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rivista d’esperienze, narrazioni collettive e autobiografiche 4/ ’13 lug-ago NOI E LE MODE parliamone

Rivista n 4 2013

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Calidoscoppio n.4

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parliamone Sonia, Cinzia, Carmen, Carlo R. Tiziano, Adele, Lina, Mario, Riccardo, Andrea, Marianna, Simonetta, Mina, Marika, Anonimo, Milena C., Giuliana, Gabriele, Walter, Maria, Ferdinando, Daniele, Stefania, Achille, Enrica, Luisa. esperienze col territorio “Cerco Lavoro” il gruppo del C.d. “La Casa” conversa con noi Alessia Pasqualina intervista N.O.A. Dott. Cipollina poesie Il sogno di Adele Il mio socio di Andrea Il mare di Carlo Africa di Riccardo S. e Mario S.

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La vita è bella di Tiziano Cielo grigio di Simonetta L’acqua di Cinzia Il cielo di Carmen Serenità di Lina Margherita di Marika La mia estate di Maria Senza titolo di Marianna mosaico Temporale psicadelico di Alfredo Le macchie sulla maglietta di Charlie La piscina di Stefania La gita in Valsassina di Stefania La mia mamma di Maria Uscita serale di Stefania Il matrimonio di Marta La sofferenza di Adele Il mio lavoro di Andrea

Gita a Capriate di Carlo Gita alla Minitalia di Mario e di Riccardo Senza titolo di Sonia e di Tiziano e di Anonima e di Lina Piscina di Cinzia e di Carmen, Il confine di Simonetta, Una piccola vacanza di Marianna, La vacanza al Passo della Presolana di Marika Le iniziative estive di Gianpietro, Antonio, Piero, Rossella, Alain, Lina, Marianna, Emilia, Carmen, Simonetta, Paolo, Giuseppina. I miei cappelli di Achille

Gruppo “La Redazione” In questo numero hanno collaborato: Sonia, Cinzia, Carmen, Carlo, Tiziano, Adele, Lina, Mario, Riccardo, Elisa, Andrea, Simonetta, Paola, Mina, Marika, Anonimo, Milena C., Giuliana, Gabriele, Walter, Marta, Cristina, Maria, Ferdinando, Daniele, Stefania, Achille, Milena, Enrica, Luisa, Alessia, Pasqualina, Stella, Riccardo S., Ma-rio S., Charlie, Giuseppina, Paolo, Emilia, Alain, Rossella, Piero, Antonio, Gianpietro, Marianna, Anonima, Alfredo, Mario, Michela, Laura, Marta, Serena, Rosanna, Giovanni.

c/o CD “La Casa” A.O. Desio e Vimercate via Cavour 42 , 20881 Bernareggio tel 039 6902054 E-mail: [email protected] [email protected]

c/o CD “L’Aquilone” A.O. Melegnano Via Don Moletta 22, 20069 Vaprio d’Adda tel 02 90935407 E-mail: [email protected]

c/o Comunità Protetta A.O. Melegnano Via Roma 3, 20056 Trezzo sull’Adda tel 02 9092706 E-mail: [email protected]

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“La moda come espressione di sé stessi e della propria cultura, come modo di apparire o come appartenenza a qualcosa.”

E’ un modo molto personale di vestirsi. Alcuni la seguono alla lettera e indossano vestiti costosi mentre altri preferiscono abiti più economici o aspettano i saldi per-chè non hanno la possibilità di acquistarli. Mi aveva colpito la moda degli anni ‘70. Non servi-vano tanti soldi ed era un modo

per rompere gli schemi e seguire dei valori. I giovani la utilizzano per identificarsi, per sentirsi parte di un gruppo e darsi importanza. Alcune tribù tipo i Maori si tatua-vano; per loro non era una moda ma aveva un significato profon-damente religioso e spirituale. Ci sono tanti modi per esprimere se stessi e la moda è uno di questi. Secondo me la moda dei giovani è sempre un segnale di rottura e di distanza dalle vecchie genera-zioni, cioè è un modo di afferma-re se stessi. Negli anni ‘70 io seguivo la moda degli hippies con i capelli lunghi, le gonne lunghe e colorate, i je-ans. C’è stata anche la moda nei tempi più recenti dei dark, tutti vestiti di nero, con trucchi molto pesanti; c’è stata la moda dei giubbotti con le borchie e via dicendo. Gli stilisti più costosi sono però quelli che vestono le

donne e gli uomini in modo mol-to classico: tailleur e giacche con tessuti molto ricercati e lavorati. Ecco io penso che la moda di una persona cambi come cambia la sua età.

Sonia

Vedere le modelle mi fa tristezza. La moda per me è cosa scelgo io tutti i giorni. I tatuaggi e i pier-cing sono una moda. Anch’io vestivo da figlia dei fiori; ora va-do contro la moda perchè mi sento anticonformista. Se ti fai influenzare a seguire una moda, non solo vuoi gli abiti, ma anche il fisico. La moda per me è guar-dare una bella maglietta, vedere se mi sta comoda e indossarla. Sono contro i pecoroni senza fantasia che guardano solo il gruppo e di conseguenza imitano.

Cinzia

Mi piace seguire la moda ma in base alla mia età. Quando ci sono occasioni come ad esempio i ma-trimoni mi permetto abiti costosi, per esempio mi piace la stilista Elena Mirò. Mi piace tenermi in ordine e spendo per questo, mi fa star bene. Adoro abbinare gli ac-cessori, è una moda che va tanto. Fin da piccola ho sempre seguito la moda.

Carmen Per me la moda è come ti pre-senti agli altri. Anche il taglio di capelli è moda.

Carlo R. A seconda di come ti vesti si ca-pisce che persona sei. Mi piace molto la musica e spendevo per comprare i cd, ne ho tanti. Mi piace la moda dei vestiti costosi,

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3 In copertina, disegno di Marika: “Gli accessori che fanno tendenza”

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quando ci sono i saldi bisogna approfittarne. Prima di entrare in Comunità, seguivo la Moda del vestire (pantaloni, camicie, scarpe ecc..) ed ero fiero. La domenica per me è il giorno più bello della settima-na, perché ci si veste bene a pas-so della Moda.

Tiziano

Non bisogna seguire la moda alla lettera, l'importante è che quello che indossiamo ci stia bene. Mi ha sempre affascinato la moda del 700 e le macchine d'epoca. Sono sempre attenta alla cura dei miei capelli. Le mode mi hanno sempre affa-scinato e coinvolto. Le seguivo quando ero giovane e più magra. Compravo tante borse, scarpe e accessori. Mi acconciavo i capelli in svariate pettinature. Mi piaceva molto indossare le gonne corte. Ascoltavo la radio e leggevo mol-to. Facevo la dieta e la ginnastica per andare al mare con il costu-me a due pezzi. Mi piacevano le

belle macchine e le belle moto però avevo paura degli incidenti.

Adele Per esempio Little Tony si ispira-va ad Elvis nel modo di vestirsi. Non uso gli accessori perchè fac-cio fatica ad abbinarli. Il militare va tanto di moda quest'anno e vengono riprese spesso le mode passate. Io non sono una ragazza che segue molto le mode. Non mi piace per esempio, chi compra un cane di razza e lo usa per le mostre canine senza dargli amo-re; il cane dona tutto l’amore che può, anche se il padrone lo ab-bandona con crudeltà. Poi la moda di possedere animali esotici, che nell’arco del tempo, non riuscendo a gestirli, vengono abbandonati.

Lina

A causa della crisi spesso le per-sone si limitano nell’acquistare e riutilizzano le cose che hanno in casa. La moda la possiamo distin-guere in diversi momenti della nostra vita, quando si è giovani si cerca di seguire la moda di grup-po, sia nel vestire, sia nei com-portamenti. Si seguono le mode nel fare tatuaggi ( e a volte ci si pente), nell'uscire la sera e nell'andare al bar e in discoteca. Col passare degli anni si cerca una moda piuttosto personalizza-ta sia nel vestire come in tante altre cose. Assumiamo la consa-pevolezza di essere osservati e di conseguenza giudicati e questo ci porta a prestare più attenzione alle mode da seguire.

Mario La moda è come una linea da seguire. La mamma mi sceglie i vestiti da indossare. Anche fuma-re può essere una moda (per se-guire il gruppo). Se uno o una si veste in un certo modo, segue la moda. Io fumo le sigarette per-ché vanno di moda e anche per-ché è un vizio che ho.

Riccardo Non ho mai speso tanto per i vestiti. Da 2 anni spendo molto per cose futili. Perchè ho iniziato a pensare che ogni giorno po-trebbe essere l'ultimo, ecco per-chè voglio godermelo. Anche se riconosco di aver esagerato. Ora sto cercando di darmi una regola-ta. Anche a me piace la musica. Ho speso molto per l'acquisto di cd. L’anno scorso ho comprato un paio di scarpe della Nike mol-to costose. Ho pagato queste

4 Disegno di Marianna: “La nostra moda”

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scarpe 150 euro. Ho deciso di comprarle perché sono di colore bianco e nero come la squadra di calcio del mio cuore: la JUVEN-TUS. Due anni fa ho iniziato a fare molti tatuaggi sulle braccia. Ho speso molti soldi per farli, penso di aver speso più di 1.000 euro. Sono contento di tutti i ta-tuaggi che ho fatto, anche se mia mamma non è d’accordo con me.

Andrea

La moda la facciamo noi abbi-nando i colori. Da giovane la se-guivo, ora non più perchè c'è la crisi. La moda è come un arcoba-leno per me, gli altri ti giudicano per quello che indossi. Mi piac-ciono molto le gonne a ventaglio, le indossavo da giovane. La musi-ca è una moda, mi ricordo il tor-mentone “Un’estate al mare…”, ho ballato tanto con questa can-zone.

Marianna

Mi piace la moda classica. Faccio fatica ad abbinare i colori quindi preferisco le cose che vanno di moda sempre. Ero restia a mette-re gli accessori perchè avevo pau-ra di perderli e forse perchè pre-ferisco la praticità. Nel corso della storia, fino ai tempi dei Fenici, sulle grandi navi antiche, si mercanteggiavano stoffe pregiate. Al tempo dei Romani, le vestali erano coperte di drappi fino ai piedi, i calzari ed enormi scialli. La moda la ritengo una forma di vanità, è spesso una maniera per coprirsi nelle stagioni dell’anno. Fin dai tempi delle caverne, i ve-stiti erano pelle d’orso. Nell’800, sottogonne e vestiti da ballo, mentre gli uomini spesso portavano divise, gilet e baffi vi-stosi. Ora la moda è molto varia sia per i bimbi che per le persone di ogni età. A me piace vestire, tenendo conto dei mezzi econo-mici, rispettando sempre il comu-ne senso del pudore.

Simonetta Mi piacciono le moto da strada e quindi la moda che ci sta dietro: gilet, stivali Durango, pantaloni texani con frange. Mi piacciono anche la Ducati e L’Harley. Per me è uno stile di vita. Non seguo la moda del momento ma personalizzata. Per un bel periodo non l’ho se-guita, ora sto tornando a farlo. Mi piace avere una mia moda. In passato vestivo con tubino blu,

portavo i tacchi e i pantaloni neri con camicia bianca; adoravo i gessati. D’estate portavo lino, seta e raso. Ora vorrei recuperare lo stile femminile che da 15 anni ho ab-bandonato. Mi fa star bene. Mi piace anche la moda dei “figli dei fiori”, l’ho conosciuta a 16 anni grazie ad un’amica. Ricordo i colori, i pantaloni lar-ghi... Mi piace la moda del trucco per-sonalizzato, nel senso che mi pia-ce ed ho fantasia nell’accostamento dei colori, però purtroppo ahimè, non mi so truccare.

Mi piace molto anche pitturare le unghie delle mani e dei piedi, an-che in questo caso mi piace mol-to fare gli abbinamenti. Ho molta fantasia, anche qui non so pittu-rarmi. Mi piace molto fare l’abbinamento del coordinato dell’intimo e mettere accosta-menti nell’abbigliamento esterno. Questa parte di me che sto risco-

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5 Disegno di Andrea e Simonetta: “La moda”

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prendo fa uscire la mia femmini-lità, che per troppi anni ho re-presso. Mi sta e mi sento dentro una bel-lissima emozione che mi fa star bene con me stessa.

Mina Quando c’è una nuova moda ci si entusiasma, poi ci si stanca. È sintomo di aggregazione per en-trare in un gruppo, soprattutto fra i ragazzi giovani. Anche i cani possono essere visti come mode, poi vengono abban-donati. Per le cerimonie (soprattutto per i figli maschi) si andava a dare le misure della propria taglia e in più si sceglieva il tessuto della camicia. È sempre di moda il bla-zer (blu) della marina, soprattutto doppiopetto con i bottoni d’oro. Tra i ragazzi è sempre di moda fare la collezione di francobolli, la collezione delle lattine vuote della birra e gli zoccoli da infer-mieristica bianchi e con il tacco di legno.

Marika

Io non ho mai guardato il modo di vestirsi e l’estetica, anche se mi piace essere ordinata e carina per me stessa. Perché io mi vesto e mi sono sempre vestita comoda e come piace a me. Io ricordo che quando ero giova-ne e andavo a scuola mi piaceva-no tanto le Clarks: scarpe scamo-sciate blu a scarponcino che met-tevo quando pioveva con i jeans ed erano molto comode. Poi devo dire che uno deve guar-darsi dentro di sé, non la moda o il vestito che indossa. Basta esse-re ordinati e puliti fuori e dentro nell’anima. Un detto dice: “l’abito non fa il monaco”. Una persona non deve seguire la moda odierna o attuale, ma deve sentirsi libero di vestirsi, di parla-re e di fare come vuole, senza pensare a cosa dicono le persone

sul suo aspetto o sul suo fare. Io mi comporto così, non seguo le mode ma ascolto il mio cuore. Non mi interessa il giudizio delle persone, ma mi devo sentire a mio agio con me stessa.

Enrica

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6 Disegno di Elsa: “Abito da sposa autunnale” Disegno di Gabriele: “La moda”

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Io non seguo tanto la moda, mi limito ad evitare di sembrare troppo diverso dagli altri. La mamma decideva sempre lei quello che dovevo indossare, io sono stato troppo sottomesso alla mamma e fino a metà supe-riori ero quasi normale, per cui non avevo motivo di esserlo. Alle medie ha deciso che indos-sassi un loden, a me piaceva per-ché era verde il mio colore prefe-rito, solo negli anni 2000 ho sco-perto che era il simbolo dei sec-chioni e di quelli un po’ di destra mentre adesso è di sinistra. Per me la moda non dovrebbe cambiare ogni anno, spingendo la gente a comprare nuovi capi quando quelli dell’anno scorso vanno ancora bene cioè non so-no ancora consumati.

Avrei voluto che la moda si bloc-casse quando piaceva a me, anni 70. Non è giusto che uno stilista che non è stato eletto da noi decida cosa dobbiamo indossare, a volte imponendo capi scomodi e poi

mai che facciano gli abiti da don-na con le tasche, così non sanno mai dove tenere il fazzoletto, co-sa che avevo notato fin da picco-lo, ma ogni tanto la gente si ribel-la come quando delle modelle si erano rifiutate di indossare scarpe con tacchi ultra esagerati. Non mi piacciono le scarpe a punta. Io non ho mai appartenuto a nes-sun gruppo.

Anonimo Non mi piacciono le mode. Una volta ero troppo vulnerabile. A-desso mi piace pensare con la mia testa. Mi sento tanto bastian-contrario, ma non riesco a fare diversamente. Se un pensiero col-lettivo è tutto orientato da una parte, io prendo un’altra strada. Mi riferisco soprattutto alle idee e ai pensieri. E’ una scelta che pa-ga in indipendenza, autonomia e responsabilità. E’ anche vero che ci si sente un po’ soli. Seguire le mode ti fa sentire parte di un gruppo, è un modo per non sen-tire la solitudine. Da giovane ho fatto parte di un gruppo politico/culturale. Mi ricordo che ero con-tenta perché si discuteva, però alcuni membri s’imponevano un po’ troppo. Io ero un po’ dipen-dente, e credulona, seguivo il gruppo e quindi la moda. Questa esperienza insieme alle contesta-zioni nella scuola mi ha segnato in profondità. Dopo questi fatti, altre vicende e ripetuti mal di te-sta, io mi sono ammalata nel pro-

fondo. Il comportamento di a-desso è condizionato, almeno in parte, da quelle esperienze giova-nili. Non sempre è positivo se-guire mode culturali o politiche non essendo abbastanza informa-ti e preparati. Per questo motivo bisogna far funzionare la propria testa e non seguire passivamente

le mode. Occorre capire quello che va bene per noi, che ci fa sentire a nostro agio, le cose e i pensieri che ci toccano il cuore e la sensibilità. Le mode sono così un bel gioco che ci permette di crescere e aprire nuovi orizzonti.

Milena C. Da ragazzina, intorno ai 14 anni, amavo indossare pantaloni a zampa d’elefante e raccoglievo i miei lunghi capelli in una coda alta. Qualche anno più tardi, da 16enne, portavo le minigonne, ne avevo due. Una bianca e una ne-ra. Ai piedi degli zatteroni. A 20 anni circa, nuovo look: gonna e giubbino di jeans decorato da

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7 Disegno di Adele: “I vestiti e gli accessori della moda” Disegno di Tiziano: “La moda”

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borchie. Dopo il matrimonio e la successiva nascita di mio figlio ho detto addio ai tacchi per far spazio ad un look più comodo e da signora. Attualmente indosso sempre pantaloni e magliette co-

lorate, alternando poi infradito d’estate e scarpe da ginnastica nei periodi più freddi.

Giuliana Io la moda la prendo in conside-razione nel senso che mi fa senti-re a mio agio con me stesso. E’ importante che ogni persona rea-lizzi se stesso e la moda in questo senso aiuta. Io devo piacermi, io mi vesto in un certo modo e non lo faccio per gli altri; prima devo piacere a me stesso, poi agli altri. Ho passato un periodo in cui vo-levo avere lo stesso abbigliamen-to degli altri componenti della mia compagnia; era un modo per non sentirsi o essere diversi dalla moda del momento; era un modo per farsi osservare dagli altri; era un modo per farsi accettare dal gruppo. Vestire alla moda era ed è un modo per colpire e attirare

le ragazze perché ti vedono vesti-to alla moda. Ricordo un periodo in cui tutti si facevano le lampade per un motivo estetico. Anche il taglio dei capelli contribuiva a presentarsi alla moda. In questo ultimo periodo estivo sono molto di moda le infradito, io le porto, per me sono molto comode. An-che i tatuaggi sono diventati in questi ultimi anni un’espressione di moda, ora se li fanno tutti, una volta invece era diverso; molti si tatuavano per motivi sentimentali o per significati precisi, oggi inve-ce prevale l’aspetto estetico, mol-ti si disegnano di tutto e di più. Pensando ai capelli nella moda maschile d’estate si usa molto rasarsi i capelli o portarli molto corti o addirittura taglio a pelle. Io ho provato a farmi la cresta perché volevo cambiare look e vedermi in modo diverso e pro-vare a presentarmi agli altri in modo diverso, così da poter rac-cogliere pareri o opinioni sul mio aspetto estetico. Ricordo che al-cuni mi giudicavano e mi prende-vano in giro, invece altre persone meno ignoranti, mi chiedevano il motivo, il perché e si sono mo-strati incuriositi dal mio taglio di capelli, io penso che queste per-sone hanno pensato a me come a una persona coraggiosa che ha avuto la forza di fare un taglio non comune che loro non avreb-bero mai fatto per vergogna o perché si sarebbero sentiti diversi sul piano estetico, sia con se stes-si che con gli altri. Personalmente

reputo queste persone noiose, un po’ all’antica e noiose. Un’altra moda del giorno d’oggi, soprat-tutto d’estate, è la collana lunga, anche con il crocifisso per quan-to riguarda gli uomini. Se io aves-si l’occasione di vedere una colla-na che mi piace veramente, io la comprerei e la indosserei durante l’estate e solo ed esclusivamente in quella stagione. Io metto la moda ai primi posti delle cose importanti perché se no non si potrebbe andare in giro nudi, no?!?!?

Gabriele

Quando ero più giovane andavo sempre a vedere i negozi del cen-tro di Monza. Mi piaceva vestir-mi alla moda, compravo le scar-pe, i calzoni e le magliette firma-te. I vestiti che compravo li usa-vo per andare a spasso o in di-scoteca con i miei amici. C’era una rivalità tra noi perché per essere alla moda dovevi avere sempre il vestito più bello da mettere in discoteca, anche io cercavo sempre di avere il vestito più bello degli altri. Quando ero giovane e seguivo la moda porta-vo anche i capelli lunghi e facevo

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8 Disegno di Riccardo: “I vestiti e l’abbigliamento della moda” Disegno di Sonia: “La moda”

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le lampade. Ora non seguo più la moda perché non me lo posso più permettere ma mi piacerebbe.

Walter

Dagli anni 60 ad oggi c’è sempre stato il boom della moda con tante variazioni, ma anche oggi la moda non muore mai. Al giorno d’oggi tanti vestiti ma con cucitu-re diverse, un pochino con il pro-seguire della grande rivoluzione si possono trovare ancora vestiti e scarpe che ricordano gli anni passati e tutti i vestiti del passato che al giorno d’oggi possono ri-tornare ancora utili ed essere di nuovo alla moda. Quindi non bisogna mai buttare via vecchi vestiti e scarpe che possono an-cora fare moda. E’ un continuo susseguirsi di eventi e così anche le pettinature. Si possono ancora vedere su riviste e anche attraver-so la tele. Un esempio che posso fare è Rita Pavone, che quando cantava portava un vestito a scac-chi bianco e nero con le zeppe e guardando nei negozi delle grandi

città come Milano, se ne trova ancora di quel genere. Conclu-dendo è molto bello anche utiliz-zare vestiti e scarpe che nel vesti-re e calzare viene fuori una moda personalizzata, ma anche questi ultimi richiamano vestiti che fan-no tendenza come la moda che segue certe volte la massa.

Stefania La moda più bella è quella prima-verile perché è il periodo in cui si può essere più belli e si rinnova il guardaroba. Quando viene pri-mavera mi piace fare shopping ed essere elegante e a me piace esse-re elegante e moderna. Quando ero più giovane ero più elegante, ora non è più così. Da quando si è ammalata la mamma mi vesto meno elegante. Mi piace seguire la moda sulle riviste e nelle vetrine ma quando compro i vestiti o gli occhiali scelgo quello che è più adatto a me.

Maria La prima volta che comprai alla moda è stato all’età di sei anni ed erano le scarpe per andare a scuola. Sin da piccolo indossavo panta lonc ini cort i anche d’inverno perché mia madre non aveva soldi per comprare quelli invernali. Di moda non è che seguivo mol-to anche quando diventai grande, però quando cominciai ad andare al lavoro un po’ la moda la se-guivo. Comprai un pullover mul-

ticolore e un vestito per la festa di colore ciclamino che mi anda-va benissimo come colore che a quella età era di moda. Diventato maggiorenne vestivo e mi vesto di blu, dalla camicia ai pantaloni, dal cappotto al pullover. Tuttora non seguo la moda come vedo sui giornali, ma vesto sempre classico. Noi italiani siamo i primi al mon-do a seguire le mode, specialmen-te i maschi, mentre per le femmi-ne le maggiori seguaci sono le francesi. Tutt’ora vesto di blu perchè a-vendo fatto il fattorino, è il colo-re che più si addice al mestiere che ho fatto e questo colore non lo cambio mai, non sentendomi a posto con altri colori.

Ferdinando Le mode sono tante cose. Ci sono le mode Armani, Versa-ce; queste sono le mode più ele-vate e costano tanti soldi. Per le scarpe è uguale, c’è la mo-da Valleverde, Timberland, Nike e altre ancora. Sarebbero le mode del presente e del futuro. Una volta era la stessa cosa e un’amica che fa l’infermiera mi diceva che si andava in chiesa tutti vestiti bene. Perché una volta anche a messa le mode erano molto raffinate, specialmente le scarpe. Mi pare che le mode sono un’infinità di marche. Una volta c’erano le cravatte e forse ci sono ancora. Io alla cresima avevo persino il farfallino, ma parlo di circa quarant’anni fa.

Achille

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9 Disegno di Carmen: “La moda negli anni ‘70”

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La moda per me è come avere un atteggiamento bello per me stes-so. Mi piace guardare le vetrine dei negozi per seguire la moda del momento. Mi piace osservare i prezzi dei C.D. per seguire i cantanti e guar-darli sui banconi dei supermerca-ti. Quando andavo a scuola facevo di testa mia seguendo il mio inte-resse personale. Anche quando si segue una moda si rischia di andare in un circolo abitudinale, cioè di fissarsi solo su una cosa e non notare le altre. Quando per esempio mi ero fis-sato con Ligabue non ascoltavo altra musica. Per quanto riguarda i vestiti non ho delle fisse ma li compro quan-do vado in Sicilia. Mi faccio con-sigliare dai miei, però una cosa che mi piace indossare è la bi-giotteria da uomo come i braccia-li. Siccome i miei genitori sanno che mi piacciono, vogliono regalar-meli e me li fanno trovare quan-do ci sono delle feste.

Daniele Una volta mettevo quello che mi davano, anche adesso però quan-do prendevo i soldi di cuoio an-davo a fare shopping con l’educatrice con cui facevo l’intervento individuale. Guardavo i prezzi, contavo i sol-di che avevo poi se mi piaceva lo prendevo e credevo di essere al-meno un po’ avanti con i vestiti, cioè alla moda. I vestiti che mi davano erano brutti o lisi e li ho messi nel cas-setto dell’ Humana, qualcosa per me l’ho tenuto. Di vestiti adesso ne ho pochi ma

sono miei e li ho comprati io. Quando vado al mercato vedo le cose che vanno di moda, alcune volte rivanno le cose di una volta. Io tengo le cose di 3, 4 e 5 anni fa perché penso che potrebbero ancora andare. Di borsette ne ho tutte regalate e i sandaletti anche quelli alla moda e comunque li ho anche quelli regalati. Le ciabatte le ho comprate io co-me la roba intima, non sono tan-to alla moda ma basta che le ho. Di jeans ne ho 4 o 5 quasi tutti regalati o da mio fratello o da altri anche come qualche pantalo-ne. Qualcuno me lo sono comprato da me grazie ai consigli dati dalle educatrici che mi seguivano. Ho due paia di occhiali da sole, tanti borsellini, 3 teli mare e tanti costumi comprati o nei negozi,

uno mi è stato regalato da un’operatrice, altri comprati al mare. Sono alla moda? Ho bisogno che qualcuno me lo dica, perché ho qualcosa che va di moda come colore ma vedrò di più al mare cosa va di moda. Io cerco di vestirmi bene e alla moda.

Luisa

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10 Disegno di Carlo: “La moda” Disegno di Walter: “La lampada”

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“CERCO LAVORO”

“Poter lavorare equivale

a sentirsi utili, vivi e

riconosciuti dalla società”

Mercoledì 31 luglio abbiamo vi-sto il cortometraggio “CERCO LAVORO”, progettato e prodot-to dalla Società Cooperativa So-ciale Consorzio SiR Solidarietà in rete, in collaborazione con l’Anffas-Ass. nazionale famiglie di persone con disabilità intellet-tiva e/o relazionale e A.FA.DI.G-Associazione Famiglie Disabili. La visione è stata presentata da un operatore del SIR– Agenzia per il lavoro di Seregno e da un rappresentante della Carovana Itinerante. Il film “Cerco lavoro” è una te-stimonianza significativa, propo-ne una serie di interviste che rac-contano le esperienze di tirocinio lavorativo di alcuni giovani disa-bili; le interviste coinvolgono i diversi attori presenti: i disabili, i familiari, i luoghi di lavoro. E’ stato molto interessante cono-scere questa realtà e raccogliere le riflessioni proposte intorno al lavoro dei disabili, alle loro esi-genze, alla vita sul posto di lavo-ro e alle relazioni con i compagni normodotati.

Vi proponiamo alcune considera-zioni e di seguito i nostri pensie-ri.

Emerge la varietà di esperienze che solitamente un disabile vive nel campo del tirocinio lavorati-

vo, come, l’assemblaggio, il giar-dinaggio, l’aiuto cuoco etc, prima di un’eventuale collocazione sta-bile.

Tutti i disabili intervistati hanno affermato che il lavoro porta a sentirsi più simili agli altri e riem-pie la vita.

Il lavoro dei disabili è solitamente molto apprezzato perché i disabi-li lavorano tanto e sono sempre disponibili a dare una mano.

In generale il pubblico non è molto disponibile ad assumere disabili; molte aziende preferisco-no pagare le multe pur di non assumere un disabile; altre azien-de invece sono disponibili e ca-paci di avviare percorsi di tiroci-nio.

Molti colleghi normodotati inter-vistati hanno affermato che alcu-ni disabili “mettono costante-mente alla prova” ma che c’è molta soddisfazione ed autentici-tà nel condividere un percorso lavorativo con disabili.

I pensieri dei familiari intervistati propongono testimonianze diver-s e ; a l c u n i s o t t o l i n e a n o l’importanza del lavoro:”Per mio figlio il lavoro è vita! Mio figlio ha bisogno di agire”; altri parlano della dipendenza affettiva all’interno della famiglia: “Non

me la sento di mandarla al lavoro, come madre non sarei tranquil-la!” Alcuni familiari hanno denuncia-to la mancanza di un coordina-mento dei servizi sul territorio e i molteplici aspetti di natura buro-cratica che ogni famiglia si trova a dover affrontare.

“A volte sento che alcuni termini e definizioni sono utilizzate in modo dispregiativo, come un’offesa. La malattia non deve essere un elemento di discrimina-zione perché anche il disabile ha i suoi pregi e le sue qualità”.

“Dal video emergono alcune sto-rie che racchiudono una certa ironia, come per esempio la pro-posta di un lavoro manuale può rappresentare un evento signifi-cativo per un disabile, mentre per un normodotato può risultare un’opportunità mediocre”.

“Per me i disabili sono persone più sensibili dei normodotati. Nel lavoro i disabili devono impe-gnarsi di più, fanno più fatica, ma alla fine anche loro ottengono gli stessi risultati dei normodotati”.

“I disabili non sempre riescono a trovare lavoro, perché ci sono poche ditte disponibili e la buro-crazia non facilita”.

“Io mi chiedo cosa faranno i di-sabili quando i loro familiari non ci saranno più.”

Il gruppo del C.D. La Casa

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col territorio esperienze

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Chi sei? Come ti vuoi presentare?

Io sono una persona di 40 anni, che crede nella vita e non teme la morte perché fa parte tutto dello stesso sistema. Chi sei? Come ti vuoi presentare?

Mi innamoro subito del mio prossimo e lo invidio perché vorrei che tutti ricambiassero il mio amore. Quindi faccio confu-sione tra l’amore platonico e l’amore sessuale.

Pensando ad un colore, ad un animale,

ad una musica, ad un profumo, quale

sceglieresti per rappresentarti e perché?

Come profumo è la zagara, i fiori d’arancio e la lavanda. Il mio co-lore è l’arancione, perché mi da una sensazione di bellezza e di armonia e trovo che sia un colore attuale. E’ un colore che mi pia-ceva fin da piccola, perché mia madre lo usava in cucina, sia ne-gli alimentari che negli accessori. Come animale preferito il cane, però mi piacciono tutti gli anima-li della savana e tra questi predili-go i predatori tipo leone, ghepar-do, puma. Tra gli erbivori la mia preferita è la giraffa.

Hai un desiderio o un’aspettativa per il

tuo futuro che vorresti si avverassero?

Vorrei avere un lavoro ben retri-buito, che mi dia anche la possi-bilità di esprimermi e creare delle sinergie, possibilmente positive,

con gli altri colleghi.

Come ti vedi tra cinque anni?

Vorrei diventare più magra; di-stribuire meglio nei vari distretti la ciccia. Mi piacerebbe avere una mia famiglia, con figli, abitare in una casa dove poter avere un or-to. Un pensiero bello che ti accompagna.

Le belle giornate di sole per poter andare al lago. Un pensiero brutto che ti accompagna.

In questo momento ho la mente libera dai pensieri brutti. Dove andresti in viaggio? Preferiresti

essere in compagnia o da solo?

Preferirei andare in compagnia, potendo però mantenere degli spazi solo miei. Il luogo è la cam-pagna dell’Umbria e anche luoghi dove vi sono molti prati, quello che preferisco è a casa di un mio amico. Se tu avessi una bacchetta magica, cosa

inventeresti, cosa faresti?

Vorrei cambiare e migliorare l’ambiente, vorrei che la terra fos-se più verde e che ritornasse ad

essere un paradiso terrestre, co-me ai tempi dei nostri antenati. Vorrei anche che ci fossero più campane, mi piace sentire il loro suono che si diffonde nelle cam-pagne e nelle valli. Mi ricorda l’ordine e la pulizia; soprattutto un ordine interiore. Lascia un pensiero per noi.

Grazie!

Com’è andata questa conversazione?

Ho fatto un po’ fatica, ma penso che quando si fa fatica se è in buona fede, non è mai sprecata!

12 Disegno di Alessia: “Casual chic”

con noi

ALESSIA

conversa

Page 13: Rivista n 4 2013

Chi sei? Come ti vuoi presentare?

Mi chiamo Pasqualina, per gli amici Lina. Sono nata il 21 No-vembre 1973 e sono dello Scor-pione. Ci racconti qualcosa di te, una tua

qualità, un tuo difetto?

Bella domanda! Frequento il Centro Diurno, mi piace tanto scrivere e leggere quando ho tempo. Guardo i film di paura e qualche commedia, mi piacciono Stephen King e Dario Argento. Amo la musica New Age in gene-rale, i suoni della natura e quelli che ascoltiamo a ginnastica dolce. Come qualità mi piace stare da sola, non so se sia un pregio o meno ma è la parte di me che preferisco; come difetto, non sa-prei, alle volte parlo un po’ trop-po. Pensando ad un colore, ad un animale,

ad una musica, ad un profumo, quale

sceglieresti per rappresentarti e perché?

Colore: viola e nero, a seconda dell’umore; l’animale, il gatto ne-ro perché credo sia elegante; la musica New Age e anche quella italiana in generale; infine come profumo, una fragranza dolce, mi danno fastidio i profumi forti. Hai un desiderio o un’aspettativa per il

tuo futuro che vorresti si avverassero?

Condividere la mia passione di

scrivere con qualcun altro. Vorrei formare un gruppo di scrittori; scrivere un horror ma proverei anche una storia roman-tica.

Come ti vedi tra cinque anni?

Tra cinque anni mi vedo più vec-chia, vorrei diventare zia se non mamma. Un pensiero bello che ti accompagna.

Ci troveremo insieme a fare delle rimpatriate con i nostri servizi. Un pensiero brutto che ti accompagna

La mancanza dei consigli da parte dei miei nonni materni. Dove andresti in viaggio? Preferiresti

essere in compagnia o da solo?

In Egitto da sola. Mi piace la sto-ria. Se tu avessi una bacchetta magica, cosa

inventeresti, cosa faresti?

Vorrei fare qualcosa per gli altri: aiuterei i bambini orfani ad inse-rirsi in una famiglia.

Lascia un pensiero per noi

Dare una possibilità di guarigione a tutti.

Com’è andata questa conversazione?

È stata un po’ faticosa.

13

con noi

PASQUALINA

conversa

Page 14: Rivista n 4 2013

Il N.O.A. – Nucleo Operativo Alcolismo, è un servizio terri-toriale con il quale collaboria-mo per sostenere i percorsi quando il disagio mentale è accompagnato da un abuso di sostanze. Abbiamo intervistato il Dott. Cipollina, il referente del servi-zio con il quale abbiamo mag-giori contatti. Qual è la sua specializzazione? Da quanti ani lavora al NOA? Io sono un medico specializzato in igiene e medicina preventiva, la mia esperienza è nel campo delle dipendenze e in special mo-do nell’ alcologia da molti anni, quindi potrei definirmi un alcolo-go. Lavoro al NOA dal 1994, anno in cui il servizio fu istituito dalla Regione Lombardia. In prece-denza questa tipologia di utenti era seguita prevalentemente in ospedale. Quali figure professionali sono presenti nel servizio? Il medico, due assistenti sociali, una psicologa, una assistente sanitaria. Il servizio si trova a Vi-mercate in Via Ronchi 11/A. Che tipo di persone accedono al servi-zio: in maggioranza sono uomini o donne e di quale fascia d’età? Qual è la motivazione che secondo lei spinge una persona a rivolgersi al vostro servizio? Gli uomini rappresentano la per-centuale maggiore, circa il 70%; la fascia d’età prevalente è tra i 40

e i 50 anni. Il servizio accoglie anche minori che hanno proble-mi giuridici. Rispetto al numero stimato delle persone con problemi di abuso/dipendenza dall’alcol nel vimer-catese, circa 4000, la percentuale che afferisce al NOA è circa di 200 persone. La scelta di farsi seguire è preva-lentemente dettata dalla presa di coscienza della propria impoten-za nei confronti dell’ alcol. Nell’ alcolismo esistono diverse fasi: bere e non rendersi conto del problema; bere, rendersi con-to del problema non chiedere aiuto; bere, rendersi conto del problema e chiedere aiuto per stare meglio, perché la persona capisce di non aver più il control-lo sull’ alcool. Su quali dipendenze viene attuato il vostro intervento? Al nostro servizio accedono per-sone che hanno problemi con alcool, cocaina, gioco d’azzardo, farmaci e i loro familiari, mentre le persone che hanno problemi di dipendenza da eroina si rivolgo-no al Sert di Monza. Quali strumenti propone il servizio per curare l’alcolismo? E di prevenzione? Le terapie proposte agli utenti del servi-zio sono esclusivamente di natura far-macologica o attuate altri tipi di inter-vento? Per la prevenzione in questo am-

bito esiste una struttura di riferi-mento presso il Dipartimento Dipendenze dell’ASL di Monza che si occupa di tutto il territorio. Le prestazioni che possono en-trare a far parte dei programmi terapeutici del nostro servizio sono molto articolate: - terapie psicologiche individuali, di coppia, di gruppo; - u n g r u p p o A M A (AutoMutuoAiuto); - gruppi con conduttori rivolti agli alcolisti e ai parenti (il servi-zio prevede la presa in carico an-che solo dei parenti); - gruppi per minori; - la gestione di tutti gli aspetti più strettamente sanitari: dalle terapie detossificanti, al monitoraggio, la cura delle patologie alcol-correlate, la prevenzione delle ricadute. - segretariato sociale, inserimen-to in Comunità e reinserimento sociale; - attuazione dei programmi tera-peutici stabiliti dall’autorità giudi-ziaria (affidati in prova- ovvero persone giunte al termine del per-corso in carcere e affidate al ser-vizio) - commissione medica locale patenti. Nel 2001 gli operatori del NOA e alcuni volontari avevano fondato un’associazione denominata “Un filo per Arianna”, nata inizial-mente per gestire un telefono ascolto rivolte alle donne in se-guito si è occupata di formazio-ne sul problema dell’alcool e dell’organizzazione di eventi sul territorio come le serate analcoli-che, proiezioni cinematografi-che, incontri. Da due anni ha cessato l’attività.

N.O.A. intervista

14

Page 15: Rivista n 4 2013

Qual è la percentuale di chi riesce a concludere il percorso di cura? Il NOA è il servizio che ha un basso numero di drop out cioè persone che precocemente ab-bandonano il programma, circa il 5%. Per quanto riguarda la percentua-le di coloro i quali raggiungono stabilmente l’astinenza credo che per quanto riguarda il NOA di Vimercate questa si attesti intor-no al 60% che ritengo sia un buon risultato. Il Noa collabora con altri servizi del territorio? Il NOA collabora con tutte le strutture presenti sul territorio: Servizi Sociali, comunali, consul-tori, CPS, ospedale, ecc. Secondo lei l’alcolismo è una malattia o un vizio? Esiste una predisposizione genetica che porta all’abuso di alcool? In una percentuale di casi esiste una predisposizione genetica. L’alcolismo non è un vizio, l’abuso di alcool non è mai un piacere, alcune persone cercano di trovare con l’alcool una solu-zione al loro disagio. Secondo gli Alcolisti Anonimi, l’alcolismo è una malattia dalla quale non si guarisce mai, il NOA ritiene che l’alcolismo sia piuttosto un sin-tomo. Si può morire a causa dell’alcool? O può provocare gravi danni? Si, si può morire a causa di intos-sicazione acuta; bevendo si pos-sono avere incidenti domestici e stradali.

Anche le malattie alcol-correlate possono causare la morte o pro-vocare danni permanenti. L’alcolismo porta all’isolamento? Si, soprattutto per quanto riguar-da il bere femminile, gli uomini più spesso riescono a mantenere una discreta rete sociale. Esistono dei tempi di guarigione ? Le persone mediamente restano in carico al NOA due anni; il problema più importante sono le ricadute, una persona deve sem-pre tenere in considerazione la propria fragilità nei confronti dell’alcool. Come occorre comportarsi per aiutare chi ha problemi di alcolismo? Il NOA ha fatto proprio uno dei principi degli Alcolisti Anonimi “se vuoi smettere è un nostro problema, se non vuoi smettere è un tuo problema”! Alla nostra domanda: “per quale motivo vuoi smettere” molti non sanno rispondere, non sanno dire il per-ché; è importante lavorare insie-me verso un percorso di consa-pevolezza, bisogna smettere per se stessi. Quando in casa c’è una persona che beve, bisogna affrontare a-pertamente la questione, non bi-sogna aver paura di parlarne, bi-sogna essere il più aperti possibi-le e comunicare, “io non accetto

più il fatto che tu beva!”. Ci sono persone che decidono di continu-are a bere, il servizio segue anche i parenti; quando ci sono minori nella famiglia si valuta la segnala-zione al Tribunale dei Minorenni. Ci sono persone che autonomamente decidono di smettere? E che tipo? Si ci sono, sono le persone che trovano in sé la motivazione e le risorse per smettere. Chi beve può diventare aggressivo?

Generalmente sono persone “deboli”?

Chi beve può diventare aggressi-vo; la violenza soprattutto dome-stica è molto frequente; l’alcool scatena l’aggressività della perso-na, non necessariamente sono persone deboli. Ci sono persone che lei ricorda in parti-

colar modo nel suo percorso professiona-

le?

Ricordo il cognome di buona parte delle persone seguite in questi anni; noi siamo molto affe-zionati ai nostri utenti ed io per-sonalmente ho una grande stima di coloro i quali hanno raggiunto l’astinenza anche maggiore di chi non ha mai bevuto.

Secondo lei la pubblicità induce

all’alcolismo?

Non credo che la pubblicità in-duca all’alcolismo ma avvicina molto i giovani all’alcool; i mes-saggi pubblicitari sono raffinatis-

intervista

15

Page 16: Rivista n 4 2013

simi e noi purtroppo siamo im-potenti, ci si può difendere in un unico modo: non comprando il prodotto pubblicizzato. L’alcool fa parte della nostra cul-tura, esistono “ culture bagnate” e “culture asciutte”, l’Italia pos-siede una “cultura bagnata”, dove l’alcool è un alimento a tutti gli effetti e viene consumato durante i pasti; il nord Europa fa parte della “cultura asciutta”, l’alcool è visto come una sostanza utilizza-ta a scopo ludico, si beve nei locali e l’alcol, prevalentemente birra e superalcolici viene consu-mato lontano dai pasti.

… e adesso … e adesso

le domande sul le domande sul

disagio mentaledisagio mentale

Il disagio mentale: quali informazioni ha a riguardo? Quelle derivanti dal lavoro quoti-diano in ambito alcologico in cui le persone con DS rappresentano una percentuale significativa. Secondo lei, come si manifesta il disa-gio, con quali caratteristiche, con quali atteggiamenti? La persona con disagio psichico sperimenta la difficoltà a stare bene con se stessi e con gli altri, uno stato di sofferenza che può coinvolgere varie e esperienze e situazioni della vita.

Pensa che alcune esperienze di disagio mentale possano coinvolgere la vita di ogni persona? Si, penso che possa considerarsi un’esperienza comune alla mag-gior parte delle persone. Ha mai conosciuto o ha relazioni con persone che soffrono di disagio psichico? Ne ho conosciute molte e per il mio lavoro ho frequenti relazioni con persone con DS. Secondo lei, quali elementi possono favorire il benessere di una persona che soffre di disagio psichico? Credo la capacità di ascolto, la comprensione, la capacità di en-trare in relazione. Nella sua vita, si è mai trovato in una situazione di difficoltà e di disagio in questo ambito? Si, per esempio nell’esperienza della perdita. Secondo lei, il disagio mentale può esse-re considerato una malattia? Si, può essere considerato una m a l a t t i a s o p r a t t u t t o nell’accezione di sofferenza in ambito non solo fisico e mentale ma relazionale e sociale. Che significato da alla guarigione? La guarigione è un concetto che nell’ ambito del disagio psichico può avere molti significati; nella mia esperienza si potrebbe riassu-

mere come il “riappropriarsi di competenze”. Secondo lei, quale contesto sociale può favorire l’accettazione del disagio men-tale? Un contesto accogliente e dispo-nibile a capire le difficoltà.

intervista

16

Page 17: Rivista n 4 2013

“Il sogno”

Il sogno è pane quotidiano di tutti,

specie dei poeti. Però quando arriva il destino avverso

rimane solo la morte che può portare alla pazzia.

Tutto il grande sogno di una vita lunga e felice

svanisce nel nulla e rimane la tristezza,

la sofferenza, la rabbia e la disperazione.

Adele

“La vita è bella”

La vita è bella come dice un film Va vissuta con gioia, serenità. A volte le giornate sono tristi

ma basta uscire da questo tunnel stando in mezzo alla gente,

andando al bar a prendere un buon caffè o par-

lando con gli amici. Tiziano

“Africa”

In Africa sotto il sole e sulle dune ci sono i leoni

Il caldo e la sabbia sono forti I leoni e altri animali cercano

rifugio sotto le palme Cercano il cibo correndo contro

le giraffe e le prendono si nutrono della loro carne.

Riccardo R. e Mario S.

“Cielo grigio”

Il sole si rifugiò, oltre il cielo grigio.

Nuvole bombate, chiarore nel corso del mattino.

Il pastore insieme al suo cane, portò le sue pecore all’ovile.

Lampioni accesi nella quiete della notte.

Ardui scenari, pioggia sottile.

Umide giornate estive Trascorse a sbrigare le faccende

di casa. Una donna che lavora

Si divide a volte In queste due dimensioni.

La sua forza è la perseveranza, e nel corso della sera

è la contemplazione di ciò che la circonda. Simonetta

“Il mio socio”

Carlo é il mio socio mi tocca le orecchie

sente un “frizzichio” dentro di sé Gli viene voglia di fare l’amore

Spero non con me Ma con una bella donna

Come la cantante Madonna. Carlo è come un Supereroe

È introvabile quando lancia le sue bombe

Non sono profumate Ma molto divertenti.

Carlo mi fa ridere E molto sorridere

Anche quando sono triste e malinconico.

Andrea

poesie

17 Disegno di Maria: “L’estate”

Page 18: Rivista n 4 2013

“L’Acqua”

L’acqua è vita, l’acqua lava,

l’acqua scende dalle montagne l’acqua

circonda il nostro paese. L’acqua

ci ha tenuti in vita per nove mesi, l’acqua è tutto.

Cinzia

“Il Cielo”

Il cielo è azzurro, il cielo è immenso,

il cielo è per me la vita. Carmen

L’ estate è bella, sbocciano i fiori e i frutti, ed io me li mangio tutti …

Buon Appetito! Marianna

“Serenità”

La serenità del luogo dove vivo Mi rende felice Perché il dono

Più grande Che la serenità può darmi.

La consapevolezza che un giorno torna

La brezza di primavera, quella stessa brezza

che ci ha fatto incontrare ed innamorare.

Lina

“Margherita”

C’era una bimba di nome Margherita

Che non aveva anelli tra le dita C’era nel suo fragile cuore

La sua eredità Perdono, sofferenze ed amore.

Marika

“La mia estate”

La mia estate è stata molto bella e lunga

L’estate per me è la più bella stagione che c’è Si vive d’estate intensamente

E si è più felici e sereni è bello andare

al mare o in piscina Maria

“Il Mare”

Quando vedo il mare mi illumino di immenso, e il mio animo si calma,

e quindi mi sento in pace con me stesso.

Carlo R.

poesie

18 Disegno di Achille: “Gli innamorati”

Page 19: Rivista n 4 2013

“Temporale psicadelico”

Ho sempre amato i temporali estivi, specialmente quelli nottur-ni. Quella sera vi erano già in lon-tananza, le avvisaglie che ne sa-rebbe arrivato uno bello potente; si vedeva il cielo nero, coperto di nuvole dalle sfumature brune, i lampi e ancora soffuso il rumore dei tuoni. Intanto il vento a nord, in dire-zione dei laghi dove proveniva il temporale, incominciava ad au-mentare d'intensità, scuotendo gli alberi intorno alle case e ad alzare la sua voce. Non aveva perso di potenza durante il tragitto. Fra poco sarebbero iniziate le danze. Alzai il volume dello ste-reo, dove il vecchio Jimi (Hendrix) sperimentava scale ar-moniche provenienti da altri uni-versi. Il fragore dei tuoni, gli schianti delle saette, la pioggia sferzante; ora, anche gli alberi più alti e forti, trascinati dalla violen-

za del vento, ballavano al limite della loro flessibilità. Da casa, Jimi sulle note di "Foxy Lady", mentre alzavo di nuovo il volume per sintonizzarlo sul concerto degli elementi, n'era uscito fuori e con lui ero uscito anche io. Quando la mente perde la pace , ha bisogno di riti, e quello era il mio. Solo un Dio un poco pazzo e un musicista pazzo pure lui, potevano creare una simile magi-a. Trascinato da quello spettacolo ancestrale, lasciai il riparo del porticato, per immergermi com-pletamente dentro. "Hey Joe" suonava Jimi, mentre io, con il viso e le braccia alzate verso la pioggia, urlavo contro il cielo. A un tratto ebbi l'impressione che non ero più solo, voltai la testa e

mi ritrovai di fianco la mia amica Joke: una meticcia a quattro zam-pe dal pelo lungo biondo. Ci scambiammo un'occhiata, le diedi una carezza sul testone fradicio e un bacio sul naso che sembrava un gommone di liquirizia, per riprendere poi il contatto con la tempesta. Joke alternava ululati a furiose abbaiate, quando i lampi e i tuoni si facevano più vicini. Ed eccola la sorella di Joke: Tebe dal pelo più corto e tendente al ros-siccio, accompagnata dal suo fe-dele amoruccio Blues, il gattone di famiglia, fermi sull'uscio di casa, dove Tebe ci guardava e abbaiava in maniera riprovevole, ordinan-doci di rientrare. Era lei, allora, che si era assunta il compito di riportare l'ordine quando io e Joke tendevamo ad esagerare. Visto che ambedue declinammo l'invito, seppur in maniera corte-se, "Tebe, se non ti piacciono i temporali, non rompere e torna-tene sul divano”, avvilita tentò un secondo richiamo andato a vuoto pure quello; con passo greve rientrò in casa, seguita dal suo fedele Blues. Così, io e Nasone-Gommoso, potemmo goderci gli ultimi attimi dello spettacolo pi-rotecnico offertoci dalla magia. Rientrando nella magione, incon-trammo lo sguardo accusatore del capo: "Cazzuti, guardatevi! è la maniera di conciarsi? grondate acqua su tutto il pavimento e poi qualcuno scivola e si fa male." Per tutta risposta Joke si diede

mosaico

VITA QUOTIDIANA

19 Disegno di Alfredo: “Casale di Campagna”

Page 20: Rivista n 4 2013

una bella scrollata bagnando quel poco che era rimasto asciutto. Io mi ero preparato, asciugamano a portata di mano, perché alla se-conda o terza scrollata poi avreb-be tentato di salire sul divano, infatti la presi al volo avvolgen-dola nel telo e cominciai a strofi-narla. Intanto Tebe, mentre Blues era intento a leccarle il testino, ci guardava e sembrava dirmi: "Adesso te la vedi tu con quella pazza di mia sorella!". Joke odia-va essere manipolata, si divinco-lava, ringhiava, accennava qual-che tentativo di morso. Però alla fine, dopo vari inseguimenti per la casa, ebbi la meglio, come sempre. Con la pulciosa dovevamo dividere il giaciglio e va bene tut-to, ma sul divano bagnata no!. Io e Joke entrammo in combutta per le altre postazioni, siccome la penisola era di appannaggio di Tebe, il che voleva dire dormire a spintonate. Buonanotte.

Alfredo “Le macchie sulla maglietta”

Quando vengo qua al C.D. e mangio, mi sporco sempre: la mia Ciccio mi sgrida e dice che sembro un bambino di tre anni che deve indossare il bavaglino. Anch’io mi sembro un bambino, perché mi sento piccolo, sembra che mi devono dare la pappa co-me ad un bambino. Vorrei essere imboccato, la mia Ciccio, anche quando sono a ca-sa, mi fa le menate perché mi sporco, perché metto le braccia

sul tavolo e sul tovagliolo o la tovaglietta. Non so come mai mi sporco, forse perché non sto at-tento quando mangio. Per quanto riguarda le altre cose sto attento: infatti apparecchio la tavola e preparo la moka del caf-fè e quando faccio questi compiti non mi sporco; sto attento anche a rimettere le cose nel cassetto, a svuotare la lavastoviglie e ad a-sciugare i piatti e metterli sulla tavola. Ogni tanto mi cade un piatto o una tazzina e la Ciccio mi sgrida e mi dice di stare atten-to. Quando mi sporco è la Ciccio che lava, io non sono in grado di usare la lavatrice, il detersivo e quelle cose li, fa tutto mia sorella. La Ciccio è stufa di lavarmi le magliette e stirarmele. Un po’ ha ragione.

Charlie

“La piscina”

Nel periodo estivo, Luglio e Ago-sto, io e i miei amici del C.D. as-sieme a tutte le operatrici, tutti i lunedì andiamo in una piscina a Burago. Una volta arrivati ci asse-gnano un posto nelle varie zone con gazebi e sdraio o ombrelloni e sdraio. La piscina è abbastanza grande; ci sono due spogliatoi maschili e femminili con docce e con bagno, c’è un bar dove si può assaporare di tutto, ci sono anche a mezzogiorno panini ben farciti di tutto e anche macedo-nie. Noi però mangiamo al sacco, c’è anche una spiaggetta con sdraio e ombrelloni. La piscina ha tre livelli d’acqua: per i piccoli, per le persone che non sanno nuotare e infine l’acqua alta dove ci sono scivoli anche dove si può toccare. Ci sono anche lì due sci-voli dove si può scendere con

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

20 Disegno di Luisa: “La voglia di partire”

Page 21: Rivista n 4 2013

gommoni e l’altro con le ciambel-le e c’è anche l’idromassaggio e getti d’acqua. All’esterno ci sono vicino ai lati della piscina altre docce e ci sono anche prati dove uno può pren-dere il sole o stare sdraiato su un telo o su una sdraio con gli om-brelloni. Per me e per i miei ami-ci il divertimento è assicurato.

Stefania

“La gita in Valsassina”

Mercoledì 24/07/2013 ci siamo ritrovati tutti al Centro Diurno per fare una bella gita di gruppo in montagna. Siamo arrivati al Centro subito dopo la colazione e siamo partiti. Siamo arrivati a Moggio e abbiamo preso la funi-via e siamo arrivati ad Altovag-gio. Siamo saliti fino ad un rifu-gio dove dovevamo fare il pran-zo; prima del pranzo però abbia-mo fatto una bella camminata che è durata più di un’ora e sia-mo arrivati al rifugio più alto. La strada era tutta sottosopra e in salita. Il tempo era bello: c’era il sole che però ogni tanto copriva le nuvole ed allora si sentiva an-che un po’ di frescura. Dopo aver riposato siamo riparti-ti e, tagliando per i prati tutti in discesa, siamo ritornati al rifugio dove dovevamo pranzare. Verso l’una ci hanno servito la polenta taragna con lo spezzatino al sugo e i funghi porcini e anche una bella fetta di torta e il caffè. Tutto quello che abbiamo mangiato era

tipico del posto. Abbiamo poi giocato a carte e abbiamo preso il sole. La partenza per il rientro della gita è stata alle ore 17:30.

Stefania

“La mia mamma”

La mia cara mamma era ricovera-ta in un Hospice, vicino al centro diurno Stella Polare di Monza. Per me era molto importante che rimanesse lì per essere curata e assistita. Io sono molto affezio-nata alle infermiere che l’hanno curata, mi hanno voluto bene e mi hanno trattato bene. Le infermiere mi invitavano nella sala pranzo e a volte io e mio fra-tello mangiavamo lì. Il giorno della festa di Ferragosto sono rimasta da sola dalla mia mamma per farle compagnia, mentre mio fratello era in Toscana. Io ci te-nevo che la mia mamma fosse curata e assistita. Purtroppo la mai mamma mi ha lasciato, sof-

friva molto con la sua malattia. Era malata a tempo poi non ce l’ha fatta ed è morta. “Mamma, mi mancherai tanto ma resterai sempre nel mio cuore”.

Maria

“Uscita serale”

Nel mese di Luglio per quest’anno ci siamo proposti con le nostre operatrici di passare tut-ti una bellissima uscita serale. L’appuntamento era alle 17.30 al Centro per un appetitoso rinfre-sco. Appena ritrovati tutti, abbia-mo preparato degli stuzzichini salati, frutta e una bella Sangria analcolica. Abbiamo chiacchiera-to e verso le 19 ci siamo recati al Bloom per mangiare un’ appeti-tosa pizza con appetitose patati-ne, divertendoci anche con l’ascolto di musica. Poi più tardi, verso le 21 ci siamo recati a Trez-zo dove c’era una grande festa. Quasi tutti i negozi erano aperti,

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

21 Disegno di Angelo: “I tre alberi”

Page 22: Rivista n 4 2013

c’erano molti gazebo dove ven-devano tante collane, braccialetti e c’erano anche bancarelle che vendevano modellini di aerei, strumenti musicali, cinture, cap-pelli, borsette minute fatte con lattine di Coca cola e di Sprite. Poi una nostra operatrice ci ha portato in una gelateria a mangia-re un bel gelato alla frutta o alla crema di tante variazioni, anche i gelati fatti con yogurt erano squi-siti e avevano anche granite an-che queste ultime squisite. Poi ci

siamo avviati verso la Centrale elettrica che era tutta illuminata di blu da alcune lampade, prose-guendo siamo andati sul fiume a vedere l’illuminazione fatta da fiaccole immerse nel fiume dove c’erano delle imbarcazioni e le lanterne magiche (anche se pur-troppo io non ho fatto in tempo a vedere che le lanciavano nel cielo). C’erano anche delle enor-mi bolle di plastica dove tutti i

bambini piccoli potevano entrare, venivano chiusi e si potevano fare un viaggio rotolando in una piscinetta. Nel ritorno abbiamo visto altri gazebo in una via dove vendevano le cose più strane e disparate, tutte cose che a me ricordavano l’esoterico. Siamo tornati a casa tutti stanchi ma felici e contenti, c’era musica o-vunque e c’era un concerto in piazza.

Stefania

“Il matrimonio”

Il matrimonio è una cosa molto importante sia per me che per i miei familiari. Il mio testimone è stato mio non-no. Il matrimonio è sia una cosa in comune sia con la chiesa catto-lica. Ci si scambia le fedi ed è una cosa bellissima perché si pensa di formare una famiglia, sempre se

non cambiano le cose, sia da par-te mia che di mio marito. Molte volte il matrimonio si può rom-pere per incomprensione di ca-rattere, ma si tenta sempre di sal-varlo e se non ci si riesce si passa alla separazione. Dopo tre anni, se uno dei due lo chiede, con il divorzio si annulla il nucleo fami-liare. Altrimenti si rimane separati con vincolo di moglie o marito, anche se la storia è finita.

Marta

“La sofferenza”

Sono stata felice finché c'era in vita mio padre col quale andavo d'accordo perché avevamo lo stesso animo. Ma dal 2001 quan-do è morto non c'è stata più pace e quindi contentezza per me. Il destino è stato crudele con me. Io adesso cerco di evitare i so-prusi stando molto attenta a quel-lo che faccio e che mi fa fare il mondo esterno. Ho l'angoscia dal 2010 e temo la pazzia da un mo-mento all'altro. Nessuno può aiu-tarmi a porre fine alle mie soffe-renze.

Adele

“Il mio lavoro”

Settimana scorsa ho iniziato a lavorare in una ditta che si trova a Pozzo d’Adda. Il lavoro che devo fare non è difficile e nean-che pesante. Nonostante questo mi sento un po’ stanco ed ho an-che un po’ di mal di schiena. La-voro solo tre giorni: martedì,

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

22 Disegno di Stefania: “Foulard alla moda”

Page 23: Rivista n 4 2013

mercoledì e giovedì. Spero di continuare a lavorare senza avere problemi perché il lavoro è molto importante, anche se faccio fatica ad alzarmi dal letto alle 7.00 di mattina. Devo lavorare soprattut-to per me stesso e per non delu-dere i miei parenti.

Andrea

“Gita a Capriate”

Questo mercoledì 17-07-2013 noi della Comunità Protetta do-vevamo andare in piscina, ma visto che il tempo era brutto sia-mo andati al fiume Adda a Ca-priate S. Gervasio. Abbiamo por-tato i panini per il pranzo e le bocce per giocare sul prato. Do-po aver mangiato siamo andati alla foce dell’Adda dove abbiamo visto la centrale dalla quale veni-va giù ad una certa velocità il fiu-me. Finito di girare presso il par-co di Capriate abbiamo preso il pulmino e siamo rientrati a Trez-zo dove ci aspettavano gli altri

operatori. Carlo R.

“Gita alla Minitalia”

Il mio mosaico si riferisce a qual-che giorno fa, quando ci siamo recati con il gruppo della Comu-nità di Trezzo alla Minitalia. Era-no circa una trentina d'anni che non andavo ed ho trovato tutto cambiato: giochi d'acqua, monta-gne russe e le barche dei pirati dove ci si sparava con i cannoni ad acqua. Mi sono divertito un mondo anche se ci siamo bagnati un po’. Abbiamo visto l'acquario con tanti bellissimi pesci e il retti-lario con tanti bellissimi rettili. Abbiamo mangiato al sacco e poi verso le 16.00 siamo ritornati a Trezzo. Abbiamo trascorso una bellissima giornata!!!

Mario

“Gita alla Minitalia”

Io e quelli della Comunità di Trezzo sull’Adda, siamo andati a

vedere la Minitalia, cioè l’Italia in Miniatura a Capriate San Gerva-sio in Provincia di Bergamo. Mi sono divertito. Siamo andati anche sulle giostre e abbiamo giocato a tirarci addosso l’acqua. Sono tornato in Comunità tutto bagnato. Abbiamo fatto il pranzo al sacco. L’Italia in Miniatura è bella e ci sono i Monumenti e i Trenini che vanno sulle ferrovie. Questo mi ricorda che avevo un plastico con un trenino come l’Italia in Miniatura. Ci siamo di-vertiti tanto sul battello che si trovava vicino all’Italia in Minia-tura.

Riccardo

Io parlo dell’esperienza vissuta alla Minitalia. Quando siamo arrivati siamo an-dati sul battello che circondava l’Italia in miniatura. Poi abbiamo attraversato l’Italia seguendo il percorso indicato. Siamo andati sui giochi d’acqua dedicati ai bambini, le botti, la nave che spa-rava l’acqua, il trenino, i tronchi che scivolavano nell’acqua. Quel giorno abbiamo visitato anche l’acquario e il rettilario. Mi sono divertita molto.

Sonia

Ieri sono uscito dalla Comunità per andare al bar a consumare un bicchiere di acqua. Mentre beve-vo, in televisione c’era il telegior-nale sportivo ed ho visto gli alle-namenti dell’INTER a Pinzolo.

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

23 Disegno di Cinzia: “Moda anni ‘60”

Page 24: Rivista n 4 2013

Hanno fatto vedere la prima usci-ta della squadra che ha vinto 3 a 0 ed ha sbagliato due rigori.

Tiziano

“Piscina”

Ciao sono Cinzia, ieri con Elisa ed Adriana, ho avuto l’opportunità di andare in piscina. Il tempo è volato ma mi è piaciu-to tanto. Ci siamo rilassate; è bel-lo andare in piscina, l’acqua era bella e calda, le educatrici sono simpatiche e brave a nuotare. Quest’attività è di mio gradimen-to e vorrei andarci sempre, anche d’inverno. Grazie per avermi portata.

Cinzia

Sabato sono andata a casa di mia sorella malata grave. Quella casa è piena di spiriti, mi sono sentita toccare il braccio, ho avuto i bri-vidi e tanta paura. Mamma mia

che brutta sensazione! Anonima

“La piscina”

Con il centro diurno l’Aquilone sono andata in piscina. È bellissi-mo, mi diverto molto. Però in acqua sono un po’ tesa. Ho pran-zato al sacco e preso il sole, ritor-nerei anche la prossima volta.

Carmen

“Il confine”

Nel corso della mia esistenza, l’orizzonte che dominava il no-stro sguardo, oltre i confini della fantasia è cambiato. Le Dolomiti contornate di rosa al tramontare del sole. Montagne scoscese e alcune piantumate di vecchi abeti ed antiche conifere. Ora il nostro confine fatto di molteplici sparti-acque, oltre la Grigna e il Resego-ne, ci dona il senso dell’incognito. Sembra un ostaco-

lo che si vuole superare, come una prova di vita in base alle no-stre reali possibilità, entro la no-stra individuale coerenza.

Simonetta

“Una piccola vacanza”

La settimana scorsa mia mamma mi ha detto che dovevo partire per il mare e io ho accettato. Sia-mo partite per Ferrara, ai Lidi Ferraresi. Quello che ho visto è stato bello. Per ringraziare lo zio, gli farò un regalo, una sciarpa all’uncinetto. Il mare era bello, ho fatto una camminata sulla spiag-gia con la zia; ho mangiato bene, cose genuine. Mi sentivo un pò persa. Ho viaggiato in macchina per tre ore (tre all’andata e tre al ritorno).

Marianna

Con il tempo ho imparato che rispettare le idee degli altri è im-portante. È importante conosce-re le opinioni degli altri, è un se-gno di maturità, ma non solo. Ci insegna a dare valore alle cose importanti che ci rendono unici.

Lina

“La vacanza a

Passo della Presolana”

Ciao amici, sono Marika Perego e dal 3 Lu-glio al 9 luglio ho partecipato ad una vacanza con altri 14 ospiti più 4 educatori. Siamo stati in montagna al Passo della Presola-na (Bg,1300 mt.).

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

24 Disegno di Daniele: “Io e mia madre mentre andiamo a fare la spesa”

Page 25: Rivista n 4 2013

22 Ci sono cose che non posso pensare di fare ....

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

25 Disegno di Maria: “Abito da sera”

Ci siamo divertiti molto e si man-giava benissimo. Alloggiavamo all’albergo “Alpino” di Daniele Vecchio, lui è il titolare e c’è an-che mamma Germana e con l’aiuto delle tre sorelle (Elena, Cristina e Stefania), ci hanno ac-colto bene, davvero gentili ed ospitali e il tempo è volato dav-vero. Per quanto mi riguarda ho fatto molte amicizie come Maria, Marisa, Cristina e Suor Caterina di Milano.

Marika

“Le iniziative estive”

Le iniziative estive sono state bel-le e soddisfacenti, soprattutto la piscina anche serale. Un po’ diffi-coltose anche per gli orari. È sta-ta bella la “pizzata” di giorno; mi piacerebbe provare di sera per vedere come reagisco. Mi fanno pensare alla mia gioventù.

Gianpietro

Mi piacciono e partecipo volen-tieri, soprattutto alla piscina, piz-zata e varie gite.

Antonio

Tutte le iniziative proposte e fatte mi sono piaciute; in particolar modo quelle relative a sport e tempo libero. Montevecchia e Crespi sono state due belle gite in compagnia. Apprezzo molto lo star insieme. Vorrei che ci fosse-ro iniziative tutto l’anno.

Piero

Mi sono piaciute tutte le iniziati-ve, soprattutto quelle serali come il cinema sotto le stelle e la pisci-na di sera. Sono sempre tornata a casa soddisfatta.

Rossella

Sono state fatte tante cose e mi sono andate bene tutte. La gita a Rota è stata piacevole e trascorsa in compagnia, anche se non c’erano paesaggi da vedere. Il cinema sotto le stelle è stato bello anche perché eravamo in giro di sera.

Alain

Le gite esterne e la piscina mi rilassano e riesco a sciogliere le tensioni, mi piace stare con gli altri e relazionarmi superando le mie difficoltà, come ad esempio l’isolamento.

Lina

Apprezzo lo stare in compagnia,

per questo mi piace uscire in gruppo. Gradisco tutte le uscite, ma mi è rimasta nel cuore Leo-landia perché ho provato l’ebbrezza delle giostre, un’esperienza nuova.

Marianna Il cinema sotto le stelle, la pas-seggiata fatta e il gelato preso assieme è stata l’uscita che ho preferito. Il film era impegnativo e il finale mi ha lasciato perplessa. Mi piace il cinema, lo ripropon-go. Mi basta uscire, non ho pre-ferenze sugli orari.

Emilia

Mi piace uscire di sera, mi ricorda la mia gioventù, sia il cinema che la piscina serale. Vorrei proporre la “pizzata” di sera.

Carmen

Mi è piaciuta Leolandia, per la prima volta sono andata sulle giostre; anche la “pizzata” è stata una cosa diversa dal solito. In ogni caso preferisco uscire di giorno.

Simonetta

Mi sono piaciute la piscina e la “pizzata”, le altre le ho “bigiate”. Qui al Centro Diurno faccio tan-te cose e mi passa di più il tempo.

Paolo È bello uscire anche se c’è da versare il contributo.

Giuseppina

Page 26: Rivista n 4 2013

“I miei cappelli”

Il mio cappello costa 6 euro ed è bianco con una striscia nera; è per il mare e per il lago. L’altro che porto in piscina è bianco e di fianco ha delle piccole cerniere che si aprono e si chiudono. Questo è da montagna e da colli-na. Quando sono in piscina ne adopero due… ma in realtà è sempre quello da spiaggia. Lo lascio sempre in giro e con la mia memoria giusta lo ritrovo sempre.

Achille

PENSIERI, ESPERIENZE, ARGOMENTI

26 Disegno di Charlie: “La piscina d’estate“ Disegno di Lina: “Viva la pace, abbasso la guerra”

Page 27: Rivista n 4 2013

Nel prossimo numero …

Con il termine convivenza ci si riferisce al vivere insieme nello stesso posto, con un senso di appartenenza a qualcosa (ad esempio alla coppia o a un gruppo) o almeno con la con-sapevolezza che l’Altro esiste ed è diverso da noi.

Chi convive condivide? E’ importante salvaguardare i propri spazi e rispettare gli

spazi altrui? Stai vivendo o hai vissuto un’esperienza di convivenza con qualcuno? Un compagno, un amico, un gruppo..? E’ stata una breve esperienza di vacanza o ha occupato un periodo più lungo nella tua vita?

“Non ti chiedo di rinunciare ai tuoi sogni, ma adoperati affinché s’intreccino con i miei”

M. Nardo

Aspettiamo i vostri contributi entro la metà del mese di ottobre 2013.

Ricordiamo che ognuno di voi può scrivere nelle rubrica parliamo-ne!!!! Bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani, bianchi, neri, rossi, gialli, grassi, magri, alti, bassi, del nord, del sud, del cen-tro… chiunque voglia contribuire!

CONVIVERE E CONVIVERE E CONVIVERE E CONVIVERE E

CONDIVIDERECONDIVIDERECONDIVIDERECONDIVIDERE

parliamone

eventi Incontri con i familiari:

gli incontri sono aperti a tutti i familiari, conoscenti e amici di persone che vivono un disagio mentale e aprono uno spazio di condivisione, confronto e informazione.

Date:

Giovedì 26 settembre 2013

Giovedì 24 ottobre 2013

Sede degli incontri:

Centro Diurno “La Casa” Via Cavour 42– Bernareggio (MB)

Orario:

14.00 -16.00

Page 28: Rivista n 4 2013