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Individuazione del reticolo idrico Minore e modifiche al reticolo idrico Principaleai sensi del d.g.r. 25 gennaio 2002, n° 7/7868ELABORATO N 01 - RELAZIONE TECNICA
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Indice
1. premessa .......................................................................................................................2
2. individuazione del reticolo idrico minore e del reticolo principale .3
3. Elenco dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore.......4
4. Analisi delle aste torrentizie e dei bacini idrografici significativi ....7
4.1 – Analisi idrologica del bacino idrografico del torrente tovate ........................................7
4.2 - stima dell’intensità di erosione...................................................................................15
4.3 – Analisi idrologica del bacino idrografico dei torrenti SO/MO/C1, SO/MO/C2 e
SO/MO/C3..........................................................................................................................18
5. individuazione fasce di rispetto.......................................................................22
Individuazione del reticolo idrico Minore e modifiche al reticolo idrico Principaleai sensi del d.g.r. 25 gennaio 2002, n° 7/7868ELABORATO N 01 - RELAZIONE TECNICA
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1. PREMESSA
Il presente lavoro, eseguito su incarico dell’Amministrazione Comunale di
Morbegno, consiste nell’individuazione del reticolo idrico minore, le relative fasce di
rispetto e la definizione delle attività vietate o soggette ad autorizzazione comunale,
in base ai criteri esposti nella Delibera della Giunta Regionale del 25 gennaio 2002
n° 7/7868 per l’esercizio di polizia idraulica di competenza comunale, e della
successiva Deliberazione della Giunta Regionale 1 agosto 2003 n° 7/13950.
In particolare il presente studio consta dei seguenti elaborati:
Elaborato 01 – Relazione tecnica
Elaborato 02 – Reticolo idrografico minore – scala 1:10.000
Elaborato 03.1 – Caratteri idrologici– scala 1:5.000
Elaborato 03.2 – Caratteri idrologici– scala 1:5.000
Elaborato 03.3 – Caratteri idrologici– scala 1:5.000
Elaborato 04.1 – individuazione fasce di rispetto– scala 1:5.000
Elaborato 04.2 – individuazione fasce di rispetto– scala 1:5.000
Elaborato 04.3 – individuazione fasce di rispetto– scala 1:5.000
Elaborato 04.4 – Individuazione fasce fluviali Adda ed aree PS267 – scala1:10.000Elaborato 05 – Regolamento di polizia idraulica
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2. INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE E DEL RETICOLO PRINCIPALE
Il reticolo idrografico minore appartenente al territorio comunale è stato individuato
secondi i criteri riportati nella D.G.R. 1 agosto 2003 n° 7/13950; in particolare
appartengo al reticolo minore:
Tutte le acque superficiali ad esclusione di tutte le acque piovane non ancora
convogliate in un corso d’acqua.
I corsi d’acqua indicati come demaniali nelle carte catastali o in base a
normative vigenti.
I corsi d’acqua rappresentati nella cartografia ufficiale (C.T.R , I.G.M.,
fotogrammetrico del territorio comunale).
I corsi d’acqua oggetto di interventi di sistemazione idraulica con
finanziamenti pubblici.
Nella parte cartografica del presente lavoro vengono riportati anche i corsi d’acqua
appartenenti al reticolo idrico principale così come inseriti nell’Allegato A della
D.G.R. 1 agosto 2003 n. 7/13950, qui di seguito elencati:
Denominazione Foce o sbocco Tratto classificato come
principale
N. iscr. el. AAPP
Fiume Adda Lago di ComoTutto il tratto in Provincia di
Sondrio fino al lago di Cancano
e di S. Giacomo inclusi
41
Torrente Tovate Adda
Dallo sbocco
all’attraversamento a quota 847
m della strada Chempo -
Caspano
49
Torrente Bitto di
Morbegno e di
Gerola
Adda
Dallo sbocco alla
biforcazione nella Valle della
Pietra e Valle di Pescegallo
180
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3. ELENCO DEI CORSI D’ACQUA APPARTENENTI AL RETICOLO IDRICO MINORE
Tutti i corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico minore, individuati secondo i
criteri riportati nel capitolo precedente, vengono elencati nella tabella sottostante.
Per ciascuna asta torrentizia, fosso, canale o valgello vengono fornite le seguenti
informazioni:
Codice . i corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore, identificati
con la sigla iniziale SO/MO (Provincia di Sondrio – Comune di Morbegno)
sono stati suddivisi nelle seguenti categorie:
o A: corsi d’acqua naturali con una circolazione idrica superficiale
generalmente a carattere permanente o semipermanente i quali si
sviluppano prevalentemente su versante
o B: corsi d’acqua naturali con una circolazione idrica superficiale
generalmente a carattere temporaneo o stagionale i quali si sviluppano
prevalentemente su versante
o C: canali o corsi d’acqua di recapito di quelli precedenti che percorrono
zone di fondovalle con debole pendenza
o D: canali o rogge di bonifica in aree di fondovalle
Alla categoria di appartenenza del corso d’acqua viene quindi accostato un
numero progressivo per l’identificazione del particolare corso d’acqua (es. “A1”
= corso appartenente alla categoria A al quale è attribuito il numero progressivo
1)
Toponimo . si riporta il toponimo riscontrato nelle mappe o utilizzato
comunemente dagli abitanti del luogo
Origine – sbocco . quota e localizzazione geografica dell’origine e dello
sbocco dell’asta
Fascia di rispetto . larghezza fascia di rispetto in metri
Alla categoria di appartenenza del corso d’acqua viene quindi accostato un
numero progressivo per l’identificazione del particolare corso d’acqua (es.
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“A1” = corso appartenente alla categoria A al quale è attribuito il numero
progressivo 1)
CODICE TOPONIMO ORIGINE (m slm) SBOCCO (m slm) FASCIA_RISPETTO
SO\MO\A1 700 255 10
SO\MO\A2 900 575 10
SO\MO\A3 500 270 10
SO\MO\B1 Acquate 650 250 10
SO\MO\B2 460 421 10
SO\MO\B3 860 650 10
SO\MO\B4 525 365 10
SO\MO\B5 640 445 10
SO\MO\B6 650 455 10
SO\MO\B7 730 465 10
SO\MO\B8 740 480 10
SO\MO\B9 Valle Biorca 1050 500 10
SO\MO\B10 1200 868 10
SO\MO\B11 Valle Canaletto 1110 500 10
SO\MO\B12 Valle di Isella 1305 915 10
SO\MO\B13 995 550 10
SO\MO\B14 Val Panizza 1410 530 10
SO\MO\B15 800 760 10
SO\MO\B16 385 267 10
SO\MO\B17 435 280 10
SO\MO\B18 716 290 10
SO\MO\B19 425 280 10
SO\MO\B20 460 295 10
SO\MO\B21 312 240 10
SO\MO\B22 240 233 10
SO\MO\B23 400 240 10
SO\MO\B24 890 Conf. comunale 10
SO\MO\B25 570 Toate 10
SO\MO\B26 430 264 10
SO\MO\B27 480 450 10
SO\MO\C1 250 220 10
SO\MO\C2 242 231 10
SO\MO\C3 235 226 10
SO\MO\D1 234 232 5
SO\MO\D2 233 233 5
SO\MO\D3 229 228 5
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SO\MO\D4 229 229 5
SO\MO\D5 233 230 5
SO\MO\D6 232 229 5
SO\MO\D7 226 226 5
SO\MO\D8 232 226 5
SO\MO\D9 227 226 5
SO\MO\D10 229 229 5
SO\MO\D11 243 238 5
SO\MO\D12 240 239 5
SO\MO\D13 243 240 5
SO\MO\D14 226,3 226 5
SO\MO\D15 229 229 5
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4. ANALISI DELLE ASTE TORRENTIZIE E DEI BACINI IDROGRAFICI SIGNIFICATIVI
In questo capitolo verranno definiti ed analizzati i caratteri principali propri dei
bacini idrografici sottesi dai corsi d’acqua significativi, per tracciato o altri fattori di
interferenza antropica. In particolare si indica come corso d’acqua significativo il
Torrente Tovate e dei torrenti SO/MO/C1, SO/MO/C2 e SO/MO/C3.
4.1 – Analisi idrologica del bacino idrografico del torrente tovate
Caratterizzazione geomorfologica e determinazione dei principali parametri
geomorfici
Nella tabella 1 vengono riportati i principali parametri geometrici del bacino
tributario del Torrente Tovate, quali la superficie ed il perimetro del bacino, la
lunghezza dell’asta principale, la quota della sezione di chiusura considerata e la
quota massima del bacino idrografico. Vengono inoltre definiti i seguenti indici:
Tabella 1
Coefficiente di uniformità
)2/( APKc
Parametri morfometrici del bacino
Superficie (Km2) 10,58
Perimetro (Km) 17,237
Lunghezza aste (Km) 17,85
Quota massima (m s.l.m.) 2770
Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) 260
Rapporto di circolarità 0,45
Coefficiente di uniformità 1,50
Densità di drenaggio 1,69
Indice di Melton 0,77
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dove:
P = perimetro del bacino
A = area del bacino
Rapporto di circolarità
)0796.0/( 2PAKr
Densità di drenaggio
AlDr /
dove:
l = somma delle lunghezze di tutti i rami del reticolo idrografico
Indice di Melton
AHHI /min)max(
dove:
Hmax = quota massima del bacino
Hmin = quota minima del bacino
Il coefficiente di uniformità ed il rapporto di circolarità forniscono una indicazione di
quanto il bacino si discosta dalla forma circolare (forma raccolta). Valori di Kc e Kr
che molto si allontanano dall’unità sono tipici di bacini di forma allungata e
viceversa nel caso di Kc e Kr prossimi a uno. Un bacino raccolto a parità di altri
fattori avrà tempi di corrivazione minori e piene più improvvise e marcate, con un
idrogramma caratterizzato da una forma stretta ed appuntita. La densità di
drenaggio (Dr) fornisce un’indicazione del grado di sviluppo del reticolo idrografico.
Bassi valori di Dr sono tipici di bacini poco evoluti o impostati su litologie resistenti
all’erosione o permeabili ed in presenza di una fitta copertura vegetale.
A completamento dell’inquadramento idrologico dell’area di studio, si riportano gli
stralci rispettivamente della Carta delle precipitazioni massime annue e della Carta
delle precipitazioni medie annue, edite dalla Regione Lombardia relative alle
precipitazioni registrate nel periodo 1891 – 1990.
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Carta delle precipitazioni massime annue (1891 – 1990)
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Carta delle precipitazioni medie annue (1891 – 1990)
Precipitazioni intense
Partendo dai dati pluviometrici forniti da una stazione di misura, è possibile
eseguire le elaborazioni necessarie per ottenere le curve che descrivono l’altezza
delle precipitazioni (h) in funzione della loro durata (t). Se i valori di pioggia, di
assegnata durata e tempo di ritorno, vengono disposti su un piano bilogaritmico, in
cui in ascissa si riportano le durate (t) e in ordinata le corrispondenti h(t,T) si
osserva che i punti che corrispondono ad un medesimo valore del tempo di ritorno
tendono generalmente a disporsi approssimativamente su di una retta. Tale
osservazione suggerisce che, per interpretare le stime delle altezze di pioggia di
assegnato tempo di ritorno, possa essere utilizzata una legge del tipo:
h (t,T) = a t n
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dove a ed n sono due parametri dipendenti dal tempo di ritorno.
Tale legge viene chiamata Curva di possibilità climatica di tempo di ritorno T. Essa
esprime, per ciascuna durata, l’altezza di pioggia che cade nella località considerata
con tempo di ritorno pari a T. Come indicato sopra, i parametri a ed n risultano in
generale variabili al variare del tempo di ritorno considerato. Tuttavia, mentre il
parametro a, che rappresenta la pioggia di durata unitaria avente il tempo di ritorno
T, è ovviamente crescente al crescere del tempo di ritorno, il parametro n presenta
spesso variazioni modeste al variare di T.
Nel presente lavoro, per semplicità, sono stati utilizzati i valori dei coefficienti a ed
n, contenuti all’interno dello studio P.A.I. (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
del Fiume Po) “Direttive sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e
le verifiche di compatibilità idraulica”, riferiti rispettivamente a tempi di ritorno pari
a 20, 100, 200 e 500 anni.
T (ore) h (20) h (100) h (200) h (500)
0,1 14,27366 18,70264 20,51664 23,06477
0,2 18,3446 23,83765 26,11347 29,25516
0,3 21,24483 27,47232 30,07076 33,62032
0,4 23,5766 30,38253 33,2371 37,10699
0,5 25,5601 32,85054 35,92095 40,05861
0,6 27,30399 35,01514 38,27391 42,64372
0,7 28,87094 36,9562 40,38316 44,95912
0,8 30,30079 38,72438 42,30401 47,06619
0,9 31,62068 40,35412 44,07401 49,00658
1 32,85 41,87 45,72 50,81
2 42,21903 53,36585 58,19218 64,44697
4 54,26016 68,01802 74,06672 81,74398
6 62,83855 78,38914 85,29093 93,94098
12 80,7605 99,91171 108,5579 119,1539
18 93,52851 115,1459 125,0089 136,9329
24 103,7939 127,3435 138,1719 151,1338
Tabella delle altezze di precipitazione critica (h) espresse in mm, calcolate per
diversi valori del tempo di ritorno (T = 20,100,200,500 anni) secondo la relazione
h=a*tn (curva di possibilità climatica). Coefficienti “a” ed “n” desunti dalle
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“Direttive sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di
compatibilità idraulica” contenute all’interno dello studio P.A.I.
Calcolo della portata liquida di piena
Metodi semiempirici
Tali metodi si basano, oltre che sui parametri morfometrici propri del bacino
tributario, sul regime pluviometrico dell’ambito di studio, senza però prendere in
considerazione l’evento intenso che genera l’onda di piena. Tra i metodi
semiempirici è stato scelto il metodo proposto da Iskowski nel 1885:
Q max = k m h A (m3/s)
Dove:
K = coefficiente che dipende dall'altitudine, dalla morfologia e dalla copertura del
bacino
m = coefficiente che tiene conto della velocità di deflusso
h = precipitazione media annua
A = area del bacino idrografico
Metodi concettuali
Tra i metodi concettuali disponibili per il calcolo della portata di piena di un corso
d’acqua, è stato scelto il metodo cinematico o razionale, noto in Italia come metodo
Curva di possibilità pluviometrica
0
20
40
60
80
100
120
140
160
0 5 10 15 20 25
t (ore)
h(m
m)
T = 20
T = 100
T = 200
T = 500
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del ritardo di corrivazione.
Considerata una sezione del corso d’acqua è intuitivo pensare che le portate
defluenti attraverso essa dipendano dalle caratteristiche del bacino tributario
sotteso dalla sezione stessa (estensione, lunghezza, forma, pendenze, natura dei
terreni) e da quelle dell’evento pluviometrico, e che la partecipazione alla
formazione del deflusso sia in relazione con la sua durata “t”: si assume infatti,
schematizzando il fenomeno, che per una precipitazione di altezza h e di intensità
media i = h/t ed estesa a tutto il bacino, si raggiunga la portata massima quando
alla sezione considerata giungano insieme i contributi di tutte le parti che formano il
bacino stesso. Questo intervallo di tempo è definito ritardo o tempo di corrivazione
(tc) ed è assunto come elemento caratteristico del bacino. La portata al colmo è
quindi calcolata secondo la relazione seguente:
Q max = k C i A (m3/s)
Dove:
K = fattore che tiene conto della non uniformità delle unità di misura utilizzate. Se
A è espressa in Km2 ed i in mm/h, per ottenere la portata in m3/s bisogna
attribuire a k un valore di 0,278
C = coefficiente di deflusso che tiene conto della riduzione della portata meteorica
per effetto dell’infiltrazione
i = intensità della pioggia di progetto (h/tc)
A = area del bacino idrografico
Il valore del tempo di corrivazione viene ottenuto con la nota relazione di Giandotti
Hm
LAtc
8,0
5,14
dove:
L = lunghezza dell’asta fluviale principale
Hm = altezza media del bacino sulla sezione di chiusura
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Il coefficiente di deflusso è stato infine stimato, dopo aver effettuato un rilievo
geologico – geomorfologico di dettaglio del bacino, attraverso le seguenti tabelle:
litologia predominante
nel bacino
A
Copertura vegetale
B
Pendenza media
C
Sviluppo reticolo idrico
D
descrizione valore descrizione valore descrizione valore descrizione valore
Roccia 80%
Copertura 20%1 Nulla 1 i > 100% 1 Sviluppato 0,9
Roccia 50%
Copertura 50%0,9 Bassa 0,85 70%<i<100% 0,85 Medio 0,8
Roccia 20%
Copertura 80%0,85 Media 0,8 50%<i<70% 0,8 Poco sviluppato 0,7
Copertura 100% 0,8 Elevata 0,75 i<50% 0,75 assente 0,6
Determinazione C = A*B*C*D
Metodo Razionale
tempo di ritorno 100 anni
tempo di corrivazione 0,92 ore
coefficiente “a” 41,87
coefficiente “n” 0,35
coeff. di deflusso 0,4
portata di piena 52 m3/s
Tipo di superficie Coefficiente di deflusso
Superfici pavimentate 0.7 – 0.9
Strade in terra 0.4 – 0.6
Superfici erbose 0.1 – 0.7
Aree residenziali 0.3 – 0.7
Boschi 0.1 – 0.3
Terreni coltivati 0.2 – 0.6
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Metodo di Iskowski
Coefficiente “k” 0,45
coefficiente “m” 9,29
Prec. media annua 1250 mm
portata di piena 55 m3/s
4.2 -Stima dell’intensità di erosione
Al fine di dimensionare adeguatamente eventuali opere di intervento si rende
necessario effettuare una stima dell’intensità di erosione cui è soggetto il bacino
idrografico del Torrente Tovate. Si è scelto in questo caso di utilizzare il metodi
semiempirico noto come “metodo Gavrilovic”.
Metodo Gravilovic – Zemljic
Si tratta di un metodo quantitativo proposto da Gavrilovic (1959) per i bacini della
ex Jugoslavia meridionale e successivamente modificato da Zemljic (1971) a
seguito di sperimentazioni effettuate in Slovenia. Esso permette sia la stima del
volume di materiale che annualmente si produce, nell’ambito di un bacino
idrografico, per l’azione dei processi erosivi, sia la stima della quantità di materiali
trasportati dai corsi d’acqua alla sezione di chiusura del bacino stesso.
Il metodo è basato su una relazione empirica nella quale vengono considerati
parametri meteorologici (temperatura, precipitazioni), fisico-geografici (area del
bacino, acclività), geologici (presenza di dissesti, litologia del substrato) e il tipo di
utilizzo del suolo (copertura vegetale, colture presenti). La valutazione quantitativa
dell’erosione deriva quindi dalla applicazione della relazione:
W = T h F Z3/2
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Dove:
W = quantità annuale media di materiale prodotto per erosione (mc/anno)
T = coefficiente di temperatura a sua volta dipendente dalla temperatura media
annua per il bacino considerato (t°)
h = precipitazione media annua per il bacino considerato (mm/anno)
F = superficie del bacino (Kmq)
Z = coefficiente di erosione relativa, che si ricava dalla relazione:
Z = X Y (+ I1/2
)
Dove :
X = fattore di protezione del suolo ad opera della vegetazione
Y = fattore di erodibilità del suolo (funzione della litologia)
= coefficiente che esprime tipo e grado di processo erosivo in atto
I = pendenza percentuale media del bacino
Il valore di erosione media annua W, espresso in metri cubi di sedimento, si
riferisce alla produzione lorda e non rappresenta l’effettiva quantità di materiale che
i corsi d’acqua possono trasportare verso valle sino alla sezione di chiusura del
bacino.
Per ottenere il volume di sedimento G al netto della rideposizione interna, occorre
considerare un fattore di riduzione R (coefficiente di ablazione):
G = W R (mc/anno)
Il fattore di riduzione si calcola secondo la relazione:
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R = 4 (O D)1/2 / L + 10
Dove:
O = perimetro del bacino (Km)
D = quota media del bacino (Km)
L = lunghezza del corso d’acqua principale (Km)
Infine, per individuare l’intensità dell’erosione, intesa come lo spessore di materiale
per unità di superficie che abbandona il bacino in esame in un anno, si calcola la
“profondità annuale di erosione”, che è data da:
E = G / F * 1000
Si riportano di seguito le tabelle di attribuzione dei valori ai coefficienti X, Y,
Foresta mista, boscaglia fitta, foresta aperta con sottobosco, centri abitati 0.05-0.2
Foresta resinosa con sottobosco scarso, rimboschimento, boscaglia aperta 0.2-0.4
Foresta e boscaglia degradata, prati e pascoli stabili 0.4-0.6
Coltivi e prati degradanti 0.6-0.8
Superfici senza copertura vegetale 0.8-1.0
Coefficiente di protezione del suolo ad opera della vegetazione (X)
Rocce dure resistenti all’erosione 0.2-0.6
Rocce medio-resistenti all’erosione 0.6-1.0
Rocce friabili, stabilizzate (scisti, argille compatte, frane, ecc.) 1.0-1.3
Depositi, morene, argille ed altre rocce poco resistenti
all’erosione
1.3-1.8
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Depositi fini e terre non resistenti all’erosione 1.8-2.0
Coefficiente di erodibilità del suolo (Y)
Erosione scarsa 0.1-0.2
Erosione in falde sul 20-50 % del bacino 0.3-0.5
Erosione in falde, frane, depositi di crollo 0.6-0.7
50-80 % del bacino eroso per franamenti o sfogliettamento 0.8-0.9
Bacino interamente eroso per franamenti o sfogliettamento 0.9-1.0
Coefficiente di degradazione del suolo ()
Volume di materiale medio prodotto annualmente per erosione, W = 500
m3/anno
Volume di sedimento al netto della rideposizione interna, G = 234 m3/anno
Profondità annuale di erosione (spessore di materiale per unità di superficie
che abbandona il bacino), E = 2.47 mm/anno
4.3 – Analisi idrologica del bacino idrografico dei torrenti SO/MO/C1,
SO/MO/C2 e SO/MO/C3
Questo studio è volto alla stima approssimativa della capacità di smaltimento di
piena con tempi di ritorno di cento anni per i tratti intubati dei torrenti SO/MO/C1,
SO/MO/C2 e SO/MO/C3. Si raccomanda di effettuare uno studio di maggior
dettaglio per eventuali interventi migliorativi delle capacità di smaltimento delle
sezioni idrauliche prese in esame. Considerando i dati e la piovosità media annua e
le piogge intense uguali a quelli calcolati per il torrente Toate, di seguito si
individueranno le caratteristiche morfometriche di dettaglio per i torrenti
considerati.
SO/MO/C1 SO/MO/C2 SO/MO/C3
Superficie (Km2) 0.14 0.15 0.62
Perimetro (Km) 2.1 1.8 4.8
Lunghezza aste (Km) 0.62 0.51 1.2
Quota massima (m s.l.m.) 720 660 1070
Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) 238 240 250
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Coefficiente di uniformità 1.92 1.59 2.08
Rapporto di circolarità 0.40 0.58 0.34
Densità di drenaggio 4.43 3.40 1.94
Indice di Melton 1.29 1.08 1.04
I valori di portata liquida di piena sono calcolati con tempo di ritorno di 100 anni e
sono da considerarsi indicativi.
Metodo Razionale
SO/MO/C1 SO/MO/C2 SO/MO/C3
tempo di ritorno 100 anni 100 anni 100 anni
tempo di corrivazione 0,14 ore 0,15 ore 0,22 ore
coefficiente “a” 41,87 41,87 41,87
coefficiente “n” 0,35 0,35 0,35
coeff. di deflusso 0,4 0,4 0,4
portata di piena 4.72 m3/s 4.95 m
3/s 13.36 m
3/s
Metodo di Iskowski
SO/MO/C1 SO/MO/C2 SO/MO/C3
Coefficiente “k” 0,45 0,45 0,45
coefficiente “m” 9,29 9,29 9,29
Prec. media annua 1250 mm 1250 mm 1250 mm
portata di piena 0.73 m3/s 0.78 m
3/s 3.24 m
3/s
Verifica della capacità di smaltimento dei tratti intubati
In funzione delle sezioni idrauliche all’imbocco del tratto intubato si esegue una
stima della capacità di smaltimento delle sezioni stesse. Si utilizzeranno le piene
verificate con i metodi precedenti. Si considererà il valore medio, aumentato del
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30% includendo (con una forte approssimazione) anche il trasporto solido.
SO/MO/C1 SO/MO/C2 SO/MO/C3
Portata di piena Media Liquida (m3/s) 2.7 2.9 8.3
Portata di piena con trasporto solido (m3/s) 3.5 3.8 10.8
Nel caso in esame il tipo di flusso, caratteristico del tratto di alveo considerato, può
essere ricondotto ad un moto uniforme, ovvero ad un moto di tipo permanente
caratterizzato da valori della portata costanti in ogni sezione.
Si effettuerà una verifica della capacità di smaltimento della sezione.
Per la determinazione della velocità della corrente, la formula comunemente
adottata per il moto uniforme nei canali è quella proposta da Chézy:
RiCV
dove:
V = velocità della corrente
C = Coeff. di scabrezza del canale
R = raggio idraulico (=area sezione/perimetro bagnato)
i = pendenza
Il coefficiente di scabrezza può essere calcolato con la formula seguente:
C = n -1 R 1/6
dove:
n = coefficiente di Manning
Valutata la velocità della corrente, nota l'area della sezione di deflusso del corso
d'acqua, si può calcolare la massima portata smaltibile, da confrontarsi con quella
teorica calcolata precedentemente
VAQ
A (mq) = area della sezione trasversale dell'alveo;
V (m/s) = velocità media della corrente.
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Di seguito si riportano i valori dei parametri di ingresso adottati ed i risultati delle
verifiche effettuate :
SO/MO/C1 SO/MO/C2 SO/MO/C3
Forma sezione Rettangolare Circolare Circolare
Diametro (m) 0.60 0.60
Larghezza canale cls (m) 1.15
Altezza canale (m) 1.10
Pendenza canale (%) 10 12 15
Coefficiente di Manning 0.012 0.012 0.012
Coefficiente di scabrezza 70.85 60.54 60.54
Portata smaltibile (m3/s) 17.42 2.01 2.25
Portata da smaltire (m3/s) 3.5 3.8 10.8
verificato NON verificato NON verificato
Dai risultati ottenuti si evince che la sezione del canale SO/MO/C1 è in grado di
smaltire la portata di piena, mentre i canali SO/MO/C2 e SO/MO/C3 non sono
sufficientemente dimensionati per il caso di evento di piena centenario.
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5. INDIVIDUAZIONE FASCE DI RISPETTO
In genere la larghezza delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua appartenenti al
reticolo idrico minore non sono state ridotte salvo nei seguenti casi per i quali è
stata proposta una larghezza pari a 5 e 4 metri per ogni lato:
5 metri: corsi d’acqua appartenenti alla categoria “D” (canali o rogge di
bonifica in aree di fondovalle privi di affluenti e di bacini tributari di
versante);
4 metri: Torrente Bitto, tratto compreso tra le quote indicative di 264 m slm
e 255 m slm.
Per quanto riguarda le rogge di fondovalle si tratta di fossi di scolo i quali si
sviluppano interamente lungo la piana di fondovalle, privi di affluenti di versante,
nei quali non si osserva un flusso idrico continuo, presentandosi secchi per la
maggior parte dell’anno e per i quali non si registrano notevoli variazioni delle
portate idriche o comunque scenari di rischio idraulico significativi ed aventi lo
scopo principale di drenare le aree prative circostanti, mancando un bacino
tributario propriamente detto.
Alla luce di quanto detto sopra si dichiara l’impossibilità di eseguire delle verifiche
idrauliche per tali corsi d’acqua, mancando un bacino tributario propriamente detto
o comunque avente una superficie apprezzabile e non potendosi in definitiva
manifestarsi eventi di piena significativi.
La proposta di riduzione delle fasce di rispetto sul Torrente Bitto, si fonda invece
sull’ Indagine relativa alla valutazione della compatibilità idraulica dell’insediamento
ex biffi in località Seriole, redatta dallo Studio Tecnico Ing Gustavo Sassella – Arch
Claudio Crosio e dallo Studio Geologico dott geologo Peppino Volpatti; tale indagine
verrà allegata al presente lavoro.