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1 --------------- -- ----·--·- ---------- .. _ (IIJIIIE Il NOSTRO PARTITD: la linaa da Marx, a le1ia, a :linm 1921, alla latta della 1inistra contra la d11en1razia11 di ·1. al rifioto dei ~lacchi partiaiani, la dura 1pera del restaura r .. Rttriu I d1H'1rg111 ri11luzionari1, a contatt, COI la classa - "9nia, fu1ri dal palitic11tis110 p1rs111l1 ad 1l1tt1ralasc1. ------- ------------------------ orsano del partito comunista internazionalista 2Z. genn. - 5 febbr. 1954 - Anno III - N. 2 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. 962 MILANO Una copia L. 25 Sped. in Abbonamento postale Gruppo l1 E' l' ora dei 1Jalzer a sinistra duttile politico della corrente di " Iniziativa "· I parlamentari han- no la bocca buona, e neppur e ai · laici soaventa che Fanfani sia il rappre sentante, nello stesso tem- po, dell' « integr al ismo cristiano " col suo codazzo disgus toso di ac- qua santa e cordoni francescani e omelie e macerazioni. Cada o no il ministero, è su quella via che la democrazia italiana è ob- bligata a muoversi, e lo sanno tanto bene Nenni e Togliatti, che si sono buttati avanti, soprattut- to il primo, non escludendo af- fatto di entrare nel giro di val- zer e presentendo che da! prossi- mo incontro di Ber lino po trà uscire il là ad un abbraccio 0- riente-Occidente e quindi alla onorata sepoltur a del diverbio fra « centro » e « sinistra » demo- cratici con conseguente secondo matrimonio davanti all 'alt are della Patr ia. L'« operazione Nen- ni» sognata da Saragat la far à Fanfani o, per lui, la realizze- ranno su scal a più vasta i Qua t- tro riuniti a Berlino, soffi ando anche quell'ul timo residuo di vo- ti ai socialdemocratici? La fac- cia chi vuole; venga presto o tar- di; non occorre ess ere profeti ( e Nenni non è certo profeta; è sol- tanto un esecutore di ordini da « altissimo livello ») per capire che mill e e mill e cose della so- cietà borghese tendono in quella direzione. Il gir o di valzer è a sinistra. La superf regatur a vi attende, operai! Il moto pendolare del régime politico borghese è, spec ie in fase democratica, di una regolar ità e chiar ezza matematica: quando il meccanismo economico accus a stan chezza, depressione, crisi, le formul e dei partiti parlamentari si tingono di rosa, cominciano i gi ri di valzer a sinistra, intenden- do oer sinistra - fuori dagli e- quivoci del gergo parlamentare - quella cert a politica intesa a culla re i lavoratori nella spe ran- za di una soluzione sia pur tem- poranea del Ioro disagio attra- ver so espedienti e manovre e « rifonn e » nel quadro della so- ci et à capitalistica, e a stambu- rar e prograrnmi << dinami ci » di « apertura soci ale » (non voglia- mo dire, ner decenza, che cosa si tratta cÏi « aprire » al prossi- mo) che nessuno si sognava di tirar fuori dal cassetto in periodo di calma e di relativa prosperità, nei momenti ci di oscill azione al centro o tendenzialmente a dest ra, Non diremo che oggi si sia aper ta nel mondo capitalistico una crisi vera e propria, ma ce rt o è oal ese - e denunciato uffi cial mênte - . il marasma, il disfunzionamento, la << recessio- ne ». Non stupisce quindi ehe Ei senhower sbandieri progr ammi {li al lar gamento delle forme assi- stenziali a favore degli operai; che Chur chill tappi la bocca a un deputato conservatore invo- cante la limitazione del diritto di sci opero; che Adenauer stia var ando un proge tto di « coge- sti one »; che il neo-eletto presi- dente francese Coty, uomo par la- mentarmente di destra, abbia lan- ciato il gr ido (ohimè, diventiamo materi alisti?): << Dove c' è mi seria è vano parlare di libertà ». Non stupisce, quindi, che an- che I'ago della politica parl amen- tar e italiana abbia fatto in pochi 1 grandi ritorni E' stato annunciato l' arr ivo in Gerrnan ia dagli S tati Uniti di una prima scorta di missili ato- mi ci o, altrimenti detti, razzi. Com'è noto, i razzi e missili eran o stati, dur ante la seconda guerra mondi ale, la « gr ande speranza » di Hitler , e il grande spettro degli Alleati. Ma doveva- no essere proprio questi ult imi a riportarli al pun to di part enza, debitamente perf ezi onati. Dove si vede che l' unica gi us tificazione storica del crollo del regime hi- tleriano è stata di non essere riusciti dove son o riusciti gli an- tinazisti. 0 O 0 La Snia Viscosa, che gi à aveva m mano la Pignone di Firenze rientrerà a bandiere spiegate' insieme con l' E.N.I.C., nella nuo~ va gestione dello stabili mento, Sarà la « Nuova Pignone », ma il nnovo non sar à che l' antico. Nel frattempo - corne si sono van- tati di aver fatto gli organiz- zatort sindacal i - le macchine hanno continuato a funzionare, e gli ingr anaggi non hanno ces- sato di essere lubrifi cati. I sin- dacati cosiddet ti opérai sono dav- vero i gr andi lubrificatori del sistema capitalista. Si è letto che le part i hanno accolt o con soddisfazione I'ac- cordo, Della soddisfazione padr o. nale non dubitiamo: l' industria gi à deficitaria ha ricevuto non soltanto l' acqua benedetta di La Pira, ma capitali freschi. Le mae- stranze sono riassunte solo in parte; per il resto vengono o te- nute in sospeso o mandate ai eorsi di riqual ific azione ... Questa volt a sarà la nuova ge- sti one a celebrare la messa nel- lo st abili mento. E sar à un Te Deum. J rnesi un giro di 180 gradi pas- sando dal centro alla destra e di qui alla ,, sinistra », chiamando al governo - trascinatore di tutto il conglornerato cattolico al suo- no del suo flauto sociale ed ini- ziati vistica - Fanfani. Quali che siano le sorti riservate in aul a al governo, la tendenza rimane: quando le aziende sono in diffi - coltà, la disoccupazione aumenta, i prezzi salgono, le offi ci ne chiu- dono, il sottosuolo sociale è pie- no di cupi brontolii e, per giunta, la conf erenza di Berlino è alle porte, è necessar io promettere la ,, casa per tutti », il lavoro per ognuno (salvo le debite e ricono- sciute eccezioni), gli investimen- ti, la riorganizzaz iane dell'am. ministrazione statale e delli ndu- stria, il proseguimento a ritmo accelerato delle ,, riforme di struttura », e dobbiamo dire che, fra le tante figure in vetri.na, proprio non si sarebbe potuto scegliere di meglio che l'autore del Fanfani-Case, dei cantieri di rimbo schimento, del ritiro (terri - poraneo, sia pure) del passaporto a Marinotti, l' amico di La Pira e ministro degl i interni nei gior- ni in cui la Pignone era occupata e vi si celebravano le messe, il Solo la rivoluzione puô abbattere il mostro statale La Marina mili tare, strumento indispens abile dell'imperialismo, sopravvi ve alla condizione di a- deguarsi alle esigenze dell' A via- zione. Sta a provar lo il fatto che la portaerei ha soppiantato la co- razzata. La seconda guerr a mon- diale ha detto l' ultima parola in materia di corazzate: questi co- lossi del mare costituiscono ora una nrova di debolezza, non più di supremazia navale. Oramai, i cantieri non costruiscono più co- razzate, divenute inutili nella mo- derna guerra delle flott e aeree usate a terra o sui ponti delle port aerei. Il continuo sconvolgimento nel- la tecnica produttiva si ripercuo- te necessariamente nella tecnica mili tar e secondo un principio e- spress o, centocinquant'anni fa da Napoleone: ,, La natura delle ar- mi - egli disse - decide la corn- pos izione dell'eser ci to, degli iti- nerari delle campagne, delle mar- ce, delle posizioni, degl i ordini di battaglia, del tracci ato e del pro- fil o delle piazzeforti, ciè che sta- bilisce una costante opposizione tra il sistema di guerra degli an- tichi e quello dei moderni "· Princi pio materialista che fa ono- re a Napoleone, il quale con mol- to ma ggiore verosimi glianza che non i tronfi generali dei ternni nostri, avrebbe potuto att ribuire al suo genio le sfolgoranti vitto- rie sulle coalizioni capitanate dall'Inghilterra contro la Franci a rivoluzionaria. Ma la « natur a del le arrni » si trasforma e muta, tal volta radicalmente in breve tempo, per forza di quali cau- se? E qui interviene il marxismo a chiarire e risolvere la que- stione. Negli scontri mi litari, nelle guerr e locali o generalizzate, condotte da singole nazioni, op- pur e da coalizioni di Stati, a chi tocca la vittoria finale? La ri- sposta che trova tutti d'accordo è faci le quanto lapalissiana: al più forte. Ma quando si va ad approfon, dire il concetto della forza mili - tare degli Stati, nove volt e su dieci si tirano in ballo le << inna- te » qualità rnorali della nazio- ne, le abitudini dei popoli, la sa- gacia e l' astuzia dei governanti, il genio dei comandanti. Senza dubbio, le condizioni soggettive e l' abili tà con cul i Gover ni rie- scono a sfruttare le part icolar i tendenze o pregi udizi dei loro sudditi, che del resto sono deter- minate ~al materiale svolgersi dello sviluppo sociale, costitui- scono un fattore import ante. Ma, alla strett a dei conti è sulla mi- nore o maggiore dis~onibili tà di arrni e di appar ecc hiature che riposa la forza mili tare degli Stati. << Il potere - scrive Engels nel- 1' Antidühring - non è un sem- plice atto di volon, ma richie- de per la sua attuazione molt e circostanze prelimin ari reali, part icolarmente strumenti, il più perf etto dei qual i (nel nostro caso: la porta erei) vince il meno perf etto (la corazzata, I'incro- ciatore pesante, il cacciatorpedi. niere); inoltre questi strumenti devono essere fabbricati, pro- dotti, con che è detto pure che il possessore di strumenti più perfetti, vulgo armi, vince il possessore di strumenti meno perf etti; e che, in una pa rola, la vittoria del potere si fonda sulla produzione in genere, sulla po- tenza economica, sulla condizio- ne ecanomica, sui potere di di- sporre dei mezzi materiali esi- stenti ». Per rimanere entro l' eooca im- perialista, due guerr e Înondiali hanno confermato la tesi mar xi- sta che la vittari a mili tar e degli Stati si fonda sul la pot enza eco- nomica, sulla capaci tà di produ- zione di strumenti · (armi) più perfetti. Per due volt e, Stati Uniti e Inghilterra, alleati della Russia nella seconda fase della seconda guerra mondiale, hanno messo con le spalle a terra po- tenze economicamente inferiori, nonostante la maggiore combatti- vità delle trupps e la superiore preparazione tecnica degli Stati maggiori che __ avvantaggi avano l' avversario. ,,Come si presenta oggi il quadro dei rapport i di forza tra i probabili contendenti della eventual e terza guerra mondiale? americano Secondo il principio napoleoni- klin Roosevelt » appartenenti al- co, gl i Stati maggiori di tutte le la Sesta Flotta basata a Napoli potenze mili tarmente importanti sono dotate di 120 aerei " ato- stanno operando radicali muta- mici »); maggiori capacità offen- menti nella tecnica della strate- sive e difensive (velocissimi a- gi a e della tattica, inf ormandosi viogetti da intercettazione e di alla riconosciuta verità della su- assalto, turboelica da pattuglia periorità dell'aviazione sulla ma- antisommergi bili , bimotori da rina di antico tiço, Succede in- bombardamento atomico, razzi fatti che le funzioni di protezio- elettronici antiaerei ed antinave, ne dei convogli dall'insidia sot- missili radiocornandati a testa tomarina, di bombardamento atomica, e l' imponente numero contro bersagl i costitui ti da forze di bocche da fu oco a tira rapido navali nemiche o da appresta- di piccolo e medio calibro) sono menti difensivi o industriali o caratteristiche che fanno della di comunicazione, di difesa anti- portaer ei un'ann a formidabile, aerea contro gli assalti nemici, di una capacità distruttiva spa- che fino a poc hi anni fa venivano ventosa, e pressochè invulnera- espletate da corazzate, incroci a- bile. Sicuramente, nella guerra tori pesant] e cacci atorpedini ere, dei mar i e dei continenti, essa oggi siano definitivamente trasfe- rappres enta lo strum ento belli co_ rite aile portaerei. Maggiore ve- più perfetto che la tecnica pro- locità, raggio d'azi one enorme- duttiva sia stata capaee finora di mente più vasto (recentemente fabbricare. Chi possiede le por- è stato annunziato che le por- taerei domina i mari e le vi e di taerei americane dislocate nel comunicazione tra i continenti. porto di Napoli possono traspor- In consider azione della supe - tare bombe atomiche per oltre riorità delle oortaerei di fronte 773 rniglia equivalenti a 1232 km. all'armamento navale tradizio- e tornare alla base di part enza. nale, il primo posto nella scala I più grossi cal ibri delle vecchls' delle potenza navali del m.o ndo è corazzate, avevano una gittata deterui to dagli Stati Uni ti: 4 co- che sta con quella degli aerei razzate, 29 portaerei, 19 incro- nello stesso rapporta che un tiro ci atori, 248 cacci atorpediniere. di fucile sta ad un tiro di freccia; 149 sommergi bili. Al secon.do po- superiore volume di fuoco (le sto non figura, corne si crede portaerei da 45.000 tonnellate del- comunemente, l'Inghilterra, bensi la classe "Coral Sea» e « Fran- (Continuaz. a pao. 2) Un socialismo che partorisce mercanti L'Unità del 14 gennaio infor- mava degli ult imi sviluppi della campagna per l' incremento del commerci o interno promossa dal Governo russo, a seguito delle decisioni adattate dal Comi tato centrale del P.C.U.S. nella seduta dell'ottobre dell'anno scorso. Nel n, 18 anno 195' '3 di questo fogl io demm o esaurienti notizie sui contenuto del rapporto di Kru- scev al C.C. riguardo alla politica agr aria e formulammo la nos tra interptetazione. Il rapporta Krusvev rivelava, al di sotto della trasoarente scor- za di eufemismi e di diplomati- che reticenze, una situazione di arretratezza nel setters agr icolo, e in genere, della produzione di beni di consumo. Naturalmente, il sommo gerarca non chiamava le cose col loro nome, ma la so- stanza effettiva delle condizioni economiche generali russe risul- tava indirett amente dalle misu- re che, per bocca sua, il partito suggeriva al Governo. Si tratta- va di questo: ai contadini delle cooperative agr icole (colcos) ve- niva concesso di detrarre dal prodotto totale una parte rnag- giore di derrate da destinar e al mercato privato; da parte sua, lo Stato operava un aumento sui prezzi pagati ai contadini per i prodotti consegnati agli ammassi. dicevamo in principio, il nume- La conclusione si imponeva da ro citato dell'Unità aggiungeva sè, e la esprimemmo in termi ni altr] particolari. Apprendevamo che cosi si possono r iassumere:" cosi che « negozi mobili montati allargamento del mercato priva- su slitta far ann o il giro dei più to, restringimento del mercata remoti vill aggi delle regioni ar- statale; ulteriore rafforzamento tiche dell'Uni one Sovietica, du- dei ceti sociali non proletari, con- rante quest'inverno ». tadini e piccolo-borghesi, econo- ,Gli esalt atori dello Stato rus- micamente saldati alla compra- so non mancheranno di esul tare, vendita delle derrate agr icole e venendo a saper e che nuove zone dei prodatt i i.{l dustr ial i che nor- del continente russo, che sotto il malmente si inseriscono nel cir- regime zarista vivevano un'esi- cuito commerciale ci ttà-campa- stenza locale e circoscritt a, ven- gna; dimostrazione della tenden- gono immesse nel vortice del za dell'economia russa alla pri- mercantili smo. Il fatto è da con- vatizzazione della proprietà, in siderarsi un passo avanti o un contrasta con le raffi gur azioni avvenimento indifferente? Cert a- correnti che pretendono di pre- mente, un passo avanti. Ma non sentare una Russia di mani era in verso il comunismo. Di questo cui tutto si produce e si consuma siamo altrettanto sicur i. Si avvia sotto la gestione e il controllo verso il comuni smo, cioè verso dello Stato. la totale soppressione delle clas- I sintomi esteriori del rafforza- si, quella produzione che gr a- mento dei ceti mercantili , cioè dualmente riduce l' impe rio del capitalistici, nel preteso ,, paese mercantili smo, assottigl ia gli ef- del socialismo », si rivelavano fett ivi soci ali che vivono del nel processo, tutto 1 :a in corso, di commercio, su;iera la remunera- allargamento della rete commer- zione in denar o della forza-la- ci ale. Dicemmo allora che la n0-- voro. Perciô, se di passo avanti . tizia riportata dall'Unità in quel si puo e si deve parlare in ri- ' torno di temoo circa la progetta- guardo alla conquista di zone ta apertura in Russia di 22.000 remote della Russia al mercanti- tra negozi e spacci mobili , giun-1 lismo, esso non puo c;onsiderarsi geva a conf erma della nostra compiuto che nella direziane del previsione. Recentemente corne capitalismo . Berlino ai1b11rro Per sostenere i prezzi delle der- rate agricole (l'abbondanza delle merci sul mercato è la peggiore sventura che possa capitare ai com- mercianti) il governo americano compera quotidianamente ingenti quantitativi di prodotti che vengono ammassati nei depositi e nei frigo- riferi statali, al semplice scopo di toglierli dalla circolazione. Tale si- stema fu instaurato al tempo della grande crisi economica del 1929 e viene conservato per allontanarne lo spettro spaventevole. Esso pro- duce l'effetto di innalzare i prezzi americani di determinati prodotti agricoli ( grano, cotone, olio di se- mi, avena, burro, latte in polvere. formaggi, ecc.) al di sopra dei prez- zi praticati sul mercato internazio- nale, con evidente vantaggio dei produttori e dei commercianti, ma costa somme fantastiche all' erario. Il governo degli Stati Uniti spen- de 700.000 dollari al giorno per lo acquisto di burro di cui non sa cosa fare, che deve mantenere in frigorifero, e non puà vendere sui mercato interno per non fare ca- dere i prezzi. Il Governo federale spende inoltre 300.000 dollari 31 giorno per l'acquisto di latte \.n polvere e 20.000 dollari al giorno per formaggi. Sino a questo momen- to latticini per un valore di oltre 300 milioni di dollari sono accan- tonati in frigoriferi e depositi, in- sieme con mili oni di quintali di gra- no, avena, olio, ecc. La spesa to- tale, pesa ta sui bilancio federale, ha raggiunto i cinque mili ardi di dollari, pari a oltre 3000 mili ardi di lire italiane. Il Governo degli Stati Uniti pos- siede la più ricca dispensa del mon- do, ma non sa che farsene. Le mer- ci preziose, derrate che potrebbero sfamare moltitudini di affamati (e in quale parte del mondo non ce ne sono a milioni?) deperiscono e si perdono, ma stanno ben chiuse li, nei maga' zzini anticrisi della Confe- derazione stellata. Abbiamo visto che venderle al- l'interno non si puà. Succederebbe un tracollo terribile dei prezzi :i - gricoli. Mili oni di contadini cadreb- bero in preda alla fame e alla mi- seria. Sono le meraviglie del mer- cantilismo. della produzione per 11 mercato, dello scambio dei prodotti a mezzo del denaro. Ma ci sono de- gli acquirenti stranieri che doman- dano di essere ammessi a compe- rare dai magazzini statali. Recentemente un commerciante ha inoltrato al Segretario del Com- mercio degli Stati Uniti una do- manda di acquistare a prezzo ri- dotto, ma sempre superiore a quel- lo internazionale, 20 (venti) mili oni di chili di burr o e 3 (tre) mili oni e mezzo di olio di semi per rivenderli alla Russia e per scambiarli contro oro russo o manganese (« Il Tem- po», 18-1-54). Il Segretario del Com- merci o ha respinto la domanda. La motivazione ufficiale tira in ballo un voto di protesta della associa- zione delle massaie americane, che Abbonamenti ANNUALE: 500 SEMESTRALE: 275 ~OSTENITORE: 700 Abbonetevi e sottocrivete inviendo 11: IL PROGRAMMA COMUNISTA Canto Corr. Postale 3-4440 Casella Postale 962 - Milano

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orsano del partito comunista internazionalista

2Z. genn. - 5 febbr. 1954 - Anno III - N. 2 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. 962

MILANO Una copia L. 25

Sped. in Abbonamento postale Gruppo l1

E' l' ora dei 1Jalzer a sinistra duttile politico della corrente di " Iniziativa "· I parlamentari han­ no la bocca buona, e neppure ai

· laici soaventa che Fanfani sia il rappresentante, nello stesso tem­ po, dell' « integralismo cristiano " col suo codazzo disgustoso di ac­ qua santa e cordoni francescani e omelie e macerazioni. Cada o no il ministero, è su quella via che la democrazia italiana è ob­ bligata a muoversi, e lo sanno tanto bene Nenni e Togliatti, che si sono buttati avanti, soprattut­ to il primo, non escludendo af­ fatto di entrare nel giro di val­ zer e presentendo che da! prossi-

mo incontro di Berlino potrà uscire il là ad un abbraccio 0- riente-Occidente e quindi alla onorata sepoltura del diverbio fra « centro » e « sinistra » demo­ cratici con conseguente secondo matrimonio davanti all'altare della Patria. L'« operazione Nen­ ni» sognata da Saragat la farà Fanfani o, per lui, la realizze­ ranno su scala più vasta i Quat­ tro riuniti a Berlino, soffiando anche quell'ultimo residuo di vo­ ti ai socialdemocratici? La fac­ cia chi vuole; venga presto o tar­ di; non occorre essere profeti ( e Nenni non è certo profeta; è sol­ tanto un esecutore di ordini da « altissimo livello ») per capire che mille e mille cose della so­ cietà borghese tendono in quella direzione. Il giro di valzer è a sinistra.

La superfregatura vi attende, operai!

Il moto pendolare del régime politico borghese è, specie in fase democratica, di una regolarità e chiarezza matematica: quando il meccanismo economico accusa stanchezza, depressione, crisi, le formule dei partiti parlamentari si tingono di rosa, cominciano i giri di valzer a sinistra, intenden­ do oer sinistra - fuori dagli e­ quivoci del gergo parlamentare - quella certa politica intesa a cullare i lavoratori nella speran­ za di una soluzione sia pur tem­ poranea del Ioro disagio attra­ verso espedienti e manovre e « rifonne » nel quadro della so­ cietà capitalistica, e a stambu­ rare prograrnmi << dinamici » di « apertura sociale » (non voglia­ mo dire, ner decenza, che cosa si tratta cÏi « aprire » al prossi­ mo) che nessuno si sognava di tirar fuori dal cassetto in periodo di calma e di relativa prosperità, nei momenti cioè di oscillazione al centro o tendenzialmente a destra, Non diremo che oggi si sia

aperta nel mondo capitalistico una crisi vera e propria, ma certo è oalese - e denunciato ufficialmênte - . il marasma, il disfunzionamento, la << recessio­ ne ». Non stupisce quindi ehe Eisenhower sbandieri programmi {li allargamento delle forme assi­ stenziali a favore degli operai; che Churchill tappi la bocca a un deputato conservatore invo­ cante la limitazione del diritto di sciopero; che Adenauer stia varando un progetto di « coge­ stione »; che il neo-eletto presi­ dente francese Coty, uomo parla­ mentarmente di destra, abbia lan­ ciato il grido (ohimè, diventiamo materialisti?): << Dove c' è miseria è vano parlare di libertà ». Non stupisce, quindi, che an­

che I'ago della politica parlamen­ tare italiana abbia fatto in pochi

1 grandi ritorni

E' stato annunciato l'arrivo in Gerrnania dagli Stati Uniti di una prima scorta di missili ato­ mici o, altrimenti detti, razzi. Com'è noto, i razzi e missili

erano stati, durante la seconda guerra mondiale, la « grande speranza » di Hitler, e il grande spettro degli Alleati. Ma doveva­ no essere proprio questi ultimi a riportarli al punto di partenza, debitamente perfezionati. Dove si vede che l'unica giustificazione storica del crollo del regime hi­ tleriano è stata di non essere riusciti dove sono riusciti gli an­ tinazisti.

0 O 0

La Snia Viscosa, che già aveva m mano la Pignone di Firenze rientrerà a bandiere spiegate' insieme con l'E.N.I.C., nella nuo~ va gestione dello stabilimento, Sarà la « Nuova Pignone », ma il nnovo non sarà che l'antico. Nel frattempo - corne si sono van­ tati di aver fatto gli organiz­ zatort sindacali - le macchine hanno continuato a funzionare, e gli ingranaggi non hanno ces­ sato di essere lubrificati. I sin­ dacati cosiddetti opérai sono dav­ vero i grandi lubrificatori del sistema capitalista. Si è letto che le parti hanno

accolto con soddisfazione I'ac­ cordo, Della soddisfazione padro. nale non dubitiamo: l'industria già deficitaria ha ricevuto non soltanto l'acqua benedetta di La Pira, ma capitali freschi. Le mae­ stranze sono riassunte solo in parte; per il resto vengono o te­ nute in sospeso o mandate ai eorsi di riqualificazione ... Questa volta sarà la nuova ge­

stione a celebrare la messa nel­ lo stabilimento. E sarà un Te Deum.

J

rnesi un giro di 180 gradi pas­ sando dal centro alla destra e di qui alla ,, sinistra », chiamando al governo - trascinatore di tutto il conglornerato cattolico al suo­ no del suo flauto sociale ed ini­ ziati vistica - Fanfani. Quali che siano le sorti riservate in aula al governo, la tendenza rimane: quando le aziende sono in diffi­ coltà, la disoccupazione aumenta, i prezzi salgono, le officine chiu­ dono, il sottosuolo sociale è pie­ no di cupi brontolii e, per giunta, la conferenza di Berlino è alle porte, è necessario promettere la ,, casa per tutti », il lavoro per

ognuno (salvo le debite e ricono­ sciute eccezioni), gli investimen­ ti, la riorganizzaziane dell'am. ministrazione statale e dellindu­ stria, il proseguimento a ritmo accelerato delle ,, riforme di struttura », e dobbiamo dire che, fra le tante figure in vetri.na, proprio non si sarebbe potuto scegliere di meglio che l'autore del Fanfani-Case, dei cantieri di rimboschimento, del ritiro (terri­ poraneo, sia pure) del passaporto a Marinotti, l'amico di La Pira e ministro degli interni nei gior­ ni in cui la Pignone era occupata e vi si celebravano le messe, il

Solo la rivoluzione puô abbattere il mostro statale

La Marina militare, strumento indispensabile dell'imperialismo, sopravvive alla condizione di a­ deguarsi alle esigenze dell' A via­ zione. Sta a provarlo il fatto che la portaerei ha soppiantato la co­ razzata. La seconda guerra mon­ diale ha detto l'ultima parola in materia di corazzate: questi co­ lossi del mare costituiscono ora una nrova di debolezza, non più di supremazia navale. Oramai, i cantieri non costruiscono più co­ razzate, divenute inutili nella mo­ derna guerra delle flotte aeree usate a terra o sui ponti delle portaerei. Il continuo sconvolgimento nel­

la tecnica produttiva si ripercuo­ te necessariamente nella tecnica militare secondo un principio e­ spresso, centocinquant'anni fa da Napoleone: ,, La natura delle ar­ mi - egli disse - decide la corn­ posizione dell'esercito, degli iti­ nerari delle campagne, delle mar­ ce, delle posizioni, degli ordini di battaglia, del tracciato e del pro­ filo delle piazzeforti, ciè che sta­ bilisce una costante opposizione tra il sistema di guerra degli an­ tichi e quello dei moderni "· Principio materialista che fa ono­ re a Napoleone, il quale con mol­ to maggiore verosimiglianza che non i tronfi generali dei ternni nostri, avrebbe potuto attribuire al suo genio le sfolgoranti vitto­ rie sulle coalizioni capitanate dall'Inghilterra contro la Francia rivoluzionaria. Ma la « natura delle arrni » si trasforma e muta, talvolta radicalmente in breve tempo, per forza di quali cau­ se? E qui interviene il marxismo a chiarire e risolvere la que­ stione. Negli scontri militari, nelle

guerre locali o generalizzate, condotte da singole nazioni, op­ pure da coalizioni di Stati, a chi tocca la vittoria finale? La ri­ sposta che trova tutti d'accordo è facile quanto lapalissiana: al più forte. Ma quando si va ad approfon,

dire il concetto della forza mili­ tare degli Stati, nove volte su dieci si tirano in ballo le << inna­ te » qualità rnorali della nazio­ ne, le abitudini dei popoli, la sa­ gacia e l'astuzia dei governanti, il genio dei comandanti. Senza dubbio, le condizioni soggettive e l'abilità con cul i Governi rie­ scono a sfruttare le particolari tendenze o pregiudizi dei loro sudditi, che del resto sono deter­ minate ~al materiale svolgersi dello sviluppo sociale, costitui­ scono un fattore importante. Ma, alla stretta dei conti è sulla mi­ nore o maggiore dis~onibilità di arrni e di apparecchiature che riposa la forza militare degli Stati.

<< Il potere - scrive Engels nel- 1' Antidühring - non è un sem­ plice atto di volontà, ma richie­ de per la sua attuazione molte circostanze preliminari reali, particolarmente strumenti, il più perfetto dei quali (nel nostro

caso: la portaerei) vince il meno perfetto (la corazzata, I'incro­ ciatore pesante, il cacciatorpedi. niere); inoltre questi strumenti devono essere fabbricati, pro­ dotti, con che è detto pure che il possessore di strumenti più perfetti, vulgo armi, vince il possessore di strumenti meno perfetti; e che, in una parola, la vittoria del potere si fonda sulla produzione in genere, sulla po­ tenza economica, sulla condizio­ ne ecanomica, sui potere di di­ sporre dei mezzi materiali esi­ stenti ». Per rimanere entro l'eooca im­

perialista, due guerre Înondiali hanno confermato la tesi marxi­ sta che la vittaria militare degli Stati si fonda sulla potenza eco­ nomica, sulla capacità di produ­ zione di strumenti · (armi) più perfetti. Per due volte, Stati Uniti e Inghilterra, alleati della Russia nella seconda fase della seconda guerra mondiale, hanno messo con le spalle a terra po­ tenze economicamente inferiori, nonostante la maggiore combatti­ vità delle trupps e la superiore preparazione tecnica degli Stati maggiori che __ avvantaggiavano l'avversario. ,,Come si presenta oggi il quadro dei rapporti di forza tra i probabili contendenti della eventuale terza guerra mondiale? •

americano Secondo il principio napoleoni- klin Roosevelt » appartenenti al­

co, gli Stati maggiori di tutte le la Sesta Flotta basata a Napoli potenze militarmente importanti sono dotate di 120 aerei " ato­ stanno operando radicali muta- mici »); maggiori capacità offen­ menti nella tecnica della strate- sive e difensive (velocissimi a­ gia e della tattica, informandosi viogetti da intercettazione e di alla riconosciuta verità della su- assalto, turboelica da pattuglia periorità dell'aviazione sulla ma- antisommergibili, bimotori da rina di antico tiço, Succede in- bombardamento atomico, razzi fatti che le funzioni di protezio- elettronici antiaerei ed antinave, ne dei convogli dall'insidia sot- missili radiocornandati a testa tomarina, di bombardamento atomica, e l'imponente numero contro bersagli costituiti da forze di bocche da fuoco a tira rapido navali nemiche o da appresta- di piccolo e medio calibro) sono menti difensivi o industriali o caratteristiche che fanno della di comunicazione, di difesa anti- portaerei un'anna formidabile, aerea contro gli assalti nemici, di una capacità distruttiva spa­ che fino a pochi anni fa venivano ventosa, e pressochè invulnera­ espletate da corazzate, incrocia- bile. Sicuramente, nella guerra tori pesant] e cacciatorpediniere, dei mari e dei continenti, essa oggi siano definitivamente trasfe- rappresenta lo strumento bellico_ rite aile portaerei. Maggiore ve- più perfetto che la tecnica pro­ locità, raggio d'azione enorme- duttiva sia stata capaee finora di mente più vasto (recentemente fabbricare. Chi possiede le por­ è stato annunziato che le por- taerei domina i mari e le vie di taerei americane dislocate nel comunicazione tra i continenti. porto di Napoli possono traspor- In considerazione della supe­ tare bombe atomiche per oltre riorità delle oortaerei di fronte 773 rniglia equivalenti a 1232 km. all'armamento navale tradizio­ e tornare alla base di partenza. nale, il primo posto nella scala I più grossi calibri delle vecchls' delle potenza navali del m.ondo è corazzate, avevano una gittata deteruito dagli Stati Uniti: 4 co­ che sta con quella degli aerei razzate, 29 portaerei, 19 incro­ nello stesso rapporta che un tiro ciatori, 248 cacciatorpediniere. di fucile sta ad un tiro di freccia; 149 sommergibili. Al secon.do po­ superiore volume di fuoco (le sto non figura, corne si crede portaerei da 45.000 tonnellate del- comunemente, l'Inghilterra, bensi la classe "Coral Sea» e « Fran- (Continuaz. a pao. 2)

Un socialismo che partorisce mercanti L'Unità del 14 gennaio infor­

mava degli ultimi sviluppi della campagna per l'incremento del commercio interno promossa dal Governo russo, a seguito delle decisioni adattate dal Comitato centrale del P.C.U.S. nella seduta dell'ottobre dell'anno scorso. Nel n, 18 anno 195''3 di questo foglio demmo esaurienti notizie sui contenuto del rapporto di Kru­ scev al C.C. riguardo alla politica agraria e formulammo la nostra interptetazione. Il rapporta Krusvev rivelava,

al di sotto della trasoarente scor­ za di eufemismi e di diplomati­ che reticenze, una situazione di arretratezza nel setters agricolo, e in genere, della produzione di beni di consumo. Naturalmente, il sommo gerarca non chiamava le cose col loro nome, ma la so­ stanza effettiva delle condizioni economiche generali russe risul­ tava indirettamente dalle misu­ re che, per bocca sua, il partito suggeriva al Governo. Si tratta­ va di questo: ai contadini delle cooperative agricole (colcos) ve­ niva concesso di detrarre dal prodotto totale una parte rnag­ giore di derrate da destinare al mercato privato; da parte sua, lo Stato operava un aumento sui prezzi pagati ai contadini per i

prodotti consegnati agli ammassi. dicevamo in principio, il nume­ La conclusione si imponeva da ro citato dell'Unità aggiungeva sè, e la esprimemmo in termini altr] particolari. Apprendevamo che cosi si possono r iassumere:" cosi che « negozi mobili montati allargamento del mercato priva- su slitta faranno il giro dei più to, restringimento del mercata remoti villaggi delle regioni ar­ statale; ulteriore rafforzamento tiche dell'Unione Sovietica, du­ dei ceti sociali non proletari, con- rante quest'inverno ». tadini e piccolo-borghesi, econo- ,Gli esaltatori dello Stato rus­ micamente saldati alla compra- so non mancheranno di esultare, vendita delle derrate agricole e venendo a sapere che nuove zone dei prodatti i.{ldustriali che nor- del continente russo, che sotto il malmente si inseriscono nel cir- regime zarista vivevano un'esi­ cuito commerciale città-campa- stenza locale e circoscritta, ven­ gna; dimostrazione della tenden- gono immesse nel vortice del za dell'economia russa alla pri- mercantilismo. Il fatto è da con­ vatizzazione della proprietà, in siderarsi un passo avanti o un contrasta con le raffigurazioni avvenimento indifferente? Certa­ correnti che pretendono di pre- mente, un passo avanti. Ma non sentare una Russia di maniera in verso il comunismo. Di questo cui tutto si produce e si consuma siamo altrettanto sicuri. Si avvia sotto la gestione e il controllo verso il comunismo, cioè verso dello Stato. la totale soppressione delle clas- I sintomi esteriori del rafforza- si, quella produzione che gra­

mento dei ceti mercantili, cioè dualmente riduce l'imperio del capitalistici, nel preteso ,, paese mercantilismo, assottiglia gli ef­ del socialismo », si rivelavano fettivi sociali che vivono del nel processo, tutto1:a in corso, di commercio, su;iera la remunera­ allargamento della rete commer- zione in denaro della forza-la­ ciale. Dicemmo allora che la n0-- voro. Perciô, se di passo avanti . tizia riportata dall'Unità in quel si puo e si deve parlare in ri- ' torno di temoo circa la progetta- guardo alla conquista di zone ta apertura in Russia di 22.000 remote della Russia al mercanti­ tra negozi e spacci mobili, giun-1 lismo, esso non puo c;onsiderarsi geva a conferma della nostra compiuto che nella direziane del previsione. Recentemente corne capitalismo.

Berlino ai1b11rro Per sostenere i prezzi delle der­

rate agricole (l'abbondanza delle merci sul mercato è la peggiore sventura che possa capitare ai com­ mercianti) il governo americano compera quotidianamente ingenti quantitativi di prodotti che vengono ammassati nei depositi e nei frigo­ riferi statali, al semplice scopo di toglierli dalla circolazione. Tale si­ stema fu instaurato al tempo della grande crisi economica del 1929 e viene conservato per allontanarne lo spettro spaventevole. Esso pro­ duce l'effetto di innalzare i prezzi americani di determinati prodotti agricoli ( grano, cotone, olio di se­ mi, avena, burro, latte in polvere. formaggi, ecc.) al di sopra dei prez­ zi praticati sul mercato internazio­ nale, con evidente vantaggio dei produttori e dei commercianti, ma costa somme fantastiche all'erario. Il governo degli Stati Uniti spen­

de 700.000 dollari al giorno per lo acquisto di burro di cui non sa cosa fare, che deve mantenere in frigorifero, e non puà vendere sui mercato interno per non fare ca­ dere i prezzi. Il Governo federale spende inoltre 300.000 dollari 31 giorno per l'acquisto di latte \.n polvere e 20.000 dollari al giorno per formaggi. Sino a questo momen­ to latticini per un valore di oltre 300 milioni di dollari sono accan­ tonati in frigoriferi e depositi, in­ sieme con milioni di quintali di gra­ no, avena, olio, ecc. La spesa to­ tale, pesa ta sui bilancio federale, ha raggiunto i cinque miliardi di dollari, pari a oltre 3000 miliardi di lire italiane. Il Governo degli Stati Uniti pos­

siede la più ricca dispensa del mon­ do, ma non sa che farsene. Le mer­ ci preziose, derrate che potrebbero sfamare moltitudini di affamati (e in quale parte del mondo non ce ne sono a milioni?) deperiscono e si perdono, ma stanno ben chiuse li, nei maga'zzini anticrisi della Confe­ derazione stellata. Abbiamo visto che venderle al­

l'interno non si puà. Succederebbe un tracollo terribile dei prezzi :i­ gricoli. Milioni di contadini cadreb­ bero in preda alla fame e alla mi­ seria. Sono le meraviglie del mer­ cantilismo. della produzione per 11 mercato, dello scambio dei prodotti a mezzo del denaro. Ma ci sono de­ gli acquirenti stranieri che doman­ dano di essere ammessi a compe­ rare dai magazzini statali. Recentemente un commerciante

ha inoltrato al Segretario del Com­ mercio degli Stati Uniti una do­ manda di acquistare a prezzo ri­ dotto, ma sempre superiore a quel­ lo internazionale, 20 (venti) milioni di chili di burro e 3 (tre) milioni e mezzo di olio di semi per rivenderli alla Russia e per scambiarli contro oro russo o manganese (« Il Tem­ po», 18-1-54). Il Segretario del Com­ mercio ha respinto la domanda. La motivazione ufficiale tira in ballo un voto di protesta della associa­ zione delle massaie americane, che

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si era dichiara'fà contraria all'al­ fare proposto da! connazionale corn­ merciante, in ouant o che, realiz­ zato, permetterebbe aile massaie russe di comperare viveri ameri­ cani ad un prezzo infer iore a quel­ lo praticato in America. Membri del Congresso. abituati a spaziare nelle alte sfere della grande poli­ tica, non mancavano di far rilevare che, accettando l'affare, il governo americano verrebbe con cio ad ut i­ lizzare i soldi dei contribuenti, spe­ si per I'acquisto delle eccedenze d i derrate, in contrasta con l'interesse nazionale degli Stati Uniti. cui le difficoltà economiche della Russia non possono che giovare. Saremmo proprio noi ad aiutare il governo di Malenkov ad avere ragione della crisi di sottoproduzione che sparge il malcontento in Russia e paesi satelliti? hanno urlato i politici. La cosa doveva finire li. Ma che

succederà nell'avvenire? Il Governo amerrcano acconsentirà a veder marcire nei depositi milioni di quin­ tali di derrate per cui l'Erario paga cinque miliardi di dollari l'anno? Ma la questione più importante è questa: E' il governo americano in­ teressato veramente all'indeboli­ mento dello Stato russo, aile rivol­ te delle masse lavoratrici sottoposte ai russi, che già a Ber lino dovevano dare, nel giugno scorso, un assaggio della loro forza potenziale?

II fatto che rappresentanti russi e delle tre potenze alleate si riuni­ scano a Berlino, ne! mentre che !'America ha bisogno di vendere e la Russia di comperare ci autorizza a ritenere che gli Stati Uniti hanno tutto l'interesse a sostenere il go­ verno di Mosca, che rivale o meno dell'America, è sempre un pi!astro della reazione mondiale.

· f ilosof ia fiscale Prima di morire, il ministre

Pella ha votato un disegno di legge che aboliscs l'imposta di negoziazione sostituendola con una imposta operante . in varia misura sia sul patrimonio impo­ nibile delle società, sia sui red­ diti di bilancio. Il disegno mire­ rebbe a sottoporre a tassazione - dopo il privato - le aziende industriali e commerciali. Si è pero osservato che è sta­

ta invece rinviata l'approvazione dell'altro disegno di legge - sen­ za il quale il primo non avrebbe portata pratica - che dovrebbe permettere di accelerare e perle­ zionare l'accertamento dei reddi­ ti delle società, ora difficilissimo sia per le note manovre di corn­ pilazione dei bilanci, sia per l'e­ sistenza delle molteplici « società di comodo » istituite proprio allo scopo di mascherare patrimoni e redditi delle società effettive. La cosa non stupisce. A parte

che non saremo certo noi a cre­ dere che basti un disegno di legge per consentire al fisco di mettere seriamente il naso nei bilanci aziendali, è chiaro che un passe anche soltanto formale e cartaceo di questo genere urta la suscet- tibilità di colore che sono, volere o no, i reali oadroni dello Stato. Resta il fatto che, intanto, una imposta a carico delle società è stata abolita, mentre non sono stati creati (e campa Fanfani che I'erba cresce) gli strumenti sia pure teorici per dare una qua­ lunque efficacia pratica all'Intro. duzione della nuova imposta, se­ dicentemente intesa ad élimina. re lo « scandale ,. della evasione fiscale delle grandi società. E noi siamo certi che le cose rimarran­ no a questo punto: a nessun pic­ colo contribuente è consentito di sfuggire alla rete creata dai grandi; perchè mai questi ulti, mi dovrebbero lasciarsi pescare?

I.i 11ogliamo nndi alla meta I santoni indiani - si legge

sulla stampa - hanno proposto che i quattro grandi si riunisca­ no, invece che a Berlino, sullo Himalaia (sarebbe cosi soddisfat­ to il sogno churchilliano di in­ contri ad « altissimo livello »?), e non vestiti, ma nudi. Appoggiamo la richiesta: nudi

alla meta, e in pieno inverno.

IL PROGRAMMA COMUNISTA

Solo la rivolllzione pu6 abbattere il· mostro statale america110

! continua dalla l.a ""? J si . applichi . all~ interpretaz,ione guerra mondiale. _i Russi, anche I ra. imperialistica. f'.o~enza econo- la Russia, che possiede un mag- dei rapporti di forza tra 1 eco- d iveriendo probabilmento padro- m!c.a, potenza polrtica, potenza gior numero di navi da super- nomia russa e quella americana, ni dei continenti di Europa e m1ht.3:re, fan~o delle Stato. di ficie e di sottomarini. La Russia perche il Governo di Mosca uti- Asia, non potranno giammai ten- Washington Il centre mondiale dispone di: 3 corazzate( tra cui la lizzerebbe il prcteso margine di ~are l'invasione dell'America, del capitalisme, le spalle di A­ ex Giulio Cesare italiana), 20 superiorità produttiva alla scopo I mcntre cuesta, dopo di aver as- tlante della conservazione bor. incrociat?r~, 100 torpedi~iere, 370 di opere pacifiche, urta contro il soggettato l'avversario ad un du- ghese. II capitalisme americano sottomar_1m. Ma la Ru,ssia ~on ha fatto r.he il Governo di Mosca ro sfr.rzo di logoramento che non puô essere preso nè per fame portaerei, mentre I Inghilterra ha fatto l'impossibile pur di ot- ' flaccherà la più debole potenza nè per assalto armato, corne pre­ puô disporne di cinque di vec- tenere la bomba atomica. A ri- ecoriomica euro-asiatica, potrà tende l'alterna propaganda paci­ chio tipo, 1 corazzata, 11 incro- prova le recenti misuro dirette far pesare costantemente la mi- fista e guerresca, e l'uno e I'al­ ciatori, 31 torpediniere. Nel 1955, ad aumentare la produzicne dei naccia, e ripetere l'esperienza dei tro insieme alinientata da Mosca gli Stati. Uniti potranno varare beni di consume dimostrano che giganteschi sbarchi sulle coste, e dai suoi s~telliti politici. In una due super-portaerei a propulsio- la " corsa· all'atomica ,, doveva · che d_ecisero la seconda guerra eventuale guerra mondiale, le ne nucleare da 60.000 tonnellate, prendere l'avvio dalle restriz.ioni 1~;,,ndiale. probabil ità di vittoria sono tutte la « Saratoga » e la " Forrestal H. economiche imposte alle grandi Non abbiamo riscritto citazio- per lo schieramento capitanato Se gli Stati Uniti posseggono masse lavoratrici. Ciè nonostante, ni e dati ner proporr e un prono- dagli Stati Uniti. Le pretese su­

le armi più perfette del mondo la Russia non possiede finora por- stico ... da totoguerra, nè per corn- periorità razziali non contano un corne risulta dai raffronti tra 1~ taerei, e quando ne produrrà non pilare un articolo interessante. fico nello scontro di potenze ma­ flotte delle massime potenze mon- potrà annullare il vantaggio i n i- Essl ri sono servit] per addurre teriali. diali, ciô signiûca che dispongo- z iale, veramente enorme, goduto altre ::,rove dell'esattezza della Perciè, anche se fossimo certi, no della maggiore potenza eco- l dagli Stati Uniti. La suprernaz ia nostra tesi sul la strategia della per ipotesi astratta, del carattere nomica esistente. La pretesa che j aero-navale dell' America signifi- ! r ivoluz ione dedotta dialettica- i socialista del regime russo e degli il principio fissato da Engels non ca che nella prossima eventualc I mente dalla str ategia della guer- obiettivi anti-borghesi della po-

litica internazionale del Cremli­ no, anche in questo ipotetico easo noi rifiuteremmo di seguire la politica dei par titi stalinisti. Lo Stato imperialista americano - e nominandolo sichiama in causa il caoitalismo mondiale - ha un solo nemico che possa abbatterne la potenza oltracotante: la Rivo­ Iuzione. Viceversa, la Rivoluzio­ ne potrà trionfare di tutti i ne­ mici, ma fino a quando avrà di fronte il colosse americano non potrà dire di averlo fatto. Non sarà stata ribadita.invano

la nostra posizione nei riguardi della futura strategia rivoluzio­ naria, nel momento attuale, che ci offre lo spettacolo quanto mai istruttivo per le masse (e quindi « costruttivo ») di una Russia che, smesso l'abituale linguaggio mi­ natorio, ricerca ansiosamente le vie di un accordo con gli Stati Uniti.

\ .

Fascisti CONF9E~Ms=-

contro la proprietà privata forme di governo liberal-demo­ cratiche, fondate sul parlamenta­ rismo e sulla truffa del pacifico accordo tra le classi sociali. Solo esprimendo un governo rivolu­ zionario, rigidamente dittatoria­ le, autoritario, forte, intransigen­ te verso i nemici, incondizionata. mente antiparlamentare, il pro­ letariato potrà avere ragione della borghesia e del capitalisme. La questione, in merito all'atteg­ giamento del comunismo di fron­ te al fascismo, non è dunque sul­ la forza e la dittatura, ma sul­ I'uso di esse e gli obiettivi cui esse tendono. Al traguardo della statizzazio­

ne delle aziende i governi bor­ ghesi ci arrivano indifferente­ mente attraverso i normali canal] amministrativi della de­ mocrazia par!amentare corne attraverso le equivalenti istitu­ zioni dittatoriali del fascisme.

f anfanismo universale

PICCOLE l\lOTE TRIESTll\lE Un'intervista concessa dal diret­

'tore generale dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico invocante dallo Stato una legge organica che passa assi­ curare ai cantieri un più adeguato carico di lavoro Iasci a prevedere « soluzioni drastiche .:. breve sca­ denza » se tali provvedimenti legi­ slativi non verranno. In pratica, si prevederebbe per il ,;io giugno 1954 una riduzione delle maestranze ad appena il 25 % del livello attuale a Monfalcone e al 40 % a Trieste! Naturalmente, di fronte a questa

prospettiva i Sindacati Unici non hanno da proporre che la riorga­ nizzazione dell'I.R.I. e provvedi­ menti di salvezza « della nostra in­ dustria cantieristica >J, cioè appunto quello che chiedono i dirigenti. La azione padronale e sindacale è con­ vergente. Potevamo dubitarne?

vanti da un aumento della produt­ tività che, giova ricordarlo, fino ad oggi sono andati esclusivamente a beneficio dei datori di lavoro ». Il gran successo, in verità! Il pre­

mio è concesso, meritatamente per il padrone, al maggior sforzo di la­ voro dell'operaio: è la carezza data perchè il somaro rendu di più. Fer­ me restando ecc., avrà aumentato il suo reddito chi faticherà di più: chi non desidera ridursi a bestia, viva con quello che gli si dà nor­ malmente. Evviva gli aguzzini! . . . C'è fermento nelle classiche Coo­

perative Operaie di Trieste. Un manifestino di un Comitato fra i soci delle stesse denuncia la tra­ sformazione avvenuta in questi or­ ganismi, « tale da farle identifi­ care agli usuali cornplessi d'affari e svolgere perciè la loro funzione nellarnbito e con i fini del commer­ cio capitalista. Le Cooperative di Trieste sono divenute oggi infatti un'anonima grossa società commer­ ciale cosi corne ve ne sono in qual­ siasi grande città ... Il popolo consu­ matore e gli stessi soci delle Coo­ perative considerano lo spaccio del­ le C.O. alla stregua di un qualsiasi negozio privato... La regia delle C.O. è appesantita e aggravata dal

Pubblicasse quest'articolo uno ' caccia ai post i ministeriali. E' 1 s.no l'accaoo n. I del programma qualunque dei giornali che circo- la pappa che il palato del grosso '! di governo: la statizzazione della lano nella Repubblica italiana, pubblico preferisce: il ministre grande industria. Che è pura non tralascerebbe certamente di X ruba sugli appalti, il sottose- coincidenza? Lp stampa piccista, appioppare tanto di punto escla- gretario Y è inten:ssato nella p,·ofon::lamente irritata <lai vede­ mativo al titolo. Tale segno di tratta delle bianche, il direttore re in pericolo il proprio monopo­ interpunzione dovrebbe stare li generale Z traffica in licenze di lio ideologico, sostiene che i capi a dire: " A tanto siamo giunti. esportazione, e cosi via. Ma nel- del M.S.I. si ripromettono sol­ Persino i fascisti sbraitano contre l'oceano delle sensazionali storie tante di lanciare fumo negli oc­ la proprietà privata ed invocano a base di intrighi sfacciatj e di chi dei gonzi promettendo di la­ l'intervento delle S:tato espro- tenebrose macchinazioni, che sco- vor are in Parlamento per man­ priatore ». A noi la cosa - la lava dalla stampa socialcomuni- daro avanti la legislazione stata­ decisione presa da! Congresso del sta, non seconda agli altri nello lista. Noi invece non escludiamo M.S.I. di delegare i gruppi par- sporco mestiere, spuntava (vUni- affatto che un partite fascista lamentari fascisti a presentare in tà», 10-1-54) una risoluzione della possa procedere a formulare e Parlamento una legge per la «so- Direzione del P.C.I. contenente applicare riforme dirette a limi­ cializzazione » delle aziende IRI una serie di punti programmatici, tare la proprietà privata, perchè - non ha fatto proprio nè caldo polemicamente contrapposti alla sappiamo che l'affarismo capita­ nè freddo. Perciè, il punto escla- politica sin qui seguita dal go- lista prospera benissimo nel paese mativo di meraviglia al titolo verno democristiano. Pornpeggia- della cuccagna delle gestioni sta­ non lo accodiamo affatto. va, naturalmente, nell'elenco del- tali delle aziende. L'unipartitismo

Quale partite politico, quale le misure che il P.C.I. si riserva di è solo uno strumento del fasci­ uomo politico, quale ciarlatano eseguire, se insediato al Governo, s.no, il fine della sua politica es­ parlamentare che debba accosta- la nazionalizzazione delle aziende sendo la difesa integrale della re la « quéstione della politica TRI. Orbene, appena un giorno conservazione bor ghese, Ora la sociale», non somministra una dopo, la stampa fascista ( «Seco- statizzazione delle aziende non frecciata, o solo una puntura di lo», 11-1-54) pubblicava il reso- intacca minimamente la domina- spillo, alla sacra istituzione della conte dell'intervento Roberti al zione di classe sul proletariato. proprietà privata? Persino i li- Congresso del M.S.I. ,da cui ri- Perchè allora rifiutare di accetta­ berali e i monarchici che pure • sultava che non solo la Sinistra, re che un governo o un partito si scalmanano a condannare c ma anche il Centre, e persino la passa essere nello stesso tempo . . dcprecare gli eccessi del dirigi- Destra del M.S.I. acclamava al fautore dell'abolizione della pro- Il pres1dente E1senhou:er, eletto smo economico sono fautori di principio della ,, socializzazione "• . prietà privata e agente della con- in rappresentanza di un partita teo­ temperamenti del diritto priva- e in particolare alla nazionalizz2.- so·vazione della dominazione ricamenre anti-intervent ista, liberi- to, ove. si suole ripetere con e- zione delle aziende IRI. borghese nelle forme fasciste di sta e anti-new deal';sta ha proposto' spressio1:e sac~a.~entale, urti con Se per essere socialisti basta governo? in un messaggio al Conqresso di • la pubbhc~ utJhta: ~'altr~ P!lrte, proporre l'abolizione della pro- Noi non combattiamo il fasci- aumentare le pensioni minime a LI nessun_o d1 codesh s1gnon s1. so: prietà privata e la stanzzazione smo in quanto movimento fon- favore degli operai e di estendere • gna d1 accusare, ad esemp10 1 delle aziende, perchè non consi- dato sull'esercizio della violenza in genere , c di applicazione laburisti inglesi autori di profon- derare socialisti e nemici del ca- della ·forza e della dittatura. Na- 1 ampo . s . de riforme della proprietà, di sov: pitalismo anche i puzzoni in ca- scondendosi sotto un velo di i- della previdenza sociale. · pzr.a su ver~1re lo .Stato e gli ordinamentr micia nera di Graziani e De Mar- , pocrisia, i governi democratici scaia internazionale l'a,,ra del/« an­ sociali ~ritan;iici, salvo, s'inte1:- sanich? Per fortuna del P.C.I., 1 applicano gli stessi metodi di diamo verso il popolo ». de, a?- 1d~ntJficare. col . co~um- gli stessi fascisti ci tengono a repressione, allorchè il proleta- E' vero che l'« estensione della sm.o 1dentJche s~atizz~~O~I ese- mettere bene in chiaro di sen- riato osa rizzarsi minaccioso di previden:a » avrà per scopo di am­ gmte da govern1 stahmst1. . , tirsi « sociali », non « socialisti ", fronte agli organi delle Stato. mettere al benefi.cio delle- assicura-

. II IV Co~gresso ~el .M.~.I., crne volendo ribadire con cio la loro Forz'a, violenza e dittatura sa- zion · sociali per la tJecchiaia e per dr un part~to che s1 d1ch1ara ere- avversione al marxismo. Ma for- ranno impiegati sistematicamente ' . . z f · · · d Contlnuatore del fa c· · · . . . . le fam1gl1e anche e pro ess1on1 !t- e e : . . , s 1smo se che l'rncenso bruc1ato davanh ~ se occorrera senza rem1ss1one . . mbri del . mussolu?-1ano, che s1 e tenuto ai ritratti di Marx basta a corn- d'i sorta, dallo Stato sorto dal- berali_ e t me clero,_ ma nella prima dec~d~ del mese, do- provare la fedeltà al marxisme la Rivoluzione. Percio, il social- non rientra questo nel_ fanfamsmo, veva concluders.1 m bellezza con del P.C.I.? II fatto provato è che stalinisme tradisce la fiducia ac- lap1nsmo e « integralismo cristia­ un colpo sensaz1onale. Il _Ce1:tro, il P.C.I. ha in comune col fasci- cordata dalle masse predicando •no»? da cui era espressa la Direz1one uscente e successivamente rista- bilita in carica, con abile moss.a svuotava il vrogramma della s1- nistra facendone proprio il nucleo, In particolare, accettava il prin­ cipio della socializzazione delle imprese, pur limitandone la. pra­ tica applicazione alle az1ende IRI. Di più, con un infuocato in­ tervento di Roberti, si preoccu­ pava di risalire alle origini del movimento fascista, o per lo meno alla costituzione della Re­ pubblica di Salo, per rivendicare la oaternità del principio " socia­ lizzatore ,, a tutto il movimento, nessuna corrente esclusa. In al­ tre parole la Direzione del M.S.I. ci teneva a dichiarare che " so­ cializzatore >> il fascisme lo è da sempre. Naturalmente, la stampa social-stalinista, che si sente me­ nomata ogni volta che altri schie­ ramenti politici si mostrano cri­ ticamente disposti verso la pro­ prietà privata, si è sentito rubare il mestiere, e non ha potuto fare di meglio che revocare in dubbio le dichiarazioni stataliste del Congresso missino, accusando di demagogia e malafede la propo­ sta di nazionalizzazione delle a­ ziende I.R.I. Il Congresso tiel M.S.I. coin­

cideva casualmente con la crisi governativa. PP,: tirare acqua al proprio mulino, il P.C.I. si get­ tava a capofitto nella mischia parlamentarP aggrappandosi, co­ rne al solito, al lato personale della miserabile vicenda della

. . . I diversi sindacati sbandierano

l'accorda raggiunto il 31 dicembre in merito al premio di produzione per i C.R.D.A. Si tratta di un ac­ cordo transattivo in attesa di quel­ lo che sarà raggiunto ne! mese di marzo. « Fermi restando i normali elementi della retribuzione stabiliti dal contratto collettivo, viene data ~osi la possibilità al lavoratore di essere partecipe dei vantaggi deri-

rilevante e costoso sproporzionato apparato e le attività delle Coope­ rative si snodano percià stentata­ mente c si esauriscono pressochè nelle azioni intese a contendere agli altri esercizi affini una a!iquota di generica clientela >J. Alla buon'ora! L'abbiamo sempre

detto, nella polemica coi riformi­ sti, che la Cooperativa, vivendo in ambiente capitalistico, non puèJ che subirne le leggi e trasformarsi essa stessa in azienda commerciale, per giunta - oggi soprattutto - burocratizzata ed elefantiaca in ra­ gione diretta dell'estensione e com­ plicazione crescente del suo raggio d'affari. Questo processo non lo cam­ bierà Jo sforzo di nessun Comitato per quanta ben intenzionato e ligio agli interessi operai. E' un processo inevitabile, una prova ,dell'impos­ si bili tà di « costruire il socialismo » per oasi parziali entro la società ca­ pitalistica, un fenomeno non speci­ fico di Trieste e che non sarà rime­ diato a Trieste.

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Il programma comunista

Nella statizzazione, nella abro­ gazione della proprietà privata. democrazia e fascisme coincido­ no: socialdemocratici, laburisti, missini, stalinisti, pur partendo da opposti punti ideologici, per­ vengono, sul terreno pratico. al­ lo stesso punto di arrive. E tutti insieme sostengono di lavorare oer la soppressione del capita­ lisme!

Se partit! innegabilmente bor­ ghesi, dichiaratamente nemici del comunismo, tradizionalmente carnefici del movimento operaio, osano chiedere, sia pure entre certi limiti, l'abolizione della proprietà privata, chi potrà con­ futare la nostra tesi che la sop­ pressione della proprietà privata è una misura accettabile dalla borghesia? Conseguentemente di­ ciamo, percià, il socialisme co­ mincia a sorgere allorchè comin­ cia a scomparire il salariato, il mercantilismo, la distribuzione dei prodotti a mezzo della mone­ ta. L'elemento sociale che caratte­ rizza il caoitalismo di fronte al­ le eooche · storiche oassate è il proletariato, cioè Iâ classe dei lavoratori salariati, per cui il capitalismo esisterà finchè esi­ sterà il salariato. La statizzazio­ ne non abolisce il salariato, dun­ que è una misura che perpetua il ca9italismo.

Troppo presto oer dire queste cose! bofonchiano gli stalinisti con aria di sufficienza. Per non vokrle dire, che fanno? Cantano i:1 coro con i fascisti.

prendiamo in parola

Il conaresso del M.S.I. a Via­ reggio (èhe bei posticini si pren­ dono, 1)€To, questi spregiatori della vita com.od.a!) non poteva mancare di crearsi attorno una cornice leaionaria e bellicosa e manganellèsca; sarebbe stato to­ gliere il sapore alla zupPa il ri­ nunciarvi. Ma la sostanza è tut­ t'altro che bellicosa: il neo-fasci­ smo è pantofolescamente parla­ mentare, legalitario, democra­ tico.

Come oer la faccend.a delle ri­ chieste C di SOCializzazione, la stampa democratica trfficiale gri­ da alla manovra. Niente affatto: li PTendiamo in parola. 1 fascisti sono democratici, nulla di sostan­ ziale li divid.e d.agli altri; sono al Parlamento e ci voaliono resta­ re; se faranno... la- rivoluzione (in vagone letto com.e al solito) sarà solo per potervi ritornare. Lo fu il fascismo nei suoi anni d'oro, se cesso di esserlo, fu allo stesso modo che hanno sempre cessato di esserlo i partiti de-mo­ cratici nei momenti di crisi isti­ tuzionale profonda e davanti al­ la minaccia di un sovvertimento sociale. Arrivarono al 'OOtere con la scheda, vi rimasero con la sche­ da; ieri come oggi e come do­ mani,

De Marsanich e la direzione rieletta sono dunque in linea: e, se lasciano strillar di sdegno i « puri >> (detti anche figli del so­ le), è perchè anche qu.esto serve a cond.ir la zum>a e perchè, in democrazia, il ma.nganello è sem­ pre di riserva. Dicono che i par­ titi di sinistra volessero impedire la riunione del Congre"Sso a Via­ reggio (sede ... culturale del pro­ gressismo), ma vi rinunciarono -per ragioni di opportunità t,wri­ stica. Esatto anche questo: il M.S.I. è uno dei monumenti da visitare nella Repubblica demo­ cratica italiana.

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IL PROGRAMMA COMt."NISTA

Sul filo del tempo

PROSEODENDO SULLA QDESTIONE AORIRII Sopralavoro e classi Bisogna tuttavia insistere sui mo­

tivi della grande importanza che Marx attribuisce al sistema dei Fi­ siocratici, anche in confronto alla più moderna scuola della economia classica, sorta nella prima nazione industriale, l'lnghilterra, e che ne­ cessariamente per prima mise avan­ ti la produzione industriale a quel­ la agraria. Osserveremo ancora che, non fa­

cendo noi in questi Fili una espo­ sizione con ordine « sistematico '> della dottrina marxista, ed essendo impegnati a dedicarne una serie (anche su quesiti sollevati da moiti eompagni) alla quistione agraria. dobbiamo riferirci ad altri scritt i e supporre nota oramai, salvo i ri­ chiami del caso e la utilizzazione di qualche più luminosa formulazione in cui ci si imbatte ne! maneggio dell'arsenale dei testi, la generale teoria del valore e del plusvalore e la sua origine, in tanto interessan­ doci qui seguirla nei primi econo­ misti del capitale. corne Smith, Ri­ cardo etc., in quanto essi hanno de­ dicato centrali ricerche alla rendita agraria. Per la stessa ragione usciamo dai

limiti proprii alla produzione rura­ le quando, come a proposito della portata della scuola fisiocratica, la critica di Marx offre utilissime oc­ casioni di lumeggiare i fondamenti stessi della dottrina del comunismo. E' solo un primo aspett o della

grande innovazione recata nella scienza economica dai fisiocrat ic i. quella di avere indicata la plusva­ lenza sia pure ne! solo campo ter­ riero, precisando la prima volta la differenza tra quanto il lavoratore salar iato r iceve, e quanto la sua opera apporta come aumento di prodotto, e quindi di valore. Questa seconda quantità essendo di norma ben maggiore, la differenza che va a beneficio di altr i elementi sociali costituisce il sovraprodotto, il so­ pralavoro, il sopravalore (plusva­ lenza). I fisiocratici scoprirono questo li­

mitatamente al confronto dei pro­ dott] fisici. materiali, nei riguardi del loro uso per soddisfare umani bisogni, e quindi la loro è una teo­ ria solo del valore di uso, non del valore di scambio, come fu poi per 1 classici economist i inglesi. cor ifei del capitalismo: era infatti facile scoprire il fenomeno nel campo a­ grario. ove il lavoratore consurr.a gli stessi generi che produce, ed è constatazione immediata quella che consuma grano ortaggi frutta etc. in quantità assai minore di quella che il sua contributo all 'azienda vie­ ne a creare.

Ma l'importantissimo seconde a­ spetto del sistema. e del celebre Quadro in cui Quesnay lo ricapi­ tolo. è che per la prima volta il confronto non è fatto per il solo tributo di un salariato singolo al suo affittaiuolo e al proprietario fondiario. ma è studiato alla scala nazionale come rapporto tra le das­ Si sociali, in cui secondo quella teo­ ria la nazione (la società ecor.!:>mi­ ca) si suddivide. Ed è quindi qui data in embrione la teoria delle classi sociali. Vi è di più: s alarro. profitto, rendita non sono qui stu­ diati come quote personali di va­ lore che formano l'entrata dell'ope­ raio ( agr icolo ) , del capitalista agra­ rio e del proprietario fondiario, ma corne masse sociali, e quindi la plusvalenza è calcolata socialmen­ te, e se riferita ad un dato atto eco­ nomico interessa corne media socia­ le e non come quota occasionale t' singola. Quesnay è dunque indietro rispet­

to a Marx ma molto avanti rispetto a_l Pi~ famoso dei professori univer­ sita:1 di economia 1954, dei quali tutti cavallo di battaglia è il teore­ ma: leggi, schemi, teorie, e quadri di società economiche tipiche sono impossibili came risultato scienti­ fico.

Potere e riccbezza Da quell'epoca la scienza econo­

mica diviene teoria del sopralavoro sociale cessando di essere vaga e letteraria spiegazione della ricchez­ za e dei suoi movimenti. delle cau­ se ed effetti del fatto che vi sono ricchi e poveri... E quindi Marx compone (nel IV Volume del Capi­ tale) non, come avrebbe detto Cro­ ce, la Storia della Economografia, ma la Storia delle teorie sui sopr a­ lavoro. Senza risalire troppo indietro, al

quesito sulla ricchezza Hobes, filo­ sofo ed economista, morto nel 1689 ossia un secolo prima di Quesnay, risponde con la risoluta definizione: Ricchezza è sinonimo di potenza. Blanqui, autoritario della rivolu­ zione quanto il vecchio Hobbes lo era della conservazione, dirà: Chi ha del ferro ha del pane! E il ge-

niale seppure ancora confuso Ada­ mo Smith, al fine di difendere la sua grande intuizione che il v·alore di ogni merce (ricchezza nella so­ cietà capitalista significa ammasso di merci) si misura dal tempo di Javoro in essa contenuto, ossia ne­ cessario a produrla, commenta: Cio (la definizione di Hobbess) non si­ gnifica già (doveva dire non signrû­ ca più) che chiunque possiede per il suo lavoro o per eredità, una grossa fortuna, debba necessaria­ mente disporre di un potere politi­ co. civile o militare ... Egli dispone soltanto del potere di disporre di tutto il lavoro e di tutti i prodotti di lavoro che figurano sul mercato. Ricchezza è dunque disposizione

di lavoro altrui. Che essa si possa essere formata con lavoro proprio, è ingenua ipotesi avanzata dai propa­ gandisti della economia mercantile bor ghese, non atta nemmeno ai di­ giunatori ài professione. Quando Marx confuterà il molto

più avanzato Ricardo gli spiegher à che si tratta di disporre di lavoro sociale: è giii una espressione in­ genua quella di lavoro altrui, come contrapposto al proprio, che a cia­ scuno attribuirebbe il favoloso « di­ ritto naturale ». Marx quando Ri­ cardo parla del « mio » lavoro gl i fa osservare: « ma anche il mio Javoro è Iavoro sociale». Questa cosi sern­ plice e cosi profonda formula ci ri­ conduce a quanto tante volte si è detto: la formula della r ivendicaz io­ ne comunista non è: a ciascuno il frutto del sua lavo ro, ma: alla so­ cietà tutto il lavoro sociale. Quindi lïndividuo sarà privato non solo del (( potere » sui lavoro di altri uornini , ma anche del potere personale sui proprio. ossia sulla quota di « sopra­ !avoro » che anche allora sarà tenu­ to a dare alla società. Più questa progredisce, più si regge su soprala­ voro sociale. meno su « lavoro ne­ cessario » ossia su lavoro comprato e pagato, con obbligo di tempo e di !uogo di lavoro tassativi, t ruccat i corne libera elezione contrattuale. corne « prestazione di opera ».

Ma nell'epoca precedente alla for­ mazione del mercato generale, che e sopratutto mercato della forza di lavoro. era più palpabile la iden­ t it à tra ricchezza e potere. La di­ penclenza non era ancora sociale, da classe a classe. ma personale. Nella s chiav it ù l'intero corpo del lavora­ tore faceva parte della ricchezza :kl p rop r iet ar-io, ed esso implicava il nossess o del suo sop ralavoro : da­ togli quanto lo manteneva vivo co­ rne vitto. tu t to il prodotto delle sue braccia in generi di consumo o ser­ viz ri apparteneva di diritto al pro­ prietario. al ricco. Nella serv itù' feudale non tutta la

persona dello schiavo. ma una for­ ' e aliquota del suo tempo di lavoro o del prodotto di esso lavoro sono dov ute al signore, ed inoltre il ser­ vo è strettamente legato al Juogo c..li lavor o. Trattasi quindi ancora di dipendenza personale, e ancora la ricchezza del feudatario dipende da un rapporto di potenza: corpi e for­ ze legali ed armate che in caso di ribellione riconducono il servo al feudo, come riconducevano lo schia­ ':O alla casa del padrone. Chiara era in tal caso la divisione

della società in classi e la ineguale attribuzione della ricchezza, palese essendo l'atto di potere sulla classe serva. Il tratto di genio dei fisiocra­ tici fu di aver e stabilito, anche sup­ ponendo che tutti i lavoratori fos­ sero stati liberati, la spostamento di un volume di sopralavoro, che avveniva non più da servo a padro­ ne visti come individui, ma avve­ niva da classe a classe; giustifican­ do corne partita in pareggio il gua­ dagno di imprenditori di terra o di campagna, ma ponendo in eviden­ za corne sorta parassitariamente da sopralavoro la rendita dei proprie­ tari terrieri. Compensa largamente l'errore di

non avere visto nella manifattura eguale rapporto tra sopralavoro e profitto. il risultato grandioso di avere riferita la dinamica econo­ mica non orù all 'elemento indiv i­ duo, ma al complesso sociale di classe.

lJao dei modellini Finora aile cifre del Quadro ab­

biamo solo di passaggio accennato. Sarà bene ora esporre nelle linee generali il « bilancio » di ciascuna classe: in quanto ciè consente di capire bene <love poi difettano nel­ la teoria della plusvalenza Smith e Ricardo; sulla traccia della critica di Carlo Marx. Il Quadro descrive una società

tipo, immaginata in astratto, e quindi assimilata ad uno schema. Il compito di Marx, non condotto a termine da lui per la sopravvenuta morte, e mal condotto a termine da! movimento e dalla scuola, per 1 mo­ tivi storici di deviazione e di fa!-

pitale fisso (non di cassa, di eser­ cizio) dei fittavoli. costituito da macchine. utensili. bestiame. e al­ t ro , che Quesnay considera di dieci miliardi, e quindi si remunera con l'interesse del 10 per cento. Bi!ancio ora della classe proprie­

taria: il più semplice per voi, il più comodo.:. per essi. Due miliardi in danaro che entrano dalla classe F. Un miliardo speso per acquistare da questa sussistenze, un altro per acquistare dalla classe industriale oggetti manifatturati di uso. Pareg­ gio. Il patrimonio dei proprietari, am­

messo anche qui l'interesse del dieci per cento, sarebbe dunque, con la rendita di due miliardi, venti mi­ liardi. Invero questa sola classe paga imposte, ne! sistema conside­ rato. Dei due miliardi di rendita due settimi vanno allo Stato. un settimo aile decime della Chiesa, solo quattro settimi sono rendita netta; e quindi il valore fondiario patrimoniale è solo 1 e mezzo, non 20 miliardi. Resta a fare il bilancio della clas­

se sterile. Evidentemente questa, e per essa i fabbricanti, hanno un capitale di esercizio di due mi!iardi che alla fine o inizio che sia del ciclo è trasformato in manufatti. Vendono un miliardo di manufatti ai proprietari. e un mi!iardo di ma­ nufatti alla classe F, incassando due miliardi in denaro. Con uno corn­ prano dai fittavoli generi alimentari per operai e imprenditori. con un altr'o materie prime da lavorare ne! nuovo anno. Sono in pareggio senza perdite o profitti. Ecco perchè han­ no un capitale di esercizio, ma non hanno reddito netto e quiridi per Quesnay la terra vale 11 1/2 miliar­ di, il capitale di impresa agricola come valore patrimoniale 10 miliar­ di, e l'industria manifatturiera in funzione (ossia a meno che non li­ quidi cessando di produrre) vale zero. Quesnay espone questo giro in

modo alquanto oscuro. Marx ne fe­ ce uno schizzo e lo espose al Cap.

zitutto versano (per semplicità par-1 XIV della sez: A della Storia in una liamo Come se i movimenti si faces- . smtesi u? po. tosta. Eng~ls lo ne­ sera una volta all'anno e ognuno I spose PIU chiara~ente a , Cap. X <:Ônservasse la sua dotazione: ap- 1 della Seconda Sezione dell A.D. No1 puntci lo studio e la esposizione so- ci. illudiamo_ di essere stati ancora no meno astrusi per l'agricoltura. pru manuah e pedestr-i di Engels. colla sua stretta perodicità di ciclo Se non avete cap1to. attendete un é,nnuale per indecifrabile che mterprete ancora pIU fessa ch chi ~:a restato Quesnay fino a Marx. scr ive. pi ù indecifrabile ancora verrebbe il quadro della produzione e circola­ zione industriale, colle infinite so­ vrapposizioni e sfasamenti di cicli di variabilissima durata) due dei cinque miliardi di prodotti agricoli ai loro oper ai, il che avviene entra la classe F con operazione mercan­ tile o monetaria non messa in evi­ clenza. Restano tre miliardi di derrate.

Uno ne vengono a comprare i pro­ prietari della classe P, e la F ricu­ pera uno dei suoi due miliardi di fondo cassa. Un altro dei due mi!iardi lo re­

cupereranno in quanto vendono ge­ neri di sussistenza alla classe S, in­ dustriale; e resta loro ancora un miliardo di prodotti, che Quesnay suppone costituito non di generi a­ limentari e affini, ma di materie prime da lavorare (cotoni greggi, Iana, cuoi, etc. etc.), Anche questo viene venduto alla classe S che lo metterà in lavorazione ne! nuovo anno. Fino a questo punto F ha in­ cassate un miliardo di più di quelli pagati come rendita: sarebbe in un senso lato il suo profitto: lo impie­ ga a comprare ancora dalla classe S un miliardo di prodotti manifat­ turati sia per il consume personale che per la ricostituzione del logo­ rio di attrezzi e impianti (devesi ri­ tenere che il consumo di sussistenze personali dei fittavoli sia già co­ perto coi due miliardi di generi trattenuti nell 'interno della classe produttiva senza Janciarli in circo­ lazione ). Il bilancio della classe F è dun­

que completo per un anna. In danaro: cassa due miliardi. En­

trata: dai proprietari un miliardo, dalla classe S un miliardo per ali­ mentari e uno per materie prime; in tutto entrate tre miliardi. Uscite: ai proprietari per loro rendite due miliardi, alla classe S per prodotti manifatturati un miliardo: totale tre miliardi. Alla fine due più tre meno tre riconduce ai due miliardi di capitale di esercizio. In prodotti : in magazzeno cinque

miliardi. Uscite: ai membri della classe agraria produttiva (salarîi e stipendi in natura) due miliardi, ai proprietari per vendita un miliar­ do, agli sterili per vendita di ali­ mentari un mi!iardo, per vendita materie prime un miliardo: totale cinque miliardi: pareggio. Fermiamoci un momento a notare

che il miliardo impiegato a com­ prare dagli sterili effetti vari di uso è considerato il compenso del ca-

lace re visrorrismo ben noti. fu di scienza come in perfetto ed eterno dare uno schema-tipo della società i:quilibrio, non appena scompar~i capitalistica industriale moderna. tutti i residui di forme precap1tah- Le differenze sono sostanziali: niche.

Quesnay ritiene che il suo tipo to di'ssero gli econo- h . . Benvero ques . sc emahco sia quello che caratte- . . . r t· della scuola class1-

rizzerà la società postfeudale, la mish ~apita 1~ 1 ufflciale spaven- . t· d 1 1 1 · . ca· p01 la sc1enza soc1e a e avoro a sa ano, e qmn- • t che aveva evo-

d. 1· f d J t tt l' t · tata delle po enze . 1 g I s ugge e u o an agomsmo . . . li statistica reg1- di classe tra proletari ed imprendi- cate . npiegdo ne·ttaiva e rifiutà gli t Q · d. r t't · 11 strahva e escn , ore. um I eg I sas 1 u1sce ne _a schemi dichiarandoli pure e van_e parte ~1 classe dom'.nante .alla ar1- esercitazioni dottrinali cui la mulh­ stocraz1~ del vecch10 reg1m~ una forme e capricciosa realtà non f~ classe d1 propnetaru borgh~s1 della che ribellarsi. Rifiutà quindi ogm t~r~a _trascura_ndo_ quella dei cap1ta- schematizzazione, non solo quelle hs~1 1~prenditon, e anche quella alla Quesnay che hanno valore apo­ de1 _capitahsh del commerc10 e de!- logetico e corrispondono in ec~n~- la fmanza. Inoltre Quesnay costru1- . . · ani· dei· sociologi utop1sh,

·1 miaID~ sce I suo schema came « progetto t più quelle di Marx che d 11 · r · • 'bï ma tan o . e a m_1g 10re soc1eta poss1 1 e _» e on sono statiche ma dinam1~he, corne d1segno della stab1le soc1eta n - no apologetiche ma nvo- futura fondata sulla « libertà » per- che non _so sonale. Marx costruisce il suo sche- luzionane. . t 1 merito di ma come quello della società capi- Q~esnay ha 1.ntan f 1 costruzione talistica storicamente datasi dopo dichiarare possib!le ha ·n meezo l'epoca feudale ne! tipo di pieno scientifica di _uno sc e;:i-:n~tevolez­ sviluppo, e non came schema di un alla grande ncchezza . ·vente·

· h · · · d · d t· della economia VI , meccamsmo c e gin umformemente za e1 a 1 . . . · meno a velocità « di regime » ma proprio con questo egli era ne pIU net . 1. . . · · · t re del ma ena 1- al fme d, mostrare che un tale as- che un anticipa O ff . . . d. Marx un a erma- setto e mstabile e storicamente smo stonco 1 · . . d

. . 1 f tt he la cntica mo er- trans1 tor10. e la sua meccanica con- tore de a o c . . r t duce non a quello che la fisica defi- na delle vecchie scuole sp1ntu~ is e, nisce « equilibrio » dinamico ma ad condotta in Francia per la s~ienza un sicuro squilibrio, a crisi in se- della natura fisica, in German'.a per rie e alla finale esplosione. A fine le scienze del pensiero, osata m. In­ polemica, come sempre sosteniamo. ghilterra per quelle della so~ietà egli non considera la effettiva so- nell'epoca d'oro della nvol_uz10ne cietà capitalista impura dei varii industriale. era ben propombile e paesi e dei varii stadii di sviluppo sviluppabile in questo campo fmo -- - di cui fornisce auando occorre alla fondatezza scientifica, ma tale magnifiche e sicure ·speciali descri- compito trascendeva quelli della fi­ zioni -- ma quella società ipotetica losofia borghese, ed era riservata al in cui tutto sia produzione sala- materialismo dialettico di una clas­ riale e distribuzione mercantile, de-1 se nuova e rivoluzionaria: il pro­ cantata dai borghesi e dalla loro Jet ariato.

Bilancio del quadro di Quesnay

Il Tableau di Quesnay non eonsi­ dera movimenti di prodotti e di danaro nello interna di una classe. ma solo tra classe e classe, alla sca­ la della intera società, che era per l'autore quella francese del tem­ po (1759). La classi per lui sono tre. Ciasse

P o proprietaria. che comprende Il sovrano e i decimatori, ossia i be­ neficiarii delle decime, divenute ora­ mai rendita in danaro. Classe F o produttiva, che comprende non so­ lo i fittavoli capitalisti <Fermiers) ma anche tutti i salariati agricoli che essi impiegano. Classe S o clas­ se sterile che comprende i fabbri­ canti e gli operai di manifattura. Come è noto Smith e Ricardo, co­

rne Marx considereranno lo schema di tre cl~ssi che non sono queste: proprietarii fondiarii, capitalisti. e operai salariati. Nell'uno e nell'altro caso sono

considerate fuori dello schema, in quanto isole chiuse non ceinvolte nella generale circolazione di pro­ dotti e valore, le classi dei piccoli contadini proprietarii e degli arti­ giani. Ma Smith e Ricardo saranno meno profondi di Quesnay nel por­ tare in conto, nel calcolo della a­ zienda borghese, distintamente il ca­ pitale costante, che si anticipa e riottiene intatto, ma non aumenta­ to, in ogni ciclo, e il capitale effet­ tivamente circolante e che ha la proprietà di ritornare aumentato al­ la fine di un ciclo ed al principio di un altro. Benvero Smith e Ricardo capiro­

no che in ogni ciclo produttivo 11 capitalista anticipa materie prime e salarii operai e diviene proprietario del prodotto, e che tra il valore di questo e il valore anticipato si sta­ bilisce un premio che è la plusva­ lenza, e dissero che tutta la plus­ valenza era sopralavoro, ossia de­ rivava da! ...fatto che il salario pa­ gato agli operai copriva una parte solo del valore aggiunto da essi col lavoro, ma la riferirono al valore di tutto il prodotto ottenuto. Va in­ vece riferita al solo valore del ca­ pitale variabile, capitale salario, in quanto il capitale costante è antici­ pazione che ritorna alla pari. Quin­ di confusero i concetti di plusvalore e di profitto (veggasi il Dialogato con Stalin) e tennero troppo basso il saggio del plusvalore. Quesnay procede diversamente. Si

prenda la classe F, quella produt­ tiva. Al momento del raccolto egli suppone che i Fittavoli, che tutto lo detengono nei loro depositi, ne di­ spongano per cinque miliardi. Ma questi, in quanto capitalisti. dispon­ gono in più del loro capitale di e­ sercizio, sotto forma di due miliar­ di in danaro. Con questo fondo versano alla classe P dei proprie­ tari la sua rendita globale, supposta appunto di due miliardi. Pongono poi sul mercato il prodotto, ma an-

Quesnay non era fesso Adesso ci daremo a questo eser­

cizio: rileggere i bilanci nella lin­ gua di Marx. ,E poi rilegger li nella lingua dei

(con licenza parlando) professori universitari. Per Smith e Ricardo il valore del

prodotto si puà scomporre in tre fattori: salario, rendita, profitto, sia esso prodotto agrario che mani­ fatturiero. In cià hanno ragione ri­ spetto a Quesnay. Ma sono indie­ tro a Marx che stabilisce che il va­ lore del prodotto si scompone in quattro parti: capitale costante, ca­ pitale variabile. rendita e profitto. Il capitale costante che va a rico­ stituire se stesso alla fine del cicl<> non è clunque revenu, ossia entrata economica, di nessuna classe. Il ca­ pitale variabile è quella parte del ricavo da! prodotto che paga i sa­ lari dei lavoratori. la rendita va ai proprietari fondiari. il profitto ai capitalisti. Quest'ultimo variamente si divide tra profitto di imprendi­ tore e interesse di capitale finan-

zero; valore totale del prodotto, annuo due· miliardi. In effetti sui miliardo di alimentari che vannv agli operai ne va parte ai fabbri­ canti. che sarebbe anche plusvalo­ re: ma allora l'industriale passava per un lavoratore intellettuale e organizzatore (ricordate anche la stessa definizione data da! tratta­ tista recente al profitto di impresa) e Quesnay definisce questo corne uno stipendio dato ad elementi scelti della classe sterile; costoro come i loro operai ricevono esatta­ mente quanto consumano: nell'in­ dustria massa del profitto e massa del plusvalore sono zero. e zero per conseguenza il tasso o saggio del­ l'uno e del!'altro. Nell'agricoltura invece insorge:

rendita che, sia pure al !ordo di tasse e decime, vale i due quinti del prodotto !ordo (potremmo in­ dicare con due quin"ti ovvero quaranta per cento il « saggio della rendita ») - profitto e interesse ehe vale un quinto del prodotto lordo (tasse di profitto uguale a un quinto o venti per cento) - loro somma o plusvalore per tre quinti del prodotto lordo. Dato che il capitale costante è trascurabile (in agricoltura non si lavorano materie prime) il saggio del plu­ svalore risulta di tre diviso due (valore del capitale salari) ossia circa il 50 per cento. Per questo ne! quadro è in em­

brione la teoria del sopralavoro. Se producendo cinq1,1e i lavoratori del­ la terra non consumano che due, e se la loro giornata fosse di dieci ore, il lavoro pagato sarebbe quat­ tro ore. il sopralavoro sei ore.

E·i modemi '/ Vedrarno ora come un professore·

di economia moderno legge il Ta­ bleau. La proprietà fondiaria nazionale

vale 11 miliardi e mezzo. Il prodotto annuo vale 5 miliardi. La rendita lorda dominicale è due miliardi, la netta un miliardo e 150 milioni. col saggio del dieci per cento. Il capitale investito nell'agricol­

tura (valore patrimoniale delle a­ ziende rurali capitalistiche) è dieci miliardi. Il suo profitto netto è cir­ ca un miliardo col saggio del 10 per cento. I prodotti agrari si ven­ dono col 10 per cento di margine del costo di produzione, includente il canone di affitto. Il capitale investito nell'industria

è due miliardi, riproduce se stesso ma non dà profitto. I prezzi di mercato dei prodotti manufatti non fanno premio sul costo di produ­ zione. Il circolante necessario è due mi­

liardi. Il reddito nazionale è sette· miliardi (due di rendite fondiarie. uno di profitti di impresa, due di salari agricoli. due di salari indu­ striali). Il patrimonio nazionale ;,. 23 miliardi e mezzo. Se da tutto questo risu!tano evi­

denti le insufficienze del quadro. e il suo riferimento ad un capitali­ smo non sviluppato e a troppo alti saggi di redditi contro vilissimo salario. risulta anche evidente per la prima volta la differenza abis­ sale tra il meccanismo dellà ragio­ neria capitalista e quello del cal­ calo marxista. Per il professore mo­ dernissimo. più arrestrato, più feu­ daliforme di Quesnay. il Capitale è patrimonio titolare. Per noi il Capitale è mas~a di merci prodotte­ per il consumo o il reimpiego stru­ mentale, è massa di vivente lavoro sociale condannato alla galera a­ ziendale. Socialista universitario È' chi si appaga di invocare esproprio di diritti titolari; socialista rivolu­ zioncrio è chi vuole sopprimere ;1 Capitale. strappando il carattere di merci sia agli strumenti di Javoro che ai generi di consumo, liberando il lavoro sociale vivo dalla tirannia dell'azienda. Percio Ricardo diceva fesseria,

per il solito equivoco di dimenticare che il plusvalore va rapportato al solo capitale. sala ri came parte del valore del prodotto, e non a tutto il capitale compreso quello costante (tanto meno al valore patrimoniale dell'azienda di produzione) nei pas­ si che Marx virgoletta: « Il salario e il profitto crescono o diminuiscono sempre in senso inverso ». « Se il salario cre~ce. è solo a spese del profitta. e in\'C,rsamente » (Storia. Vol. III. I. 3). L'errore di ridurre. a maggior

gloria della Produzione e dell' A­ zienda, l'antagonismo tra due epo­ che e due mondi ferocemente ne­ mici al voita-votta tra guadagno padronale e salario. definisce la banale caricatura della rivoluzione di classe, che si chiama sindacali­ smo, da Proudhon a Lassalle, da! povero vecchio Rigola ora morto agli Ordinovisti. Nè è qui il momento di sviluppa­

re il gruppo di casi esaminati da Marx a dispersione della formu!etta ricardiana.

ziario. Vediamo ora il bilancio del Fer­

mier di Quesnay (e non equivocate con Jo inscrivere a furore di popolo alla « classe effe » chi ha la inge­ nuità di credere che queste pagine si leggano fino alla fine). Capitale costante: si riduce ad una parte non grande del miliardo di oggetti ma­ nifatturati che compra della classe sterile e che valgono a rinnovare attrezzi e macchine, tra l'altro. Ca­ pitale variabile: sono quasi del tut­ ta i due miliardi di generi prodotti che vanno al consumo della classe produttiva. Plusvalore: due miliar­ di, più la maggior parte del miliar­ do di oggetti manifatturati e una minor parte dei generi di sussi­ stenza consumati ne! seno della cJ.asse rurale, poniamo in tutto tre miliardi. Reparto di questo plusva­ lore: rendita due miliardi, che van­ no ai proprietari, profitto degli im­ prenditori ed interesse del capitale di impresa, che entrambi vanno agli stessi fittavoli, un miliardo. Totale del valore dei prodotti annui : cin­ que miliardi. Bilancio del proprietario: consu­

ma due miliardi di rendite, in spe­ se annue di alimentari e manufatti. 1 Il professore ordinario non con- Bilancio dell'industriale: capitale cepisce che la cîrcolazione nazio­

costante un miliardo (le materie nale e il reddito nazionale si cal­ greggie comprate da F) capitale colino come circolazione tra « clas­ varia bile un miliardo (gli alimen- si», ma pretende che si consideri tari comprati da F) plusvalore: (Continua. in 4.a pagina)

Metodi della scienza economica

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4 IL PROGRAMMA COMUNISTA

'(continua dalla 3.a pag.J la circolazione tra azienda ed a­ zienda, tra « homo oeconomicus »

-e « homo oeconomicus » e il reddito nazionale corne somma di tutti i redditi personali dei cittadini, sper­

·dendo l'incauto lettore di giornali -e riviste ne! labirinto delle entrate -ahe diventano uscite, poi r id iven- t ano entrate, spese, redditi, riporti credttorfi, debitorii e fregatorii, in modo che alla fine una sola legge itrionfi, quella della equivalenza dei valori in mi l i a rd i di molecolari t1·ansazioni, e la filosofia suprema della ricerca economica sia quella -che diritto morale e religione uffi­ ·oiali sono salvi quando si intona la -canzonett a: chi ha dato ha dato ha -dato! Chi ha avuto ha avuto ha .avutc!

L'economia politica è per eccel­ Lenza la scienza in cui si prova che la moderna cultura tanto vantata traversa un'epoca di ininterrotto rinculo. Altra scienza caratteristica per questa prova è l'Urbanistica.

-che fa passi giganti all'indietro dai tempi di Romolo. Le città fondate

-dagli urbanistj moderni fanno sem­ pre più schifo per assenza comp let a di ogni sensata nozione di tecnica, economia e storia sociale. Non si

-creda che vada fatta eccezione per le pretese scienze « esatte », La più venale e corrompibile è ad esern­ pio la scienza delle costruzioni. tutta basata su matematica e mecca­ nica, e non si azzarda molto su 'una analisi, che tra qualche anno dovrà trovare chi ci lavori, allu­ dendo alla fisica nucleare, altro

-campo in cui i formidabili interessi di ricchezza e di potenza fanno che sra tutto gioco colle carte false. il docente di economia per difen­

ctere il suo metodo molecolaristico, sminuzzatore, indeterministico, an­ tiimpegnatistico, si porrà a deridere gli sforzi che la sua scienza ebbe a compiere ne! periodo in cui la si­ tuazione sociale le dava un lancio possente, affermando che sono e­ sercitazioni di agitatori e di uomini ,di parte i tentativi di tracciare schemi esplicativi della macchna

. sociale concepita corne un sistema ·grandioso e semplice e non corne una rrrirruta gl ia da orologeria. Ma

· Quesnay che semplificà anche trop­ po al punto di mettere operaio agrr­ colo e fittavolo capitalista insieme, cpp one ndo li alla simbiosi economi­ ,·.::a di industriale e operaio di fab- br ie a , ht ·grande ne! dedurre dalla terribile impasse della circolazione ·monetaria. in cui il solo fenomeno ·compx·ensibile a vista è lo sfilo del portafoglio dalla tasca interna della giacca, la sua rete: circolazione annul lat a all'interno di ognuna del­ le tre classi. circolazione incomple­ ita quando giocano due classi (po­ niamo i Proprietari comprano ma­ nufatti dagli Sterili), completa quando giocano tutte e tre: ad esem­ pio denaro dai Fermiers ai Proprie­ tari, da questi agli Sterili. da que­ st i ai Fermiers nuovamente. Oggi, dice il docente. o il. grande

·burocrate, abbiamo innanzi a noi ·un numero molto più grande di tipi, e in ogni t ipo qualitativo di -casi ouantit attvi. e non si amrnett o- -no queste presentazioni semp lici- stiche. I dati vanno elaborati colle ,moderne teorie statistiche e le ri­ sorse della Cibernetica, e le calco­ latrici elettroniche. Mentre questi trusts di cervelli naturali e art i­ ficiali filtrano i dati a maniche r im­ boccate, in gamba, e non soltanto più in quella tale linea tramviaria. ma ad ogni p asso e trapasso: guar­ datenè e' sacche! Eppure lo schematizzatore Que­

snav non era spinto che da una condizione di ambiente suggestiva­ mente limpida e leggibile non da .an imo di parte, dicemmo che la sua ideologia era ancora aristocra­ tica ed autocratica e che egli non si era reso conto di essere l'espres­ sione di tempi nuovi, non solo della proprietà fondiaria capitalistica

·contro l'espressione di tempi nuovi, non solo della proprietà fondiaria capitalistica contro quella feudale. ma delle stesse ulteriori forme del capitalismo industriale di cui egli, senza vederle, trovava e scriveva le le!{gi. E non ha ogni scienza pro­ ceduto cosi, per questi schemi che sembrano stare sulle stampelle e che non nascono ·in cervelli balzani, ma sono dettati a penne quasi subcoscienti da situazioni altamente sismiche della storia? Colombo non scoperse I'ignoto Occidente soste­ nendo di « guadagnare !'Oriente»? Galileo scrisse ne! più grande se­ greto « altissimum planetam terge­ minum observavi », ossia vidi (col primitivo cannochiale) il pianeta Saturno corne composta di tre stel­ le attaccate: una grossa in mezzo e due piccole ai lati. In effetti con

.Pro-vittime politiche SALDO 1953

'CASALE P.: Coppa M, 150, Chec­ co 55, TOT.: 205. SALDO PREC.: 3290. TOT. GEN.: 3495.

maggiore ingrandimento Herschell vide che si trattava del famoso anel­ lo che avvolge il pianeta di forma circa sferica corne tutti gli altri, e Galileo aveva preso una chicchera. Ma non vale essa chicchera più di tutte le tazze di caffè espresso che potreste prendere col vostro sti­ pendio dei ventisette? Ora questi esempi si potrebbero

addurre a centinaia. per dimostrare che le conquiste della teoria vanno ad ondate e sono fondamentali quel­ le di determinati periodi critici. Tutte le moderne notizie sul!a ft­ sica dei corpuscoll sono sorte dal­ l'avere elaborato schemi e model!i dell'atomo che non solo lo dipin­ gono in modo grossolano per ren­ dere la cosa accessibile ai nostri sensi e al grado di sviluppo del nostro cervelle, ma che non ga­ rantiscono affatto che i tanti tipi di particelle scoperte e in certo senso verificate siano veramente presenti corne affarini puntiformi e non si tratti invece di tutt'altra faccenda, di onde di energia o altro, descritte nelle formule matematiche confer­ mate da controlli pratici sperimen­ tali, ma non accessibili nonchè ai nost rt sensi nemmeno alla nostra concezione. Il modello schematico sembrerà

un giorno grossolano e banale co­ rne il disegnetto che il Galilei fece di Saturno, ma intanto l'energia atomica sarà stata sprigionata, a gloria di un'altra scienza che ver­ gognosamente degenera da migliaia di anni: l'arte militare. Quindi ci è ben lecito lavorare

al modello « irreale » della società moderna capitalistica e allo schema della strada e procedimento per cui dovrà crepare. Se lo schema sarà da buttar via,

non lo faremo che « dopo ».

Politica di classe C Pour la bonne bouche J La particolare critica dei fisio­

cratici offriva dunque al marxismo, dottrina moderna del proletariato (già presente nel!o schema di Que­ snay in quanto i salariati agricoli su! lavoro dei quali si regge tutta la creazione della ricchezza socia­ le sono pur i, purissimi proletari) sia pure in una struttura embrio­ nale. alcuni essenziali lineamenti. Abbiamo trattato il primo, ossia l'istituzione di una teoria dei so­ pralavoro, ed il seconde. ossia la divisione della società in classi e lo studio del movimento economico da classe a classe. non più da indivi­ duo a individuo, da ditta a ditta. E vi è ancora qualcosa di più, che ribadisce corne l'interessamento di Marx non fosse esercitazione eru­ dita, ma esigenza rivoluzionaria. Nella critica fisiocratica vi è un

elemento che resta del tutto assen­ te da quella dell'economia classica capitalistica, per quanto questa ab­ bia il merito di aver definita l'est­ stenza di plusvalore nella produzio­ ne di oualunqus merce, sia essa prodotto agrario che manufatto. Ponendo il rapporta in evidenza co­ rne prestazione di classe a classe, non è tentata nessuna spiegazione della rendita fondiaria che ne att e­ nui il carattere di estorsione di la­ voro da altra classe, mentre gli economisti classici scoprono il plu­ svalore ne l l Tnd ust r ia si, ma, secondo lo schéma individualista della loro cconomia, asserendo che il salario del lavoratore paga esattamente il suo temoo di l avoro a termine della legge d;lla equivalenza degli scarn­ bi avanzano incessanti « giustifica­ zion! » del profitto di impresa e lo dipingono corne compenso di un contributo alla ricchezza sociale. In altri termini mentre I'econo­

mia classica legittima corne equo e libero il rapporto tra capitalista e proletario secondo il salar iato, e corne oppressivi solo quelli prece­ denti di diperidenza servile, e per essi l'ambiente giuridico della li­ bertà personale è la definitiva pre­ messa di una economia equilibrata e fiorente, i fisiocratici francesi, fa­ cendo apparire la nascita della p lu­ svalenza proprio per la trasforma­ zione storica del servo della gleba in lavoratore libero, e per la libe­ razione della terra dall'infeudamen­ to ereditario rendendone la pro­ prietà sempre convertibi!e in de­ naro, e viceversa, impiantano le prime linee di una critica sociale degli istituti liberali e democratici, che il marxismo svilupperà fino a farne la base della politica della classe salariata. Il marxismo non poteva fare a

meno di costruire la sua teoria del­ l'anti tesi di classe nella società li­ ber ale sui dati forniti dalla econo­ mia industriale dei classici borghe­ si, avendo chiaramente enunciate le leggi del processo di meccaniz­ zazione della produzione che condu­ cevano al formarsi dell'immenso e­ sercito dei lavoratori industriali. Questo, trovandosi rispetto alla classe dei fabbricanti nello stesso rapporta dei salariati agricoli agli affittaiuoli capitalisti, avrebbe ap­ portato altre ed immense forze al-

la nuova lotta tra le classi. occu­ pando del Quadro la zona più fiam­ meggiante.

Ma il punto di arrivo del marxi­ smo è che la rivoluzione liberale non ha il suo significato nella ideo­ logia politica e non sbocca in una conquista irrevocabile di nuovi di­ ritti per tutti i cittadini al di so­ pra della posizione economica, ben­ si lo ha ne ll 'ascesa al potere di una nuova classe dominante, di cui il ciarpame illuminista non è che la maschera. Esso non è certamente contenuto nella dottrina fisiocrati­ ca, nè avrebbe potuto storicamente esserlo. ma essa non vi si contrap­ pone tanto decisamente quanto il liberismo economico inglese che di­ ce: messa ogni molecola sociale nel!a piena facoltà delle sue scelte economiche. tutto il sistema deve funzionare senza intralci e scosse. Nello schema del quadro infatti è posto in luce che la classe pr ivi­ legiata. quella dei proprietari fori­ diari, se da sola con le imposte mantiene la macchina statale, lo fa in quanta la stessa interviene a tu­ telare la intangibilità del suo rno­ nopoli o della terra. La scuola Ri­ cardiana invece tende a nascondere il monopolio dei Capitale e l'es­ senza di macchina di classe ai suo servizio dello Stato democratico. Siamo giunti, partendo dalla sche -

matizzazione della società « capitali- · sta agraria ». ne! pieno problema della strategia politica proletaria. Ne! periodo che va da Quesnay

a Marx il proletariato non p uo non combattere nelle rivoluzioni bo r­ ghesi che, oltre a debellare la mac­ china feudale di potere, aprono la strada non solo alla liberazione di forze produttive che sorge dalla abolizione del servaggio e dei vin­ coli sulla terra, ma ail 'altra che de­ riva da! concentrarsi in unità se n­ pre più potenti del lavoro manifat­ turiero ed urbano. In questa partecipazione del na­

scente proletariato aile insurrezioni liberali e nazionali, che esprimono

Gli insegnamenti della Pignone e della sua "Union sacrée,,

Se l'opportunismo avesse qualche senso stor ico per la classe operaia, non saremmo qui a celebrarne i nefasti; e, soprattutto, da un pezzo - da quando cioè è sorta monoli­ tica la dottrina del proletariato - ne avremmo indicato il corso e lo sbocco positivo, e corne abbiamo fatto per la giovane borghesia rivo­ luzionaria, ne avremmo intessute le Iodi, L'opportunismo, invece, è parage­

nabile a quei ciaccioni che tutto fanno e nulla fanno: o più precisa­ mente a quell'amico zelante ed as­ siduo che in fondo ti frega, La borghesia ha bisogno di un alleato di questa fatta, e non si è peritata di affidarg!i in dati tempi e luoghi vere e proprie mansioni di r app re­ sentante dell'oppressione capitali­ stica e di guardiano della classe lavoratrice, confidando a giusta ra­ gione nei suoi travestimenti rossa­ stri, necessari per meglio distoglie­ re il proletariato dalla suprema lotta contro il Capitale. Abbiamo assistito ad alleanze aperte ed uffi­ ciali, poi ad abbandoni più o meno clamorosi nelle apparenze, e a suc­ cessivi ritorni agli abbracci di un tempo. Sempre, pero, i risultati sono stati gli stessi; sempre e co­ rn un que il solito fregato: il prote­ tar iato. In fondo l'opportunismo è cre-

sciuto e si è fatto le ossa nei Sin­ dacati, appunto perchè pr ivo di -yi­ talità propria e di_ proprra ~s1?­ nomia: incapace dt costrurrst m Partito autonomo, ha dovuto _J?ren­ dere a prestito dalla classe pru a~­ trezzata e aspirante alla primogem­ tura del potere la propria g10va!1e e apparente vitalità: NeUe orgamz­ zazioni professionali e di m1:she:e ha reclutato i suoi giannizzerx, e m esse ha trovato buon terreno di la­ voro data la natura costituzional­ mente non rivoluzionaria dei Sin­ dacati. Ambiente sano per l'oppor­ tunismo· difficile invece e a volte micidial~ per il partito rivoluzio­ nario, Il Sindacato è stato spesso, nei momenti cruciali della storia della dominazione del Capitale, un ostacolo non indifferente allo svi­ Iuppo rivoluzionario della lotta di classe. Malgrado questo, i rivoluzionari

comunisti non hanno mai desistito dall'agitare _il loro massimo pro­ gramma fra 1 lavoratori organizzati, con~rappone~do alla_ politica oppor­ tumsta dei smdacah quella rtvolu­ zionaria d~l Partito di classe. Cosi, data ormai per scontata la direzio­ ne opportunista dei sindacati, so­ prattutto nei momenti di stanca della rivoluzione, gli operai hanno dovuto patire e patiranno ancora tutta una politica mistificatrice, in­ tessuta di false proposizioni socia­ listeggianti, e di ipocrite preoccupa­ zioni umanitarie. Nessuna meravi-

glia dunque, per la politica ufficia-' frontale lotta delle classi sfruttate le di generica lotta contro i licen-1 contro il caprtalisrno, _ ziamenti - per nulla rivoluzionaria L'opportunismo _g1oca qui appun­ anche se riuscisse ad ottenere il to 11 suo ruolo di fehdo mezzano:

, , . impedtre queste lotte. spezzarle m mass1?10 imprego della forza-lavoro, mille modi e forme, dirottarle da] e?- obiettivo verso, cur ~o ~tesso Ca- punto storico centrale. Una volta pltale tenta d1 er1gers1. m quanto legati i lavoratori in organizzazio­ vede in essa l'optimum delle con- ni di partito e sindacali che si di­ dizioni sociali per il massimo, sfrut- chia~ino. s?cialiste, il gioco è fatto. tamento dei lavoro (se cos1 non Tutti gh 1mpulsi di classe passe­ fosse il Caoitale non sarebbe ca- ranno per questo filtro poderoso per pital~ non - sarebbe • lavoro alie- e_sserne devitalizzati. Ogni tenta­ nato 'e il Lavoro lavoro forzato, t~vo di rot_tura del prole_tariato con

. 1 opportumsmo sara sch1acc1ato, se Ma:i_:, Opere econom1che del 1844); necessario, ne! sangue - corne di pohhca che sfuma m una bolla d1 recente a Berlino. Le promesse sapone e serve solo a trattenere alimentate dallo spettro della fame nelle maglie del capitalismo il pro- e dalla sete di pace e di giustizia letariato. La tendenza al concen- penetreranno, corroborate dalla tramento del caoitale nelle mani speranza, nelle file _della classe ope­ di pochi; il co~seguente assorbi- raia,_ perchè _si saz1 d1 par?le e _di

. , . fithz1e v1ttone e non pens1 a rm- mento pm o _m~no v10Iento della saldare le sole posizioni di auten- p1ccola propr1eta nella grande e tica forza di classe rappresentate dei piccoli Paesi nei maggiori; la dal suo Partita rivoluzionario. caduta, dopo l'ultima guerra impe- E' quindi ,compr~nsibi!e ogni ria lista, di gran parte delle vecchie sconfitta operaia,. ogi:11 aumento del­ nazioni allo stato di colonie sotto l'autorità del cap1tahsmo nelle stes­ la dominazione della centrale im- se organizzazioni, per loro natura perialista dell'America· il conse- proletarie. La « Pignone » di Firen­ guente acuirsi dell'endemica ten- ze ci ha insegnat? an~ora una volta d Il' · d . ---'-e ne! modo PIU ch1aro e solenne enza a_ anarchia ella produz1one; _ che per schiantare la dominazio- t1;1tto_ c1è> ha per _effetto c_he Il ca- ne capitalistica è necessario, anzi pitahsmo, corne 1 apprend1sta stre- indispensabile, passare su! corpo gone, non riesca più a controllare dell'opportunismo traditore. Qui le forze sociali che ha evocate, e non è bastata la palla al piede del­ oggi tiene a mala pena la rotta di l'opportunismo tradizionale· si è copertura non riuscendo neppure c~iesto , anc~e l'a_iuto degli altri a riso!vere i normali problemi della smdacah, ~el pret\, del sind_aco-ge­ sua quotidiana esistenza. Di qui s~uta L_a Pira - 1 ~m1co dei pove-:, aziende in disfacimento fabbriche n - di « tutta la c1ttadinanza », d1

. . , b ' . f tutto un conglomerato controrivo- chmse, elefa_nha~1 . ~ro~rahc~, so - luzionario, per soffocare in modo focamento ~1 ~thvita, d1str_uz1one e momentaneamente irrimediabile la sperpero d1 ncc_h:zza e d1 Iayoro, Jotta dei lavoratori, per farli ope­ crescente parass1hsmo del capitale, rare, sotto questa sporca copertu­ ecc. Questo stato di cose non abbi- ra ~i c?modo, a favore degli inte­ sogna di correttivi e di riforme ress1 di_ grupp1 monopolistici che dall'etichetta socialista, bensi della ma~egiiiano a loro volta l? S~ato.

L umo~e sac~a fra capitahsmo e opportumsmo, Il blocco fra le clas­ si, questo l'anello che ha soffocato e soffoca _ la classe operaia impe- dendole d1 muoversi in senso con­ ve:gent': col predisporsi materiale dei fath verso la rivoluzione. La « Pignone » ci ha insegnato soprat­ tutto questo, anche se certi amori

·non sono nuovi per noi ed hanno accompagnato fin dalle ' sue origi­ ni di classe il proletariato - ferme restando, naturalmente, le norn_iali lezioni, le più comuni, quelle, c_1oè, che partono da! presupposto 1po­ crita di « impedire i Jicenziamen­ ti » p~r far digerire agli operai proprio i licenziamenti, le lezioni ordinarie che insegnano ormai ad abundantiam corne, per fregare ~on successo gli operai, lo Stato cap1ta­ lista debba rivolgersi ai partiti cosiddetti operai e ai sindacati del- la pace sociale.

E' in vendita alle Edi­ zioni Prometeo l'

Abc del comunismo

Proseguendo sulla quesfione agraria ~o~ abb~ ~~,. ,~d; ~Jr~n~;~! ciamo ii piacere, sebbene abbia- Nella situazione jugoslava Djilas

il formarsi della nuova economia mo uno stomaco da struzzi) di , tato 1. t ' f -

di mercato e fondono le isole morte conoscere gli scritti certamente... e s sem.p icemen e u? u?r1 tradizionali nella unità territoriale, storici che hanno meritato a tempo; fra uno o due anni, o SUl­ condizione inderogabile è la inces- Djilas, già capoccione e super- no pure dieci, sarebbe l'uomo del sante demolizione dottrinale e agi- teorico del titismo in Jugoslavia giorno; oggi è il rinnegato. D'al­ tatoria delle illusioni democratiche e alt_rove, la scomunica del suo tra parte Tito ha reso omaggio in politica ed economia. Non meno Com1tato Centrale e l'allontana- ' . . , . profonda delle posizioni di princi- mento da posti e prebende di alla propna d1versificaz10ne ap. pio è questa posizione marxista primo ~rado. Forse, se ne avremo parente dallo stalinismo non ri­ di manovra strategica. Il movimen- l'occas1one e la forza. ci ritorne- correndo alle misure estreme to ma,rxista, dedito ,a seguire con rem? ~opr_a: sembra i;:erè> già ora della fucilazione

O di altra for-_

1mpaz1enza le v1ttor1e armate del- poss1blle mtravvedere lo sfondo . . le rivoluzioni liberali, non ce~sa di di questa vicenda, tanto simile a ma d1 soppress1one del « transfu­ colpire a fondo le ideologie illu- quella della caduta di Beria. ga »; l'ha soltanto e sia pure so­ ministe democratiche e dallo irri- Il grande torto di Djilas sem- lennemente ammonito. Cosi tutto dere _alle v_ant_at,e conquiste della bra infatt~ essere stato quello di è a posto il bilancio è in pareg- hberta dell'mdzvzduo e del popolo. aver teonzzato, portandolo fino . , a1'

1 f . . ,

- li t 1,- g10: e s va a acc1a sociahs+" Conferma suggestiva di questa a_ e es reme conseguenze, 1nse- , . . -. potente doppia posizione di cui nmento della _J-ugoslavia titina e salva la faccia democrahca del i due dialettici aspetti non si di- nel mondo occ;1dentale e quindi regime. sturbano, ma si completano irre- n_ella democrazia. _Or~, cert~ cose Il n. :3 è affogato: lo faranno al sistibilmente è il richiamo di Marx Sl fanno ma non s1 d1cono, 1n Ju- to b '

' 1 · · R · momen uono tornare a galla ad una dottrina dell'economia po- gos avia co1;1e 11:- uss1~ e corne , • ,. . , · litica, che nel pieno fervore ideo- dovunq!-le: e lec1t? '.1 Tito sman- Quanto a Bena, non ce r;Hu; ma, logico dedito a dichiarare i diritti t~llar': :1 cooperativismo a~ario, morto un papa, non è forse vero dell'uomo e del cittadino si dà a nstab_llte e ~~fforzare lal pblrcola I che se ne trova un altro? dichiarare corne struttura essenzia- propne a, sc 1erars1 co . occ? _ le del moto sociale storico il movi- occidental~, trasforma~e 11 parh- mento dei materiali valori. dei pro- to com~uusta (e_ lasciall1;0 stare dotti e degli sforzi di Iavoro, tra che co~ aves_se d1, comumsta an: l'una e l'altra delle grandi classi che_ :!'l~·in:ia) m _un e~as~1ca lega d1 della società del tempo. sociahsti; non e lec1to _mvece pr?-

, . _ _ . _ clamare apertamente Il passagg10 Ed _ e richiamo m1portant1ss1mo 'id un ,, socialismo democratico ,, ;

propr10 ogg1. e propr10 per la corn- non è lecito auello che a quanto prensione degli ultimissimi anni e sembra, aveva fatto ' dall'altra dei prossimi, in cui mentiti dialet- sponda Beria, cioè scoprire pri- tici, mentiti marxisti, mentiti rivo- ma del tempo le carte. A · M I L A N 0 luzionari, blaterando che è tornato Titismo e · stalinismo si assomi- H tempo in cui allo sviluppo del gliano corne due gocce d'acqua; si _trova in vendita, per ora, aUe c1clo borghese s1 deve dare ad arm1 sono forme di "socialismo nazio- edicole di: s11uainate una nuova spinta in avan- nale », cioè di falso socialismo; ti, corne nel!'ottocern-,. affogano nel- sono entrambi liquidatori della la melma della più smaccata apo- tradizione ideologica e organiz- logia agli ideologismi bo,ghesi e zativa del movimento comunista.

1

p· 1

, piatiscono rivendicazioni_ e diritti , L'~o. e l'altro han_no goduto -- iazza e 24 Maggw, angolo C.so della persona e postulat! popolan . qumd1 - e godranno m avvenire S. Gottardo. ne! più basso gergo democratoide, j - l'appoggio della coalizione quando già due secoli addietro era borghese tradizionale dell'Occi- 1 -·- Piazza Fontana; possibile andare sicuramente oltrel 1- dente. Ma la loro funzione, ri­ a tutto questo disgustoso ciarpame volta verso la classe operaia, e riconoscere le linee robuste delle ' implica il mantenimento di una sole protagoniste della vivente sto-1 faccia socialista e il gioco sotto­ ria, le classi. banco, almeno finchè non sia

dl Bucbarln • Preobraqen•kl

"il programma comunista,,

Piazza del Duomo, portici set­ : ent rionali, angolo via Mengoni.

- - Corso P.ta Vittoria davanti al­ la C.d.L.;

Porta Volta, ai due lati dell'im- - bocco di via Ceresio;

Porta Nuova, piazza Principesaa Clotilde;

Viale Monza, angolo via Sa,di;

Largo Cairoli, angolo via S. Gio­ vanni sul Muro.

Via Cesare Correnti.

Via Cesare da Sesto, ang. via San Vincenzo.

- Piazza Pie-monte. - V.le Coni Zugna, ang. via Solari. - Pie Medaglie d'Oro.

- P.zza Guglielmo Oberdan.

- Piazzale Cadorna.

C1111icazioni di Partite Sottoscrfzionâ. Le sottoscrizioni 1953 hanno su­

perato la cifra raggiunta nell'anno precedente. Non sono calcolate nel totale le quote stragrdinarie, versa­ te per l'ammontare di L. 341.320 (esclusi i contributi raccolti a Mi­ lano e accantonati). Le sezioni e i compagni lavorino perchè ne! 1954 l'aiuto del giornale sia ancora più sostanzioso. Nell'elenco pubblicato in questo

numero non figurano le prime sotto­ scrizioni 1954, che pubblicheremo ne! n. 3 di «Programma».

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.1 1 i

VERSA.MENTI LOANO: 600; TRIESTE: 8350;

TORRE ANN.: 10.000; CASALE: 6000; LUINO: 15.000; FORLI': 7100; ANTRODOCO: 1000; TRIESTE: 500; AQUILA: 700; ROMA: 773; NAPO­ LI: 3000; FIRENZE: 1000; TORINO: 10.000; PALMANOVA: 1000; ROMA: 500; COSENZA: 10.000; FORLI': 4125; PORTOFERRAIO: 600.

Percbè la nostra stampa vi11 SALDO 1953

LOANO: Giuseppe 100; LUINO: I compagni 12.250; MILANO: Osval­ do 500, Pattari 25; ANTRODOCO: Lamberto 650; TORINO: Domenico 550, Luca 550, Varesio 200, Bogino 250.

TOTALE: 15075; TOT. PREC.: 371.944; TOT. GEN. 1953: 387.019.

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Responsabile BRUNO MAFFJ

Ind. Grafiche Bernabei e C. Via Orti. 16 - Milano

Reg. Trib. Milano N. 2839