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COMUNE DI SCANDIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
RELAZIONE GEOLOGICO-SISMICA
(comprensiva di valutazione qualitativa sul rischio idraulico gravante sull’area)
A SUPPORTO DELLA VARIANTE AL RUE – INSEDIAMENTO
PRODUTTIVO VIA MUNARI, 2 (EX CANTINA COLLI)
Committente: ACETIFICIO CARANDINI EMILIO S.P.A.
Cantiere: Via Munari, 2/1 - Loc. Pratissolo, Scandiano (RE)
Il Geologo
Dott. Paolo Paolini
00 05/04/2018 Relazione geologico-sismica Geol. P. Paolini -
REV. DATA Descrizione Redazione Approvazione
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
INDICE
1. PREMESSA
2. RIFERIMENTI NORMATIVI
3. INQUADRAMENTO CARTOGRAFICO
4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO
4.1 INQUADRAMENTO LOCALE
4.2 CONSIDERAZIONI SUL RISCHIO IDRAULICO
5. INDAGINE GEOGNOSTICA
5.1 SONDAGGI A CAROTAGGIO CONTINUO
5.1.1 PROVE SPT IN FORO
5.2 INDAGINE SISMICA DI TIPO MASW
5.3 PROVE CPT (Prove penetrometriche statiche)
6. CARATTERIZZAZIONE LITOSTRATIGRAFICA E GEOTECNICA
7. VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA
8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Allegati:
A) Stratigrafia Sondaggio geognostico S1-S2
B) Report e dati tabellari delle prove penetrometriche statiche
C) Scheda MASW
D) Rapporti di prova: prove di laboratorio su campione indisturbato
Tavole:
I) Inquadramento territoriale
II) Cartografia geologica
III) Ubicazione delle indagini geognostiche
IV) Documentazione fotografica
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
1. PREMESSA
Su incarico del committente, ACETIFICIO CARANDINI EMILIO S.P.A., è stato realizzato il
presente studio geologico-sismico a supporto della variante al RUE relativo allo stabilimento
dell’unità locale di Scandiano (RE), località Pratissolo, via Munari n°2/1.
Tale studio ha avuto lo scopo di caratterizzare dal punto di vista geologico, geomorfologico,
idraulico-idrogeologico e geotecnico il terreno di sedime della variante in progetto.
Fig.1 - Inquadramento territoriale da satellite. In rosso l’area oggetto di studio.
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Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
Lo studio si è articolato in diverse fasi, che vengono di seguito schematicamente elencate:
• Raccolta di dati mediante ricerca bibliografica (compresa relazione geologica pregressa);
• Sopralluogo volto all’individuazione preliminare dei lineamenti geologici-geomorfologici del sito;
• Esecuzione di una campagna geognostica consistente in: n. 2 sondaggi a carotaggio continuo
spinti alla profondità max di 17 m (con prelievo di n.1 campione indisturbato da sottoporre a
prove di laboratorio), n. 3 prove penetrometriche statiche (CPT) e n.1 stendimento geofisico di
tipo Masw per la definizione della categoria di sottosuolo (punto 3.22 delle NTC 2008);
• Analisi ed interpretazione dei dati ricavati dall’indagine geognostica per la ricostruzione
litostratigrafica locale e stima preliminare dei parametri geotecnici;
• Sviluppo del modello geologico-tecnico.
2. RIFERIMENTI NORMATIVI
Il presente studio è redatto nel rispetto delle normative vigenti:
- Raccomandazioni AGI (Giugno 1975) sulla programmazione ed esecuzione delle indagini
geotecniche;
- D.M. 11/03/1988;
- D.M. 14/10/2005;
- D.M. 14/01/2008 recante “Norme Tecniche per le costruzioni”;
- Ordinanza P.C.M. n°3274 del 20/03/2003;
- Circ. n°617 del 20/01/2009;
- Del. Giunta Reg. Emilia-Romagna n°1677/2005;
- Del. Giunta Reg. Emilia-Romagna n°2131 del 02/05/2007;
- Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n°20/2000 e s.m.i..
3. INQUADRAMENTO CARTOGRAFICO
La caratterizzazione dell’area oggetto del presente studio è stata eseguita facendo
principalmente ricorso ai tematismi presenti sulle seguenti basi cartografiche, di cui vengono
prodotti in relazione/allegati gli stralci:
C.T.R.: Carta Tecnica Regionale, alla scala 1:10.000 - Sezione: n°200160 “Albinea”;
Carta Geologica d’Italia: F. 86 “Modena“ – Foglio 1:100.000 (IGM)
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4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO
L’area di studio ricade nel Foglio n°86 (“Modena”) della Carta Geologica d’Italia in scala al
100.000; nel dettaglio viene ubicata nei terreni Pleistocenici appartenenti al Diluvium Medio (Q1m)
– alti terrazzi sabbioso-ghiaiosi a suolo argilloso giallo-ocraceo.
Fig. 2.1 - Estratto cartografico del Foglio 86 al 100.000 “Modena”. In rosso l’area di studio (disegno non in scala).
Fig. 2.2 - Stralcio della legenda del Foglio 86 “Modena”
Ci si trova nella parte meridionale del Bacino Sedimentario Padano, vasta depressione delimitata
a cintura dai rilievi appenninici ed alpini e colmata da un potente accumulo di depositi marini ed
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alluvionali di età pliocenica e quaternaria; in particolare si colloca nel cosiddetto “Dominio Padano
adriatico”, rappresentato dalla successione post-evaporitica del margine padano–adriatico e
costituita alla base da depositi continentali seguiti da depositi francamente marini e con al tetto
ancora depositi continentali.
Le unità geologiche affioranti possono essere raggruppate all’interno del ciclo Quaternario
Continentale, denominato Supersintema Emiliano–Romagnolo (equivalente all’Allogruppo
Emiliano–Romagnolo di R.E.R., ENI-AGIP, 1998) nel quale sono state individuate due unità
principali: un’unità detta Sintema Emiliano-Romagnolo Inferiore (equivalente all’Alloformazione
Emilano-Romagnolo Inferiore della pubblicazione citata) ed un’unità superiore, detta Sintema
Emiliano-Romagnolo Superiore (equivalente all’Alloformazione Emiliano-Romagola superiore
della pubblicazione citata).
I depositi del Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore (AES) sono presenti nelle zone di pianura
ed al passaggio tra i rilievi collinari appenninici e la pianura, mentre il Sintema Emiliano-
Romagnolo Inferiore non è affiorante.
Il Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore (Pleistocene medio-Olocene) è stato suddiviso in
cinque subsintemi identificabili in affioramento mediante caratteristiche morfo-pedostratigrafiche;
si tratta infatti di conoidi alluvionali terrazzate, le cui superfici deposizionali relitte, poste a quote
diverse e separate da scarpate erosive, presentano un’evoluzione pedostratigrafica differente; in
ordine crescente di età si trovano:
• Subsintema di Ravenna(AES8)
• Subsintema di Villa Verrucchio (AES7)
• Subsintema di Agazzano(AES3)
• Subsintema di Maiatico(AES2)
• Subsintema di Monterlinzana(AES1)
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4.1 INQUADRAMENTO LOCALE
Il territorio del comune di Scandiano è il risultato degli eventi geologici che hanno portato alla
formazione dell’ampio bacino della Pianura Padana ed in particolar modo dei fenomeni
sedimentari che si sono sviluppati in un complesso sistema di ambienti fluvio-lacustri. Sulla base
della descrizione delle unità geologiche presenti in carta della Sezione n°200160 “Albinea”, nel
sito esaminato affiora l’Unità di Niviano, indicata in legenda con la sigla AES7a, facente parte
della successione neogenico-quaternaria del margine appenninico padano.
Detta unità è rappresentata da depositi continentali ghiaioso-sabbiosi dei terrazzi intravallivi e di
conoide dei fiumi principali, e limo-sabbiosi dei torrenti minori. Contatto inferiore in discontinuità
su unità più antiche. Contatto superiore coincidente con la superficie topografica nelle aree
intravallive e pedecollinari, sepolto da AES7b e AES8 nell'alta pianura. Potenza affiorante
generalmente inferiore a 10 m.
Dal punto di vista geomorfologico l’area è da considerarsi pianeggiante, con la pendenza media
della superficie topografica inferiore allo 0,1% ed una quota altimetrica prossima ai 120 metri sul
livello del mare; in considerazione di tale morfologia pianeggiante, è possibile assegnare al sito
indagato la categoria topografica T1 definita dalle NTC 2008 “Superficie pianeggiante, pendii e
rilievi isolati con inclinazione media inferiore od uguale ai 15°”.
Il territorio oggetto di studio fa parte della “Unità idrogeologica dei corsi d’acqua minori”: questa
unità corrisponde al tratto di alta pianura, compreso tra le conoidi dell’Enza e del Secchia, è
percorso dai corsi d’acqua minori (Crostolo, Lodola, Tresinaro) che formano modeste conoidi,
caratterizzate da sottili banchi ghiaiosi, abbastanza discontinui e talvolta passanti a letti sabbiosi,
intercalati a serie prevalentemente limo-argillose.
Anche attualmente, infatti, questi corsi d’acqua sono caratterizzati da bacini idrografici
relativamente poco estesi e da portate liquide che non consentono un’ampia diffusione di
materiali ghiaiosi. Per quanto riguarda il contributo dei corsi d’acqua alle falde, pur essendo
accertato, non è assolutamente quantificabile per mancanza di dati e per la variabilità delle
situazioni. Questa unità, fra quelle dell’alta pianura, è certamente la meno ricca di risorse idriche.
L’’area appartiene a una superficie terrazzata solcata da numerosi corsi d’acqua, fra cui il Fosso
di Cà de’ Miani e, ancora più a Nord, il Fosso delle Prate, la Fossa del Tesoro ed il Fosso
Fantuzzi che, con direzione OSO/ENE, scendono in direzione del Colatore Fossa Vacondio,
tributario di sinistra del Canale di Secchia.
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Pur non essendo possibile una valutazione precisa, i corsi d’acqua hanno quindi certamente
contribuito nel modificare sia la litologia di superficie che la morfologia del territorio. In base alla
documentazione esistente ed alle caratteristiche della falda rilevate da alcuni pozzi, si può
delineare un quadro sufficientemente preciso dell’idrogeologia della zona. Occorre premettere
che, di tutto il territorio del comune, la zona terrazzata che da Pratissolo si estende verso N/NE in
direzione dell’alta pianura è certamente tra quelle meno produttive.
È stata accertata l’esistenza di una falda superficiale, a cui traggono alimento gli ultimi pozzi a
camicia. Si può definire in oltre 10 m dal p.c. il livello statico di questa falda, misura variabile in
funzione della diversa profondità del primo strato argilloso impermeabile. Resta inteso che
suddetto valore può essere soggetto a variazioni durante il corso dell’anno, in quanto
strettamente correlato al regime pluviometrico della zona.
Si segnala che, durante le indagini, non è stata intercettata alcuna falda superficiale e/o
circolazione idrica sotterranea. Da una ricerca bibliografica, i pozzi limitrofi registrano un livello
statico della falda ad una profondità di circa - 20 m da piano campagna.
Allo stato attuale, l’area non presenta evidenze di processi morfologici in atto e/o potenziali
(fenomeni gravitativi, erosivi, subsidenze, ecc.) che possano influire negativamente
sull’opera e con il suo uso futuro.
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4.2 CONSIDERAZIONI SUL RISCHIO IDRAULICO
Da un punto di vista idraulico, il lotto in oggetto ricade all'interno dell'area P2 (Pericolosità media,
alluvioni poco frequenti con Tempo di ritorno TR = 100-200 aa) del Piano di Gestione del Rischio
Idraulico (PGRA) con conseguente esposizione ad un potenziale rischio idraulico (R2, rischio
medio).
Fig. 2.3 Stralcio di Cartografia del rischio potenziale PRGA – FOGLIO 219NO
Reticolo secondario minore
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Fig. 2.4 Stralcio di Cartografia degli scenari di pericolosità PRGA – FOGLIO 219NO
Reticolo secondario minore
Ci troviamo nel settore nord occidentale di Scandiano (località Pratissolo); tale settore appartiene
a una superficie terrazzata solcata da numerosi corsi d’acqua, fra cui il Fosso di Cà de’ Miani (distante dal sito dista circa 160 m – distanza minima), ed altri fossi più a nord quali il Fosso delle
Prate, la Fossa del Tesoro ed il Fosso Fantuzzi che, con direzione OSO/ENE, scendono in
direzione del Colatore Fossa Vacondio, tributario di sinistra del Canale di Secchia.
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Fig. 2.4 Stralcio della cartografia riferita al reticolo Seco dario Mi ore RSM . I rosso l’area i oggetto co pre de te il tratto
apicale del fosso Ca de Miani
In realtà tale area non risulta effettivamente soggetta ad un reale rischio di inondazione
nemmeno in caso di piogge intense con tempi di ritorno di 200 anni in considerazione delle
seguenti motivazioni;
- Il perimetro di pertinenza, oggetto di variante del RUE, si trova ad una quota altimetrica
leggermente sopraelevata rispetto al corso d’acqua Fosso di Cà de Miani (vi è uno strato di
riporto dello spessore medio circa 1 m come dimostrato dalle indagini eseguite);
- il perimetro OVEST è protetto da un arginatura in terra (alta mediamente 1.5 m) ed è inoltre
presente un fosso (di tipo stradale) a fianco del piazzale sopralevato;
- a sud l’area è protetta dalla SP37 che rappresenta, con i suoi scoli laterali e la leggera
massicciata, una sorta di argine a difesa da eventuali acque provenienti da monte (a sud della
stessa strada provinciale).
- Il canale citato presenta un bacino imbrifero di limitatissime dimensioni con sezione e pendenza
di fondo tali da garantire un sicuro deflusso delle acque verso valle senza ostacoli o pericoli di
esondazione delle aree circostanti.
- è presente un invaso (laghetto – Vedi Fig.2.4) che contribuisce alla laminazione di eventuali
piene (fungendo da “cassa di espansione”).
Si ritiene quindi che gli eventuali interventi/ampliamenti in progetto, pur dovendosi
attenere alle normali regole (per esempio, al principio di invarianza idraulica), non siano
realmente soggetti a rischio idraulico.
INVASO
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5. INDAGINE GEOGNOSTICA
In considerazione del tipo/rilevanza dell’opera, della complessità geologica e del grado di
conoscenza locale, per la definizione della lito-stratimetria e per la caratterizzazione geotecnica
del terreno, è stata pianificata e realizzata (nelle date del 04-05/07/2017), in accordo con la
Committenza/Progettisti, un’apposita indagine geognostica consistente in:
N.2 sondaggi a carotaggio continuo (spinti alla prof. max di 17 m) con prove SPT in foro,
prove Pocket e Vane Test sulle carote estratte ed estrazione di campione indisturbato;
Prove di laboratorio sul campione indisturbato prelevato con campionatore Shelby nel
sondaggio S2 ad una profondità di 12 m da piano campagna, consistenti in: analisi
granulometrica, contenuto d’acqua, limiti di Atterberg e prova di taglio diretto (CD);
N.3 Prove penetrometriche statiche;
N.1 Prospezione sismica attiva (di tipo MASW).
In allegato (All. A-B-C-D) vengono riportate le risultanze di tutte le indagini geognostiche
eseguite, nonché l’ubicazione delle stesse (Tavola III).
Fig. 3 - Foto esemplificativa dell’indagine geognostica – Stendimento geofisico MASW e sondaggio S1
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5.1 SONDAGGI A CAROTAGGIO CONTINUO
Al fine di individuare con precisione la stratigrafia del terreno di sedime dell’intervento in progetto,
sono stati realizzati N.2 sondaggi a carotaggio continuo, spinti ad una profondità massima di 17
m da p.c. ed ubicati come mostrato in Tavola III. Per l’esecuzione di tali indagini è stata impiegata
la sonda cingolata MDT V80, dotata delle seguenti caratteristiche:
- Perforatrice montata su carro cingolato ad azionamento oleodinamico;
- Sistema di perforazione: rotazione a circolazione diretta;
- Torre: struttura tipo scatolato;
- Capacità max di tiro e spinta: 40 KN;
- Coppia di rotazione massima: 10.000 Nm;
- Velocità di rotazione: 627 Rpm.
Fig. 4 - Sistema di perforazione utilizzato
Il campione indisturbato (sottoposto a prove di laboratorio) è stato prelevato nel foro di sondaggio
denominato S2 ad una quota di -12 m da p.c., al fine di caratterizzare con maggior dettaglio il
litotipo costituente l’orizzonte C. Nel dettaglio, le prove di laboratorio sono consistite in: analisi
granulometrica, determinazione del contenuto d’acqua, limiti di Atterberg e prova di taglio diretto -
CD (vedi certificati di prova in allegato D).
Sulle litologie coesive estratte sono state inoltre condotte prove mediante penetrometro portatile
“Pocket Penetrometer” (resistenza alla punta) e Vane Test (prova scissometrica); detti valori
sono riportati all’interno delle colonne stratigrafiche (Allegato A e Fig. 5-7) nelle colonne RP e VT.
I risultati dei carotaggi hanno permesso di ricostruire le seguenti stratigrafie, riportate e descritte
in dettaglio sia in Allegato 1 che nelle pagine successive.
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Fig. 5 - Ricostruzione stratigrafica sondaggio denominato S1
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA CASSETTE – SONDAGGIO S1
Fig. 6 - Particolari fotografici delle cassette catalogatrici relative al sondaggio S1
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Fig. 7 - Ricostruzione stratigrafica sondaggio denominato S2
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Fig. 8 - Particolari fotografici delle cassette catalogatrici relative al sondaggio S2
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5.1.1 PROVE SPT (in foro)
Durante l’esecuzione dei sondaggi sono state inoltre eseguite N.2 prove di resistenza alla
penetrazione S.P.T. (Standard Penetration Test) utilizzando un'attrezzatura standard, secondo le
modalità di esecuzione indicate dalle "Raccomandazioni dell'Associazione Geotecnica Italiana,
AGI" e facendo inoltre riferimento alle norme ASTM 1586/68 "Penetration Test and Split - Barrel
Sampling of Soil". Di seguito, si riportano sinteticamente le caratteristiche tecniche della prova:
1. campionatore Raymond con diametro esterno di 50,8 mm, lunghezza totale di 813 mm e
scarpa standard a punta aperta come utensile di penetrazione;
2. aste collegate al campionatore con diametro esterno di 50 mm e peso di 7,5 kg al metro
lineare;
3. testa di battuta in acciaio avvitata alle aste;
4. massa battente o maglio di 63,5 kg;
5. dispositivo automatico per lo sganciamento del suddetto maglio che assicura una corsa a
caduta libera di 76 cm.
Ogni determinazione di prova è stata preceduta dalla pulizia del fondo foro con verifica della
coincidenza della quota di attestazione della punta con la profondità misurata dopo la pulizia del
foro (tolleranza +/- 7 cm); la prova è consistita nel far penetrare il campionatore posato al fondo
foro per tre tratti successivi di 15 cm, registrando ogni volta il numero dei colpi necessari (N1, N2,
N3). Con il primo tratto, detto "di avviamento", si intende superare la zona di terreno rimaneggiato
in fase di perforazione. Nel caso di un terreno molto addensato con N1=50 ed avanzamento
minore di 15 cm, l'infissione deve essere sospesa: la prova è dichiarata conclusa in base alle
raccomandazioni AGI 1977 e si annota la relativa penetrazione. Se il tratto di avviamento viene
superato, si conteggiano N2 e N3 (da 0.15 a 0.30 e da 0.30 a 0.45) fino ad un limite complessivo
di 100 colpi (N2 + N3) raggiunto il quale si sospende la prova annotando l'avanzamento ottenuto.
Pertanto il parametro caratteristico della prova, prescindendo dai casi particolari di rifiuto è:
Nspt=N2+N3 esprimente il numero di colpi per 30 cm utili di perforazione.
Qui di seguito sono riportati sinteticamente i risultati delle 16 prove S.P.T. in foro:
Sondaggio S2:
1. S1 – Profondità 4.50 m Colpi (N) = 05-8-11 NSPT=19 (Terreni coesivi)
2. S1 – Profondità 13.00 m Colpi (N) = 09-11-26 NSPT=37 (Terreni pseudogranulari)
I risultati delle prove penetrometriche dinamiche SPT realizzate in foro hanno messo in evidenza
una buona consistenza (l.coesive) / grado di addensamento (l.granulari) dei terreni indagati,
confermando peraltro i risultati delle altre prove geognostiche (CPT, PP, VT, MASW).
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5.2 INDAGINE SISMICA DI TIPO MASW
Il metodo MASW è una tecnica di indagine non invasiva che consente la definizione del profilo di
velocità delle onde di taglio verticali Vs, basandosi sulla misura delle onde superficiali fatta in
corrispondenza di diversi sensori posti sulla superficie del suolo. Il contributo predominante alle
onde superficiali è dato dalle onde di Rayleigh, che si trasmettono con una velocità correlata alla
rigidezza della porzione di terreno interessata dalla propagazione delle onde. In un mezzo
stratificato le onde di Rayleigh sono dispersive, cioè onde con diverse lunghezze d’onda si
propagano con diverse velocità di fase e velocità di gruppo o, detto in maniera equivalente, la
velocità di fase (o di gruppo) apparente delle onde di Rayleigh dipende dalla frequenza di
propagazione, cioè sono onde la cui velocità dipende dalla frequenza.
STRUMENTAZIONE E CONFIGURAZIONE GEOMETRICA UTILIZZATA
La strumentazione utilizzata per l’acquisizione MASW è costituita da un sismografo multicanale
M.A.E. SYSMATRACK , avente le seguenti caratteristiche tecniche:
- Capacità di campionamento dei segnali tra 0.002 e 0.00005 sec;
- Sistema di comunicazione e di trasmissione del “tempo zero” (time break);
- Filtri High Pass e Band Reject;
- “Automatic Gain Control”;
- Convertitore A/D a 24 bit;
- Ricevitori: N.24 geofoni da 4,5 Hz collegati in serie da due cavi di lunghezza 60 m;
- Sorgente impulsiva: mazza battente da 10 Kg con piastra metallica 15x15 cm su cui
battere, da disporre sul terreno.
La configurazione spaziale in sito è equivalente ad un dispositivo geometrico “punto di scoppio-
geofoni". Nella presente indagine geofisica è stato utilizzato il seguente set-up:
N.24 geofoni con spaziatura di 1 metro (Lunghezza tot. stendimento=30 m);
passo di campionatura pari a 1000 Hz, con lunghezza delle tracce sismiche di 2.048 sec;
Punto di “shot” a 5 m.
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ELABORAZIONE DATI MASW
L’analisi MASW può essere ricondotta a quattro fasi :
la prima fase prevede la trasformazione delle serie temporali (Fig.9) nel dominio
frequenza f - numero d’onda K;
Fig. 9 - Sismogramma traccia “Carandini 001”
la seconda fase consiste nell’individuazione delle coppie f-k cui corrispondono i massimi
spettrali d’energia (densità spettrale); essi consentono di risalire alla curva di dispersione
delle onde di Rayleigh nei piani Vfase (m/sec)/frequenza (Hz) e lentezza (s/m)/frequenza
(Hz) (Fig.10);
Fig. 10 - Spettro velocità di fase - frequenza
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la terza fase consiste nel calcolo della curva di dispersione teorica attraverso la
formulazione del profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs, modificando
opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde di taglio Vs e di compressione Vp, la
densità di massa degli strati che costituiscono il modello del suolo (Fig.11);
Fig. 11 – Densità spettrale normalizzata nei piani Velocità di fase apparente/frequenza e Lentezza/frequenza con
individuazione dei massimi, delle curve sperimentali e del picking
la quarta fase consiste nella modifica della curva teorica fino a raggiungere una
sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la
velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di suolo
(Fig.12);
Fig. 12 – Profilo di velocità calcolato
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RISULTATI
Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto sono stati esaminati i dati ottenuti dalla
prospezione MASW. Da tale analisi ed elaborazione (vedi scheda Metodo Masw) si sono ottenuti
i relativi valori di velocità delle onde Vs, per i vari strati individuati, di seguito riassunti:
Risultati
elaborazione
Strato Prof. Spessore Velocità
da (m) a (m) m m/sec
Strato1 0.00 11.70 11.70 266
Strato2 11.70 30.00 18.30 406
Tabella 1 - Definizione dei principali sismostrati e delle relative velocità delle Vs
Ai vari sismo-strati individuati sono stati associati i valori di velocità Vs direttamente misurati,
consentendo di ottenere la Vs30, cioè la velocità media di propagazione delle onde di taglio nei
primi 30 m di sottosuolo, dall’espressione:
i
i
Ni
Vs
hVs
,1
30
30
Dove:
hi=spessore dello strato i-esimo, VSi=velocità onde S nello stato i-esimo, N=n°strati considerati.
A questo punto, alla luce dei dati riportati in Tabella 1 ed in base a quanto previsto dall’art. 3.2.2
NTC 08, “Per le fondazioni superficiali, tale profondità è riferita al piano di imposta delle stesse,
mentre per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali”, si è calcolato il valore di Vs30 sia a
partire dal piano campagna che in considerazione dell’ipotesi di piano di posa fondale a circa -4.0
m e -12.00 m da p.c. (eventuale testa dei pali):
Prospezione MASW Vs30= 337 m/sec (da p.c. a -30 m) CATEGORIA C
Vs30= 358 m/sec (da – 4.0 a – 34.0) CATEGORIA C
Vs30= 400 m/sec (da – 11 a – 41) CATEGORIA B*
* IN CASO DI FONDAZIONI PROFONDE (PALI)
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BREVI CENNI NORMATIVI
Si ricorda che la nuova normativa definisce l’azione sismica di progetto sulla base della zona
sismica di appartenenza del sito e la categoria sismica di suolo su cui sarà realizzata l’opera.
All’interno del territorio nazionale, fino ad oggi sono state individuate 4 zone sismiche,
contraddistinte dal valore ag dell’accelerazione di picco al suolo, normalizzata rispetto
all’accelerazione di gravità (v. Allegato 1 O.P.C.M. n°3274/2003 e successive modifiche). La
classificazione del suolo (Tabella 2) è invece convenzionalmente eseguita sulla base della
velocità media equivalente di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di profondità:
i
i
Ni
Vs
hVs
,1
30
30
dove Vsi e hi sono la velocità delle onde di taglio verticali e lo spessore dello stato i-esimo.
Suolo Descrizione geotecnica Vs30 (m/sec)
A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a
800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore
massimo pari a 3 m
>800
B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana
fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale
miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30
compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero Nspt > di 50 nei terreni a grana grossa e
cu>250 kPa nei terreni a grana fina)
360-800
(Nspt>50)
(Cu>250 KPa)
C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina
mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale
miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30
compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < Nspt < 50 nei terreni a grana grossa e
70<cu<250 kPa nei terreni a grana fina)
180-360
(15<Nspt<50)
70<Cu<250 KPa)
D Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina
scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale
miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 inferiori a
180 m/s (ovvero Nspt<15 nei terreni a grana grossa e cu<70 kPa nei terreni a grana fina)
<180
(Nspt<15)
(Cu<70KPa)
E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di
riferimento (con Vs30 > 800 m/s)
S1 Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10<Cu30<20kPa),
che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza oppure
che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche
<100
(10<Cu<20 Kpa)
S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di
sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti
Tabella 2 - classificazione del tipo di suolo secondo le “Nuove norme tecniche per le costruzioni”
D.M. 14/01/2008 - Tabelle 3.2.II (categorie di suolo) e 3.2.III (categorie di suolo aggiuntive) mod.
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
5.3 PROVE CPT (Prove penetrometriche statiche)
Nell’indagine è stato impiegato un penetrometro statico modello Pagani TG 63 200 kN con punta
meccanica tipo Begemann.
La prova CPT viene normalmente eseguita in tutti i terreni che vanno dalle argille alle sabbie
grossolane; si ricavano in modo diretto alcune grandezze fisiche (pressioni) dalle quali si
possono ricavare elementi per la ricostruzione litostratigrafia e per il calcolo dei principali
parametri geotecnici.
La prova è basata sull’infissione verticale della punta Begemann tramite una doppia batteria di
aste e sulla resistenza che questa oppone alla penetrazione. La spinta viene esercitata da un
pistone idraulico che agisce alternativamente sulla batteria di aste interne e su quella di aste
cave esterne della lunghezza di un metro; all’estremità della batteria è montata la punta conica di
dimensioni e caratteristiche standardizzate che, indipendentemente dalla resistenza opposta dal
terreno, viene infissa alla velocità costante di 20 mm/sec.
Oltre alla misurazione alla punta, lo strumento è costituito da un manicotto di attrito laterale;
vengono così misurate rispettivamente la resistenza alla punta (“Rp” o “qc”) e la resistenza
laterale (“Rl” o “fs”).
La prova è discontinua e le misure di resistenza vengono di norma lette sui manometri della cella
di misura ogni 20 cm di avanzamento.
Più in particolare, ogni 20 cm di avanzamento vengono rilevati:
Rp o qc 1° lettura resistenza all’avanzamento della sola punta in bar
Rl o fs 2° lettura resistenza per attrito laterale locale in bar
In allegato (All. B) sono riportati i tabulati e i grafici dove vengono riportati la profondità (m), il
valore di resistenza alla punta (Rp) ed il valore di attrito laterale specifico (fs) espressi in bar e la
descrizione litologica per ciascun intervallo di lettura.
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
6. CARATTERIZZAZIONE LITOSTRATIGRAFICA E GEOTECNICA
Sulla base delle risultanze derivanti dalle indagini geognostiche effettuate, delle evidenze visive
riscontrate durante il sopralluogo e della consultazione/confronto con dati bibliografici e
geognostici a disposizione, viene qui di seguito riportata la ricostruzione litostratimetrica del
terreno di sedime in oggetto:
INTERV PROF. (m) Comportamento Litotipo prevalente
A0 0.0 – 0.8 - Terreno di riporto di piazzale
B 0.8 – 11.0/12.0 Coesivo Argilla da consistente a molto consistente, con locali intercalazioni limose
mediamente consistenti (B1)
C 11.0/12.0- 17.0 Prev. Coesivo Alternanze di livelli argillosi molto consistenti a media plasticità con livelli
argillosi con inclusi elementi ghiaiosi del diametro massimo di 5-6 cm
Per ogni intervallo considerato sono stati inoltre ricavati i principali parametri geotecnici del
terreno; questi ultimi sono da intendersi come una stima indicativa e cautelativa utile ai fini della
definizione del modello geotecnico:
Str
ato
Peso di
volume
naturale
Coesione
non
drenata
Coesione
drenata
Angolo
d’attrito
Modulo
Edometrico
Modulo
elastico
γ Cu C’ ɸ’ E M
Min-Max Min Max Min Max Min Max
kN/m3 Kg/cm2 Kg/cm2 Deg MPa MPa
A0 - - - - - - - - -
B 18-18.5 1.5 2.0 - - - - 10 15 12 15
B1* 18-18.5 0.8 1.2 - - - - 8 10 8 10
C 19-19.5 1.5 2.0 0.15 27.5 9 12 10 15
* Per quanto riguarda le intercalazioni di livelli limosi all’interno dello strato B, questi sono stati rinvenuti dalla profondità
di -6.50 m a -9.50 m nel sondaggio S.1 e dalla profondità di -5.00 m a -7.50 m nel sondaggio S.2.
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
7. VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA
Secondo la classificazione sismica dell´Emilia-Romagna, Ordinanza del P.C.M. n°3274/2003
(Allegato 1, punto 3 “prima applicazione”) il comune di Scandiano è stato classificato in zona 3,
area a sismicità bassa (vedi Fig.13).
Fig. 13 - Riclassificazione sismica dell’Emilia-Romagna. In rosso l’area di studio.
La pericolosità di base rappresenta l’elemento principale per la definizione delle azioni sismiche
di progetto; essa viene espressa mediante forme spettrali definite su sito di riferimento rigido
orizzontale in funzione dell’accelerazione orizzontale massima del terreno (ag), del valore
massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale (F0) e del periodo
di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale (T*c).
In accordo con la recente normativa antisismica D.M. 14.01.2008 e s.m.i., sono stati ricavati gli
spettri di risposta dell’azione sismica locale, partendo dalle coordinate geografiche del sito in
esame:
Coordinate WGS84: Latitudine: 44,605093 N - Longitudine: 10,664511 E
Coordinate ED50: Latitudine: 44,606035 N - Longitudine: 10,665521 E
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
In base a quanto descritto ed analizzato nel presente studio geologico, è possibile affermare
quanto segue:
è possibile assegnare al sito indagato la categoria topografica T1 definita dalle
NTC2008 “Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media inferiore
od uguale ai 15°”.
In base all’O.P.C.M. n°3274/2003 il comune di Scandiano viene classificato in zona
sismica 3 (zona a bassa sismicità).
La categoria di sottosuolo, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto,
corrisponde al tipo B (Vs30=400 m/sec)
Durante le indagini non è stata intercettata alcuna falda superficiale e/o circolazione idrica
sotterranea. Da una ricerca bibliografica, i pozzi limitrofi registrano un livello statico della
falda ad una profondità di circa -20 m da piano campagna.
La variante al RUE, oggetto di studio, risulta compatibile con le caratteristiche geologiche,
geomorfologiche, sismiche, idrauliche ed idrogeologiche del sito.
Parma, 05/04/2018 Il Geologo
Dott. Paolo Paolini
Relazione geologico-sismica A supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Loc. Pratissolo - Scandiano (RE)
ALLEGATI e TAVOLE
RELAZIONE GEOLOGICO-SISMICA
a supporto della variante al RUE – Acetificio Carandini
Committente: ACETIFICIO CARANDINI EMILIO S.P.A. Cantiere: Via Munari, 2/1 - Loc. Pratissolo, Scandiano (RE)
00 05/04/2018 Allegati e Tavole: Relazione geologico-sismica Geol. P. Paolini -
REV. DATA Descrizione Redazione Approvazione
Allegato A – COLONNA STRATIGRAFICA SONDAGGI S1-S2
Allegato A – COLONNA STRATIGRAFICA SONDAGGI S1-S2
Allegato A – COLONNA STRATIGRAFICA SONDAGGI S1-S2
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
ANALISI PROVE STATICHE CON PENETROMETRO MECCANICO [CPT]
Localita': Pratissolo
Data: 5/07/2017
Passo delle misure = 20.00 cm.
PROVA PENETROMETRICA STATICA n. 1
VALORI DI RESISTENZE MISURATI
z Rp Rl
0.4 104 120
0.6 55 72
0.8 39 63
1.0 35 54
1.2 34 60
1.4 36 67
1.6 37 77
1.8 40 85
2.0 49 96
2.2 53 105
2.4 40 101
2.6 51 96
2.8 67 139
3.0 64 116
3.2 57 138
3.4 56 125
3.6 50 124
3.8 48 113
4.0 49 113
4.2 44 107
4.4 47 111
4.6 44 105
4.8 43 103
5.0 47 102
5.2 45 101
5.4 39 90
5.6 49 100
5.8 47 99
6.0 48 103
6.2 50 105
6.4 37 96
6.6 44 77
6.8 45 85
7.0 48 96
7.2 46 90
7.4 51 87
7.6 46 86
7.8 50 91
8.0 44 88
8.2 54 97
8.4 63 109
8.6 65 127
8.8 67 150
9.0 65 125
z = profondità
Rp = resistenza di punta (bar)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
Rl = resistenza d'attrito (bar)
VALORI CALCOLATI
z Qc Fs Rf L g sv sv' Uo
0.4 10.4 106.7 1.03 Sabbia 20.0 7.8 7.8 0.0
0.6 5.5 113.3 2.06 Sabbia 20.0 11.8 11.8 0.0
0.8 3.9 160.0 4.10 Argilla limosa 18.5 15.5 15.5 0.0
1.0 3.5 126.7 3.62 Argilla limosa 18.5 19.2 19.2 0.0
1.2 3.4 173.3 5.10 Argilla 18.0 22.8 22.8 0.0
1.4 3.6 206.7 5.74 Argilla 18.0 26.4 26.4 0.0
1.6 3.7 266.7 7.21 Argilla 18.0 30.0 30.0 0.0
1.8 4.0 300.0 7.50 Argilla 18.0 33.6 33.6 0.0
2.0 4.9 313.3 6.39 Argilla 18.0 37.2 37.2 0.0
2.2 5.3 346.7 6.54 Argilla 18.0 40.8 40.8 0.0
2.4 4.0 406.7 10.17 Argilla 18.0 44.4 44.4 0.0
2.6 5.1 300.0 5.88 Argilla 18.0 48.0 48.0 0.0
2.8 6.7 480.0 7.16 Argilla 18.0 51.6 51.6 0.0
3.0 6.4 346.7 5.42 Argilla limosa 18.5 55.3 55.3 0.0
3.2 5.7 540.0 9.47 Argilla 18.0 58.9 58.9 0.0
3.4 5.6 460.0 8.21 Argilla 18.0 62.5 62.5 0.0
3.6 5.0 493.3 9.87 Argilla 18.0 66.1 66.1 0.0
3.8 4.8 433.3 9.03 Argilla 18.0 69.7 69.7 0.0
4.0 4.9 426.7 8.71 Argilla 18.0 73.3 73.3 0.0
4.2 4.4 420.0 9.55 Argilla 18.0 76.9 76.9 0.0
4.4 4.7 426.7 9.08 Argilla 18.0 80.5 80.5 0.0
4.6 4.4 406.7 9.24 Argilla 18.0 84.1 84.1 0.0
4.8 4.3 400.0 9.30 Argilla 18.0 87.7 87.7 0.0
5.0 4.7 366.7 7.80 Argilla 18.0 91.3 91.3 0.0
5.2 4.5 373.3 8.30 Argilla 18.0 94.9 94.9 0.0
5.4 3.9 340.0 8.72 Argilla 18.0 98.5 98.5 0.0
5.6 4.9 340.0 6.94 Argilla 18.0 102.1 102.1 0.0
5.8 4.7 346.7 7.38 Argilla 18.0 105.7 105.7 0.0
6.0 4.8 366.7 7.64 Argilla 18.0 109.3 109.3 0.0
6.2 5.0 366.7 7.33 Argilla 18.0 112.9 112.9 0.0
6.4 3.7 393.3 10.63 Argilla 18.0 116.5 116.5 0.0
6.6 4.4 220.0 5.00 Argilla limosa 18.5 120.2 120.2 0.0
6.8 4.5 266.7 5.93 Argilla 18.0 123.8 123.8 0.0
7.0 4.8 320.0 6.67 Argilla 18.0 127.4 127.4 0.0
7.2 4.6 293.3 6.38 Argilla 18.0 131.0 131.0 0.0
7.4 5.1 240.0 4.71 Argilla limosa 18.5 134.7 134.7 0.0
7.6 4.6 266.7 5.80 Argilla 18.0 138.3 138.3 0.0
7.8 5.0 273.3 5.47 Argilla limosa 18.5 142.0 142.0 0.0
8.0 4.4 293.3 6.67 Argilla 18.0 145.6 145.6 0.0
8.2 5.4 286.7 5.31 Argilla limosa 18.5 149.3 149.3 0.0
8.4 6.3 306.7 4.87 Argilla limosa 18.5 153.0 153.0 0.0
8.6 6.5 413.3 6.36 Argilla 18.0 156.6 156.6 0.0
8.8 6.7 553.3 8.26 Argilla 18.0 160.2 160.2 0.0
9.0 6.5 400.0 6.15 Argilla 18.0 163.8 163.8 0.0
z = profondità (m)
Qc = resistenza alla punta (MPa)
Fs = resistenza d'attrito (kPa)
Rf = rapporto delle resistenza (%)
L = litologia (criterio di Schmertmann, 1976)
g = peso di volume (kN/mc)
sv = tensione litostatica totale (kPa)
sv' = tensione litostatica effettiva (kPa)
Uo = pressione nei pori (kPa)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
ANALISI PROVE STATICHE CON PENETROMETRO MECCANICO [CPT]
Localita': Pratissolo
Data: 5/07/2017
Passo delle misure = 20.00 cm.
PROVA PENETROMETRICA STATICA n. 2
VALORI DI RESISTENZE MISURATI
z Rp Rl
0.4 22 37
0.6 49 79
0.8 59 101
1.0 55 99
1.2 135 154
1.4 64 140
1.6 52 87
1.8 52 103
2.0 25 77
2.2 25 66
2.4 30 68
2.6 43 94
2.8 35 95
3.0 33 93
3.2 35 86
3.4 41 89
3.6 43 101
3.8 45 107
4.0 46 105
4.2 49 104
4.4 52 105
4.6 53 105
4.8 55 111
5.0 55 112
5.2 57 121
5.4 53 107
5.6 67 113
5.8 53 108
6.0 49 100
6.2 47 98
6.4 48 95
6.6 41 89
6.8 34 74
7.0 36 70
7.2 47 73
7.4 44 82
7.6 49 90
7.8 110 220
8.0 45 97
8.2 42 88
8.4 45 79
8.6 45 80
8.8 42 89
9.0 45 89
z = profondità
Rp = resistenza di punta (bar)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
Rl = resistenza d'attrito (bar)
VALORI CALCOLATI
z Qc Fs Rf L g sv sv' Uo
0.4 2.2 100.0 4.55 Argilla 18.0 7.4 7.4 0.0
0.6 4.9 200.0 4.08 Argilla limosa 18.5 11.1 11.1 0.0
0.8 5.9 280.0 4.75 Argilla limosa 18.5 14.8 14.8 0.0
1.0 5.5 293.3 5.33 Argilla limosa 18.5 18.5 18.5 0.0
1.2 13.5 126.7 0.94 Sabbia 20.0 22.5 22.5 0.0
1.4 6.4 506.7 7.92 Argilla 18.0 26.1 26.1 0.0
1.6 5.2 233.3 4.49 Argilla limosa 18.5 29.8 29.8 0.0
1.8 5.2 340.0 6.54 Argilla 18.0 33.4 33.4 0.0
2.0 2.5 346.7 13.87 Argilla 18.0 37.0 37.0 0.0
2.2 2.5 273.3 10.93 Torba 17.5 40.5 40.5 0.0
2.4 3.0 253.3 8.44 Argilla 18.0 44.1 44.1 0.0
2.6 4.3 340.0 7.91 Argilla 18.0 47.7 47.7 0.0
2.8 3.5 400.0 11.43 Argilla 18.0 51.3 51.3 0.0
3.0 3.3 400.0 12.12 Argilla 18.0 54.9 54.9 0.0
3.2 3.5 340.0 9.71 Argilla 18.0 58.5 58.5 0.0
3.4 4.1 320.0 7.80 Argilla 18.0 62.1 62.1 0.0
3.6 4.3 386.7 8.99 Argilla 18.0 65.7 65.7 0.0
3.8 4.5 413.3 9.19 Argilla 18.0 69.3 69.3 0.0
4.0 4.6 393.3 8.55 Argilla 18.0 72.9 72.9 0.0
4.2 4.9 366.7 7.48 Argilla 18.0 76.5 76.5 0.0
4.4 5.2 353.3 6.79 Argilla 18.0 80.1 80.1 0.0
4.6 5.3 346.7 6.54 Argilla 18.0 83.7 83.7 0.0
4.8 5.5 373.3 6.79 Argilla 18.0 87.3 87.3 0.0
5.0 5.5 380.0 6.91 Argilla 18.0 90.9 90.9 0.0
5.2 5.7 426.7 7.49 Argilla 18.0 94.5 94.5 0.0
5.4 5.3 360.0 6.79 Argilla 18.0 98.1 98.1 0.0
5.6 6.7 306.7 4.58 Argilla limosa 18.5 101.8 101.8 0.0
5.8 5.3 366.7 6.92 Argilla 18.0 105.4 105.4 0.0
6.0 4.9 340.0 6.94 Argilla 18.0 109.0 109.0 0.0
6.2 4.7 340.0 7.23 Argilla 18.0 112.6 112.6 0.0
6.4 4.8 313.3 6.53 Argilla 18.0 116.2 116.2 0.0
6.6 4.1 320.0 7.80 Argilla 18.0 119.8 119.8 0.0
6.8 3.4 266.7 7.84 Argilla 18.0 123.4 123.4 0.0
7.0 3.6 226.7 6.30 Argilla 18.0 127.0 127.0 0.0
7.2 4.7 173.3 3.69 Argilla limosa 18.5 130.7 130.7 0.0
7.4 4.4 253.3 5.76 Argilla 18.0 134.3 134.3 0.0
7.6 4.9 273.3 5.58 Argilla limosa 18.5 138.0 138.0 0.0
7.8 11.0 733.3 6.67 Argilla limosa 18.5 141.7 141.7 0.0
8.0 4.5 346.7 7.70 Argilla 18.0 145.3 145.3 0.0
8.2 4.2 306.7 7.30 Argilla 18.0 148.9 148.9 0.0
8.4 4.5 226.7 5.04 Argilla limosa 18.5 152.6 152.6 0.0
8.6 4.5 233.3 5.19 Argilla limosa 18.5 156.3 156.3 0.0
8.8 4.2 313.3 7.46 Argilla 18.0 159.9 159.9 0.0
9.0 4.5 293.3 6.52 Argilla 18.0 163.5 163.5 0.0
z = profondità (m)
Qc = resistenza alla punta (MPa)
Fs = resistenza d'attrito (kPa)
Rf = rapporto delle resistenza (%)
L = litologia (criterio di Schmertmann, 1976)
g = peso di volume (kN/mc)
sv = tensione litostatica totale (kPa)
sv' = tensione litostatica effettiva (kPa)
Uo = pressione nei pori (kPa)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
ANALISI PROVE STATICHE CON PENETROMETRO MECCANICO [CPT]
Localita': Pratissolo
Data: 5/07/2017
Passo delle misure = 20.00 cm.
PROVA PENETROMETRICA STATICA n. 3
VALORI DI RESISTENZE MISURATI
z Rp Rl
0.4 29 47
0.6 107 130
0.8 99 135
1.0 59 89
1.2 46 87
1.4 48 94
1.6 35 84
1.8 39 86
2.0 44 80
2.2 45 110
2.4 51 108
2.6 46 112
2.8 37 92
3.0 39 88
3.2 33 91
3.4 42 92
3.6 51 102
3.8 54 117
4.0 56 127
4.2 70 123
4.4 65 134
4.6 60 133
4.8 54 122
5.0 48 110
5.2 40 93
5.4 45 91
5.6 41 84
5.8 42 87
6.0 29 72
6.2 120 250
6.4 36 90
6.6 34 75
6.8 45 83
7.0 46 83
7.2 38 82
7.4 101 143
7.6 25 56
7.8 250 299
z = profondità
Rp = resistenza di punta (bar)
Rl = resistenza d'attrito (bar)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
VALORI CALCOLATI
z Qc Fs Rf L g sv sv' Uo
0.4 2.9 120.0 4.14 Argilla limosa 18.5 7.5 7.5 0.0
0.6 10.7 153.3 1.43 Sabbia 20.0 11.5 11.5 0.0
0.8 9.9 240.0 2.42 Sabbia limosa 19.5 15.4 15.4 0.0
1.0 5.9 200.0 3.39 Sabbia limosa 19.5 19.3 19.3 0.0
1.2 4.6 273.3 5.94 Argilla 18.0 22.9 22.9 0.0
1.4 4.8 306.7 6.39 Argilla 18.0 26.5 26.5 0.0
1.6 3.5 326.7 9.33 Argilla 18.0 30.1 30.1 0.0
1.8 3.9 313.3 8.03 Argilla 18.0 33.7 33.7 0.0
2.0 4.4 240.0 5.45 Argilla 18.0 37.3 37.3 0.0
2.2 4.5 433.3 9.63 Argilla 18.0 40.9 40.9 0.0
2.4 5.1 380.0 7.45 Argilla 18.0 44.5 44.5 0.0
2.6 4.6 440.0 9.57 Argilla 18.0 48.1 48.1 0.0
2.8 3.7 366.7 9.91 Argilla 18.0 51.7 51.7 0.0
3.0 3.9 326.7 8.38 Argilla 18.0 55.3 55.3 0.0
3.2 3.3 386.7 11.72 Argilla 18.0 58.9 58.9 0.0
3.4 4.2 333.3 7.94 Argilla 18.0 62.5 62.5 0.0
3.6 5.1 340.0 6.67 Argilla 18.0 66.1 66.1 0.0
3.8 5.4 420.0 7.78 Argilla 18.0 69.7 69.7 0.0
4.0 5.6 473.3 8.45 Argilla 18.0 73.3 73.3 0.0
4.2 7.0 353.3 5.05 Argilla limosa 18.5 77.0 77.0 0.0
4.4 6.5 460.0 7.08 Argilla 18.0 80.6 80.6 0.0
4.6 6.0 486.7 8.11 Argilla 18.0 84.2 84.2 0.0
4.8 5.4 453.3 8.40 Argilla 18.0 87.8 87.8 0.0
5.0 4.8 413.3 8.61 Argilla 18.0 91.4 91.4 0.0
5.2 4.0 353.3 8.83 Argilla 18.0 95.0 95.0 0.0
5.4 4.5 306.7 6.81 Argilla 18.0 98.6 98.6 0.0
5.6 4.1 286.7 6.99 Argilla 18.0 102.2 102.2 0.0
5.8 4.2 300.0 7.14 Argilla 18.0 105.8 105.8 0.0
6.0 2.9 286.7 9.89 Argilla 18.0 109.4 109.4 0.0
6.2 12.0 866.7 7.22 Argilla limosa 18.5 113.1 113.1 0.0
6.4 3.6 360.0 10.00 Argilla 18.0 116.7 116.7 0.0
6.6 3.4 273.3 8.04 Argilla 18.0 120.3 120.3 0.0
6.8 4.5 253.3 5.63 Argilla 18.0 123.9 123.9 0.0
7.0 4.6 246.7 5.36 Argilla limosa 18.5 127.6 127.6 0.0
7.2 3.8 293.3 7.72 Argilla 18.0 131.2 131.2 0.0
7.4 10.1 280.0 2.77 Sabbia limosa 19.5 135.1 135.1 0.0
7.6 2.5 206.7 8.27 Argilla 18.0 138.7 138.7 0.0
7.8 25.0 326.7 1.31 Sabbia 20.0 142.7 142.7 0.0
z = profondità (m)
Qc = resistenza alla punta (MPa)
Fs = resistenza d'attrito (kPa)
Rf = rapporto delle resistenza (%)
L = litologia (criterio di Schmertmann, 1976)
g = peso di volume (kN/mc)
sv = tensione litostatica totale (kPa)
sv' = tensione litostatica effettiva (kPa)
Uo = pressione nei pori (kPa)
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
CORRELAZIONE GEOTECNICHE
Allegato B – Report e dati tabellari delle prove penetrometriche
Resistenza al taglio in condizioni non drenate La resistenza al taglio non drenata (cu) è stata determinata, dall’interpretazione delle prove penetrometriche statiche CPT, mediante la seguente equazione (Baligh e Campanella, 1975):
ove il valore della Cu è espresso nell’unità di misura della qc. e assumendo NK=20 (valore comunementeaccettato in bibliografia per terreni con simili della pianura parmense e verificato anche dallo scrivente, mediante confronto con dati geotecnici di laboratorio). Modulo edometrico:Il modulo di deformazione confinato (Eed) è stato ricavato dai valori di resistenza alla punta qc ottenuti dalle prove penetrometriche statiche, in accordo alla correlazione di Mitchell e Gardner (1975). Il modulo edometrico si ottiene utilizzando la seguente espressione:
dove i valori di α sono riportati nella Tab. 1 (wn = umidità naturale espressa in percentuale).
Resistenza al taglio in condizioni drenate L’angolo di resistenza al taglio (φ′) è stimato a partire dai valori dei colpi NSPT, in base alla formula pro< <posta da Shioi e Fukuni (1982):
I valori di NSPT sono ricavati partendo dal valore della resistenza alla punta delle prove CPT, tramite la correlazione empirica NSPT = Rp/4.5 (Robertson et al., 1983).
Allegato C – Scheda MASW
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
Allegato D – Rapporti di prova: Prove di laboratorio su campione indisturbato
TAVOLA I – Inquadramento territoriale
(SCALA MODIFICATA RISPETTO ALL’ORIGINALE)
N
TAVOLA II – Cartografia geologica Stralcio Sezione n° 200160 “Albinea”
Unità di Niviano Area di studio (SCALA MODIFICATA RISPETTO ALL’ORIGINALE)
N
TAVOLA III – Ubicazione delle indagini geognostiche
STENDIMENTO GEOFISICO DI TIPO MASW (SISMICA ATTIVA)
SONDAGGI A CAROTAGGIO CONTINUO (CON SPT IN FORO)
PROVE PENETROMETRICHE
STATICHE
50 metri
TAVOLA IV – Documentazione fotografica