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La Repubblica

Manovra, Garavaglia: "Governo

ottimista sull'intesa con la Ue".

Sconvocata la commissione al Senato

Attesa per il maxiemendamento del governo, che però potrebbe arrivare direttamente

domani aula. Oltre all'intesa su ecotassa e pensioni d'oro anche gli sgravi Inail. Innalzata

a 200 mila euro la soglia per gli appalti diretti dei sindaci

17 dicembre 2018

Dopo il vertice di ieri sera a palazzo Chigi e le ultime modifiche concordate sulla manovra

il governo spera di poter evitare la procedura di infrazione da parte di Bruxelles. A dirlo

stamane è il sottosegretario leghista all'economia Massimo Garavaglia, in un'intervista al

Gr1 Rai. "Sì, siamo ottimisti" ha affermato il sottosegretario, secondo il quale nella riunione

di stanotte "abbiamo affrontato temi politici e li abbiamo risolti". Quanto a reddito di

cittadinanza e quota 100, ridotti di due miliardi ciascuno rispetto agli stanziamenti iniziali,

Garavaglia sostiene che "questo sul 2019 non comporta problemi, ciò che è importante è

che le misure si tengono nel triennio".

A questo punto l'attesa è tutta per il maxiemendamento con le ultime modifiche alla legge

di bilancio che il governo deve presentare in Senato insieme ad altri 27 emendamenti.

Però la commissione Bilancio che oggi doveva cominciare a votare le modifiche, è stata

sconvocata, ed è quindi possibile che il governo presenti direttamente in aula domani il

maxiemendamento. Nel frattempo Garavaglia ha annunciato una riunione dei capigruppo

che dovra valutare tempi e modi della discussione e del voto di fiducia.

L'intesa raggiunta stanotte ha sciolto gli ultimi nodi: l'ecotassa soltanto sulle auto di lusso

(Porsche e Suv) con un bonus fino a 6mila euro per le elettriche e le ibride: bonus cultura

validi solo per i libri e non per cinema e concerti; taglio del 40% sulle pensioni d'oro (per

finanziare l'opzione donna); sgravi Inail pari a 600 milioni di euro; innalzamento per i

sindaci della soglia per gli appalti diretti da 40 a 200mila euro; fondi per le buche di Roma

e per la metro; pagamenti dei debiti da parte della pubblica amministrazione verso le

aziende creditrici e rimborsi ai truffati delle banche.

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Appalti pilotati, accusato il presidente

della Regione Calabria

Per Oliverio obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore. Avrebbe

favorito la 'ndrangheta

di ALESSIA CANDITO 17 dicembre 2018

COSENZA. La Guardia di finanza ha notificato un provvedimento cautelare emesso dal

gip distrettuale di Catanzaro al governatore della Calabria Gerardo Mario Oliverio.

Al politico, accusato di abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso, è stato imposto

l'obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore. Analogo provvedimento è stato disposto nei

confronti dell'ex sindaco di Pedace, Marco Oliverio. È stato invece arrestato l'imprenditore

Giorgio Barbieri, titolare dell'azienda impegnata nella realizzazione della funivia di Lorica.

Barbieri è considerato testa di ponte dell'imprenditoria del clan di Franco Muto di Cetraro

detto il "re del pesce".

Manovra, Conte: "L'Italia non è con il

cappello in mano. Trattativa a oltranza

con l'Ue" Il premier, nella conferenza stampa di chiusura del Consiglio europeo, dice

che l'Italia non è disposta a scendere sotto la soglia del 2,04 per cento del Pil.

E che il maxiemendamento per la legge di Bilancio arriverà direttamente in

aula. Tria lascia Bruxelles e torna a Roma: "Restano i miei tecnici", dice

Il governo italiano non ha mai pensato al 2,4% del rapporto deficit/Pil come a una sfida alla Ue e la trattativa sulla legge di Bilancio va avanti a oltranza. Parla così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del vertice di Bruxelles. Nel giorno in cui Bankitalia taglia le stime di crescita. Conte prova a giustificare il cambio di rotta che il governo ha adottato per evitare la procedura di infrazione: "Il 2,4 per cento non era un dato simbolico, un indice di sfida all'Europa ma una somma che ci consentiva di non tradire l'impegno con i cittadini. Nel momento in cui si sono liberate altre risorse, abbiamo potuto eleborare la

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seconda proposta", dice. E insiste, Conte, nel rivendicare la dignità della posizione italiana mentre è pressato da un lato dai falchi dell'Unione e dall'altro dalla base elettorale, in fibrillazione sulla retromarcia. "L'Italia non è col cappello in mano, le riforme sono quelle che abbiamo pensato, non abbiamo nulla di cui scusarci, anzi abbiamo dimostrato una visione strategica, abbiamo intercettato una sensibilità sociale diffusa in Europa e stiamo rispondendo alle urgenze avvertite dai cittadini, anche in altri Paesi". Spiega che non si andrà oltre il 2,04 per cento riformulato per il rapporto deficit-Pil: "Il saldo che abbiamo presentato è quello. È su quello che si possono costruire delle tecnicalità. Non abbiamo altri margini".

Roma, sistema di segnalazioni al

Campidoglio: "Un caso su 4 irrisolto"

Flop del sito del Comune aperto alle foto e ai video dei cittadini

"spioni". Intanto allo 060606 boom di chiamate per l’immondizia

di LORENZO D'ALBERGO

Presentato lo scorso luglio in pompa magna dalla sindaca Virginia Raggi e da Flavia Marzano, assessora a Roma Semplice, cliccatissimo ora che attorno ai cassonetti si accumulano sacchetti su sacchetti di rifiuti, il sistema unico di segnalazione online del Comune mostra già il fianco. I romani hanno caricato 38.960 denunce sulla pagina collegata al portale di Roma Capitale fino a questo momento e 9.063 sono rimaste senza risposta. Quasi un dossier su quattro, anche se accompagnato da foto e video, resta quindi irrisolto. Tra i casi ancora da vagliare ci sono anche parte di quelli che riguardano la categoria " Ambiente": 2.909 segnalazioni per chiedere la raccolta di rifiuti ingombranti abbandonati in strada dai soliti incivili o per ricordare ad Ama di svuotare i cassonetti ormai stracolmi.

Non solo spazzatura e immondizia: gli utenti si lamentano anche di buche e autobus. Sotto la prima voce dal 2 luglio a oggi sono finite ben 20.020 denunce poi smistate tra i 15 municipi e il Simu, il dipartimento dei Lavori pubblici. Le circoscrizioni più bersagliate sono quella del centro storico con 2.179 reclami, quella del Pigneto e di Tor Pignattara con 1.893 e quella dell'Appio e del Tuscolano con 1.844. Numeri che raccontano l'insoddisfazione dei residenti per lo stato delle strade e il livello di decoro delle vie in cui abitano. Scavando nelcapitolo dedicato al trasporto pubblico, invece, si scovano 4.085 fascicoli virtuali. Caso nel caso: nonostante l'invito della prima cittadina a vestire un po' i panni dello 007 di condominio e un po' quelli del delatore armato di smartphone, i romani preferiscono -

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anche per questioni anagrafiche - il caro vecchio telefono. Da inizio luglio a fine novembre lo 060606 ha collezionato 1.147.018 chiamate di cittadini a vario titolo infuriati. Per l'immondizia ( e c'è da scommettere che sotto Natale il centralino diventerà ancora più bollente) solo nell'ultimo mese ne sono arrivate 69.478. A giudicare dai numeri, il sistema unico 5S esce piuttosto malconcio dal confronto. "Una scoperta che non sorprende - commenta Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Campidoglio - dato che puntualmente gli annunci dei grillini si rivelano un flop all'atto pratico. Purtroppo è così anche per il sistema web di segnalazione, che non garantisce assolutamente i risultati annunciati". Presentato lo scorso luglio in pompa magna dalla sindaca Virginia Raggi e da Flavia Marzano, assessora a Roma Semplice, cliccatissimo ora che attorno ai cassonetti si accumulano sacchetti su sacchetti di rifiuti, il sistema unico di segnalazione online del Comune mostra già il fianco. I romani hanno caricato 38.960 denunce sulla pagina collegata al portale di Roma Capitale fino a questo momento e 9.063 sono rimaste senza risposta. Quasi un dossier su quattro, anche se accompagnato da foto e video, resta quindi irrisolto. Tra i casi ancora da vagliare ci sono anche parte di quelli che riguardano la categoria " Ambiente": 2.909 segnalazioni per chiedere la raccolta di rifiuti ingombranti abbandonati in strada dai soliti incivili o per ricordare ad Ama di svuotare i cassonetti ormai stracolmi.

Non solo spazzatura e immondizia: gli utenti si lamentano anche di buche e autobus. Sotto la prima voce dal 2 luglio a oggi sono finite ben 20.020 denunce poi smistate tra i 15 municipi e il Simu, il dipartimento dei Lavori pubblici. Le circoscrizioni più bersagliate sono quella del centro storico con 2.179 reclami, quella del Pigneto e di Tor Pignattara con 1.893 e quella dell'Appio e del Tuscolano con 1.844. Numeri che raccontano l'insoddisfazione dei residenti per lo stato delle strade e il livello di decoro delle vie in cui abitano. Scavando nelcapitolo dedicato al trasporto pubblico, invece, si scovano 4.085 fascicoli virtuali. Caso nel caso: nonostante l'invito della prima cittadina a vestire un po' i panni dello 007 di condominio e un po' quelli del delatore armato di smartphone, i romani preferiscono - anche per questioni anagrafiche - il caro vecchio telefono. Da inizio luglio a fine novembre lo 060606 ha collezionato 1.147.018 chiamate di cittadini a vario titolo infuriati. Per l'immondizia ( e c'è da scommettere che sotto Natale il centralino diventerà ancora più bollente) solo nell'ultimo mese ne sono arrivate 69.478. A giudicare dai numeri, il sistema unico 5S esce piuttosto malconcio dal confronto. "Una scoperta che non sorprende - commenta Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Campidoglio - dato che puntualmente gli annunci dei grillini si rivelano un flop all'atto pratico. Purtroppo è così anche per il sistema web di segnalazione, che non garantisce assolutamente i risultati annunciati".

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Crollato nella notte a Roma muro a

San Lorenzo: "Boato tremendo".

nessuna vittima, danneggiate alcune

auto

Nello storico quartiere della movida: è il muro perimetrale di Villa

Mercede. Chiusa via dei Marruccini. La rabbia dei cittadini

di VALENTINA LUPIA E LUCA MONACO

Nella notte ha ceduto di schianto una parte del muro perimetrale di Villa Mercede, nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Momenti di paura per il boato che è stato avvertito e che ha causato decine di tonnellate di macerie in una zona molto frequentata dalla 'movida' romana Condividi

Il lungo tratto del muro perimetrale di Villa Mercede lungo Via dei Marrucini, nel quartiere della 'movidà di San Lorenzo, affollato di giovani, ha ceduto di schianto sollevando una nuvola di polvere, ma per fortuna non ci sono stati feriti anche se sette vetture parcheggiate hanno subito danni. Il crollo del tratto di muro, è avvenuto in due fasi: prima ha ceduto la parte più esterna, poi quella su cui era installata la cancellata del parco. Intorno alle 5 del mattino si sono concluse le operazioni di messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco. Danneggiate sette auto e due moto. Il piccolo parco comunale di Villa Mercede, situato tra via Marruccini e via Tiburtina, è molto frequentato e risale agli inizi del '900. Al suo interno ospita anche una biblioteca

La strada è stata interdetta al traffico per ragioni di sicurezza. Ma la città si sbriciola: non si tratta certo del primo caso dopo i ripetuti crolli alle mura Aureliane, nel territorio di competenza del II muncipio. "Ci attiveremo per completare il più velocemente possibile la messa in sicurezza - afferma il consigliere dem al muncipio II, Valerio Casini - insieme al Comune e ai vigili avvieremo tutte le procedure per riaprire la strada al più presto". Nel frattempo però monta, comprensibilmente, la protesta dei cittadini, soggetti a mille balzelli è penalizzati dell'ennesimo disservizio: "La città è' abbandonata da tutte le istituzioni, così non viviamo più". "Villa Mercede è una villa storica su cui non si interviene da anni - tuona l'assessore all'Ambiente del II municipio, Rosario Fabiano (Pd) - Dov'è la sovrintendenza capitolina? Dov'è la manutenzione? Le contese politiche hanno preso il sopravvento e non si spende più una lira per Roma. Si facciano tutti un esame di coscienza e cominciassero a lavorare per la città, perché non c'è più tempo, basta chiacchiere". I tecnici del Dipartimento Lavori pubblici del Campidoglio (SIMU), del Dipartimento

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Ambiente e della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali hanno effettuato e stanno proseguendo una serie di sopralluoghi sul posto. Lo riferisce il Campidoglio in una nota, aggiungendo che sono tuttora in corso i controlli ed è stato disposto il transennamento dell'area, per valutare le prime misure di sicurezza e le altre opere di protezione da eseguire.

Roma, bus a fuoco nella rimessa di Tor Pagnotta: distrutte due vetture

Due autobus sono andati distrutti, questa notte, in un incendio che si è sviluppato intorno all’1.30 nel deposito di Tor Pagnotta, quando le vetture erano ferme sul piazzale. Non ci sono stati invece problemi per le persone: gli addetti Atac che erano sul posto non hanno potuto far altro che stare a guardare, data la violenza delle fiamme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che dopo aver spento l’incendio hanno constatato che le due vetture sono andate completamente distrutte. Atac ha avviato le indagini necessarie per accertare le ragioni dell'accaduto: quel che sarebbe quasi certo è che il rogo si sarebbe sviluppato da un bus per poi colpire anche l’altro.(valentina lupia)

Roma, incendio in locale metro B a

Termini; chiusa la fermata per un'ora

Vigili del fuoco al lavoro. I treni passano ma non si fermano. Poi la

riapertura

Chiusa la fermata della metro B Termini a Roma per un principio di incendio in un locale. L'interruzione è durata un'ora. Sul posto i vigili del fuoco. I treni momentaneamente transitano senza fermarsi. Intanto è stata completata la riapertura della stazione metro A di Barberini, che già dalla serata di sabato era utilizzabile dai passeggeri in uscita. Adesso i tecnici che si stanno occupando delle verifiche sugli impianti di traslazione hanno aperto la stazione anche in ingresso. La riapertura della stazione Barberini non rende più necessario il servizio di collegamento bus fra Termini e Flaminio, che verrà interrotto. Continuano le attività di verifica degli impianti alla stazione Spagna. I tecnici stanno lavorando a ritmo serrato per ridurre al minimo i tempi di riapertura. Atac si scusa per di disagi.

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Roma, ztl e stazioni metro chiuse: l'ira dei

negozianti

"Con lo stop delle tre fermate della linea A abbiamo perso il 30% dello

shopping e ora il blocco delle auto prorogato alle 19 allontana ancora

di più i clienti". L'appello a Raggi: " Torni sui suoi passi"

di LUCA MONACO

Il combinato disposto tra la chiusura delle fermate più centrali della metropolitana e l'estensione dell'orario di chiusura della Zona a traffico limitato ( Ztl) alle 19 ha prodotto un calo delle vendite per le boutique e le botteghe di eccellenza della città storica " almeno del 30% - denuncia il commissario della Confcommercio di Roma, Renato Borghi - Se a questo ci aggiungiamo che è stata fissata la prima domenica ecologica dell'anno nuovo al 13 gennaio, in piena stagione di saldi, capiamo bene quale attenzione viene riservata dal Campidoglio a un settore che contribuisce in maniera determinante alla formazione Pil cittadino ". Il turismo è in calo, aggiungono le associazioni di categoria, e la sua qualità è sempre più bassa. Gli commercianti storici lanciano l'allarme. " Nel centro storico non ci abita quasi più nessuno - denuncia Luciano Vertecchi, il titolare della rinomata cartoleria aperta da 60 anni in via della Croce - sono tutti B& b, i nostri clienti arrivano da fuori e in questi giorni, complici la pioggia, la chiusura delle metro, la Ztl, le intemperanze dei tifosi stranieri, non sono nelle condizioni di raggiungerci. Il Tridente è blindato e il nostro fatturato è calato del 20%.

Spread stabile dopo il vertice sulla Manovra.

Borse prudenti in attesa della Fed

I listini in cauto rialzo dopo lo scivolone di Wall Street di venerdì

scorso, che ha portato il Dow Jones a correggere oltre 10 punti

percentuali dal record del 3 ottobre. Tokyo ha guadagnato lo 0,6%

di RAFFAELE RICCIARDI

ILANO - Ore 11:30. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni è poco mosso in area 270 punti base, all'indomani del vertice di maggioranza che ha confermato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il mandato di chiudere con l'Europa un accordo sulla

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Manovra di bilancio che rappresenti una retromarcia rispetto al documento in discussione al Parlamento e permetta così di evitare la procedura d'infrazione di Bruxelles. L'esecutivo è ora al lavoro per tradurre in emendamenti le modifiche che dovranno dare copertura alla discesa del deficit dal 2,4 al 2% circa del Pil, intanto il rendimento dei Buoni del Tesoro decennali si stabilizza al 2,95 per cento. Sui listini azionari globali si legge un cauto ottimismo dopo una settimana all'insegna della volatilità. I mercati europei prendono comunque la via della prudenza: Milano torna sulla parità con Mediaset tra i titoli più positivi, mentre Moncler è in difficoltà con il comparto del lusso. Poco mosse anche le altre: Parigi scende dello 0,4%, Londra lima lo 0,2% e Francoforte è invariata.Questa mattina, in Asia, la Borsa di Tokyo ha terminato in crescita dello 0,62%: l'attenzione degli investitori è tutta rivolta alle riunioni delle Banche centrali, Fed e BoJ in testa, previste per la settimana. Dalla sponda Usa, si attende il quarto rialzo dei tassi per quest'anno ma soprattutto qualche indicazione sul percorso per il 2019 (l'agenda dei mercati). Come annota l'agenzia Bloomberg, è questo l'ultimo grande evento programmato per l'anno, che per le azioni globali si appresta ad andare in archivio come il peggiore dal 2011 con una limatura intorno ai 9 punti percentuali delle valutazioni, complici le preoccupazioni riguardanti l'outlook sull'economia. In ordine sparso gli altri listini dell'area asiatica: Shanghai ha guadagnato lo 0,16% ma Shezhen ha perso lo 0,3%. In lieve rialzo Hong Kong, che sale dello 0,16%.

Oltre che a monitorare come sempre le dinamiche dei rapporti commerciali fra Usa e Cina, dal fronte macroeconomico di giornata si registrano i dati sulla bilancia commerciale italiana di ottobre e sul mercato immobiliare statunitense. Proprio a Wall Street, i future sono leggermenti positivi dopo il tracollo della chiusura di venerdì, quando il Dow Jones ha perso il 2% per i timori di rallentamento economico globale. L'indice delle blue chip americane - le maggiori azioni a stelle e strisce - ha portato il calo dal picco del 3 ottobre scorso oltre i 10 punti percentuali. Soltanto da inizio dicembre, il passivo - complici le performance negative dei pezzi da novanta del tech, come Apple - supera il 5 per cento. L'euro è in lieve rialzo alle prime battute sui mercati a 1,1315 dollari da quota 1,1300 di venerdì dopo la chiusura di Wall Street. Contro lo yen la moneta unica scende a 128,33. Prezzi del petrolio stabili sui mercati asiatici, con il barile di light sweet crude Wti, con consegna a gennaio, è salito di sei cent a 51,26 dollari. Il barile di Brent con consegna a febbraio è calato di nove centesimi a 60,19 dollari. Calano invece le quotazioni dell'oro: il lingotto con consegna immediata perde lo 0,4% e passa di mano a 1.238 dollari l'oncia.

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Reddito di cittadinanza, Palazzo Chigi

alza il muro sulle cifre: "Costerà 7,1

miliardi"

Secondo fonti del governo "non è previsto nessun taglio": la differenza

rispetto ai 9 miliardi inizialmente postati si deve alla considerazione

che la misura partirà dopo e che non tutti gli aventi diritto faranno

richiesta

16 Dicembre 2018

MILANO - Dai risparmi nella gestione dei flussi migratori, previsti dalla Manovra in corso di rifinitura, spunta un possibile "tesoretto" per il ministero dell'Interno, a guida Matteo Salvini. Il testo dedica due commi alle "misure di razionalizzazione della spesa per i centri per l'immigrazione". In attesa della versione definitiva, che discenderà dall'accordo con Bruxelles, la Manovra affida al Viminale la razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione - tenuto conto della contrazione del fenomeno migratorio - passando anche attraverso la riduzione del costo giornaliero di accoglienza dei migranti. Sintetizzano i tecnici del Bilancio: "Dalle misure connesse all'attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari dovranno derivare risparmi per un ammontare almeno pari a euro 400 milioni nel 2019, a euro 550 milioni nel 2020 e a euro 650 milioni a decorrere dall'anno 2021".

Il rischio Brexodus: cala l'interesse dei

lavoratori stranieri per la Gran

Bretagna

Edilizia e sanità sono i settori britannici maggiormente legati alla

manodopera dalla Ue. Tengono le ricerche di occupazione da parte

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degli italiani verso Londra, ma calano sul totale di chi è interessato a

lvorare all'estero

17 dicembre 2018

MILANO - Ancora non si sa cosa succederà alla Gran Bretagna alla fine di marzo, quando teoricamente dovrebbe scattare ufficialmente il divorzio dall'Ue. Ci sarà un accordo per definire i termini della separazione, oppure sarà una hard Brexit. O ancora, il Regno Unito farà retromarcia sconfessando l'esito del referendum indetto da David Cameron per tornare alle urne e magari decidere di restare nell'Unione. Grande è la confusione sui cieli britannici, con riflessi sull'economia e sull'appetibilità del mercato Uk. Si vede infatti qulache scricchiolio nel gradimento dei lavori in Gran Bretagna da parte delle persone che vengono da altri Paesi. Una dinamica che per ora interessa soltanto in parte gli italiani, che infatti tengono duro e continuano a ricercare occupazione oltre la Manica. I dati sono stati messi in fila da Indeed, il sito di chi cerca e offre lavoro. "Rispetto al 2015, le candidature per posizioni basate nel Regno Unito provenienti da oltre confine sono diminuite del 14%. Il calo - iniziato in concomitanza con la perdita di valutazione della sterlina - è stato acuito dalle paure legate alla Brexit", si legge in un'analisi del portale. "Parlare di un Brexodus può essere prematuro, ma dopo un decennio in cui il Regno Unito ha potuto contare su un effetto “calamita” per i lavoratori europei, l'interesse si è indebolito", ha commentato Pawel Adrjan, economista di Indeed. "I timori legati alla Brexit, la perdita di potere d’acquisto della sterlina e lo sviluppo di altri mercati del lavoro più attrattivi fanno sì che molte persone cerchino lavoro altrove. Manca ancora tempo alla Brexit, ma il flusso di lavoratori europei su cui la Gran Bretagna ha fatto affidamento finora ha già subito un forte colpo di arresto". Se l'economia britannica dovesse andare a corto di manodopera straniera, edilizia e sanità sono i settori che ne risentirebbero maggiormente. Negli ospedali britannici, ad esempio, 1 dottore su 10 proviene da uno stato europeo e, allo stesso modo, il 10% della forza lavoro nell’edilizia è cittadino Ue. "Negli ultimi tre anni, la quota di candidati europei in cerca di lavoro nel Regno Unito afferente all’area sanità su Indeed è diminuita di un quinto (-21%). Quasi dimezzata, invece, la percentuale di chi è in cerca di un lavoro nel settore delle costruzioni", ha rilevato ancora il portale. Non per tutti è scoppiato il disamore verso la Gran Bretagna. La fine del magnetismo di Londra e dintorni è particolarmente evidente per gli irlandesi (con ricerche in calo del 44%) e polacchi (in calo del 26%), mentre tiene l’interesse da parte di spagnoli, francesi e anche da parte degli italiani. Tuttavia, il Regno Unito è meno attrattivo di una volta anche per noi: "A fronte di un incremento di un terzo delle ricerche di lavoro all’estero da parte degli italiani tra il 2015 e il 2018, l’interesse per la Gran Bretagna è diminuito. Rispetto all’anno scorso, infatti, gli Stati Uniti hanno soppiantato il Regno Unito sul podio della classifica delle destinazioni di lavoro maggiormente appetibili per gli italiani". Nel complesso, infatti, tra il 2015 e il 2018 le ricerche di lavoro all’estero da parte di persone basate in Italia sono aumentate di circa un terzo, passando dal 4% al 5,3% di tutte le ricerche effettuate sul dominio italiano di Indeed. E in questo trend di crescita, è scesa l'importanza del Regno Unito, passato dal rappresentare il 23,8% di tutte le ricerche di lavoro all’estero al 20,7%.

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"C’è anche chi, presumibilmente, vuole tornare a casa. Negli ultimi tre anni, le ricerche di lavoro in Italia da parte di persone basate nel Regno Unito sono aumentate del 16%. Con un picco nei primi mesi del 2016. Forse per via dell’avvicinarsi del referendum".

Il Tempo

Lo spettro di D'Alema manda in tilt il Pd Scontro sull'ipotesi di un accordo con Zingaretti alle Europee

di Dario Martini

17 Dicembre 2018

Partito democratico non riesce a liberarsi dal suo passato. Nonostante sia ai minimi storici non trova di meglio da fare che discutere sulla figura di Massimo D’Alema. Sì, proprio lui, l’ex leader maximo, che come un fantasma ritorna ad agitare la corsa alla segreteria del Pd. È bastata l’ipotesi di una lista comune alle elezioni Europee, sostenuta da Nicola Zingaretti, per scatenare accuse reciproche.

Le voci hanno iniziato a circolare l’altro giorno in occasione dell’anniversario di Italianieuropei, la fondazione che fa capo allo stesso D’Alema. I fuoriusciti dem, confluiti in Mdp, ne avrebbero già parlato con gli uomini del presidente della Regione Lazio. Ma Zingaretti smentisce categoricamente: «Sono menzogne del vecchio gruppo dirigente». Insomma, sarebbero solo veleni creati ad arte per danneggiarlo, favorendo così Maurizio Martina, il suo principale avversario.

Il fronte anti-zingarettiano attacca comunque a testa bassa. L’ex ministro Carlo Calenda tira in ballo tutta l’area che fa capo al governatore laziale: «Ho preso per buona la smentita di Zingaretti, ma ogni settimana ce ne è una nuova su LeU o sul M5S. Adesso anche basta. Mi stupisco che Paolo Gentiloni non dica una parola chiara su questa linea. E lo dico da suo supporter numero uno». L’ex premier, infatti, sostiene proprio il governatore nella sfida delle primarie. «Se il contributo che Calenda intende dare al congresso del Pd sono le polemiche personali e le menzogne, inizia male - risponde Goffredo Bettini, eurodeputato dem e uno degli artefici maggiori della candidatura alla segreteria del presidente della Regione Lazio - E penso che Calenda si illuda, per questa via, di togliere consensi a Zingaretti per raccattarne, forse, un po’ di più lui».

Vero o falso che sia, anche Martina non si lascia sfuggire l’occasione di puntare il dito sull’ipotetico accordo tra Zingaretti e D’Alema: «A sinistra non si riparte da operazioni

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nostalgiche di vertice come qualcuno vorrebbe. La somma di gruppi dirigenti e leader del passato non farà mai la svolta necessaria. Noi andiamo a cercare nuove energie

Battisti resta latitante. Salvini: "Vado a prenderlo io in Brasile" La polizia federale brasiliana ha diffuso 20 possibili identikit dell'italiano

17 dicembre

Il superlatitante Cesare Battisti non si trova e Matteo Salvini si dice pronto a volare in Brasile per "andarlo a prendere". "Sto messaggiando in queste ore con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro", se "nelle prossime ore mi arrivasse un invito per andare a prendere il terrorista" Cesare Battisti lo accetterò "al volo", ha dichiara il vicepremier e ministro dell'Interno.

Nelle stesse ore, la polizia federale brasiliana ha diffuso almeno 20 identikit dell'ex terrorista dei Pac, che mostrano possibili travestimenti con cui l'italiano potrebbe tentare di sfuggire al mandato d'arresto del Supremo tribunale federale di Brasilia. Nelle rielaborazioni fotografiche si vede Cesare Battisti invecchiato, con barba e baffi bianchi, Cesare Battisti con Borsalino e cappello da baseball o cappello da pescatore; Cesare Battisti con finti occhiali da vista e grandi occhiali da sole; Cesare Battisti rasato. La polizia brasiliana ha anche invitato chi abbia informazioni a contattare le autorità, garantendo l'anonimato.

L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all'ergastolo per quattro omicidi commessi in prima persona e due in concorso con altre persone negli anni di piombo, resta infatti latitante in Brasile, dopo che il presidente uscente Michel Temer ha firmato un decreto di estradizione nei suoi confronti. Il ministro italiano Salvini si è detto pronto a partire al volo verso il Sudamerica, per "riportare in Italia un delinquente che ha morti e morti sulla coscienza e non deve stare in spiaggia in Brasile ma in galera in Italia".

Nel frattempo, l'aereo militare italiano rimane in attesa sulla pista dell'aeroporto internazionale di Guarulhos e agenti della polizia italiana sono a San Paolo, pronti a riportare il 63enne nel suo Paese d'origine. Nei giorni scorsi i vicini di casa di Battisti a Cananeia, la cittadina sulla costa dello Stato di San Paolo dove vive, hanno raccontato di non averlo visto da quando Bolsonaro il 28 ottobre ha vinto il secondo turno delle presidenziali.

L'avvocato Igor Tamasauskas di Battisti, condannato in Italia in contumacia all'ergastolo nel 1993 per avere commesso due omicidi e avere partecipato ad altri due negli 'anni di piombo', ha detto di non aver sapere dove possa trovarsi. Venerdì la difesa dell'italiano ha anche depositato un ricorso contro l'arresto, spiegando ai microfoni di Rai Radio1 che è legato alla "precedente decisione dell'allora presidente Lula, 8 anni fa, di non concedere l'estradizione". Il presidente eletto, il politico d'estrema destra Bolsonaro, ha più volte promesso di riconsegnare Battisti all'Italia e in precedenza ha invitato Salvini a "contare" su di lui. Salvini, da parte sua, aveva detto gli avrebbe reso "grande merito" se avesse

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"'regalato' a Battisti un futuro nelle patrie galere". Venerdì dall'Italia è anche arrivato il messaggio di ringraziamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'omologo brasiliano Temer.

Battisti, condannato in contumacia nel 1993, era evaso dal carcere di Frosinone nel 1981. Fuggito prima in Francia, poi in Messico, poi di nuovo in Francia dal 1990, nel 2004 era arrivato in Brasile. Qui è stato arrestato nel 2007, ma nel 2009 ha ricevuto asilo politico e il 31 dicembre del 2010 l'allora presidente Lula, nell'ultimo giorno di mandato, ha bloccato l'estradizione. L'ultimo arresto risale all'ottobre del 2017 alla frontiera con la Bolivia, con l'accusa di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggio di denaro. È stato rilasciato poco dopo.

Pullman da Genova contro un muro. Muore un'italiana, ferite altre 44 persone In tre sono in condizioni gravissime. Il veicolo è finito fuori strada per la neve

Una 37enne italiana è morta e 43 persone sono rimaste ferite, fra cui due italiani in condizioni gravi, nello schianto di un pullman di Flixbus a sud di Zurigo, in Svizzera. L’incidente stradale è avvenuto alle 4.15 della notte sull’autostrada A3, quando il pullman ha sbandato e si è scontrato contro un muro. Per cause ancora non stabilite, il conducente ha perso il controllo del bus, appartenente a un partner locale della società di trasporti a basso costo Flixbus. Tre i feriti gravi, fra cui i due conducenti italiani di 57 e 61 anni, quest’ultimo in pericolo di vita. Tra le cause ipotizzate per l’incidente c’è il maltempo, poiché nella regione aveva nevicato e le autorità avevano allertato gli automobilisti del rischio di ghiaccio sulle strade. «Al momento dell’incidente, l’autostrada era coperta di neve e ghiaccio, in più stava nevicando», ha dichiarato la portavoce della polizia cantonale, Rebecca Tilen, all’agenzia tedesca Dpa. Un passeggero del pullman ha anche raccontato ai media svizzeri che il bus stava viaggiando a velocità elevata, mentre affrontava una curva. Il muro avrebbe impedito al mezzo di precipitare nel dirupo, dove scorre il fiume Sihl. Secondo la polizia cantonale, sul pullman viaggiavano 50 persone, fra cui 16 italiani. La Farnesina ha invece parlato di 13 cittadini italiani. Inoltre, a bordo anche cittadini di Svizzera, Germania, Albania, Colombia, Giordania, Romania, Ghana, Benin, Bosnia, Nigeria, Russia e uno dalla nazionalità non specificata. L’identità della persona rimasta uccisa non è stata diffusa, mentre si sa che 22 feriti lievi sono stati velocemente dimessi dai vicini ospedali. L’autostrada, inizialmente chiusa in entrambe le direzioni tra Brunau Wiedikon, è poi stata riaperta intorno a mezzogiorno. Il pullman era partito da Genova ed era diretto a Duesseldorf, nel nordovest della Germania. Flixbus, in una nota, ha espresso solidarietà «a tutti i passeggeri e conducenti coinvolti e alle loro famiglie e amici», aggiungendo di essere «in stretto contatto con tutte le autorità e con il partner locale coinvolto».

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CHOC A NUORO

Violenza su una deputata grillina. Mara Lapia picchiata in un supermarket

È stata aggredita da un uomo e poi sbattuta contro un'auto

Aggredita al supermercato, solo perché fa politica. È accaduto a Mara Lapia, 42enne avvocatessa e deputata del Movimento 5 Stelle alla prima legislatura, messa ko da un uomo, a Nuoro, la sua città natale, mentre era in un momento di relax. La brutalità dell’aggressore le è costato una frattura costale e diversi lividi.

A raccontare la vicenda sono i suoi colleghi. Il primo a intervenire è il presidente del suo gruppo parlamentare a Montecitorio, Francesco D’Uva, che denuncia pubblicamente: «Tutta la solidarietà del Movimento 5 Stelle Camera alla nostra portavoce, brutalmente aggredita da un uomo in un supermercato di Nuoro. Mara - spiega la dinamica - è stata prima aggredita verbalmente e poi fisicamente e ha riportato una frattura costale e varie contusioni. Sono in corso indagini per ricostruire l’accaduto». Pesante e giusto il commento politico: «È gravissimo e intollerabile che un uomo, in modo becero e disumano, si accanisca violentemente nei confronti di una donna fino a ridurla in quelle condizioni. A Mara dico che le siamo vicini e che abbiamo bisogno di lei». Un appello condiviso anche dal capogruppo Cinquestelle al Senato, Stefano Patuanelli: «La brutale aggressione, sia verbale sia fisica, subita dalla nostra deputata Mara Lapia è un fatto gravissimo e intollerabile». Il capo politico e vicepremier, Luigi Di Maio, lancia un appello alla collega: «Vicinanza a Mara per quanto le è successo, ci vediamo presto». Un augurio che le esprime pure il presidente della Camera, Roberto Fico: «Sono vicino a Mara Lapia, deputata del M5S brutalmente aggredita a Nuoro. Ti aspettiamo presto di nuovo a Montecitorio». Parla di «violenza vigliacca», invece, il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo: «Questi episodi mettono in evidenza un lato violento della nostra società che deve far riflettere tutti». Condanna «con forza questo vile atto di violenza, prima verbale e poi fisica», poi, il ministro per i rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro: «Coraggio Mara, siamo tutti al tuo fianco».

EDILPORTALE PROFESSIONE

Professionisti: ‘flat tax con meno

vincoli e attuazione equo compenso’ di Rossella Calabrese

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17/12/2018 - Si è tenuto venerdì al Ministero dello Sviluppo economico il primo

tavolo tecnico - deciso nell’incontro dello scorso 11 dicembre - con i

rappresentanti delle piccole e medie imprese per discutere in maniera più

approfondita delle misure contenute nella Legge di Bilancio e nel Decreto Legge

Semplificazioni.

Nel corso della riunione, presieduta dal Capo della Segreteria Tecnica del

Ministero dello Sviluppo Economico Daniel De Vito, sono stati affrontati una

serie di argomenti, tra cui Impresa 4.0 e gli incentivi per le imprese e il mondo

del lavoro.

Il tavolo è stata anche l’occasione per un confronto costruttivo sulle proposte

emendative da parte delle associazioni sulla Legge di Bilancio, molte delle

quali sono già all’attenzione del Ministro Luigi Di Maio.

Flat tax 15%, Confprofessioni: ‘via i vincoli’ In una nota diffusa dopo l’incontro, Confprofessioni ha annunciato che il Ministro

ha recepito la richiesta di eliminare i vincoli che limitano l’accesso alla flat tax da

parte dei professionisti. “Accogliamo con soddisfazione l’annuncio del Mise di

voler superare i vincoli legati alla partecipazione a srl e associazioni

professionali per l'accesso al nuovo regime forfettario da parte dei liberi

professionisti” - ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Leggi i dettagli della flat tax 15% per le Partite Iva

Equo compenso, ancore troppe P.A. non lo riconoscono “Le misure che alleggeriscono un carico fiscale ormai insostenibile, tuttavia,

devono essere accompagnate dalla piena attuazione del principio dell’equo

compenso e al conseguimento di un corrispettivo proporzionato alla qualità della

prestazione professionale. Ancore troppe amministrazioni pubbliche, infatti, non

riconoscono il valore delle prestazioni professionali, disattendendo la norma

introdotta lo scorso anno con la legge di bilancio”.

Il prossimo appuntamento del tavolo tecnico è fissato per il 9 gennaio 2019 alle

ore 10.00.

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LAVORI PUBBLICI

Impianti sportivi nelle scuole, dal

Miur 50 milioni di euro per

realizzarli di Alessandra Marra

17/12/2018 – In arrivo 50 milioni di euro per la costruzione di nuovi edifici

sportivi nelle scuole e per la messa in sicurezza delle strutture esistenti.

A prevederlo il bando diffuso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della

Ricerca (Miur) che ripartisce i fondi già su base regionale.

Palestre nelle scuole: cosa prevede il bando Le Regioni dovranno individuare gli interventi, nell’ambito della

programmazione triennale nazionale 2018-2020, che riguardino nuove costruzioni

o messa in sicurezza di edifici esistenti da destinare a strutture scolastiche

sportive.

I progetti saranno selezionati tenendo conto dei seguenti criteri:

- livello di progettazione preferibilmente definitiva e/o esecutiva;

- interventi ricadenti in area a elevato tasso di deprivazione territoriale o carente di

altre strutture sportive scolastiche;

- interventi ricadenti in aree caratterizzate da un elevato tasso di dispersione

scolastica.

L’elenco degli interventi individuati dovrà essere inviato all’indirizzo Pec:

[email protected] entro e non oltre 31 dicembre 2018.

Progettazione di interventi per strutture scolastiche Il bando specifica che la sola parte relativa alla progettazione di interventi di

messa in sicurezza e di nuova costruzione di edifici da destinare a strutture

scolastiche sportive può essere finanziata, in accordo con il MIUR, anche

mediante la concessione di mutui a tasso zero dell’Istituto per il credito

sportivo (ICS).

L’ICS, senza oneri aggiuntivi per gli enti locali, può supportare gli stessi nelle

spese di progettazione delle strutture scolastiche sportive, anche al fine di

consentire il raggiungimento di una progettazione di livello esecutivo ai fini del

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finanziamento delle opere.

Secondo il Miur “questo primo investimento e l’avvio dei progetti finanziati

consentiranno anche di far partire un’importante sinergia con l’Istituto di

credito sportivo, al quale gli enti locali interessati potranno ricorrere per ottenere

ulteriori finanziamenti e anticipazioni a tasso zero per le progettazioni di palestre e

strutture scolastiche sportive”.

URBANISTICA

INU: ‘pianificare l’urbanistica per

usare al meglio i fondi UE’

17/12/2018 - A Riva del Garda, dal 3 al 6 aprile 2019, si terrà “Mosaico Italia: raccontare il futuro”, la settima Rassegna urbanistica nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Una opportunità per fare il punto, attraverso gli incontri e l’esposizione dei progetti, sulle evoluzioni e le prospettive di cambiamento della disciplina del governo del territorio. Uno dei temi cardine sarà quello che riguarda il rapporto tra la programmazione e le risorse europee e la pianificazione urbanistica. L’Inu ha creato sull’argomento una Community, “Risorse comunitarie per i progetti”, coordinata da Franco Marini. Marini spiega che il focus del lavoro della Community è sulla programmazione post 2020 e che “era opportuno entrare nel dibattito facendo valere le esigenze della pianificazione, perché queste risorse non vengono inquadrate in un quadro pianificatorio. Occorre una visione d’insieme che definisca un obiettivo strategico”. Il rischio evocato da Franco Marini è che la mancanza di una visione generale da parte di Comuni e Regioni, i veri beneficiari/competitors per le risorse europee, li costringa ogni volta a una affannosa rincorsa nella costruzione di progetti e proposte convincenti. La presenza di una visione d’insieme, invece, fornirebbe a essi un riferimento utile, un quadro attraverso cui muoversi con maggiore efficacia. L’Inu punta, attraverso il lavoro della Community, a rendere questo quadro, visione, telaio, che dir si voglia, obbligatorio. L’innesto potrebbero essere i

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regolamenti per l’erogazione dei fondi per la coesione e dei fondi Fesr, che si stanno discutendo a livello comunitario. L’obiettivo è l’inserimento come vero e proprio obbligo che lo stanziamento delle risorse comunitarie per le città e i territori debba essere preceduto da un piano strategico di scala regionale, da cui discendano piani strategici di livello comunale. Si tratterebbe di perseguire pochi obiettivi attraverso la spesa dei fondi. Marini fa qualche esempio: “La sostenibilità ambientale, le infrastrutture verdi, la manutenzione del territorio, le politiche di rigenerazione urbana”. L’importanza di questa proposta non sta solo nella sua potenziale efficacia nell’ottenimento e nella spesa dei fondi europei, ma anche nella significativa evoluzione che potrebbe rappresentare per la pianificazione: questi documenti strategici potrebbero configurarsi per Marini come un vero e proprio nuovo livello di pianificazione. Qualche esempio positivo esiste, da cui trarre spunto, come la città di Ancona. Alla Rassegna urbanistica dell’Inu, oltre a mettere in campo proposte e progetti, si traccerà un bilancio dell’esperienza recente. Quella dei fondi europei per le città e i territori è relativamente breve. Marini individua alcuni assi di evoluzione: “L’esperienza del programma Urban, partita negli anni Novanta del secolo scorso, è stato un approccio interessante: si puntava sulla rigenerazione urbana in senso lato. Un approccio che con l’Agenda urbana è stato abbandonato andando molto sull’immateriale, forse troppo. È fondamentale dedicare risorse e iniziative anche alla rigenerazione fisica”. Spunti di discussione che saranno ripresi in modo organico dagli incontri e dai progetti della Rassegna urbanistica nazionale dell’Inu, in programma dal 3 al 6 aprile 2019 a Riva del Garda

URBANISTICA

Città sotterranee, arte e ingegneria

underground di Paola Mammarella

17/12/2018 - Sotto le città rese famose da monumenti e opere d'arte si nascondono

spesso tesori altrettanto ricchi. I percorsi sotterranei diventano sempre più richiesti

da parte di chi vuole vivere la tranquillità e il mistero, ma anche scoprire opere e

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soluzioni ingegneristiche adottate fin dall'antichità.

Ecco qualche esempio

Orvieto sotterranea Gli ambienti ipogei della città, come li conosciamo oggi, sono stati creati con 2500

anni di scavi. I primi a sfruttare il sottosuolo creando pozzi e cisterne furono gli

Etruschi.

Risale invece al Rinascimento il famosissimo Pozzo di San Patrizio, realizzato

per volere di Papa Clemente VII, reduce del sacco di Roma, per consenire

l'approvvigionamento idrico in caso di calamità o assedio. Oggi "pozzo di San

Patrizio" è anche un'espressione utilizzata per indicare una riserva misteriosa e

sconfinata di ricchezze.

Osimo sotterranea (Ancona) La città sotterranea è un insieme di cunicoli, opere d’arte e raffigurazioni

esoteriche e alchemiche, imputabili alla presenza dell’Ordine Cavalieri di Malta e

Templari, che in questo luogo pare svolgessero le loro iniziazioni.

Perugia sotterranea Camminando tra i cunicoli ipogei della città si susseguono reperti di epoca etrusca,

romana e medievale. I percorsi iniziano dai sotterranei della Cattedrale di San

Lorenzo.

Napoli sotterranea Camminando nei cunicoli sotterranei si percorrono più di 2000 anni di storia.

Dagli scavi per ricavare blocchi di pietra con cui costruire case all’acquedotto

greco-romano, fino ai rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale.

Milano sotterranea Sotto i punti più famosi della città, come il Duomo o la Camera di Commercio, si

snoda una serie di cunicoli usati da Ludovico il Moro per muoversi in segreto nella

città. Gli ambienti ipogei sono molto più antichi, si tratta di rifugi e catacombe e

teatri di epoca romana.

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Urbino ipogea Oltre alle bellezze in superficie, che sono valse alla città il riconoscimento di

patrimonio dell’Unesco, il sottosuolo di Urbino presenta molte sorprese. Fin

dall’epoca romana, gli ingegneri hanno scavato cisterne per risolvere il problema

della siccità. Nel sottosuolo ci sono anche condotte ferrroviarie realizzate per

consentire i trasporti anche in caso di guerra con l’Austria Ungheria evitando i

cannoneggiamenti dall’Adriatico.

I bottini di Siena Le fonti medievali della città toscana sono alimentate da una rete di 25 km di

gallerie ancora funzionanti e visitabili. Non essendoci fiumi, sono stati scavati dei

bottini per la raccolta delle acque piovane.

Incidenti sul lavoro

Incidente sul lavoro, operaio si amputa dito della mano: trasportato in ospedale

L'uomo stava lavorando in un cantiere di Trezzano sul Naviglio

17 dicembre 2018 11:26

Infortunio sul lavoro, operaio si amputa dito | 17 dicembre 2018 | Trezzano sul Naviglio

Stava lavorando in un cantiere quando si è amputato l'anulare. È quanto accaduto a un operaio di 32 anni nella mattinata del 17 dicembre, verso le 10 del mattino, in via Salvini a Trezzano sul Naviglio, periferia sud ovest di Milano. Sul posto sono arrivate un'automedica e un'ambulanza del 118, che ha trasportato l'uomo in ospedale in codice giallo.

Come riferito dal personale dell'Azienda regionale emergenza urgenza, al momento dell'arrivo dei soccorritori l'uomo era cosciente, ma aveva parte del quarto dito della mano destra amputata. Il 32enne è stato portato nel reparto dedicato alla chirurgia della mano dell'ospedale San Giuseppe di Milano.

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Infortunio sul lavoro a Zuglio Un operaio è stato travolto da un tronco, fratturandosi un arto. Difficili le operazioni di recupero del ferito 17 dicembre 2018

Infortunio sul lavoro questa mattina, verso le 8.30, a Zuglio. Un operaio è stato travolto dal

tronco di un albero, fratturandosi un arto.

L'uomo non è in pericolo di vita, ma le operazioni di recupero dell'infortunato sono rese piuttosto

difficili dall'ambiente impervio circostante la zona dell'incidente. Al lavoro il CNSAS della stazione

di Forni Avoltri, l'elisoccorso di Udine e un'ambulanza inviata da Paluzza.

Sul posto anche i Vigili del fuoco, i Carabinieri e il soccorso alpino della Guardia di Finanza di

Tolmezzo. Il paziente è stato trasferito al Pronto soccorso di Tolmezzo.

ANCE

comunicati stampa

Pagamenti Pa, Ance: dall’Ue richiamo al rispetto dei 30 giorni nei lavori pubblici

14 Dicembre 2018

Riducendo i tempi di pagamento si possono far rientrare nelle casse delle

imprese 5 miliardi di euro. Auspichiamo intervento immediato in Parlamento

E’ netta la posizione della Commissione europea sul tema dei pagamenti Pa, come

emerge dal parere emanato su richiesta specifica dell’Ance. L’Associazione nazionale costruttori, infatti, circa un mese fa ha interpellato gli uffici di Bruxelles sulle clausole di pagamento utilizzate dalle due più grandi stazioni appaltanti, Anas e Rfi, che prevedono

il saldo dei lavori dopo 4/5 mesi dalla loro realizzazione.

Una prassi che secondo la Commissione Ue appare del tutto contraria alle disposizioni della Direttiva pagamenti che prevedono l’obbligo di saldo entro 30 giorni. “ Si tratta di un’indicazione importante di cui tutte le stazioni appaltanti devono tenere conto e

che deve essere recepita pienamente e al più presto dal Parlamento, cogliendo

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l’occasione della legge di Bilancio o di quella europea in corso di approvazione”, sottolinea

il Presidente Ance, Gabriele Buia. “La riduzione dei tempi di pagamento è in grado di far rientrare nelle casse delle

imprese 5 miliardi di euro”, sottolinea Buia, “ riducendo in tal modo il gap di competitività che pesa come un macigno sul nostro sistema”. In caso di mancato adeguamento, l’Ance sarà al fianco delle proprie imprese per supportarle nelle

azioni da intraprendere. L’Italia, peraltro su questo tema, è sorvegliata speciale della Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione.

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P.a: Ance, dall'Ue richiamo a rispetto 30 giorni pagamenti (ANSA) - ROMA, 14 DIC - "E' netta la posizione della Commissione europea sul tema dei pagamenti Pa, come emerge dal parere emanato su richiesta specifica dell'Ance". Lo fa sapere l'Associazione nazionale costruttori che, circa un mese fa ha interpellato gli uffici di Bruxelles sulle clausole di pagamento utilizzate dalle due piu' grandi stazioni appaltanti, Anas e Rfi, che prevedono il saldo dei lavori dopo 4/5 mesi dalla loro realizzazione. "Una prassi che secondo la Commissione Ue appare del tutto contraria alle disposizioni della Direttiva pagamenti che prevedono l'obbligo di saldo entro 30 giorni", riferisce l'Ance. "Si tratta di un'indicazione importante di cui tutte le stazioni appaltanti devono tenere conto e che deve essere recepita pienamente e al piu' presto dal Parlamento, cogliendo l'occasione della legge di Bilancio o di quella europea in corso di approvazione", sottolinea il Presidente Ance, Gabriele Buia. "La riduzione dei tempi di pagamento e' in grado di far rientrare nelle casse delle imprese 5 miliardi di euro, riducendo in tal modo il gap di competitivita' che pesa come un macigno sul nostro sistema", aggiunge. In caso di mancato adeguamento, l'Ance sara' al fianco delle proprie imprese per supportarle nelle azioni da intraprendere, avverte l'associazione, ricordando che l'Italia, peraltro su questo tema, e' sorvegliata speciale della Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione. (ANSA). IMPRESE: ANCE, DA UE RICHIAMO AL RISPETTO 30 GIORNI PER PAGAMENTI PA = Auspichiamo intervento Parlamento Roma, 14 dic. (AdnKronos) - La prassi seguita da Anas e Rfi che prevede il pagamento del saldo dei lavori alle imprese dopo 4/5 mesi dalla loro realizzazione appare "del tutto contraria alle disposizioni della Direttive pagamenti che prevedono l'obbligo di saldo entro 30 giorni". E' l'Ance a riportare in una nota la "netta posizione della Commissione europea sul tema dei pagamenti Pa"in un parere espresso in risposta ad una richiesta specifica dell'Associazione nazionale costruttori che circa un mese fa aveva interpellato gli uffici di Bruxelles "sulle clausole di pagamento utilizzate dalle due più grandi stazioni appaltanti, Anas e Rfi, che prevedono il saldo dei lavori dopo 4/5 mesi dalla loro realizzazione". ''Si tratta di un'indicazione importante di cui tutte le stazioni appaltanti devono tenere conto e che deve essere recepita pienamente e al più presto dal Parlamento, cogliendo l'occasione della legge di Bilancio o di quella europea in corso di approvazione'', sottolinea il presidente Ance, Gabriele Buia. ''La riduzione dei tempi di pagamento è in grado di far rientrare nelle casse delle imprese 5 miliardi di euro riducendo in tal modo il gap di competitività che pesa come un

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macigno sul nostro sistema'', dice. "In caso di mancato adeguamento, l'Ance sarà al fianco delle proprie imprese per supportarle nelle azioni da intraprendere. L'Italia, peraltro su questo tema, è sorvegliata speciale della Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione", conclude. (Tes/AdnKronos) Ance: da Ue richiamo a pagamenti P.A. entro 30 giorni Buia: "Auspichiamo intervento del Parlamento" Roma, 14 dic. (askanews) - E` netta la posizione della Commissione europea sul tema dei pagamenti Pa, come emerge dal parere emanato su richiesta specifica dell`Ance. L`Associazione nazionale costruttori, infatti, circa un mese fa ha interpellato gli uffici di Bruxelles sulle clausole di pagamento utilizzate dalle due più grandi stazioni appaltanti, Anas e Rfi, che prevedono il saldo dei lavori dopo 4/5 mesi dalla loro realizzazione. Una prassi che secondo la Commissione Ue appare del tutto contraria alle disposizioni della Direttiva pagamenti che prevedono l`obbligo di saldo entro 30 giorni. "Si tratta di un`indicazione importante di cui tutte le stazioni appaltanti devono tenere conto e che deve essere recepita pienamente e al più presto dal Parlamento, cogliendo l`occasione della legge di Bilancio o di quella europea in corso di approvazione", sottolinea il presidente Ance, Gabriele Buia. "La riduzione dei tempi di pagamento è in grado di far rientrare nelle casse delle imprese 5 miliardi di euro", sottolinea Buia, "riducendo in tal modo il gap di competitività che pesa come un macigno sul nostro sistema". In caso di mancato adeguamento, l`Ance sarà al fianco delle proprie imprese per supportarle nelle azioni da intraprendere. L`Italia, peraltro su questo tema, è sorvegliata speciale della Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione.