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Sardegna archeologica dal cielo (Alberto Moravetti, Gianni Alvito)

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Questo volume mostra in maniera inedita e spettacolare i monumenti megalitici della Sardegna. Il lungo e paziente lavoro di Alberto Moravetti e di Gianni Alvito ci porta a considerare una diversa dimensione dell´archeologia, quella dell´emozione. In tal modo il dato scientifico diventa, da oggettivo, soggettivo e fa così in modo che il singolo possa appropriarsene. Il volume con le sue immagini fotografiche ´dall´alto´ offre una testimonianza visiva, seppure parziale, della grandiosità del patrimonio monumentale della Sardegna che non ha confronti con le coeve culture che si affacciavano sulle coste del Mediterraneo. Inoltre, alcuni prodotti della cultura materiale che vengono illustrati nel volume testimoniano della raffinatezza, della sensibilità e della originalità espresse dalle comunità che popolarono l´isola nei tempi della preistoria.

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Goni, complesso megalitico diPranu Muttedu.A Pranu Muttedu sono presenti spazidedicati al sacro, una sessantina dimenhir, tombe di varia tipologia (ipo-geiche, di tipo misto, megalitiche): unavarietà ed una ricchezza di architetturea testimoniare la lunga frequentazionedel sito nel tempo. Si distingue, fratutte, la Tomba II: si tratta di un tu-mulo circolare del diametro di 11metri costituito da tre anelli concen-trici di pietre che al centro racchiu-dono un grosso masso di arenaria(lungh. m 2,20x1,80x1,16 di altezza),ora a cielo aperto, nel quale sono statericavate due cellette quadrangolari. Aridosso dell’ingresso alla stessa tomba èpresente una vasta area circolare ceri-moniale (diam. m 33) destinata, pro-babilmente, ad accogliere un grannumero di persone in occasione di ritie pratiche religiose a noi sconosciuti. Asegnare le tombe e a indicare la sacra-lità del luogo, menhir isolati, in cop-pia, in numero di tre (Tomba IV)oppure in allineamento (una ventina).

7-8.Goni, complesso megalitico di Pranu Muttedu: Tomba II.

9.Goni, complesso megalitico di Pranu Muttedu: Tomba IV.

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Alghero, necropoli ipogeica di Anghelu Ruju.La necropoli è costituita da 38 domusde janas, di varia tipologia ed accessibiliattraverso un pozzetto verticale – le piùantiche – o un lungo corridoio (“dro-mos”) discendente il più delle volteprovvisto di gradini: l’ingresso venivasigillato con lastre litiche, talvolta rin-venute ancora in situ. Nelle tombe apozzetto prevalgono planimetrie irre-golari e vani a pianta tondeggiante,oblunga o retto-curvilinea, mentrequelle a “dromos” prediligono una

certa simmetria di pianta e celle a pro-filo rettilineo.Nelle celle sono presenti i segni dellecredenze del tempo: coppelle scavatenel pavimento destinate, forse, ad ac-cogliere offerte e pasti funebri; rappre-sentazioni, scolpite o incise, dielementi della casa dei vivi; false-porte,simbolo dell’ingresso dell’oltretombaormai chiuso per sempre; protomi ecorna taurine scolpite sulle pareti o suipilastri a protezione del sonno dei de-funti; pareti affrescate di ocra rossa, so-stituto simbolico del sangue e, quindi,

della vita e della rinascita.Da rilevare che a fronte di un così altonumero di grotticelle in nessuna di esseè rappresentato il soffitto a doppiospiovente o comunque raffigurato contrave di colmo e travetti che pure è do-cumentato nel territorio di Alghero, intombe non lontane (Tanca Calvia,Tanca Bullittas).Le tombe ospitavano da due (tombaXII) ad oltre trenta individui (tombaXVIII), mentre, pur nella difficoltà diuna sicura attribuzione culturale, nelleforme di seppellimento sembra preva-

lere il rito dell’inumazione con defuntidisposti in giacitura supina (tombe III,XI, XII, XIX, XXII, XXX); non man-cano, tuttavia, esempi di deposizionisecondarie (tombe I, XIII, XVIII, XX,XXI).In alcune grotticelle sono stati ricono-sciuti alcuni casi di parziale crema-zione, riferibili forse alla culturaeneolitica di Filigosa, con deposizionientro nicchie (tombe XV, XX, XXbis,XXVI).La necropoli venne scoperta nel 1903,ma le prime 10 tombe furono scavate

nel 1904 da Antonio Taramelli che, nel1907, esplorò altri 21 ipogei. Nel 1936Doro Levi portò alla luce quattronuove domus, mentre successivamente,nel 1967, Ercole Contu portò a 38 ilnumero complessivo delle tombe.

L’impianto della necropoli si pone nelNeolitico recente – nell’ambito dellaCultura di Ozieri, 4000-3500 cal. BC– con fasi di riutilizzo nell’Età delRame e del Bronzo.

10.Alghero, necropoli di Anghelu Ruju:veduta generale.

11.Alghero, necropoli di Anghelu Ruju:interno della tomba XXVIII. Portello di accesso alla cella d con pa-reti laterali ornate da corna su cerchiconcentrici.

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Alghero,necropoli ipogeica di Santu Pedru.La necropoli comprende una decinadi tombe, a pianta pluricellulare e conaccesso a corridoio a cielo aperto(“dromos”). Alcune sepolture (I, II, III, VI e X)conservano decorazioni architettoni-che (gradini, zoccoli, fasce, cornici, ar-chitravi, soffitti semicircolari e pilastri)ed elementi simbolici (falsa-porta, mo-tivi corniformi, pittura rossa).

La Tomba I, la più nota della necro-poli, è formata da un lungo “dromos”(16 metri), un’anticella semicircolareseguita dalla cella principale nellaquale si aprono sei vani secondari.Nell’ampia camera principale, consoffitto piano sostenuto da due pila-stri, sono presenti una falsa-porta edue corna inscritte, in stile rettilineo,al di sopra di una nicchia. La TombaIV, ubicata nella parte più alta del de-clivio, è stata completamente rima-

neggiata e adattata a chiesa rupestrenel VII secolo.La camera principale è stata trasfor-mata in un’ampia aula con due absidicontenenti piccoli altari dedicati, se-condo la tradizione, ai santi Pietro eLucia. Sulla sommità della collinasorge il nuraghe Santu Pedru, un mo-notorre ora in gran parte demolito. Ledomus vennero poi riutilizzate in etànuragica per seppellire i propri mortiaccompagnati da copiose ceramiche.

12.Alghero, necropoli ipogeica diSantu Pedru: veduta generale.

13.Alghero, necropoli ipogeica diSantu Pedru. Tomba I: interno del vano maggiorecon pilastri e portelli che introducononelle varie celle.

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Villaperuccio, necropoli ipogeicadi Montessu: veduta generale.La necropoli si estende sul fronte di un am-pio anfiteatro roccioso naturale, a brevedistanza dall’abitato preistorico di S’Ar-riorgiu: un’allée couverte si trova di fron-te alla tomba XIII.Esplorato fra il 1971 e il 2007 da EnricoAtzeni e Remo Forresu, il sepolcretocomprende una quarantina di grotticel-le divise in quattro gruppi. Le tombe, di varia tipologia e dimensio-ni, presentano talora schemi semplici –mono-bicellulari – oppure forme piùcomplesse: l’accesso è a pozzetto oppureè preceduto da “dromos” o da spazi a cie-

lo aperto delimitati da ortostati o da gros-si massi. Alcune tombe, poi, mostrano sul-la fronte un’esedra semicircolare – da ri-ferire a ristrutturazioni successive – scavatanella roccia oppure realizzata in muratu-ra. Si distinguono, per monumentalità, lecosiddette “tombe-santuario”: si tratta, inparticolare, dell’ipogeo VII detto “SaGrutta de Is Proccus”, della tomba X e diquella XXXIII nota come “Sa Cresiedda”.Sono domus a pianta bicellulare precedutada un ampio padiglione, seguito dall’an-ticella – con focolare e pareti con traccedi pittura di colore giallo e rosso – e dal-la cella maggiore, semicircolare e con sof-fitto a forno. Nella tomba X un ampio cor-

ridoio è parzialmente obliterato da una ese-dra formata da massi poligonali messi inopera nella fase di riutilizzo durante ilBronzo Antico, mentre la camera maggiorepresenta un largo bancone lungo il pro-filo curvilineo del vano. A “Sa Cresiedda”– una tomba con ampia esedra in gros-si blocchi ortostatici – nel vestibolo ret-tangolare vi sono due colonne cilindriche,oggi spezzate, ai lati del portello di accessoalla sepoltura.Alcune domus, poi, si distinguono per lapresenza di interessanti motivi simbolici.La Tomba delle Spirali, oggi a cielo aper-to, è formata da un breve “dromos”, se-guito dall’anticella e dalla cella maggiore,

semicircolare con un bancone perimetralea trifoglio. Sulle pareti dell’anticella sonoincisi motivi a denti di lupo e tracce di ocrarossa, mentre in quelle della cella maggioreabbiamo figure spiraliformi, a candelabro,a festone ed una falsa porta. Inoltre, sot-to la soglia d’ingresso sembra scolpita unaprotome taurina. La Tomba delle Corna,– una sepoltura monocellulare, con in-gresso a pozzetto, pianta circolare con va-sca centrale e nicchiette perimetrali –, èben nota per i motivi corniformi a bas-sorilievo che ornano il soffitto a forno ele pareti. L’impianto originario della ne-cropoli avviene ai tempi della Cultura diOzieri – numerosi i manufatti ceramici ric-

camente decorati e lo strumentario liticoin ossidiana – cui seguono materiali rife-ribili alle culture eneolitiche di Filigosa,Abealzu, Monte Claro e Campaniforme,mentre la Cultura di Bonnanaro, del Bron-zo Antico, sembra segnare l’abbandonodell’area funeraria.

ATZENI EnricoLa preistoria del Sulcis-Iglesiente, Cagliari1987.

14-15.Villaperuccio, area archeologica diMontessu: veduta generale.Le Tombe VII-XI a partire da destra.

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16.Villaperuccio, necropoli ipogeica di Montessu: particolare della Tomba-santuarioVII, detta “Sa Grutta de Is Procus”,con l’area megalitica antistante.

17.Villaperuccio, necropoli ipogeica di Montessu: la Tomba-santuarioXXXIII, detta “Sa Cresiedda”, conl’area megalitica antistante.

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18.Thiesi, necropoli ipogeica di Mandra Antine: la Tomba dipinta. Particolare del soffitto.

Fra le quattro domus de janas della ne-cropoli si distingue la “Tomba di-pinta” per i motivi simbolici earchitettonici che decorano con ef-fetto policromo la cella maggiore. La

tomba è composta da quattro vani:un’anticella ellittica introduce nel-l’ampia camera rettangolare(m 3,60x1,60) sulle cui pareti lateralisi aprono gli ingressi a due celle. Sul lato di fondo del vano maggiore èraffigurato un triplice schema taurino,a tutta parete, costituito da tre banderosse con estremità ricurva verso l’altoe, al centro, la falsa-porta quadrango-lare, delimitata da fasce dipinte di

rosso. Sull’architrave della falsa-portasono raffigurati sei triangoli contrap-posti – a clessidra – allineati e dipintidi nero, mentre dalla fascia medianapendono sei dischi dipinti di nero an-tracite (tre per parte): ai lati del mo-tivo corniforme due riquadri condisco, anch’essi nerastri. L’interpreta-zione dei dischi pendenti è ancoracontroversa: l’ipotesi più accreditata èche si tratti di dischi solari legati ai

culti dell’acqua o della fecondità.La composizione pittorica – analoganella parete contrapposta, ma orapoco leggibile – è sovrastata da duefasce che si stendono sotto la linea delsoffitto: la prima presenta color antra-cite mentre quella sottostante è dicolor rosso cinabro.Il soffitto della cella riproduce, a ri-lievo negativo, il trave di colmo e itravetti trasversali – dieci per parte –

di un tetto a doppio spiovente scom-partito in venti riquadri bordati dirosso. All’interno di questi ultimisono raffigurati, in color avorio sufondo nero, altri elementi simbolici:spirali, semicerchi e bande obliquesemplici e doppie.Sul pavimento è inciso un focolare de-limitato da quattro cerchi concentricicon coppella centrale.

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19.Ossi, necropoli di Noeddale: Tomba I. Particolare del tetto a doppiafalda spiovente.

La necropoli, composta da almeno seiipogei, è nota soprattutto per la TombaI, detta anche la “La Tomba dellaCasa”. La sepoltura, costituita da un-dici vani, comprende un “dromos” ret-tangolare, un’anticella trapezoidale –con tracce, sul soffitto, di tre travettiscolpiti in negativo e di un rilievo alinea spezzata – e dai restanti ambienti.La cella maggiore, rettangolare (m 3,60x3,10; alt. m 1,70), riproducegli elementi strutturali di un’abitazionepreistorica: sul soffitto si conserva laraffigurazione di un tetto a doppiospiovente con trave a sezione semicir-colare dal quale si dipartono nove tra-vetti laterali scolpiti in negativo. Lepareti del vano riproducono la strut-tura lignea portante: sotto la linea delsoffitto sono raffigurate travi orizzon-tali sostenute da lesene angolari mentresui lati brevi sono scolpiti in rilievomotivi scaliformi raffiguranti il sistemadi congiunzione del tetto alle struttureportanti verticali. Alla base è uno zoc-colo in rilievo. Sulle pareti sono apertigli ingressi di altri tre vani. Sul lato difondo della camera principale un por-tello sopraelevato immette in una cellasemicircolare con nicchia “a forno”. Ilsoffitto del vano – ad uno spiovente –riproduce il tetto della capanna semi-circolare: da un semiscudo si dipartononove travetti radiali scolpiti a rilievonegativo. Sulla parete sinistra della ca-mera principale si apre l’ingresso diuna cella dalla quale si accede alla co-siddetta “stanza dell’alcova”, con ban-cone e “alcova”, e tre ingressirettangolari delimitati da quattro pila-stri. Nell’anticella della “Tomba delleSpirali” – sei vani, preceduti da “dro-mos” – si conservano due coppie dimotivi corniformi, scolpiti in stile cur-vilineo, che sovrastano altrettante spi-rali incise, mentre in un’altra cella èpresente la riproduzione di un soffittoa doppio spiovente. Nella Tomba III –formata da anticella, cella maggiore ecinque vani secondari – si segnala lapresenza di una falsa-porta. Le TombeIV, V e VI, monocellulari e con nicchiesopraelevate, sono invece delle domus a“prospetto architettonico” di epoca nu-ragica.

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Macomer, necropoli ipogeica di Filigosa.Il complesso ipogeico comprendequattro tombe, tre delle quali (TombeI, II, III) sono scavate al piede dell’al-tura, mentre la quarta si apre ad un li-vello superiore.La Tomba I è formata da un lungocorridoio di accesso (m 11,60) che introduce in un vano maggiore (m 4,50x3,50; alt. m 1,90) – caratte-rizzato dalla presenza di due coppelle,un lettuccio funebre e focolare anu-

lare in rilievo con coppella centrale –e da questo in sei celle secondarie, duea sinistra e quattro a destra.La Tomba II è costituita da un “dro-mos” (lungh. m 7) che immette nellacella maggiore (m 2,50x2,50/3) –provvista di focolare – e da questa intre vani disposti in successione.La Tomba III presenta un “dromos”(lungh. m 10,50) seguito da due vani– uno di questi con focolare – dispostisullo stesso asse Nord-Sud. La cella cha pianta rettangolare (prof. m 1,75;

largh. m 3,85; alt. m 1,10/1,30). Anche la Tomba IV è formata da un“dromos” (lungh. m 8,20) seguito datre celle – la prima con focolare – sca-vate sullo stesso asse, mentre unquarto vano laterale è aperto nel se-condo ambiente.Lo scavo della Tomba I, nel 1962, e i materiali ceramici in essa rinvenuti hanno definito un aspettoculturale nuovo dell’Età del Rame cheha preso nome dal toponimo della ne-cropoli.

20.Macomer, necropoli ipogeica di Filigosa:veduta generale con il nuraghe Rug-giu in posizione dominante.

21.Macomer, necropoli ipogeica di Filigosa:particolare dei lunghi corridoi a cieloaperto delle Tombe I-III.

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