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Andrea Mondinelli
Movimento per la vita di Garda e Valsabbia
SOFFERENZA O
EUTANASIA?
EVANGELIUM VITAE
• Ogni minaccia alla dignità e alla vita dell'uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede nell'incarnazione redentrice del Figlio di Dio. (n.3)
DOMANDA FONDAMENTALE PER OGNI UOMO:
LA NOSTRA VITA E‟ ETERNA
OPPURE FINISCE NEL NULLA?
LA MORTE TERRENA
La morte terrena dell'uomo
segna la cessazione
della sua esistenza
nella condizione
temporale.
E‟ un passaggio verso l‟eternità
IL SENSO DELLA VITA
Vita eterna
Vita terrena
LA VERA MORTE
L'uomo «muore»,
quando perde
«la vita eterna»
LA VITA ETERNA
«Io sono la risurrezione e la vita...; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno»
(Gv 11, 25.26).
CONSEGUENZE
Se la vita dell‟essere umano è eterna, siccome qualsiasi stato o impero o civiltà non sopravvive al tempo;
allora
la singola persona vale più dello Stato
CONSEGUENZE
Se la vita dell’essere umano termina nel nulla
allora
il bene dello Stato
supera
il bene del singolo uomo
CONSEGUENZE Pertanto: • “È perfettamente concepibile, e in pratica
politicamente possibile, che un bel giorno un'umanità altamente organizzata e meccanizzata decida in modo democratico, cioè per maggioranza, che per il tutto è meglio liquidare certe sue parti”.
Hanna Arendt “Le origini del totalitarismo” 1951
PER I NON CREDENTI
VIVERE COME SE
DIO ESISTESSE
«Non l'uomo, ma un dio deve
essere la misura di tutte le cose »
Platone
IL RIFIUTO
“Chi e' a favore dell'eutanasia nel caso del coma irreversibile lo e' in genere proprio perché accoglie la possibilità che una persona possa perdere quelle caratteristiche che la rendevano tale e tornare ad essere 'solo' un essere umano”
Chiara Lalli [docente di Logica e Filosofia della Scienza
Università «Sapienza» di Roma]
Risposta della Arendt
• “La concezione dei diritti umani è naufragata nel momento in cui sono comparsi individui che avevano perso tutte le altre qualità e relazioni specifiche, tranne la loro qualità umana. […]
I superstiti dei campi di sterminio, gli internati dei campi di concentramento e gli apolidi hanno potuto rendersi conto che l'astratta nudità dell'essere-nient'altro-che-uomo era il loro massimo pericolo”.
Ancora la Arendt
“Il loro distacco dal mondo, la loro estraneità sono come un invito all'omicidio, in quanto che la loro morte rimane priva di qualsiasi conseguenza per i sopravviventi.
Se li si uccide, è come se a nessuno fosse causato un torto o una sofferenza”.
ATTACCO ALLA VITA
Eutanasia Suicidio assistito
Aborto
DEFINIZIONE
• Eutanasia è “l’intervento intenzionalmente programmato per interrompere in maniera diretta e primaria una vita, quando questa si trova in particolari condizioni di sofferenza o di inguaribilità o di prossimità della morte”.
• L‟aspetto che più genera confusione è la distinzione tra eutanasia attiva e passiva.
• La distinzione è fuorviante: l‟eutanasia è l‟introduzione intenzionale, attraverso un‟azione od una omissione, di un nuovo processo di morte, parallelo più veloce (o addirittura immediato) rispetto a quello della malattia.
CONTRO L‟EUTANASIA
1. La vita è un diritto indisponibile, anzi il
più importante fra tutti i diritti indisponibili. 2. La richiesta del paziente è solo
apparentemente il fondamento dell‟atto eutanasico.
3. Rottura dell‟alleanza terapeutica. 4. Il pendio scivoloso 5. Il precedente nazista
CONTRO L‟EUTANASIA
1. L‟alternativa all‟indisponibilità della vita umana è il ritorno ai …. sacrifici umani!
“Criminali e malati di mente devono essere umanamente ed economicamente eliminati in piccoli istituti per l‟eutanasia, forniti di gas adatti.
L‟eugenetica chiede il sacrificio di molti singoli esseri umani”
Alexis Carrel (Nobel della medicina, 1912)
CONTRO L‟EUTANASIA
1. L‟alternativa all‟indisponibilità della vita umana è il ritorno ai …. sacrifici umani!
“L’individuo è stato ritenuto dal cristianesimo così
importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare. Ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani. La vera filantropia vuole il sacrificio dell’uomo per il bene della specie. In questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo si vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga
sacrificato”. Friedrich Nietzsche
La richiesta del paziente 2. La richiesta del paziente non è il fondamento dell‟atto eutanasico.
In Olanda è stato pubblicato nel 1991 il rapporto governativo Decisioni mediche sulla fine della vita (rapporto Remmelink).
Totale dei decessi in Olanda: 130.000 l‟anno Richieste esplicite di eutanasia: 8.900 l‟anno Eutanasie assecondate: 2.300 l‟anno Solo circa un quarto delle richieste sono
assecondate. Lo „sbandierato‟ principio di autodeterminazione
assoluta della vita e della morte è una bufala: è il medico che decide!
La richiesta del paziente 2. La richiesta del paziente non è il fondamento dell‟atto eutanasico.
D‟altro canto, 1.000 persone, una media di 3 al giorno, muoiono perché i medici somministrano farmaci con il preciso scopo di causare la morte anche se il paziente non aveva fatto specifica richiesta di eutanasia .
È evidente che il principio di autodeterminazione assoluta della vita e della morte è un ipocrita espediente che vale solo se facilita la soppressione del malato (solo di quelli che decidono i medici);
ma se la ostacola, come nel caso dei bambini, allora esso viene smentito in favore della valutazione medica
La richiesta del paziente
2. La richiesta del paziente non è il fondamento dell‟atto eutanasico. Secondo uno studio del 1997 pubblicato sulla rivista
medica inglese The Lancet: • circa l'8% delle morti infantili in Olanda sono dovute a
iniezione letale. • La pratica è divenuta così comune che il 45% dei
neonatologi e il 31% dei pediatri che hanno risposto all'indagine hanno ucciso dei bambini.
• Non solo, ma in un caso su cinque (21%) di questi casi di eutanasia attiva non sono stati consultati i genitori, che rimangono all‟oscuro dell‟uccisione del proprio bambino.
• La risposta fornita come principale ragione per non coinvolgere i genitori è la seguente: “Era così ovvio che fosse la sola decisione corretta”.
CONTRO L‟EUTANASIA Ma se la richiesta del paziente non è il
fondamento dell‟atto eutanasico. Qual è il suo fondamento? Il vero discrimine è rappresentato da
un giudizio sulla valore della vita, operato dalle strutture dello Stato.
Lo Stato pretende di “definire” la dignità della persona!!
CONTRO L‟EUTANASIA
3. Rottura dell‟alleanza terapeutica.
Oggi, ogni paziente sa che con ogni buon medico si instaura un‟alleanza terapeutica, che ha lo scopo non già di guarire (spesso non è possibile) ma sempre di curare.
"La paura di essere uccisi a propria insaputa
in caso di malattia grave ha spinto 60.000 persone ad aderire alla Dutch Patient Association, che distribuisce anche dei „passaporti per la vita‟, che i pazienti tengono addosso a testimonianza della loro volontà di non ricevere l‟eutanasia senza il proprio consenso."
CONTRO L‟EUTANASIA
3. Rottura dell‟alleanza terapeutica. La radio dice: Approvata la proposta di legge per L‟eutanasia!
L' infermiera : E' l'ora delle vitamineee! (Vignetta pubblicata su un giornale olandese)
IL PENDIO SCIVOLOSO
• Il «pendio scivoloso» (lo «slippery slope» dei bioeticisti) è una realtà ampiamente documentata in Olanda dove in pochi anni si è passati dalla depenalizzazione dell‟eutanasia all‟eutanasia dei minorenni e all‟eutanasia praticata senza la volontà espressa del paziente.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Sulla rivista scientifica «Applied
Cardiopulmonary Pathophysiology», il Dipartimento di chirurgia toracica dell‟Università di Lovanio pubblica il resoconto su la «prima esperienza di trapianto di polmoni prelevati da donatori dopo eutanasia», nel quale si mettono a confronto i risultati ottenuti fra donatori deceduti a causa di eventi traumatici (soprattutto traumi cranici) e donatori da eutanasia.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Il contributo di D. Van Raemdonck e colleghi
di Lovanio, è stato pubblicato anche sulla rivista “Applied cardiopulmonary pathophysiology”, dove si illustra che i polmoni prelevati da pazienti eutanasizzati sono di migliore qualità, perché l‟organismo non ha subito una fase di sofferenza acuta prima della morte per arresto cardiaco rispetto a quelli morti naturalmente per altre patologie.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Si precisa che questi ultimi «avevano
espresso il desiderio di donare i propri organi» allorché la loro scelta eutanasica fosse stata realizzata e che tutti soffrivano di «insostenibili disordini non maligni».
• Vi si aggiunge l‟aspetto della «cosificazione» della persona umana, percepita come «deposito» di organi: si pensi all‟assurda prassi di somministrare dapprima un presidio mortale e, subito dopo, intubare il «morto» per ricavarne gli organi.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Con questa deriva antropologica è facile
ipotizzare che fra breve si deciderà di procedere all‟eutanasia «d‟ufficio», indipendentemente dalla volontà espressa dal paziente, valutando due parametri: l‟assoluto bisogno di organi da trapiantare (scontato, viste le lunghe liste d‟attesa) e la «qualità» indegna di vita del potenziale donatore. [Avvenire 7-7-11 Gandolfini]
EUTANASIA E TRAPIANTI • In Belgio, tra il 2007 e il 2012, su sei pazienti
sono stati effettuati trapianti di polmone con organi di persone (tre sofferenti di dolori neuromuscolari, tre affetti da disturbi neuropsichiatrici), che avevano ottenuto l‟eutanasia, secondo quanto prevede la legislazione del paese e con l‟approvazione del Comitato etico, e avevano espresso il desiderio di donare i propri organi.
• Il 23,5% dei donatori di polmone in Belgio sono morti per eutanasia.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Scriveva Cascioli in merito ad un pezzo
pubblicato sul New York Times a firma di David Brooks: “il nostro autore spiega che una parte importante del deficit [USA] è dovuto proprio a questo tentativo di allungare la vita da malati. Solo i pazienti di Alzheimer, dice Brooks, nel 2005 sono costati alle casse dello Stato 91 miliardi di dollari, e nel 2015 quella spesa sarà più che raddoppiata, a 189 miliardi, per poi raggiungere 1 milione di miliardi annui nel 2050.
IL PENDIO SCIVOLOSO • „Ovviamente – dice Brooks – non taglieremo
i malati di Alzheimer mandandoli a morire da soli, su una collina. Mai useremo la coercizione per far morire anziani e malati. Ma è difficile pensare seriamente di ridurre la spesa sanitaria se le persone e le loro famiglie non cominciano ad affrontare la morte e i loro doveri verso i viventi‟.”
• Insomma: si parla tanto di sostenibilità ambientale, perché non applicare il concetto anche alla vita delle persone?
IL PENDIO SCIVOLOSO • In Belgio l‟eutanasia, introdotta nel 2002
solo per pochi casi estremi, è del tutto fuori controllo e le maglie della legge vengono continuamente allargate senza però che il testo della legge venga modificato.
• Oggi, dopo 11 anni, le morti sono aumentate in modo esponenziale e l‟eutanasia è stata estesa così tanto che il mese scorso due fratelli gemelli sono stati uccisi perché temevano di diventare ciechi.
IL PENDIO SCIVOLOSO • Bisogna ricordare che tre studi recenti
hanno dimostrato che il 32% di tutti i casi di eutanasia sono stati portati a termine senza l‟esplicita (e per legge necessaria) richiesta del paziente; che il 47% di tutti i casi di eutanasia non sono stati riportati e che anche le infermiere hanno somministrato la “cura” ai pazienti, mentre la legge prescrive che a farlo debbano essere solo i medici.
IL PENDIO SCIVOLOSO
• Ora il Belgio, seguendo la strada olandese, sta cercando di applicare l‟eutanasia anche ai casi di Alzheimer e ai bambini. Anche in questo caso, come in altri, il Belgio segue la via spianata dall’Olanda.
NAZIONALSOCIALISMO
Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili.
• Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella Shoah.
• Il progetto T4, l‟eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse alla morte circa 80.000 cittadini tedeschi.
NAZIONALSOCIALISMO
• «Il Reichsleiter Philip Bouhler (Capo della Cancelleria di Stato ndr) ed il Dottor Karl Brandt (medico personale di Hitler ndr), sono incaricati a conferire a singoli medici i poteri necessari affinché a pazienti giudicati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile sia concessa una morte pietosa» ”.
Adolf Hitler Berlino, 1 settembre 1939
NAZIONALSOCIALISMO “Alla vista di queste creature nessun uomo
sano esprimerebbe mai il desiderio di diventare, come loro, una aberrazione dell‟essere umano.
Si può dunque senza dubbio pensare che, se il malato fosse consapevole dello stato in cui si trova, chiederebbe egli stesso di abbreviarne la durata.”
Dr. Viktor Brack
Il direttore del programma di eutanasia
NOSTRI GIORNI
• La Corte d‟Appello di Milano afferma esplicitamente che “la possibilità di considerare legittima una richiesta del tutore volta all’interruzione del trattamento vitale non può poi essere esclusa neppure nei casi in cui sia di fatto impossibile ricostruire una volontà presunta dell’incapace orientata al rifiuto del trattamento”.
NOSTRI GIORNI La rilevanza della (presunta) volontà
dell’incapace scompare. Per quale motivo? “… potrebbe in effetti apparire ingiustamente
sfornito di tutela il diritto alla dignità individuale del malato incapace, da un lato non potendosi affermare, ma neppure escludere, che egli sarebbe stato contrario al trattamento, e dall’altro correndo egli il rischio di restare indefinitamente esposto a trattamenti che potrebbero anche essere – prima ancora che per soggettiva opinione – obiettivamente degradanti”.
“Ho perso mia figlia sedici anni fa, adesso le permetterò di morire per non vivere una vita che lei stessa avrebbe reputato indegna”
Beppino Englaro
da “Eluana. La libertà e la vita” pag. 8
NOSTRI GIORNI
LA STORIA DI MARCELLO
LA STORIA DI MARCELLO
Il salodiano Marcello Callegari è nato il 29 agosto 1979, all‟età di quattro anni e mezzo rimane coinvolto in un incidente stradale nel quale perde la mamma, il papà e il fratellino maggiore.
Marcello sopravvive, ma i danni subiti lo
segneranno per il resto della vita.
LA STORIA DI MARCELLO Per ben ventuno anni non è riuscito a
comunicare con il mondo esterno, tanto che alcuni lo ritenevano incapace di intendere e di volere, ma grazie all‟attenzione delle persone che vivevano con lui e all‟ausilio del computer è riuscito ad esternare i suoi pensieri.
Marcello ha iniziato ad esprimere se stesso
attraverso scritti e poesie. La sua storia è una profonda testimonianza
esistenziale, è il suo grido all'umanità, il suo grido d'amore.
LA STORIA DI MARCELLO “Io sono sopravvissuto, perché Dio ha voluto
che dessi un senso alla vita della zia Bea e perché io devo dimostrare agli altri, con la mia vita, che vivere, anche se con gravi limitazioni, ha un valore che deve essere capito da tutti e io devo dimostrare che io vivo felice la mia situazione, nonostante tutto, e devo far sensibilizzare le persone affinché i disabili siano rispettati da tutti”
[Salò 12 gennaio 2004].
LA STORIA DI MARCELLO “Io vivo perché Dio vuole che dia una
testimonianza che la vita è un Suo dono e perciò sacra e va vissuta con amore e tanta voglia di vivere con serenità e pace per ogni uomo. Io vivo bene, ma sento tanto la mancanza della mia famiglia, che ritroverò quando Dio vorrà”
[Salò 12 gennaio 2004].
LE POESIE DI MARCELLO
Con Enrico
essere stanco sarebbe inutile
se adesso fisserai serenamente Dio forse dovremo adorarlo davanti all‟Eucarestia.
Adesso forse fisserai Dio faremo decidere a Lui cosa è meglio
per stare veramente bene devi avere fede
[4 febbraio 2006]
LE POESIE DI MARCELLO
Pensiero mattutino
Essere a destra (a servire Dio) sembra arte
trovare ascolti fa gestire fatti e situazioni rendendoli
divertenti servire rende degni di essere vivi Tutti abbiamo bisogno di servire
[6 febbraio 2006]
Marcello è morto improvvisamente il 27 maggio 2006, quando Dio lo ha chiamato a Sé per riabbracciare la sua famiglia.
Grazie, Marcello!
La Sofferenza
Soffrire è come avere un peso Soffrire è avere voglia di andare via dal mondo Soffrire è come avere uno stanco senso di vivere Soffrire è come andare avanti quando la vita ti sta stretta Soffrire è come amare quando non si è amati Soffrire è avere bisogno degli altri nelle cose di tutti i giorni Soffrire è avere paura del domani e del futuro Soffrire è stare in un mondo che non ti capisce Soffrire è anche credere che in ogni uomo ci sia sempre un essere pronto ad aiutarti nel dolore e poi non trovarlo Soffrire ha sempre un senso se Dio ti manda la sofferenza Soffrire allora è un dono che devi accettare Soffrire allora è gioia e letizia per ogni essere umano.
[Salò 1 gennaio 2006]
“Affermiamo che è immorale accettare o imporre la sofferenza. Crediamo nei valori morali di ogni individuo; ciò implica che lo si lasci libero di decidere della propria sorte.”
[ manifesto sull‟eutanasia che è stato redatto nel 1973, pubblicato da “Le Monde” e firmato da alcuni premi Nobel come Monod, Pauling, Thomson]
«Poveri bimbi di guerra! Chi, come me, li ha visti in Albania, in Grecia, in Croazia, in Russia, a torme scomposte, macilenti, randagi, stecchiti nella fame e nella morte, non riuscirà più a trarsene dagli occhi l‟immagine funerea e conturbante.»
BEATO DON CARLO GNOCCHI
BEATO DON CARLO GNOCCHI
« Ma di tutta questa massa di dolore innocente, così intima, così pura e così vasta, quanta è andata a Cristo e all‟umanità? E quanta al contrario è andata perduta, perché nessuno si è curato adeguatamente di indirizzarla verso la sua meta naturale, che è Cristo?
«E così la passione redentrice di Cristo e la vita soprannaturale della Chiesa, hanno perduto, per sempre, uno dei tesori più preziosi, destinato ad assicurare alla prima la sua pienezza ed al mondo la redenzione e la pace, assai più e assai meglio che non le faticose arti della politica, gli sforzi colossali della finanza e le abili contrattazioni della diplomazia umana.»
BEATO DON CARLO GNOCCHI
L'opera educativa non può non prendere in
considerazione anche la sofferenza e la morte.
Anche il dolore e la sofferenza hanno un senso e un valore, quando sono vissuti in stretta connessione con l'amore ricevuto e donato.
In questa prospettiva ho voluto che si celebrasse ogni anno la Giornata Mondiale del Malato,
sottolineando «l'indole salvifica dell'offerta della sofferenza, che vissuta in comunione con Cristo appartiene all'essenza stessa della redenzione»
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
• L'uomo «muore», quando perde «la vita eterna».
• Il contrario della salvezza è la sofferenza definitiva: la perdita della vita eterna, l'essere respinti da Dio, la dannazione.
• Il Figlio unigenito è stato dato all'umanità per proteggere l'uomo, prima di tutto, contro questo male definitivo e contro la sofferenza definitiva.
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
« Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili,
come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata
dai vostri padri, ma col sangue prezioso di
Cristo, come di agnello senza difetti e senza
macchia » (1 Petr. 1, 18-19)
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
« Dio infatti ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia
la vita eterna » (Gv 3, 16 )
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
Cristo vince il peccato con la sua obbedienza
fino alla morte, e vince la morte con la sua risurrezione.
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
Nella Croce di Cristo non solo si è compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma anche
la stessa sofferenza umana è stata redenta.
BEATO DON CARLO GNOCCHI «La cura degli ammalati, le arti della
medicina, la carità verso i sofferenti, la lotta contro tutte le cause dell‟umana sofferenza sono una vera e continua redenzione «materiale» che fa parte della redenzione «totale» di Cristo e di essa ha tutto l‟impegno e la dignità»
PEDAGOGIA DEL DOLORE INNOCENTE
1956
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
« Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa»
(Col. 1, 24 )
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
« Santa Veronica vive in modo profondo la partecipazione all‟amore sofferente di Gesù, certa che il “soffrire con gioia” sia la “chiave dell‟amore”»
(BENEDETTO XVI UDIENZA
GENERALE - Mercoledì, 15 dicembre 2010 )
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA Muore nel 1727, dopo una dolorosissima agonia
di 33 giorni che culmina in una gioia profonda, tanto che le sue ultime parole furono:
“Ho trovato l‟Amore, l‟Amore si è lasciato vedere!
Questa è la causa del mio patire. Ditelo a tutte, ditelo a tutte!”
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA
« Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi » (Col. 1, 24 )
Soffrire allora
è gioia e letizia per ogni essere umano.
Marcello Callegari
LO SGUARDO SULLA SOFFERENZA