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Il “nostro” Ulisse Testi scritti da studenti del Liceo “Marco Belli” di Portogruaro, curati dalla prof.ssa Luisella Saro Anno scolastico 2013-2014

Il nostro Ulisse

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Testi scritti da studenti del Liceo "Marco Belli" di Portogruaro, curati dalla prof.ssa Luisella Saro.

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Page 1: Il nostro Ulisse

Il “nostro” Ulisse

Testi scritti da studenti del Liceo “Marco Belli” di

Portogruaro, curati dalla prof.ssa Luisella Saro

Anno scolastico 2013-2014

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Introduzione

Una sfida, la lettura del XXVI canto dell'Inferno. Incontro con Dante, con la

Commedia, con Ulisse. E poi una scommessa. E' possibile, a scuola, sentirsi

soggetti di cultura e non contenitori da riempire? Dante, presentando l'eroe

omerico, si è interrogato sulla statura dell'uomo e ci ha ricordato chi siamo,

e qual è il compito. «Fatti non foste...». Abbiamo raccolto la sfida, abbiamo

raccontato il "nostro" Ulisse.

prof.ssa Luisella Saro

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LA SUA META NON E' ITACA...

Quest’estate ho conosciuto una Donna con la “D” maiuscola: forte,

determinata e lavoratrice. Abbiamo passato un mese insieme tra quegli alberi

di mele che, come il sole e il caldo, ci hanno tenuto compagnia per otto ore al

giorno.

Un lavoro monotono e faticoso da fare, che mi ha permesso di racimolare un

po’ di soldi per il mio futuro, un futuro migliore che stare sotto il sole

a raccogliere le mele. Quella donna invece non ha un futuro diverso in

cui sperare, perché quello è il suo futuro e il suo lavoro per tutto l’anno

e, quando dico per tutto l’anno, intendo tutti i 365 giorni che lo compongono.

D’estate raccoglie le mele, d’inverno pota gli alberi e quando non è nel

campo fa la badante al proprietario: pulisce la casa, stira, cucina, accompagna

l’uomo a fare la spesa.

Mai un attimo di pausa. Mai un giorno di vacanza, tranne il Natale, spero.

L’Italia non è il suo paese d’origine perché la sua patria, anzi, la sua Itaca, è la

Polonia.

E se Ulisse ha

dovuto lasciare la

sua città per

dovere, e cioè per

combattere, lei

l’ha dovuto fare

per lo

stesso motivo: co

mbattere per la

vita di suo

marito, che si

trova in ospedale

a causa

di una grave

malattia. Non so che malattia abbia e non so se sia ricoverato in Italia o in

Polonia; non ho mai avuto il coraggio di chiederlo perché era

un argomento troppo personale anche per la confidenza che si era creata tra

noi.

L’uomo e Alice, o Ala, nella sua lingua, hanno una figlia di 17 anni che vive

in Polonia. Lei me ne parlava spesso, proprio come mi parlava spesso del

suo paese e, ogni volta, il suo racconto era interrotto dalla stessa frase: “Scusa

ma mi commuovo sempre ripensando a casa mia”. Non sarebbe servito che lo

dicesse perché i suoi occhi diventavano come il mare, non solo azzurri come

sempre, ma anche pieni d’acqua salata, pieni di lacrime, che però non lasciava

scendere. E poi si accendeva una sigaretta come per offuscare con il fumo i

suoi ricordi.

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Durante il giorno lavorava tantissimo, riusciva a fare il doppio di

quello che facevo io o gli altri e ci incoraggiava: “Dai, tesoro, che per oggi è

quasi finita, fra un po’ si va a casa”. Si comportava come una mamma,

sempre pronta a chiedere se avevamo abbastanza acqua da bere, se stavamo

bene, se eravamo arrabbiati o stanchi.

Mi ricordo che un giorno io e una mia amica stavamo facendo tutto il

possibile per finire di raccogliere quello che dovevamo per stare a casa il

giorno dopo e lei ci ha detto: “Tranquille, che se non finite voi oggi, lo faccio

io domani”. In quel momento ho capito la grandezza di quella donna, pronta a

sacrificarsi per rendere felici delle ragazze che non hanno nessun legame con

lei.

Come Ulisse, sempre pronto a proteggere i suoi compagni. E se Ulisse

simboleggia la statura dell’uomo poiché è curioso, forte, saggio, furbo, astuto,

paterno verso i suoi compagni e ha tutte le altre caratteristiche per cui è

conosciuto, Alice rappresenta la statura di una vera donna.

In realtà non è poi così forzuta o mascolina come Ulisse, in fondo è solo una

donna sulla trentina non troppo alta e abbastanza magra, con tutte le fragilità

che una persona può avere.

L’ho vista arrabbiarsi, avere dei momenti di nervosismo e a volte l’ho sentita

farfugliare qualcosa in polacco, credo contro il proprietario del campo.

Ma la sua grandezza non sta nell'essere perfetta; la sua grandezza è quella di

non mollare mai, di lavorare sotto il sole cocente o con le temperature rigide

dell’inverno senza lamentarsi in continuazione, di crescere una figlia che le è

lontana e comportarsi da mamma con quelli vicini a lei. La sua grandezza sta

nel fatto che non è ancora tornata alla sua Itaca, il suo paese, perché,

nonostante tutte le fatiche che deve sopportare, l’ultimo pensiero è quello di

arrendersi e di gettare la spugna.

La sua meta, infatti, non è Itaca, per quanto le possa mancare, la sua meta è

tenere in vita suo marito e, secondo me, una donna che ama così

tanto rappresenta al meglio la statura dell'umano.

Elisa, 3DL

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COME TUTTI NOI, MA...

Ulisse: un personaggio con una

spiccata personalità, un

carattere forte e coraggioso e

spirito avventuriero.

Estremamente legato alla sua

terra e alle sue origini, non ha

mai abbandonato la speranza

di poter rivedere la sua casa e

la sua famiglia. Come

immagino il mio Ulisse?

Coraggioso, eroico, astuto,

saggio, forte… tutti aggettivi

astratti, secondo il mio parere.

Ulisse, il mio Ulisse è qualcosa

di molto più concreto e

all’interno di questa

concretezza è compreso un legame fortissimo, un’amicizia nata per caso, un

ricordo accompagnato da foto, abbracci, lettere, messaggi.

Il mio Ulisse lo immagino proprio come un mio coetaneo che insieme ai suoi

genitori, a sua sorella e a suo fratello è venuto a vivere qui in Italia, quando

lui aveva 5 anni perché nel paese dove vivevano c’era crisi, ed hanno lasciato

nel loro paese d'origine tutti gli affetti più cari.

Dall’Argentina all’Italia, da Buenos Aires a San Stino, dal tutto al niente, per

quanto riguardava i legami familiari e di amicizia. Paese nuovo, lingua nuova,

scuola nuova, coetanei nuovi, un mondo tutto diverso: questo voleva dire

ricominciare tutto da capo.

Eppure si è messo subito in gioco, facendo amicizia con i bambini che si

trovava di fronte e imparando l’italiano molto velocemente, arrivando alle

scuole medie con una padronanza della lingua spesso migliore rispetto a

quella di altri ragazzi italiani. Ha dimostrato un carattere forte, una grande

voglia di vivere al meglio ogni istante.

Apparentemente un ragazzo come tutti gli altri, un semplice ragazzo con

passioni, interessi e hobby che tutti i ragazzi di sedici anni hanno: dal calcio,

alle ragazze alla playstation.

Questo ragazzo, piccolo, magro, minuto, all’apparenza fragile, si è rivelato un

“grande”. Molto determinato anche nella sua grande passione, il calcio. Si

distingueva dai compagni perché giocava con astuzia e con il suo fisico

minuto sgattaiolava e scartava tutti gli avversari fino ad arrivare in porta. Per

questo motivo lo abbiamo soprannominato “Messi”, per la somiglianza al

piccolo ma grande campione di calcio argentino.

Sono passati due anni da quel giorno in cui, insieme ad altri amici sono andata

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a casa sua, un’ora prima che prendesse quell’aereo che lo allontanava da

questo Paese, che lo allontanava da noi, per ritornare in Argentina.

Ancora una volta ha dimostrato di essere forte e maturo capendo la necessità

dei suoi genitori di tornare a Buenos Aires e di recuperare i loro affetti

familiari. Per Felipe credo sia stata molto dura accettare questa decisione, ma

ho visto nei suoi occhi una determinazione e un coraggio che non avevo mai

visto prima e non dimenticherò mai.

Lui rappresenta il mio Ulisse forse per le sue qualità, per i suoi pregi e difetti

e per il suo coraggio che lo porta a non tirarsi mai indietro e ad affrontare al

meglio ogni ostacolo.

Sappiamo tutti cosa vuol dire affezionarsi veramente a una persona, a un

amico, a un animale, a un oggetto o all’ambiente dove viviamo e non

dev’essere per niente facile mollare tutto e iniziare un nuovo percorso.

Tante volte pensiamo “voglio andarmene da questo paese” oppure “non vedo

l’ora di andare all’estero”, ma quando arriva il momento di farlo, dobbiamo

fare i conti con tutto quello che lasceremo.

Solo i “grandi”, quelli con un carattere speciale accettano tutto questo e

affrontano la vita sempre col sorriso; il mio Ulisse lo immagino proprio così:

come tutti noi, ma su un gradino più alto del podio.

Francesca Moro, 3DL

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TI GUARDO NEGLI OCCHI

Ti guardo negli occhi e vedo quella luce

che un tempo mi fece innamorare di te,

ma poi guardo oltre l’orizzonte

e capisco che questo non è il mio posto

capisco che è là che devo andare.

Questo è il mio destino.

Ti guardo negli occhi e mi viene a mancare

quel respiro che mi tiene in vita,

perché so che sentirò la mancanza

di quell’amore che solo tu mi sai dare.

Ma non posso restare.

Ho bisogno di andare via

di andare là dove troverò chi sono.

Ho bisogno di partire e di trovare il luogo

che mi svelerà le risposte alle domande

che porto all’interno del mio cuore.

E partirò in questo momento

avendo la certezza che mi ami ancora

e lasciandoti con la certezza che

nonostante tutto nonostante tutti

ti amo anch’io.

Tra un battito di ciglia e l’altro

sarà già arrivato il domani.

Ed io ormai lontano dalle tue braccia

non potrò tornare indietro.

Andrò avanti nel mio viaggio

seguendo quell’orizzonte che oggi mi chiama

tra luce ed ombra.

Chiuderò gli occhi e proseguirò il mio destino

ricordando nella la sola luce

che so non si spegnerà mai.

Quella presente nel tuo sguardo.

Ed un giorno io tornerò da te e non me ne andrò più.

Ma ora ti chiedo di lasciarmi andare

il mio viaggio mi sta aspettando.

Nicole

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ULISSE

Sinceramente non ho una visione specifica di Ulisse.

Al giorno d’oggi ci sono diverse persone che ritengo siano degli eroi.

Analizzando l’Odissea ho incontrato le diverse caratteristiche che

differenziano Ulisse da qualsiasi altro personaggio della letteratura. Egli è

altruista poiché mette al primo posto la vita dei suoi compagni piuttosto che la

sua, come fanno i vigili del fuoco, i volontari, i soccorritori e tutte le persone

che, quando avviene una qualsiasi tragedia, sono pronte a intervenire per

aiutare chi ha bisogno, lasciando le loro famiglie con il rischio di non

rivederle più.

Un fatto di cronaca che attualmente ha colpito il nostro Paese è stata

l’alluvione in Sardegna che ha provocato la morte di diciassette persone tra

cui un poliziotto che, per salvare la vita di altre persone, ha sacrificato la sua.

L’eroe è chi ama il proprio lavoro incondizionatamente, sacrificando la

propria vita per il bene degli altri.

Ulisse è mio padre che si sveglia tutte le mattine per andare a lavorare per far

sì che alla mia famiglia non manchi niente e per permettere a me e a mio

fratello di andare a scuola.

Ulisse è mio cugino

che nonostante i

problemi di salute

trova la voglia di

vivere, di sorridere e di

divertirsi come tutti i

ragazzi della sua età:

egli ha sempre

superato gli ostacoli e

così facendo mi ha

insegnato a capire che

la vita va vissuta nel

migliore dei modi,

sfruttando al meglio

tutte le possibilità che ci vengono offerte.

Ulisse è un esempio da seguire.

Greta Midena

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UN EROE DELLA LETTERATURA NEL CUORE DI UN’ADOLESCENTE

Ulisse. Uomo astuto, intelligente, coraggioso, determinato ed incorruttibile.

Mi hanno chiesto a chi lo paragonerei, a quale uomo contemporaneo

assomiglia. Beh, probabilmente a molti. Potrei fare più nomi, ma credo che ci

siano degli aspetti di lui in qualcosa che mi è molto vicino. No, non mi

riferisco a mia madre, a mio zio, ai miei nonni o ad uno dei miei amici.

Mi riferisco alla mia anima, al

mio cuore, ai miei pensieri e ai

miei sentimenti; a quella parte

che appartiene a me ma che

nessuno, e dico veramente

nessuno, conosce.

Quella parte di me che prende

vita quando ascolto la musica,

in treno, ammirando l’orizzonte

lontano; quando leggo fra le

righe dei libri nei pomeriggi

invernali; quando mi incanto

involontariamente puntando lo

sguardo sulla professoressa, a

scuola, o sul piede oscillante di

un compagno di classe.

Esattamente in quei momenti in

cui il mio flusso di coscienza

va alla velocità della luce e mi

rivedo nelle azioni di

quell’eroe, Ulisse.

Dentro di me, ogni mattina, nel

bel mezzo del risveglio, penso:

“E anche oggi sono qui, sono

viva, sono nel solito posto,

nella medesima parte del mondo in cui non vorrei essere e sto per compiere le

stesse cose che ho fatto ieri, due giorni prima, tre settimane fa e lo scorso

mese… Ma quando arriverà il giorno tanto atteso? Quello in cui partirò,

lascerò il Paese, le persone di tutti i giorni, le abitudini di una vita e inizierò

quella che è realmente la vita che desidero fare?”.

Sono cosciente del coraggio che ho e che in tutte le occasioni che mi si sono

presentate ho saputo mostrare ed usare nel migliore dei modi; la

determinazione nelle cose in cui davvero credo e voglio; quell’intelligenza

che va perennemente a braccetto con l’istinto, affiancati entrambi

dall’irrefrenabile attrazione per il pericolo. Essi mi creano una confusione

tale, da non saper dire quale di questi, più di tutti gli altri, abbia la meglio.

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La mia anima è un turbine di emozioni, sentimenti e pensieri esattamente

proporzionati alle avventure e alle azioni di Ulisse.

L’intelligenza, nel sapere cosa è giusto e cosa non lo è; l’istinto, che - come

alle scuole elementari, quel compagno che da dietro, afferrandoti per la vita, ti

spingeva verso la pozzanghera infangata -, ti conduce a compiere delle azioni

che non ti permettono certamente di guardare in faccia la ragione; infine

l’attrazione per il pericolo, per l’ignoto e per ciò che è vietato e che neanche

davanti ad un ipotetico cartello con la scritta “Attenzione, pericolo di morte”,

si placherebbe.

Dentro di me c’è il desiderio di partire.

Per dove?!

Ovunque, lontano da qui, lontano dalla patria, dalla solita vita, verso il

mondo, quello che non ho mai visto coi miei occhi e del quale ho solo sentito

parlare. Voglio esplorarlo, conoscerlo tutto, visitare i posti più belli, più brutti,

più freddi, più caldi, più lontani del mondo. Voglio conoscere la persona più

bella, più brutta, più ignorante, più intelligente, più ricca, più povera, più

felice, più triste della Terra. Voglio correre tutti i rischi, affrontare tutti i

pericoli, cogliere gli attimi.

- E se nessuno ti seguisse e venisse con te? -

Non ha importanza. Io vado per vivere la mia vita, non quella degli altri; io

non trattengo nessuno, sta agli altri decidere se fermarsi o continuare a

mantenere il mio passo.

- E se non riuscissi mai più a tornare? -

E chi ha parlato di tornare? Ti dirò di più: lo spero infinitamente, significherà

che ce l’avrò fatta, che sarò riuscita a partire, che sarò riuscita ad arrivare

dove volevo e se la mia vita terminerà nel bel mezzo di tutto ciò, potrete

ritenervi testimoni della mia vittoria, del mio traguardo.

Ed è così che vedo quell’eroe, ed è qui che ripongo Ulisse, nella mia anima.

E nei panni di Ulisse, ci tengo a dirvi:

Cari ottimisti, pessimisti e realisti, mentre voi eravate impegnati a discutere di

questa vicenda, io ero là fuori a viverla, questa vita.

Con affetto. L’opportunista.

Alessia Ceconi

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BEBA

Ulisse, considerato un grande viaggiatore con un’ammirabile e pericolosa

voglia di conoscere e di scoprire, si può rivedere in Beba: lo specchio

dell’eroe.

Colpita da una malattia che l’ha portata all’amputazione degli arti, mostra una

curiosità verso la vita e un coraggio che supera qualsiasi tempesta sopportata

da Ulisse.

Questa bellissima ragazza di 16 anni affronta la vita sempre col sorriso e non

si arrende davanti a nulla, nonostante sia senza mani e senza gambe. Si

comporta come una ragazza normale, anzi lei è una ragazza normale, ma

diciamo che la sua strada è più in salita rispetto alle persone alle quali non

manca nulla. Beba ha scoperto

come affrontare questo percorso:

non privarsi di nulla e non sentirsi

diversa dalle altre persone.

L’ho vista per la prima volta in un

programma televisivo dove

spiegava la sua storia e mostrava

come è la sua vita. Beba ha

partecipato due volte alle

paralimpiadi; gioca a scherma.

Usa delle protesi e mi ha

impressionato molto quando faceva dell’auto-ironia: mi ha fatto molto

riflettere. Ora, pensare che noi ci disperiamo se per esempio i nostri genitori

non ci lasciano andare ad una festa è davvero frivolo.

Il suo viso non si è mai incupito durante l’intervista, ha accettato quello che le

è capitato, anzi l’ha preso come una sfida e ha deciso di vivere la vita in ogni

suo aspetto. Riesce ad apprezzare ogni momento, sia bello che brutto e sa che

può superare tutto, perché ha capito che la vita è un’occasione che ci è stata

data e che non dura per sempre. Dalla sua storia emerge soprattutto la sua

strepitosa voglia di conoscere e di gustare la vita in tutte le sue sfaccettature.

Durante quella ripresa televisiva Beba ha esaudito un suo desiderio, un sogno

che hanno tutte le ragazze della sua età: portare delle scarpe col tacco. Tanti

dottori hanno provato a impedirglielo, ma lei non si è arresa e alla fine è

riuscita ad ottenere delle protesi che e permettono di usare queste scarpe alte

che porterebbe qualsiasi ragazza. L’ammiro moltissimo e invidio questa sua

meravigliosa voglia di vivere. Finora nulla è riuscito ad ostacolare il suo

percorso e non perché non trovi difficoltà durante la sua vita, ma perché Beba

non ha permesso a niente e a nessuno di privarla del piacere della scoperta e

della conoscenza. Con tanta determinazione e coraggio prosegue la sua vita e

accoglie con il sorriso ciò che ogni giornata le riserva.

Michela Fedrigo

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OGNI VIAGGIO E' DIVERSO

Ulisse non è solo un personaggio di un poema epico. Ulisse assurge nella

nostra cultura a personaggio topico, cioè simbolo di quel desiderio insaziabile,

inesauribile e inappagabile di conoscenza che caratterizza ogni uomo o donna

che possa dirsi tale. E se dovessi immaginarmi un Ulisse dei nostri tempi, me

lo immaginerei nella quotidianità delle sue azioni, mentre prepara la colazione

per i figli o seduto sulla sua poltrona. Questo uomo cresce interiormente in

ogni sua esperienza.

L'Ulisse che mi immagino non per forza ha bisogno di una barca per

intraprendere il suo viaggio, poiché per ognuno di noi il viaggio è diverso,

dipende da qual è il nostro punto di arrivo. Ad esempio io avrò raggiunto la

mia Itaca quando sarò

arrivata ai vertici della

mia carriera agonistica.

Per questo il mio

mezzo non sarà guidato

da remi bensì da redini,

non avrà bisogno di

una bussola ma di due

occhi capaci di scrutare

l'orizzonte e non avrà

nemmeno bisogno della

corrente del mare per

essere trasportato,

poiché saranno i suoi zoccoli a portarci ovunque vogliamo, e più grandi

saranno gli ostacoli che dovremo affrontare maggiore sarà il nostro desiderio

di superarli.

Se invece dovessi identificare Ulisse in una delle persone a me care, potrei

prendere ad esempio mio padre. E' in continuo viaggio, in una continua

ricerca di se stesso. Ama scalare le montagne, che penso, metaforicamente

possono essere prese come ostacoli che la vita gli pone davanti, di fronte ai

quali non si tira mai indietro. E' in una continua ricerca di se stesso anche

quando corre; corre per chilometri e ogni volta che finisce una corsa non gli

sembra mai abbastanza. E' partito con la sua prima maratona di poco più di

quaranta chilometri e adesso che è riuscito a fare il giro del monte Bianco

ancora non si sente soddisfatto, vuole fare di più. E' proprio in questo che

Ulisse e mio padre si assomigliano: la loro voglia di spingersi sempre più in là

li accomuna.

Comunque penso che Ulisse possa essere identificato in chiunque abbia quel

desiderio di conoscenza che, in fondo, è una delle cose più distingue noi

uomini dagli animali.

Aurora Visentin, 3DL

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LA MIA RADICE

Ulisse, l’uomo temerario e curioso che lascia le cose più importanti della vita

per la conoscenza, oggi per me non è rappresentato da una persona in

particolare ma se c’è qualcuno che si avvicina a quella persona, è mia madre.

Una grande donna ma anche molto umile. Lei per me rappresenta gli ideali di

un’eroina dei giorni d’oggi; non un eroina che salva il mondo dal male, ma

che salva la sua famiglia, la mantiene, e allo stesso tempo impara cose nuove

per il suo mestiere che è quello della parrucchiera.

“Non è mai finita, non si sa mai abbastanza!”

E' questo che vedo in mia madre: la sua grande voglia di conoscenza

soprattutto nel suo ambito lavorativo. Fa la parrucchiera da quando aveva 14

anni e continua ogni anno a partecipare a dei corsi di aggiornamento in giro

per il mondo. Lì impara sempre cose nuove che poi a sua volta insegna ad

altri. Non ha studiato perché le donne ai suoi tempi venivano mandate a

lavorare da giovanissime e trova ingiusta questa cosa e ogni volta che ne parla

si commuove; per questo vuole che io mi impegni nello studio e mi sprona a

dare il massimo, perché lei non ha avuto la mia stessa fortuna. E' una tra le

donne più intelligenti che io conosca, non solo per la sua cultura ma per la

forza che ha e per come affronta ogni giorno della sua vita. E' la mia radice

senza la quale non starei in piedi. Un esempio di vita.

Alessia Delise

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''CHI È PER TE ULISSE?''

Ulisse, ideatore dell'ingegnoso ''cavallo di Troia'' e navigante nelle acque del

Mediterraneo per vent'anni, è uno dei personaggi più importanti e interessanti

di tutta l'epica classica. Egli è conosciuto ed ammirato per la sua furbizia, la

sua intelligenza ma soprattutto per la sua curiosità, la sua irrefrenabile voglia

di conoscenza; per l'affetto alla sua famiglia e per i suoi compagni che

considerava come fratelli e a cui più volte salvò la vita, e infine per l'amore

per la patria. Tutti restano affascinati dai caratteri di questo personaggio

poiché egli risulta un uomo che sa sempre come atteggiarsi e sa sempre

adattarsi alle varie situazioni, che siano spiacevoli o gradevoli.

Chi è per me Ulisse? Se dovessi immaginare un Ulisse moderno, in

quest'epoca mi sarebbe davvero difficile, poiché in tutte le vicende tragiche e

dolorose che capitano tutti i giorni e che vengono trasmesse in tv raramente si

sente parlare di uomini o di donne che compiono atti eroici, buone azioni

anche nella quotidianità.

Identifico il personaggio di Ulisse in tutti quegli uomini e quelle donne che,

nel loro piccolo, compiono delle imprese, dei gesti, delle buone azioni senza

aspettarsi una ricompensa; in tutta la gente che ha voglia di far del bene

perché sente che è quello che fa sentire bene loro per prime; quelle persone

che non compiono del bene perché seguono delle regole ma perché è per loro

una cosa essenziale e, quindi, ''normale''.

Sono questi piccoli

grandi uomini che mi

fanno capire che non

tutto è ancora perso, che

su dieci tragedie che ci

rimbombano in testa

dopo il telegiornale

almeno una ci rimane

impressa perché era una

buona notizia.

Ulisse sono tutte le

persone che affrontano

con un sorriso i loro

problemi, Ulisse è colui

che ha di fronte una

montagna ma non la

teme e comincia la sua

scalata, Ulisse è l'uomo

o la donna che uscendo

dal supermercato lascia l'euro del carrello all'uomo di colore che chiede

l'elemosina, Ulisse è colei che raccoglie un cane abbandonato sul ciglio della

strada e lo porta a casa, Ulisse è la gente che, nonostante tutti i problemi, vive

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ancora secondo degli ideali. Soprattutto in questo periodo di crisi, Ulisse sono

tutte le madri e tutti i padri che faticano ad arrivare a fine mese ma non

permettono che ciò privi le loro famiglie di tutto quello che hanno da offrire;

cercano di accontentare i figli, viziandoli quando è giusto, non si permettono

un momento di tristezza, mostrandosi forti e sorridenti; affrontano i loro

problemi senza fermarsi, cercando di non mostrarsi deboli e mantenendo la

situazione sotto controllo, perché Ulisse è proprio questo: una persona

autorevole, un leader che si prende cura dei suoi cari non perché voglia

comandare ma perché essi sono la sua felicità, un uomo o una donna che ha a

cuore il benessere delle persone che stanno loro a fianco e nulla li può deviare

dalla loro missione.

Ulisse è una figura da ammirare ma specialmente da imitare poiché è un eroe,

un modello da seguire.

Tutti noi possiamo essere un Ulisse anche nelle piccole azioni quotidiane che

ci fanno migliorare come persone e come uomini; tutto ciò che dobbiamo fare

è aspirare sempre più al miglioramento di noi stessi. Questo non vuol dire che

dobbiamo cercare di essere i migliori fra tutti e quindi di sentirci superiori: il

miglioramento avviene soprattutto mettendosi a confronto con gli altri e

crescendo insieme.

Giulia Massarutto, 3DL

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"E A ME SOLO FEDELE IO FUI"

Tutti conoscono Ulisse, personaggio

omerico, come l’uomo che combatté la

guerra di Troia e che portò i Greci alla

vittoria grazie al suo astuto

marchingegno, “il cavallo di Troia”;

l’uomo che, finita la guerra, invece di

tornare subito a casa, vittorioso e

trionfante, fece un viaggio nel

Mediterraneo nel quale dimostrò le sue

innumerevoli doti, prima fra tutte

la curiositas che lo spinse a trattenersi

così lontano dai suoi affetti più cari.

Ma Ulisse non è solo questo, è molto

di più: è un uomo che nonostante

vent’anni di lontananza amò sempre la

moglie, il figlio, il padre, la propria patria; è un uomo che trattò i suoi

compagni, la propria ciurma, come dei veri e propri amici per i quali versò

numerose lacrime quando alcuni di questi caddero in uno dei pericoli

affrontati e per la cui salvezza fu disposto a rischiare la sua stessa vita.

Molti poeti e scrittori furono attratti da questa figura, affascinante e

probabilmente esempio di vita per molti dei quali se ne interessarono, se non

per tutti gli uomini.

In realtà però, in base all’epoca nella quale si parlava di questo personaggio,

Ulisse cambiava sembianze, o meglio, lui era sempre lo stesso, però venivano

accentuate delle caratteristiche rispetto a delle altre in modo che diventasse il

prototipo d’uomo che chiunque in quel tempo poteva essere o a cui doveva

tendere.

E infatti noi, studiando e analizzando queste figure così simili e così diverse,

identifichiamo perfettamente l’uomo greco, medievale, ottocentesco, ecc…

Ma come sarebbe l’Ulisse contemporaneo? Quali sarebbero le sue

caratteristiche più importanti e, oserei dire, anche più utili nel XXI secolo?

Ma soprattutto... Chi è Ulisse oggi?

Ulisse è il continuo prodigarsi di una madre per i suoi cari e i sacrifici che è

sempre disposta a fare, col sorriso sulle labbra;

Ulisse è l’amore che spinge un padre di famiglia a fare il pendolare, guidando

per quattordici ore la settimana e lavorando per altre quaranta per le persone a

cui vuole bene;

Ulisse è la curiosità di un giovane che decide di andare all’università per

sapere un po’ di più (forse) su chi era, chi è e chi sarà;

Ulisse è la fatica di un operaio, la forza di un pescatore, il coraggio di un

poliziotto, un militare, un carabiniere o un vigile del fuoco, la prontezza di un

medico, la voglia di scoperta di un esploratore, l’astuzia di un commerciante,

Page 18: Il nostro Ulisse

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l’integrità di un magistrato, la lealtà di un politico che ancora possiamo

chiamare tale...

Ulisse non è nessuno ed è tutti. Ulisse non esiste, ma siamo tutti noi. E questo

per il semplice motivo che Ulisse era, è e sarà sempre e solo un’illusione,

un’idea, un esempio a cui tendere sicuramente, ma nel quale nessuno riuscirà

mai ad identificarsi appieno.

Ciascuno di noi può trovare nella propria vita una persona che diventi il suo

“Ulisse personale”: una guida spirituale, un compagno, un genitore, un amico,

un insegnante, uno scrittore, un filosofo... e allo stesso tempo, ciascuno di noi

può essere l’Ulisse di qualcun altro.

Io non so se ho trovato il mio Ulisse, che in quest’epoca, e, ora che ci penso,

anche nelle altre, è, in fin dei conti, una guida per la vita, quella che chiunque

di noi cerca.

Credo che siamo noi stessi a crearci un Ulisse per il quale prendiamo

ispirazione da tutti coloro che conosciamo e che, in qualche modo, sono

importanti per noi. Perciò, come anche per gli scrittori che ne parlarono, la

base è sempre la stessa, ma ciò che determina veramente il nostro Ulisse

siamo noi. Come scriveva D’Annunzio ne “L’incontro con Ulisse”: “E in me

solo credetti. Uomo, io non credetti ad altra virtù se non a quella inesorabile

d’un cuore possente. E a me solo fedele io fui, al mio solo disegno”.

Ed è proprio questo, il nostro disegno di Ulisse, quello che è veramente

importante nell’attuale società relativistica che però tiene in qualche modo

sempre presenti anche i valori di questo eroe, che sempre rimarrà un esempio.

Antonella Lena

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SEMBRERÀ STRANO

Sembrerà strano, ma appena la professoressa ci ha detto “Ragazzi, per

giovedì scrivete un testo in cui immaginate il vostro Ulisse”, il mio primo

pensiero non è stato la mia mamma, il mio papà, mio fratello o una persona a

me cara, ma tutte quelle persone che fanno del bene a chi è povero e

sfortunato, come ad esempio i missionari, i medici, i militari che vanno nei

paesi del terzo mondo, dove non c’è niente. Sono proprio loro il mio Ulisse!

Queste persone possono definirsi, come Ulisse, degli eroi che danno sempre il

massimo. Se ci pensiamo bene, non è da tutti scegliere uno stile di vita così

duro e faticoso, non è da tutti intraprendere un viaggio così lungo senza

sapere se si tornerà a casa.

Ho pensato ai missionari, ai militari e ai medici poiché devono sempre dare

il massimo in ogni situazione, devono salvare delle vite,

devono proteggersi dalle persone mal intenzionate e devono affrontare mille

ostacoli, proprio come Ulisse, che ha avuto a che fare con le sirene, con il

terribile ciclope Polifemo, con la maga Circe… . Quest’ultimo, in ogni sua

azione trasmetteva sempre qualcosa ai suoi compagni, era lui il “leader” che

dava l’esempio e secondo me sono proprio queste persone a cui possono

essere attribuiti questi aggettivi, perché non c’è cosa più bella di far capire ai

propri compagni, che siamo tutti noi, quant’è bella e preziosa la vita e che la

cosa più bella che si possa fare è fare del bene.

Chiara Ferraresso

Page 20: Il nostro Ulisse

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ULISSE, L'UOMO

Ulisse il viaggiatore instancabile, il guerriero intelligente, l’avventuriero

temerario.

Ulisse il sovrano, il padre, il marito.

Ulisse l’uomo. Un uomo tanto curioso di “imparare” il mondo da rinunciare a

tutto per inseguire il suo desiderio.

Non ho mai trovato nessuno con una passione così forte. O meglio, non una

persona sola. Di tutte le persone che ho incontrato nella mia breve vita, quelle

che più mi hanno colpito e che hanno lasciato il segno sono state quelle che

non si sono mai arrese e, pur faticando, hanno continuato quel duro percorso

che è la vita avendo ben chiaro quale fosse il loro traguardo e senza mai

dimenticare da dove venissero. Senza farsi abbattere dagli ostacoli hanno

continuato imperterrite la loro strada per arrivare alla fine, felici e orgogliose

di ogni piccola fatica fatta. Ma la cosa migliore è che queste persone, una

volta raggiunto il traguardo, non si sono accasciate per riposare l’animo, ma si

sono alzate in punta di piedi, hanno allungato il collo e hanno sorriso: ecco il

nuovo traguardo da raggiungere.

E poi? E poi si ricomincia da capo correndo o, se volete, navigando. Come

Ulisse.

Ma nel mio mondo non c’è spazio per gli eroi antichi: è tutto occupato da

persone lacerate dai mali della nostra epoca che possono essere peggio di

Scilla, Cariddi, Polifemo e della maga Circe. I soldi che mancano, l’avidità e

la fraudolenza che abbondano.

Page 21: Il nostro Ulisse

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La mia famiglia ne è un po’ l’esempio: in questi ultimi due anni ci sono state

varie complicazioni di natura economica e il culmine dei problemi è arrivato

con una gravidanza inaspettata. Così tutti i soldi guadagnati con fatica o

custoditi gelosamente in vista del periodo nero che si stava avvicinando sono

stati usati per preparare la casa dei futuri genitori, per comprare i vestiti del

bambino, il passeggino, la culla… Nel frattempo sono passati nove mesi, il

piccolo è nato e tutto si è annullato quando i suoi occhi si sono aperti per la

prima volta: la fatica, la paura, i sacrifici sono scomparsi e hanno lasciato

spazio al sorriso. Il primo traguardo è stato raggiunto, ora bisogna riprendere

il largo e aspettare di raggiungere il prossimo; sarà dura perché non sempre il

vento sarà favorevole e il mare potrà spesso essere burrascoso. Ma

l’importante è perseverare e come Ulisse dare tutto per arrivare alla meta

perché il mare non potrà essere per sempre in tempesta e qualunque mostro,

per quanto grande e spaventoso possa essere, ha un punto debole; bisogna

solo affrontarlo ricordandosi di non scappare mai alla prima difficoltà.

Giada Moro, 3BL

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IL NUOVO ULISSE

Ed ora, in questa epoca così distratta,

cosa ci resta degli insegnamenti del

buon vecchio Ulisse?

Ci sono ancora uomini che lo

ritengono un esempio da seguire? O

si sono nascosti? O forse sono

semplicemente scomparsi?

E i valori che trasmetteva? Sono

ancora presenti nella nostra vita, o

sono nascosti pure quelli?

Forte, furbo, determinato,

coraggioso, attento, curioso,

affamato di sapere e un po' incosciente.

Questo era l'Ulisse tanto ammirato, l' Ulisse reinterpretato più e più volte nel

corso degli anni, l'Ulisse considerato eroe e uomo perfetto.

L'Ulisse di oggi lo immagino seduto in una stanza buia, confuso, impaurito,

smarrito; un Ulisse perso nell' oscurità di quella stanza, circondato solo da

figure e voci. Un Ulisse impotente, che in qualche modo cerca di sfuggire da

quello stato ma non ci riesce.

Lo immagino così. Lo immagino solo.

L'Ulisse moderno non ha valori, non ha uno scopo nella vita, non ha passioni

e non ha obbiettivi; o meglio, quelli sono presenti dentro ognuno di noi, ma l'

Ulisse contemporaneo non riesce a trovarli, forse non si sforza neanche di

cercarli. Non ha più forza, non è più curioso, non è più affamato.

Ora il mitico Ulisse è insensibile a ciò che gli sta intorno, è un uomo finto,

una persona che sembra la fotocopia di un'altra. Non è più unico: si trova

prigioniero in un mondo in cui l'importante non è apprezzare i valori o

apprezzare le piccole cose o le persone; l'importante è non perdere tempo, è

farsi notare in qualche modo, è arrivare ad essere ciò che la società vuole che

tu sia. E per far ciò ogni mezzo è valido. Ed ecco che appaiono l'egoismo e

l'indifferenza, che ormai riempiono la maggior parte dei cuori dell' uomo.

Che sia un Ulisse maschio o femmina ora poco importa. In questa confusione

non si capisce più chi è chi; in questa confusione l'identità di una persona non

ha più valore; in questa confusione l'unica cosa importante è cercare di

sopravvivere ogni giorno all' indifferenza che ci circonda.

Ed è così che vedo l' Ulisse di oggi, in modo negativo e pessimista.

E mi domando quanto sarebbe bello riscoprire un po' di quei famosi valori in

noi, così da sentirci dei piccoli eroi, da sentirci importanti, unici; così da poter

ricominciare a notare ciò che nonostante tutto questo mondo ci offre e

riapprezzare ciò che ci circonda.

Sabina, 3DL

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IL CORAGGIO E LA FORZA

Ulisse, presentato da Omero, è conosciuto come l'ideatore del ''cavallo di

Troia" e colui che, uscito vittorioso dalla guerra, parte per il suo viaggio di

ritorno verso Itaca. Un viaggio attraverso il quale matura, si forma al dolore e

grazie al quale si trasforma.

Intelligente, forte, coraggioso, curioso e ricco d'ardore di conoscenza è

l'Ulisse che viene presentato nel corso degli anni; un vero eroe che ha

affascinato gli scrittori e i lettori di tutte le epoche, a partire dal Medioevo

fino ad arrivare al Novecento. Ulisse è in realtà un personaggio che

incuriosisce ancora, un personaggio che si cerca di identificare anche nel XXI

secolo. Chi è l'eroe, l'Ulisse, di quest'epoca?

L'eroe per me è colui che, dotato di pregi e difetti al pari di tutti, sa lasciare

un'impronta profonda nella vita di una persona; colui che, sacrificando a volte

anche il suo bene, cerca di pensare al bene altrui. Un eroe non è

necessariamente colui che compie grandi cose, ma può semplicemente essere

colui che nelle piccole cose che fa è grande.

Ulisse può essere rappresentato da una madre per i mille sacrifici che compie;

da un padre che ha sulle spalle un'intera famiglia. Ulisse è rappresentato dai

giovani che hanno la voglia di conoscere e di imparare. Il grande eroe si trova

in realtà in ciascuno di noi.

Se dovessi pensare alla persona che per me meglio rappresenta Ulisse,

penserei indubbiamente a mia madre. Può sembrare assurdo forse paragonare

una madre ad un eroe del quale si parla da secoli? Forse sì. So che mia madre

non è la protagonista di un canto della "Divina Commedia" o delle poesie di

vari autori, lei è semplicemente la protagonista del mio cuore; lei è tra le

persone più importanti che ho ed è lei che mi è stata sempre vicina, nel bene e

nel male e ogni suo atteggiamento per me è eroico. Ulisse è innanzittutto visto

come un modello da seguire ed è così che io vedo mia madre: una persona a

cui assomigliare in tutto e per tutto. Mi amava ancora prima che nascessi e il

sentimento che ci lega credo sia uno degli amori più grandi che si possano

provare: un amore incondizionato, puro e vero, che nessuno ha imposto.

Nasce con noi. E' lei che mi insegna ad assaporare la vita, a viverla cogliendo

ogni minimo particolare: un sorriso o un abbraccio.

Ulisse è stato presentato come un eroe che viaggia in mare aperto, che

dunque, allegoricamente, affronta la vita e accetta le circostanze; un uomo

molto forte e coraggioso, oserei dire. Ecco, il coraggio e la forza, forse le due

fondamentali cose che mi portano a paragonare mia madre a questo eroe.

Parlo di una madre in lutto: una madre che cucina, lavora, pulisce, esiste ma

allo stesso tempo non può esistere completamente perché una parte di lei è

altrove per l'eternità. Lei però non vive la vita in modo passivo con la paura

di stare ancora male, bensì ha il coraggio e la forza di sorridere ancora, di

svegliarsi alla mattina e continuare giorno dopo giorno ad andare avanti

nonostante tutto, nonostante il vuoto che ha dentro. Non è forse un eroe?

Page 24: Il nostro Ulisse

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Penso a quanto la vita sia stata crudele e ingiusta e mi chiedo secondo quale

criterio decida di "risparmiare" uno e di "colpire" l'altro. Mi chiedo spesso

tutte queste cose in lacrime ma poi arriva lei, il mio Ulisse, e mi dice che

anche se la vita è dolorosa bisogna andare avanti e capire che da ogni

esperienza si possono trarre degli insegnamenti; capire che il mare nel quale

viaggia Ulisse è un mare pericoloso e così la nostra vita è una sfida, una sfida

che ci porta a crescere e a gustare ogni momento.

Iva, 3DL

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Indice

INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 3

LA SUA META NON E' ITACA... .................................................................................................. 4

COME TUTTI NOI, MA... .............................................................................................................. 6

TI GUARDO NEGLI OCCHI .......................................................................................................... 8

ULISSE .............................................................................................................................................. 9

UN EROE DELLA LETTERATURA NEL CUORE DI UN’ADOLESCENTE ....................... 10

BEBA .............................................................................................................................................. 12

OGNI VIAGGIO E' DIVERSO ..................................................................................................... 13

LA MIA RADICE .......................................................................................................................... 14

''CHI È PER TE ULISSE?'' .......................................................................................................... 15

"E A ME SOLO FEDELE IO FUI" .............................................................................................. 17

SEMBRERÀ STRANO ................................................................................................................. 19

ULISSE, L'UOMO ......................................................................................................................... 20

IL NUOVO ULISSE ...................................................................................................................... 22

IL CORAGGIO E LA FORZA ...................................................................................................... 23

Page 26: Il nostro Ulisse

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