network hacreato, soprattutto neigiovani, manifestazionidi solitudine, che sonodiventate oggetto distudio di psicologi, so-ciologi, esperti di co-municazione:l'obiettivo di questepersone è stato ed ètuttora quello di riporta-re le persone, diventate“schiave” del PC e deiSocial Network, ad unacomunicazione reale con l'altro. La comunicazio-ne reale con l'altro è fatta sì di parole e di imma-gini, ma è fatta anche di sguardi, di gesti di mododi muoversi e di apparire, finanche del modo divestire: la comunicazione con l'uso di Internet,non consente questo tipo di conoscenza e discambio con l'altro di pensieri e di emozioni. C'èun'uso profondamente diverso del PC e di Internetfra i giovani e i “meno giovani”: i giovani sonocresciuti con internet e il suo linguaggio è di-ventato il loro linguaggio, i meno giovani chiedo-no l'aiuto dei giovani, ma raramente riescono araggiungere la loro velocità di pensiero e taccionoi loro problemi per non sentirsi inferiori o per nonfare brutta figura! Internet è il regno della veloci-

tà: diverse ricerche dimostrano che il tempo di

permanenza medio su una pagina internet è di

alcuni secondi: notizie e messaggi letti al minuto0, al minuto 5 possono essere già superati!Internet è anche un mondo d'informazione, maspesso di un'informazione talmente veloce da nonessere facilmente memorizzata: forse i meno gio-vani (o anche i giovani che studiano) utilizzano

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giovani, anche di tenera età, hanno passatogiornate intere davanti al computer! Non dobbia-mo scimmiottare i giovani, con l'obiettivo di di-ventare come loro e di conquistare il lorolinguaggio, ma dobbiamo continuare a comunica-re il nostro linguaggio accompagnando la loro fu-ga nel virtuale con il recupero dell'umanità e labellezza dell'incontro: la nostra velocità di pensie-ro difficilmente raggiungerà la loro! Loro sono fi-gli di un'altra generazione, sono figli del web ecercheranno mezzi sempre più veloci di comuni-cazione, ma noi dobbiamo evitare che precipitinonella solitudine e nell'assuefazione: noi possiamoimparare l'uso dei nuovi mezzi per sapere di checosa si stanno nutrendo i nostri figli, ma dobbia-mo a nostra volta insegnare l'uso di altri mezzi co-me la lettura di libri, quella di giornali e l'usocorretto della televisione! In fondo il recuperodella comunicazione passa attraverso un recuperodi educazione e di liberazione da ogni forma dischiavitù! Solo così si traccerà un percorso comu-ne e degli obiettivi di autenticità: solo così evite-remo di condividere un pranzo o una cena senzavedere che i nostri giovani nascondono sotto il ta-volo lo smartphone con cui non interrompere lacomunicazione virtuale! Quante volte vi saràcapitato a ristorante che, mentre voi mangiate, ivostri figli twittano(twitter è un altro so-cial network moltousato), senza ri-volgervi la parola: no,non è questo il mondoche desideriamo. Lo

scorso primo di

maggio 2013, circa

800.000 giovani

cantavano a

squarciagola: "Non è

così il mondo che

vorrei!”. Allorabuttiamo i PC, glismartphone, i tablet nei rifiuti? Non è certo que-sto il modo per risolvere il problema; i giovani (enon solo loro) continueranno “la fuga nel virtualeche, come ogni fuga è la reazione di un animale

spaventato di fronte al pericolo”. Parlando con igiovani e soprattutto ascoltandoli e lottando insie-me a loro, si possono scoprire nuovi mondi,mondi reali e non virtuali che possono riempire laloro e la nostra solitudine. Da questo incontro po-

trà nascere un progetto, punto d'incontro travirtuale e reale, tra sogno e realtà: per realizzarequesto progetto che può spaventare dovremo re-cuperare la comunicazione reale: solo così riusci-remo a riconoscere i <contenuti buoni> delmondo virtuale (perché anche questi vanno rico-nosciuti) e potremo diventare “. . . . . .compagni distrada credibili ed accettabili per i nostri ra-

gazzi. . . . . . . .”. Riscoprendo la nostra umanità,abbatteremo il nichilismo, il senso di nullità checi può dare l'incontro con un'ospite inquietantepoiché solo allora elaboreremo delle domande ecercheremo delle risposte <guardandoci negliocchi>! Se la fuga nel virtuale non è una fugaonirica, non è sogno, ma diventa libertà ed edu-cazione, potremo percorrere una strada fatta dicoraggio ed autenticità, eliminando le paure e ifalsi obiettivi.

Libera rielaborazione dell'articolo di MIMMOBATTAGLIA “Ragazzi e solitudine: tra virtuale ebisogno di reale”. .

A cura di Alessandro

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Sul testo dell'articolodi Sandro, si sonosviluppate, nella reda-zione, delle riflessioneche riportiamo di se-guito:

Laura: io credo che,piuttosto che stareattaccati al computer,sia meglio cercare ilrapporto con la natu-ra, osservare un bel

tramonto, ricercare il rapporto con le altre perso-ne.Antonio: ritengo che Sandro nel suo articoloabbia toccato i temi cari a Levinas,un filosofofrancese contemporaneo; questo filosofo ha ela-borato un'antropologia secondo la quale l'impe-rativo di non uccidere è basato sullo sguardodell'altro, sul gesto di guardare l'altro in faccia.Maurizio : internet è uno strumento ; come per

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tutti gli strumenti, presenta degli aspetti negativi,ma anche degli aspetti positivi. Ci permette di co-municare con tutto il mondo, ha aperto il mondo.Non possiamo andarci contro. Bisogna formare igiovani, non tanto vietando o demonizzandointernet, ma indicandone piuttosto le possibilitàpositive.Claudio: internet va usato con “giudizio”, con ra-zionalità (siamo esseri razionali). Bisogna risco-prire la bellezza dello stare all'aperto e dello stareinsieme agli altri.Haisam:nella condivisione di ogni regresso o pro-gresso a cui la tecnologia ha portato, l'importanteè vederne sempre i lati positivi senza perdere ilcontatto con la realtà, essendo coerenti con sestessi.

Marco: sono stato colpito dalla dicotomia fra svi-luppo e progresso.Ora internet, secondo me, è piùsviluppo che progresso: bisogna integrarlo nelprogresso. E' una tecnologia avanzata che nonarricchisce di per sé l'uomo.Giorgio T.: nella mia esperienza ho fatto uso dellechat quando ero in depressione, perché con lamalattia avevo perso gli amici. La chat mi avevapermesso di farmi un nuovo giro di amici. Adessonon utilizzo più questo strumento, sono rientratonella vita reale, nella vita delle relazioni umanereali.Sandro: internet e le nuove tecniche di comunica-zione possono favorire la conoscenza di altrimondi con molta più facilità degli strumenti cheavevamo prima a disposizione.

Previsto da tempo all'interno del tema che la re-dazione ha deciso di affrontare per il prossimonumero del giornalino, il 1 7 marzo incontriamo lasignora Gugliemina, la nonna di Anna, una stu-dentessa di psicologia che fa il tirocinio presso lanostra associazione.Guglielmina si mette subito a suo agio con icomponenti della redazione, non c'è bisogno dipreamboli per avviare la conversazione. Introdu-ciamo solo l'argomento illustrando il tema chestiamo trattando nella redazione e, in particolare,le spieghiamo che abbiamo scelto di integrarel'approfondimento dei cambiamenti avvenuti

Quando non c'erano radio, televisione e social network

La testimonianza della sig.ra Guglielmina

nelle relazioni umane, in seguito all'avvento deisocial network, con la testimonianza di unapersona che ci raccontasse la sua esperienzamaturata quando non c'erano radio, televisione einternet.Incalzata dalle domande di alcuni di noi, Gu-glielmina soddisfa tutte le curiosità: ci dice cheabitava in città, nella sua casa non c'era il cami-no; ha lavorato alla Fiat.Laura le chiede come passava il tempo libero lasera quando era bambina. “Nella bella stagione– ci dice – noi ragazzine ci ritrovavamo tutte lesere e ci scambiavamo le esperienze. Le nostremamme erano sedute fuori l'uscio di casa echiacchieravano a loro volta della giornata appe-na trascorsa. Avevamo già dei giocattoli.Chiacchieravamo molto; c'era molta comunica-zione tra noi ragazze.. . La domenica, gene-ralmente, facevamo un giro in centro. Ma nonavevamo i soldi per andar al cinema: allora, ri-cordo, spesso ci intrufolavamo tra le persone cheuscivano dalla sala cinematografica, fingendoche anche noi eravamo state al cinema, e parla-vamo del film come se l'avessimo visto. Chebuffo ricordarlo! ”.

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poiché pochi avevano il televisore, spesso ci si ri-trovava a casa di amici e parenti per guardarealcuni programmi; era un'occasione per incontra-re le persone. Anche quando abbiamo avuto il no-stro televisore, commentavamo i programmitelevisivi. Insomma la televisione non hainterrotto quel mondo di relazioni e di riflessionecomune sui nostri vissuti quotidiani che era co-mune in quel periodo.” Solo molto dopo,racconta Guglielmina, le cose sono cambiate, lacomunicazione tra le persone, anche all'internodelle famiglie, è andata diminuendo. Ma lei hasempre cercato (e tutt'ora cerca, anche nelrapporto con i nipotini) di coltivare le relazioni:attraverso le relazioni le persone riprendono ilproprio vissuto, lo mettono in comune, fanno co-munità, e imparano ad elaborare gli stress quoti-diani.Maurizio le chiede un suo parere sull'eccesso dicompetitività che c'è oggi nelle aziende e comeessa incide sulle relazioni umane. “Nel passato –ci dice – c'era maggiore solidarietà; anche in

fabbrica c'era un clima più familiare, c'era unambiente non ostile. Verso la fine della miavita lavorativa, a cavallo degli anni '70/'80, èsubentrato l'arrivismo: i nuovi arrivati spessosgomitavano per farsi strada, far carriera.L'ambiente era diventato brutto”.La testimonianza termina qui, ringraziamo lasig.ra Guglielmina: in qualche modo ciconferma, con la sua esperienza, che anche inun contesto sociale di impoverimento dellerelazioni umane, è nella nostra responsabilitàcoltivarle, per il nostro benessere.

Giorgio

La comunicazione dei giovani al tempo dei social network

Le serate d'inverno si trascorrevano, ovviamente,all'interno. “Quando ero piccola la mia famigliaabitava in un palazzo in cui sul nostro pianerotto-lo c'erano 4 appartamenti. Le quattro famiglie siritrovavano assieme la sera, dopo la cena, a casadi una o dell'altra; generalmente i maschi gioca-vano a carte, le mamme parlavano tra loro e noiragazze e ragazzi parlavamo: tutti chiacchierava-no tanto.. . . Quando ci siamo spostati in un'altracasa dove non ci si riuniva con altre famiglie, incasa si parlava tanto tra di noi, si parlava di argo-menti comuni. Si era tutti più uguali, c'era un cli-ma più socievole e rispettoso. Era una vitasemplice, fatta di niente, di chiacchiere, diqualche partita a carte”. Il ritorno della testimo-nianza sul termine chiacchiera evidenzial'importanza della comunicazione tra le persone:il termine non ha alcuna connotazione negativanel racconto di Guglielmina.Sandro le chiede se con l'arrivo della televisioneagli inizi degli anni '50 la situazione cambiò.“Appena iniziarono le trasmissioni televisive,

Al giorno d'oggi i giovani hanno svariate possibilità dicomunicare tra loro e di tenersi in contatto con ilmondo esterno: il cellulare, le e-mail, Internet, i socialnetwork (primo fra tutti Facebook, ma anche Twitter,We Chat e altri), What's up (l'equivalente degli sms,ma in versione gratuita), oltre, ovviamente, al dialogoa quattr'occhi.What's up è diffusissimo fra i giovani (e non solo fra

loro), quasi quanto Facebook, e ormai stasoppiantando l'utilizzo dei tradizionali sms, grazie allasua praticità e al fatto che è praticamente gratuito.Guardandosi intorno a scuola, all'università o anchenegli ambienti di lavoro, è molto probabile vederepersone con lo smart-phone in mano, intente a mes-saggiare e a cercare la connessione a Internet. È ciòche mi capita sempre all'università, dove gli studenti

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adescamenti on-line o i fraintendimenti che nasconoquando una persona crea un profilo che si discosta dalsuo vero modo di essere e "fabbrica" per sé una di-versa identità.Più della metà degli intervistati definisce Facebookuna sorta di "intermediario", che si pone tra gliinterlocutori e ostacola la comunicazione diretta,impoverendola, rendendola più superficiale e impe-dendo, ovviamente, l'espressione vera e propria diemozioni e sentimenti, per il fatto che questi risultano

evidenti dai gesti e soprattuttodalla mimica facciale, dal tonodella voce, dallo sguardo, . . . cosea cui uno schermo virtuale nonpermette il passaggio.Alla domanda "pensi che le nuo-ve tecnologie cambino il modo dicomunicare?", quasi tutti hannodato risposta affermativa e unbuon numero ha detto che ilcambiamento è in negativo. Ales-sia, ad esempio, sottolinea che"comunicare con uno schermo èmolto diverso e l'individuocambia anche il modo di espri-mere emozioni, sensazioni, . . .perde insomma il contatto con larealtà". Altri invece si limitano aguardare il fatto compiuto, rite-nendo che la diffusione di Face-

book e della comunicazione virtuale sia sempre piùinevitabile, senza dare giudizi a riguardo.Se avessi condotto l'intervista in una scuola superiore,probabilmente, i dati sarebbero risultati differenti emeno rassicuranti, perché sempre prima i giovani siimmergono nel mondo dei social network, tanto che,se per i miei compagni di università l'età media diiscrizione a Facebook è stata 16 anni, oggi diffi-cilmente si trova uno studente della scuola media chenon abbia ancora effettuato il primo accesso al social.Non penso che Facebook sia da demonizzare, igno-rando i suoi aspetti positivi che sicuramente esistono;penso però che l'importante sia non sacrificare la sanacomunicazione diretta, proteggendosi dietro unoschermo virtuale e senza considerare i rischi che po-trebbe nascondere; quindi, riassumendo: utilizzare isocial network con consapevolezza e come possibilistrumenti di comunicazione, non come l'unico mezzoa disposizione .

Anna Andreoli

utilizzano il cellulare perfino durante le lezioni, pergiocare o chattare con gli amici su Facebook.Non sono certamente la persona adatta per parlare delrapporto con la tecnologia, perché non ho né Facebookné lo smart-phone, però ho risolto il "problema"intervistando direttamente numerosi studenti, iscritticome me al secondo anno alla Facoltà di Psicologia diParma. Ho rivolto a loro varie domande sull'argo-mento, per indagare il loro rapporto con le nuovetecnologie e l'influenza che esercita Facebook sulla lo-ro modalità di comunicare. Quasitutti hanno dichiarato di essereiscritti a Facebook, nessuno adaltri social network. Circa il 65%accede a Facebook tutti i giorni, ill00% si connette a Internet quoti-dianamente. È emerso però chequasi tutti usano questi strumenticon moderazione, senza di-penderne; infatti solo il 1 5%afferma che non riuscirebbe a fa-re a meno di Facebook. Utilizza-no il social network per lo più peraccordarsi con gli amici sulleuscite e sugli incontri, per restareaggiornati, per scambiarsi opi-nioni e commenti, curiosare,parlare un po' di sé. Alessia so-stiene di usare Facebook per se-guire la massa, perché "lo fannotutti". Un dato positivo è che la stragrande maggio-ranza degli intervistati preferisca ancora comunicare aquattr'occhi piuttosto che sul social network, ritenendoche "Facebook non possa sostituire un rapporto diconsiderazione vero con le persone (come dichiaraLaura) e che "scrivere crei sempre un po' diincertezza" (Alessandro). Molti hanno più di 300 amicisu Facebook, ma solo il 1 5% afferma di aver mes-saggiato almeno una volta con ciascuno di quelli chesul social considera "amici" e penso che sia un datointeressante, perché evidenzia bene come all'aumentodel numero di amici, non necessariamente segua unmiglioramento della qualità nel rapporto; anzi, latendenza è opposta.In nessuno si riscontra un'esaltazione eccessiva di Fa-cebook in sé e con ciò intendo che gli intervistati sonoben consapevoli delle potenzialità del social in que-stione e dei vantaggi che offre, ma anche dei suoi limi-ti (primo fra tutti impoverire la comunicazioneprofonda) e dei suoi rischi. Come la dipendenza, gli

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Ho vissuto la mia infanzia nel periodo, credo piùbello, tra i trascorsi del nostro Paese.Nato nel 1948, non appena ho potuto, apprezzarla,ho vissuto di persona, e, provato anch'io, se purbambino, la forza traente di Chi operava per rico-struire.Poi, a seguire, quanto costituì e costò, il così detto“ boom economico “.Per quest'ultimo, infatti, avrei compreso solo piùtardi che una medaglia ha sempre due lati, o ri-sultanti, o facce, che dir si voglia, ma senz'altropiù componenti.Purtroppo in tanti, indotti e attratti come allodoledal luccichio fasullo di un miraggio, che solo a se-guire negli anni avrebbe rivelato, progressiva-mente, in modo esponenziale costi incongrui.D' altra parte a chi non piacciono le comodità?Il cesso in casa.La '500, o , '600 con sconto dipendente fiat.Luce, acqua, stufe a legna o forme pressate otte-nute dai residui della vinificazione, kerosene, li-quigas, gas, termo, telefono, televisione, frigo.Queste cose, allora erano la meta da perseguire, ilmondo nuovo, la felicità da tanto agognata:l'Eldorado.Era iniziato il consumismo.Anch'io, bambino, ascoltavo in viale Ciro Menotti(di fronte al canale che ancora allora c'era) al nu-mero 61 , con stupore, ma contento, gli Operai inbicicletta, uomini che andavano o tornavano dalLavoro fischiettando.Fabbriche, edilizia, infrastrutture per agevolare i

trasporti, merci prodotte a vantaggio delle piùsvariate necessità o componenti per produrre: La-voro, Lavoro duro.Ricordo poi un treno: bellissimo, nuovofiammante, verde e grigio.Lo chiamavo “ sette bello “ e nel vederlo la primavolta “ ho fatto i conti “: avevo 8 anni, e mi sonchiesto: “se ora c'è un treno così, ma nel 2000 co-sa ci sarà?“C'è ancora lo stesso identico treno più forse 1altro e 2 uguali, se non per i colori: grigi e rossi.Naturalmente, io, ad 8 anni immaginavo non solotreni, ma elicotteri, aerei, taxi etc.Invece no:solo autostradeInsomma, l'esodo dalle campagne alle periferiedelle città, sempre più industrializzate, chi hamaggiormente avvantaggiato?In teoria, ci fosse almeno un minimo di quel tantosbandierato progresso lo apprezzerebbe chiunque:nei 2 soldi da spendere in piu' o da poter ri-sparmiare

Si credeva di cambiare in meglioInvece noFottuti

Altro termine nel mio vocabolario, malaugurata-mente, non c'è, per definire il popolo sovrano: noila massa che non arriva a fine mese e paga tuttoper cosa? In proporzione a cosa? Per chi?Tasse, così si chiamano tutte, e dirette allo sfaceloeconomico di tutto.Anzi quasi perché soprattutto rivolte a favorire

chi ha ed ha sempre avuto meno.Si puo' vivere senza lavoro?E con un lavoro precario?L'italia e' un paese di giovani e se un giovaneraggiunge molto, molto tardi l'età pensiona-bile: come fanno i vecchi a trovare lavoro?E gli esondati?Etc.Che prezzo paga lo stato alle banche checoncedono finanziamenti, in modo moltooculato: talmente oculato da divenire occultocosì nessuno può rendersene conto?A chi e a che tasso? Quali garanzie per evita-

Stasi

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re sofferenze? Povere banche!Qualche cesso in autostrada, penso ci vorrebbe,magari più di qualche.Gli elicotteri non potrebbero essere più celeri diun ambulanza, sempre in autostrada?Ma non solo in autostrada, piazzole anche dovepiù' opportuno.L'alta velocita' (almeno credo io) nel 2014 relati-vamente alle necessità si fa in elicottero e ancorpiù in aereo.Era bellissimo: pisciare, orinare o mingere controun albero.Come farebbe una donna incinta o un bambinocon conati di vomito in autostrada?O morire, dissanguata, per aver battuto la testacadendo su di uno spigolo del tavolo di cucina,durante il trasporto in ambulanza, in meridione,per ore, alla ricerca disperata di un prontosoccorso, indisponibile, e per distanza, o perpalese irresponsabilità?La stessa irresponsabilità di chi non ha ancoraafferrato il concetto base, per prevenire (anchese occorre pure altro) le esondazioni dei fiumi.Studiare a fondo, e come sempre gli animali(leggasi castori).Meglio la carta il più possibile non bianca:

cartiere burgo-mantova-petrolio (ambiente)Meglio il vetro o il metallo della plasticaI bicchieri in carta cerata (come quanto gia' espo-sto) non sono da inventare, come tante altre bellecose.

P.s. Gli F35 sono elicotteri pronto intervento?

Modena, 27 febbraio 2014Claudio Vandelli

Google glass: un futuro tenebroso?

Il mondo nel quale viviamo sta subendo una seriedi trasformazioni vorticose e di trasformazionialtrettanto impensabili solo qualche anno fa. Sia-mo entrati nell'era digitale nella quale le tecnolo-gie informatiche oltre che favorire la vita sociale eproduttiva dell'uomo al tempo stesso hanno comeuna sorte di lato oscuro che fa presagire anche ve-ri e propri scenari poco piacevoli per la nostra pri-vacy e la vita quotidiana.Fra le tante realizzazioni di recente produzione edi ormai imminente entrata su mercato sono rima-sto colpito dai google glass. Di che cosa si tratta?Di una leggera montatura in titanio con unpulsante vicino all'orecchio, un minuscoloschermo che, posto di fronte all'occhio destro, so-vrappone immagini e scritte digitali alla realtà checi circonda, più un sistema audio che manda delle

vibrazioni ad un osso del cranio che a sua volta letraduce in suoni. Questi sono gli ingredienti chefanno di google glass un dispositivo elettronicosenza precedenti, basato su un modo completa-mente nuovo di inserire le tecnologie nella viaquotidiana. Chi li indossa può infatti contempora-neamente guardarsi nel mondo reale, leggere einviare e-mail, seguire indicazioni stradali e faretelefonate. La minuscola macchina fotograficanonché la videocamera incorporarta in googleglass ha subito fatto sorgere numerose proble-matiche di tipo legale nonché etiche. Senza che lepersone intorno se ne accorgono, google glass puòinfatti girare un video di tutto ciò che vede coluiche lo indossa. Per il momento il dispositivo nonè in vendita ma già dal 2013 è iniziata una speri-mentazione con la consegna in varie parti del

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mere smpre in azione. Un altro problema chequeste apparecchiature potranno in futuro causareè quello di eventuali patologie cerebrali dovute alcontatto del cervello con onde radio per ore algiorno. Pertanto sarebbe necessaria una oculatavalutazione da parte delle autorità e di uomini didiritto e di etica ad una tecnologia che potrebberidurci a milioni di persone che spiano o sonospiate.

Antonio F.

mondo di 10.000 pezzi del prodotto. Quello cheha caratterizzato le risposte delle persone chehanno fatto la sperimentazione è che spesso esse,oltre a trovare una certa soddisfazione nell'inviaree-mail bevendo il caffé, ha anche fatto vedere illato oscuro della medaglia. Molti soggetti hannomanifestato reazioni angosciose derivanti dalfatto di incontrare altre persone con il dispositivosul viso che li filmava. Con google glass finirebbel'era dei palmari e avrebbe inizio un'epoca in cuitutto, ma proprio tutto, è controllato dalle teleca-

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Prima linea

Nubi di polvere tra fili spinatiStrisciano imprecano piccoli soldatidi sangue e di sudore grondanti sulla frontein assedio al caposaldo piazzato sopra il monteall’assalto tante squadre e grappoli di fantil’ imperativo d’obbligo è andare sempre avantila vendemmia è scontata per la mitraglia un giocoe scorre vino rosso sotto raffiche di fuoco.Tende di comandanti studiano carte militarinon escono allo scoperto solo in momenti rarie poi sicuri d’essere fuori tiro dei cannonigiubbetti senza macchia e piega nei calzonidiscutono per lo Stato senatori e deputaticaffè, brioches, giornali, colletti immacolatil’ imperativo d ’obbligo è andare sempre avantiè un sacrificio grosso richiesto a tutti quanti.Pozze di fango ingenui tagliando fili spinatistrisciano, imprecano, gridano piccoli soldatidi sangue e di sudore grondanti sulla frontein assedio al caposaldo piazzato sopra il montecome già Garibaldi qui si obbedisce tuttidifficile capire dove convoglieranno i fruttila decade rimane il tuo compenso soldatoe qualche sigaretta da parte dello Stato.

Claudio

PENSIERI & PAROLE

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Cos'è il bene e cos'è il male?Questo è l'argomento di cui abbiamo discusso oggiraccogliendo le opinioni di ognuno dei partecipanti: lospunto è nato da una recente partecipazione di Giorgioalla conferenza di Enzo Bianchi fondatore della Co-munità di Bose e autore di un testo da poco pubbli-cato sull'argomento dal titolo ”La violenza di Dio “.Secondo Bianchi il male si manifesta il più delle voltein forma di aggressività di un uomo verso un altro uo-mo (l'aggressività è un tratto costitutivo dell'uomo):trasformare l'aggressività in umanità (civile convi-venza, rispetto degli altri, accoglienza del diverso.. .) èstato il grande cammino della civiltà umana. Questopercorso è stato esposto da Enzo Bianchi nel suo testoe nella sua relazione.

La discussione ha richiamato considerazioni anche ditipo religioso senza entrare nel dettaglio della fede diognuno. E' emerso che il male così come il bene èinsito nella natura dell'uomo e crea un conflitto chel'uomo di fede risolve in modo individuale, adeguandoi propri comportamenti alle indicazioni della religionee ricorrendo alla preghiera; la religione e la fede, però,non lo esimono dalle sue responsabilità verso sé stessoe verso gli altri, responsabilità che condivide con tuttigli altri uomini indipendentemente dalle convinzionireligiose di ciascuno.Data la complessità dell'argomento non si è voluta-mente estesa la discussione all'idea che ognuno deipartecipanti ha di Dio e del suo rapporto con il male.Qualcuno ha messo in luce che spesso l'aggressività simanifesta con il desiderio di appropriazione di beni edi dominio sugli altri: le guerre, che sono la massimaespressione dell'aggressività umana, scaturisconosempre da interessi economici e di potere.Antonio ha ricordato che il tema “Dio e il male” ri-torna spesso nelle riflessioni sulla Shoah: la domandache ci si pone è come Dio abbia potuto consentire unsimile male assoluto; qualche pensatore, come adesempio Jonas, ritiene che questo sia stato possibileperché Dio stesso non sarebbe onnipotente.

(Testo collettivo)

Il Bene e il Male

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L'automobile e i nuovi accessori

L'automobile odierna è un prodotto sempre più riccodi accessori legati a nuove funzionalità. Per reagire alnumero impressionante di decessi e incidenti la legi-slazione dei vari paesi ha introdotto nuove tecnologie:cinture di sicurezza, airbag, abs di modo che il numerodi decessi in seguito a sinistri diminuisca in manierasignificativa. Il sistema di posizione globale (GPS)aiuta il conducente a trovare l'itinerario ottimale. Lecinture di sicurezza, nella meccanica automobilistica,

sono un dispositivo di protezione ancorato all'internodel veicolo che, in caso di urto, trattiene il corpodell'occupante legato al sedili, evitando l'impattocontro le strutture interne e la proiezione fuoridell'abitacolo. Sono uno dei dispositivi più importantinel campo della sicurezza dell'automobilista. Per evi-tare di graffiare i passeggeri esse sono preferibilmenterealizzate con materiali morbidi ma resistenti al taglioe alla scalfittura. Attualmente in Italia l'uso delle

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cinture di sicurezza è reso obbligatorio dall'art. 1 72 delcodice della strada e la dotazione di cinture è condi-zione essenziale per l'omologazione di un veicolo daimmatricolare.Per garantirne l'utilizzo da tutti, tutte le nuove automo-bili sono dotate di un segnalatore acustico e una spiache insistentemente invitano all'allaccio delle stesse.L'airbag sulle automobili è costituito da un pallone(camera d'aria) che, al momento di un violento urtodella vettura, ad esempio di un incidente stradale, vie-ne gonfiato da una piccola esplosione o dal rilascioistantaneo di un gas compresso. Il pallone gonfio chesi ottiene evita che la testa e le altre parti vitali deglioccupanti colpiscano elementi contundenti dell'abita-colo. Se in una vettura sono presenti airbag, è estrema-mente importante allacciare le cinture di sicurezza.L'air bag viene gonfiato in 30/50 millesimi di secondoalla velocità di circa 320 Km/h, pertanto può spingereall'indietro la testa del conducente. Perciò è importanteche il poggiatesta del se-dile sia realizzato conmateriale morbido oimbottito in modo daevitare il rischio di unacontusione cerebrale.L'airbag può essere usatouna sola volta e dopo ilprimo urto deve esseresostituito. Diversamenteda un paracadute che de-ve aprirsi con ugualeprecisione non può essereripiegato e reinseritonell'apposito vano. L'airbag oramai è di serie su tuttele auto.Pur se il funzionamento è simile per tutti gli airbagquesti sono prodotti in diverse dimensioni e forme perpoter essere montati in differenti parti dell'autoveicolo:abbiamo quindi il classico airbag per guidatore e pas-seggero, airbag posteriori, a tendina, laterali, fino agliultimi ritrovati, dei piccoli dispositivi situati sotto ilvolante che salvaguardano le gambe del guidatore.L'abs, il sistema antibloccaggio dall'acronimo inglese(Antilock Braking System): è un sistema di sicurezzache evita il bloccaggio delle ruote dei veicoli ga-rantendone la guidabilità durante le frenate.Il GPS. Fin dall'antichità uno dei problemi è statoquello di orientarsi, basti pensare a chi intraprendevatraversate transoceaniche o a chi esplorava nuovi esterminati territori. Perdersi significava morire! Per

questo motivo saper legger una mappa, una bussola,oppure saper osservar le stelle, era fondamentale. Lecose sono molto cambiate al giorno d'oggi in cui conmeno di 100 € è possibile acquistare un ricevitoreGPS (Global position system) tascabile che ogni mo-mento ci può informare sulla nostra esatta posizionesul pianeta!Il GPS è un sistema di posizionamento terrestre parti-colarmente preciso creato dal ministero della difesaamericano per fini militari e in seguito utilizzatoanche per scopi civili. Il funzionamento del gps è le-gato a 27 satelliti orbitanti di cui 24 effettivamenteoperativi e 3 di riserva. Le orbite sono circolari su 6piani orbitali paralleli inclinati di 55° rispetto al pianoequatoriale. Il posizionamento dei 24 satelliti è statocompletato nel 1994. ogni satellite si trova a circa 20km dalla terra e compie 2 rotazioni del pianeta algiorno (il periodo di rivoluzione è di 1 ore e 58 minu-ti). Le orbite dei satelliti sono state studiate in modo

che in ogni momentoogni punto della terravenga visto da almeno 4satelliti contemporanea-mente. Oltre i satelliti cisono 4 stazioni dicontrollo a terra che sioccupano costantementedi verificare lo stato deisatelliti, di correggere iloro orologi atomici e laloro posizione orbitale.Senza queste stazioniterrestri il sistema non

sarebbe in grado di funzionare. Una delle applicazionipiù frequenti della tecnologia Gps è nel campo dellanavigazione guidata. Piccoli computer portatili dotatidi memoria possono infatti contenere migliaia dimappe ed essere usati addirittura con suggerimentivocali sull'itinerario da seguire. In particolare il navi-gatore è un dispositivo dotato di capacità di ricezionedel segnale radio satellitare gps (sinonimo di navi-gatore satellitare o semplicemente navigatore) inte-grato con un sistema di database stradale, progettatoper assistere nella navigazione stradale il conducentedi un'automobile indicandogli il percorso da seguireper raggiungere una qualsiasi destinazione preimpo-stata dall'utente, a partire dalla sua posizione iniziale.

Giorgio Tessari

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Fante di ventura

Vedi l'alba di tramonti nascostisenti tramonti di albe disperse,un clown alla periferiasi incontrerà con Madonna Maria,e l'infante perso in proceduradiventerà fante di ventura.Prima di guardarli li ritroveròe con loro voleròin paesi lontanibattendo le mani,la mia mente deplorerà,la fantastica radura rifiorisce là.Perchè non riesco a gioire?dovrei ricucireil rapporto miocon Dio.E il rifugio riappare,ho la chiave:mentre il fante di venturacorre verso l'avventurain difesain ascesacorri e vinci la battaglia mentaleperché i fiori sono dietro la porta fragilee tu la sfonderai

e tu ricorderaii giorni felicie i giorni guasti,oh fante di ventura,non è poi così dura.

Matteo

Giardino

Grondanti foglie di rugiadaovunque sia comunque vadail silenzio esulail concetto di libertàcerebrale e mentalevivendo espedienti fuori dalla normariscrivendo folli sogniin quale arco di giornisvegliando il bambinoche c'è in noivedendo orsi e fuochi sacrinel giardinosarò libero di mondarmispontaneo e vivo.

Matteo

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Ricordi d'infanzia

Conservo tanti ricordi della mia infanzia: ètracorso tanto tempo ma i ricordi di quell'età sonoinfiniti.Ho trascorso un periodo della mia infanzia vo-lentieri con mia zia Caterina e i nonni Giuseppe eIda a Chianciano Terme dove ho visitato tre parchitermali Fucoli, Acquasanta e S.Elena. A S.Elenac'era il minigolf dove io ho giocato alcune volte.Ho mangiato gli gnocchi col semolino all'hotelMarino.Mi ricordo di Maria Pia e Linda Mantovani: unsettembre siamo stati a Pinarella di Cervia, dovec'era anche lì un minigolf.Quando ero a Serra con mia zia Marisa ci sonocorsi dietro dei maiali: noi ci siamo spaventatiparecchio!Alcune volte sono stato in colonia a Vidiciatico:cantavamo alla fine del turno e facevamo un falò.Sono stato anche sul Monte Pizzo: una volta eravenuto anche Luca, ma non si era trovato moltobene. Abbiamo dipinto alcuni personaggi di WaltDisney a colori su dei murales.Fin da piccoli io e Luca andavamo a Gonzaga atrovare lo zio Fernando e Zuma con zia Caterinaper la fiera millenaria.Una volta siamo andati al Lago di Garda, e ci sia-mo fermati a trovare Edda e sua madre.Con nonna Ida sono andato anche a Portofino,S.Margherita. Noi eravamo a Rapallo. A casa diMaria Teresa cantavamo canzoni del Festival di

S.Remo: sul libretto io cantavo Zucchero “Taxi”,”Quando mi innamoro”, ”L'uva focarina”, ”Erabello il mio ragazzo” e “Montagne verdi”.Una volta io e la mia famiglia siamo andati in va-canza in montagna ad Andrez nel Trentino, conLuciano Ferrari, sua moglie Franca e i suoi figliAndrea ed Alberto. Siamo stati ad Alleghe, Capri-le, Passo Falzarego, Passo Pordoi, Passo Sella eCortina d'Ampezzo.Purtroppo in quel periodo è morto il cane che ave-vamo; mi ricordo che io e mio padre l'abbiamoseppellito sotto una grotta in una scatola di scarpein un bosco vicino al paese.Con Mila andavamo al cinema con Zia Caterina;abbiamo visto molti film, tra i quali “Un maggio-lino tutto matto”,”City city Bang Bang” “MaryPoppins” e altri.

Roberto Cadalora

Evidenza

Ognuno di noi in base alle proprie potenzialitàdescrive un'esperienza di vita; il vero profitto stanel capire da che parte un individuo che può esse-re un operatore come uno psichiatra come unutente riesce ad analizzare la situazione in modorealistico e obiettivo.

Haisam

Insieme a voi - Giugno 2014

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Il tema della “Maschera”, che si allaccia alle di-verse facce dell’ identità ed a tutti i ruoli che lepersone mettono in scena nelle varie situazionichesi avvicendano sul palcoscenico della vita, èquelloscelto dal Gruppo biblioteca attorno a cuisviluppa-re le attività del mese di febbraio.Informandoci ariguardo, abbiamo scoperto che,sin dai tempi pri-mordiali, le maschere sono utilizzate in tutte leculture da parte dei popoli confunzioni simboliche,culturali e sociali diverse.Come un artefatto che siindossa per ricoprirel’ intero viso o solamente gliocchi, come diaframma tra il volto e la realtà, lamaschera èquindi utilizzata fin dalla preistoria perrituali religiosi, rappresentazioni teatrali o feste po-polari come il carnevale. Nei suoi diversi usi e nellevariefunzioni che di volta in volta assolve questomanufatto sembra rappresentare per l’uomo unamodalità ancestrale e primaria per esprimersi, porsinei confronti dell’altro e persino ri-conoscersi.Tra le varie funzioni che incarna (messa in scenadiun personaggio, di un ruolo sociale, di aspettidi sé,ma anche nascondimento di parti di sé chesi vo-gliono celare) è necessario ricordare che comunquel’essenza stessa della maschera trova lasua ragiond’essere nel rapporto con gli altri,nell’apparire (edessere) in un certo modo agliocchi degli altri sulpalcoscenico della vita.In questo senso, attraverso le continue esperienzecon gli altri, ci costruiamo indossiamo tutti variemaschere, che celano ciò che al momento vogliamonascondere e rivelano aspetti che vogliamoesibireperchè adeguati alla situazione in corso edalle sueregole. Questo perché, come “animali sociali”, gliesseri umani devono seguire regole ecanoni cultu-rali di ostentazione che indicano come stare nellasituazione corrente per convivereed integrarsi nellasocietà di cui fanno parte.Tema quindi fondamentale ed affascinate quellodelle maschere, che va ben oltre l’aspetto go

liardicoe carnevalesco tipico dei momenti di festa, ove èlecito “uscire dalle righe”,comprendendo tutte ledeclinazioni dell’ identità edei ruoli che gli indivi-dui manifestano nella lorovita sociale di relazione,attraverso una strategicamessa in scena che rivelaalcuni aspetti del Sé ene cela altri.Come indica l’etimo greco “prosopon” ed il latino“persona-ae”, la maschera, prima da identificarsiprimariamente come strumento scenicodell’attore,finisce di impersonare l’uomo stessonel suo ruolofamigliare e sociale. Proprio“persona” è il termineche lo psicoanalista Jungadotterà per indicare la “maschera” che l’ indivi-duo assume nelle sue relazioni con ciò che locirconda. Tant’è che Jung la ‘persona’ non laintende come falsità o manipolazione, ma comeidentificazione con alcuni aspetti di sé cheprendono il sopravvento e che va al di là del ruo-lo sociale. In tal senso “la maschera”, pur po-nendosi come diaframma tra il volto (l’ individuo)e gli altri, non nasconde ma rivela aspetti dellapsiche e della personalità, magari tenuta nascosta,di chi la indossa.Questo avviene soprattutto nelle e con le masche-re di carnevale, una situazione e un tempo in cui“licet insanire”, per gioco o per scherzo. In talmodo una voglia dionisiaca dell’ individuo riescead emergere e – almeno per un momento – ad es-sere accettato, dal singolo e dalla collettività diriferimento o di vita quotidiana.Ricordiamo che perché ogni maschera possa avervita deve per forza esserci un volto sottostante. Eogni volto che indossa una maschera è un viso(“visus”, cioè un volto visto da altri) ches’ incarna in fattezze e sembianze sociali, quindinel contatto con gli altri.. . . . . . . . . . . . .

Il Gruppo Biblioteca

Le Maschere: rivelazioni e nascondimenti del Sé

Un contributo del Gruppo biblioteca

(Per problemi di spazio abbiamo riportato solo un brano del contributo: il testo

completo lo trovate all'indirizzo www. insiemeanoimodena.wordpress. com nella

sesione "La redazione di Insieme a voi")

Insieme a voi - Giugno 2014

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CEISCollaborazione

Comunità la Barca

USL- Convenzione per la sede

dell ’Associazione e la casa

di Palagano

- Collaborazione con Centri

Diurni e loro operatori per

l ’ invio del le persone

- Collaborazione con l 'SPDC

- Iniziative di formazione

FONDAZIONE CASSADI RISPARMIO DI

MODENA

- Progetti vari

SOCIAL POINT

- Iniziative varie (Le Parole

ritrovate)

COMUNE- Servizio Ghirlandina e Palazzo comunale

- Collaborazione e progetti vari con

l ’Assessorato e operatori dei servizi

social i

UNASASM- Coordinamento regionale

Associazione dei famil iariPROVINCIA

-Collaborazione con gli

Assessorati per temi di

interessi inerenti le

politiche social i , la

formazione e il lavoro

LICEO SOCIO-PSICO.PEDAGOGICO— UNIVERSIA’ DI

PARMA

- Tirocini i e stage

CONSORZIO COOPE-RATIVE SOCIALI

- Iniziative e progetti

CSV- Formazione

- Stesura di progetti

- Incontri di promozione del

volontariato

- Progetti sovraprovincial i

ARCI- Convegni e incontri di

formazione

- Promozione spettacoli

teatrale e cicl i di fi lm

- Progetti cultural i inerenti la

salute mentale

LA RETE SOCIALE DELL’ ASSOCIAZIONE

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ASSOCIAZIONE"IDEE IN CIRCOLO"- Iniziative varie (Parole

ritrovate, progetti con i

servizi territorial i . . . )

Insieme a voi - Giugno 2014

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LA MISSIONE DELL’ASSOCIAZIONE

Dare una possibi l ità di incontro e di social izzazione alle persone con disagio psichico

ed ai loro famil iari ed amici, aiutandoli ad uscire dall ’ isolamento ed a vincere la

solitudine.

Essere disponibi l i ad ascoltare ed accettare i l prossimo, creando un rapporto

paritario, fondato sul rispetto e sul la sincerità.

Organizzare luoghi, attività e momenti di aggregazione per le persone che

frequentano l’associazione per imparare a condividere il proprio tempo libero, ad

ascoltarsi e a conoscersi.

Essere aperti al dialogo ed alla col laborazione, nel la ricerca di uno scambio attivo

con le altre realtà associative e con le istituzioni, coerentemente con la propria

identità e promuovendo i propri valori.

“Insieme a noi” è un punto di riferimento, un fi lo sotti le che unisce persone toccate da

problemi psicologici, legandole tra loro.

E’ una piccola voce in mezzo all ’ indifferenza.

Insieme a voi

(periodico dell ’Associazione Insieme a noi)

Direttore Responsabile: Cloti lde Arcaleni Barbieri

Registrazione presso il Tribunale di Modena

n. 1 942/09 del 01 /04/2009

Per commenti, contributi , proposte contattateci al nr. 059220833 o all 'indirizzo

insiemeanoi.mo@gmail .com

Buone vacanze

a tutti