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C orriere O rtofrutticolo 9 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Settembre 2012 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Segré, un economista per rilanciare il Caab PAG.38 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR BILANCI La frutta estiva “tiene” Ma la qualità... PAG. 23 FIERE Count down per Macfrut Espositori fiduciosi PAG. 45 MERCATI Export record e servizi: Padova in salute PAG. 63 BIOLOGICO L’Italia del bio? Manca di coraggio PAG. 74

Corriereortofrutticolo Settembre 2012

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Corriereortofrutticolo Settembre 2012

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CorriereOrtofrutticolo9M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Settembre 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTISegré, un economista per rilanciare il Caab PAG.38

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• BILANCILa frutta estiva “tiene”

Ma la qualità... PAG. 23

• FIERECount down per Macfrut

Espositori fiduciosi PAG. 45

• MERCATIExport record e servizi:

Padova in salute PAG. 63

• BIOLOGICO L’Italia del bio?

Manca di coraggio PAG. 74

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Proposta (quasi) rivoluzionaria: invece deisoliti, spesso noiosi, quasi sempre inutiliconvegni che il mondo agricolo celebraper la gioia di organizzatori e professoriuniversitari, facciamone uno definitivoper identificare e mettere al bando le tan-te, troppe banalità e luoghi comuni che sidicono in agricoltura. L’ortofrutta è unesempio lampante. Si dice: l’ortofrutta è (oviene percepita, il che è quasi lo stesso) co-

me una commodity indistinta, anonima, il che è causa prin-cipale dei prezzi bassi pagati all’origine e di tanti altri pro-blemi ungo la filiera. Ma attenzione: le vere commodity (ce-reali, soia, zucchero) si stanno rivalutando. Quindi è falsa l’e-quazione: commodity uguale prodotto vile. In giro per ilmondo è allarme cibo. Il G20 teme una carestia mondiale ag-gravata dagli effetti del clima bollente . I prezzi delle materieprime agricole (le cosiddette commodity) sono schizzati allestelle . C’entrano caldo e siccità, ma a pesare sono anche icambiamenti strutturali socio-economici –demografici delpianeta, la richiesta crescente di biocarburanti (che taglia ladisponibilità di cereali come il mais o colture come la cannada zucchero), i maggiori redditi dei cosiddetti paesi Bric co-me la Cina che spingono al maggiore consumo di carne e,quindi, di mangime per gli allevamenti, fatti di mais, soia,ecc.Quindi le commodity cominciano a diventare preziose, chile ha se le tiene, chi non le ha le cerca (vedi la Cina che com-pra terreni in Africa), chi ne ha poche (vedi il nord Africa)vede compromessa la sicurezza sociale e teme il ritorno del-la ‘guerra del pane’. E l’ortofrutta che ruolo può giocare? Ve-dremo dopo. Altra sconcertante banalità : la globalizzazione in agricoltu-

ra ha fatto solo danni. E’ vero il contrario : i danni vengonodalla globalizzazione industriale che, come scrive GiovanniSartori sul Corriere della sera, “ci disoccupa e disloca il lavo-ro dove costa 5-10 volte meno”. In agricoltura al contrario laglobalizzazione ha fatto crescere i commerci mondiali . Ap-pena un paese cresce economicamente, vuole mangiare me-glio e chiede prodotti di qualità. Si apre quindi la corsa al-l’export. Di ortofrutta di qualità l’Europa è eccedentaria, inparticolare l’Italia e la fornitura dei mercati lontani (ma an-che quelli non troppo lontani come la Russia, l’Ucraina, l’a-rea del Caucaso) è una strada obbligata da percorrere. Qui ciscontriamo coi nostri eterni rivali, la Spagna (ma non solo),che esporta tre volte l’Italia, e che già in Europa ha coloniz-zato i mercati più ricchi. L’ortofrutta ha quindi un granderuolo da giocare nel mondo globale del commercio per con-tinuare a garantire reddito e valore a una filiera che tra im-prese agricole, cooperative, privati produttori-commercianti, mercati all’ingrosso non è seconda certamente al vino co-me valore globale e come eccellenza del made in Italy. Unafiliera che per sopravvivere ha davanti un unico imperativo:esportare di più. Su questo numero il nostro bravo Scalisespiega appunto quali sono le strategie per esportare di più

con un approccio diversificato ai mercati vicini e lontani.Noi ci chiediamo: c’è una strategia nazionale a favore del-l’export? C’è da qualche parte una cabina di regia per pro-grammare le azioni e indirizzare le imprese? Oppure ognu-no continuerà ad andare avanti per conto proprio? Sono que-ste le domande da porsi e che devono vedere nuove strategie,nuove alleanze in campo, superando antistorici steccati traprivati e cooperative, Organizzazioni di produttori e Profes-sionali agricole . Un luogo idoneo per una cabina di regia delsettore potrebbe essere il CSO dove è rappresentata ormai tut-ta la filiera. Da qui potrebbero partire iniziative e progetti in-novativi: serve uno scatto in avanti e la voglia di osare.A proposito di luoghi comuni che riemergono ciclicamentec’è quello della calante partecipazione agricola alla riparti-zione degli “utili di filiera”, mentre si assiste a un ulterioretravaso di ricchezza verso le fasi più a valle, a vantaggio so-prattutto degli operatori del trade. Lo ha certificato un rap-porto Ismea sulla competitività dell’agroalimentare italiano.Nel caso dei prodotti agricoli freschi - spiega lo studio – inun decennio la remunerazione della fase agricola si è ridottadi quasi 6 euro su ogni 100 spesi dal consumatore. Un gra-duale depauperamento dell’agricoltura trova conferma an-che dalla contrazione del reddito aziendale. Nell’ultimo de-cennio, secondo i dati Eurostat, l’assegno che resta all’im-prenditore agricolo, pagati i salari, le imposte e imputati gliammortamenti, si è ridotto a valori correnti del 68%. Insom-ma la forbice si allarga a vantaggio di chi controlla logisticae distribuzione. Ma, è bene chiedersi, un riequilibrio è dav-vero possibile? Personalmente, dopo anni di dibattiti e pole-miche, ne dubito : la scarsa organizzazione del settore non èfrutto del caso ma di un elemento di fondo, strutturale: que-sto è un mondo di solisti dove, ad ogni livello, ognuno correprima per sé, poi quando è con le spalle al muro pensa ad ag-gregarsi. Non a caso comanda la Grande distribuzione, cheha fatto tesoro dell’insegnamento degli antichi romani: divi-de et impera.

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✍ Lorenzo Frassoldati

Un mondo di solistiEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

IL CIBO SPAZZATURA VA BENE A TUTTI? Forse la tassa sul consumo delle bevande gassate e stracariche dizucchero è una fesseria. Però non è una fesseria pensare a colpirei consumi di junk food che favoriscono le malattie metaboliche, l'o-besità, le cardiopatie con costi a carico del Servizio sanitario na-zionale, cioè di tutti. E insieme pensare ad agevolare i consumi ‘sa-ni’ di bevande salutistiche a base di frutta.D’altronde già lo fanno in Francia, perché da noi viene considera-ta un’eresia? La risposta è semplice. E sta nella totale irrilevanzapolitica e la pubblica opinione delle istanze e dei valori del mondoagricolo e in particolare di quello dell’ortofrutta. Il silenzio assor-dante dei diretti interessati la dice più lunga di qualunque analisi:chi non ha il coraggio di difendere i propri interessi, finirà per ser-vire quelli degli altri (in questo caso l’industria alimentare). *

PUNTASPILLI

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In questo precisomomento è diffici-le anche per glioperatori che vivo-no giornalmente ilmondo del biologi-co capire in che di-rezione sta andan-do veramente ilmercato dell’orto-

frutta bio. Ma dopo nove anni dicontinua crescita, sei mesi di sta-gnazione non fanno ancora suo-nare il campanello d’allarme.Esistono in questo periodo fattoridi disturbo eccezionale. Per men-zionarne solo due: la crisi econo-mica generale ed il clima avversoche danneggia i raccolti. Ma cisono macro indicazioni che cipossono indurre all’ottimismo.Tutti i media riflettono in modocrescente il desiderio della gentecomune di operare in direzionedell’economia verde e nel mondoprogredito la sensibilità ai temiecologici aumenta costantemen-te. Il vivere sano trova semprenuovi adepti. Il trend positivo dicrescita del settore continua an-che in questo periodo di crisi.

Onore ai pionieriLe prime produzioni di ortofruttabio vengono proposte già neglianni ’70 da veri pionieri che spes-so rischiano tutto per perseguireun loro ideale: quello del benes-sere e della salute dell’uomo, de-gli animali e della terra. Uno svi-luppo più impetuoso si è verifica-to agli inizi degli anni ’90 con ilprimo regolamento europeo ed iprimi test nella Gdo e con lastrutturazione dei primi contattiprofessionali per l’export. Perquanto riguarda la sola ortofruttafresca, i calcoli statistici sonodifficili perché la Gdo non usa uncodice unico e spesso ci sono so-vrapposizioni con la merce inscatola. Ma nel canale specializ-zato che vende soltanto bio e ar-riva a proporre anche 4.000 refe-

renze contro le non più di 400della Gdo, il tasso cresce, e dasempre, quasi il doppio (si è arri-vati a quasi il +19 % nel 2011 e siè oltre il +8% nel primo semestredel 2012). Per l’ortofrutta il di-scorso è ben diverso perché que-sto prodotto è assestato da tempoed il raffronto qualità-prezzo conil convenzionale è troppo inva-dente e confonde il consumatore.Il tasso di crescita indicato dallaGdo è comunque intorno al 4%negli anni 2010-2011. Partendodalla crescita zero del primo se-mestre 2012 il consuntivo di que-st’anno sarà comunque il piùbasso dell’ultimo decennio. Dettoquesto bisogna comunque ap-prezzare che nel segmento biolo-gico continua la leadership difrutta e verdura che si posizionaal di sopra del 23-25% dei prodot-ti lattiero-caseari e si posizionafra il 25 ed il 30% del totale.

I canali di venditaIn Italia, a livello di consumo,l’incidenza dei prodotti alimen-tare biologici non supera ancorail 2%. Paesi virtuosi come la Sviz-zera e l’Austria arrivano anche al7-8%. Il primo canale è pertantol’export con un buon 50%. Il cate-ring scolastico si posizionano or-mai sul 15%, la Gdo sul 20% e glispecializzati privati o in franchi-sing il restante 15%. La Gdo staperdendo molte opportunità nondando il giusto peso a un prodot-to di qualità. Il cliente più esi-gente trova miglior servizio mi-gliore scelta, presso gli specializ-zati. Ecco forse spiegata la formi-dabile crescita di questi ultimi.

La certificazioneLe garanzie richieste dalla clien-tela che spesso non compra bioper evitare i prezzi più alti maspesso non si avvicina ancoraperché diffidente, sono da tenerein alta considerazione. Una pro-posta per migliorare raccolta fra

gli operatori è quella della bancadati. In pratica tutti gli enti inca-ricati della certificazione dovreb-bero segnalare in un unico cen-tro i nomi dei trasgressori sco-perti e richiamati. Questi non do-vrebbero più poter rientrare nelgiro utilizzando una diversa so-cietà di certificazione.

Il prezzoIn attesa di una vera ricerca fina-lizzata ai problemi della produ-zione e della meccanizzazioneagricola dell’ortofrutta bio le dif-ferenze di costo di produzionesono ancora enormi. Non poten-do utilizzare concimi chimici ilfattore che incide maggiormenteè la resa in quantità a ettaro chein casi estremi può calare da un33 al 50% di quella di un prodottoconvenzionale ma non è quasimai sotto il 20-30%.

Outlook per il futuroIl settore ha avuto finora unaperformance assolutamente posi-tiva ed è prevedibile che, seguen-do il trend generale dell’eco so-stenibilità e del benessere fisicodelle persone, dopo il primo se-mestre negativo del 2012 si possaritrovare i passi spediti degli ulti-mi anni. Si dice che un +5-10 %dovrebbe essere la normalità main caso di superamento della cri-si anche livelli superiore sono as-solutamente ipotizzabili.

La promozioneRelativamente poco utilizzata èla vendita promozionale sul pun-to vendita che raggiunge all’in-circa solo il 10%. Ma tutte le am-ministrazioni pubbliche europeedovrebbero attivarsi per portareavanti le linea guida a medio lun-go termine che professa il regola-mento europeo del bio: sostenerechi come il produttore biologico“esplicita una funzione sociale” efornisce “beni pubblici”.

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Biologico, l’ottimismo è lecito

ontroeditorialeC CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it4 S e t t e m b r e 2012

✍ RolandoDrahorad *

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S e t t e m b r e 20126 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

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Redazionevia Fiordiligi, 637135 Verona

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGROFRESH copertina IIALBAFRIGOR pagina 59APOFRUIT pagina 50BATTAGLIO pagina12-13CANOVA pagina 62CEDAX pagina 47CENTROSTAMPA pagina 54CHECK FRUIT pagina 25CIESSE PAPAER pagina 37CPR SYSTEM pagina 56CONIP pagina 44CONSERVE ITALIA pagina 30CONS. VIGNOLA pagina 71CSO pagina 16DEL MONTE pagina 5EOS pagina 64DOLE pagina 1EURO POOL SYSTEM pagina 41FRUIT ATTRACTION pagina 77GF GROUP pagina 39GF TRASPORTI pagina10-11

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eS E T T E M B R E 2 0 1 2

S O M M A R I O

Frutta estiva, più luci che ombre PAG.23 Fiere: a Macfrut con fiducia PAG.45

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

BIOLOGICO NEWSIl punto - Il biologico italianomanca di coraggio 74

Selex lancia “Natura chiama”Filiera controllata dedicata al bio 75

Un business da 4 miliardi di euroLa Francia rincorre la Germania 76

PUBBLICITÀ CHE FRUTTASisa sceglie il canale radiofonco per la nuova programmazione dedicata alle grandi marche 82

Collier in oro bianco e una Fiat 500 in palio acquistando 12 referenze delle linee più rappresentative di Bonduelle 82

Primo Piano - Frutta estiva e invernalePiù luci che ombre 23

Primo Piano - Frutta estiva e invernale

ATTUALITÀ

EDITORIALEUn mondo di solisti 3

CONTROEDITORIALEBiologico, l’ottimismo è lecito 4

BORSINO DELL’ORTOFRUTTADichgans, Bellò, Braun, Martini 8

GENTE & FATTIMela Alto Adige Igp consolidala partnership con l’hockey norvegese 14

Marroni e frutti dimenticati protagonistinella valle del Senio da metà ottobre 15

NOTIZIARIOIl Veneto impara a fare sistema:le Op ortofrutticole “valgono” il 42% 17

Caro-benzina: un litro costa di piùdi un chilo di pomodori 17

Preoccupazione per la carenzadi materie prime agricole 18

Confcooperative, 10 milioni di europer l’agricoltura ferita dal sisma 19

Sicurezza sul lavoro, Toyotapartner della campagna Ue 19

APPUNTAMENTIBologna - novembreAl via il corso di alta formazione 20

Shangai - novembreFruVeg Expo triplica la superficie 20

Nairobi - settembre 2014Fiera sulle tecnologie nell’Est dell’Africa 20

LOGISTICACpr System e il successodelle casse a sponde abbattibili 70

«Maersk in salute. Ortofrutta strategica» 72

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Mercati, Padova regina dell’export PAG.63 Oneri elevati, l’uva italiana soffre PAG.83

Ortofrutticolo

GRAFRUTTA ZANI pagina 32IFCO pagina 43INFIA pagina 28LA COSTIERA pagina 19LA TRENTINA copertinaIVLUSIA E ROSOLINA pagina 79MACFRUT pagina 73MAERSK pagina 9MNLG pagina 41MONTINI pagina 2NUNHEMS pagina 67ORTOROMI pagina 49PINK LADY pagina 21ROSARIA pagina 22SERMAC pagina 85SGM GENOVA copertinaIIITATA pagina 35UNITEC pagina 17VALFRUTTA FRESCO pagina 26VOG pagina 69

INSERZIONISTI

Pomacee, kiwi, agrumi: costruireun futuro da leader all’estero 31

Primo Piano - Frutta estiva e invernaleCala la produzione europea di mele 32

Primo Piano - Frutta estiva e invernale«Una stagione di alti e bassi» 35

Primo Piano - Frutta estiva e invernale«Listini molto alti all’inizio?Si rischia l’effetto boomerang» 36

In copertina - ProtagonisitiIl Segrè…to del rilancio 38

Macfrut - Cesena senza frontiere 45

Macfrut - «Sarà una buona fiera»:espositori fiduciosi. Anche per il futuro 47

Russia nel Wto, che opportunità!Ma Mosca si sente sconfitta 57

Mercati - Lombardia, pronto il liftingalla legge sui Mercati all’ingrosso 60

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie,interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Le “risposte” di CesenaReportage del Macfrut in programmaa fine mese, dal 26 al 28 settembre:convegni, novità, esito dei summit einterviste agli espositori che si atten-dono una rassegna all’insegna del ri-lancio

☛ Biologico, quale futuro?Il Sana di Bologna ospita i grandi pro-tagonisti di un comparto che ancoranon riesce ad esprimere tutte le straor-dinarie potenzialità, almeno in Italia.Il Corriere Ortofrutticolo si farà porta-voce dei principali temi per capire leprospettive e le problematiche

☛ Mele e pere, l’analisiGrandi aspettative per la campagna2012-2013 delle pomacee, dopo i se-gnali incoraggianti lanciati da Pro-gnosfuit. Sulle Schede prodotto delprossimo numero il punto della situa-zione e le consuete inchieste tra glioperatori

Mercati - Padova, servizi ed export 63

Apofruit Italia investeFatturato in ripresa 68

MONDO

SCHEDA PRODOTTOUVACosti sempre più alti, uva italianain affanno. Si consolida il ruolodelle “apirene” 83

Produzione mondiale trainata dalla Cina 86

MELANZANASpagna e Olanda fanno la voce grossain Europa. 524 mila tonnellate“made in Italy” 88

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

Green Med Forum di Granada,un ponte con l’Europa orientale 78

Spagna, export ok 79

La spesa slovacca 81

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“+” e “-” dell’ortofrutta corriereOrtofrutticoloI

☛ Gerhard DichgansMarlene, brand di punta del Consorzio VOG, ha oltre 42mila fans su Facebook. “Oggi siamo la prima marca del-l’ortofrutta italiana su questo social network. Dopoquesto successo, andremo a consolidare la nostra pre-senza su Facebook con attività mirate dedicate ai nostritanti affezionati”. La frase è di Gerhard Dichgans, ed èla conferma che lo storico direttore di VOG non perdecolpi, corre sempre sulla cresta dell'attualità e del suc-cesso. Tra i manager italiani dell'ortofrutta i compe-

tenti e seri come lui si contano sulle dita di una mano.Ma dire “italiani” forse gli va stretto. Dichgans ha ilmercato globale delle mele sotto mano 24 ore su 24 e loha ribadito commentando i dati del Prognosfruit di ini-zio agosto. Arrivano meno mele dall'Emisfero Sud? IlVOG cerca subito di approfittarne. Il mercato dell'Est èsaturo perché la Polonia va forte? Il VOG riesce a cre-scere nel Mediterraneo e nei Paesi Arabi. Dichgans,nell’enorme capacità operativa di VOG sui mercati dimezzo mondo, è l’asso nella manica. Stabilmente su

IL BORSINO

www.corriereortofrutticolo.it8 S e t t e m b r e 2012

☛ Cesare BellòAnche il radicchio rosso semilungo di Verona è entratonell'orbita di OPO Veneto, confermando che questa as-sociazione trevigiana è in continua crescita dopo gli ex-ploit fatti registrare a Treviso, Castelfranco Veneto eChioggia e oggi può presentarsi sul mercato nazionalee internazionale con tutta la gamma di radicchi IGP. .Da ottobre anche il Rosso Verona sarà infatti commer-cializzato da OPO Veneto con il marchio europeo IGP.Nell'orbita trevigiana sono entrati, intravedendo tuttele positive potenzialità dell'operazione, tre produttoriimportanti del Veneto Occidentale: Felice Gambarettoe Gianni Lora di Cologna Veneta (Verona), e Armando

Rasia di Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza. Il ra-dicchio di Verona, precoce e tardivo, si coltiva in 56 co-muni tra le province di Verona (32), Vicenza (13) e Pa-dova (11), nella parte sud, dove l’agricoltura e l’orticol-tura in particolare mantengono tuttora un peso sensi-bile. La produzione complessiva di radicchio rosso semilun-go, precoce e tardivo, è stimata attorno alle 10 mila ton-nellate. Onore ai precursori di questo importante pro-cesso di aggregazione, a partire dai fondatori di OPOVeneto e dal suo direttore Cesare Bellò, già indicato dal-la nostra rivista come uno dei protagonisti 2012 del set-tore. Su

☛ Jürgen BraunDue nuove aziende hanno aderito al Premium BrandKIKU: l’esportatrice sudafricana Core e la serba DeltaAgrar, rispettivamente partner numero 25 e 26. “Core èun0esportatrice giovane e molto motivata”, ha dettoJürgen Braun, amministratore delegato di KIKU, e unodei maghi del successo di un'azienda italiana che ha in-ventato un marchio globale sinonimo di qualità, com-mentando a inizio agosto la notizia. Craig Schaefer, market development manager di CoreFruit, gli ha risposto: “Core Fruit è entusiasta di essereun membro della famiglia KIKU. Il marchio KIKU è ri-conosciuto in tutto il mondo e dunque è un onore farparte di questa storia di successo. I produttori di Corehanno già piantato intorno ai 100 ettari di KIKU, pre-visti soprattutto per il mercato asiatico. Il gusto delleKIKU sudafricane è eccezionale e abbiamo già un’otti-

ma domanda”. E Gojko Zagorac, development projectmanager di Delta, ha aggiunto: “Delta Agrar è un pio-niere nella produzione melicola serba. Siamo partiticon i primi impianti 6 anni fa ed oggi siamo una delleditte produttrici più grandi ed importanti del Paese con350 ettari. Oltre a varietà come Gala, Breaburn, Goldene Red Delicious, Granny Smith, nel 2011 siamo partiticon Modi® e ora abbiamo ampliato il nostro portfoliocon la nuova KIKU®, cosicché il mercato serbo potràgustare tra breve una mela speciale. I consumatori ser-bi avranno l’occasione di mordere una mela con il gu-sto fresco, dolce, di ottimo aroma ed altissima qualità.L’aspetto attrattivo e l’ottima shelf life fanno di KIKU®la novità più interessante per il nostro mercato. Siamoorgogliosi di essere parte della famiglia KIKU”. Onore al merito di chi ha intrapreso questa strada. De-cisamente su

☛ Riccardo MartiniTra giugno e luglio il porto di Ravenna ha dimostratouna efficienza operativa ottimale nel gestire gli sbarchidi un crescente flusso di importazioni ortofrutticole,principalmente provenienti dall'Egitto. Della sola uvada tavola apirene di provenienza egiziana sono statesbarcate a Ravenna nel solo mese di giugno oltre 10 mi-la tonnellate con una performance di 162 reefer con-tainer in soli due giorni. Su Ravenna fa scalo MSC e via

strada i prodotti sbarcati raggiungono tutti i mercatieuropei, in particolare, per quanto è riferito alle im-portazioni dall'Egitto, Germania, Olanda e Gran Breta-gna. Segnali di efficienza dai porti italiani non guasta-no in questi tempi di crisi. Ma, come sempre, sono gliuomini a fare le cose. Ravenna gode della presenza diuno spedizioniere collaudato come Tramaco e di unmanager che ormai conosce molto bene i traffici euro-mediterranei come Riccardo Martini. Su

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FATTI CorriereOrtofrutticolo

Le vallate dell’Alto Adige-Südtirolospiteranno quest’anno il teamdi hockey del Lorenskog, la squa-dra norvegese che da tre anni èsponsorizzata dal Consorzio Vogcon il brand Mela Alto Adige Igp-Südtiroler Apfel g.g.A.La compagine scandinava sarà inItalia dal 21 al 27 agosto per laconsueta sessione di trainingestivo e, durante il periodo di per-manenza nelle valli della Provin-

cia di Bolzano, saranno numerosigli appuntamenti che la vedran-no protagonista. Fra questi, l’edizione 2012 delladolomiten cup, il torneo dihockey sul ghiaccio più impor-tante d’Italia in programma aEgna e Brunico dal 23 al 26 diagosto. Quest’anno la competi-zione vedrà sfidarsi alcune fra lepiù celebri squadre europee, fracui gli svizzeri del HC Lugano, itedeschi del Roosters Iserlohn, gliaustrialci del Black Wings Linz egli italiani del team HC Val Pu-steria-Fiat Professional WolvesMa non ci saranno solo gli impe-gni agonistici durante la tournéealtoatesina del Lorenskog: tuttigli atleti della squadra trascorre-ranno infatti una mattinata in unfrutteto del Vog per assistere allaraccolta delle mele e visiterannola Casa della Mela di Terlano, do-ve incontreranno il team delConsorzio. In questo modo po-tranno conoscere la passione e lospirito che animano i membri diquesta organizzazione.La sponsorizzazione della squa-dre di hockey sul ghiaccio del Lo-renskog rientra nella strategiapromozionale del Consorzio Vogin Scandinavia, dove il brand“Mela Alto Adige Igp-SüdtirolerApfel g.g.A è uno dei più cono-sciuti e amati del settore.

Mela Alto Adige Igp consolida la partnership con l’hockey norvegese

Mai più banane “nere”: sta per arrivare uno spray per ritardare la ma-turazione del frutto. La soluzione è stata prospettata dagli scienziatiche hanno partecipato al meeting annuale della American ChemicalSociety a Philadelphia (Usa).Il rivestimento che si crea grazie allo spray è chiamato idrogel, un ma-teriale superassorbente multiuso composto da chitosano, una sostan-za derivata dai gusci dei gamberetti e dei granchi. Xihong Li, dellaTianjin University of Science and Technology (Cina), che ha presen-tato il nuovo prodotto, ha osservato che il chitosano consente di man-

tenere frutta e verdura fresche piùa lungo grazie alla sua azione an-tibatterica, il tutto con un costobasso. Finora, tuttavia, non eramai stato usato per rallentare lamaturazione delle banane. Grazieallo spray, sarebbe possibile con-servare delle banane verdi frescheper un massimo di 12 giorni.

Mai più banane nere: arriva lo spray ritarda-maturazione

Straordinario risultato al concorso“Miss Anguria” di Novellara che havisto trionfare l’azienda agricolanovellarese Bartoli Gabriele e Sau-ro, da anni detentrice del titolo: il22 luglio scorso l’esemplare di cu-curbitacea poi risultato vincitriceha fatto fermare la bilancia digitalesul peso record di 139,60 chilogrammi, oltre settechili sopra il record mondiale in precedenza dete-nuto da una coppia di agricoltori statunitensi del

Tennessee. Il nuovo record è statocertificato dal Great Pumpkin Com-monwealth. Una straordinaria performance,quello dei Bartoli, da 14 anni pro-duttori di maxi angurie. Per tra-sportare l’anguria non è bastato ilsolito trattorino, ma è servito un

monumentale trattore cingolato. Lo scorso anno iBartoli erano riusciti a produrre un’anguria da 111chili esposta a Sala Marasina.

Anguria da 140 chili prodotta a Novellarasbaraglia la concorrenza: nuovo record mondiale

www.corriereortofrutticolo.it14 S e t t e m b r e 2012

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NTE

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CorriereOrtofrutticolo &GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

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La Valle del Senio, nel compren-sorio turistico delle Terre di Faen-za (in provincia di Ravenna), sve-la un paesaggio di raro fascino,all’interno del Parco regionaledella Vena del Gesso Romagnola,offrendo al visitatore un mosaicodi boschi, vigneti, frutteti e giar-dini. Nel paese di Casola Valse-nio, che si fregia del titolo di“Paese delle Erbe e dei Frutti Di-menticati”, le antiche tradizionicontadine locali di coltivazionedelle piante si esprimono anchenella salvaguardia di alberi dafrutto di varietà ormai abbando-nate o uscite di produzione. Aquesti frutti dimenticati CasolaValsenio dedica un doppio origi-nale appuntamento autunnale:la Festa del Marrone, i prossimi13 e 14 ottobre, e la Festa dei Frut-ti Dimenticati, giunta alla 22esi-ma edizione, fissata per il 20-21ottobre.Piante spontanee o coltivate ne-gli orti e nei frutteti di casa per ilconsumo domestico fin dal tardoMedioevo, i frutti dimenticati so-no perlopiù caratteristici dellastagione autunnale dai colori cal-di e dai nomi spesso originali:giuggiole, pere spadone, corniole,nespole, mele cotogne, corbezzo-li, azzeruole, sorbe, pere volpine,uva spina, senza dimenticare no-ci, nocciole, melagrane e i mar-roni, simbolo dell’autunno.La ripresa d’interesse verso i frut-ti di un tempo è rivolta anche alrecupero di antichi metodi diconservazione, lavorazione e con-sumo alimentare. Per questo nel corso della festa sisvolge un concorso di marmella-te e uno di liquori mentre i risto-ranti della zona propongono pertutto l’autunno la “Cucina ai frut-ti dimenticati”: piatti che utiliz-zano i prodotti tradizionali delterritorio sia secondo la consue-tudine sia in modo moderno,proponendo una cucina natura-le e dal forte potere evocativo.

Marroni e frutti dimenticati protagonistinella valle del Senio a ottobre

Il Cso preparerà un inizio au-tunno all’insegna della inter-nazionalizzazione con un nu-trito programma di eventi e fie-re nel mondo: il primo settem-bre una delegazione di soci rap-presentanti della produzione edella filiera tecnologie e packa-ging si è recato in Corea pervisitare strutture distributive,incontrare buyers e vertici isti-tuzionali, in un momento im-portantissimo per l’export ita-liano di kiwi in quel Paese.Dal 5 al 7 settembre poi, adHong Kong, debutto dello standcollettivo “Italy” per promuove-re il sistema ortofrutticolo adAsia Fruitlogistica.Quindi, dal 17 al 20 settembre aMosca, per il World Food, conuno stand collettivo realizzatoper il Progetto Sapori d’Europa,per promuovere i consumi difrutta e verdura.Dal 26 al 28 settembre ritornoin Italia per partecipare al Mac-frut, mentre dal 24 al 26 otto-bre, il Cso organizzerà la pre-senza dell’Italia alla rassegnaFruit Attraction, di Madrid.Il tour dell’ortofrutta italiananel mondo si concluderà adAnaheim (California), dal 26 al28 ottobre, con la partecipazio-ne collettiva al Pma.

Il Cso diventa“globetrotter”

Il consorzio di Tutela AranciaRossa di Sicilia IGP sarà, per lastagione calcistica 2012/2013,sponsor ufficiale del Calcio Ca-tania. La sponsorizzazione ol-tre a rafforzare il prezioso lega-me tra il frutto ed il suo territo-rio sancisce l’inizio di una frut-tuosa collaborazione con unadelle più promettenti squadredel prestigioso campionato diserie A.Il marchio sulle maglie dei cal-ciatori etnei sarà solo il puntodi partenza per una campagnapromozionale che vedrà al cen-tro le famiglie, lo sport e la sa-lute. Con lo slogan “un gol di sa-lute” si punta a raggiungere almeglio diversi target di consu-

matori. In occasione della pri-ma gara interna del 2 settembrecontro il Genoa, la tribuna Adello stadio Massimino si è ani-mata dai giovanissimi testimo-nial dello sport che, indossandole magliette del main sponsorArancia Rossa di Sicilia IGP emuniti di allegri gadget a formadi arancia, ricordavano ai tifosipresenti l’importanza del be-nessere e dell’educazione ali-mentare. Questo tipo di inizia-tive sarà organizzato durantealtre “tappe” del campionato.

Arancia Rossa nel pallone

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In Veneto l’11% della produzioneagricola è dato dal valore dellaproduzione delle Organizzazionidi Produttori. Solo nel compartoortofrutticolo però questa quotaassume dimensioni significative:basti pensare infatti che nel 2010il valore della produzione delleOp ortofrutticole regionali haraggiunto il 42% del valore delsettore, superando per la primavolta la media europea.È questo il dato più significativodelle analisi effettuate dagliesperti di Veneto Agricoltura sulmondo dell’aggregazione, consul-tabili nel sito internet aziendale(sezione “Temi” di Economia emercato).Le OP, che rappresentano la for-ma più evoluta di aggregazionedei produttori, sono diffuse pre-valentemente nel settore orto-frutticolo: delle 27 OP ricono-sciute in Veneto nel 2010, 17 ope-rano proprio in questo comparto.Complessivamente, nel Veneto leOp aggregano circa 6.700 produt-tori agricoli, con un valore dellaproduzione commercializzata(VPC) che si aggira attorno ai 550milioni di euro.I risultati positivi conseguiti dal-le OP ortofrutticole venete sonodovuti al significativo aumentodel numero dei produttori asso-ciati negli ultimi cinque anni(4.964 nel 2010 in ripresa rispettoal 2009 e +30% rispetto al 2005) eall’incremento delle superfici

coltivate (15.200 ettari nel 2010,+16% rispetto al 2005), prevalen-temente investite a frutta (circa9.700 ettari, +8% rispetto al2009) e in misura inferiore ad or-taggi (5.700 ettari, +17% rispettoal 2009). In crescita anche laquantità di prodotto veicolata,che si è attestata a circa 415.000tonnellate (+6% rispetto al 2009)e, soprattutto, il valore della pro-duzione commercializzata, chenel 2010 ha superato i 356 milio-ni di euro, quasi il doppio rispet-to al 2005.Se nel 2005 il valore della produ-zione commercializzata in mediada ogni Op era di circa 12 milio-ni di euro, nel 2010 questo valoreè stato di poco inferiore ai 21 mi-lioni di euro, con una crescitaparticolarmente significativa ne-gli ultimi due anni (+31%).Negli ultimi anni sono diminuitele vendite realizzate all’ingrossoad altri commercianti o tramitemercati ortofrutticoli (dal 48%nel 2005 al 33% nel 2010), mentresono aumentate le vendite direttea supermercati o a catene dellagrande distribuzione moderna(salite dal 21% al 34%). La quotadi prodotto destinata all’esporta-zione ha raggiunto il 24%, conun boom dell’Europa Orientale.

Il Veneto imparaa fare sistema: leOp ortofrutticole“valgono” il 42%

Caro-benzina: un litro costa più di un chilo di pomodori

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Non si ferma la corsa dei prezzidei carburanti e a pagarne leconseguenze sarà inevitabilmen-tre anche l’agroalimentare. L’ennesimo rialzo ai distributoriha portato un litro di benzina asalire, alla fine di agosto, sino apunte massime di 2,019 euro, ol-tre due volte il prezzo medio alconsumo di un litro di latte UHT(80 centesimi), quanto tre pacchidi pasta (70 centesimi di euro cir-ca), l’equivalente di dieci uova(1,25 euro la confezione da sei) eabbondantemente sopra anche ilcosto medio di un chilo di pomo-dori rossi a grappolo (1,80 euroal chilo).Paragoni proposti dalla Cia cherendono ancora più evidente loscombussolamento della spesadegli italiani a causa del “caro-benzina”. Oltre al capitolo “tra-sporti” infatti -ricorda la Cia- alievitare è il budget dei prodottialimentari, che viaggiano lungola filiera nel 90% dei casi su stra-da. Finora l’aggravio sulla bustadella spesa ha già superato le 20euro al mese a famiglia, conside-rando che il costo del trasportoincide sul prezzo finale dei pro-dotti agroalimentari per il 35-40per cento.Mentre il prezzo del gasolio agri-colo è passato da 0,49 euro al li-tro di gennaio 2010 agli attuali1,10 euro al litro, con un incre-mento record del 125% nel girodi due anni e mezzo.

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

L’allarme cibo per una carestiamondiale lanciato dal G20 ri-schia di aggravare la crisi econo-mica anche in Italia che importal’80% della soia di cui ha bisogno,quasi la metà del grano che con-suma e anche circa il 20% delmais necessario, che sono le ma-terie prime agricole oggetto deiforti rincari per effetto del crollodella produzione mondiale. Èquanto afferma la Coldiretti nelcommentare la convocazionecon urgenza per il 27 agosto diuna prima conference call tra iPaesi membri per affrontare lanuova emergenza alimentare cheaggraverebbe ulteriormente lacrisi e potrebbe portare alle rivol-te di piazza come nel 2008. È sta-to il crollo dei raccolti negli StatiUniti con un calo stimato del13% per il mais e del 12% per lasoia, che servono per alimentaregli animali destinati alla produ-zione di latte e carne, a provocarel’allarme mondiale per la dispo-nibilità del cibo con aumenti deiprezzi delle materie prime agri-cole superiori al 30% dall’iniziodell’anno. Un problema che riguarda anchel’Italia che oltre ad essere forte-mente dipendente per le impor-tazioni dall’estero è stata colpitadalla più grave siccità dell’ultimodecennio con perdite alle coltiva-zioni in centinaia di migliaia diettari che hanno provocato tagliai raccolti che vanno - stima laColdiretti - dal 30% per il mais fi-no al 40% per la soia, ma forti ri-duzioni sono previste per la bar-babietola da zucchero con quasiil dimezzamento della produzio-ne nelle regioni del Nord e per ilgirasole (-20%), con la richiestadella dichiarazione dello stato dicalamità. La siccità ha colpito an-che gli Usa dove - precisa la Col-diretti - la temperatura media aluglio è stata la più elevata della

storia con danni superiori a 12miliardi di euro per il settoreagricolo. L’andamento dei prezzi delle ma-terie prime agricole sta provo-cando - sostiene la Coldiretti - ef-fetti sui mercati internazionalidove con i rincari si prospettauna ripresa dell’inflazione, ma èallarme anche per il commerciointernazionale con il rischio dimancata consegna delle fornitu-re con effetti drammatici sul pia-no della disponibilità di cibo neipaesi poveri. Secondo l’ultimo rapporto Ocse-Fao la produzione agricola devecrescere del 60% nei prossimi 40anni per far fronte all’aumentodella domanda della popolazionemondiale. Il 46% degli italiani,dato superiore alla media euro-pea, è preoccupato che la produ-zione di cibo sia insufficiente acoprire il fabbisogno.

S e t t e m b r e 201218 www.corriereortofrutticolo.it

Il commissario europeo dell’A-gricoltura Dacian Ciolos ha fattovisita nei giorni scorsi al centrodi sperimentazione di Laimburgin Alto Adige accompagnato dalpresidente della Giunta provin-ciale Durnwalder. Al commissa-rio europeo sono stati illustrati iprogrammi di ricerca in frutti-coltura, le tecniche innovativedi stoccaggio delle mele, gli stu-di nel settore della tutela dellepiante.“L’attività di ricerca applicatasvolta dalla Laimburg, a contat-to costante con i nostri agricol-tori, ha impressionato il com-missario Ciolos”, riferisceDurnwalder. “Ciolos ci ha invita-to a proseguire su questa stradae a potenziare la rete dei contat-ti internazionali, che già ci ve-dono collaborare con istituti inGermania, Polonia e Romania”,aggiunge Durnwalder. L’UnioneEuropea tra il 2014 e il 2020 met-terà a disposizione 4,5 miliardidi euro per la ricerca, risorse

che ovviamente interessano an-che il centro di sperimentazionealtoatesino.Durante il periodo di vacanza inAlto Adige Ciolos ha visitato an-che alcune aziende agricole inVal Venosta e approfondito leproblematiche dei contadini dimontagna. Berger ha chiesto al-l’Ue di considerare nella rifor-ma agraria del periodo 2014-2020 la previsione di compensipiù alti per i masi di montagna,considerato che si trovano adoperare in condizioni disagiaterispetto alle aziende agricole dipianura. Al termine della visitain Alto Adige il commissario ru-meno ha promosso l’agricolturalocale, che ha defnito “buonesempio delle molteplici funzio-ni che il settore può svolgere”.

Ciolos visitail Centro di Laimburg

Preoccupazioneper la carenza di materie primeagricole

La batteriosi del kiwi si espan-de ed arriva in Trentino. In giu-gno e luglio sono stati infattiindividuati in Valsugana duefocolai di Psa, agente del can-cro batterico del kiwi. Nel corsodegli ultimi tre anni il batterioha provocato gravi danni so-prattutto nel Centro e nel NordItalia, colpendo diverse regioni.La Provincia di Trento invita iproduttori di actinidia a contat-tare il personale tecnico dellaFondazione Mach.

Si estende al Trentinola batteriosi del kiwi

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Cooperazione protagonista nel-l’azione di sostegno alle aziendee alle cooperative agricole dan-neggiate dal violento terremotoche in maggio ha colpito dura-mente l’Emilia settentrionale.Confcooperative Emilia Roma-gna, Confcooperative Modena,Federazione regionale Banche diCredito Cooperativo, Federcasse –Federazione nazionale BCC, Fon-dosviluppo e Cooperfidi hannoinfatti siglato un protocollo di in-tesa per contribuire al riscattodel territorio. L’obiettivo prioritario dell’accor-do è alleviare le possibili tensionifinanziarie delle imprese agrico-le. Le Banche di Credito Coopera-tivo operanti nei territori interes-sati anticiperanno alle aziendeagricole socie di Confcooperati-ve il valore della liquidazionenella misura massima del 90% adun tasso vantaggioso. CooperfidiItalia si impegna invece a offrireuna garanzia del 30% sul finan-ziamento. Infine, Fondosviluppo,società che raccoglie il 3% degliutili annui delle cooperative siimpegna ad abbattere il tasso diinteresse. Complessivamente,ammonta a 10 milioni di euro ilplafond delle risorse disponibiliper le aziende agricole socie dicoop di Confcooperative.

www.corriereortofrutticolo.itS e t t e m b r e 2012 19

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Toyota Material Handling Euro-pe (TMHE), leader nella produ-zione e commercializzazione dimezzi e soluzioni per la movi-mentazione delle merci, è statanominata partner ufficiale per lanuova campagna europea “Am-bienti di lavoro sani e sicuri” in-titolata quest’anno “Lavoriamoinsieme per la prevenzione deirischi”, iniziativa promossa dal-l’Agenzia Europea per la sicurez-za e la salute sul lavoro (OSHA).Per i prossimi due anni, TMHEed OSHA collaboreranno stretta-mente sul tema della sicurezza esi impegneranno attivamente alfine di ridurre i rischi sul postodi lavoro.Nell’Unione Europea ogni 3.5minuti una persona muore perinfortuni o malattie riconducibi-li all’ambiente di lavoro. Milionidi lavoratori subiscono traumi fi-sici e psicologici prevenibili econnessi al lavoro. La nuovacampagna europea si propone diincoraggiare il management del-le aziende a dare prova di leader-ship nell’ambito della sicurezza edella salute consultandosi aper-tamente con i lavoratori ed i lororappresentanti al fine di collabo-rare nella valutazione dei rischied intraprendere congiuntamen-te azioni responsabili.

Confcooperative,10 milioni di euro per l’agricolturaferita dal sisma

Sicurezza sul lavoro, Toyotapartner dellacampagna Ue

Occorre aumentare la quantitàdi frutta nelle bibite che oggiper legge contengono solo il12% di vero succo per migliora-re la qualità dell’alimentazionee ridurre così le spese sanitariedovute alle malattie connesseall’obesità, in forte aumento.Lo afferma la Coldiretti nelcommentare le indiscrezionisui contenuti del decreto sullamini riforma della sanità chepaventava una tassazione sullebibite gasate.Una ipotesi che era allo studiodel Governo per rifinanziarel’attuazione del piano per lanon autosufficienza per un im-porto di 250 milioni di eurol’anno. Le malattie collegate di-rettamente all'obesità sono re-sponsabili - sottolinea la Coldi-retti, sulla base dei dati dellaCommissione europea - del 7per cento dei costi sanitari del-l'Unione europea, questo per-ché l'aumento di peso è un im-portante fattore di rischio permolte malattie come i proble-mi cardiocircolatori, il diabete,l'ipertensione, l'infarto e certitipi di cancro.

Tassare le bibite ometterci più frutta?

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CorriereOrtofrutticoloappuntamenti

La East African Community(Eac), Unido, Organizzazionedell’Onu per lo Sviluppo Indu-striale, e Ipack-Ima, organizzato-re leader in Italia di mostre pro-fessionali dedicate alle tecnolo-gie del processo e del packaging,daranno vita a Nairobi (Kenya)

nel settembre 2014 alla primamanifestazione espositiva diquesto comparto nell’Est Africa.Un accordo in tal senso è statosottoscritto la scorsa settimana aVienna dal Segretario Generaledell’EAC, Richard Sezibera, dalDirettore Generale dell’Unido,Kandeh k. Yumkella (nella fotosotto il titolo), e dall’amministra-tore delegato di Ipack-Ima, Gui-do Corbella.“Questo evento - ha dichiarato Ri-chard Sezibera - rappresenta unprogresso determinante per ri-spondere a una delle sfide chiaveche ci troviamo davanti nelle tec-nologie di trattamento dei pro-dotti agricoli, nella farmaceuticae in altri comparti strategici del-la nostra politica industriale.Prevediamo che grazie ad essoun rilevante numero di aziende,incluse le piccole e medie impre-se, avranno la possibilità di acce-dere ad appropriate tecnologie dipackaging e processo.”“La partnership avvicinerà le piùaggiornate tecnologie di proces-so e packaging alle imprese del-l’Est Africa, in particolare di pic-cole e medie dimensioni” ha ag-giunto Kandeh Yukmella. “Aiu-terà anche a valutare l’attualestato di queste tecnologie neiPaesi partner dell’East AfricanCommunity”.Per Corbella “l’industria delpackaging è un settore chiavenell’economia mondiale e puòdare un contributo decisivo nel-l’assicurare a tutti cibo sicuro epiù abbondante”. “Fino al 60% della produzionealimentare globale si deteriora, ova perduto, per mancanza di ade-guate metodologie di trattamen-to e di confezionamento. Il fattoche Unido e Eac abbiano sceltoIpack-Ima come partner nell’at-tuazione del loro ambizioso pro-getto è il risultato del nostroininterrotto impegno nel pro-muovere le tecnologie di proces-so e packaging. E la manifesta-zione fieristica che avrà luogo aNairobi nel 2014 sarà la prima aportare nell’Est Africa quelle piùidonee ai bisogni della regione”.

BOLOGNA, NOVEMBRE

Al via il corso di alta formazione

SHANGAI, NOVEMBRE

FruVeg Expotriplica la superficie

NAIROBI, SETTEMBRE 2014

Fiera sulle tecnologie nell’Est dell’Africa

S e t t e m b r e 201220 www.corriereortofrutticolo.it

L’edizione 2012 di FruVeg Expoa Shanghai, importante appun-tamento fieristico cinese dedi-cato al settore ortofrutticolo,aumenterà la superficie esposi-tiva di tre volte, portandola a10.000 metri quadrati. Saràuno dei maggiori eventi del set-tore in Cina. Il salone ha ancheprogrammato conferenze edesposizioni di prodotti agricolilocali. La crescita del salone vadi pari passo con una maggiorcollaborazione con i media lo-cali e internazionali. FruVeg Expo 2012 si terrà dal15 al 17 novembre al WorldExhibition Expo & ConventionCenter di Shanghai.

Sono ufficialmente aperte leiscrizioni alla quarta edizionedel Corso di Alta Formazione“Freschi e Trasformati Ortofrut-ticoli: Economia, Innovazione,Mercati” per l’anno accademico2012/2013.Il Dipartimento di Economia eIngegneria Agrarie dell’Univer-sità di Bologna e il CSO - CentroServizi Ortofrutticoli di Ferrara -rispettivamente organizzatore epromotore del Corso, hannopreso spunto dalle esperienzeprecedenti per rinnovare questainiziativa. Il corso propone una formazio-ne mirata per operatori e pro-fessionisti, mettendo assiemeaziende competitor e attivandocontatti e collaborazioni tra par-tecipanti ed esperti del settore.Obiettivo principale è fornireun quadro generale di filiera, dimercato nazionale e internazio-nale, di politica agricola, d’in-novazione e tecnologia al fine dicreare un profilo professionalein grado di esprimere non solocompetenze tecniche ma anchecapacità di analisi, di organizza-zione, di strategia per svolgereun ruolo decisionale nelle diver-se aree gestionali, con particola-re riferimento a quelle della ri-cerca e sviluppo, del commer-ciale, del marketing. Il corso si presenta quest’annopiù compatto con 180 ore (anzi-ché 240) tra lezioni frontali, se-minari con esperti e operatoridel settore, visite tecniche e unviaggio studio in Spagna, veranovità della quarta edizione. Èprevisto l’obbligo di frequenzaal 70%.Requisiti per partecipare sonola laurea (almeno triennale) e ilpossesso di esperienza lavorati-va nel settore ortofrutticolo e/oagroalimentare. L’inizio delle lezioni è previstoper venerdì 16 novembre 2012.

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Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Ricca di vitamine A, B, PP e C,Ricca di vitamine A, B, PP e C,ideale come coadiuvante dellaideale come coadiuvante dellacura degli stati influenzalicura degli stati influenzali

Ricca di antiossidantiRicca di antiossidanticontro l'invecchiamentocontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzatadi energia,ideale per chipratica sport

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

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CorriereOrtofrutticoloFRUTTA ESTIVA

E INVERNALEPRIMO PIANO P

Il bilancio, per la frutta estiva, èabbastanza positivo (Coldirettistima vi sia stato un aumento del-le vendite del 10% rispetto a dodi-ci mesi fa), ma il made in Italynel complesso sconta ancora undeficit di qualità che lo penalizzasul mercato interno ed estero: losostiene con convinzione DinoAbbascià (nella prima foto a sini-stra) presidente nazionale deidettaglianti dell'alimentazionedella Fida-Confcommercio. “È de-primente vedere in commerciopesche di piccola pezzatura, duree per niente saporite, a 20-30cents al chilo”, accusa Abbascià.“Non è questa la politica che do-vrebbe perseguire il sistema Ita-lia. I produttori, per primi, do-vrebbero puntare maggiormentesulla qualità per distinguersi inuno scenario sempre più compe-titivo. All’Ortomercato di Mila-no, tra l’altro, vedo gran parte deipiccoli compratori dare prioritàal fattore prezzo. Questo fa sì chevenga veicolata frutta così così senon proprio cattiva. E non va be-ne”.In ogni caso, prosegue Abbascià,la frutta estiva sta per mandarein archivio un 2012 discreto: buo-na la stagione delle ciliegie, nonmale quella delle albicocche

(“anche se il prodotto italiano,tardivo, è stato anticipato daquello d’importazione non altret-tanto gustoso che ha rovinato inparte il mercato”), i volumi di pe-sche e nettarine sono stati signi-ficativi, complice il gran caldo,ed i prezzi hanno tenuto; l'uvasenza semi, infine, incameraquotazioni importanti “e ciò - an-nota Abbascià - dovrebbe spinge-re i produttori a puntare ormaisolo sull’apirene”.“In generale è arrivato il momen-to di volare alto perché é solo conla qualità che si potrà costruireun futuro per la nostra ortofrut-ta”, ammonisce il leader dei det-taglianti.Sostanzialmente sulla stessa li-

nea di pensiero Giancarlo Min-guzzi (foto a destra), presidente diFruitimprese Emilia Romagna:“la campagna della frutta estiva2012, complice il calo di produ-zione estera e il maggiore consu-mo legato al caldo, ha dato un ri-scontro discreto, ma qualità epezzatura hanno sofferto e nontutti i produttori possono gioire,anzi”.“Le pezzature elevate hannospuntato prezzi buoni - spiegaMinguzzi - mentre i frutti piccolinon hanno assicurato remunera-zioni sufficienti, quindi il venta-glio delle quotazioni, a montedella filiera, è molto ampio e nontutti sono contenti”.Con queste premesse, difficilepensare a una inversione di ten-denza per un settore destinato,dice ancora Minguzzi “a vivereuna fine d’anno e un 2013 com-plessi, dove a cavarsela sarà chi faveramente qualità: ci sono anco-ra troppe cultivar scadenti in gi-ro, il panorama varietale andreb-be svecchiato...”.

23S e t t e m b r e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

Bilancio discreto, a livelli di prezzi, per la stagione commerciale della frutta estiva. Urge però una riflessione su qualità, varietà, pezzatura. E la siccità fa gravi danni

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CorriereOrtofrutticoloFR

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ALE Minguzzi peraltro ha notato uno

spostamento dei gusti dei consu-matori che alle pesche sembranopreferire sempre più albicocchee susine: anche di questo biso-gnerà tenere conto.

Lo spettro della siccitàL’estate particolarmente calda haspinto i consumi di ortofruttacreando però nel contempo pro-blemi di siccità. Un incontro ur-gente con il Ministro delle politi-che agricole e le altre Regionicolpite dalla siccità, per definiremisure straordinarie di sostegnoalle imprese danneggiate, ma an-che per mettere a punto un Pianonazionale in risposta al cambia-mento climatico in atto, è statochiesto a fine agosto dall’assesso-re regionale all’agricoltura Tibe-rio Rabboni. �“Abbiamo già avvia-to le procedure per la dichiara-zione dell’eccezionalità dell’e-vento, una strada da preferire, anostro parere, al riconoscimentodella stato di calamità, che in ba-se alla nuove disposizioni com-porterebbe automaticamentel’aumento delle accise nel terri-torio regionale. La dichiarazionedi evento eccezionale permetteràdi mettere in campo da subito unpacchetto di misure importanti afavore delle imprese colpite. Tut-tavia occorre anche andare oltrel’emergenza. Per questo chiederòal Ministro anche un Piano na-zionale per affrontare un proble-ma che appare ormai strutturale”.Per Rabboni la soluzione di fon-do non può che essere una: “ren-dere la disponibilità di acqua perl’irrigazione indipendente dal-l’andamento meteorologico,creando una rete di piccoli e me-di invasi in cui stoccarla nei mo-menti di maggiore abbondanza.Come Regione Emilia-Romagnaci stiamo già muovendo in questadirezione”.Dura la Confeuro: “nonostanteogni anno si alzi il coro unanimeda parte di tutto il mondo del pri-mario in favore di provvedimentiatti perlomeno ad arginare taliproblematiche, nella definizionedi misure straordinarie in aiuto

alle imprese colpite, nessun seriorimedio è stato adottato dai nu-merosi ministri succedutisi negliultimi tre anni sulla poltrona piùalta del dicastero agricolo”.“E' peraltro ormai innegabile - ilcommento di Confeuro - che glieventi climatici estremi sono or-mai strutturali, dovuti in granparte ai cambiamenti climaticiin atto sul pianeta, e pertantonon è più possibile pensare di ri-solvere tali problematiche conmisure tampone o risoluzionicontingenti; e ciò servirà da unaparte a preservare i territori, masoprattutto potrà salvaguardarele produzioni agricole, vessate ul-teriormente dalla sempre piùcomplicata crisi economica”.A fine agosto erano del resto or-mai tre mesi che in Emilia-Ro-magna, in particolare nel settorecentro-orientale, non si verifica-vano piogge significative e l’umi-dità dei terreni risultava in pro-gressivo peggioramento. La por-tata del fiume Po, nonostante leimmissioni dai laghi prealpini ele precipitazioni che hanno inte-ressato l’arco alpino, si stava ri-ducendo mentre quella dei fiumiappenninici era ormai prossimao al disotto del deflusso minimovitale. Un quadro particolarmen-te pesante dunque, con gravi ri-percussioni sulle principali col-ture. La diminuzione delle rese èstata generalizzata, con perditefino al 100% del raccolto e valorimedi dal - 50 al -70% per le im-

prese prive di impianti di irriga-zione.E i timori per i prossimi mesinon mancano: in particolare su-sino, melo, pero ed actinidiaavranno bisogno, in assenza diprecipitazioni significative, diapporti irrigui ancora per moltialtri giorni.

Poca acqua in Valle d’Aosta...Il caldo e la siccità non hanno ri-sparmiato nemmeno le mele del-la Valle d’Aosta: la mela Renetta èfinita sotto i riflettori dei tecnicidella società cooperativa Co-fruits, di Saint-Pierre (Aosta). Ilpersistere del caldo torrido infat-ti potrebbe cristallizzare gli zuc-cheri nelle parti sottobuccia. I frutti, con i colpi di calore, sipresentano con piccole macchiescure invisibili all’esterno. L’os-servazione, estesa al territoriodella Valle d’Aosta, è finalizzataad accertare se sia in atto questofenomeno. Un secondo proble-ma potrebbe riguardare la melaGolden, se queste temperatureafricane si dovessero protrarre si-no a fine agosto. Il colore giallonaturale assumerebbe una colo-razione più forte, il cosidetto“giallone”. A settembre, quindi,periodo di raccolta di questa me-la, si potrebbe andare incontroad uno scarto consistente.

...disastri a MilanoTonnellate di frutta e verduramarcite e buttate via. Fragole,

Primo piano

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CorriereOrtofrutticolo PRIMO PIANO Pfrutti di bosco, lattuga, spinaci. Ilcaldo record di agosto ha “ma-ciullato” la merce più deperibileall’Ortomercato di Milano, conun danno economico per i vendi-tori di migliaia di euro. “Purtroppo non abbiamo am-bienti climatizzati in grado diconservare la catena del freddo,locali refrigerati come invece cene sono da vent’anni in tutti imoderni mercati generali euro-pei”, il commento di Luigi Prede-val presidente della società di ge-stione Sogemi. “Lo scarico e lavendita avvengono a temperaturaambiente”. Vale a dire, nei giornidi maggior caldo, fino a 37 gradicentigradi. Oltre a distruggere lamerce fragile, il caldo provoca lacosiddetta “maturazione accele-rata” di frutta e verdura resisten-te, che perde così valore commer-ciale. La mancanza di strutturein grado di mantenere la tempe-ratura fra gli 11 e 14 gradi centi-gradi, diffuse ormai anche in tut-ti i punti della grande distribu-zione, implica che le merci deb-bano passare otto ore al caldo op-pure, in inverno, al gelo.“Dal momento in cui le cassevengono scaricate dai Tir refrige-rati, all’alba, fino alla fine dellavendita, a mezzogiorno, la merceè sottoposta a stress termici note-voli”, la testimonianza di Alber-to Albuzza, presidente dell’asso-ciazione dei grossisti. Senza ambienti in grado di con-tenere la temperatura il rischionon è soltanto che la merce de-perisca sui bancali prima dellavendita; può anche subire un for-te shock termico nel caso in cuiresti invenduta e venga imma-gazzinata nelle celle frigorifere.Predeval mette fretta: “Pensareche l’Ortomercato possa conti-nuare a lavorare a lungo construtture così vetuste non è reali-stico”, dice. “L’augurio è che ilconsiglio comunale approvi alpiù presto la relazione dei saggi,consegnata a fine luglio, in cui siindicano le linee guida del rilan-cio”. Uno dei punti centrali dellarelazione è proprio il totale rifa-cimento dei capannoni, final-

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Per Opo Veneto la campagna cerasicola 2012 è stata in generalebuona, con mercato, domanda e prezzo sostanzialmente stabili no-nostante la pesante crisi che sta colpendo il Paese. Grazie al profi-cuo lavoro svolto assieme ai produttori soci, la campagna appenaconclusa ha evidenziato un generale miglioramento qualitativo edelle pezzature del prodotto conferito rispetto agli anni passati.Nel Veneto sia le ciliegie precoci sia le medio precoci che levarietà tardive sono state colpite dal “cracking”, ossia la rottura deifrutti, provocato dalle piogge cadute nella fase più delicata dellapiena maturazione.La spaccatura ha compromessoquindi parte della produzione anchese nel complesso la campagna diraccolta è da ritenersi positiva: OpoVeneto stima che ci sia stata nellearee di Marostica e Chiampo, sullecolline vicentine, dove gestisce deicentri di raccolta, una diminuzionecomplessiva di produzione di circa il10%. Prezzi medi pressoché costanti.Eccellenti risultati sono stati ottenu-ti dalle varietà “durone” coltivate nelle colline della zona diChiampo. Per il presidente del Consorzio di tutela della ciliegiaIgp di Marostica (Vicenza) Giuseppe Zuech ci sono stati danni equindi perdite nella raccolta e nella qualità della ciliegia, però ilbilancio va visto complessivamente e, commenta: “Possiamo direche non è stata un’annata proprio negativa: quantità e qualità so-no state buone. Il problema vero riguarda il prezzo che è rimastoal di sotto delle attese”. La ciliegia di Marostica (una produzione attorno ai 7 mila quinta-li) per vari aspetti (tradizione, tipologia, qualità, mercato, per il ri-conoscimento Igp), è la ciliegia di riferimento per capire stato edevoluzione della cerasicoltura veneta. In attesa dei dati ufficiali, sicalcola che la produzione nel Veneto si avvicini complessivamenteai livelli dello scorso anno, quando si è arrivati a raccogliere, datoIstat, 157.718 quintali di ciliegie. In testa vi è la provincia di Vero-na con poco meno di 110 mila quintali, seguita dal Vicentino conoltre 33 mila quintali e da Treviso con 12.200 quintali.

Le ciliegie venete “tengono” le posizioniQuotazioni sufficienti malgrado il “cracking”

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mente refrigerati e con un siste-ma di “ribalte”: dovranno essererialzati da un metro e mezzo daterra, in modo da potere scarica-re le casse dai Tir con minorspreco di tempo ed energie.

... gravi disagi in Emilia e al SudAmmonta a oltre un miliardo dieuro, pari a una perdita di oltre il35% dell’intera produzione, la sti-ma dei danni che la siccità haprovocato all’agricoltura emilia-no-romagnola. Il dato emerge dauna rilevazione realizzata dallesingole Province, secondo la qua-le i comparti più colpiti, con per-dite superiori al 50 %, sono quel-li del mais da granella, delle fo-raggere e delle piante industriali(pomodoro da industria, barba-bietole, girasole), con perdite ri-levanti anche per ortofrutta e vi-ticoltura. “Si tratta per il momen-to solo di una stima - commental’assessore regionale all’agricol-tura Tiberio Rabboni - ma la di-

mensione del danno è comunquesenza precedenti ed insostenibileper tantissime imprese e per ilsettore: una battuta d'arresto dif-ficilmente recuperabile nel breveperiodo, con conseguenze negati-ve sull'agroindustria regionale,sull'indotto e sull'intera econo-mia emiliano-romagnola”.“La siccità per l’agricoltura nellanostra provincia è un secondoterremoto”, è arrivato a dire l’as-sessore provinciale all’agricoltu-

ra di Ferrara Stefano Calderoni.“Se per il sisma sono stati stimati150 milioni di euro di danni, lasiccità ha prodotto danni per unvalore di 250 milioni di euro. Nelgiro di quattro mesi la nostrarealtà ha dovuto subire danni per400 milioni di euro”. Un deficit idrico definito “il piùgrave degli ultimi 60 anni alme-no: 330 millimetri in un annocon il picco minimo di 160 nel-l’argentano sono una desertifica-zione territoriale che ha portatodanni alle colture che più o me-no sono state colpite tutte”. An-che gli alberi da frutto hanno su-bito gli effetti degli sbalzi termicicon produzioni scarse, di piccolapezzatura e di scarsa qualità. E iltutto crea gravi problemi ancheall’indotto con danni per mano-dopera, maestranze e lavoratoristagionali che non sono nellecondizioni di potere lavorare. Molto pesante la situazione an-che nel Mezzogiorno del Paese.

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CorriereOrtofrutticoloFRUTTA ESTIVA E INVERNALE

PRIMO PIANO PCatania: oltre l’emergenza Per il ministro dell'AgricolturaMario Catania: “la drammaticitàdella situazione, che ha colpitoseveramente alcune delle nostrepiù importanti regioni agricole,impone una riflessione che vadaoltre l'emergenza, su cui il Mi-paaf si è già moblitato: il temadell’acqua è sempre più chiara-mente una delle questioni cen-trali per il futuro economico eper lo sviluppo sostenibile delnostro Paese. Finora, per fronteg-giare l’emergenza, abbiamo deci-so di accelerare le procedure perdichiarare lo stato di calamità na-turale e abbiamo avviato l’iterper ottenere dalla Commissioneeuropea l’autorizzazione all’ero-gazione degli anticipi Pac 2012 apartire dal prossimo 16 ottobre,accorciando di circa 50 giorni itempi previsti dalle scadenze co-munitarie, in modo da garantireai nostri agricoltori un sostegnoin una fase di difficoltà produtti-va. Per affrontare in modo siste-matico la questione convocheròal più presto una riunione congli assessori regionali all’Agricol-tura con i quali esaminerò nonsolo i provvedimenti necessarisul breve periodo, ma anche unastrategia nazionale per l’acqua”.Confagricoltura Emilia Romagnaha accolto positivamente la di-sponibilità data dal Ministro adavviare la discussione sul proble-ma sulla base di un confronto fi-nalizzato a definire un pacchettodi iniziative. È necessario - per Confagri - chesi definisca, quanto prima, unpacchetto di iniziative contro lasiccità: programmi di investi-mento in ricerca agronomica eirrigua; progettazione di piccolie grandi invasi ivi comprese ledighe per realizzare adeguate ri-serve di acqua; politiche di sup-porto finanziario, per la realizza-zione di investimenti da effet-tuarsi sul territorio e nelle azien-de per migliore l’utilizzo dell’ac-qua massimizzandone la sua effi-cienza e riducendone la disper-sione; profonda revisione del Pia-no di tutela delle acque. (M.A.)

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La Gdo fa la voce grossa anche in Romagna. Dove le pesche e lenettarine che arrivano alla Grande distribuzione organizzata ven-gono pagate poco ai produttori. E la liquidazione è sempre ugualeindipendentemente dal prezzo di vendita. Lo dicono i dati diOppa, l’Osservatorio dei prezzi della frutta della provincia di Forlì-Cesena. “Lungo la filiera produttiva dell’ortofrutta - spiega l’assessore pro-vinciale all'Agricoltura Gianluca Bagnarae - esistono numerosicolli di bottiglia che impediscono un trasparente rapporto fra ilproduttore e il consumatore non solo per il prezzo, ma anche perla gestione della qualità e dell’offerta sugli scaffali. Il paradosso èche anche nel distretto più vocato alla produzione di ortofrutta,quale è appunto il territorio romagnolo, il consumatore abbia diffi-coltà a orientarsi nel mercato e a trovare il prodotto locale”.L’assessorato alle politicheagro-alimentari della Provin-cia di Forlì-Cesena rileva setti-manalmente in un campionedi 12 punti vendita i prezzi alconsumo di un paniere diprodotti ortufrutticoli signifi-cativi e rilevanti per l’agricol-tura locale e li confronta coni prezzi al produttore presen-tati dalla Camera di Commer-cio.Gli ultimi dati disponibili, ametà agosto, indicano che pe-sche e nettarine, bianche ogialle che siano, vengonoliquidate in media ai produt-tori 0,32 euro il chilogrammo.Una cifra molto bassa se laproduzione è di qualità Le pe-sche gialle, ad esempio, sonomesse in vendita sugli scaffali dei negozi a 1,74 euro se sfuse, a 1,31euro il chilo se in cestini. Ma al produttore vanno sempre i soliti0,32 centesimi di media.Più clamoroso il caso delle pesche bianche che sono quotate di piùe il consumatore in genere le cerca per il profumo più intenso e ilsapore più dolce. Nei banchi del supermercato sono pagate 2,08 eu-ro il chilo ma, al produttore, più di 0,32 euro non vengono liquida-ti. Stesso concetto per le nettarine gialle: 1,78 il prezzo di venditadel prodotto sfuso, 1,34 nei cestini, 0,32 euro all’agricoltore.Questi numeri (presi per validi) portano a una riflessione, condivi-sa da molti operatori del settore: il mercato si assesta a un valore,che quest’anno è attorno a 0,32 euro il chilo, e poi si appiattisce suquella cifra. La Gdo, anche se vende certi articoli a prezzo maggio-re, non riconosce all’agricoltore nessun valore aggiunto. Se l’agri-coltore continua sommessamente su questo binario, guadagneràsempre meno. Attualmente il mercato paga bene i grossi calibri edè su quello che si deve puntare. Meglio produrre 200 quintali l’etta-ro (con frutta di grosso calibro) a un euro di media al chilo piutto-sto che 450 quintali a 0,32 euro di media.

Pesche, la Gdo lascia le briciole ai produttoriLo conferma l’Osservatorio prezzi forlivese

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● Claudio Scalise*

Siamo alle battuteiniziali della cam-pagna dei grandiprodotti autunnoinvernali: uva da tavola, agrumi,mele, pere e kiwi. Questi prodottirappresentano le grandi produ-zioni con cui l’Italia può giocareun ruolo da leader sui mercatimondiali. Il loro futuro, per ilnostro Paese, infatti, passa attra-verso lo sviluppo delle vendite siasul mercato Ue che soprattuttodalla capacità di affrontare consuccesso l’impatto con i mercatipiù lontani a partire dall’areadei Paesi Bric.I consumi interni europei di que-sti prodotti non garantisconosbocchi sufficienti alle nostreproduzioni ed anzi richiedononuove collocazioni per potermantenere remunerativi i prezzidi vendita e dunque i redditi de-gli agricoltori.Il tema da affrontare dunque ècome sviluppare strategie pro-mo-commerciali efficaci per con-solidare i mercati europei e svi-luppare i nuovi mercati?Innanzitutto bisogna partire dalfatto che bisogna distinguere tra imercati dell’ovest del mondo(Ue, Usa ecc.) che possiamo defi-nire a domanda evoluta e seg-mentata, da quelli emergenti incui invece la domanda è concen-trata e standardizzata.In Occidente la domanda di orto-frutta risulta sempre più differen-ziata e la possibilità di incremen-tare il reddito per produttori pas-sa attraverso la proposta di seg-menti di offerta a più alto valoreaggiunto. L’obiettivo principalein questo caso è sviluppare gam-me di offerta che si propongonodi recuperare maggiore margina-lità rispetto alle commodity talquale: ciò avviene attraverso iprodotti biologici, ad alto conte-

nuto di servizio (pronti da man-giare, da cuocere, da preparare),le specialità locali ed i prodotti ti-pici, i prodotti equo-solidali. La crisi economica enfatizza an-cora di più queste tendenze. Ilmercato in Occidente è ormai po-larizzato nelle due fasce quella daprezzo, fatta per lo più di com-modity e presidiata dai discountche vedono crescere la propriaquota di mercato e quella pre-mium che cresce anch’essa e cherappresentala la somma dei seg-menti sopraindicati.La crisi, però, in queste aree staaggiungendo a questi trend chepossiamo definire di lungo perio-do (si sviluppano ormai da circaun decennio) un elemento nuovoche va colto perché, a mio avviso,costituirà il paradigma fonda-mentale del consumo nei prossi-mi anni.Si sta sempre più radicando neicittadini occidentali una nuovaconsapevolezza che potremmodefinire di una nuova socialitàdel consumo. L’esigenza di unconsumo consapevole, responsa-bile, che si traduce nella ricerca

di trasparenza, onestà/ genuinitàdei prodotti, evitare gli sprechi ,prodotti eco-sostenibili. Questa nuova consapevolezzanell’atteggiamento dei consuma-tori che viene riduttivamente de-finita di “sostenibilità ambienta-le sociale ed etica”, rappresenteràun tratto discriminante che ca-ratterizzerà i prodotti alimentaridi fascia medio alta nel prossimofuturo. La nostra ortofrutticoltura dovràfarli propri e caratterizzarsene inmodo deciso se vorrà incontrarela domanda dei consumatori piùevoluti occidentali.Nei Paesi emergenti, il mercato ècaratterizzato, invece, dalla cre-scita della classe media che rap-presenta il traino principale deiconsumi. In questi Paesi l’orto-frutta e la frutta in specifico rap-presentano quasi sempre perqueste fasce di popolazione unsimbolo del benessere economi-co raggiunto.In questo caso il consumatore èalla ricerca di frutta che rappre-senti questo status: esteticamentedi impatto e dunque di colori ac-cesi ed uniformi della buccia,prevalentemente di grosso cali-bro, con standard uniformi e du-raturi, spesso prevalenti rispettoal gusto in sé, che comunque do-vrebbe propendere verso il dolce.In questi mercati (Russia, Brasile,Far East...), l’elemento decisivoper le nostre produzioni saràquello di presentare un prodottodi adeguato standard merceologi-co, in grado di essere gestito almeglio anche su quei mercatilontani. La gestione logistica edorganizzativa insieme alla messaa punto di tecniche di produzio-ne e lavorazione del prodotto de-dicate a quei mercati risulterà de-cisiva. Del resto sono ormai di-verse le aziende che si sono affac-ciate in questi anni verso questimercati. Ma è chiaro che la batta-

Pomacee, kiwi, agrumi: costruire un futuro da leader all’estero

I prodotti autunno invernaliobbligati a seguire nuovi

percorsi nel segno dell’export

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Produzione melicola prevista incalo in Europa. I dati emersi daPrognosfruit, l’evento annuale incui si danno le prime previsionidi raccolta per mele e pere, chequest’anno si è tenuto a Tolosa(Francia) dal 2 al 4 agosto, dico-no che i volumi di mele nel 2012dovrebbero attestarsi sui 9 milio-ni e 739 mila tonnellate, con unariduzione del 9% rispetto al 2011.Il calo rispetto alla media produt-tiva del triennio 2009-2011 invecedovrebbe essere attorno al 7%. Un

dato che scaturisce da una situa-zione piuttosto eterogenea tra idiversi Paesi, riconducibile inlarga misura agli effetti delle ge-late di inizio aprile nei Paesi pro-duttori della parte occidentaledella Comunità Europea, rispettoall’Est Europa che non è stata in-teressata da questo fattore.Tra i Paesi della “vecchia” Europaspicca la Francia, con un -32% diproduzione, che porta il volumeatteso a 1.151.000 tonnellate. Maragguardevole è l’abbassamento

GRANFRUTTAZANI

Cala la produzioneeuropea di mele

Le previsioni Prognosfruit evidenziano un -9% in Europa, pur con situazioni fortemente diversificate: boom polacco,la Francia perde il 32%, l’Italia il 13%, la Germania il 3%

glia si vince se non si procede inordine sparso. Mi fa piacere sot-tolineare come, nei primi giornidello scorso agosto, sia nato ilConsorzio Kiwifruit of Italy cheintende proprio proporsi questiobiettivi. Del Consorzio fannoparte alcune delle principali im-prese italiane del settore: essorappresenta circa il 20% dellaproduzione nazionale di kiwi, epuò candidarsi a sviluppare poli-tiche di promo-commercialimolto significative per i produt-tori italiani. Non dobbiamo maitrascurare il fatto che in questinuovi mercati abbiamo dalla no-stra un’arma formidabile ed uni-ca che non ci potrà essere copia-ta da nessuno: l’origine! L’ Italiain queste aree è sinonimo di qua-lità della vita, di design, moda,stile ed eccellenza nei cibi. Que-sta è la leva in più da utilizzareper affrontare con successo que-sti mercati.

* SG Marketing Agroalimentare

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di produzione previsto per Au-stria (-23%), Belgio (-30%), Olan-da (-23%) e Spagna (-24%). LaGermania, tradizionale mercatoper le mele italiane, contiene ilcalo produttivo al 3% e si presen-ta quindi all’apertura della cam-pagna 2012 con una buona capa-cità di approvvigionamento in-terno. La Polonia è il Paese cheancora una volta condiziona inmisura maggiore l’andamentodelle produzioni comunitarie,con un aumento previsto del 12%che riequilibra in una certa mi-sura le previsioni per il raccolto2012.Va peraltro segnalata un volumeconsiderevolmente superiore dimele destinate alla trasformazio-ne (55%) rispetto al 2011 (45%),che determina in effetti una di-minuzione dei frutti per il mer-cato fresco rispetto all’anno pre-cedente. Spicca anche il recuperodi produzione dell’Ungheria, chesi riporta intorno ad un volumenormale di produzione. L’area della Comunità Europea a15 paesi e i nuovi paesi dell’Estdella Comunità Europea si pre-sentano sul mercato con trend innetto contrasto, con un abbassa-mento di produzione del 18% nelprimo caso ed un aumento del-l’11% per l’Est Europa.Le condizioni climatiche in pri-mavera non hanno certamenteaiutato i frutticoltori europei. Glieffetti del freddo si avvertono an-che in termini qualitativi, confrutti che nelle situazioni peggio-ri sono disomogenei, con segna-lazione di rugginosità e di cali-bro tendenzialmente ridotto. �Insostanza, il volume di mele previ-

sto per la Comunità Europea nel2012 è inferire alla norma e sicolloca al terzo posto dell’ultimodecennio, molto vicino alla sta-gione 2010.Per gli operatori italiani è signifi-cativo lo scenario per la GoldenDelicious, con un -15% sul 2011(ma con il volume più basso del-l’ultimo decennio), e per la RedDelicious, la cui situazione è deltutto simile (-18%). �Altrettantoimportante è la riduzione di vo-lume atteso per le varietà più re-centi, come Gala (- 7%), Fuji (-15%), Breaburn (-19%) e le altrenuove varietà (- 16%). �Italia sotto i 2 milioni di tonsL’Italia rispetta la tendenza gene-rale dei paesi dell’Europa meri-dionale, pur con un abbassamen-to di produzione contenuto nel13%, che porta in sostanza ilquantitativo di mele per la rac-colta poco sotto i 2.000.000 di ton-nellate, livello raggiunto sola-mente nell’ormai lontano 1996. �Alivello regionale l’Alto Adige pre-senta una di riduzione del 15,5%,il Trentino dell’11% e le altre re-gioni italiane del 10,1%.Le informazioni che provengonoda Prognosfruit vanno come sem-pre analizzate in un contesto piùampio ed in rapporto ad altri fat-tori in grado di influenzare l’an-damento commerciale. �Dopo un 2011 con una produzio-ne di oltre 10.500.000 tonnellate,il livello produttivo ritorna sottola soglia di 10.000.000 di tonnel-late, ritenuta equilibrata per ilmercato delle mele. Questo con-solida una base certamente posi-tiva per le aspettative dei frutti-

coltori. �La stagione commercia-le, sottolinea Assomela, è statacertamente una delle più difficilidell’ultimo periodo. Le Organiz-zazioni di Produttori hanno do-vuto trovare sbocco alla produzio-ne nazionale più alta mai rag-giunta, in un scenario comunita-rio con una offerta eccedentariaed in un contesto di crisi econo-mica che si è inevitabilmente ri-flesso in consumi tendenzial-mente in contrazione. �Ciò nono-stante, con una programmazioneattenta dei volumi di vendita edun uso ragionato della leva “prez-zo” le giacenze al primo luglio so-no rientrate nella normalità enon si prevede sovrapposizionetra le due stagioni commerciali2011 e 2012.�Alcuni fattori hanno aiutato, tracui in particolare l’orientamentosempre più determinato versol’export, che nell’ultimo anno hasuperato le 930.000 tonnellateportando l’Italia nettamente alprimo posto nella classifica co-munitaria dei paesi esportatori.�Le difficoltà nel mercato e la “de-bolezza” dell’euro hanno di paripasso contribuito a sostenerel’export ed a frenare l’importa-zione di mele in “controstagione”(che ha raggiunto il livello piùbasso della storia più recente).�Importante è stato anche il ruologiocato dall’industria di trasfor-mazione che, supportata da quo-tazioni interessanti del succo, hacontribuito a dirottare verso latrasformazioni le mele di qualitàinferiore.�Vengono così tutto sommato arealizzarsi i presupposti fonda-mentali per una buona partenza

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della stagione commerciale2012/2013.� Tutto questo non puòperaltro prescindere dalle proble-matiche che pesano sul settoredell’ortofrutta italiana ed euro-pea e dalla situazione economicagenerale, che determina un ap-proccio più attento del consuma-tore al mercato. �La mela è peral-tro un prodotto che presenta unadinamica di prezzo stabile, sia

negli anni che durante l’annata,fatto che appare molto apprezza-to dai consumatori.� I diversi fat-tori di analisi fanno ragionevol-mente intravedere una stagionepiù facile rispetto alla preceden-te, con prospettive certamente in-teressanti per i produttori del set-tore, con un auspicabile rientroin una situazione di sufficienteprofittabilità. � ●

In Alto Adige, dopo il raccolto re-cord del 2011, gli operatori siaspettano un calo di circa il 15% acausa delle gelate di Pasqua e diun aprile particolarmente piovosoe umido. “Potrebbe sembrare un ritorno aduna produzione solo leggermente sotto la media - dice Gerhard Di-chgans (nella foto sopra), direttore del Vog - ma quello che cambiaè il contesto dell’offerta a livello europeo, molto diverso rispetto al-la stagione passata: il raccolto dei 27 paesi UE dovrebbe infattirimanere al di sotto della soglia psicologica delle 10 milioni ditonnellate, che garantirà un buon equilibrio tra domanda e offertae stabilità dei prezzi”.Le previsioni sulla prossima stagione anticipano inoltre unacrescita della produzione polacca e un forte calo in Europa Centra-le e Occidentale. “Il brutto tempo e i problemi riscontrati duranteil periodo di impollinazione, hanno influito negativamente suiraccolti di Francia, Spagna, Belgio, Olanda che subiranno un calocomplessivo del 30% rispetto alla campagna 2011-2012. Questo sìavrà un grande impatto sugli equilibri del mercato della mela e suiflussi commerciali: nei mercati export dove tradizionalmente sia-mo presenti, l’offerta concorrente sarà molto contenuta”.Il Consorzio VOG è reduce da una stagione partita in salita. “L’ini-zio della campagna è stato influenzato negativamente dall’eccessodi produzione nei maggiori bacini produttivi, in molti nostri paesidi sbocco come la Germania”, conferma il direttore del Consorzio.“L’inversione di tendenza si è verificata a fine aprile e inizio mag-gio, quando è stato chiaro a tutti che dall’emisfero Sud sarebberoarrivati quantitativi nettamente inferiori alle attese. Questo ha da-to respiro al mercato, soprattutto per quanto riguarda le varietàGolden e Braeburn. Le varietà rosse e bicolori, invece, hanno avutosempre una buona domanda, aiutate anche dalle crescente doman-da proveniente dai mercati nordafricani ed arabi.Oggi, rimangono solo poche tonnellate di Golden, per le quali ab-biamo programmi fissi con nostri clienti che ci chiedono di fare il“ciclo” completo fino all’arrivo del nuovo raccolto.“Nella prossima stagione, il mercato chiave per noi resta l’Italia,dove prevediamo un mercato più equilibrato e una situazione piùstabile nei prezzi - prosegue Dichgans -. Aumenta però la nostra at-tenzione a nuovi mercati come i Paesi e le isole del bacino del Me-diterraneo, il Maghreb e i Paesi Arabi”.

Vog: stanno cambiandogli equilibri commerciali

Le previsioni di raccolta peril Consorzio la Trentina (nel-la foto sotto il direttore SimonePilati) sono di circa 13.000tonnellate contro le 9.000dello scorso anno che era sta-to caratterizzato da estesegrandinate tali da ridurresensibilmente la produzionenormale. Le frequenti piogge, sempreseguite da giornate caldehanno favorito una perfettamaturazionedel frutto, siaesternamenteper forma e co-lore, che inter-namente pergusto ed equili-brio.La Gala è unamela con unmercato moltovasto, è apprez-zata non solo in Italia, maanche in Germania, Scandi-navia, Inghilterra, Paesi Ara-bi e Nord Africa: quasi il 60%della produzione è infatti de-stinata all’esportazione inquesti Paesi. “L’ottima produzione ed ilpositivo riscontro presso iclienti ci fanno sperare inuna stagione positiva e consi-gliamo ai nostri soci produt-tori di aumentare la superfi-ce a Gala”, si sottolinea da laTrentina che parteciperà aSanakids di Bologna, dall’8all’11 settembre.

la Trentina in attivo:da 9 a 13 mila tons

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CorriereOrtofrutticoloFRUTTA

ESTIVA E INVERNALEPRIMO PIANO P

Georg Kössler, presi-dente del ConsorzioMela Alto Adige, guar-da con prudente otti-mismo alla nuova sta-gione. Infatti, l’annopassato è stato piutto-sto critico non soloper i commerciantialtoatesini, ma ancheper il Consorzio delleCooperative frutticoledell'Alto Adige VOG,l’Associazione deiproduttori ortofrutti-coli della Val VenostaVI.P, le associazionidi produttori privati Fruttunion e l’Organizzazioneper la promozione delle aste di vendita FOS. Kös-sler (foto sopra) sintetizza cosi: “La stagione dellacommercializzazione che sta per concludersi è tra-scorsa tra alti e bassi”. “Il comportamento nei con-fronti del consumo di mele è, attualmente, estre-mamente variabile: la domanda oscilla tra alti ebassi. La crisi economica ha colpito anche il no-stro settore. L’insicurezza del consumatore è evi-dente”. Le ingenti quantità di raccolto hanno con-tribuito ad aggravare la situazione nella vendita:anche i commercianti altoatesini hanno dovutopiazzare un raccolto record pari a quasi 1,2 milio-ni di tonnellate di mele. Nonostante le circostanteavverse, è stato comunque possibile vendere gli in-genti quantitativi così come previsto, in modo taleche all’inizio della nuova stagione di raccolta i ma-gazzini si presenteranno vuoti. Ma come reagiscono i commercianti altoatesini al-la mutata situazione? “In considerazione dellacongiuntura alquanto critica, cerchiamo, senza so-luzione di continuità, nuovi mercati: Arabia, Me-dio Oriente ed Africa del Nord, Europa dell’Est. Persfruttare le sinergie, le due cooperative di produt-tori altoatesini VOG e VI.P si sono alleate e con ilmarchio “From the Italian Alps” sono entrate neimercati russo ed indiano insieme a due cooperati-ve di produttori trentini. “Con la qualità giusta econ una conseguente politica di diffusione delmarchio sapremo soddisfare le richieste”.

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TATA

«Una stagione di alti e bassi»

Georg Koessler, presidente del Consorzioaltoatesino della mela: alleanze essenziali

per sfondare Oltralpe

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“La carenza produttiva di pere,mele e kiwi provocherà grandiaspettative sui prezzi, ma il ri-schio è di partire sparati, con li-stini molto alti e poi registrareun calo di consumo: bisognereb-be esordire con quotazioni equili-brate altrimenti c’è il rischio digiacenze elevate. La pera Abate,nel 2010, ce l’ha insegnato”.L’“avviso” è di Giancarlo Minguz-zi, titolare dell’omonima aziendaromagnola nonché presidente re-gionale di Fruitimprese. Parole che non suonano a spro-posito e che si allineano a quelleascoltate a Prognosfruit, in Fran-cia: “Va fatto un richiamo alla ne-cessaria prudenza, specialmentein apertura di stagione, per nonalimentare aspettative eccessiva-mente elevate in una situazionedi difficoltà economica con effet-ti difficilmente stimabili sui con-sumi”.La partenza di stagione delle pe-re emiliane alimenta un certo ot-tismo: secondo le quotazioni del-la Borsa Merci Modena, il valoresettimanale sul mercato della pe-ra Abate Fetel 60+ è compresotra un minimo di 0,60 centesimie un massimo di 0,70 centesimi,quello della Abate 65+ tra gli0,70 e gli 0,80 centesimi.Ma non sono tutte rose e fiori. Èinfatti terminata, nel ferrarese,la raccolta delle principali va-rietà di pere estive precoci - San-ta Maria, Carmen e Dr. Guyot - esi sta ultimando in questi giorniquella della William. Un inizioin salita per i frutticoltori ferra-resi a causa dei fattori climaticiche hanno penalizzato la crescitae la qualità dei prodotti. SpiegaVanni Branchini, produttore as-sociato e membro della commis-sione tecnica della FondazioneFll. Navarra: “Le pere precocihanno avuto un accrescimento,in generale, inferiore del previstoed hanno faticato a completare il

ciclo di maturazione. Questo acausa del caldo e del vento seccoche ha provocato, all’inizio di lu-glio, un importante attacco diacari, infestanti. Siccità e fisiopa-tie hanno dunque compromessola quantità, con calibri inferiorialla norma e la qualità”.Tema caldo anche quello deiprezzi pagati ai pericoltori ferra-resi. Per la William di qualità piùalta quello con il calibro 60+ siva dai 42 ai 55 cent/kg mentreper il 55+ si va dai 32 ai 35cent/kg. Prezzi buoni, ma perecon questo calibro in campagnanon sono certo la maggioranza. Per la William da succo sono sta-ti pagati, inizialmente, sui 18cent/kg poi, a causa della scar-sità di prodotto sul mercato e al-l’aumento della richiesta, le quo-tazioni sono salite ad una cifra,buona, di 21 cent/kg. Discorso a parte per la pera Wil-liam da sciroppo - che si racco-glie con un calibro di 58+ - quo-tata dai 25 ai 30 cent/kg, con unamedia di 27 centesimi. Per quello che riguarda i prezzidelle pere precoci sono alti soloper prodotti di buona e ottimaqualità. I frutticoltori, e non sonopochi, che hanno conferito pro-dotti con pezzature sotto la me-dia non sono dunque riusciti aspuntare quotazioni soddisfacen-ti. I prezzi medi netti della SantaMaria si aggirano sui 45-60cent/kg per un calibro 55+ e 60-70 cent/kg per il 60+. Per laDr.Guyot sono pagati, invece,sempre di media, 45-50 cent/kgper il calibro 60+ e 40-45 cent/kgper il 55+. Discorso a parte perla Carmen, varietà molto cercata,e ben prezzata: per un prodotto dialta qualità si sono toccate puntedi 1€/kg con una media che è co-munque rimasta sui 70-80cent/kg. Prezzo ottimo ma, è ilcaso di sottolinearlo, pagato soloper il prodotto eccellente. (M.A.)

Primo piano

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«Listini molto alti all’inizio? Si rischia l’effetto boomerang»

Giancarlo Minguzzi: il caloproduttivo di mele, pere e

kiwi va gestito saggiamente

Alcune delle più importantirealtà nazionali del settore,concentrate prevalentementein Romagna, Emilia e Vene-to, hanno dato vita alConsorzio “Kiwifruit ofItaly”. Costituito da nove trale principali realtà italianedel settore - quali Spreafico,Naturitalia, Salvi-Unacoa,Granfrutta Zani, Frutta C2,Orogel Fresco, PempaCorer-Terremerse, Minguzzi,Consorzio Kiwigold - il Con-sorzio rappresenta più di unmilione di quintali di kiwiHayward“I principali obiettivi di que-sta nuova realtà - sottolineail presidente, Alessandro For-nari (foto) - sono, da un lato,la definizione di norme mi-nime di qualità comuni perla produzione e la commer-cializzazione del kiwi per au-mentarne costantemente illivello qualitativo emigliorarne l’immagine ver-so i clienti ed i consumatorie, dall’altro, la realizzazionedi campagne commerciali epromozionali coordinate in-dirizzate prevalentementeverso i nuovi mercati ed iPaesi oltre Oceano”.

Nove “big”in Kiwifruit of Italy

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CorriereOrtofrutticoloPR

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● Lorenzo Frassoldati

Come prima mossa si è quasi di-mezzato lo stipendio: 35 mila eu-ro lordi l’anno contro i 62 miladel suo predecessore. Di questitempi, un esempio da non sotto-valutare. Andrea Segré, economi-sta agrario di origine triestinema bolognese di adozione, uncurriculum eclettico che va dauna ricchissima attività accade-mica alla creazione del Last mi-nute market per sensibilizzarel’opinione pubblica europea sul-le cause e le conseguenze dellospreco alimentare, è il nuovo pre-sidente del Caab-Centro agroali-mentare di Bologna, uno dei pri-mi mercati all’ingrosso italiani.Dopo un lungo periodo di appan-namento, il Caab è davanti allasfida del rilancio e Segré è l’uo-mo del “nuovo corso”. Tra le no-vità legate alla nomina di Segré,l’ingresso in Cda di un rappre-sentante dei grossisti (ValentinoDi Pisa) e nuove parole d’ordine:l’internazionalizzazio-ne delCaab, l’attenzione alla dimensio-ne locale e nazionale, l’eco-soste-nibilità lavorando sulle energierinnovabili, il risparmio dell’ac-qua e una corretta gestione dei ri-fiuti. Con Segré parliamo di ortofruttae dintorni.

Il mondo dell’ortofrutta ha grandeforza economica e di export ma èdebole per la frammentazione deisoggetti e per la mancanza di unsistema Paese. La Spagna, pur nel-la crisi, esporta tre volte più di noi,pur essendo noi il primo produtto-re in Europa. Anche il mondo deimercati all’ingrosso sconta storiciritardi, la legge sui centri agroali-mentari è sostanzialmente un’in-compiuta e il mondo associativo(Mercati Associati, Fedagro, And-mi) è diviso e percorso da incom-prensioni e a volte vere e proprietensioni. Lei che idea si è fatto?“È presto per avere un quadropreciso, sono appena stato nomi-nato. In generale rilevo che nelnostro Paese frammentazioni, di-visioni e incomprensioni nelmondo associativo nonché stori-ci ritardi a livello legislativo rap-presentano il denominatore co-mune non soltanto nel sistemaagroalimentare. Dobbiamo supe-rare la nostra cultura provincialee del piccolo è sempre bello (ebuono). La diversità è una ric-chezza, che va tuttavia governata,per essere più efficienti a livello

nazionale e più competitivi all’e-stero. Per essere sostenibili, nelsenso letterale del termine chevuol dire durare nel tempo. Que-sta nuova esperienza, che rappre-senta per me una vera e propriasfida per il rilancio del Caabguardando al futuro sarà - credo -una bella palestra”.Cosa si deve fare o si può fare percambiare questa situazione, inver-tire la tendenza e creare un sistemapiù organizzato, meglio collegato,nell’interesse di tutti?“Il settore dei mercati all’ingros-so e nello specifico dei mercatiortofrutticoli all’ingrosso ha an-cora un’importanza fondamenta-le per il sistema distributivo ita-liano. Se si considera l’attività dicompletamento da parte dellaGDO, i clienti della DistribuzioneOrganizzata oltre che il dettaglionelle sue varie espressioni e ilsettore Ho.Re.Ca si può stimarecome perlomeno il 60% dei pro-dotti consumati nel nostro Paesepassi dai mercati all’ingrosso. Poibisogna sommare le attività diesportazione. Si tratta di un com-parto economico che indubbia-

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Economista agrario triestino (ma bolognese d’adozione),fondatore e presidente di Last Minute Market, Andrea Segré

si trova di fronte a una nuova sfida: il Caab di Bologna

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Ci mettiamo la fi rma

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mente ha perso la posizione rico-perta in passato anche per effettodella verticalizzazione messa inatto dalla GDO con i Produttori.Verticalizzazione, è il caso di ri-cordarlo, fortemente incentivatadall’UE attraverso i programmidelle Organizzazioni Produttori.Detto questo è chiaro che i mer-cati all’ingrosso devono modifi-care le proprie strategie a medioe lungo termine. Credo che videbba essere una ricerca di unamaggiore funzionalità per esem-pio per quanto riguarda la logi-stica. Mi riferisco sia di logisticaa livello nazionale e internazio-nale, sia di city logisitc. Nel no-stro paese, assai congestionato atutti i livelli dal traffico, c’è vera-mente tanto da fare. Del resto ènoto che la logistica funziona so-lo creando delle reti di piattafor-me con servizi efficienti: i mer-cati son piattaforme già esistenti,spesso di proprietà pubblica, chein questo senso possono svolgereun’azione davvero formidabile”. Bologna si muoverà da sola nellosviluppo di progetti relativi ai variaspetti che possono far crescere ilCaab o cercherà anche alleanzecon altri Mercati su singoli temioppure cercherà di intervenire sul-le organizzazioni sopra citate per-ché si muovano lungo alcune lineedi sviluppo comuni e quali?“Ereditando una situazione buo-na almeno sotto il profilo econo-mico e gestionale, al mio insedia-mento da presidente del Caab loscorso luglio ho trovato un mana-gement molto dinamico e unconsiglio di amministrazioneprearato e attento. Posso dire checi stiamo già muovendo ed è ov-vio che dove opportuno cerchere-mo collaborazioni e alleanze. Ab-biamo già una serie di progettiindirizzati nella logistica inter-nazionale, nazionale come nellacity logistic. E ci stiamo posizio-nando nel campo della sostenibi-lità economica e ambientale,quindi della Green economy.Tanto per fare qualche esempioconcreto: alla fine di agosto avre-mo sui tetti del Caab la prima im-portante parte di un impianto fo-

tovoltaico pari a otto ettari di su-perficie. Si tratta del più grandeimpianto regionale nel suo gene-re. A settembre in occasione delmacfrut abbiamo organizzato unevento (e abbiamo già provvedu-to a invitare tutti i colleghi) perpresentare le prime risultanzedella collaborazione con il mer-cato di St. Charles di Perpignanoltre che un nuovo progetto conla Turchia”. Nel lungo termine quale ruolo at-tribuisce ai Mercati nel panoramacomplessivo del commercio dei pro-dotti freschi e quale peso alle com-ponenti che ne fanno parte (grossi-sti, dirigenti, amministratori, rap-

porto pubblico-privato)? Si puòpensare a una “nuova frontiera”dei Mercati?“Nel contesto della ricerca di unanuova funzionalità dei mercati sidovrà assolutamente fare squa-dra con tutte le componenti esi-stenti, è una conditio sine quanon. Solo da un buon rapportofra enti gestori e operatori si puòpartire per costruire il nuovo.Dobbiamo effettivamente pensa-re assieme a una nuova frontiera,gli spazi per nuovi progetti eco-nomici e una valorizzazione diquella “funzione pubblica” deimercati troppo spesso dimentica-ta ci sono”. L’ortofrutta soffre anche di una de-bolezza di immagine: un sistemache pesa tanto in termici economi-ci e sociali, cardine della Dieta me-diterranea e del made in Italy al-

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Andrea Segrè, nato a Trieste nel 1961, è professore ordinario di Po-litica agraria internazionale e comparata all’Università di Bolognadove è preside della Facoltà di Agraria dal 2005. Dall’ottobre del2012 entrerà in carica come direttore del Dipartimento di Scienzee tecnologie agro-alimentari dopo la chiusura della Facoltà per ef-fetto della riforma del sistema universitario italiano. È fondatore e presidente di Last Minute Market, spin off accademi-co dell’Università di Bologna costituito recuperare a fini benefici iprodotti invenduti e per ridurre le eccedenze nella filiera agroali-mentare. Ha promosso la campagna europea “un anno contro lospreco” per sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulle causee le conseguenze dello spreco alimentare. La campagna ha portatoil Parlamento europeo a una Risoluzione votata in plenaria a Stra-sburgo nel gennaio del 2012 per dimezzare lo spreco alimentareentro il 2025 e dedicare il 2014 come Anno Europeo di lotta allospreco. È autore di numerosi articoli scientifici e libri, i più recen-ti sono: Economia a colori (Einaudi 2012); Il libro blu dello sprecoin Italia: l’acqua (con Luca Falasconi, Edizioni Ambiente 2012);Tranforming Food Waste into Resource (con Silvia Gaiani RCS,Cambridge 2011). Gli sono stati assegnati diversi premi, fra questi:il Premio Perdisa nel 1992, il Premio Scanno nel 2007, il PremioMediterraneo della Fiera internazionale di Foggia e il premio Cittàdi Sasso Marconi nel 2011. Nel 2012 gli è stato conferito, presso il Parlamento Europeo, il pre-mio Green Award per l’etica dall’Organizzazione non governativa

E.qo. Il 6 ottobre gli verrà conse-gnato a Casa Artusi di Forlimpo-poli il Premio Artusi per l’impe-gno alla “lotta allo spreco”.

Un curriculum eclettico per il professore,autore di svariati libri e collezionista di premi

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C’è chi ha brillato

e chi continua a splendere

SOLIDAMENTE CON VOI DAL 1973

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l’estero, non riesce ad affrancarsida una immagine semplicistica eriduttiva: la bottega del fruttiven-dolo, il mercatino rionale, il repar-to del market dove il prodotto spes-so viene gestito in maniera ‘pocoaccurata’. Chi deve comunicare ivalori dell’ortofrutta se non i suoiprotagonisti? I Mercati potrannoavere un ruolo in questa azione?“È un tema tanto importantequanto vasto. Al Caab ci si impe-gna da anni con progetti di edu-cazione alimentare. Credo che lamia matrice universitaria possastimolare ulteriormente in que-sta direzione. Oggi stiamo lavo-rando sulla piccola distribuzione,quindi sui mercati rionali, assie-me al Comune di Bologna. Si trat-ta di creare anche per questi deinuovi format di vendita: un pro-getto che noi vediamo legato an-che alla city logistic, quindi allamobilità sostenibile delle merciin ambito cittadino e alla valoriz-zazione dei centri storici”.

Educare al consumoIl rilancio del comparto ortofruttapassa per un aumento dei consumie un maggior export. Ha qualcheidea in proposito?“Anche questo è un argomentoestremamente complicato: dal2000 si è perso circa il 20% delconsumo interno, una tendenzache è comune ad altri paesi euro-pei. È un dato assai pesante chetrova, anche in un contesto di cri-si economica, pochi paragoni inaltri settori. È necessario portareavanti dei programmi di educa-zione al consumo: oltre che unaquestione prettamente economi-ca si tratta anche di un problemadi sanità pubblica. La percentua-le di persone in sovrappeso e del-l’obesità infantile è in drammati-co aumento e con queste le ma-lattie epidemiologicamente cor-relate (malattie coronariche, de-generative, diabete). Fenomeniche hanno ricadute anche econo-miche rilevantissime: fare educa-zione alimentare e sanitaria perònon basta. È necessario lavorareanche per migliorare la qualitàdei prodotti e imparare a vender-

li meglio, per esempio con tecni-che di merchandising. In questosenso è necessario agire con i di-stributori al dettaglio e con azio-ni di formazione che potrebberoessere poste in atto anche daglienti gestori. Insomma: dobbiamodare più “valore” all’ortofrutta, intutti i sensi”.Recentemente l’Ismea ha certifica-to che nel caso dei prodotti agricolifreschi in un decennio la remune-razione della fase agricola si è ri-dotta di quasi 6 euro su ogni 100spesi dal consumatore. In altre pa-role la quota di valore “trattenuta”dall’agricoltura è passata dal25,6% del 2000 al 20% del 2009.Qui come si inverte la tendenza?“Avere una migliore collaborazio-ne con i distributori al dettaglio evendere meglio significherebbedare maggiori soddisfazioni an-che ai produttori agricoli - che ef-fettivamente negli ultimi annihanno visto calare la propriaquota di valore aggiunto in ma-niera drammatica. Un fenomenoche è però comune e forse ancorpiù vero per i grossisti: anche inquesto caso i margini hanno avu-to un calo drammatico. Invertirela tendenza è quindi indispensa-bile. In quest’ottica non è fonda-mentale perdersi nella discussio-ne se la filiera ortofrutticola deveessere corta o lunga: l’importanteè che sia colta, nel senso di effi-ciente, trasparente, equa per tuttigli attori coinvolti”Come Le è venuta l’idea vincentedel Last Minute Market?“L’idea mi è venuta alla fine deglianni ‘90 visitando un ipermerca-to e finendo, casualmente, nel re-tro dove tutti i prodotti invenduti- anche quelli ancora buoni da

mangiare - vengono gettati via.Erano una montagna… Ma il mo-dello alla base del “mercato del-l’ultimo minuto” mi è stato ispi-rato da quanto avveniva, sponta-neamente e da molto tempo, pro-prio al Caab con un gruppo reli-gioso guidato da suor Matilde. Ri-cordo ancora i sabati passati invia Fioravanti con i miei studen-ti, frati, facchini e Roberto Piaz-za, il direttore di allora. Fu cosìche elaborammo un sistema di“reverse chain” per il recupero so-stenibile e solidale dei beni in-venduti, non solo cibo ma anchefarmaci e altri prodotti. Da Bolo-gna poi il modello è stato adotta-to in tante altre città con esten-sioni anche internazionali. Chis-sà: un segno che sia partito pro-prio dal Caab”.Crede possa esserci una svolta eco-nomica legata a valori nuovi (eco-nomia compatibile) e che essa pos-sa rappresentare un via d’uscita al-la crisi? Quale peso avrà in questoprocesso l’economia agricola?“Certo, ne sono convinto. Sonoun economista agrario, o di cam-pagna, come preferisce qualcu-no. Osservo la realtà dal bassopartendo dal settore definito -tanto tempo fa - primario, mache oggi tutti considerano ulti-mo, sbagliando credo. Al cibodiamo sempre meno valore. Permangiare meno spendiamo inproporzione al nostro reddito,più siamo contenti. Anzi, ci con-sideriamo più ricchi e sviluppati.Possiamo riempiere il carrellodella spesa e poi permetterci dibuttare via ciò che c’è dentro.Quantità enormi, risorse gettateal vento, che lasciano tracce evi-denti nell’ambiente dove vivia-mo. Un enorme spreco di risorse- peraltro limitate come lo sono ilsuolo, l’acqua, l’energia - che nonpossiamo permetterci in questotempo di crisi. La via di uscitapassa per la sostenibilità econo-mica, ambientale e sociale ovve-ro - come dicevo prima- la dura-ta nel tempo delle nostre azioni,delle nostre produzioni, dei no-stri consumi”. [email protected]

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFRUTATTUALITÀ A

Ultimi “ritocchi” per la ventino-vesima edizione di Macfrut inprogramma e a Cesena da merco-ledì 26 a venerdì 28 settembre.Una tre giorni che sarà anticipa-ta, martedì 25, dalla ormai “clas-sica” anteprima, dedicata que-st’anno alla fragola: un SimposioInternazionale che farà il puntosulle prospettive di questa impor-tante coltivazione nei vari Conti-nenti.La rassegna di Cesena si presentaal via densa di appuntamenti de-dicati alla filiera ortofrutticoladel Bacino del Mediterraneo.Un’area di enorme rilevanza chefa di Macfrut stesso un appunta-mento irrinunciabile: nell’edi-zione 2011 ci sono state presenzeda quasi cento Paesi.Prevista una crescita degli esposi-tori stranieri rispetto alle edizio-ni passate. Fra i visitatori, saran-no presenti delegazioni e gruppidi operatori da 80 Paesi, con pro-venienze organizzate da Spagna,Francia, Germania, India, Brasi-le, Turchia. Non mancherà la par-tecipazione ufficiale della Cinacon alcune novità per il settore.Inoltre, è confermata la presenzadei buyers internazionali chestanno registrando la propriaadesione anche attraverso il sito

di Macfrut. A proposito di Tur-chia, vi sarà uno stand comunefra Mercati all’ingrosso ortofrut-ticoli di Istanbul, Perpignan eCaab di Bologna. La struttura bo-lognese sarà il punto nodale diuna “strada dell’ortofrutta” checollegherà i due importanti Mer-cati esteri transitando per Bolo-gna. Macfrut 2012 parte dal presuppo-sto che frutta e verdura sono unacomponente fondamentale per lasalute e che questo messaggio vaveicolato anche al di fuori del set-tore.Di questo essere componente del-lo “star bene”, ovvero apice fon-damentale di uno stile di vita cheva esteso ad un maggior numerodi persone, Macfrut si fa interpre-te con un convegno e con varieiniziative che coinvolgono pro-duttori e consumatori di ortofrut-ta, aderendo, fra l’altro alla “Setti-mana del Buon Vivere”.Nel corso della rassegna i produt-tori di melone francesi e spagno-li si incontreranno con i “colle-

ghi” italiani per un confronto siasulle problematiche europee chesu quelle mondiali del loro com-parto.Tali incontri di “strategie” nonsono nuovi a Macfrut, dove unpaio di edizioni fa furono “postele basi” per quell’accordo fra ope-ratori e produttori, Istituzioni edassociazioni europei, promossoda Tiberio Rabboni, Assessore al-l’Agricoltura dell’Emilia Roma-gna e che quest’anno h avuto ilproprio coronamento.Inoltre per fornire alle impreseun momento che non fosse solodi vetrina delle proprie attività,Macfrut oltre a “fare business”con l’incontro fra produttori etecnologie, fra Gdo e ricercatoriha sviluppato due opzioni rivoltealle aziende stesse: l’internazio-nalizzazione e l’innovazione. Perstimolare ulteriormente quest’ul-tima, sia di prodotto che di pro-cesso), si terrà anche nel 2012l’Oscar Macfrut per l’innovazio-ne, un modo per porre all’atten-zione del mondo ortofrutticolo (e

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Conto alla rovescia per Macfrut 2012, che dal 26 al 28settembre punta su innovazione e internazionalizzazione

e propone numerosi eventi. Anteprima dedicata alla fragola

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ACFR

UT

non solo) quelle novità erealizzazioni (già presentisul mercato e/o commercia-lizzate) che riguardano lequattro categorie: macchinee delle tecnologie per sele-zione e confezionamento;packaging e i materialid’imballaggio; sementi eprodotti ortofrutticoli fre-schi; logistica e servizi. Sul

fronte dell’internazionaliz-zazione Macfrut ha poi scel-to di fornire supporto alleimprese per azioni e tra-sferte all’estero, come di-mostrano le tante prsenze ainiziative oltre i confini egli oltre 300 incontri “mira-ti” fra imprese italiane estraniere durante la rasse-gna. ●

Attualità

S e t t e m b r e 201246 www.corriereortofrutticolo.it

Domenico Scarpellini è un’istituzioneper la rassegna cesenate. Al patron del-la kemersse romagnola chiediamo qua-li sono le caratteristiche e le specificitàdi Macfrut 2012.

“Questa del 2012 è la ventinovesimaedizione di Macfrut, e tutti questi an-ni rafforzano la vitalità di unakermesse che si è dimostrata la rasse-gna dell’intera filiera ortofrutticola,dal campo alla tavola. Abbiamol’esposizione dei vari comparti che compongonoquesto settore che “vale” in Italia oltre 20 miliardidi Euro di fatturato. Macfrut si è conquistato ilruolo di punto di incontro di chiunque operi inortofrutta con un mix di innovazione e diqualità, di ricerca scientifica, cui l’Università haconcorso in maniera preponderante e di operati-vità. Ultimamente, poi, abbiamo contribuito allacultura di un miglior stile di vita, portatore di be-nessere e del Buon Vivere. Tutto questo, assiemealla convegnistica di alto livello rendone Macfrutun appuntamento irrinunciabile per produttori,buyers delle grandi catene, trasformatori e indu-strie del settore. Quest’anno avremo un occhio diriguardo alle eccellenze (Dop e Igp) e ai MercatiOrtofrutticoli esteri, e allo stesso tempo ospitere-mo innovazioni di macchinari (la Cina viene apresentare una sua novità di settore) e di prodotti(dalla IV gamma al fresco)”. “Che Macfrut sia la rassegna della filiera ortofrut-ticola è confermato dal fatto che una decina diimprese italiane che operano nei vari segmentidel settore si sono “coalizzate” in uno standcomune dove il cliente può trovare risposte a tut-te le sue esigenze”.

Cambiano gli stili di vita e i consumi di ortofrutta:come si pone Macfrut a fronte di questa evoluzione? “Ho accennato al benessere e a uno stile di vitamigliore, ma questi comportamenti non possono

diventare realtà se non si consumafrutta e verdura di qualità e nei mo-menti giusti.Con Macfrut cerchiamo di stimolarel’innovazione (di prodotto e diprocesso) allo scopo di elevare laqualità, ad esempio, stimolandosementieri e ricercatori, chi preparamacchinari hi-tech e chi distribuiscee commercializza. Non a caso abbia-mo mantenuto anche nel 2012l’OSCAR Macfrut per l’innovazione,

un modo per porre all’attenzione del mondo or-tofrutticolo e non solo quelle novità e realizzazio-ni già presenti sul mercato e/o commercializzateche riguardano quattro categorie: sementi e pro-dotti ortofrutticoli freschi, e le altre tre riguarda-no le macchine e le tecnologie per selezione econfezionamento, il packaging con i materialid’imballaggio, per finire con il comparto della lo-gistica e servizi. Non trascuriamo poi i rapportifra imprese: anche nel 2012 avremo oltre 350 in-contri B2B fra aziende estere e imprese italiane,preparate nei mesi precedenti in base alleconcrete esigenze. Va poi sottolineato cheMacfrut 2012 è stato scelto per incontri fra opera-tori di vari comparti: si inizia con l’anteprima dimartedì 25 settembre dove esperti e produttori ditutto il mondo parteciperanno al Simposio inter-nazionale sulla fragola; l’Areflh patrocinal’incontro fra produttori di meloni dei principaliPaesi produttori, come pure l’albicocco saràoggetto di scambi di esperienze e opinioni a livel-lo internazionale; un altro incontro, poi, farà ilpunto sulle prospettive nei mercati di Turchia,Polonia e Ungheria. Infine, da citare che aMacfrut verranno gettate le basi per un accordofra i Mercati generali di Istambul, Bologna e Per-pignan. Importante per tutti i visitatori sarà laproposta nuova di una Frutteria che consentiràconcretamente di comprendere i nuovi modi diconsumare frutta”.

Scarpellini: Vetrina, momento di business e punto d’incontro con un occhio di riguardo per eccellenze e Mercati ortofrutticoli esteri

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFRUTATTUALITÀ A

● Mirko Aldinucci

A dispetto della crisi e delle diffi-coltà attraversate dal settore,espositori e visitatori si prepara-no al Macfrut con un certo otti-mismo. E le novità non manche-ranno. Abbiamo chiesto ad alcu-ne delle principali imprese disettore se parteciperanno allarassegna, con quali aspettative equali siano le previsioni per iprossimi mesi. Ecco cosa ne è ve-nuto fuori.“Saremo a Cesena con unostand”, dice Raffaele Spreaficodell’omonima Spa. “Ci aspettia-mo un consolidamento dei rap-porti commerciali esistenti e lapossibilità di svilupparne nuovi.Utilizzeremo la fiera per presen-tare alcuni progetti e sviluppi re-centi della nostra azienda, oltreche affinare i programmi com-merciali per le prossime campa-gne”.E le aspettative per i prossimimesi? “Per la fine del 2012 atten-diamo che le campagne di pro-dotto nazionale nelle quali siamo

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CEDAX

«Sarà una buona fiera»: espositorifiduciosi. Anche per il futuro

Inchiesta tra gli operatori del settore: molti di loro saranno a Macfrut con uno stand, altri come visitatori.

Regna una certa fiducia e non mancheranno le novità

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFR

UT maggiormente coinvolti, vista laminore disponibilità di prodotto,possano ottenere adeguati ritornieconomici per la produzione”, di-ce Spreafico. “Così anche a segui-re per l’inizio del 2013. In termi-ni più generali ci aspettiamo laprosecuzione di un percorso diconsolidamento del nostro setto-re attraverso tutte quelle iniziati-ve (Consorzi di prodotto, Orga-nizzazioni di Produttori, Art. 62,internazionalizzazione, etc) chepermettano di ovviare ad una si-tuazione di debolezza strutturaledella filiera ortofrutticola neirapporti con il proprio mercato”.“Quest’anno torneremo a parteci-pare al Macfrut dopo alcuni annidi assenza con uno stand colletti-vo delle O.P. della Regione Pie-monte”, dice Carlo Manzo di Or-tofruit Italia.“Ci aspettiamo un consolidamen-to del rilancio percepito lo scorsoanno e di incontrare partnerscommerciali affidabili. Nell’im-mediato futuro il settore sarà in-fluenzato da due fattori determi-nanti: da un lato la contrazionedei consumi che continua ad op-primere il mercato, non solo or-tofrutticolo, dall’altro dalle ca-renze significative di taluni pro-dotti. Il mio solo auspicio è che sipossa tornare ad un equilibrio apartire dal 2013...”.Luigi Mazzoni auspica un “con-solidamento ed espansione dellerelazioni commerciali esistentinelle nostre quattro divisioni: or-tofrutta fresca, frutti di bosco sur-gelati, ortofrutta biologica e vi-vaismo”. “Veniamo da campagne moltodifficili per tutta la filiera e spe-riamo che la prossima possa se-gnare una ripresa, soprattuttoper prodotti a marchio come lamela rossa Modì e per le pere”, di-ce. “In ogni caso la situazioneeconomica generale e la contra-zione dei consumi impongonogrande prudenza e attenzionenella gestione del pordotto”.Anche Summerfruit sarà al Mac-frut: “Oltre ad incontrare i nostriclienti puntiamo ad ampliare ireferenti commerciali sia in Ita-

lia che all’estero”, afferma Giam-paolo Dal Pane.“I prossimi mesi saranno diffici-li, anche se ci sono diverse op-portunità da sviluppare. In ognicaso, a Cesena, noi avremo unanovità assoluta da presentare”. Caustico invece Marco Venturel-li, Ceo di Unifrutti Italia: “I nostritecnici visiteranno il Macfrut inquanto esporranno i maggioricostruttori di macchinari per ilnostro settore. Sperando di nonincontrare la delegazione cinesealla quale gli organizzatori do-vranno spiegare che l’Italia e benlieta di vendere loro la miglioretecnologia al mondo del settorementre i prodotti se li dovrannomangiare in Cina, in quanto noiconsumiamo solo Made Italy:questa è la mentalità della nostraclasse dirigente, dei nostri pro-duttori dei nostri distributori.Questo è il Macfrut”.Sulle prospettive per la fine del2012 e l’inizio del 2013 Venturelliafferma che “molto dipenderàdai provvedimenti di crescita eincentivazione che l’esecutivoMonti adotterà nella fase due delsuo mandato: una iniezione dinorme a favore dell’imprese, del-l’occupazione e un reale inter-vento sul cuneo fiscale potrebbe-

ro determinare una percezionedi cambiamento positivo che po-trebbe sostenere una reale ripre-sa dei consumi oggi stagnanti”. Luca Battaglio, dell’omonimogruppo torinese spiega che “forsenel 2013 potremmo decidere diesporre, oltre che a Berlino, an-che al Macfrut, ma per quest’an-no parteciperemo solo come visi-tatori. Ci aspettiamo comunqueun aumento di presenze prove-nienti dall’estero”.“Il 2012 è stato un anno duro, mafortunatamente selettivo”, com-memta Battaglio. “Se il settore siconcentrerà in aziende solide especializzate potrà trarne mag-giori ritorni in termini di produ-zione e distribuzione”.La società cooperativa San Lida-no sarà a Macfrut con l’ormaiabituale spazio aziendale su un’a-rea raddoppiata rispetto alloscorso anno. Obiettivo: dare ri-salto alle novità aziendali 2012.“Auspichiamo che la clientela ac-quisita continui a cogliere il no-stro messaggio – dice Matteo Te-sta, responsabile commerciale - eche il nostro messaggio contro-corrente, ovvero di combattere lacrisi economica non perseguen-do politiche di austerity e ta-gliando gli investimenti, bensì

Attualità

S e t t e m b r e 201248 www.corriereortofrutticolo.it

Nei tre riquadri, da sinistra, Parlapiano, Pannitteri e Mazzoleni

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFRUTATTUALITÀ A

incrementando gli sforzi rivoltiall’innovazione e al potenzia-mento delle proprie infrastruttu-re e della propria gamma, facciasempre più proseliti. Crediamoche questo sia il modo correttoper non entrare in un pericolosovortice involutivo, causato dal-l’immobilismo che, purtroppo,ad oggi pervade il Bel Paese”. “Le aspettative – commenta Testa- sono quelle di un mercato nonpiù “profitable” e quindi di unsettore maggiormente selettivo,premiante sull’innovazione emeno sulla qualità… Anche quilavoriamo per continuare ad an-dare controcorrente”. �Nello stand istituzionale di Frui-timprese ci sarà tra gli altri an-che Cherry Passion Srl. “Per noi -dice il responsabile commercialeStefano Pezzo - il Macfrut rap-presenta un punto di incontro so-prattutto con la produzione ita-liana, essendo un azienda cheper la maggior parte si occupa diesportazione, soprattutto duranteil periodo invernale con kiwi emele. Speriamo di trovare inno-vazione della produzione cherenda piu competitivo il nostroprodotto, in particolare nei mer-cati del Nord Europa”. “Il periodo ovviamente non è deimigliori, in Italia ma anche intutta Europa, sia per la diminu-zione dei consumi generale siaper il livello di prezzi, dovuto es-senzialemente ad un eccesso diofferta”, prosegue Pezzo. “Nellospecifico, soffriamo molto la con-correnza commerciale di altripaesi come Grecia e Iran perquanto riguarda i kiwi mentreper le mele, negli ultimi anni, laconcorrenza nelle vendite in Rus-sia/Est Europa è più con la Polo-nia che riesce a produrre a costiinferiori e si pone sul mercatodel Nord e dell’Est Europa, Russiacompresa, con un prodotto me-dio/buono a prezzi molto compe-titivi. Nonostante tutto per il mo-mento prevediamo ci sarà unabuona domanda di mele all’este-ro mentre per il kiwi attendiamodi vedere cosa accade a iniziostagione”.

La partecipazione al Macfrut deisoci Fruitimprese sarà numerosae qualificata. Come consuetu-dil’associazione presieduta daMarco Salvi organizzerà un con-siglio direttivo nel corso dellamanifestazione. “Difficile fareuna previsione, ma contiamo diavere almeno 80-100 aziende as-sociate per l’occasione”, sottoli-nea il coordinatore Carlo Bian-chi. “C’è molta attesa per la nuo-va data. Lo spostamento a finesettembre potrebbe portare deibenefici vista la concomitanza adottobre di altre importanti fiereagroalimentari come il Sial, FruitAttraction e Pma. L'auspicio èche il Macfrut possa portare a Ce-sena sempre piu numerosi e qua-

lificati buyer”. Quanto alle aspet-tative, “qualora venissero confer-mate le previsioni di produzionein ribasso dei prodotti autunnali-invernali le prospettive commer-ciali sarebbero cautamente posi-tive. Resta il problema della crisieconomica generalizzata che nonlascia tranquilli gli operatori, so-prattutto riguardo le quotazioni”.“Il Macfrut - commenta Anna Se-condulfo - si colloca per alcuneaziende nel mezzo tra produzio-ni che volgono al termine e altreche stanno per iniziare, questo fàsi che si possano intrattenererapporti consolidati e magari in-traprenderne altri nuovi”, . “Per ilfuturo ci auguriamo che la situa-zione migliori e che il consuma-

51S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Al Macfrut 2011 avevano presentanto e lan-ciato il nuovo marchio “F.lli Orsero”. Adistanza di dodici mesi, Gf Group tornerà aCesena per consolidare il business con unospazio espositivo dedicato proprio a questobrand. “È stato un anno importante pernoi, che ha visto la nascita e il lancio delnostro nuovo marchio”, afferma AlessandroCanalella, amministratore delegato di Simba SpA.E sulla fiera dice: “Macfrut nel tempo ha consolidato il suo ruolointernazionale ed oggi è un’importante piattaforma d’incontro peroperatori italiani ed esteri. Per noi rappresenta un’occasione pre-ziosa sia per incontrare e fare i primi bilanci con i partner che cihanno dato fiducia “sposando” il nostro progetto, sia per allacciarenuove relazioni commerciali con operatori interessati a banane eananas con il nostro marchio”. Sul trend e sulle prospettive di settore c’è spazio per un misuratoottimismo: “Sebbene la crisi economica che ha investito l’Europa,di cui ha risentito anche il nostro settore, abbia generato una con-trazione dei consumi, ad oggi non si sono create eccedenze nongestibili. Per gli operatori che, come noi, si approvvigionano suimercati d’oltremare, il vero problema è stato l’indebolimento del-l’euro ed il conseguente rafforzamento del Dollaro, moneta con laquale vengono pagati frutta e shipping, che rappresentano oltre il70% del costo totale”. “Le aspettative per il secondo semestre 2012 e per il prossimo anno- conclude Canalella - sono positive, basate su un buon equilibriotra domanda e offerta sia per il mercato delle banane che per quel-lo degli ananas. Soprattutto per quanto riguarda le banane, le ulti-me previsioni di produzione, infatti, indicano una disponibilità diprodotto inferiore rispetto alle attese dovuta alle negativecondizioni climatiche durante gli ultimi mesi in diversi Paesi diorigine”. (M.Ald.)

A un anno dal lancio del brandF.lli Orsero “firma” lo stand

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFR

UT tore si accorga che i nostri pro-dotti sono di qualità”.“Anche quest’anno, visto il suc-cesso degli anni passati, parteci-peremo alla fiera da espositori,puntando nuovamente sul nostroprodotto, l’“Arancia di RiberaD.O.P.”, dice Paolo Parlapiano,responsabile vendite e marketingdella Parlapiano Fruit.“Le aspettative sono quelle di in-crementare le vendite, dal mo-mento che abbiamo consolidatoulteriormente il nostro rapportocon la Gdo italiana la quale mo-stra sempre maggiore interessenei confronti dei prodotti di qua-lità provenienti dal nostro terri-torio”. E per il futuro? “Ci atten-diamo di alimentare il businessall’estero attraverso una buonapolitica di marketing e di comu-nicazione”.Novità importanti nello stand diun altra realtà importante dell’a-grumicoltura siciliana, Op Rosa-ria: “saremo presenti, come ognianno, con uno stand tutto siculo,accattivante e dove sarà possibi-le provare l’ormai conosciutaspremuta ottenuta con arancerosse di Sicilia IGP, insieme ad al-cune grandi novità: la spremutadi arance Dop Ribera, quella dimandarino e per finire un mix diagrumi, presentati in anteprimaproprio a Macfrut”, spiega Aure-lio Pannitteri.Per quanto rigurda il compartodelle mele altoatesine, Vip e Vogsi presenteranno insieme pun-tando sul tema dell’innovazionevarietale in Alto Adige. “Non a ca-so, lo stand ospiterà anche alcuniresponsabili del Centro di speri-mentazione agraria e forestale diLaimburg, che grazie alla lorolunga esperienza nel campo po-tranno fornire utili approfondi-menti ai visitatori”, spiegaGerhard Dichgans del Vog. “Il nostro stand ripercorrerà 60anni di ricerca e introduzione dinuove varietà in Alto Adige, verofiore all’occhiello della melicol-tura nella nostra regione. Saràun’occasione per tracciare un bi-lancio di quanto fatto in questocampo e per avanzare previsioni

su cosa ci si dovrà aspettare dalsettore mele nei prossimi anni”.“Il fatto che Macfrut, principalerassegna della filiera ortofruttico-la in Italia, anno dopo anno stiadedicando una crescente atten-zione ai Paesi del bacino del Me-diterraneo, compreso il NordAfrica per noi è sicuramente unincentivo a partecipare, conside-rando che questi mercati stannodiventando un target commercia-le molto importante per le nostreattività”, prosegue Dichgans.A Cesena arriveranno anche ivertici di Melinda, ma solo in ve-ste di visitatori: “Confidiamo cheMacfrut, come sempre, ci offrauna preziosa occasione per in-contrare facilmente i nostriclienti ed i nostri fornitori - siaattivi che potenziali -, così comealtri produttori di frutta ed in ge-nerale molti dei più importantioperatori a vario titolo del nostrosettore”, dice Luca Granata, cau-to ma piuttosto ottimista perl’immediato futuro: “Sulla basedell'attuale situazione di Mercatoe dei dati previsionali disponibiliad oggi riteniamo che sia ragio-nevole attendersi una situazionegenerale di segno moderatamen-te positivo”.Niente stand ma sicura presenzaa Cesena anche per la Trentina:“Non abbiamo particolare biso-gno di essere presenti come espo-

sitori, ma riconosciamo la vali-dità della manifestazione”, affer-ma il direttore generale SimonePilati.“La collocazione del Macfrut all’i-nizio della campagna ci permet-te di trarre vantaggio dagli in-contri con i fornitori abituali, ol-tre alla possibilità di assistere aiconvegni che forniscono sempreinteressanti spunti di riflessione.La buona partenza del mercatodelle mele dovuta alla carenza dimele in Europa ci proietta versouna stagione positiva. Questo de-ve essere da lancio per procederespediti verso una strategia com-merciale di penetrazione versomercati sempre più importantinel bacino Mediterraneo”.Ingresso da visitatore anche perBesana: “Quest’anno purtropponon parteciperemo come esposi-tori”, dice Renato de Goyzueta,marketing manager. “La conco-mitanza con il Sial, dove saremopresenti con un nostro stand, ciha obbligato ad una scelta”.“A livello macroeconomico - pro-segue l’esponente del sodaliziocampano - la fine del 2012 ed il2013 potrebbero rappresentare ilperiodo più complesso, con con-sumi generali in ulteriore contra-zione”. “La frutta secca tuttavia – conclu-de de Goyzueta - è molto richiestaa livello planetario. Soprattuttograzie all’incremento del consu-mo in paesi come Cina ed India.Anche in Europa ed in Italia ilconsumo è in crescita, grazie an-che alla migliorata percezioneche adesso il consumatore ha del-la frutta secca. L’effetto più im-mediato si ha sul livello dei prez-zi e della disponibilità delle ma-terie prime. Per la grande distri-buzione è quindi fondamentalemuoversi in anticipo”.E una delegazione di rappresen-tati della Sant’Orsola, preannun-cia Sara Bellini del marketing,parteciperà anche quest’anno, inqualità di visitatori, alla fiera, de-finita la più importante per il set-tore ortofrutticolo organizzata inItalia: “la stagione produttiva deipiccoli frutti, ancora in pieno

Attualità

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UT fermento nelle date della fiera,non ci permette di presidiare l’i-niziativa con uno stand istituzio-nale”, precisa Bellini.Passando aalla IV gamma, SabOrtofrutta parteciperà con unostand collettivo dell’associazionedi categoria AIIPA a caccia di po-tenziali clienti e pubbliche rela-zioni. Non buone, a detta di Car-lo Mazzoleni, le prospettive:“Prevediamo una flessione deiconsumi e un’attenzione sempremaggiore a prezzi e promozioni”.�Passando ai macchinari nonmancherà la Unitec, fiduciosasull’esito della rassegna: “Ciaspettiamo di trovare un maggio-re interesse rispetto al passatoverso le nostre teconologie cheportano riduzione dei costi e mi-glioramento dei ricavi alle cen-trali ortofrutticole del nostro pae-se in particolare per i sistemi diselezione della qualità esterna edinterna e per i nuovi sistemi perla rilevazione della maturazionee durezza dei frutti già oggi col-laudati con ottimi risultati su al-bicocche, pesche, nettarine e ci-liegie”, dice Angelo Benedetti.“La fine del 2012 dovrebbe far se-gnare una leggera flessione ri-spetto ai primi otto mesi dell'an-no, fatto abituale vista la fortestagionalità dei prodotti ortofrut-ticoli. Perlatro mi preme segnala-re un cambiamento di approcciodi alcune importanti aziende Ita-liane che hanno iniziato già inquesto periodo nuovi progetti peril 2013: questo è un segnale mol-to positivo che consente di mi-gliorare molti aspetti del nostrosettore in quanto avere il "giusto"tempo per valutare nuovi strate-gici progetti sia da parte dellacentrale ortofrutticola e sia daparte di noi costruttori, può por-tare forti e concreti benefici a tut-to il comparto”. Per il 2013 Unitecprevede un leggero miglioramen-to rispetto al 2012. Dall’Alto Adige arriverà una foltarappresentanza del gruppo Lon-gobardi, a Cesena con i marchiLongobardi e Sammo. “Ai clienti e ai potenziali acqui-renti - dice Robert Longobardi -

presenteremo i nostri prodotti ele molteplici innovazioni tecno-logiche contenute in essi. In tan-ti colgono l’occasione per infor-marsi sui nostri nuovi prodotti”.“Malgrado una congiuntura eco-nomica sfavorevole nel 2012 riu-sciamo a confermare i buoni ri-sultati dell’esercizio precedentesia in termini di fatturato che diutili”, prosegue Longobardi. “Peril 2013 contiamo su un incre-mento dei volumi dettato da unmercato, soprattutto estero, in ri-presa e dall’inaugurazione delnuovo stabilimento di Bertinoro,nel Cesenate, che permetterà unincremento produttivo”.Enrico Turoni conferma che laTr parteciperà alla fiera roma-gnola con uno stand: “Ci aspettia-mo una buona edizione, pensia-mo che gli operatori hanno capi-to che con il corretto utilizzo del-le tecnologie si possa avere un ri-sparmio dei costi ed un migliora-mento della qualità. Attendiamoun buon afflusso di delegazioneestere, visto anche lo sforzo inquesto senso degli organizzatori”. E le aspettative economiche ecommerciali per i prossimi me-si? “Abbastanza positive, sicura-mente di un mantenimento delleposizioni, nella speranza di unmaggior fermento nel 2013”.Macfrut potrà contare anche sul-la presenza di uno stand Frigove-neta, che spera di stabilire nuovicontatti in questa fase di sostan-ziale stallo. Anche il biologico dirà la sua aCesena: “Parteciperemo al Mac-frut con uno stand come co-espo-sitori”, spiega Elisabetta Amaini,responsabile marketing di Brio.“Essendo soci di Alcenero e do-vendo lanciare, in occasione del-la fiera, un progetto nuovo, avre-mo lo stand in comune. Ritenia-mo che sia una fiera del settoreortofrutticolo a cui molti buyers,soprattutto nazionali, partecipe-ranno e ci aspettiamo che possaessere un’occasione di incontrocon nuove realtà commerciali,ma soprattutto che si possa avereuna visione più oggettiva, attra-verso colloqui e confronti con al-

tre realtà, sulla situazione delmercato odierno”“C’è generale preoccupazione perla crisi anche nel settore alimen-tare - conclude Amaini - ma sia-mo fiduciosi in una svolta delmercato, affiancata anche da unamaggiore collaborazione tra pro-duttori e distributori. Crediamo,infatti, che il lavoro di squadra,molte volte possa aiutare, in ma-niera concreta, durante situazio-ni di crisi come queste”.Il Consorzio Bestack parteciperàanche quest’anno con un propriostand. “Macfrut - spiega ClaudioDall’Agata - è il naturale punto diincontro degli operatori del setto-re ortofrutticolo, il luogo nel qua-le presentare le novità e tramu-tarle in opportunità. Partecipia-mo per presentare le nostre re-centi attività a supporto del setto-re ortofrutticolo. Le confezionistanno assumendo sempre piùruoli strategici per lo sviluppo dipolitiche di segmentazione e per-tanto occorre innovarli in termi-ni di contenuto da aggiungere alprodotto che contengono. Stiamosviluppando progetti innovativilegati all’igiene delle confezioni,alla stampa multicolor e alla so-stenibilità ambientale”.

Attualità

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“Il 2012 è stato figlio della con-giuntura nella quale ci troviamoche ha generato un’ulteriore crisidei consumi, le solite tensionisui prezzi e le difficoltà del largoconsumo”, analizza Dall’Agata.“Puntiamo a ripetere i volumi del2011 con la consapevolezza che il2013 sarà molto diverso: in futurodiverrà ancora più evidente chela produzione ortofrutticola ita-liana, per uscire dalla crisi strut-turale in cui versa, deve a breveaccompagnare alle politiche dirazionalizzazione ed accorpa-mento in ottica GDO anche altreattività segmentando il mercato,innovando il prodotto per nuoveoccasioni di consumo e svilup-pando nuove nicchie”. “Ci saremo anche noi - esordisceRoberto Zanichelli, marketingmanager Ilpa Srl-divisione Ilip -con unostand progettato per sot-tolineare il nostro nuovo assettostrategico e una comunicazionebasata sul claim “50 anni di pas-sione per il packaging”. Oltre apresentare i nostri prodotti, aMacfrut racconteremo il mezzosecolo anni di attività orientataalla creazione di valore per il pro-dotto alimentare attraverso l’in-novazione del packaging e alla

sostenibilità ambientale”. “Uno dei temi centrali di Macfrutè l’innovazione: ci aspettiamoquindi di poterci confrontare conun pubblico qualificato sulleprincipali novità tecnologichedel settore e di fare il punto sullostato dell’arte del comparto”.Mentre, conclude il manager diIlip “il settore del packaging pla-stico, in cui operiamo, è ancorafortemente influenzato dai cre-scenti costi delle materie prime edi processo. Nonostante ciò pre-vediamo comunque di mantene-re un trend di crescita, grazie allanostra presenza capillare suimercati esteri”.Non sarà nel quartiere fieristicocesenate, invece, Aweta: “Nell’an-no in cui c'è Interpoma a Bolza-no - spiega Daniele Lolli - nonpartecipiamo al Macfrut. Leaspettative per i prossimi mesi?La fine del 2012 sarà buona. E peril 2013 siamo molto ottimisti.”A Cesena in veste di visitatori ivertici di Univeg trade Italy chedefiniscono discrete le aspettati-ve per i prossimi mesi”: “La ca-renza generale di produzione edin particolar modo delle pere - as-serisce Roldano Calzolari - por-terà ad avere prezzi medio altiper quasi tutti i prodotti, fattoche non dovrebbe creare scom-pensi, a livello di consumo, traun prodotto e l’altro; siamo abba-stanza ottimisti per i prossimimesi”. A distanza di anni dall’ul-tima presenza a Cesena, la Fede-razione dei dettaglianti dell’alie-mentazione tornerà al Macfrutin veste di espositrice con unostand che, oltre a fungere da ve-trina per il dettaglio tradizionalein senso stretto, ospiterà anche itre grandi gruppi che fanno rife-rimento alla federazione: Crai,Sigma e Sisa, si alterneranno daprotagonisti durante i tre giornidella rassegna romagnola.“Un'occasione di confronto e distimolo”, la definisce il presiden-te Dino Abbascià. “Cercheremodi individuare nuovi potenzialicanali di sviluppo in questa diffi-cile fase in cui bisogna, prima ditutto, tenere le posizioni”.

Anche il Gruppo IV gamma diAIIPA parteciperà alla fiera conuno stand. “Ci aspettiamo - dice DomenicoStirparo, responsabile del Grup-poa - che il Macfrut 2012 contri-buisca a valorizzare ulteriormen-te la filiera e i prodotti di IV gam-ma, che rappresentano una eccel-lenza nazionale sia sul versanteagricolo, per la produzione dimateria prima, sia su quello in-dustriale. Non tutti sanno che laIV gamma nazionale è per la qua-si totalità ottenuta da materiaprima italiana. Per questo moti-vo, nelle giornate del 27 e 28 set-tembre lo stand di AIIPA IV gam-ma sarà un salotto aperto ai visi-tatori che potranno chiedereinformazioni e chiarimenti sulsettore e sulla realtà associativadirettamente agli esperti tecnicied ai responsabili dell'Associa-zione”. “L'importante recupero del mer-cato di IV gamma nell’ultimo tri-mestre, rispetto al catastroficoinizio anno - prosegue Stirparo -lascia ben sperare in una conclu-sione positiva dell'esercizio 2012.Auspicando che nel 2013 prose-gua l’attuale trend di crescita delsettore, siamo convinti che la de-finitiva approvazione del decretoattuativo della Legge 77/2011 el'avallo comunitario delle regolepredisposte a livello nazionaleforniranno un ulteriore stimoloper ottimizzare le potenzialitàdel legame tra mondo agricolo eproduttivo, migliorare i rapporticon la distribuzione e fornire aiconsumatori prodotti sempre piùimprontati ai principi della chia-rezza, della qualità e della sicu-rezza”.Infine Elisa Monticelli di SipoSrl si attende dalla tre giorni ce-senate “nuovi contatti e il conso-lidamento dei rapporti già esi-stenti”. E per il futuro le idee sono chia-re: si punta all’estero. “Vogliamosviluppare l’export per valorizza-re il prodotto italiano mantenen-do le quote esistenti in Italia, do-ve il mercato è ostico”[email protected]

CorriereOrtofrutticoloM

ACFRUTATTUALITÀ A

55S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Dall’allto in senso orario: Turoni,Dall’Agata, Monticelli, Calzolari

Page 58: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

di crescita in 1 anno

Evoluzione delle vendite tra il 2010/2011 e 2011/2012

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Page 59: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

“L’ingresso della Russia nella Wtorappresenta una grande opportu-nità per il comparto ortofruttico-lo italiano che ha una grande oc-casione per intensificare e ulte-riormente sviluppare i rapporticommerciali con un Paese dalleancora enormi potenzialità ine-spresse”. A dichiararlo è MarcoSalvi, presidente di Fruitimprese.Secondo Salvi con l’entrata uffi-ciale della Russia nella World Tra-de Organization, avvenuta dopoun lungo iter iniziato bel 19 annifa, “la competitività del sistemaortofrutticolo italiano può acqui-sire nuova linfa dal punto dellacompetitività a livello interna-zionale, sfruttando anche gli atte-si sgravi sui dazi d’importazionee una burocrazia più snella” (se-condo Interfax, la Russia, il mag-gior importatore mondiale dimele e pere, ridurrà del 50% circai dazi all'importazione per le me-le, dopo l’adesione alla WTO, perpoi dimezzarli ulteriormente en-tro il 2017. Il dazio all'importa-zione per le pere invece sarà de-curtato della metà entro il 2015).Secondo il numero uno di Frui-timprese i principali prodotti ita-liani che beneficeranno dell’in-gresso della Russia nell’organiz-zazione mondiale del commerciosaranno mele, pere, kiwi, uva eagrumi, “prodotti con cui dovre-mo comunque sgomitare anchecon gli altri competitors mondia-li”.Salvi precisa come “la Russia of-fra vaste e forse inimmaginabilioccasioni di business per gliesportatori, ancora più preziosein un mercato europeo oberato ecaratterizzato da consumi sta-gnanti. Finora il mercato russo èstato rappresentato soprattutto daMosca e San Pietroburgo. Da oggiin poi credo ci siano ottime pos-sibilità per espandere le esporta-zioni a tutte le altre numerosissi-me regioni del Paese, che si

estendono fino alla costa del Pa-cifico. Una grande potenzialitàche dobbiamo sfruttare”.Per il presidente della Commis-sione Agricoltura del Parlamentoeuropeo Paolo De Castro “l’in-gresso della Russia nella Wto èimportantissimo: significa che fi-nalmente la Russia accetta di sot-tostare ad un sistema di regolesul commercio riconosciute edaccettate a livello internazionale,ma anche poter affrontare con laforza del diritto tutte le contro-versie in atto fra Unione europeae Russia, che sono moltissime”.“Sulla carta - aggiunge Nives Rac-cagni dell’ufficio commercialeestero del gruppo Apofruit - l’en-trata della Russia nella Wto rap-presenta una grande opportunitàper l’Italia e per l’Europa, ma bi-

sognerà capire nella pratica co-me questo grande cambiamentoverrà recepito nel Paese russo”. “La Russia - sottolinea Raccagni -di solito reagisce con una certalentezza alle novità, specie quellepiù profonde che possono modi-ficare un intero sistema, comel’entrata nell’organizzazionemondiale del commercio cheprevede anche un deciso abbassa-mento dei dazi d’importazionedei vari prodotti. Questi cambia-menti temo possano essere vistipiù come un problema. Per que-sto motivo temo che i reali effettidi tale provvedimento sul merca-to si potranno vedere non primadi uno-due anni”.Secondo Raccagni, tuttavia, “laRussia ha pure altri problemi darisolvere, come l’affidabilità di

57S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Russia nel Wto, che opportunità!Ma Mosca si sente sconfitta

Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi: «il sistema Italiapuò acquisire nuova linfa». Entuasiasta anche De Castro,

mentre la rivista Russiafruit parla di “evento negativo”

Da sinistra Marco Salvi, Nives Raccagni e Vadim Aniskin

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CorriereOrtofrutticolo

certe aziende o l’organizzazionelogistica, non sempre impeccabi-le. Per quanto ci riguarda comeApofruit - aggiunge la commer-ciale del gruppo romagnolo -continueremo a seguire con at-tenzione il mercato russo (chetuttavia quest’anno è stato quasiassente a causa di una logica diprezzi non soddisfacenti) sfrut-tando le eventuali opportunitàche si presenteranno di volta involta”.Nel mondo ortofrutticolo russo,le reazioni all'ingresso del Paesenel regime commerciale delWTO non sono tutte favorevoli,anzi. In Russia c'è preoccupazio-ne. Significativa, a questo propo-sito, l'opinione che ci ha rilascia-to il direttore della rivista specia-lizzata RussiaFruit, il giornalistaVadim Aniskin che sul suo gior-nale ha pubblicato un ampio ar-ticolo sull'argomento.“Sono molto negativo riguardo al-l’entrata della Russia nel Wto.Penso che i già deboli produttorie costruttori di macchinari e tec-nologie che lavorano nel settoreortofrutticolo - sostiene Aniskin -andranno in bancarotta. Essereun membro del WTO è positivoper gli esportatori, ma solitamen-te la Russia non esporta prodottiortofrutticoli o macchine da uti-lizzare nel settore. Il Paese ha av-viato un grande mercato internoper le importazioni di frutta, ver-dura e macchine per l’agricolturama non ha ricevuto niente incambio, non un singolo ricono-scimento, anche considerando lesue condizioni climatiche natu-

ralmente molto sfa-vorevoli.“Secondo l’accordocon il WTO - conti-nua il direttore diRussiaFruit -, il li-vello massimo disupporto che lo Sta-to potrà dare ai col-tivatori russi sarà disoli 4,4 miliardi didollari (in Brasile,ad esempio, è di 30miliardi). Per quanto riguarda ilsupporto che gli Stati possono da-re ai loro coltivatori, preferisconon parlarne. A causa di tariffed’importazione elevate sulle me-le, in vigore fino ad oggi, è ap-parsa in Russia qualche modernacoltivazione: ora il loro futuro èminacciato. Quindi voi siete ivincitori, mentre la Russia è laperdente. Per fare un paragoneautomobilistico, viaggiamo inLada, basata ancora sul modelloFiat 124, mentre voi europei viag-giate in Lamborghini”.

Tariffe sull’import ridotte Uno dei compiti della Wto saràquello di ridurre le tariffe sul-l’importazione in Russia dal 10,3al 7,1 per cento, agevolando difatto l’ingresso di vini e di altriprodotti dell’agroalimentare ita-liano nella Federazione Russa.“Come Unione europea siamo ilprimo partner commerciale - di-ce Paolo De Castro - e possiamoancora crescere molto. L’Italia èancora un po’ indietro, ma ora cisono gli strumenti per stimolareulteriori investimenti in un mer-

cato che ama il ma-de in Italy”.Il numero uno dellaComagri a Strasbur-go pensa anche aiflussi dalla Russia.“Anche in questo ca-so l’ingresso russonel Wto è una buonanotizia, perché sa-ranno vietate misu-re di protezionismosul mercato senza

motivazioni specifiche, comevenne fatto soltanto un anno faquando la Russia pose dazi sul-l’export dei cereali». E i riflessipositivi potrebbero già delinearsia breve, vista la necessità di tro-vare una soluzione all’emergenzasiccità che sta stravolgendo al ri-basso tutte le previsioni di produ-zioni di cereali a livello mondia-le.L’ingresso della Russia nella Wtocambierà nulla sul fronte deimarchi comunitari di qualità, lacui contraffazione al di fuori deiconfini dell’Unione europea –senza accordi specifici fra Paesi –non è protetta dalle regole del-l’Organizzazione mondiale delcommercio. “Su questo l’Ue con-tinuerà ad impegnarsi affinchépossano esserci progressi - assicu-ra De Castro - ma al momentonon ci sono riconoscimenti e al-cuni Paesi, fra i quali Stati Uniti,Canada e Australia, si oppongo-no. L’adesione della Russia allaWto ci permetterà di riproporreanche questa vecchia battaglia, dinon facile soluzione”. (E.Z -A.F)

A ttualità

S e t t e m b r e 201258 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloM

ERCA

TI

Gli Enti gestori dei Mercatiagroalimentari all’ingrosso dellaLombardia (Sogemi SpA, Berga-mo Mercati SpA e Consorzio Bre-scia Mercati SpA, le rispettive As-sociazioni degli operatori orto-frutticoli e Fedagro Mercati)),aderendo alla proposta di Olivie-ro Gregorelli, presidente dell’As-sociazione Grossisti di Brescia,hanno promosso l’istituzione diun tavolo tecnico di lavoro fina-lizzato a proporre alla RegioneLombardia una integrale revisio-ne della vigente legge regionale.Dopo un primo incontro tra gliEnti gestori e le rispettive asso-ciazioni degli operatori dei mer-cati di Milano, Brescia e Bergamoe Fedagro Mercati è stata forma-lizzata l’istituzione di un grupporistretto di lavoro di cui fannoparte i legali dei tre mercati conil compito di esaminare il testocircolarizzato dalla Regione Lom-bardia (Legge regionale lombar-da n. 6/2010) per giungere alladefinizione di un documentocondiviso con delle proposte dimodifiche legislative da inoltrareall’Assessore regionale al Com-mercio, Turismo e Servizi,dott.ssa Margherita Peroni.Nel corso di ulteriori otto incon-tri ristretti ai legali dei tre Merca-ti è stato messo a punto una pro-posta di modifica della normati-va presentata e discussa nel corsodi una riunione tenutasi a Mila-no lo scorso 23 luglio tra i rap-presentanti degli Enti gestori(Massimo Tacconi presidente diBrescia Mercati, Renzo Casatipresidente di Bergamo Mercati eStefano Zani Direttore Generaledi Sogemi SpA) e i presidenti del-le Associazione degli operatori(Alberto Albuzza presidente del-l’Associazione Grossisti Ortofrut-ticoli di Milano con la collabora-zione di Fausto Vasta e di EnricaCapra, Carlo Garletti presidenteAssociazione Grossisti di Berga-

mo, Oliviero Gregorelli presiden-te dell’Associazione Grossisti diBrescia e Ottavio Guala presiden-te di Fedagro Mercati). I lavoridel tavolo si sono conclusi con laredazione di un testo in cui si evi-denzia la specificità dei Mercatiagroalimentari nel rispetto dellanormativa nazionale e europea,nonché della giurisprudenza del-le Supreme Corti.Vi si sottolinea inoltre l’essen-ziale funzione svolta dai Merca-ti, coincidente con la tutela del-la sicurezza e qualità dei prodottialimentari; lo sviluppo dell’eco-nomia locale con la promozionee valorizzazione dei prodotti lo-cali tipici nella salvaguardia del-le biodiversità regionali; il moni-toraggio e l’efficienza della filie-ra agroalimentare, produttiva edistributiva nel rispetto dellatutela dell’ambiente; lo sviluppoe l’equilibrio delle diverse reti di-stributive e, ovviamente, “last butnon least” la tutela del consuma-tore”. Si è inoltre unanimemente rite-nuto di suggerire modelli di ge-stione del mercato fondati sulpartenariato pubblico-privato,per valorizzare al massimo tutte

le possibili sinergie tra le funzio-ni regolatorie proprie dell’entepubblico e quelle manageriali-fi-nanziarie del soggetto privato.“Una volta che, come si auspica,le modifiche proposte dai merca-ti lombardi verranno recepitenell’ordinamento regionale – hacommentato Zani - esse favori-ranno il rilancio delle attivitàcommerciali svolte nei Mercatidagli operatori e si tradurrannoin una importante valorizzazio-ne del ruolo insostituibile svoltodai mercati all’ingrosso per uncorretto e trasparente approvvi-gionamento di prodotti sicuri al-la cittadinanza”.Dal canto suo Guala ha sottoli-neato come “l’attività svolta daltavolo di lavoro congiunto pro-mosso dai Mercati di Bergamo,Brescia e Milano costituisce unvalido esempio di come i grossi-sti e gli enti gestori dei Mercatipossono e devono operare insie-me per ricercare, anche puntan-do su nuove regole, una crescitadella competitività degli operato-ri commerciali in un contestoche veda sempre di più i Mercatiitaliani fare sistema per vincerela concorrenza internazionale”.●

AA ttualità

S e t t e m b r e 201260 www.corriereortofrutticolo.it

Lombardia, pronto il lifting alla legge sui Mercati all’ingrosso

Una serie di summit tra gli enti gestori dei Centri agroalimentari della regione e associazioni

sta preparando il terreno a una normativa più moderna

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iCorriereOrtofrutticolo

La Sicilia, per valorizzare i suoi pro-dotti agro-alimentari, punta su un re-gime di “vendita diretta” ovvero su unmodello distributivo che colleghi di-rettamente il produttore al consuma-tore anche nelle grandi aree metro-politane.La Regione siciliana - con la leggeregionale 24 novembre 2011 n. 25 -ha deciso di incentivare i soggetti chesiano disponibili ad organizzarsi inrete su tutto il territorio nazionale, perla diffusione dei prodotti agro-alimen-tari dell’isola. Il decreto legislativo 18maggio 2001, n. 228 - che consente,all’art. 4, la vendita diretta dei pro-dotti agroalimentari da parte deglistessi agricoltori su tutto il territorionazionale – trova così una nuovaconcreta applicazione, dopo quelladei mercati contadini locali.Il progetto pilota “Attività di vendita di-retta e mercatale” è stato affidato alCORERAS (Consorzio Regionale perla Ricerca Applicata e la Sperimenta-zione) e mira a creare sul territorionazionale una “Rete di vetrine promo-zionali”, operanti prevalentemente inregime di vendita diretta, per la valo-rizzazione di prodotti agroalimentaridi qualità, per favorire il made in Sicilyagro-alimentare e, quindi, promuove-re il territorio con azioni combinate dimarketing territoriale.I requisiti minimi richiesti ai partnerprivati del progetto sono:- disponibilità a investire 80.000 euro;- accettazione delle procedure previ-ste dalla rete;- rispetto delle disposizioni di cui alRegolamento (CE) n. 1998/2006, re-lativo all’applicazione degli aiuti in re-gime de minimis;- provvedere alle necessarie licenzeed autorizzazioni.La “rete” delle vetrine promozionali epunti mercatali verrà realizzata ini-zialmente sul territorio del nord dell’I-talia, per favorire la diffusione delle

produzioni agro-alimentari siciliane,operando prevalentemente in regimedi vendita diretta.L'intervento della Regione sicilianaprevede un aiuto per incentivare epromuovere in regime di "de minimis"sia la realizzazione delle Vetrine pro-mozionali e dei punti mercatali daparte di Società di gestione, sia la co-stituzione tra gli agricoltori siciliani,ed relativo funzionamento, di sog-getti commerciali che provvederan-no alla fornitura delle produzioni allarete di “vetrine”.Nell'ambito delle vetrine si potrannosvolgere attività di:- “vendita diretta” dei prodotti agricolie zootecnici siciliani, in particolare diquelli di qualità, ai sensi della norma-tiva comunitaria, nazionale e regio-nale;- vendita di altri prodotti agroalimen-tari di produzione siciliana in regimedi “filiera corta”;- promozione dell’attività di “vendita

diretta”;- degustazione e somministrazionedei prodotti agroalimentari regionalidi qualità;- promozione delle produzioni regio-nali di qualità nei circuiti HO.RE.CA.e GAS del bacino commerciale di ri-ferimento;- e-commerce;- vendita dei prodotti di IV e V gamma;- attività promozionali a regìa regio-nale, ivi incluse attività di marketingterritoriale e di fidelizzazione del con-sumatore;- scambio tra produttori dei diversicontesti territoriali in cui trovano col-locazione le “vetrine”, all’insegna del-la reciprocità, tra istituzioni, enti econsorzi per la valorizzazione delleproduzioni agroalimentari di qualitàsecondo le vigenti normative.A breve il CORERAS pubblicherà unavviso pubblico per la ricerca di part-ners per la realizzazione del Proget-to Pilota.

Regione sicilianaRicerca di partners per ‘vendita diretta’

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La Sicilia lancia le ̒ vetrine promozionaliʼFilo diretto tra agricoltori e consumatori

Il progetto pilota finanziatodalla Legge Regionale n. 25 del 2011

La Legge Regionale siciliana 24 /11/2011, n. 25, all’art. 10, comma 5,recita: “L' Assessorato regionale delle risorse agricole ed alimentari èautorizzato a realizzare un “progetto pilota” per promuovere sul terri-torio nazionale una rete di “vetrine promozionali e punti mercatali”operanti in regime di vendita diretta per la valorizzazione dei prodottiagro-alimentari di qualità, ai sensi della normativa comunitaria, nazio-nale e regionale. (omissis).Per l’esercizio finanziario 2011, al fabbisogno finanziario pari a 3.000migliaia di euro si provvede con le attuali risorse disponibili già trasfe-rite dallo Stato per gli anni dal 2002 al 2010 ai sensi della legge 23dicembre 1999, n. 499.La presente disposizione è attuata conformemente al regolamento(CE) 15 dicembre 2006, n. 1998/2006 della Commissione relativo al-l’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato agli aiuti di Stato di im-portanza minore pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Euro-pea del 28 dicembre 2006, L 379”.

Page 64: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

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MERCATI

A

● Antonio Felice

Il 45% circa delle oltre 340 milatonnellate di ortofrutta commer-cializzate in un anno dal mercatoall’ingrosso di Padova finisce suimercati esteri. Nessun altro mer-cato italiano vanta una quota ex-port così alta. E con i tempi checorrono - tempi di vacche magresul mercato interno - è proprio laquota export a fare la differenza,nelle aziende come nei mercati.Ed ecco allora che il MAAP di-venta un caso da studiare e, pro-babilmente, un esempio da imi-tare. Che cosa si nasconde dietroa questa leadership nell’export?Abbiamo avuto davanti Giancar-lo Daniele, presidente dei grossi-sti e amministratore delegato delMAAP, Francesco Cera, direttoregenerale, e Alberto Filippino, di-rettore del Gruppo Grossisti. E sedobbiamo fare una sintesi delleloro risposte, può essere questa:la posizione geografica di Padovaè strategica verso l’Europa dell’E-st, che oggi è un’area di grandeespansione dei consumi di orto-frutta; il MAAP ha investito daanni, forse per primo tra i mer-cati italiani, e continua a investi-re nell’internazionalizzazione,organizzando missioni, parteci-

pando a fiere internazionali, pro-muovendo le attività dei suoigrossisti all’estero; i singoli gros-sisti hanno notevoli vantaggicompetitivi derivanti dall’effi-cienza del Mercato, a partire dauno dei costi d’affitto dei posteg-gi tra i meno cari d’Italia - comesottolinea soddisfatto GiancarloDaniele - pari a 37 euro al metro-quadro all’anno e ciò libera risor-se che possono essere investitenell’attività di esportazione.

Camion carichi di ortofrutta del-le più diverse provenienze pren-dono ogni giorno dal mercato diPadova la strada non solo verso lavicina Austria e i più prossimiPaesi dell’Est, come la Slovenia,la Croazia, l’Ungheria ma rag-giungono Ucraina, Russia, Biolo-russia, le Repubbliche Baltiche.Non vengono trascurati i mercatiarabi più promettenti. E Danieleè stato uno dei primi esportatoriitaliani a capire l’importanza di

63S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Mercato leader nelle esportazioni (il 45% dell’ortofrutta va all’estero), il Maap beneficia del dinamismo dei grossisti,

che hanno nel Groced un fondamentale braccio operativo

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Giancarlo Daniele e Alberto Filippino. Sopra, sono insieme a Francesco Cera

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Page 67: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

CorriereOrtofrutticoloM

ERCATIATTUALITÀ A

mettere radici all’estero, non so-lo mandare camion, ma impian-tare magazzini e piattaforme lo-gistiche per essere più competiti-vi: una visione ambiziosa ma chedeve essere realizzata dall’exportitaliano di prodotti freschi primache sia troppo tardi.Alla base del perché il quintomercato italiano per merce inter-mediata sia il primo nelle espor-tazioni, c’è una semplice verità: iconti del MAAP da molti annifanno registrare utili, a Padovanon si spreca nulla, le risorse so-no tutte convogliate verso lo svi-luppo del business, i grossisti go-dono di strutture organizzativeinvidiabili e sono, di fatto, padro-ni della situazione.Ma vediamo che cosa vuol dire.Gli operatori sono associati nelGruppo Grossisti che detiene il48,43 per cento delle quote delMAAP (la maggioranza relativa,il secondo socio è il Comune diPadova con il 38,16), esprime treconsiglieri, uno dei due vice-pre-sidenti e l’amministratore dele-gato. Il Gruppo Grossisti ha poi un suobraccio operativo, un consorzio,il GROCED, diretto da Alberto Fi-lippino, con sette dipendenti, uf-fici all’interno del MAAP, apertiogni giorno dalle 5 del mattinoalle 3 del pomeriggio. Il GROCEDsvolge una serie di funzioni pre-ziose per conto delle 40 aziendeaderenti, gestendo fatturazione ebuste-paga, quindi di fatto la con-tabilità nel suo complesso, sgra-vando le imprese di tutta la faseispettiva, dei controlli della Guar-dia di Finanza, dei rapporti conl’Agenzia delle Entrate, l’Agenziadelle Dogane, l’Ispettorato del La-voro, monitorando e controllan-do i crediti all’interno del Merca-to, ottimizzando tutte le consu-lenze professionali. Un serviziounico, un vantaggio competitivosenza eguali per gli operatori pa-dovani che non hanno più biso-gno del commercialista, del con-sulente del lavoro, che possonocontinuare a lavorare e a pensareal proprio business mentre è incorso un’ispezione della Guardia

65S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Il Mercato di Padova mette radici nel Paese delle Aquile. Lunedì 23luglio a Tirana è stata costituita la società Maap Albania Sh.p.k.,primo avamposto logistico del Maap all’estero per esportareortofrutta nel territorio albanese ma anche in Kossovo,Montenegro e Macedonia, per un bacino totale di circa 8 milionidi abitanti. E presto potrebbero arrivare altre intese strategiche al-l'estero.La società è stata fortemente voluta dal Presidente del Maap, Fran-co Frigo, nell'intento di costituire una prima presenza all'estero,in particolare nei Paesi dell'Est Europa, nei quali, come evidenziauna nota del Mercato patavino, per competere nella difficileattivitá di export, è fondamentale essere presenti in maniera diret-ta. La società MAAP ALBANIA Sh.p.k. è composta da tre soci ed èstata costituita dinanzi al notaio di Tirana, per il Groced - gruppogrossisti del mercato di Padova - dal vice presidente Giancarlo Da-niele (Amministratore sarà poi il direttore del Groced AlbertoFilippino); per il Maap dal direttore Francesco Cera; ed, infine, dauna società albanese specializzata nella distribuzione commercia-le, denominata A&J Sh.p.k. Il lavoro di export di ortofrutta dall’Italia verso Tirana sarà operati-vo da ottobre 2012, ma la società conta di ampliare il proprio lavo-ro per la fornitura di prodotti non solo ortofrutticoli, ma ancheagro alimentari in genere, operando anche, se del caso, in impor-tazione dall'Albania. Se poi il format della società funzionerá po-tranno nascere in futuro altre società analoghe per i Paesi dell'Estdi maggiore esportazione per il Maap.A livello nazionale si puo dire che Maap Albania è un esempio co-struttivo in cui si uniscono le forze per sostenere la attività opera-tiva commerciale del mercato che potrà dare vantaggio anche aiproduttori agricoli locali (peraltro già soci in Maap con Coldirettie Confagricoltura) per aumentarne le possibilità di export dei pro-pri prodotti proprio tramite gli esportatori del mercato all'ingros-so. Alla firma della costituzione della società Maap Albania erapresente anche il Presidente del Consorzio ZIP, Angelo Boschettiche ha lanciato il gemellaggio tra la Zona industriale di Padova, lapiu grande Zip italiana e la costituenda Zip del Comune di Kashar,un area di circa 50.000 abitanti in forte espansione ove operanogià varie aziende padovane cui andrà ad aggiungersi MaapAlbania.

Il Maap “osa” anche nel Paese delle AquileA Tirana un avamposto per l’Est europeo

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

S e t t e m b r e 201266 www.corriereortofrutticolo.it

di Finanza (che è ricevuta diret-tamente al GROCED perché lì i fi-nanzieri trovano tutta la docu-mentazione che cercano).Dunque i grossisti a Padova nonsi sono accontentati di stare nel-la stanza dei bottoni, ma si sonodati un assetto organizzativo che,questo sì, costituisce un modelloda imitare. Il GROCED ha un cervellone elet-tronico Ibm AS400 che permetteuna completa gestione informati-ca in out-sorcing per le aziendeconsorziate. Il suo bilancio è inutile e il differenziale tra quantole aziende pagano al Consorzio equanto dovrebbero pagare a com-mercialisti, altri consulenti e instipendi a dipendenti impiegatinel settore amministrativo e del-la gestione del personale, è taleda permettere loro un risparmiodi risorse (oltre che di tempo e dienergie) da investire nel busi-ness. Il GROCED mette anche adisposizione dei grossisti le saleper i loro incontri periodici e or-ganizza periodicamente corsi diaggiornamento professionale.Il Gruppo Grossisti, da parte sua,come ricorda Giancarlo Daniele,terminerà nel giugno 2014 di pa-gare il mutuo contratto per ac-quisire, nel 1993, l’anno del pas-saggio del mercato di Padova dal-la vecchia all'attuale sede, la quo-ta di maggioranza del MAAP chea tutt'oggi detiene. Così il Gruppo può pensare agliinvestimenti futuri per fare delMAAP una struttura ancora piùcompetitiva. Sono pronti piani diampliamento dei magazzini fri-goriferi e per la realizzazione diuna struttura che potrebbe ospi-tare il mercato all'ingrosso delpesce con un trasferimento di at-tività da Mestre a Padova. I grossisti però non sono malatidi protagonismo. “Non discono-sciamo il ruolo del Comune -conclude Daniele - al quale com-petono quelle garanzie che sonoproprie del settore pubblico men-tre a noi privati compete l'effi-cienza della struttura e dei suoiservizi”.

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MER

CATI

Il Mercato AgroAlimentare di Padova (MAAP) si colloca, a livellonazionale, al quinto posto per capacità commerciale su un totaledi circa 200 mercati all ingrosso e alla produzione censiti dallaGuida nazionale dei Mercati e Centri Agro alimentari all'ingrossoitaliani. MAAP è certificato ISO 9001 Vision 2000.All’interno del mercato operano 40 imprese grossiste e lavorano,complessivamente, circa 1.000 persone tra concessionari grossisti,produttori agricoli, dipendenti e addetti alla movimentazione dellemerci. Grazie ai 20 mila mq di magazzini di supporto attrezzati, le azien-de esportatrici dispongono di ampi locali per la raccolta e prepara-zione dei prodotti in spedizione, attrezzati con celle frigo edimpianti di condizionamento. In particolare, il totale della superfi-cie investita a celle frigorifere ed aree coibentate per il rispettodella catena del freddo è pari, indicativamente, a 22 mila mq ovve-ro 110 mila mc di cubatura complessiva.L’ampia metratura delle piattaforme attrezzate all’interno del mer-cato consente anche di ospitare catene della Grande DistribuzioneOrganizzata che, grazie al supporto logistico in mercato, acquista-no all’interno dello stesso con ampi margini di efficienza, conteni-mento dei prezzi e di notevole garanzia della velocità di fornituraai punti vendita, con conseguente maggiore freschezza e qualitàdei prodotti per il consumatore finale.All’interno del mercato sono presenti anche aziende che effettua-no il confezionamento e la lavorazione prodotti direttamente perle catene distributive loro clienti.MAAP dispone di oltre 250 mila mq di area complessiva con 86mila mq di area coperta, 123 stand di vendita, 30 mila mq ditettoie di carico e scarico che possono servire contemporaneamen-te oltre 400 furgoni e automezzi pesanti, 40 attività commercialicollegate telematicamente mediante fibra ottica ad un sistemainformatico centrale, 58 magazzini di deposito, confezionamento erefrigerazione, 500 posti auto in autorimesse. Entrare nel MAAP si-gnifica anche avere a disposizione oltre 1.200 mq destinati ad uffi-ci commerciali nonché servizi di cooperative di movimentazionemerci e lavorazione dei prodotti, un ufficio Agecontrol, il ServizioFitosanitario Regionale, un presidio igienico/sanitario della ASL,una agenzia di banca, cinque bar e un ristorante. Dal 2009 èpresente un ufficio ICEA di certificazione per il biologico.

È al quinto posto per capacità commerciale 40 le imprese grossiste, 250 mila i metri quadri

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CorriereOrtofrutticoloA ttualità

Partendo dal presupposto che èfinito il tempo dello sviluppotout court attraverso l’incremen-to delle quantità e che sul merca-to servono oggi qualità e specia-lizzazione, Apofruit Italia hamesso a punto alcune importantioperazioni attuando un investi-mento di due milioni di euro perla realizzazione, sui tetti dellostabilimento Apofruit di Forlì, diun maxi impianto fotovoltaico da1 Megawatt di potenza e bonifi-cando 6.500 metri quadri diamianto. Con questa installazione, realiz-zata dalla controllata Apo Ener-gia - joint venture con OperaEnergia - la potenza complessivainstallata nei 7 impianti posti suitetti degli stabilimenti della coo-perativa raggiunge i 4,4 Me-gawatt, per un investimento com-plessivo di 12 milioni. L’operazio-ne ha prodotto contestualmentela bonifica di 44.000 metri quadridi amianto precedentemente pre-sente nei tetti. Sul fronte delle strutture di lavo-razione nello stabilimento di Pie-vesestina di Cesena, è stato in-stallato un nuovo impianto per lacalibrazione delle mele: una ca-libratrice con trasporto dei fruttiin acqua, a 6 corsie, con una ca-pacità di lavorazione di 11 ton-nellate/ora, realizzata della dittaLongobardi/Greefa. La macchinaè in grado di dividere i frutti percolore, diametro, peso e qualità,con 31 canali di scarico in acquae una paletizzazione completa-mente automatica. Un impiantopensato per valorizzare al megliole 20.000 tonnellate di produzio-ne di mele della cooperativa, divarietà Pink Lady, Fuij e Modì.

Questo intervento segna il com-pletamento di un piano di inve-stimenti biennale (2011-2012 ) intecnologia.

Revisione delle caricheDal punto di vista organizzativo,a due anni dall’avvio del piano dirinnovamento iniziato a gennaio2011, Apofruit Italia ha procedutoad un aggiornamento dell’orga-nizzazione aziendale. Il Consi-glio di amministrazione ha stabi-lito di prolungare il contratto dicollaborazione e le funzioni ope-rative di Renzo Piraccini fino al-la fine del 2014 procedendo con-testualmente alla rivisitazionedelle procure al fine di definiremeglio i poteri effettivi di “nu-mero uno” di Piraccini e le re-sponsabilità connesse al suo con-tratto. Contestualmente Tamanti passada direttore a direttore del settoredei finanziamenti e progettimantenendo le responsabilitàverso i rapporti esterni (Cso, Le-gacoop, Fiera Macfrut). Sul web, in particolare sul blogdel GTA, Gruppo TrasversaleAgricoltori, la decisione del grup-po romagnolo ha destato non po-che perplessità. C’è chi parla ad-dirittura di Tamanti “esautoratodalle sue cariche”, versione fer-mamente respinta dall’azienda,mentre c’è chi sostiene, e fra que-sti la dirigenza della cooperativa,che ci sia solo un semplice ag-giornamento delle deleghe e del-le cariche.

Risultati positiviDal punto di vista gestionale ilGruppo Apofruit, che nel 2011 halavorato 252.600 tonnellate di or-

tofrutta per un fatturato consoli-dato di 223 milioni di euro, a fineluglio 2012 ha segnato un +3,2%nelle quantità lavorate e -1,1%nel fatturato. Si tratta di una media tra il primotrimestre dell’anno, decisamentenegativo e gli ultimi mesi che ve-dono, invece, un segno decisa-mente positivo negli incrementidi fatturato.In crescita le linee di qualità: lalinea Solarelli, che contraddistin-gue le produzioni convenzionalidi alta qualità, segna a luglio2012 un +24% in quantità e un+25,2% in fatturato raggiungen-do, sempre nei primi sette mesidel 2012, i 7,7 milioni di euro.L’ortofrutta a marchio AlmaverdeBio segna nei primi sette mesidel 2012 un +9,2% in quantità eun +6,6% in fatturato raggiun-gendo i 12 milioni di euro. Buoni anche i risultati sul fronteoccupazionale: le giornate effet-tuate dai 1.951 dipendenti stagio-nali sono arrivate, sempre alla fi-ne di luglio 2012, a quota 149.987con un incremento del +4% sul2011.

Due appuntamenti a Macfrut In occasione della Fiera Macfrut,il gruppo Apofruit ha previstodue importanti appuntamenti.Mercoledì 26 Settembre Canova,la società del gruppo specialistanel biologico, realizzerà un mee-ting con i propri clienti e forni-tori al Grand Hotel di Cesenatico.Giovedì 27, nella sede della fiera,si terrà una conferenza stampaper la presentazione di un inno-vativo progetto in ambito biologi-co destinato alla ristorazionecommerciale. ●

S e t t e m b r e 201268 www.corriereortofrutticolo.it

Apofruit Italia investeFatturato in ripresa

Secondo trimestre positivo per la cooperativa, che haaggiornato l’organigramma aziendale. Maxi impianto fotovoltaico a Forlì e nuova linea per le mele a Cesena

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

● Luca Lanini

È ora di dirlo fortee chiaro: il succes-so delle cassette asponde abbattibi-

li, e più in generale degli imballilogistici riutilizzabili non è piùun “caso” nel senso latino mapiuttosto una certezza nel pano-rama competitivo. In questo sen-so Cpr System, il consorzio coo-perativo di Gallo di Ferrara, con isuoi 117 milioni di cassette movi-mentate nel 2011 e un fatturatoconsolidato di 47,5 milioni di eu-ro (+6% sul 2010) a rafforza-mento di una leadership indi-scussa, diventa un vero “caso” disuccesso nell’accezione stavoltapiù cara al marketing manage-ment. I dati positivi del 2011 non fini-scono qui, se si pensa al fatto chei soci Cpr hanno superato la“simbolica” cifra delle milleunità. Il dato ultimo ce lo confer-ma Monica Artosi, la neo diret-trice del gruppo: sono ormai1.003 i soci, tra cui circa 919aziende di produzione (compre-so tutte le più importanti), 55 idistributori (tra cui Coop e Co-nad, ma anche Pam e Bennet) eduna trentina le aziende di servi-zio al settore, dal trasporto al fac-chinaggio, passando per la ma-nutenzione e stampaggio degliimballaggi. Questa copertura del-l’intera supply chain ortofrutti-cola, dalla produzione alla distri-buzione, è vista come un grandevanto dall’azienda e come darglitorto. In termini più strategici, legrandi questioni toccate dal “fe-nomeno Cpr” e dalle altre azien-de impegnate di questo settoresono, da un lato, l’aspetto am-bientale e, dall’altro, la spinta al-la razionalizzazione dell’interasupply chain.Molto brevemente sul primo pun-to: i dati dell’inquinamento da

imballi in plastica in Italia sonoassai inquietanti, se è vero cheper l’ortofrutta del nostro Paesesi producono oltre 12 milioni ditonnellate di rifiuti di imballaggia perdere. Secondo dati aziendali,Cpr ha contribuito alla riduzionedi immissione di imballi a per-dere per oltre il 40%, un dato cer-tamente significativo in terminidi riduzione di impatto ambien-tale, quantificabile in un rispar-mio di 100 mila tonnellate di ri-fiuti solidi che ogni anno si evitain questo modo di immettere nel-l’ambiente.Sul secondo punto, inutile chericordi quanto la razionalizzazio-ne della logistica distributiva siaormai un “must”, un imperativodei processi aziendali e quantoquesta razionalizzazione la si ot-tenga attraverso relazioni di part-nership e di collaborazione fratutti gli attori della supply chain.Sto pensando alla saturazione deicarichi, alla gestione degli oraridi carico e scarico, all’ottimizza-zione delle tratte. È del tutto evi-dente che un modello consortilequale quello costruito da CPR si

appoggi di fatto sulla capacità ol-tre che sulla volontà delle impre-se di definire strategie collabora-tive comuni. In questo senso, imargini di miglioramenti sonoancora ampi, a vantaggio di tutti.È con questa chiave di lettura cheio leggo gli attuali test di Cpr susettori “altri” rispetto all’ortofrut-ta, in particolare nel campo dellecarni fresche. A fronte di collabo-razioni già in atto fra trasporto,logistica e distribuzione, nelcampo dell’ortofrutta, è naturalepensare che si possa mettere afrutto la partnership anche su al-tri prodotti sulla stessa “filiera-lo-gistica” della temperatura con-trollata 0-4 gradi. È la stessa Mo-nica Artosi a confermarlo: “il testsulle carni sta andando avanti datempo con nostri produttori socie con Pam e Bennet dal lato delladistribuzione. Finora abbiamousato le cassette dell’ortofruttama siamo ormai pronti per unacassetta “dedicata” perchè adatta-ta per il settore carni, con le soli-te nostre misure standard60x40cm e 30x40cm) e sempre asponde abbattibili ma stavolta sa-ranno di colore grigio”.Sul piano competitivo, non possoperò non ricordare la grandescommessa del pallet (verde, inlegno, misure 80x120cm) che Cprha messo in piedi il primo aprile2009, introducendolo nel suo cir-cuito per risolvere i grandi pro-blemi di conformità fra produtto-ri e distributori e che oggi, dueanni dopo, indica in 4,3 milioni(dati 2011) il numero di palletCPR movimentato nel sistema or-tofrutticolo italiano.

La novità del Macfrut Infine, una nota di “colore” chenasconde di fatto una precisastrategia collaborativa: chi leg-gerà questo articolo nei corridoidel Macfrut, si sarà forse già resoconto che, quest’anno e per la

S e t t e m b r e 201270 www.corriereortofrutticolo.it

Cpr System e il successodelle casse a sponde abbattibili

Il consorzio ferrarese ha contribuito all’exploit

del riutilizzabile. E rilancia

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CorriereOrtofrutticolo

LOGISTICA L

prima volta, lo stand Cpr non è alsolito posto. E a ben vedere CPRnon è più solo ma è in compa-gnia. Ecco la novità! Come cispiega la neo direttrice MonicaArtosi, Cpr ha recentemente ade-rito al consorzio Eurepack, natonel 2010. “Al Macfrut 2012 - diceMonica - ci sarà lo stand Eure-

pack dove sarannopresenti le aziendedel settore agroali-mentare che hannoaderito al consorzio,oltre a Cpr nellostand saranno pre-senti Polymer Logi-stics, Ifco, EuroPool

System, Lpr”. “Con la partecipazione a questoconsorzio - continua la direttrice- si vuole promuovere l’impiegodegli imballaggi riutilizzabili eprevenire quindi i rifiuti da im-ballaggio, per creare una logisti-ca che porti benefici anche per ilconsumatore finale”. ●

71S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

CILIEGIE VIGNOLA

Dopo la chiusura molto positiva del bilancio 2011, Cpr Systemguarda avanti. Non potrebbe essere diversamente, visto i 47,54 mi-lioni di euro di fatturato, con un incremento del 6 per centosull’anno precedente, un ristorno ai soci di 4,73 milioni (erano sta-ti 4,57 nel 2010 ) e un utile di gestione di 2,4 milioni di euro (2,2milioni nel 2010), mentre il patrimonio netto dellasocietà raggiunge ormai i 30,9 milioni di euro. Anche i dati “reali” del gruppo, presentati nelle varie as-semblee dell’estate 2012, sono assai significativi emostrano una penetrazione costante nel settore dell’in-terscambio dei colli logistici: le movimentazioni dellecassette verdi a sponde abbattibili sono state 117 milioninel 2011, 529 mila i movimenti dei mini bins (di duemisure: 80x120cm e 80x60cm) e 4,3 milioni lemovimentazioni dei relativamente “nuovi” pallet verdi di legno. Ma l’estate 2012, oltre a buoni dati, ha portato anche un’altranovità nella struttura operativa, con un avvicendamento al vertice:Monica Artosi è dall’estate 2012 la nuova direttrice di CPR. 41 anni,laureata in Economia e Commercio, dipendente di Cpr System findalla sua costituzione, succede al “mitico” Gianni Bonora (li vedia-mo nella foto), fondatore e anima del Cpr che resta “sul pezzo”seguendo nuovi progetti di sviluppo dell’azienda. (E.Z.)

Ben 117 milioni di movimentazioni nel 2011 Staffetta Bonora-Artosi alla direzione

buonebuone, uniche, uniche, tipiche, tipiche

GRUPPO BPER

Page 74: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

Logistica

Con Elena Gavotti, responsabileSales per Reefer e Key Client diMaersk Italia, abbiamo fatto ilpunto sulla compagnia di naviga-zione. “Negli ultimi anni - dice Gavotti -abbiamo registrato ottime perfor-mance, consolidando la nostraposizione sia in termini generaliche, più nello specifico, perquanto riguarda il trasporto diprodotti ortofrutticoli. Anchequest’anno possiamo dirci soddi-sfatti dell’andamento dei nostrivolumi: i carichi refrigerati rap-presentano ormai il 15% del tota-le dei volumi trasportati da Maer-sk. E abbiamo la ragionevole cer-tezza di poter migliorare la no-stra performance alla fine di unanno che sicuramente non regi-strerà risultati positivi per l’eco-nomia in generale”.In una recente intervista rilasciataal Corriere Ortofrutticolo l’Ad Stel-la definiva il comparto ortofruttacome il vostro “fiore all’occhiello” econ ampi margini di crescita. Nelvostro core business il comparto“ortofrutta” che percentuale ricopree quali progetti avete in serbo persviluppare ulteriormente le quan-tità di ortofrutta trasportata e i re-lativi servizi? Quali sono gli scaliprincipali su cui vi appoggiate perla distribuzione?“Il comparto ortofrutta è da sem-pre per Maersk un elemento dieccellenza in cui abbiamo saputodimostrare negli anni una parti-colare attenzione all’innovazio-ne. La nostra flotta di container,oltre ad essere estremamenteavanzata dal punto di vista tecno-logico, è anche una della più gio-vani nell’intero contesto compe-titivo. Crediamo che questo ele-mento sia un vantaggio che ga-rantisce la migliore qualità per icarichi dei nostri clienti, che, èdel tutto evidente, devono esseretrattati con una cura differenzia-te in base alla tipologia merceo-

logica. A questo affianchiamo unnetwork assolutamente globaleche ci permette di coprire lamaggior parte degli scali princi-pali in tutto il mondo. Mi fa pia-cere anche sottolineare che negliultimi mesi abbiamo aggiunto alnostro pacchetto di servizi il col-legamento diretto da Genova peril Medio Oriente, un’area delmondo in rapida crescita partico-larmente interessata ai prodottidel settore ortofrutticolo italiano.Sia per queste destinazioni cheper gli Stati Uniti e l’America La-tina offriamo servizi fra i piu ra-pidi ed affidabili sul mercato”.Uno dei vostri cavalli di battagliariguarda la puntualità del servizio.Ma in un recente articolo de L’av-visatore Marittimo si sostiene cheil vostro gruppo in realtà sta incre-mentando i ritardi delle consegne(“nelle prime 20 settimane del 2012puntualità al 63,7% rispetto al65,9% del 2011)… “Siamo rimasti spiazzati da quan-to affermato dall’articolo pubbli-cato dall’Avvisatore Marittimo.Noi, come tutti quanti nel settore,ci atteniamo alle classifiche chevengono stilate trimestralmenteda Drewry Shipping Consultant,un importante istituto indipen-dente di ricerca. Nel primo tri-mestre del 2012 le navi di Maersk

Line sono arrivate in tempo alporto di destino nell’89,8% dei ca-si, il migliore risultato di sempre.Questo vuole dire che siamo statinuovamente classificati al primoposto come operatore più affida-bile del mercato. Infine, ci fa pia-cere sottolineare che sulle rottepiù importanti fra Asia e Medi-terraneo abbiamo raggiunto il94,2%. Un risultato lusinghieroche coinvolge direttamente la ca-pacità dell’organizzazione italia-na di offire servizi di qualità su-periore”.Per quanto riguarda la sostenibi-lità ambientale quali servizi e pro-getti state sviluppando? Come pen-sate di raggiungere l’obiettivo diabbattere del 25% le emissioni diCo2 entro il 2020?“L’environmental sustainability èstato individuata dal nostro ma-nagement a livello globale qualeuno dei principali elementi stra-tegici. Come dice spesso il nostroamministratore delegato, non sitratta di un ‘nice to have’, ma diun vero e proprio ‘must’ cui sia-mo tenuti. La nostra non è unagenerica affermazione di intenti,dettata unicamente da valori eti-ci, ma un elemento di businessche diventerà fondamentale nelfuturo della gestione delle supplychain dei nostri clienti. Anche inquesto caso stiamo cercando diprecorrere i tempi. Le navi Tri-ple-E da 18000 TEU di capacità,che verranno immesse in flottanel 2013, saranno di estremo aiu-to sulle rotte Asia-Europa. Perogni container trasportato verràemessa nell’atmosfera il 50% diCO2 rispetto alla media attuale.In ogni caso già oggi ognuno deinostri container produce l’8% inmeno di CO2 rispetto alla mediadel mercato: nel 2011 i nostriprincipali clienti hanno ‘rispar-miato’ all’ambiente 748.000 ton-nellate di biossido di carbonio ri-spetto ll’anno precedente”. (E.Z.)

S e t t e m b r e 201272 www.corriereortofrutticolo.it

«Maersk in saluteOrtofrutta strategica»

Elena Gavotti: ottimeperformance, flotta

“giovane” e... pochi ritardi

Foto di gruppo per Maersk Italia

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CorriereOrtofrutticoloBiologico news

S e t t e m b r e 201274 www.corriereortofrutticolo.it

I dati nazionali sull’agricoltura biologica al31.12.2011, recentemente forniti dal MIPAAF, con-fermano ancora una volta che l’Italia biologica è so-stanzialmente stabile. La superficie è leggermente al di sopra del milionedi ettari, 1.096.889 per la precisione, gli operatoricomplessivamente sono 48.269; rispetto all’annoprecedente la superficie è diminuita dell’1,5% men-tre gli operatori sono aumentati dell’1,3%. Se con-frontiamo i dati con l’ormai lontano 2001, la super-ficie toccava 1.200.000 ettari e gli operatori eranoall0incirca 60.000. Anche solo soffermandoci suquesti dati “macro” l’Italia del bio è ferma, a frontedi un mercato che a dispetto della crisi è cresciuto,sia come domanda internazionale che come do-manda interna, il settore produttivo ha arretrato leproprie posizioni e sta unpo’ arrancando. Anchenel corso del 2011 il nu-mero degli operatori è cre-sciuto solo perché è au-mentato il numero dei pre-paratori e dei distributori,la categoria dei produttoriagricoli è diminuita diquasi il 2%. A livello comunitario ilpeso specifico del nostroPaese diminuisce ed intermini di superficie èpassato dal 16,9% del2005 a poco meno del-l’11%. Da un recente viag-gio in Austria, Paese che ha fatto del biologico unodei settori portanti del suo sistema agroalimentare,ho notato come la crescita della superficie biologicaè stata costante ed ha raggiunto il 20% della SAU(Superficie Agricola Utilizzata) ed il peso della do-manda interna di prodotti biologici sui consumi to-tali ha raggiunto il 10%. Numeri importanti che cer-to non possono essere raffrontati ad un Paese comeil nostro con una popolazione di quasi 6 volte supe-riore ed un mercato di dimensioni ragguardevoli,ma comunque testimoniano come un Paese vicinoabbia saputo trarre vantaggi di natura socioecono-mica dal settore del biologico.A fronte di una domanda interna, che in Italia an-che lo scorso anno ha fatto registrare un aumento diquasi il 9%, la superficie biologica diminuisce ed ilsettore primario non riesce a seguire l’evoluzione del

mercato biologico con la conseguenza di rafforzarele importazioni ed i rischi ad esse connessi come ab-biamo potuto toccare con mano nei recenti casi difrode.Per invertire la rotta occorre più coraggio e l’adozio-ne di politiche effettivamente a favore dello sviluppodel settore. Mancano entrambe le categorie di cui so-pra e difettano da parte di tutti gli attori del settore.Occorre anche più coraggio da parte delle imprese;sempre in Austria ho potuto notare come una dellecatene distributive più importanti abbia deciso diprodurre pane biologico, ebbene sì ha iniziato a pro-durre pane biologico ed ha smesso di vendere quelloconvenzionale riducendo lo spreco di “doppie linee”,separazioni, pulizie ed adottando le migliori tecno-logie a favore del biologico evitando di ricorrere al

“congelato” ed offrendo co-sì ai consumatori un panebiologico buono a prezzileggermente superiori alconvenzionale in quantol’unico costo più elevatoera quello della farina equesta notoriamente nonincide così pesantementesul prezzo finale del pane.Se analizziamo le politichea favore del biologico, inItalia se ne sono perse letracce da tempo, gli ultimidecreti pubblicati dopol’ormai famosa frode, euro-pea e non solo italiana,

non vanno certo nella direzione di rafforzare il set-tore. Occorre puntare con decisione sulla filiera esulla sua trasparenza, accanto alla sfera pubblicagli imprenditori devono impegnarsi di più per trova-re regole di comportamento condivise che consento-no di moralizzare i comportamenti di tutti i soggettiche vi operano e di riconoscere loro il giusto com-penso, anche alla produzione agricola in modo cheritrovi nel biologico un settore in cui investire conuna mentalità di medio-lungo periodo. E non è tan-to un problema di filiera corta o lunga, è importan-te che si tratti di una filiera efficiente. In effetti oc-corre un po’ più di coraggio da parte di tutti e risco-prire l’entusiasmo che animò tutti coloro che a ca-vallo fra gli anni ’80 e ’90 posero le fondamenta perla nascita di questo settore.

(*) amministratore delegato CCPB

● Fabrizio Piva *

Il biologico italianomanca di coraggio

I l punto

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

B

“Natura Chiama” è la nuova lineadi Selex composta da prodotti difiliera controllata e biologici, perun’alimentazione sana e rispetto-sa dell’ambiente.Per i cereali e legumi secchi Selexnon poteva che affidarsi a Pedon,azienda leader a livello europeo,presente nel settore biologico daoltre dieci anni con prodotti aproprio marchio e a marca com-merciale in Italia e all’estero. Pe-don per Selex realizzerà cinquereferenze: farro, orzo, fagioli bor-lotti, lenticchie rosse intere, ceci.“Siamo contenti della scelta di Se-lex, primario gruppo della GDOitaliana, di investire nel biologi-co.- commenta Paolo Pedon (foto)export manager di Pedon SpA -.Siamo fermamente convinti cheil biologico costituisca l’agricol-tura del futuro: un sistema di pro-duzione in grado di fornire pro-dotti alimentari buoni e di qua-lità, ottenuti nel rispetto dell’am-biente e tutelando le comunità dipiccoli agricoltori che si sacrifi-cano per preservare antiche va-rietà e difendere territori altri-menti abbandonati”. Pedon prosegue nel suo percorsodi sviluppo, sia in Italia sia all’e-stero, con tassi di crescita a dop-pia cifra. Dopo un 2011 chiuso a+23% sull’anno precedente, i pri-mi sei mesi del 2012 segnano unostraordinario +25%. L’azienda diMolvena (Vicenza) stima di chiu-dere l'esercizio in corso con unfatturato prossimo ai 40 milionidi euro, di cui il 20% realizzatocon prodotti biologici. ●

75S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Selex lancia “Natura chiama”Filiera controllata dedicata al bio

Cereali e legumi secchi vengono forniti da Pedon Spa,società vicentina che nel primo semestre ha messo a segno

un significativo+23% rispetto all’anno precedente

Da venerdì 30 novembre a domenica 2 dicembre presso Fiera Bol-zano si svolgerà BIOLIFE 2012, nona edizione del consueto appun-tamento di promozione dell'eccellenza agroalimentare italianabiologica certificata.Dopo il risultato del 2011, con oltre 200 produttori bio provenientida tutte le regioni italiane e 40.000 visitatori del Nord Italia trapubblico e professionisti, BIOLIFE 2012 mira a mantenere alta laqualità dei prodotti esposti e ad aumentare la presenza deglioperatori professionali.Sul lato degli espositori abbiamo la rinnovata adesione di moltiproduttori italiani di alto livello, di consorzi e regioniparticolarmente significativi nel contesto enogastronomico nazio-nale. Un maggior coinvolgimento rispetto al passato è giunto daiterritori più distanti come Campania, Basilicata e Sicilia, segno delpeso ormai nazionale della manifestazione.Nello stessoambito, moltoimportante lacollaborazionecon AIAB,BIOL ITALIA eUPBIO, associa-zioni che rap-presentano lamaggior partedei produttoribiologici italiani, capaci di completare l'offerta delle eccellenze re-gionali di BIOLIFE.Per quanto riguarda gli operatori (gastronomia, piccolocommercio, ristorazione e GAS) sono previste azioni mirate e larealizzazione, in avvicinamento e durante la manifestazione, dieventi dedicati ad aumentarne il numero e l’interesse.Tra gli appuntamenti da evidenziare, il primo simposio dei GASdell’Alto Adige che farà il punto sulla necessità di cambiamentodel nostro stile di vita ed offrirà ogni informazione necessaria al-l'avvio del gruppo di acquisto.Rilevante infine per la presenza e la tipologia del pubblico l’abbi-namento di BIOLIFE alla storica Fiera Internazionale d’Autunnodi Fiera Bolzano e, soprattutto, a Nutrisan, salone delle intolleran-ze alimentari e della corretta alimentazione.Per dettagli ed aggiornamenti su BIOLIFE 2012 è disponibile il sitowww.biolife.it.

Dal 30 novembre al 2 dicembre a Bolzanola nona edizione di Biolife

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La Francia occupa il secondo po-sto, alle spalle della Germania,nella graduatoria comunitaria(UE a 27 membri) dei più impor-tanti mercati per gli alimentibiologici riferita al 2010 (fonte:Fibl-IFOAM 2012). Per il 2011 levendite di alimenti biologici so-no state stimate pari a 3,9 miliar-di di euro (+11% sul 2010), di cui3,75 miliardi relativi al consumodomestico e 158 milioni alla ri-storazione collettiva. La crescitadel consumo domestico si spiegacon la maggiore disponibilità diprodotti resa possibile dall'aper-tura di nuovi punti di vendita(supermercati biologici) sul ter-ritorio transalpino. Complessiva-mente, nel 2011 il mercato deiprodotti alimentari bio in Fran-cia valeva il 2,4% del totale ali-mentare (era l'1,3% nel 2007).Per quanto riguarda i comporta-menti di acquisto, la percentualedi consumatori francesi che ave-va acquistato ogni mese almenoun alimento biologico era passa-ta dal 37% del 2003 al 40% del2011. In merito alla sensibilità alprezzo, il 56% degli intervistati(erano il 39% nel 2004) ha affer-mato di ritenere normale che glialimenti biologici siano più co-stosi degli altri.Rispetto all'offerta di beni agrico-li, i dati definitivi del 2011 attri-buivano al settore biologico fran-cese 23.135 aziende agricole(+12% sul 2010), cioè il 4,5% deltotale. In crescita anche le azien-de di preparazione e distribuzio-ne, salite a 12.136 unità (+16%sul 2010). In complesso, nel 2011,gli operatori biologici sono salitia 35.271 unità (+13,6%). Le su-perfici a biologico (compresi iterreni in conversione) si esten-devano su 975.141 ettari (+15,3%sul 2010) ed erano pari al 3,5%della SAU transalpina. E nel pri-mo semestre 2012 la SAU bio hasuperato il milione di ettari.

CorriereOrtofrutticoloBiologico news

S e t t e m b r e 201276 www.corriereortofrutticolo.it

Un business da 4 miliardi di euroLa Francia rincorre la Germania

Sono i due più importanti mercati Ue per gli alimenti bio;complessivamente nel 2011 il mercato dell’organic francese

valeva il 2,4% del totale del food, con un trend positivo

Il biologico sembra essere unodei rari mercati al riparo dallacrisi spagnola. Mentre i prezzi ele vendite nell’insieme del set-tore alimentare si abbassano, ilgiro d’affari degli alimenti bio-logici è aumentato del 20% nel2011 e continuerà ad aumentarecon lo stesso ritmo nel 2012.L’aumento delle superfici colti-vate a bio in Spagna non è altro che la conseguenza di una miglio-re organizzazione della filiera. Molte le iniziative in atto.Diverse centinaia di produttori spagnoli di ortofrutta sonoraggruppati sul sito di commercializzazione diretta“directodelcampo.com”, che presenta un’offerta di paniere comple-to in funzione delle stagioni. Questa vendita ha una dimensioneinternazionale, confermando che la fetta più importante del girod’affari globale della produzione alimentare biologica si realizzasempre al di fuori delle frontiere spagnole: le esportazioni rappre-sentano il 57% del volume delle vendite.Il marchio Querida Carmen di una giovane impresa di Huesca(Aragon) ha già ottenuto la sua fetta di torta in questo mercato econserva un “appetito” promettente: esporta la sua offerta diconserve “bio” già in 13 paesi, dalla Cina a Panama passando perla Finlandia. Nella penisola iberica, Querida Carmen si appoggia sulla rete disupermercati Veritas, leader tra i negozi specializzati nell’alimen-tazione biologica in Spagna. Veritas raggruppa 25 punti vendita,per la maggior parte situati in Catalogna, dove l’insegna è nata.Per il direttore generale della catena, Silvio Elìas, le possibilità dicrescita sono importanti: ‘I consumatori spagnoli sono sempre piùpreoccupati di avere un’alimentazione che sia sana e nel contem-po economica; noi abbiamo avuto il merito di essere stati tra i pri-mi a rispondere a questa esigenza con i nostri prodotti certificatibio che non si trovavano altrove, come quelli destinati ai bambini’.Uno dei grandi vantaggi di questo settore resta il potenziale svilup-po della rete della distribuzione specializzata, che già attualmentein Spagna conta 4000 punti vendita che assicurano il 60% della di-stribuzione dei prodotti alimentari biologici. Il restante 40% corri-sponde alle vendite nei supermercati più generici, cioè nella gran-de distribuzione che integra sempre più prodotti biologiciall’interno della sua offerta.

E in Spagna il biova in controtendenza

Page 79: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

FRUIT ATTRACTION

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II Premio nazionale al miglior piatto vegetale dell’annoIII Concorso di intaglio di frutta

24-26 Ottobre

I Simposio Internazionale della prugna e della ciliegia

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Settimana delle verdure

20-28 Ottobre

II Congress Grape Attraction

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2012MADRID-SPAGNAFIERA INTERNAZIONALE

DEL SETTORE ORTOFRUTTICOLO

Page 80: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

I rapporti commerciali tra il ba-cino di produzione del Mediterra-neo e i mercati di sbocco rappre-sentati dall’Europa orientale edalla Russia saranno al centrodella discussione e degli incontrid’affari al quinto Green Med Fo-rum, il cui svolgimento è statoconfermato a Granada, la storicacittà andalusa, dal 21 al 23 no-vembre. All’analisi dei flussi commercialicon l’Est e la Russia è infatti de-dicato il primo seminario dellagiornata centrale del Forum,quella di giovedì 22 novembre,subito dopo la sessione plenariain cui si farà il punto sull’econo-mia agricola mediterranea. Manon solo. La presenza di buyersprovenienti da Mosca, San Pietro-burgo, Ucraina, Bielorussia, Re-pubblica Ceca, Slovenia, Croazia,oltre che dal nord della Germa-nia, costituiranno la principaleattrattiva degli incontri b2b che,seguendo un precisa scaletta ora-ria pianificata per tempo, si svol-geranno per tre ore nel pomerig-gio di mercoledì 21 e per altre treore nel pomeriggio di giovedì 22.L’iniziativa piace agli spagnoli,interessati a incrementare gli af-fari con l’Est e la Russia, ma è im-portante e aperta anche agliesportatori degli altri Paesi delbacino presenti al Forum, a parti-re dagli italiani, che su quei mer-cati, come gli stessi spagnoli, so-no ancora ben al di sotto del loropotenziale.Al Forum hanno già dato la loroadesione le principali realtà delsettore ortofrutticolo di Granada,come La Palma, prima aziendaproduttrice di cherry tomatoes almondo, come Unica Group, lacooperativa Centro Sur, la coope-rativa Procam, la Montes de Gra-nada, oltre al Porto di Motril e al-la Comotrans, e alla cooperativadi produzione di olio d’oliva Tier-ras Altas. Come si vede, la coope-

razione agricola a Granada ha unruolo molto importante e perquesto Faeca, l’associazione cheraggruppa il 100 per cento dellecooperative agricole del territo-rio, ha assunto un importanteruolo di volano prima nella scel-ta di Granada e poi nel lancio delForum in questa prima fase orga-nizzativa. L’imprenditore Grego-rio Nunez, presidente di Faeca, èstato scelto dagli organizzatoricome presidente del Forum. L’or-ganizzazione fa capo allo staff diGreen Med Journal, che già hagestito i precedenti Forum di Ko-per, Alessandria d’Egitto, Roma eTunisi, con il valido supporto inSpagna della società Catalweb. Leiscrizioni all’evento sono aperte,dopo la chiusura, nel mese diagosto, della fase preparatoria. Informazioni aggiornate sono re-peribili sui siti internetwww.greenmed.euwww.greenmedforum.euwww.greenmedforumgranada.comA livello internazionale sono at-tesi validi contributi, in partico-lare a livello di contenuti, da par-te della Commissione agricolturadel Parlamento europeo, dallaCogeca, dal Ciheam, dall’Areflh.Oltre ai rapporti con l’Est e laRussia, al centro dell’attenzione,

all’interno di specifici seminari,ci sarà la logistica integrata deiprodotti freschi, un argomentotradizionale dei Green Med Fo-rum ma sempre di grandissimaattualità a causa di nuovi prota-gonisti e di nuove modalità neitraffici che coinvolgono il Medi-terraneo. Inoltre si parlerà di cer-tificazione di qualità, di produ-zioni biologiche mediterranee, didifesa dell’origine mediterraneadei prodotti tipici. Data l’attua-lità dell’emergenza climatica e lasua influenza sulle colture, un se-minario, nel pomeriggio del 21,sarà dedicato alla gestione del-l’acqua e alla lotta alla siccità. Lamattina di venerdì 23 novembresarà dedicata alle visite azienda-li, con la possibilità di accederealle migliori realtà produttive elogistiche della zona.Nel corso del mese di settembre,il Green Med Forum sarà lanciatoa livello italiano, nordafricano einternazionale. La sede principa-le dei lavori sarà il prestigioso Pa-lazzo dei Congressi di Granada.Non mancheranno aspetti cultu-rali e gastronomici in un conte-sto unico, la città dell’Alhambra,il monumento più visitato di Spa-gna. (A.Fel.)

CorriereOrtofrutticoloMondo

S e t t e m b r e 201278 www.corriereortofrutticolo.it

Green Med Forum di Granada,un ponte con l’Europa orientale

I rapporti commerciali tra i bacini di produzionemediterranei e l’Est, Russia in primis, al centro dell’evento in programma dal 21 al 23 novembre

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CorriereOrtofrutticolo MONDO

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79S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Salgono di quota le esportazioniortofrutticole spagnole. Secondoi dati riportati da Fepex, l'asso-ciazione degli esportatori orto-frutticoli spagnoli, il Paese iberi-co in giugno ha inviato all'estero819.932 tonnellate di frutta e or-taggi, registrando un +10% sugiugno 2011. A valore sono statirealizzati 666,3 milioni di euroregistrando una crescita del 13%sullo stesso mese del 2011.Dati molto positivi per gli ortag-gi, le cui esportazioni sono au-mentate del 26% a valore e del22% a volume, per un totale ri-spettivamente di 165 milioni dieuro e 226.639 tonnellate. Buoneanche le performances per lafrutta, con vednite all'estero au-mentate del 9% a valore, per untotale pari a 501 milioni di euro,e del 6% a volume, per un totaledi 593.293 tonnellate.Considerando il periodo da gen-naio a giugno, le esportazioni so-no aumentate del 5% sia a valore

sia a volume, raggiungendo i3.776 milioni di euro corrispon-denti a 5,9 milioni di tonnellate.L'export di ortaggi si è attestato a2,5 milioni di tonnellate (+2,5%)per un valore di 2.356 milioni dieuro (+5,8%) mentre quello difrutta è stato di 3,3 milioni di ton-nellate (+ 6,7%) per un importodi 1.857 milioni di euro (+6,8%).

Limoni, raccolti in calo. Previ-sto un calo significativo dellaproduzione di limoni secondoAilimpo, l’associazione interpro-

fessionale spagnola di limoni epompelmi. Le prime stime parla-no di raccolti tra le 850 mila e le900 mila tonnellate, ovvero il 10-15% in meno rispetto alla produ-zione 2011-2012. Tuttavia la qua-lità degli agrumi dovrebbe esseremolto buona.La campagna inizierà in ottobree i volumi aumenteranno pro-gressivamente. L’inizio della sta-gione sarà contrassegnato dallafine della campagna dell’emisfe-ro sud (Argentina, Uruguay, Su-dafrica). ●

Spagna,export ok

+10% le vendite all’estero,con gli ortaggi a fare

la parte del leone (+22%)

LUSIA EROSOLINA

Page 82: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

Coltiviamo insieme la qualità

Via B. Tosarelli, 155 - 40055 Villanova di Castenaso (BO) Italia - Tel. +39 051 781837 - Fax +39 051 782680 - [email protected] - www.apoconerpo.com

È frutto del lavoro quotidiano di oltre 10.000 produttoriagricoli, la leadership di Apo Conerpo. Un primato chenasce in campagna, dal grande rispetto per l’ambientee la salute e che si rafforza con un rigoroso sistema dicoltivazione e controllo lungo l’intera filiera dell’orto-

frutta, che fornisce le più ampie garanzie di freschezzae salubrità. Le società del Gruppo cooperativo comple-tano il percorso della qualità e distribuiscono in tuttoil mondo l’ampia gamma di offerta di Apo Conerpo,integrandola con moderni servizi commerciali.

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Page 83: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

Quasi otto slovacchi su dieci fan-no regolarmente da Tesco, ma in-coronano Kaufland come “regnodella freschezza”. Secondo un recente sondaggio, il31% degli slovacchi sarebbe del-l’opinione che i supermercatidella rete Kaufland sono il postopreferito per lo shopping. Con lasua cinquantina di punti venditain Slovacchia, Kaufland precedeTesco (26%) e il discount Lidl(24%). Nella ricerca condotta daTNS Slovakia tra 997 intervistatinel giugno 2012, alla domanda diindicare la catena di vendita aldettaglio con i prodotti alimenta-ri più freschi, il 31% di loro hascelto Kaufland, e il 26% ha inve-ce indicato Tesco e Lidl (con lastessa percentuale). Poco più sot-to si posizione Coop Jednota(21%), e al palo rimane Billa conappena il 13%.Il marchio britannico Tesco è co-munque quello che ha nel Paeseil maggior numero di punti ven-

dita, con i suoi vari formati MyStore (circa 120 negozi), Express,Supermarket e Hypermarket, ri-mane il luogo più popolare pergli slovacchi. Ben il 77% di lorosono soliti farvi la spesa regolar-mente, secondo TNS Slovakia. Se-

guono i negozi Lidl (71%), Kau-fland (55%) e Coop Jednota(51%). Gli slovacchi sembranoanche essersi abituati ai prodottidelle private labels, cioè i prodot-ti a marchio della catena di ven-dita al dettaglio, e li vedono comepiù convenienti rispetto ai pro-dotti normali. Il sondaggio mo-stra che gli slovacchi acquistanomaggiormente prodotti a mar-chio Tesco (49%) e Coop Jednota(44%); seguono Kaufland (32%),Billa (23%) e CBA (21%). Un 14%di loro, al contrario, ha dichiara-to di non acquistare le private la-bels. Da segnalare che il 29% delle fa-miglie slovacche sono state inqualche modo direttamente col-pite dai licenziamenti avvenutinel 2010, e un terzo di loro ha uf-ficialmente segnalato un calo direddito, si legge nel TransitionReport 2011 elaborato dalla Bancaeuropea per la ricostruzione e losviluppo. ●

CorriereOrtofrutticolo MONDO

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81S e t t e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

RILEGNO

La spesaslovacca

Kaufland precede Tesconella graduatoria dei retail

preferiti per il food

Continuano i segnali positivi nella filiera dell’imballaggio di legno

2. 306.000 tonnellate: sono gli imballaggi di legno immessi al consumo nel 2011,con una lieve crescita rispetto allʼanno precedente (+1,1%). Per quegli imballaggiche diventano rifiuto continua il buon lavoro di coordinamento del riciclo e del re-cupero fatto da Rilegno, Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il rici-

claggio degli imballaggi di legno che fa parte della grande famiglia Conai. Nel 2011 Rilegno ha gestitocomplessivamente 1 milione e 796 mila tonnellate di rifiuti legnosi in tutta Italia: di questi , 839.000 ton-nellate sono rifiuti di imballaggio, ovvero pallet, cassette ortofrutticole e imballaggi industriali.Considerando i rifiuti di imballaggi di legno, nel 2011 in Italia sono stati avviati al recupero complessivo1 milione 340 mila tonnellate di materiale giunto a fine vita, una quantità che corrisponde a circa il 58%dellʼimmesso al consumo e che supera di gran lunga gli obiettivi previsti dal Testo Unico Ambientale152/2006 (fissati al 35% di recupero di rifiuti provenienti da imballaggio, per la materia prima legno).La rete di Rilegno per raccogliere rifiuti di legno in tutta ItaliaIl “sistema” Rilegno, ormai rodato da più di 10 anni, si basa su una rete di convenzioni con Comuni,aziende, soggetti pubblici e privati per organizzare il recupero del legno in maniera capillare sul territo-rio nazionale (sia da rifiuti da imballaggi in legno, siada rifiuti legnosi di altra natura). 338 convenzioni inessere, per il 2011 (e almeno altrettante per il 2012)con i gestori di igiene urbana; 4.774 Comuni coperti,per un totale di 42 milioni 669 mila abitanti serviti, ov-vero il 71% della popolazione complessiva. Le piat-taforme di raccolta convenzionate con Rilegnosullʼintero territorio nazionale, dove i rifiuti in legno ven-gono conferiti e ridotti di volume per essere avviati alrecupero, hanno toccato quota 389 a fine 2011 (14 inpiù rispetto al 2010), garantendo una copertura omo-genea su tutte le regioni italiane.Info, dettagli e contatti: www.rilegno.org

Page 84: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T À C H E F R U T T A

Dal 3 al 9 settembre l’insegna bo-lognese Sisa torna in radio sulleemittenti di RadioRai (RadioRai1, RadioRai 2, RadioRai 3), RadioDeeJay, Radio Capital, Radio Ita-lia e RTL 102.5 per diffondere lanuova promozione “Risparmi il75%” dedicata ai prodotti delleGrandi Marche.Valida fino al 16 settembre in tut-ti i supermercati Sisa aderenti,“Risparmi il 75%” è l’offerta pro-mozionale di Sisa che permet-terà, acquistando due prodotti dimarca uguali, all’interno di unvasto panel di categorie merceo-logiche, di pagare il secondo conuno sconto pari al 75% del suoprezzo. “Felice di Stare Quaggiù”: questoil claim finale dello spot di 20 se-

condi che sarà ripetuto più voltenell’arco della giornata sulleprincipali emittenti radiofoni-che nazionali. Un messaggio semplice, diretto,inequivocabile, che vuole sottoli-neare il concetto di vicinanza alconsumatore, da sempre alla basedella mission di Sisa. Quaggiù, sottocasa, accanto allaproprio clientela. È proprio qui

che Sisa vuole trovarsi ogni gior-no. Grazie alla vincente formuladel supermercato di prossimità,alla qualità e alla convenienzadei suoi prodotti, al rapporto difiducia che ogni socio Sisa sa in-staurare con i propri clienti. Lafelicità del consumatore è assicu-rata.Non solo televisione, quindi. Do-po le collaborazioni con Media-set e personaggi del calibro diGerry Scotti, Paolo Bonolis e Da-vide Mengacci, l’insegna bolo-gnese ha deciso di tornare a par-lare a tutti gli italiani attraversole radio più importanti. Un canale sempre più perfor-mante all’interno del piano dimedia mix di Sisa perché ritenu-to più penetrante.

S e t t e m b r e 201282 www.corriereortofrutticolo.it

Sisa sceglie il canale radiofonicoper la nuova promozione

dedicata alla grandi marche

Collier in oro bianco e una Fiat 500 in palioacquistando 12 referenze delle linee

più rappresentative di Bonduelle Bonduelle lancia una nuova pro-mozione per i consumatori chedal 21 agosto al 28 novembrecoinvolge 12 referenze delle suelinee più rappresentative: lequattro varietà di M’ama nonm’ama, Le Julienne Fili Gustosi eFantasia di Zucchine e la gammadi Agita&Gusta.In palio ogni giorno un preziosocollier in oro bianco, con perla ediamante della collezione NuoveGioie e la possibilità di parteci-pare all’estrazione finale di unaFIAT 500 Cabrio TwinAir. Per partecipare, dopo l’acquistodi uno dei prodotti coinvolti, ilconsumatore deve registrarsi suwww.bonduelle.it e inserire i datirichiesti, per scoprire subito seha vinto uno dei 100 collier in pa-

lio. In ogni caso potrà comunqueconcorrere all'estrazione del su-perpremio finale, una Fiat 500TwinAir Cabrio.L’iniziativa viene comunicata at-traverso i packaging dei prodotticoinvolti:- M’ama non M’ama, la linea diinsalate composta da Trio Fre-schezza (mini lattuga verde, lat-tuga lollo verde e rossa), Lattu-

ghella (mini lattuga verde), Mil-lefoglie (lattuga multifoglia ver-de) e la novità Duetto Dolce (mi-ni lattuga verde e rossa);- Le Julienne, i freschissimi mixdi insalata e ortaggi selezionati,lavati e tagliati a fili sottili, nelledue varianti Fili Gustosi e Fanta-sia con Zucchine;- Agita&Gusta, l’innovativa lineadi insalate complete di forchettae tovagliolo, disponibili in 6 va-rianti: Agita&Gusta Noci e AcetoBalsamico di Modena Igp, Agi-ta&Gusta Mais, Olive Nere e Ace-to Balsamico di Modena Igp, Agi-ta&Gusta Pinzimonio, Agi-ta&Gusta Cereali, Agita&Gusta adhoc Ricca di Omega 3, Agi-ta&Gusta ad hoc Ricca di Betaca-rotene.

Page 85: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

CorriereOrtofrutticolo SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

C’è preoccupazione tra i produt-tori di uva da tavola. Costi di pro-duzione in aumento, consumiche arrancano, prezzi non sem-pre soddisfacenti. La situazione,insomma, non promette nulla dibuono nonostante l’annata stiadando una produzione di alto li-vello qualitativo su più o menotutte le varietà. C’è chi, tuttavia,come l’imprenditore pugliese Ni-cola Giuliano, a capo di una del-le aziende più grandi e struttura-te d’Italia per la coltivazione evendita di uva, parla di “annatapositiva e quotazioni superiori al2011”.La maggior parte degli operatori,tuttavia, non guarda con molta fi-ducia al prosieguo della stagione.Giacomo Suglia, fondatore (nel1985) e titolare della ditta Ermesdi Noicattaro (Bari), situata inuna delle zone maggiormente vo-cate per la coltivazione dell’uvada tavola, non nasconde i timoriche un’intera categoria sta viven-do giorno per giorno. “L’uva datavola finora aveva sofferto menorispetto ad altri prodotti ortofrut-ticoli la crisi economica. Ma or-mai pure questo comparto nonriesce più a sostenere gli effetti diquesta congiuntura che sta atta-nagliando i produttori. I costi au-mentano a dismisura e non sonopiù sostenibili da parte di coloroche producono. Molte aziendeagricole, che faticano sempre dipiù a trovare nuovi finanziamen-ti, sono costrette a chiudere. Dichi è la colpa? Degli attori o deiregisti?”, si domanda provocato-riamente Suglia, che rilancia:“Sono convinto che da parte delleistituzioni politiche servirebbeuna maggiore attenzione al setto-re agricolo e ortofrutticolo nello

specifico. È dallo stesso mondoistituzionale che dovrebbe parti-re un programma di rivalutazio-ne e rilancio dell’agricoltura edell’ortofrutticoltura, operandoanche un abbattimento dei costi,previdenziali ed energetici in pri-mis (pensiamo agli aumenti in-discriminati sui carburanti). In-vece è stata imboccata una stradasbagliata, soprattutto da partedell’Unione Europea, che non tu-tela a sufficienza le produzionidel vecchio continente. E ancheper questo il settore dell’uva nerisente”.Spostando l'attenzione al merca-to Suglia conferma la buona qua-lità del prodotto “che a causa del-la perdurante siccità di quest’e-state ha ottenuto un grado brix

molto alto, superiore alla media”.Dopo la partenza a inizio lugliocon le primizie con le varietà Vit-toria si è proseguito con Palieri eRed Globe. Buone prospettive perl’uva Italia con cui si andrà avan-ti fino a dicembre. Per quanto ri-guarda invece l’uva apirene (ilprodotto cioè senza semi), il tito-lare di Ermes lo definisce per l'I-talia “ancora un mercato difficile.Il consumo è ancora troppo pocosviluppato per sperare che pren-da davvero piede”. Ma nel frat-tempo i competitors internazio-nali, “buona parte dei quali pos-sono sfruttare il fatto di avere co-sti di manodopera nettamenteinferiori ai nostri, o, specie ol-treoceano, il favorevole cambiocon l’euro”, viaggiano spediti.

83S e t t e m b r e 2012

Costi sempre più alti,uva da tavola italiana in affanno.

Si consolida il ruolo delle “apirene” Concorrenza in aumento, margini all’osso: preoccupati,

nonostante la qualità delle produzioni, i principali playerdel settore, anche se c’è chi parla di annata positiva. Crescono le varietà senza semi, non senza difficoltà

UVAnum

ero 9 del 2012

Da sinistra Giacomo Suglia, Nicola Giuliano e Salvatore Secondulfo

Page 86: Corriereortofrutticolo Settembre 2012

CorriereOrtofrutticolo

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ASCHEDA PRODOTTOSI primi risultati di Ermes perquest’anno, nonostante le gene-rali difficoltà di mercato, sono inlinea con quelli del 2011, conprezzi di vendita leggermente piùalti e qualità del prodotto supe-riore. Da inizio campagna (aiprimi di luglio) fino a fine agostol’impresa di Noicattaro ha com-mercializzato circa 20 mila quin-tali di uva. “Per la fine dell'annosperiamo di eguagliare i quanti-tativi dello scorso anno - aggiun-ge Suglia - toccando i 70 milaquintali”. Per quanto riguarda leesportazioni, secondo Suglia iPaesi della penisola araba stannodando nuove e promettenti op-portunità al settore dell’uva da ta-vola, che negli ultimi tre anni havisto triplicare in diverse nazionidi quell'area (Arabia Saudita,Emirati Arabi, Oman, etc) i pro-pri invii di merce. Più difficili in-vece gli scambi con i mercati del-l’Est.Ancora più fosco è il quadro trac-ciato da altri operatori pugliesi.tra cui Enzo Di Pierro, assessorecomunale all’Agricoltura di Bi-sceglie ed esportatore di uva datavola. Ad agosto Di Pierro, inun’intervista alla Gazzetta delMezzogiorno del mese scorso, af-fermava che “confrontando i datidi oggi con quelli dello stesso pe-riodo del 2011 riscontriamo unprezzo dell’uva inferiore del 40%.Gli ordinativi sono crollati nono-stante la buona qualità del pro-dotto. Poi si è aggiunta la siccitàche ha fatto lievitare le spese diirrigazione”. Questi fattori hannoportato il prodotto a prezzi sonostracciati, con quotazioni per laVittoria che si aggiravano a metàagosto tra i 90 centesimi e l’euroal chilo nei supermercati. “Nelprezzo di non oltre un euro alchilo sono compresi i costi di ma-nodopera e di trasporto - ricorda-va Di Pierro. Si consideri che unoperaio lo si deve pagare media-mente 53 euro al giorno ai qualisi devono aggiungere i versamen-ti dei contributi previdenziali”.�Ben diversa invece l’analisi di Ni-cola Giuliano, a capo dell’omoni-ma azienda di Turi (Bari), tra i

colossi in Italia nella produzionee vendita dell’uva da tavola. Se-condo Giuliano le attese nonhanno tradito: la campagna del-l’uva da tavola è partita con il pie-de giusto ed è proseguita con ri-sultati più che soddisfacenti. Senei prossimi mesi si confermeràquesto trend confortante per ilcomparto si profilerà una stagio-ne da ricordare.“L’inizio della campagna è statopositivo - conferma l’imprendi-tore, a capo di una delle princi-pali realtà in Italia specializzatenella produzione e commercia-lizzazione di uva da tavola - il cli-ma è stato favorevole, il prodotto,di tutte le varietà (da Vittoria, aPalieri fino a Italia), è sano, di al-ta qualità, con un grado brix ele-vato. Quest’anno la produzioneha subito un calo di circa il 20%rispetto al 2011 (si prevede di pas-sare dai 350 mila dell’anno scor-so ai 300 mila quintali del 2012),dovuto alle basse temperature re-gistrate la scorsa primavera. Iquantitativi inferiori hanno favo-rito un andamento fluido delmercato, senza particolari intop-pi. I prezzi si sono mantenuti subuoni livelli. Rispetto all’annoscorso abbiamo registrato un au-mento delle quotazioni del 10%”.La speranza di Giuliano è di ven-dere in maniera sostenuta alme-no fino a Natale. Se il clima ri-marrà favorevole, per il produtto-re pugliese si potrà chiudereun’ottima campagna.Spostando l’argomento più nellospecifico sull’uva apirene, Giulia-no conferma un trend in costan-te crescita. “In generale, sul totalevenduto - sottolinea - l’uva seed-less rappresenta ormai il 30%. Loscorso anno sul totale rappresen-tava circa il 25%: un aumentoquindi del 5% sul totale ma comequantitativi di sola apirene il bal-zo in un anno è di almeno il 20%.Credo che quest’anno si possaraggiungere il punto di equilibriotra uva con e senza semi. È inne-gabile - aggiunge Giuliano - che ilfuturo sarà l’uva seedless, ma sa-rebbe sbagliato abbandonare a séstessa l’uva col seme, su cui è ne-

cessario lavorare attraverso nuoviinvestimenti, ricerca e innova-zione varietale. Per rimanerecompetitivi in questo mercato èfondamentale saper diversificarei mercati, dando a ogni Paese ilprodotto giusto. Quindi bisognaessere pronti a servire sia quel-l’ampia fetta del mercato esteropredilige l’uva senza semi ma an-che coloro che continuano a pre-ferire il prodotto tradizionale”.Su quest’ultimo aspetto il 2012 hariservato non poche sorprese po-sitive all’azienda di Turi, che havisto aprirsi nuovi canali com-merciali, fino allo scorso annoinesplorati. “Abbiamo avuto otti-mi riscontri in Paesi come Libiae Senegal (con ritiro della mercevia nave), mercati completamen-te nuovi per noi, a cui si affian-cano altri già conosciuti comeArabia Saudita, Brasile, Canada(e altri ancora considerandosempre nazioni extra Ue)”, affer-ma Giuliano. “Da questi Paesi ab-biamo ricevuto segnali importan-ti. Chi ha la possibilità e le capa-cità di diversificare credo possatrovare ancora notevoli spazi dibusiness”. I competitors internazionali nonmancano, a partire dalla Grecia,“che a causa anche della gravissi-ma crisi interna sta effettuandouna forte pressione sui prezzi sul-l’uva seedless” e dalla Spagna,“anche se obiettivamente il pro-dotto italiano rimane nettamen-

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te superiore dal punto di vistaqualitativo”. Secondo Giulianol’uva italiana potrà avere in futu-ro ottime chances in Russia, “do-ve da settembre in poi va a finireil 10% dell’uva pugliese. L’entratanella Wto del Paese russo potràessere una svolta per tutto il com-parto con margini di crescitainimmaginabili. Dobbiamo esse-re bravi però a sfruttare quest’oc-casione irripetibile”.Le esportazioni per l’impresa ba-rese rappresentano una fetta im-portante: la quota export dellaGiuliano srl, pur essendo rimastain linea con quella del 2011, si at-testa al 50%. Il 2012 comunque èstato un anno importante in fattodi investimenti: è stata raddop-piata la capacità delle celle frigo-rifere, passate da 25 mila a 50 mi-la quintali con l’utilizzo di nuovistrumenti che hanno incremen-

tato le performances delle strut-ture, consentendo l’aumento del-la shelf life della frutta frigo con-servata. È stato inoltre completa-to il terzo impianto fotovoltaicoche con una produzione di ener-gia che raggiunge complessiva-mente i 3 megawatt, sufficientiper l’autogestione energetica.Vincenzo Pernice (a fianco) tito-lare dell’omonima impresa, lacui sede si trova sempre a Turi,per questa stagione spera soprat-tutto nei risultati commercialidell’uva Italia. “La varietà Vitto-ria - premette - nonostante dalpunto di vista gustativo e organo-lettico fosse di buona se non otti-ma qualità, ha avuto alcuni pro-blemi sull’aspetto esteriore. Di-verse partite di prodotto presen-tavano forme tonde e non allun-gate a causa del clima dei mesiscorsi e di una fioritura non buo-na. La scarsa qualità visiva hadanneggiato oltremodo le vendi-te, nonostante, ripeto, la qualitàintrinseca dei frutti. Le prospetti-ve ad ogni modo per l’uva Italiasono piuttosto incoraggianti. Oc-corre però che la grande distribu-zione (che come canale distribu-tivo per l’azienda pugliese rap-presenta il 90% del venduto) rico-nosca un’adeguata remunerazio-ne con il gusto prezzo per prodot-ti di qualità superiore. L’autunnoin tal senso darà dei segnali im-portanti”. La Pernice commercializza ognianno circa 100 mila quintali diuva da tavola, compresa l’apire-ne, “che quest’anno è stata di buo-

na qualità anche se ha faticato acollocarsi con buoni risultati sulmercato a causa della massicciapresenza del prodotto greco espagnolo. Quando Spagna e Gre-cia finiranno le produzioni -spiega Pernice - speriamo di po-terci ritagliare nuovi sbocchicommerciali anche con la senzasemi”.Il calo di produzione è conferma-to pure alla Secondulfo spa,azienda campana dedita alla pro-duzione e commercializzazionedi diversi prodotti frutticoli, contre stabilimenti, rispettivamentea Somma Vesuviana (Napoli),Battipaglia (Salerno) e Trani (Ba-ri). Proprio in quest’ultima areasi concentra la produzione dell’u-va da tavola. “La campagna diquest’anno sarà contrassegnatada una sensibile riduzione di pro-duzione - spiega Salvatore Secon-dulfo - causata ad un andamentoclimatico che è stato caratterizza-to da temperature molto elevate eda una forte siccità che non si ve-rificava da anni. Entrambi i fatto-ri hanno comportato un affatica-mento del terreno ed una scarsaidratazione alla pianta che nehanno compromesso lo sviluppo.In particolare per la varietà Piz-zutella, molto sensibile nella fasedi fioritura, ci sarà un calo di pro-duzione attorno al 20%. In alcunefasi, a causa del maltempo, non èavvenuta in modo corretto la fasedell’allegagione, si sono formatipertanto acini senza nocciolo edi conseguenza il grappolo nonsi è sviluppato normalmente. Di

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contro invece per le caratteristi-che organolettiche quali gradobrix e colorazione del grappolo ilclima le ha favorite nella fase dimaturazione accelerando taleprocesso”.Sulle uve precoci invece l’anda-mento climatico ha influito benpoco, con un’eccellente produ-zione. Secondulfo sottolinea inol-tre che “le produzioni della no-stra azienda si concentrano nelNord del Barese, che a differenzadi altre aree, ha sofferto di piùl’andamento del clima per certevarietà e che ha differenziatol’andamento delle diverse produ-zioni”. Nello specifico le uve api-rene rappresentano per Secon-dulfo “un continuo stimolo perdare un’offerta sempre più am-pia ed ogni anno conquistano“terreno”. Sul fronte prezzi secon-do l’imprenditore campano lequotazioni non hanno subitograndi variazioni rispetto all’an-no scorso. Il 2011 per Secondulfosi era chiuso con 75 mila quinta-li prodotti, con la varietà Italia afarla da padrone. “Negli ultimianni tuttavia si sta facendo spa-zio alla varietà Pizzutella, chegrazie alle sue caratteristiche edal suo gustoso sapore non è piùuna varietà di nicchia. E su cuistiamo investendo parecchio”.Spostando lo sguardo verso la Si-

cilia Giuseppe Accetta(a sinistra) non nascon-de la propria preoccupa-zione per l’andamentodei consumi, insoddisfa-centi, per i prezzi in di-scesa e soprattutto per icosti di produzione indeciso aumento. “Tutta-via - precisa Accetta - la

qualità del prodotto è buona, ilgrado brix dell’uva molto alto”.Per l’azienda i volumi commer-cializzati nel 2012 (ogni annoquasi il 90% dell’uva viene invia-to all’estero) dovrebbero mante-nersi sui 40 mila quintali, in li-nea con il 2011, anno in cui vi erastato un calo del 15% rispetto al2010 per un ridimensionamentodella produzione. [email protected]

La produzione dell’uva da tavolanel mondo è in crescita, soprat-tutto grazie alle performancesdella Cina, che, secondo l’ultimorapporto dell’Usda, il diparti-mento dell’agricoltura statuni-tense, è stato il Paese che mag-giormente ha influito all’aumen-to del raccolto mondiale, che nel2011-2012 ha raggiunto i 16,5 mi-lioni di tonnellate. Il Paese della muraglia, tuttavia,non arriva a soddisfare la do-manda interna. Lo dimostra ilfatto che le importazioni nell’ul-timo anno sono aumentate del40% toccando quota 168 mila ton-nellate. Diversa la situazione inaltre zone produttive: l’UnioneEuropea e la Turchia hanno man-tenuto più o meno gli stessiquantitativi. In leggero calo il raccolto statu-nitense, che ha sfiorato le 900 mi-la tonnellate (897 mila) e quellocileno che però ha ottenuto buo-ne quotazioni con un aumentodei valori in media del 10% ri-spetto al 2011. In netta diminu-

zione le quantità di uva da tavolaprodotte in Argentina, con calidel 25%. Rimanendo nell’emisfe-ro sud da segnalare i risultatisempre più sorprendenti e in cre-scita per il Perù, che sta investen-do moltissimo sull’uva da tavola.Negli ultimi anni nel Paese suda-mericano le superfici dedicate al-la produzione sono cresciute del20% arrivando ai 12 mila ettari,con una relativa crescita dei vo-lumi export (la varietà Red Globerappresenta circa il 60% delleesportazioni totali di uva) previ-sta nella stagione 2012-2013, chedovrebbero raggiungere le 179mila tonnellate (+20% su baseannua). Gli incrementi delleesportazioni, secondo Juan Car-los Brignardello, amministratoredelegato di Viticola Sa, interve-nuto al simposio sull’uva da tavo-la tenutosi lo scorso giugno a Li-ma, verranno realizzati grazie so-prattutto all’invio di importantiquantitativi di prodotto senza se-mi, con le varietà Fiamma, Su-graone, Crimson e Thompson.

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Produzione mondialetrainata dalla CinaDi 16,5 milioni di tonnellate il dato planetario

della stagione 2011-2012: cala il raccolto statunitense,mentre Pechino incrementa le superfici per fronteggiare i maggiori consumi. Sorprendente lo sviluppo del Perù

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SCHEDA PRODOTTO SSecondo il manager di Viticola leesportazioni si dirigeranno prin-cipalmente verso i mercati emer-genti dell’Asia (tra cui la Cina),con alcuni dei quali il Perù ulti-mamente ha stretto nuovi accor-di commerciali che gli consenti-ranno di ottenere buone vendite.Ad oggi comunque i Paesi di rife-rimento come export sono in pri-mis gli Usa, seguiti dai Paesi Bas-si, Hong Kong, Russia e Cina,senza dimenticare Regno Unito,Indonesia, Spagna e Colombia.Questo dato acquista ulteriore va-lore se si considera che, secondo idati del ministero peruviano del-l’Agricoltura, il Paese dell’Ameri-ca Latina nella stagione 2011-2012 ha ottenuto il record, a valo-re, di esportazioni di uva da tavo-la toccando i 328 milioni di dol-lari, con un aumento del 53%(+47% a volume).Secondo l’Usda la produzione pe-ruviana nel 2013 dovrebbe rag-giungere le 325 mila tonnellate,aumentando di ben il 150% ri-spetto al 2012. Il dato appare dav-vero incredibile se si pensa chesolo nel 2000 la produzione diuva in Perù era pressoché inesi-stente. Più contenuto l’aumentodell’export per il Cile, che au-menterà del 4% gli invii, toccan-do le 847 mila tonnellate, secon-do i calcoli di iQonsulting. L’uvada tavola rimane tuttavia il pro-dotto ortofrutticolo più esportatodal Paese sudamericano. Que-st'anno la produzione probabil-mente si ridurrà a causa dellamancanza di precipitazioni regi-strate nel nord del Paese, mentre

una quota maggiore di prodottodovrebbe essere destinata all’in-dustria di trasformazione.Spostandosi in Europa la situa-zione è ben diversa, a partire dal-la Spagna e in particolare dallaprovincia di Almeria, dove il mi-nistero spagnolo dell’Agricolturaper quest’anno prevede un au-mento del 2% della produzioneche dovrebbe superare le 2.500tonnellate, un’inezia rispetto aiquantitativi prodotti nella stessaItalia. Negli ultimi anni il com-

parto ad Almeria ha subitoun’autentica debacle: basti pen-sare che 30 anni fa nella aree del-la provincia spagnola. Enti e as-sociazioni stanno cercando di ri-sollevare il settore rilanciando laproduzione e commercializzazio-ne di uva apirene, che al momen-to sembra essere l’unica via diuscita da una crisi che altrimentiappare irreversibile. Da segnalare infine le ottimeperformances commerciali nel2012 del Sud Africa, che, secondoil Sati, South African Table GrapeIndustry quest’anno ha esportatooltre 54 milioni di cartoni, inparticolare sfruttando il porto diCittà del Capo. Si tratta di un ve-ro e proprio record, almeno dal1997, anno in cui il settore è sta-to liberalizzato. Secondo i datidel Sati, le esportazioni sono au-mentate del 10% rispetto allascorsa stagione, quando eranostati spediti poco più di 49 milio-ni di cartoni. Guardando nellospecifico le varietà da segnalarel’export di uve rosse senza semi,passato dai 10,9 milioni di carto-ni dello scorso anno ai 13,54 mi-lioni del 2012. Le uve nere apire-ne hanno registrato un incre-mento del 40% a 4,4 milioni dicartoni, mentre le bianche senzasemi hanno raggiunto un volumedi 18,9 milioni di cartoni: +16%rispetto al 2011. Il Nord Europa ha ricevuto il 55%del raccolto di quest'anno, il Re-gno Unito il 21%, il Far East il13% e il Medio Oriente il 6%. Ilrestante 5% è stato ripartito tramercati più piccoli. (Em.Zan.)

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Nel 2012 la produzione di melan-zane in Italia raggiungerà le524.702 tonnellate, di cui 65.218tonnellate coltivate sotto serra. L’ortaggio viene coltivato su 25mila ettari di superficie lungo loStivale: una delle regioni più rap-presentative, assieme alla Sicilia,è la Campania, che con 161.715tonnellate rappresenta il 26% del-la produzione nazionale. Gliscambi commerciali nazionali dimelanzane evidenziano un au-mento sia delle importazioni chedelle esportazioni: le esportazio-ni di melanzane hanno toccato le5.516 tonnellate; le importazionihanno registrato 11.996 tonnella-te.Il maggior produttore mondialedi melanzane, tuttavia, resta laCina, che riesce a produrre ben16 milioni di tonnellate, rappre-sentando circa il 60% della colti-vazione mondiale di questo pro-dotto, seguita dall’India e dallaTurchia con rispettivamente il30% e il 5% della produzione glo-bale (dati 2009). Per quanto ri-guarda l’Europa i principali pro-duttori sono la Spagna, l’Olanda,l’Italia stessa e la Grecia.Negli ultimi anni la produzionedelle melanzane in molti PaesiEuropei è rimasta pressoché sta-bile. In Olanda e Spagna, invece,la coltivazione dell’ortaggio è au-mentata sempre di più, così co-me le esportazioni, soprattuttoverso Germania (principale Pae-se di importazione di melanzaneolandesi), Regno Unito (su cui sista proiettando in maniera parti-colare la Spagna) e Paesi scandi-navi.L’import ed export delle melanza-ne ha subito alti e bassi nel corsodell’ultimo decennio: cospicuo èstato l’aumento di esportazionesoprattutto per le melanzane pro-

dotte in Olanda dal 2001 al 2007,anno in cui questo paese ha avu-to un calo di richieste di esporta-zioni di melanzane, per riprende-re invece con buoni risultati giànei primi mesi del 2010. L’iniziodel 2011 ha visto un ulteriore au-mento delle esportazioni di me-lanzane, soprattutto grazie allaSpagna, altra grande nazioneproduttrice di melanzane, che haregistrato un notevole aumentodelle esportazioni di questo or-taggio.In aumento anche l’export versoi Paesi d’Oltreoceano, come StatiUniti e Canada, che stanno gra-dualmente aumentando la ri-chiesta di questa tipologia di or-taggio.Tornando a dare uno sguardo almercato interno, in particolareal mercato campano, in occasio-ne dell’ultima festa della Melan-zana, tenutasi quest’estate, Rosa-rio Lopa, rappresentante dellaConsulta Nazionale dell’Agricol-tura e già delegato del Presidentedella Provincia di Napoli per il

settore Agricoltura, ha affermatocome “oggi dobbiamo coinvolge-re la melanzana della Provinciadi Napoli in un processo di valo-rizzazione da parte di operatorituristici, agricoltori ed enti istitu-zionali per promuovere la qualitàdel prodotto e le sue capacità ga-stronomiche nella ristorazionedel territorio partenopeo”. Tradizionalmente molto diffusa,e strettamente associata alle tipi-che ricette in uso presso le fami-glie di Napoli e Provincia, la Me-lanzana Cima di Viola è un ecoti-po locale che presenta bacche diforma allungata, con buccia dicolore viola scuro, molto lucida”.Questa caratteristica melanzana,oggi fortemente riscoperta, vieneprodotta soprattutto nell'agroAcerrano-Nolano e Sarnese-Noce-rino. La raccolta si svolge damaggio a tutto dicembre. La melanzana napoletana, similenell’aspetto esteriore e nelle tec-niche di coltivazione alla Cimadi Viola, viene invece raccolta dafine settembre a tutto novembre.

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Melanzane, Spagna e Olanda fannola voce grossa in Europa.

524 mila tonnellate “made in Italy”La Cina, con il 60% della quota complessiva,

si conferma principale produttore mondiale davanti all’India (30%) e alla più distanziata Turchia (5%).

Sicilia e Campania le “roccaforti” della Penisola

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