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Anno V n 10 2015 MILELLA idee

rivista Idee - nuova serie - anno V - n 10 - 2015

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"Idee-Semestrale internazionale di Filosofia e Scienze sociali ed economiche" riprende il suo cammino per decisione encomiabile della casa editrice Milella e per la ferma volontà di un gruppo di giovani studiosi, desiderosi di confrontarsi tra di loro e con esperti di varie discipline, convinti che si cresce insieme ed insieme è possibile incidere sullo sviluppo intellettuale e culturale, al di là di ogni tentativo di ridurre le opportunità di formazione ed eccellenza di cui il nostro Paese ha tanto bisogno per la sua crescita." (http://www.milellalecce.it/idee.html)

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ISSN 0394-3054

Anno V • n 10 • 2015

MILELLA

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ideeNUOVA SERIE • Anno V • 2015

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IdeeSEMESTRALE DI FILOSOFIA

SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHE

Nuova serieAnno V - n. 10 - 2015

MILELLA

ISSN 0394-3054

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IdeeSEMESTRALE DI FILOSOFIA

SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHE

Nuova serieAnno V - n. 10 - 2015

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Anno V/Nuova Serie, n. 10, dicembre 2015

Direttore responsabile:Giorgio Rizzo

Proprietà: Lecce Spazio Vivo S.r.l. Via delle Benedettine, 573100 Lecce

Iscrizione Tribunale di Lecce:n. 666 del 14.10.2011 • Semestrale

Direzione, redazione e amministrazione della rivista hanno sede presso il Monastero delle BenedettineVia delle Benedettine, 5 • 73100 Lecce

Ogni corrispondenza concernente abbonamenti, fascicoli e/ o annate arretrate, ecc. deve essere inviata a: Editrice Milella Lecce Spazio Vivo s.r.l.Via delle Benedettine, 573100 [email protected]

È disponibile sia in versione cartacea sia in versione elettronica, entrambe pubblicate dalla Casa Editrice Milella di Lecce Spazio Vivo S.r.l.www.milellalecce.it

Abbonamento annuale: euro 30,00 • Un fascicolo: euro 18,00 • Abbonamento per l’estero: € 50,00

IdeeSEMESTRALE DI FILOSOFIA

E SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHENuova serie

Anno V - n. 10 - 2015

Direttore: Giorgio Rizzo

Comitato scientifico: Stefano Adamo (Università del Salento), Luigi Alici (Università di Macerata), Carlo Alberto Augieri (Università del Salento), Ferdinando Boero (Università del Salento), Francesco Botturi (Università Cattolica di Milano), Virgilio Cesarone (Università di Chieti), Claudio Ciancio (Università del Piemonte Orientale), Vincenzo Costa (Università del Molise), Zachary Davis (St. John’s University New York), Ivo De Gennaro (Università di Bolzano), Pietro De Vitiis (Università di Roma “Tor Vergata”), Guglielmo Forges Davanzati (Università del Salento), Pasquale Frascolla (Università della Basilicata), Vito A. Gioia (Università del Salento), Alberto Granese (Università di Cagliari), Michele lndellicato (Università di Bari), Florian Lempa (Uniwersytet w Białymstoku), Alberto Nave (Università di Cassino), Raffaele Persico (IBAM-CNR Lecce), Antonio Pieretti (Università di Perugia), Armando Rigobello (Università di Roma), Giorgio Rizzo (Università del Salento), Christian Smekal (Universität Innsbruck), David Woodruff Smith (University of California Irvine), Rainer Thurner (Universität Innsbruck), Franco Totaro (Università di Macerata), Giuseppe Varnier (Università di Siena), Lorenzo Vasanelli (Università del Salento), Wilhelm Vossenkuhl (Universität München), Stefano Zamagni (Università di Bologna).

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Anno V/Nuova Serie, n. 10, dicembre 2015

Direttore responsabile:Giorgio Rizzo

Proprietà: Lecce Spazio Vivo S.r.l. Via delle Benedettine, 573100 Lecce

Iscrizione Tribunale di Lecce:n. 666 del 14.10.2011 • Semestrale

Direzione, redazione e amministrazione della rivista hanno sede presso il Monastero delle BenedettineVia delle Benedettine, 5 • 73100 Lecce

Ogni corrispondenza concernente abbonamenti, fascicoli e/ o annate arretrate, ecc. deve essere inviata a: Editrice Milella Lecce Spazio Vivo s.r.l.Via delle Benedettine, 573100 [email protected]

È disponibile sia in versione cartacea sia in versione elettronica, entrambe pubblicate dalla Casa Editrice Milella di Lecce Spazio Vivo S.r.l.www.milellalecce.it

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E SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHENuova serie

Anno V - n. 10 - 2015

Direttore: Giorgio Rizzo

Comitato scientifico: Stefano Adamo (Università del Salento), Luigi Alici (Università di Macerata), Carlo Alberto Augieri (Università del Salento), Ferdinando Boero (Università del Salento), Francesco Botturi (Università Cattolica di Milano), Virgilio Cesarone (Università di Chieti), Claudio Ciancio (Università del Piemonte Orientale), Vincenzo Costa (Università del Molise), Zachary Davis (St. John’s University New York), Ivo De Gennaro (Università di Bolzano), Pietro De Vitiis (Università di Roma “Tor Vergata”), Guglielmo Forges Davanzati (Università del Salento), Pasquale Frascolla (Università della Basilicata), Vito A. Gioia (Università del Salento), Alberto Granese (Università di Cagliari), Michele lndellicato (Università di Bari), Florian Lempa (Uniwersytet w Białymstoku), Alberto Nave (Università di Cassino), Raffaele Persico (IBAM-CNR Lecce), Antonio Pieretti (Università di Perugia), Armando Rigobello (Università di Roma), Giorgio Rizzo (Università del Salento), Christian Smekal (Universität Innsbruck), David Woodruff Smith (University of California Irvine), Rainer Thurner (Universität Innsbruck), Franco Totaro (Università di Macerata), Giuseppe Varnier (Università di Siena), Lorenzo Vasanelli (Università del Salento), Wilhelm Vossenkuhl (Universität München), Stefano Zamagni (Università di Bologna).

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Comitato di redazione: Antonio Aresta, Lidia Caputo, Giovanni Carrozzini, Daniele Chiffi, Francesco Ciriolo, Flora Colavito, Luca Cucurachi, Maurizio Daggiano, Rossella De Lorenzi, Carla Fabiani, Roberta Fasiello, Tommaso Perrone.

Segretaria di redazione: Elena Conca

Progetto grafico della copertina: Yukiko Tanaka

Semestrale di Filosofia, scienze sociali ed economiche aperto alla collaborazione di specialisti italiani e stranieri. Si raccomanda agli studiosi e agli appassionati di una cultura del confronto e della ricerca libera e propositiva. Accoglie contributi di orientamento multidisciplinare raccolti in miscellanee, anche se sono previsti fascicoli monotematici.

Sommario

Editoriale (G. Rizzo) p. 7

Saggi

Giuseppe CacciatoreDallo storicismo critico alla filosofia interculturale » 15Fulvio De GiorgiEttore Passerin D’Entrèves e la ‘tesi Weber” sulle origini dellospirito del capitalismo » 25Giuliana Di BiaseSome remarks on Thomas Sydenham’s posthumous fame » 39Giovanni Vallebona - Giuseppe VarnierHeidegger, i Quaderni neri e la cultura continentale » 55Michele IndellicatoSpiritualità e speranza nel pensiero di Emmanuel Mounier » 81Giovanni InvittoUn forte punto di contatto con Mario Signore: Simone Weil trafilosofia e mistica » 107Lidia CaputoProspettive teleologiche da L’Idea di una cultura filosofica aLa crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentaledi Edmund Husserl » 123Roberto CiprianiLa preghiera. Dalle origini alla realtà contemporanea » 137Guglielmo Forges Davanzati - Gabriella PaulìSullo statuto epistemologico dell’economia politica oggi:una nota » 151

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Comitato di redazione: Antonio Aresta, Lidia Caputo, Giovanni Carrozzini, Daniele Chiffi, Francesco Ciriolo, Flora Colavito, Luca Cucurachi, Maurizio Daggiano, Rossella De Lorenzi, Carla Fabiani, Roberta Fasiello, Tommaso Perrone.

Segretaria di redazione: Elena Conca

Progetto grafico della copertina: Yukiko Tanaka

Semestrale di Filosofia, scienze sociali ed economiche aperto alla collaborazione di specialisti italiani e stranieri. Si raccomanda agli studiosi e agli appassionati di una cultura del confronto e della ricerca libera e propositiva. Accoglie contributi di orientamento multidisciplinare raccolti in miscellanee, anche se sono previsti fascicoli monotematici.

Sommario

Editoriale (G. Rizzo) p. 7

Saggi

Giuseppe CacciatoreDallo storicismo critico alla filosofia interculturale » 15Fulvio De GiorgiEttore Passerin D’Entrèves e la ‘tesi Weber” sulle origini dellospirito del capitalismo » 25Giuliana Di BiaseSome remarks on Thomas Sydenham’s posthumous fame » 39Giovanni Vallebona - Giuseppe VarnierHeidegger, i Quaderni neri e la cultura continentale » 55Michele IndellicatoSpiritualità e speranza nel pensiero di Emmanuel Mounier » 81Giovanni InvittoUn forte punto di contatto con Mario Signore: Simone Weil trafilosofia e mistica » 107Lidia CaputoProspettive teleologiche da L’Idea di una cultura filosofica aLa crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentaledi Edmund Husserl » 123Roberto CiprianiLa preghiera. Dalle origini alla realtà contemporanea » 137Guglielmo Forges Davanzati - Gabriella PaulìSullo statuto epistemologico dell’economia politica oggi:una nota » 151

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Domenico Di IasioCrisi globali: che pensare? p. 171Carlo CirottoIl fatto evolutivo e l’etica » 185Alberto GraneseScienza,etica, estetica. Significato e implicazioni di una connes- sione problematica » 201Adriano FabrisSenso e indifferenza nel pensiero di Leopardi » 215Giuseppe CantilloErnst Troeltsch e l’eredità kantiana » 229

7

Editoriale

Noi moriamo soltanto quandonon riusciamo a mettere radice

in altri.(Leone Tolstoj)

Come evitare di rimanere prigionieri della congerie dei sentimenti, dei ricordi, dei vissuti condivisi, quando si vuole ricordare una perso-na cara, un maestro? Forse, riproponendone, e quindi evocandone, lo stile di pensiero che lo contraddistingueva come Wegmark lasciato in eredità a chi vi scrive come nuovo direttore della rivista «Idee». Così, mi piace pensare, avrebbe voluto affidarmi Mario Signore la direzione di una ivista, «Idee» appunto, che lui ha fondato e portato ad un livello di produttività e scientificità molto elevato e pertanto difficile da egua-gliare. “Lasciare in eredità” avrebbe significato per lui consegnare, con piena assunzione di responsabilità, il testimone ideale, e quindi mai pienamente realizzato (husserlianamente, si è sempre “principianti”), di un modo di intendere il sapere filosofico come sforzo continuo di in-tegrare, di far entrare reciprocamente in rapporto, come due modi della stessa realtà, l’atteggiamento personalistico e quello scientifico perché “l’io spirituale è condizionato dalla natura, ma non per questo è in un rapporto di causalità con la natura” (Husserl, Idee per una fenomenolo-gia pura e per una filosofia fenomenologica, vol. II). La riproposizione, come variazioni sul tema, di questo ideale di fondazione delle scienze nella Lebenswelt delle azioni, desideri e valori di una soggettività non alienata, è affermata, qui il suo “stile” di pensiero, da Signore non nei termini di una Vernunft eroica, plasticamente e simbolicamente rappre-sentata dal cavaliere nel dipinto “Ritter, Tod und Teufel” di Albrecht Dürer, ma in quella più disincatata di una jouissance, à la Slavoj ŽiŽek: ovvero a partire da una critica, impostata su una intelligente partitura di note ironiche ed autoironiche, di una ragione (e quindi di una umanità)

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Domenico Di IasioCrisi globali: che pensare? p. 171Carlo CirottoIl fatto evolutivo e l’etica » 185Alberto GraneseScienza,etica, estetica. Significato e implicazioni di una connes- sione problematica » 201Adriano FabrisSenso e indifferenza nel pensiero di Leopardi » 215Giuseppe CantilloErnst Troeltsch e l’eredità kantiana » 229

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Editoriale

Noi moriamo soltanto quandonon riusciamo a mettere radice

in altri.(Leone Tolstoj)

Come evitare di rimanere prigionieri della congerie dei sentimenti, dei ricordi, dei vissuti condivisi, quando si vuole ricordare una perso-na cara, un maestro? Forse, riproponendone, e quindi evocandone, lo stile di pensiero che lo contraddistingueva come Wegmark lasciato in eredità a chi vi scrive come nuovo direttore della rivista «Idee». Così, mi piace pensare, avrebbe voluto affidarmi Mario Signore la direzione di una ivista, «Idee» appunto, che lui ha fondato e portato ad un livello di produttività e scientificità molto elevato e pertanto difficile da egua-gliare. “Lasciare in eredità” avrebbe significato per lui consegnare, con piena assunzione di responsabilità, il testimone ideale, e quindi mai pienamente realizzato (husserlianamente, si è sempre “principianti”), di un modo di intendere il sapere filosofico come sforzo continuo di in-tegrare, di far entrare reciprocamente in rapporto, come due modi della stessa realtà, l’atteggiamento personalistico e quello scientifico perché “l’io spirituale è condizionato dalla natura, ma non per questo è in un rapporto di causalità con la natura” (Husserl, Idee per una fenomenolo-gia pura e per una filosofia fenomenologica, vol. II). La riproposizione, come variazioni sul tema, di questo ideale di fondazione delle scienze nella Lebenswelt delle azioni, desideri e valori di una soggettività non alienata, è affermata, qui il suo “stile” di pensiero, da Signore non nei termini di una Vernunft eroica, plasticamente e simbolicamente rappre-sentata dal cavaliere nel dipinto “Ritter, Tod und Teufel” di Albrecht Dürer, ma in quella più disincatata di una jouissance, à la Slavoj ŽiŽek: ovvero a partire da una critica, impostata su una intelligente partitura di note ironiche ed autoironiche, di una ragione (e quindi di una umanità)

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divenuta disincarnata, dimezzata, alienata, deresponsabilizzata e “cosa-lizzata” (nel senso del verbo tedesco “versachlichen”).

Del resto, in Mario Signore, il metodo fenomenologico si carica, sin dall’inizio, di forti istanze etiche: “fare fenomenologia” per il filosofo leccese è andare alle radici della crisi non solo per coglierne le mani-festazioni più urgenti, ma anche per individuare le eventuali soluzioni, cogliendo nel negativo di quella, come rovescio della stessa medaglia, il positivo del suo superamento.

Il senso vero del nichilismo che pervade la società contemporanea per Signore consiste nella privazione di quella consistenza reale che fa di un mondo un mondo umano (non secondo la formula del filosofo di Todtnauberg “die Welt weltet”, ma, secondo quella umanistica, con eco vichiana, “die Subjekten welten”): di fronte a ciò la filosofia, solo con difficoltà, può ancora svolgere la sua funzione di razionalizzazione e di donazione di senso. Quando il rapporto con la Lebenswelt è distor-to, ovvero svuotato di senso, allora la ragione umana si riduce a mera ragione strumentale ed il mondo, a sua volta, da “mondo accomunato” a mera sfera economica.

Risuona insomma, come basso continuo, nello spartito del pensiero filosofico del maestro leccese il monito husserliano: “Wir sind nicht blosse Tatsachenmenschen, sondern Wesensmenschen”.

Un ritorno al soggetto dunque, senza che si scada nel solipsismo a cui, per altro, la fenomenologia trascendentale risponde con la fonda-zione dell’altro e di un mondo accomunato a partire dal Leib incarnato.

Da qui il risvolto positivo di un pensiero che, accettando fino in fon-do le aporie del moderno, esercita una costante funzione di vigilanza critica ed etica impedendo che “la cultura si stabilizzi naturalizzandosi”.

Pur nella varietà tematica dei contributi presenti in questo volume, è possibile cogliere un fil rouge concettuale che, in diversi modi, amplifica ora un aspetto ora l’altro del pensiero di Mario Signore che qui si vuole, nel ricordo, omaggiare. Di ciò sono grato ai valenti studiosi che si sono cimentati con l’arduo compito di coniugare i propri interessi di studio con quelli, tra l’altro vastissimi, coltivati dal filosofo leccese.

Scelgo, a guisa di sintesi, alcuni di questi contributi, senza togliere niente agli altri, come “sistemi di riferimento” entro cui ricostruire le

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coordinate della riflessione filosofica di Mario Signore. In perfetta con-sonanza con la categoria della “relazionalità” che, per Signore, assurge a elemento portante e dinamico di una ragione integrale, Cacciatore ci invita ad elaborare “nuovi concetti” in grado di fornire una lettura più convincente e plausibile delle mutate condizioni storiche e culturali dell’umano. A tal uopo, si fa strada nella sua analisi la proposta di una “filosofia interculturale” − la ripresa, su nuove basi, dello storicismo critico − che faccia emergere un pensiero, appunto, relazionale in grado di costruire i propri concetti in virtù di un confronto serrato con le pro-duzioni spirituali di differenti contesti storico-culturali.

Il lodevole contributo di Fulvio De Giorgi, leggendo in termini sto-riografici, nella figura di Ettore Passerin d’Entrèves, il rapporto tra cri-stianesimo, capitalismo e libertà di coscienza, propone un ripensamento critico della “tesi Weber” a cui, per altro, Mario Signore, aveva dedica-to studi raffinati. L’idea cioè, che possa essere istituito un nesso diretto e incontrovertibile tra dinamismo socio-economico e riforme religiose (protestanti) o che il puritanesimo debba esser letto nei termini di un processo di razionalizzazione della società borghese, non reggerebbe di fronte ad una analisi storica rigorosa e dettagliata.

Nella puntuale (coraggiosamente “anticorrente”) analisi degli Schwarze Heften (“Quaderni neri”) di Martin Heidegger, Giuseppe Varnier e Giovanni Vallebona mostrano, con argomentazioni impecca-bili dal punto di vista storico e filosofico, che l’antisemitismo heideg-geriano non è dovuto né ad una soggettività irrazionale, né tantomeno al mancato superamento della stessa, quanto piuttosto all’abbandono, da parte del filosofo tedesco, dell’inconsistente pragmatismo di Sein und Zeit a favore di un determinismo storico-ontologico guidato dal Sein eventuale. In qualche modo, fu una “confusione”, gravida di con-seguenze nefaste per il progetto filosofico di Heidegger, tra filosofia te-oretica e politica, politica e metafisica della storia e infine tra metafisica ed azione a condurre questi verso un pragmatismo privo di dimensione morale ed impostato su una metapolitica acritica, di impronta teologica, prona ad ogni Führerprinzip che si affacciasse nella storia.

Da questo punto di vista, il progetto filosofico di Mario Signore, come egregiamente ricordato dai due studiosi nella nota 10 del loro

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divenuta disincarnata, dimezzata, alienata, deresponsabilizzata e “cosa-lizzata” (nel senso del verbo tedesco “versachlichen”).

Del resto, in Mario Signore, il metodo fenomenologico si carica, sin dall’inizio, di forti istanze etiche: “fare fenomenologia” per il filosofo leccese è andare alle radici della crisi non solo per coglierne le mani-festazioni più urgenti, ma anche per individuare le eventuali soluzioni, cogliendo nel negativo di quella, come rovescio della stessa medaglia, il positivo del suo superamento.

Il senso vero del nichilismo che pervade la società contemporanea per Signore consiste nella privazione di quella consistenza reale che fa di un mondo un mondo umano (non secondo la formula del filosofo di Todtnauberg “die Welt weltet”, ma, secondo quella umanistica, con eco vichiana, “die Subjekten welten”): di fronte a ciò la filosofia, solo con difficoltà, può ancora svolgere la sua funzione di razionalizzazione e di donazione di senso. Quando il rapporto con la Lebenswelt è distor-to, ovvero svuotato di senso, allora la ragione umana si riduce a mera ragione strumentale ed il mondo, a sua volta, da “mondo accomunato” a mera sfera economica.

Risuona insomma, come basso continuo, nello spartito del pensiero filosofico del maestro leccese il monito husserliano: “Wir sind nicht blosse Tatsachenmenschen, sondern Wesensmenschen”.

Un ritorno al soggetto dunque, senza che si scada nel solipsismo a cui, per altro, la fenomenologia trascendentale risponde con la fonda-zione dell’altro e di un mondo accomunato a partire dal Leib incarnato.

Da qui il risvolto positivo di un pensiero che, accettando fino in fon-do le aporie del moderno, esercita una costante funzione di vigilanza critica ed etica impedendo che “la cultura si stabilizzi naturalizzandosi”.

Pur nella varietà tematica dei contributi presenti in questo volume, è possibile cogliere un fil rouge concettuale che, in diversi modi, amplifica ora un aspetto ora l’altro del pensiero di Mario Signore che qui si vuole, nel ricordo, omaggiare. Di ciò sono grato ai valenti studiosi che si sono cimentati con l’arduo compito di coniugare i propri interessi di studio con quelli, tra l’altro vastissimi, coltivati dal filosofo leccese.

Scelgo, a guisa di sintesi, alcuni di questi contributi, senza togliere niente agli altri, come “sistemi di riferimento” entro cui ricostruire le

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coordinate della riflessione filosofica di Mario Signore. In perfetta con-sonanza con la categoria della “relazionalità” che, per Signore, assurge a elemento portante e dinamico di una ragione integrale, Cacciatore ci invita ad elaborare “nuovi concetti” in grado di fornire una lettura più convincente e plausibile delle mutate condizioni storiche e culturali dell’umano. A tal uopo, si fa strada nella sua analisi la proposta di una “filosofia interculturale” − la ripresa, su nuove basi, dello storicismo critico − che faccia emergere un pensiero, appunto, relazionale in grado di costruire i propri concetti in virtù di un confronto serrato con le pro-duzioni spirituali di differenti contesti storico-culturali.

Il lodevole contributo di Fulvio De Giorgi, leggendo in termini sto-riografici, nella figura di Ettore Passerin d’Entrèves, il rapporto tra cri-stianesimo, capitalismo e libertà di coscienza, propone un ripensamento critico della “tesi Weber” a cui, per altro, Mario Signore, aveva dedica-to studi raffinati. L’idea cioè, che possa essere istituito un nesso diretto e incontrovertibile tra dinamismo socio-economico e riforme religiose (protestanti) o che il puritanesimo debba esser letto nei termini di un processo di razionalizzazione della società borghese, non reggerebbe di fronte ad una analisi storica rigorosa e dettagliata.

Nella puntuale (coraggiosamente “anticorrente”) analisi degli Schwarze Heften (“Quaderni neri”) di Martin Heidegger, Giuseppe Varnier e Giovanni Vallebona mostrano, con argomentazioni impecca-bili dal punto di vista storico e filosofico, che l’antisemitismo heideg-geriano non è dovuto né ad una soggettività irrazionale, né tantomeno al mancato superamento della stessa, quanto piuttosto all’abbandono, da parte del filosofo tedesco, dell’inconsistente pragmatismo di Sein und Zeit a favore di un determinismo storico-ontologico guidato dal Sein eventuale. In qualche modo, fu una “confusione”, gravida di con-seguenze nefaste per il progetto filosofico di Heidegger, tra filosofia te-oretica e politica, politica e metafisica della storia e infine tra metafisica ed azione a condurre questi verso un pragmatismo privo di dimensione morale ed impostato su una metapolitica acritica, di impronta teologica, prona ad ogni Führerprinzip che si affacciasse nella storia.

Da questo punto di vista, il progetto filosofico di Mario Signore, come egregiamente ricordato dai due studiosi nella nota 10 del loro

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contributo, si staglia in termini antitetici rispetto a quello heideggeria-no: per il primo infatti (in accordo anche con la sua originale rilettura dell’attualismo gentiliano) la filosofia si configura come impegno etico continuo, come fare ed agire umano, come ricerca di una verità che non può mancare del tutto la misura umana. Una “misura umana” che, nella pregevole analisi del pensiero filosofico di Simone Weil da parte di Giovanni Invitto, è messa in questione dalla separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, tra funzioni direttive ed esecutive: au-mentando così la dipendenza degli individui nei confronti del potere e trasformando gli stessi in una “collettività cieca” funzionale alla ripro-duzione di una “macchina” senza cuore e spirito.

Che questa “macchina” poi, sia alimentata da un’ideologia econo-mica, quella neoliberista, che domina imperialisticamente l’economia attuale è l’assunto che emerge dall’ottimo contributo degli economisti Guglielmo Forges Davanzati e Gabriella Paulì; in questo senso, la teo-ria dell’austerità espansiva, che sovrintende oggi, in particolare nell’U-nione Europea, ad ogni politica di intervento economico, “smasche-rata” del suo bias ideologico, si presenta senza significative evidenze empiriche, ovvero priva di correlazioni rilevanti dal punto di vista di un controllo causale. Se tuttavia né ragioni argomentative, né ragioni etiche riescono a porre in discussione questo framework economico, allora, secondo gli autori, si deve ipotizzare che la resistenza ed il soste-gno massmediatico dello stesso sia dovuto alla “efficacia della retorica mainstream nel separare scienza economica e etica, ideologia e potere”.

Non si può non ricordare a questo punto come proprio la separa-zione del discorso economico da quello etico abbia rappresentato per Mario Signore, nell’ultimo tratto del suo lungo percorso filosofico, in qualità di docente di Filosofia Morale nella Facoltà di Economia dell’a-teneo salentino, il vero ostacolo da superare al fine di realizzare quel-la “tavola dei bisogni” (Economia del bisogno ed etica del desiderio, 2009) in cui trovi posto tutto ciò di cui l’uomo necessita, “commisurato però con l’universale bisogno di felicità”.

«Idee» ha rappresentato per tanti anni un “luogo” in cui respirare l’aria fresca e frizzante della novità e libertà vorausetzungslos di un pensiero filosofico non solo aperto agli altri saperi, ma anche disposto a

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mettere in discussione i suoi stessi assunti. Di questa “generosità” sia-mo tutti noi grati all’instancabile attività speculativa ed organizzativa di Mario Signore. A me, che gli sono stato vicino, nella sintonia delle idee e degli affetti, il compito di mantenere aperto, per i futuri lettori della rivista, questo straordinario spazio di riflessione culturale.

Il DirettoreGiorgio Rizzo

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contributo, si staglia in termini antitetici rispetto a quello heideggeria-no: per il primo infatti (in accordo anche con la sua originale rilettura dell’attualismo gentiliano) la filosofia si configura come impegno etico continuo, come fare ed agire umano, come ricerca di una verità che non può mancare del tutto la misura umana. Una “misura umana” che, nella pregevole analisi del pensiero filosofico di Simone Weil da parte di Giovanni Invitto, è messa in questione dalla separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, tra funzioni direttive ed esecutive: au-mentando così la dipendenza degli individui nei confronti del potere e trasformando gli stessi in una “collettività cieca” funzionale alla ripro-duzione di una “macchina” senza cuore e spirito.

Che questa “macchina” poi, sia alimentata da un’ideologia econo-mica, quella neoliberista, che domina imperialisticamente l’economia attuale è l’assunto che emerge dall’ottimo contributo degli economisti Guglielmo Forges Davanzati e Gabriella Paulì; in questo senso, la teo-ria dell’austerità espansiva, che sovrintende oggi, in particolare nell’U-nione Europea, ad ogni politica di intervento economico, “smasche-rata” del suo bias ideologico, si presenta senza significative evidenze empiriche, ovvero priva di correlazioni rilevanti dal punto di vista di un controllo causale. Se tuttavia né ragioni argomentative, né ragioni etiche riescono a porre in discussione questo framework economico, allora, secondo gli autori, si deve ipotizzare che la resistenza ed il soste-gno massmediatico dello stesso sia dovuto alla “efficacia della retorica mainstream nel separare scienza economica e etica, ideologia e potere”.

Non si può non ricordare a questo punto come proprio la separa-zione del discorso economico da quello etico abbia rappresentato per Mario Signore, nell’ultimo tratto del suo lungo percorso filosofico, in qualità di docente di Filosofia Morale nella Facoltà di Economia dell’a-teneo salentino, il vero ostacolo da superare al fine di realizzare quel-la “tavola dei bisogni” (Economia del bisogno ed etica del desiderio, 2009) in cui trovi posto tutto ciò di cui l’uomo necessita, “commisurato però con l’universale bisogno di felicità”.

«Idee» ha rappresentato per tanti anni un “luogo” in cui respirare l’aria fresca e frizzante della novità e libertà vorausetzungslos di un pensiero filosofico non solo aperto agli altri saperi, ma anche disposto a

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mettere in discussione i suoi stessi assunti. Di questa “generosità” sia-mo tutti noi grati all’instancabile attività speculativa ed organizzativa di Mario Signore. A me, che gli sono stato vicino, nella sintonia delle idee e degli affetti, il compito di mantenere aperto, per i futuri lettori della rivista, questo straordinario spazio di riflessione culturale.

Il DirettoreGiorgio Rizzo

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