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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Lunedì 13 febbraio 2017 www.asl2abruzzo.it facebook.com/asl2abruzzo (clicca su MI PIACE per ricevere gli aggiornamenti) twitter.com/asl2abruzzo

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

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CHIETI Domenica, 12 febbraio 2017

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Venerdì, 10 febbraio 2017

Esami superati per i reparti di ''eccellenza'' del Presidio Ospedaliero di Ortona.

La Sanità che funziona! I dati dell'Agenzia Regionale Sanitaria confermano

la buona sanità del nosocomio ortonese di Tommaso Tucci

La Regione Abruzzo promuove la sanità del Presidio Ospedaliero di Ortona. L'Agenzia Regionale Sanitaria esamina i dati delle prestazioni chirurgiche, effettuate nei primi 10 mesi del 2016, e li mette a confronto con le attività svolte nell'annualità 2015. Il risultato delle analisi sottolinea la tendenza dell'Ospedale ortonese alla vocazione chirurgica. Nella chirurgia del primario Pierluigi Di Sebastiano, si registra una lieve diminuizione dei ricoveri ordinari e in Day Hospital. Appare invece buona, la performance riguardo i ricoveri per colecistectomia laporascopica, entro i 3 giorni

di degenza. Un risultato che esalta l'ottima organizzazione del reparto, che supera gli standard al livello nazionale di quasi 8 punti percentuali superiori allle norme previste nel Decreto Legge Lorenzin. I 297 interventi per neoplasia maligna di mastelctomia sono prestazioni di altissimo livello. I ricoveri ordinari nel reparto di Ortopedia passano dai 127 effettuati nell'annualità 2015 ai 155 [ primi 10 mesi 2016]. Un trend in ascesa. Aumento di ricoveri anche in Otorino-Laringoiatria: 127 [ anno 2015] a 155 [ primi 10 mesi 2016], con una

diminuizione moderata di ricoveri inappropriati. Buone notizie anche in Ginecologia Oncologica diretta dal prof. Francesco Fanfani, dove si registra un aumento quantitativo e qualitativo degli interventi, che nei primi 10 mesi dell'anno 2016 ne ha prodotto 271 a confronto dei 65 interventi nell'annualità 2015. L'Ospedale di Ortona, negli ultimi anni, ha subito una serie di penalizzazioni, riduzioni posti letto e chiusura del Punto Nascita. La Riforma Sanitaria Regionale ha trasformato la struttura ortonese in luogo di cura specializzato in alcune discipline chirurgiche e mediche. Il fiore all'occhiello "Senelogia" poi, fa da traino all'immagine positiva. La città di Ortona, fiera dei risultati eccellenti emanati dalla regione, attende con ansia l'esito del ricorso al Capo dello Stato, da parte del Comitato Regionale a difesa dei Pronto Soccorso e dei Punti Nascita e spera che il Pronto Soccorso del "Gaetano Bernabeo" rimanga in attività, h 24.

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TERAMO Sabato, 11 febbraio 2017

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TERAMO Domenica, 12 febbraio 2017

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GIULIANOVA Lunedì, 13 febbraio 2017

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ABRUZZO Sabato, 11 febbraio 2017

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Sabato, 11 febbraio 2017

ANSA/ Sanità: Ministero, nessun rischio per i nuovi Lea 'Il decreto ha adeguata copertura finanziaria' (ANSA) - ROMA, 11 FEB - Non c'è alcun rischio per i Livelli essenziali di assistenza (Lea): la copertura finanziaria è adeguata. Ad assicurarlo è il ministero della Salute dopo le polemiche degli ultimi giorni a proposito delle "conseguenze negative sul Fondo Sanitario Nazionale della recente intesa raggiunta dalle regioni a statuto ordinario per allocare gli effetti finanziari di precedenti manovre di finanza pubblica". Per il dicastero "è una non notizia la recente scelta delle Regioni a statuto ordinario di sobbarcarsi quella parte di manovra prevista dalla legge di Stabilità 2016 che gravava esclusivamente sulle regioni a statuto speciale" in quanto "contenuta in una Intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni oltre un anno fa, segnatamente in data 11 febbraio 2016". Le regioni a statuto speciale, ricorda il ministero, "avrebbero dovuto concludere specifici accordi con il Governo per contribuire alla manovra, ma avendo scelto di non chiudere tali accordi e di ricorrere alla Corte costituzionale avverso le disposizioni della legge di stabilita', hanno di fatto determinato un supplemento di manovra a carico delle regioni ordinarie". Per l'imminente entrata a regime dei nuovi Lea e dei nuovi Nomenclatori protesici, il ministero ricorda inoltre che "sono stati vincolati con legge 800 milioni di euro per anno e che il Fondo Sanitario Nazionale nel 2017 è stato aumentato di 2 miliardi di euro e nel 2018 di un ulteriore miliardo di euro". Quindi, "come risulta evidente dalla bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato e dalla avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti, il decreto" sui nuovi Lea e i nuovi Nomenclatori protesici ha adeguata copertura finanziaria. Con l'imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto si potrà pertanto finalmente aprire una nuova era per tutti gli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale". A definire "inaccettabile" i tagli di 422 milioni di euro al fondo sanitario nazionale per il 2017 "di cui dovranno farsi carico le regioni ordinarie è stato oggi il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR/Direzione Italia), componente della Commissione Sanità parlando di "cronaca della morte annunciata dei nuovi Lea". Preoccupati anche i parlamentari M5S delle Commissioni Salute di Camera e Senato che chiedono un intervento del Governo: "Non è più tollerabile che il governo faccia cassa sulla pelle dei malati, la Lorenzin si attivi per impedire questo nuovo schiaffo alle regioni e ai cittadini".(ANSA). DR 11-FEB-17 20:45

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Domenica, 12 febbraio 2017

Sanità: Garavaglia (Regioni), nota Ministero conferma taglio (ANSA) - ROMA, 12 FEB - "La nota laconica del Ministero della Salute conferma il taglio al fondo sanitario di 422 milioni": è la replica del Coordinatore del Comitato di Settore Sanità in Conferenza Regioni e coordinatore degli assessori al bilancio, Massimo Garavaglia, alla nota del ministero della Salute di ieri sera in cui si ribadiva che sulle spese di manovra c'è l'accordo tra Stato e Regioni. "Del resto - rileva al riguardo Garavaglia - il ministero della Salute non poteva fare diversamente. Ora è evidente che l'incremento del fondo sanitario nel 2017 è di fatto annullato considerando il miliardo dei farmaci innovativi, i 400 milioni del contratto e la tegola dei 422 milioni che le Regioni speciali hanno caricato sulle ordinarie. E' evidente anche che l'avvio dei nuovi Lea risulta difficoltoso poiché non ci sono i famosi 800 milioni aggiuntivi". Secondo Garavaglia "il governo però ha la possibilità di risolvere questo pasticcio. Gli diamo questo semplice suggerimento: si faccia carico degli oneri del contratto direttamente, senza farli ricadere sul fondo sanitario e almeno si dà la possibilità di avviare il percorso di questi benedetti nuovi Lea". (ANSA). AB-COM 12-FEB-17 15:42 NNNN

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Venerdì, 10 febbraio 2017

Oss con Formazione Complementare. Migep: “Corsi regionali da bloccare”

10 FEB - “Chiediamo al ministero della Salute se intende porre in essere azioni concrete verso le regioni a far sospendere i corsi da Operatore Socio Sanitario con Formazione Complementare nell’assistenza sanitaria (Ossfc) poiché si corre il rischio di lasciare il potere decisionale su ruolo, competenze e qualificazione del personale Ossfc alle Regioni e agli enti formativi senza un serio controllo della loro qualità, dove si continua a legalizzare una formazione a libero mercato in uno “strumento” speculativo (oltre 20 mila Ossfc formati e disoccupati) in una formazione di una figura diventata vecchia, obsoleta e superata di cui gli e stato attribuito un mansionario vecchio di 30 anni. Ponendo, dunque, fine a ogni forma di speculazione e truffe”. A sollevare la questione, in una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è la Federazione Migep, evidenziando come “allo stato attuale, sulla formazione si sono evidenziate problematiche quali la disomogeneità della formazione nel territorio nazionale sull’Oss e in particolare per l’Oss con formazione complementare, poiché alcune regioni hanno sviluppato una formazione di libero mercato senza controlli e senza il reale fabbisogno”. “L’Accordo tra il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano – spiega Angelo Minghetti, segretario nazionale del Migep -, disciplina la formazione dell’Operatore Socio Sanitario (Oss) e Operatore Socio Sanitario con Formazione Complementare nell’assistenza sanitaria (Ossfc), ciò al fine di consentire di collaborare con l’infermiere o con l’ostetrica e di svolgere alcune attività in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza per far fronte alle crescenti esigenze nell’assistenza sanitaria”. “Sostanzialmente – osserva Minghetti - l’Ossfc non dovrebbe essere considerato come una nuova figura sanitaria perché si tratta di un Oss con un ampliamento del proprio campo di attività a un’area al quanto delicata sulla somministrazione della terapia”. Per Minghetti, tuttavia, “l’inserimento di questa nuova figura presenta elementi di criticità nell’ambito dell’équipe assistenziale in quanto costringe, in molti casi, a un ripensamento dell’operatività. Infatti, non è un operatore parificato all’Infermiere. Quindi sarebbe importante prevedere una figura con più avanzate attribuzioni, in un sistema formativo sanitario definendo con chiarezza competenze e responsabilità tracciando un profilo più completo e in grado quindi di poter cooperare in maniera più incisiva e determinante con gli altri professionisti della salute”. Per consentire un’integrazione ottimale tra la figura dell’infermiere e quella di un’eventuale nuova figura in ambito sanitario che superi le criticità appena illustrate, per Minghetti sarebbe, necessario “implementare un’organizzazione del lavoro non più secondo il modello tradizionale funzionale o per compiti ancora ampiamente diffuso, ma secondo un modello per obiettivi”. Ecco allora che emerge “la necessità di avere un sistema decisionale basato su criteri standardizzati per consentire la valutazione accurata di una figura nuova definendone le attività attribuibili e il contesto di collocazione per ridurre il più possibile il rischio connesso con l’attribuzione di compiti delicati non propri dell’Ossfc”. “È opportuno a questo punto soffermarsi sul concetto di ‘formazione’, ‘qualità’, ‘processo terapeutico’”, afferma Minghetti. Spiegando che “durante i lavori del tavolo tecnico è emerso che alcune Regioni continuano a formare detta figura. Inoltre si sta diffondendo sempre più un dibattito con le istituzioni sul ridisegnare il rapporto fra oss e infermiere, fra oss e ostetrica, fra oss e fisioterapista, su competenze, funzioni nell’organizzazione del lavoro, nel rivedere la formazione dell’oss anche sul fatto che molte regioni stanno improntando la formazione attraverso scuole statali di tipo sociale senza che questi operatori abbia uno sbocco lavorativo. Bisognerebbe individuare una sede unitaria statale di formazione, concordando tempi, teoria, tirocinio prevedendo un ulteriore tavolo tecnico. La suddetta problematica è stata portata all’attenzione della politica e di conseguenza ha dato via a una serie di riflessioni sviluppando un approfondito confronto”. Il Mef, riferisce il segretario del Migep, “su questo tema ha posto una riflessione su come si possa conciliare in sede di contrattazione collettiva nazionale. A livello politico viene discusso le nuove competenze dell’infermiere. Gli oss sono in attesa di un tavolo tecnico per rivalutare le proprie funzioni operative”. “Rimane necessario, quindi, stabilire quale sia il nuovo ruolo dell’Oss, in una profonda revisione dei compiti, e quello dell’Ossfc”, ribadisce Minghetti, evidenziando come “nella formazione dell’Ossfc manca uno “strumento” che preveda un percorso che riguarda la conoscenza delle patologie, l’insegnamento della farmacologia e dell’anatomia, manca la valutazione nel contesto operativo, le attribuzioni nell’attività, inoltre si ha la perdita nella relazione con il paziente”

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Sabato, 11 febbraio 2017

Sanita': Lorenzin, salute e' baluardo democrazia e civiltà Messaggio ministro per la giornata del malato (ANSA) - ROMA, 11 FEB - La salute come valore sociale e culturale, di solidarieta' e democrazia: per la Giornata Mondiale del Malato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un messaggio traccia una riflessione sul rapporto tra persona e malattia. Lorenzin sottolinea gli aspetti critici, come le differenze di trattamento dei pazienti a livello regionali. ''Bisogna cercare di far comprendere anche a chi non è del settore la complessità del SSN, che è necessario fare uno sforzo superando logiche ragionieristiche e rimettendo il malato al centro della nostra politica, perché è lui il protagonista, quello che conta. In questo contesto dobbiamo ricordare e ritrovare le nostre radici culturali, il senso dell'universalismo e il solidarismo di cui ritroviamo quotidiane testimonianze nella generosa opera dei volontari o di quegli operatori che troppo spesso lavorano in condizioni critiche. Al contempo occorre riprendere un percorso culturale che faccia perno sulla dignità del paziente, perché la malattia non definisce ciò che noi siamo, ma è una fase della nostra vita che incide sulla nostra esistenza e sulle persone che stanno intorno a noi. Ma spesso, come dicevo, di tutto ciò ce ne dimentichiamo. E penso a quando emarginiamo i malati, quando abbiamo paura della malattia, quando pensiamo per esempio che una persona con una malattia degenerativa non possa assumere responsabilità. Ogni volta che ci fermiamo a guardare solo il corpo e non l'uomo in sé''. ''Ribadisco, invertire questa rotta è la nostra missione'' aggiunge Lorenzin che ricorda lo sforzo fatto con i nuovi Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza che, finalmente, dopo venti anni, sono stati aggiornati. Ma non c'è solo l'Italia. ''Oggi è la Giornata mondiale del malato e per questo dobbiamo ricordarci sempre che malattie che possono sembrarci non critiche come l'influenza o che sono facilmente curabili, in gran parte del mondo - conclude Lorenzin - possono causare la morte, ed è per questo che è fondamentale lavorare per costruire una rete assistenziale efficace anche nei luoghi più disagiati''.(ANSA). BR 11-FEB-17 17:41

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Domenica, 12 febbraio 2017

ANSA/ Nel mondo sempre più virus e batteri, colpa attività uomo Solo in Europa 18 scoperti in ultimi 20 anni (ANSA) - ROMA, 12 FEB - Come se non bastassero virus e batteri conosciuti, dal morbillo a Ebola, a turbare i sonni alla già lunga lista dei patogeni si aggiunge ogni anno qualche nuovo esemplare, con una tendenza in aumento negli ultimi anni. Dagli anni '60 a oggi, affermano i dati della EcoHealth Alliance, una Ong specializzata in prevenzione, rielaborati per uno speciale del sito della radio pubblica Usa Npr, le nuove malattie sono quadruplicate, e il fenomeno riguarda tutto il mondo. Solo nelle ultime due decadi, sottolineano gli esperti, più di una dozzina di nuovi virus e batteri capaci di provocare malattie nell'uomo sono stati scoperti in Nord America, mentre l'Asia ne ha avuti 17, l'Africa 7 e l'Europa almeno 18, con qualche caso anche in Italia. Il nostro paese ad esempio ha avuto il primo paziente al mondo colpito da babesiosi, una infezione trasmessa da un protozoo nel 1998. Oltre a patogeni interamente nuovi, che finora fortunatamente hanno fatto pochi casi, la lista comprende quelli che ritornano dopo essere stati in teoria debellati, come quello che causa la peste che è ricomparso negli Usa, o quelli che si espandono in territori nuovi, o che sono ceppi più aggressivi e pericolosi. Da una parte a causare il boom sono i metodi sempre più sofisticati per scovare e caratterizzare i virus, spiega Barbara Han del Cary Institute of Ecosystem Studies, ma questa non è la sola ragione. "Non ci sarà mai un modo perfetto per tenere conto delle differenze nei campionamenti e nelle analisi - spiega -, ma anche se cerchiamo di compensare con il maggior numero di informazioni a disposizione oggi, continuiamo a trovare un aumento delle malattie. I dati sono molto convincenti". A causare il fenomeno, sottolineano gli esperti, sono soprattutto le attività umane, che fanno sì ad esempio che virus e batteri prima inaccessibili vengano in contatto con l'uomo o che i loro vettori trovino nuovi habitat. Nonostante la possibilità che da uno di questi microrganismi si sviluppi una epidemia come quella di Ebola o di Zika sia tutt'altro che remota, il mondo è ancora largamente impreparato. Lo scrivono su Bmj gli esperti della Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, che hanno esaminato i vari passi compiuti dalle istituzioni internazionali proprio dopo l'epidemia di Ebola. "Abbiamo visto un consenso ragguardevole su cosa sia andato storto nella risposta a Ebola e su cosa abbiamo bisogno per correggere le mancanze - scrivono -, ma ciò che è stato fatto non è lontanamente sufficiente".(ANSA). Y91-DR 12-FEB-17 14:27

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Sabato, 11 febbraio 2017

ANSA/ La battaglia degli epilettici, 'riconoscere guarigione' Associazione chiede esame pdl; il 13 la Giornata mondiale (di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 11 FEB - Una lettera ai parlamentari della commissione Affari sociali della Camera, con la richiesta di avviare al più presto l'esame della proposta di legge che ha come obiettivo il "pieno riconoscimento della guarigione dalla epilessia". Ad inviarla è l'Associazione italiana contro l'epilessia (Aice) che, con questo gesto concreto, accende i riflettori sulla Giornata mondiale dedicata alla malattia, che si celebra il 13 febbraio. Un modo per ricordare che le persone con epilessia sono ancora, spesso, vittime di pregiudizi ingiustificati, contro cui la conoscenza è l'unica vera arma. Sono 65 mln nel mondo, 8 mln in Europa e 500 mila in Italia le persone affette da epilessia, una delle malattie neurologiche più frequenti. Varie, denuncia l'Aice, le difficoltà che questi pazienti devono affrontare, a partire dalla burocrazia: "Con la lettera chiediamo l'avvio dell'esame della proposta di legge 1498 e ci batteremo fino all'ultimo per il pieno riconoscimento della guarigione da epilessia", afferma il presidente Aice Giovanni Battista Pesce. In Italia, spiega, "è riconosciuta come malattia sociale dal 1965. Oggi si considera guarito chi non ha crisi da dieci anni, ma con l'approvazione della proposta di legge ci sarebbe il riconoscimento della guarigione a fronte della certificazione specialistica, ovvero quando il medico lo certifica, e non dopo 10 anni di assenza di crisi come periodo 'standard'. Questo perchè alcune forme di epilessia possono guarire in modo spontaneo e chiaramente diagnosticabile anche in un arco di tempo inferiore ai 10 anni, o all'età della maturazione sessuale. Inoltre, ci sarebbe il riconoscimento per le persone con epilessie farmacoresistenti di almeno il 46% d'invalidità, per poter accedere al collocamento mirato al lavoro". Infatti, è il 'paradosso' segnalato dall'Aice, "mentre da una parte a seguito di una crisi si perde l'idoneità alla guida e sul lavoro spesso si verificano discriminazioni, dall'altra non si ha il minimo riconoscimento di una percentuale d'invalidità che possa far accedere alle agevolazioni per il lavoro e la mobilità". Chiaro il messaggio che l'associazione vuole lanciare: "Lamentarsi della discriminazione senza rimuoverne le cause è demagogico". Insomma, "la parola d'ordine - afferma Clementina Boniver, neurologa ed epilettologa presso l'Azienda Ospedaliera Università di Padova, in occasione di un convegno organizzato oggi dall'Aice Veneto - è 'uscire dall'ombra', ma la strada da percorrere è ancora lunga. La diagnosi di epilessia continua infatti ad avere un impatto emotivo spesso sproporzionato alla reale gravità del problema". Ma è quando non c'è conoscenza che si genera la paura: "La gente deve sapere che l'epilessia è una malattia curabile - afferma - e quindi compatibile con una vita normale nel 70% dei casi. Anche se purtroppo rimane ancora una quota di pazienti farmacoresistenti, un terzo, nonostante siano stati commercializzati negli ultimi anni nuovi farmaci e vi siano nuove strategie terapeutiche". Altra priorità è sensibilizzare il mondo della scuola, dal momento che sono i bambini i più colpiti e nei due terzi dei casi l'epilessia si manifesta prima della pubertà. Per questo, il 13 febbraio l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma organizza un incontro per insegnare agli operatori scolastici a gestire una crisi convulsiva in classe. Più di 50 gli istituti invitati. Titolo dell'iniziativa, 'La scuola non ha paura delle crisi'. (ANSA). CR/BR 11-FEB-17 13:39

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