14
NordestEuropa, settembre 2012 il Rapporto il Rapporto L a troppa distanza tra il mondo della ricerca scientifica e quello delle imprese continua a essere un tratto caratteristico del nostro sistema economico se, come dice la ricerca Fon- dazione Nord Est-Unicredit (2011), solo il 17,8% delle aziende italiane che investe in innovazione collabora con università e centri di ricerca (16,2% a Nordest). La debolezza di tale legame ha almeno due impatti negativi immediati: limita la propensione innovativa delle imprese pic- cole e medie (ovvero, della quasi totalità del tessuto produttivo), rendendole meno competitive e pregiudicandone a volte la sopravvivenza; frena l’upgrade dei prodotti manifatturieri verso segmenti a maggiore contenuto di innovazione e tecnologia, che anche gli ultimi studi della Banca d’Italia suggeriscono essere porti (quasi) sicuri per smarcarsi dal confronto (perdente) con le imprese provenienti da economie low cost. Visti da Nordest, questi numeri danno seriamente di che pensare. La filiera dell’innovazione in questa macro-regione è tutt’altro che sconnessa: le policy pub- bliche (regionali e delle province auto- nome) hanno contribuito alla creazione di alcuni poli eccellenti nella ricerca e nell’innovazione; le fondazioni bancarie e altre istituzioni private investono nella selezione e nel finanziamento di buoni progetti di ricerca e nel supporto alla nas- cita di nuove imprese attorno ai risultati scientifici; le Università fanno la loro parte sia favorendo l’orientamento imprendito- riale degli scienziati, sia spingendo i propri dipartimenti ad aprirsi alla collaborazione con le imprese. Qualcuno segnala che questa filiera è troppo frammentata e va razionalizzata, ma ciò non toglie che ci siano tante menti e tante mani (forse troppe) protese per portare innovazioni alle imprese. E allora, perché permane la troppa distanza? L’idea alla base di Nordest Technol- ogy Transfer è ridurre la distanza tra i due mondi intervenendo sull’ultimo miglio che ancora li separa, portando in ogni impresa il ‘doppino’ per collegarsi alla rete dell’innovazione. Il sistema che abbiamo creato è user friendly e universale. È user friendly perché richiede ai ricer- catori di esplicitare in modo chiaro a cosa servono le innovazioni che hanno realiz- zato, quali sono i vantaggi che un’impresa può ricavare dal loro impiego e quali sono i possibili ambiti di applicazione. Ai ricerca- tori, non viene richiesto di svelare i segreti dei loro progetti, ma le ragioni per le quali qualcuno dovrebbe comprarne i risultati. Agli imprenditori, ai manager, ai profes- sionisti, invece, viene proposto di indicare quali sono le esigenze di innovazione per le quali cercano soluzioni. Un team di giovani con esperienza nel trasferimento tecnologi- co, poi, lavora per abbinare i partner giusti a ogni proposta e richiesta di innovazione. Nordest Technology Transfer è un sistema universale, perché potenzialmente permette a tutti di collegarsi alla rete dell’innovazione, senza richiedere alcun ‘patentino ufficiale’: imprese private ed enti pubblici, manifattura e servizi, profit e non profit; ricercatori accademici e non, innovatori (ancora per poco) nascosti, geni incompresi. Questa apertura va nella logica del crowdsourcing e ha il potenziale van- taggio di attivare intelligenze disperse nel sistema e che per varie ragioni non sono ancora riuscite a farsi notare, a emergere, ad entrare nei circuiti ‘che contano’. Nordest Technology Transfer sarà il «supermercato delle innovazioni pronte all’uso», dove il meglio dell’intelligenza sci- entifica incontrerà il meglio dell’intelligenza imprenditoriale. Apertura il prossimo 29 settembre. *Paolo Gubitta, professore straordinario di Organizzazione aziendale, Università di Padova, Direttore scientifico Area Imprendi- torialità Fondazione CUOA *Andrea Tracogna, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Univer- sità di Trieste, vice direttore MIB School of Management. L’ultimo miglio della filiera dell’innovazione L’analisi Grazie a Nordest Technology Transfer il meglio dell’intelligenza scientifica incontrerà il meglio dell’intelligenza imprenditoriale, in modo user friendly e universale di Paolo Gubitta* e Andrea Tracogna* Trieste Next Ti tN t 73 settembre 2012 nordesteuropa.it

Settembre 2012

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Settembre 2012

NordestEuropa, settembre 2012

il Rapportoil Rapporto

La troppa distanza tra il mondo della ricerca scientifica e quello delle imprese continua a essere

un tratto caratteristico del nostro sistema economico se, come dice la ricerca Fon-dazione Nord Est-Unicredit (2011), solo il 17,8% delle aziende italiane che investe in innovazione collabora con università e centri di ricerca (16,2% a Nordest). La debolezza di tale legame ha almeno due impatti negativi immediati: limita la propensione innovativa delle imprese pic-cole e medie (ovvero, della quasi totalità del tessuto produttivo), rendendole meno competitive e pregiudicandone a volte la sopravvivenza; frena l’upgrade dei prodotti manifatturieri verso segmenti a maggiore contenuto di innovazione e tecnologia, che anche gli ultimi studi della Banca d’Italia suggeriscono essere porti (quasi) sicuri per smarcarsi dal confronto (perdente) con le imprese provenienti da economie low cost.

Visti da Nordest, questi numeri danno seriamente di che pensare. La filiera dell’innovazione in questa macro-regione è tutt’altro che sconnessa: le policy pub-bliche (regionali e delle province auto-nome) hanno contribuito alla creazione di alcuni poli eccellenti nella ricerca e nell’innovazione; le fondazioni bancarie e altre istituzioni private investono nella selezione e nel finanziamento di buoni progetti di ricerca e nel supporto alla nas-

cita di nuove imprese attorno ai risultati scientifici; le Università fanno la loro parte sia favorendo l’orientamento imprendito-riale degli scienziati, sia spingendo i propri dipartimenti ad aprirsi alla collaborazione con le imprese. Qualcuno segnala che questa filiera è troppo frammentata e va razionalizzata, ma ciò non toglie che ci siano tante menti e tante mani (forse troppe) protese per portare innovazioni alle imprese.

E allora, perché permane la troppa distanza?

L’idea alla base di Nordest Technol-ogy Transfer è ridurre la distanza tra i due mondi intervenendo sull’ultimo miglio che ancora li separa, portando in ogni impresa il ‘doppino’ per collegarsi alla rete dell’innovazione.

Il sistema che abbiamo creato è user friendly e universale.

È user friendly perché richiede ai ricer-catori di esplicitare in modo chiaro a cosa servono le innovazioni che hanno realiz-zato, quali sono i vantaggi che un’impresa può ricavare dal loro impiego e quali sono i possibili ambiti di applicazione. Ai ricerca-tori, non viene richiesto di svelare i segreti dei loro progetti, ma le ragioni per le quali qualcuno dovrebbe comprarne i risultati. Agli imprenditori, ai manager, ai profes-sionisti, invece, viene proposto di indicare quali sono le esigenze di innovazione per le

quali cercano soluzioni. Un team di giovani con esperienza nel trasferimento tecnologi-co, poi, lavora per abbinare i partner giusti a ogni proposta e richiesta di innovazione.

Nordest Technology Transfer è un sistema universale, perché potenzialmente permette a tutti di collegarsi alla rete dell’innovazione, senza richiedere alcun ‘patentino ufficiale’: imprese private ed enti pubblici, manifattura e servizi, profit e non profit; ricercatori accademici e non, innovatori (ancora per poco) nascosti, geni incompresi. Questa apertura va nella logica del crowdsourcing e ha il potenziale van-taggio di attivare intelligenze disperse nel sistema e che per varie ragioni non sono ancora riuscite a farsi notare, a emergere, ad entrare nei circuiti ‘che contano’.

Nordest Technology Transfer sarà il «supermercato delle innovazioni pronte all’uso», dove il meglio dell’intelligenza sci-entifica incontrerà il meglio dell’intelligenza imprenditoriale. Apertura il prossimo 29 settembre.

*Paolo Gubitta, professore straordinario di Organizzazione aziendale, Università di Padova, Direttore scientifico Area Imprendi-torialità Fondazione CUOA

*Andrea Tracogna, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Univer-sità di Trieste, vice direttore MIB School of Management.

L’ultimo miglio della filiera dell’innovazione

L’analisi

Grazie a Nordest Technology Transfer il meglio dell’intelligenza scientifica incontrerà il meglio dell’intelligenza imprenditoriale, in modo user friendly e universale

di Paolo Gubitta* e Andrea Tracogna*

Trieste NextT i t N t

73settembre 2012 nordesteuropa.it

Page 2: Settembre 2012

Eventi, 10 settembre 2012

Page 3: Settembre 2012

Il Piccolo, 13 settembre 2012

Cerchi un manager in azienda? Ecco come scovare il migliore

Come fanno le aziende a selezionare il personale, quello ad alti livelli? Quali sono le tecniche e i criteri? Beh, è proprio su questo argomento che la Contrada presenta un workshop stasera alle 19, nella sede del Mib al palazzo Ferdinandeo. Workshop che sarà l’«antipasto» dello spettacolo teatrale “Il metodo Gronholm” di Jordi Galcerán, di scena al teatro Bobbio dal 16 al 25 novembre. Il laboratorio, dal titolo “Ricerca personale-Appunti sul metodo” e con la partecipazione di Maria Grazia Plos, Adriano Giraldi e Maurizio Zacchigna (3 dei 4 protagonisti de “Il metodo”), si presenta al pubblico come un’esperienza di assessment center all’interno di un contesto teatrale: l’assessment center per la valutazione del potenziale e delle competenze è una metodologia che permette all’organizzazione di individuare in modo sistematico e strutturato i soggetti più idonei a un incarico, con riferimento alla missione, alle competenze e ai valori defi niti per realizzare i propri obiettivi. In particolare, consente all’azienda di conoscere caratteristiche, capacità e motivazioni di collaboratori (o potenziali collaboratori) su cui investire, per pianifi care interventi gestionali coerenti alle necessità aziendali e alle potenzialità individuali; dall’altra parte, aiuta i candidati a conoscere le proprie capacità attuali (punti di forza e di miglioramento) e potenzialità in modo da svilupparle e orientare le proprie scelte nella direzione più consona. Non è casuale quindi la scelta di organizzare l’evento nel salone del Mib, una delle scuole di gestione aziendale più affermate in Italia. A condurre la serata sarà Fabio Turchini, presidente di Eupragma, struttura che si occupa di sviluppo organizzativo e risorse umane per le grandi aziende, realizzando fra le altre cose proprio questo genere di percorsi di assessment per lo sviluppo delle persone. Sarà coadiuvato da Stefano Minisini e Jacopo Pezzetta. Nel corso del workshop, il pubblico stesso verrà coinvolto mentre un gruppo di volontari, che ha preso parte alcune settimane fa a un workshop progettato ad hoc, interpreterà dietro opportune istruzioni un vero e proprio processo di assessment. Questa seconda fase del progetto diventerà così un laboratorio sociale mediante una piccola rappresentazione teatrale estrapolata da “Il metodo Gronholm” di Jordi Galcerán in cui il pubblico sarà parte attiva. A chiusura della serata, tanto per restare in tema, gli attori della Contrada interpreteranno alcuni brani tratti da “Il candidato” di Harold Pinter. L’ingresso al laboratorio, realizzato nell’ambito della rassegna “Teatri a teatro–Aspettando Next” dalla Provincia di Trieste, è libero.

Page 4: Settembre 2012

Il Piccolo, 18 settembre 2012

Page 5: Settembre 2012

Messaggero Veneto, 19 settembre 2012

Page 6: Settembre 2012

Il Mondo, 28 settembre 2012

Page 7: Settembre 2012

Il Mondo, 28 settembre 2012

Page 8: Settembre 2012

Corriere Economina, 24 settembre 2012

Page 9: Settembre 2012

Il Gazzettino - Pordenone, 25 settembre 2012

Page 10: Settembre 2012

Corriere delle Alpi, 29 settembre 2012

Page 11: Settembre 2012

Il Mattino di Pavoda, 29 settembre 2012

Page 12: Settembre 2012

La Nuova Venezia, 29 settembre 2012

Page 13: Settembre 2012

La Tribuna di Treviso, 29 settembre 2012

Page 14: Settembre 2012

Il Piccolo, 30 settembre 2012