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u f f i c i o pa s t o r a l e s p o rt12 domenica, 19 luglio 2015
Gli sportivi con il PapaRITRATTI SUL CAMPo – dal 2009 l’aSdPS oPera nel mondo delle diaSabilità attraverSo la diSciPlina del judo; in un ambiente fraterno
LA MAGIA DEI CUORI SPORTIVI
A noi piace fare judo con Vittorio – scrivono i bambini nella narra-zione per immagini
– perché è coccolone, bravo, ride con noi, è simpatico, è nostro amico». Vittorio è «bambino gravemente di-sabile, che muove con dif-ficoltà mani e piedi a causa della tetraparesi spastica». Scrive Letizia Tortello su «La Stampa» del 28 giugno 2012, presentando la magnifica av-ventura vissuta nel 2012 dai bambini della 2° elementare nella scuola San Giacomo (direzione didattica Rober-to D’Azeglio). Un’avventura, documentata dai bambini con disegni, foto, pensieri-ni in un libro, premiato dal
Coni tramite l’Acsi Naziona-le (Associazione di Cultura, Sport e Tempo Libero) il 26 maggio a Roma con la me-daglia del premio nazionale di Narrativa 2012. Vittorio è stato uno degli allievi spe-ciali di Massimo Audino, fondatore e maestro judoka di Cuori sportivi, associa-zione sportiva dilettantistica di promozione sociale, dal 2009. Una mamma dei pic-coli allievi racconta: «I nostri ragazzi sono legatissimi a
Vittorio, riescono a comuni-care con lui a modo loro, con i gesti e con gli sguardi. Han-no vissuto l’avventura sporti-va come un’esperienza unica, una vittoria e una conquista dell’intera classe nel nome dell’amicizia». Chi incon-tra il maestro Massimo rie-sce subito a percepire la sua grande professionalità e pas-sione per il judo, la capacità e la volontà di trasmetterla a bambini e giovani tanto da produrre «miracoli».
Il 7 giugno 2015, i piccoli tesserati di Cuori sportivi accompagnati dai genitori hanno trascorso una giorna-ta di festa al Centro ricreati-vo Smat nella prima collina di Torino, dando prova con i loro saggi di come hanno appreso il judo quasi per gioco. Infatti il judoka Mas-simo insegna a fare esercizi e a crescere sotto un profilo tecnico, ispirandosi alle favo-le dove gli animali con i loro tratti caratteristici suggeri-scono ai bambini come im-parare a cadere o a strisciare. Ed allora, imitando il panda si impareranno le «capovol-te», il leone a «camminare a ponte», il coccodrillo a «stri-sciare con le zampe», la ra-nocchia a «saltellare». Si so-cializza, poi, con gli esercizi di contatto fisico ad esempio con il gioco delle «codine» (fettucce di stoffa), che devo-no essere afferrate dall’avver-sario oppure si dà prova di prontezza con il «gioco dei numeri», dove ogni numero equivale ad una posizione, come 1=sedersi; 2=girarsi sulla schiena; 3=mettersi a pancia in su. Anche quando giocavano con Vittorio, il bambino colpito da tetrapa-resi spastica, i compagni, in-
massimo audino ci aiuta
nel percorso educativo
con il judo: abbiamo
riequilibrato alcuni aspetti
difficili dei nostri bambini
Timidezza e riservatezza
si sono attenuate perché si lavora
su contatto fisico, sul non avere paura dell’altro, sul giocare in modo
ravvicinato
terrogati dal maestro Massi-mo, rispondevano per lui ed «i punti del gioco andavano a tutti» mentre gli toccavano la mano, cercando di capire se era contento. Con soddi-sfazione il maestro Massimo ci informa che il Cio (Comi-tato Olimpico Internaziona-le) ha dichiarato «sport più completo» proprio il «judo», ed ha ribadito come questa disciplina insegni il rispetto per i compagni, gli avversari, il «tatami» a partire dal ceri-
moniale del saluto. L’associa-zione sportiva Cuori Sportivi conta 300 tesserati con circa 20 allenatori/dirigenti, che oltre alle lezioni di judo, of-frono corsi di capoeira, gin-nastica dolce ed allenano 4 squadre di calcio a 5. La sede operativa e palestra è stata fino a giugno 2015 il colle-gio Artigianelli (da luglio in ristrutturazione).Il judo di Cuori sportivi fa del bene a tante famiglie come testimoniano, su «Gio-vani genitori» di marzo 2015, Paola e Giovanni genitori di quattro figli dai 4 ai 10 anni, impegnati in corsi di musica, che richiedono «disciplina, studio e concentrazione», e nel judo, sport praticato dal papà. Paola e Giovanni scrivono: «Siamo in squadra con Cuori sportivi un’asso-ciazione gestita da Massimo Audino, di cui abbiamo una stima enorme. Massimo ci aiuta nel percorso educativo: con il judo abbiamo riequili-brato alcuni aspetti difficili dei nostri bambini. Timi-dezza e riservatezza si sono attenuate perché si lavora su contatto fisico, sul non avere paura dell’altro, sul giocare in modo ravvicinato. Ha aiu-tato anche a smussare quella vivacità, a volte scoordinata e senza regole di rispetto. Tut-te le gare hanno un grandis-simo valore. Massimo è riu-scito a creare il clima giusto senza tensione verso la vit-toria e senza mortificazione nella sconfitta. Deve sempre essere un divertimento, fi-nalizzato a dare punti alla squadra. Perdere diventa per-ciò importante perché si im-para a riconoscere la superio-rità dell’avversario o talvolta semplicemente la fortuna». Infatti Cuori Sportivi si sen-te un «segno di speranza» perché considera «lo sport un’esigenza sociale, un mez-zo di educazione, di cultura e di formazione psico-fisica e morale dell’uomo».
Silvana BOTTIGNOLE
ci chiediamo quale mo-dello di sport prediligere per un progetto sportivo cristiano. Se quello lumi-nescente e straricco degli idoli e dei campioni che salgono sui palcoscenici o appaiono in TV con discorsi preconfezionati poi puntualmente disat-tesi (vedi i recentissimi scandali FiFa, calcioscom-messe serie B ecc...) o quello dello sport di base che, pur con i suoi limiti, è ancora un ambito in cui il ricorso ai valori decou-bertiani è vivo più che mai. la presenza in piazza domenica 21 giugno pomeriggio con il Papa di 2300 tra atleti, dirigenti e tecnici, di circa 60 società sportive dilettantistiche mostra quanto forte sia il legame tra spiritualità cri-stiana e mondo sportivo. infatti, facciamo presente a chi pensa e dice che nel mondo cattolico lo sport sia morto o che proprio non ci debba essere, che nelle parrocchie, oratori, scuole cattoliche dell’ar-cidiocesi opera-no 102 società sportive, alcune nate di recente proprio a seguito dell’incoraggia-mento dato da Papa Fran-cesco a leggere lo sport come luogo pastorale e missionario. un progetto entusiasmante nel quale l’ufficio diocesano per la Pastorale dello Sport crede fermamente ponen-dosi a servizio della realtà ecclesiale.
don Fabrizio FASSINO direttore ufficio
per la Pastorale dello Sport
Il nostroimpegno
I giornali «La Voce del Popolo»e «il nostro tempo», a cui l’Associazioneoffre dal 1995 un sostegno importante, sono espressione del «mondo cattolico»,ma nello stesso tempo si pongonoal servizio dell’intera società civile,contribuendo alla pluralitàdell’informazione, perché non sonocondizionati dai loro risultati economici,né da gruppi imprenditoriali o politici.Per questo è importante sostenerliattraverso libere donazioniall’Associazione senza fi ni di lucro.
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La Voce del Popolo è anche on line: i servizi principali s l
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NO/Torino. L’Editore si impegna a paga-
re le copie non recapitate. Una copia € 1
IL 19 GIUGNO IN DUOMO LA CONSACRAZIONE DI 7 DONNE
Nel giardino delle verginiI «segni» dell’ostensione
L’ostensione si è conclusa, ma
ha lasciato tanti «segni». Oltre
al «rinnovamento spirituale»
che non si può misurare, rife-
riamo in questo numero delle
testimonianze di pellegrini e vo-
lontari. E delle poesie scritte per
la Sindone… PAGINE 10-11
Sono 7 le donne che, il 19 giu-
gno in Cattedrale, entrano a far
parte dell’Ordo virginum della
Chiesa di Torino. Una consacra-
zione antica e «modernissima»
la loro: stanno nel «mondo» ma
coltivano la vocazione alla pre-
ghiera e al servizio. PAGINA 5
Sant’Antonio da Padova
13/6
I nazisti a Parigi
14/6/1940
Magna Charta
15/6/1215
TESTIMONIANZE, RIFLESSIONI,
Trepida attesa per il vertice di venerdì 11 giugno tra Fiat e sindacati sulle sorti dello stabilimento
di Pomigliano d’Arco. La sopravvivenza dell’impianto non riguarda solo la Campania ma tutto
l’indotto Fiat. PAGINA 3
POMIGLIANO IN BILICO: LA DIFFICILE TRATTATIVA TRA FIAT E SINDACATI
Ieri sera, mentre spegnevo la
candela, cercai a tastoni i fi am
miferi: non trovandoli f
to da un senso dpreparid
Austerità
T E M P I
PAPA A CIPRO – MANO TESA ALLE ALTRE CONFESSIONI
«Noi cerchiamo la convivenza»
«Cristiani, restate in Medio
Oriente, anche se la vostra si-
tuazione è diffi cile. Israele tolga
il blocco contro Gaza e si arrivi
a uno Stato palestinese e alla
pace per Israele. L’assassinio di
monsignor Padovese non deve
bloccare il dialogo tra cristiani e
musulmani e faccia intensifi ca-
re quello tra cattolici e ortodos-
si». Ancora una volta un viag-
gio del Papa, dal 4 al 6 giugno
2010, si è svolto in un clima di
grande tensione internazionale
in quel Medio Oriente che non
conosce pace, a Cipro isola divi-
sa tra greco-ortodossi e turchi-
musulmani. Alla vigilia c’è stato
il sanguinoso assalto in acque
internazionali dei commandos
israeliani a una fl ottiglia di pa-
cifi sti, che ha provocato 10-19
morti, e l’assassinio del vescovo
missionario, vicario apostolico
dell’Anatolia e presidente della
Conferenza episcopale turca Continua a pag. 6 –›
Pier Giuseppe ACCORNERO
UFFICIO PIO – 150 MILA EURO ALLE PARROCCHIE, 800 MILA AL COMUNE
Estate ragazzi più «povera»
Nessun contributo diretto dell’amministrazione comunale ai 60 «centri»
Torna dal 14 giugno, subito dopo la chiusura
delle scuole, Estate Ragazzi. A Torino i ragazzi
e le ragazze coinvolti nei centri estivi saranno
oltre 15 mila: 12 mila nelle parrocchie e 3 mila
nei centri comunali. Con una differenza: i bam-
bini degli oratori usufruiranno di un contribu-
to giornaliero – erogato dall’Uffi cio Pio della
Compagnia di San Paolo – di 40 centesimi a
testa, mentre i ragazzi dei centri estivi comunali
avranno a disposizione 16,60 euro ciascuno
I 3 mila bambini accolti nei 15 centri
dalla Città di Torino sono il 1
STIPENDI INSEGNANTIMinistro,ci ripensiI giornali dei giorni scorsi han-
no dato grande rilievo alla pro-
posta del ministro Calderoli di
ridurre i compensi ai giocatori
di football, mentre non hanno
scritto neppure una riga – op-
pure qualche riga distratta – sul
congelamento (che di fatto si
tradurrà in una riduzione) de-
gli stipendi degli insegnanti.
Toccherà infatti anche a mae-
stri e professori pagare un con-
to salato per concorrere al rie-
quilibrio dei conti dello Stato
e allinearci in tal modo ai Paesi
«virtuosi» dell’Europa. Per tre
anni saranno sospesi gli scatti
di carriera e nel frattempo sarà
rinviato il piccolo aumento di
stipendio previsto dal rinnovo
contrattuale. Secondo calcoli di
fonte sindacale tutto questo si
tradurrebbe nella perdita secca
di una mensilità all’anno. Dun-
que, la scuola ancora una volta
si trova al centro delle economie
nazionali. Ma mentre sui tagli
agli organici decisa nel 2008
c’era qualche ragionevole moti-
vo che li giustifi cava (siamo, in
Europa, il Paese con il rapporto
più basso tra docenti e alunni,
specie a livello del ciclo prima-
rio), la drastica decisione della
riduzione degli stipendi appare
una scelta comprensibile sol-
tanto entro una logica di tagli
indiscriminati. È certamente semplice e prati-
co «tagliare» dove c’è una mas-
sa di un milione di dipendenti
(750 mila docenti e 250 mila
amministrativi), approfi ttando
della diffusa convinzione che si
tratti di «privilegiati» che godo-
no di molte vacanze, lavorano
per mezza giornata e dunque
sono poco tutelati in termini diContinua a pag. 32 –›Giorgio CHIOSSO
FINI CEDE A BERLUSCONI SUL DIVIETO DI PUBBLICARE LE INTERCETTAZIONI E SUI LIMITI ALLE INDAGINI GIUDI
Italia, silenzio stamp
Le nuove norme debbono tuttavia ottenere il via libera del Quirinale – L’opposizione permane divisa
Il vescovoassassinatoSi preparava a raggiungere il
Papa a Cipro, ma la sua vita è
stata fermata in modo assurdo
e drammatico. Mons. Ghiberti
ricorda mons. Padovese, il lavo-
ro comune in campo biblico, la
grande passione per la Turchia e
l’evangelizzazione. PAGINA 7
150 ANNI – IL SANTO FRA DEVOZIO
Cafasso, il maeC’è una notevole distanza
tra noi e il primo Ottocento
piemontese: questo vale an-
che a livello ecclesiale. Sono
cambiate molte cose anche
a livello teologico, e questo
non può non incidere anche
sull’idea di prete che noi ab-
biamo. Dire che oggi c’è un
certo pluralismo nel modo
di concepire il ministero or-
dinato è sicuramente troppo:
sarebbe in fi n dei conti attri-
buirci un pregio che non me-
ritiamo. Oggi viviamo piut-
tosto una stagione confusa,
contraddittoria, che a fatica
ritrova delle certezze: e per
riuscirci deve spesso andare a
scavare nella tradi-
zione. La cornice culturale in cui
visse il Cafasso non era invece
così. L’illumi-
nismo e poi lafrancese avevan
bagaglio di certeli di vita che la C
vivendo ormai da
meno dal periodo tr
ma non lo avevano in
Il clima teologico-c
le in cui si trovò imm
Cafasso per quanto rigu
la fi gura del prete era sos
zialmente quello post-trid
tino, con un’aggiunta: era
sentire «devoto» che si resp
rava in molti ambienti catto
lici europei nel fervore della
Restaurazione e sull’onda di
un Romanticismo che per-
meava alquanto la religiosità
non solo popolare.In questo clima che ho de-
fi nito «devoto», che inte-
ressava soprattutto vaste
aree della Francia e del
Nord Italia, non manca-
vano tuttavia i problemi.
Per quanto riguarda la vita
e il ministero del prete i peri-
coli venivano soprattutto da
un certo modo di concepire
la sua missione, che aveva
una sua lunga storia. Ma
era stato soprattutto il
mondo ecclesiastico del
Settecento a cedere ad
una immagine di prete
non certo ideale, spes-
so non poco com-
promessa con le
proposte del mondoContinua a pag. 12 –›
Lucio CASTO
Sull’informazione giudiziaria
e sulle intercettazioni Fini si è
arreso alle esigenze di Berlusco-
ni ed ha accettato il ddl Alfano
con qualche modifi ca, non
sostanziale. Il presidente della
Camera ha rigettato le avances
di D’Alema ed ha confermato
che intende restare nel Pdl, an-
che se in posizione autonoma.
Ora il nuovo testo va alle Came-
re in un clima di scontro con Continua a pag. 32 –›
Mario BERARDI
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ENTRA NEL VIVO LA PROTESTA DEI RICERCATORI
L’Università «costretta»a esami sul marciapiede
Saranno casepopolari?Settanta alloggi invenduti nei
palazzi di via Val della Torre, die-tro alla chiesa del Santo Volto:
l’impresa di costruzione vorreb-be svenderli agli Enti pubblici
perché diventino case popolari,
ma i proprietari degli altri allog-gi protestano. PAGINA 18
Con una provocatoria sessione di esami all’aria aperta, sui mar-ciapiedi sotto la Mole Antonel-liana, i ricercatori dell’Universi-tà di Torino hanno lanciato nei
giorni scorsi il loro ultimatum
al Governo che progetta di ta-gliare i contratti di ricerca.
Già dall’autunno potrebbe scat-tare in tutt’Italia il blocco delle
lezioni che i ricercatori svolgo-no volontariamente, da sempre,
per rimediare alla mancanza di
professori: sarebbe un grave col-po per l’effi cienza delle sedi uni-versitarie. PAGINA 17
Brevettato l’aeroplano
22/5/1906Chiude l’ostensione
23/5/2010Maria Ausiliatrice
24/5
VIA VAL DELLA TORRE, POLEMICA NEI NUOVI PALAZZI
SALONE DEL LIBRO – PAESE OSPITE È STATO L’INDIA MA CI SI È DIMENTICATI DEL MAHATMA
Dove è andato a fi nire Gandhi?
Si conclude il 23 maggio con la Messa celebrata dal card. Poletto alle
16 in Cattedrale la prima ostensione della Sindone del nuovo mil-
lennio. Oltre due milioni di pellegrini, accolti con gioia, commozione
e stupore da una città «trasformata». Anche per il nostro giornale
l’ostensione ha rappresentato una bella opportunità: circa un milione
di copie della «Voce del popolo» sono state offerte ai pellegrini di tutto
il mondo. (foto Bussio) SERVIZI ALLE PAGINE 3,4,5
Per noi occidentali i fenome-ni nati dal contatto dell’uo-mo con l’Invisibile hanno una portata contingente: noi
non siamo capaci di inter-pretare l’angakok (sciamano)
esquimese o l’iniziato del Ni-ger… Ma in tutte le civiltà tradi-zionali abbiamo trovati i se-gni sicuri di una fede unica e
abbiamo sentito la profonda unità spirituale della comu-nità umana. Nelle civiltà tradizionali il termine «spirituale» non ha
il signifi cato che gli diamo
noi, di accompagnamento contingente del «materiale»:
occupa invece il suo posto
vero, di causa effi ciente, di motivazione potente, pre-sente sempre nella condotta
umana.
Pentecoste T E M P I
(Jean Servier, L’uomo e l’Invisibile)
COLLEGNO E I «RAPTUS» OMICIDI
La solitudine non risparmia nessuno
Continua a pag. 24 –›Marina LOMUNNO
Cosa ci sta capitando? Inizia con questa do-
manda, lapidaria, la veglia di preghiera attorno
all’urna di san Leonardo Murialdo, alla Chiesa
della Salute, venerdì 14 maggio. I giovani e le fa-
miglie presenti vengono invitati a leggere i titoli
di cronaca dei giornali della settimana. «A Col-legno, un ma-rito massacra con 50 coltel-late la giovane moglie davan-ti all’assisten-te sociale che si occupava della loro se-parazione». «Una guardia giurata uccide la moglie per
gelosia con la pistola di ordinanza davanti alla
fi glia di due anni». «Un nipote soffoca la zia ‘che
non voleva più vivere’». «Un anziano proprietario
Continua a pag. 24 –›Silvana BOTTIGNOLE
padri illuminati». Lancia qua-si un urlo. Leggendo il catalogo del Sa-lone del Libro 2010 con paese
ospite l’India ed osservando
il Punto India, formato da
parecchi cubicoli bianchi con
case editrici ed un angusto
spazio bianco per gli incontri
decorato con quadri a tem-pera di monumenti indiani,
pare che Tejpal abbia ragione.
In un salone, che ha per tema
«la memoria svelata», nessun
incontro è dedicato al pensie-ro ed alla vita straordinaria di
Gandhi, che ispira ancora ad
esempio il movimento verde
pacifi sta dell’Iran, né si vede
una sua gigantografi a che
avrebbe fatto felici migliaia di
visitatori del Salone.Tarun Tajpal ha pubblicato
di recente «La storia dei miei
Al Salone del Libro di Torino
il paese ospite l’India presenta
qualche bravo scrittore ma
sembra aver dimenticato Gan-dhi (rievocato però con affetto
dal vescovo cattolico indiano
Paul Maipan nel corso dell’in-contro a cui ha partecipato). Più visibilità ha avuto, e a
ragione, il coraggioso gior-nalista e scrittore Tarun
Tejpal, defi nito il «Saviano» dell’India ma «molto di più»
a detta della sua brava inter-vistatrice Giovanna Zucconi.
«La mia lotta – ha affermato
- è per contenere la prepoten-za del potere nel ricordo dei
nostri padri fondatori, uo-mini straordinari con grandi
visioni di democrazia, giu-stizia, libertà, tolleranza. In
sessant’anni d’indipendenza
i potenti dell’India hanno fat-to di tutto per distruggere il
pensiero e l’ opera dei nostri
INTERNET «IDIOTA»?
Finalmente, Umberto EcoDoveva arrivare Umberto Eco, ad ammonirci sul fatto che sen-za memoria non c’è neppure più «anima», vita, cultura, e ricordarci che la Rete sarà anche bella e utile, ma rimane uno strumento. Non lo sapevamo anche prima, che l’esi-stenza di Wikipedia non obbliga ancora a buttar via tutti i libri? Lo sapevamo e non lo sapevamo: perché a leggere certi giornali, e a guardare Internet, si direbbe che non esista altro mondo se non la Rete stessa. Dev’essere vero, se le classi colte e abbienti dell’Occidente sono pronte a impazzire di deside-rio per ogni ultimo telefonino (I-pod, I-phone, I-pad). Umberto Eco ha parlato di «idiota»: riferendosi al sistema, non alle persone… Nel suo intervento al Salone del Li-bro il professore è venuto a ricorda-re cose banali: non si può imparare senza maestri; non tutte le fonti hanno lo stesso valore; prima si stu-dia e si impara, poi si scrive. Il lato comico della faccenda è che la Rete, patria di ogni libertà, ha dovuto dare spazio anche all’inter-vento di Eco. Il lato tragico è que-sto: se ne è dovuto parlare perché Eco è ritenuto famoso e «autore-vole». Fosse stato un insegnante qualsiasi, un educatore, un padre di famiglia, chi lo avrebbe conside-rato? Nel nostro nuovo Medioevo mediatico, appena uno dimostra di essere capace di pensare diventa subito pericoloso, soprattutto per i venditori di «realtà virtuale».
m.
BERLUSCONI: UNA NUOVA MAGGIORANZA CON L’UDC. MA BOSSI FRENA
Il Governo teme Tangentopoli 2 Nel centro-sinistra scontro frontale fra D’Alema e «la Repubblica»
Un richiamo forte alla conversione, e alla santità. Benedetto XVI, nel viaggio pastorale in Portogallo, ha ripreso i temi della soffe-renza attuale della Chiesa ricordando che i «nemici» non sono tanto all’esterno, ma nel peccato. PAGINA 7
Benedetto XVI a Fatima:
il nemico è il peccato
Il governo perde consensi (35%
degli elettori soddisfatti) per
tre «nodi» da sciogliere: il cre-scente timore di una Tangen-topoli 2 per lo scandalo dei
«grandi appalti» (il ministro
dimissionario Scajola è sta-to addirittura «costretto» ad
una nota pubblica di smentita
della moglie, che aveva parlato
di «responsabilità a più alto
livello»); l’urgenza di una nuo-va manovra correttiva da 25
miliardi di euro per fronteg-giare la crisi greca (ma alcune
proposte di Tremonti sono
molto impopolari, specie sul-le pensioni; è poi stupefacente
che il ministro consideri come
«sospetti evasori fi scali» i ge-nitori che iscrivono i fi gli alle
scuole private, facendo a pezzi
il programma del Polo sulla
libertà scolastica, negando il
principio di una motivazione
etica nella scelta dell’educazio-ne); la questione della presenza
italiana a Kabul, dopo la tragi-ca scomparsa di due militari
di stanza a Torino (il ministro
Calderoli ha sollevato dubbi
sulla «missione», mentre il
Collegno la comunità cerca di capiree di perdonare
pagina 9
Continua a pag. 24 –›Mario BERARDI
Card. Poletto: la festa
per i 30 anni da Vescovo Trent’anni da Vescovo, a servizio della Chiesa del Pie-monte: il card. Poletto ha ricordato l’anniversario del 17 maggio con una Messa insieme con i preti torinesi a Forno di Coazze. Pubbli-chiamo il testo integrale della sua omelia. PAGINA 6
Sindone indimenticabile
domenica 23 maggio 2010 | anno 65 | n
umero 20
settimanale
€1,00
L’editore si impegna
a pagare le copie
non recapitate
Sped. in A.P.-D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art.1 comma 1, CB-NO/Torino
Primo Direttore
Carlo Chiavazza
| L’evento | Duecentomila in piazza San Pietro per salutare in Benedetto XVI il d
ifensore
della Chiesa attaccata da molti. Il
ruolo del laicato cattolico nelle presenti avversità
Antonio Sassone
È mezzogiorno di domenica 16
maggio e da piazza San Pietro
s’alza un boato. E’ più forte del
rombo del cannone del Gianico-
lo che tradizio
nalmente segnala
quell’ora di buon auspicio da
un estremo all’altro
della città.
Il Papa è apparso alla fi nestra
dell’ultimo piano del Palazzo
apostolico e al suo puntuale ap-
parire sgorga il g
rido da migliaia
di giovani, un grido di giubilo,
un evviva e un librarsi d
i diecine
e diecine di palloncini e di pallo-
ni giganti, un fre
mito di bandie-
rine, di fazzoletti,
un agitare di
mani, un distendersi d
i striscio-
ni, stendardi. Mamme e papà
che sollevano i loro bambini.
C’è il Papa lassù. E quaggiù sulla
piazza almeno 200 mila persone,
la folla delle grandi occasioni.
«Grazie per la vostra solidarie-
tà». Sono le prime parole di Be-
nedetto XVI. Esplode un altro
boato. Il Papa sa perché in tanti
sono lì. E i p
resenti sanno per-
ché sono venuti. Ora il d
ialogo
non ha più ostacoli, non ha in-
termediari. La voce di Benedet-
to XVI, benché amplifi cata dagli
altoparlanti, rifl e
tte una lieve
emozione. Il Papa è attaccato,
La tra
gica fi ne di due mili-
tari della T
aurinense e il
ferimento di alt
ri due, fra
cui una donna, nell’ennesim
o
attentato
dei talebani in Afgha-
nistan, ha fat
to riemergere nella
politica e nell’opinione pubbli-
ca italian
a l’eterno interrogati-
vo: cosa stiam
o a fare laggiù?
Di là dal d
olore che ognuno
di noi prova davan
ti a trag
edie
del genere, e dalla
solidarietà
che ci lega all
e famiglie dei
caduti, la
risposta n
on può che
essere una: l’Italia
fa parte
di
una comunità i
nternazionale,
la Nato, ch
e le conferisce diritt
i
ma anche doveri, e
che viene
continuamente ferita, in tutte le
sue componenti nazionali, d
ai
colpi di una guerriglia c
he si
fonda su un’ideologia, in
parte
anche religiosa e di partic
olare
crudeltà, che non si a
bbatte
solo sui componenti dei co
rpi
di spedizione milita
re stranieri,
ma sulla p
ropria stessa
popola-
zione civile.
Nei piani del presidente degli
Usa Barac
k Obama, fra offerte
di trattati
ve di pace e prepa-
razione di un’offensiva
contro
le basi talebane che si s
pera
“decisiva” in
estate, questa g
uer-
ra dovrebbe fi nire entro il 2
011.
E’ lecito dubitarn
e, ma non
sarebbe giusto venirse
ne via
da soli, d
andola vinta a
quegli
odiosi terroristi
che prosperano
sul commercio
del papavero da
oppio.
continua a pagina 23
| Programmi | Tagli alla spesa pubblica: ecco chi deve rimetterci
Antonio Abate
Negli ultim
i mesi, l
a dinamica discenden-
te della quotazione dell’euro rispetto al
dollaro è stata, come spesso purtro
ppo ac-
cade, interpretata in chiave per così d
ire
“pugilistica”, come se le fl uttuazioni di
breve termine delle valute, movimenti tr
a
i più imprevedibili e
d aleatori del m
ondo
economico, rifl ettessero chissà
quali svol-
trutturali nei rapporti di forza tra le
nde dell’Atlantico. Una posizio
ne
sui media, portata avanti d
a
ani economisti di scuola
he troppo frequen-
ecialistica che
amente, a
ione
| Economia |
la Chiesa cattolica è attaccata, la
gerarchia è attaccata. E il mondo
cattolico è lì per difendere la sua
fede, per mostra
re tutto l’amore
che porta al suo Capo, che di
amore, di solidarietà ha bisogno,
non certo di difesa. Forse c’è sta-
ta un’organizzazione, forse un
appello, forse un tam-tam. Sono
lì dalle 10 del m
attino. Il
cardi-
nale Angelo Bagnasco, presiden-
te della Cei, celebra la messa e il
popolo continua ad arrivare da
via della Conciliazione e da tutti
i varchi. H
a inizio il r
ito. «Con-
vocati dalla fede e dall’amore»,
dice il commentatore, «ci sia
mo
riuniti perché vogliamo stri
nger-
ci visibilmente intorno a papa
Benedetto XVI come fi gli con il
padre. Vogliamo pregare con lui
e per lui, desiderosi di sostenerlo
nel suo im
pegnativo ministero,
esprimendogli il nostro
affetto
e la nostra gratitu
dine per la sua
passione per Cristo
e per l’uma-
nità intera».
Preghiera per il Papa e per le
vittime della pedofi lia
, ma an-
che per i sacerdoti «
per il loro
insostituibile ministero». Come
meditazione, viene riproposta
l’omelia che Benedetto XVI pro-
nunciò nella sua prima messa
Beppe Del Colle
L’idea girava da tempo, da alme-
no vent’anni, dalla fi ne della Dc
e del suo costume sociale di defi cit
spending che le aveva assicurato il
favore popolare per mezzo seco-
lo: il welfare non è più sostenibi-
le. E’ ora di mettere fi n
e a una
lunga illusione, che del resto du-
rava da molto più tempo, dalla
Gran Bretagna, dalla Francia e
dalla Germania dell’Ottocento,
come risposta obbligata del lais-
ser faire a
lle prime avvis
aglie della
protesta socialista avanzata da
Karl Marx.
Su quella idea abbiamo letto sa-
bato 15 maggio sul «Sole 24 ore»
un articolo di fondo fulminante,
chiarissimo, di Alberto Orioli,
intitolato «Il m
ondo è al futuro il
welfare al passato». La condanna
è senza appello, basta spiluccare
qua e là nella colonna di prima
pagina e nei due colonnini del
uito a pagina 19. Un esem-
bitoall’in
izio: «L’Europa
passionevole, quel-
lides agli ospe-
dali di Bismarck ha portato la
cultura del welfare state fi no alla
sistemazione moderna inventata
da Lord Beveridge, ha cambiato
volto. Più che una Marianna fi e-
ra e suadente, un Jack-mani-di-
forbice. Da sogno a incubo. Ma
è solo cambiato lo specchio in
cui l’Europa ha fi n
ora guardato
se stessa: la crisi ha tolto il tr
ucco
deformante dell’eterna giovi-
nezza e del sorriso
intramonta-
bile. Il welfare sta
te del vecchio
continente si scopre, appunto,
vecchio come la sua patria. E in-
sostenibile».
Orioli ha la penna facile e bril-
lante, e adesso che non ci sono
più remore per colpa della crisi
(a proposito, chi l’ha causata,
questa benedetta crisi che serve
ad abbattere il welfare state? Per
caso non è stato il «mercato» an-
che fi nanziario, ormai illi
mitato
grazie alla “rete” e alla globaliz-
zazione?) non ha pudori e
rim-
pianti «del passato». Si mettano
il cuore in pace tutti quelli c
he la
grande illusione l’hanno coltiva
-
ta per decenni, nell’E
uropa del
secondo dopoguerra: «pubblici
dipendenti» (e relative retrib
u-
zioni e contratti di lavoro), «pen-
sionati» e «pensionandi», «anzia-
ni non autosuffi cienti», fruitori
a vario titolo di «ammortizz
atori
sociali» e cure sanitarie gratuite
(alle quali, fra l’altro
, sta arriv
an-
do adesso, con un gran ritardo e
molta fatica politica l’A
merica di
Barack Obama…). Basta con «il
posto fi sso in carrie
ra», che non
è più da considerarsi un ulterio-
re «ammortizzatore sociale», che
«crea posti ma non lavori».
vita cattolica
Il grande successo
della tomba vuota
Domenica 23 maggio si con-
clude a Torino l'Ostensione
della Sindone, visitata da due
milioni di persone. Toccato il
cuore di tanti pellegrini
a pagina 9
speciale
Sono in fuga,
nessuno li vuole
Nel Canale di Sicilia annegate
negli ultim
i anni più di 1.270
persone, la maggior parte di
esse aveva diritto a chiedere
rifugio politic
o in Europa
alle pagine 4-5| pane al pane |
Afghanistan:
andarcene?
Il grazie del Papa
Euro in giù
perché no?
Il tramonto del w
elfare
con il trionfo del m
ercato
all’interno
Quale federalismo?
Facciamo un po'
di conti sul progetto
della Lega Nord
Cameron:
vittoria e paura
Il rapido passaggio di con-
segne fra Gordon Brown e il
nuovo premier in una pessima
situazio
ne economica
a pagina 7
I Mondiali
Sudafricadurerà
Ri-
a pagina 2
continua a pagina 22
(foto Sir)
domenica 30 maggio 2010 | anno 65 | numero 21
settimanale
€ 1,00
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art.1 comma 1, CB-NO/Torino
Primo Direttore
Carlo Chiavazza
| Allarme | Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, descrive davanti ai vescovi la grave
situazione dell’Italia e propone soluzioni “bipartisan” ai problemi socio-economici
Antonio Sassone
E’ un Paese, l’Italia, che «sta an-
dando verso un lento suicidio
demografi co», dove la ripresa
appare ancora lontana, il lavo-
ro, specie per i giovani, latita,
ma dove tutta gli italiani sono
uniti e si sentono fondatori
dello Stato, lo vogliono unito,
riformata anche col federali-
smo. Un Paese dove, malgra-
do tutto, «nessuno è orfano».
Questo dice la Chiesa italia-
na, per bocca del cardinale
Angelo Bagnasco, presidente
dei vescovi nazionali, «all’uo-
mo contemporaneo, talora
frastornato e triste». Nella pro-
lusione con la quale ha aperto
in Vaticano la 61ª Assemblea ge-
nerale della Cei, l’arcivescovo
di Genova ha indicato le linee
operative pastorali dei prossimi
anni, del decennio 2011–2020,
e ha tracciato un bilancio degli
avvenimenti attuali e passati.
«Veniamo», ha detto, «da una
stagione particolarmente ca-
rica di sofferenza e di pena»,
ma «non ci lasciamo catturare
dal pessimismo». Le tribolazio-
ni dei presuli sono intrecciate
a quelle del popolo. Ma dalla
fede viene la certezza che non
siamo soli. «Nessuno è capita-
to per caso in un cosmo senza
destino». L’uomo non è «una
scintilla che nel buio si accende
per subito spegnersi». Ci si sta
interrogando sul sacerdozio in
questo Anno sacerdotale e in
relazione al gravissimo scanda-
lo della pedofi lia, e dal 9 all’ 11
giugno si svolgerà a Roma una
sorta di “cenacolo sacerdotale”,
una convocazione di sacerdoti,
con la presenza del Papa, non
per una maggiore moraliz-
zazione o per un’ideolo-
gia politica. Il punto «è
la fede in Gesù Cristo, è
Dio».Accanto al fenomeno della
pedofi lia, si pone «la sper-
sonalizzazione cui è soggetta
l’infanzia nella Rete come
nella pubblicistica corrente,
in ampi segmenti della comu-
nicazione pubblicitaria e in
taluni programmi televisivi».
C’è «il fenomeno obbrobrioso»
(prostituzione minorile, ndr)
di cui si rendono responsabili
gli italiani in Estremo Oriente.
Ci sono «le multinazionali della
pornografìa dietro le adozioni».
Addirittura si vorrebbe dare
dignità politica alla prati-
ca pedofi la. «Noi Chiesa»,
afferma Bagnasco, «faremo
di tutto per meritare sempre di
N ei giorni scorsi alcuni
lettori ci hanno contat-
tato per manifestare la
loro preoccupazione riguardo
alle ripercussioni che avrà sul
giornale il decreto legge che dal
1° aprile ha sospeso le «tariffe
agevolate per le spedizioni di
prodotti editoriali».
Purtroppo il provvedimento
resta in vigore nonostante i
ripetuti appelli al suo ritiro da
parte della Fieg e della Fisc La
situazione è particolarmente
grave poiché il decreto com-
porta aumenti medi del 100 per
cento sui costi di spedizione,
inoltre è arrivato in un momen-
to in cui tutti gli editori avevano
già chiuso la campagna abbo-
namenti. A essere danneggiate
sono soprattutto le testate no
profi t, come la nostra, diffuse
per lo più in abbonamento e
cioè mediante vettore post
«Un intervento improv
tal genere», ha amm
Giorgio Zucchel
te Fisc, «pot
chiusurcatt
La politica economica, e più in generale la
politica, entra in crisi in due situazioni: o
quando non riesce a individuare gli stru-
menti atti a permetterle di raggiungere i
propri obiettivi (“crisi tecnica”) o quando
non riesce a distinguere fra obiettivi fi n
e obiettivi intermedi (“crisi politica”
spiego: non è che sia diffi cile senti
re obiettivi da raggiungere; i p
governo dei vari partiti no
malmente ne snoccio
decine e anche c
crescita econo
lità dei pre
pazionebilal’
| Economia | Una polemica che va chiarita bene
Daniele Ciravegna
Quando parlo di “cri
che non si sa di
obiettivi fi nal
diventa apuntasi
Coe p
Un male molto diffuso all'in-
terno della società italiana
discusso a Milano in un ciclo
di incontri presso la Fonda-
zione Ambrosianeuma pagina 2f
il annrinun
| pane al
Paese che soffre Un grazieagli amici
Ecco perché il welfare
non può essere indolor all’iLav
più la fi ducia che generalmen-
te ci viene accordata anche da
genitori non credenti o non fre-
quentanti».
Un Paese che soffre a 150 anni
dalla sua unità, che resta, torna
a ripetere nel giro di pochi gior-
ni il presidente dei vescovi, una
conquista e un ancoraggio irri-
nunciabili: «Ogni auspicabile
riforma condivisa, a partire da
quella federalista, per essere un
approdo giovevole, dovrà stori-
cizzare il vincolo unitario e coe-
rentemente farlo evolvere per
il meglio di tutti». E’ fortissimo
il legame tra l’Italia unita e la
Chiesa cattolica come centro
della cristianità, poiché, nota
Bagnasco citando papa Mon-
tini, «il nome di Roma appare
nelle intenzioni divine» e qui
hanno posto il cardine del loro
ministero Pietro e Paolo. «A
nessun altro popolo è stato do-
mandato, in termini storici, ciò
che è stato richiesto al popolo
italiano». E per contro nessuno
ha ricevuto altrettanto. Il P
dente della Repubblica G
Napolitano, ha ricon
grande contribut
e dei cattolici
e alla creIl rap
Per il card. Bagnasco
l’Italia «sta andando verso
un lento suicidio demografi co»
domenica 6 giugno 2010 | anno 65 | numero 22
settimanale
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Primo DirettoreCarlo Chiavazza
| Manovra | Con il terzo debito pubblico al mondo e un’evasione scale fortissima, l’Italia non può concedersi illusioni
Antonio Abate
Mai come quest’anno i temi chia-ve delle Considerazioni fi nali del governatore della Banca d’Italia erano obbligati. Nel bel mezzo della crisi di credibilità dei debiti sovrani dei Paesi mediterranei dell’Eurozona e del varo di una consistente manovra di correzio-ne dei conti pubblici nazionali per il biennio 2011–2012, l’at-tenzione degli osservatori non poteva che essere concentrata soprattutto su questi aspetti. In seconda battuta, suscitavano molte attese anche le parole che Mario Draghi avrebbe dedicato, come presidente del Financial Stability Board, alla situazione delle banche a diciotto mesi dal fallimento di Lehman Brothers e dal gravissimo rischio di caduta sistemica corso dall’intero siste-ma fi nanziario internazionale.Il governatore non ha deluso le aspettative anche se, con riferi-mento alla manovra governati-va, ha ritenuto opportuno non scendere più di tanto nel detta-glio considerando la natura non ancora defi nitiva di un docu-mento all’esame del Presidente della Repubblica, e suscettibile di modifi che nel prossimo iter parlamentare. Per contro, l’ana-lisi della crisi di fi ducia del de-
bito pubblico in Europa è stata analizzata ampiamente e senza sconti.Se da un lato infatti i mercati fi -nanziari sembrano aver superato il rischio di crisi sistemica, anche attraverso i massicci interventi delle pubbliche amministrazioni (nell’insieme dei Paesi del G7 il sostegno dei bilanci pubblici al-l’economia ha superato nel 2009 i 5 punti percentuali del Pil) ora a preoccupare è proprio il fortis-simo aumento di quei disavanzi e di quei debiti pubblici. Così le vendite hanno colpito soprattut-to i titoli degli Stati caratterizzati da elevati indebitamenti netti annui o alti livelli di debito pub-blico complessivo rapportato al Pil. A rischio, in particolare, se-condo il governatore, sarebbero soprattutto quei Paesi nei quali le due caratteristiche sopra citate si combinano con bassa crescita
continua a pagina 22
| pane al pane |
Andrea OliveroPresidente nazionale Acli
Dopo mesi di ottimismo di maniera, con un improvviso cambia-
mento il governo italiano ha messo davanti agli occhi dei suoi cittadini la necessità di compiere sacrifi ci pesantissi-mi per evitare di cadere nel baratro del fallimento, per evitare il “rischio Grecia”, come ha detto il sottose-gretario Letta. La manovra repentinamente predisposta, anche se in molti ritengono fosse allo studio da mesi, è la più pesante che l’Italia abbia conosciuto da quando, nel 1996, il governo Prodi mise in campo un’operazione “lacri-
me e sangue” per entrare in Europa. Esistono, però, delle differenze notevoli tra questi due provvedimenti e, soprattutto, tra i contesti sociali
e politici attuali e quelli di quindici anni or sono. Provo ad indicarne i tre che mi sem-brano centrali.In primo luogo l’obiettivo di fondo: nel 1996 si puntava alla crescita, al rilancio del nostro Paese nel nuovo con-testo europeo, elemento che sostanzialmente venne poi acquisito; oggi, invece, ci si accontenta di limitare i danni, di impedire di essere travolti dalla crisi ch l t
| Analisi | Governo con troppe contraddizioni
Le differenzeda Prodi 1996;molte diffi coltà;i colpi più durial “pubblico”e agli invalidi
Il presidentedelle Acli:tre dubbiragionevoli
Medio Oriente
Senza alternative
Diritto e politica
Il giudizio del governatore Draghi sulla crisi del nostroPaese: poca crescita, troppodisavanzo, sacri ci necessari
all’interno
Chiesa e Parlamento
attualità
“Scuola di massa”:il fallimento
L’abbandono degli studi e il mancato ingresso nel lavoro: due fenomeni che si incrocia-no nella vita di due milioni di persone fra i 15 e i 25 anni
alle pagine 2-3
dal mondo
L’ostetrica scalzaall’opera ad Haiti
Ibu Robin Lim vive in Indo-nesia, dove ha fondato un’as-sociazione di assistenza della maternità povera. Il soccorso prestato nell'isola dopo il sisma
a pagina 7
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L.27/02/2004 n° 46) art.1 comma 1, CB-
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LA CEI LANCIA IL PROGRAMMA SULLA «SFIDA EDUCATIVA»
Italia, buona vita
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Sbarco in Normandia
6/6/1944
Parlamento europeo
7/6/1979
San Medardo
8/6
10-11 GIUGNO:
D a sempre le manovre fi nanziarie sono
diffi cili; e ancor più in una stagione di
casse pubbliche non solo vuote ma an-
che indebitate fi no al collo, come in Ita-
lia. Peggio in questo momento stanno la Grecia,
la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda, ma anche ne-
gli altri Paesi non si scherza e così tutta l’Europa
si vede costretta a tirare la cinghia – e non per
qualche giorno soltanto.
Qualcuno dei nostri politici si è consolato con
il proverbio: «mal comune, mezzo gaudio » e ci
ha raccontato che sì, la disoccupazione da noi è
alta, ma altrove è peggio (salvo che altrove le sta-
tistiche non sempre taroccano i dati, contando
i cassintegrati tra chi è al lavoro), che il no
defi cit sul Prodotto interno lordo (PIL)
misura ma meno che in altri Paesi
bito pubblico il nostro govern
re: è praticamente il più
attorno al 116% sul PI
impegnati a farl
nua a cresceE nonno
UNA PREOCCUPATA ANALISI DEGLI INDUSTRIALI SUBALPINI SUGLI ANNI DIFFICILI DELLA S
Piemonte, dolce
I nodi: perdita di ruolo politico ed economico dopo
PER L’ECONOMIA E NON SOLO
Ci serve più Europa
TERRA SANTA: IL SEGNALE DI PACE CHE VIEN
Franco CHITTOLINA
«Una vita buona e signifi cativa»:
il Papa chiede un impegno straor-
dinario per l’Italia, nel momento
in cui è più forte la crisi, economi-
ca certo ma soprattutto culturale
e di valori. E la Cei lancia il pro-
gramma pastorale per il prossimo
decennio. PAGINA 32
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domenica 13 giugno 2010 | anno 65 | numero 23
settimanale
€ 1,00L’editore si impegna
a pagare le copie
non recapitate
Sped. in A.P.-D.L. 353/2003
(conv. in L.27/02/2004 n° 46)
art.1 comma 1, CB-NO/Torino
Primo Direttore
Carlo Chiavazza
| Medio Oriente | La tragedia di Gaza e l’assassinio del vescovo Padovese nei giorni della visita di Benedetto XVI a Cipro
Antonio Sassone
«Un bagno di sangue». Questo
teme il Papa, che ha avvertito
del pericolo al termine della
sua visita apostolica a Cipro, in
quel Medio Oriente dove sono
presenti (e dovrebbero convi-
vere) arabi, cristiani, musulma-
ni, turchi, egiziani, israeliani,
siriani, e dove il clima politico
si è surriscaldato, ammesso che
non fosse già torrido, come lo è
da sempre, a causa del confl it-
to arabo-palestinese riattizzato
dal blitz di Israele con morti e
feriti contro la nave dei pacifi sti
che si stava avvicinando a Gaza,
la città che con la sua Striscia è
secolare motivo di contendere.
munità internazionale,
Benedetto XVI
nicale a
to i cristiani a non andarsene,
a non fuggire, a non lasciare.
Ma si devono trovare soluzio-
ni giuste. I diritti dei cristiani,
compreso il diritto alla libertà
religiosa, ha detto, siano sem-
pre rispettati e i cristiani non
abbiano «giammai a soffrire di
discriminazioni di alcun tipo».
In ottobre si terrà a Roma, in
Vaticano, il Sinodo dei vesco-
vi delle diocesi mediorientali.
Sarà un grande areopago, un
evento di risonanza mondiale.
E da ora il Papa «prega» affi n-
ché i lavori «aiutino a volgere
l’attenzione della comunità
internazionale sulla condizio-
ne di quei cristiani in Medio
Oriente, che soffrono a causa
della loro fede, affi nché si pos-
sano trovare soluzioni giuste e
durature ai confl itti che causa-
no così tante sofferenze».
Cipro, isola nel cuore del Me-
diterraneo, sempre e per defi -
nizione un punto d’approdo,
a poca distanza dalla Turchia
e dalla Siria, ora ha assunto il
ruolo di crocevia della pace, ri-
lancio del dialogo tra cattolici e
musulmani, di un nuovo e più
intenso intreccio ecumenico
in tutto il Medio Oriente, cro-
giolo com’è di lingue, di raz-
ze, di confessioni religiose, di
continua a pagina 22
Cristiani alla prova
Turchia
alle pagine 6-7
attualità
La crisi e il rigore
Un’analisi priva di pregiudizi sul fenomeno del defi cit pubbli-
co, spesso materia di chiacchiere da salotto. È necessario va-
lutare se le misure di risanamento fi nanziario siano strumenti
utili per la crescita. Se la politica europea sarà sempre fondata
solo sui parametri di Maastricht, il futuro sarà la depressione