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€ 1,00 | (Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010) maggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3 Largo Plebiscito 12 70033 - Corato (Ba) tel 080.872.89.01 I l ragazzo che ha di- segnato la copertina si chiama Marco Testini. È un giovane talento ba- rese, che resiste alla crisi studiando e lavorando senza busta paga chissà per quanto tempo. Ama una bellissima ragazza con la quale non sa se potrà creare una famiglia “normale”. Me lo ha pre- sentato Lia De Venere, docente dell’Accademia di Belle Arti. Mi ha chiesto di dargli una paghetta, perché al Sud il salario sembra una concessione e non un diritto. Lia mi ha presentato altri arti- sti, sono tutti andati via. Anni fa, ho avuto la for- tuna di collaborare con Franca Rame, a Milano. Quando le confidai che volevo tornare a casa mi disse con sarcasmo profetico: “Sei un zotico intellettuale. Torni giù? Morirai di fame”. Quella sentenza ancora mi per- seguita. A Marco ho chie- sto di rappresentarci gli esterni. Lui non conosce- va i politici e ha dovuto, con premura, informarsi. Nichi ha i panni della “Marianne” di Delacroix, amatissima icona rivolu- zionaria francese questa volta a capo di pacifici, fidatissimi cazzuti legio- nari. Nichi è la “libertà” che guida il popolo, non calpesta i corpi di Frisul- lo, Fitto, Tedesco…ma il popolo non si vede se non attraverso ombre nere. Eppure Nichi già sta comandando il nuovo assalto ai poteri intocca- bili. Ha nominato sette donne in giunta. Contro i rischi della corruzione ha istituito l’anagrafe degli eletti. Si oppone alle trivellazioni di pozzi petroliferi sulla Murgia, nel golfo di Taranto e nel mare delle Tremiti. Con il suo oppositore Rocco Palese tenterà di ridurre a cinquanta i consiglieri regionali. Dovrà schiarire il rossore della vergo- gnosa disoccupazione giovanile. Noi però non dobbiamo solamente guardare e giudicarlo. Cambiamo il “Fato” di Cicerone con la “Volontà” di Hannah Arendt. L’idea di Progresso collettivo è la forza regolatrice della storia umana. Nel Sud non ci aiutiamo l’un l’al- tro. Ci piace prevalere sui deboli. Non sappia- mo lavorare in gruppo. Ci piacciono i privilegi e le rendite. Siamo furbi. Consideriamo l’azione gratuita tempo perso. Le donne fanno da cornice agli uomini. La laurea è una targa o un voto alle preoccupazioni del futuro. Lo Stato ci frega e noi freghiamo lui. Sono banalità? Anche altrove sono così? Tanto piacere al fischietto. Impegnia- moci ad essere più one- sti, più solidali, più colti. Buon lavoro, signori e signore della giunta. di Francesco Monteleone

Quarto potere

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n°4 maggio 2010

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Page 1: Quarto potere

€ 1,00 | (Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010)maggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

Largo Plebiscito 1270033 - Corato (Ba)tel 080.872.89.01

Il ragazzo che ha di-segnato la copertina

si chiama Marco Testini. È un giovane talento ba-rese, che resiste alla crisi studiando e lavorando senza busta paga chissà per quanto tempo. Ama una bellissima ragazza con la quale non sa se potrà creare una famiglia “normale”. Me lo ha pre-sentato Lia De Venere, docente dell’Accademia di Belle Arti. Mi ha chiesto di dargli una paghetta, perché al Sud il salario sembra una concessione e non un diritto. Lia mi ha presentato altri arti-sti, sono tutti andati via.

Anni fa, ho avuto la for-tuna di collaborare con Franca Rame, a Milano. Quando le confidai che volevo tornare a casa mi disse con sarcasmo profetico: “Sei un zotico intellettuale. Torni giù? Morirai di fame”. Quella sentenza ancora mi per-seguita. A Marco ho chie-sto di rappresentarci gli esterni. Lui non conosce-

va i politici e ha dovuto, con premura, informarsi. Nichi ha i panni della “Marianne” di Delacroix, amatissima icona rivolu-zionaria francese questa volta a capo di pacifici, fidatissimi cazzuti legio-nari. Nichi è la “libertà” che guida il popolo, non calpesta i corpi di Frisul-lo, Fitto, Tedesco…ma il popolo non si vede se non attraverso ombre nere. Eppure Nichi già sta comandando il nuovo assalto ai poteri intocca-bili. Ha nominato sette donne in giunta. Contro i rischi della corruzione ha istituito l’anagrafe

degli eletti. Si oppone alle trivellazioni di pozzi petroliferi sulla Murgia, nel golfo di Taranto e nel mare delle Tremiti. Con il suo oppositore Rocco Palese tenterà di ridurre a cinquanta i consiglieri regionali. Dovrà schiarire il rossore della vergo-gnosa disoccupazione giovanile. Noi però non dobbiamo solamente guardare e giudicarlo. Cambiamo il “Fato” di Cicerone con la “Volontà” di Hannah Arendt. L’idea di Progresso collettivo è la forza regolatrice della storia umana. Nel Sud non ci aiutiamo l’un l’al-

tro. Ci piace prevalere sui deboli. Non sappia-mo lavorare in gruppo. Ci piacciono i privilegi e le rendite. Siamo furbi. Consideriamo l’azione gratuita tempo perso. Le donne fanno da cornice agli uomini. La laurea è una targa o un voto alle preoccupazioni del futuro. Lo Stato ci frega e noi freghiamo lui. Sono banalità? Anche altrove sono così? Tanto piacere al fischietto. Impegnia-moci ad essere più one-sti, più solidali, più colti. Buon lavoro, signori e signore della giunta.

di Francesco Monteleone

Page 2: Quarto potere

otere maggio 20102 tel. 080.872.89.01

PrimoPiano

Con quel nome (Nico-la) non potevano che

mandarlo a Bari. Nel 2004, quando era già leader dei giovani comunisti e opera-va a Roma, fu inviato dal partito a Bari per organiz-zare la campagna eletto-rale che poi vide Vendola Presidente della Regione Puglia. In una regione di destra, con Fitto presi-dente uscente, lo stratega Fratoianni individuò la via giusta perché la sinistra andasse al governo regio-nale. E così fu. Oggi, premiato per il suo

lavoro, è Assessore Regio-nale esterno alle politiche giovanili, alla trasparenza

ed alla attuazione del pro-gramma.Questa Giunta tutta

vendoliana non piace a tutti. Per quanto tempo riuscirete a calmare i mal di pancia del PD?La giunta va valutata nel

suo lavoro. Quindi è an-cora presto. Ora abbiamo questioni e problemi più importanti delle beghe politiche.Entriamo quindi nel

merito della sua delega alle politiche giovanili. Le azioni avviate nella precedente legislatura, mi riferisco a “Bollenti Spiriti”, “Ritorno al Fu-turo”, “Principi Attivi”, non hanno portato mol-to in termini di occupa-zione. Non sono d’accordo.

Quella delle politiche gio-vanili della Regione Puglia è una vera e propria rivolu-zione. È una politica che ha smesso di vedere i giovani in maniera paternalistica e li ha messi al centro delle decisioni. Sono loro che costruiscono le politiche giovanili. Per “Bollenti Spiriti” ci

sono problemi sull’av-vio del laboratori per esempio ma comunque in generale sono stati oggetto di critiche ri-spetto alla loro carenza di concretezza.La politica è soprattutto

visione, immaginazione, intuizione oltre che con-cretezza. Le mie azioni saranno, quindi, nel segno della continuità ma anche della innovazione. Tutto è migliorabile.Come vive questa di-

mensione istituzionale lei che ha sempre rotto gli schemi?È molto stimolante. Come

dicevo prima la politica è immaginare quello che non c’è e che si vorrebbe realizzare. Questo ruolo lo vivo così.

lottare per il necessario, opporsi al superfluoPer Nichi il giovane compagno è una forza vantaggiosa e una amicizia inviolabile.

di Angela Nocco

LOREDANA CAPONE, Vice presidente con delega allo Sviluppo economico – Ricerca e competitività, Attività economiche e consuma-tori, Industria, Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo svilup-po, Attività estrattive, Cooperazione.

ANGELA BARBANENTE, Assessore con delega alla Qualità del territorio - Assetto del Territorio, Paesaggio, Aree Pro-tette e Beni Culturali, Urbanistica, Politiche abitative.

M A R I A C A M P E S E , Assessore con delega al le Risorse umane, semplificazione, sport - Semplificazione am-ministrativa, Personale e Organizzazione, Sport per tutti.

IDA MARIA DENTAMA-RO, Assessore con dele-ga al Sud e federalismo - Politiche per il Mezzo-giorno, Rapporti con la Commissione Europea, Sistema delle Conferen-ze interistituzionali, Enti locali e decentramento, Contratti e appalti, Con-tenzioso amministrati-vo, Affari generali.

ELENA GENTILE, As-sessore con de lega al Welfare - Lavoro, Politiche di Benessere sociale e Pari Opportu-

nità, Programmazione sociale ed integrazione socio-sanitaria, Pugliesi nel mondo.

SILVIA GODELLI, As-sessore con delega alle Infrastrutture strategi-che e mobilità - Infra-strutture strategiche, Sistema Integrato dei Trasporti, Programma-zione Vie di comunica-zione.

ALBA SASSO, Assesso-re con delega al Diritto allo studio e formazio-ne - Scuola, Università e Ricerca, Formazione Professionale.

FABIANO AMATI, As-sessore con de lega alle Opere pubbliche e Protezione Civile - La-vori Pubblici, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Risorse Naturali, Tutela delle acque.

TOMMASO F IORE , Assessore con delega alla Sanità - Program-mazione Assistenza Territoriale e Preven-zione, Programmazione e Gestione Sanitaria, Programmazione Assi-stenza Ospedaliera e specialistica.

NICOLA FRATOIANNI, Assessore con delega alle Politiche giovanili, cittadinanza sociale, at-tuazione del programma - Coordinamento delle

politiche per l’attua-zione del programma, Politiche giovanili e in-novazione, Cittadinan-za attiva e politiche di inclusione dei migranti, Beni confiscati alle ma-fie, Trasparenza, Comu-nicazione istituzionale.

GUGLIELMO MINER-VINI, Assessore con delega alle Infrastrut-ture strategiche e mo-bilità - Infrastrutture strategiche, Sistema Integrato dei Trasporti, Programmazione Vie di comunicazione.

LORENZO NICASTRO, Assessore con delega alla Qualità dell’ambien-te - Ecologia, Ciclo Ri-fiuti e Bonifica, Politiche energetiche, Politiche di differenziazione, recu-pero e riuso dei rifiuti, Bonifiche, Demanio Ma-rittimo, Foreste.

MICHELE PELILLO, Assessore con delega al Bilancio e program-mazione - Federalismo Fiscale, Bilancio, Pro-grammazione, Fondi S t ru t tu ra l i agenda 2007-2013 e fondi FAS, Finanze, Economato, Demanio e Patrimonio.

DARIO STEFANO, As-sessore con delega alle Risorse agroalimentari - Agricoltura, Alimenta-zione, Riforma Fondia-ria, Caccia e pesca.

"Volevamo arrivarelegalmente al potere...

Fratoianni, il pisano, continua il suo impegno dai centri sociali all'assessorato regionale, alle politiche giovanili e alla trasparenza

la nuova giuntaAss. Nicola Fratoianni

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

PrimoPiano

Lei come si guadagna da vivere?

Lavorando. Dalla mat-tina alla sera, anche il sabato e la domenica. Dividendomi tra il mio studio e l’università.

Da cosa non riesce a separarsi?

Dalle mie lenti a contat-to; senza, è una tragedia. Poi dall’orologio, anche di notte devo sapere che ora è.

Da quali rischi è sfug-gita, quali speranze ha realizzato?

I rischi sventati: diven-tare una noiosa signora della buona società; pie-garmi alle regole della bassa politica. Le spe-ranze realizzate: essere autonoma, non subire dipendenze né condizio-namenti; fare un lavoro, anzi due, che mi piaccio-no molto e continuano a gratificarmi.

Ha mai assistito ad uno streaptease ma-schile?

In pubblico no.

Che cosa può fare progredire l’Universi-tà italiana?

Appaltarla all’estero.

Che cosa saprebbe insegnare ad una clan-destina?

Come si fa a diventare

regolare.

Che cos’è la Felicità?

Sentirsi liberi e in armo-nia con se stessi, poter assecondare il proprio carattere e le proprie convinzioni. Insomma, è un concetto relativo. Per me è anche essere stimata dalle persone che stimo, amata dalle perso-ne che amo.

Con chi si farebbe “imprigionare” in una edizione del “Grande Fratello”?

Non c’è denaro, non c’è notorietà, non c’è suc-cesso, non c’è uomo per il quale mi farei imprigio-nare. Quindi non andrei al “Grande Fratello”.

Quante volte in un anno le capita di leg-gere la Bibbia?

Non mi capita.

La chiesa ha paura della ricerca sulle cel-lule staminali embrio-

nali. E lei?

Piuttosto ho paura che quella ricerca non pro-gredisca.

Quanto le pesa la notte?

Per nulla, se non ci fosse la notte non ci sarebbe il giorno.

Cosa farebbe ad uno stupratore?

Tutto ciò che può fargli provare paura, vera e dolore. Intendo dolore fisico, non credo che uno stupratore possa sentire altra forma di sofferenza.

Lei legge i fumetti?

Non più.

C h i m a n d e r e b b e all’inferno?

Tutti i disonesti.

A chi darebbe il Nobel dell’ Incoerenza?

A quelli che cambiano idea o tradiscono le pro-prie idee per interesse. Se, invece, non c’è stru-mentalità, la capacità di rivedere le proprie posizioni e la flessibilità nei comportamenti sono segni di intelligenza e maturità.

Racconti la sua vita in 10 parole…

Intensa, varia, rischian-do e pagando in prima persona. Rifarei tutto.

di Francesco Monteleone

Barese, cinquanta-quattro anni, ma-

gistrato in aspettativa, il nuovo assessore regio-nale all’Ambiente si è già integrato perfettamente nel suo nuovo ambiente

di lavoro. “È la mia prima esperienza politica” dice “ma sono già entrato in sintonia con i collaboratori dell’assessorato”. E infatti arriva all’ap-

puntamento con l’auto di servizio accompagnato da un funzionario dell’asses-sorato.Prima Giunta Regiona-

le del nuovo esecutivo primo importante prov-vedimento in materia ambientale.Sì, abbiamo approvato il

primo parco eolico regio-nale offshore, cioè in alto mare, nelle acque di Trica-se. E altri sei impianti sono in fase istruttoria.L’impianto composto da

ventiquattro pale e di cir-ca 90 Mw di potenza sarà realizzato su piattaforme galleggianti alla distanza di 20 Km dalla costa. Zero impatto ambientale. Continueremo con le

energie rinnovabili ma

basta con le pale eoliche a terra che creano un grosso impatto ambientale. E poi?E poi c’è tutta la materia

del ciclo dei rifiuti. La Pu-glia non può continuare ad essere la pattumiera d’Ita-lia! La criticità della nostra Regione è che l’intero ciclo dei rifiuti, anche di quelli speciali e pericolosi, è in mano ai privati i quali, chiaramente, badano ai propri interessi e non a quelli ambientali. È neces-sario quindi intensificare i controlli attraverso gli or-gani preposti e le Agenzie.Come è successo quan-

do si è candidato alle

regionali. Anche la sua nomina ad assessore ha sollevato un mare di polemiche. All’interno del suo partito, l’Italia dei Valori, qualche con-sigliere più suffragato di lei non ha accettato serenamente la sua no-mina ad assessore.Quella delle polemiche

interne al mio partito è una invenzione dei giornalisti. La mia nomina ad Assesso-re Regionale è stata condi-visa pacificamente nel mio partito. E, comunque, la cosa più importante è che io sono stato eletto, quin-di ho avuto un consenso popolare.

voglio il vento immerso nell'acqua

quel che non so di teIl nuovo assessore regionale alla Qualità dell'ambiente Lorenzo Nicastro dice basta alle pale eoliche a terra.Tutto si trasferisce in mare aperto

... ma non volevamousarlo legalmente"

(Joseph Goebbels)

Ass. Lorenzo Nicastro

Ida Maria Dentamaro

Ass. Ida Maria Dentamaro

Page 4: Quarto potere

otere maggio 20104 tel. 080.872.89.01

"MERIDIONALI"LA QUESTIONE

Lo sapevate che i Pie-montesi fecero al Sud

quello che i nazisti fecero a Marzabotto? Per anni interi.Lo sapevate che i Piemon-

tesi cancellarono interi paesi meridionali con ope-razioni “antiterrorismo” come quelle americane in Iraq, in nome dell’Unità Nazionale?Lo sapevate che durante

le rappresaglie i Piemonte-si hanno stuprato migliaia di donne meridionali come è successo nei Balcani du-rante il conflitto etnico?Lo sapevate che in Par-

lamento un ex garibaldino paragonò la ferocia delle stragi piemontesi al Sud a quelle di Gengis Khan e Attila?Lo sapevate che i pri-

mi campi di sterminio in Europa furono istituiti al Nord per sterminare i Me-ridionali?E si potrebbe continuare

ancora per molto.È tutto raccontato e docu-

mentato nell’ultimo libro di Pino Aprile, meridiona-le, nato a Gioia del Colle,

giornalista e scrittore. Ha lavorato per OGGI ed è stato direttore di GENTE. Attualmente vive a Roma e lavora a Milano.“Quando ho scritto questo

libro ho pianto” racconta

Pino “la rabbia per quello che leggevo nei documenti mi ha fatto distruggere le macchine da scrivere con

cui lavoravo. L’ho lasciato e ripreso tante volte prima di terminarlo. È stato un tormento”.Il libro “Terroni – Tutto

quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali” è la raccolta di documenti storici, già pubblicati, ma che nella loro visione d’in-sieme danno l’idea dello politica di sterminio che è stata adottata verso i meridionali “briganti” da parte dei Piemontesi. Una vera e propria denuncia di un genocidio.Pino, come sei riuscito

a recuperare tutti que-sti documenti storici?La cosa più interessan-

te di questo libro è che i documenti storici raccolti erano già stati pubblicati, ma nessuno li ha mai letti. Insomma le notizie con-tenute nei documenti non sono mai state diffuse. In

Italia si continua a tenere vivo il mito di Garibaldi ma molti italiani non san-no realmente quello che è successo 150 anni fa nelle nostra terra. Quando un mio amico collega di Milano ha letto il libro si è vergognato e ha voluto chiedermi scusa a nome di tutti e per tutti.A 150 anni dall’Uni-

tà d’Italia continua l’avanzamento della Lega, l’Italia è sempre divisa fra Nord e Sud, insomma non è cam-biato niente. I leghisti (gli attuali “piemon-tesi”) continuano ad offendere i Meridionali,

a chiamarci terremo-tati proprio quando a l’Aquila muoiono centi-naia di persone sotto le macerie del terremoto. E al Sud tutto e tutti tacciono. Mi sembra incredibile che nessu-no insorga. Anche gli intellettuali del Sud sembrano dei pugili suonati difronte a tanta arroganza e violenza.Non è cambiato niente.

È vero. L’ultima uscita del ministro Gelmini, leghista, sulle graduatorie regionali per i docenti, racchiude il senso della politica anti-meridionalista sulla quale hanno impostato la loro campagna elettorale, e l’hanno vinta. La verità è che in realtà in 150 anni è stata effettuata dai set-tentrionali un’opera di po-tatura della memoria dei meridionali. Quasi tutti gli uomini del sud (quelli che

non furono trucidati) fu-rono costretti ad espatria-re. Per un lungo periodo rimasero qui solo donne e bambini insieme agli uomini più “innocui” anche intellettualmente, ai debo-li, agli infami. Antropologi-camente si sono creati due ruoli distinti nei quali ci si riconosce. La personalità è sparita nel ruolo assunto. Quello del Meridionale e quello del Settentrionale. Quindi la vittima continua a fare la vittima e a lavora-re per confermare il ruolo del suo carnefice.Da quello che dice non

si intravedono speran-ze di cambiamento. Per quanto tempo conti-nueremo ad accettare supinamente le offese dei vari Calderoni?La speranza è che si

può cambiare. Con la conoscenza, leggendo, diffondendo le verità. Ma soprattutto, come si fa con la psicanalisi per uscire da una condizione di disagio, si deve prendere coscienza di quello che ci è capita-to e guardare in faccia il problema. Allora saremo guariti dall’essere vittime. Non è colpa nostra la no-stra condizione.Quindi quale è l’atteg-

giamento più giusto da adottare?Quello di non far passare

niente, di opporsi a tutte le ingiustizie con la forza della dignità di uomini. Riscoprire la propria storia e pensarsi come persone e non come meridionali. Un’altra cosa è terapeuti-ca: pensare che anche gli italiani del nord soffrono perché anche là loro an-nullano la loro personalità nel ruolo di “carnefici” che sono costretti a rivestire.

terroni: l’ultimo libro di pino aprile“Centocinquanta anni fa quello verso i meridionali fu un vero sterminio”

di GretaFavorita

di Pasquale Crocco

pensierieccellenti

Attenti al trucco. Nelle polemiche sulle celebra-zioni del 150° dell’Unità d’Italia, è intervenuto l ’ europar lamentare leghista Borghez io. Accanto ai Mille di Gari-baldi, ha detto, bisogna commemorare <anche i vinti di quell’impresa>. Siccome una storia non scritta solo dai vincitori è rivendicata anche dal Sud, uno pensa che la Lega Nord si sia final-mente convertita.Invece dove vuole an-

dare a parare Borghe-zio? Al solito ritornello di <quel delinquente di Garibaldi> (come loro lo considerano) che non doveva scendere a con-quistare un Regno delle Due Sicilie che stava bene per conto suo. E quindi non doveva fare l’Italia unita che ora la Lega col federalismo si accinge a dividere di nuovo.Spiacenti: anche da

Sud diciamo che l’Italia andava fatta. Non anda-va fatto il massacro che seguì al Sud con la scusa della guerra ai briganti. Soprattutto non anda-vano spezzate le gambe al Sud con una politica economica che per 150 anni ha favorito il Nord. Il quale si è arricchito proprio sul divario col Sud. Perciò Borghezio vada a dare ‘l cul, come mi pare si dica dalle loro parti.

"Se divisi siam canagliestretti in fascio siam potenti"

Pino Aprile

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

"MERIDIONALI"LA QUESTIONE

Visto dal Nord che cosa è il sud?

Mi permetterei di inqua-drare il problema diver-samente. Visto dal cen-tro dell’impero cosa sono le periferie. Il nord non è tutto uguale. Milano è la città internazionale ed europea, il centro del-le istituzioni finanziarie e la città più ricca di Italia. La Puglia, che oggi è una delle periferie del Paese, è vista da Milano, una gran-de opportunità per l’Italia. Ma spetta a noi pugliesi crearci le opportunità in casa e diventare un’op-portunità per il sistema. Io vedo invece troppa gente rassegnata alla me-diocrità della palude. E questo può cambiare solo con uno scatto culturale.

Le leggi dovrebbero essere uguali per tutti. Secondo lei com’è il di-ritto ‘reale’ in Italia?La legge è uguale per tutti, diversamente non è legge. Ogni attacco all’uguaglianza dei citta-dini davanti alla legge è un attacco agli equilibri del sistema democratico. Guardi, quando parlo di scatto culturale intendo anche parlare di capa-cità, in Italia, e in Puglia in modo particolare, di non creare doppiezza fra legge e consuetudine. La legge è che tutti dovrem-mo indossare le cinture di sicurezza, la consuetudine è che ogni volta che sono a Corato vedo un sacco di gente che vive questo pic-colo gesto di legalità come un vincolo non gradito e fastidioso. Uscire dall’am-biguità fra consuetudine e legalità significa eliminare quegli spazi interstiziali che garantiscono talvolta a chi gestisce le istituzio-ni di abbassare i livelli di uguaglianza per tutti da-

vanti alla legge.

Il federalismo si rea-lizzerà per davvero e a chi gioverà?Il federalismo della lega è la parola d’ordine che Bos-si e i suoi camerati hanno tirato fuori da 20 anni per garantirsi un posto al sole a Roma. In Italia sareb-be fortemente auspicabile che i politici smettessero di parlare alla pancia della gente e iniziassero a par-

lare di progetti per la cre-scita e lo sviluppo dell’Ita-lia come sistema. Ad oggi, a due anni dalle ultime politiche, con una mag-gioranza numericamente forte, nel bel mezzo della crisi più grave di sempre, perché di sistema, non c’è un provvedimento che si possa definire propedeu-tico a qualsiasi minima forma di ripresa economi-ca. Questo significa esse-re nelle mani di una clas-se politica assolutamente irresponsabile. E’ come se fossimo tutti su una nave in mare aperto e pensas-simo a rubarci risorse l’un l’altro senza accorgerci che la nave sta affondan-do. Assolutamente irre-sponsabile. E poi nessuno

ancora ha capito cosa si intenda in questo caso per federalismo. Può essere buono o cattivo per tutti o per nessuno a seconda di come viene scritto. Co-munque la priorità per il sistema Paese non è cer-tamente il federalismo in questo momento storico.

A Milano è necessario conoscere Radetzky e Cattaneo?Cattaneo e come lui al-

tri intellettuali e patrioti del risorgimento italiano dovrebbero essere cono-sciuti da tutti noi. A co-minciare da coloro che parlano di federalismo. Bossi padre e Bossi figlio: il primo ha festeggiato tre volte la sua laurea, sen-za essersi mai laureato, il secondo ha fatto la ma-turità tre volte. Il primo è leader della forza politica attualmente più in asce-sa, il secondo è consiglie-re regionale di una delle regioni più ricche d’Euro-pa, la Lombardia. Ma pen-sa che possano davvero avere l’autorevolezza per parlare di federalismo o di qualsiasi altro tema? Lei affiderebbe la gestione del suo giornale a persone

con un simile curriculum vitae?

Perché non torna a vi-vere e lavorare nella sua terra?Io non penso e non ho mai pensato di aver tagliato le mie radici. Penso solo che ognuno di noi è cittadino del mondo e si muove li-beramente sul territorio inseguendo flussi, sogni, persone, paesaggi, colo-ri e passioni. Non torno perché non sono mai an-dato via. E avere il centro della propria attività pro-fessionale a Milano oggi non vuol più dire essere lontani da Corato o dal-la Puglia. C’è solo un’ora e mezza di aereo, si può lavorare con email, vide-oconferenze, internet e telefono. Le barriere sono diminuite. L’anno scor-so ho trascorso due mesi fuori Milano, ma mica ero in vacanza! Amo la Puglia e le sue potenzialità.

Chi è un vero meridio-nalista, tra i politici?Spero non ce ne siano. Parlare di meridionalisti significa aprire una con-trapposizione con i set-tentrionalisti. Significa evitare ancora una volta che il Paese diventi, per sempre, un Sistema.

Dia una idea brillante a Nichi Vendola…Chiedermi di collaborare con la sua giunta! Scherzi a parte, Vendo-la non ha bisogno di idee brillanti, perché è oggi uno dei pochi politici re-sponsabili. Vendola par-la prima alla testa delle persone e poi alla pancia. Vendola si fa portatore di leadership, senza essere leader demagogico.Forse è anche per questo che sarebbe interessante collaborare con lui.

aldo scaringella: come avere una visione a distanza nel bel mezzo dell'azione

Laureatosi in Filosofia si è trasferito da Corato a Milano realizzando una originale idea editoriale

Aldo Scaringella è nato a Bari nel

1972, si è laureato in Filosofia Teoretica nel 95 con 110 e lode e ha conseguito un master in Comunicazione e Mar-keting. Nel 1997, dopo un periodo di approfon-dimento delle tecniche di management presso la Seattle University di Seattle (USA), ha rico-perto il ruolo di respon-sabile Comunicazione e Marketing per Cofra, azienda produttrice di calzature di sicurezza a Barletta.Nel 2000 si è trasferito

a Milano prima lavoran-do nel marketing e nel-la comunicazione pres-so Class Editori S.p.A e poi come responsabile marketing e comuni-cazione dallo studio legale internazionale Allen & Overy e succes-sivamente dallo studio legale internazionale Lovells. A settembre 2004 ha fondato con altri 3 soci Penta Group S.r.l., editrice del men-sile TopLegal e del sito www.toplegal.it, di cui è stato fino a fine 2009 amministratore unico. Dopo 4 anni, ha fonda-to con gli stessi la so-cietà TopLegal Interna-tional Ltd., editrice di TopLegal International e del sito www.tople-galinternational.com di cui è stato mana-ging director fino a fine 2009. Da marzo 2008 a marzo 2010 ha fatto parte del direttivo del gruppo merceologico editoria di Assolombar-da. Da gennaio 2010, si occupa anche di con-sulenza strategica per studi legali e tributari operanti sul territorio italiano.A marzo 2010 è stato candidato, e non eletto, per le regionali in Lombardia nelle liste dell’UDC risultando il quarto più votato

PRoFILodi Francesco Monteleone

Aldo Scaringella

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otere maggio 20106 tel. 080.872.89.01

Cronaca

S.S. 96 MODUGNO– Quel divano bianco,

posto in bella vista su una piazzola spartitraffico, ad alcuni potrebbe sembrare una buona trovata pub-blicitaria del vicino centro vendita di divani o anche una fermata d’autobus ad alto comfort per i viag-giatori che aspettano il 7 barrato per Altamura, in realtà è più semplice-mente un punto di attesa dei “clienti” della signori-na che comodamente ci

siede sopra.Ci sarebbe anche da

aggiungere che i “salot-ti” sparsi sulla s.s. 96 nel tratto tra Modugno e Palo del Colle sono più di uno e sempre frequen-tati. Parrebbe non aver portato i risultati sperati, al momento, la grossa operazione di Polizia che ha coinvolto circa 200 agenti in tutta la Puglia ed in particolare in alcuni paesi della provincia di Bari (tra cui Modugno e Palo del Colle), portando all’arresto di oltre qua-ranta persone accusate di sfruttamento e favo-reggiamento della prosti-tuzione.L’operazione “Milù”, de-

nominata così dal nome

della donna che recluta-va le ragazze, ha dato un grosso colpo a due bande che operavano in provincia di Bari ma a ben vedere la situazione reale sulla trafficatissima 96 non è cambiata granché.L’“affol lamento” dei

divani diventa ancora maggiore nei week-end senza alcuna restrizione di orario, sabato e dome-nica da mattina a sera; le avvenenti ragazze, inoltre, non nascondono di certo in alcun modo la loro merce ma anzi ne fanno bella mostra, provocando spesso pe-ricolosi rallentamenti su un tratto di statale ad alto rischio e già tristemente noto per i numerosi inci-denti mortali.Il post-Milù non è stato

molto differente neanche per gli altri ormai noti “luoghi di passeggio” sparsi nelle varie statali e tangenziali del barese, dove per fortuna l’ ar-redamento non è stato ancora sceso in strada.Operaz ioni d i gros-

sa portata quali “Milù” hanno come obiettivo il contrasto immediato dello sfruttamento della prostituzione eliminando tutta la rete alle spalle delle donne che sono in strada, tuttavia ormai quella della prostituzione nel barese sembra essere un’ organizzazione così radicata e con così tante diramazioni nella malavi-ta (non solo locale) che è sempre più difficile per le forze di Polizia operare efficacemente nel terri-torio.

il divano dellas.s. 96 resta ancora occupato

GRUMO APPULA – “Molto preoccupato

per questa situazione”. Queste sono le parole del neo-sindaco Michele d’Atri che, con ancora negli occhi le fiamme dell’ultimo incendio do-loso ad una nota attività commerciale del paese, non può fare altro che

prendere atto dell’ evento criminoso e promettere una veloce ed efficace risposta delle istituzioni locali.Nelle notti del 25 e del 27

Aprile, infatti, due incendi di cui uno sicuramente doloso hanno gravemen-te danneggiato dapprima una macelleria in città e

poi un’azienda poco al di fuori del centro abitato.Se per l’attività peri-

ferica l’origine del rogo sembra essere più dovu-ta ad un problema alla rete elettrica (le indagini sono ancora in corso), la situazione è diversa per la macelleria: in un primo momento i Carabi-

nieri del locale Comando e quelli del Comando di Modugno avevano pen-sato ad un avvertimento di stampo mafioso, ma pochi giorni fa il reale au-tore dell’ incendio è stato individuato e denunciato a piede libero alla Pro-cura della Repubblica di Bari. Si tratta di un altro

commerciante di carni, sempre di Grumo Appula, che indispettito dal fatto che i suoi clienti passas-sero al “rivale” avrebbe appiccato l’incendio ma sarebbe stato notato da alcuni cittadini residenti in zona. Il 39enne è già noto alle forze dell’ ordine per piccoli precedenti.Il reale problema è che

questi fatti criminosi stanno avvenendo in città sempre più di frequente. Auto che vengono incen-diate durante la notte, teste di cavallo mozzate lasciate dietro la porta del Municipio, roghi che interessano le automo-bili di rappresentanti della giunta comunale, sparatorie e ferimenti nella centralissima Villa Comunale ed ancora una manifestazione ippica sospettata di essere or-ganizzata per commemo-rare la morte di un boss e sospesa a poche ore dell’ inizio, grazie ad un’ ordinanza sindacale.Certamente non un faci-

le inizio di mandato per il neo-eletto sindaco che il 29 Aprile ha partecipato ad un incontro presso la Prefettura di Bari, con l’ obiettivo di poter trovare una soluzione per argina-re la sempre più “preoc-cupante” situazione della criminalità in città.

sparatorie in centro, incendi dolosi, commemorazioni di boss: il sindaco in prefettura

di FrancescoD'Amato

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otere maggio 20108 tel. 080.872.89.01

Cronaca

Nel 1789 viene istitui-ta la Carta dei Diritti

dell’Uomo e del Cittadino, un documento di impor-tanza mondiale che ci riconosce cittadini non di uno Stato ma del Mondo con pari diritti e doveri. Ma è realmente così? Siamo realmente tutti uguali? Secondo la legge dovrem-mo esserlo ma nella realtà l’extracomunitario molto spesso è vittima del raz-zismo. C’è lo spauracchio dell’immigrato che ci sot-trae il lavoro, senza sapere che non è il rumeno, il ma-rocchino o l’albanese che ci porta via l’occupazione, ma siamo noi che non vogliamo più adempiere a mansioni ritenute troppo faticose o poco soddisfa-centi. Ora o si ha il posto in banca oppure si rimane a casa a piangersi addosso e a essere chiamati bam-boccioni.

Violeta Isufi è un’alba-nese che è sbarcata in Italia nel 1993. Aveva circa vent’anni ed era già mamma. Lei, come molti suoi connazionali è venuta in Italia con un sogno, lo stesso sogno che migliaia di italiani avevano quan-do si imbarcavano per le Americhe: ricostruire la propria vita lontano dalla povertà e dalla guerra. Il loro però è un sogno che si è infranto nell’immedia-to, dopo essersi resi conto che le istituzioni non erano preparate ad accoglierli, che venivano visti come sciacalli di risorse e de-

linquenti da allontanare commettendo sempre il solito errore di fare di tutta l’erba un fascio. Violeta ora è una me-

diatrice culturale. Figura questa che al suo arrivo in Italia non esisteva. È un punto di riferimento per molti immigrati regolari e clandestini anche se le isti-tuzioni non ritengono il suo un ruolo fondamentale. Con la sua forza di volontà

ha capito che per integrar-si è importante conoscere il popolo con il quale si con-vive e quindi conoscere la lingua, conoscere i diritti, ma anche i doveri, avere la consapevolezza che per essere accettati non bisogna umiliarsi. Non è necessario essere sfruttati per portare a casa un po’ di pane, non è il padrone con i caporali che devono far timore all’immigrato, e Rosarno insegna. Sia-

mo cittadini del mondo e abbiamo dei diritti, che

solo l’informazione e la conoscenza possono far valere. Bisogna denuncia-re il datore di lavoro che sfrutta l’immigrato, che lo tiene sotto scacco per un permesso di soggiorno. La conoscenza e l’informa-

zione possono portare ad una perfetta integrazione, e non l’emarginazione o lo sfruttamento. È vero c’è l’extracomunitario peri-coloso, c’è chi commette violenze e reati di ogni genere, ma non per questo tutti i suoi connazionali sono tali. Alla domanda se secondo

Lei i nuovi immigrati liba-nesi, marocchini, egiziani etc… hanno il suo stesso sogno quando si è imbar-cata per l’Italia, ovvero quello di avere a qualche miglio di distanza una piccola America, Lei ha risposto che l’Italia viene vista come un punto di ri-partenza e di rinascita, senza sapere purtroppo che il sogno della bella Italia si è concluso con la fine del boom economico.

di Biagio Cantatore

la bella italiaImmigrazione, integrazione e informazione…tutto semplice all’apparenza

BISCEGLIE - Sabato 1° Maggio, nel giorno

della Festa dei Lavoratori, alle ore 9.00, i cittadini del Quartiere Sant’Andrea hanno finalmente visto di-venire realtà la promessa -mantenuta, quindi- dal Sindaco di veder riaperto il parco “giurassico” della città di Bisceglie! Il “Parco delle orme di dinosauro”. Orme che lo hanno reso celebre per interesse tu-ristico, ma che lo hanno portato all’attenzione dei media per le curiose vi-cissitudini di cui è stato protagonista.La storia delle orme di di-

nosauro risale a 5 anni fa, quando nel 2005 furono rinvenute presso la cava Pontrelli fossili dell’era mesozoica. Successiva-

mente simili ritrovamenti hanno interessato le città limitrofe di Molfetta e Giovinazzo. Ma a Bisceglie non solo la quantità e la qualità dei reperti è di rilevanza maggiore, ma,

inoltre, la maggior parte di questi si concentra in un contesto stratigrafico limitato. Solo qui, in una porzione di mondo che va dal Sud Africa all’Inghil-terra, sono state rinvenu-te tracce di un quadrupe-

de corazzato (tireoforo). Si può ben immaginare

l’importanza del parco Sant’Andrea, e lo sconfor-to dei cittadini nel saperlo chiuso. Ma in seguito alla mobilitazione degli stessi e a quella del Partito De-mocratico, dopo la diffida al Dirigente dell’ufficio competente e le reiterate richieste dei biscegliesi, le acque si sono smos-se velocemente. Ecco che il Parco Sant’Andrea viene riconsegnato alla sua città, tornando fru-ibile al pubblico che per lungo tempo ha potuto osservarlo solo dal le inferriate dei cancelli. Lo stesso Sindaco Spina ha presieduto alla ricon-segna simbolica alla città dello spazio verde.

“Consapevole degli in-giustificati ritardi con cui gli organismi tecnici com-petenti stanno causando la mancata fruizione dello spazio verde in cui sono ospitate” si legge in una nota del Sindaco “il primo cittadino assume la diret-ta responsabilità di conse-gnare alla Città lo spazio ludico-ricreativo, sottrat-to di recente all’incuria ed al vandalismo, grazie ad un’opera di ristruttu-razione e messa in sicu-

rezza che ha comportato l’impiego di risorse utili a valorizzare il Quartiere Sant’Andrea, offrendo ai suoi residenti ed a tutta la cittadinanza l’opportunità di godere di un ‘polmone verde’ importante”.Grazie alla vigilanza del-

le Guardie Ambientali, il parco potrà essere visita-to nelle ore pomeridiane fino alle 22.Si pone fine, quindi, ad

un incomprensibile disa-gio seguito ai considere-voli lavori di ripristino dei luoghi, in passato interes-sati da atti di vandalismo che avevano depauperato un bene della collettività, rendendolo pericoloso per l’utenza, specie di bambi-ni ed anziani.

di Silvia La Franceschina

passeggiare tra spaventosi rettili

Violeta Isufi

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Televisione

Non se l ’aspettava proprio l’Avvocato

Fabrizio Lombardo Pijola. Un attacco che proviene da un mezzo di informazione locale come Repubblica Bari ad una televisione che dell’informazione sul ter-ritorio ha fatto la propria bandiera. Non usa mezzi termini per qualificare l’articolo apparso qualche

settimana fa sull’edizione locale del quotidiano La Repubblica che annuncia-va il rinvio a giudizio dello stesso Lombardo Pijola per “aver truccato i bilanci di Antenna Sud”. Quale è stata la sua

reazione immediata quando ha letto su Re-pubblica quel titolo sui bilanci falsificati di An-

tenna Sud?Ho provato un senso di to-

tale costernazione per una cosa che non sta né in cielo né in terra. Antenna sud non c’entra nulla. Come può un giornalista fare un titolo del genere, creando danni enormi senza effet-tuare il minimo controllo su quello che edita? A que-sto punto chiunque può

scrivere qualsiasi cosa o diffamare senza controllo.Ha parlato immedia-

tamente di colpi bassi mediatici. È un colpo basso perché

intanto esprime un’assen-za di professionalità e de-ontologia da parte dell’au-tore dell’articolo. Non è pensabile che si possa aggredire chiunque in ma-

niera così feroce e gratuita senza nessuna ragione. È evidente che Antenna Sud sta lavorando, nella per-sona del suo presidente, nel Consorzio degli Editori Radiotelevisivi Pugliesi (Rtp), per creare legalità, trasparenza e correttezza nel settore dell’editoria radiotelevisiva. E qualche nemico ce lo siamo fatti.Secondo lei chi può

aver ordito questo at-tacco? Non mi faccia dire chi,

altrimenti passerei dalla parte del torto. Inoltre tut-to il polverone si è scatena-to per una contravvenzio-ne per false comunicazioni sociali. Non ci sono bilanci truccati, non c’è dolo né malafede. Si tratta della interpretazione di poste di bilancio. È vero, c’è una richiesta di rinvio a giudi-zio; capisco anche che il magistrato abbia bisogno di approfondimenti e spe-ro che tutto si risolva in breve. Il fatto strano, però, è che questa richiesta è di sei mesi fa. Ciò che mi

insospettisce è che il caso sia scoppiato adesso, con questa virulenza, nei con-fronti di Antenna Sud, in un momento delicatissimo di transizione al digitale e di affermazione locale del ruolo della Rtp. Il clamore mediatico non si giustifica per una vicenda che defi-nirei banale.

Questa vicenda ha pro-dotto dei danni all’im-magine di Antenna Sud?Tutte le banche ci hanno

immediatamente chiama-to. Oggi gran parte delle società lavorano con i fidi, quindi si può immaginare l’allarme che è stato pro-vocato. Poi, anche in rela-zione ai contributi pubblici, questa notizia di presunti bilanci falsificati può porta-re anche alla revoca degli stessi contributi. Questo attacco è molto pesante. I bilanci sono stati acclarati e sono perfetti. Abbiamo avuto anche, come altre emittenti, una visita della Guardia di Finanza che ha trovato tutto perfettamen-te in regolaAvete intrapreso azio-

ni legali contro Repub-blica?

Abbiamo notificato la ci-tazione per un milione e mezzo di danni.

Non sarebbe auspica-bile, soprattutto oggi, con i tagli all’emittenza locale, una concordia dei media locali in fa-vore della libera infor-mazione?Lo stiamo auspicando.

Ma non si cancellano im-mediatamente trent’anni di lotte furibonde e indivi-dualismi tra le varie emit-tenti. Quello che abbiamo fatto, mettere insieme sedici emittenti intorno al tavolo, è un grande passo. Cerchiamo di dialogare con tutti, anche in questi frangenti drammatici, per arrivare ad una maggiore intesa. È indispensabile unire le forze, soprattutto oggi.Lei ha dichiarato: “dia-

mo fastidio a qualcuno”. A chi, in particolare? Diamo fastidio a chi non

ama il nostro stare sul mercato e il nostro modo di porci. Non piaciamo a tutti, come fanno loro, e questo dà fastidio. Certe prese di posizioni danno fastidio.

“Non ci sono bilanci truccati, né dolo. Antenna Sud non c’entra nulla”la versione di lombardo pijolaIl presidente di Antenna Sud risponde all’attacco di Repubblica

di Giuseppe Scintilla

Avv. Fabrizio Lombardo Pijola

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Economia

La fiducia delle fami-glie e delle imprese

aumenta in tutta Europa e in Italia del Nord, ma cala nel Sud Italia. Lo dice l’ul-timo rapporto sulla Con-giuntura del Mezzogiorno redatto da L’Osservatorio Regionale Banche Imprese insieme ad Isae ed Srm - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno.

E così l’indice dei fiducia passa da 94 a 100 nel Nord

Ovest e da 89 a 93,6 nel Nord Est, mentre crolla dall’86,6 al 78 nel Mezzo-giorno d’Italia. Insomma i meridionali sono sfiduciati e soprattutto diffidenti verso ogni forma di otti-mismo.

Ma questo lo sapevamo. I meridionali si lamentano sempre e sono pessimisti di costituzione. Insomma per loro non va mai bene niente.

Ma torniamo allo studio ed entriamo più nel detta-glio della Puglia.

Quale è la propensione al consumo dei cittadini pugliesi?

I pugliesi sono fra i più pessimisti nel mezzogior-no. Nel periodo gennaio-marzo 2010 è peggiorato, infatti, il Clima Economico pugliese. Il relativo indice

passa da 94,4 a 86,5 inter-rompendo così quel trend al rialzo che si era avuto dal secondo trimestre 2009. Anche la fiducia dei consumatori pugliesi re-gistra un deterioramento superiore a tutta la media del Mezzogiorno.

I Pugliesi sono pessimisti sulla situazione economica del paese e sulle proprie finanze. Molto sono scet-tici sulle loro potenzialità di spesa e di risparmio e quindi restii a sbilanciarsi sull’acquisto di beni dure-voli. Così tutta l’economia ne risente.

Interessante è anche la situazione delle imprese pugliesi. La fiducia degli industriali di Puglia, infatti, registra un miglioramento rispetto al periodo ottobre dicembre 2009 e i magaz-zini si alleggeriscono: per la prima volta la riduzione delle scorte supera la quo-ta degli aumenti. Anche il settore delle costruzioni registra un recupero.

A migliorare la fiducia delle imprese pugliesi ha contribuito principalmente il livello degli ordini di ac-quisiti in portafoglio.

Ma quali sono i settori in-dustriali di Puglia più inte-ressati dalla crisi? Ci aiuta a capirlo Antonio Corvino, direttore dell’Osservatorio Banche Imprese.

“In Puglia continua con lentezza e difficoltà il pro-cesso di recupero delle imprese manifatturie-re” spiega Corvino “Tali difficoltà sono dovute a due questioni fondamen-tali: la prima connessa al persistente eccessivo sbilanciamento delle no-stre imprese sui mercati tradizionali (Europa e

Stati Uniti) che impedisce loro di cogliere a pieno la spinta propulsiva prove-niente dai nuovi mercati internazionali (Cina,India, Brasile,Russia, NordAfri-ca, etc.); la seconda sulle persistenti difficoltà finan-ziarie e limiti di liquidità delle stesse imprese che, così,stentano a coglie-re pienamente i segnali di ripresa procedendo ai necessari approvvigiona-menti di scorte e materie prime.”

E cosa ci dice delle fa-miglie pugliesi?

La crisi prolungata ed il forte ridimensionamento dell’apparato produttivo hanno determinato (e con-tinueranno a determinare) un massiccio ricorso alla cassa integrazione, non solo ordinaria ma anche straordinaria,e alla mo-bilità. Inoltre in Puglia la particolare strutturazione del sistema produttivo tuttora fortemente anco-rato ai settori tradizionali, tessile - abbigliamento, calzature, mobili - arredo, meccanica etc.. continua a pesare negativamente sulle prospettive occupa-zionali e di conseguenza sulle propensioni ai con-sumi e sulle aspettative di risparmio delle famiglie.

Ne usciremo e quan-do?

Si potrà registrare una inversione solo quando la ripresa diventerà più soli-da e massiccia.

Sui tempi non si sbilancia.

i pugliesi vedono nero il loro futuro economicoL’Osservatorio Regionale Banche Imprese presenta il rapporto sulla Congiuntura del Mezzogiorno del primo trimestre 2010

Tra le aziende presen-ti a SolarExpo ‘10,

l’evento internazionale dedicato alle energie rinnovabili svoltosi a Ve-rona dal 5 al 7 maggio, c’era anche Enerdaiet s.r.l., azienda di Cister-nino (BR) specializzata nel settore degli impianti fotovoltaici, solare - ter-mici, eolici, minieolici e geotermici, che ha presentato il Progetto

Loto, un nuovo sistema di impianto fotovoltaico “galleggiante” modulato, che presto sarà installato ad Avetrana in provincia di Taranto.Già nel 2008 l’azienda

brindisina aveva realiz-zato in forma sperimen-tale a Solarolo (RA) un impianto fotovoltaico offshore da circa 20 KWP, primo di questo tipo in Europa, di cui detiene il brevetto esclusivo. L’in-novativo sistema integra-to, denominato Progetto Loto - ricollegandosi al gal leggiamento del le piante acquatiche, ninfee e fiori di loto -, è indicato per l’installazione presso bacini d’acqua o mare aperto dove vi è fabbiso-gno di energia (aziende agricole, piattaforme petrolifere, ecc.) poi-ché presenta un elevato grado di integrazione ambientale, non toglie

spazio alle coltivazioni e riduce l’evaporazione dei bacini.Partecipando con entu-

siasmo all’XI edizione di “SolarExpo ‘10” con un proprio spazio espositivo “Enerdaiet - il lato verde del business”, l’azienda ha raggiunto con succes-so lo scopo di promuovere e valorizzare l’esperienza che sta sviluppando nel settore delle energie rin-novabili. Enerdaiet, che sino ad oggi ha installato 2 MW in campo solare, ha in cantiere anche la costruzione di oltre venti parchi fotovoltaici, due dei quali da un megawatt in Puglia.

Cosa rappresenta il Progetto Loto per Enerdaiet?Sicuramente una gran-

de opportunità di visibi-lità in un settore, quello delle energie rinnovabili, in cui l’azienda crede e sta investendo molto. Il “progetto loto” rappre-senta il fiore all’occhiello di una ricerca tecnologica nell’ottica di una sempre maggiore tutela e salva-guardia del territorio, con un impatto ambientale molto lieve e in perfetta armonia con il paesaggio naturale.Esistono altri impian-

ti dello stesso tipo?Sia il primo impianto

realizzato come prototipo in Emilia Romagna che il secondo di prossima in-stallazione in Puglia sono i primi sistemi fotovoltaici galleggianti mai costruiti in Europa.

dai fiori di loto alle celle fotovoltaiche:

IN PugLIA I PANNeLLI SOLARI gALLeggIANO SuLL’ACQuA

di GiusyLogliscidi Greta

Favorita

Antonio Corvino,Direttore dell'Osservatorio

Banche Imprese

Davide Argentieri, Enerdaiet

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Economia vErdE

L’ulivo è la pianta simbolo della pace,

della fertilità, della im-mortalità. Dal nord al sud della Puglia disegnano il paesaggio. Le diste-se confondono gli occhi dell’osservatore, tra terra e mare.

Non potevamo lasciar intervistare chi di ulivo ne capisce, ma non solo, e ne prende cura tenendo presente i cicli naturali con metodi di coltivazione che rispettano l’integrità di Madre Terra. Stefano Di Loreto conduce con passione la sua azienda “Masseriola” e il risultato di questa dedizione gli ha concesso il premio per il miglior olio biologico della Puglia, dal BIOL 2010.

Da quando hai iniziato ad occuparti di ulivi e di olio?

Dal 1983, quando ho ini-ziato l’attività di impren-ditore agricolo prendendo direttamente la gestione di una parte dell’azienda familiare. Fino ai primi anni del 1990 però le olive sono state vendute

di Carolina Borghi

Nell’ultima settima-na di aprile Bari è

stata capitale mondiale dell’olio biologico gra-

zie al XV Premio Biol, la più grande kermesse internazionale dedicata all’olivicoltura biologica che pone, come ormai da tradizione, l’Italia e la Puglia al centro dello scenario mondiale del settore.Fitto il calendario

(www.premiobiol2010.it) allestito dal CiBi e patrocinato da Ifoam, Ministero delle Politiche Agricole, Regione Puglia, Provincia di Bari, Comu-ne di Bari, in collabora-zione con vari organismi di settore tra cui Icea - Istituto Certificazione Etica e Ambientale e Consorzio Puglia Natura, e gli sponsor Amenduni spa e Gruppo Pieralisi. Due le sezioni: iniziative di piazza e studi.Le iniziative di piazza

hanno ruotato attorno alla “Città dell’Olio - Fe-stival dell’Olivicoltura Etica e dell’Agricivismo”, tra Piazza Ferrarese e l’Auditorium La Vallisa,

con una panoramica sul-le tante componenti che, a partire dalla terra, si allargano a declinare il concetto di crescita so-stenibile in vari aspetti. Ciò attraverso una serie di stand e laboratori: “Dai un Voto al tuo Olio”, con analisi gratuite degli oli portati da casa, “La-boratori del Gusto e dei Mestieri”, un laboratorio con degustazioni di pe-sce azzurro, “Ri-usiamo l’olio per fabbricare sa-pone”, workshop “Telaio Umano” per dare nuo-va vita a tessuti usati. Tra gli altri espositori, anche la Comunità dei produttori degli olivi secolari, l’etnobotanica di “In Puglia”, il verde urbano ecosostenibile di Landemed, il consumo critico di EcoBioEquo ed Ecopolis, le biomasserie didattiche del Consorzio Puglia in Masseria, l’eco-design “Made in Puglia”, l’esposizione “Arte Sa-ponaria”, lo stand Amiu Bari per la raccolta di oli esausti destinati al rici-

clo. Da ricordare anche la giornata BiolKids a cura dell’Acu, dedicata ai bambini-assaggiatori d’olio delle scuole di

Bari e provincia, le mi-nicrociere BiolFish con cambusa bio, e l’incon-tro pubblico “BiolWine: dalle uve biologiche al vino bio”. Due le mo-stre: “Un Mondo d’Olio” alla Vallisa, con un’am-pia selezione degli oli in gara e degustazioni di

extravergini, e “MastrO-livo”, esposizione inter-nazionale dei maestri artigiani dell’olivo, con anche lavorazioni dal

vivo. In più, spettacoli ogni giorno per adulti e bambini, e una rassegna di corti e documentari a tema, alla presenza de-gli autori.La sezione studi, in

gran parte concentrata al all’IISS Majorana, ha offerto il Forum Inter-nazionale “Per una Oli-vicoltura Etica” curato dall’Osservatorio Inter-nazionale Biol, e vari ap-puntamenti per tecnici e operatori del settore: dai Seminari BiolMed all’incontro di aggior-namento sulla Qualità dell’Olio Bio per i giurati Biol; dal Corso base per assaggiatori d’olio, a quello internazionale del Progetto Equo&Bio su biologico e Fairtrade, ai due corsi Landemed per Progettisti di Ecosistemi Sostenibili.

Epicentro il “Festival dell’Olivicoltura Etica e dell’Agricivismo”, dove tra convegni, corsi, laboratori, mostre, degustazioni e cultura, i temi si sono allargati alla crescita sostenibile

col premio biol bari capitale mondiale dell’olio biologico

nella drupa il diario della naturaIl Masseriola Fruttato Leggero ha vinto il Biol Puglia 2010

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Economia vErdE

sulla pianta e solo dopo ho cominciato a produrre olio in proprio, conferen-dolo ad una cooperativa locale.

Nel 1996 ho comincia-to a seguire i metodi di coltivazione dell’ agri-coltura biologica, sotto il controllo di ICEA, ed ho iscritto gli oliveti alla DOP DAUNO. Nel 2005 ho poi deciso di iniziare a com-mercializzare, almeno in parte, la produzione di olio con la mia etichetta.

Da dove nasce la scel-ta di lavorare la terra in modo biologico?

Dalla voglia di mante-nere il più possibile le caratteristiche e le qualità “tipiche” dei nostri pro-dotti con la convinzione che solo una gestione del terreno fatta utilizzando il più possibile materie prime “naturali” possa dare questi risultati. Inol-tre penso sia un “valo-re aggiunto” che oggi è sempre più ricercato dal consumatore che vuole garanzie sulla qualità e

genuinità che solo i pro-dotti biologici certificati possono dare.

Ci parli della zona di coltivazione…

La mia azienda si trova in agro di Ascoli Satria-no, a circa 300m slm, in una zona pianeggiante a confine con la piana del Tavoliere. È un territorio abbastanza vocato per la coltivazione dell’olivo e particolarmente favore-vole alla coltivazione in biologico, perché avendo un clima relativamente asciutto ed abbastanza

ventilato è poco soggetto all’ attacco della “mosca”. Il terreno è di medio im-pasto con buona struttura e gli oliveti sono in parte irrigati. L’impianto degli oliveti è stato effettuato nel 1956 con un sesto di 8x8 con cultivar “corati-na” e “moraiolo”.

L’olio extravergi-ne di oliva biologico Masseriola Fruttato

Leggero ha vinto il premio BIoLPUGLIA 2010 come miglior olio biologico pugliese. Ha ottenuto altre certifi-cazioni e premi?

Sì. L’azienda produce tre tipi di olio: la produzione di punta è il “Masseriola DOP Dauno” che, nella scorsa campagna, è stato selezionato dalla guida internazionale degli oli extravergini “FLOS OLEI 2010” quale “Migliore olio extravergine di oliva bio-logico DOP” su una sele-zione di oltre seicento oli provenienti da quaranta paesi. Sempre il Masse-riola DOP è stato finalista nelle ultime tre edizioni della “Sirena d’Oro di Sorrento” ed al premio “Olio Capitale” alla fiera di Trieste, nonché diver-se “Menzioni” in vari altri concorsi nazionali.

Quali sono i vostri programmi per il futu-ro?

Incrementare la com-mercializzazione con la propria etichetta. Attual-mente sto sviluppando contatti soprattutto con la Svizzera e la Germa-nia, ma vorrei allargare il mercato ai paesi del Nord Europa che oggi sono for-se i più pronti per questo tipo di prodotto.

Naturalmente senza tralasciare il mercato ita-liano, anche se in Italia non è ancora ben chia-ra, almeno alla maggior parte dei consumatori, la differenza fra un olio “industriale” di basso se non bassissimo prezzo ed un olio “artigianale” di qualità.

L’Italia, e in parti-colare la Sicilia, si

confermano ai vertici d’eccellenza dell’olivi-

coltura biologica mon-diale. È infatti l’extra-vergine siciliano “Primo Bio” dei Frantoi Cutrera di Ragusa il miglior olio biologico del 2010: lo sancisce il principale verdetto del Premio Biol, la kermesse internazio-nale riservata ai migliori oli bio, che da quindici anni in Puglia assegna i più importanti ricono-scimenti mondiali del settore. Il “Primo Bio” è risultato il migliore assoluto tra i circa 350 oli in gara giunti da 17 paesi, per una copertu-ra pressoché completa dell’olivicoltura interna-zionale. Secondo posto suddiviso ex aequo tra un altro olio siciliano, il “Terraliva” dell’azienda Cherubino di Siracusa e il portoghese “Risca Grande”. Tra altri rico-noscimenti principali, il premio Biolblended

(miglior olio imbotti-gliato e commercializ-zato con marchi non del produttore) è andato

all’umbro “Terra Oliva-ta” dell’azienda Bacci di Gualdo Cattaneo (Peru-gia), mentre il Biolpack (migl ior accoppiata etichetta-packaging assegnato da una spe-cifica giuria di esperti in comunicazione e con-sumo) all’extravergine pugliese “De Carlo” di Bitritto. La giuria di bambini ha poi asse-gnato il BiolKids all’olio californiano “Lunigia-na”; fra i riconoscimenti collaterali, il BiolEthic per il miglior contributo etico va alla coopera-tiva cilena Lolol con l’olio “Native”. Sempre ottima, infine, la qualità degli oli di casa, i puglie-si: quest’anno ad ag-giudicarsi il BiolPuglia è stato il fruttato leggero “Masseriola” prodotto dall’azienda omonima di Ascoli Satriano.

(elenco completo di tutti i riconoscimenti presto on-line su www.premiobiol.it e www.premiobiol2010.it)

due oli pugliesi premiati al biolBiolPuglia al dauno “Masseriola” di Ascoli Satriano.Al “De Carlo” di Bitritto il miglior packaging

Stefano Di Loreto, proprietario della azienda "Masseriola"

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otere maggio 201014 tel. 080.872.89.01

sanità

è una malattia caratte-rizzata da interruzioni

del normale respiro (ap-nee) durante il sonno.

È caratterizzata da rus-samento, senso di soffo-camento durante il sonno, risvegli notturni ricorrenti, stanchezza diurna, ridotta capacità di concentrazio-ne, eccessiva sonnolenza diurna.

Si manifesta in tutte le età. Il 4 % di uomini e il 2 % di donne nella popola-zione generale presentano un alto numero di apnee per notte e lamentano eccessiva sonnolenza du-rante il giorno: quindi è stato calcolato che circa 1.400.000 italiani possano soffrire di questa malattia, anche se per solo in una esigua minoranza fino ad ora è stato possibile porre

la certezza diagnostica.

I sintomi clinici più comuni sono:

sonnolenza durante il gior-no, con difficoltà a rimane-re svegli durante la lettura del giornale o la visione di un film alla TV;

estrema affaticabilità;

difficoltà di concentrazio-ne;

mal di testa mattutino;

riferimento di precedenti incidenti automobilistici;

difficoltà nella potenza sessuale.

Dal punto di vista fisico si tratta spesso di persone sovrappeso o con anoma-lie anatomiche a livello di naso e gola. Si tratta sempre di formidabili rus-satori.

La certezza della diagno-si necessita di un esame specialistico chiamato po-lisonnografia.

Si tratta di un esame non invasivo, domiciliare, che

consente la registrazione durante la notte, di una serie di parametri, al fine di determinare se vi sono le apnee, e quali alterazioni eventualmente comporta-no a livello dell'apparato cardio-respiratorio e sulla qualità del sonno.

La terapia specifica per la sindrome delle apnee durante il sonno deve es-sere tagliata su misura per ogni singolo paziente. I

farmaci non sono di alcuna efficacia.

Ecco le terapie più indica-te: la terapia più efficace e maggiormente utilizzata per la cura delle apnee ostruttive durante il sonno viene effettuata applican-do al paziente, durante le ore di sonno, una speciale maschera nasale che viene

applicata attorno alle nari-ci (CPAP).

L'approccio chirurgico rientra tra le competenze dell’otorinolaringoiatra ed è di prima valutazione nei soggetti di età pediatrica, ove le apnee sono dovute alla presenza di tonsille o adenoidi ipertrofiche. Nell’adulto le procedure chirurgiche vanno a mo-dellare tonsille, uvula e palato molle.

Dott. Cesare ArezzoSpecialista inFisiopatologia

Respiratoriawww.cesarearezzo.it

Dott. Giacomo SaponaroSpecialista

Otorinolarigoiatria

la sindrome delle apnee notturne (osas)

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

Disabilitati

Scordatevi Gardaland, lo Zoo Safari e l’Ita-

lia in miniatura. La nuova frontiera dei “parchi diver-timento” arriva dalla Cina.Peccato, però, che il di-

vertimento consista solo nel guardare più di cento nani che ballano e si esi-biscono in siparietti vari. Ben centoventi persone affette da acondroplasia (questo è il nome corretto del nanismo), tra i 18 ed i 48 anni, provenienti da tutte le parti della Cina, vivono in questo surreale “Regno dei nani”. Per il pubblico si esibiscono in spettacoli vari, tra cui una stucchevole parodia del

“Lago dei cigni” e fingono una vita quotidiana in pic-cole casette da “Biancane-ve e i sette nani” relegati in borghi in perfetto stile fantasy, con tanto di re, esercito e Ministro degli Esteri, tutti rigorosamente nani!Il parco a tema è nato nel

luglio 2009 sulle sponde di

un vasto ed inquinatissimo specchio d ’acqua a sud di Kunming, capitale dello Yunnan (Cina meridionale) ma solo negli ultimi mesi la notizia è approdata in Occidente lasciando, come solo la Cina sa fare, l’opi-nione pubblica a bocca aperta.La singolare idea è ve-

nuta ad un imprenditore cinese, Chen Ming, che vi avrebbe già investito 100

milioni di yuan e sarebbe pronto a moltiplicare l’in-vestimento.Tutto in questa comune

è stato progettato meti-colosamente: ogni cosa deve essere al di sotto dei 90/120 centimetri, com-prese le forze di polizia ed i vigili del fuoco. Un’altezza non superiore ai quattro

piedi e tre pollici (circa un metro e trenta centimetri) è, tra l’altro, condizione necessaria per poter es-sere ammessi all’interno della comunità.Secondo le intenzioni del

suo costruttore, il paese dei nani è e resterà au-tosufficiente, una sorta di microcosmo a feedback positivo; il volantino di promozione del parco reci-ta: <<avrete la possibilità unica di vedere i nani nelle loro attività quotidiane: coltivazione di piante e fiori, allevamento di ma-iali, cura di cani domestici, performances artistiche, parate etc.>>. L’idea del signor Chen, bislacca o folle – questo si capirà col tempo – è quella di far diventare il parco un nuo-vo modello di costruzione socialista della campagna dello Yunnan.Lapalissiano, tuttavia, il

rischio di una simile ope-razione: se da un lato è encomiabile lo sforzo di creare un ambiente “idea-le” che offra a queste per-sone la possibilità di avere un lavoro – in un momento di forte crisi occupazio-nale in Cina – e di vivere un’esistenza libera, senza doversi costantemente misurarsi con le discri-minazioni delle “persone alte”, dall’altra il pericolo è quello di fare comunque di essi un fenomeno da baraccone del ventunesi-mo secolo, spettacolariz-zando ogni aspetto della loro esistenza, disabilità compresa.

la città dei nani:paradiso o ghetto?Sono 120. Vivono in case a forma di funghi e si vestono come i personaggi delle fiabe.

di MaraPetrone

DIZIoNARIo DEL DISABILE

CURIoSITà

Si chiama Becky, è amica di Barbie e, come lei, è biondis-sima e bellissima ma… è sulla sedia a rotelle. La Mattel, dit-

ta americana di giocattoli produttrice di Barbie, ha pensato bene di ideare e produrre una bambola handicappata con tanto di sedia a rotelle, rigoro-samente rosa e piena di lustrini. Una svolta epo-cale nella storia di questa azienda che mai, prima di questa “trovata”, aveva

caldeggiato l’idea di cre-are una Barbie “diversa”, magari bassottella e coi brufoli o con una forma meno smagliante. Con Becky, invece, bella ma paraplegica, si rompe de-finitivamente il secolare binomio di “bella e per-fetta”. Barbie adesso ha un handicap, è “diversa”.Sembra che la Mattel

abbia pensato proprio a tutto nel creare la Barbie disabile, persino ai suoi problemi con le barriere architettoniche: la sedia a rotelle di Becky, infatti, non entra nella casa della famosa bambola bionda. Si è allora corsi subito ai ripari: entrerà a breve in commercio una nuova versione della casa di Barbie, con le porte più grandi e senza scalini!

È un sostegno economi-co statale (di 472,04 euro mensili) versato dall’In-ps alle persone che non possono compiere gli atti quotidiani della vita, non deambulanti, che hanno bisogno di assistenza continuativa e che non siano ricoverati gratuita-mente presso strutture pubbliche per più di un mese. Rientrano in que-sta categoria ciechi as-soluti, persone che sono sottoposte a chemiotera-pia, bambini minorenni incapaci di camminare senza l’aiuto di una per-sona e bisognosi di assi-stenza continua, persone

affette dal morbo di Al-zheimer e dalla sindrome di Down, persone affette da epilessia. Per richie-dere il riconoscimento di invalidità e l’indennità è necessario presentare una domanda alla Com-missione Medica per gli Invalidi Civili della Asl di residenza allegando il certificato di residenza o dichiarazione sostitutiva di certificazione, il Codice fiscale, il certificato del medico curante, che deve riportare la nota “Persona che necessita di assisten-za continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.

INDeNNITÀ DI ACCOMPAgNAMeNTO, o ASSegNO DI ACCOMPAgNAMeNTO:

anche barbie ha un’amica disabile!

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CULTURA

Il 28 novembre 2008 la società consortile RE-

PARTER (Recupero Patri-monio Artistico e Rurale) si è aggiudicata, per poco più di un milione di euro, la vendita all’asta della Casa Rossa, imponente fabbricato sito in Albero-bello, “testimone” di una storia da non dimenticare. Il consorzio REPARTER è costituito da un gruppo di imprenditori pugliesi, ed è presieduto dal dott. Mario Adda, titolare dell’omoni-ma Casa Editrice. L’ope-razione societaria è stata curata dal commercialista barese Riccardo Strada, esperto in arbitrati e pro-cedure concorsuali ed an-che profondo conoscito-re della storia della Casa Rossa. La società ha lo scopo di valorizzare i beni culturali pugliesi e si pro-pone di avviare un dialogo proficuo sia con la comuni-tà ebraica, per conservare

viva la memoria di un pe-riodo storico oscuro, che con le istituzioni locali, al fine di avviare un proget-to di ristrutturazione di un immobile di enorme rile-vanza storica che non può e non deve essere lasciato al degrado.

La Casa Rossa, un luogo spettrale che trasuda do-lore e oppressione. Il suo colore esterno, di un ros-so vivido e caldo, contra-sta nettamente con quello che non può che essere definito il suo “scheletro” interno (date le pessime condizioni di conservazio-ne in cui è stato tenuto fino ad oggi): una serie di gironi danteschi composti da stanze gelide, di quel gelo che non offre scam-po, difficile da dimentica-re.

La storia della Casa Ros-sa è complessa e varie-

gata: nacque verso la fine dell’Ottocento, per donazione di Don Fran-cesco Gigante, sacerdote non proprio esemplare di Alberobello, il quale, alla fine dei suoi giorni, decise di donare tutto il suo pa-trimonio (masserie, terre, case) per fondare un Isti-tuto Agrario, forse al fine di mettere a tacere i sensi di colpa che, a detta dei beninformati, erano piut-tosto pressanti. Così, su una salubre collina di Al-berobello in contrada Al-bero della Croce, tra prati verdi e aria pulita, fu fon-dato l’ “Istituto Agrario F. Gigante”. Agli inizi del 1940, però, le attività di-dattiche dell’Istituto ven-nero trasferite in paese, “per avvicinare più alunni alla scuola” si disse, ma forse solo per “maschera-re” il vero motivo, e cioè che Mussolini aveva scel-to di adibire quel luogo a “campo di smistamento” per internati civili (cit-tadini di stati nemici ed ebrei, contrari al regime totalitario tedesco): l’ubi-cazione del fabbricato, in-fatti, lontano da luoghi di operazioni militari, favo-riva un più comodo e fa-cile controllo da parte del regime fascista. Come ci ricorda il Professor Fran-cesto Terzulli, storico ed autore del libro “La casa rossa” (Ed. Mursia, 2003), l’immenso edificio ospitò, tra il 1940 e il 1943, a fasi alterne, più di 2000 in-ternati, la maggior parte dei quali era composta da

la casa rossa IL DOLORe uMANO HA IL COLORe DeLLA PORPORA

di Francesco Monteleone

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CULTURA

professionisti (ingegneri, architetti, artisti): molti di essi, infatti, si procura-vano cibo e abiti proprio grazie alla loro abilità, eseguendo lavori artisti-ci ed opere manuali nelle case più ricche del noto “paese dei trulli”.

Celebre e di forte valen-za simbolica è rimasto il valzer dal titolo beffardo “Felicità”, composto da Charles Abeles (musici-sta svizzero internato alla

Masseria Gigante) proprio al pianoforte della casa di Francesco Nardone (ricco signore di Alberobello ap-passionato d’arte), di cui, in seguito, è stata esegui-ta un’incisione ad opera della Scuola di Musica del paese; il 13 gennaio 2007, presso la sala consiliare del Comune di Alberobel-

lo, in occasione dell’incon-tro “Il filo della memoria”, il nipote di Abeles, Peter Koppiz, ha ricevuto in dono da un’erede della fa-miglia Nardone lo spartito autografo del brano musi-cale in questione. Recen-temente, invece, la poesia di Patrizia Palmisano e le note della “Banda Wagliò” (gruppo locale di giova-ni musicisti), hanno dato vita ad un emozionante brano dal sapore pop-folk intitolato appunto “La

casa Rossa”, eseguito an-che durante l’ormai cele-berrima “Notte della Ta-ranta” che si svolge ogni anno in Salento nel mese di agosto.

Esiste, al piano terra dell’edificio, una piccola cappella molto ben con-servata, sui cui muri an-

cora si possono ammirare pregevoli affreschi raffi-guranti immagini sacre: questi affreschi vengono erroneamente addebita-ti ad artisti ebrei, ma in realtà, grazie a recenti ricerche e studi, è stato possibile datarli, e risulta-no risalenti al 1948, quan-do la Casa Rossa ormai non ospitava più interna-ti ebrei, ed inoltre è noto che la cultura ebraica non concepisce l’esaltazione di immagini sacre.

Come già precisato, la Casa Rossa non può esse-re considerato un vero e proprio campo di concen-tramento, bensì solo un campo di “smistamento”, dove comunque gli inter-nati vivevano una condi-zione di estremo disagio essendo deprivati di ac-qua e luce, ma anche di

beni di primaria necessità, nonché della libertà e del-la dignità umana. Molti di essi furono poi deportati nei campi di sterminio te-deschi grazie agli elenchi forniti dalla polizia fasci-sta ai gerarchi delle “SS”.

In seguito, la Casa Rossa ha indossato molte altre vesti, tutte decisamente lontane dal concetto di fe-licità o di pietà umana, e camminando lungo i suoi corridoi sembra quasi di

avvertirlo, questo senso di angoscia rimasto nelle viscere delle pareti umi-de: è stato carcere mi-norile, colonia del confi-no politico per ex fascisti, centro di accoglienza per profughi di guerra, per ebrei scampati ai campi di sterminio, per orfani di guerra, ed inoltre, tra il

1946 e il 1947, vi furono trasferite da Fossoli ol-tre 100 donne di diverse nazionalità (slave, gre-che, albanesi, ungheresi) che, dopo la liberazione, furono trovate prive di documenti d’identità, e dunque ritenute “scomo-de”. Questo episodio ebbe grande rilevanza all’epoca dei fatti, tanto da ispirare il film drammatico di Geza von Radvany “Donne sen-za nome. Le indesidera-bili” (1949), interpretato, tra gli altri, da attori del calibro di Gino Cervi, Va-lentina Cortese e Simone Simon, e girato completa-mente nelle campagne di Alberobello: questa scelta fu dettata dall’esigenza di mettere in evidenza am-bientazioni “reali” (tipica del cinema neorealista).

La società acquirente ha già in previsione svaria-te iniziative di diffusione della cultura ebraica e di ristrutturazione del fab-bricato (che allo stato at-tuale si trova in condizioni pessime), anche grazie alla collaborazione di Isti-tuzioni ed artisti locali. La speranza è che presto si crei un bel movimento intorno a questo grande progetto di recupero della memoria storica.

Cappella con affreschi all'interno della Casa Rossa

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Cinema

gold class cinema

di FrancescoAsselta

Esistono dei punti morti nelle cene

con gli amici in cui, esauriti gli argomenti di discussione, si aprono delle sacche di silenzio in cui si infilano strani discorsi, inaspettati e a volte inquietanti.

Durante uno di questi momenti un mio

amico, qualche tempo fa, mi chiese se secondo me fosse possibile che un fenomeno come i “Cinema di Lusso” fosse proponibile anche da noi, in Italia.

Cos’è dunque il “Cinema di Lusso”?

È un luogo, un cinema appunto, di solito un

vecchio cinema in disuso, nel quale si progetta una nuova e più confortevole sala con pochi posti, massimo quaranta. Se il vecchio cinema da ristrutturare disponeva di una grande sala come quelle dei cinema di una volta, immensi saloni pronti ad ospitare fino a mille persone, allora si realizzano quattro o cinque sale (ambienti)

nuove, piccole e rifinite, ognuna delle quali ospiterà proiezioni di solito suddivise per generi (Sala Horror, Sala Commedia, e così via), e nelle quali non ci saranno più le vecchie maschere che con la torcia vi accompagnavano alla ricerca di un posto, ma sarete guidati dal personale specializzato ad accomodarvi su poltrone morbide come nuvole, all’interno di questi “salotti” arredati da archistar o aspiranti tali.

Maggiore comfort, maggiore cura

del cliente, maggiore attenzione ai particolari: fin qui nulla da eccepire, anzi.

Il garbuglio, però, è all’orizzonte: questi

cinema, questo nuovo modo di concepire il cinema, sono una specie di incrocio tra il desiderio del cinema e quello enogastronomico. Senza altro giro di parole, hanno creato una nuova specie, hanno concepito un nuovo desiderio. Ve

ne potete accorgere da soli andando a guardare la clip di presentazione del circuito Gold Class Cinema.

Il mio amico era semplicemente

incantato dalla possibilità di poter frequentare il cinema senza le complicazioni che ce lo fanno maledire. E devo dire che a tavola riscuoteva consenso, mentre io minimizzavo la novità confinandomi in una minoranza scettica. La discussione declinò dolcemente verso il suo naturale esaurimento, e nessuno fece più cenno al fatto. Ma alcuni giorni dopo ho ritrovato l’argomento su alcune riviste specializzate: Australia, Stati Uniti e, in Europa, Germania erano i Paesi che ospitavano le prime sale Gold Class, e il riscontro in termini di gradimento ed incasso era notevole.

Mi ero sbagliato, l’esperimento ha

funzionato.

Personalmente credo che non vi debba

essere alcuna preclusione verso forme nuove di intrattenimento (sia pure culturale come nel caso del cinema), ma le cose andrebbero chiamate per quello che sono. E questa nuova forma è molto più sbilanciata verso l’enogastronomia, senza dubbio.

Il cinema ha poche regole, infrante le

quali non si può più parlare di cinema. Il circuito deluxe Gold Class Cinema ne rispetta solo una: il grande schermo. Tutti gli altri rinforzi, escogitati in anni e anni di sperimentazione diretta sul pubblico, sono elusi. A cominciare dal buio artificiale: altrimenti come potrebbero i camerieri servire lo champagne? Per non parlare della regola riguardante la separazione netta tra la sala e il resto del mondo. E non dovete credere che la cena sia servita prima della proiezione del film, altrimenti a cosa servirebbero i

pulsanti per richiamare il personale sui braccioli della poltrona? Insomma il servizio è continuo, e nella clip di presentazione è sottolineata la cura continua con la quale gli operatori del servizio vi seguiranno.

In Italia so che qualcuno si sta

muovendo per importare il modello, ma sui risultati non mi sbilancio.

Intanto vi propongo la lettura di un libro di

un autore che certamente ama il cinema come luogo classico per la visione di un film: il libro è L’uomo che ama, l’autore è Gaetano D’Elia. Un piccolo atto d’amore verso l’arte cinematografica, senza alcuna condizione pre-critica. Leggendo le recensioni dei film si intuisce la sua preparazione ma soprattutto la sua passione per il cinema e i suoi innumerevoli racconti e personaggi.

Poltrone confortevoi per una piacevole visione Pubblico in una sala Gold Class

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Spettacoli

La televisione sta per-correndo già da qual-

che tempo una parabola discendente che tende al degrado. I programmi di qualità si contano sulle dita di una mano sola. Pensate che, per scarsità di idee, tra un po’ riproporranno “Canzonissima”. Poi forse sarà la volta del Carosello, il Gioco dell’oca, Carramba che sorpresa e altri pro-grammi morti e sepolti da tempo. Sempre meglio dei reality, direbbe qualcuno. Rispolverate l’apparecchio di Marconi, se ritenete

che la televisione non of-fra nulla di interessante. La radio vi permette di ascoltare buona musica, di tenervi informati con i notiziari, di seguire pro-grammi curiosi. Certo, an-che in questo caso bisogna saper scegliere le frequen-ze giuste ma le “brutture” sono meno presenti che in televisione. Vi segnalo un programma intelligen-te e divertente al tempo

stesso: “Il giorno della marmotta”, in onda su Rai Radio 2 il sabato e la dome-

nica alle 13.40. Conduco-no il pubblicitario Lorenzo Marini e il comico tanto amato Dario Vergassola;

un duo scoppiettante, che affronta con precisione e vivacità argomenti curiosi e di grande attualità. Ogni puntata è incentrata su un tema : il vino, il caffé, il riso, l’acqua minerale ed altri oggetti abitualmente usati da tutti. In studio i due conduttori, con gli esperti dei diversi settori, discutono di prodotti e della loro funzione sociale, di comunicazione pubbli-

citaria e di idee creative. Con collegamenti telefo-nici si intromettono nella discussione anche alcuni personaggi farseschi, che rendono ancor più brioso il programma. Prima fra tutti una stagista ben educata, diligente ma sfigata: per lei non ci sarà mai lavoro, come accade a tutte le stagiste in questa società. Seguono il professor Ca-

tania da Palermo, ideatore di pubblicità, un semiologo che mette in ridicolo la sua disciplina e infine Nicola da Bari, creatore di inven-zioni surreali. Di altissima qualità sono anche i brani musicali che intervallano il programma: i Queen, Bob Marley, i Rolling Stones ed altre icone della musica invogliano a seguire “Il giorno della Marmotta” fino all’ultimo secondo.

È difficile credere, a un primo sguardo, che il nostro Direttore Francesco Monteleone abbia doti comiche. Ha un aspetto ombroso e taciturno, che incute soggezione in chi lo incontra per la prima volta. Ma si sa: l’ap-parenza inganna! No-nostante i suoi anni, il direttore possiede un animo fanciullesco de-sideroso di divertire e divertirsi. L’ultima sua bricconata? Si è messo in gioco, con non pochi timori, e si è trasfor-mato in un insolito “Arlecchino”, servitore di due padroni altret-tanto mattacchioni: Dario Vergassola e Lorenzo Marini.Nel programma ra-

diofonico “Il giorno della marmotta”, in onda su Rai Radio Due, Francesco Monteleone partecipa con colle-gamenti telefonici da Bari. Recita la parte di Nicola, un barese creativo-cretino, che propone invenzioni spiritose e dissacranti in linea con il tema affrontato in trasmis-sione. Ovviamente si tratta di invenzioni che a nessuno mai verrebbe in mente di brevettare. Volete un esempio? Nella prima

puntata Dario Vergas-sola, Lorenzo Marini e l’ospite del giorno Enzo Vizzari, direttore della guida “L’ espres-so”, hanno parlato e scherzato sul vino. Francesco Monteleone alias Nicola da Bari è intervenuto in tra-smissione proponendo il “vino-cocaino”: un vino da sniffare per fregare le forze dell’or-dine e il loro amato palloncino. Una propo-sta da “galera”. E poi ancora: la sedia cozza per mariti adulterini, le patatine con silenzia-tore, la lavatrice per arricciare i polpi. Se qualcuno è così auda-ce da prendere in con-siderazione qualcuna delle suddette idee, si faccia avanti!

il giorno della marmottadi Carmela

Moretti

Lorenzo Marini con Dario Vergassola

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la mordacchia

GRAMMATICA ITALIANA PER

DISTRATTI

Sabato sera sono stata in una piz-

zeria di Bari di cui non faccio il nome. Il came-riere, un ragazzo di bel-la presenza, è venuto a chiedermi che cosa io desiderassi mangiare. Ho ordinato un anti-pasto al carrello e una pizza bianca con molti pomidori. Quell’inso-lente mi ha riso in faccia perché credeva che io avessi sbagliato. E ha pure osato cor-reggermi: “Signora, si dice pomodori”. Mi sono infuriata e ho ur-lato: “Giovanotto, lei è un ignorante! Non sa che pomodoro ha ben tre plurali: pomodori, pomidoro, pomidori?”. Non potevo tollerare un affronto simile. Gli ho versato in faccia la birra che stavo sorseggiando e sono andata via.

la maestra Bacchetta

SOLANuM LYCOPeRSICuM:

INVeCe DI MANgIARLO IMPARA

A CHIAMARLO

Un vecchio detto po-polare dice che a ta-

vola non si invecchia mai. A tavola si muore prima, dovremmo dire noi oggi. Hamburger, cheesbur-ger e altre “americana-te” sono il nostro pane quotidiano e i trigliceridi raggiungono picchi mor-tali. Noi, acculturati e plurilaureati, ci facciamo

sfilare soldi da dietologi, centri di dimagrimento e chirurghi plastici. I nostri nonni, rozzi e con una licenza elementare presa a stento, avevano intuito che il segreto della salu-te è una alimentazione sana e varia. Loro dicono da sempre che bisogna mangiare molta frutta e verdura ma non hanno un titolo di studio né un ca-mice bianco che dia loro autorità. Poveri anziani, nessuno più li ascolta! Per fortuna c’è ancora qualcuno che si dà da fare per conservare “usanze culinarie” che altrimenti andrebbero perse. Vito Signorile, attore, regista e drammaturgo, è un grande conoscitore della tradizione folkloristica e gastronomica della no-stra terra. Nel suo ultimo

lavoro editoriale “Ce se mange iòsce? Madonne ce ccròsce!”, l ’autore raccoglie le ricette ti-piche della baresità da “Patàne, còzz ‘e rrìse o furne” al “Calzòne de cepòdde”. Il ricettario è

scritto in dialetto barese, con traduzione italiana a

fronte. È maneggevole, facile da consultare e alla portata di tutti. Potrebbe essere un valido aiuto per le giovani mogli che vogliono prendere i mariti per la gola. Ma può essere utile anche alle nubili che amano mangiar bene e viziarsi un po’. Fave e ci-corie, zucchine alla pove-retta, melanzane ripiene, ma chi li prepara ancora? Sono dei piccoli capo-lavori dell’arte culinaria che le giovani generazioni stanno perdendo e che si possono ritrovare, pagina dopo pagina, nel libro di Vito Signorile.

ce se mange iòsce? madonne ce ccròsce!(Che si mangia oggi? Madonna che croce!)

gelsorosso editoreBari 2010Pagine 160

di CarmelaMoretti

senza tetto senza tette

Vito Signorile

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la mordacchia

nero vinYle

Sì, lo so: è stata solo una canzoncina senza

importanza. Musica di pla-stica, qualcuno la chiama.Ma quell’estate tutto era

di plastica: le vacanze, i villaggi turistici, le perso-ne, i sorrisi, le movenze.E io chiamo “musica” quel

suono che descrive il pro-prio tempo in modo che si conficchi nella memoria con esso: schegge di ricor-di e cocci sonori. E “Vamos a la playa” fu proprio la musica di quel tempo. Ti

inseguiva, ti feriva, coi suoi insopportabili coretti da idioti. Ma te li rigiravi dentro lo stesso. Andavo al mare due volte al gior-no, col mio asciugamano sulla spalla e i miei orren-di calzoncini al ginocchio. Ero alla moda. E invisibile. Ero invisibile e alla moda. Era settembre e “Vamos a la playa” striava ancora, indefessa, le notti tiepi-de. Tutte le notti tornavo, metodico, dalla spiaggia, appena in tempo prima che il guardiano chiudesse

il cancello. Il cancello: un assurdo baluardo a difesa delle vacanze delle intoc-cabili famigliole valtur. Quelle mammine bonaz-

ze coi loro pargoli frignan-ti, carrozzine e secchielli, e i mariti già tornati in città, al lavoro. Una sera quel bidello da spiaggia, un negro ovviamente, minuto e insignificante mi lasciò fuori. Per pochi minuti. Gli chiesi di riaprirmi ma lui sillabò compito: “Disbiage signò, ma quesdo essere

orario”. Poi ridendo come un ebete aggiunse “Io es-sere afrigano, ma bregiso come un dedesco!”. Voleva dire tedesco! Quella volta feci il giro largo e rientrai alla mia dimora dall’in-gresso principale. Le volte successive, sorridendo falso, mi fermai spesso a scambiare due parole col “bidello”: stava seduto, sfogliava un giornalaccio in non so quale lingua, con gli auricolari del Walk-man infilati nelle orecchie. Amavo quel nuovo attrez-

zo portatile quando mi per-metteva di isolarmi dagli altri. Ma lo odiavo quando la stessa cosa la facevano gli altri a me. Quando gli chiesi che musica fosse, lui sorrise coi suoi labbroni da negro e mi rispose “Mu-latu!” “ Chiii?”, gli chiesi interdetto. E lui “Mulatu Astatke, un musigista di mio paese. Etiopia. Questo essere jazz, anzi ‘Ethio-jazz’”. E rideva contento dei suoi gusti etnici, fedeli alla patria. E tu come ti chiami, fraternizzai io. E lui “Militu” e giù un’altra risata demente, “mi ghia-mo guasi come Mulatu… ma tu ghiamami Giuà, che guà al villaggio duddi mi chiamano Giuà”. An-cora risate. Parlava come la mitica Mami, la grossa schiava di “Via col vento”, prima vincitrice nera di un Oscar. Stavamo diventan-do amici, secondo lui, e voleva anche passarmi le sue oscene cuffiette per condividere il suo ethio-jazz del cazzo. Ho sempre odiato il jazz. Sin da picco-lo mi provocava angoscia e sensi di colpa. Non l’ho mai capito. Figurarsi se avevo intenzione di avvi-cinarmi a degli auricolari igienicamente sospetti per conoscere il jazz di un pa-ese africano! Un’altra sera mi lasciò fuori dal cancel-lo. Non ci potevo credere, rifiutò di aprirmi ripetendo la sua solfa assurda “Io etiope, ma dedesco”. Feci il giro e lo andai a trovare. Rideva e ascoltava musica. E io facendo finta di niente provai a parlargli di David Byrne e Talking Heads, di Brian Eno, o di Can e Neu, visto che lui “essere dede-sco!”. Lui ovviamente non sapeva niente di niente. Quindi oltre a essere negro

e stronzo non sapeva un cazzo di musica, della vera musica. Attivai il cancello come per giocare. Lui si alzò per richiuderlo e lo bloccò ma io, sempre si-mulando uno scherzo, lo afferrai e lo incastrai fra il cancello e il palo di metal-lo. Non mi voglio dilungare in particolari scabrosi e ricordi dolorosi. Dolorosi per lui! Perché riattivando il meccanismo lo stritolai come un capitone. Rimase lì come un crocefisso da opera horror: una parodia oscena della passione di Cristo. Il cristo della world music, anzi, dell’ Ethio-jazz! Le braccia aperte, i labbroni spalancati, gli oc-chi strabuzzati, il duro me-

tallo del cancello a segnar-gli per sempre la carne, e gli auricolari penzolanti dal collo come fossero un ad-dobbo sacrale dal preciso significato etno-antropo-logico: un’opera d’arte! Una vera istallazione fu-turista. Forse ero il primo world-killer della storia. Ammazzo in nome della multiculturalità. Nel segno

dell’incontro fra i popoli e le culture. Tutto ciò mi è tornato alla mente perché l’altro giorno mi sono im-battuto in una zuccherosa recensione che elogiava il “leone dell Ethio-jazz”, Mulatu Astakte e il suo ultimo disco “Mulatu steps ahead”. Sono corso a comprarlo spinto da una necrofila compulsione a impossessarmi di un disco che non mi sarebbe piaciu-to solo per commemorare il passato! (L’ho trovato: in vinile e doppio per giun-ta!). Il disco risulta ovvia-mente l’ennesima ripeti-zione di insulse e cacofo-niche banalità jazzistiche spruzzate di quel colore latino o afro che fa tanto

dancefloor per zoccole intellettuali e fa parlare in quegli spocchiosi salottini dove si discetta sull’ultimo trend. Ma gli unici umori latini che mi sono rimasti dentro, per sempre, sono quelli di “Vamos a la playa” e di quella indimenticabile estate che fu colorata dal suo immarcescibile.. oh oh oh oh oh…

“vamos a la playa”

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

rum

ores

com

unic

atio

n

allegri | giorgio armani | belstaff | dirk bikkemberg | costume national | d&g | diesel | dondup | frankie morello | jhon richmond | moncler | paul smith | victor & rolf |acquascutum | allegri | giorgio armani | costume national | cesare paciotti | d&g | frankie morello | galliano | gai mattiolo | jo no fui | max mara | moncler | paola frani | paul smith | jhon richmond | versus | rosa clarà | karl lagerfeld | christian lacroix | victor & rolf | raimon bundò |

men

women

sposa

Galleria

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otere maggio 201024 tel. 080.872.89.01

Televisione

Uno dei “luoghi” intoc-cabili della televisio-

ne, dove tutto era rimasto identico a se stesso - tran-ne qualche utile miglioria grafica e tecnologica - era il bollettino meteorologico. Nato contemporaneamen-te alla massmedialità (la prima trasmissione radio in Italia prevedeva anche un notiziario sulle condi-

zioni climatiche), il meteo ha mantenuto intatto il proprio essere asettico, obiettivo, basato su rile-vazioni satellitari lette da esperti del settore, anche quando sbarcò in televi-sione. Almeno fino a 10 anni fa, quando un nuovo corso televisivo ha deciso di apportare qualche cam-biamento anche in questa nicchia di informazione im-personale, dove i condut-tori erano ricordati più per i loro volti inespressivi e per il gergo tecnico che per memorabili performance davanti alla telecamera. Così oggi tra meteorine, talk-show che usano come pretesto il tempo che fa, e jolly dell’anticiclone, ecco che in Puglia appare, primeggiando, il colon-nello Vitantonio Laricchia, degno prosecutore della tendenza che ha preso

piede in tutta Italia e che pone oggi il meteorologo alla stregua di un qualsiasi showman.Ogni mattina, durante

“Buongiorno regione”, la striscia quotidiana in-formativa della Rai, i l colonnello apre e chiude il programma, marcando con il suo personalissimo stile l’appuntamento con il meteo. Uno stile che, se leggiamo quanto scritto sul suo fan club su Face-book, è molto apprezzato dagli spettatori, che ne sottolineano soprattutto la simpatia, il sorriso on-nipresente sul suo volto e l’uso disinvolto di afori-smi che forse qualcuno di fronte alla TV si appunterà, facendo sfoggio di cultura a buon mercato. Tuttavia, che di un meteorologo si sottolinei la simpatia e i siparietti di cui è prota-gonista ogni mattina con i conduttori del program-ma, forse è sintomatico di un’esigenza, da parte del pubblico, di avere una costante relazione affettiva con i personaggi della TV. Anche se questo personaggio è un meteo-rologo...Ovviamente anche in

Puglia la figura del mete-orologo ha subito quella ibridazione che sta tra-sformando un colonnel-lo, interprete di simboli sulla cartina, in un mito, o meglio, in uno di quei miti d’oggi di cui Barthes scrisse cinquant’anni fa. Lo stesso Laricchia ne è consapevole e sfrutta al massimo questo nuovo status, rimarcandolo an-che durante le sue pre-visioni, quando definisce il suo spazio televisivo

mattutino (che dovrebbe essere un bollettino me-teorologico) “un’allegra e simpatica trasmissione che serve per dare fiducia ed allegria” (sic!). Possia-mo affermare, dunque, che il meteo è diventato in realtà un pretesto per sfoggiare la duttilità sce-nica del colonnello che

accantona il freddo lessico a cui ci hanno abituato Bernacca prima e poi il barbuto Caroselli (costel-lato di “anticicloni delle Az-zorre”, “basse pressioni”, etc), per affidarsi a epiteti improbabili come il famoso “amico” maestrale, o il più recente “amico” vulcano; singolari idiotismi (che vuol dire semplicemente frasi idiomatiche, e non

altro...) come “ombrello al seguito” per paventare il rischio di precipitazioni, oppure l’uso frequente e gergale dell’idioma “alla

grande” per sottolineare il bel tempo sulla regione (“un fine settimana alla grande”), senza dimenti-care i venti che “pasciono”. Tutto è finalizzato a crea-

re un feeling profondo con lo spettatore, che va al di là del mero servizio me-teorologico, ma che vuole avere un intento anche educativo, come quando rispolvera l’Olimpo pagano

con Giove Pluvio oppure snocciola, con il prezio-sissimo e imprescindibile aiuto della cartelletta, pro-verbi e aforismi che vanno da Twain a Hemingway, fino a Seneca, improvvi-sandosi anche lettore di latino e traduttore all’im-pronta (con occhi sempre ben fissi sul suo supporto cartaceo). Del resto chi, come lui, parla in televisio-ne e guarda in camera, sta affermando ai telespetta-tori la propria credibilità e la verità di ciò che sta dicendo, assumendo nello stesso tempo un’autorità carismatica che lo spet-tatore evidentemente re-cepisce. In tal modo ci si può anche permettere di uscire dal proprio campo specifico per avventurar-si in altre lande come la letteratura, affrontandole con lo strumento dell’afo-risma che dice tutto, non dicendo quasi nulla. Ma la percezione dello spetta-tore mattutino è quella di vedere un uomo dalla pro-fonda cultura che attinge da un repertorio letterario millenario per omaggiare il pubblico con ardite cita-zioni. Al di là di tutto, un motivo di indubbio vanto il colonnello ce l’ha: aver sconfessato la previsione di Eco che all’inizio degli anni ottanta, quando fa-ceva la sua comparsa il televideo, annunciava, tra le altre cose, la probabile morte dei bollettini mete-orologici televisivi. Ancor più oggi, con la diffusione di internet, la particolare battaglia vinta dall’“ami-co” colonnello è più grande di quel che si pensi. Chie-dete ai suoi spettatori.

Ogni giorno in tv tra previsioni e aforismi

vitantonio laricchia,il colonnello che ha smentito eco

di Giuseppe Scintilla

Il Colonnello Vitantonio Laricchia

Page 25: Quarto potere

oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

Eventi

CoRAToda sabato 15 a dome-nica 23 maggio 7ª edizione della Fie-ra di San Cataldo. La fiera è una vetrina eccezionale di pro-

mozione e vendita all’ingrosso e al det-taglio, ed immancabi-le appuntamento per lo scambio del know how d’impresa, del marketing territoria-le, privato e pubblico. Sono rappresentati tutti i settori della fi-liera produttiva e di-stributiva della città di Corato, del nord-barese e dell’intera Puglia con aree de-dicate a degustazioni e ad eventi e spet-tacoli. L’ingresso ai visitatori sarà libero nei seguenti orari: dal lunedì al sabato: 17.30 - 22.00, do-menica 10.00 - 13.00 e 17.00 - 22.30. Via Sant’Elia (zona parco comunale).

CoNVERSANovenerdì 21, sabato 22, domenica 23, lu-nedì 24 maggio Fe-sta patronale del-la Madonna della

Fonte. È la festa più importante per i cit-tadini di Conversa-no, in quanto la Ma-ria SS. della Fonte è la patrona della città e della diocesi. La fe-sta liturgica ricorre il 1° sabato di maggio, mentre la festa popo-lare è festeggiata la IV domenica del mese mariano con proces-sioni, bande musicali, attività sportive e cul-turali, durante la qua-

le viene benedetta la città, la campagna e il mare.

PoLIGNANo A MAREda sabato 29 maggio a domenica 6 giu-gno 1ª edizione di Polignano in Fie-ra. L’evento si pro-pone di raccogliere espositori nel cam-po dell’artigianato, dell’enogastronomia, della tecnologia. 120 ampi stand attrez-zati che resteranno aperti dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 24.00, presso il Lungomare Cristoforo Colombo (zona cam-po sportivo).

Veronese, Tintoretto e la pittura veneta. Capolavori del Palais des Baux –Arts di Lille

CoNVERSANo

dal 09/05/2010 al 21/07/2010

Due mostre di alto pro-filo per un prestigio-so progetto di scambio culturale tra il Palais des Beaux-Arts de Lille in Francia e la Pinaco-teca “Paolo Finoglio” di Conversano. Si tratta di un’interessante opera-

zione culturale che ha permesso di scambiare “La Gerusalemme Libe-rata”, splendido ciclo pit-torico di Paolo Finoglio composto da 10 grandi tele, con 22 opere italia-ne del Cinquecento e del Seicento esposte nelle collezioni del Palais des Beaux-Arts de Lille in Francia.

Rota/Fellini - La mu-sica delle immagini

BARI

Fino al 31 maggio 2010

Mostra documentaria al-lestita in collaborazione con la Fondation Fellini. Foyer del Teatro Petruz-zelli.

incontri culturalidel giovedÌ al

castello svevo di bari

PROSSIMI INCONTRI

20 maggio, h 17.30Il nuovo volto di Bari – interventi edilizi ed urbanistici nel primo trentennio del ‘900. Dino Borri, Docente di Pianificazione urbana – Politecnico di Bari, Livia Semerari, Docente di arte contemporanea- Università degli Studi di Foggia.

10 giugno, h 17.30 La Carta dei beni cul-turali e il Piano pae-saggistico territoriale regionale. Ruggero Martines, Direttore Re-gionale per i Beni Cultu-rali e Paesaggistici della Puglia, Alberto Magna-ghi, Responsabile Scien-tifico del P.P.T.R., Anna Vella, Architetto Diret-tore Coordinatore – So-printendenza BAP Pro-vince di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.

17 giugno, h 17.30 Conservare, valoriz-zare e comunicare il patrimonio culturale – sinergie fra pubblico e privato per lo svilup-po del sistema pro-duttivo territoriale. Ruggero Martines, Di-rettore Regionale per i Beni Culturali e Paesag-gistici della Puglia, An-drea Pisani Massa-mormile, Presidente di Banca CARIME, Ales-sandro Laterza, Re-sponsabile Nazionale del Comitato Cultura di Con-findustria, Francesco Palumbo, Direttore dell’area Politiche per la Promozione del Territo-rio, dei Saperi e dei Ta-lenti della Regione Pu-glia, Francesco Virgi-lio, Dirigente del Servi-zio Beni Culturali della Regione Puglia.

SAGRE E FESTE PoPoLARIMoSTRE TEMPoRANEE

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otere maggio 201026 tel. 080.872.89.01

canosa

barletta

andria

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bisceglie

ruvo

terlizzibitonto

modugno

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giovinazzo

corato

santo spiritobari

puoi trovarlo qui punti distribuzione

andriaBar Arco Anticovia ferrucciAntica Trattoria Bella Napoli C.so CavourAmerican Bar C.so CavourCavour Caffè C.so CavourCaffè del CorsoC.so CavourBar Ariston via BariCaffetteria Demony viale PugliaBar Chantilly viale PugliaCaffetteria Shadey via MarcantonioBar 7 Nani via AnnunziataBar Forte via AnnunziataCaffè Normannoviale Pietro NenniBar Euro viale Pietro NenniBar Angel Coffeeviale Pietro NenniGlamour Cafè viale AusoniaCaffetteria Pommery via Muzio ScevolaBar Mont Blanc via Don MinzoniCaffè Noir via De GasperiBar Castello via Porto CastelloAl Cavallino Grosso via MontegrappaFashion Cafè via MozartBar Feeling via BisceglieBar La Dolce Vita via BoccaccioBar Cin Cin via PisaniBar De Lucia P.zza Vittorio EmanueleBar Negrita P.zza UmbertoBar Sheridan e Coffee via Barletta

bariBar stazioneP.zza Aldo Moro, 1Bar CatulloP.zza Aldo Moro, 18Bar Tyffany via Argirò, 137Caffè Argirò via Argirò, 74Bar Le barisièn via Argirò, 52Bar Conchiglia via Argirò ang. via A.Gimma.Bar Cavaliere via Piccinni, 53Caffè Senza Tempo via Piccinni, 75Martin Caffè via Piccinni, 102Bar Speedy via Piccinni, 121Bar Meridional Caffè via Piccinni, 124Ideal Bar via Piccinni, 177Aida via Piccinni, 187Wish Cafè via Piccinni, 196Modigliani Caffèvia Piccinni ang. via S. ViscontiBar Vox via Sparano, 13Bar Ragno C.so Vitt. Emanuele, 90Bar del Corso C.so Vitt. Emanuele, 98Caffè Borghese C.so Vitt. Emanuele, 122Antica Gelateria del Corso P.za Federico II di Svevia, 32Bar Castello P.zza Federico II di Svezia, 83Bar Federico II P.zza Federico II di Svezia, 85Bar Gridem Lung.re De Tullio, 1Bar Titti Tuister Lung.re De Tullio, 18Bar Dogana Lung.re De Tullio, 34Bar Barucchelli P.zza Ferrarese, 3Matise Bar P.zza Ferrarese, 10Bar Almstad P.zza Ferrarese, 13Città Vecchia Bar P.zza Mercantile, 17Barcollo Bar P.zza Mercantile, 69Bar Catullo C.so Cavour, 9Bar Gasperini C.so Cavour, 55Bar Saicaf C.so Cavour, 121Caffè Greco C.so Cavour, 126Garden Bar P.zza Umberto, 59/AAntica Caffetteria della Vittoria via Decesare, 1Caffè Voltaire via Camillo Rosalba, 47/PCaffè Rosalba via Camillo Rosalba, 49/BMivida Caffè via Matarrese, 24Caffè Italiano via Matarrese, 46Mozart Caffè

via Cardinale CiascaSig. Monteleone c/o Mozart CaffèBar dell’Angolo via Papa Pio XII, 1Caffè Il Bosco via Papa Pio XII, 10Bar Moderno via Papa Pio XII, 34Dolce Caffè via O. Flacco, 10/ACaffè Top One via O. Flacco, 20Caffè Savarese v.le Salandra, 45Caffè Rock v.le Salandra, 52Anima Caffè via Capruzzi, 256Bar Barry’s via Capruzzi ang. via Devito FrancescoBar Due Emme via Devito Francesco, 8Caffè Vip via Devito Francesco, 31/FAl Coco Dè Bar via Giulio Petroni, 14/BBar Gardenia via Giulio Petroni, 43Bar Maristella via Giulio Petroni, 83/CBar Shaday via Giulio Petroni, 85/ZMeridional Caffè C.so Benedetto Croce, 205Mirò Caffè via L. Sturzo, 5Caffè Odissea via L. Sturzo ang. v.le della ResistenzaBar Australia via Papa Giovanni XXIII, 4Nineteen Bar via Papa Giovanni XXIII, 28Caffè Messico via Papa Giovanni XXIII, 59Caffè Food via Papa Giovanni XXIII, 71Tiger Bar Esso staz. Servizio via Papa Giovanni XXIIICaffè Vincent via Conc. Vaticano II, 3Al Mio Caffè via Conc. Vaticano II, 23Mageco Caffè via della Repubblica, 10Bar Alò Paris via della Repubblica, 20Blu Bar via della Repubblica, 71/ABar Catullo via Unità d’Italia, 66Bar del Viale via Unità d’Italia, 79Bar Abruzzo via Lattanzio, 4Bar Pirandello via Lattanzio, 56Bar Crescenzio via Domenico CirilloCaffè Latino via Postiglione, 1Bar Palama Blanca via Postiglione, 17Bar Capogiro via Amendola, 124/ABar Lupin via Amendola, 145Bar degli Amici v.le Einaudi, 37Caffè Lilù v.le Einaudi, 57Frizz Bar v.le Einaudi, 69Gilda Caffè via Colaianni, 64Caffetteria Dorso via G. Dorso, 81Caffè Greco

via Fanelli, 206/19Sesar Caffè via Re David, 193/SBar Mistral via Napoli ang. via Tommaso FioreBar Venezia via Napoli, 180Bar dello Studente via S. Francesco d’Assisi, 35Bar Il Bello delle Donne P.zza Massari, 18Caffè Astoria C.so Vitt. Emanuele, 64Saicaf Il Caffè C.so Vitt. Emanuele, 38Voglia Matta C.so Vitt. Emanuele, 42Caffetteria Vanity via Melo, 28Il Caffè del Faraone via Melo, 57Caffè Bellini via Melo ang. via PutignaniMozart Caffè via Melo, 139Caffè Shop via Melo, 148Caffetteria Catalanovia Melo, 181Caffè Melo via Melo, 228Caffè Carullivia Crisanzio, 65/A

barlettaBar con Ghiaccio via CanosaBar Mulinello via CanosaBar dello Studente via CanosaBar Settebello via CanosaCaffetteria Cafagna via Madonna della CroceBar Mikevia Madonna della CroceBar Mundial via Madonna della CroceCaffetteria Rionero via Madonna della CroceBar Odeon via ImbrianiCaffè 57 C.so GaribaldiCaffetteria Bar Stop via Madonna della CroceBar Cavour C.so CavourBar Agip via TraniIpercoop c/o Centro CommercialeBar Conchigliavia Cristoforo ColomboBar Denise via S. PrascinaBar Turin via S. PrascinaBar Tict via A. VoltaCaffè 103via Regina MargheritaBar Big Ben via Regina MargheritaBar Scardigno via Regina MargheritaBar Viola C.so Vittorio EmanueleBar Disfida Caffè C.so Vittorio EmanueleBar Don FernandosC.so Vittorio EmanueleCaffetteria Coffe e Break C.so Vittorio EmanueleCaffè Corsini C.so Vittorio EmanueleBar Caffetteria Moca via S. LuciaAmerican Bar P.zza CastelloBar Marrakech P.zza MarinaCaffetteria Giotto P.zza MarinaBar adriatico via Manfredi

bisceglieBar Dolce e Caffè via S. AndreaBar Acquafredda P.zza S. AndreaLino Bar via TraniBar Erk via LamavetaBar Meeting via IndipendenzaBar Bellavita via S. MartinoBar Moon Flowervia Sacerdote diCaffetteria Notoriusviale CacaceBar First Loveviale CacaceCin Cin Bar via FragataBlue Night Caffèvia ImbrianiL’ora del Caffèvia ImbrianiCaffè CovaP.zza Vittorio EmanueleBar Le Antiche Mura P.zza Vittorio EmanueleBar Oriente P.zza Vittorio EmanueleBar Disney P.zza Vittorio EmanueleBar Scalo via La MarinaBar S. Lorenzo via PapagniBar Lul e Chemisevia PapagniBar EdenP.zza Armando DiaBar Garden via Aldo MoroBar dei Puffi via Volta

bitontoBar della StazioneCaffè Creme Millefiorivia PalombaioHelen’s Cafè via PalombaioBar La Maya via Galileo GalileiLa Tan del Caffè via RavanasMeeting Cafè via Ludovico D’AriostoPlay Cafè via BerardiBar Europa P.zza Santi MediciBar Cosimo Cotugno via GomesCaffè L’arabicaP.zza Aurelio MarinaBar Nuovo via CorteseBar Gattopardo via PiepoliBar Le Divine via SaracinoBar Titanic via G. La PiraBar Hegemonyavia X S. SpiritoBar Jollyviale Giovanni XXIIIBar Ignomeriellovilla di BitontoBar Il Grillo via La RovereDreamer Cafè via PlanelliArt Cafè via TempestaGotha Cafèvia D.co RicapitoBar Cristall via TraettaHezio’s Bar via TraettaSuper Bar via TraettaVillary 52 P.zza MarconiBar da GiacomoP.zza MarconiBar Vittoria P. zza MatteottiCaffetteria dello Studente P. zza MatteottiLounge BarP. zza Matteotti

canosaDaz cafè via BovioBar Vittoria via BovioBar Imperial via BovioBar Divina via PugliaBar del CorsoC.so S. SabinoBar Cono D’oro C.so S. SabinoCaffè 900 C.so S. SabinoCasa del Caffè via BarlettaGran Caffè AuroraP. BelmondoBar Inter Club P.zza della RepubblicaCaffetteria MazziniC.so GarbaldiBar Ugo Foscolovia SettembriniBar Roxy via SettembriniBar Millico via Imbriani

coratoBar vicino RiccardoBar Acapulcovia Don MinzoniBar Angoloviale Ettore Fieramosca, ang. Via TraniBar Carlo’sCorso GaribaldiBar Coronavia Aldo MoroBar Duomo via DuomoBar Everestviale 4 NovembreBar Juniorvia Digione, 70Bar Lino’sviale Vittorio VenetoBar Orchideaviale Luigi Cadorna, 23Bar RenudòPiazza Sedile, 26080-3588641Bar Shaday via DuomoBar Via C. del MonteCinema EliaCorso GaribaldiParrucchiere Moods Hair di Savino CaterinaP.zza Pietro Rosa080-8726233Parrucchiere Michele Campione via Giappone 080-8985911Parrucchiere Riccarda Ru-tiglianovia Galileo Galilei, 13 ang. Via Coletta333-6284977Parrucchiere Riccardoviale Armando DiazSede PDLTabacchi via Don MinzoniTabacchivia A. Moro (Gerardo Strippoli)TabacchiPiazza Cesare BattistiTabacchic/o Palazzo GioiaTabacchi Tatoli stazioneTrattoria Land & Seavia Torquato Tasso, 68

giovinazzoBar Palermo via BariBar Lux via BariBar Etoille via BariBar Ragno D’OroP.zza Vittorio EmanueleGran CeffèP.zza Vittorio EmanueleVecchio CaffèP.zza Vittorio EmanueleBar Lollipop via MolfettaBar Pub No Stopviale Aldo MoroBar Frau Marlenvia A. De GasperiJeans Barvia Agostino GioiaBar S. AgostinoP.zza S. AgostinoBar Impero via Marconi

modugnoAuchanCentro CommercialeTaxi Bar via PaleseBar Abbaticchiovia Cesare BattistiBar Elisir P.zza GaribaldiBar SportC.so Vittorio EmanueleBar MarasmaC.so Vittorio EmanueleBar Parictina via RomaBar Caffetteria 2000via RomaIdeal Cafè

Viale della RepubblicaBar Nero CafèViale della RepubblicaBar Arilloniavia S. Francesco D’AssisiBibo Bar via X MarzoBar Abbaticchiovia De GasperiCaffetteria sara e Kativia del PiaveBar Gran Caffè via C. di Muccia

molfettaOUTLETBar Fico Secco/MargheritaGlitter Cafèvia Madonna dei MartiriCaffetteria Gioelevia Madonna dei MartiriCentral BarPiazza Vittorio EmanueleBar Amicivia Tenente FioriniBar Cafè artistivia Tenente FioriniBar Snackvia Tenente FioriniMattia Caffè C.so DandiCin Cin Bar C.so DandiCaffetteria ArcobalenoPortoBar Haiti via S. DomenicoBar Columbiavia S. FrancescoEuro Cafè via S. FrancescoBar Venezia C.so FornariBar Cavour C.so FornariBlack CaffetteriaC.so FornariBar del Vico C.so FornariBar StazionePiazza Aldo MoroBar Zanzibarvia BaccariniGreen Bar via BaccariniBar Rio via BariBar Saicaf C.so UmbertoOff Street CafèPiazza Garibaldi

paleseBar del CorsoC.so Vittorio EmanueleBar Manicavia Duva D’Aosta

Bar Carrassi via A. DiazBar Dolce e Caffè via A. DiazBar Corner via Napoli

Bar Zorro via CapitaneoBream Barvia Cap. Maiorano

ruvo di pugliaCoffe & Companyvia ScarlattiScarlatti Caffè via ScarlattiCaffetteria Stazionec/o stazioneAmerican BarP.zza CavourIl Monello CaffèC.so CavourMeeting Caffètrav. C.so JattaPasticceria BerardiC.so JattaCaffè NesosP.zza MatteottiBar San RemoC.so GramsciL’antico Bar FiammaC.so GramsciCaffè Italia C.so GramsciCaffetteria ZanzibarC.so CotugnoCoffe e RoomC.so CotugnoBeverly’s Bar

s. spiritoCaffè Carrassi via NapoliAl Bar Adan via NapoliBar Italia via Napoli

Bar Benny’s via NapoliBar Il GabbianoLungomare C. Colombo

Ghiaccio BollenteC. ColomboBar Babayaga C. ColomboBar Mojito

terlizziL’incontro Caffè via BovioCaffetteria Marinellivia DanteSummer Bar P.zza CavourBar SavoiaP.zza IV NovembreGran Caffè ItaliaP.zza IV NovembreBar CattedraleP.zza don Tonino BelloPiccolo Bar v.le RomaCaffetteria del Corsov.le RomaCaffè Chicco D’OroGran Caffè OrchideaCaffetteria GrassiBar Pineta v.le dei GarofaniHarry’s Barv.le dei GarofaniSapori e Deliziev.le dei GarofaniBar Crazy Heavenvia Federico IIBar Magicvia Duca degli AbruzziBar Royalvia Pasquale Fiore

traniAngrano Caffè via SupergaCaffetteria Blue Moonvia SupergaCaffetteria Chiaravia SupergaGran caffè Marrackeschvia SupergaGran Caffè Veneziaviale SpagnaBar Micanovia Annibale Maria di F.Mar Mediterraneovia Annibale Maria di F.Caffetteria Bar Buongustaiovia Annibale Maria di F.Bar Il Greco via PozzopianiBar Il Punto azzurrovia Luigi SturzoCaffetteria Kinki Palacevia TevereBar L’ottagonoLungomare C. ColomboBar L’incontroLungomare C. ColomboBar Garden via TiepoloBar Molovia Statuti MarittimiBar Mediterraneevia Statuti MarittimiBar Senziovia Statuti MarittimiCaffè del Portovia Statuti MarittimiBar Castello Svevovia Alvarez 3Caffetteria punto di Mare via Re ManfrediBar Tenirovia Mario PaganoMilan BarP.zza IndipendenzaBar VittoriaP.zza IndipendenzaMondial BarC.so Vittorio EmanueleCaffè ParadisoC.so Vittorio EmanueleBar CommercioC.so Vittorio EmanueleBar Blue MoonC.so Vittorio EmanueleCaffè OdeonC.so Vittorio EmanueleBar Plaza P.zza RupubblicaBar Rosanna C.so ImbrianiParrucchiere Zagaria NicolaC.so Imbriani

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

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otere maggio 201028 tel. 080.872.89.01

meridionartisti

TERESA RoMANo

nata a Modugno nel 1986

frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bari

non preferisce un genere in particolare, ma è interessata all'arte concettuale e cerca di dirigere il suo modo di fotografare in que-sto settore, giocando con ironia

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oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

meridionartisti

DAVIDE CoCoZZA

nato a Bari nel 1982

formazione: Accademia Belle Arti Roma

master: Artiterapie - LUMSA

specializzazione: Acca-demia Belle Arti Frosi-none

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otere maggio 201030 tel. 080.872.89.01

ARIETEIl tuo futuro è un semaforo a tre colori.Il Rosso esprime l’intensità del biso-gno amoroso.Il Verde è l’operazione che devi porta-re a termine.Il Blu è ciò che devi eliminare.Decidi, associando le scelte ai colori.

TOROL’amore non è un innocuo passatem-po. Per te sarà più sfibrante.Ti farà bene seguire le parole di un familiare.Se saprai fare un buon digiuno, sarai ricompensata con una sorpresa.Sui pioli dell’attaccapanni, gli abiti vecchi portano danni.

GEMELLINon esiste il Ministro della Felicità.Non c’è un treno che va al paese del-la cuccagna.Segui il tuo istinto senza tener conto dei risultati e non cedere alla rabbia. Non fare la sciupauomini.Tu stessa sei il concime dell’erba fortunata.

CANCROIn questo periodo ti piace civettare, ma finirai presto.Tu non riesci a dimenticare un falso giuramento, ma non devi morire per esso.L’Eterno in Amore non esiste e la sof-ferenza finirà.Non andare dai maghi, non ti aiute-rebbero.

LEONEFai sempre i minestroni amorosi.Agli occhi delle tue amiche sembri una rovinafamiglie.Per l’uomo che vorresti sei una gab-bia e lui è terrorizzato.Non fai niente per gli altri. Ti vedi in mille specchi, ma sono tutti sfuocati. L’inferno nasce nel tuo pallido cuore.

VERGINEPer seguire le tue passioni stai di-ventando una asociale. Il tuo orgoglio fa paura. La dieta, la falsa modestia, l’integrità, la disciplina sono i tuoi strumenti di ricatto affettivo. Non sei frigida, non sei infedele, ma non sai dare sensazioni di piacere. Perché?

8 e Occidente portano fortuna.BILANCIAFinito l’odore, addio all’Amore.Se con lui non dividi più l’intimità, si-gnifica che sei passata dalla passione all’indifferenza. In Italia a chiedere la separazione sono la maggioranza delle donne. Fa un viaggio e troverai il seme dello sviluppo. Con un Gemelli puoi realizzare due desideri.

SCORPIONEA che distanza sei dal tuo partner? Devi stabilire o ristabilire un contatto più profondo. Musica e contatto tattile servono a risvegliarti dentro, ma tu, dopo aver capito le sue preferenze, lasciati andare di più. Un cugino evite-rà un fiasco, un’amico sarà disonesto.

SAGITTARIOLe emozioni influenzano i nostri pen-sieri. Non frequentare i compagni che ti provocano sofferenza, rabbia o pau-ra. Hai bisogno di abbracci e carezze. Non di potenti antidepressivi.Fuoco e matematica per chi ha una vita intellettuale.Mare e danza, per chi ha un vita ma-

teriale.

CAPRICORNOSei un tesoro umano, una Grazia riservata a pochissimi. Vuoi dominare un uomo ricco? Devi diventare pro-diga di allegria. Una straniera dalle dimensioni minutissime vuole servirti un veleno potentissimo. Non mangiar carne, fai una dieta vegetale.

ACQUARIO Ti stai perdendo dietro il solito casca-morto. Dovrai sopportare le solite con-seguenze. Quella fantasia morbosa che ti passa per la mente, sbrigati a realizzarla. Contro il malocchio, brucia un’erba rupestre velenosa.

PESCIIn questi giorni il tuo corpo è uno stru-mento accordato. Non fallisce nes-suna esecuzione. Le tue compagnie offrono numerose opportunità di gioia. Sei elegante ed in Armonia. Nella tua clessidra dell’Amore, ogni granello è un bacio. Non usare profumi per una settimana.

OROSCOPOby maga OrticaAvvISO AI

DEgUSTANTI

Il gelato al limoneIl gelato al limone di

Vittorio Salierno è un capolavoro, per chi ama il genere giallo. Da più di mezzo secolo quell’acidulo piacere colpisce senza pietà migliaia di deboli boc-che, servendosi di un cono croccante.

Nessun investiga-tore conosce i

segreti della sua forza misteriosa. Ci sono po-chi indizi: compare alla vista appena iniziano le belle giornate. Pesa al massimo 6 kg.

Vive non più di un giorno.

Poi bisogna spera-re che il suo geniale autore, con le sole mani, metta insieme gli elementi e lo faccia ricomparire.

Se vi piace la vita fatevi bloccare il

respiro dal profumo del dolce agrume.Il gelato al limone di

Vittorio Salierno, ora venduto ai collezionisti del gusto da suo nipote Dario, è un best seller del brivido ‘palatale’.

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vittoria Adelfia Canneto

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Penso che la natura sbagli a far nascere gli avari. (Fred)

E a far crescere gli averi. (E. Mansueto)

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trattabili.

Info: 339.29.61.641

Page 31: Quarto potere

oteremaggio 2010 [email protected] | anno I | n° 3

QUARTOPOTEREanno I - n° 3Maggio 2010

EDITORERumores s.r.l – Gruppo editorialeLargo Plebiscito, 1270033 Corato [email protected]. 080.872.89.01

DIRETTORE EDITORIALEMichele Varesano

DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Monteleone

PRESIDENTE RUMORES srlLuca Rutigliano

SEGRETARIA DI REDAZIONEMarianna Caterina

PROGETTO GRAFICO E ILLUSTRAZIONI Francesco Varesano

IMPAGINAZIONEValentina CaronnaIvan Montaruli

REDATTORIAngela NoccoGiuseppe ScintillaFrancesco AsseltaCarolina BorghiLuciano Aprile (Nero Vinyle)Biagio CantatoreMara PetroneCarmela MorettiSilvia La FranceschinaGreta FavoritaFrancesco D'AmatoGiusy LoglisciPasquale Crocco

VIGNETTEdi Marco Testini: prima pagina,pag. 20, pag. 24di Tommaso Milella: pag. 22

STAMPASedit - BariVia delle Orchidee, 1 – 70026 Modugno

Per la pubblicitàTel. 080.872.89.01

Gli articoli pubblicati riflettono esclusivamente il liberopensiero dei singoli autori e non impegnano in alcun modola linea di condotta dell’Editore e del Direttore Responsabile.

Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010

i martiridel giornalismo

Questa volta nella no-stra rubrica ricorderemo un fotoreporter, un gior-nalista per immagini che ha sacrificato la propria vita per immortalare alcuni drammatici mo-menti durante gli scontri in Thailandia, avvenuti i primi giorni di aprile, tra militari e forze an-tigovernative. Huro era giapponese e lavorava per l’agenzia giornali-stica Reuters. Sempre

in prima fila durante i principali avvenimenti nel sud-est asiatico, gi-rava tra i manifestanti immortalando gli scontri e le violenze compiute dalla polizia di Bangkok. È stato proprio un pro-iettile “sparato in aria” dalla polizia per intimori-re i contestatori a colpire mortalmente Muramoto mentre svolgeva il suo lavoro. Lascia una moglie e due figli.

Huroyuki Muramoto(1966 – 2010)

LE NoSTRETESTATE

la virtù dell'onestà

L'onestà è una virtù in disuso. Invece noi ci crediamo e dedichiamo un piccolo spazio ai commercianti più onesti.

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