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NUMERO 11 - DICEMBRE 2017 - ANNO LXX Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Resilienza e positività per un sereno 2018

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NUMERO 11 - DICEMBRE 2017 - ANNO LXX

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Resilienza e positività per un sereno 2018

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DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Romano AmbrogiPresidente ALDAI-Federmanager

DITORIALEe

Letterina di NataleÈ il momento per esprimere i desideri: vogliamo, insieme, manifestare le aspirazioni dei dirigenti per continuare a contri-buire al futuro di Milano e dell’Italia: un rinnovo contrattuale dignitoso per i dirigenti in servizio; un lavoro per i dirigenti che non lo hanno; certezza e difesa del diritto per i pensionati.

Il sopraggiungere del Natale, al termine di un anno vissuto freneticamente, è l’occasione gradita per far giungere a tutti i soci e alle loro famiglie un sentito augurio di pace e serenità. È il momento di ricavarci uno spazio di riflessione, anche se le tante incombenze di fine anno e gli impegni sociali tendono a distoglierci da una pur necessaria pausa.

Vogliamo allora provarci a esprimere i desideri più semplici e profondi che muovono la nostra stessa azione in Associazione.

Nonostante le (interessate) correnti di pensiero che tendono a raffigurare il contratto di lavoro nazionale come un residuo del passato, non più in grado di rappresentare la realtà del lavoro del manager dei nostri tempi, facciamo voti che il 2018 sia l’an-no in cui si pongano le basi per un rinnovo che garantisca in primo luogo la dignità di questo nostro lavoro.

È un lavoro che deve veder riconosciuta la speciale respon-sabilità del manager nei confronti della proprietà e degli altri lavoratori, e che configura una specialissima responsabilità so-ciale, a garanzia di un progresso economico equo e consape-vole delle sfide che lo caratterizzano.

Con fiducia cerchiamo di guardare ad un contesto in cui al-cuni timidi segni di ripresa non vengano inghiottiti dal vasto gorgo di contrapposti populismi e radicalismi, che con il loro clamore mediatico tendono a far dimenticare il reale valore di progetti di rifondazione della società, realistici e perciò spesso complessi e faticosi.

Il confronto in occasione del contratto non potrà eludere la domanda di lavoro di tanti nostri colleghi ed iscritti, che in questa fase così lunga di transizione del sistema economico hanno duramente sperimentato una brusca interruzione. An-cora una volta vogliamo riaffermare la ricerca di tutte le strade possibili per assicurare a loro e alle loro famiglie, non solo la solidarietà dell’Associazione, ma tutti gli strumenti possibili

per un’adeguata soluzione. Consci che il loro contributo alla ripresa della nostra economia e della nostra società non può essere sottovalutato.

La sfida della quarta rivoluzione industriale, che ha caratteriz-zato tanta parte dell’anno appena trascorso nei vari dibattiti in ALDAI e nel Paese, deve essere ora affrontata con strumen-ti concreti, che ci auguriamo offrano soluzioni reali in primo luogo a coloro che si stanno preparando a rientrare in campo dopo un doloroso periodo di “infortunio”.

Il comune obiettivo di salvaguardia e orgogliosa affermazione della dignità del lavoro manageriale non può prescindere dal terzo e ultimo desiderio di questa nostra letterina di Natale. Il riconoscimento del diritto ad una retribuzione differita attra-verso la pensione.

Una società che si rispetti non può porre a fondamento delle proprie politiche sociali il conflitto tra generazioni e l’invidia sociale. ALDAI e Federmanager continueranno la loro bat-taglia per i diritti di tutti i colleghi, pensionati ed in servizio, per una corretta gestione delle problematiche previdenziali a tutto campo, senza pretestuose confusioni tra le esigenze di assistenza e di corretta remunerazione della previdenza, e allargando il perimetro della discussione alla equità fiscale e contributiva.

I desideri dei dirigenti industriali di ALDAI, insieme a quelli di tutta Federmanager, sono quindi semplici e chiari, con la con-sapevolezza dell’impegno forte dell’Associazione a portare nel dibattito prossimo venturo le ragioni della nostra gente, con equilibrio, saggezza e fiducia, ma con seria determinazione a non tradire le più profonde aspirazioni dei soci. ■

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ommarioSNUMERO 11 - DICEMBRE 2017 - ANNO LXX

EDITORIALE 1 Letterina di Natale Romano Ambrogi

FOCUS 4 La responsabilità manageriale “passa” dal Piano di Sviluppo Associativo Bruno Villani

8 Il ruolo dei manager Alberto Costa

10 I dirigenti sono ancora alla guida del cambiamento? Paolo Pedronetto

MANAGEMENT-INDUSTRIA12 Luci e ombre 2017 e prospettive 2018 Giancarlo Magnaghi

14 Nebbia in Valpadana Giuseppe Colombi

MANAGEMENT18 "Bad Rabbit" minaccia l'Europa Emilio Locatelli

NOTIZIE DA FEDERMANAGER20 Federmanager impegnata su quattro fronti Stefano Cuzzilla

21 Quella relazione pericolosa tra impresa e finanza Mario Cardoni

SERVIZI AGLI ASSOCIATI22 Orientamento al mercato del lavoro Chiara Tiraboschi

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO24 Sul nuovo contratto Silvana Menapace

PREVIDENZA29 Ci risiamo... corsa interrotta! Mario Giambone

30 I pensionati hanno perso il conto Antonio Dentato

32 Hot mail con il nostro esperto Inps Salvatore Martorelli

ECONOMIA33 Ferrovie locali verso la rinascita? Gennaro Bernardo

SINDACATO35 Le agevolazioni fiscali su premi di risultato e "welfare aziendale" Nicola Fasano

FOCUS

Responsabilità managerialeVITA ASSOCIATIVA37 Rimettersi in gioco nella solidarietà Eleonora Ratti

38 Cronachina di una giornata esemplare Renato Garbarini

CULTURA E TEMPO LIBERO40 L'altra faccia dei PIR! Pasquale Antonio Ceruzzi

41 Il libro del mese • La nuova chiave a stella

42 • 3º Concorso letterario ALDAI • Teatro 2018 Nicoletta Bruttomesso

REDAZIONALE45 Articoli e copertine 2017 Gabriella Canuti

ALLE PAGINE 25/28

INSERTO ASSIDAI WELFARE 24

Le Festività si porteranno via il 2017, alla fine di questo numero, come di consueto, sono elencate le rubriche con tutti gli argomenti trattati e le copertine scelte mese dopo mese. Quale modo migliore per riassumere l'attività della nostra Associazione. Non possiamo nascondere le difficoltà che ancora travagliano tanti colleghi e il disagio per un futuro incerto. L'impegno di ALDAI è quello di proseguire con fermezza e resilienza, ma soprattutto con la convinzione che il nostro operato conduca a futuri positivi sviluppi.La Redazione formula i migliori Auguri di liete Festività e di un sereno 2018.

“Benvenuto anno che viene”

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DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Bruno Villani Vice Presidente ALDAI-Federmanager

La responsabilità manageriale “passa” dal Piano di Sviluppo Associativo

Da dove siamo partitiUn altro anno è passato... denso di im-pegni ed attività. Sperando di farvi cosa gradita, proviamo a riassumere sinteti-camente le cose più importanti.Quando nel 2016 il Presidente Federma-nager Stefano Cuzzilla, in collaborazio-ne con ALDAI, promotore del progetto, ha avviato una vasta azione di sviluppo associativo condiviso con Federma-nager Lombardia, era consapevole di aver dato inizio ad un piano complesso, articolato, ambizioso ma realizzabile, fi-nalizzato ad attuare strategie ed azioni

concrete per il proprio sviluppo, per la soddisfazione delle aspettative dei soci attuali e futuri e per il raggiungimento della propria missione.

L’indagine on-line, realizzata su circa 20.000 iscritti delle provincie lombarde, non solo ha testato il sentiment dei ma-nager lombardi, ma ne ha anche fatto emergere i desiderata, ossia la volontà dei dirigenti di oggi di ricoprire un ruolo attivo, “politico” in senso ampio, il loro desiderio di incarnare quella cultura manageriale votata al merito, all’impe-gno, alla responsabilità sociale e all’in-novazione che sono alla base di valori

come il rispetto delle regole e l’onestà intellettuale fatte proprie dalla mission di ALDAI-Federmanager. L’Associazione, infatti, in linea con quanto emerso dalla survey, ha avviato nello stesso anno un Piano di Sviluppo Associativo trienna-le (2016-2018) in sinergia con Federma-nager e in collaborazione con Federma-nager Lombardia, per mettere a punto azioni concrete di sviluppo, fidelizzazio-ne, proselitismo, promuovendo senso di appartenenza alla categoria e rafforzan-done l’identità. Tutto questo con un uni-co obiettivo: giocare un ruolo proattivo nei tavoli decisionali per la crescita e lo sviluppo del Paese.

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

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DI 5DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

Cosa abbiamo fattoPartendo da questa ultima consapevo-lezza, ALDAI-Federmanager ha da su-bito colto l’importanza strategica di un dialogo proficuo e costante con le Isti-tuzioni, avviando da gennaio 2017 una serie di incontri con i principali prota-gonisti e promotori delle tematiche più importanti alla base del sistema Paese: la politica industriale e il Piano Industry 4.0. Nella sala Viscontea Sergio Zeme di ALDAI in un confronto aperto e costrut-tivo, l’on. Vinicio Peluffo, membro della Commissione permanente Attività Pro-duttive, Commercio e Turismo della Ca-mera, ha sottolineato non solo come i di-rigenti abbiano pagato il prezzo più alto della crisi, ma come sia fondamentale la loro presenza all’interno della cabina di regia del programma governativo In-dustria 4.0. Un invito subito raccolto da ALDAI-Federmanager che ha sottolinea-to il ruolo fondamentale della formazio-ne per assicurare successo duraturo alle imprese. A questo si è collegato in un in-contro successivo l’on. Stefano Maullu, Deputato al Parlamento Europeo, che ha colto l’opportunità di un confronto con la classe manageriale per lanciare l’invi-to alle Pmi ad adeguarsi e aderire piena-mente alla quarta rivoluzione industria-le che stiamo vivendo. Ed è stato proprio

l’on. Maullu che, cogliendo nel messag-gio di ALDAI-Federmanager quanto sia strategico e fondamentale il bisogno di manager preparati e competenti sui temi della digitalizzazione, ha posto l’ac-cento sul fatto che l’Industria 4.0 deve fare i conti con una carenza di manager in grado di governare il processo di tra-sformazione in atto nelle aziende. Nel corso dell’ultima Assemblea Annuale di ALDAI-Federmanager (giugno 2017) il tema della rivoluzione Industriale 4.0 e il punto su occupazione e responsabilità manageriale, sono stati alla base del di-battito che ha coinvolto non solo le isti-tuzioni, come nei precedenti incontri fin qui citati, ma anche le Business School, le Università e le Aziende. Come ALDAI-Federmanager – ha sottoli-neato il Presidente Romano Ambrogi in quell’occasione – abbiamo una responsa-bilità in questa stagione di cambiamento perché Milano e la Lombardia sono il trai-no dell’industria italiana e rappresentano il 44,3% di tutti i dirigenti italiani. Gli ha fatto eco Alessandro Perego, Diretto-re Dipartimento Ingegneria Gestionale Politecnico di Milano, precisando come Industry 4.0 sia soprattutto una nuova visione in cui la parola chiave è intercon-nessione e questo richiede di ripensare il meccanismo di generazione del valore.

Uno dei pilastri su cui si basa il Piano di Sviluppo Associativo è stata ed è tutto-ra la volontà di promuovere e rafforzare l’appartenenza di ALDAI-Federmana-ger al sistema federale, una galassia costituita da Enti bilaterali nati con l’obiettivo di garantire, assicurare e farsi portavoce delle tutele e di tutti quegli strumenti a disposizione del manager e della sua famiglia per gli ambiti legati non solo alla sfera professionale, ma an-che previdenziale, sanitaria, formativa, assicurativa. Per questo abbiamo orga-nizzato una serie di incontri tematici in collaborazione con gli Enti del sistema: Previndai, Fasi e Assidai e Fondirigenti. Alla presenza dei rispettivi Presidenti e Direttori dei Fondi, gli incontri sono sta-ti occasione per i manager presenti per conoscere ed indagare maggiormente le peculiarità di ciascun Fondo, scopren-do nuovi servizi e visioni innovative che ciascuna realtà si è riservata di illustrare ed approfondire nel corso di ogni singo-lo appuntamento. Nel corso dell’evento sulla previdenza complementare, abbiamo sottolineato ancora una volta come ALDAI, e in prima linea Federmanager, stia valorizzando sempre di più la previdenza comple-mentare prevista dal contratto di lavoro come strumento distintivo di welfare

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DI6 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

Nell’edizione digitale

www.dirigentindustria.itwww.dirigentisenior.itè disponibile l'elenco aggiornato

di tutti gli eventi legatial Piano di Sviluppo Associativo

della bilateralità tra dirigenti e imprese. Un tema questo trattato e sviluppato a più riprese anche in incontri successivi a tema previdenziale che hanno visto la presenza di stimati consulenti ALDAI nonché del Direttore Federmanager Mario Cardoni.

Le novità 2017, la visione al futuro e una sanità integrativa 4.0 sono stati i punti che hanno visto impegnati i Fondi Fasi e Assidai: nel corso di un incontro a loro dedicato che si è strutturato in due mo-menti: uno rivolto ai soci pensionati e uno a seguire pensato per i manager in servizio. L’identikit del manager 4.0 ca-pace di migliorare i processi attraverso la gestione e l’implementazione di road-map tecnologiche, abile nell’analisi dei dati e nella creazione di valore da essi, è quanto invece emerso nel corso dell’in-contro con Fondirigenti che ha visto la partecipazione di Marco Taisch, Ordina-rio della School of Management Manu-facturing Group del Politecnico di Milano e del Direttore Generale Assolombarda e Consigliere di Amministrazione di Fondi-rigenti, Michele Angelo Verna.

La disponibilità di mettere a disposizio-ne del cambiamento e della città che lo sta vivendo una task force composta dai manager della nostra Associazione per realizzare dei focus group sui documenti programmatici della Città Metropolitana è il messaggio ribadito dal Presidente Ambrogi nel corso dell’incontro con la Vicesindaca della Città Metropolitana Arianna Censi, un’ulteriore occasione per confermare il ruolo strategico e cen-trale di ALDAI-Federmanager nel dia-logo con le Istituzioni. Un dialogo non solo politico quello che stiamo portando avanti, ma anche diretto con i manager che vivono e guidano quotidianamente le loro aziende, grazie ad una serie pro-grammatica di incontri finalizzati a far co-noscere l’Associazione e i servizi riservati agli iscritti. Last but not least, iniziative come Merito e Talento, finalizzate a pro-muovere e valorizzare il management femminile, rappresentano un valore ag-giunto che permette all’Associazione di farsi portavoce di tematiche fondamen-tali come quella delle pari opportunità. In particolare, nel corso dell’ultima edi-

zione, una speciale menzione allo straor-dinario momento in cui abbiamo assisti-to, grazie al collegamento in diretta con la Silicon Valley, alla consegna, seppur simbolica, del Premio Digital Innovation a Lucia Chierchia di Electrolux.

Dal punto di vista della Comunicazio-ne, nell’epoca del dominio dei social, ALDAI-Federmanager non poteva rima-nere alla “window”… Per essere al passo con i tempi e le nuove modalità di comu-nicazione, nella seconda parte del 2016 sono stati aperti gli account ALDAI-Fe-dermanager dei social media maggior-mente in linea con il Piano di Sviluppo Associativo. Sono stati così attivate le pagine Facebook, Linkedin, Twitter e aggiornato anche il canale YouTube. Per tutti i “social”, la gestione viene garantita attraverso un piano editoriale integrato con la corporate strategy. Nel 2017 l'edi-zione digitale della rivista Dirigenti Indu-stria ha conseguito più di 50mila lettori ed oltre 200mila articoli.

Lato Stampa e Media, ALDAI-Federma-nager ha incrementato la propria visi-bilità sui media proponendo il proprio punto di vista e sottolineando temati-che di interesse per la categoria. Han-no parlato di ALDAI-Federmanager tra gli altri: Corriere Economia, Italia Oggi, Il Sole 24 Ore, Job24, Milanofinanza.it, Affaritaliani.it, Askanews, Business Peo-ple, AdnKronos, Manageronline, TGCom 24, Business Comunity, Largo Consumo, World Exellence. Particolare menzione all’intervista a Job24, la sezione de Il Sole24Ore dedicata al tema lavoro, e a quella condivisa con il Presidente Am-brogi su Capital: due momenti focali per affermare la voce del manager e il nostro punto di vista per sensibilizzare, ancora una volta, non solo la necessità che la classe dirigente sia parte attiva nella ca-bina di regia, ma un appello che richia-ma alla necessità di Manager 4.0 pronti a “dominare e condurre” il cambiamento che stiamo vivendo.

Un’intensa attività di comunicazione che abbiamo avviato con il supporto strategico di Havas PR Milan, l’impegno straordinario di tutta la struttura, ma di Chiara Tiraboschi Responsabile Servi-

zio Comunicazione in particolare. Molto abbiamo fatto e tanto, tantissimo anco-ra c’è da fare per rafforzare il messaggio che ALDAI-Federmanager, grazie all’aiu-to del Consiglio Direttivo, del Direttore e della struttura e dell’attività proficua delle Commissioni, dei Gruppi e di tutti i volontari che animano l’Associazione, sta costruendo e portando avanti con tenacia e determinazione e con la con-sapevolezza che solo facendo Sistema e Squadra, a livello locale, territoriale, nazionale e remando tutti nella stessa direzione, potremo giocare un ruolo sempre più importante e attivo, a tutti i livelli, nel Paese.La parola chiave dell’Associazione, ma anche di tutti noi manager in prima linea per le nostre aziende, è “resilienza”: “la capacità di persistere nel perseguire obiet-tivi sfidanti, fronteggiando in maniera effi-cace le difficoltà e gli altri eventi negativi”. Dobbiamo sempre più essere al passo con i tempi, avere la capacità di cam-biare, di innovare, di ascoltare, di con-frontarci apertamente e di costruire, individuare soluzioni e azioni condivise, con visione strategica di lungo termi-ne e mettendo da parte i personalismi, operare per l’interesse della categoria e generale. Dobbiamo tutti insieme fron-teggiare un male che affligge la nostra società, come dice Papa Francesco: il re-lativismo, ovvero ciò che, sintetizzando, rende irrilevante tutto ciò che non è fi-nalizzato all’interesse personale. Il 2018 sarà un anno altrettanto impegnativo che ci vedrà coinvolti in molteplici atti-vità e scadenze, dalle elezioni ALDAI alla scadenza del Contratto.

Un grande “in bocca al lupo” a tutti i can-didati alle prossime elezioni e un arrive-derci a presto! ■

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DI8 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

aspirazione ad ottenere un risultato trimestrale positivo e una continua valorizzazio-ne dei titoli in Borsa sta ce-dendo il passo, persino negli

Stati Uniti, ad una visione più di lungo termine, che promuova una crescita dell’azienda nel tempo, tenendo conti-nuamente sotto controllo il suo stato di salute. Anche le grandi aziende america-ne si sono avviate o stanno avviandosi in questa direzione.Molti CEO e consigli di amministrazione credono ancora che il loro dovere princi-pale sia massimizzare il valore delle azio-ni, ma non è vero.In Italia il concetto di ottenere risultati a lungo termine (cinque, dieci anni) è in realtà molto più diffuso, forse grazie al fatto che le grandi aziende e le aziende quotate in Borsa non sono numerose e le aziende di tipo familiare, siano esse più o meno grandi, sono in genere orientate a una visione di più lungo termine.Assume maggior significato una visione dell’azienda come entità a sé stante, de-stinata a durare e a prosperare nel tem-po. È ben vero che la proprietà è degli azionisti (“shareholders”), ma la società è un’entità giuridica con una vita indipen-dente e una quantità di “stakeholders” (chi ha interesse in) ai quali render conto.In certi casi, e questo vale soprattutto per gli Stati Uniti, si può riscontrare che gli azionisti entrano ed escono dalla so-cietà facilmente e rapidamente, mentre la società continua ad operare e possi-bilmente a svilupparsi a beneficio de-gli azionisti stessi presenti e futuri, ma anche a beneficio di tutta una serie di “utenti” che collaborano alla vita dell’a-zienda: impiegati, comunità, enti pub-blici, fornitori, consulenti, fisco, ecc. Gli azionisti poi non hanno responsabilità sull’andamento societario e in qualche caso non sono nemmeno fisicamente conosciuti, magari sono rappresentati da una finanziaria, un fondo più o meno grande, etc.

Al contrario il consiglio di amministra-zione e i manager sono largamente re-sponsabili dei risultati e delle attività aziendali non solo nei confronti degli azionisti, ma nei confronti della legge e di tutti i “partecipanti” alla società. I ma-nager sono quindi essenziali alla vita di una società per azioni e più ancora alla vita di una società quotata.Vero è che gli azionisti nominano all’as-semblea il consiglio di amministrazione definendone i compiti e possono se ne-cessario revocarlo, ma durante la norma-le gestione il consiglio e i manager sono largamente indipendenti e coinvolti in prima persona. Sembra quindi ragionevole, giusto e an-che auspicabile che la società abbia un piano di sviluppo pluriennale che tenga conto delle proprie esigenze di soprav-vivenza, indipendentemente dalle ne-cessità degli azionisti; spesso necessità di cassa a breve termine o necessità strategiche lontane dagli interessi della società stessa.Ci troviamo qui di fronte a due teorie economiche differenti che hanno origi-ne negli USA [vedi articolo di Bower e Paine “The Error at the Heart of Corporate Leadership” su Harvard Business Review vol. 95 n. 3, 2017].Il modello basato sull’agenzia (the agen-cy-based model) ha origine con Milton Friedman (1970) e successivamente con Michael Jensen e William Meckling (1976) e si può sintetizzare nel seguen-te modo: massimizzare a tutti i costi il profitto (nel breve termine) degli azioni-sti. Al nocciolo della teoria sta l’assunto che gli azionisti posseggono l’azienda e quindi hanno la più alta autorità. A uno sguardo più dettagliato questa asserzio-ne non è del tutto evidente, in quanto gli azionisti non devono nemmeno pub-blicare la loro identità e non sono con-siderati come responsabili e ci si deve preoccupare degli effetti di questa as-serzione sulla strategia d’impresa e sulla allocazione delle risorse.L’altra teoria, proposta da Joseph L. Bower e Lynn S. Paine, sostiene che va

curato innanzitutto il benessere della società nel tempo. Questo modello ri-conosce il ruolo critico degli azionisti, ma anche prende seriamente in consi-derazione che le società sono Enti indi-pendenti, che servono una quantità di compiti e hanno il potenziale di durare nel tempo. Riconosce inoltre che i con-siglieri di amministrazione e i manager hanno compiti e responsabilità nei con-fronti della società stessa oltre che nei confronti degli azionisti. Un miglior mo-dello è quindi più centrato sulla società. Analizziamo le implicazioni di entrambe le teorie dal punto di vista strettamente economico.

The agency-based modelFriedman asserisce che il manager è l’a-gente degli azionisti che posseggono l’azienda ed è responsabilità del mana-ger condurre il business in accordo con i loro desideri. Nell’articolo “Theory of the Firm” di Jensen e Meckling: i manager sono un’autorità decisionale delegata dagli azionisti e come agenti i manager sono obbligati a condurre il business in accordo con i desideri degli azionisti.Il modello basato sull’agenzia presenta alcuni risvolti problematici: gli azionisti sono i beneficiari delle at-

tività della società, ma non esercitano dominio su un pezzo di proprietà. Il di-ritto di governare gli affari della società è affidato a un consiglio di amministra-zione eletto dagli azionisti; il consiglio delega questa autorità ai manager della società. Da questo punto di vi-sta i manager e i consiglieri sono dei fiduciari piuttosto che degli agenti: la differenza è importante, perché hanno il compito di agire nell’interesse della società; spesso gli azionisti non sono nem-

meno conosciuti, nelle grandi società le azioni sono sovente possedute da fondi mutualistici, fondi pensione, assicurazioni, fondi sovrani, investi-tori istituzionali. Esiste anche un alto turnover nelle azioni e un’intenzione speculativa;

Alberto Costa Componente del Gruppo Progetto Innovazione e Socio ALDAI-Federmanager

Il ruolo dei manager

l’OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

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DI 9DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

gli azionisti non sono considerati re-sponsabili per gli atti della società e lo sono invece i consiglieri e i manager. Possono addirittura possedere azioni di società concorrenti e quindi avere interessi contrastanti; l’allineamento del management agli

interessi degli azionisti ne restringe la vision; gli azionisti hanno importanti differen-

ze e obiettivi d’investimento.

Alcuni aspetti pratici del modello basato sull’agenziaIl compenso dei funzionari: si verifi-ca un passaggio da un sistema larga-mente basato sul denaro ad uno che si affida principalmente al valore delle azioni, per allineare meglio gli interessi degli executives a quelli degli azionisti. Oggi negli USA circa il 62% dello sti-pendio degli executives è sotto forma di equity, in confronto al 19% nel 1980. Lo stipendio dei dirigenti deve essere pubblicato.Comportamento degli investitori: gli “Hedge Funds” mobilizzano capitale allo scopo dichiarato di comprare azioni di società e usare la loro posizione per effettuare cambiamenti volti a creare valore, riformare il modo utilizzato dalla società per allocare le risorse, riformare il contesto strategico in cui il consiglio prende le decisioni. Ciò aiuta a crea-re un ambiente in cui i manager sono sotto crescente pressione per ottenere risultati finanziari a corto termine.La matrice BCG degli anni ‘60, la ben co-nosciuta “growth share matrix” suddivisa in quattro gruppi (cash cows, stars, dogs, bright prospects), illustra le scelte strate-giche che i manager devono affrontare quando cercano di creare valore futuro. La matrice è anche utile in senso oppo-sto, quando si cerchi di incrementare il valore delle azioni nel breve termine.

Creazione di valore o trasferimento di valore?Senza dubbio in qualche caso gli attivisti del corto termine hanno svolto un ruo-lo utile nello svegliare un consiglio ad-dormentato o nell’imporre un doveroso cambiamento nella strategia o nella di-rigenza. Tuttavia è opportuno indicare ciò che

gli attivisti chiamano “creazione di va-lore” come “trasferimento di valore”. Quando del denaro viene pagato agli azionisti, piuttosto che essere usato per la ricerca, per lanciare nuove attività, o far crescere attività esistenti nulla è creato, il denaro che sarebbe stato inve-stito per generare ritorni futuri, è sempli-cemente distribuito agli attuali azionisti. Non viene valutato il danno potenziale alla società, ai futuri azionisti e alla co-munità in generale.“Mettere a disposizione del valore spes-so significa una capitolazione strategica a favore di un guadagno a breve termi-ne. Creare valore è il risultato di un in-vestimento a lungo termine. Risulta più difficile apprezzare queste strategie se si usano solo lenti a corto termine” [Jeffrey R. Immelt, chairman of General Electric, Harvard Business Review vol. 95 n. 5, 2017].Una rigida aderenza al modello agen-cy-based potrebbe risultare in una spin-ta verso la massimizzazione degli utili correnti, con minori investimenti in R&D e in risorse umane, poche strategie di trasformazione e innovazione e in ulte-riore ricchezza che si trasferisce agli in-vestitori.

Il modello centrato sulla societàPiuttosto che gli utili a corto termine per gli azionisti, un modello migliore, secon-do Bower e Paine, avrebbe al centro la salute dell’impresa. Per incominciare ri-conoscerebbe che le società sono enti-tà indipendenti con il potenziale di una vita indefinita. Con la giusta leadership possono essere governate per servire i mercati e la co-munità per lunghi periodi di tempo. Gli azionisti devono ricevere un buon pro-fitto, ma le legittime esigenze degli altri interessati devono anche avere l’appro-priata attenzione.

Le seguenti affermazioni forniscono un fondamento radicalmente diffe-rente e più realistico per la gover-nance della società e l’impegno degli azionisti.

“Le aziende sono organizzazioni complesse il cui funzionamento

effettivo dipende da leader e manager di talento”

“Le aziende possono prosperare nel lungo termine solo se sono capaci di imparare, adattarsi e regolarmente

trasformare se stesse”

“Le aziende svolgono molte funzioni nella comunità. Creano opportunità

di investimento e generano ricchezza, ma anche producono beni e servizi,

creano occupazione, sviluppano tecnologie, pagano tasse e forniscono

altri contributi alle comunità in cui operano”

“Le aziende devono creare valore per molti soggetti. In un libero

mercato le società hanno successo solo se i clienti vogliono i loro

prodotti, i dipendenti vogliono lavorare per loro, i fornitori vogliono

prestare i loro servizi, gli azionisti vogliono comprare le loro azioni e le comunità vogliono la loro presenza.

Come mantenere queste relazioni e gestire gli interessi dei vari gruppi

costituisce un impegno centrale per la leadership manageriale”

“Le aziende devono avere uno standard etico per guidare i rapporti con tutti i soggetti

con cui interagiscono. Devono guadagnarsi la fiducia per funzionare

effettivamente nel tempo”

“Gli interessi delle aziende sono distinti dagli interessi di ogni particolare gruppo coinvolto

o di ogni particolare azionista”

Quanto illustrato sottolinea la necessi-tà di un approccio alla governance che consideri seriamente l’azienda come una istituzione nella società e che si focalizzi sulla performance sostenibile dell’Im-presa. Il proposito originale dell’azienda è quello di costituire un propulsore per progetti che implicano investimenti su larga scala e a lungo termine. È responsabilità del management assi-curare la generazione di valore da parte dell’impresa per tutti gli stakeholders nel lungo termine. ■

La versione completa dell’articolo è pubblicata su: http://dirigentindustria.it/management/il-ruolo-dei-manager.html

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

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DI10 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

epoca di straordinarie tra-sformazioni tecnologiche che stiamo vivendo richiede l’evo-luzione del ruolo dei dirigenti, che, talvolta, vengono invece accusati di non anticipare il

cambiamento. L’intervista all’ing. Mario Derba si pone l’obiettivo di individuare le professionalità emergenti nell’ambito della trasformazione digitale e, attraver-so i contributi di studi e ricerche sull’ar-gomento, fare il punto sulle competenze manageriali e sulle strategie che saran-no richieste per sviluppare e mantenere la leadership aziendale.Il cambiamento che stiamo vivendo non è soltanto di natura tecnologica. Stia-mo in realtà attraversando una fase di trasformazione dei processi di business e del modo stesso di lavorare e di ap-prendere. Molti si trincerano dietro alle parole d’ordine Industry 4.0 e Digital Tra-sformation, ma ad alcuni di noi sfugge la piena comprensione di questi fenomeni. I dirigenti devono comprendere e go-vernare questi fenomeni senza limitarsi ad un mero approccio teorico, ed è utile approfondire l’argomento con chi cono-sce bene sia le tecnologie abilitanti, sia la realtà delle imprese.

Paolo Pedronetto ne parla con Mario Derba, che per trent’anni ha coperto ruoli di vertice in quattro aziende glo-bali leader nell’Information Technology, quali IBM, Microsoft, Hewlett-Packard e Oracle.

Quali sono i principali cambiamenti che dobbiamo attenderci nel mon-do del lavoro? Molteplici. La società intera e, quindi, anche il mondo del lavoro stanno per entrare in una fase di turbolenza che potrebbe portare anche ad atterrare su scenari imprevedibili o comunque non auspicabili. Sto parlando dei cambiamenti che sono sotto i nostri occhi sul piano sociale, isti-tuzionale, climatico, demografico, etc., oltre a quelli, ovviamente, tecnologici. Mi piace però immaginare che prevarrà uno scenario di trasformazione, e cioè che tutto questo evolverà e raggiungerà nuovi equilibri virtuosi. Sul piano del lavoro, questo potrebbe significare una riduzione significativa di tutti i lavori a carattere prevalentemente ripetitivo, con la contemporanea creazione (unita-mente alla necessaria preparazione per potervi far fronte) di posti di lavoro a più alto valore aggiunto.

Oggi sembrerebbe però difficile immaginare come arrivare a rag-giungere tali nuovi equilibri, non le pare?Sono certamente necessari molti cam-biamenti e, come dicevo, è soprattutto fondamentale innescare il circolo virtuo-so. Io penso alla creazione dell’ecosiste-ma che in altre parti del pianeta ha già dimostrato di essere in grado di reggere alla sfida del tempo e del cambiamento. Mi riferisco all’alleanza tra i mondi del lavoro, della ricerca, universitario/scola-stico e start-up. Se trovassimo finalmente anche in Italia il modo di allineare e governare questi elementi, sarebbero poi loro stessi ad adattarsi opportunamente, definendo

l’

Intervista sul ruolo del dirigente alla guida della trasformazione digitale

I dirigenti sono ancora alla guida del cambiamento? Paolo Pedronetto  Docente Istud Business School e Consulente di [email protected]

Mario Derba, Professore alla LUISS Business School e General Manager [email protected]

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

Il cambiamento che stiamo vivendo non è soltanto di natura tecnologica. Stiamo in realtà attraversando una fase di trasformazione dei processi di business e

del modo stesso di lavorare e di apprendere

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DI 11DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

soluzioni equilibrate in grado di soste-nere con successo i cambiamenti delle tecnologie e dei mercati.

Quali competenze dovrebbero met-tere in campo i dirigenti per guida-re con successo l'evoluzione delle imprese di fronte a queste sfide?I dirigenti possono costituire ancora l’elemento fondamentale per guida-re le imprese in queste sfide, che sono principalmente sfide di cambiamento. Dobbiamo ricordarci, infatti, che il cam-biamento non avviene mai da solo: le imprese, e soprattutto le persone che le compongono, hanno bisogno di com-prenderlo, di accettarlo e poi di essere condotti per mano in questo “nuovo mondo”, nel quale troveranno sicura-mente tanti vantaggi, che però è difficile intravedere quando si è appena iniziato il percorso. Le competenze necessarie sono certamente tecnologiche: non di-mentichiamoci che le ricerche ci collo-cano ancora agli ultimi posti in Europa nell'implementazione ed utilizzo delle tecnologie e individuano la necessità di creare infrastrutture, investimenti e cultura digitale. In questo ambito i di-rigenti sono chiamati a confermare la loro leadership e il loro ruolo trainante per lo sviluppo. Ma le competenze tec-nologiche non bastano. Così come non

bastano più neanche quelle manage-riali. È necessario sviluppare l’adaptive leadership, imparando a guidare anche nelle nebbie più fitte. È essenziale avere una concreta e sincera fiducia nel futu-ro e riuscire a trasmetterla, specie alle nostre nuove generazioni. L’esperienza e la comprensione delle imprese, svi-luppate in anni di lavoro dai dirigenti, unitamente a questo “nuovo” spirito di adattamento, possono davvero costi- tuire l’elemento vincente.

Come rimuovere però i classici pre-giudizi sulla classe dirigente? Questo è forse il primo compito dei diri-genti stessi. Loro devono essere i primi ad abbracciare (letteralmente) il cam-biamento e a guidarlo. In una parola, devono essere prima di tutto dei leader contemporanei. Per farlo, come dicevo nel corso dell’intervento che ho tenuto in ALDAI durante il Laboratorio Digital Transformation il 2 ottobre 2017, è ne-cessario attrezzarsi di tre doti, lavorando “con la mente, con il cuore e con le mani” (sto parafrasando un concetto espres-so da Papa Francesco). In altre parole, i dirigenti devono oggi (e, soprattutto, domani!) lavorare con la loro consueta intelligenza, ma aggiungervi una com-ponente relazionale e di passione per quello che stanno facendo, oltre a “spor-

carsi le mani”, senza paura di scendere in campo al fianco delle loro persone. Mi sembra poi che stiano partendo inte-ressanti iniziative: sto pensando proprio alle politiche attive per il rilancio del la-voro dei manager.

E quali saranno secondo lei i pro-cessi aziendali impattati dalla tra-sformazione digitale? In realtà, tutti i processi aziendali sono destinati a cambiare. Alcuni più di altri, ma tutti. Le tecnologie che stanno emer-gendo (IoT, Augmented Reality, Artificial Intelligence, etc.) hanno il potenziale di ridefinire radicalmente i processi di busi-ness, ribaltando il ruolo di semplice abi-litante che l’Information Technology ha talvolta avuto in questi ultimi decenni.

Cambieranno, quindi, i processi di front-end? Certamente! Ma anche quelli di back-end beneficeranno di queste onde inno-vative, destinate a rimuovere o comun-que limitare decisamente tutti processi ripetitivi. La formazione continua diven-terà la nuova parola d’ordine nel merca-to del lavoro. Niente da temere, quindi. Dobbiamo “solo” rimboccarci le maniche e riprendere a studiare, e il futuro, sia per le nostre imprese sia per l’azienda Italia tutta, non potrà che essere brillante. ■

OCUS - RESPONSABILITÀ MANAGERIALE

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DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

l valore di mercato e le ripercussio-ni sul mondo del lavoro di Industria

4.0 sono sempre più rilevanti, anche grazie al “Piano Nazionale Industria 4.0”, conosciuto anche come “Piano Calenda”, che ha l’obiettivo di favorire la trasfor-mazione digitale delle imprese mani-fatturiere. Secondo i dati comunicati da Mise e Istat, gli ordinativi interni di mac-chine nella prima metà del 2017 sono aumentati in media del 9%.I dati di Ucimu-Confindustria, conferma-no un forte aumento degli ordinativi per investimenti: +13% nel primo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, con punte del 60% nelle macchine

per ceramica, del 22% in quelle utensili e del 20% in quelle per fonderie.I dati delle commesse registrate da Ucimu-Sistemi per produrre nel trime-stre luglio-settembre evidenziano una crescita del 68,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da mol-ti mesi è il mercato interno a trainare il comparto, grazie alla crescita della do-manda interna, rilanciata dagli incentivi del piano Calenda, invertendo un trend decennale che vedeva il principale sboc-co nell’export, che generava oltre il 70% dei ricavi di molte aziende.Secondo uno studio del Politecnico di Milano, la ”effettiva entità” degli investi-menti Industry 4.0 dovuti agli incentivi ammonta a 1,6-1,7 miliardi di euro nel 2017, considerando solo la porzione degli investimenti incentivati dal piano Industria 4.0 destinati all’innovazione,

depurata dalla spesa per la mera sostitu-zione di macchinari obsoleti. La ricerca “Come la digitalizzazione e l’automazio-ne cambiano il modo di lavorare”, di The European House Ambrosetti, rivela che l’Italia è tra i Paesi che utilizzano mag-giormente le tecnologie automatizzate nell’industria. Per esempio, nella nostra industria manifatturiera si contano in media 160 robot industriali ogni 10.000 dipendenti (1 ogni 62 operai) rispetto ai 150 della Spagna e ai 127 della Francia. Secondo la ricerca, l’evoluzione tecnolo-gica non comporterà solo la riduzione di alcune mansioni lavorative (in Italia nei prossimi anni potrebbero essere a rischio fino a tre milioni di posti di lavo-ro a basso profilo), ma genererà anche nuove opportunità: si stima che ogni nuovo posto di lavoro nella tecnologia, life science e ricerca scientifica possa ge-

i

Piano Industria 4.0

Luci e ombre 2017 e prospettive 2018Giancarlo Magnaghi Competence Center Cherry Consulting su Industry 4.0 e stampa [email protected]

ANAGEMENT-INDUSTRIAm

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DI 13DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

nerare due posti di lavoro nell’indotto.Da una ricerca dell'Osservatorio Anie su un campione di 120 aziende, emerge che oltre l'80% delle imprese ha realiz-zato nel 2017 attività di innovazione e di queste il 65% indica investimenti in in-novazione in crescita rispetto al 2016. In considerazione del piano Industria 4.0, le imprese Anie riconoscono nell'attua-zione del piano benefici al miglioramen-to del processo produttivo (32%), alla lo-gistica e efficienza organizzativa (20%), al marketing e alle vendite (17%), alla creazione di servizi innovativi (16%) e alla modernizzazione dell'offerta (15%). A frenare l'implementazione sono la scarsa conoscenza delle nuove tecnolo-gie (28%), il lento ritorno degli investi-menti e la poca ricettività del mercato (22%), la mancanza di profili professio-nali adeguati (17%) e i rischi legati alla sicurezza dei dati (13%). A trainare la cre-scita è l'industria e a seguire le infrastrut-ture di trasporto ferroviario ed elettrifi-cato. Nel comparto dei laser le aziende segnalano un aumento della domanda interna del 70%.Nonostante tutti questi dati positivi, permangono alcuni elementi di critici-tà: nelle Pmi l'innovazione non è ancora entrata in modo significativo (solo il 10% delle piccole aziende è digitale), ci sono forti ritardi sull'avvio dei Competence Center e sulla formazione per Industry 4.0. Per i Competence Center, dopo un anno dal lancio del piano Industria 4.0, mancano ancora il decreto attuativo e il bando di gara. Anche i Digital Informa-tion Hub sono in ritardo. Alcuni sono stati costituiti, è stata creata anche la rete “Italian Dih” collegata alla piattafor-ma europea I4ms, ma dal punto di vista operativo, soprattutto nei confronti del supporto alle Pmi, nel 2017 si è parlato molto ma si è concluso poco.Inoltre, è necessario colmare un notevo-le gap nel capitale umano disponibile sul mercato del lavoro: mancano ma-nager e professionisti con le qualifiche e le competenze richieste per gestire la transizione a Industria 4.0. Praticamente ignorate le problematiche relative alla formazione dei 3.000 manager previsti dal piano Calenda 2017. È infatti chiaro che gli studenti formati nei corsi uni-versitari che sono partiti quest’anno, potranno essere manager in grado di gestite l’innovazione digitale tra non

meno di cinque anni, mentre sarebbe necessario riqualificare e ri-immettere nel mondo del lavoro manager esperti in servizio e temporaneamente inoccu-pati. Le iniziative messe in campo finora da Federmanager e Confindustria non dispongono della copertura finanziaria necessaria per implementare iniziative su larga scala. In particolare, è necessario supportare il percorso di digital transformation del nostro sistema produttivo attraverso la valorizzazione di risorse manageriali esperte nell’innovazione, agevolando le Pmi per l’inserimento di manager per l’innovazione (Innovation Manager). Sono richieste ma scarsamente dispo-nibili nuove figure professionali crea-te in ottica 4.0, come Chief Internet of things Officer (supervisore sull’impiego dell’Iot in azienda), Iot Business designer (responsabile delle architetture di inter-connessione dei dispositivi) e Additive Manufacturing Designer (progettista esperto di ottimizzazione topologica per la produzione additiva), che si af-fiancano a Big Data Analyst, esperti di Cybersecurity e sviluppatori di software industriale e di sistemi esperti.

Cosa ci attende nel 2018Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 16 ottobre 2017 il disegno di legge re-lativo al bilancio di previsione dello Sta-to per l’anno finanziario 2018 (legge di stabilità) e al bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020, che contiene anche la revisione del pacchetto Industria 4.0, ora rinominato Impresa 4.0, che estende gli incentivi anche alla digitalizzazione delle aziende non manifatturiere.Sono previsti oltre 10 miliardi di finan-ziamenti a sostegno delle imprese che investiranno in innovazione, ricerca e formazione negli ambiti e nelle tecno-logie che caratterizzano la quarta rivo-luzione industriale. Per accrescere la competitività del sistema economico in chiave 4.0 è stato inoltre istituito il “Fon-do per il capitale immateriale, la com-petitività e la produttività” le cui priorità saranno finanziare progetti di ricerca e innovazione e favorire il trasferimento dei risultati dei progetti verso il sistema produttivo. La natura delle misure previ-ste, in prevalenza incentivi fiscali e credi-ti di imposta, consentirà di anticipare e concentrare gli effetti sull’economia rea-

le nel corso del 2018 mentre le uscite di finanza pubblica saranno successive, a partire dal 2019 in linea con gli adempi-menti fiscali ed i piani di ammortamento delle imprese.Confermati gli incentivi previsti già lo scorso anno, con particolare riguardo all’iper-ammortamento, con le stesse modalità del 2017 (acquisto di beni stru-mentali nuovi legati a progetti di digita-lizzazione aziendale: digital computing, big data, meccatronica, stampa 3D, in-telligenza artificiale, Internet). Gli inve-stimenti in beni 4.0 saranno incentivati al 250% se l’ordine viene effettuato en-tro il 31 dicembre 2018 e viene versato entro la stessa data un acconto di alme-no il 20%. Per le consegne c’è tempo fino al 30 settembre 2019.Il super ammortamento sarà utilizzabile anche nel 2018 (terzo anno di applica-zione), ma con un’aliquota del 130%, fat-ta eccezione per l’acquisto del software che rimarrà al 140%.La “Nuova Sabatini”, che attraverso con-tributi statali abbatte gli interessi su fi-nanziamenti per l’acquisto di macchina-ri, viene rifinanziata con nuove risorse. Almeno il 30% dei fondi sarà riservato a investimenti che ricadono nella defi-nizione e nel perimetro tecnologico di “Industria 4.0”.Il Piano Impresa 4.0 prevede anche il ri-ordino dei fondi per il Venture Capital. Circa 100 milioni per le startup inno-vative, assorbendo risorse della misu-ra Smart & Start di Invitalia, destinati a prestiti agevolati per chi investe capitale privato nelle imprese innovative.

Formazione 4.0Poiché investire in innovazione tecnolo-gica comporta anche investimenti nella formazione del capitale umano per per-mettere alle imprese di affrontare con maggiore consapevolezza la trasforma-zione digitale, per la “formazione 4.0” è previsto per il 2018 un credito di imposta del 40% sul totale dell’investimento, con un massimale di 300.000 euro per ogni azienda. Le spese ammissibili saranno i costi del personale che riceve formazio-ne su tecnologie di produzione, vendita e marketing relative ad almeno una tec-nologia 4.0: big data, cloud computing, cyber-security, sistemi cyberfisici, mani-fattura additiva, realtà aumentata, robo-tica avanzata e collaborativa. ■

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DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Convegno ANIMP

Nebbia in ValpadanaL’impiantistica italiana si confronta con i problemi di una fase complessa

Giuseppe Colombi Consigliere ALDAI

l più tradizionale e riconosciuto evento milanese sull’impiantistica

Oil e Gas e industriale, organizzato con la consueta intelligenza e passione dal Vice Presidente di Animp e Consigliere ALDAI  Marco Pepori, nel 2017 ha cam-biato nome. Se infatti normalmente il suo titolo si riferiva alle “Previsioni di mercato” del settore, quest’anno ci si è limitati ad un più generico “Trend di mercato”: la cosa non è casuale.Il mondo dei grandi progetti internazio-nali, “EPC” (Engineering, Procurement, Construction) per gli addetti, sta viven-do una fase non facile: la prolungata ca-duta del prezzo del petrolio, le turbolen-ze internazionali, la crescente sensibilità ambientale, insomma tutti gli elementi che caratterizzano la presente congiun-tura mondiale non aiutano a prefigurare distintamente il futuro del settore.Daslav Brkic, che sempre fornisce un quadro di grande lucidità sul contesto del mercato, valuta il momento presen-te attraverso la metafora del “bicchiere

mezzo pieno”, il che si configura come un modo elegante per classificare una fase di grande incertezza.  Partendo dal settore dell’estrazione on-shore ed off-shore, il basso prezzo del petrolio ha determinato una forte caduta degli investimenti e la conseguente riduzione di numero, e soprattutto di dimensione, dei progetti. I cosiddetti “megaproget-ti”, lavori superiori ai cinque miliardi di dollari,  non sono più “di moda”: troppe le difficoltà di gestione, i ritardi e gli ex-tra-costi fuori controllo per la presente epoca di ristrettezze.Stessi problemi per la raffinazione petro-lifera, dove gli impianti, spesso obsoleti e problematici dal punto di vista am-bientale, attendono da tempo interventi di ristrutturazione che li adeguino alle nuove esigenze. Prosegue nel suo cam-mino il settore petrolchimico, ma anche qui sono lontani i tempi dello sviluppo irrefrenabile. Le plastiche poliolefiniche rimangono un settore essenziale per di-mensione ed impegno tecnologico, ma le iniziative che procedono si sono ri-dotte, gli impianti di fertilizzanti azotati trovano limiti di sovracapacità dopo de-cenni di sviluppo. Nel gas ci sono meno

progetti grandi ed anche gli impianti di liquefazione e rigassificazione sembra-no segnare il passo. Così, si direbbe che anche per i maggio-ri attori nazionali del settore, in ordine alfabetico Maire Tecnimont, Saipem, Technip FMC e Wood, che ha compra-to recentemente AMEC Foster Whee-ler, la visione prospettica del futuro sia sempre più difficoltosa. Saipem non ha cambiato nome, ma ha modificato l’or-ganizzazione in cinque divisioni e GE Oil e Gas/Nuovo Pignone adesso si chiama BHGE cioè Baker Hughes a GE Company e la sede si sposta a Houston. Queste grandi aziende possono mostrare sod-disfazione per un carico di lavoro più  o meno accettabile e in qualche caso ad-dirittura eccellente, ma nessuna di esse sfugge al clima di generale incertezza. È la prima volta che si parla di difficoltà a trattenere il personale specialistico an-che per problemi contrattuali e che la formazione dei tecnici è sempre più un problema di difficile soluzione. Nel mer-cato internazionale, venute meno per ragioni diverse aree un tempo trainanti, la Cina, l’India, lo stesso Medio Orien-te del Golfo, le regioni più promettenti

i

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DI 15DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

come Russia ed Iran trovano limiti nelle politiche di sanzioni: l’America Latina è ricaduta in una delle sue ricorrenti crisi locali, forse con l’eccezione di qualche fervore in Messico. Qualcuno rincorre, anche con successo, progetti negli Stati Uniti, l’area storicamente più rischiosa, caratterizzata dal più feroce protezioni-smo a livello mondiale. Più in generale, crescono le esigenze di dare ai progetti un contenuto locale di peso crescente che rafforza la necessità, estesa anche a componentisti e sub-contractors, di costituire specifiche società produttive in loco.Si direbbe che l’EPC, come alcune perso-ne, stia passando quella fase della vita in cui la raggiunta maturità sembra richie-dere l’individuazione di nuovi settori di impegno e nuove mete esistenziali. Queste, per ora, appaiono abbastanza avvolte nella nebbia. Detto del settore Oil e Gas, non è che i settori adiacenti forniscano prospettive brillanti. Nel campo energetico la diffusione delle energie rinnovabili non può fornire oc-casioni di lavoro significative: si tratta di un settore a contenuto tecnologico sostanzialmente basso (questo vale sia

per il fotovoltaico sia per l’eolico), con impianti piccoli e delocalizzati. Qual-cuno attende un risveglio del settore nucleare, ma questo appare sempre più problematico e probabilmente de-stinato al tramonto. La crescita delle rinnovabili ha anche mandato in crisi gli impianti turbogas a ciclo combina-to, costretti ad una complicata marcia a singhiozzo, mentre gli impianti a car-bone, pure destinati ad una lunga per-manenza in attività, trovano crescenti limitazioni ambientali. Qualcuno guarda con interesse alle “bioraffinerie”, ovvero alla produzione di carburanti liquidi di origine vegetale, ma si tratta di impianti di limitatissime dimensioni, la cui realiz-zazione è vincolata al permanere di ro-buste sovvenzioni pubbliche, e che co-munque costituiscono solo una piccola nicchia di mercato.Pensando all’isola delle plastiche nel Pacifico, centinaia di milioni di tonnella-te di polimeri non degradabili flottanti a tempo indeterminato, forse avrebbe senso prepararsi alla riconversione eco-logica del mondo, alle tecnologie di chiusura del ciclo dei rifiuti ed alla loro trasformazione da problema in risor-

sa. Potrebbe essere il settore di domani, ma anche questo è vincolato a strategie pubbliche e di lungo termine che si fa fatica a scorgere, sia a livello internazio-nale sia, tantomeno, in Italia.In questo contesto non proprio esaltante si aggiunge un altro tema significativo: si direbbe che i giovani guardino ormai all’impiantistica con un interesse assai minore rispetto al passato, per cui diven-ta sempre più difficile il ricambio gene-razionale delle competenze. Chi scrive ricorda come negli anni Ottanta, posti di fronte alla necessità di studiare uno zuc-cherificio da canna, non fossero disponi-bili sul mercato che pochissimi ultra-ses-santenni inglesi ed olandesi, fortemente vocati allo spirito di-vino, ultimi testimo-ni esperti di un settore al tramonto. Così oggi i contractors lamentano la crescen-te difficoltà a reperire giovani tecnici mo-tivati, disponibili a crescere nel settore, e quella ancora maggiore nel fidelizzarli e trattenerli in azienda per i tempi ne-cessari allo sviluppo di professionalità adeguate. Nella mobilità degli specialisti sempre più ci stiamo avvicinando agli Stati Uniti, pur non avendo un mercato del lavoro comparabile.Qui forse potrebbe aiutare una visio-ne più legata al nostro associazionismo sindacale: se si considerano le persone come numeri, se si rinuncia alla difesa di storiche culture aziendali, se ci si affida ad una arcigna gestione delle risorse umane in pura logica di contenimento dei costi, se si trascura persino il gratuito rappor-to con i propri pensionati, non ci si deve poi stupire, in aziende in cui il principa-le asset è la competenza delle persone, che queste vivano in modo precario ed esclusivamente utilitaristico il proprio lavoro.  Prepariamoci dunque, almeno per dirigenti ed alte professionalità ma non solo, a ricordare che il loro costo eco-nomico è un investimento: se qualche spirito ameno ritiene per esempio che sia essenziale  “ridiscutere per cancella-re l’indennità di trasferta”, queste alzate d’ingegno vanno respinte. Verrebbe da ricordare che “Chi semina vento, raccoglie tempesta“; già il supporto delle istituzioni sui temi dell’impiantistica è insufficiente, se poi le stesse imprese del settore per-dessero attenzione su questi temi il ri-schio è che si contribuisca a distruggere un comparto essenziale per la tanto evo-cata internazionalizzazione del Paese. ■

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nordea.it/soluzionimultiasset.lesperienzafaladifferenza – [email protected] comparti citati fanno parte di Nordea 1, SICAV, una società di investimento a capitale variabile (Société d’Investissement à Capital Variable) con sede in Lussemburgo, costituita validamente ed in esistenza in conformità alle leggi in vigore in Lussemburgo e alla direttiva n. 2009/65/CE del 13 luglio 2009. Il presente documento contiene materiale pubblicitario e potrebbe non fornire tutte le informazioni rilevanti in rispetto al/i fondo/i presentato/i. Gli investimenti riguardanti i fondi Nordea devono essere effettuati sulla base del prospetto informativo e del documento di informazioni chiave per gli investitori, che sono disponibili sul sito internet www.nordea.it, insieme alle relazioni semestrali e annuali, e ad ogni altra documentazione d’offerta. Tale documentazione, sia in inglese che nella lingua locale del mercato in cui la SICAV indicata è autorizzata per la distribuzione, è anche disponibile senza costi presso Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Lussemburgo, e in Italia, presso i Soggetti collocatori. L’elenco aggiornato dei Soggetti collocatori, raggruppati per categorie omogenee, è messo a disposizione del pubblico presso gli stessi Soggetti collocatori, presso le filiali capoluogo di regione di State Street Bank S.p.A, BNP Paribas Securities Services, Banca Sella Holding S.p.A., Banca Monte dei Paschi di Siena, Allfunds Bank S.A. Succursale de Milan, Société Générale Securities Services S.p.A e sul sito www.nordea.it. Il prospetto ed il documento di informazioni chiave per gli investitori sono stati depositati presso gli archivi Consob. Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo. Eventuali richieste di informazioni potranno essere inviate ai Soggetti collocatori. Gli investimenti in strumenti derivati e le operazioni in valuta estera possono essere soggette a significative fluttuazioni e di conseguenza possono influenzare il valore di un investimento. Gli investimenti in mercati emergenti comportano un maggiore elemento di rischio. Come conseguenza della politica d’investimento il valore delle azioni non è assicurato e può fluttuare ampiamente. Per ulteriori dettagli sui rischi di investimento associati a questo/i fondo/i, si rimanda al documento di informazioni chiave per gli investitori, disponibile come sopra descritto. Nordea Investment Funds S.A. pubblica esclusivamente informazioni relative ai prodotti e non fornisce alcuna raccomandazione d’investimento. Pubblicato da Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Luxembourg, che è autorizzata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) autorità lussemburghese di sorveglianza dei mercati finanziari. Per ulteriori informazioni, La preghiamo di contattare il Suo consulente finanziario. Egli potrà consigliarLa in maniera imparziale sui fondi di Nordea Investment Funds S.A.. Fonte (se non indicato diversamente): Nordea Investment Funds S.A.. Laddove non diversamente indicato, tutte le considerazioni espresse appartengono a Nordea Investment Funds S.A.. E’ vietata la riproduzione e la circolazione di questo documento senza previa autorizzazione. I riferimenti a società o altre tipologie di investimento contenuti all’interno del presente docu-mento non costituiscono sollecitazione alla compravendita di tali investimenti, ma hanno scopo illustrativo. Il livello delle agevolazioni e incrementi fiscali dipenderà dalle circostanze di ogni individuo ed è soggetto a variazione nel futuro.

Il panorama d’investimento, sempre più complesso, richiede una conoscenza approfondita dei mercati e dei rischi. Elaborare strategie incentrate sull’utilizzo dei premi al rischio per creare portafogli

con un approccio ad obiettivo, è un’arte.

Da oltre 10 anni il team Multi Assets di Nordea sviluppa soluzioni di investimento con molteplici profili di rischio/rendimento per fornire performance consistenti nel tempo.

In Nordea siamo convinti che l’esperienza faccia la differenza.

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Nordea 1 – Stable Return Fund LU0227384020, BP-EUR Nordea 1 – Multi-Asset Fund LU0445386369, BP-EUR

Nordea 1 – Alpha 15 LU0607983896, BP-EURNordea 1 – Flexible Fixed Income Fund LU0915365364, BP-EUR

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DI18 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

ANAGEMENTmCybersecurity

“Bad Rabbit" minaccia l'Europa

n nuovo ransomware sta cre-ando seri problemi all’Europa

dell’Est, ma con una semplice e-mail da un ufficio remoto anche quella comu-nitaria potrebbe non essere esente da rischi. Tutto ciò grazie a “Bad Rabbit”, che sembra essere uno stretto parente di  quel  Petya  che a giugno 2016 mise sotto scacco l’intero continente e che mandò in crisi seriamente la tristemente famosa centrale nucleare di Chernobyl e diverse aziende sanitarie ed ospedali nel Regno Unito.Sembra che Bad Rabbit scelga le proprie vittime preferibilmente tra le aziende collegate al mondo dell’informazione: in Russia, Interfax  e  Fontanka sareb-bero state colpite (si deve usare il con-dizionale per ovvi motivi), oltre ad altre agenzie di stampa. La Group-Ib, società di sicurezza russa, avrebbe evidenziato un attacco contro l'aeroporto di Odessa, la metropolitana di Kiev e il Ministero delle Infrastrutture ucraino. La diffusio-ne del ransomware parrebbe circoscritta per ora a Russia, Turchia, Germania e UcrainaGli enti e società colpiti sa-rebbero per ora più di 250: l'attacco consiste nel infil-trarsi nei computer delle vit-time paralizzando i sistemi operativi e chiedendo un riscatto di circa 300 euro in bitcoin. Sugli schermi dei PC bloccati appare quanto evidenziato dall’immagine

indicando un “count down” con il tempo rimasto prima che l’importo del riscatto aumenti.Secondo gli esperti Sophos, società specializzata in sicurezza informatica, era solo questione di mesi, anzi di setti-mane prima che qualche organizzazione criminale sfruttasse le idee e la struttura alla base di WannaCry e NotPetya per colpire nuovamente. Infatti il ransomware Bad Rabbit  col-pisce utilizzando un fake  Adobe Flash Player installer. L’attacco in corso non viene rilevato dalle soluzioni anti-vi-rus più conosciute e ciò comporta una grossa diffusione alle spalle di ignari utenti infettati senza averne cognizione. La maggior pericolosità di questo ran-somware è la velocità di propagazione tramite allegati di mail o plugin di web vulnerabiliLe prime indicazioni portano a crede-re che contenga parti del ransomware NotPetya che consente di bloccare qual-siasi utente in breve tempo; infatti dalle analisi effettuate si rileva che script del

malware si presenta come un promt di un bug di Adobe Flash ed una volta sca-ricato dall’ignaro utente parte l’attacco crittografato e per l’azienda sono guai seri.Sfortunatamente è quasi impossibile prevenire integralmente il ransomware per proteggere ed impedirne la diffusio-ne; i metodi più efficaci sono sempre for-se i più vecchi, ma anche i più validi: ef-fettuare sempre con regolarità i backup, filtrare e monitorare le e-mail ed adde-strare il personale alla massima attenzio-ne. Non cliccare sempre sugli allegati in-distintamente e nel dubbio cancellare le e-mail (è sempre meglio farsi rimandare una e-mail che infettare il sistema) A livello mondiale nel primo semestre del 2016 il numero degli attacchi è rad-doppiato, ma il 99% delle organizzazio-ni non ha ancora ad oggi introdotto le misure di prevenzione con le tecnologie idonee atte a prevenire o limitare i dan-ni. È imperativo che aziende ed utenti debbano essere molto più diligenti per tutelare in ultima analisi il loro business. (backup, installazioni di software update,

di patches, scansione pianificate antivirus non sono solo “inglesi-smi”, ma potrebbero salvare l’a-zienda). Molte società stipulano onerosis-sime polizze di assicurazioni per limitare danni e/o ridurre costi di eventuali riscatti, ma il mondo dell’informatica è diventato il pi-lastro portante dell’economia e della società del terzo millennio e non si può curare con una sem-plice casko. ■

uEmilio Locatelli Gruppo Progetto Innovazione ALDAI-Federmanager

Oltre 250 organizzazioni in Russia, Germania, Ucraina e molti Paesi dell'Est sono sotto attacco da questo ransomware; si hanno forti sospetti sul virus che sia collegato con il famigerato Petya.

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DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

ei prossimi mesi abbiamo obiettivi strategici che pos-

siamo centrare con il sostegno ed il coin-volgimento diretto dei colleghi. La parti-colare stagione politica, con il voto siciliano prima e quello nazionale alle porte, delinea un contesto di instabilità e cambiamenti, che non agevolerà l’in-terlocuzione con i decisori, complicherà lo scenario e richiederà massima allerta.In questo contesto, sono quattro i fron-ti aperti su cui dobbiamo intervenire.Il primo si chiama lavoro. Ovvero, i pro-getti che abbiamo attivato e che arric-chiremo per dare supporto anche ai col-leghi temporaneamente inoccupati. Qui abbiamo dalla nostra il piano “Indu-stry 4.0 All Inclusive”, oltre al sistema di certificazione delle competenze che rappresenta uno strumento di raro valo-re per il matching tra domanda e offerta di lavoro.Con Federmanager Academy e con CDi Manager abbiamo costruito un portafo-glio di opportunità che sarebbe ridutti-vo definire formative, e che si rivolgono a tutti i colleghi che mirano allo sviluppo delle proprie competenze in linea con le trasformazioni del mercato.Il secondo fronte aperto riguarda il rin-novo del Contratto nazionale di lavo-ro per i dirigenti di aziende produttri-ci di beni e servizi. Ci siamo già attivati con la nostra Commissione Lavoro e Welfare e con un’interlocuzione costan-te con i vertici di Confindustria.Se ci muoviamo con anticipo è perché puntiamo a un rinnovo soddisfacente favorendo le iniziative che possano con-tribuire a rafforzare le sinergie per con-seguire il miglior risultato reciproco.

Terzo, il tema pensioni. È un terreno da sempre faticoso per noi. Reso complica-to, anch’esso, da continue penalizzazio-ni, tentativi di revisione in corsa delle regole vigenti, sentenze che alternano interpretazioni diverse, prelievi più o meno mascherati che colpiscono sem-pre gli stessi, ovvero chi contribuisce di più alla crescita.Su questo, il nostro Comitato Pensionati è al lavoro per realizzare un’operazione verità su numeri e principi che riguardi specificatamente il management, con il supporto degli studi legali e fiscali di no-stro riferimento.La quarta sfida corrisponde all’obiettivo del consolidamento e dello sviluppo associativo. È in atto una fase di cre-scente coordinamento tra Federmana-ger e tutte le sedi presenti sul territorio finalizzata a garantire servizi qualitativa-mente elevati in maniera omogenea.Sulla sanità, sulla previdenza, sulla for-mazione e sulle politiche attive i nostri enti di sistema, sia quelli Federmanager, sia quelli di natura bilaterale, si presen-tano come strumenti validissimi, che po-tenzieremo ulteriormente per costruire un sistema di welfare primo in Italia.Un’elaborazione di policies in grado di incidere sulle politiche generali è poi svolta dalle nostre Commissioni di setto-re – istituite su chimica-farmaceutica, logistica-infrastrutture-trasporti, ener-gia, siderurgia, industria 4.0 e sanità – che hanno iniziato quest’anno a interve-nire in tutti i consessi, comprese le audizioni parlamentari.Inoltre il Consiglio Nazionale della Fede-

razione, composto da circa 60 rappre-sentanti delle Associazioni locali, ha de-liberato, su proposta della Giunta esecutiva, l’introduzione di un centro di ascolto che raccoglierà le vostre opinio-ni e segnalazioni sui servizi che offriamo, in modo che sia ancora più stretto il le-game tra l’organizzazione e il singolo as-sociato.Ogni progetto su cui stiamo investendo guarda alle esigenze presenti e future dei colleghi e il mio auspicio è che pos-siate cogliere in termini di opportunità personale le iniziative che abbiamo atti-vato e che attiveremo.Ritengo sia una qualità del management dare risposte non solo efficienti ma op-portunamente lungimiranti: questo è un tempo di trasformazioni rapidissime, eco-nomiche e sociali, e i fabbisogni dei colle-ghi evolvono con altrettanta velocità.È quindi questo il momento per stare uniti, coinvolgere nell’associazionismo il collega che vi siede accanto, mostrare la nostra competenza, la nostra coesione intergenerazionale, con un impegno di tutti ad accrescere la forza dei nostri nu-meri.Immaginare in questi termini il nostro futuro è anche un esercizio di memoria.Partiamo, dunque, dalla nostra identità costruita in oltre 70 anni di storia, per in-novarla e, in coerenza con il senso di re-sponsabilità che ci contraddistingue, per costruire una società con più orgo-glio, con più talento, con più merito.In definitiva, restituire al sistema Paese il contributo di valore della dirigenza ita-liana. ■

Federmanager impegnata su quattro frontiStefano Cuzzilla Presidente Federmanager

n

OTIZIE DAn

È quindi questo il momento per stare uniti, mostrare la nostra competenza, la nostra coesione

intergenerazionale

In un contesto complesso, gli obiettivi della Federazione per i prossimi mesi sono decisamente ambiziosi: lavoro, rinnovo del contratto, pensioni, consolidamento e sviluppo associativo.

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DI 21DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

OTIZIE DAn

l nostro sistema bancario è di nuo-vo sotto l’occhio del ciclone. L’Eu-

ropa è tornata alla carica redarguendoci sulla questione dei crediti deteriorati ben sapendo che accelerazioni sul tema sono fuori dalla nostra portata (forse a qualcuno preoccupa un’Italia che co-mincia a registrare un qualche segno più e a dimostrare la sua capacità com-petitiva). Inoltre, la scadenza del man-dato del Governatore della Banca d’Ita-lia ha scatenato una diatriba sull’operato dell’organo di vigilanza che rischia di diventare un incidente istituzionale, ri-spetto al quale, al di là del merito, sem-bra di essere già in campagna elettora-le, viste le vicende di alcune delle nostre banche che hanno lasciato parecchi fe-riti sul campo. Un argomento molto serio, quello della stabilità e del funzionamento del nostro sistema bancario, che anziché essere af-frontato nei giusti termini rischia di es-sere utilizzato strumentalmente solo per convincere gli elettori a stare dalla propria parte. Se questi sono i presagi non c’è da stare tranquilli ed è alto il rischio, anche in questa tornata, di assistere a un con-fronto sterile per non dire banale, urlato più che argomentato, in cui ci si volta all’indietro cercando di scovare le male-fatte per attribuire le responsabilità ad altri e senza alcun costrutto e senza mai porsi il tema del “cosa” fare per migliora-re davvero un settore certamente stra-tegico per sostenere l’economia e le fa-miglie, e che qualche serio problema continua a manifestarlo.È indubbio che la relazione tra banca e impresa nel nostro Paese è del tutto pe-

culiare. Non a caso, accanto agli istituti tradizionali, sono gemmate in questi lunghi anni banche fortemente radicate nel territorio a supporto delle famiglie e dell’economia locale, alcune delle quali assieme al Monte Paschi di Siena, hanno generato i noti problemi in termini di affidabilità e sostenibilità coinvolgendo i risparmiatori spesso inconsapevoli. Un modello relazionale tra banca e im-presa figlio della storia e delle caratteri-stiche distintive del nostro modello eco-nomico e produttivo che si è affermato in Italia dal Dopoguerra e che ha visto fiorire milioni di piccole e soprattutto micro imprese, attraverso le quali si è espressa una elevata vocazione all’au-toimprenditorialità presente nel nostro Paese più che in altri. Il nostro modello di capitalismo familiare in cui, normal-mente, anche i confini tra la proprietà e l’impresa sono molto labili per non dire confusi. Un modello ormai segnato dal tempo, in cui il ricorso delle nostre imprese al credito bancario è molto elevato per non dire eccessivo e comunque non confrontabile con alcun altro Paese in-dustrializzato. Un modello che, con la globalizzazione ma soprattutto con l’avvento dei nuovi modelli di business spinti dalla digital transformation, sem-bra avere segnato definitivamente il passo.Il benessere di un Paese è dipendente dalla competitività del suo sistema eco-nomico e, per quanto ci riguarda, dal valore delle competenze che esprimia-mo e esprimeremo in futuro. Il mondo intorno a noi viaggia a velocità siderale, non possiamo perpetuare con le nostre vecchie e infruttuose politiche degli an-nunci, i cui risultati sono sempre ben lontani dalle aspettative.

Cerchiamo, quindi, di individuare pochi e precisi obiettivi, guardare avanti in modo costruttivo, e di impostare un confronto serio sui temi veri che abbia-mo di fronte e su quali idee e program-mi si intendono sostenere. Abbiamo bisogno di imprese aperte più al mercato dei capitali che al prestito bancario e di investitori istituzionali, a partire dai fondi pensione, più vicini all’economia reale che diano fiducia e sostegno alle imprese più innovative che meritano per la loro capacità di competere spinta da un management all’altezza e con prospettive di crescita.Abbiamo bisogno di imprese più di-mensionate, meno famigliari, più tra-sparenti e con una governance miglio-re, guidate da un giusto mix di competenze manageriali tra le quali non possono mancare anche quelle fi-nanziarie.È il modo per riavvicinare i cittadini alla politica, per contrastare la deriva dell’antipolitica e del populismo. Una politica utile al Paese, concreta, volta a condividere un progetto vero di rinno-vamento strutturale del Paese, di soste-gno all’innovazione del suo tessuto pro-duttivo, di formazione delle competenze necessarie, che porta con sé anche un’e-voluzione di un rapporto più sano ed equilibrato delle imprese con il mercato dei capitali e con le banche, e probabil-mente anche occasioni di impiego più qualificate anche per i nostri giovani. Speriamo di fare breccia e di non rima-nere una voce fuori dal coro. ■

Quella relazione pericolosa tra impresa e finanzaMario Cardoni Direttore Generale Federmanager

i

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DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Grande successo per le iniziative ALDAI dedicate ai figli e nipoti dei soci

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

aggiornamento costante del-le proprie competenze, si sa, è una delle chiavi per rimanere competitivi sul mercato del lavoro.

Un’ulteriore conferma arriva da una ri-cerca di Randstad Workmonitor, l'inda-gine svolta trimestralmente da Rand-stad che coinvolge 400 lavoratori tra i 18 e i 65 anni, secondo cui, nonostan-te la maggior parte dei lavoratori del nostro Paese sia convinta di essere già nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale (l’84% contro una media glo-bale del 73%), la quasi totalità dei dipen-

denti (99%) sente comunque il bisogno di seguire ulteriori corsi di formazione e/o apprendimento per aggiornarsi e migliorare le proprie competenze per-sonali e professionali.ALDAI-Federmanager, prima tra tutte le Associazioni territoriali, ha colto imme-diatamente questo bisogno, portando la formazione e la consapevolezza di avere strumenti utili per andare incon-tro preparati al proprio futuro anche ai giovanissimi, ragazzi che stanno frequentando le scuole superiori e l’U-niversità, confermando ogni anno un appuntamento, ALDAI YOUNG, dedica-to ai figli e nipoti degli iscritti, un pro-getto avviato cinque anni fa che oggi si conferma un servizio molto atteso e

sempre largamente richiesto da parte dei soci.Le iniziative ALDAI YOUNG sono ideate e realizzate per aiutare i giovani a in-dividuare le proprie ambizioni profes-sionali e le strade migliori per raggiun-gere i propri obiettivi e si rivolgono tanto ai ragazzi neo diplomati quanto a quelli prossimi alla laurea, neolaureati o dottorandi che vogliono aggiornarsi e specializzarsi dopo il percorso univer-sitario.Dopo aver concluso con successo ben quattro aule legate al corso di orienta-mento alla scelta post diploma, ALDAI sta programmando una nuova edizio-ne del corso di orientamento al mer-cato del lavoro, rivolto ai giovani che,

l’Chiara Tiraboschi Giornalista e Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI

Orientamento al mercato del lavoro

NUOVO CORSO ALDAI

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ERVIZI AGLI ASSOCIATIsGli incontri si terranno presso la sede di Randstad

via Lepetit 8/10 - Milano, nelle giornate di:

martedì 16 gennaio 2018 dalle ore 15 alle ore 17

giovedì 18 gennaio 2018 dalle ore 14 alle ore 18

martedì 23 gennaio 2018 dalle ore 15 alle ore 17

Le aule prevedono un minimo di 10 partecipanti.

Il costo a persona per l’intero percorso riservato ai soci ALDAI è di 150 euro, comprensivo di Iva.

Qualora interessati, confermare a: [email protected] il 9 gennaio 2018

Sarete contattati per le informazioni in merito alle modalità di partecipazio-ne e di pagamento.

Il corso è rivolto ai figli e ai nipoti dei dirigenti ed eventualmente, in caso di richiesta specifica, anche ai loro compagni di scuola interessati all’iniziativa.

terminate le scuole superiori, stanno frequentando le Università o vogliono affacciarsi al mondo del lavoro.La scrittura di un curriculum vitae, la co-noscenza degli strumenti di selezione più utilizzati dai datori di lavoro e di ri-cerca attiva a disposizione dei candida-ti, la preparazione di un colloquio sono tutte attività fondamentali per trovare lavoro e valorizzare le proprie esperien-ze e competenze.Grazie alla   pluriennale e proficua col-laborazione con l'Agenzia per il Lavoro Randstad, ALDAI sta organizzando un corso di orientamento al mercato del lavoro che prevede tre incontri per un totale di otto ore e che quest’anno com-prendono anche una simulazione del colloquio di lavoro, la visione di stru-menti di assessment e l'utilizzo dei so-cial network "professionali". A fianco tutte le informazioni per par-tecipare al corso di orientamento al mercato del lavoro che si terrà a gen-naio 2018. ■

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DI24 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVOnSul nuovo contratto Importante la presenza del Presidente federale Stefano Cuzzilla al Consiglio Direttivo ALDAI Silvana Menapace Vice Presidente ALDAI

l Consiglio Direttivo ALDAI del 26 ottobre 2017 ha visto la presenza

del Presidente Federale Stefano Cuzzil-la, venuto a confrontarsi con il princi-pale sindacato territoriale della Federa-zione.Il Presidente ha portato un messaggio di serenità e soddisfazione per quanto sta avvenendo nell’ambito di Federma-nager: mentre infatti altri organismi vi-vono momenti di difficoltà e divergenze interne, il nostro sindacato, dopo un lungo riposizionamento a livello nazio-nale, è in grado oggi di esprimere posi-zioni univoche e di interloquire autore-volmente con le principali istituzioni.“Abbiamo una Federazione sana, forte economicamente, che riesce finalmente ad intervenire su temi industriali priori-tari, facendo crescere le sue persone ed abituandole a svolgere un ruolo propo-sitivo nel contesto nazionale”, ha detto Cuzzilla.Il Presidente ha spiegato l’importanza della recente costituzione di un nuovo ente bilaterale con Confindustria, deno-minato “4.Manager” e deputato a svi-luppare progetti comuni in favore dei colleghi, con prevalenza, in questa pri-

ma fase di avvio, per le politiche attive del lavoro per il supporto ai colleghi temporaneamente inoccupati.L’idea-guida del nostro Presidente è quella di irrobustire la gamma di attività su cui la Federazione intende investire sostenendo una proposta in positivo, capace di imporre un’accelerazione ai processi in corso. Manuela Biti, Presidente della Commis-sione Sindacale e Lavoro di Milano, in-tervenuta di seguito, ha ricordato il la-voro di elaborazione sviluppato in commissione, preannunciando che a breve sarà pronto un documento com-plessivo sulle tematiche contrattuali. Si è poi detta favorevole anche allo svilup-po di una consulta telematica dell’intera categoria.Sono poi intervenuti diversi colleghi: in particolare dalle RSA è pervenuto un messaggio sulla perdita di status della figura del dirigente e sulla centralità per la categoria di un recupero salariale che possa ridare credibilità all’associazione sindacale.Cuzzilla, mentre si è detto convinto del fatto che i colleghi in generale “hanno bisogno del contratto” e che la posizio-ne di Milano nel richiedere “cose giuste” è essenziale al processo negoziale, ha chiarito che il lavoro è stato già avviato

e che continuerà per tutto il tempo ne-cessario ad approdare a un rinnovo pie-namente soddisfacente. In questo approccio si inserisce anche l’intenzione di “prepararsi con idee forti” al rinnovo del contratto di categoria, definendo tempestivamente contesto, rapporti e priorità attraverso un’analisi collettiva.La collega rappresentante del Gruppo Mind the Gap ha manifestato il senso di solitudine dei colleghi che perdono il posto di lavoro, chiedendo maggior so-stegno per “start-up” che consentano di riagganciare il mondo del lavoro.In risposta alla collega, il Presidente Fe-derale ha ribadito la specificità del nuo-vo ente 4.Manager e ha illustrato gli al-tri progetti attivi tra cui BeManager per la certificazione delle competenze ma-nageriali e quelli messi in campo da Fondirigenti. A questo proposito sarà fondamentale il contributo di tutti, in particolare, dell’ALDAI da sempre mol-to attenta al tema dei dirigenti in transi-zione.Altri interventi hanno ribadito l’impor-tanza del rinnovo contrattuale e l’esi-genza di presentarsi con una delegazio-ne negoziale rinnovata, realmente rappresentativa. Sebbene la negoziazione sia prevista per fine 2018, da parte di molti si è sot-tolineata l’urgenza di una fase analitica preliminare, basata su dati certi ed inoppugnabili, che non può essere ri-tardata.In conclusione il Presidente Cuzzilla si è detto soddisfatto per come la discussio-ne si sta sviluppando a Milano, incorag-giando al coinvolgimento di tutti i colle-ghi che intendono dare un contributo, anche attraverso le rappresentanze aziendali. Si è detto altresì pronto a se-guire da vicino i nostri lavori anche nell’immediato futuro. ■

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Il Presidente ha spiegato l’importanza della recente costituzione di un nuovo ente bilaterale con

Confindustria, denominato “4.Manager” e deputato a sviluppare progetti comuni in favore dei colleghi

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ANNO 4 NUMERO 5

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

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Ticket, esami, screening e pronto soccorso Ecco il federalismo sanitario italiano Uno studio di Cittadinanzattiva rivela: tempi d’attesa e qualità diversi tra le regioni

lA pAROlA Al pREsidENtE

P er una mammogra-fia nel Nord-Ovest si attendono 89 gior-ni, in media in tutta

Italia 122 giorni (due mesi in più rispetto al 2014) e al Sud e nelle Isole addirittu-ra 142 giorni. Sulle quattro vaccinazioni obbligatorie da anni (polio, difterite, teta ed epatite B), Abruzzo, Molise e Basilicata hanno una coper-tura superiore al 97% men-tre Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bol-zano si fermano rispettiva-mente all’89% e all’85%. Un ticket per una visita specia-listica costa 16,5 euro nelle Marche e quasi il doppio, per l’esattezza 29 euro, in Friuli. L’arrivo del Pronto Soccor-so che in Liguria richiede 13 minuti e in Basilicata quasi mezzora (27 minuti). Sono solo alcuni degli esempi del-le profonde disuguaglianze che permangono (e in talu-ni casi aumentano) in Italia nell’accesso ai servizi sani-tari che incidono purtroppo sulla salute dei cittadini. Una sorta di “federalismo” sanitario evidenziato dall’ul-

timo Osservatorio Civico sul tema, presentato recente-mente da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del ma-lato e riferito all’anno 2015. I numeri parlano chiaro: dai tempi di attesa all’erogazio-ne dei farmaci, dalla coper-tura vaccinale alla gestione del Pronto Soccorso, dai ser-vizi per i malati oncologici agli screening per i tumori, l’Italia della sanità viaggia davvero a mille velocità. Al Sud si concentrano le Regioni con maggiori problematicità (ma ci sono anche eccezioni

Il “federalismo” sa-nitario, sempre più penalizzante per i cit-tadini di alcune regioni italiane, le condizioni di salute degli italiani (confrontate con quel-le dei nostri “coinquilini” europei”), e la prestigiosa certificazione di rinnovo dell’iscrizione di Assidai all’Anagrafe dei Fondi Sanitari, inviata dal Ministero della Salute. Questi e altri sono i temi di questo numero di Welfare 24, che presenta anche un’interessante inchie-sta sul funzionamento dei Sistemi sani-tari nei cinque continenti. Un semplice confronto, quest’ultimo, che induce a valutazioni ben più ampie - in prospet-tiva futura - sull’importanza del ruolo di Assidai come fondo integrativo nel contesto di un Sistema Sanitario Nazio-nale sempre più sofferente dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Del resto, i numeri dell’ultimo Osservatorio Civico promosso da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato sono lì a dimostrarlo con un’impressionante forbice, tra le varie regioni italiane, su tempi di attesa degli esami, ticket e molto altro. L’Italia, come sottolinea nel suo intervento il presidente di Federma-nager, Stefano Cuzzilla, entro tre anni avrà più anziani che bambini: un mo-tivo in più per agire sulla prevenzione, a 360 gradi.

www.assidai.it

di Tiziano neviani - PresidenTe assidai

salute

qualitàassistenza

welfare

benefit

positive) mentre al Nord al-cune regioni faticano più del passato a mantenere livelli elevati di performance nell’e-rogazione dei servizi sanitari ai cittadini. I motivi di questa situazione? Sempre gli stessi, tra cui le risorse statali sem-pre più scarse e il graduale invecchiamento della popola-zione: per questo lo sviluppo del secondo pilastro (a partire dai fondi sanitari integrativi) è sempre più essenziale per la sostenibilità del Servizio Sa-nitario Nazionale.

>>> Continua a pagina 2

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SaniTà, aumEnTa il divario nord-SudUn tema da non sottovalutare è quello dei Lea (Livelli essen-ziali di assistenza): nel 2015 passano da tre a cinque le Regioni che non li rispettano nonostante l’attuale sistema di affiancamento dei ministe-ri competenti: al Molise, Ca-labria e Campania, che versa in condizioni di particolare criticità (da un punteggio di 139 nel 2014 a 106 nel 2015), si aggiungono Puglia (da 162 del 2014 a 155 nel 2015) e Si-

cilia (da 170 nel 2014 a 153 nel 2015). Anche fra quelle che garantiscono i livelli es-senziali di assistenza, le di-screpanze sono notevoli: si va da un punteggio di 212 (la soglia di sufficienza è pari a 160) della Toscana ai 170 della Basilicata. Del resto, secon-do l’Istat, la quota di persone che ha rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi è cresciuta tra il 2008 e il 2015 dal 4% al 6,5% della po-polazione. Il fenomeno appa-re più accentuato nel Mezzo-giorno che passa dal 6,6% nel 2008 al 10,1 per cento.E gli screening oncologici? Quello mammografico, nono-stante l’aumento degli inviti recapitati nel 2015, presenta disuguaglianze territoriali si-gnificative: al Nord raggiun-ge quasi tutte le donne (oltre nove su dieci) ma al Sud solo il 60%. Per guardare il detta-glio delle singole regioni, gui-da l’Emilia Romagna (78%) mentre Campania, Calabria e Sicilia si attestano al 50%. Per quanto riguarda invece i tem-

pi di attesa per le prestazioni diagnostiche e specialistiche in caso di sospetto diagno-stico, i dati del monitoraggio delle strutture oncologiche di Cittadinanzattiva mostrano che al Nord l’80% delle per-sone in condizione di urgenza accede entro le 72 ore stabili-te. Percentuali peggiori sono rilevabili al Centro (72%) e al Sud (77%). C’è maggiore tem-pestività, invece, per l’accesso

all’intervento chirurgico a se-guito di diagnosi oncologica. Al Nord il 100% dei cittadi-ni accede entro 60 giorni, al Centro l’88% e al Sud il 77%. Nota dolente, purtroppo, l’ac-cesso alla radioterapia e alla chemioterapia che, soprat-tutto al Centro e al Sud, non viene garantita entro 30 gior-ni nel 100% delle strutture ma solo rispettivamente nell’84% e nel 86 per cento.

Tà nEl mondo, SiSTEmi a confronTo

non auToSufficiEnza, un ProblEma molTo iTalianolo evidenzia un rapporto istat sulle condizioni di salute in tutta europa

G li italiani frequen-tano “il giusto” il medico di famiglia, - il 74,9% vi ha fatto

ricorso negli ultimi 12 mesi - in linea con la media europea: guida la Francia con l’87,6%. Allo stesso tempo nel nostro Paese ci si ricovera poco: 8,4% contro il 10,6% a livello continentale e il 15,2% della Germania. è questa una delle principali evidenze del rap-porto Istat appena pubblicato “Condizioni di salute e ricor-

so ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea” - dati di rilevazione 2015. Un docu-mento che evidenzia anche come il ricorso a visite specia-listiche nel nostro Paese è su-periore alla media Ue (54,6% contro il 49,5%) mentre quello a dentisti o ortodontisti, per

l’Italia, è drammaticamente basso: il 45,8% vi si è recato negli ultimi 12 mesi contro il 60% medio dell’Europa e il 93,6% dell’Irlanda, prima di questa speciale classifica.E ancora: gli italiani prendo-no meno farmaci (prescritti o non prescritti) di quasi tutta

l’Ue (sono terzultimi) e pre-sentano limitazioni fisiche (vista, udito e motorie) abba-stanza in media rispetto agli altri Paesi. Altro aspetto in-teressante è quello legato alle limitazioni del vivere quoti-diano - più nello specifico, tra gli altri, la cura della persona, mangiare, lavarsi e varie at-tività domestiche (tutti ele-menti che, qualora presenti contemporaneamente deter-minano la non autosufficien-za di una persona) - dove l’Italia è quasi sempre oltre la media europea e ai primi posti della classifica. Ciò a te-stimonianza dell’importanza e attualità di questo tema e quindi della cosiddetta coper-tura Ltc (Long Term Care) per la non autosufficienza.

142 i giorni d’attesa al Sud e nelle Isole per una mammografia.

Nel Nord-Ovest sono 89, la media italiana 122.

29 euroil ticket per una visita

specialistica in Friuli, nelle Marche è 16,5 euro.

77%i cittadini che al Sud

accedono a intervento chirurgico entro 60 giorni da diagnosi oncologica.

Al Nord è al 100%.

italia, sbretaG

n aGli stati u

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www.assidai.it

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SaniTà, aumEnTa il divario nord-SudUn tema da non sottovalutare è quello dei Lea (Livelli essen-ziali di assistenza): nel 2015 passano da tre a cinque le Regioni che non li rispettano nonostante l’attuale sistema di affiancamento dei ministe-ri competenti: al Molise, Ca-labria e Campania, che versa in condizioni di particolare criticità (da un punteggio di 139 nel 2014 a 106 nel 2015), si aggiungono Puglia (da 162 del 2014 a 155 nel 2015) e Si-

cilia (da 170 nel 2014 a 153 nel 2015). Anche fra quelle che garantiscono i livelli es-senziali di assistenza, le di-screpanze sono notevoli: si va da un punteggio di 212 (la soglia di sufficienza è pari a 160) della Toscana ai 170 della Basilicata. Del resto, secon-do l’Istat, la quota di persone che ha rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi è cresciuta tra il 2008 e il 2015 dal 4% al 6,5% della po-polazione. Il fenomeno appa-re più accentuato nel Mezzo-giorno che passa dal 6,6% nel 2008 al 10,1 per cento.E gli screening oncologici? Quello mammografico, nono-stante l’aumento degli inviti recapitati nel 2015, presenta disuguaglianze territoriali si-gnificative: al Nord raggiun-ge quasi tutte le donne (oltre nove su dieci) ma al Sud solo il 60%. Per guardare il detta-glio delle singole regioni, gui-da l’Emilia Romagna (78%) mentre Campania, Calabria e Sicilia si attestano al 50%. Per quanto riguarda invece i tem-

pi di attesa per le prestazioni diagnostiche e specialistiche in caso di sospetto diagno-stico, i dati del monitoraggio delle strutture oncologiche di Cittadinanzattiva mostrano che al Nord l’80% delle per-sone in condizione di urgenza accede entro le 72 ore stabili-te. Percentuali peggiori sono rilevabili al Centro (72%) e al Sud (77%). C’è maggiore tem-pestività, invece, per l’accesso

all’intervento chirurgico a se-guito di diagnosi oncologica. Al Nord il 100% dei cittadi-ni accede entro 60 giorni, al Centro l’88% e al Sud il 77%. Nota dolente, purtroppo, l’ac-cesso alla radioterapia e alla chemioterapia che, soprat-tutto al Centro e al Sud, non viene garantita entro 30 gior-ni nel 100% delle strutture ma solo rispettivamente nell’84% e nel 86 per cento.

Tà nEl mondo, SiSTEmi a confronTo

non auToSufficiEnza, un ProblEma molTo iTalianolo evidenzia un rapporto istat sulle condizioni di salute in tutta europa

G li italiani frequen-tano “il giusto” il medico di famiglia, - il 74,9% vi ha fatto

ricorso negli ultimi 12 mesi - in linea con la media europea: guida la Francia con l’87,6%. Allo stesso tempo nel nostro Paese ci si ricovera poco: 8,4% contro il 10,6% a livello continentale e il 15,2% della Germania. è questa una delle principali evidenze del rap-porto Istat appena pubblicato “Condizioni di salute e ricor-

so ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea” - dati di rilevazione 2015. Un docu-mento che evidenzia anche come il ricorso a visite specia-listiche nel nostro Paese è su-periore alla media Ue (54,6% contro il 49,5%) mentre quello a dentisti o ortodontisti, per

l’Italia, è drammaticamente basso: il 45,8% vi si è recato negli ultimi 12 mesi contro il 60% medio dell’Europa e il 93,6% dell’Irlanda, prima di questa speciale classifica.E ancora: gli italiani prendo-no meno farmaci (prescritti o non prescritti) di quasi tutta

l’Ue (sono terzultimi) e pre-sentano limitazioni fisiche (vista, udito e motorie) abba-stanza in media rispetto agli altri Paesi. Altro aspetto in-teressante è quello legato alle limitazioni del vivere quoti-diano - più nello specifico, tra gli altri, la cura della persona, mangiare, lavarsi e varie at-tività domestiche (tutti ele-menti che, qualora presenti contemporaneamente deter-minano la non autosufficien-za di una persona) - dove l’Italia è quasi sempre oltre la media europea e ai primi posti della classifica. Ciò a te-stimonianza dell’importanza e attualità di questo tema e quindi della cosiddetta coper-tura Ltc (Long Term Care) per la non autosufficienza.

142 i giorni d’attesa al Sud e nelle Isole per una mammografia.

Nel Nord-Ovest sono 89, la media italiana 122.

29 euroil ticket per una visita

specialistica in Friuli, nelle Marche è 16,5 euro.

77%i cittadini che al Sud

accedono a intervento chirurgico entro 60 giorni da diagnosi oncologica.

Al Nord è al 100%.

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in italia, svezia e Gran bretaGna predomina il welfare statale. in asia e neGli stati uniti senza assicurazioni i costi privati rischiano di esplodere

c ome funzionano i sistemi sanitari nei cinque continenti? Quanto costa esse-

re curati in ospedale e quali coperture pubbliche o pri-vate sono a disposizione del cittadino? Business Insider International ha realizza-to un’interessante inchiesta internazionale in cui, per nove Paesi “rappresentativi” di tutto il mondo, cioè Ita-lia, Germania, Francia, Stati Uniti, Nigeria, Singapore, Svezia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Giappone, ha prova-to a rispondere a queste do-mande. Va anche precisato che, nell’inchiesta stessa, si parla soltanto di assicura-zioni sanitarie senza citare i fondi sanitari integrativi come Assidai, che sono una peculiarità del nostro Paese e, in talune fattispecie, offro-no una copertura simile.

La Svezia è la patria del wel-fare di Stato: l’assistenza sa-nitaria di emergenza è finan-ziata dal Governo e il paziente deve pagare tra i 35 e i 45 dol-

salario): con essa un braccio rotto non “costa” nulla. Stessa musica nei Paesi Bassi, dove la polizza assicurativa di base è obbligatoria (con una fran-chigia annua complessiva di 350 euro) e costa in media 109 euro al mese. Anche nel Far East, a Singapo-re, c’è un’assicurazione gestita dallo Stato che provvede alla copertura delle cure ricevute negli ospedali pubblici e che può essere integrata con po-lizze private. Senza di essa, la sola visita di pronto soccorso per un braccio rotto (inclusi test e radiografie) costerebbe 85 euro circa. In Giappone, invece l’assicurazione pubbli-ca è obbligatoria, anche per i disoccupati (per chi lavora molto spesso è un benefit ero-gato dai datori di lavoro, com-preso nel più ampio universo del welfare aziendale). Per quanto riguarda invece l’in-tervento in pronto soccorso per un braccio rotto, i pazienti di solito pagano tra il 10% e il 30% del costo, mentre il re-sto (su un totale di circa 600 euro) è coperto appunto dallo Stato. In Africa, in particolare

in Nigeria, l’assicurazione pri-vata (spesso stipulata dal da-tore di lavoro) è praticamente obbligatoria, se si pensa che un braccio fratturato, negli ospedali pubblici, può costare oltre 650 dollari esclusi i costi aggiuntivi.

Per concludere gli Stati Uniti, dove l’assicurazione è impre-scindibile visti i costi altissi-mi della sanità. Nella zona di San Francisco rompersi un braccio e avere un’assicura-zione con una franchigia ele-vata può costare anche 1200 dollari; in assenza di polizza il costo stesso sale alle stelle. La maggioranza degli ame-ricani ha un’assicurazione pubblica (i famosi piani Medi-care e Medicaid finanziati dal Governo) o privata, che invece per molti cittadini è fornita dal datore di lavoro. Secondo le ultime ricerche, in partico-lare una realizzata dal centro di sondaggi Gallup, oltre l’11% degli americani non ha nes-suna assicurazione sanitaria e per questo deve affrontare costi devastanti per affronta-re un’emergenza medica.

lari per la visita in ospedale, se è assicurato gli verrà rim-borsata anche questa somma. La Svezia è un caso ormai molto raro, assieme alla Gran Bretagna e all’Italia. Anche a Londra le cure mediche per un braccio rotto sono gratui-te, perché la sanità è finanzia-ta dai contribuenti attraverso un’apposita tassa, anche se le aziende possono offrire un’assicurazione privata. Nel nostro Paese, come noto, non serve una polizza per essere curati in un ospedale pubbli-co, a seconda del problema e delle necessità c’è il paga-mento di un eventuale ticket, anche se a volte si propende per il privato, perché garanti-sce tempi di cura e costi, per alcune prestazioni specifiche, addirittura inferiori al ticket pubblico.

Nella maggior parte degli Stati, invece, l’assicurazio-ne pubblica è obbligatoria. In Germania la polizza (di impor-to proporzionale al reddito) viene pagata metà dal datore di lavoro e metà dal dipen-dente (gli viene sottratta dal

cosa succede se mi rompo un braccio e vado al pronto soccorso in...

In moltI PaesI una assIcurazIone PubblIca è obblIgatorIa ma una Parte dI essa vIene coPerta dallo stato (In germanIa Per metà) o dalle azIende come forma dI benefIt. lo stesso vale In dIversI PaesI extra euroPeI Per le PolIzze PrIvate

SveziaCopertura pubblica

totale35-45 euro (rimborsati

se assicurato)

UsaAssicurazione pubblica

(ma non per tutti)

1.200 $(senza assicurazione) Nigeria

Nessuna copertura550 $

(senza assicurazione privata)

Gran BretagnaCopertura pubblica

totalepronto soccorso

gratis

GermaniaAssicurazione pubblica

obbligatoriapronto soccorso gratis

OlandaAssicurazione pubblica

obbligatoriapronto soccorso gratis ma franchigia annua

di 350€

SingaporeAssicurazione pubblica

85 $(senza assicurazione)

GiapponeAssicurazione pubblica

obbligatoria600€ coperti al 70-90%

da assicurazione

ItaliaCopertura pubblica

totale (eventuale ticket)pronto soccorso gratis

(eventuale ticket)

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Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

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il punto di vista

Di recente, l’Organiz-zazione mondiale della Sanità ha diffuso i dati su l l ’ invecchiamento della popolazione rive-lando che entro tre anni

conteremo più anziani che bambini. Entro il 2050, poi, avremo una persona over 60 ogni cinque. Già oggi l’Italia è il Paese con più anziani, al secondo po-sto dopo il Giappone. Sicché, in questo scenario di nuova demografia globale,

è ancora più forte il mio appello ai col-leghi sull’importanza della prevenzione e dell’adozione di uno stile di vita che consenta di arrivare sì più avanti ana-graficamente, ma assicurandosi una vita in buona salute. Accanto alla condotta individuale, è però essenziale che il sistema salute nel suo complesso si riorganizzi. è tem-po che il Sistema Sanitario Nazionale sviluppi sinergie operative con i Fondi sanitari integrativi per rafforzare la ri-

sposta domiciliare e territoriale, svi-luppando sistemi di cura della cronicità alternativi all’ospedalizzazione. Inoltre, vanno presi in carico fattori esterni de-terminanti. Un’esistenza in salute, oggi, non è possibile senza attenzione all’am-biente. Ben venga, quindi, che il prossi-mo G7 dei ministri della Salute affronti insieme salute, ambiente e clima: una relazione complessa e sempre più stret-ta, che richiama tutti noi a una maggio-re responsabilità.

l’invEccHiamEnTo È un TEma GlobalE di STEfano cuzzilla, PrESidEnTE fEdErmanaGEr

rinnovaTa l’iScrizionE all’anaGrafE dEi fondi SaniTari

assidai ha ricevuto l’attestazione nei Giorni scorsi dal ministero della salute a conferma della trasparenza dell’operato del fondo

Il prestigioso documento è arrivato nella sede di Assidai nei giorni scorsi direttamen-te dal Ministero della Salute, in particolare dalla Direzione Generale della Programma-zione Sanitaria. Si tratta del rinnovo dell’iscrizione per il 2017 del Fondo all’Anagrafe dei Fondi Sanitari di cui al Decreto del Ministero della Salute del 31 marzo 2008 e del 27 ottobre 2009.In Italia, come ricordato dal ministro della Salute Beatri-ce Lorenzin in un’intervista concessa a Welfare 24 nei mesi scorsi, sono riconosciu-te agevolazioni fiscali a due tipologie di fondi sanitari per garantire l’erogazione di prestazioni integrative al Servizio Sanitario Nazionale:

i “Fondi sanitari integrativi del SSN”, che erogano solo ed esclusivamente presta-zioni non comprese nei livelli essenziali di assistenza, e gli “Enti, Casse e Società di Mu-

tuo Soccorso aventi esclusi-vamente fini assistenziali” che sono sia integrativi del SSN, sia sostitutivi.Dai dati dell’Anagrafe sui fondi sanitari, distinti per

ISSN 2532-7739

Sei iscritto a un Piano Sanitario individuale e vuoi rateizzare il contributo annuale? C’è tempo fino al prossimo 15 novembre per scegliere di dilazionare l’ammontare in quattro rate a cadenza trimestrale. Attenzione: per avvalersi della rateizzazione bisogna sceglie-re la domiciliazione bancaria come forma di pagamento del contributo. Le rate saranno addebitate da Assidai direttamente sul conto corrente degli iscritti con le seguenti sca-denze: 30 dicembre 2017, 31 marzo 2018, 30 giugno 2018 e 1° ottobre 2018. Per aderire basta compilare e inviare il modulo di domiciliazione che si riceve da Assidai o scaricare il modulo dalla propria area riservata oppure chiamare il Customer Care al numero 06 44070600 (orari 9:00-14:00 e 15:00-17:00).

Desideri invece cambiare il tuo Piano Sanitario? Per coloro per cui è previsto, si può fare entro il 15 novembre: per informazioni consultare il sito http://www.assidai.it/persone/piani-sanitari/ dove sono riportate altre soluzioni, o contattare il Customer Care.

vademecum per il rinnovo 2018 degli iscritti individuali assidai

Ministero della Salute

DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO II

Piano sanitario nazionale e Piani di settore

ATTESTAZIONE DI ISCRIZIONE/RINNOVO ALL'ANAGRAFEDEI FONDI SANITARI

Si attesta che il Fondo Sanitario 97076780580 - ASSIDAI, compilatore Sig./Sig.ra ROSSETTI MARCO, si è iscritto(ovvero ha rinnovato la propria iscrizione) allʼAnagrafe dei Fondi Sanitari di cui al Decreto del Ministero della Salute del 31marzo 2008 e del 27 ottobre 2009.

Numero di protocollo: 0033954-25/10/2017-DGPROGS-DGPROGS-UFF02-P

Data: 25/10/2017

Anno di iscrizione all'Anagrafe Fondi: 2017

tipologia, emerge la netta prevalenza di quelli anche sostitutivi al SSN (297 nel 2016, con più di 9 milioni di iscritti), rispetto a quelli pu-ramente integrativi al SSN (8 nel 2016, con più di 9 mila iscritti). La prima categoria, a cui appartiene Assidai, nel 2016 vedeva un ammontare totale delle prestazioni vin-colate a quota 694 milioni di euro (dai 682 milioni dell’an-no prima), a fronte di risorse impegnate per tutte le pre-stazioni garantite agli iscritti pari a 2,242 miliardi. In netta crescita anche il totale degli iscritti, arrivati a 9,145 milio-ni dai 7,49 milioni dell’anno precedente.

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DI 29DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

REVIDENZApMario Giambone Presidente Comitato Pensionati ALDAI

Ci risiamo... corsa interrotta!Un pensiero a Strasburgo?

ancora fresco di stampa l’ar-ticolo dello scorso novembre

“traguardo in salita...” a proposito della sospirata pronuncia che avrebbe potuto dare un senso alla lunga corsa – da noi intrapresa – ed ecco che la “gara” registra lo STOP! Come ormai noto, nella seduta del 24 ot-tobre scorso, la Corte Costituzionale ha deliberato in maniera decisa e preoccu-pante un netto e rapido diniego alle le-gittime speranze di tutta la categoria di vedere riconosciuta la illegittimità della mancata perequazione.Le nostre aspettative non miravano tan-to ad una improbabile restituzione di quanto non percepito per effetto di tale blocco, ma tendevano a vedere ricono-sciuta ed affermata la validità del diritto. Nella susseguente riunione del Comi-tato Pensionati ALDAI convocato tem-pestivamente proprio per affrontare e discutere quest’ultima risultanza, si è dovuto constatare che, giunti a questo punto, non ci sono affidabili spazi per nutrire fiducia in ulteriori ricorsi per via legale (al riguardo va sottolineato come in tutte le circostanze i Comitati Inps tendono a respingere “scientificamente” ogni ricorso in materia pensionistica).Anche se per esprimere riflessioni e giu-dizi secondo logica e con animo sereno, in merito alla pronuncia della Corte, bisognerebbe attendere il relativo di-spositivo. Esaminare la sussistenza del rispetto di principi e valori contenuti nella Costituzione vigente; confrontare con quanto riportato in occasione della precedente sentenza 70/2015 assunta su analoga materia, lo stato d’animo che si percepisce non è certo improntato ad ulteriore pazienza. Tuttavia la discussione sostenuta nell’am- bito del Comitato (...la cui valenza e contenuto, si ritiene utile ed opportu-

no pervenga, attraverso queste pagine, all’attenzione dei nostri colleghi, quale testimonianza attiva degli impegni che assiduamente vengono svolti in ambito associativo) ha avuto uno svolgimento particolarmente sostenuto ed ha affron-tato i diversi aspetti che tale pronuncia rischia di sconvolgere: ineluttabilità della difesa del diritto, essenziale per sostenere future azioni e comunicazioni – aspetti del diritto tra cittadini e Stato – mantenimen-to dei patti – modelli di calcolo – logiche attuariali (aspettative di vita) et... similia. In conclusione l’esasperata delusio-ne per una risultanza non in linea con quanto atteso, porta ad assumere pro-positi altrettanto esasperati: quale la tentazione di appellarsi alla CEDU - Cor-te Europea dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo, come noto organi-smo di giustizia internazionale (da non confondere con la Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha invece sede a Lussemburgo). Al CEDU si possono proporre ricorsi con-tro gli Stati che violano diritti garantiti, appunto per la loro salvaguardia quan-do ciò si verifichi e non vengono rispet-tati gli obblighi sottoscritti dalla Con-venzione europea, cui vi aderiscono i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. Da tempo le nostre richieste sono sta-te finalizzate per vedere riconosciuto un principio di diritto che lo Stato ha il dovere di mantenere senza cedimenti o trasgressioni. Ogni cittadino, che ha versato in maniera corretta, nel corso della sua vita lavorativa, quanto regola-mentato dalle leggi in vigore, deve avere la certezza che i patti siano mantenuti e quindi potere contare su di una prosecu-zione di vita pari alle attese. Questa è una sentenza non solo amara, come è stata definita dalla nostra Con-federazione, ma anche preoccupante...per gli effetti che potrebbero generarsi in merito ai diritti dei pensionati e per l’intera politica previdenziale del Paese,

con il rischio di creare un precedente pe-ricoloso per la categoria dei pensionati esposti ad ogni imprevista ed impellen-te esigenza di ”cassa”, che indurrebbe il governo di turno a ricorrere al prelievo sui loro redditi. Ancora una volta, tuttavia, si è cercato di far prevalere il buonsenso nel rispetto dello stile che caratterizza la professio-nalità della nostra categoria, in coerenza alla ferma e sollecita posizione assunta sia dalla Federazione sia dalla CIDA, che hanno ritenuto “amara ed inaccettabile“ tale pronuncia. Il Comitato Pensionati ALDAI ritiene essere formato da componenti "saggi, ponderati, professionalmente prepara-ti" ma anche adeguatamente “incavola-ti”! Non si intende più essere disposti a ulteriori vessazioni. Pertanto saremo fortemente motivati ad assumere un atteggiamento deciso e coerente con il principio fondamentale della difesa del diritto. A tal fine faremo quadrato ad ol-tranza affinché tale fondamento sia rico-nosciuto e applicato. Come è stato preannunciato l'incon-tro di dicembre dal titolo "Siamo tutti convocati" convalida e ribadisce i nostri propositi. ■

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DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

REVIDENZApI pensionati hanno perso il conto

Antonio Dentato Componente Sezione Pensionati Assidifer-Federmanager

La sentenza La nuova e temporanea disciplina dà attua-zione ai principi enunciati nella Sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 2015. Con queste parole, come si legge nel co-municato stampa del 25 ottobre 2017, la Corte Costituzionale ha respinto migliaia di ricorsi. È una disciplina che, a giudizio della Corte, realizza un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica. Eppure proprio quella Sentenza n. 70 era arrivata dopo trent’anni di moniti ai Governi, tutti i Governi, di ogni colore politico, succedutisi nel tempo. Moniti che dicevano di smetterla con i provve-dimenti di sospensioni della perequa-zione e di individuare un meccanismo in grado di assicurare un reale ed effettivo adeguamento dei trattamenti di quie-scenza alle variazioni del costo della vita. (V. Sentenza n. 30/2004). Tanti erano i moniti inascoltati. Il richia-mo più recente era ancora più insisten-te: avvertiva il legislatore sui rischi di tensioni nel corpo sociale. Le frequenti sospensioni del sistema perequativo avrebbero finito per paralizzarlo. Così sentito era il disappunto per l’assoluta

indifferenza della politica perfino ver-so questo monito, da indurre il giudice costituzionale, nella Sentenza n. 70, ad un'esclamazione la cui perentorietà era già una condanna di ordine etico prima ancora che giuridica: non è stato dunque ascoltato il monito indirizzato al legislato-re con la Sentenza n. 316 del 2010!

Il nuovo bancomat di StatoGiorgio Ambrogioni, presidente di Cida, a esito della sentenza appena enunciata, ha detto: i pensionati sono diventati or-mai il “bancomat” cui si ricorrere quando si aprono falle nei conti pubblici. È la reci-diva di una politica sottrattiva, pericolosa, frutto di accondiscendenza a una narra-zione demagogica in espansione. Ormai la situazione domanda l’attuazione di una nuova politica previdenziale, ha pro-seguito Ambrogioni. Occorre un confron-to molto serio e fermo con i Partiti, nell'am-bito della prossima campagna elettorale, chiedendo risposte ed impegni precisi […]. E questo continuando a difendere i diritti dei pensionati e ad opporci ad ogni tenta-tivo di cambiare le carte in tavola, cioè la legislazione in vigore, ai loro danni. (ivi).

Sottrazioni a catenaSapremo le motivazioni della Sentenza appena sarà pubblicata. Allo stato co-nosciamo il comunicato stampa della Corte, in base al quale formuliamo qual-che osservazione preliminare. L’oggetto del contendere era la Sentenza Cost. n. 70/2015. La Corte Costituzionale dove-va pronunciarsi sul fatto che il Governo l’aveva disattesa e l’aveva interpretata in maniera restrittiva. Legittimando la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 ha for-nito alla politica un lasciapassare in più per ulteriori incursioni sulle pensioni. In questo modo le frequenti e reiterate sospensioni della perequazione diven-tano acqua passata. Ogni volta è come se fosse la prima volta. Le precedenti precipitano nel dimenticatoio. Quelli che la stessa Corte ha sempre definito gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità appaiono ormai am-piamente superati. E da tempo. Perché i circa 25/30 miliardi (come riportati dai media) sottratti dalle tasche dei pensio-nati colpiti dal Decreto n. 65 non sono una sottrazione di reddito una tantum. Gli effetti negativi si aggiungono a quelli

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DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

REVIDENZApche derivano dalle altre misure sospen-sive o da provvedimenti modificativi in peggio già adottati negli anni passati. (Noi ne abbiamo contati 9, comprensivi degli uni e degli altri, di cui uno peggio-rativo, ancora in atto, fino a tutto il 2018, e quattro sospensivi negli ultimi 15 anni). I relativi “effetti trascinamento”, cu-mulati, anno dopo anno, sono gli aspetti più devastanti delle sospensioni, perché hanno ridotto la base perequativa sulla quale si applica l'indicizzazione.

Ormai i pensionati hanno perso il conto I pensionati non sanno più a quanto ammonterebbe la loro pensione in con-dizioni normali. Anche perché quelli che si sono viste applicate le numerose sospensioni della perequazione sono gli stessi chiamati anche a versare i co-siddetti “contributi di solidarietà”, vere e proprie gabelle aggiuntive, discrimi-natorie. Noi ne abbiamo contati 6 negli ultimi 18 anni.

L’effetto marginale Scontate le proteste dei soliti noti, quelli costantemente colpiti. Ma scontato an-che che queste hanno effetto marginale. Peraltro il ritorno sul piano elettoralisti-co, sia pure miserabile, è bottino riparti-to fra i partecipanti all’aggressione. Cosa fare, allora? Ci ritroviamo nelle parole del Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, che ci incita a non giocare più in difesa, ma di intraprendere nuovi percorsi. Per at-tuare correttivi nella materia previden-ziale e per ottenere la separazione tra assistenza e previdenza (anche comple-mentare), per una nuova Riforma del fi-sco. E vogliamo aggiungere anche quel-la di un nuovo “paniere” Istat che tenga conto delle particolari esigenze di spesa delle persone anziane. Obiettivi impor-tanti, per raggiungere i quali occorrerà ripristnare una nuova convivenza civi-le, liberata dall’astio fomentato contro i pensionati. Un clima fatto di mistifica-zioni, dove le bugie hanno assunto la stessa dignità del vero, dove le notizie difettose sono replicate senza puntuali obiezioni e le “bufale” percorrono indi-sturbate il dibattito politico. È la strategia per creare consensi socia-li a sostegno dei continui prelievi sulle pensioni.

Qualche esempio utile Suona spesso l’allarme dell’eccessiva spesa pensionistica. Notizia difettosa, questa, perché esposta al lordo e non al netto del prelievo fiscale e delle spese di assistenza, che sono diverse dalle pen-sioni. (L’Inps oltre le pensioni eroga più di 400 altre prestazioni); così è quando si insiste nell’artificiosa proposta di ricalco-lare tutte le pensioni con il metodo con-tributivo, e si ignorano le schede di “tra-sparenza” pubblicate nel sito Inps, dove si legge che il calcolo contributivo com-porta la disponibilità delle informazioni relative a tutta la storia contributiva del lavoratore ma che nel caso di pensioni con decorrenza lontana nel tempo que-sta disponibilità risulta assai difficoltosa, e pertanto operazione impraticabile. Peraltro potrebbe determinare svantag-gi proprio per le pensioni più modeste; così è quando viene suonata la tromba elettorale che annuncia il recupero di 12 miliardi dalle pensioni. L’operazione è impraticabile. Come ha dimostrato uno studio di qualche anno fa. (V. lavoce.info del 27.09.13, Quanto può restituire il pen-sionato d’oro?, T. Boeri e T. Nannicini). Gli autori respingono una tale ipotesi, per-ché per creare un gettito superiore ai 10 miliardi occorrerebbe adottare aliquote da esproprio proletario. E questo, aggiun-giamo noi, è attuabile solo in un regime di Governo autoritario che, ci auguriamo, non attecchisca più nel nostro Paese.

Reagire alla delusione La delusione che abbiamo provato all’annuncio della sentenza del 25 otto-

bre 2017 non deve indurci all’accettazio-ne di un’ineluttabile destino nel quale, a fare da capro espiatorio delle tante insufficienze e difficoltà della gestione della cosa pubblica, siano sempre e sol-tanto i pensionati. Le nostre Rappresentanze hanno prova-to a difenderci nelle sedi delle decisioni politiche e dinanzi alle magistrature, fino a quella di più alto livello. Valuteranno l’opportunità di dare seguito ad ulteriori azioni, se utili e possibili. Da parte nostra, come pensionati, commetteremmo un grave errore se, a fronte delle frequenti sconfitte, ci abbandonassimo allo scon-forto. Solo lo stare insieme, crescere nu-mericamente, avviare campagne di co-municazione, attivare dibattiti, confronti, possono rafforzarci per fronteggiare nuovi attacchi restrittivi ai nostri redditi. Solo partecipando ad iniziative, intra-prendendo alleanze, contrastando le derive politiche e sociali, possiamo fare argine allo stravolgimento dei principi costituzionali in materia di previden-za. Guai se, sfiduciati, abbandonassimo l’impegno associativo. Potrebbe andare molto peggio! ■

Nell’edizione digitale

www.dirigentindustria.itwww.dirigentisenior.itè disponibile la versione integrale

dell’articolo.

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DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Hot mail con ilnostro esperto INPSSalvatore MartorelliGiornalista - Consulente Previdenziale

REVIDENZAp

Vorrei fare il punto in merito alla mia posizione previdenziale sulle basi di tre opzioni da Lei sintetizzate nel corso del nostro incontro. La più vantaggiosa prevede la pensione anticipata secondo le norme sul cumulo contributivo previsto dalla Leg-ge 232/2016. Di questa opzione mancava il Decreto Attuativo. Le chiedo cortesemente se il DL attuativo è stato pubblicato e se è cambiato qualcosa nel frattempo.

Cumulo/Totalizzazione: decreto attuativo?La circolare sul cumulo contributivo per i versamenti fatti nelle casse professionali è uscita ed è Circolare Inps n. 140/2017. Il con-tenuto della suddetta circolare non modifica le indicazioni che Le avevo fornito nel corso del nostro incontro, salvo il fatto che, mentre la quota Inps Le verrà riconosciuta dal mese successivo al raggiungimento dei requisiti contributivi (contributi Inps+Cassa), la quota Enpaf Le verrà corrisposta al raggiungimento dei requi-siti richiesti dal suddetto Ente.

Sono un iscritto ALDAI e avrei bisogno di una sua consulenza in merito alla motivazione con cui è stata respinta la mia do-manda di accesso al contributo per APE sociale. Dalla comuni-cazione dell'Inps ricevuta sembra che l'unica condizione non soddisfatta riguardi la "risoluzione consensuale del rapporto di lavoro nell'ambito della procedura di cui all'art. 7 della leg-ge 15 luglio 1966 n. 604". In realtà io ho ricevuto una lettera di licenziamento dalla mia azienda a cui è seguito un Verbale di conciliazione in sede sindacale. Vorrei sapere per quale ragione il verbale di conci-liazione da me firmato non risponde al requisito di risoluzio-ne consensuale richiesto da Inps per l'accesso all'APE sociale. Sono in possesso anche della comunicazione con la quale Inps mi comunica che la mia domanda di indennità ordinaria di di-soccupazione è stata accolta. È questo il documento che com-pleta i requisiti richiesti per ottenere l'APE sociale?

Reiezione domanda per APE socialePer il riconoscimento dell'APE sociale è presupposto indispensa-bile aver goduto interamente della prestazione di disoccu-pazione ed avere lo status di disoccupato per almeno tre mesi dopo il termine della stessa. Il beneficio non si estende, peraltro, ai soggetti semplicemente inoccupati che non abbiano diritto a conseguire alcuna prestazione di disoccupazione per mancanza dei requisiti necessari ai sensi della normativa vigente oppure, pur avendone diritto, non abbiano inoltrato richiesta per l'indennità di disoccupazione. Salvo il caso in cui Lei non abbia i 30 anni di contributi richiesti oppure abbia ripreso, dopo il licenziamento, una qualsiasi attività lavorativa, anche in forma autonoma, non riesco a comprendere i motivi della respinta. Anche perché le moti-vazioni del rigetto contenute nella lettera Inps non sono specifiche ma si rifanno al generico dettato della norma che ha istituito l'APE sociale. Un ulteriore motivo per la respinta potrebbe essere il non aver allegato, in occasione dell'inoltro della domanda, la lettera di licenziamento. Sono tanti provvedimenti di respinta che sono motivati dal mancato invio della documentazione a corredo.

Sono un dirigente iscritto ALDAI. Non ho ancora riscattato l’anno del servizio militare e vorrei farlo. Potete seguire voi direttamente la richiesta all’Inps? Con chi mi devo mettere in contatto per sapere cosa vi serve?

Per l'accredito del servizio di leva l'operazione è assai semplice e non c'è bisogno di alcuna documentazione. Dal portale dell’Inps (www.inps.it) occorre selezionare la voce "Tutti i servizi” e succes-

Riscatto periodo del servizio militaresivamente la voce “Accredito contributi figurativi del servizio di leva”. Si aprirà una schermata ove dovrà introdurre il Suo codice fiscale e il Suo codice PIN dell'Inps. Le compariranno le informa-zioni circa la Sua persona (indirizzo, sesso, data di nascita, ecc...). Dovrà completare le parti mancanti ed indicare il distretto ove ha fatto la visita pre-militare, l'inizio e la fine del periodo della leva. Sarà l'Inps a contattare il Distretto indicato e, una volta ricevuta la risposta, ad accreditare il periodo.

Sono un dirigente in pensione dal 2003. In questi anni ho continuato a lavorare, come consulente, prima con situazione co.co.co. e da due anni con partita Iva. Desidererei ottenere la ricostituzione della pensione. Vorrei capire se e come si possa fare.

Ricostituzione della pensioneSe, come credo, Lei ha già compiuto i 66 anni e 7 mesi di età, ha maturato il requisito contributivo per la pensione supplementare di vecchiaia e può inoltrare la relativa domanda quando lo ritiene opportuno. Se intende avvalersi per l’inoltro della stessa dei servi-zi dell’ALDAI contatti la Segreteria dell’Associazione (0258376.225 - 0258376.221-0258376.222) per fissare un appuntamento in ALDAI con il Patronato Enasco.

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DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

CONOMIAeFerrovie locali verso la rinascita?Intervista a Massimo Ferrari, Presidente di Assoutenti-UTP

Si è svolto a Pesaro il 15 e 16 set-tembre 2017 l’iniziativa verso gli Stati Generali della mobilità nuova dal titolo “Muovere le idee per muo-vere le persone”, promossa da nu-merose associazioni ed istituti che agiscono sui temi della mobilità so-stenibile. Al termine di un parteci-pato convegno, è stata annunciata la nascita della Alleanza della Mo-bilità Dolce, in sigla AMODO. Puoi sintetizzare, per i lettori di Dirigenti Industria, di cosa si tratta?Si tratta di un cartello di 22 Associazio-ni di livello nazionale, tra cui Touring Club, Italia Nostra, Legambiente, WWF, che innova la precedente esperienza di CoMoDo, tesa alla difesa e valorizza-zione in chiave turistica delle ferrovie secondarie presenti in tutte le regioni italiane. Si tratta di un patrimonio stori-co ed architettonico che, in alcuni casi, può essere preservato a fini museali o escursionistici, previa realizzazione di iti-nerari ciclopedonali sui sedimi dismessi; in altri, consente la riproposizione del

servizio ferroviario per la circolazione di treni a calendario, intervallati o meno da convogli destinati al trasporto pubblico locale.

Come sai a Pesaro c’ero anch’io (in altra veste, delegato di una vetera-na Associazione Europea dei Fer-rovieri, che ad oggi conta ben 66

anni di attività), ma, per la tua più grande esperienza diretta, ti sarei grato se ci illustrassi meglio cosa si sta mettendo in cantiere. La componente tradizionalmente più attenta alle potenzialità del treno, all'in-terno della Alleanza, è garantita dalla presenza dell'Associazione Ferrovie Tu-ristiche – la prima in Italia ad aver gesti-to treni storici nella Franciacorta e nelle Crete Senesi – da Assoutenti/Utp e dalla Associazione Ferrovieri Europei (AEC). La casistica degli itinerari che l'Alleanza intende promuovere è molto varia. Si va da linee come la Sacile-Gemona, in Friuli, interrotta da qualche anno a se-guito di una banale frana, per la quale la Regione si è impegnata alla riapertu-ra integrale nel 2018, con un ambizioso programma di ben 11 coppie di treni quotidiani, alla Rocchetta-Avellino, una lunga linea che attraversa l'Irpinia, ria-perta quest'anno ad uso turistico fino a Lioni, con il lancio di alcuni convogli molto affollati in occasione dello Sponz Festival di fine agosto. Il prossimo anno si prevede la possibilità per i treni di poter percorrere l'intera tratta fino ad Avellino.

Gennaro Bernardo Componente Comitato Infrastrutture, Trasporti e Logistica ALDAI-Federmanager

Massimo Ferrari.

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DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

CONOMIAe

Le Ferrovie dello Stato Italiane come vedono queste iniziative?Nei casi descritti ed in altri numerosi casi, determinante è stato l'interessamento di Fondazione FS, il sodalizio presiedu-to da Mauro Moretti, che, dopo essersi dedicato con successo al risanamento del gruppo FS, nella sua vesta di draco-niano AD, sembra credere adesso nelle potenzialità turistiche delle linee minori. Però il fenomeno travalica i confini della rete nazionale gestita da RFI e si estende alle ferrovie a gestione regionale, come la Centrale Umbra, che scende da Sanse-polcro a Terni per 150 km, e di cui il 13 settembre 2017 è stata decisa la chiusura per improcrastinabili esigenze di manu-tenzione. A seguito delle proteste di sin-dacati e utenti, il crono programma dei lavori – originariamente fissato in ben 800 giorni – è stato decisamente accor-ciato, in modo da consentire la riapertu-ra all'esercizio (almeno nella tratta nord) già la prossima primavera.

Dunque, se il biennio 2011/2012, complice la crisi economica, sarà ri-cordato come una mezza Caporetto ferroviaria, con un migliaio di chi-lometri di binario sospesi a seguito del disimpegno finanziario delle Regioni, forse il 2018, per restare alla metafora storica, potrà segna-re la “riscossa di Vittorio Veneto”?È presto per dirlo, ma le premesse sta-volta sembrano esserci. Innanzitutto bisogna ricordare come cinque anni ad-dietro l'abbandono dei servizi su rotaia si concentrò soprattutto in Campania e Piemonte. Altre amministrazioni regio-nali, quali quella lombarda e toscana, si rifiutarono di procedere a sospensioni e, anzi, intensificarono i servizi. Adesso

il governatore campano De Luca sem-bra impegnato nel risanamento della Circumvesuviana e, oltre alla Rocchet-ta-Avellino, promuove treni dedicati al turismo religioso su un'altra tratta chiu-sa, la Benevento-Campobasso, che tocca Pietrelcina, paese natale di Padre Pio.

Siamo in presenza di un tema che coinvolge tutte le Regioni d’Italia: dove ritieni che l’azione di AMODO debba essere più pressante?La partita decisiva si gioca in Piemon-te, dove, nel 2012, la giunta Cota deci-se di sospendere ben 14 linee per circa 700 chilometri di sviluppo complessivo, ignorando le vivaci proteste di utenti ed amministratori locali. La compagine presieduta da Chiamparino, subentrata dopo le elezioni del 2014, si era impe-gnata a mettere a gara il trasporto regio-nale su ferro, verificando se vi fossero ge-stori interessati a rilevare anche le tratte chiuse. Finora non si era andati oltre le intenzioni, ma adesso numerose prese di posizione lasciano sperare in una con-creta inversione di rotta.Le linee secondarie piemontesi, alcune delle quali risalgono agli anni del Regno sabaudo, erano considerate particolar-mente deboli, interessando talvolta zone suggestive come il Monferrato e le Lan-ghe, che però, nel dopoguerra, avevano subito una certa emorragia di residenti. Vale la pena, allora, di riattivarle? Proba-bilmente no, se si trattasse di ricostruir-le ex novo, ma in questi casi si tratta di riutilizzare sedimi ancora sostanzial-mente conservati con piccoli interventi sull'armamento e sui passaggi a livello.

Ci sono già valutazioni economiche su questi ipotizzati interventi di ri-pristino e, soprattutto, si ha idea dei costi di gestione?L'investimento sarebbe, nella quasi to-talità dei casi, davvero modesto. E le spese di gestione, fortemente ridotte dalle attuali tecnologie che consentono l'automazione di molte funzioni, dovreb-bero essere sopportabili, considerando che gli autobus sostitutivi approntati in questi anni non esercitano alcuna attra-zione sulla potenziale clientela e, di fatto, prefigurano il definitivo abbandono del servizio pubblico.

Ma, il traffico prevedibile, ne giusti-fica la riapertura?

In certi casi, sicuramente sì. Pensiamo alla città di Casale Monferrato (35.000 abitanti), attualmente raggiungibile in treno solo da Torino ed Alessandria: riat-tivando le brevi tratte verso Mortara (28 km) e Vercelli (22 km) si consentirebbe di raggiungere in treno Milano e Novara, città verso cui molti casalesi gravitano. Oppure a Saluzzo (17.000 abitanti), che una breve linea di una decina di chilo-metri (peraltro ancora aperta al traffico merci) metterebbe in relazione con Sa-vigliano e, quindi, con Torino. Sono due esempi di ferrovie per le quali sembrano esserci concrete possibilità di ripristino. Gli amministratori piemontesi, per la verità, puntano anche a riaprire le tratte che da Asti e Alessandria raggiungeva-no Alba, attraverso lo splendido pano-rama delle Langhe. Qui, forse, potrebbe intervenire Fondazione FS – che ha già consentito ai treni storici di tornare ad Ormea e a Varallo Sesia – per proporre affascinanti itinerari nelle terre dello slow food, care a Carlin Petrini.E anche la vicina Valle d'Aosta, che un anno fa ha consentito la sospensione della linea di Pré-Saint-Didier, intende metterne a gara la gestione, nella spe-ranza di individuare potenziali gestori.

C'è molto lavoro, dunque, per la nuo-va Alleanza della Mobilità Dolce?Sì, specie nelle terre subalpine, ma anche altrove, per esempio sulla Piacenza-Cre-mona, una linea che collega due capo-luoghi a cavallo tra Emilia e Lombardia, su cui Legambiente chiede da tempo la riattivazione del servizio passeggeri. Si tratta di sensibilizzare le Istituzioni per indurle ad un ripensamento rispetto alle infelici scelte di un recente passato.

Nel ringraziarti del chiaro quadro della si-tuazione che hai descritto, e condividen-do che sono veramente molti i casi in cui il treno locale potrebbe ancora svolgere un ruolo utile per decongestionare le cit-tà e favorire una fruizione più equilibrata del territorio, nel rispetto dell'ambien-te, ti assicuro che il tema verrà ripreso e approfondito nell’ambito delle attività del Comitato ITL che presiedo in ALDAI, dove la tua partecipazione è sempre gra-dita ed auspicata. ■

Per informazioni sulle attività del Comitato ITL scrivere all'indirizzo e-mail:[email protected]

Gennardo Bernardo al momento della firma.

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DI 35DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

INDACATOs

egli ultimi anni il legislatore fiscale ha varato misure vol-

te a incentivare i titolari di reddito da lavoro dipendente agendo su un dop-pio binario: da un lato prevedendo una tassazione di favore (seppur entro limiti piuttosto rigorosi) dei premi di risultato, e dall’altro introducendo e ampliando una serie di benefit che, al ricorrere di determinate condizioni, sono esclusi da tassazione (oltre che da contribuzio-ne) con il fine di rafforzare il cosiddetto “welfare aziendale”. Vediamo dunque l’attuale regime così come delineato dalla Legge di Stabilità 2016 (art. 1 commi da 182 a 190 Legge 208/2015), commentata dall’Agenzia delle Entrate con la C.M. 28/E/2016, e dalla Legge di Stabilità 2017 (art. 1 com-mi da 160 a 162 Legge 232/2016).

I premi di risultatoSotto questo profilo, i premi di risulta-to di ammontare variabile, la cui corre-sponsione sia legata ad incrementi di produttività erogati in esecuzione di contratti aziendali o territoriali, sono soggetti ad una imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali Irpef pari al 10%, con una tassazione dunque molto più conveniente rispetto a quel-la progressiva ordinariamente applica-bile.I contratti aziendali o territoriali devo-no prevedere i relativi criteri di misura-zione e verifica degli incrementi di pro-duttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali parametrare i premi di risultato (che possono riguar-dare per esempio l’incremento del fat-turato annuo per ciascun dipendente, la percentuale di rispetto dei tempi di

consegna delle merci, la riduzione del numero di infortuni ecc.).L’agevolazione si applica solo al settore privato per i titolari di reddito da lavoro dipendente nell’anno precedente non superiore ad euro 80.000 (fino al 2016 tale limite era di soli 50.000), al lordo delle somme detassate quale premio di produzione.L’importo massimo detassabile è pari a 3.000 euro lordi annui (fino al 2016 era 2.000). Tale ammontare aumenta a 4.000 euro (era 2.500 euro) per le azien-de che coinvolgono pariteticamente e concretamente i lavoratori nell’organiz-zazione del lavoro.Il contratto, inoltre, può prevedere la convertibilità (integrale o parziale) dei premi di risultato "detassabili" in bene-fit (somme e valori di cui al comma 2 e all’ultimo periodo del comma 3 dell’arti-colo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, come per esempio contributi a fondi di previdenza complementare o a casse di assistenza sanitaria): in questo modo, pertanto, il premio viene di fatto escluso da tassazione, non applicando-si neanche la tassazione forfettaria del 10%. Chiaramente, sono convertibili solo le somme "detassabili", pertanto be-neficiari e limiti di importo (ammontare del premio entro i 3.000 euro e reddito di lavoro dipendente nell’anno prece-dente non superiore a 80.000 euro) sono i medesimi richiamati in precedenza.A partire dal 2017, inoltre, in caso di conversione del premio in contributi alla previdenza complementare e alla assistenza sanitaria, l’importo convertito non concorre a formare il reddito e non è soggetto all’imposta sostitutiva anche se, sommandosi con gli altri versamenti effettuati a tale titolo, ecceda i limiti pre-visti dal Tuir (rispettivamente pari a euro 5.164,57 ed euro 3.615,20).

L’introduzione e l’ampliamento di benefit agevolatiOltre alla tassazione agevolata sui pre-mi, il legislatore è intervenuto anche sul versante delle prestazioni e/o somme erogate dal datore di lavoro per finalità particolarmente apprezzabili che, al ri-correre di determinate condizioni, sono escluse da tassazione.Fra le principali voci che, ai sensi dell’ art. 51 Tuir non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente (senza che vi sia alcun limite di importo) e che sono state interessate dalle modifiche normative in esame si ricordano:

• Opere e servizi con finalità di edu-cazione, istruzione, assistenza Sono forniti dal datore di lavoro, diretta-mente o tramite convenzioni, al dipen-dente e ai suoi familiari, sulla base di ccnl, accordo interconfederale, contrat-to collettivo territoriale o aziendale. In questo caso non è ammesso il rimborso delle spese anticipate dal dipendente che deve rimanere estraneo al rappor-to fra fornitore del servizio e datore di lavoro. Esempi di benefit di questo tipo sono rappresentati dall’offerta di attivi-tà sportive, check up medici, corsi extra professionali, viaggi, musei, biglietti per parchi, teatri, spettacoli, cinema, abbo-namenti a riviste.

• Somme, prestazioni e servizi di educazione e istruzione fruiti da fa-miliari del dipendenteDeve trattarsi di benefit erogati alla ge-neralità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, com-presi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza

nNicola Fasano Avvocato Tributarista in Milano e Consulente ALDAI

Le agevolazioni fiscalisu premi di risultatoe “welfare aziendale”

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INDACATOsdi ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei me-desimi familiari. È ammesso il rimborso delle spese anticipate dal dipendente. In tal caso ovviamente il datore di lavo-ro dovrà richiedere e conservare i rela-tivi giustificativi. Esempi di tali benefit possono essere il pagamento di rette e somme per asilo nido, baby sitter, scuo-la materna, spese per la frequenza dalla scuola primaria all’università, testi sco-lastici, campus estivi.

• Somme e prestazioni per assisten-za familiari anziani o non autosuf-ficientiNon concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, inoltre, le somme e le prestazioni erogate dal

datore di lavoro alla generalità dei di-pendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti. Si considera “anziano” chi ha compiu-to 75 anni (secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la C.M. 28/E/2016).

• Contributi premi assicurativi per rischio non autosufficienzaNon concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente anche i contributi e premi versati dal datore di lavoro a favore della generalità dei di-pendenti o a categorie di dipendenti per prestazioni, anche in forma assicu-rativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento

degli atti della vita quotidiana o aventi per oggetto il rischio di gravi patologie.

Da ultimo, va segnalata la possibilità per il datore di lavoro di corrispondere, in linea generale, i benefit tramite i cosid-detti “voucher”. Tali titoli di legittima-zione, tuttavia, devono essere utilizzati dal titolari, non sono cedibili né inte-grabili e, in linea di principio, possono dare diritto solo a un bene, prestazione o diritto, a meno che il valore comples-sivo degli stessi non ecceda il limite di importo di 258,23 euro, entro cui non sono comunque tassabili ai sen-si dell’art. 51 Tuir (fermo restando che tale limite va verificato con riferimento a tutti i benefit imponibili erogati dal datore di lavoro nell’anno). ■

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dell’articolo.

Contro Venti e Maree - Enrico Letta

Presentazione di Giuseppe Firrao (autorizzata dall'autore)

Enrico Cuccia diceva che: "Le azioni non si contano ma si pesano". Dei libri di Enrico Letta si può dire che non si pesano ma si soppesano intellettualmente. Infatti, quello che vado presentando è di sole 160 pagine ed in un formato medio piccolo. Due anni in cammino tra Europa e Italia è il titolo dell’Introduzione, e mi ha ricordato i tre mesi di viaggio descritti nel libro “Pierluigi Bersani, Enrico Letta - Viaggio nell’economia italiana - Donzelli Editore, 2004”. Letta è un camminatore che osserva e riporta quanto vede in taccuini che, presto o tardi, diventeranno libri di riflessioni…

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DI 37DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

ITA ASSOCIATIVAvOutplacement verso il sociale

Rimettersi in gioco nella solidarietàEleonora Ratti Socia ALDAI e VISES 

Edizione 2017 del corsoIo c'eroOutplacement - letteralmente: attività di supporto alla riqualificazione ed al ri-collocamento degli individui che cerca-no lavoro in differenti contesti aziendali. È questo il tipo di supporto che offre il Progetto formativo realizzato da ALDAI con VISES, verso un contesto che è però il tessuto sociale del Terzo settore e delle Istituzioni pubbliche; i destinatari sono i soci senior, dirigenti in pensione o che ne sono in prossimità; la ricerca non è di lavoro, ma della possibilità di continuare ad essere attivi – rimettersi in gioco – per dare il proprio contributo alla realizza-zione di obiettivi di restituzione di valore sociale – la solidarietà.Io sono una di questi senior, ed ho parte-cipato con altri 20 soci all’ultima edizio-ne del corso, a maggio 2017. Devo am-mettere che la motivazione iniziale mia e di molti compagni non era così chiara: avevamo voglia di fare, e l’idea di fare del bene ci gratificava psicologicamente, ma cosa e come farlo era tutto da scoprire. La curiosità ha giocato quindi un ruolo importante nell'immediata adesione al corso annunciato ad aprile. Tuttavia, già nella fase di presentazione, ha prevalso l’aspettativa di scoprire un mondo sconosciuto. E quando il coacher, durante il primo colloquio individuale, ci ha guidato nell’identificazione di compe-tenze ed attitudini non strettamente ine-renti la nostra esperienza professionale, abbiamo capito che avremmo dovuto scoprire anche un po’ di noi stessi. Il motivo conduttore dei sei incontri successivi è stato infatti la “consapevo-lezza”: i formatori ci hanno accompa-gnato in questa ricerca – talvolta per-fino “forzandoci” un po’ – per chiarire a noi stessi cosa fare, perché farlo e

come farlo. Ci è stato presentato sotto una nuova angolazione il concetto stes-so di volontariato: l’idea tanto romanti-ca quanto intimidatoria che raffigura il volontario come un missionario con la vocazione al solo bene degli altri, è stata ridimensionata ad un livello più terreno, dove la “dedizione” non è a senso unico, e la “prestazione” deve prima di tutto far star bene chi la fa. Tutti insieme, in un clima di scambio aperto tra soci, abbia-mo costruito un nostro identikit del vo-lontario, associando i tratti caratteristici che fino a ieri applicavamo al solo profi-lo manageriale: motivazione – capacità di lavorare in team – determinazione e continuità – governo dell’emotività – ad un nuovo modello, che richiede: umiltà (ma non sottomissione) – disponibilità a mettersi in discussione – gratuità – pazienza – sostituzione degli interessi economici, di potere e di carriera, con la gratificazione personale di sentirsi pro-tagonisti attivi nel raggiungimento di un “profitto sociale”.La nostra visione del volontariato si limi-tava, inoltre, alle aree del bisogno– ospe-dali, ricoveri, carceri…, verso le quali non tutti ci sentivamo attratti, o quanto meno pronti; è con sorpresa che abbia-mo invece scoperto che avremmo potu-to proporci in contesti inusuali come, per esempio, la formazione dei giovani o l’accoglienza dei turisti stranieri, nonché nelle progettualità stesse del sistema ALDAI-Federmanager.È stata un’esperienza così coinvolgente, che alla fine del corso abbiamo chiesto un ulteriore incontro, per condividere le reazioni individuali agli stimoli che i formatori avevano cercato di attivare. Così, tre mesi dopo, ci siamo ritrovati in aula: tutti avevamo qualcosa da raccon-tare, ma soprattutto eravamo più capaci di fare le nostre scelte, compresa quella

di non farne, perché tutti consapevoli delle nostre disponibilità e dei nostri li-miti. Si riportano le testimonianze di alcuni colleghi del corso.Antonio: «Il corso mi ha offerto un’oc-casione importante per riflettere su una nuova fase della mia vita, stimolandomi a mettere le mie competenze e sensibilità a disposizione di organizzazioni che opera-no per il bene comune».Cristina: «L'aspetto più importante è stato "allargare gli orizzonti'" sia fuori sia dentro noi stessi. Da un lato il corso ci ha presenta-to un ventaglio di possibilità di fare volon-tariato che prima non pensavo neanche esistessero. Dall’altro mi ha consentito di vedere più chiaro in me stessa, scoprendo che potrei rendermi utile anche in ambiti a cui prima non avevo pensato». Ernesto: «All'inizio, il numero degli incon-tri sembrava eccessivo. Ma poi, di volta in volta, il piacere delle cose dette, la capacità di fare gruppo hanno reso gli incontri sem-pre più stimolanti, un appuntamento da non mancare. Oltre ed indipendentemente dall'insegnamento sul volontariato, quello che porto con me, è una migliore cono-scenza di me stesso e di quello che voglio fare "da grande"».Io? Come molti altri, ho scelto la forma-zione dei giovani con i progetti di Alter-nanza Scuola e Lavoro realizzati da VISES, in un ruolo che non avevo mai svolto e con un ritorno emotivo che non mi sarei mai aspettata.

Con queste poche righe spero di aver trasmesso "il contagio della solidarietà" ai colleghi soci che hanno la voglia di rimettersi in gioco, di investire il proprio tempo per la soddisfazione altrui quanto la propria. E tutto questo grazie alle opportunità che ci ha dato e ci darà ALDAI! ■

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ITA ASSOCIATIVAv

DI38 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

In casa Edison si è discusso di Strategia Energetica NazionaleRenato Garbarini Consigliere ALDAI

Cronachina di una giornata esemplare

ncontrare oggi un’azienda che in-vita i propri dirigenti ad un even-

to con Federmanager per analizzare un settore industriale di grande interesse (incidentalmente, il suo), ascoltare tutte le opinioni, contribuire autorevolmente alla discussione, non è davvero comune.

Cultura industrialeVerrebbe da dire che si tratta di “cultura industriale”, ovvero di quel patrimonio di comportamenti, valori, pratiche quo-tidiane che rendono un’azienda diffe-rente da un’altra e che, con le dovute differenze, caratterizzavano in passato non solo alcuni grandi gruppi italiani ma anche aziende più piccole. Una cultura industriale che, nel mondo del “mordi e fuggi” e degli uomini come numeri, va purtroppo rarefacendosi: da questo punto di vista Edison, perché questa è l’azienda di cui si parla, costituisce un’ec-cezione molto significativa.

L'eventoPer questo l’evento che si è tenuto il 12 ottobre 2017 nella storica Sala delle Assemblee di Foro Bonaparte 31, quella che ricorda il fondatore Colombo e poi molti altri Presidenti, da Valerio fino al rimpianto Schimberni, può essere con-siderato esemplare. Erano in molti a parlare di energia e della SEN (Strategia Energetica Nazionale); Federmanager contribuiva con la presenza del suo Di-rettore Mario Cardoni e con la propria Commissione Industriale Energia, Edi-son con i suoi Direttori, primo fra tutti Giorgio Colombo, Responsabile HR e ICT, con l’eccellente conduzione della collega Emanuela Gatteschi e con ade-guati mezzi tecnologici, compresa la

videoconferenza con la sede Edison di Roma. Nell’introduzione Colombo ha espres-so apprezzamento per lo sforzo di Fe-dermanager volto a “portare contenuti di settore, facendo parlare i manager”. Cardoni ha sottolineato come il sinda-cato nazionale, avvalendosi anche di validi supporti esterni, voglia “rimanere al passo con i tempi”, raccogliere le sfi-de industriali del prossimo futuro e “dire cose importanti tanto sulle politiche in-dustriali come sul welfare”.

L'evoluzione della SENVittorio D’Ermo, dell’AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia), una “no profit” di dirigenti ed accademici, incaricata da Federmanager di elabora-re scenari energetici e prefigurare linee strategiche, si è soffermato sulle evolu-zioni prevedibili del settore energetico di qui al 2030 e sugli obiettivi sfidanti che l’Italia deve porsi. Ha così presenta-to il primo dei due studi elaborati per la Commissione Energia di Federmanager. La parola d’ordine che va imponendosi a livello europeo è quella della “decar-bonizzazione” ovvero della progressiva riduzione delle fonti fossili nella produ-zione di energia, incentrata sui due temi paralleli dello sviluppo incrementale di fonti rinnovabili e dell’efficienza ener-getica.La richiesta dello studio è che, a livello nazionale, si sviluppi con appropriati in-vestimenti un settore industriale a que-sto dedicato, magari anche con l’adozio-ne di una “carbon tax” tesa a minimizzare le fonti fossili più impattanti dal punto di vista ambientale. Le ricadute sull’occu-pazione sarebbero molto positive, con un potenziale di quasi un milione di nuovi posti di lavoro.Gli stessi concetti sono stati rafforzati da

Sandro Neri di Enel, Coordinatore della Commissione Energia di Federmanager, che si è soffermato sul rinnovamento della rete elettrica e sulla necessità per le imprese meglio strutturate di adot-tare una specifica figura professionale, l’Energy Innovation Manager.

Il dibattitoInteressanti considerazioni sono state poi sviluppate in un intervento del col-lega Claudio Forni: egli, commentando favorevolmente l’avvenuta sostanziale “non scelta” nucleare che ha risparmia-to all’Italia notevoli implicazioni di costi, quali quelli che si troveranno ad affron-tare gli inglesi, ha ricordato il tumultuo-so e positivo sviluppo tecnologico in corso nel campo degli accumuli ener-getici, così da risolvere il problema dello stoccaggio, in quantità considerevole, dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Al riguardo ha evidenziato che baste-rebbe raccogliere l’energia che ci provie-ne sulla Terra dal Sole in 1,5 ore per dare energia elettrica a tutto il mondo per un intero anno. Di grande interesse anche l’intervento in videoconferenza da Roma di Marco Margheri di Edison.Margheri ha esordito ricordando l’im-portanza del coinvolgimento delle co-munità professionali nell’elaborazione della SEN. Ha poi espresso apprezza-mento per l’organicità dell’approccio del Governo, in cui finalmente i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Am-biente operano in stretta sintonia.Edison, pur aderendo in pieno ai concet-ti cardine della SEN (decarbonizzazione e rinnovabili) vede nel medio periodo un ruolo essenziale anche nel gas natu-rale. Questo tema specifico prevede la riconsiderazione a livello nazionale del-le diverse origini del gas (Algeria, Rus-sia, altre); nella diversificazione rimane

i

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ITA ASSOCIATIVAv

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Segnala le donnedi merito e talento

Pensaci un attimo, chi ti viene in mente fra le tue conoscenze?

Bastano cinque minuti per regalare un’opportunità ad una collega meritevole!

Paola PoliCoordinatrice Gruppo Minerva ALDAI

MINERVA

Vogliamo far emergere 18 donne di merito e talento in sei settori del management:1. innovazione2. gestione economica3. gestione collaboratori4. lancio di nuovi business5. giovani potenziali (non ancora dirigenti)6. diversity best practice

Segnalaci la donna dirigente o quadro di alto potenziale di azienda industriale della Lombardia che ritieni meritevole, inviando una e-mail entro il 31 dicembre 2017 a:

[email protected]

con il nome, cognome, e-mail, azienda, motivazione e settore.La giuria prenderà in esame le donne segnalate da uomini e donne dirigenti Federmanager Lombardia.

Vogliamo promuovere una realtà sempre più popolata di modelli positivi, donne di merito e talento.

essenziale anche puntare sul GNL (Gas Naturale Liquefatto) e relativi impianti di rigassificazione. Non solo, Edison è con-vinta che occorra portare avanti con il GNL anche il repowering dell’eolico e lo sviluppo del settore idroelettrico ed, in particolare, il mini-idro. Un’ultima consi-derazione è stata dedicata da Margheri alla necessità di risolvere la “considere-vole sovrapposizione di competenze” che insiste sui processi di approvazione dei nuovi impianti.Alla fine, anche D’Ermo si è detto d’ac-cordo con l’impostazione proposta da Edison, commentando che quest’anno a fronte di una certa caduta delle rinno-vabili (idro ed eolico) “il sistema ha retto” proprio perché c’era il gas, impiegato dalle centrali a ciclo combinato, a inte-grare la produzione.

I messaggi di ALDAI e PrevindaiFin qui i contenuti del convegno; poi c’è stato anche tempo perché ALDAI, effi-cacemente rappresentata dal Direttore Annalisa Sala e da Chiara Tiraboschi, presentasse in rapida panoramica i pro-pri servizi agli iscritti dirigenti dell’area milanese. In conclusione all’evento, la parola è passata a Giuseppe Noviello, Presidente di Previndai ed Olivia Masini, Direttore della stessa organizzazione, che con la consueta passione ed efficacia hanno presentato le cifre più significative della previdenza integrativa dei dirigenti in-dustriali. Il capitale gestito fa di Previn-dai, dopo quello del Fondo Cometa del settore metalmeccanico, il secondo ge-store italiano di previdenza integrativa,

superando i dieci miliardi di euro di de-positi, con rendimenti tuttora ai vertici e condizioni di fruizione che si estendono a esigenze diversificate, in precedenza non disponibili. L’esposizione dunque di una gestione virtuosa, sinora caratterizzata da risultati eccellenti, che si è posta a conclusione di una giornata utile ed interessante per il futuro della funzione associativa di Fe-dermanager. ■

Edison è convinta che occorra portare avanti

con il GNL anche il repowering dell’eolico e lo sviluppo del settore

idroelettrico

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DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

L’altra faccia dei PIR!

on la legge di bilancio 2017 approvata il 7 dicembre 2016 il

Governo italiano istituisce i PIR (Piani In-dividuali di Risparmio a lungo termine). I PIR sono da un lato un contenitore fiscale per raccogliere risparmio attra-verso strumenti finanziari (quote di Or-ganismi di Investimento Collettivo del Risparmio OICR, obbligazioni, azioni, ecc…) e dall’altro lato uno strumento per l’impiego di esso, in forma privilegia-ta, verso le Piccole e Medie Imprese Pmi. I vantaggi distribuiti da questa iniziativa sono molti: al risparmiatore (persona fisica e non

giuridica), soprattutto di tipo fiscale. Nessuna imposta sui redditi di capita-le/redditi diversi (26%) e sulla succes-sione in caso di trasferimento mortis causa (se l’investimento viene tenuto in portafoglio per almeno cinque anni altrimenti decade l’agevolazione fisca-le e si dovrà pagare l’aliquota del 26%). La soglia massima di investimento esentasse è di 30.000 € all’anno e per un totale di 150.000 € in cinque anni; alle imprese attraverso la possibilità

ottenere credito non solo dal sistema bancario ma anche da un sistema al-ternativo; al sistema produttivo del Paese con co-

sti e tempi di impiego del capitale più bassi e con possibilità di indirizzamen-to dei finanziamenti verso la Piccola e Media Impresa (Pmi). Infatti il 70% dei fondi raccolti dai PIR devono essere destinati ad imprese italiane o euro-pee, ma comunque con stabile orga-nizzazione in Italia ed il 30% di questo non deve fluire al principale indice di Borsa come il FTSE MIB.

I PIR in sé non sono una primizia italiana, in quanto già introdotti in U.K. nel 1999 come ISA (Individual Saving Accoun-ts), in Francia nel 2014 come PEA-PME (Plan D’Epargne en Actions - Petites et Moyennes Enterprises) e molto recen-temente in Canada. I risultati sul campo

csono stati eccellenti e a fine 2016 gli ISA costituivano un mercato da oltre 500 mi-liardi di sterline a fronte di 3.700 società quotate all’AIM (Alternative Investments Market). In Italia è la prima volta che, nel classi-co schema del mercato dei capitali, si attiva in maniera concreta il circuito di-retto tra datori di fondi (risparmiatori) e prenditori di fondi (imprese), in questo

ULTURA E TEMPO LIBERO – Cultura Finanziaria

Pasquale Antonio Ceruzzi Consulente Finanziario e socio ALDAI - [email protected]

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomercoledì 31 gennaio 2018 alle ore 17.30

COME PRENOTARSIPrenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data interessata e compilare gli appositi spazi alla voce "iscriviti all'evento". Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto "L'altra faccia dei PIR".Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

savethe date

tentando di emulare il funzionamento di mercati più evoluti del nostro. Partiti con una previsione di raccolta di 2 miliardi per il 2017 e 18 miliardi in cinque anni, ad oggi siamo già a 6 miliardi di con-suntivo ed una previsione aggiornata di 60-80 miliardi in cinque anni. Il lancio dei PIR ha inoltre prodotto 30 nuove IPO (Initial Pubblic Offer), cioè la quotazione di nuove imprese in Borsa, soprattutto nel segmento AIM, che hanno iniziato a ricevere i fondi raccolti attraverso i PIR. Alcune previsioni recenti arrivano a so-stenere che in pochi anni questo feno-meno produrrà la quotazione in Borsa di circa 1.000-1.500 nuove società. Non ci sono dubbi che tutto questo potrà aiu-tare a sostenere la crescita economica dell’Italia e quindi Governo, istituzioni fi-nanziarie, intermediari, imprese e rispar-miatori che credono nel progetto, con-corrono sinergicamente a determinare il successo dei PIR. ■

Dal 2003 ci dedichiamo al tuo sorriso e alla tua salute

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ULTURA E TEMPO LIBEROcEdoardo Segantini LA NUOVA CHIAVE A STELLAStorie di persone nella fabbrica del futuro Edizioni Guerini e Associati 2017 Pagine 192 - euro 18,50 Disponibile on-line e nelle migliori librerie

L’uomo è il protagonista del libro "La nuova chiave a stella" di Edoardo Segantini, così come è l’uomo il protagonista nel romanzo “La chiave a stella” del 1978 di Primo Levi, al quale il nuovo libro è dedicato. Una raccolta di 14 storie di trasformazione lavorativa in atto nel nostro Paese che accende i riflettori sui "dossier" più caldi. La figura dell'operaio evoluto è la chiave per il futuro delle nostre manifatture e con il nuovo profilo di generatore di valore bisognerà rivedere anche il modello retributivo. Quattordici racconti di persone, protagoniste di una trasformazione storica: la Quarta Rivoluzione Industriale. Uomini e donne, operai e tecnici, manager e imprenditori che vivono già nel futuro: non solo l’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale, la fabbrica connessa, ma un mutamento culturale, sociale e umano molto più profondo e dirompente. Hanno in comune coraggio, curiosità per i cambiamenti. Sanno collaborare con gli altri e reagire alle sconfitte. Si aggiornano e vivono intensamente i cambiamenti del nostro tempo.Donatella e il robot popolare. Enrico e il caos organizzato. Serena,

ingegnere calabrese di 28 anni, nella fabbrica senza fabbrica. Filippo, laureato clandestino. Rita e Maria Teresa, team leader al volante. Giorgio e l’azienda-orchestra. Queste fra le storie che raccontano le nuove opportunità e le nuove scosse, provocate da un terremoto in cui l’uomo resta al centro della scena. Quale impatto avrà la rivoluzione 4.0 sul mondo del lavoro? Sarà possibile riconvertire l’attuale forza lavoro alle esigenze dell’industria digitale? Questi gli interrogativi sui quali sono puntati i riflettori di economisti ed esperti di politiche del lavoro, ma anche dei governi che rischiano di trovarsi di fronte a un’emergenza sociale se non anticiperanno e sosterranno i percorsi di “riconversione”. Il giornalista ed esperto di Tlc e nuove tecnologie Edoardo Segantini esprime il concetto: “Una fabbrica è davvero intelligente se sa rispondere in fretta e in modo personalizzato alle richieste dei clienti. Reattività e personalizzazione presuppongono strutture organizzative in cui i lavoratori giocano un ruolo attivo a tutti i livelli”. Nasce la figura "dell'operaio aumentato”, una figura professionale in crescita che sempre più mette in campo, oltre alle braccia, anche il cervello. Aumentato perché creativo, coinvolto, responsabile. Capace di gestire i dati, compiere una pluralità di operazioni, collaborare con gli altri: mettere al servizio del lavoro le stesse abilità digitali che utilizza nella vita privata. Il futuro può quindi riservare sorprese positive, ma va affrontata la questione salariale. “Il lavoratore non può essere aumentato solo di nome: deve vedersi riconosciuta nella retribuzione il valore aggiunto che gli si chiede in termini di partecipazione creativa al lavoro e di aumento di produttività”. La sfida per l’Italia si fa dunque dura, visto che - come ricorda l’autore - siamo agli ultimi posti in Europa nella graduatoria dei livelli retributivi e della produttività.

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Lo Studio Dentistico Sorriso & Salute è un ambulatorio polispecialistico odontostomatologicoall’avanguardia che opera a Monza dal 2003. Il nostro centro si occupa di estetica del sorriso, ortodonzia fissa e mobile ed invisibile tramite mascherine, impianti endossei, riabilitazione protesica, radiologia endorale, prevenzione dentale, chirurgia orale e pedodonzia.

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ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017

Il Salotto Letterario Teatro 2018 Parlando di letteratura e di salotto letterario nella mia mente si apre uno scenario di piacevole rilassatezza, tempo per meditare, per valutare l’utilizzo di un termine piuttosto che di un altro. Tempo per affrontare temi anche difficili con la calma richiesta da un’analisi profonda del testo. Tempo per apprezzare le sfumature. Per questo è per me una grande sfida parlare di teatro. Il teatro è veloce, diretto, espressivo nel gesto, non solo nella parola. La fisicità dell’attore si integra con il pensiero dello scrittore creando un caleidoscopio di emozioni e sollecita la nostra partecipazione. Già negli anni scorsi abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato a riscoprire il teatro greco e quello latino. Quest’anno, con un salto di qualche secolo, proviamo ad affrontare una breve panoramica del teatro del Novecento. Autori fondamentali o più marginali, provenienti da diversi Paesi. In ogni caso autori che hanno aperto la via anche alla letteratura che hanno fatto un salto di qualità nella modalità di sentire e di interpretare la realtà che ci circonda. I sentimenti sono sempre gli stessi, l’approccio è diverso, la capacità di esprimere sentimenti nascosti, la possibilità di esprimerli. È questa una prova difficile, una proposta da valutare con voi.

CALENDARIO DEGLI INCONTRILe riunioni si terranno in ALDAI - Sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31, Milano - dalle ore 15.00 alle ore 17.00, nelle date sottoriportate e con le consuete modalità di prenotazione.

mercoledì 17 gennaio 2018 Lulù di Frank Wedekind, a cura di Nicoletta Bruttomesso

mercoledì 7 febbraio 2018 Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello, a cura di Bruna Clerici

mercoledì 7 marzo 2018 Vita di Galileo di Bertolt Brecht, a cura di Adriana Pasca

mercoledì 11 aprile 2018 I giusti di Albert Camus, a cura di Giulio Gentili mercoledì 9 maggio 2018 Ricorda con rabbia di John Osborne, a cura di Mario Garassino mercoledì 30 maggio 2018 Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams, a cura di Josef Oskar

Nicoletta BruttomessoResponsabile della sezione Letteratura del Gruppo Cultura ALDAI

3° CONCORSO LETTERARIO ALDAI • BANDO DI CONCORSO 2018

Possono partecipare i Soci ALDAI, coniugi e discendenti o ascendenti diretti con un solo racconto inedito per nucleo familiare.

Il tema è libero, deve essere un racconto di fantasia:

I grandi spazi della menteSono da evitare biografie e scritti riferentisi a fatti e persone reali e riconoscibili.

Il Racconto non dovrà superare le sette cartelle, sarà scritto su supporto digitale in Word con carattere Times New Roman - corpo 12 - interlinea singola. Ogni pagina sarà composta da 34 righe (comprese quelle bianche) e ogni riga sarà di 70 battute (compresi gli spazi e la punteggiatura). Battute totali 16.000 circa.Per correttezza la Giuria riceverà i testi assolutamente anonimi.

Il testo in duplice copia, secondo i requisiti sotto elencati, dovrà essere recapitato in busta chiusa senza mittente a:ALDAI “CONCORSO UN RACCONTO”VIA LARGA, 31 - 20122 MILANOENTRO SABATO 7 APRILE 2018ALDAI - Redazione Dirigenti Industria Gabriella Canuti

La busta, chiusa e anonima, conterrà altre due buste:• la prima conterrà il testo anonimo in digitale (possibilmente chiavetta) firmato con uno

pseudonimo;• la seconda conterrà il testo cartaceo firmato con il relativo pseudonimo e un foglio che

riporterà i seguenti dati dell’autore: 1. Nome e Cognome, 2. Indirizzo, telefono ed e-mail, 3. Numero di tessera del socio ALDAI, eventuale grado di parentela con l’iscritto.I primi tre racconti classificati verranno premiati nel corso di un incontro organizzato presso ALDAI entro la prima metà del mese di giugno 2018 e saranno successivamente pubblicati nella rivista ALDAI “Dirigenti Industria”. I primi venti racconti classificati verranno pubblicati in un volume e gli autori si impegnano ad acquistarne almeno 10 copie dall’editore a prezzo scontato rispetto a quello di copertina (indicativamente 10 € per copia). ALDAI potrà acquistarne dall’editore alcune copie a prezzo scontato per proprio uso. L’editore porrà in vendita il libro nelle librerie e si preoccuperà della promozione. I racconti non verranno restituiti e resteranno di proprietà di ALDAI.

Per ulteriori chiarimenti contattare:Mario Garassino Tel. 335/5263203 - [email protected] Bruttomesso Tel. 348/3189055 - [email protected]

Un Racconto

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Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federa-zione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzio-nali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’As-sociazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale; il Servizio FASI/ASSIDAI fornisce consulenze relative alla gestione dei

rapporti con i Fondi. Tramite delega e accesso prioritario ai Fondi, provvede alla gestione ed all’invio online delle richieste di prestazioni con notevole

riduzione dei tempi di liquidazione. Fornisce informazioni sulle norme statutarie e regolamentari di Fasi ed Assidai e sulle posizioni anagrafiche e contributive dell’iscritto; Servizio Orientamento e Formazione a supporto dei dirigenti interessati

alla valorizzazione del cv ed al potenziamento del networking (Multibrand), ai percorsi formativi di riqualificazione (Fondirigenti) ed alla partecipazione ad iniziative per favorire la propria employabiliy. Servizio Tutoring: a disposizione degli iscritti ed erogato volontaristicamente

da colleghi Senior certificati per il supporto e l’analisi delle criticità manageriali.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 19 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

APERTURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 12.30e dalle 13.30 alle 17.30

SITO WEB www.aldai.itPEC [email protected]

ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Servizi e contattiALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALIPresidenzaPresidente: Romano Ambrogi - [email protected]: Silvana Menapace - [email protected]: Bruno Villani - [email protected]: Elisabetta Borrini

Direzione - [email protected]: Annalisa Sala - [email protected] sindacali su appuntamentoSegreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204 Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.208

Servizio Sindacale - [email protected] BertolottiPREVIO APPUNTAMENTO PER TUTTE LE CONSULENZEConsulenze sindacaliCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected] previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.303° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30Consulenze previdenza complementare / INPS - Rosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00Consulenze convenzione ENASCO / INPS - Silvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.003° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione con telematica Inps

Consulenze fiscali - Nicola Fasano - martedì pomeriggio

Segreteria sindacaleFrancesca Sarcinelli 02.58376.222 - 02.58376.221Maria Caputo 02.58376.225

Servizio FASI/ASSIDAICristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected]

Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] DEGLI ISCRITTI SU APPUNTAMENTOTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 17.00

Servizio Orientamento e FormazioneSilvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected]

Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Bitetti - [email protected]

Giordano Bergomi 02.58376.235 Stefano Corna 02.58376.234 Viviana Cernuschi 02.58376.227Laura De Bella 02.58376.231

Servizio Tutoring - per appuntamento: [email protected]

Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected] Coordinatore: Sergio Quattrocchi

ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Fabio Pansa CedronioRedazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Canuti 02.58376.237

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DEI GRUPPI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia Lavoro - [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Francesco Castelletti - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 21 NOVEMBRE 2017

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in possesso - DLGS 196/2003 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo scopo di inviare il mensile “DIRIGENTI INDUSTRIA”, nonché la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo direttamente a:Arum – Via Larga, 31 – 20122 Milano

Per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del DLGS 196/2003 inviare un fax al numero02.5830.7557 o inviare una e-mail a: [email protected] indicando un recapito presso cui essere contattati.

Dichiarazione di tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28 della Legge 23 dicembre 96 n. 650:n. 20.000 copie.

Costo abbonamento 11 numeri: euro 15,00.

Il pagamento della quota associativa ALDAIcomporta automaticamente la sottoscrizionedell’abbonamento a “DIRIGENTI INDUSTRIA”.

DIRETTORE RESPONSABILE Romano Ambrogi

COORDINATORE DELLA RIVISTA E DEGLI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE ALDAI Franco Del Vecchio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Gabriella Canuti

COMITATO DI REDAZIONE Romano Ambrogi, Michela Bitetti, Manuela Biti, Gabriella Canuti, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Mario Giambone, Silvana Menapace, Fabio Pansa Cedronio, Annalisa Sala, Chiara Tiraboschi, Bruno Villani

SOCIETÀ EDITRICE ARUM Srl, Via Larga 31, 20122 Milano Partita IVA 03284810151Tel. 02.5837.6237 - Fax 02.5830.7557PEC: [email protected] al Registro Nazionale della Stampa con il numero 5447, vol. 55, pag. 369, del 20.11.1996.Società soggetta alla direzione e coordinamento dell’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali).

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art.1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano euro 1,03.Autorizzazione del Tribunale di Milano, 20 novembre 1948, numero 891.

STAMPARotolito Lombarda SpA - Pioltello - Milano www.rotolitolombarda.it

ART DIRECTIONCamillo Sassi - [email protected]

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FORMATO DELLE INSERZIONIPagina intera 210x297 mmMezza pagina verticale 100x297 mmMezza pagina orizzontale 210x145 mmPiedino interno 60x190 mmAllegato - formato da definireInserto Pubblicitario IP - formato da definire

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Bruno Villani, Alberto Costa, Paolo Pedronetto, Giancarlo Magnaghi, Giuseppe Colombi, Emilio Locatelli, Stefano Cuzzilla, Mardio Cardoni, Chiara Tiraboschi, Silvana Menapace, Mario Giambone, Antonio Dentato, Salvatore Martorelli, Gennaro Bernardo, Nicola Fasano, Eleonora Ratti, Renato Garbarini, Pasquale Antonio Ceruzzi, Nicoletta Bruttomesso, Gabriella Canuti

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EDAZIONALErArticoli e copertine 2017Gabriella CanutiEDITORIALE Gennaio L'industria va: facciamo posto per i manager alla guida R. AmbrogiFebbraio Capitale Umano e rispetto delle persone R. AmbrogiMarzo Reshoring del manifatturiero R. AmbrogiAprile Al servizio della dirigenza R. AmbrogiMaggio Desiderio di futuro R. AmbrogiGiugno Occupazione e welfare R. AmbrogiLuglio Rendere possibile l'impossibile: il mestiere del manager R. AmbrogiAgosto/Settembre Going international R. AmbrogiOttobre Reshoring R. AmbrogiNovembre Rafforzare la fiducia: presupposto per un confronto win win R. AmbrogiDicembre Letterina di Natale R. Ambrogi FOCUS Gennaio Le opportunità del digitale richiedono visione F. Del Vecchio Industria 4.0: istruzioni per l'uso S. Terzi Industry 4.0: rischi e opportunità L. Luchesini Dove va la Digital Transformation P. PedronettoFebbraio Abbiamo un sistema pensionistico sostenibile, ma iniquo M. Schianchi La certezza del diritto è alla base della convivenza democratica A. Dentato Trascorsi 24 mesi… Cosa faremo da grandi? M. Giambone Diciassette modi per andare in pensione S. MartorelliMarzo Giuseppe Sala, Sindaco Manager di Milano F. Del Vecchio Ho scelto l'estero invece dell'Italia… C. Tiraboschi / M. Pepori Dal 1912 quanta energia da quella prima turbina… G. Zampini Valorizzare il management C. Ceper / N. Boggian I manager in cabina di regia per affrontare il cambiamento C. TiraboschiAprile Assemblea ALDAI 2017 (prima parte) Maggio Assemblea ALDAI 2017 (seconda parte) Un piano di sviluppo ambizioso per il manifatturiero lombardo M. Pepori Un nuovo rinascimento italiano partendo dal modello lombardo F. Del VecchioGiugno Futuro dei giovani e sicurezza degli anziani M. Schianchi Politiche fiscali A. Dentato Ingiustizia fiscale G. Ambrogioni Rendere visibili gli invisibili G. de VardaLuglio Assemblea 2017 soci ALDAI G. Caraffini Rivoluzione Industry 4.0 A. Perego / L. Del Gobbo / M. Macellari / C. SpagnaAgosto/Settembre Ai giovani dico: guardate al mondo come il giardino di casa C. Tiraboschi L'internazionalizzazione in ALDAI-Federmanager R. Tasserini I dirigenti rispondono: + Europa G. Caraffini Aumentano i pensionati all'estero F. Del VecchioOttobre Il reshoring nel contesto italiano M. Seregni Indagine reshoring V. Da Dalt Intervista sulle tecnologie di frontiera per la competitività delle imprese F. Del VecchioNovembre Riflessioni sul rinnovo del contratto dirigenti industria M. Biti Il contratto dirigenti A. D'Arco Ricordare il passato per costruire il futuro G. Colombi CCNL Dirigenti - versione inglese Servizio Sindacale ALDAIDicembre La responsabilità manageriale "passa" dal Piano di Sviluppo Associativo B. Villani Il ruolo dei manager A. Costa I dirigenti sono ancora alla guida del cambiamento? P. Pedronetto LOMBARDIA Luglio Milano e la sfida europea G. Fossati MANAGEMENT Gennaio Mi metto in proprio. Come faccio…? E per la pensione…? P. Brigante Vortice adotta Tercnologie Interent of Things B. LodiFebbraio Curiosità e coraggio, le leve dell'innovazione C. Tiraboschi Il valore del management nelle sue competenze per la società digitale A. Biffi Mi metto in proprio. Come faccio…? E per la pensione…? S. MartorelliAprile Donna, manager e consigliere… S. Menapace / C. TiraboschiMaggio Per la rivoluzione serve il timoniere A. Spampinato Splendide manager! P. Poli Esperto in digital marketing e globe trotter R. FontanaGiugno La leadership femminile nelle aziende lombarde C. Tiraboschi Competitività delle regioni europee E. Locatelli Manager felici E. Finzi ALDAI incontra Alessia Mosca per il Programma Europa C. TiraboschiLuglio Ricerca ALDAI-Federmanager e Università Bocconi P. Poli Piano nazionale del Governo Industry 4.0 S. RomagnoliAgosto/Settembre Industry 4.0 in sicurezza C. Provetti A tu per tu con due head hunter C. Ceper / O. M. CampigliOttobre World Class Manufacturing e Industria 4.0 Gruppo FCA G. Magnaghi Meritocrazia in Italia: una strada in salita G. Neglia Donne e startup P. Poli Sicuro che quello che scrivi viene letto? A. ColonnaNovembre Opportunità di sviluppo business estero con il contributo MISE F. Del Vecchio Anche nella comunicazione, 3 è il numero perfetto A. Colonna Intervista a Lorenzo Milani, Ceo di Electrolux Medio Oriente A. Frese

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DI46 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017DI

EDAZIONALEr

Dicembre Luci e ombre 2017 e prospettive 2018 G. Magnaghi Nebbia in Valpadana G. Colombi "Bad Rabbit" minaccia l'Europa E. Locatelli NOTIZIE DA FEDERMANAGER Gennaio Lotta all'evasione fiscale, la grande assente M. CardoniFebbraio Il grande balzo in avanti S. Cuzzilla Capitale Umano, il vero fattore abilitante M. CardoniAprile Pensioni: tutti i nodi da sciogliere S. Cuzzilla Con questo CCNL giochiamo d'anticipo M. CardoniMaggio Manager cittadini d'Europa S. Cuzzilla Internazionalizzare le PMI: la posta in palio è alta M. CardoniGiugno Un secondo pilastro per la sanità S. Cuzzilla Gestire, innovare, crescere M. CardoniLuglio Il senso di una giornata G. Colombi Un'assemblea di speranza e azione S. Cuzzilla Manager 4.0 fulcro della nostra assemblea M. CardoniNovembre Quel legaccio tra industria, formazione e lavoro S. CuzzillaDicembre Federmanager impegnata su quattro fronti S. Cuzzilla Quella relazione pericolosa tra impresa e finanza M. Cardoni NOTIZIE CIDA Gennaio Manager, guardando al futuro G. RomaGiugno Visione, ruoli e valori dei manager europei L. CaprioglioOttobre Visione e proposte della dirigenza G. Ambrogioni NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Gennaio Rinnovo quota associativa 2017 Agosto/Settembre ALDAI per il futuro di cinque studenti universitari D. A. ColomboDicembre Sul nuovo contratto S. Menapace SERVIZI AGLI ASSOCIATI Gennaio Un'opportunità per i giovani e il loro futuro C. Tiraboschi Leader in campo G. CivitaFebbraio Polizza assicurativa Praesidium Convenzione Assocaaf 2017 - prima parte E. Radice Dirigenti Industria digitale compie il primo mese Comitato di Redazione Terzo anno di Tutoring V. Sacchetti Il bilancio del Servizio Orientamento Multibrand S. RomagnoliMarzo Dirigenti Industria digitale più ricca per gli associati Comitato di Redazione Convenzione Assocaaf 2017 - seconda parte E. Radice 50&Più Servizi - Aggiornamento tariffe convenzione M. S. BarbieriAprile Dal coaching al tutoring J. Parini Dirigenti Industria: il mensile con notizie settimanali Comitato di Redazione Convenzioni sanitarie C. Scarpa Convenzioni commerciali M. BitettiMaggio Convenzione Assocaaf 2017 - terza parte E. Radice Indagine rivista "Dirigenti Industria" F. Del Vecchio / R. AmbrogiGiugno Convenzioni formative S. Romagnoli Impariamo dalle Oche G. CivitaLuglio Bandi di Concorso Accademico M. BitettiAgosto/Settembre Cosa faccio dopo il diploma? Torna il corso ALDAI young C. Tiraboschi Il gradimento e le aspettative dei lettori Dirigenti Industria Comitato di Redazione Nuova convenzione con MIP C. Tiraboschi / S. Romagnoli Ottobre Vita vissuta: un tutor racconta… E. LocatelliNovembre Regolamento ALDAI M. BitettiDicembre Orientamento al mercato del lavoro C. Tiraboschi WELFARE Febbraio La sanità 4.0 direttamente a casa tua M. Garzia ECONOMIA Aprile Il mondo incerto nel 2017 G. ColombiMaggio Italia in coda nell'attirare investimenti esteri A. De PascalisGiugno Un benchmark da considerare? F. SolettiOttobre La via della ripresa con luce in fondo al tunnel! G. FossatiNovembre Costruire la casa cominciando dal tetto L. Luchesini / G. ColombiDicembre Ferrovie locali verso la rinascita? G. Bernardo

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FORMAZIONE Gennaio Impresa in azione F. Dindo / G. Carnaghi Sostegno alla formazione per la trasformazione digitale S. RomagnoliAprile Rimettersi in gioco nella solidarietà F. Dindo / G. CarnaghiGiugno Manager del futuro: quali competenze per Industry 4.0 C. PoledriniLuglio L'identikit del manager 4.0 e i ritorni degli investimenti in formazione C. Tiraboschi LAVORO Gennaio XX Convegno Scuola-Lavoro M. GiamboneFebbraio Il colloquio di lavoro C. CeperMarzo Occupazione in Europa e in Italia G. FaccoMaggio Il futuro del lavoro nella società digitale - prima parte G. Caraffini Progetti di carriera C. CeperGiugno Il futuro del lavoro nella società digitale - seconda parte G. Caraffini Il merito… merita un riconoscimento…? M. GiamboneAgosto/Settembre Sicurezza del Lavoratore Isolato P. Bordoli Quante Stelle…coesistono nel cosmo? M. Giambone SINDACATO Gennaio Contratti a confronto Servizio Sindacale ALDAIFebbraio Il ruolo del Piano di Sviluppo Associativo R. Ambrogi / B. Villani Dove vanno i dirigenti? R. SignorettiGiugno Welfare 4.0 L. FerranteLuglio La nuova GS-Fasi Servizio Sindacale ALDAIAgosto/Settembre Congresso Nazionale Ordinario di Federmanager Comitato ElettoraleDicembre Le agevolazioni fiscali su premi di risultato e "welfare aziendale" N. Fasano ASPETTI LEGALI Gennaio Un approccio strategico e sistematico in tempo di crisi A. FerragutoMarzo Privacy: un'opportunità prima che un obbligo per l'azienda A. Ferraguto Polizza assicurativa in favore del dirigente A. SbarraAprile Licenziamento del dirigente A. D'Arco FISCO Marzo Il lavoro all'estero e il rischio della doppia imposizione N. FasanoLuglio Equità fiscale M. GanciAgosto/Settembre L'Irpef penalizza i manager e il sommerso mette a rischio il welfare di tutti G. CaraffiniOttobre Fisco 4.0: un percorso per vincere l'evasione G. de Varda PREVIDENZA Marzo Impegno sociale e difesa dei diritti M. Schianchi Hot mail con il nostro esperto Inps S. MartorelliAprile ALDAI-Federmanager incontra Previndai C. TiraboschiMaggio Aspettando Godot M. GiamboneLuglio Il conflitto fra sistemi pensionistici M. Schianchi L'ossessione del ricalcolo delle pensioni A. Dentato Il lavoro non è una merce M. GiamboneAgosto/Settembre Consulta Seniores M. Schianchi Sintesi degli interventi Consulta Seniores S. Cuzzilla / G. Ambrogioni / M. Giambone / Sintesi degli interventi Consulta Seniores M. Carugi / F. Romano / M. Cardoni / A. Dentato Hot mail con il nostro esperto Inps S. Martorelli Fidelizzazione L. De StefaniOttobre Come ridurre furtivamente le difese costituzionali delle pensioni M. Schianchi Trappola per pensionati A. DentatoNovembre Pensioni, allarme immotivato A. Lucaroni La corsa non è finita…traguardo in salita? M. GiamboneDicembre Ci risiamo… corsa interrotta M. Giambone I pensionati hanno perso il conto A. Dentato Hot mail con il nostro esperto Inps S. Martorelli ASSISTENZA SANITARIA Aprile Fasi: da 40 anni l'eccellenza nella sanità integrativa Ufficio Comunicazione Fasi Voce agli associati ex-Italtel S. De MasiMaggio Fasi lancia la versione 4.0, un 2017 di novità per Assidai C. TiraboschiAgosto/Settembre Sanità 4.0. Il Fasi c'è M. GarziaNovembre Il telefonino, il tuo salvavita C. Geri

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DI48 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2017DI

EDAZIONALErVITA ASSOCIATIVA Gennaio ABCDigital: i giovani insegnano il Web agli over 60 G. FrangiMarzo Terza edizione del campionato nazionale di sci Aprile Previsioni ed osservazioni climatiche: sono in accordo? G. AlimontiLuglio Università della Terza Età L. De Stefani Un progetto che prosegue G. De Salvo / M. Valentini Ricordo di Giovanni Mura C. Mura / M. BondiAgosto/Settembre A fianco dei giovani imprenditori e delle loro mini-imprese R. De Mattia Mantova guarda al futuro R. Bellintani Il vulnus della monocoltura l'importanza della visione V. Morelli / B. ZaffiroOttobre Aumenta l'impegno nel prossimo anno scolastico G. Frangi Anche ALDAI-Federmanager sta collaborando attivamente A. Santospirito Industria 4.0 Federmanager BergamoNovembre L'industria digitale? Un volano per la ripresa S. Menapace Un nuovo impegno a favore dei giovani B. PerraDicembre Rimettersi in gioco nella solidarietà E. Ratti Cronachina di una giornata esemplare R. Garbarini OPINIONI Marzo I paradossi del Bel Paese E. Lazzati Scegliere i vincitori, salvare i perdenti G. Colombi / L. LuchesiniGiugno Etica 2012 - Etica 2017 G. FirraoOttobre Controcorrente: e se proponessimo Pubbliacqua? G. Colombi CULTURA & TEMPO LIBERO Gennaio Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luce S. Bolzoni Storia della carta moneta L. Lanfossi Cambiare prospettiva per affrontare l'incertezza G. BensaFebbraio Inflazione si o inflazione no? C. Bolzani I Trattati di Roma G. Sansò Incontri afro-latini nel linguaggio del jazz G. CeradelliMarzo Un nemico che dobbiamo combattere anche in azienda G. Medi Viaggi nel tempo e nello spazio L. Fasiani Edouard Manet e la libertà di fare pittura A. Cantoni Lectura Dantis A. PascaAprile Concerto di Primavera J. Oskar L'evoluzione della "Ricchezza delle Nazioni" P. A. Ceruzzi La costituzione europea G. SansòMaggio PIR Piani Individuali Risparmio C. De Vanna Breve storia del libro (a modo mio) A. Kerbaker Campionato Nazionale Federmanager di golf V. SacchettiLuglio 20° Concerto d'Autunno R. Re La vita extraterrestre L. Fasiani La storia della posta C. E. Manzati Milano città turistica M. GarassinoAgosto/Settembre 20° Concerto d'Autunno R. Re Quando Mozart incontra il jazz J. Oskar Il cielo è la nostra passione D. Pezzella Comprendere e prevedere i cicli del mercato immobiliare italiano A. M. Lunghini Rivoluzione russa del 1917 M. GarassinoOttobre 20° Concerto d'Autunno R. Re Caravaggio, il colore del tormento S. BolzoniNovembre L'Europa possibile negli anni 2000 G. Sansò Un nuovo Quaderno ALDAI F. Pansa Cedronio Acqua e gravità: eventi estremi G. GentiliDicembre L'altra faccia dei PIR P. A. Ceruzzi 3° Concorso letterario ALDAI N. Bruttomesso Salotto Letterario - Teatro 2018 N. Bruttomesso I LIBRI DEL MESE Gennaio Il futuro che (non) c'è - Alessandro Rosina - Sergio Sorgi recensione F. Del Vecchio Magnificat per solisti e coro - Patrizia Consolo recensione G. FossatiFebbraio La gioia del riordino in cucina - Roberta Schira recensione G. FossatiAprile Le stelle nella stanza - Bruno Longanesi recensione M. Garassino Omnibus - Enrico Casati - Guglielmo Scandolara - Roberto Villa recensione R. BezzaMaggio Lavoreremo ancora? - Pier Franco Camussone - Alfredo Biffi recensione F. Del Vecchio Comportamenti aziendali ad elevata produttività - Fabrizio Favini recensione M. GarassinoGiugno Meno Stato più società - Lamberto Dini - Antonio Marzano recensione F. Del Vecchio Storie di cibo nelle terre dell'Expo - Roberta Rampini - Nadia Toppino recensione G. Fossati Non ho l'età - Giangiacomo Schiavi - Carlo Vergani recensione M. SchianchiLuglio Eroi della scienza - Ludovica Manusardi Carlesi Solo cielo e soldati - Claudio Calandra Agosto/Settembre L'arte di realizzare l'impossibile - Walter Rolfo Chi è Dorothy? - Salvatore Polizzi recensione M. GarassinoOttobre Tutti gli uomini del generale - Fabiola Paterniti recensione G. FossatiNovembre Attilio e Gino Rota - Ivano Sonzogni recensione G. FossatiDicembre La nuova chiave a stella - Edoardo Segantini INSERTI - SUPPLEMENTI Gennaio Assidai Welfare 24 M. AlbaneseMarzo Assidai Welfare 24 M. AlbaneseAprile Speciale Assemblea ALDAI - prima parte Maggio Speciale Assemblea ALDAI - seconda parte Assidai Welfare 24 M. AlbaneseNovembre Assidai Welfare 24 M. AlbaneseDicembre Assidai Welfare 24 M. Albanese Articoli e copertine 2017 G. Canuti

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