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Gli adempimenti in materia di Prevenzione Incendi Dott. Arch. Giuseppe Costa Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Treviso ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE MAX PLANCK Sicurezza negli Ambienti Scolastici

Sicurezza negli Ambienti Scolastici · L’obiettivodella norma è quello di fornire: “icriteri di sicurezza antincendio da applicare negli edifici e nei locali adibiti a scuole

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Gli adempimenti in materia di Prevenzione Incendi

Dott. Arch. Giuseppe Costa Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Treviso

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE MAX PLANCK

Sicurezza negli Ambienti Scolastici

La scuola, come luogo di educazione, maanche come riferimento stabile e quotidianoper le nuove generazioni, deve sapergarantire condizioni ottimali di sicurezza perstudenti, insegnanti, operatori scolastici,nonché per tutti coloro che ne usufruiscono.

La sicurezza nella scuola, quindi, si fonda:

efficienza degli impianti;

stabilità delle strutture;

precauzioni che debbono essere prese;

atteggiamenti da assumere in determinate situazioni di pericolo;

capacità degli adulti di essere d'esempio ai giovani;

conoscenza, formazione e informazione.

Quindi i problemi della sicurezza negli ambienti scolastici vanno

ricondotti a due aspetti fondamentali:

il primo vede la scuola come un ambiente dedicato ai giovani e,

quindi, un luogo che dovrebbe essere pensato e costruito secondo le

loro particolari esigenze;

il secondo individua in questa un’istituzione chiave per un

processo educativo che guidi verso una nuova cultura di sicurezza,

un nuovo modo di pensare, agire, atteggiarsi, per il quale la tutela

della propria persona e quella degli altri assuma il ruolo di valore

prioritario ed irrinunciabile.

Questo secondo aspetto risulta funzionale al primo, in quanto un

processo educativo volto alla creazione di una cultura della sicurezza

si può realizzare solo in un ambiente a sua volta sicuro.

Questo principio della sicurezza dovrebbe esprimere

l’identità e l’obiettivo di ogni istituzione scolastica.

Infatti nella carta dei servizi della scuola (D.P.C.M. 7 giugno

1995, punto 9.1) emerge:

“L’ambiente scolastico deve essere pulito, accogliente

e sicuro. Le condizioni igieniche e di sicurezza dei

locali e dei servizi devono essere tali da garantire una

permanenza a scuola confortevole per gli alunni e le

persone.”

Per regolamentare gli aspetti della sicurezza al fuoco nel

campo dell’edilizia scolastica è stato emanato il Decreto

Ministeriale 26 agosto 1992 - “Norme di prevenzione incendi

per l’edilizia scolastica” –

L’obiettivo della norma è quello di fornire:

“i criteri di sicurezza antincendio da applicare negli edifici e nei

locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado allo

scopo di tutelare l’incolumità delle persone e salvaguardare i

beni contro il rischio di incendio”

Sicurezza negli Ambienti Scolastici

Prevenzione degli Incendi

Sicurezza negli Ambienti Scolastici

Prevenzione degli Incendi

Gestire correttamente la sicurezza antincendio nelle scuole,

comporta:

Realizzare le misure di carattere strutturale e impiantistico

nel rispetto delle norme vigenti.

Quindi è necessario capire:

Quali sono le attività soggette al controllo dei Vigili del

Fuoco in un plesso scolastico?

Quali sono le procedure da mettere in atto qualora siano

presenti attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco?

Cosa comporta?

Qual è il ruolo del Dirigente Scolastico?

PREVENZIONE INCENDI

NUOVO REGOLAMENTO

IL DPR 151/11 individua ottanta attività soggette aicontrolli di prevenzione incendi.

Nella definizione delle attività già contemplate dal DM16/02/82 sono state apportate delle modifiche .

Tra le modifiche apportate alcune riguardano anche ilcomparto scolastico.

DM 16/02/82 DPR 151/11

85- Scuole di ogni ordine, grado e

tipo, collegi, accademie e simili per

oltre 100 persone presenti

67 - Scuole di ogni ordine, grado e tipo,

collegi, accademie con oltre 100 persone

presenti.

Asilo nido con oltre 30 persone presenti

A - fino a 150 persone

B - oltre 150 e fino a 300 persone; asili nido.

C - oltre 300 persone

83- Locali di spettacolo e di

trattenimento in genere con

capienza superiore a 100 posti

65 - Locali di spettacolo e di trattenimento in

genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia

a carattere pubblico che privato con capienza

superiore a 100 persone, ovvero di superficie

lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2 .

A- fino a 200 persone

B - oltre 200 persone

(Sono escluse le manifestazioni temporanee, di

qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi

aperti al pubblico.)

PREVENZIONE INCENDINUOVO REGOLAMENTO

PREVENZIONE INCENDINUOVO REGOLAMENTO

DM 16/02/82 DPR 151/11

43- Depositi di carta, cartoni e prodotti

cartotecnici nonchè depositi per la

cernita della carta usata, di stracci, di

cascami e di fibre tessili per l'industria

della carta con quantitativi superiori a

50 q.li

34 - Depositi di carta, cartoni e prodotti

cartotecnici, archivi di materiale

cartaceo, biblioteche, depositi per la

cernita della carta usata, di stracci di

cascami e di fibre tessili per

l'industria della carta, con

quantitativi in massa superiori a 5.000

kg.

B - fino a 50.000 kg

C - oltre 50.000 kg

91- Impianti per la produzione del

calore alimentati a combustibile

solido, liquido o gassoso con

potenzialità superiore a 100.000 Kcal/h

74 -Impianti per la produzione di calore

alimentati a combustibile solido,

liquido o gassoso con potenzialità

superiore a 116 kW

A - fino a 350 kW

B - oltre 350 kW e fino a 700 kW

C - oltre 700 kW

Art. 3 - Valutazione dei progetti

1. Gli Enti ed i privati responsabili delle attività di cui

all'Allegato I, categorie B e C, sono tenuti a richiedere,

con apposita istanza, al Comando l'esame dei progetti di

nuovi impianti o costruzioni nonché dei progetti di

modifiche da apportare a quelli esistenti, che

comportino un aggravio delle preesistenti condizioni di

sicurezza antincendio.

NUOVO REGOLAMENTO

DPR n.151/11

Art. 4 - Controlli di prevenzione incendi

1. Per le attività di cui all'Allegato I del presenteregolamento, l'istanza di cui al comma 2 dell'articolo 16del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 (“Il certificato diprevenzione incendi è rilasciato dal competente Comando provincialedei Vigili del Fuoco, su istanza dei soggetti responsabili delle attivitàinteressate….”), è presentata al Comando, prima

dell'esercizio dell'attività, mediante SegnalazioneCertificata di Inizio Attività, corredata dalladocumentazione prevista dal decreto di cui all'articolo 2,comma 7, del presente regolamento. Il Comando verificala completezza formale dell'istanza, delladocumentazione e dei relativi allegati e, in caso di esitopositivo, ne rilascia ricevuta.

NUOVO REGOLAMENTO

DPR n.151/11

ADEMPIMENTI

Scuole di ogni grado, ordine e tipo

con più di 100 persone

Per le scuole pubbliche chi deve richiedere la SCIA

Dirigente

Scolastico

Ente

proprietario

dell’edificioO

Norme di

prevenzione incendi

per l’edilizia

scolastica

D.M. 16/2/82

Attività soggette al

controllo dei Vigili del

Fuoco

DPR 151/2011

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE

DEL CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Quesito dell’Ufficio

Scolastico Piemontese

2) « Se vi siano nell’ambito

dell’applicazione della

normativa antincendio,

strumenti giuridico/normativi

per distinguere la titolarità

dell’attività scolastica, che

attiene alla ge4stione delle

condizioni di esercizio, dalla

titolarità del procedimento

per l’ottenimento del CPI e

quali siano le conseguenti

attribuzioni di

responsabilità»

Risposta dell’Avvocatura generale

dello Stato in data 14/12/2010

Diversamente da quanto

prospettato dall’Avvocatura di

Torino, il riparto delle competenze

tra Enti Locali e Dirigenti Scolastici

non vede quest ’ ultimi tenuti a

chiedere il CPI ai VV.F. per gli

immobili di cui le amministrazioni

territoriali abbiano la proprietà, il

tutto ai sensi del D. Lgs. 08/03/2006,

n139, art. 16,co 2, e del DPR

12/01/1998,n.37,art,1.

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 13.12.2010

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE DEL

CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Quesito dell’Ufficio

Scolastico Piemontese

3) «Quali strumenti giuridici

di tutela della propria

posizione giuridica di

responsabilità, il Dirigente

Scolastico può adottare in

caso di inerzia dell’Ente

Locale a fronte di messa a

norma dell’edificio

scolastico per

l ’ ottenimento del CPI,

tenendo presente che il

Dirigente scolastico deve

garantire la continuità del

servizio scolastico»

Risposta dell’Avvocatura

generale dello Stato in data

14/12/2010

Stante la competenza degli Enti

Locali quanto alla richiesta del

CPI, in riferimento all’art.5 del

DM 29 settembre 1998, n. 382,

laddove il Dirigente Scolastico,

riscontra una deficienza nelle

strutture adibite a scuola, ivi

compresa la mancanza del CPI,

è esonerato da qualsiasi forma

di responsabilità a seguito della

segnalazione all’Ente citato.

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 13.12.2010

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE DEL

CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Quesito dell’Ufficio Scolastico

Piemontese

5) « Se nei casi in cui in un

edificio vengono allocate

diverse scuole con a capo

differenti dirigenti e quindi

nell ’ edificio si trovino più

gestori, ogni Dirigente

Scolastico risulti responsabile

della gestione dei soli locali e

dell’area di pertinenza della sua

scuola, mentre la responsabilità

della rispondenza dell’intero

edificio alla normativa vigente in

materia di agibilità e sicurezza

sia l‘Ente locale, individuato

dalla normativa Ente obbligato

alla manutenzione e messa a

norma dell’edificio»

Risposta dell’Avvocatura generale dello

Stato in data 14/12/2010

In relazione ai plessi scolastici con più

istituti all’interno, si ribadisce la

competenza unica dell’Ente Locale o dei

diversi Enti locali competente/ a

chiedere il CPI, a seconda che, ad es.

l’edificio ospiti due scuole primarie, la

cui manutenzione ordinaria e

straordinaria spetta al Comune, oppure

una scuola primaria ed una secondaria

superiore, la cui manutenzione spetta

invece rispettivamente al Comune e

Provincia.

E’ quindi il titolare dell’immobile che

dovendo garantire la destinazione

d ’ uso, provvederà a fare istanza di

rilascio del CPI.

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 13.12.2010

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE

DEL CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 15.02.2012

Primo quesito:

« Quale sia l’interpretazione

univoca riguardo l ’ esatta

attribuzione della titolarità

degli adempimenti previsti

dalla normativa antincendi

per gli edifici scolastici,

posto che, a dire del

Ministero dell’Interno,

l’Avvocatura Distrettuale di

Bologna con consultazione

del 23.10.2002 si era

espressa in termini difformi

dal parere in oggetto

(13.12.2010)»

Viene puntualizzato che l’Avvocato

Generale dello Stato è il solo a

risolvere le divergenze di parere sia

tra gli uffici Distrettuali

dell’Avvocatura dello Stato, sia tra

questi e le singole amministrazioni.

Da ciò emerge che, qualsiasi sia

stato l ’ orientamento delle

Avvocature Distrettuali, ovvero delle

Amministrazioni dello Stato prima

del parere del 13.12.2010, è

quest’ultimo che determina

l ’ indirizzo univoco in materia di

procedure di rilascio del CPI per gli

edifici scolastici.

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE

DEL CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 15.02.2012

Secondo quesito:

« Rilevanza della

normativa sopravvenuta

di cui al DPR 01.08.2011

n.151.»

La nuova legislazione pur

importando rilevanti novità circa

le pratiche per l’acquisizione del

CPI, non ha introdotto

modificazioni in ordine alla

legittimazione attiva

procedimentale, rimanendo

questa in capo agli « enti ed ai

privati responsabili delle attività»

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE

DEL CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 15.02.2012

terzo quesito:

«Quale sia il riparto

di competenze tra

Ente locale (comune

e Provincia) e

Dirigente

Scolastico»

Come evidenziato nel parere del 13.12.2010,

l’ istanza per il rilascio del CPI, sia pure

sotto forma di segnalazione certificata di

inizio di attività (SCIA) deve essere fatta dal

titolare dell’attività.

Ai Dirigenti Scolastici spetta la gestione

concreta dell’attività di insegnamento, con

esclusione di ogni incombenza inerente " la

destinazione di determinati locali a sede di

scuole" (Cassazione,Sez.Trib, 18.04.2000,

n.4944; Cassazione, Sez.I, 09.2004,n.17617)

Sugli Enti locali grava l ’ obbligo di

provvedere alla manutenzione ordinaria e

straordinaria degli edifici pubblici adibiti a

scuola, vale a dire il dovere di rendere

l ’ immobile idoneo all’uso scolastico, il

tutto ai sensi dell’art. 3,co 1, legge 11

gennaio 1996,n.23. Continua……..

Legge 11 gennaio 1996, n. 23(in GU n. 15 -Serie generale- del 19 gennaio 1996)

Norme per l'edilizia scolastica

Art. 1.- Finalità1. Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema

scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo

qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle

dinamiche formative, culturali, economiche e sociali.

2. La programmazione degli interventi per le finalità di cui al comma 1 deve garantire:

a) il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza

delle diverse regioni entro la media nazionale;

b)la riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore

storico-monumentale;

c) l'adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;

d) l'adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di

riforma degli ordinamenti e dei programmi, all'innovazione didattica e alla

sperimentazione;

e) una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con

riferimento agli andamenti demografici;

f) la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;

g) la piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività.

Legge 11 gennaio 1996, n. 23 - Norme per l'edilizia scolastica

Art. 3.- Competenze degli enti locali

1.In attuazione dell'articolo 14, comma 1, lettera i), della legge 8 giugno

1990, n. 142, provvedono alla realizzazione, alla fornitura e alla

manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici:

a) i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;

b) le province, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria

superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, di conservatori di musica, di accademie, di

istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali.

2. In relazione agli obblighi per essi stabiliti dal comma 1, i comuni e le province provvedono

altresì alle spese varie di ufficio e per l'arredamento e a quelle per le utenze elettriche e

telefoniche, per la provvista dell'acqua e del gas, per il riscaldamento ed ai relativi impianti.

3. Per l'allestimento e l'impianto di materiale didattico e scientifico che implichi il rispetto

delle norme sulla sicurezza e sull'adeguamento degli impianti, l'ente locale competente è

tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio preventivo sull'adeguatezza dei locali

ovvero ad assumere formale impegno ad adeguare tali locali contestualmente

all'impianto delle attrezzature.

4. Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche, su loro

richiesta, funzioni relative alla manutenzione ordinaria degli edifici destinati ad uso scolastico. A

tal fine gli enti territoriali assicurano le risorse finanziarie necessarie per l'esercizio delle funzioni

delegate.

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE

DEL CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 15.02.2012

terzo quesito:

«Quale sia il riparto

di competenze tra

Ente locale (comune

e Provincia) e

Dirigente Scolastico»

In conclusione, a parere dell’Avvocatura

Generale dello Stato si riconferma che,

dal momento che il CPI attiene alla

destinazione dei locali pubblici rispetto

all’uso scolastico, l’istanza del rilascio

dello stesso, oggi sotto forma di SCIA, è

posta a carico degli Enti Locali, i quali

dovrebbero attivarsi anche d’ufficio.

Per converso, i Dirigenti Scolastici sono

comunque titolari di un generico dovere

di sorveglianza sulla sicurezza

dell’ambiente scolastico e dunque

devono segnalare all’Ente Locale

competente l’eventuale mancanza della

certificazione antincendio

Decreto Ministeriale 29 settembre 1998, n. 382(Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze negli

istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado, ai fini delle norme

contenute nel decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive

modifiche ed integrazioni

Art. 5. Raccordo con gli enti locali

1Il datore di lavoro, ogni qualvolta se ne presentino le esigenze, deve

richiedere agli enti locali la realizzazione degli interventi a carico degli

enti stessi, ai sensi dell'articolo 4,comma 12, primo periodo, del decreto

legislativo n. 626; con tale richiesta si intende assolto l'obbligo di

competenza del datore di lavoro medesimo, secondo quanto previstodal

secondo periodo dello stesso comma 12.

2Nel caso in cui il datore di lavoro, sentito l'eventuale responsabile del servizio di

prevenzione e di protezione, ravvisi grave ed immediato pregiudizio alla sicurezza ed

alla salute dei lavoratori e degli allievi adotta, sentito lo stesso responsabile, ogni

misura idonea a contenere o eliminare lo stato di pregiudizio, informandone

contemporaneamente l'ente locale per gli adempimenti di obbligo.

3L'autorità scolastica competente per territorio promuove ogni opportuna iniziativa di

raccordo e di coordinamento tra le istituzioni scolastiche ed educative e gli enti locali ai

fini dell'attuazione delle norme del presente decreto.

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE DEL

CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Parere Avvocatura Generale dello Stato del 15.02.2012

quarto quesito - lettera B

Peraltro, in virtù della coversione della domanda per il rilascio del CPI in

SCIA (art. 19 legge 241/1990 e s.m.s; art. a, comma 1, DPR n 151/2011),

una volta inviata la Segnalazione Certificativa di Inizio Attività ai Vigili

del Fuoco da parte dell’Ente locale competente, l’attività scolastica può

essere liberamente esercita, salvo i provvedimenti inibitori che i Vigili

del Fuoco dovessero adottare nei modi e nei termini di cui all’art. 4,

commi 2 e 3, del DPR 151/2011.

E’ altresì evidente che, in presenza di una situazione di pericolo

l’attività scolastica non può che essere sospesa, anche a prescindere

dal provvedimento del Sindaco riguardante la chiusura o meno

dell’immobile .

ATTRIBUZIONE DI TITOLARITA’ DELLE PROCEDURE

DELLE PRATICHE FINALIZZATE ALL’ACQUISIZIONE DEL

CPI DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

In concreto

I Dirigenti scolastici non sono gravati da alcuna forma di responsabilità

in merito alla richiesta o meno del CPI.

Risulta senza dubbio opportuno che i Dirigenti Scolastici, laddove

ravvisino la mancanza del CPI, chiedano e, se del caso, diffidino l’Ente

Locale ad attivarsi per ottenere il rilascio del CPI da parte dei VV.F.

In quanto,

il Certificato di Prevenzione Incendi, ai sensi dell’art. 16 del D. Lgs 8

marzo 2006, n. 139, attesta il rispetto delle prescrizioni previste dalla

normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di

sicurezza antincendio……..

Comunque, su segnalazione dei Dirigenti scolastici, i Vigili del Fuoco, ai

sensi dell’art.1 D.Lgs.139/2006, devono verificare l’esistenza di pericoli

imminenti, ai fini antincendio con riferimento all’edificio adibito a

scuola.

Quadro normativo:

indice tematico

D.M. 18/12/75

D.M. 8/3/85

Guida CEI 64-52

D.P.R. 380/01

D.M. 26/8/92

Norme tecniche

Norme tecniche e indici minimi di funzionalità

didattica, edilizia ed urbanistica

Misure più urgenti ed essenziali di

prevenzione incendi per il rilascio del Nulla

Osta Provvisorio

Regola tecnica di prevenzione incendi per

l’edilizia scolastica

Norme di buona tecnica in materia di impianti

per l’edilizia scolastica

Quadro normativo:

indice tematico

D.M. 10/3/98

D.M. 382/98

D.Lgs. 81/08

Sicurezza sul lavoro

Criteri per la valutazione del rischio di

incendio negli ambienti di lavoro

Norme per l’individuazione delle particolari

esigenze nelle scuole ai fini del D.Lgs. 626/94

Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro

Obblighi di natura

strutturale

Ente proprietario

dell’edificio

Obblighi di natura

gestionale

Dirigente

Scolastico

RIASSUMENDO

Norme tecniche

Sicurezza sul lavoro

+

Norme tecniche

Procedimento

amministrativo

D.P.R. 151/2011

S.C.I.A.

Certificato di

Prevenzione Incendi

I procedimenti e le sanzioni

Procedimento

penale

D.Lgs. 81/08

D.Lgs. 758/94

Strutture R/REI 30

Impianti elettrici a regola d’arte

Congruo dimensionamento delle vie di esodo

Reazione al fuoco dei materiali

Estintori

Segnaletica di sicurezza

Scuole con meno di 100 persone

D.M. 26/8/92

Requisiti di ubicazione e di accesso all’area

Comportamento al fuoco degli elementi strutturali e dei materiali di arredo

Congruo dimensionamento delle vie di esodo

Spazi per esercitazioni e per attività parascolastiche

Servizi tecnologici

Apparecchiature ed impianti di protezione antincendio

Obblighi di natura strutturale

D.M. 26/8/92

Scuole esistenti

Adeguamento edifici

scolastici esistenti

alla data di entrata in vigore

del D.M. 26/8/92

Art. 13 13.1 scuole successive alla data di entrata in vigore del D.M. 18/12/75

13.2 scuole preesistenti alla data di entrata in vigore del D.M. 18/12/75

Scuole preesistenti

al D.M. 18/12/75

Scuole successive

al D.M. 18/12/75

Resistenza al fuoco

delle strutture

Reazione al fuoco

dei materiali

Scale

Misure per

l’evacuazione

Spazi a rischio

specifico e impianti

Mezzi di

spegnimento

Scuole esistenti

Documento di Valutazione del rischio incendio

Individuazione delle misure compensative

Informazione sui rischi residui

Designazione dei lavoratori addetti alla lotta

antincendio

Formazione alla lotta antincendio ed alla gestione

dell’emergenza

Piano di emergenza e informazione sulle istruzioni

operative

Esercitazioni

Misure di sorveglianza e controllo

Osservanza norme di esercizio (p.to 12 D.M. 26/8/92)

Obblighi di natura gestionale

D.Lgs. 81/08 – D.M. 10/3/98 – p.to 12 D.M. 26/8/92

A cura del titolare dell'attività dovrà essere

predisposto un registro dei controlli periodici ove

sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi

all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione

di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi

di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio

specifico e dell'osservanza della limitazione dei

carichi d'incendio nei vari ambienti dell'attività.

Tale registro deve essere mantenuto costantemente

aggiornato e disponibile per i controlli da parte

dell'autorità competente.

Obblighi di natura gestionale

p.to 12 D.M. 26/8/92 - Norme di esercizio

Deve essere predisposto un piano di emergenza e

devono essere fatte prove di evacuazione, almeno

due volte nel corso dell'anno scolastico.

Le vie di uscita devono essere tenute

costantemente sgombre da qualsiasi materiale.

È fatto divieto di compromettere l'agevole apertura

e funzionalità dei serramenti delle uscite di

sicurezza, durante i periodi di attività della scuola,

verificandone l'efficienza prima dell'inizio delle

lezioni.

Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono

essere controllati periodicamente in modo da

assicurare la costante efficienza.

Obblighi di natura gestionale

p.to 12 D.M. 26/8/92 - Norme di esercizio

Nei locali ove vengono depositate o utilizzate sostanze

infiammabili o facilmente combustibili è fatto divieto di

fumare o fare uso di fiamme libere.

I travasi di liquidi infiammabili non possono essere

effettuati se non in locali appositi e con recipienti e/o

apparecchiature di tipo autorizzato.

Nei locali della scuola, non appositamente all'uopo

destinati, non possono essere depositati e/o utilizzati

recipienti contenenti gas compressi o liquefatti. I liquidi

infiammabili o facilmente combustibili e/o le sostanze che

possono comunque emettere vapori o gas infiammabili,

possono essere tenuti in quantità strettamente necessarie

per esigenze igienico-sanitarie e per l'attività didattica e di

ricerca in corso come previsto al punto 6.2.

Obblighi di natura gestionale

p.to 12 D.M. 26/8/92 - Norme di esercizio

Al termine dell'attività didattica o di ricerca, l'alimentazione

centralizzata di apparecchiature o utensili con combustibili

liquidi o gassosi deve essere interrotta azionando le

saracinesche di intercettazione del combustibile, la cui

ubicazione deve essere indicata mediante cartelli segnaletici

facilmente visibili.

Negli archivi e depositi, i materiali devono essere depositati in

modo da consentire una facile ispezionabilità, lasciando corridoi

e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90 m.

Eventuali scaffalature dovranno risultare a distanza non

superiore a m 0,60 dall'intradosso del solaio di copertura.

Il titolare dell'attività deve provvedere affinché nel corso della

gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza. Egli

può avvalersi per tale compito di un responsabile della

sicurezza, in relazione alla complessità e capienza della

struttura scolastica.

Obblighi di natura gestionale

p.to 12 D.M. 26/8/92 - Norme di esercizio

OBIETTIVO: disporre di procedure organizzative e di un

sistema di verifica programmata dei dispositivi e delle

misure antincendio e di una squadra antincendio formata

SOGGETTI COINVOLTI: DS, DSGA, RLS, referenti di plesso,

addetti e coordinatore antincendio, personale scolastico

PARTECIPAZIONE STUDENTI: gli studenti degli istituti

superiori possono partecipare con gli addetti antincendio

alle verifiche periodiche; può anche essere prevista la loro

formazione come addetti antincendio

STRUMENTI DISPONIBILI: modello di piano, scheda

controlli antincendio, check list monitoraggio

GESTIONE ANTINCENDIO

Le 7 tappe del processo

1. Formulazione del piano

2. Nomina e attribuzione degli incarichi agli addetti e al

coordinatore

3. Organizzazione della formazione degli addetti

4. Informazione del personale sull’organizzazione

dell’antincendio

5. Organizzazione controlli antincendio

6. Formalizzazione del piano

7. Monitoraggio e valutazione delle procedure di controllo

GESTIONE ANTINCENDIO

Formulazione del piano

DEFINIREcompiti e criteri di individuazione di addetti, risorse, procedure

organizzative per sede/plesso

GESTIONE ANTINCENDIO

PREDISPORREil piano

referenti

di plessoRLS

RLS

PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO A SCUOLA

Chi definisce il

piano

Dirigente scolastico, RSPP

Condiviso con Addetti alla prevenzione incendi e alla lotta antincendio,

RLS

Criteri di

individuazione

degli addetti

Personale scolastico vario (meglio se tecnico o

ausiliario), attività prevalente in ambienti a maggior

rischio d ’ incendio, precedenza per competenze

preesistenti, precedenza per competenze tecniche di

base, conoscenza di tutti i luoghi dell’edificio scolastico

Come addestrare

gli addetti

< 300 presenze contemporanee: corso di formazione di

8 ore, senza esame di idoneità tecnica

>1.000 presenze contemporanee: corso di formazione di

16 ore con esame di idoneità tecnica

Per i corsi in regime di convenzione con i VV.F.

(convenzione MIUR/MI).

In tutti i casi corso di 8 ore in presenza più altre 8 ore su

CD multimediale ed esame di idoneità tecnica

obbligatoria, oltre ad esercitazioni pratiche

(spegnimento fuoco) una volta all’anno (DM 10/3/98)

PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO A SCUOLA

Come informare

i lavoratori e gli

allievi del piano

Comunicazione in occasione di un Collegio docenti a

settembre (docenti)

Incontro ad inizio a.s. (personale ATA)

Breve lezione in aula all’inizio dell’a.s. (studenti di

tutte le classi)

Pieghevole illustrativo (da distribuire a tutti gli studenti)

Dotazione degli

addetti

Solo per le esercitazioni pratiche annuali si forniscono

agli addetti:

tuta ignifuga;

guanti ignifughi;

elmetto con visiera.

(se non disponibili, i materiali possono anche essere presi

a noleggio)

Per le altre attività previste dal piano (sorveglianza,

controllo periodico e manutenzione) si forniscono agli

addetti:

check-list per i controlli periodici;

istruzioni scritte per la sorveglianza;

cronogramma delle attività da svolgere.

Squadra

antincendio

La squadra antincendio è composta da tutti gli addetti

nominati per l’a.s. in corso ed è diretta da un coordinatore

Compiti del coordinatore:

definire compiti specifici da attribuire ai singoli componenti

della squadra;

definire il cronogramma delle attività da svolgere;

verificare l’attuazione dei compiti attribuiti ai singoli addetti;

raccogliere tutte le informazioni derivanti dall’attività di

sorveglianza e controllo periodico, programmando gli

interventi di manutenzione ordinaria e, se necessario,

straordinaria;

all’occorrenza, indire una riunione tra tutti gli addetti;

partecipare alle riunioni periodiche del SPP (di cui è

opportuno faccia parte);

raccogliere i bisogni di aggiornamento degli addetti;

fornire suggerimenti ed indicazioni utili all’acquisto dei

materiali e delle attrezzature necessarie alla squadra;

rappresentare il riferimento per le ditte esterne che operano

per conto dell’istituto nel campo dell’antincendio;

mantiene aggiornato il Registro dei controlli periodici

antincendio

PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO A SCUOLA

Nomina e attribuzione degli incarichi agli addetti e al coordinatore

DESIGNAREaddetti

GESTIONE ANTINCENDIO

RLSDS,

DSGA

INDIVIDUAREil coordinatore

addetti

antincendio

Organizzazione della formazione degli addetti

ILLUSTRAREa addetti e coordinatorei rispettivi compitie il piano di evacuazione

GESTIONE ANTINCENDIO

DEFINIRE

il programma del corso di

formazione

+

ORGANIZZARE

gli incontri del corso

RLS

agenzia

formativa

Informazione del personale sull’organizzazione dell’antincendio

ORGANIZZARE

iniziative di informazione

di lavoratori e studenti

sull’organizzazione dell’antincendio

nell’istituto

GESTIONE ANTINCENDIO

coordinatore,

RLS

Organizzazione controlli antincendio

DEFINIRE

scheda, criteri e modalità di controllo,

piano dei controlli e modalità di

verifica dell’applicazione delle

procedure organizzative

GESTIONE ANTINCENDIO

ORGANIZZARE

i controlli

coordinatore

coordinatore,

squadra

antincendio

ESEMPIO DI CHECK LIST PER I CONTROLLI PERIODICI ANTINCENDIO

INTESTAZIONE ISTITUTO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

LISTA DI CONTROLLO ANTINCENDIO

ZONA: ________________________________________

(vedi Registro dei controlli periodici)

INCARICATO: ________________________________

ANNO SCOLASTICO: __________________________

NIENTE DA SEGNALARE

LISTA DI CONTROLLO ANTINCENDIO

EVENTUALI SEGNALAZIONI (danni materiali evidenti, impossibilità d'uso,

funzionamento impedito, assenza di parti essenziali, segni evidenti di usura, ostacoli fissi

sui percorsi, ecc.)

IMPIANTI TECNOLOGICI

Magnetotermici ____________________________________________________________

Differenziali ___________________________________________________________

Prese di corrente ___________________________________________________________

Prese multiple_______________________________________________________________

Prolunghe volanti __________________________________________________________

Quadri elettrici _____________________________________________________________

Apparecchiature elettriche ____________________________________________________

Lampade di emergenza _____________________________________________________

Rubinetti del gas ___________________________________________________________

Tubi del gas ________________________________________________________________

Altro ______________________________________________________________________

LISTA DI CONTROLLO ANTINCENDIO

PRESIDI ANTINCENDIO

1. Estintori portatili ________________________________________________

2. Idranti a parete___________________________________________________

3. Pulsanti allarme manuale _________________________________________

4. Cartelli antincendio ______________________________________________

5. Altro ___________________________________________________________

__________________________________________________________________

VIE D'ESODO

Corridoi e percorsi interni _____________________________________________

Scale interne _______________________________________________________

Percorsi esterni ____________________________________________________

Scale esterne ______________________________________________________

Porte d'uscita ______________________________________________________

Punti di raccolta ____________________________________________________

Cartelli di sicurezza __________________________________________________

Planimetria________________________________________________________

Altro ______________________________________________________________

__________________________________________________________________

Data: ____________________ Firma:

___________________________________

Per ricevuta: ________________________________

Periodicità Tipo di operazione Dispositivo Personale

giornaliero sorveglianza vie di fuga interno

1 mese verifica centrale termica

porte tagliafuoco

segnaletica di sicurezza

ricetrasmittenti

Interno

3 mesi verifica estintori a polvere

estintori a CO2

vie di fuga

rete idrica – cassette a manichette

rete idrica – saracinesche

allarme acustico

interno

6 mesi verifica archivi

illuminazione di sicurezza

impianto di rilevazione incendi

cabina elettrica

interno

estintori a polvere

estintori a CO2

rete idrica – pompe e vasche

ditta esterna

1 anno manutenzione rete idrica – cassette e manichette

rete idrica – saracinesche

rete idrica – pompe, vasche e serbatoi

rete idrica – prova di flusso

ditta esterna

3 anni manutenzione estintori a polvere ditta esterna

5 anni manutenzione estintori a CO2 ditta esterna

Esempio di registro dei controlli periodici

Formalizzazione del piano

GESTIONE ANTINCENDIO

INSERIRE

il piano nel piano di emergenza della

scuola DS RLS

Monitoraggio e valutazione delle procedure di controllo

GESTIONE ANTINCENDIO

VALUTARE

l’efficienza delle procedure

+

APPORTARE

eventuali correzioni

coordinatore

Monitoraggio e valutazione delle procedure di controllo

GESTIONE ANTINCENDIO

• I controlli rispettano la periodicità

stabilita?

• Il coordinatore della squadra antincendio

segnala tempestivamente eventuali

deficienze al SPP?

Check list

Le 4 tappe del processo

1. Formulazione e organizzazione del piano

2. Informazione del personale e degli studenti

sull’organizzazione dell’evacuazione

3. Formalizzazione del piano

4. Monitoraggio e valutazione delle procedure di

evacuazione

PIANO D’EVACUAZIONE

OBIETTIVO: disporre di un piano di evacuazione

SOGGETTI COINVOLTI: DS, RLS, referenti di

plesso, coordinatore antincendio, coordinatore PS,

coordinatori classe, Ufficio Tecnico, lavoratori

PARTECIPAZIONE STUDENTI: il SPP può

coinvolgere gli studenti degli istituti superiori in

fase di predisposizione del piano, della

cartellonistica e di strumenti informativi sulle

procedure per i compagni delle prime

STRUMENTI DISPONIBILI: fasi di progettazione

PIANO D’EVACUAZIONE

Formulazione e organizzazione del piano

DEFINIREcriteri e requisiti del piano, informazioni da acquisire relative all’edificio

PIANO D’EVACUAZIONE

PREDISPORREil piano

referenti di plesso,

coordinatori PS e

antincendio

RLS

I^ FASE

RACCOLTA DELLE

INFORMAZIONI

•• Planimetrie aggiornate degli edifici

• Rilievo topografico area esterna

• N. allievi, docenti, ATA

• Nomi degli ambienti (ev. definire)

• Localizzazione percorsi esterni fissi

• Destinazione d'uso ambienti

• Criteri gestione genitori/persone estranee

• N. incaricati PS, addetti SA

• Criteri gestione centralino

• Individuazione uscite NON di sicurezza

• Larghezza uscite e porte interne

• Larghezza scale interne/esterne

• Larghezza minima strettoie

•• 1 modulo (M) = 0,60 m

• Larghezza minima percorso = 0,80 m

• Lunghezza massima percorso = 60 m

• Capacità di deflusso = 60 pp/M

• Individuazione ambienti "a presenze trascurabili"

• Meglio non più di 2 file parallele

• Nominare tutte le uscite verso un LS

• Nominare tutte le porte interne soggette a percorsi comuni

• Nominare tutte le scale interne/esterne

• Stesura tabelle riassuntive (situazioni di criticità)

Progettazione del piano di evacuazione scolastico

PROGETTAZIONE DEL PEV

(D.M. 26/8/92, D.M. 10/3/98)

II^ FASE

DEFINIZIONE

FLUSSI D'ESODO

III^ FASE

DEFINIZIONE PERCORSI

ESTERNI E INDIVIDUAZIONE

PUNTI DI RACCOLTA

• - Analisi spazi, traffico, parcheggi, ostacoli

- Individuazione punti critici

- Razionalizzazione uso spazi esterni di

pertinenza (esigenze VVF)

- Stesura tabelle riassuntive

Progettazione del piano di evacuazione scolastico

IV^ FASE

DEFINIZIONE REGOLE

COMPORTAMENTALI ED

ELABORAZIONE ISTRUZIONI

SPECIFICHE

- Modalità d'allarme/suono d'allarme

- Regole per studenti e docenti in aula

- Regole per incaricati PS e addetti SA

- Regole per personale ATA coinvolto

- Regole per personale non coinvolto

- Ruoli DS, DSGA e collaboratori DS

- Figura del gestore dell'emergenza

- Figura del direttore delle operazioni

- Preparazione modulistica

- Individuazione n. persone coinvolte

Progettazione del piano di evacuazione scolastico

V^ FASE

ORGANIZZAZIONE

DELLA FORMAZIONE,

INFORMAZIONE E

DIVULGAZIONE

• - Programmazione incontri collettivi

- Contenuti incontri collettivi

- Predisposizione circolari interne

- Predisposizione materiali illustrativi

- Definizione criteri di esposizione planimetrie con flussi

d'esodo e punti di raccolta

- Definizione criteri di controllo sulla trasmissione delle

informazioni

VI^ FASE

RACCOLTA

INFORMAZIONI PER IL

MIGLIORAMENTO

• - Individuazione figure di osservatori

- Definizione criteri di raccolta informazioni/giudizi

(studenti, docenti, personale ATA, direttore operazioni,

DS, DSGA e collaboratori DS)

- Predisposizione cronometraggio

- Aggiornamento planimetrie/flussi d'esodo

- Collegamento con l'azione di prevenzione della SA

(esame a vista e controlli periodici)

- Sperimentazione quotidiana percorsi d'esodo

- Sperimentazione quotidiana assetto area esterna,

parcheggi, spazi liberi

ESEMPIO DI PLANIMETRIA CON VIE D’ESODO

Formulazione e organizzazione del piano

DEFINIREmodalità per organizzare le prove semestralie l’informazione di lavoratori e ospiti

PIANO D’EVACUAZIONE

STABILIREla modalità per acquisire e allestire la segnaletica e l’informazione grafica del piano

referenti di plesso,

coordinatori PS e

antincendio

Ufficio Tecnico

ORGANIZZAREiniziative di informazione (circolari, comunicazione in corso di incontri collegiali) dei lavoratori sul piano di

evacuazione

PIANO D’EVACUAZIONE

Informazione del personale e degli studenti

sull’organizzazione dell’evacuazione

PREDISPORRE sistema di informazione degli allievi sul piano di evacuazione, e l’eventuale loro coinvolgimento come osservatori in corso di simulazione

coordinatore

antincendio, RLS

coordinatori di

classe

Formalizzazione del piano

PIANO D’EVACUAZIONE

INSERIRE

il piano di evacuazione nel piano di

emergenza della scuola DS RLS

Monitoraggio e valutazione delle procedure di evacuazione

PREDISPORREstrumento per il monitoraggio (griglia controllo, ecc.) +DEFINIREmodalità e competenze in corso di simulazione

PIANO D’EVACUAZIONE

VALUTARE

l’efficienza delle procedure

+

APPORTARE

eventuali correzioni

coordinatore

antincendio

Grazie per l’[email protected]

I.T.I.S. Planck di Lancenigo di Villorba – 26 marzo 2014