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RASSEGNA STAMPA 02 oobre 2013 Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 7 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 13 Prime Pagine 18 Sommario:

RASSEGNA STAMPA - Fidas Basilicata · FPDS Rosita Orlandi – “è per questo che ogni anno dedichiamo la Giornata Nazionale FIDAS ai nostri donatori, dando una voce e un volto a

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Page 1: RASSEGNA STAMPA - Fidas Basilicata · FPDS Rosita Orlandi – “è per questo che ogni anno dedichiamo la Giornata Nazionale FIDAS ai nostri donatori, dando una voce e un volto a

RASSEGNA STAMPA

02 ottobre 2013

Rassegna Associativa 2

Rassegna Sangue e Emoderivati 7

Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 13

Prime Pagine 18

Sommario:

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Rassegna associativa FIDAS

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IL MESSAGGERO VENETO L’Afds a congresso Festa a San Giorgio nel segno del dono

Quest’anno sarà il comune di San Giorgio della Richinvelda ad ospitare l’annuale congresso provinciale dell’Associazione friulana donatori di san-gue. I lavori si inseriscono nel programma dei festeggiamenti per i cin-quant’anni di costituzione della sezione Afds sangiorgina, celebrati alla presenza dei rappresentati delle sezioni che fanno capo alla sede provin-ciale di Spilimbergo. Sarà l’occasione per fare il punto delle attività e dei risultati raggiunti nella promozione del dono del sangue e per riconoscere il merito ai donatori che si sono maggiormente distinti quanto a donazioni. Intenso il programma della giornata; alle 8.30 il ritrovo nella sede Ana di San Giorgio, alle 9.30 partirà il corteo lungo le vie del paese accompagna-to dalla banda di Valeriano; alle 10 messa nella parrocchiale, alle 11 ci si dirigerà alla biblioteca, dove sarà inaugurato il monumento realizzato per il cinquantenario della sezione. Alle 11.30, nella palestra, il congresso con la consegna, secondo tradizione, dei riconoscimenti. A conclusione il pranzo sociale al campo sportivo, previsto alle 13. Quest’anno saranno in totale 671 i donatori premiati in base al numero di donazioni raggiunte: uno con la Goccia d’oro con rubino (150 donazioni per gli uomini e 120 per le don-ne), uno con la Goccia d’oro con smeraldo (125 e 100), 4 con la Goccia d’oro (100 e 80), 6 con il Pellicano d'oro (80 e 65), 28 con il Pellicano d’ar-gento (65 e 50), 65 con il distintivo d’oro (50 e 40), 122 con il distintivo d’argento (35 e 25), 177 con il distintivo di bronzo (20 e 15). A 267 donatori sarà consegnato un diploma di benemerenza (10 e 8). La goccia d’oro con rubino sarà assegnata a don Ugo Samaritani di Tamai, la goccia d’oro con smeraldo a Gianni Miori di Brugnera.

Appuntamento domenica per i 50 anni della sezione Numerosi i premi, speciale quello a don Ugo

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TORTONAONLINE.NET

Sangue: domenica la festa regionale dei donatiori

a Ovada

La terza edizione raccoglie il testimone da Cuneo. Previsto l'arrivo di almeno

300 volontari dalla regione. Ritrovo in piazza rossa

OVADA - Un momento di festa e incontro tra i volontari delle associazioni che

curano la raccolta del sangue nella nostra regione. E’ questo il senso della festa

regionale, inserita nell’ambito delle giornata nazionale promossa dalla Fidas, or-

ganizzata per domenica 6 ottobre. Quest’anno la sede del ritrovo è Ovada, con

la supervisione dell’Ados in collaborazione con la Croce Verde Ovadese e il pa-

trocinio del Comune di Ovada. La nostra città riceve il testimone da Cuneo. L’e-

picentro dell’iniziativa è piazza Martiri della Benedicta, la piazza Rossa, dove

verrà allestita la tensostruttura che ospiterà tutti i volontari in arrivo dalle al-

tre cinque federate del Piemonte per il pranzo sociale di fine mattinata. Il

programma completo prevede il ritrovo, attorno alle 9.00, e la formazione del

corteo che sfilerà per le vie principali con i gonfaloni delle diverse associazioni

aderenti. Il lungo serpentone sarà accompagnato dalla banda A. Rebora. Per le

11.00 è prevista la Santa Messa presso la Parrocchia di Nostra Signora Assunta.

Alle 12.30 il rientro verso piazza Martiri e, come detto, il pranzo sociale.

“L’iniziativa – spiega Gian Luigi Lanza, presidente dell’Ados Ovada – è nata

da poco ma già dalle prime edizioni è diventato un momento molto sentito tra i

donatori e uno strumento importante di divulgazione della nostra attività nei con-

fronti di chi ancora ha dei dubbi sulla possibilità di dare la sua adesione”.

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TRANIONLINE.IT

Domenica 6 la Quarta Giornata Nazionale Fidas

A Bari grande spettacolo a Showville con i volteggi di Stefano Scarpa e la mu-

sica dei Djaguaros

Domenica 6 ottobre in tutt’Italia le 73 Federate della FIDAS “Federazione Italiana Associazio-

ni Donatori Sangue” celebreranno la IVGiornata Nazionale FIDAS, un momento di festa per

condividere con gli oltre 450 mila soci donatori i valori comuni del volontariato e il senso di

appartenenza alla FIDAS.

A Bari, l’Associazione “Federazione Pugliese Donatori Sangue” - FIDAS celebrerà questo

momento con la Grande Festa “La solidarietà va in scena”, giunta alla IV edizione, presso il

Teatro del Multisala Showville in Via Giannini 9 a Bari.

Alle 18.30 il sipario si alzerà su uno spettacolo insolito e assai vario:“La solidarietà non fa

notizia e non riceve che poche righe a fronte di tante vite salvate.” – commenta la Presidente

FPDS Rosita Orlandi – “è per questo che ogni anno dedichiamo la Giornata Nazionale FIDAS

ai nostri donatori, dando una voce e un volto a chi ogni giorno permette il concretizzarsi di te-

rapie e interventi che non potrebbero avvenire senza questo “farmaco salvavita” non sintetiz-

zabile in laboratorio”.

A rappresentare tutti i donatori di sangue della FPDS, saliranno sul palco il signor Antonio

Bracciodieta della Sezione di Bari e la Signora Vita Maria Accetta Presidente della Sezione

Polo Pediatrico Policlinico che hanno rispettivamente raggiunto le 105 e le 80 donazioni; a far

loro da cornice i neo diciottenni che hanno donato sensibilizzati dall’esempio dei loro genitori.

Seguirà poi una breve testimonianza di Mariana Trentadue, donatrice della FPDS Bari, ma an-

che volontaria nelle Associazioni ADMO e VIP Italia Onlus, la quale oltre a donare sangue ha

effettuato una donazione di cellule staminali.

Ospiti della serata il Presidente FIDAS Nazionale Aldo Ozino Caligaris, che porterà a Bari il

saluto di tutti i donatori FIDAS d’Italia, Rosalba Forciniti, judoka bronzo alle Olimpiadi di

Londra 2012, e Stefano Scarpa, ginnasta tranese vincitore di Italia’s got Talent nel 2012.

Ai due giovani, protagonisti delle campagne di sensibilizzazione che FIDAS ha prodotto nel

2013 con il contributo della Fondazione con il Sud nell’ambito del progetto “FIDAS – La SFI-

DA di Donare”, la FPDS consegnerà un riconoscimento speciale “Testimonial del Dono”.

La serata proseguirà con l’esibizione di Stefano Scarpa e lo spettacolo musicale Fiori di carta

– Vita e musica di uno zingaro, omaggio reso a Django Reihnardt, capostipite del Jazz Manou-

che o Gipsy Jazz, dai Djaguaros, inedito ensemble composto dai tre noti attori di cinema edi

fiction Giorgio Tirabassi (chitarra), Paolo Sassanelli (chitarra e voce) e Luciano Scarpa

(contrabbasso) e i maestri Nharè Testi (violino) e Luca Giacomelli (chitarra).

In Italia nel 2012 i donatori della FIDAS hanno contribuito alle necessità dei pazienti emopa-

tici con 425.003 unità raccolte. L’Associazione “Federazione Pugliese Donatori Sangue”, at-

traverso le sue 45 Sezioni sparse nelle provincie di Bari, BAT e Taranto, nel 2012 ha raccolto

16.027 unità tra sangue intero ed emocomponenti.

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NtaCALABRIA.IT

Giornata Nazionale del Donatore FIDAS,

San Marco Argentano organizza una raccolta

Domenica 6 ottobre in tutta Italia le 73 federate della Fidas – “Federazione Italia-

na Associazioni Donatori Sangue” celebreranno la IV Giornata Nazionale Fidas,

un momento di condivisione con gli oltre 450 mila soci donatori i valori comuni

del volontariato e il senso di appartenenza all’associazione.

A San Marco Argentano, per l’occasione, sarà promossa una raccolta sangue, in

via straordinaria, presso piazza Duomo, dalle ore 8 alle ore 13.

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Rassegna sangue e emoderivati

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IL SECOLO XIX ON LINE

Sangue, pensione ritardata a chi dona Simone Rosellini

Chiavari - A Chiavari e dintorni, l’aspetto della riforma Fornero che solo adesso sta diventando

noto ai più rischia di far esplodere una vera ondata di protesta, perché i numeri dei coinvolti sono

tutt’altro che marginali, se si considera che due sono le associazioni di donatori del sangue ed en-

trambe hanno un numero elevato di frequentatori: «I donatori effettivi, chi cioè ha compiuto alme-

no una donazione nell’ultimo anno, da noi sono 1.200-1.300», dice Renzo Caprini, presidente della

Fidas. «Seicento donatori effettivi – fa eco Pio Rota, segretario dell’Avis – e qualche caso davvero

significativo: penso ad un uomo di circa 45 anni che dona il plasma, e quindi si reca al centro

trasfusionale una volta al mese. Avrà già superato le 180 donazioni».

A questi numeri occorrono aggiungere quelli delle altre sedi Avis del Tigullio e dei donatori ospe-

dalieri non riconducibili alle associazioni. Quanto alle giornate, al di là dei casi limite, «un nostro

socio assiduo fa quattro donazioni l’anno, se uomo, e due, se donna», riferisce la presidente

dell’Avis Chiavari, Sofia Fattore. Chi effettui donazioni di sangue avvalendosi del diritto alla gior-

nata libera dal lavoro, infatti, a causa della riforma del 2011, dovrà recuperare quelle giornate per

raggiungere il diritto alla pensione, oppure accettare una decurtazione del 2% sull’importo

della stessa.

L’altra mattina, in consiglio regionale, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo

firmatario Maruska Piredda dell’Idv, poi sottoscritto da gruppi di maggioranza e minoranza,

che «impegna la giunta a farsi parte attiva nelle competenti sedi istituzionali e nazionali affinché i

lavoratori donatori di sangue non vengano penalizzati».

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LA PROVINCIA PAVESE

Caro direttore, da un bel po’ di tempo la Fornero (e uso l'articolo alla lom-

barda a lei sgradito) non la si sente più. Dove si sarà rifugiata non è dato

sapere: forse si sarà nascosta e in questo caso a buon intenditor poche

parole. Ma evidentemente i vistosi errori da lei compiuti in materia di pen-

sioni non sono bastanti. Notizia di sabato scorso sul Corriere della Sera:

«In seguito all'entrata in vigore della riforma Fornero, l'Inps non conteggia

più nel calcolo pensionistico le giornate in cui i lavoratori si sono assentati

perché impegnati nella donazione del sangue. I donatori dovranno deci-

dere se andare in pensione più tardi per recuperare prima le ore utilizzate

per donare il sangue, seppure con regolare permesso, o rinunciare a una

quota della pensione». Sono anch'io un donatore di sangue da ben 40

anni e dovrei, dopo numerosi rinvii, andarmene in pensione fra qualche

mese. Ma il nocciolo della questione non è tanto il dover aspettare ulte-

riormente l'uscita dal lavoro ma le conseguenze che si verificheranno sul-

le donazioni di sangue, un gesto di altruismo, di civiltà e assolutamente

anonimo. Auguro alla signora Fornero di non averne mai bisogno. Gigi

Franchini Garlasco.

Credo che l’ex ministro Fornero sia semplicemente tornata ai suoi impe-

gni accademici in quel di Torino. Ma capisco che non è questo il punto. La

questione che lei, gentile lettore, ci pone è importante e delicata. Riguar-

da centinaia di migliaia di volontari che fanno della donazione di sangue

un impegno per molti anni della loro vita e dedicano poi tempo ed energie

a tante iniziative che intorno ai gruppi Avis, in tutta Italia e da moltissimi

anni, si sviluppano e sono tenute vive. I donatori di sangue in Italia - lo di-

co per dare la misura concreta del problema - sono quasi 1 milione e

700mila, cioè 2.8% della popolazione totale e il 4.4% della popolazione

tra i 18 e i 65 anni. Nella riforma delle pensioni firmata da Elsa Fornero

c’è anche la clausola che prevede l’esclusione dai calcoli pensionistici dei

giorni di permesso per donazioni e c’è chi ha calcolato che si può arrivare

a 6 mesi di lavoro in 15 anni (l’età attiva da donatori). Una bella decurta-

zione, non c’è che dire. p.fiorani@laprovincia pavese.it

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CORRIERE FIORENTINO

Pescia e Prato protocolli non rispettati, al letto del

malato

Ispezione dei carabinieri del Nas in alcuni ospedali della Toscana. Visite mirate

per capire se i protocolli aziendali relativi all'emotrasfusione siano rispettati. Si

tratta di un accertamento di iniziativa che è stato pianificato dopo che la scorsa

estate è morto un paziente al Misericordia di Grosseto proprio a causa dello

scambio di una sacca di sangue. Il lavoro dei carabinieri del Nucleo antisofistica-

zione di Firenze, competenti territorialmente per diverse province della Toscana,

è appena all'inizio, scandito dai controlli che ci sono già stati agli ospedali di Ca-

reggi, a Firenze, a Pescia, Prato, Empoli e Arezzo. Nei prossimi giorni, gli specia-

listi dell'Arma, che si occupano della salute del cittadino, si presenteranno in al-

tre strutture, come ad esempio a Siena e Pistoia. Accertamenti che, una volta

ultimati, potrebbero rispondere alla domanda sollevata dal vicepresidente della

Commissione regionale di sanità Stefano Mugnai (Pdl), dopo la morte del pen-

sionato grossetano la scorsa estate. «Che siano da rivedere i protocolli di sicu-

rezza?», aveva chiesto polemicamente. I carabinieri hanno acquisito alcune car-

telle. Lo hanno fatto a campione per capire se i protocolli aziendali funzionavano

oppure no. In almeno due ospedali analizzati vale a dire Pescia e Prato sarebbe-

ro state notate delle anomalie: si tratta di qualcosa che non ha però ricaduta

penale, ma semplicemente amministrativa. Come funziona il meccanismo? Su

richiesta del reparto arriva la sacca: un primo controllo viene fatto alla consegna

e un secondo controllo viene fatto poi al letto del paziente, dove viene identifi-

cata la sacca con la firma di due operatori. Proprio le firme non compaiono in al-

cuni cartelle nello spazio apposito, ma rischiano di essere confuse con altre voci.

I protocolli di sicurezza, per la verità, erano stati potenziati. Braccialetto identifi-

cativo, una casacca rossa che identifichi gli operatori impegnati nelle trasfusioni,

il nome del paziente cui il sangue è destinato scritto in chiaro sulla sacca; e, in

caso di errata trasfusione, l'utilizzo di una specifica terapia farmacologica. Erano

queste le misure annunciate dall'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni per

accrescere la sicurezza dei processi trasfusionali dopo l'incidente all'ospedale Mi-

sericordia di Grosseto, dove morì un uomo di 76 anni. La delibera regionale da-

va anche mandato al Consiglio Sanitario Regionale di stendere, attraverso la

condivisione con tutte le professionalità coinvolte in materia, un apposito proto-

collo clinico che preveda l'utilizzo della terapia farmacologica con Eculizumab

(trattamento in grado di contrastare l'emolisi), nei casi in cui si commetta co-

munque un errore trasfusionale e si produca una reazione da errata trasfusione.

S.I.

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IL RESTO DEL CARLINO

LE CAUSE per trasfusioni di sangue ed emoderivati infetti si moltiplicano e compor-

tano spesso risarcimenti ingenti a ristoro di chi, a causa di quel sangue, ha contratto

gravi malattie. Si tratta di azioni intentate per infezioni acquisite in anni nei quali le

conoscenze scientifiche erano più limitate. Oggi la trasfusione di sangue infetto è for-

tunatamente evento assai raro. Alle vittime (o ai loro familiari) vincitrici di annose

cause vengono però tempestivamente versate le somme stabilite dai giudici? «Fino a

qualche tempo fa i pagamenti da parte delle assicurazioni erano per lo più regolari e

avvenivano entro un paio di mesi dalla sentenza, ma ora le cose sembra stiano cam-

biando», rileva l'avvocato Paola Soragni (foto a sinistra), che si occupa in particolare

di infortuni sul lavoro, malattie professionali e risarcimenti danni per colpa medica.

«E in altri casi, dove è il Ministero ad essere condannato a risarcire, questi soldi non

arrivano mai». IL LEGALE, che ha patrocinato anche la causa di cui riferiamo oggi,

denuncia un'assurdità: una recente sentenza che, come il Carlino riferì a suo tempo,

imponeva di liquidare un milione e duecentomila euro è stata impugnata e, se l'ap-

pello non verrà discusso entro l'anno, la famiglia del paziente dovrà pagare una tassa

di registro pari a 44.120 euro senza aver intascato un soldo. È vero che le parti appel-

lanti restituirebbero poi la somma se di nuovo soccombenti, ma la tassa di registro è

immediatamente esecutiva mentre la causa chissà quando verrà discussa. LE IMPU-

GNAZIONI delle decisioni di primo grado vengono infatti compiute sempre più spes-

so confidando nei rinvii e nelle lungaggini processuali. Alla patrocinante Soragni la

Corte d'appello ha già fissato, in altre cause, le discussioni nel merito per il 2017, per

il 2019, per il 2020. Dopo quella sentenza che stabilì un risarcimento record, per le

cause promosse dalla legale reggiana (ma probabilmente anche da altri patrocinato-

ri) in tema di sangue infetto è invalsa l'abitudine dell'impugnazione in appello da

parte della Regione e delle compagnie assicurative, con i tempi biblici che ne conse-

guono, piuttosto che la transazione su importi inferiori rispetto a quelli liquidati.

«NON SO come andrà con la recente sentenza, né con altre formulate prima di essa

commenta amareggiata Paola Soragni -. Di certo, quella emessa dal Tribunale di Par-

ma (da un milione e duecentomila euro ndr) è stata impugnata in appello dalle con-

troparti che hanno chiesto altresì la sospensione dell'esecuzione. Nel caso in cui le

parti avversarie la ottenessero, i miei assistiti si ritroverebbero da un lato privi di

somme risarcitorie per svariati anni e, dall'altro, dovrebbero versare all'Agenzia delle

entrate i 44.120 euro». Bruno Cancellieri

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Rassegna medico-scientifica e

politica sanitaria

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