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48° Corso della Scuola Superiore di Radioprotezione “Carlo Polvani” LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE E NUCLEARI: ASPETTI DI RADIOBIOLOGIA
5-7 novembre 2012 ENEA, Centro Ricerche Casaccia, Roma
STIMA DELL’IMPATTO RADIOLOGICO IN CASO DI ATTI OSTILI
Alessandro Tofani SSD Fisica Sanitaria – Azienda USL 1 di Massa e Carrara
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
TIPI DI EMERGENZE
ATTI OSTILI
benchmarking
INCIDENTI
caratteristiche comuni
casualità
intenzionalità
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
CLASSIFICAZIONE DEGLI ATTI OSTILI TERRORISMO NUCLEARE TERRORISMO RADIOLOGICO
prevede l’utilizzo di un ordigno nucleare come arma di distruzione di massa
l’ordigno può essere:
una variante (sabotaggio nucleare) è costituita dall’attacco a un impianto nucleare per produrre il rilascio di radioattività verso l’esterno
già pronto per l’uso (testata nucleare, proiettile nucleare tattico, ecc.)
costruito a partire da materie fissili speciali
non contempla esplosioni nucleari né escursioni di criticità (in alcuni casi non contempla affatto esplosioni)
prevede 2 modalità di attuazione principali:
irraggiamento esterno con
sorgenti di elevata attività
contaminazione di persone, ambienti e cose (dirty bomb, sabotaggio, inquinamento di alimenti e bevande, ecc.)
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
SCENARI DI ATTI OSTILI d
ose
co
llett
iva
potenza esplosiva
IND
ordigno nucleare
smoky bomb
sabotaggio radiologico
RED sabotaggio
nucleare
RDD
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
CONFRONTO TRA INCIDENTI E ATTI OSTILI
caratteristica incidenti atti ostili
termine sorgente noto? spesso sì spesso no
luogo di occorrenza noto? non sempre aree densamente popolate
tempo di occorrenza noto? no ore di massimo affollamento
eventi multipli? improbabili possibili
PRA applicabile? sì solo in parte
esistenza di precedenti? sì pochi casi
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
BENCHMARKS
scenario benchmark
ordigno nucleare/IND bombardamenti atomici di Hiroshima
e Nagasaki (1945)
RDD incidente radiologico di Goiânia
(1987)
RED incidenti radiologici di Lilo (1997),
Tammiku (1994), Soreq (1990), San
Salvador (1989) , Saintes (1981) ecc.
sabotaggio nucleare incidenti nucleari di Fukushima
(2011), Chernobyl (1986) e Three
Mile Island (1979)
contaminazione di persone caso Litvinenko (2006), incidente di
Gore (1988)
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
LA PERCEZIONE DEL RISCHIO - 1
Clauset et al. On the Frequency of Severe Terrorist Events
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
LA PERCEZIONE DEL RISCHIO - 2
Da: Nuclear Terrorism: Threat Briefing. Harvard Kennedy School – Belfer Center (2010)
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
INTEGRAZIONE DELL’APPROCCIO BASATO SU PRA
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
RANKING DEGLI SCENARI OSTILI - 1
A. Tofani e M.
Bartolozzi.
Ranking Nuclear
and Radiological
Terrorism
Scenarios: the
Italian Case. Risk
Analysis 28(5),
pagg. 1431-1443
(2008)
V
la situazione in Italia
R=rango
(rank)
dello
scenario
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
RANKING DEGLI SCENARI OSTILI - 2
nuclear terrorism
radiological terrorism
A. Tofani e M.
Bartolozzi.
Ranking Nuclear
and Radiological
Terrorism
Scenarios: the
Italian Case. Risk
Analysis 28(5),
pagg. 1431-1443
(2008)
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
SABOTAGGIO CON INCENDIO - 1
contesti interessati detentori di sostanze radioattive,
trasporti di sostanze radioattive
parametri tipologia e attività della sorgente,
carico d’incendio, condizioni meteo
modalità di irraggiamento contaminazione interna,
irraggiamento esterno
evento iniziatore incidente o atto ostile (sabotaggio)
impatto radiologico generalmente modesto
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
SABOTAGGIO CON INCENDIO - 2 valutazione dell’impatto radiologico:
codice HotSpot (National Atmospheric
Release Advisory Centre, USA)
o pennacchio gaussiano con deposizione
al suolo e risospensione
o incorpora fattori di conversione per
inalazione, ingestione e sommersione
nube
o 7 classi di stabilità per i modelli
atmosferici
output: distribuzione di TEDE
(Total Effective Dose Equivalent)
TEDE = Hp(10) + E(50) = Hp(10)ext + Hp(10)sub + Sjh(j)inh×Ainh + Sjh(j)ing×Aing
irraggiamento esterno contaminazione interna
SABOTAGGIO CON INCENDIO - 3 Dispersione in atmosfera di una compressa di 131I da 3.7 GBq per terapia
radiometabolica
1 mSv
TEDE > 1 mSv (limite di dose per la
popolazione) entro 30 m dal punto
di rilascio in atmosfera
impatto radiologico funzione della
distribuzione della popolazione
nell’intorno del punto di rilascio
Città ab./km2 S (mSv)
Napoli 8200 1.7
Milano 7300 1.5
Roma 2200 0.4
impatto radiologico
(dose collettiva S)
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
INQUINAMENTO DI RISORSE IDRICHE - 1
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
contesti interessati detentori di sostanze radioattive non
sigillate
parametri tipologia, attività e solubilità della
sorgente, bacino di utenza delle
risorse idriche
modalità di irraggiamento contaminazione interna,
irraggiamento esterno
evento iniziatore calamità naturale o atto ostile
impatto radiologico generalmente modesto
INQUINAMENTO DI RISORSE IDRICHE - 2
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
dose efficace impegnata giornaliera
A. Tofani e M.
Bartolozzi.
Ranking
Nuclear and
Radiological
Terrorism
Scenarios:
the Italian
Case. Risk
Analysis
28(5), pagg.
1431-1443
(2008)
Nuclide A (TBq) S50 (man Sv)
H*
131I 1 80 5
137Cs 74 2200 130
* solo effetti stocastici
impatto radiologico
(dose collettiva impegnata S50)
Np=1.5×104, Nd=1, W=400 l, wd=1.5 l
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 1
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
incidenti atti ostili
jamming di sorgenti per
radioterapia
incidenti in irraggiatori
industriali o da ricerca
incidenti di trasporto
sorgenti orfane
sorgenti
nascoste
sorgenti
accoppiate
ad esplosivo
sabotaggio
(incendio)
Radiation
Exposure
Device
smoky
bomb
Radiological
Dispersal
Device
dirty
bomb
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 2
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
jamming di sorgenti per radioterapia: l’incidente radiologico di
Saintes (Francia, 1981)
un tecnico presso l’ospedale di Saintes sta cambiando la sorgente di 60Co da 137 TBq (3700 Ci) di una macchina per telecobaltoterapia
a seguito di un guasto, la sorgente di 60Co cade sul pavimento del
bunker
il tecnico raccoglie la sorgente e la tiene in mano per circa 11 secondi
le mani del tecnico ricevono una dose superiore a 100 Gy (dose media 25
Gy) e vengono entrambe amputate
un altro lavoratore nella stanza riceve dosi elevatissime alle mani e
anch’esse devono essere amputate
un terzo lavoratore riceve dosi elevate che comportanto l’amputazione
di 3 dita
altri 8 lavoratori presenti nel bunker ricevono dosi al corpo intero
comprese tra 10 mSv e 1 Sv
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 3
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
jamming di sorgenti per radioterapia: l’incidente radiologico di
Saintes (Francia, 1981)
J.C. Nenot. Overview of the Radiological Accidents in the World, Updated December 1989.
INT. J. RADIAT. BIOL., 1990, VOL . 57, NO. 6, 1073-1085
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 4
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
Radiation Exposure Device (RED)
arma radiologica costituita
da una sorgente non
schermata di elevata
attività (tipicamente,
gamma-emettitrice)
nascosta in un ambiente
ad alta frequentazione di
pubblico allo scopo di
irraggiare deliberatamente
un gran numero di persone
ignare della sua presenza
fino a provocarne danni da
radiazione di gravità
variabile, inclusa la morte
per sindrome acuta da
radiazioni (SAR)
Sorgente di 192Ir nascosta sotto il sedile di una
vettura della metropolitana (fonte: REMM,
http://www.remm.nlm.gov/red.htm#figure3)
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 5
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
Impatto radiologico di un RED
A. Tofani. Assessing the Radiological Impact of
Radiation Exposure Devices. Risk Analysis 31(4),
pagg. 566-577 (2011)
per ambienti piccoli il movimento
delle persone amplifica gli effetti
rispetto al caso statico
l’attacco può essere reiterato fino a
che la sorgente non viene scoperta
la rilevazione della sorgente può
avvenire o per monitoraggio
diretto degli ambienti a rischio o
indirettamente inferendone la
presenza da pazienti con
sintomatologia da radiazioni
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 6
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
RED nascosto in uno stadio
in assenza di monitoraggio diretto, è di
fondamentale importanza:
o formare il personale sanitario addetto
al triage
o implementare sistemi di biodosimetria
per lo screening rapido dei possibili
esposti
A. Tofani. Assessing the Radiological Impact of
Radiation Exposure Devices. Risk Analysis 31(4), pagg.
566-577 (2011)
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 7
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
Radiological Dispersal Device (RDD, noto anche come dirty bomb)
arma radiologica costituita da una sorgente
radioattiva accoppiata ad esplosivo
convenzionale che ne produce la frammentazione
e la dispersione nell’ambiente
effetti attesi:
o contaminazione di persone, cose ed ambiente
(prevalente)
o irraggiamento esterno (dai frammenti di
sorgente radioattiva)
o danni fisici associati all’esplosione (ferite,
fratture, ustioni)
o effetti psicologici (panico, paura)
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 8
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
impatto radiologico di un RDD
M. Durante e L. Manti. Estimates of radiological risk from a terrorist
attack using plutonium. Radiat Environ Biophys 41, pagg. 125-130
(2002)
1 kg WGPu +
0.45 kg HE
10 mSv
50 mSv
100 mSv nuclide H
239Pu 30a
80b
137Cs 40-60c
60a
180d
60Co 30a
a) Tofani e Bartolozzi (2008)
b) Durante e Manti (2002)
c) Dombroski e Fischbeck (2006)
d) DHS (2005)
SORGENTI DI ELEVATA ATTIVITÀ - 9
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
impatto radiologico di un RDD vs attacchi B e C
M. Durante e L. Manti. Estimates of radiological risk from a terrorist attack using plutonium.
Radiat Environ Biophys 41, pagg. 125-130 (2002)
incidente di
Sverdlovk
(1979)
antrace
1000 morti
attacco
terroristico di
Tokio (1995)
gas nervino
(sarin)
11 morti
5500 colpiti,
alcuni con
danni
permanenti
IMPIANTI NUCLEARI - 1
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
o reattori nucleari da ricerca (in attività)
o reattori nucleari in fase di decommissioning
o depositi di materie fissili e combustibile nucleare esaurito
SCENARI
incidenti
Loss of Coolant Accident (LOCA)
escursione di criticità
atti ostili
sabotaggio (esplosione, incendio)
irraggiamento esterno (circoscritto)
rilascio di radioattività nell’ambiente
IMPIANTI NUCLEARI - 2
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
G. Bunn et al. Research Reactor Vulnerability to sabotage by terrorists. Science and Global
Security 11, pagg. 85-107 (2003)
tiroide corpo intero
IMPIANTI NUCLEARI - 3
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
A. Tofani e M. Bartolozzi. Ranking Nuclear and Radiological Terrorism Scenarios: the Italian Case. Risk Analysis 28(5),
pagg. 1431-1443 (2008)
o reattore da ricerca TRIGA Mark II (250 kW) c/o LENA (Pavia)
odeposito plutonio ( 4 kg 239Pu) c/o ENEA-Casaccia (Roma)
Pavia Roma
(prov.)
ORDIGNI NUCLEARI - 1
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
furto di testata nucleare e sua detonazione
massima resa ipotizzata per un ordigno
utilizzabile da terroristi < 20 KT
bomba “Little Boy” sganciata su Hiroshima: 12.5 KT ad uranio, gun type
bomba “Fat Man” sganciata su Nagasaki: 21 KT a plutonio, implosion type per uno yield di 20 KT
sono necessari:
o1525 kg di 235U
o5 kg di 239Pu
testata nucleare tattica M-338“Davy Crockett” dispiegata durante la guerra fredda: 0.010.02 KT
ORDIGNI NUCLEARI - 2
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
acquisizione di materie fissili per realizzare un IND (Improvised
Nuclear Device)
Nuclear suitcase
o yield ipotizzato 0.11 KT
o massa < 30 kg
o proiettile nucleare tattico da artiglieria
oppure
qualche kg 239Pu, 235U, 233U
ORDIGNI NUCLEARI - 3
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
detonazione parziale (“fizzle”)
o inizio anticipato della reazione nucleare a catena in una massa
supercritica dovuto a neutroni “accidentali”
o riduce fortemente lo yield di un ordigno nucleare rispetto al valore
nominale
o tutti gli ordigni nucleari hanno una probabilità di fizzle > 0
o la probabilità di fizzle è maggiore per ordigni “lenti” (gun type) o
costruiti con materie fissili ad elevata autoemissione di neutroni
(combustibili nucleari)
implosion type 0.5 KT
fizzle 20 KT
gun type 0.010.02 KT
ORDIGNI NUCLEARI - 4
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
tipologie di effetti
residua effetti immediati
e tardivi
effetti
onda d’urto danni meccanici
impulso e.m.
(EMP)
danni apparecchiature
elettroniche
radiazione
termica ustioni e cecità
radiazione
nucleare
iniziale sindrome
da radiazioni
ORDIGNI NUCLEARI - 5
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
tipologie di effetti
Effetti della detonazione nucleare in
funzione della distanza e dello yield
(http://www.johnstonsarchive.net/nuclear
/effectsgraph.html)
yield massimo
ipotizzabile
nuclear suitcase
(max)
nuclear suitcase
(min)
fizzle
20
KT
ORDIGNI NUCLEARI - 6
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
distanze per effetti significativi da esplosioni nucleari
distanza per il 50% di mortalità (m) distanza per 4 Gy di dose assorbita (m) yield (KT)
onda d’urto ustioni (flash) e n iniziali fallout entro 1 ora
10-2 60 60 250 1270
10-1 130 200 460 2750
100 275 610 790 5500
101 590 1800 1200 9600
S. Glasstone e P.J. Dolan.The Effects of Nuclear Weapons, a cura di (U.S. DoD – U.S. DOE, 1977)
N.B.
o i frammenti di vetro uccidono il 50% delle persone vicine alle finestre quando
sono accelerati da una sovrapressione di 12 psi
o le ustioni sono letali nel 50% dei casi quando il flusso termico è di 8 cal cm-2
o una dose di 4 Gy assorbita in tessuto per irradiazione acuta uccide il 50% degli
esposti in assenza di cure mediche (LD50)
ORDIGNI NUCLEARI - 7
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
contributi agli effetti sanitari
o per esplosioni a basso yield (< 1KT) il maggior numero di vittime è
provocato dalla radiazione e n iniziale
o nell’intorno di uno yield di 1 KT le morti da ustioni cominciano a essere
confrontabili con quelle da radiazioni
o per esplosioni di elevato yield (>10 KT) il flash termico produce il
maggior numero di vittime
o l’utilizzo della densità di popolazione mediata su diversi km2 può
portare a una sottostima delle vittime qualora l’ordigno venga fatto
detonare in una zona molto affollata (edificio pubblico durante l’orario
di ufficio, stadio durante una manifestazione sportiva, ecc.)
NCRP Report No. 138. Management of Terrorist Events Involving Radioactive Material (2001).
ORDIGNI NUCLEARI - 8
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
impatto sanitario
A. Tofani e M. Bartolozzi. Ranking Nuclear and Radiological Terrorism
Scenarios: the Italian Case. Risk Analysis 28(5), pagg. 1431-1443 (2008)
Città ab./m2
Napoli 8.2×10-3
Milano 7.3×10-3
Roma 2.2×10-3
KT perdite umane attese
0.01 1.000-5.000
0.1 4.000-16.000
1 10.000-40.000
10 30.000-120.000
CONSIDERAZIONI FINALI - 1
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
in generale, ad ogni scenario terroristico con impiego di radiazioni ionizzanti è
possibile associare una valutazione del rischio e una stima dell’impatto sanitario
l’impatto sanitario è dato dal numero di persone che sono state danneggiate
(eventualmente in maniera letale) dall’evento, sia dalle radiazioni ionizzanti che
da altri effetti
A. Tofani e M. Bartolozzi. Ranking Nuclear and
Radiological Terrorism Scenarios: the Italian Case.
Risk Analysis 28(5), pagg. 1431-1443 (2008)
CONSIDERAZIONI FINALI - 2
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
ai fini pratici, e in particolare per la pianificazione delle emergenze, occorre
considerare che alle strutture sanitarie accederanno – oltre alle vittime reali degli
eventi terroristici – anche persone sane ma che sospettano di essere state
danneggiate dalle radiazioni (i cosiddetti worried well)
per questo motivo assume particolare rilievo la capacità di dispiegare in tempi
relativemente brevi un sistema di controllo che consenta di discriminare gli
esposti dai non esposti e i contaminati dai non contaminati
a questo primo filtro ne seguiranno – nelle fasi successive dell’emergenza - altri
più raffinati in modo da caratterizzare con maggiore precisione il livello di
esposizione e/o contaminazione, indirizzando una parte delle vittime verso un
percorso di follow-up
NCRP Report No. 165.
Responding to a
Radiological or Nuclear
Terrorism Incident: A Guide
for Decision Makers (2010).
CONSIDERAZIONI FINALI - 3
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
NCRP Report No. 165. Responding to a Radiological or Nuclear Terrorism Incident: A Guide
for Decision Makers (2010).
CONSIDERAZIONI FINALI - 4
La gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: aspetti di radiobiologia
è quindi necessario utilizzare un approccio biodosimetrico multiparametrico
per stimare con ragionevole accuratezza la dose assorbita dalle vittime di un atto
di terrorismo radiologico e nuclare al fine di stabilire uno spartiacque tra coloro
che necessitano di cure immediate e quelli che possono attendere
Armed Forces Radiobiology Research Institute (AFFRI). Medical Management of
Radiological Casualties (2010).