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Sindaco BERGAGNA Stefano Adesso abbiamo il punto aggiuntivo. Questa è
una cosa un po’ anomala, ma a volte ci si deve anche …… Però,
dottoressa, lo vorrei un po’ modificare. Ne prenda atto, lo scriva.
La Regione ha avviato , ha chiesto che vengano fatti dei Piani per
l’inquinamento luminoso, il risparmio energetico, quindi dei Piani
per la pubblica illuminazione. Però in questa normativa, stranamente,
perché di solito non succede, però tante volte ci pieghiamo a
richieste della Regione, anche se sono un po’ assurde …… La Regione
ci chiede di fare una delibera dove il Comune si impegna ad approvare
il Piano di Illuminazione. Allora, dottoressa, sì, ci impegniamo ad
approvare il Piano di Illuminazione nel caso venga concesso il
contributo per cui abbiamo fatto domanda. Perché, se non mi viene
concesso il contributo, il Piano di Illuminazione lo approveremo più
avanti. Sì, a condizione che venga erogato idoneo contributo dalla
Regione. Mi impegno per quello, sennò non lo faccio. (Voci confuse).
A concessione del contributo regionale per la redazione del Piano.
Cioè, la Regione finanzia il 50% del costo di questo Piano, quindi
metà del Piano viene pagata dalla Regione. Quindi, se la Regione me
lo paga, quando ho ricevuto il contributo lo faccio, sennò lo faremo
con più calma, lo faremo più avanti. Allora, voglio dire, in cosa
consiste questo Piano? Consiste in una analisi dell’esistente e anche
in quelle che possono essere le misure di contenimento
dell’inquinamento luminoso. Sapete che soprattutto gli astrofili,
eccetera, dicono che le lampadine sparano luce verso l’alto e quindi
c’è – come dire? – una diffusione dell’inquinamento luminoso. Basta
vedere, ad esempio, la nostra Zona Industriale del CIPAF che già da
lontano, con tutte queste luci, che tipo di bagliore c’è. Quindi
queste situazioni possono essere molto modificate con l’utilizzo di
lampade e impianti appositi. Come, per esempio, il risparmio
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energetico può essere molto incentivato tramite l’utilizzo delle
nuove tecnologie, come lampade a led. Ora queste cose anche noi le
sappiamo, non sono novità. Il problema è che per fare questi
investimenti servono soldi, cioè ci sono dei costi. Noi ogni anno, e
lo faremo quest’anno, stiamo intervenendo sulla rete pubblica con
investimenti. In passato ci sono stati investimenti anche più forti,
dell’ordine di 300.000 euro, ma recentemente, negli ultimi anni …… Lo
scorso anno abbiamo rifatto la piazza a Madonna, quest’anno
interverremo a Tonzolano sulla ciclo-pedonale e su altri punti della
città. Già lo stiamo facendo. Anche qui vengono messe luci a led,
vengono messi impianti di illuminazione a led, con apposite lampade
che evitano la rifrazione della luce verso l’alto. Quindi quelli che
sono gli interventi noi già lo sappiamo, sappiamo cosa c’è fa fare,
per cui, anche che non ci sia il Piano, non è che non stiamo facendo
le cose. Le cose le facciamo, spendendo negli ultimi anni una cifra
annuale dell’ordine di circa € 40.000 più IVA. Quindi con l’IVA
andiamo sui 50.000 euro all’anno, solo per la pubblica illuminazione.
E, dove interveniamo, interveniamo con sistemi a led, togliendo di
solito lampade che avevano un alto consumo. Mi ricordo, anche se è
passato del tempo, i fari qua fuori, nella via centrale, i lampioni
tutti cambiati, la piazza di Madonna e molte altre situazioni dove
siamo già intervenuti mettendo questo tipo di tecnologie meno
assorbenti energia elettrica. Quindi le cose, al di là del Piano, le
stiamo facendo. La Regione finanzia non so quanto, in che misura, se
tutti i Comuni, quanti Comuni. Adesso non lo so, perché anche loro
hanno dei budget. Per cui, se il budget è di € 200.000, faranno una
graduatoria e finanziano fino a dove ci sono progetti. Insomma, non è
detto che tutti i Comuni vengano finanziati. Allora, ripeto, avere un
Piano è sempre una buona cosa, però anche senza il Piano noi sappiamo
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quello che dobbiamo fare, sappiamo dove abbiamo gli impianti più
vecchi, più datati e stiamo intervenendo con una sostituzione. Certo,
un Piano è qualcosa di più, è sicuramente qualcosa di migliorativo.
Però dobbiamo anche contenere i costi in tutti i modi. Allora, se la
Regione ha deciso di incentivare in tutti i Comuni questa cosa, vuol
dire che i Comuni fino adesso non lo facevano perché non lo
ritenevano così …… Eppure si sono fatti grossi investimenti sui led.
Ricordo Artegna, per esempio, perché ha avuto un significativo
contributo regionale, senza il Piano. Tante volte ci sono anche gli
ordini professionali, i periti, quelli e quegli altri che sollecitano
certi tipi di interventi. Però noi dobbiamo far quadrare il bilancio,
e io questo Piano lo faccio se mi viene finanziato, co-finanziato al
50%, sennò verrà fatto più avanti, in data da decidersi. Prego, ci
sono interventi?
Cons. GIACOMINI Maurizio In effetti la voce sulla pubblica
illuminazione è una voce che incide parecchio sul bilancio. Mi pare
che siano 100.000 euro all’anno. (Voci confuse). 200.000? Allora
ancora di più. E quindi è un argomento importante. Io mi ricordo che
in ottobre del 2014 avevamo fatto un’interpellanza sulle politiche
energetiche chiedendo, tra l’altro, durante il dibattito, di studiare
iniziative volte al risparmio energetico e avevamo citato un esempio
di efficientamento energetico che proponeva la COVECO, che è una
società di Marghera, con lo strumento del project financing. E mi
ricordo che tra l’altro all’epoca era intervenuto il Consigliere
Samuel e nel suo intervento aveva in qualche maniera parlato di una
commissione, di un gruppo di studio che si sarebbe …… (voci confuse).
C’è, mi ricordo. Comunque, che avrebbe studiato queste forme di
risparmio. Perché noi riteniamo che, per fare un buon Piano comunale
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di illuminazione, bisogna che vengano osservate delle linee guida,
almeno quattro linee guida, assolutamente. Una, chiaramente, l’ha già
citata il Sindaco, è la riduzione dei consumi energetici e quindi
bisognerà mirare, se non obbligare all’efficienza energetica. E i
modi ci sono. Poi, secondo noi, devono essere uniformati i criteri
di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa e
soprattutto anche per la sicurezza della circolazione stradale. E nel
contempo bisogna, come diceva anche il Sindaco, salvaguardare
l’ambiente contro l’inquinamento luminoso, sì, salvaguardare
l’ambiente naturale e i ritmi naturali anche delle specie animali e
vegetali, tenendo conto, come dicevo prima, anche della sicurezza
stradale. Infine, un punto importante che forse viene trascurato,
bisogna favorire la diffusione tra il pubblico di queste tematiche,
delle tematiche relative all’inquinamento luminoso e favorire anche
la formazione dei tecnici, che abbiano competenze nell’ambito
dell’illuminazione, che ce ne sono molti in giro. Ecco, ritengo che
il nostro Piano che andiamo a studiare debba promuovere queste linee
guida. Rinnovo la richiesta che aveva fatto Samuel – purtroppo
stasera non c’è – di istituire, per studiare queste tematiche, il
famoso gruppo di lavoro.
Sindaco BERGAGNA Stefano Ci sono altri interventi? Sonia Aita.
Cons. AITA Sonia Brevemente, a conferma sicuramente dell’utilità e
dell’opportunità di fare questo tipo di lavoro e ribadire il fatto
che nell’interpellanza che avevamo presentato nell’ottobre dello
scorso anno, discussa poi a novembre, con verbali alla mano, avevamo
chiesto di andare in questo tipo di direzione. E, essendoci proprio
un Consigliere con una delega specifica su questo tipo di argomento,
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che purtroppo stasera non c’è, credo sia opportuno coinvolgerlo,
dargli pieno mandato per portare avanti questo tipo di lavoro. E lui
stesso aveva detto nella sua dichiarazione in Consiglio comunale che
sarebbe stato opportuno e anche una cosa utile istituire questo
gruppo di lavoro. Quindi questa sarebbe la volta buona per mettere
insieme tutti gli elementi che comparivano nell’interpellanza dello
scorso anno e inserirli anche, quindi come aggiunta, nel documento di
stasera.
Sindaco BERGAGNA Stefano Bene. Altri interventi? Baracchini.
Cons. BARACCHINI Claudia Sì, secondo noi è auspicabile un Piano di
questo tipo, tanto meglio, se c’è la copertura, certamente diventa
più facile in qualche modo. Speriamo che questa decisione, cioè
quella di procedere ad un Piano comunale di illuminazione, nel caso
non ci fosse la copertura finanziaria del 50%, non venga
completamente accantonata. Perché? Perché ormai abbiamo anche dati
alla mano di altri Comuni: i Piani di efficientamento
dell’illuminazione dei Comuni sono partiti già alla fine degli anni
’80, in Italia nel 2012, dunque non tantissimo tempo fa, in realtà.
Ed è vero, pochi Comuni ancora hanno un Piano di illuminazione. Però
in questi ultimi anni sempre di più. E di fatto si è visto che nel
migliore dei casi c’è una riduzione del 25% dei costi.
Sindaco BERGAGNA Stefano Scusi, non ho capito. Dove? Sulla lampadina?
Cons. BARACCHINI Claudia Non solo sulla lampadina. Un Piano prevede
un’analisi di tanti fattori, è un Piano complesso. (Voci confuse).
Sto parlando. Posso parlare? Grazie. È un Piano complesso. Non a
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caso, appunto, servono competenze esterne e serve un certo tempo per
farlo. Certamente il Comune di Buja in questo senso …… Io mi auguro
che a questo punto arriveremo all’UTI e quindi si parlerà di un Piano
allargato. Quello che volevo dire e quello che mi sta a cuore e che
voglio dire è che la riduzione – parliamo di 200.000 euro, ha fatto
riferimento prima – anche di una percentuale limitata significa o
potrebbe significare una riduzione delle tasse che naturalmente in
questo momento sono a carico dei cittadini. Perché questo poi è
importante ed è solo in questo modo che può essere anche innescato un
ciclo virtuoso rispetto alla sensibilizzazione dei cittadini. È
chiaro che, se io vedo, probabilmente non sarà nell’immediato, ma se
so e vedo ad un certo punto che questo mi può portare ad una
riduzione ed il mio Comune è virtuoso in questo senso, capisco
indirettamente che si tratta di un’azione importante. Quindi, al di
là del fatto, sì, noi sappiamo già quello che dobbiamo fare,
probabilmente un Piano di questo tipo è più complesso e implica anche
un’analisi dei finanziamenti, una valutazione dei finanziamenti,
perché può essere fatto in autofinanziamento, come sappiamo, oppure
in outsourcing, come sa bene anche lei, quindi coinvolgendo anche i
privati. E questo è un aspetto che va approfondito e che va studiato,
non improvvisato. Quindi ribadiamo, come abbiamo già detto altre
volte, come anche il Cons. Santi prima di noi e prima di me ha
sottolineato, è importante per il Comune, per la riduzione dei costi
e naturalmente per un’azione di sensibilizzazione verso la
popolazione. Ed è naturalmente auspicabile che questo venga fatto non
necessariamente per azioni quasi coercitive della Regione, che
peraltro sta attuando anche un nuovo Piano energetico regionale, ma
sarebbe importante che questo venisse fatto comunque, in ogni caso.
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Sindaco BERGAGNA Stefano Grazie. Altri interventi? Intanto che cerco
la calcolatrice. Ci sono altri interventi? Allora, 1.650 punti luce,
una plafoniera da cambiare, eccetera, sono 350-400 euro, poi abbiamo
altri interventi, in qualche caso sono da cambiare i pali, poi non è
che si mette una lampada a led al posto di una a sodio, vanno messi
scaricatori, probabilmente va fatto un lavoro anche sulla rete.
Diciamo che potremmo stimare un costo di 800 euro per palo. Quindi
1.650 per 800 euro, un totale di € 1.320.000. Spannometricamente, per
la teoria degli errori che si compensano, una teoria matematica
statistica, credo che non andiamo tanto lontano da questa cifra.
Questo significherebbe rivedere tutta l’illuminazione pubblica di
Buja. Ovviamente, € 1.320.000 non è che sono così pochi. Non sono
così pochi, se non ho sbagliato i conti. Queste risorse oggi non ci
sono. Se lei mi sa dire dove ci sono queste risorse …… Stiamo facendo
tanta fatica per trovare quelle della scuola. Ma anche parlare di
outsourcing o di project financing, cioè, cos’è il project financing?
È un imprenditore …… Nell’esperienza anglosassone sono le banche, ma
da noi non avviene così, da noi abbiamo una versione all’italiana,
normalmente, sono i costruttori che lo fanno di solito. A dirla alla
buona. E cosa fanno questi costruttori? Cioè, l’impresario che
costruisce reti di illuminazione o che fa piscine, cosa fa questo
qua? Va in banca, fa un mutuo e paga l’interesse sul mutuo, perché
neanche a lui danno i soldi gratis in banca. Poi viene in Comune e
dice: vi faccio io da banca, vi finanzio io, vi faccio io
l’intervento, se voi non potete farlo, ve lo faccio io, poi facciamo
il piano finanziario, recupero. Appunto, siccome la luce con i led
costerà di meno e ci sarà un risparmio, si diceva del 25% - cosa che
io non credo – pian piano io rientro da questo investimento,
eccetera. Così il mutuo viene pagato due volte perché, oltre che lui
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lo paga alla banca e ci ribalta il costo a noi, su questa operazione
ovviamente un imprenditore ci deve guadagnare almeno il 10%, perché
sennò non si sa che tipo di intervento viene a fare. Quindi, se
nell’esperienza anglosassone sono le banche che fanno i project
financing, nell’esperienza italiana, invece, questo si traduce
normalmente nel pagare un prestito il doppio. Così funziona in
Italia. Ecco, questo tanto per raccontarvi a grosse parole come
funziona il sistema e com’è logico, vi ho dato la spiegazione logica.
Ora, se fosse così facile questa cosa moltissimi Comuni l’avrebbero
già fatta. In realtà dove si è fatto è arrivato il contributo della
Regione, vedasi Artegna, vedasi altri luoghi. Anche Tarcento qualche
anno fa, quando c’era Tollis, aveva fatto un Piano per rifare, per
cambiare tutto quanto: ci sono ancora le vecchie lampadine al sodio
nel Comune di Tarcento e all’Epifania per dare un po’ più di luce
accendono il pignarul. Comunque rimaniamo ancora nella tradizione.
Come comune, invece, noi stiamo procedendo gradualmente a sostituire
le reti più costose e più vecchie. Lo stiamo già facendo. Ma il vero
salto di qualità sul discorso energetico non è solo la pubblica
illuminazione – qui ho sentito parlare solo di pubblica illuminazione
– evidentemente vi ho distolto io da certi argomenti. La questione è
connessa anche all’energia, energia in sé complessivamente, quindi
pannelli fotovoltaici, dove noi siamo uno dei Comuni più sviluppati
in questo senso, nonostante ci siano anche contestazioni su questo
argomento. Ma, insomma, lì abbiamo avuto dei contributi regionali
ancora qualche anno fa, per cui li abbiamo messi. La Biblioteca –
finanziamento europeo – la Biblioteca non va più a gas, funziona con
il geotermico, che riscalda e rinfresca, con le sonde che vanno mi
pare a 150 metri sotto terra. Quindi questo è un intervento di tipo
energetico già fatto. Vi ricordo che il vero salto di qualità, se si
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riesce a completarlo, è quello della realizzazione di due centrali
idroelettrica, una sul rio Gelato e uno sulla Grava II, cioè più a
valle della centrale. A monte ci sono già due centrali
idroelettriche, due piccole centrali idroelettriche, sia sul rio
Gelato che sulla Grava II. Per cui è chiaro che, se è stato fatto a
monte, può essere fatto anche a valle, con un intervento che, secondo
le stime che devono essere comunque aggiornate perché le tariffe sono
cambiate, sono recentemente cambiate, sono un po’ diminuite, comunque
con una stima che porterebbe il Comune in autosufficienza energetica
per quanto riguarda la pubblica illuminazione. Cioè, la pubblica
illuminazione verrebbe totalmente sostenuta da questo tipo di
impianti. È stata avviata anche la pratica. Comunque io lo considero,
comunque anche se vogliamo non c’entra, diciamolo, se vogliamo non
c’entra, però per me un po’ c’entra …… Perché, se dovessi fare un
discorso e dirla tutta, ma la dico perché sono abituato così, è
avvenuto, come è successo in Italia tante volte, che il pubblico, lo
Stato, la pubblica Amministrazione paga gli investimenti o le
perdite, se ci sono, i privati massimizzano i profitti. Cioè avviene
così. Pensiamo al canale Ledra, questa grandiosa opera di ingegneria
che si è pensata ancora in epoche abbastanza lontane, ma comunque ha
preso l’avvio nell’’800 con scavi a mano, quest’opera è in grado di
sostenere …… Anzi, Malignani all’epoca aveva fatto uno studio, il
famoso Malignani che tutti conoscete si era applicato in questo
settore e aveva fatto uno studio sulla potenzialità di non so quante
centraline elettriche che potevano essere installate su questo tipo
di canalizzazione. Ed ancora oggi ci sono ampie potenzialità per
installarle. Fatto sta che comunque c’era la Società Elettrica
Bujese, che come sapete operava già nel ventennio – c’è ancora oggi
l’edificio – e quindi erano già stati avviati degli impianti
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all’avanguardia per l’epoca su questi temi. Quindi Buja aveva già una
sua centrale idroelettrica dove c’era dentro anche il Comune e la
comunità. Quindi già all’epoca, in periodo autarchico, nel famoso
periodo autarchico, Buja aveva già queste cose. Dopo di che siamo
andati avanti con le vicende e la storia e sapete che è avvenuta la
nazionalizzazione, l’Enel ha nazionalizzato. Ha espropriato i
privati, perché la Società Elettrica Bujese era una società di soci
privati, in cui c’era anche il Comune e c’erano altri. Ha
espropriato. Si è andati avanti con la nazionalizzazione, quindi ci
sono stati enti, soldi pubblici per realizzare la centrale di
Somplago, una delle più belle centrali idroelettriche del nord Italia
e quant’altro, con investimenti notevoli. Quindi erano società in
mano pubblica, gestione in mano pubblica. Ad un certo punto siamo
partiti con la teoria delle privatizzazioni e qualcuno si è comprato
le varie centraline, anche quelle che vediamo sul canale Ledra o sul
rio Gelato. Il rio Gelato nasce a Buja, ma viene rimpinguato d’acqua
da tutto il collegamento in conduttura forzata, almeno nell’ultimo
pezzo, da parte del Tagliamento che prende a Gemona. Quindi
quell’acqua del rio Gelato che noi vediamo tanto limpida e azzurra
non è quella della fonte bujese, ma è acqua del Tagliamento, perché
la fonte bujese butta 4 cubi al secondo quando piove tantissimo. Per
il resto dell’anno è acqua che alimenta la centrale. Allora, questa
centrale che c’è oggi appartiene, dopo che l’Enel ha venduto, dopo
che sono state vendute le società pubbliche, è stata comprata da
Edipower. Edipower che gestisce anche la centrale di Somplago. Quindi
cosa è avvenuto? Che gli enormi investimenti sui canali,
canalizzazioni, dighe sui laghi e perforazioni delle montagne sono
stati svenduti per quattro soldi a chi adesso li gestisce. Perché non
vengono conteggiati gli interventi come la realizzazione di un canale
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che parte da Andreuzza e va giù per mezzo Friuli e che consente
questa realizzazione delle centrali. No, si è calcolato minimamente e
si è data comunque la possibilità, perché abbiamo comunque anche
altre centrali, Fantoni, eccetera, si è data la possibilità di
realizzare o modificare vecchie centrali, ma senza tenere conto
dell’enorme investimento che è stato fatto per realizzare questi
canali, con denaro pubblico. Ecco, questo, per dirvela tutta.
Comunque ho scoperto una vecchia norma che era dimenticata - perché
in Italia c’è una sedimentazione di norme che nessuno conosce, ogni
tanto ti svegli e te le ricordi – dove, sostanzialmente, quando viene
messa mano su una centrale idroelettrica sul territorio, il Comune
può chiedere un aggio, una sorta di aggio per l’impatto ambientale. E
quindi ho chiesto un aggio, che dovrebbe essere calcolato in 40.000
euro – comunque dovremmo avere degli arretrati – comunque un aggio
sulla centrale – adesso hanno cambiato la turbina, avete visto che
hanno fatto dei lavori alla centrale dell’Edipower – verrà data una
sorta di aggio alla comunità, che comunque sono soldi che prima non
arrivavano. La pratica la sta curando la Provincia. Probabilmente
prenderemo anche degli arretrati. Sì, non c’entra tanto con la
faccenda del Piano …… (interruzione – fine nastro) …… gli Statuti del
Comune di Buja parlavano del Ledra, dell’acqua, della ricchezza che
dava quest’acqua, della pesca e del benessere che portava ai
cittadini. Per cui Buja città d’acqua e Buja dove ci sono già delle
centrali idroelettriche che buttano oltre un milione di euro all’anno
– quella dell’Edipower. E speriamo che anche la comunità bujese
riesca a realizzarne due, come già in passato fu fatto, e che possa
anche godersele, che non vengano espropriate e quant’altro, o cose di
questo genere. Comunque con questo processo, al di là del Piano e
senza Piano energetico, la visione comunale è chiara: c’è una
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prospettiva e c’è una visione. Una visione che vede realizzazioni già
attuate – impianti geotermici, pannelli fotovoltaici e sostituzione
di lampade con lampade a basso consumo energetico, a led e
quant’altro, degli impianti più vecchi – tutte cose già realizzate.
Potrei scrivere: fatto, fatto, fatto. Potrei aggiungere la già
realizzata sostituzione di tutto l’impianto termico con uno
modernissimo nella scuola di Collosomano, in grado anche di potersi
interconnettere, interfacciarsi, ampliarsi con il nuovo edificio che
verrà fatto. E anche questo potete scrivere: fatto. Fatto, quindi con
un risparmio energetico anche lì. Quindi, al di là dei famosi piani,
noi le cose le facciamo. Altri fanno i piani e li tengono nel
cassetto, noi facciamo meno piani e facciamo più cose. Questo,
lasciatemelo dire, ma i fatti parlano, stiamo portando avanti e
abbiamo anche una visione energetica, di realizzazione di centraline
idroelettriche che porteranno in completa autonomia e autosufficienza
per quanto riguarda la corrente elettrica della pubblica
illuminazione, perché ovviamente l’energia termica serve ancora. In
passato sono stati fatti studi, e sono ancora attuali, sono ancora
validi, sulla potenzialità …… Sicuramente ci sono spazi di
miglioramento, anche perché l’impianto a biogas che era stato
studiato aveva una doppia valenza: la valenza di ridurre l’impatto
ambientale dovuto a grossi o comunque significativi allevamenti,
soprattutto allevamenti di suini sul territorio, e il primo effetto
di questi impianti è quello di abbattere tutti gli odori, poi viene
estratto il metano, o comunque un gas molto simile, che produce
energia elettrica per combustione e acqua calda. Comunque questo
metano che produce danni nell’ozono, nello strato atmosferico, in
questo modo verrebbe recuperato e inviato a calore ed energia
elettrica. Lo studio fatto da Vignuda di San Daniele 7-8 anni
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dimostrava la potenzialità della comunità bujese, se ci fosse stata
anche la convergenza degli agricoltori, per un impianto o da 500 o da
1 megawatt. Non si è trovata poi la convergenza e quant’altro, però
il piano teoricamente è ancora valido, potrebbe essere ancora attuato
e realizzato. È possibile che chi abbia questa energia, detto papale
papale, è possibile che chi abbia questi reflui, per così dire e
quant’altro, pensi di realizzarselo in proprio magari ottenendo i
vari contributi, i certificati verdi. Sapete che tutta questa energia
è anche sostenuta dai contributi dello Stato. Per cui è probabile che
non si sia riusciti a raggiungere un accordo anche per queste
motivazioni. Però questo è un mio pensiero. Poi esisterebbero delle
possibilità da sviluppare, però sviluppare vuol dire anche investire,
sul dire metterci dei soldi, fare dei conti e soprattutto dover
affrontare leggi dello Stato che a volte sono assurde. Penso per
esempio a tutte le ramaglie, a tutto il materiale ligneo che viene
convogliato nella ricicleria comunale, dove potrebbe essere ridotto a
cippato e potrebbe alimentare una caldaia, un qualcosa per scaldare
un edificio pubblico. Però anche qui parliamo di materiali che sono
dei rifiuti, sostanzialmente, per cui si interseca un po’ una
normativa complicata di prendere un rifiuto e riutilizzarlo. Sì, in
Italia c’è un po’ la complicazione delle cose anche semplici, a
volte. Comunque sono cose che richiedono investimenti. Per ora di
carne al fuoco ne abbiamo già tanta, abbiamo concentrato la nostra
energia sulle centrali idroelettriche e non è che possiamo aprire
tremila fronti. Perché, altrimenti, se cominciamo ad aprire fronti di
interventi significativi nel mondo della scuola, fronti di interventi
significativi nel settore dell’energia in più direzioni, va a finire
che ci perdiamo e naufraghiamo. Invece abbiamo puntato su alcuni
precisi progetti, dove pensiamo di poter arrivare fino in fondo. È
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chiaro, come ho detto, conosciamo l’argomento, altri spazi ce ne
sono, ce ne saranno anche per il futuro per chi vorrà lavorare, le
cose vanno avanti, la tecnologia procede, va avanti. Sarebbe anche
interessante parlare di mobilità elettrica: con una bicicletta
elettrica oggi si fanno 170 chilometri in autonomia in pianura e di
batterie di queste biciclette elettriche ormai ne vendono tantissime,
è un boom. Sono state sostenute dalla Regione e ci sono ancora dei
contributi, con un contributo specifico di 200 euro a bicicletta.
Potremmo parlare anche di queste cose qui. Possiamo parlare di tante
cose, di mobilità sostenibile, eccetera. Cose che vanno ben oltre il
Piano della pubblica illuminazione e della dispersione di luce nel
cosmo o nella volta celeste. Non siamo digiuni in queste cose, siamo
pronti ad affrontarle, a parlarne, ma abbiamo già avuto un approccio
molto concreto. Prego, ci sono altri argomenti? Virgilio.
Cons. VIRGILIO Marco Una precisazione, perché nel lungo discorso ho
sentito parlare del metano e dell’ozono. Volevo solo dire che il
metano non ha nessun effetto sul buco dell’ozono – questa invenzione
di adesso – e, anzi, casomai il metano incrementa lo strato di ozono
che ci protegge dagli ultravioletti. Questo lo dico non per fare lo
spocchioso, ma perché era relativo a un discorso un po’ più ampio a
cui faceva riferimento il Sindaco, quindi a un’azione in questo
senso. Io direi che il Piano sull’illuminazione pubblica, certo, non
è secondario rispetto ad altre cose che il Comune sta facendo, non è
alternativo. Io credo che alla lunga sarà importante, invece, mettere
in piedi un piano di questo tipo perché probabilmente più avanti sarà
anche richiesto, non sarà neanche facoltativo, probabilmente più
avanti si arriverà anche a dover avere le idee chiare su cosa
vogliamo fare in generale, e non credo sia una cosa legata solo ad un
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Comune o a un altro Comune o a una Provincia. Quindi alla fine io
penso che sarebbero soldi ben investiti. Peraltro, facendo bene il
Piano sull’illuminazione pubblica, è vero che ha dei costi, diciamo
in parte attenuati dall’intervento regionale, è vero che ha dei
costi, però è altrettanto vero che, lavorando bene sugli impianti, si
può avere un risparmio non da poco. Quindi vanno benissimo i
fotovoltaici, vanno benissimo le centraline, ma una razionalizzazione
da questo punto di vista io credo che sia solo positiva, non vedo che
si possa pensare che questi qua siano soldi buttati. Anche perché i
costi dell’energia aumentano: nonostante il petrolio cali, l’energia
aumenterà ancora perché la richiesta è alta anche dai Paesi
emergenti. Quindi, ricordando proprio quello che diceva prima il
Cons. Giacomini, ovvero la nostra interpellanza di un annetto fa, e
un po’ anche quella che era stata la risposta di Samuel Miconi alla
discussione che era seguita, per cui si parlava anche di un gruppo di
lavoro, di un’odiosa Commissione che poteva essere accesa, io invece
lo troverei un qualcosa che arricchisce l’attività di questo
Consiglio comunale e quindi del Comune in genere. Non ragionerei
tanto per il Comune, anche se è rivolto al Comune, anche se
l’eventuale finanziamento è rivolto ai Comuni, però non lo vedrei
come un fatto semplicemente comunale, quindi in questo caso di Buja o
di Bus dai veris o quello è. Cioè, il discorso è un po’ più generale
e credo che sia importante, nonostante le azioni già intraprese dal
Comune e dall’Amministrazione.
Sindaco BERGAGNA Stefano Prego, altri interventi? Prego.
Cons. FASIOLO Rudi Tre cose. Io non ho le competenze e le conoscenze
così vaste come il Sindaco che ci ha parlato praticamente di tutte le
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problematiche legate, per cui io su questo non risponderò certamente.
Su una cosa sono d’accordo con lui, come sono d’accordo con chi mi ha
preceduto, con Marco, sul fatto che il Piano di illuminazione
pubblica può aiutarci. E su questo mi pare che l’orientamento sia
generale. Non ho sentito tutti, ma immagino che l’orientamento sia
questo. Il Piano può aiutarci, anche se nel frattempo sono stati
fatti degli interventi che vanno in quella direzione. Però un Piano
organico può permetterci di fare ancora meglio. E questo è un punto
che naturalmente ci permette di sostenere questa delibera per
richiedere un finanziamento. Al momento attuale io non ho idea di
quanto costi un piano come questo. Sono d’accordo anche sul fatto che
dobbiamo riflettere: se non riceviamo un finanziamento, è giusto
riflettere sull’opportunità di spendere soldi esclusivamente del
Comune per finanziare un piano di questo tipo, anche se siamo
convinti che possa effettivamente aiutarci. La seconda cosa che
vorrei dire è se è stata valutata la possibilità, per ottenere più
facilmente anche il finanziamento, di una redazione di un Piano tra
più Comuni. Penso in particolare al Comune di Treppo. Cioè, se è
stata valutata la possibilità di operare in questo senso e se questo
potrebbe essere un elemento che ci consente magari di ottenere più
facilmente un finanziamento. La terza cosa: mi associo alla richiesta
dei molti che mi hanno preceduto riprendendo quella che era stata a
suo tempo la considerazione – leggo dal verbale del 27 novembre dello
scorso anno – parole di …… Mi dispiace che questa sera non c’è, ma,
se arriva, non credo che citare un suo intervento sia un approfittare
della sua assenza. Quando diceva, in riferimento alla nostra
interrogazione che chiedeva determinate cose, parlava di un gruppo di
studio, di lavoro, che in questo caso avrebbe come funzione quella di
supportare e di dare delle indicazioni, quegli stessi criteri che
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anche prima Maurizio aveva posto come elementi su cui il Piano doveva
basarsi, e Samuel diceva: “Una Commissione per parlare di queste
problematiche. Anche perché i problemi energetici penso che non
abbiano destra o sinistra e comunque le idee siano ben accette da
qualunque parte vengano. Quindi io sono contento di questa proposta
riguardo all’aspetto energetico e l’istituzione di una Commissione”.
Quindi io mi associo alla richiesta nuova, che mi pare allora era
rimasta soltanto sospesa, di un gruppo - composto, su questo possiamo
discutere, anche da un rappresentante da parte della minoranza, io
credo che su questo possiamo trovare facilmente un accordo - che
raccolga le diverse idee e gli orientamenti, che poi possono essere
alla base del Piano comunale.
Sindaco BERGAGNA Stefano Va bene, prendo atto. In fondo mi pare che
anche Rudi diceva: sì, se ci danno il finanziamento facciamo, se non
ci danno il finanziamento pensiamoci un momento. E questo è quello
che ho detto io all’inizio. Lo condividiamo. Questo non vuol dire che
non si facciano dei passi avanti nel frattempo. Comunque abbiamo una
direzione, abbiamo una mission, come si usa dire, una vision sulle
cose, perlomeno, anche senza Piano. Sappiamo dove vogliamo andare,
dov’è il nostro porto di arrivo, sappiamo che non abbiamo abbracciato
tutto quello che si può fare, ma ci siamo anche detti: noi abbiamo
risorse e forze per fare questo. Si potrebbe fare molto di più, ma
abbiamo altri fronti aperti: abbiamo le scuole, abbiamo un momento
molto critico per i servizi sociali, abbiamo le associazioni da
sostenere, abbiamo gli asili, le scuole, abbiamo la Casa di Riposo
dove i conti sono migliorati tantissimo, però comunque va sostenuta.
Cioè, il Comune ha una vastità di interventi, non può concentrarsi su
uno solo, non possiamo destinare tutte le risorse lì, dobbiamo tenere
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in equilibrio un po’ tutto. Allora, se ci sono altri interventi,
sennò metterei ai voti questa proposta di delibera, dove
semplicemente la Regione ci dice: sì, c’è questa domanda, però, se vi
diamo il contributo, impegnatevi a finanziare, a realizzare. Non ho
capito la logica di chiedere al Consiglio comunale, che non è mai
successo, perché di solito si chiede tutt’al più alla Giunta. Ma è
logico, se mi dai un contributo, io te lo devo rendicontare, non è
che mi dai il contributo e dopo con quei soldi lì faccio magari
lavori di pubblica illuminazione. Sì, è una cosa un po’ assurda, ma è
così e la facciamo.
Cons. FASIOLO Rudi …… di impegnarsi ad approvare, nel caso in cui ……
Sindaco BERGAGNA Stefano Va be’, basta aggiungere.
Cons. FASIOLO Rudi Ma questo vuol dire che il Piano deve passare per
il Consiglio comunale.
Sindaco BERGAGNA Stefano Certo. Tutti i Piani passano. Allora, il
Piano, come un progetto urbanistico o un atto di pianificazione
commerciale, è comunque un atto di pianificazione, verrà redatto da
un professionista, verrà magari discusso, visto prima nelle opportune
sedi - in capigruppo o quello che è, in maggioranza - poi viene
discusso in Consiglio comunale e il Consiglio comunale lo può anche
bocciare, come abbiamo deciso stasera, magari di non presentarlo e
ritirarlo per un maggiore approfondimento. Il Consiglio comunale è
sovrano sulla materia.
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Cons. BARACCHINI Claudio …… a valutare, in questo caso, ad impegnarsi
a valutare il Piano comunale di illuminazione. Perché il Consiglio
comunale delibera di impegnarsi ad approvare: significa che,
approvando questo, ci impegniamo a valutare anche il Piano.
Sindaco BERGAGNA Stefano Ma, se mi hanno chiesto, se il bando
regionale mi ha chiesto questo, è chiaro che devo anche approvare il
Piano, se me lo finanziano. Sì, ho capito, ma adesso non possiamo ……
Sul piano filosofico potrei anche darle ragione, ma sulla delibera
lasciamo approvare. (Voci confuse). Non facciamo polemica per niente.
(Voci confuse). Sì, sta facendo polemica. (Voci confuse). Ma non è
vero. Allora, il Piano viene discusso, poi, modificato, emendato,
cambiato e ricambiato, viene votato e approvato, cioè deve essere
approvato. Se c’è il contributo, deve anche …… Cioè, non stiamo
parlando mica di un qualcosa di fantascientifico che non può ……
Allora, per essere più chiaro, per questa quisquilia, se noi cambiamo
la parola, arriva il funzionario regionale, che è un teorico quanto
lei, e dice: no, la legge dice approvare e questi hanno scritto
discutere, per cui il contributo non glielo do. Punto.
Cons. BARACCHINI Claudia …… e non è sicuramente così.
Sindaco BERGAGNA Stefano E io le dico che è così, perché ho più
esperienza di lei in materia. Per cui decido io.
Cons. BARACCHINI Claudia Il teorico di solito è lei, e in questo
momento ne sta dando conferma. Io ho sottolineato e ho precisato che
approvare non è valutare. Allora, se il Consiglio ……
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Cons. AITA Sonia Non si può mettere valutare e approvare?
Cons. BARACCHINI Claudia Allora, se il Consiglio …… E’ banale, è
proprio banale. Voi siete in maggioranza, voglio dire ……
Sindaco BERGAGNA Stefano Bon, la proposta rimane come allegata agli
atti, con quell’integrazione che ho detto io, cioè nel caso venga
finanziato. (Voci confuse). Il gruppo di lavoro non c’entra con la
delibera. Ma quanti gruppi di lavoro volete fare? (Voci confuse).
Gruppo di lavoro è una parola grossa: faremo qualche incontro
dedicato. Facciamo degli incontri dedicati. (Voci confuse). Lui sta
lavorando, ma non ha bisogno di gruppi di lavoro. Faremo degli
incontri dedicati. (Voci confuse). No, perché la sfiducia? (Voci
confuse). Lui non ha bisogno del gruppo di lavoro. Facciamo degli
incontri dedicati sul tema. Va bene? Il primo entro l’anno, in
Biblioteca, dove presenteremo le centraline idroelettriche. Dopo la
presentazione del progetto della scuola. Va bene? Invece quella
modifica che diceva la Cons. Baracchini è respinta perché non vorrei
che dopo un altro teorico come lei notasse che la parola è diversa da
quella prescritta dal bando e quindi non si è adempiuto e ci respinge
la domanda. Perché fanno così in Regione. Bene, poniamo ai voti ……
Prego, la parola all’Assessore.
Ass. (interviene in friulano) …… stasera tutti parlano
di illuminazione, tutti se ne intendono. Io sono quarant’anni che
lavoro proprio sull’illuminazione. Allora, mi sembra di sentire che a
Buja non esiste l’illuminazione, è tutto mal fatto o non è stato
fatto, è tutto fatto male quello che c’è. Dobbiamo capire una cosa: è
chiaro che stanno cambiando le cose, stanno cambiando le tecnologie,
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sta cambiando tutto, ma non è che siamo proprio così male. Perché,
dico la verità, vedo Comuni messi molto peggio a livello di
illuminazione pubblica. E vedo invece un’altra cosa, che si fanno le
cose un pochino alla volta, un pochino alla volta quello che si può
fare. Chiaramente sarebbe importante che ci fosse questo Piano,
appunto perché cercare di tirar fuori un po’ di soldi perché, se non
ci sono i soldi, non si può fare. Ecco, secondo me, ritengo che il
Piano, se c’è la possibilità, vada fatto. Ecco, io ritengo che sia
corretto farlo. Al di là di tutto, che dopo, come dice il Sindaco, ci
sono cose, ci sono giri di professionisti, eccetera, comunque io
ritengo che il Piano vada fatto, vedendo che ormai le nuove
tecnologie portano ad un risparmio. Io spero che questo si possa fare
e, chiaramente, se arriveranno i soldi, come ha detto il Sindaco, si
farà, sennò andremo avanti piano piano con quello che facciamo, con
quello che possiamo fare. Ecco. Grazie.
Sindaco BERGAGNA Stefano Grazie. Altri interventi? Sennò mettiamo ai
voti. Non ci sono altri interventi. Mettiamo ai voti e concludiamo
questo Consiglio comunale.
Voti favorevoli: …… Voti contrari: …… Astenuti: n. 2 astenuti
(Baracchini e Virgilio).
Quindi la delibera viene approvata all’unanimità dei voti, con
l’astensione di n. 2 Consiglieri.
Facciamo anche la votazione per l’immediata esecutività: unanimità.
Non so, la mail è stata inviata un po’ in ritardo o non l’aveva vista
lei …… (voci confuse). Verrà portata, dai. Abbastanza rapidamente
faremo questo Consiglio comunale. Verrà portata e …… (voci confuse).
Ma Commissione di cosa? Quale Commissione? Ah, Museo. Vedremo. Non
so. E’ prevista? Io direi di cambiare anche il regolamento del Museo.
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(Voci confuse). Io direi di abrogare tutti i regolamenti e farne uno
solo per tutti. Bisogna semplificare al massimo. Troppi regolamenti,
troppe commissioni, troppe cose, troppe leggi. L’Italia si è fermata
per questo.
Cons. BARACCHINI Claudia Quindi?
Sindaco BERGAGNA Stefano Quindi il Consiglio comunale è chiuso. Buona
sera. Ci vediamo al prossimo Consiglio comunale.